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Razze feline

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Ornitologia

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MORBIDO COME SETA ED ELEGANTE COME UNA BALLERINA, QUESTA È LA DESCRIZIONE PIÙ APPROPRIATA DI QUESTO GATTO DAL PORTAMENTO FLESSUOSO E DALLA PERSONALITÀ COINVOLGENTE

IL BALINESE

Francesca Serena Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi U no sguardo azzurro come il cielo, un corpo lungo, flessuoso e una folta coda a pennacchio che sventola in accordo con l’umore sono la cifra stilistica tipica di questo gatto. L’eleganza, la grazia e l’intelligenza del siamese che si coniuga con l’opulenza di un pelo lucido e brillante e le movenze eleganti delle danzatrici orientali da cui prende il nome. L’origine del balinese si mescola con diversi misteri: sembra che gatti con muso appuntito e pelo semilungo colorato sulle punte fossero già presenti in antichissimi dipinti cinesi.

La storia

La storia della razza inizia con i primi gatti siamesi importati dalla Thailandia negli Stati Uniti e nel Regno Unito a metà del 1800, alcuni dei quali portavano il gene recessivo del pelo lungo. All’inizio i gattini a pelo lungo che nascevano occasionalmente nelle cucciolate siamesi erano considerati non in standard e venivano venduti come animali da compagnia. Solo negli anni ’50, due allevatrici di siamesi, Helen Smith dell’Allevamento MerryMews di New York e Marion Dorsey dell’allevamento Rai-Mar in California, trovando nelle cucciolate sia gattini a pelo corto e raso sia con pelo serico e più lungo, si innamorarono di questi ultimi decidendo di selezionarne le caratteristiche. Fu proprio Helen Smith che chiamò balinesi questi gatti per via della grazia e dell’eleganza che ricorda le danzatrici dell’Isola di Bali. Sempre Helen Smith fu la prima a esporre balinesi nell’associazione americana CFA (Cat Fancy Association) a New York e, negli anni ’60, lavorò intensamente con Marion Dorsey

LO STANDARD E I DIFETTI

Aspetto generale. Il balinese è un gatto snello, scattante, elegante, con linee lunghe e affusolate, molto agile, ma forte e muscoloso, di taglia media; il maschio arriva a pesare sui 5,5 kg, la femmina un po’ meno. Testa. Di media grandezza è proporzionata al corpo, ben equilibrata a forma di cuneo con linee dritte. Sia nel balinese che nel siamese la testa deve essere inscritta in un triangolo che inizia a livello del mento e si allarga verso le orecchie. Il cranio, visto di profilo, è leggermente convesso. Il naso deve essere lungo e dritto, e continuare la linea della fronte senza alcuna interruzione. Il muso è fine e allungato con un mento importante. Orecchie. Devono essere molto grandi e appuntite, larghe alla base e piazzate in modo da prolungare le linee dell’ideale triangolo che parte dal mento. Occhi. A forma di mandorla, leggermente obliqui per essere in armonia con le linee del triangolo, di un colore blu intenso e profondo. Collo. Lungo e fine. Corpo. Lungo e snello, ben muscoloso. Zampe. Lunghe e flessuose ed eleganti, piedi piccoli e ovali. Coda. Molto lunga, sottile, affusolata a formare un pennacchio di soffice pelo mosso a tempo con la camminata del gatto. Difetti. Sono considerati difetti rispetto allo Standard, la presenza di macchie scure su ventre e fianchi, peli di colore più chiaro o peli “ticked” (brizzolati)”, oppure marche e striature nei “point” a eccezione dei “tabby point”; non è gradito uno scarso contrasto tra point e corpo così come difetti di pigmentazione con perdita di colorazione del naso, nei cuscinetti delle zampe e sulle labbra; porta alla squalifica qualsiasi colore degli occhi diverso dal blu, lo strabismo o la presenza di macchie bianche in zone colorate. per fissare le caratteristiche e i requisiti della razza in modo da ottenerne il riconoscimento. I balinesi finalmente debuttarono ufficialmente in California nel 1956, partecipando al campionato Ufficiale come razza. Nel 1965 Marion Dorsey cedette l’allevamento Rai-Mar a Sylvia Holland di Holland’s Farm Cattery, anch’essa allevatrice di siamesi, che ottenne magnifici e duraturi risultati con i balinesi. Non a caso i Pedigree di quasi tutti gli esemplari moderni della razza possono essere ricondotti in qualche modo alla linea Holland’s Farm.

Il mantello

Il pelo è sostanzialmente di media lunghezza (anche se può esserci una notevole varianza da parte dell’individuo) e dovrebbe essere morbido e setoso, senza il soffice sottopelo tipico della maggior parte delle razze a pelo lungo.

La coda è a forma di pennacchio, definito da una frangia di peli più lunghi. Come tutti i gatti point, i cuccioli balinesi nascono di un colore crema pallido o bianco e sviluppano gradualmente i punti colorati nelle parti più fredde del corpo: muso, orecchie, zampe e coda. Il loro colore è identificabile quando hanno quattro settimane. Alcuni gatti tendono a scurirsi con l’età e, generalmente, i gatti adulti balinesi che vivono in climi caldi hanno mantelli più leggeri di quelli che vivono in climi freddi. I colori ammessi sono i classici: seal (marrone scuro), blu, chocolate e lilac (un pallido color malva) più rosso e crema; sono ammessi i disegni tigrati sul mantello chiaro (tabby), i motivi tartarugati (tortie) a due colori nelle femmine: rosso e nero, oppure blu e crema e tutte le varie gradazioni più o meno diluite. È ammesso anche il mantello tutto bianco.

Il colore di tutti i “point” dovrebbe essere il più possibile uniforme, ma bisogna considerare che tale pigmentazione si sviluppa lentamente, e non sarà perfetta fino a completa maturazione del gatto. È quindi accettabile una colorazione incompleta dei point nei gatti giovani e anche che nei gatti più vecchi il colore del corpo possa scurire, e che compaiono delle macchie sui fianchi.

Il carattere

I balinesi sono gatti che si adattano alla convivenza anche con altri

animali da compagnia (uccelli, cani, roditori ecc.). Spesso un gattino balinese portato in un gruppo di gatti già conviventi viene accettato immediatamente. Sono in genere gatti molto estroversi e amichevoli con le persone, siano bambini o adulti. Sanno riconoscere i loro umani e dimostrano grande affetto per coloro che fanno parte della famiglia. I balinesi sono

molto intelligenti e si adattano facilmente al rumore e all’attività dei bambini. Sono affettuosi e capaci di giocare per lunghi periodi senza stancarsi, rendendoli compagni ideali per i piccoli.

Tuttavia, non tollerano di essere maltrattati e, un comportamento non corretto, può rovinare irrimediabilmente l’amicizia.

GATTI POINT E GATTI BIANCHI

Il mantello point è determinato da una forma di albinismo parziale, derivante dalla mutazione di un enzima detto tirosinasi, coinvolto nella produzione di melanina cioè della sostanza che determina il colore del pelo. L’enzima mutato è sensibile al calore; non funziona alle normali temperature corporee, ma diventa attivo nelle zone più fredde della pelle. Ciò provoca una colorazione scura in tali parti, comprese le estremità e il muso, che viene raffreddato dal passaggio dell’aria attraverso le cavità nasali. Esistono, come nei siamesi, anche balinesi completamente bianchi, ciò è dovuto al gene W (White) che è dominante. Questo gene inibisce il normale funzionamento delle cellule del colore, tanto che nessun colore viene prodotto. I gatti completamente bianchi hanno spesso, alla nascita, una macchia colorata sulla testa. Essa scompare quando il gatto sviluppa il mantello adulto, ma fino a che è presente può rivelare il vero colore del gatto.

IGIENE e salute

I balinesi sono molto facili da curare: il loro pelo, pur essendo semilungo è setoso, si pettina facilmente e non fa nodi. Come i cugini siamesi sono privi di sottopelo e, quindi, è facile tenerli ben toelettati spazzolandoli una volta al giorno. Sono considerati una razza sana con pochi problemi di salute. Ma, essendo gatti molto selezionati, il loro pool genetico è andato a restringersi e, più piccolo è il pool genico, maggiori sono le possibilità di ereditare malattie. Una di queste è l’atrofia retinica progressiva (PRA), che è una degenerazione della retina, che può portare a visione debole o compromessa. Sono stati riscontrati inoltre casi di miocardiopatia dilatativa, che è una malattia che indebolisce il muscolo cardiaco e ne diminuisce la funzionalità.

Un altro potenziale problema genetico è l’amiloidosi epatica, ossia un errato accumulo di sostanze proteiche nelle cellule del fegato che determina l’insufficienza di questo organo.

Tali problemi sono attentamente monitorati e controllati dagli allevatori mediante corretti piani di selezione delle linee. ●

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