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Simona Malvezzi, Johannes Kuehn, Wilfried Kuehn

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Silvano Petrosino

Silvano Petrosino

Simona Malvezzi, Wilfried Kuehn, Johannes Kuehn

X-RAY. Il ruolo del Covid-19, oltre a quello evidente di portatore di crisi pandemica, è stato quello di mettere in luce situazioni esistenti di disuguaglianza.

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Il Covid-19 ha l’effetto di una radiografia che ci fa individuare problemi relativi al lavoro, alla casa, alla famiglia.

La chiusura di scuole, università e biblioteche ha emarginato una parte di popolazione che non ha i mezzi per la formazione a distanza e che vive in spazi ristretti che non favoriscono la concentrazione per lo studio.

Lo smartworking ha riguardato certe categorie di professionisti mentre altre, quali medici, infermieri, commessi, operai, sono state penalizzate.

E molti non sanno ancora se troveranno un’occupazione come prima.

In questa situazione come si può esprimere l’architettura, che da un lato è comunque espressione dell’ordine sociale e dall’altro si pone come portatrice di cambiamenti sociali anche epocali?

L’accessibilità è la parola chiave, in questo caso la mancanza di accessibilità ai luoghi pubblici può farci riflettere su come nel futuro vada ripensato e potenziato lo spazio pubblico, non inteso soltanto come piazza o strada, ma come luogo del sapere e dello scambio.

Quindi ripartendo dal potenziamento di questi spazi, rendendoli più sicuri e ampliandoli per garantire un distanziamento e nello stesso tempo una condivisione delle risorse digitali, ripensiamo ad una scuola mobile che raggiunga tutti i luoghi, legata al potenziamento dell’accessibilità pubblica.

“L’educazione superiore e la formazione devono diventare un’impresa industriale, non un servizio offerto da gentiluomini a pochi eletti. Il Potteries Thinkbelt qui delineato romperà l’isolamento e la specificità oggi associate alle università. È grande abbastanza per coinvolgere l’intera comunità e per farle capire che l’educazione a questi livelli non è puramente desiderabile, ma essenziale.”

L’idea di Cedric Price di riattivare aree industriali abbandonate per un progetto educativo di massa attraverso il riuso delle linee ferroviarie, per un nuovo modello formativo adattabile ad innumerevoli occasioni di cambiamento, va attualizata oggi in una chiave di lettura digitale, che punti sulle relazioni da met-

tere in atto tra spazialità fisiche e virtuali attraverso un progetto architettonico preciso e mirato: come far uso ed appropriarsi della rete digitale per produrre un’università collettiva transgenerazionale che abbia riscontro fisico nello spazio sociale.

Simona Malvezzi, Wilfried Kuehn e Johannes Kuehn sono i fondatori dello studio di architettura Kuehn Malvezzi a Berlino.

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