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Magazine

N AS CE F RI E ND S4 A RT S, U N M A G A Z IN E c h e e ’ U N A C OM M U N I T Y , c h e e ’ U N CL UB , c h e e ’ U N PO R TAL E, c h e d i v e n t a n o U N M A G A Z IN E . . ..

Fausto Beccalossi

La fisarmonica che duetta con Al Di Meola

FOTOGRAFIA

Bianco e nero, tutti i colori delle emozioni

nr 0

SOCIAL NETWORK IL pubblico del T E R Z O Mi l l e n n i o ?


Magazine nr 0

MENSILE DI ATTUALITA’ COSTUME, ARTE E CULTURA

SOMMARIO

Musica - Fausto Beccalossi La fisarmonica che duetta con Al di Meola pg 5

Musica - Giovanni Guerretti Musicista oltre il Jazz pg 6 Musica - Pieri Bros Trio e International Jazz Day pg 7

Fotografia - Bianco e nero: Tutti i colori delle emozioni pg 8 Fotografia - Barcelona secondo la Nikon di Pina Chiaranda’ pg 10

Danza - Patrizia Sacco, trasfusioni di passione pg 11 Eventi Live - F4A Milano Ubi Maior Club pg 12

Social Network: Il pubblico del terzo millennio? pg 14

Libri - Una storia x emozionarsi Irene Nemirovsky, il vino della solitudine pg 18

Letteratura - La poesia di Alda pg 19 Merini

Pittura - Marco Bonfitto pg 20

Grafica - Pennelli e macbook: Beatrice Bianchetti pg 21

Cucina - Titanic 1912, il menu’ della nave dei sogni, di Gi o v a n n a M o t t a pg 22

Pittura - Giovanni Manzoni pg 24 Piazzalunga Aforismi sull’arte

p g 26

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FRIENDS4ARTS SRL EDITORE via arrigo boito 3 20900 monza - tel +39 0392622470

Testata in fase di registrazione presso il Tribunale di Monza, Direttore Responsabile Natale Caccavo; hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Manuela Belli, Tazio Tenca, Marco Bonfitto, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Beatrice Bianchetti, Giovanna Motta, Patrizia Sacco, Pina Chiarandà, Giovanni Guerretti, Luigi Melzi, Mario Montella, Stefano Marchetti, Beatrice Zanolini.


Editoriale Friends 4 Arts (F4A) è il nuovo portale per la diffusione di tutte le espressioni dell'arte, dalla musica al teatro, dal cinema alla fotografia, dalla pittura alla moda,passando per la danza e ... dulcis in fundo, la cucina.

Oltre alle migliori caratteristiche delle piattaforme di presentazione artisti e dei social networks (presentazione contributi artistici multimediali, blogs, network contatti, chat, ...), il portale offre delle vere Redazioni Giornalistiche, ognuna specializzata nello specifico settore di competenza, con un ruolo di aggregazione e moderazione dei contenuti, presentazione di articoli e recensioni (dischi, film, opere teatrali, mostre, ecc.), oltre a una piattaforma concorsi tematici, con opere in gara votate dal pubblico e da giurie di esperti. a WEB, case di produzione, gallerie artistiche).

Concorsi, votazioni ed espressioni di preferenze del pubblico (affidabili grazie ad accurati controlli sugli indirizzi IP dei votanti) permettono di referenziare gli artisti, a supporto dell'attività manageriale di presentazione degli stessi sul mercato (verso esercizi commerciali, majors, TV e radio tradizionali o via WEB, case di produzione, gallerie artistiche).

Oltre ai collaboratori in redazione, il progetto prevede una rete sul territorio nazionale: F4A Network. Tale rete è costituita da Scuole (di musica, recitazione, danza, ecc.), sale prova, teatri, esercizi commerciali (locali, ristoranti, pub). Tramite F4A Network vengono realizzate le dirette web (tramite canali dedicati in partnership con YOUTUBE), creando così eventi online quali concerti, prove di gruppi musicali e teatrali, esibizioni di danza, competizioni artistiche, talent show, che grazie alla webcam ed agli strumenti legati alla community garantira’ una elevata interazione del pubblico via web.


Restaurant - Cocktail Bar MONZA . VIA VITTORIO VENETO 1


Fausto Beccalossi:

La fisarmonica che duetta con Al Di Meola

Un fisarmonicista di valore assoluto, bresciano di nascita, appartenente ad una generazione dove gli strumenti che “attirano”, sono elettrici, quasi elettronici, ma cio' nonostante intraprende molto giovane lo studio della fisarmonica cromatica con lo stile classico, frequentando il Conservatorio Statale di Brescia, un percorso personale che successivamente approfondendo successivamente lo guida verso le tematiche inerenti lo sviluppo dell'improvvisazione jazzistica. Unanimemente considerato uno dei massimi specialisti in campo nazionale e internazionale del suo strumento. Una carriera che decolla quando nel corso di un seminario di SienaJazz '94, viene notato da Enrico Rava, che lo seleziona per un workshop con il gruppo dei migliori allievi del corso. Successivamente, una carriera da professionista, dapprima con alcuni gruppi italiani quali Gramelot, Bombardieri quartet, Nuevo Tango, Otello Savoia quartet.Ha collaborato e registrato con alcuni fra i migliori musicisti dell’area jazzistica italiana ed internazionale tra cui: Wheler, Gibellini, Mirabassi, Pietropaoli, Fresu, Negri, Maria Pia De Vito, Trovesi. Oltre all’intensa attività concertistica registra numerosi cd anche di musica leggera. Nel 2002 viene chiamato da Lito Epumer ,chitarrista argentino che vanta grandi collaborazioni a livello mondiale, per registrare col suo quartetto il cd Nehuen a Buenos Aires. Fisarmonica e tango costituiscono un binomio irresistibile e suggestivo, le contaminazioni con jazz e swing non fanno altro che aumentarne il fascino presso un nuovo pubblico, che generazione dopo generazione riscopre le sonorita' spontanee e allo stesso tempo sinfoniche della fisarmonica. Ma una nuova stagione si apre alla carriera di Beccalossi, e nel 2010 e' brillante protagonista all'interno del quintetto di Al di Meola in tournee al Leverkusener Jazztage, il festival jazzistico tedesco, dove duetta con la chitarra di Di Meola, spaziando tra reminescenze etniche, tango, e jazz-rock, del quintetto fanno parte anche la chitarra di Kevin Siddiki, Victor Miranda al basso, Peter Kaszas alla batteria, Gumbi Ortiz alle percussioni. Un'ulteriore testimonianza di successo, in un percorso musicale e artistico sempre vivo e dinamico, pronto a scrivere nuove emozionanti pagine


Giovanni Guer r etti

I l M us i ci st a ol t re i l ja z z

Cremonese, musicista eclettico fin dai primi passi, si laurea in Paleografia e Filologia Musicale presso la Facoltà della propria città dopo essersi diplomato in Pianoforte jazz presso il C.P.M. di Milano sotto la guida del pianista Franco D'andrea ottenendo il massimo dei voti e la lode. A vent'anni comincia l'attività professionistica in ambito pop esibendosi in tournée con il cantante Franco Simone, esperienza questa che lo portò a suonare in tutta Italia e Argentina; in quest'ultima tourné approfondì la conoscenza del tango contemporaneo che poi mise a frutto suonando successivamente per alcuni anni nel quartetto di Carlos "Flaco" Biondini ( storico chitarrista di Francesco Guccini ) . La collaborazione con il chitarrista argentino l'ha visto calcare i palcoscenici di numerosissimi teatri di tutta Italia ed inoltre gli permise di sostituire in diverse occasioni il tastierista Vince Tempera nelle esibizioni live del cantante Francesco Guccini . Incomincia in questo periodo la sua frequentazione degli ambienti musicali milanesi prima suonando nella band di Aida Cooper, Ronnie Jones , Gigi Cifarelli. Successivamente suona per un anno circa con la cantante Jenny B ( vincitrice di Sanremo giovani ) con la quale incide un CD con la Jazz Art Orchestra ( F. Bosso , M. Tamburini , A. Tofanelli , Ghidoni , Rosen... ) ; tramite questa esperienza entra nella band della cantante Mietta con la quale resterà per 4 anni esibendosi in concerti ed esibizioni televisive . Ha collaborato inoltre con il cantautore Stefano Belluzzi ( "Sono rosso di nascita" ) , il cantautore Fabio Turchetti ( "Francis Drake", "Pura vida"), il chitarrista Paolo Manzolini ( "Pleasant Trouble" ), Gae Manfredini ( "Instrumental treatement" ); ha inoltre fatto parte della band di Rudy Rotta con il quale si è esibito in moltissimi festival blues in Germania, Svizzera, Austria, Croazia, Italia . Ha inciso nel 2004 il primo CD a proprio nome ( "La prima della classe" ) nel quale fa confluire tutte le esperienze musicali fatte fin'ora avvelendosi di musicisti d'altissimo livello ( Kay Foster Jackson, R.Fioravanti, F.Beccalossi, V. Marinoni ). Con Kay ( cantante di colore originaria di Atlanta ) ha collaborato per diversi anni in ambito jazz e soprattutto gospel incidendo "Hold on". Ha collaborato inoltre con numerosissimi cantanti di colore americani tra cui Larry Ray, Ann Hines, Masha Show, Miss Dee, Crystal White, Dailu Miller, Joyce Yuille , Gail Muldrow e molti altri . Nel 2005 partecipa al Maggese Tour di Cesare Cremonini che lo porta a suonare in tutti i principali teatri d'Italia con il cantante bolognese accompagnato dalla London Telefilmonic Orchestra ( orchestra londinese di 25 elementi !!! ) Estate 2006 tour estivo sempre con Cesare Cremonini al quale segui' nel novembre dell stesso anno l'uscita di "1+8+24" ... CD LIVE +DVD relativo al tour teatrale 2005 . Nell'estate 2007 è con la cantante/chitarrista blues Gail Muldrow ( S.Francisco ) con la quale si esibisce in numerosi festivals in Italia e all'estero Oltre all'attivita' live ha due progetti discografici : 12 Fingers ( IRMA ) e Phreek Plus One ( COMPOST ) per i quali sono usciti diversi ep e remix . L'estate 2008 lo vede sempre in tour per tutta europa con la chitarrista/cantante americana Gail Muldrow. Nello stesso anno successivo partecipa all'incisione de " Il primo bacio sulla luna " ( C.Cremonini ) con conseguente tour invernale 2008 ed estivo 2009 ... Nel 2010 sviluppa un nuovo progetto musicale di matrice jazz : The Dealers nel quale si evidenziano tutte le esperienze musicali fin'ora fatte . Esce infatti nello stesso anno un ep per la Arision ( The dealers - Down on Lafayette ) . Nel 2011 inizia una proficua collaborazione con la SCHEMA RECORDS sia in veste si turnista / arrangiatore che d'autore . Esce a giugno 2011 " Change of Scenes " di Mario Biondi nel quale suona in 6 brani e in un paio arrangia la linea di fiati . Come si puo’ capire, un grande artista, poliedrico e simpaticissimo, ricco di talento e dalle spiccate qualita’ umane. Un nostro amico, true friend di friends4arts.


GRUPPO CULTURALE - AMICI DEL CORTILE in collaborazione con COOPERATIVA EDIFICATRICE CARLO CATTANEO

JAZZ EVENTS

BY

PIERI BRO’S TRIO

max pieri - dr ums mar co pieri - guitar g i ov a n n i g u e r r e t t i - ke y b o a r d s

Pieri BroGiovedì s trio 20 ottobre 2011 Monza, via v ia V.Veneto V.Ve neto 1

...ma....eleanor riIngresso gbyore e’ 21.30 jlibero azz?

q ua nd o l o s w in g s c o nf i na n e l b l u e s , e ti a c c o m p a g n a p a s s o p a s s o a l p o p . . .. .

Friends 4 Arts (F4A) ha organizzato nel suo calendario musicale, una serata dedicata al Pieri Bros trio, Max Pieri alla batteria, Marco Pieri alla chitarra, Giovanni Guerretti all’Hammond. Un trio straordinario, che ripercorre classici del pop inglese, del blues americano, del jazz, con una tecnica e un impatto creativo personalizzante e coinvolgente, adatto sia all’atmosfera da club dove si “consumano” cocktails musicali e alcolici con sereno relax, sia alla performance allargata ad un pubblico da festival. La telecaster di Marco Pieri e l’hammond di Giovanni Guerretti con alternarsi di assolo hanno proposto musiche evergreen, da Eleanor Rigby al blues alla Bo Diddley, per farci riscoprire che sette note fanno Jazz in tutti gli angoli del pianeta, con cappellacci o cravattine nere poco importa, il sound rimane la chiave della serata. Max Pieri si e’ esibito in un assolo di percussioni che ben presto ha “traslocato” da casse, charleston e rullanti, per trasferirsi su piatti, bicchieri, bottiglie, fino ad una magnum di Veuve Clicot Ponsardin, un brindisi metaforico targato friends4arts.

30 APRILE

INTERNAZIONAL JAZZ DAY

L’iniziativa Unesco culmina con una giornata internazionale celebrata il 30 aprile, con eventi e performance in ogni angolo del mondo; testimonial dell’evento, a favore del jazz, Herbie Hancock, a Parigi per la presentazione, il 27, con un concerto mattutino, orario poco “jazz” ma che ha incantato i presenti. "Il jazz è stato la voce della libertà per così tante nazioni nell’ultimo mezzo ...secolo. Questa giornata ha davvero a che fare con l’aspetto internazionale del jazz e le sue capacità… diplomatiche. Come dimostra la sua storia, il jazz ha avuto infatti un ruolo importante nell’avvicinare popoli differenti e diverse nazioni e culture. Spero che questa giornata sprigioni la gioia della creazione spontanea che esiste in questa musica. Sento che il jazz avrà ciò che giustamente gli spetta" sono state le parole di Herbie Hancock. Ma il giorno 30 aprile, nella culla del jazz, New Orleans, con un concerto all'alba che si è visto il cuore pulsante delle celebrazioni, che successivamente si sono svolte nelle maggiori citta’ del mondo. Lo stesso Hancock, e’ stato nuovamente protagonista insieme ad altri musicisti del calibro di Diane Reeves, Terence Blanchard, Ellis Wynton Marsalis di un concerto sulla Congo Square, prima del main event nel quartier generale delle nazioni unite a New York. Non sono mancati altri nomi altisonanti come Dee Dee Bridgewater, Diane Reeves, Romero Lubamo, Esperanza Spalding, Angelique Kidjo e Zakir Hussain.


BIANCO E NERO.... TUTTI I COLORI DELLE EMOZIONI

Un sorriso, un tramonto, gli occhioni scuri del miglior amico dell’uomo, la performance di satchmo, arcobaleni di emozioni digitali esaltati dal contrasto del chiaroscuro...le mille tonalita’del bianco e nero

In un'epoca in cui la fotografia può essere sottoposta a qualsiasi tipo di manipolazione digitale la scelta di immortalare un'immagine con la tecnica del bianco e nero è sicuramente dettata dallo stile personale dell'artista che, attraverso lo scatto, afferma una propria visione, non solo del mondo, ma della propria arte. Sicuramente i colori sono di grande impatto in una fotografia: un tramonto infuocato, il rosso che pervade con passione il paesaggio, una margherita immortalata alle prime luci del giorno, il netto contrasto tra bianco e giallo, il mare e le sue sfumature di blu e azzurro. Talvolta il colore risulta fuorviante, deconcentra lo spettatore, l'attenzione si sposta lontano dal soggetto. Secondo Edward Weston, uno dei fotografi più influenti del ventesimo secolo, bisogna pensare al contrasto colore/bianco e nero in termini di linguaggio, poichè "A colori si possono esprimere certe cose che non possono essere dette in bianco e nero.". E viceversa.


bliga a cercare tra le pieghe della fotografia un significato che talvolta può sembrare nascosto, come accade nelle poesie. Al contrario il colore è palese, immediato, trasmette con violenza e impatto il suo messaggio, o almeno, scatena una reazione subitanea a cui segue una prematura valutazione estetica. Solo in un secondo momento subentra la riflessione sulla fotografia. La cosa che è più importante per me, tuttavia, è cercare di capire il vero messaggio del fotografo, vestire le sue lenti e provare a entrare nel vivo dell'immagine, emozionarsi. Che a voi piaccia la poesia o la prosa l'importante è non rimanere indifferenti davanti al mondo, a colori o in bianco e nero che sia. Azzarderei un parallelismo tra i colori delle fotografie e il linguaggio letterario: la prosa sta ai colori come la poesia sta al bianco e nero. La mancanza delle tinte spoglia il soggetto di spettacolarità e obbliga il fruitore dell'opera a soffermarsi su ciò che è rappresentato e soprattutto su ciò che evoca. Il bianco e nero ob-


B BA AR RC CE EL LO ON NA A S E CO N D O

LA N I K O N DI PINA CHIARANDA’

Nostalgica e retrò, soffusa di una luce bianca ed accecante, la Barcellona di Pina Chiarandà è sicuramente originale e fuori dagli schemi, lontana dai prepotenti colori che solitamente invadono i ritratti della capitale catalana. Rende omaggio ad Antoni Gaudì scegliendo le sue costruzioni come oggetto privilegiato dei propri scatti: ne accentua la bellezza degli esterni con vertiginose inquadrature, concede frammenti interni esaltandone la struttura architettonica. Le fotografie di Pina Chiarandà si concentrano in un gioco di dinamismo e stasi: la macchina è ferma, protesa spesso verso l'alto a carpire l’irregolarità, sinuosa e geniale di scale, volte e colonne. Nel contrasto accentuato dal bianco e nero, la luce diviene protagonista: penetra dalle

vetrate della Sagrada Familia, creando artifici luminescenti, fa capolino dal loggiato di Parco Güell, timida e insicura, illumina i tortuosi gradini della Pedrera. Barcellona rimane sospesa nel tempo, incompleta come le opere che la rappresentano, velata di una malinconia che le appartiene, nonostante il fragore che la accompagna quotidianamente: con la sua visione intima e discreta di questa metropoli, Pina Chiarandà fa emergere nei suoi scatti l'anima più profonda della capitale catalana, immortalandone il viso senza trucco, secondo la sua filosofia di fotografa. Nella sua pagina del sito mostra-mi.it (http://www.mostra-mi.it/main/?p=793) dichiara che la passione per questa arte nasce dalla capacità della fotografia di fermare il tempo e cogliere la vera essenza della realtà: "Ammaliata dal suo potere di rendere eterno il qui e ora fuggente e dalla capacità di cogliere una realtà atemporale dove l’inesorabile degrado delle cose umane viene arrestato, la caducità riscattata, la paura della morte vinte. Quale essere umano non vorrebbe tale potere? Reputo quest’arte prezioso strumento conoscitivo dell’animo umano.”.


T r a s f u s i o n i d i Pa s S I o n e

i giu s t i p a ss i p e r. . . . .. . . . . . . m u ov e r e i p r i m i p a s s i Patrizia Sacco, insegnante di danza, ci offre una riflessione sulla sua passione, consegnandoci una visione lucida e affascinante di questo mondo.

Ho iniziato a studiare danza all’età di 5 anni e non ho mai smesso dopo quella lezione di prova. La mia passione per la danza è cresciuta chiaramente sempre più, soprattutto scoprendo nuovi metodi d’insegnamento e quindi cambiando e alternando insegnanti dai quali rapivo ogni minimo segreto facendolo poi divenire la mia arte, il mio lavoro. Adesso guardo con orgoglio, tenerezza e affetto le mie allieve/i, ho un metodo d’insegnamento che si basa sul tirare fuori da ogni allieva il “sentimento migliore” che ha nei confronti di questa disciplina. Ogni allieva ha un carattere a sè, è un mondo a sè stante quindi non insegno mai in maniera “complessiva” osservo ogni futura allieva che arriva nella postura che è un ottimo elemento rivelatore per comprendere il carattere di una persona ed ascolto molto. Dicevo, le guardo con orgoglio e tantissimo affetto, ad ogni spettacolo il pensiero che hanno imparato da me ciò che stanno danzando mi rende felice, è come aver trasmesso per via endovenosa una passione fortissima, una specie di trasfusione di danza! Da sempre il mio modello è stato Nureyev per la tenacia ma soprattutto per l’innato talento, quell’espressività mista a tecnica perfetta che rendeva tutto magicamente bello,perfetto...Quindi nel danzatore mi colpisce subito l’espressività, la presenza scenica fortissima tale da impossessarsi del palco appena entra, il riuscire a comunicare con il corpo le emozioni al pubblico, la capacità di donarsi al pubblico in ogni spettacolo come se fosse l’ultimo, dare tutto di sè fino a sentirsi completamente svuotati alla fine dello stesso spettacolo. Si l’espressività è l’elemento fondamentale per me in una ballerina/o ed è per questo che attualmente adoro Sylvie Guillem, per le sue straordinarie performances che rasentano addirittura la recitazione. Purtroppo la tv ha sporcato molto il mondo della danza. Diciamo che da un lato c’è stato un avvicinamento ma sbagliato purtroppo, perchè ha dato l’idea che tutto potesse accadere e che fosse semplice avere fama, celebrità...siamo poi in un’epoca dove tutto tende a fondersi dunque fusion di danza e moda, fusion di danza e televisione e altro ancora, quindi un momento molto difficile per l’arte in generale, critico direi e non solo per ciò che riguarda la danza. Dicevamo che la tv ha lanciato un messaggio sbagliato perchè...”ragazzi troppe scarpette bisogna consumare e tanto odore di palco bisogna annusare prima di riuscire a diventare bravi danzatori o bravi insegnanti...” Quell’odore io lo sento ancora nelle mie narici e mi vedo bambina che sbircia da una quinta polverosa la platea e sussultare provare quel brivido che solo chi danza conosce prima di andare in scena...”quanta gente”...ma una volta sul palco il pubblico svanisce e il corpo si fonde ed entra in ogni nota della musica, ecco ci siamo, signori lo spettacolo inizia...Patrizia Sacco


Eventi: live in Milan

ON STAGE: UBI MAIOR BAND MARCELLO MA MARTA J MONICA CRINITI 7STEPS FEAT.ANDREA DEVIS BEATRICE ZANOLINI STEFANIA COLANGELO DAS

UNA SERATA ALL’INSEGNA DELL’ARTE ,

DELLA CUCINA, DELLA DANZA, DIVERTIMENTO, MUSICA, FOTOGRAFIA E MOLTO ALTRO NELL’EVENTO DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO F4A, DEL PORTALE WEB FRIENDS4ARTS.COM E DELLA RIVISTA FRIENDS4ARTS MAGAZINE. La Ubi maior Band dedica un tributo a The Beatles, da liverpool a milano, mentre la galleria degli artisti Friends 4 arts spaziera’ dal pop, al jazz, al funky, con un piccolo sconfinamento nel beat rap da un lato e nella canzone d’autore dall’altro.


LA LOCATION In una sede prestigiosa immersa nel cuore della vecchia Milano nasce "Ubi Maior Club", con l'intento di fornire ai soci un momento di relax, di aggregazione e di divertimento. Il Club è multifunzionale e si trasforma all'esigenza in un piacevole ristorante, in una prestigiosa sala per conferenze dotata di tutte le attrezzature multimediali, in una discoteca con impianti audio/video di altissimo livello, in un piacevole salotto di casa, e il 17 maggio in questo salotto viene presentato il progetto Friends4arts, la sua community creativa e professionale, il suo magazine elegante e patinato, il portale ricco di opportunita’, notizie ed eventi.


SOCIAL NETWORK PUBBLICO DEL TERZO MILLENNIO ?

In una bella giornata di sole, dopo tante nubi e tanta acqua, decido di prendere la mia bicicletta, la mia macchina fotografica e di fare un giretto al parco: occhio vigile alla ricerca di uno scorcio, un fiore o un animale che rendano fruttuoso il mio pomeriggio. Trovo, scatto, fotoritocchino, pubblicazione immediata su uno dei miei social network preferiti. Mi compiaccio di commenti e "like it" nei giorni seguenti: ho raggiunto lo scopo che quasi tutti gli artisti si prefiggono, una breve parentesi di visibilità, un riflettore puntato su di me per qualche secondo. La comunicazione di questi tempi offre questo in fondo: la possibilità di mostrare e mostrarsi, in accordo con uno spirito di condivisione che accomuna tutti coloro che, nella mancanza di una vera ribalta, allestiscono la loro mostra virtuale. Benissimo! Quanto ci aiuta questo mezzo? Enormemente sembra quasi riduttivo. Per prendere ad esempio la nostra community di Friends4Arts vedo ogni giorno artisti di diverse parti d'Italia scambiarsi opinioni e commenti sulle loro performance registrate e digitalizzate, sui loro scritti, i loro dipinti. L'immediatezza regalata da facebook accorcia le distanze e offre luce a molti.Tuttavia non basta, nella maniera più assoluta. Anche nel 2012 non è possibile prescindere dalla performance live, è necessario potersi avvicinare a un dipinto, osservare la pennellata, la sfumatura più viva, ascoltare un concerto, con le sue imperfezioni, guardare una ballerina sudare nello sforzo di alzarsi sulle punte. Assaporare la sensazione dell'incontro con l'artista, osservare l'opera nella sua interezza. Un giusto connubio tra social network e real social life è l'ideale: Friends4Arts vuole promuovere proprio questo!


Un anno di post dei members sulla pagina friends4arts


w w w. f r i e n d s 4 a r t s . c o m

s ervice e ditoria

p roduzione T ecnology c reativita’ comunic a z i o n e e venti services-editoria


STAFF

EVENTI :

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ALDA MERINI Laura Bagarella legge la poetessa dei Navigli

FOTOGRAFIA

B i a n c o e n e r o , t u tt i i c o l o r i d el l e e m o z i o n i

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i l p u b b l ic o d e l I II M il l e n n io ?

Agenzia Concerti e Spettacoli Organizzazione e PR Mostre d’arte e rassegne Convention aziendali EDITORIA: Multimedialita’ Magazine Cataloghi Applicazioni I-PAD PRODUZIONE: Discografica e musicale Televisiva, videoclip e spot Web, streaming e broadcasting EDIZIONI : Arrangiamenti e pubblicazione MUSICALI Spartiti e cataloghi repertorio Pratiche Siae e diffusione CREATIVITA’: Agenzia Comunicazione e promozione Campagne pubblicitarie e comunicazione multimediale

IL MAGAZINE MENSILE CONSENTE DI PRESENTARE AD UNA COMMUNITY DI ARTISTI, OPERATORI, CRITICI E AMICI DELL’ARTE, UNA SELEZIONE DELLE MIGLIORI PERFORMANCE E DEI MIGLIORI CONTRIBUTI ARTISTICI DEL MOMENTO, CON INFORMAZIONI, RECENSIONI, BIOGRAFIE, CONSIGLI DA E PER IL MONDO DELL’ARTE E DELLE SUE MOLTE SFACCETTATURE. UNA SINTESI COMMENTATA DA ESPERTI E AMATORI, DESCRITTA DAGLI ARTISTI IN UN’OTTICA ESPRESSIVA CHE FOTOGRAFA PER IL PUBBLICO IL PUNTO DI VISTA DELL’AUTORE. UNO SCAMBIO DI ESPERIENZE INFORMALE, MA NON PER QUESTO MENO PROFESSIONALE E PATINATA RISPETTO AI MAGAZINE DELL’EDICOLA, CON IL VANTAGGIO DI ESSERE REALIZZATA DALL’INTERNO, COME UN MODERNO WORKSHOP DEDICATO AGLI OPERATORI, AGLI ARTISTI ED AGLI ORGANIZZATORI DI EVENTI E GESTORI DI LOCATION DOVE REALIZZARE EVENTI E PERFORMANCE.

e v e n t i - c o m u n i c a z i on e FRIENDS 4 ARTS, UN MAGAZINE che e’ UNA COMMUNITY, che diventa UN CLUB, che e’ UN PORTALE, PORTALE che diventano UN MAGAZI NE.. .


UN LIBRO, UN CAMINO E UN COGNAC (o una Tisana, va bene anche un succo ACE)

...UNA STORIA PER EMOZIONARSI

IL VINO DELLA SOLITUDINE di Irene Nemirovsky

A metà tra il romanzo storico e l'autobiografia, "Il vino della solitudine" è sicuramente una delle opere più intime di Irène Némirovsky. Pubblicato per la prima volta in Francia nel 1935, il libro racconta la storia della piccola Hélène, voce narrante del romanzo, e della sua famiglia appartenente all'alta borghesia della Russia zarista ormai alle porte della Rivoluzione.

È un mondo patinato, finto, fatto di convenzioni, un ambiente nel quale l'apparenza è di gran lunga preferita alla sostanza. Hélène cerca disperatamente un gesto di affetto della madre Bella, troppo impegnata tra riviste di moda parigine, abiti, stoffe, trattamenti di bellezza e amanti. Il padre, Boris, imprenditore patologicamente dedito al gioco d'azzardo, è succube di una moglie bizzosa e manipolatrice, della quale soddisfa ogni capriccio nel ricordo della giovane ragazza di cui un tempo si era innamorato. Questo ritratto arido della famiglia è presentato nelle prime pagine, inquadramento emotivo per il lettore:

La madre di Hélène sospirava, sbadigliava e sfogliava, mangiando, le riviste di moda che arrivano da Parigi. Il padre taceva e tamburellava piano sul tavolo con e dita agili e magre. Hélène assomigliava solo a lui, ne era il ritratto fedele. Da lui aveva preso il fuoco degli occhi, la bocca grande, i capelli ricci e la carnagione scura dal colorito che tendeva al giallognolo non appena la bambina era triste e sofferente. Hélène lo osservava con tenerezza. Lui, però, aveva occhi solo per la moglie, che allontanava la sua mano con un'aria seccata e capricciosa: «No, Boris...Fa caldo, lasciami...».

La sterilità sentimentale della famiglia fa crescere in Hélene l'incapacità di provare sentimenti che non siano riconducibili alla sfera della vendetta, dell'odio e del disprezzo che la porteranno a sedurre l'amante della madre e successivamente a rifiutarlo, per poterlo far soffrire e allontanarlo definitivamente dalla sua vita. La Némirovsky attraverso un dettato energico e passionale racconta una storia di solitudine, il vino che inebria l'esistenza di Hélène rischia di ubriacarla a tal punto da rifiutare qualsiasi rapporto umano positivo. Al lettore ovviamente lasciamo il piacere di scoprire il finale a sorpresa.


ALDA MERINI : LA POETESSA DEI NAVIGLI Lo spettacolo della parola.

Lo scorso dicembre, a due anni dalla scomparsa della poetessa dei navigli, Friends 4 arts ha organizzato una serata tributo alla indimenticata artista milanese, Lo spettacolo della poesia, interpretate magistralmente da Laura Bagarella, attrice a sua volta autrice di poesie, ha testimoniato come le corde del sentimento vengono toccate oggi come ieri, dall’ispirazione del poeta che si trasferisce all’ascoltatore. La vita travagliata della Merini, l’insieme di episodi che colpiscono per la loro drammaticita’ l’animo del lettore, fanno da cassa di risonanza alla forza e all’energia delle parole delle poesie, parole liberate dal loro nido, dalla loro prigione, a beneficio di tutti noi. Le letture di Laura Bagarella sono state intervallate da momenti musicali d’autore interpretati da Silvia Anglani accompagnata da Giuliano Farina alla chitarra, in una performance che ha affascinato spettatori di varie generazioni, sia coloro che ricordavano, sia coloro che invece scoprivano per la prima volta il talento e le vibrazioni della poesia di Alda Merini.

Pensiero, io non ho più parole. Ma cosa sei tu in sostanza? Qualcosa che lacrima a volte, e a volte dà luce. pensiero, dove hai le radici? Nella mia anima folle o nel mio grembo distrutto? Sei così arido vorace, consumi ogni distanza; dimmi che io mi ritorca come ha già fatto Orfeo guardando la sua Euridice, e così possa perderti nell'antro della follia.

A tutti i giovani raccomando: aprite i libri con religione, non guardateli superficialmente, perchè in essi è racchiuso il coraggio dei nostri padri, E richiudeteli con dignità quando dovete occuparvi di altre cose. Ma soprattutto amati i poeti. Essi hanno vangato per voi la terra per tanti anni, non per costruirvi tombe, o simulacri, ma altari. Pensate che potete camminare su di noi come su dei grandi tappeti e volare oltre questa triste realtà quotidiana.

Io come voi sono stata sorpresa mentre rubavo la vita, buttata fuori dal mio desiderio d'amore. Io come voi non sono stata ascoltata e ho visto le sbarre del silenzio crescermi intorno e strapparmi i capelli.


Marco Bonfitto: l ' a r t e fo n t e d e l l e i d e e

Pittore, fotografo, critico....di cosa ti occupi nello specifico e cosa ti appassiona maggiormente del tuo lavoro? Bella domanda!... Credo di stare cominciando a capirlo io stesso solo adesso: in questi ultimi anni, voglio dire. Ciò che mi interessa, ciò che veramente mi interessa, è comunicare in forma artistica. Far circolare idee consente di confrontarle -e confrontarsi- con la Realtà... ed è ciò che consente di crescere umanamente, prima ancora che sotto il profilo artistico. Tutto questo naturalmente ha un senso se si accetta l'idea di un impegno serio, per cui l'arte diventa qualcosa che vivi come centrale per la tua esistenza. Un esempio, per chiarire: immagina una fonte, una sorgente: eroga acqua, elemento indispensabile alla vita... Ecco, il mestiere dell'artista è simile a questa fonte: da lui sgorga l'acqua delle idee, che potrà fluire, nel tempo, più o meno copiosa... e che è altrettanto indispensabile alla vita, anche se spesso la sprechiamo: proprio come l'acqua vera e propria! Se il fluire sarà davvero copioso, questa abbondanza consentirà il formarsi di un piccolo bacino: in esso si potranno rispecchiare frammenti di realtà... ma non parlo certo di una realtà oggettiva, tutt'altro! Per continuare ad usare la metafora dell'acqua, possiamo immaginare un paesaggio - la facciata di un edificio, per esempio- che, per effetto della luce, si rifletta nello specchio d'acqua.... Ebbene: come l'immagine di questa casa -cioé la sua immagine riflessa- risulta deformata dalle tensioni superficiali determinate dalla corrente coi suoi moti, similmente l'immagine che l'artista ha della Realtà –oggettiva!- viene restituita distorta dalla profondità del proprio “io”: per questo sarà necessariamente diversa da quella reale! E cosa determina in pratica questa diversità? Pensaci... Le idee! Idee che nascono dal caos creativo che si cela, più o meno abbondante, in ciascuno. Negli anni, l'esperienza mi ha insegnato che l'ispirazione, in senso romantico, non esiste. Esiste viceversa l'Uomo: l'uomo con il suo vissuto e la sua storia perfettamente integrati nel suo tempo, da un lato; dall'altro la sua sensibilità, l'indole, la fantasia... ecco: io credo che le idee non nascano mai per caso. Sono frutto piuttosto dell'incrocio tra questi caratteri con le situazioni, gli eventi, i fatti e le riflessioni che questi ci inducono. Insomma, ciò che genericamente si definisce “ispirazione” non è che l'occasione, il catalizzatore che innescherà la reazione... l'opera quindi non è altro che il prodotto di questa reazione. -Sempre nella tua pagina fb citi la figura di Ulisse, personaggio emblematico della letteratura di tutti i tempi...”Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza...” in che modo tu cerchi di coinvolgere le persone in quello che fai? Già, il mitico Ulisse! Eletto da Dante a campione di coloro che, per mezzo dell'inganno, hanno causato sofferenza e morte a moltiX il suo peccato? Credersi superiore, tanto intelligente da arrivare a sfidare l'Ignoto... In realtà credo che, oggi come non mai, sia Ulisse a coinvolgere tutti noi! Un mito attualissimo, il suo: viviamo in una società in crisi, noi occidentali: a occidente tramonta il sole, e per molti versi si avrebbe ragione di cogliere il senso di un destino a cui appare difficile, sempre più difficile, pensare di sottrarsi... Dante, come Pasolini, mi ha permesso di intuire una contraddizione di fondo tipica di questa società del benessere. Oggi il modello educativo tradizionale -quello dei nostri nonni, per intenderci- è continuamente sabotato dalla spinta ad aspirare al soddisfacimento dei propri “bisogni”: bisogni che identifichiamo come necessità. Oltretutto queste necessità coinvolgono sempre di più l'apparire, e sempre meno l'essereX Allora, mi chiedo, non siamo forse noi, oggi, come quei “bruti” che vivono lontano dal “seguir virtute e canoscenza”? Pasolini era un genio, aveva previsto tutto questo, avvertendo l'imminente -anzi: l'ineluttabile!- pericolo dell'affermarsi di questo “potere occulto”, che si sarebbe esercitato attraverso l'uso dello strumento che lui stesso definì come il “meno democratico”: la Televisione! Noi abbiamo guardato ammirati il suo dito... ma evidentemente non abbiamo capito che ci indicava la luna! Dal punto di vista di un “autore piccolino” quale mi reputo, io che pure mi preoccupo di migliorare attraverso l'arte la qualità del vivere, non trovo altra via che quella di portare il mio contributo coinvolgendo altri artisti, ma soprattutto mi piace pensare in maniera trasversale: ed è proprio questo il motivo della mia ap-

passionata frequentazione degli spazi di “friends 4 Arts”! -Ho letto il tuo articolo sulla performance di Beatrice Zanolini e Marco Detto. Ho trovato interessante la tua riflessione sul “fare arte a Milano, oggi”. Concludi dicendo che è la società ad essere cambiata: potresti approfondire meglio questo concetto? Cosa ne pensi del contributo dei giovani in campo artistico? Ti rispondo con una provocazione: cosa ci muove all'arte, oggi? Beh è facile rispondere: è il desiderio di bellezza che ci muove verso l'arte, oggi come ieri: perché è un fondamento della nostra umanità... E il desiderio di bello passa necessariamente dalla porta dell'anima. L'uomo ricerca naturalmente lo star bene, e cosa lo fa star bene, cosa lo rende felice? Tutto ciò che corrisponde al suo cuore, al desiderio più intimo del suo cuore... vale a dire: ciò che in lui ubbidisce alle leggi dettate dalla passione. Il nocciolo della questione è tutto qui. Quando ero giovanissimo, la cultura aveva ancora un valore: era inattaccabile dalle mortificazioni di bilancio, in maniera perfino esagerata! Oggi non è più così, sicché da un estremo si è passati al suo opposto: l'imposizione, attraverso gli strumenti mass-mediatici, di un “ pensiero uniformato” ha snaturato l'arte, levandole i contenuti più profondamente culturali e riducendola a un “evento”. Questo ha permesso a qualcuno di sostenere persino che “con la cultura non si mangia”! I giovani sono per lo più vittime poco consapevoli, temo, di questa condizione. Ma come si fa a condannarli, quando il modello culturale proposto dalla società dei consumi è orientato all'apparire, in luogo dell'essere? Ecco qui ritornare l'attualità del monito dantesco: siamo il paese a più alto tasso artistico (basti pensare a Firenze, Roma, Venezia...) eppure non sappiamo valorizzare la nostra ricchezza, intesa non solo come patrimonio culturale, ma anche umano... ci rassegnamo a “viver come bruti”, appunto. Al di fuori delle istituzioni ordinarie, chi opera nel settore culturale lo fa come forma di volontariato: il suo lavoro, la sua utilità non è riconosciuta dalla società civle italiana; chi, mosso da pura passione divulgativa, volesse tenere stages o conferenze in Italia, si troverebbe a svolgere questa attività per lo più a titolo gratuito... o quasi! Lo stesso dicasi per la musica, o le arti figurative. All'estero non funziona così: competenze e talento vengono riconosciute e giustamente retribuite: anche, anzi, soprattutto in ambito culturale. Così oggi il “fare arte”, a Milano come altrove in Italia, spesso per l'appassionato diventa una voce di spesa... e dire che una volta definivamo il nostro come “il bel Paese”! Ma torniamo ai giovani: mi chiedi del loro contributo... Io ho un'idea molto baudelariana del bello, che credo resti una concezione moderna: proprio stamane, guardavo alcune fotografie naturalistiche di un apprezzato fotografo francese.Ve n'era una che trovavo bellissima: in un'area che pareva un angolo di deserto, campeggiava un arbusto d'un verde brillante: palesemente anomalo! Ecco cosa origina la bellezza: l'imprevisto, l'anomalia... un elemento capace di sorprenderci! Ma capisco che vi possano essere altri modi possibili: i giovani tendenzialmente sono più predisposti al nuovo, più ricettivi: il futuro è in mano loro, questo nessuno può negarlo. Saranno loro a scrivere la prossima pagina della storia dell'Arte... ma sarebbe un errore non tener conto delle generazioni passate. Io oggi ho solo 50 anni, e di sicuro non posso dire di vivere con superficialità... al contrario: credo di aver vissuto tutto molto intensamente: “A questa età non mi sento né giovane, né vecchio. Mi sento forte”. questa è una frase con cui il celebre alpinista Reinhold Messner, in un libro-intervista (Non conoscerai i confini dell'anima) ha recentemente definito la sua condizione umana... ma è anche una frase che sento corrispondermi appieno! -A quale tipo di arte ti senti più affezionato? Ti senti più artista o critico d'arte? Sai, credo... credo che in me esistano entrambi gli interessi: l'uno non nega l'altro, anzi! C'è un'azione sinergica, in un certo senso. Certo per me le arti figurative, la pittura in particolare, sono le più appassionanti; ma... è curioso: spesso mi sorprendo a ragionare criticamente in tutt'altri settori... con una particolare inclinazione verso la musica. Evidentemente è una questione di sensibilità... di capacità di “sentire” -come dice la mia amica Patrizia- più che di guardare. Dato che sono sostanzialmente ignorante da un punto di vista musicale, sopperisco a questa ignoranza acuendo la sensibilità... del resto, nella vita tutto è musica, anche la pittura!


ACQUERELLO e MaCbook Gheishe e Elfi dalle palette di Beatrice Bianchetti

Illustratrici emergenti, tecniche tradizionali e digitali, la moderna espressione dell’arte compie percorsi inversi rispetto a quelle di “soli” 25 anni fa. I nuovi artisti percorrono le autostrade della grafica e lasciano sempre piu’ spesso il macBook x tornare al pennello e al carboncino, dopo che i loro “padri”, faticosamente, si sono staccati dal cartoncino, dalla tela e dal pennello per passare a mouse e monitor. Beatrice Bianchetti presenta una selezione delle sue illustrazioni. Apprezzabile anche i making of dell’acquerello raffigurante la gheisha, realizzato con lo stop motion, visibile nello spazio fb di Beatrice.


GIOVANNI MANZONI PIAZZALUNGA

STORIA DI ARTE, ANIMA E CORPI, ENORMI TELE E CAFFE’ Alla domanda: "Da quanto tempo dipingi?", Giovanni Manzoni Piazzalunga, artista poco più che trentenne attivo a Milano, risponde: "Da sempre, non c'è stato un inizio, è una cosa che ho sempre avuto dentro, che ho sempre voluto fare e ho fatto in modo di riuscire a farla!". Spiazzante e allo stesso tempo lineare, logico, Manzoni Piazzalunga parla della sua vita artistica con entusiasmo e con un certo orgoglio. Di certo una volta viste le sue opere non si può non rimanerne colpiti, sia per la tecnica pittorica inusuale, usa prevalentemente il caffè per disegnare, sia per le dimensioni dei suoi pezzi che raggiungono superfici di parecchi metri quadrati. Accompagnato dal fedelissimo Nicola, un bulldog francese

di circa sei mesi, Giovanni mi parla delle sue collaborazioni con case di moda e aziende di varie parti d'Italia, consapevole del fatto che per l'arte è un momento difficile, soprattutto per quanto riguarda le gallerie e gli spazi espositivi che stanno pian piano scomparendo da Milano e a proposito di questo dice: "La gente è portata a pensare che l'artista sia una persona che se ne sta chiusa in casa e a un tratto inizia a disegnare. Non è così. Un pittore deve essere consapevole del momento storico che sta vivendo e assecondarlo, cercando di reinventarsi continuamente, senza mai tradire se stesso. Io ho molte partnership in questo momento ma quello che mi rende più fiero sono i bozzetti che riesco a vendere qua e là e quelli che regalo ai miei amici."



TITANIC:1912 IL ME U’ DELLA AVE DEI SOG I

L’autrice

GIOVANNA MOTTA ha studiato presso il Conservatorio di Milano e l'Università di Pavia. Dal 1990 in poi ha applicato le sue conoscenze paleografiche anche agli antichi testi di cucina,prima con F.Cavalli, poi sotto l'influenza di A.Willan ed I.Day.

Ha pubblicato quattro libri per le Edizioni Del Girasole di Ravenna: LE RICETTE DEL MEDICO ANTIMO LEONARDO CUISINE A CENA CON GOTI E LONGOBARDI BUONO COME UNA ROSA. Si è dedicata anche al "catering" d'epoca, con un buon successo. Memorabile l'inaugurazione in gala del restauro di Palazzo Saluzzo a Torino, nel Giugno 1995: diversi ospiti d'onore (250 invitati in tutto), fra cui la Principessa Aya di Giordania col suo sèguito, hanno cenato con le sue portate "rococò" ed ascoltato musiche del primo '700 ,eseguite dal vivo dall'Ensemble fondato da G.Motta, L'Ensemble Adelchis. Dal Maggio 2009 al giorno della sua messa a riposo, ha curato il BLOG "PRONTO INTAVOLA" per conto di TG.COM.24. Sta ora preparando alcune conferenze ed un altro libro: "GOLOSITA' E SALUTE, la cucina di ILDEGARDA di Bingen".

Il TITANIC è di moda, e non solo perché ne è stato fatto un film, anni or sono, e quest'anno è stato rimasterizzato: quando fu girato negli anni '90, infatti, se ne fece anche una versione in 3D, ora tutta da godere. E, fra le ricostruzioni più fedeli, troviamo le inquadrature girate nel cosiddetto ristorante di I° Classe: basate su foto originali della White Star Line (in bianco-nero) e sulle memorie dei sopravvissuti,ci riportano un mondo di raffinatezza e di lusso con abbondanza di particolari. Dalle tovaglie ai lumi, dagli abiti delle signore al menù, tutto è davvero fedele, è "COME ALLORA". Già, il menù: o meglio, I MENU'. Ce n'erano TRE, uno per ogni categoria di passeggeri: non a caso il Titanic non era solo il piroscafo più grande mai costruito, ma anche quello con le cucine di bordo più all'avanguardia, e col più alto numero di addetti. Dall'alba al tramonto (e poi dal tramonto praticamente all'alba) 80 persone si alternavano nelle cucine per preparare i (circa) 6000 pasti quotidiani, accuratamente suddivisi in menù differenti. Cominciamo, quindi, da quello della 3° Classe, quello servito ad una categoria numerosa. Non tutti erano poveri emigranti; molti raggiungevano parenti già sbarcati nel Nuovo Mondo e che avevano fatto fortuna, altri portavano sterline faticosamente guadagnate in patria per acquistare un negozio, o una piccola la sala da pranzo di terza classe attività oltreoceano. Erano sicuramente così numerosi che ad essi erano riservate due sale da pranzo; e, a giudicare dal menù settimanale, non si può dire che patissero la fame. C'era, si, l'immancabile PORRIDGE, ma poi si poteva scegliere fra lo STUFATO all'IRLANDESE, lo SPEZZATINO di CAPRETTO con ALBICOCCHE, ARROTOLATO di FEGATO e PANCETTA; e poi il ROASTBEEF, il BOLLITO con SALSA DI CAPPERI,e via elencando fino alla MARMELLATA di RABARBARO con lo ZENZERO, da abbinare a pane-e-burro per l'immancabile the delle 17,00. Se poi,durante la notte, a qualche passeggero fosse venuto un languorino, la Compagnia White Star provvedeva a far servire in ogni cabina biscotti secchi e formaggio stagionato. Quella che era definita 2°Classe avrebbe potuto essere tranquillamente etichettata come 1°Classe, senon ci si fosse trovati a bordo di una nave straordinaria come il Titanic: e la DINING ROOM lo dimostrava in pieno. Larga quanto tutta la nave, arredata in legno chiaro, con ricche tovaglie bianche ricamate, servizi di porcellana azzurra e bianca,alzatine di cristallo con fiori e frutta,era un luogo luminoso dove trascorrere ore serene in buona compagnia. Il 14 Aprile 1912 chi vi pranzò potè scegliere fra: PESCE AL FORNO con SALSA PICCANTE, POLLO al CURRY con ISO,TAC-


la sala da pranzo di II classe CHINO ARROSTO con salsa di LAMPONI e contorni vari. I DESSERT non erano da meno: GELATO "all'AMERICANA", PLUM PUDDING con salsa dolce,CREMA di COCCO, GELATINA DI SPUMANTE,FRUTTA e,ovviamente, formaggi assortiti. Nella pellicola dedicata al disastro del Titanic una delle ricostruzioni più indovinate (ed accurate)è stata quella dello Scalone d'Onore: da lì si scendeva nel salone "à mangèr" per i passeggeri di 1° Classe: esclusivo e splendido,ornato da arazzi Aubusson e da ricchi tappeti,con mobili di quercia e grandi finestre. A richiesta si la sala da pranzo di prima classe potevano orientare i tavoli, creando così un vero e proprio angolo di privacy per chi desiderasse cenare cogli amici, ma lontano da sguardi indiscretiX E il menù? Beh, 11 portate (e 24 tipi di vino da abbinare),più caffè e "cordiale", sembrano essere la regola,non l'eccezione:vediamo un po'. 1°) Canapè d'antipasti/Ostriche a piacere 2°) Consommè alla Russa /Crema d'orzo 3°) Salmone in salsa mousseline 4°) Filetti Mignon/Pollo alla Lyonnaise/ Zucchine farcite 5°) Agnello in salsa di menta/ Arrosto di filetto alla forestiera/ Anatroccolo arrosto con salsa al Calvados (più 5 contorni a scelta) 6°) Punch Romaine 7°) Piccioncini arrosto su letto di crescione 8°) Insalata d'asparagi con vinaigrette di champagne e zafferano 9°) Paté de foie gras 10°) Budino alla Waldorf/Gelato alla vaniglia/ Pesche in gelatina di Chartreuse/ Bignè al cioccolato con crema vaniglia 11°) Frutta fresca assortita o formaggi a scelta X.e poi caffè, Porto,e cordiali.

Ma lo Chef, Monsieur Rousseau, emulo del grande Escoffier, dava il meglio di se per i passeggeri che potevano permettersi di scendere al RESTAURANT à la carte: i fruitori lo ribattezzarono subito,chiamandolo "RITZ", forse perché ogni particolare dell'arredamento evocava le eleganze delle migliori sale da pranzo di Londra e Parigi. I super-ricchi "si nutrivano" in un ambiente dove il colore dominante era quello dei velluti rosa-antico, i mobili (in legno chiaro)rigorosamente in stile Luigi XVI°,ed il menù comprendeva delikatessen ancora più esclusive di quelle servite in 1° Classe. Erano SOLAMENTE (sic!) 8/9 portate, ma di livello eccellente,come in questo esempio. 1°) Aspic di uova di piviere con caviale 2°) Potage saint-Germain 3°) Aragosta Termidoro 4°) Tournedos ai porcini 5°) Punch Rosè

6°) Quaglie alle ciliegie 7°) Asparagi di primavera in salsa olandese 8°) Macedonia di frutta ed Arance farcite"en surprise" 9°) Frutta tropicale assortita e formaggi Xed anche qui caffè, Porto e cordiali. Beh, noi non abbiamo stomaci così forti, né portafogli così forniti, ma le QUAGLIE ALLE CILIEGIE possiamo rifarle tranquillamente anche oggi. Ecco come.

LE QUAGLIE DEL TITANIC

Per quanto estremamente raffinata, oggi questa ricetta non è più riservata agli abbienti,ma può essere realizzata anche con una spesa modesta. A fine Maggio/inizio Giugno troviamo le ciliegie in tutti i mercati: non sono merce a basso costo ma, per una volta, possiamo acquistarle per creare un secondo piatto totalmente differente dai soliti. Le quaglie sono, inoltre, praticamente sempre presenti presso i migliori rivenditori, ed il prezzo non è eccessivo , dato che oggi provengono da allevamenti e non sono più selvaggina riservata a cacciatori d'elite.

QUAGLIE ALLE CILIEGIE (Dosi per 4 persone) 4 quaglie piuttosto grosse Gr.150 di burro (già ammorbidito) 30 grosse ciliegie Ml.200 di Porto Ml.200 di succo d'arancia Ml.250 di Brandy 3 cucchiai di foglie fresche di dragoncello (finemente tritate) Zucchero,sale,pepe nero q.b. Se la sera precedente avete un po' di tempo, potete mettere a macerare le ciliegie (denocciolate e tagliate a metà) in una terrina col brandy ed un cucchiaio di zucchero. Altrimenti potete farlo prima d'iniziare la preparazione, scaldandole nel vostro microonde per circa 3 minuti, oppure tenendole a fuoco minimo per 5 minuti scarsi. Togliete e lasciatele raffreddare. Nel frattempo, pulite le quaglie dentro e fuori, asciugandole bene e, con le forbici da cucina, tagliate loro la punta delle ali. In una ciotola mescolate burro, un po' di sale/pepe ed ungete le quaglie fuori e dentro: infornate in teglia antiaderente a calore medio. Giratele spesso e tenetele a cuocere per circa 6 minuti, o finché saranno piacevolmente dorate (e quasi cotte): toglietele dalla teglia, ed unite al fondo di cottura il Porto,il succo d'arancia ed il succo prodotto dalle ciliegie in emulsione (almeno 3 cucchiai). Mettete la teglia sul fuoco, fate scaldare e ridurre (per circa 5 minuti) poi mescolate ed aggiungete le ciliegie scolate; quando il tutto è caldo rimetteteci le quaglie e tenetele in forno (a 180°C) quanto basta (circa 10') per farle ben glassare e dorare. Spegnete, aggiungete le foglioline di dragoncello, mescolate e servite subito: e, se volete davvero ricreare un sapore d'antan, gustatevi le nostre quaglie col vino raccomandato per esse a bordo del Titanic, il BORGOGNA ROSSO.


AFO R ISM I E SO R RIS I parlare d’Arte migliora

Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori? Miles Davis

Io non è che sia contrario al matrimonio, però mi pare che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi. Massimo Troisi Cos'è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai Louis Armstrong Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile. Woody Allen ...in vino veritas??

Madonna, un bicchiere di talento in un mare di ambizione. Mick Jagger


L’aforisma, un’immagine, l’artista, la genialita’, la parola e l’ironia...un mix di emozioni, concetti, semplici spunti, con un comune denominatore: il buonumore. Il motto di spirito, dicevano nell’800, ma certo ora nell’era dell’online, sembra un po’ come una carrozza a cavalli vicino al treno superveloce.

Tuttavia lo spirito richiede i suoi tempi, le sue liturgie, e a volte e’ bellissimo quando una breve frase, un’immagine, raggiunge lo spirito e tocca le nostre corde, riempie di significato in un attimo mesi, anni di attesa....e di questo ringraziamo chi, per una volta o per professione, ci ha regalato perle di saggezza, ironia e sarcasmo, che si rivelano senza tempo e senza patria, patrimonio di tutti.

Nel nostro primo magazine una selezione di frasi ed immagini, tra le migliaia segnalate dai membri di friends4arts, e tra le migliaia che pubblicheremo per ricordarci che parlare d’arte...migliora l’umore.

La musica che scalda il cuore



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