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Il Festival Corale Voci nei Chiostri DI SILVIA BIASINI
Cosa significa cantare nei chiostri? Che strutture sono e che origini hanno? Queste sono alcune delle domande che ci si può porre nel leggere il titolo del Festival Regionale Voci nei Chiostri. Il chiostro, dal latino claustrum, in origine indicava un luogo chiuso, recintato, di difficile accesso. In seguito prese il significato di un luogo abitato da religiosi, ma per arrivare all’idea di uno spazio libero che potesse collegare le varie parti del monastero e facilitarne il passaggio, dovremo aspettare una spontanea evoluzione del termine.
Nel 567 il Concilio di Tours prescrisse che i monasteri possedessero un locale che potesse ospitare quei monaci che volessero dedicarsi alla lettura; questo locale sarà poi il chiostro. Isidoro di Siviglia nomina, tra le altre parti che deve avere un monastero, un portico per il quale i religiosi possano recarsi al giardino. Anche il famoso monastero di San Gallo presenta un chiostro attiguo alla chiesa. Il chiostro quindi trovò la sua origine in una necessità pratica, specialmente in Occidente dove la vita in comune prevale sull’isolamento individuale. Le varie parti dell’edificio monastico non possono esser troppo lontane tra loro, per consentire facilmente lo spostamento dei monaci da un luogo all’altro. Il chiostro è
Coro Giovanile Italiano a Salsomaggiore
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