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Cani di razza

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Approfondimenti

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VOLPINO NANO, LOULOU, SPITZ TEDESCO. SONO MOLTI I NOMI DI QUESTO CANE PICCOLO MA AUDACE, ROBUSTO E DALLA TEMPRA MOLTO FORTE. L’ATTACCAMENTO ALL’AMICO UMANO LO RENDE TANTO AFFETTUOSO QUANTO MORBOSO

IL VOLPINO DI POMERANIA

Nicolas Patrini

Psicologo, educatore cinofilo Malgrado oggi la razza sia conosciuta per lo più come “volpino di Pomerania”, nome dovuto alla regione d’origine, situata nell’Europa centrale nei pressi del Mar Baltico, per gli addetti ai lavori il nome di riferimento è spitz nano tedesco. Non è stato però sempre così, dato che all’origine questo piccolo cane era conosciuto come loulou. In questo caso, i molti cambiamenti di nome vanno di pari passo con un profondo mutamento nel tempo dei tratti morfologici: dapprima spitz di taglia medio/grande, discendente dal Canis Familiaris Palustris, come dimostrano i numerosi ritrovamenti fossili e rupestri, lo spitz venne man mano “rimpicciolito”. Alcuni ritrovamenti mostrano esemplari risalenti all’epoca del Medio Evo che si attestano sui 14 kg. Nel XVII secolo lo spitz era prevalentemente diffuso nei villaggi, dove svolgeva il proprio compito al servizio dell’uomo. Il suo carattere forte, unito a un fisico robusto, lo rese un ottimo cane alla guardia del gregge o come sentinella delle proprietà, data l’attitudine spiccata all’abbaio.

LO STANDARD DI RAZZA

Aspetto generale. Le proporzioni importanti di questa razza vedono un rapporto tra l’altezza al garrese e la lunghezza del corpo di 1:1. Il rapporto tra la lunghezza del muso e la lunghezza del cranio è invece, approssimativamente, di 2:4. Testa. Di media misura, se vista dall’alto appare più ampia nella zona posteriore e si assottiglia verso il tartufo, che si presenta tondo e piccolo. Lo stop è marcato. Le labbra sono aderenti alla mascella, che ha chiusura a forbice da 42 denti. La mancanza di alcuni premolari è tollerata dallo standard, così come la chiusura a tenaglia. Occhi. Sono di media grandezza, a mandorla, leggermente obliqui e scuri. Orecchie. Si presentano piccole e inserite alte, relativamente ravvicinate; sono di forma triangolare. Collo. Di media lunghezza, è di ampia inserzione nelle spalle, leggermente arcuato, non presenta giogaia ed è ricoperto da un pelo fitto e abbondante che forma un largo collare. Coda. A cespuglio che parzialmente lo ricopre. Corpo e arti. Torace profondo, con costole ben cerchiate e petto ben sviluppato. Gli arti anteriori piuttosto larghi, con forte sviluppo osseo. La spalla è ben muscolosa e saldamente collegata al torace. La scapola è lunga e ben obliqua. Il braccio, con una lunghezza all’incirca uguale a quella della scapola, forma con quest’ultima un angolo di 90°. L’articolazione del gomito è forte, fermamente aderente al torace. L’avambraccio è di media lunghezza in relazione al corpo, robusto e completamente diritto. La parte posteriore degli arti anteriori è ben fornita di frange. I piedi anteriori sono il più possibile piccoli, rotondi e compatti, con dita ben arcuate e chiuse. Gli arti posteriori sono muscolosi, frangiati fino ai garretti, diritti e paralleli. L’articolazione del ginocchio è forte, con un angolo moderato. I piedi posteriori sono il più possibile piccoli, rotondi e con dita ben arcuate e chiuse. Mantello. Lo spitz tedesco nano ha un doppio pelo: quello di copertura è lungo, diritto, sollevato. Non si presenta ondulato, arricciato o ispido; il sottopelo è corto, fitto, simile all’ovatta. Colori. I principali colori ammessi sono: bianco, nero, marrone, arancio, grigio-sfumato, crema, crema zibellino (creme-sable), arancio zibellino (orange sable), nero focato e pluricolori (particolor). Gli esemplari particolor devono sempre avere il bianco come colore principale. Le macchie devono essere uniformemente di un colore. Taglia e peso. L’altezza al garrese dello spitz tedesco nano si attesta sui 21 cm, con scarto in positivo o negativo di 3 cm. Il peso è adeguato alla taglia.

La storia più recente

Un ruolo più prestigioso arrivò grazie ai nobili, che nel 1800 lo scelsero per via dell’aspetto, sempre più somigliante al pomerania che conosciamo oggi, come cane da compagnia all’interno delle corti. Michelangelo, Giuseppina di Francia, Mozart sono solo alcuni dei nomi illustri che si possono accostare a questa razza. Il successo maggiore lo ebbe però in Inghilterra, grazie alle attenzioni della regina Charlotte e, successivamente, di re Giorgio III. Il progressivo passaggio da cane da lavoro a cane da compagnia sancì anche un profondo mutamento nella selezione, sempre più improntata alla miniatura. La regina Vittoria fu la prima a istituire un canile dedicato allo spitz nano, con l’obiettivo di selezionare solo i cani che non superassero i 5 kg di peso. Un compito arduo, reso però più facile grazie a un viaggio in Italia, dove vide il nostro volpino. Dall’unione dei due vennero selezionati i primissimi pomerania moderni. Ciò, come è facile immaginare, diede vita a numerose controversie riguardanti la paternità della razza. Il dibattito cessò solo nel secondo dopoguerra, quando la FCI (Federazione Cinofila Internazionale) attribuì l’origine della razza alla Germania e suddividendo, in base alle dimensioni, la razza spitz in cinque categorie a seconda dell’altezza al garrese: gigante (49 cm), grande (46 cm), medio (34 cm), piccolo (26 cm), nano (21 cm). Naturalmente, a livello morfologico, le cose cambiano non poco, anche se tra nano e piccolo

le differenze non sono sostanziali per via di un certo valore di tolleranza, stabilito in + o - 3 cm. Oggi il pomerania è pressoché solo un cane da compagnia molto apprezzato, pensate che in Italia, negli ultimi 10 anni, le iscrizioni sono passate da 500 a oltre 2.000 esemplari all’anno.

Il carattere

Se ragioniamo sul carattere del pomerania a partire da quelle che sono le sue attitudini originarie non sbagliamo strada. In una certa dose, tutti i cani conservano nel loro corredo genetico degli “strascichi”, ovvero caratteristiche spesso mitigate da secoli di selezione, ma pur sempre presenti in una certa quota. Lo spitz è nato come guardiano e offriva il proprio servizio anche grazie all’abbaio, uno strumento utilissimo a segnalare la presenza di pericoli. Questo piccolo cane fa dunque della propria “voce” uno strumento prezioso, malgrado spesso sia scambiato dai proprietari come un fastidio. Si tratta inoltre di un cane che può convivere facilmente con altri animali e con i propri simili (meglio se di taglia simile), verso i quali raramente è aggressivo.

L’importanza dell’educazione

Chi acquista un volpino di pomerania dovrà dunque aspettarsi di sentirlo abbaiare più che altre razze. Dal punto di vista temperamentale si tratta di un cane forte, leale, intelligente e pronto ad affezionarsi in particolare al conduttore. Il membro della famiglia a cui si lega di più è spesso visto come un leader da seguire e proteggere, tanto da essere morboso nel rapporto. Ciò apre la strada a due considerazioni: la prima riguarda l’autonomia. Un cane morboso ed eccessivamente attaccato rischia di essere a disagio se lasciato solo, cosa su cui è necessario lavorare fin da subito con il cucciolo affinché sappia anche passare qualche ora “in solitaria” senza troppi stress. La seconda riguarda l’evidente problematicità verso gli estranei, che spesso sono visti come minacce. Da questo punto di vista è bene abituare fin da subito il cucciolo a tollerare la presenza di sconosciuti, abituandolo gradualmente tramite una corretta socializzazione. Altri tratti peculiari dello spitz nano tedesco sono la docilità verso la famiglia, l’intelligenza e l’obbedienza all’interno delle mura domestiche. ●

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