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IL FAGIANO COMUNE (PHASIANUS COLCHICUS), ANCHE SE ABITUALMENTE INSERITO NELL’AVIFAUNA AUTOCTONA, È STATO PORTATO IN EUROPA A SCOPO VENATORIO DAGLI ANTICHI ROMANI VERSO LA FINE DELL'EPOCA IMPERIALE

IL FAGIANO

Pixabay

Diego Cattarossi Medico veterinario accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici A ll’interno della specie Phasianus colchicus si possono trovare numerose sottospecie, distinte per areale d’origine e per morfologia. I fagiani attualmente disponibili in allevamento o liberi nelle nostre campagne sono frutto di meticciamenti tra queste sottospecie, risultando in fenotipi intermedi non ascrivibili ad alcuna sottospecie specifica.

Le sottospecie

Le sottospecie più comuni in allevamento sono il Fagiano della Mongolia (Phasianus colchicus mongolicus), il Fagiano Colchico (Phasianus colchicus colchicus) e il Fagiano Cinese (Phasianus colchicus torquatus) in alcuni casi definito impropriamente “americanino”. Il fagiano della Mongolia è il più grande è si caratterizza per la testa verde scuro, la porzione carnosa perioculare rosso acceso e un netto collare bianco. Il fagiano Colchico è facilmente riconoscibile in quanto sprovvisto del collare bianco. Il fagiano Cinese è il più piccolo dei tre e si riconosce per il dorso del capo grigio chiaro e per il colore del piumaggio uniformemente tendente al beige, a differenza del bruno violaceo rossiccio tipico delle altre due specie. Il fagiano cinese viene chiamato americanino perché i primi soggetti arrivarono in Italia proprio dagli Stati Uniti.

Le mutazioni di colore

Nel fagiano comune sono presenti numerosi fenotipi intermedi di colore rispetto alla livrea ancestrale derivati dal meticciamento tra le diverse sottospecie. Tra le mutazioni cromatiche più diffuse è possibile osservare: quella ipermelanica ovvero il fagiano tene

Fagiani lineati Fagiano argentato Fagiano argentato

broso, completamente nero verdastro; i fagiani silver e acianici sono, al contrario, senza melanine.

Dove alloggiarli

Il fagiano richiede ampi spazi, la soluzione ideale è una bella voliera, in cui inserire un gruppo composto da un maschio e quattro/cinque femmine. Un gruppetto così composto può essere alloggiato in una voliera di almeno cinque metri per dieci, piantumata con cespugli e qualche alberello dove i fagiani amano andare a dormire di notte. Lo spazio naturalmente non grande meglio sarà per i soggetti ospitati dal punto di vista del benessere animale.

Per chi desiderasse cimentarsi nell’allevamento di questi splendidi animali e non avesse molto spazio a disposizione l’allevamento è ottenibile riducendo il numero dei soggetti (un

sarà mai troppo, più la voliera sarà maschio e due femmine) e utilizzando volierette di tre metri per quattro.

Il maschio dovrà essere monitorato quando è insieme alla femmina perché tende ad assumere atteggiamenti aggressivi che potrebbero essere pericolosi per la fagiana. Non è mai consigliabile lasciare due maschi insieme in voliera oppure un maschio con una sola femmina, va sempre formato l’harem.

L'alimentazione

Il fagiano è essenzialmente un granivoro, anche se in natura non disdegna piccoli invertebrati come luma

Fagiano dorato

Pixabay Diego Catarossi Diego Catarossi

LA RIPRODUZIONE

IN AMBIENTE ESTERNO. La riproduzione del fagiano avviene durante il periodo primaverile-estivo, a partire dal mese di aprile fino al mese di luglio. Il maschio segnala il proprio territorio con il caratteristico canto rauco, ma squillante. Ogni femmina deporrà dalle dieci alle 15 uova verdastre che sono covate per circa 23-25 giorni a seconda della specie. I fagiani nascono come prole atta ovvero in grado di alimentarsi autonomamente fin dai primi giorni. Inizialmente i piccoli fagiani seguono la madre come fanno i pulcini con la chioccia e poi rimangono “imbrancati” tra loro fino ai due/tre mesi di età quando cominciano a separarsi per passare alla vita solitaria tipica della specie. IN AMBIENTE DOMESTICO. Nei fagiani come pet spesso le uova vengono raccolte e affidate a una incubatrice dove verranno incubate a 37,5 gradi centigradi girandole almeno tre volte al giorno per 25 giorni onde evitare l’asfissia dell’embrione. I piccoli poi vanno alimentati con della farina formulata per la selvaggina e stabulati sotto lampada infrarossi in maniera analoga ai pulcini del pollame. Nella fase di accrescimento il fagiano è molto predisposto alle carenze nutrizionali e alla coccidiosi, pertanto andrebbe tenuto su griglia (per permettere alle deiezioni di cadere al di sotto) con alimentazione dedicata per selvaggina almeno fino ai 60/90 giorni.

chine e insetti. La base della dieta è composta da semi di cereali e leguminose associati a essenze vegetali, frutti e bacche. Per l’allevamento esistono dei mangimi pellettati correttamente bilanciati di semplice somministrazione.

La legislazione

Dal punto di vista legislativo i fagiani sono considerati fauna selvatica e pertanto il loro allevamento è soggetto a normative generalmente di carattere provinciale. La semplice detenzione di un numero contenuto di soggetti (limite variabile da provincia a provincia) è consentita a patto che vi sia un documento che ne certifica l’acquisto (è sufficiente una ricevuta fiscale). ●

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