6 minute read
Cani di razza
VERSATILE E CORAGGIOSO, ATLETICO E DEVOTO ALL’AMICO UMANO, È UN CONCENTRATO DI QUALITÀ, FRUTTO DI UNA SELEZIONE INTRAPRESA CON LO SCOPO DI OTTENERE IL CANE DA DIFESA IDEALE
IL DOBERMANN
ANNA POZZI Fotografa e giornalista L a storia della nascita della razza Dobermann Pinscher è affascinante, un esempio moderno di come l’uomo possa, attraverso la selezione riuscire a ottenere un cane che concili le proprie attitudini con gli obiettivi umani. Ciò che del resto l’uomo ha sempre fatto sin dalla domesticazione del lupo: selezionare il cane in base alle sue attitudini, con il fine ultimo dell’utilità per l’uomo.
Le origini
Il Dobermann è l’unica razza che prende nome proprio dal suo creatore, Karl Friedrich Louis Dobermann, quasi come un marchio di fabbrica. Razza tedesca di origine, è piuttosto recente: il primo riconoscimento ufficiale risale al 1898, proprio in Germania. Ma in poco più di un secolo questa razza ha conosciuto un’immensa notorietà, valicando i confini del paese di origine e diffondendosi in tutto il mondo.
Apprezzatissimo “police dog”, il Dobermann nella seconda
LO STANDARD
Testa: ha un cranio forte e armonico, con muscoli molto sviluppati, muso alto e mascelle potenti e larghe; lo stop è percettibile ma poco sviluppato, il tartufo ha grandi narici.
Orecchi: di media grandezza, con bordo anteriore ben aderente alla guancia, sono attaccati alti.
Occhi: di media grandezza, ovali e di colore scuro, un po’ più chiaro negli esemplari marroni.
Corpo: dorso solido e corto, rene di buona lunghezza e ben muscoloso, potente muscolatura del bacino, torace ben proporzionato alla lunghezza del tronco e con costole leggermente cerchiate, particolarmente sviluppato verso l’avanti.
Coda: la coda è attaccata alta e corta, tagliata in modo da mantenere visibili due vertebre caudali; nei paesi in cui il taglio è proibito può essere conservata integra.
Arti anteriori: quasi dritti e perpendicolari al suolo, forti, con piedi di gatto dalle dita serrate e arcuate.
Arti posteriori: potenti, paralleli e perpendicolari al suolo, piedi con dita corte, chiuse e arcuate.
Andatura: passo elastico, sciolto ed elegante che copre molto terreno, durante la marcia il cane muove simultaneamente l’anteriore da un lato e il posteriore dall’altro.
Pelo: corto, rude e fitto, liscio, assolutamente privo di sottopelo.
Colore: nero o marrone con focature color ruggine ben pronunciate e molto delimitate su muso, gola, petto, zampe, piedi e sulla punta delle natiche.
Altezza: maschi 68-72 cm, femmine 63-68 cm. metà del secolo scorso ha guadagnato notorietà come cane da difesa personale e da guardia; a ciò si devono anche le sue alterne fortune, in quanto un allevamento non rispettoso degli aspetti caratteriali tipici della razza - che deve essere dotata di grande equilibrio, medio temperamento e media mordacità - ha purtroppo prodotto alcuni esemplari eccessivamente aggressivi, che hanno rovinato la fama della razza stessa.
Oggi, fortunatamente, si sta riscoprendo il Dobermann per quel che è: un formidabile cane da difesa e utilità, equilibrato e vigile, affettuoso e devoto al padrone e alla sua famiglia.
Un esperimento ben riuscito
Karl Friedrich Louis Dobermann, originario di Apolda, in Turingia, fece diversi mestieri nel corso della sua vita. Nato negli anni Trenta dell’Ottocento, fu esattore delle tasse, guardiano notturno, supervisore in un mattatoio e anche accalappiacani. Proprio le sue professioni lo portarono, da appassionato cinofilo qual era, a desiderare un cane in grado di offrirgli la protezione di cui sentiva l’esigenza; un cane che ancora non c’era: un compagno coraggioso, vigile, dotato di tempra alta, in grado di difenderlo da eventuali minacce e pericoli.
Fu con questo scopo che Dobermann si mise a selezionare una nuova razza, partendo da cani che aveva in suo possesso o di cui poteva facilmente appropriarsi grazie al mestiere di accalappiacani. Esistono molte ipotesi sulle razze che egli utilizzò in prima battuta, ciò che si sa con certezza è che per questi primi incroci vennero utilizzati Pinscher, Stoppelhopser (l’antenato dell’attuale Pastore Tedesco) e “cani da macellaio” (da cui si sviluppò in seguito il Rottweiler); Dobermann quasi sicuramente utilizzò in selezione anche meticci presi dalla strada, con le doti caratteriali che ricercava, ed è altamente probabile l’utilizzo del Beauceron.
Alla sua morte, nel 1894, Dobermann lasciò quattro esemplari, non molto omogenei nell’aspetto e piuttosto feroci nel carattere; per migliorare le caratteristiche morfologiche e le doti caratteriali di questi cani, allevatori suoi amici portarono avanti la selezione e li incrociarono con altre razze, tra cui sicuramente il Manchester Terrier e il Greyhound.
A fine secolo, nel 1898, la razza Dobermann si poteva dire fissata e ottenne il riconoscimento ufficiale in Germania, l’anno successivo nacque, proprio ad Apolda, il primo club di razza.
Tra i primi allevatori sono da menzionare Göller, amico di Dobermann, con l’affisso “von Thüringen” e Gorswin, con l’affisso “von Grönland”; a quest’ultimo affisso appartenevano i primi due esemplari iscritti nel libro delle origini tedesco.
Un cane dalle mille doti
Più di un secolo dopo, possiamo dire che certamente Louis Dobermann riuscì nel suo intento, ovvero quello di creare un fantastico cane da difesa personale. Ciò che, per nostra fortuna, si è perso del progetto originario è l’aggressività e la ferocia: il Dobermann di oggi non è un cane né violento né inutilmente aggressivo.
Sin dall’inizio del Novecento il Dobermann fu apprezzato per le sue doti e utilizzato in diverse parti del mondo come cane poliziotto; nel corso della prima guerra mondiale è noto il suo utilizzo da parte dell’esercito tedesco in qualità di cane sentinella, portaordini, cane da ricerca e soccorso, mentre nella seconda guerra mondiale furono principalmente gli americani a sfruttarne le straordinarie doti, traendone enorme beneficio. Tuttora numerosi esemplari sono in forza ai corpi di polizia di diversi Paesi del mondo.
Tutto questo deve far riflettere sulle grandi doti di addestrabilità e intelligenza che questa razza possiede, oltre alle innegabili doti fisiche: agile, veloce, atletico e slanciato, ha una grande prestanza fisica ed è in grado di coprire velocemente grandi distanze.
Il Dobermann è un cane estremamente vigile e attento, molto curioso, instancabilmente devoto al suo proprietario e molto protettivo nei confronti suoi e del suo nucleo famigliare: farebbe di tutto per proteggere l’amico umano, su cui vigila con attenzione e capacità di discernere i pericoli reali. Avere un Dobermann addestrato al fianco, dà senza dubbio sicurezza.
È un cane anche estremamente sensibile e affettuoso con il suo nucleo famigliare: gentile e curioso, si “incolla” al suo compagno umano seguendolo in ogni attività, se ne ha l’opportunità. Con i bambini di casa è paziente e tollerante, cosa che non deve essere assolutamente presa come pretesto per lasciare che i bambini interagiscano con lui in maniera inopportuna.
Ci vuole esperienza e polso fermo
La brutta fama del Dobermann deriva dalla cattiva selezione che purtroppo a tratti, in passato, è stata effettuata, oltre che a una gestione non corretta da parte di proprietari assolutamente inconsapevoli di come educare e addestrare un cane dalla forte tempra. È un cane che, proprio in
virtù del suo carattere forte, necessita una guida sicura e polso fermo; a queste condizioni, si lascia addestrare facilmente.
La salute
Negli ultimi anni gli esemplari di questa razza hanno spesso manifestato diversi problemi di salute: anche in questo caso la ragione è da ricercarsi in una selezione troppo “spinta”, che ha fatto eccessivo ricorso alla consanguineità per fissare i caratteri morfologici. Ci ritroviamo così oggi con molti esemplari bellissimi, ma di salute fragile.
Tra le patologie da menzionare per frequenza c’è al primo posto la cardiomiopatia dilatativa, vero e proprio flagello della razza, seguita dalla sindrome di Wobbler; per la riproduzione selezionata, l’Enci chiede oggi esenzione da oculopatie ereditarie, cardiomiopatia dilatativa e displasia delle anche di grado A o B.
Infine, una curiosità: l’appellativo di “devil dog”, il Dobermann se l’è guadagnato in virtù delle sue orecchie tagliate, che portate erette avevano le sembianze delle tipiche corna da diavolo.
Oggi in Italia, come in molti altri Paesi, il taglio delle orecchie e della coda per fini puramente estetici è vietato; per questo motivo da qualche anno cominciano a farsi largo Dobermann integri, con coda (a “scimitarra”) e orecchie intere. ●