Fashion 15 2015

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Anno 46 | N°15 del 22.10.2015 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

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Il magazine di news, business e trend

Angela Missoni

«La nostra brand identity nel segno della freschezza» «How to keep an iconic brand fresh and clean»

Protagonisti

Givenchy, Valentino e Gucci scaldano il fashion month Givenchy, Valentino and Gucci fuel fashion month

Italian Renaissance

Da New York a Parigi, la creatività italiana regna sovrana. Con Milano nell’epicentro From New York to Paris, Italian creativity reigns sovereign. With Milan at its epicenter Nella foto: Valentino


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sommario

n°15 22 OTTOBRE 2015 www.fashionmagazine.it

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L’Editoriale

protagonisti

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Missoni «La nostra storia nel segno della freschezza» «How to keep an iconic brand fresh»

news

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10 In primo piano Burberry, Nike e LVMH

BUSINESS

12 In the front row Fashion month stories

In copertina

Valentino spring-summer 2016 (Photo Imaxtree.com)

19 Buyers 1/Fashion month Un mese con quattro anime A month with four souls 20 Buyers 2/Milan Gucci illumina Milano Gucci lights up Milan 24 Buyers 3/Markets Non esiste più il Paese di Bengodi Neverland is no more

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28 Rodo/60 anni di lusso Dalla sperimentazione ai social It all started with craftsmanship

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table of contents

n°15 22 October 2015 www.fashionmagazine.it

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Brandy Anche la moda alla prova del customer engagement Even fashion must strive for customer engagement

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Un convegno di Fashion a Milano Digital e made in Italy si incontrano A meeting point for digital and made in ltaly

trend

76 Bloc notes

42 Spring-summer 2016 ready to wear Faster than change 55 74

Spring-summer 2016 collections A Milan fashion tour Portraits/Alison Loehnis La nuova first lady di Net-a-porter The new first lady of Net-a-porter

Q&A Chiara Boni: «Ho convinto Oprah con il passaparola» «I persuaded Oprah through word of mouth»

pEOPLE

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DGnak «Seoul: pronta per diventare una vera fashion city» «Seoul: ready to became a fashion city»

82 Red carpet

75 Persone e poltrone

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L’EDITORIALE

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

Una centralità riconquistata

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on è un’iperbole dire che questa tornata di sfilate milanesi è andata ben oltre le aspettative. È anzi doveroso parlare di un vero e proprio contesto di rinascita culturale, grazie a un riuscito gioco di squadra fra tutti i player coinvolti. Oltre al ruolo fondamentale di Giorgio Armani, vero garante del palinsesto, l’importante lavoro svolto da Prada con l’omonima Fondazione ha contribuito non poco a vivacizzare l’allure intellettuale della città. In questo scenario ha iniziato a muoversi con dinamismo il nuovo presidente di Camera Moda, Carlo Capasa, mobilitando risorse ed entusiasmi e intensificando ulteriormente la presenza di giovani talenti alla fashion week. Su questa base è poi avvenuto un fenomeno, dirompente, che era assolutamente impossibile prevedere. Si tratta dell’exploit, stilistico e commerciale, scaturito dalla nomina di Alessandro Michele a direttore creativo di Gucci. Di colpo si sono visti trendsetter, influencer e fashion victim saltare a piè pari le sfilate per rifornirsi a catena di nuovi look Gucci nella boutique di via Montenapoleone. Pagando, udite udite, di tasca propria. Sui social si è poi scatenata una corsa a sposare il nuovo credo estetico della griffe, con tentativi di imitazione da parte di marchi minori. Un forte faro si è dunque acceso su Milano, proprio mentre i Fashion Economic Trends parlano di una crescita settoriale del 6,5% prevista per i primi sei mesi del 2016. Come dire: la centralità del nostro fashion system ne esce riaffermata. E gli acclamati successi di Givenchy a New York e di Valentino a Parigi non fanno altro che ribadire l’importanza del talento creativo italiano per il fashion month nel suo insieme.

Back to the center

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he latest round of Milanese catwalk shows went well beyond expectations. An atmosphere of cultural rebirth pervaded the marketplace, mainly due to an accomplished team effort enacted by all players involved. Apart from the fundamental role played by Giorgio Armani, who by occupying the last day's main slot continues to guarantee the full length of Fashion Week, the impressive work delivered by Fondazione Prada fell nothing short of injecting a new sense of intellectual belonging into the city. Within this setting Carlo Capasa, newly elected president of Camera della Moda, has started acting with fresh vigour, bringing in a big number of young talents in his stride. Yet the really disruptive driver of change has been a phenomenon that was absolutely impossible to predict: I am referring to the creative and commercial boost that resulted from the appointment of Alessandro Michele as artistic director of Gucci. Suddenly trendsetters, influencers and fashion victims started skipping fashion shows in order to compulsively shop for new Gucci looks in the house's monobrand store in via Montenapoleone. And indeed they paid with their own money. This near-outrage was followed by a true frenzy on social media, where people engaged in a race as to who heeded the new creed of the luxury label in the most authentic manner. Milan therefore reconquered a sweet spot on the world stage at the same time as the official Fashion Economic Trends forecasted a growth rate of 6,5% for the Italian apparel sector in the first half of 2016. In fashion, Italy seems to be well back at the center of things. And the huge halo enjoyed by Givenchy in New York and by Valentino in Paris only underscores how important Italian creative talent is for the globe's fashion month as a whole.

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Photo Cinzia Cameli

protagonisti

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Sono forse un po’ meno incosciente di quando ero giovane, in compenso ci sono dei trucchi del mestiere che mi aiutano sul lato del merchandising

I might not have the devil-maycare attitude I had when I was young, but I do know the tricks of the trade when it comes to merchandising

MISSONI

«la nostra storia nel segno della freschezza» Parlando con Fashion, Angela Missoni svela i passaggi del processo creativo che permettono alla maison da 159 milioni di fatturato di presentare un’immagine sempre innovativa, pur restando ancorata al solco del proprio dna di marchio iconico a cura di/by Marc Sondermann

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ome vivi l’esigenza di tutelare le radici del brand? Essendo nata nel brand, ogni mio ricordo d’infanzia è legato a un particolare momento moda nella storia di Missoni. Ho visto ogni aspetto del marchio, so quanto potenziale ha. Ho anche ereditato dai miei genitori una buona dose di coraggio, per cui non mi spaventa andare avanti a sperimentare, mi sento un filtro naturale. Dopo aver visto diverse generazioni di clienti, so quando un tipo di immagine si cristallizza, ma mi piace rompere gli schemi. Penso di aver valorizzato l’invenzione dei miei genitori. Si tratta di uno stile, di qualcosa di molto forte, di una lingua di cui ho aggiornato il lessico e il vocabolario. 8

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Una tua collezione come nasce? Dipende da che cosa mi ha colpito, da cosa voglio sviluppare e mi porto dietro da un po’. Può essere un colore che mi “perseguita”, una mostra, un film, un libro o una signora vista per strada. Non guardo mai indietro. Ho tutto nella mia memoria, non vado in archivio, magari faccio un’associazione e chiedo a qualcuno di aiutarmi a ricostruire. Poi, certo, c’è un momento in cui la creatività deve scaturire, sei obbligato a uscire, a tirare fuori delle idee. Del resto, anche in ciò che è l’arte “alta”, per la data della mostra devi consegnare. Sono forse un po’ meno incosciente di quando ero giovane, ma in compenso ci sono dei trucchi del mestiere che mi aiutano sul lato del merchandising.

Ci sono dei colori che si possono definire tipici di Missoni? Tutti i colori sono di Missoni. Possono essere ad esempio contrastanti o tenui, ma ogni singola collezione deve avere una propria storia e una sua cromaticità. Poi, per noi c’è sempre stata un’anomalia. Fabbricando i tessuti in casa, partiamo sei mesi prima delle altre maison con la cartella colori. Tutti, quando parlano di Missoni, pensano automaticamente alla maglieria, ma l’invenzione di mia madre è la maglia a metri, tagliata come se fosse un tessuto. La maglieria incide sul nostro business per il 45%, il resto è maglia tagliata e questo ci consente di fare collezioni sempre complete.


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1. Rosita e Ottavio Missoni 2. Angela Missoni 3. Un telaio in azienda 4. Modelli esposti alla mostra “Missoni, l’arte, il colore” al MA*GA di Gallarate 5. 6. “Superficie 172” di Giuseppe Capogrossi e “Simultaneità architettonica” di Enrico Prampolini, sempre al MA*GA

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1. Rosita and Ottavio Missoni 2. Angela Missoni 3. A weaving machine 4. Iconic models of the brand at the “Missoni, l’arte, la moda” exhibition at MA*GA in Gallarate 5. 6. “Superficie 172” of Giuseppe Capogrossi and “Simultaneità architettonica” of Enrico Prampolini, also exhibited at MA*GA

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Il business come si sta evolvendo? Chiuderemo l’anno in corso in linea con il 2014, che per tutto il brand aveva portato a vendite per 159 milioni di euro. Nel dettaglio avevamo fatturato 57 milioni con il prêt-à-porter, 51 milioni con la licenza M Missoni e 13 milioni con la linea Missoni Home. Il canale wholesale pesa per il 75%, il retail per il restante 25%. A livello geografico, i mercati più importanti sono Italia, Usa, Europa e Giappone. ●

«How to keep an iconic brand fresh» How do you make sure you adhere to the roots of the brand? As someone who was truly born into the brand, every one of my childhood memories is connected to some particular moment of Missoni history. In fact, I have seen every single aspect of the brand and know how much potential it has. I also inherited a good dose of courage from my parents, which is why I am not afraid to go on experimenting, I feel like a natural filter. Af-

ter having seen several generations of clients, I think I know when a certain image settles itself, but I also like to shake things up. In the end, I think I have cherished what my parents invented. I am talking about a certain, recognizable style, whose language and vocabulary I had the chance to adjourn. How do you usually conceive your collections? That depends from what catches my imagination and which things I choose to develop. It can be a colour that haunts me for a while, but also an exhibition, a film, a book or a woman I see in the street. I do not look back though. I have everything stored away in my memory and never visit the archive. I may have an association and then ask someone to fetch me something specific. Then there is, of course, that moment when your creativity has to produce, and you are obliged to come up with ideas. However, also within the “higher” echelons of art this is exactly the same, for the day oft he exhibit everything needs to be ready. I might not have the devil-may-care attitude I had when I was young, but I do know the tricks of the trade when it comes to merchandising.

Are there any colours that you would define as being Missoni’s? All colours are Missoni’s. They can be strong or mellow, but every collection needs to have its own story and chromatic spectrum. Then again, we have always been different. Because we produce our fabrics inhouse, we start defining our colour chart six months before other fashion houses do. When everybody thinks of Missoni, they think of knitwear, but my mother’s main invention were knitted fabrics, to be cut by the meter. Knitwear stands for roundabout 45% of our business, the rest is made out of knitted fabrics. Let’s talk about the business side of things. We expect to close this year with revenues in line with those of last year, when we netted 159 million euro. More in detail, we generated a turnover of 57 million with ready-to-wear, of 51 with our M Missoni licence and of 13 million with our Missoni Home line. The wholesale channel weighs for 75% of our business. Geographically, our most important markets are Italy, the US, Europe and Japan. ● 22_10_2015

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NEWS In primo piano a cura di/by Elisabetta Fabbri

lvmh: la moda rallenta nel quarter (+3%)

Lvmh ha archiviato il terzo trimestre con ricavi in aumento del 16% a 8,58 miliardi di euro. A periodi comparabili la crescita risulta del 7%, trainata dalle voci “vini e liquori” (+16%) e “orologi e gioielli” (+11%). I fashion & leather goods (Louis Vuitton, Céline, Marc Jacobs, Fendi per citarne alcuni) mostrano invece una crescita organica del 3% a 2,94 miliardi di euro, inferiore al +10% del secondo quarter e al +6% atteso in media dagli analisti finanziari sentiti da Bloomberg.

LVMH: fashion sees slowdown during the quarter (+3%)

Burberry

Nike

Le vendite semestrali di Burberry si sono attestate a 1,1 miliardi di sterline, in aumento solo dell’1%, soprattutto a causa della Cina, e sotto le stime degli analisti. Il ceo e direttore creativo Christopher Bailey confida in un miglioramento, grazie alle festività natalizie e al contenimento dei costi. Secondo Luca Solca, analista di Exane Bnp Paribas, il marchio necessita di un significativo sforzo sul fronte creativo. Altri fanno osservare che la distribuzione è molto concentrata in Regno Unito, mentre il brand cresce in Europa Continentale. I cinesi stanno inoltre cambiando abitudini: non acquistano più tanto in madrepatria o a Hong Kong, ma piuttosto in Giappone e Corea, dove il brand è sottorappresentato.

Al recente investor meeting, il ceo Mark Parker ha dichiarato che l’obiettivo di Nike per il 2020 è raggiungere i 50 miliardi di dollari di ricavi, dai 30,6 miliardi attuali. Una cifra che dovrebbe essere raggiunta con l’aiuto degli emerging market, dove si ipotizza un progresso annuale tra il 10% e il 15% a 6,5 miliardi di dollari. La Greater China, in particolare, dovrebbe marciare a un tasso double digit (intorno al 15%). Un’altra delle scommesse di Parker è l’e-commerce, il cui fatturato è previsto in aumento da 1 a 7 miliardi di dollari. Il womenswear, inoltre, tra cinque anni dovrebbe permettere di raggiungere la soglia degli 11 miliardi di dollari di ricavi (da 5,7 miliardi).

Non è solo questione di Cina

It’s not all about China

Burberry’s half-year sales figures came in at £1.1bn, an increase of just 1%, which is less than predicted by analysts and due mainly to changes in China. CEO and creative director Christopher Bailey is confident that these will improve thanks to the Christmas festivities and an effort to contain costs. According to Luca Solca, an analyst from Exane BNP Paribas, the brand needs to invest significantly on the creative front. Others make the point that Burberry’s distribution is highly concentrated in the United Kingdom, whereas the brand is growing in continental Europe. Moreover, the Chinese are changing their habits - they no longer shop in the mainland or in Hong Kong, but increasingly in Japan and Korea, where the brand was less shops.

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50 miliardi di dollari il target per il 2020

$50bn target for 2020

At the recent investor meeting, CEO Mark Parker declared that Nike’s objective for 2020 is to reach $50bn in revenue, a significant increase on the current $30.6bn figure. It’s a figure the brand should reach thanks to the help of emerging markets, where Nike is forecasting yearly progress of between 10% and 15% to $6.5bn. Greater China, in particular, should register growth of around 15%. Parker is also banking on e-commerce, where revenue is expected to increase from $1bn to $7bn. Moreover, womenswear revenue is predicted to reach $11bn, up from the current figure of $5.7bn.

In the third quarter, LMVH recorded a 16% increase in revenues, up to 8.58 billion euros. In the same period, growth came to 7%, driven by the entries for “wines and spirits” (+16%) and “watches and jewellery” (+11%). With regards to fashion and leather goods (Louis Vuitton, Céline, Marc Jacobs and Fendi, to name a few), there has been organic growth of 3%, to 2.94 billion euros, lower than the +10% of the second quarter and the average expectation of financial analysts heard by Bloomberg (+6%).

I ceo del fast fashion battono quelli del lusso

Pablo Isla di Inditex (il gruppo proprietario di Zara) è tra i migliori amministratori delegati al mondo secondo la Harvard Business Review, che lo ha messo al terzo posto in una classifica che coinvolge 100 a.d. di tutte la nazionalità e di tutti i settori. Per trovare un nome del lusso si deve scendere alla 44esima posizione con Bernard Arnault. Nella lista dei best performing anche Leslie Wexner di L Brands (11esimo) e Mark Parker di Nike, 21esimo. Seguono Simon Wolfons di Next (28), Eric Wiseman di Vf Corporation (34) e Tadashi Yanai di Fast Retailing (35).

Fast fashion CEOs victorious over those from the luxury sector According to Harvard Business Review, Pablo Isla from Inditex (the group which owns Zara) is one of the best CEOs in the world. He came third in a ranking which involved 100 chief executives, from all nationalities and all sectors. To find someone from the luxury sector, you have to go all the way down to the 44th position, where you will find Bernard Arnault. In the list of best performers you also have Lesie Wexner of L Brands (11th) and Mark Parker of Nike (21st). Following on are Simon Wolfons (Next, 28th), Eric Wiseman (VF Corporation, 34th) and Tadashi Yanai (Fast Retailing, 35th).

Un Mc l’e


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in the front row

Fashion Month Stories

Donatella Versace con Mariacarla Boscono

J.W. Anderson

calvin Klein

Chi va, chi viene e le collezioni di cui si è parlato di più. La rivitalizzazione dei marchi storici, l'impatto della "newgen" e dei social media. Ma soprattutto i primi segnali più che positivi della campagna vendita della primavera estate 2016. I momenti più importanti del "fashion month" di/by Andrea Bigozzi

Who left, who arrived, and which collections were most talked about. The revitalisation of heritage brands, the impact of the “newgen” and the social media, and the first hints of a strong sales campaign for spring summer 2016. The most important moments from the "fashion month”

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a competizione per soffiarsi il primato delle sfilate non è più di moda. Basta Parigi vs Milano e stop a Londra e New York che sgomitano per riuscire a emergere. Nemmeno la stampa straniera spara più a zero sulle passerelle delle altre capitali. Ormai tutti parlano di un’unica piattaforma multiculturale: il Fashion Month (10 settembre- 7 ottobre). E a parte le complessità dei singoli calendari, in cui i posizionamenti a Milano creano qualche problema in più che altrove, alle sfilate di settembre dedicate alla primavera-estate 2016 è apparso chiaro che non si possono disegnare sul calendario linee che separino nettamente alcune fashion week dalle altre. 12

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niente spazio per le polemiche Solo buoni affari in passerella

Del resto, alcuni aspetti vanno affrontati con una logica “globale”. Prima fra tutti, la ripresa del settore. «Complessivamente - riassume Riccardo Grassi dell’omonima showroom - è stata un’edizione favorevole dal punto di vista commerciale. La maggior parte delle collezioni è piaciuta (le più acclamate Givenchy, Gucci e Valentino). Sarà per questo che alle quattro fashion week non c’è stato spazio per le polemiche». Un bilancio, che trova riscontro nei numeri “macro” diffusi dagli organizzatori delle quattro principali fashion week mondiali. «New York è il

motore di un’industria, quella dell’abbigliamento Usa, che vale 350 miliardi di dollari e dà lavoro a 4 milioni di persone», fa il punto Steven Kolb, ceo del Council of Fashion Designers of America, che a inizio settembre ha partecipato a Milano Unica ribadendo «la collaborazione tra le fashion week». I buoni segnali persistono anche attraversando l’Oceano. Nel 2013 le vendite di beni di lusso “made in Bri-


photo: Valentino / SGPItalia

Ricambio di stilisti e start-up internazionali: le fashion week come la Silicon Valley

Una delle cose più apprezzate di questo fashion month è stato il ricambio degli stilisti. Almeno 10 debutti da tenere d’occhio, tra cui Public School per Dkny, Massimo Giorgetti per Pucci, Arthur Arbesser per Iceberg, Peter Dundas per Roberto Cavalli, Hussein Chalayan nel team di Vionnet e il duo Coperni per Courrèges. «Si è respirato il bisogno di una linfa nuova», sottolinea Davide Dallomo, fondatore de Lagente, l’agenzia che cura gli interessi di stilisti e creativi. «I marchi storici - prosegue - sono tornati a trattare il talento come una risorsa economica importante e questo ha portato “buzz” intorno alle fashion week, in particolare a Milano. Indipendentemente dalle critiche, i debutti di Giorgetti, Arbesser e Dundas fanno bene al sistema della moda italiana, anche in prospettiva». Nei calendari, inoltre, si sono visti molti nomi stranieri. A Parigi, oltre a Mary-Kate e Ashley Olsen dagli Usa c’erano piattaforme di designer finlandesi, cechi, tedeschi, inglesi e statunitensi. Anche a Milano i designer esteri sono stati i ben venuti, con molti nomi cinesi, turchi e russi tra i protagonisti del calendario. «Gli stranieri - dice Riccardo Grassi - vengono soprattutto a Parigi ma anche a Milano, attirati dalla presenza delle showroom multimarca. Londra e New York sono città che hanno la multiculturalità nel dna, ma le loro settimane della moda sono soprattutto mediatiche». Da Givenchy a Dior e Dolce&Gabbana che spettacolo il fashion month

Valentino

tain” hanno toccato quota 44,15 miliardi di euro e secondo le previsioni del British Fashion Council (che è in cerca di un nuovo presidente, visto che Natalie Massenet lascerà a febbraio a fine mandato) dovrebbero superare quota 70 miliardi entro il 2019. Le cifre rafforzano anche la posizione di Milano: «Le sfilate fanno da traino a tutto il settore», è convinto Carlo Capasa, presidente della Camera Nazio-

nale della Moda Italiana, forte di numeri che parlano per il comparto di un 2015 a quota 65 miliardi e della prospettiva di un +7% nel primo semestre 2016. Meno aggiornati i dati dei cugini francesi, con il womenswear che nel primo trimestre 2015 - secondo la Fédération Française du Prêt à Porter Féminin - ha registrato una crescita del 3,8% delle esportazioni, pari a 1,5 miliardi.

Il fashion month non ha deluso neppure dal punto di vista dello spettacolo. Molti gli show che hanno lasciato il segno, così come le location scelte dagli organizzatori come nuovi quartieri generali. Promossi a New York gli Skylight presso la Moynihan Station e la Skylight Clarkson Square, a Londra il Brewer Street car park, a Milano il The Mall e il Pavillion a Porta Nuova. Più problematica - secondo gli addetti ai lavori - la situazione a Parigi, dove spostarsi tra uno show e l’altro e un salone e l’altro non è cosa da poco. Fra trovate e scenografie inedite, le sfilate non hanno smesso di stupire. Inizio col botto con Givenchy che ha cambiato le regole del fashion system aprendo al pubblico il suo show (eccezionalmente trasportato da Parigi nella Grande Mela). A Londra Burberry ha sfilato con un concerto di Alison Moyet. La musica dal vivo è salita anche sulle passerelle 22_10_2015

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fashion month stories The competition among catwalk capital of the world has gone out of fashion. Gone are the days of Paris versus Milan, of London and New York jostling for supremacy. Even the press has given up lambasting the catwalks of other fashion capitals. No, nowadays there’s just one, multicultural platform on everybody’s mind: Fashion Month. And aside from the complexity of the individual calendars, with the locations in Milan causing more problems than most, September’s spring-summer 2016 catwalks clearly showed that you can no longer distinguish between where one fashion week ends and another begins.

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1. Anche la moda turca protagonista a Milano con la mostra promossa dal Turkish Leather Council e curata dalla designer Hatice Gökçe/Even the Turkish fashion on stage in Milan with the exhibition sponsored by the Turkish Leather Council and curated by designer Hatice Gökçe 2. Tommy Hilfiger nel backstage con le modelle/Tommy Hilfiger with the models after the fashion show

di Philipp Plein (con il rock di Courtney Love), Arthur Arbesser, Dries Van Noten e Vionnet. Ampia la lista di show capaci di mandare in tilt i social network: nel corso del fashion month ci sono stati circa 44 milioni di utenti iscritti Instagram che hanno condiviso contenuti legati a una delle quattro settimane della moda. Al primo posto si è classificato Balmain (Parigi), facendo sfilare Kendall Jenner. Secondo posto per Givenchy. Milano rimane fuori dalla top ten, ma lo show più "cliccato" è stato Gucci. Sui media tradizionali hanno "bucato" il défilé in aeroporto di Chanel, il selfie-show di Dolce&Gabbana, le modelle “vestite” con altre modelle di Rick Owens, Jacquemus che porta in pedana un cavallo. «Le sfilate sono uno strumento sempre più di comunicazione e sempre meno commerciale - commenta Meri Marabini della Marabini & Baiocchi, che cura show di griffe importanti - si fanno per la TV e per Instagram. Devono raccontare delle storie, ma a mio avviso non è necessario che lo facciano in maniera “eccezionale”. Personalmente ho amato Gucci e Valentino: show perfetti. Raffinati, con gli abiti in primo piano, ma in sintonia con i  nuovi strumenti di comunicazione». 14

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Just good business, no room for controversy At the end of the day, some issues just need a “global” approach. And none more so than the recovery of the whole sector. «Generally speaking, it’s been a good edition from a commercial viewpoint. The majority of the collections have gone down well (with Givenchy and Gucci receiving the most acclaim). That’s why there has been no room for controversy at any of the four fashion weeks», declares Riccardo Grassi, of the eponymous showroom. It’s an opinion underpinned by the overall figures released by the organisers of the four leading fashion weeks. «New York and US clothing is the engine room of the industry. The sector is worth $350bn and provides work for four million people», explains Stevan Kolb, the CEO of the Council of Fashion Designers of America, which at the beginning of September took part in Milano Unica to underline the level of «collaboration between fashion weeks». But there are positive signs on the other side of the pond too. In 2013, luxury British goods sales hit €44.15bn, and according to the forecasts of the British Fashion Council, they should pass the €70bn mark by 2019. Milan will also be heartened by the figures: «The fashion weeks are spurring the whole sector on», declares Carlo Capasa, the president of the National Chamber of Italian Fashion, a sector boosted by sales of €65bn for 2015, with 7% growth forecast for the first quarter of 2016. The data from France is less up to date, but the Fédération Française du Prêt à Porter Féminin did register a 3.8% - €1.5bn - increase in exports in the first quarter of 2015.

La mappa dei buoni investimenti Dopo Cavalli e Scognamiglio, quale sarà la prossima preda dei fondi? Quattro nomi che sembrano attrarne l' interesse

Here's a hot investiment After Cavalli and Scognamiglio, where’s the smart money going next? Here are four names

Victoria

Beckham Alle costole di Victoria Beckham oltre ai paparazzi, ci sono i fondi. Il suo marchio, presenza fissa a New York, fa gola a molti, compresi (pare) i colossi Lvmh e Kering, ma la Beckham vuole correre da sola. It’s not just paparazzi circling Victoria Beckham, but investors too. The brand - fixture in New York - is loved by many, including Lvmh and Kering. For now Beckham prefers to go it alone. Simone

Rocha

Tra gli highlight della London Fashion Week c'è Simone Rocha, fresca di opening nella city. In molti scommettono che, dopo Marco De Vincenzo e Jonathan Anderson, sia lei la giovane su cui Lvmh vorrebbe puntare. One of the highlights of London Fashion Week was Simone Rocha, fresh from her first opening in the city. Many are willing to bet that - after Marco De Vincenzo and Jonathan Anderson - she will be the young name Lvmh opts for.

Jacquemus A Parigi non solo i fashionisti hanno supportato Simon Porte Jacquemus. Lo stilista pare oggetto di valutazione di investitori, dimostrando che le prospettive di crescita di un brand possono contare più della finanziara. In Paris not only fashionistas supported Simon Porte Jacquemus. The designer seems to be being weighed up by investors, showing that the prospects of a brand can be more important than financial solidity.

MSGM Anche tra i nomi made in Italy le opportunità per i fondi non mancano. A catalizzare l’attenzione, tra gli outsider, è al momento Msgm. Italian brands are attracting attention from investors too, with a focus on Msgm among the outsiders.



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Chi lascia il segno (e chi meno) Who leaves a mark (or not) 

UP

Riccardo

Tisci

È un magic moment per Riccardo Tisci, vero protagonista del fashioin month con la sfilata-evento di Givenchy a New York, il party a Milano per l’opening in via Sant’Andrea e il lancio della linea Jeans della griffe. It's a magic moment for Riccardo Tisci, real "star" of fashion month: the Givenchy show at New York, the party in Milan for the opening in via Sant’Andrea and the launch of the brand's Jeans line.

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1. Il "selfie" show di Dolce&Gabbana/Models took selfies on the runway at Dolce&Gabbana 2. Grazie a Kendall Jenner, Balmain è stato il marchio più cliccato su Instagram del fashion month /Thanks to Kendall Jenner Balmain was the number one on Instagram during fashion month

Designer turnover and international start-ups: fashion weeks in the style of Silicon Valley One of the most interesting things about the recent fashion month has been the sheer number of new designers on show. There were at least ten debutants to run the rule over, including Public School for Dkny, Massimo Giorgetti for Pucci, Arthur Arbesser for Iceberg, Peter Dundas for Roberto Cavalli, Hussein Chalayan for Vionnet and Coperni for Courrèges. «The need for new lifeblood was palpable», underlines Davide Dallomo, the founder of Lagente, an agency that represents designers. «The historic brands have gone back to treating talent as an important economic resource and this has contributed to creating a buzz around the fashion weeks, especially Milan. Despite the criticism, the debuts of Giorgetti, Arbesser and Dundas are a good thing for the Italian fashion industry, now and moving forward», he continues. There were also many foreign names in the various schedules. In Paris, as well as the USA’s Mary-Kate and Ashley Olsen, there were platforms for designers from Finland (with Marimekko's debut in the ready-to-wear sector), Czech Republic, Germany, UK and USA. Milan also saw an array of foreign designers, with many Chinese, Turkish and Russian names amongst the protagonists of the fashion week. «Foreign designers come mainly to Paris but also to Milan, attracted by the presence of multi-brand showrooms. London and New York are cities with multiculturalism in their DNA, but their fashion weeks are a media exercise more than anything else», explains Riccardo Grassi. From Givenchy to Dior and Dolce&Gabbana fashion month goes off with a bang Fashion month did not disappoint, with the shows themselves providing a fitting spectacle. Many will live long in the memory, aided by the locations chosen by organisers for the new bases of the shows. New York promoted 16

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the Skylights at Moynihan Station and Skylight Clarkson Square. London shone a light on Brewer Street car park, Milan chose The Mall and the Pavilion at Porta Nuova. According to insiders, the situation was trickier in Paris. But against a backdrop of ingenious ideas and innovative mise en scène, the catwalks never stopped wowing visitors. Things got off to a spectacular start with Givenchy, which rewrote the fashion rulebook by opening its show (transported from Paris to the Big Apple) to the public. In London, Burberry incorporated live music into its catwalk show with a performance from Alison Moyet. There was more live music for Philipp Plein (with Courtney Love), Arthur Arbesser, Dries Van Noten and Vionnet. Several shows conceded into sending social media into something of a mini melt-down: during fashion month there were about 44 million registered users who have shared Instagram content related to one of the 4 fashion weeks. The number one was Balmain tanks to Kendall Jenner. Second place went to Givenchy. Milan remains outside the top ten, but the show more "clicked" was Gucci. Very present on traditional media Chanel’s airport show, Dolce&Gabbana’s selfie-show, Rick Owens’ models “dressed” with other models. «Catwalks are increasingly becoming about communication and not a commercial tool. They’re for TV and Instagram. They have to tell stories, but I don’t think they need to do it in an “exceptional” manner. Personally I loved Gucci and Valentino - they were perfect shows. Sophisticated, with the clothes under the spotlight, but in sync with new communication methods», states Meri Marabini of Marabini & Baiocchi, which creates shows  for the big names.

UP

Demna

Gvasalia

Demna Gvasalia è il nuovo stilista di Balenciaga. La nomina premia la visione inedita del creativo che ha fondato con il fratello Guram la griffe Vêtements, disegnata da un pool di creativi che non appaiono, preferendo far parlare gli abiti. Una scelta che non gli ha impedito di farsi notare. Demna Gvasalia is the new designer at Balenciaga. Gvasalia founded with his brother Guram Vêtements a label in which the young designers involved decided to remain anonymous. The decision certainly didn’t stop Gvasalia catching the eye.

 DOWN

Burberry La sfilata di Burberry è un evento unico. Attesa forse più che per le novità di prodotto, per le trovate multimediali. Questa stagione Christopher Bailey ha lanciato il canale su Apple Music e ha sperimentato la piattaforma Snapchat. Non starà trascurando le collezioni? The Burberry show is a unique event. Eagerly anticipated as much for its technological wonders as its new products. This season, Christopher Bailey has launched a channel on Apple Music and experimented Snapchat. Maybe is he overlooking the collections?

 DOWN

PRADA

Prada non è più sola. Per tante stagioni a Milano quella di Miuccia Prada era “la” sfilata. L’appuntamento da non mancare. Ora si è riacceso il duello con Gucci. E anche altri big come Dolce&Gabbana e Giorgio Armani non stanno a guardare. Prada is no longer the only one. For many seasons, Miuccia Prada was “the” catwalk in Milan. But now the duel with Gucci has sprung up again. And Dolce&Gabbana and Giorgio Armani are not about to sit back and watch.



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NEW YORK LONDON MILAN PARIS BUYERS 1/FASHION MONTH

UN MESE CON QUATTRO ANIME Positivo per i buyer il fashion month della donna. Milano si distingue per la forte energia e Parigi per il glamour. New York gioca la carta dell’internazionalità e Londra quella dei giovani

di/by Elisabetta Campana

A successful women’s fashion month for buyers. Milan stands out for its enormous energy and Paris for its glamour. New York is betting on internationalisation, while London is focused on young designers con l’espressione “fashion «Sintetizzare month” le quattro settimane della

moda donna, che si susseguono una dietro l’altra, ha sempre più senso» conferma Ken Downing, fashion director di Neiman Marcus. Questo non vuol dire che non esistano più differenze tra New York, Londra, Milano e Parigi, anche se il digitale rende superabili i confini territoriali. «È corretto parlare del mese della donna, cosa che invece non succede per l’uomo - dice Mario Dell’Oglio, presidente di Camera Buyer -. È però indispensabile che le manifestazioni oltre a mantenere la propria caratterizzazione, coltivino la loro unicità, espressione di brand legati al territorio». «Milano si è imposta per energia e internazionalità. Ottima Versace - dice Aldo Carpinteri di Stefania Mode a Trapani -. New York è sempre più importante, come testimonia l’evento clou di Givenchy. Londra si distingue per le proposte giovani, fra tutti J.W. Anderson. E Parigi sorprende sempre: eccellenti Valentino, Céline e Vêtements». «Londra (con Burberry Prorsum, Versus, Mary Katrantzou, Christopher Kane), New York (meraviglioso Givenchy) e Parigi (al top Saint Laurent, Céline, Dries Van Noten, Christian Dior, Miu Miu e Comme des Garçons) hanno avuto un solo filo conduttore, leggerezza, sensualità e gioia di vivere - spiega Beppe Angiolini di Sugar ad Arezzo e presidente onorario di Camera Buyer -. Milano si è distinta per la capacità creativa e stilistica che dà forza al made

Givenchy, secondo i buyer, è stata la sfilata al top di New York. Givenchy has been the best show in New York, according to buyers

in Italy: Gucci, Prada, Dolce&Gabbana, Marni ne sono l’esempio. Bisognerebbe trovare ancora più coesione fra Camera Moda, istituzioni, stilisti e buyer affinché sia sempre più protagonista». ●

A MONTH WITH FOUR SOULS «It always makes more sense to refer to the four consecutive weeks of women’s fashion as ‘fashion month» observes Ken Downing, fashion director of Neiman Marcus. Which is not to say that there are no longer any differences between New York, London, Milan and Paris, even if, thanks to digital, it’s possible to overcome national borders. «It is correct to speak of women’s fashion month, a concept that doesn’t exist for men» says Mario Dell’Oglio, president of Camera Buyer. «However, it is essential that the ‘weeks’ retain their distinctive character and cultivate their individuality, expression of the local brands» «Milan has become re-

nowned for its energy and international spirit. Well done Versace - remarks Aldo Carpinteri from Stefania Mode in Trapani -. New York is becoming increasingly more important, as Givenchy’s highlight event has shown. London stands out for its young designers, such as J.W. Anderson. And Paris never ceases to surprise, thanks to excellent brands like Valentino, Céline and Vêtements». «London (with Burberry Prorsum, Versus, Mary Katrantzou, Christopher Kane), New York (the wonderful Givenchy) and Paris (most notably Saint Laurent, Céline, Dries Van Noten, Christian Dior, Miu Miu and Comme des Garçons) are all united by the same ideals: lightness, sensuality and joie de vivre» explains Beppe Angiolini from Sugar in Arezzo, honorary president of Camera Buyer -. Milan is distinguished by its creativity and style, the strength behind made in Italy’: examples of this are Gucci, Prada, Dolce&Gabbana, Marni. We still need to form greater bonds between Camera Moda, institutions, designers and buyers so that Milan takes on an increasingly important role». ● 22_10_2015

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buyers 2/MILAN

Gucci illumina Milano Energia, grande affluenza, proposte interessanti e debutti. I buyer promuovono Milano e, in special modo, la nuova Gucci di Alessandro Michele. Giudizio sospeso invece per Cavalli, Pucci e Iceberg

di/by Elisabetta Campana

Crackling energy, huge turnouts, interesting collections and firsttime debuts. Buyers are getting behind Milan and, in particular, Alessandro Michele’s new Gucci. The jury is still out, however, for Cavalli, Pucci and Iceberg

L

a fashion week milanese ha convinto i buyer di tutto il mondo intervistati da Fashion. In aumento l’affluenza alle sfilate, interessanti le proposte viste non solo sulle passerelle, ma anche nelle showroom e diversi i debutti, che hanno animato la manifestazione, a volte entusiasmando, a volte suscitando perplessità. Protagonista della settimana milanese dedicata al womenswear per l’estate 2016 è stata la nuova Gucci di Alessandro Michele, forse la collezione più applaudita dai compratori nell’intero “fashion month”. D’altra parte, i buyer lo sostengono da sempre: «Con la creatività si sconfiggono le crisi economiche». Se poi si aggiungono elevata qualità, eccellenti lavorazioni e un passato blasonato riproposto in chiave moderna, come ha fatto Michele, il successo è assicurato. Non ha dubbi Ken Downing di Neiman Marcus a Dallas: «La nuova Gucci ha illuminato la fashion week». Della stessa opinione Linda Fargo di Bergdorf Goodman a New York: «Chi

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Gucci

non vorrà essere “The new Gucci girl?”». «Michele guarda al lusso con occhi nuovi» aggiunge Ekaterina Moiseeva del Bosco di Ciliegi a Mosca, mentre Feras Al Yasin, di Ever Fashion Luxury Group a Doha nel Qatar sintetizza: «Fantastico». Secondo Downing, scommettere sulla reinterpretazione dell’heritage e del vintage è stato vincente non solo per il brand della doppia G, ma anche per Prada, l’altro top show secondo lui. «Una maison che, grazie alla Fondazione Prada, ha dato nuovo lustro a Milano - sottolinea il fashion director -. È un grande regalo: la città deve esserne orgogliosa. Spero che altri facciano lo stesso». La donna non accetta più imposizioni

«Grande energia, ci voleva - conferma Gianni Peroni dei multimarca G&B, Negozio a Flero (Bs), Aosta, Courmayeur, e Ponte di Legno -. Ogni brand ha portato avanti, positivamente, la sua filosofia, primo fra tutti Dolce&Gabbana,

con uno show all’insegna dell’italianità. Anche Gucci ha trovato il suo percorso, con grande freschezza. Il made in Italy sta tornando a reagire alle sfide con propositività». Non tutte le sfilate hanno però convinto allo stesso modo. Sugli esordi di Peter Dundas da Roberto Cavalli, Massimo Giorgetti da Emilio Pucci e Arthur Arbesser da Iceberg la maggior parte dei buyer intervistati si è dichiarato perplesso o ha preferito sospendere il giudizio. «Non hanno saputo sfruttare al meglio l’opportunità a loro data» commenta Justin O’Shea, buying director di Mytheresa.com, che invece ha promosso a pieni voti Gucci, Fendi, Dolce&Gabbana ed Etro. Concorde Feras Al Yasin: «Da Cavalli mi aspettavo di più. Ottima, oltre a Gucci, Dolce &Gabbana. Salvatore Ferragamo è coerente con il suo dna. Aumenterò i budget di alcuni brand e li taglierò di altri». Sul fronte tendenze moda, fermo restando che, come dice Silvia Bini, degli omonimi multibrand a Viareggio,


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La Martina for

«Non usiamo il gioco del polo per promuovere il marchio. Noi siamo il polo». Sta tutta in questa frase del fondatore Lando Simonetti l’essenza di La Martina. Un brand nato 30 anni fa in Argentina per realizzare l’equipaggiamento tecnico dei giocatori di polo e diventato via via sinonimo di un’offerta lifestyle, che di questo antico sport mutua i valori più profondi: il fair play, l’etica, l’emozione, l’autenticità. A veicolarli su scala internazionale, non una fredda multinazionale, ma un’azienda familiare che dell’integrità morale chiesta Punto di riferimento per i giocatori ai campioni di questa disciplina ha fatto una conditio sine qua non del proprio business: accanto a Lando di polo dal 1985, La Martina Simonetti, la moglie Gachi Ferrari, i figli Adrián e Ignacio, supportati da un management “storico”, con guarda al futuro con nuovi progetti, Enrico Roselli, ceo dell’area Europe, Emea e Far East. Un team che ha saputo fare di La Martina non solo tra heritage e modernità. un punto di riferimento per tutte le più importanti e titolate squadre di polo del mondo e dei migliori polo club, ma anche il simbolo di un’eleganza vera, rilassata, libera da formalismi, seppur carica di heritage. Anche fuori dal campo le collezioni La Martina sono sinonimo di un upper casual che non prescinde da valori intrinseci: qualità dei materiali, alte performance, un’immagine contemporanea di derivazione British che si impone per personalità. Un concept forte, originale, che ha fatto il giro del mondo con una novantina di monomarca fra diretti e in franchising e oltre 1.200 clienti wholesale: una community legata dalla passione per lo “sport dei re”, a cui ora il brand dedica un nuovo progetto retail, all’insegna della “polo experience” e dell’integrazione tra offline e online.

Una passione che dura da 30 anni

Un look fall - winter 2015 Premiazione del torneo Jerudong 2015: secondo da sinistra Enrico Roselli e, secondo da destra, Adrian Simonetti. Al centro il principe Harry Adrian Simonetti e la Regina d’Inghilterra all’inaugurazione dello store La Martina all’interno del Guards Polo Club Un momento del recente torneo German Polo Tour

“We don’t use polo to promote the brand. We are polo.” The words of Lando Simonetti, founder of La Martina, encapsulate the essence of the brand. The company was founded 30 years ago in Argentina, producing technical equipment for polo players. It has gradually become synonymous with a lifestyle based The benchmark for polo players since on the fundamental values of the ancient sport: fair play, morality, emotion and authenticity. It is now an 1985, La Martina is now looking to the international company – not a dispassionate multinational, but a family business founded on the principles of future, embarking on new projects which moral integrity championed by the polo community: Lando Simonetti’s wife Gachi Ferrari, and sons, Adrián embrace both tradition and modernity. and Ignacio, all work alongside him, supported by a long-standing management team, headed by Enrico Roselli, CEO for Europe, EMEA and the Far East. This team has turned La Martina into a benchmark for the most important, distinguished polo teams in the world, as well as the best polo clubs, and into a symbol of true elegance – relaxed, informal, yet saturated in tradition. Beyond the polo field, La Martina has become synonymous with a smart casual style that always stays true to the core values of the brand: high-quality materials, high performance, and a characterful, British-inspired, contemporary image. A strong, original concept that has spread across the world with over ninety single-brand stores – some company-owned, some franchised – and over 1200 wholesale clients: a community united by a shared passion for the “sport of kings”, to which the brand has dedicated a new retail project, oriented around the “polo experience” and offline and online integration.

30 years of passion

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«è sempre più difficile trovare dei comuni denominatori tra gli stilisti», nel guardaroba della prossima estate non mancheranno pantaloni ampi a vita alta, abiti e gonne longuette, se non alla caviglia. E poi plissé, oltre a righe, colori e fantasie. I sandali-ciabatta saranno un must. «La donna non accetta più imposizioni - aggiunge Tiberio Pellegrinelli, buying consultant-. Per questo in molti show, come ha enfatizzato Michele, il fil rouge è stato un’apparente stonatura, un momento di rottura nell’estetica che, in realtà, crea una  nuova, vincente armonia».

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Gucci lights up Milan After interviewing top buyers from all over the world, it is clear that this season’s Milan fashion week has certainly won them over. Turnout at shows increased, there was an array of interesting collections not just on the catwalks themselves but also in showrooms and a number of debuts stole the show at the event, at times sparking great enthusiasm, at others drawing perplexed looks from the audience. The stand-out player at the Milan fashion week for the summer 2016 womenswear season was Alessandro Michele’s new Gucci, which was perhaps the collection that drew the most plaudits from buyers over the entire fashion month. On the other hand, buyers always repeat: «Creativity defeats economic crisis». Add impeccable quality, fine manufacturing techniques and a modern take on an illustrious past to the mix, as Michele has done, and success is assured. Ken Downing from Neiman Marcus in Dallas had no doubts about that: «The new Gucci has lit up fashion week». Linda Fargo from New York’s Bergdorf Goodman echoed his sentiments: «Who wouldn’t want to be the new Gucci girl?». The praise

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kept coming, this time from Ekaterina Moiseeva of Moscow’s Bosco di Ciliegi: «Michele is bringing a fresh outlook on luxury». Meanwhile, Feras Al Yasin of the Ever Fashion Luxury Group in Doha, Qatar, simply stated: «Fantastic». According to Downing, the strategy of reinterpreting brand heritage and vintage style has worked wonders not only for Gucci but also for Prada, which was the other standout show in his eyes. «Thanks to Fondazione Prada - he added - the fashion house has given Milan a new sense of prestige. It’s a great asset and the city should be very proud of it. I hope others follow suit». Women won’t accept any more impositions «There was great energy and that’s exactly what we needed - declared Gianni Peroni, of multi-brand stores G&B and Negozio in Flero (BS), Aosta, Courmayeur and Ponte di Legno -. Each brand pursued its own philosophy in a real positive manner, especially Dolce&Gabbana, whose show was simply a tribute to everything great about Italy. Gucci showed clear direction too and brought a sense of freshness to the table. Italian fashion is being proactive in rising to the challenge». But not all of the catwalks won the buyers over. As far as the debuts of Peter Dundas at Roberto Cavalli, Massimo Giorgetti at Emilio Pucci and Arthur Arbesser at Iceberg are concerned, the majority of the buyers we spoke to declared themselves perplexed, or at least preferred to reserve judgement for the time being. «They didn’t make the most of the opportunity they’ve been given» commented Justin O’Shea, the buying director at Mytheresa. com, who gave full marks to Gucci, Fendi, Dolce&Gabbana and Etro. Feras Al Yasin agreed: «I was expecting more from Cavalli. As well as Gucci, Dolce&Gabbana was also excellent. Salvatore Ferragamo encapsulated its brand identity. I will invest more in some brands and cut down in others». On the subject of fashion trends, Silvia Bini, of the eponymous multi-brand stores in Viareggio, stated: «It’s getting harder and harder to find common denominators between designers». That said, it’s a safe bet that loose-fitting, high-waisted trousers and longuette - or even ankle-length - dresses and skirts will be a big part of the summer wardrobe. Plissé, stripes, colours and patterns will also feature, while slipper-sandals are set to be a must. «Women won’t accept impositions anymore» declared buying consultant Tiberio Pellegrinelli -. For that reason, in many shows - as Michele has really emphasised here - the core theme is a kind of false step, a break in the aesthetic effect that in fact creates a renewed sense of harmony». 

I must della p-e 2016

Must haves s-s 2016 PANTALONI ampi e a vita alta CAMICIE solo over

TROUSERS Loose-fitting, high-waisted

ABITI e GONNE longuette e lunghe PLISSÉ e PIZZO in ogni versione STAMPE a righe, micro, colorate

SHIRTS Oversized DRESSES and SKIRTS Longuette and long PlissÉ and lace in all their glory

SANDALI tipo ciabatta

PRINTS Stripy, micro and coloured SANDALS Slipper-style

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1.Dolce&Gabbana 2.Prada 3.Etro 3


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La Martina for

A fronte di un mercato internazionale che sta vivendo una trasformazione epocale, La Martina scommette su una nuova, originale formula di partnership tra azienda e retailer, per affrontare in modo vincente le nuove sfide e opportunità di business. L’obiettivo è creare una stretta relazione La Martina presenta una nuova formula e collaborazione con i propri partner, coinvolgendoli sempre più nel mondo del polo, di cui il brand di partnership, giocata tra reale e è storicamente punto di riferimento e parte integrante, ma anche supportandoli attivamente nella virtuale, che permette di affrontare complessa gestione delle vendite e dell’interazione tra “fisico” e “virtuale”. La Martina propone ai al meglio le sfide di mercato. negozianti che vogliono intraprendere un nuovo percorso in franchising un nuovo progetto di retail. Due gli aspetti inediti della formula. Da un lato l’azienda, in un’ottica omnichannel, mette a diposizione dei partner la propria piattaforma online e le elevate competenze tecnologiche. Dall’altro, seguendo una strategia “glocal”, offre ai negozianti e clienti finali “polo experience” mirate, a cui partecipano anche vip e più in generale la polo community, invitandoli a eventi dedicati all’esclusivo sport, organizzando con media internazionali iniziative in store e garantendo un coinvolgimento sui social per condividere e amplificare la visibilità del marchio e dei singoli punti vendita. Un modo questo per raccontare il brand e i suoi valori attraverso l’esperienza diretta dei consumatori.La prossima edizione di Pitti Uomo a Firenze sarà l’occasione per incontrare La Martina e approfondire i contenuti di questo interessante progetto.

Insieme è meglio

Sotto, da sinistra: Andreas Rebbelmund, ceo del flagship Breuninge di Dusseldorf, Christoph Metzelder, ex calciatore tedesco e Bastian Ammelounx, Area Manager Germania

La vetrina di uno dei punti vendita Eckerle in Germania realizzata in partnership con GQ Germania

Sopra, da sinistra: Christopher Kirsh, organizzatore dell’evento dedicato al German Polo Tour, Heino Ferch, noto attore tedesco e Bastian Ammelounx, Area Manager Germania

Faced with an international market that is going through an epic transformation, La Martina is promoting a new and original formula for partnerships between the company and retailers, to successfully deal with new challenges and business opportunities. The aim is to create a close relationship, working together, with the company’s partners. This means involving them more in the world of polo - of which the brand has historically been an integral part and constituted a point of reference - and actively supporting them in the general La Martina is offering a new management of sales and interaction between the ‘physical’ and ‘virtual’ dimensions. For those retailers partnership formula, balancing the wanting to embark on new franchising pathways, La Martina is proposing a new retail project. There are actual and virtual, in order to better take on market challenges two all-new features in this formula. On the one hand, with an omnichannel perspective, the company will make its own online platform and advanced technological expertise available to its partners. On the other hand, adopting a ‘glocal’ strategy, the company will offer retailers and consumers tailored ‘polo experiences’, inviting them to special events - also attended by VIPs and the polo community more generally - for this exclusive sport. Furthermore, with the international media, they will organise in-store events and will guarantee greater presence on social networks in order to increase the visibility of both the brand and individual sales outlets. This is a way of spreading the message of the brand and its values, through consumers’ first-hand experiences. The next edition of Pitti Uomo, the international menswear show in Florence, will be an opportunity hear more from La Martina, and get more in-depth details on this interesting project.

Together is better

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Non esiste più il Paese di Bengodi

Mercati strategici come la Cina, compreso Hong Kong, e la Russia sono in difficoltà e tagliano i budget. Nel resto del mondo i compratori confermano gli ordini o li aumentano, grazie all’e-commerce (e al parallelo). Ma non mancano le incognite di/by Elisabetta Campana

Strategic markets such as China (and Hong Kong) and Russia are in difficulty and slashing their budgets. But in the rest of the world, buyers are either renewing or increasing their orders, thanks to e-commerce and parallel market. There are. however, plenty of unknown quantities to deal with

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Céline è tra le sfilate più apprezzate dai buyer in tutto il fashion month Celine is one of the best shows in the fashion month according to buyers

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Aumenteremo il nostro budget dedicato al womenswear del 5%. We will increase our womenswear budget by 5%

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n Cina rallenta la crescita economica e anche le vendite di moda soffrono. Hong Kong patisce la mancanza di turisti dalla mainland. La Russia resta in difficoltà, non solo per il rublo altalenante, ma anche per il petrolio ai minimi storici. L’Europa, in moderata ripresa (compresa l’Italia), subisce però l’assenza dei russi. Gli Stati Uniti vanno bene, ma devono fare i conti con il dollaro forte (e i grandi department store stanno mettendo in atto strategie di ottimizzazione e diversificazione del business). Tutti i retailer, da Est a Ovest del globo, devono fronteggiare incognite e difficoltà. Anche se è vero che in un mercato sempre più globale, grazie ai flussi turistici da un lato e all’e-commerce (oltre al parallelo per chi lo pratica) dall’altro, possono avvalersi di opportunità e sbocchi che valicano i confini territoriali. In questo fashion month dedicato al womenswear per la prossima estate la Cina, fresca di tsunami finanziario, è stata sotto i riflettori. «Nella Repubblica Popolare e a Hong Kong la situazione è difficile - conferma Ashley Micklewright, ceo di Bluebell Group in Asia -. In particolar modo nell’ex colonia britannica i brand più amati dai cinesi hanno perso anche il 50% del sell out, perché i clienti della mainland preferiscono fare shopping in Corea, soprattutto

Luc Dheedene Verso Antwerp

nei duty free, in Giappone, dati i prezzi più convenienti, e ovviamente in Europa. A Taiwan invece storicamente non vanno. Ci comporteremo di conseguenza con i budget». Sempre a Hong Kong, con il flusso turistico contingentato anche dalla riduzione dei visti da parte del governo cinese (a causa dei provvedimenti anticorruzione e forse per l’inasprimento dei rapporti politici), cresce il business del parallelo, che penalizza ulteriormente i retailer locali. «Taglieremo gli ordini a doppia cifra non solo qui, ma anche nei nostri multimarca cinesi» dice David Hong, alla guida di The Swank Shop, lamentando che, nonostante tutto, gli affitti


fashion month

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Nel progetto retail di La Martina un ruolo fondamentale è giocato dall’e-commerce, concepito non come un canale antagonista al negozio fisico, ma come una risorsa. Il partner commerciale di La Martina che apre uno store con questa insegna diventa automaticamente il referente locale anche per le vendite via Internet. Ecco come. I clienti della boutique hanno innanzitutto a disposizione una postazione per fare ordini online, qualora non trovassero il capo desiderato tra gli scaffali. In questo caso al dettagliante viene Engagement, disponibilità del prodotto, riconosciuta una commissione. Per contro, il consumatore che sceglie di fare shopping direttamente pagamento e consegna: sono le fasi sul sito di La Martina ha la possibilità di ritirare gli articoli nel punto vendita. La logica sottintesa è quella che caratterizzano una vendita. Possono dell’integrazione dei canali, in cui il retailer è considerato un partner strategico, al quale presentare essere compiute nel negozio fisico o in quello digitale. Oppure in modo “misto”: periodicamente anche una reportistica sulle vendite online, in grado di orientarlo in vista degli assortimenti questa la sfida di La Martina. successivi. La Martina è alla ricerca di professionisti in gamba, in un momento in cui la tecnologia può mettere veramente al centro il cliente e le sue esigenze in un’ottica ominichannel, ma sono necessari investimenti che solo un’azienda strutturata è in grado di mettere in campo e di gestire in tutta la loro complessità. Si pensi, ad esempio, a una piattaforma per il customer relationship management (crm) talmente sofisticata, da poter dialogare con interlucutori di vario tipo (giocatori di polo, curiosi di questo sport e delle iniziative correlate e, infine, clienti di abbigliamento e accessori firmati La Martina), a livello globale e locale, attraverso i negozi presenti nel mondo. Un crm di questo tipo è già attivo nei negozi diretti La Martina di Milano e Londra. Il prossimo step sarà implementarlo negli store che verranno aperti dai nuovi partner e, a seguire, presso i franchisee già esistenti.

In un’ottica omnichannel

E-commerce plays a fundamental role in La Martina’s retailing strategy: it is perceived to be a resource, rather than a rival to physical stores. When a business partner opens a store that sells La Martina products, they automatically become the local representative for internet sales. Customers can place online orders at these boutiques if they are unable to find the garment they are looking for in-store. The retailer is then paid a commission. Alternatively, customers who choose to shop directly online through Engagement, product availability, La Martina’s site can choose to collect items at a specific store. This approach integrates both retail payment and delivery: these are the channels: the retailer becomes a strategic partner, periodically receiving reports on online sales to help different stages that constitute a sale. them make decisions about future selections. La Martina is looking for competent professionals, at a They can take place both in physical and digital stores. Or even through a time when technology, through an omnichannel approach, is truly able to put customers and customer “mixed” approach: this is the challenge needs first. However, it requires complex investments that can only be made and proficiently managed for La Martina. by a well-structured company. Consider, for example, a platform for customer relationship management (CRM) so sophisticated that you can communicate with different kinds of contacts (polo players, people interested in the sport and related initiatives, and finally La Martina clothes and accessories customers), at both a global and local level, via all the stores worldwide. This type of CRM is already in use at the La Martina stores in Milan and London. The next step will be to implement it in stores soon to be opened by new partners and subsequently at existing franchises.

An omnichannel approach

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Neverland is no more Economic growth in China is slowing and fashion sales are suffering to boot, while Hong Kong is feeling the effects of the lack of tourists on the mainland. Russia is still in difficulty, not just because of the unstable rouble, but also due to oil prices reaching an historic low. Europe is showing moderate recovery (Italy too), but is suffering from the absence of the Russians. The United States are doing well, but are having to reckon with the strong dollar (with some top department stores employing strategies to optimise and diversify business). All retailers, from East to West, are faced with unknown quantities and difficulties. That said, our increasingly global market – thanks to the flow of tourists on one hand and e-commerce on the other (and parallel business, for those who practice it) – there is scope for opportunities and strategies that transcend national boundaries. During the recent fashion week dedicated to the 2016 womenswear summer season, China - fresh from the financial tsunami - was very much under the spotlight. «China and Hong Kong are in a tough situation - confirms Ashley Micklewright, ceo of the Bluebell Group in Asia -. Particularly in the former 26

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British colony, sales of the brands best-loved by the Chinese have fallen by up to 50%, because clients from the mainland prefer to shop in Korea, especially in duty frees, in Japan, given their more competitive prices, and of course in Europe. Traditionally, they have never gone to Taiwan. We will adjust our budgets accordingly». Staying on the subject of Hong Kong, with tourist levels stunted by the limited number of visas being issued by the Chinese government (due to anti-corruption measures and perhaps due to a worsening of political relations), the parallel business is growing, further

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A Hong Kong i brand più amati dai cinesi hanno perso anche il 50% del sell out» In Hong Kong, sales of the brands best-loved by the Chinese have fallen by up to 50%

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dei negozi nell’isola continuano ad aumentare. L’altro mercato sotto la lente è la Russia. «Confidiamo che la stagione invernale sia migliore di quella estiva - dice Ekaterina Moiseeva del Bosco di Ciliegi a Mosca -. Per le vendite è fondamentale che il rublo si stabilizzi». Secondo Luca Solca, managing director sector head global luxury di Exane Bnp Paribas, per il quale nel 2016 non dovrebbe esserci un’ulteriore svalutazione della moneta russa, la flessione delle vendite di prodotti di lusso, più che nella Federazione, si è sentita all’estero, dove lo shopping è calato in media del 50%. «Purtroppo nel breve non ci sono prospettive di ripresa» ammette il consulente. I retailer europei, orfani dei russi, cercano di intercettare soprattutto i cinesi e di sfruttare al meglio l’e-commerce. «Aumenteremo gli acquisti del 5%, confidando nelle vendite online e nell’inserimento di brand giovani e innovativi» dichiara Luc Dheedene di Verso ad Anversa e della società di distribuzione Fashion Club 70 nel Benelux. Una regola per tutti: il Paese di Bengodi, sia per chi vende, ma anche per chi com pra, non esiste più.

Ashley Micklewright Bluebell Group Hong Kong

penalising local retailers. «We will cut our orders by double figures, not just here but also in our Chinese multi-brand stores» explains David Hong, who runs The Swank Shop, lamenting the fact that, despite everything, rent prices for stores on the island continue to grow. The other market under the microscope is Russia. «We trust that the winter market will be better than the summer one. For sales it’s fundamental that the rouble stabilises» declares Ekaterina Moiseeva of Bosco di Ciliegi in Moscow. According to Luca Solca, managing director sector head global luxury Exane Bnp Paribas, which believes that 2016 should not see a further devaluation of the Russian currency, the decrease in luxury product sales has been felt more keenly abroad, where they have decreased by 50% on average, than in Russia itself. «Unfortunately in the short term there are no prospects for recovery» he admits. European retailers, bereft of the Russians, will try to make the most of the Chinese and use e-commerce to their advantage. «We will increase purchases by 5%, showing faith in online sales and in young, innovative brands» says Luc Dheedene of Verso in Antwerp and Benelux distribution company Fashion Club 70. Regardless of all of this, one thing is for sure: Neverland no longer exists, neither for buyers, nor for sellers. 


hanita.it


business news

RODO

Dalla sperimentazione sui materiali ai social, 60 anni di lusso Presentata durante la Milano fashion week, presso la boutique di corso Matteotti 14, la nuova collezione di accessori Rodo per la primavera-estate 2016. Un’occasione per fare il punto, con il ceo Gianni Dori, su una realtà italiana del lusso artigianale che si appresta a festeggiare 60 anni di vita nel 2016. Rodo nasce a Firenze nel 1956, con le colorate borse in paglia intrecciate a mano dai particolari in metallo. Da allora l’azienda fa della ricerca sui materiali e della sperimentazione il suo marchio di fabbrica e negli anni si susseguono modelli di successo, che accompagnano epoche e stili, come i modelli in pelli preziose che caratterizzano gli anni Settanta. Tutto viene realizzato internamente: la casa vanta anche uno stabilimento di meccanica di precisione, che si occupa esclusivamente di tutti gli accessori e i componenti metallici da utilizzare nelle bag. A metà degli anni Settanta Rodo acquista un calzaturificio e si mette a produrre scarpe con i medesimi standard delle borse. Dalla fine degli anni Ottanta la produzione viene spostata prevalentemente nelle Marche. Qui esiste una fabbrica Rodo che dà lavoro a una novantina di persone, ma l’indotto, rappresentato da laboratori satelliti (creati per non disperdere il patrimonio di conoscenze e abilità accumulate ma, al contempo, dare alla stuttura flessibilità ed elasticità), è molto più ampio, contando altri 160 addetti circa. «È un momento positivo per noi - esordisce Gianni Dori, ceo di Rodo e, con il fratello, rappresentante della seconda generazione della famiglia fondatrice -. Gli investimenti che abbiamo fatto negli anni scorsi stanno avendo un ritorno positivo. Dal 2012 abbiamo timidamente ripreso a crescere in Italia e all’estero. Nel 2014, in particolare, abbiamo messo a segno un +26%, attestandoci a 12,8 milioni di euro, grazie anche all’apporto dei sei monomarca che abbiamo aperto nel mondo in soli tre anni, e per il 2015 prevediamo un’ulteriore progressione del 6%». Rodo è presente attualmente con proprie boutique, oltre che a Milano, a Dubai, a Giacarta, a Pechino (due punti vendita) e a Kuala Lumpur. «Per un prodotto come il nostro, di lusso artigianale, caratterizzato da qualità e savoir-faire, diversificato e di nicchia al tempo stesso - spiega Gianni Dori - avevamo bisogno di comunicare attraverso un contenitore nostro». Dal 2005 l’azienda coltiva i rapporti con le celebrity, in un’ottica di product placement. Recentemente ha inoltre inserito in organico due persone che lavorano allo sviluppo dei social media, in grado di creare storie e atmosfere, in un dialogo continuo con il pubblico virtuale del marchio. Utilizza inoltre anche il lavoro di fashion blogger, che danno un riscontro molto buono soprattutto negli Stati Uniti e in Asia. (e.a.)

1. Una clutch di Rodo per la primaveraestate 2016 Rodo’s items for spring-summer 2016 2. Gianni Dori, ceo del brand Gianni Dori, the brand’s ceo

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From experimenting with materials to social media, 60 years of Italian artisanal craftsmanship The new Rodo accessories collection for spring-summer 2016 was presented at the corso Matteotti 14 boutique during the Milan Fashion Week. This was an opportunity to catch up with ceo Gianni Dori on news about this Italian enterprise of artisanal luxury that is getting ready to celebrate its 60th birthday in 2016. Rodi was first established in Florence, in 1956, when it presented its colourful hand woven straw bags with metal accents. Since then, the company has been researching and experimenting with materials leading it from year to successful year, in different eras with differing styles, like the precious leather models that were the company’s signature pieces in the 1970s. Everything is developed inhouse: the company also has a precision mechanical installation that exclusively manufactures all the accessories and metal components that adorn the bags. In the mid 1970s Rodo acquired a shoe factory and began to manufacture shoes to the same exacting standards as its bags. In the 1980s most of the manufacturing was moved to the Marche region. Here there is a Rodo factory that employs approximately 90 craftsmen, but the supporting operations, which are carried out by satellite laboratories (created to ensure that the wealth of knowledge and skills accumulated are not dispersed, while concurrently providing the structure with flexibility and elasticity) are even more far-reaching and employ another 160 people, approximately. «This is a positive time for us - says Gianni Dori, who is, together with his brother, a representative of the founding family’s second generation. The investments we have made over the last few years have been successful -. We have begun to modestly grow again, in Italy and abroad, since 2012. In 2014, in particular, we had growth of 26%, reaching 12.8 million euro, thanks also to the revenue generated by six single brand stores opened throughout the world in only three years, and for 2015 we expect further growth of 6%». Currently Rodo is present through its own boutiques in Milan, Dubai, Djakarta, Beijing (two stores) and Kuala Lumpur. «For an artisanal luxury product such as ours, characterized by its quality and know how, which is concurrently a diversified and a niche product - explains Gianni Dori - we needed to communicate through our own base». The company has been cultivating its relationships with celebrities for its product placement strategy since 2005. Recently, two employees were hired who focus solely on developing the company’s social media profile, creating stories and atmospheres, through an ongoing dialogue with the brand’s virtual public. They also use fashion bloggers, who obtain very good results especially in the United States and Asia.


AGL

BALLIN

Da un piccolo paese nel distretto marchigiano delle calzature, Montegranaro, arriva una collezione di calzature donna, integrata da una mini-linea di borse, che ha conquistato celebrity come Jessica Alba, Skin e Dakota Fanning, testimonial del marchio. Si chiama AGL, dalle iniziali di Attilio Giusti Leombruni, figlio di Piero, fondatore nel 1958 di un calzaturificio che oggi fattura intorno ai 32 milioni di euro, dei quali il 90% realizzati con le esportazioni. Al timone dell’azienda Sara, Vera e Marianna Giusti, figlie di Attilio, che facendo tesoro delle proprie personalità complementari e del dna aziendale hanno dato vita a una case history di successo. Le loro scarpe piacciono perché sono femminili ma con un twist maschile, comodissime ma attente alla moda, minimal ma con dettagli grintosi, pregiate nei materiali ma di prezzo non proibitivo: circa 270 euro sell out, con picchi intorno ai 400 euro per i modelli più elaborati, come lo stivale patchwork “over the knee” in montone. Si tratta di creazioni fatte non solo nel nostro Paese (e con pellami italiani), ma anche “in house”, all’interno di uno stabilimento da 110 addetti, in grado di soddisfare senza problemi, con grande flessibilità, le richieste della clientela internazionale. Nella Penisola sono pochi ma buoni i negozi che distribuiscono il marchio: uno per tutti, La Rinascente Duomo a Milano. Oltreconfine AGL è apprezzato soprattutto in America, dove è stato eletto “produttore best seller” nei department store Nordstrom, in Germania e in Russia, con clienti come Bosco di Ciliegi e Podium. Ora si sondano nuovi mercati: Far East, Nord Europa. In Olanda, ad Amsterdam e Rotterdam, apriranno a fine anno due temporary store: i primi monomarca del brand, che per ora vuole comunque rimanere focalizzato sul canale wholesale, ma domani chissà. (a.b.)

Con una quindicina di monomarca nella sola Russia (gli altri sei si trovano a Milano e Venezia, in Kazakistan, Polonia, Dubai e Hong Kong), Ballin ha deciso di ridistribuire gli investimenti, accelerando su aree in questo momento più profittevoli. In primis il Medio Oriente: «Abbiamo stretto un accordo con Chalhoub Group, che avrà il compito di sviluppare il brand in loco», spiega il direttore commerciale Gabriella Ballin. Parallelamente prosegue la corsa in Cina, nonostante le criticità emerse negli ultimi mesi: «Abbiamo aperto il primo monobrand a Hong Kong, all’Ocean Harbour City - spiega - ma nell’area sono in fase di definizione avanzata altre due location». Il brand è pronto a volare anche dall’altra parte dell’oceano: «Siamo tornati negli Stati Uniti, un mercato in cui crediamo molto - prosegue Ballin -. A fine anno organizzeremo a New York un evento per promuovere le nostre collezioni». Last, but not least, l’online, con una nuova piattaforma di e-commerce inaugurata proprio questo mese. (a.t.)

Piacciono alle celebrity le scarpe di Sara, Vera e Marianna

Dakota Fanning, testimonial di AGL già da alcune stagioni, fotografata da Tom Munro per la nuova campagna primavera-estate 2016 Endorsing AGL for several seasons now, Dakota Fanning, photographed by Tom Munro for the new spring-summer 2016 campaign

Le tre sorelle Giusti: con le loro personalità complementari, sono l’anima della collezione AGL Sisters Giusti: with their complementary personalities, are the soul of the collection AGL

Celebrities adore shoes by Sara, Vera and Marianna Out of the village of Montegranaro in the Marche footwear region, a women’s shoe collection steps onto the scene, carrying with it a coordinating mini-range of handbags and winning over celebrities like Jessica Alba, Skin and Dakota Fanning, who all endorse the brand. AGL is an acronym that draws its name from Attilio Giusti Leombruni, son of founder Piero, who established a shoe factory in 1958 that now boasts turnover of about 32 million euros, 90% of which represented by exports. At the helm, Attilio’s daughters Sara, Vera and Marianna Giusti have been capitalising on their complementary personalities and company DNA to create a success story. All the rage, their feminine shoes have a masculine edge and are extremely comfortable yet fashion-conscious, minimalist with bold detailing and high quality materials without being too high-priced. About 270 euros on the low end of the range and 400 euros at the top, for more extravagant styles such as the over the knee patchwork boot in sheepskin. Not only is AGL footwear made here in our country with all-Italian leather, it is also produced by an in house team of 110 that can easily flex to fulfil every expectation of an international clientele. Only a few leading Italian retailers sell the brand, one being Milan’s La Rinascente Duomo. AGL is also garnering praise abroad, especially in America where the Nordstrom department store named the brand its bestseller, as well as in Russia and Germany with retailers such as Podium and Bosco di Ciliegi. AGL is now testing new markets in the Far East and northern Europe, particularly in Amsterdam and Rotterdam, Holland where it will be opening its first two single-brand pop-up shops at the end of the year. For the time being, though, AGL intends to concentrate on the wholesale channel, but who knows what the future may bring.

Dal Medio Oriente al Far East: pronti a nuove sfide

From the Middle East to the Far East: ready for new challenges With 15 mono-brand stores in Russia alone (and others in Milan, Venice, Kazakhstan, Poland, Dubai and Hong Kong), Ballin has decided to redistribute its investment to focus on the areas currently showing greater profit potential. First up is the Middle East: «We’ve signed an agreement with the Chalhoub Group, who will be responsible for developing the brand on the ground», explains commercial director Gabriella Ballin. Alongside this, Ballin’s push into China continues, despite the criticism that has emerged in recent months: «We’ve opened our first mono-brand store in Hong Kong’s Ocean Harbour City, but we’re also in the advanced planning stages for two other locations in the area». The brand is also ready to touchdown stateside too: «We’ve gone back to the United States, a market we have great belief in. At the end of the year, we’re going to organise an event in New York to promote our collections». And last but not least, just this month the company unveiled a brand-new e-commerce platform.

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business news

Motivi

Uno style coach per tutte con “Made on me” 2

Ballantyne

Il nuovo corso, tra Scozia e Italia, con Fabio Gatto Il marchio Ballantyne è tornato sotto i riflettori a Milano, mentre la città si stava preparando alla fashion week. Merito di Fabio Gatto, l’imprenditore che di recente ha rilevato il brand scozzese del cashmere dal fondo Charme di Luca Montezemolo. L’occasione è stata 1 una mini-collezione disegnata dall’illustratrice Olimpia Zagnoli, ben nota ai lettori di testate come il New York 1. Olimpia Zagnoli indossa uno dei maglioni disegnati per Times e il New Yorker. «È solo la prima di una serie di Ballantyne/Olimpia Zagnoli wearing one of the sweaters “contaminazioni”», ha preannunciato Gatto, da molti designed for Ballantyne 2. Fabio Gatto anni nella moda come intermediario, consulente e retailer (con l’eponimo gruppo di Treviso). Chiamato da Montezemolo alla fine del 2013 per occuparsi del design di Ballantyne, in seguito Gatto è diventato licenziatario e ora proprietario, in cordata con un gruppo di imprenditori e professionisti veneti ed emiliani (un’operazione del valore di circa 6 milioni di euro, avvenuta attraverso la società veicolo Corso Italia). «Vorrei che ricerca e sperimentazione fossero le costanti del brand - dice, tratteggiando il nuovo corso -. In futuro puntiamo a fondere culture e sensibilità diverse, grazie al coinvolgimento di giovani stilisti». Non è un caso che la capsule affidata a Olimpia Zagnoli sia al femminile: Gatto crede nel womenswear, che dal suo arrivo è passato dal 15% al 50% del fatturato. Un’altra sfida è quella commerciale. «A oggi - spiega - Ballantyne conta una rete di circa 400 multimarca: sta via via recuperando credibilità sul mercato italiano, ma deve anche guardare l’estero, in primis Asia, Giappone e Usa, puntando all’eccellenza». Uno delle sue priorità, però, è il recupero della memoria storica della label, che vanta oltre un secolo di tradizione nella maglieria di lusso. «In Scozia - spiega - sono rimaste due sole aziende che potranno portare avanti la nostra storia. Continueremo anche a produrre in Italia, tra Umbria, Marche e Veneto». Per Ballantyne si profila il risanamento per fine 2015, e ricavi a 5 milioni di euro nel 2016, in aumento di circa il 70% rispetto a quest’anno. (e.f.)

Fabio Gatto breathes new life into the Scottish-Italian brand Ballantyne stepped back into the spotlight in Milan as the city geared up for fashion week, thanks in no small part to Fabio Gatto, the businessman who recently acquired the Scottish cashmere brand from Luca Montezemolo’s Charme group. The brand unveiled a mini-collection designed by illustrator Olimpia Zagnoli, who is well-known to readers of publications like The New York Times and The New Yorker. «This is just the first of a series of ‘cross-contaminations’», explains Gatto, who can count on numerous years of experience in the world of fashion as an intermediary, consultant and retailer (with his eponymous group in Treviso). Hired by Montezemolo at the end of 2013 to oversee design at Ballantyne, Gatto later became a licensee and then the part-owner of the company as part of a group of entrepreneurs and professionals from the Veneto and EmiliaRomagna (the deal was worth around 6m euros and fronted by newco Corso Italia). «I want innovation and experimentation to be the cornerstones of this brand. Moving forward we want to create a new culture, a new sense of awareness, by involving young designers,» Gatto proceeds. It’s no coincidence that Olimpia Zagnoli’s capsule collection is dedicated to women - Gatto is a staunch believer in womenswear, with the revenue from that sector increasing from 15% to 50% of the company total since his arrival. Another challenge pending for Ballantyne is commercial strategy: «Right now, Ballantyne has a network of 400 multi-brand stores. Slowly but surely, we’re rebuilding our credibility in the Italian market, but we also need to focus on quality of produce and look to the rest of the world, starting from Asia, Japan and the US». For Gatto, however, the priority is to restore the historic stature of the label, which boasts over 100 years of experience in the luxury knitwear sector. «In Scotland, there are only two companies left capable of keeping our traditions alive. But we will continue to produce in Italy too: in Umbria, Marche and Veneto», explains Gatto. Ballantyne is expected to rebalance the books by the end of 2015, with 5m euros revenue forecasted for 2016 (a 70% increase on this year’s figures). 30

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Si chiama “Made on me” il progetto trasversale di Motivi che prevede iniziative su Tv, web, social media e nei negozi di tutta Italia per valorizzare lo stile e l’unicità di ogni donna. Non solo le ultime tendenze ma consigli personalizzati in base allo stile, la silhouette e le occasioni d’uso. Insieme allo spot, il nuovo motivi.com offre una shopping experience intuitiva, in cui le collezioni sono presentate con un taglio editoriale. Punto forte è la pagina Daily Style, che dà consigli per scoprire il look più adatto a ogni internauta. Con la app “Made on me: what’s your style today?” il marchio del Gruppo Miroglio si propone come un vero e proprio style coach, attraverso tre diversi livelli di interazione e funzionalità. Quanto ai social media, sono già 420mila i fan su Facebook e oltre 10mila i follower su Instagram. (c.me)

Made on Me, the universal style coach Made on Me is the far-reaching project from Motivi including TV, internet, social media and in-store initiatives throughout Italy to promote the style and uniqueness of every Italian woman. It will include not only the latest trends but also personalised advice based on style, silhouette and occasion. As well as promotional adverts, the new store motivi.com offers users an intuitive shopping experience, in which collections are showcased in an editorial format. The real highlight is the Daily Style page, which features countless pearls of wisdom to help you unearth the best look for you. The brand owned by the Miroglio Group, positions itself as a fully fledged style coach through the “Made on Me: What’s your style today?” app, available with three different levels of interaction and functionality. Regarding social media, Motivi has reached 420,000 fans on Facebook and over 10,000 followers on Instagram.


TELA

Avanti tutta in Giappone. Pronto l’e-store

Il womenswear Tela per la prossima primaveraestate/Tela womenswearspring-summer 2016

Sinonimo di moda contemporary dal taglio sartoriale e dal gusto avantgarde, Tela, marchio che fa capo all’azienda Telarosa della famiglia Legrenzi (proprietaria anche del brand Mariella Rosati) accelera sui mercati internazionali, dove realizza il 60% del fatturato. «Giappone e Corea sono i nostri Paesi di riferimento, con oltre un centinaio di clienti wholesale, tra cui Tomorroland e Isetan in Giappone e Lotte in Corea - spiega il direttore commerciale Andrea Legrenzi -. Recentemente abbiamo aperto un pop up store con Takashimaya a Tokyo, cui seguirà un progetto analogo da Isetan». Dall’offline all’online: dopo aver conquistato 350 multimarca a livello internazionale (tra cui a Robinson a Singapore, Harvey Nichols a Hong Kong, Cobra ad Amsterdam, Wait and See a Milano, Flow a Firenze e Macondo a Verona) il brand disegnato da Federica Mora lancerà a breve lo store online, attivo per l’Italia e il resto d’Europa. (a.t.)

Full-speed ahead in Japan. E-store ready to go Renowned for its contemporary fashion, sartorial lines and avant-garde style, Tela - which is part of the Legrenzi family’s Telarosa company (owner of the Mariella Rosati brand) - is stepping up its game in the international markets, which now account for 60% of its revenue. «Japan and Korea are our main points of reference, with over 100 wholesale clients including Tomorroland and Isetan in Japan and Lotte in Korea. We recently opened a pop-up store with Takashimaya in Tokyo and soon we’ll be launching a similar project with the Isetan department store», explains commercial director Andrea Legrenzi. Tela is also looking to increase its online presence: having already secured window fronts in nearly 350 multi-brand stores around the world (including Robinson in Singapore, Harvey Nichols in Hong Kong, Cobra in Amsterdam, Wait and See in Milan, Flow in Florence and Macondo in Verona), the brand designed by Federica Mora has also launched an online store, which will be available in Italy and the rest of Europe soon.

CHRISTIAN LACROIX

Sacha Walckhoff: «Il nostro futuro è nel lifestyle» Sacha Walckhoff - creative director della maison Christian Lacroix dal 2010, dopo 17 anni come braccio destro del fondatore - sintetizza in due parole il concept che farà da sfondo alle strategie del brand nei prossimi anni: «Lacroix experience». Detto in altre parole, un approccio “olistico” al 1 business, con la declinazione del marchio in tanti mondi complementari, con il medesimo leitmotiv. Su questi binari il designer si è mosso negli ultimi cinque anni, con la creazione in azienda di un “lifestyle department”: una sorta di hub per promuovere le collezioni di homewear, tablewear, carta da parati, complementi d’arredo e stationery, tutte prodotte su licenza. Una galassia in evoluzione che non toglie spazio al côté moda: «Da quattro stagioni - racconta a Fashion - abbiamo trovato in Lubiam l’alleato industriale per la nostra linea di menswear, distribuita attualmente in circa 150 punti vendita internazionali, e continuiamo con partner come Alea, Sea e National Standard rispettivamente per l’offerta di camicie, maglieria e calzature». Nel business figurano anche foulard (prodotti da Mantero), occhiali (Mondottica), borse e piccola pelletteria (TWC) e il chidrenswear (Camfoni), ma «in futuro - precisa Walckhoff - ci focalizzeremo sempre più sul lifestyle. In questo ambito c’è più spazio che nella moda, dove c’è troppa offerta». In questa visione si inserisce l’ultima collaborazione con Kartell à la Mode per il lancio di una borsa: «Non solo un accessorio - precisa - ma un oggetto di design, quasi una scultura». (a.t.)

Sacha Walckhoff: “Our future lies in lifestyle” Sacha Walckhoff, who has been creative director of the Christian Lacroix fashion house since 2010 (after 17 years as the founder’s right hand man), sums up the concept that will underlie the brand’s strategies in the coming years in two words: “Lacroix experience”. In other words, the company will take a “holistic” approach, bringing the brand to many complementary worlds, always with the same leitmotif. The designer has been moving in this direction for the last five years, with the creation of a “lifestyle department”, diversifying the Lacroix approach with this hub to promote its collections of homewear, tablewear, wallpaper, furnishing accessories and stationery, all produced under license. A galaxy in constant evolution, where fashion still occupies a significant space: «For the last four seasons - he tells Fashion - Lubiam has been a manufacturing partner for our line of menswear, currently distributed in around 150 international stores, and we continue to work with partners such as Alea, Sea and National Standard, for shirts, sweaters and shoes respectively». The business also encompasses scarves (manufactured by Mantero), glasses (Mondottica), bags and small leather goods (TWC) and childrenswear (Camfoni), however «in the future - Walckhoff explains - we will focus more on lifestyle. There is more space for expansion in lifestyle than in fashion, where there is too much on offer». Included in this vision is the latest collaboration with Kartell à la Mode for the launch of a bag: «It’s not only an accessory - he observes - but an object of design, almost a sculpture».

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1. Sacha Walckhoff 2. Il menswear Christian Lacroix/ Christian Lacroix menswear

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BUSINESS NEWS Harmont & Blaine

Con Parigi parte il piano di internazionalizzazione Altro che New York. È Parigi la città che non dorme mai. Almeno dal punto di vista del retail. Archiviata la settimana della moda con relative inaugurazioni di negozi, nella Ville Lumière si torna a parlare di moda made in Italy grazie ad Harmont & Blaine, che a ottobre ha inaugurato un flagship store al 35 di Boulevard des Capucines. La boutique di 400 metri quadri su due piani e quattro vetrine si trova in una delle principali vie dello shopping parigino, tra place de la Madeleine e l’Opera, (vicino agli store di Gant e di Tommy Hilfiger) e ospiterà le collezioni uomo, donna e junior del marchio del bassotto. Un’apertura che segna un nuovo capitolo nella strategia di internazionalizzazione di Harmont & Blaine, visto che si tratta del primo opening diretto all’estero da parte dell’azienda da 75 milioni di euro di ricavi. «La boutique di Parigi sarà presto seguita da un secondo spazio in Costa Azzurra e dalla distribuzione del marchio tramite il canale multimarca francese», afferma l’a.d. Giulio Guasco, in azienda da un anno in seguito all’ingresso nel capitale, con una quota del 35%, del fondo Clessidra. La prossima tappa della globalizzazione saranno gli Stati Uniti, dove il progetto è di sbarcare in maniera diretta come in Francia. «Pensiamo a location in Florida e in California, dove è più facile esportare lo stile Harmont&Blaine», prosegue Guasco. Ma l’opening di boulevard des Capucines è centrale anche per il rilancio della linea femminile. Nello store parigino, grazie al nuovo concept di Pls Design, il womenswear occupa lo stesso spazio del menswear. Dalla primavera-estate 2016 - racconta Guasco - abbiamo fatto un importante lavoro sulla donna, grazie a una nuova designer, Marianna Cimini. Siamo convinti che da questa linea possano arrivare molte soddisfazioni anche dal punto di vista del fatturato». (an.bi.)

Il negozio di Parigi e due look winter 2016/ The Paris boutique and two look winter 2016

Harmont & Blaine: internationalisation plans begin with Paris Forget New York. Paris is the city that never sleeps. At least from a retail point of view. Fashion week already seems a distant memory as again new store open, and the city is once again abuzz with chatter about Italian fashion thanks to Harmont & Blaine, which in October cut the ribbon on its a new flagship store at No. 35 Boulevard des Capucines. The 400m2 boutique, which extends itself over two floors and four window fronts, is located on one of the main shopping streets in Paris, between Place de la Madeleine and Place dell’Opera (near to the Gant and Tommy Hilfiger stores) and will play host to the brand’s men’s, women’s and junior collections. The opening heralds a new chapter in Harmont & Blaine’s internationalisation strategy, given that it is the first time the company - which generates revenue totalling 75m - has opened a direct store abroad. «The Paris boutique will soon be followed by another space on the Côte d’Azur and the distribution of the brand in French multi-brand stores»,confirmed CEO Giulio Guasco, who has been with the company for a year, since Clessidra bought 35% of its shares. The next target for the brand’s globalisation strategy will be the USA. «We’re thinking about locations like Florida and California, where it’s easy to export the Harmont & Blaine style», continues Guasco. The opening in Boulevard des Capucines is central to the relaunch of the womenswear line. The Parisian store sees womenswear occupy the same space as the menswear collections. «From the spring-summer collection 2016, we’ve done some great work on womenswear thanks to the new designer, Marianna Cimini. We’re convinced that this line can be a big success in terms of revenues».

Essentiel

The global challenge for Essentiel

«Essentiel? Lo abbiamo trasformato da brand monoprodotto di T-shirt a marchio del fashion». «Il nostro obiettivo? Vogliamo continuare a crescere perché c’è spazio». Inge Onsea, imprenditrice e stilista, ha le idee chiare sul marchio, che nel 1999 ha fondato ad Anversa con il marito Esfandiar Eghtessadi. La base da cui si parte sono i circa 42 milioni di fatturato del 2015. La prospettiva è di continuare a crescere a doppia cifra. La priorità ora è sul retail. «Il prossimo opening importante è a Dubai - dice Onsea - ma stiamo lavorando per sbarcare a New York e Milano». Oggi Essentiel conta 22 shop in Belgio più una decina tra Francia, Spagna, Sud Corea ed Emirati Arabi. A questi si aggiungono oltre 800 clienti in 43 Paesi. La distribuzione wholesale (seguita per Italia, Russia e Far East da DMVB showroom) ha un ruolo chiave. «Continueremo a potenziare il canale - assicura Onsea -. In Italia i nostri clienti si chiamano Gio Moretti, Tessabit, LuisaViaRoma e Ratti». Ma alla strategia del marchio non manca una sponda sul prodotto: «La new entry è la linea active». (an.bi.)

«Essentiel? We have transformed it from a singleproduct T-shirt brand to a fashion label. Our goal? We want to continue to grow because there is space to do so». Inge Onsea, entrepreneur and designer, has clear ideas about the brand, which was founded in 1999 in Antwerp with her husband Esfandiar Eghtessadi. In 2015, the brand had a turnover of around 42 million euros. This is expected to reach double digits. Retail is the current priority. «The next important opening is in Dubai», Onsea remarks, «but we plan to expand to New York and Milan». Essentiel currently has 22 shops in Belgium and over a dozen spread across France, Spain, South Korea and the UAE. In addition to these the company serves over 800 customers in 43 different countries. Wholesale distribution (which takes place in Italy, Russia and the Far East via DMVB showroom) plays a key role. «We will continue to enhance the distribution system», Onsea promises. «In Italy our customers are Gio Moretti, Tessabit, LuisaViaRoma and Ratti». But the strategy of the brand does not lack a fallback: «The new entry is the active line».

La sfida si fa globale

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MARIELLA ROSATI for

Mariella Rosati compie 20 anni: «Siamo pronti a nuove sfide» La capsule "Le Jardin en Fleurs" celebra i primi 20 anni di Mariella Rosati, che del romanticismo e della femminilità è sempre stata paladina. Un anniversario importante, che traghetta la label verso una dimensione più internazionale.

L'idea è nata guardando una mostra in corso a Como, "I Giardini di seta", dedicata al binomio tessuto-botanica dal Settecento ai giorni nostri attraverso la decorazione floreale. Un'intuizione che è diventata subito progetto: perché, si sono chiesti da Mariella Rosati, non realizzare una capsule totalmente flowers-inspired per festeggiare i 20 anni del marchio, che sin dall'inizio, in ogni collezione, ha sempre omaggiato i fiori? «Abbiamo ideato una nuova stampa, fil rouge di tutti i capi, che unisce il ramage botanico e il carattere del fiore digitale fotografico», spiega il direttore commerciale Massimiliano Legrenzi, mentre mostra gli abiti in twill e voile di seta, con ricami in chiffon laserato, incrostazioni in lucite e applicazioni di jais e cristalli Swarovski. «Una limited edition elegante e romantica, in sintonia con l'essenza del brand - continua - era il modo migliore per celebrare questo importante traguardo, che per noi rappresenta al tempo stesso un punto di partenza per nuove sfide». Sfide globali: la linea è distribuita in oltre 500 multimarca, per il 60% in Italia, ma «sta consolidando le proprie posizioni in key-market come Spagna, Olanda, Polonia e Russia e ampliando il proprio raggio d'azione a livello worldwide». Forte di oltre 200 pezzi in campionario, con uno sviluppo taglie dalla 40 alla 52, Mariella Rosati cambia marcia anche sul fronte dell'offerta: «Puntiamo a introdurre dei flash stagionali per rinfrescare l'assortimento in negozio», dice Legrenzi, consapevole che oggi competitività fa rima con velocità. «Restando fedeli - aggiunge - ai fondamentali di sempre: qualità dei tessuti, ottima vestibilità, un'eleganza contemporanea ma senza tempo».

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MARIELLA ROSATI for

Foto di gruppo all'evento Mariella Rosati, organizzato presso la showroom Casile&Casile, e alcune immagini della capsule Le Jardin en Fleurs A group photo of Mariella Rosati event, organized at the showroom Casile & Casile and some images of the capsule Le Jardin en Fleurs

Mariella Rosati celebrates its 20th anniversary: «We’re ready for new challenges» The “Le Jardin en Fleurs” capsule collection celebrates 20 years of Mariella Rosati, an ever-present in championing romanticism and femininity. The milestone anniversary sees the label looking to take on a more international dimension.

The idea came about while taking in an exhibition in Como. “I Giardini di Seta” ("Silk Gardens") was dedicated to the relationship between textiles and botany from the 1700s until the present day, represented through the medium of floral decorations. It was the spark for a new project: why not create a capsule collection completely inspired by flowers to celebrate Mariella Rosati’s 20th anniversary? After all, ever since the brand’s first steps, flowers have played a big part in every one of its collection. «We created a new print which adorns all the garments and combines botanical foliage with the strong character of digitally photographed flowers,» explains commercial director Massimiliano Legrenzi, showing off dresses in twill and silk voile, with laser chiffon embroidery, Lucite detailing and flashes of jet and Swarovski crystals. «An elegant, romantic limited edition that encapsulated the very essence of the brand was the perfect way to celebrate this important milestone, which we see as the starting point for new challenges,» continues Legrenzi. Those challenges look set to take on an increasingly international dimension: Mariella Rosati’s lines are distributed in over 500 multi-brand stores, and although 60% of distribution is in Italy, the company is «consolidating its position in key markets such as Spain, Holland, Poland and Russia and increasing its scope of action all around the world.» With over 200 pieces in its portfolio ranging from European size 40 to 52, Mariella Rosati is also looking to add even more facets to its offering. «We want to bring in seasonal flash releases to freshen up our in-store range,» explains Legrenzi, who knows that rapid action is vital to ensuring competitiveness. «That said, we will stay true to our age-old fundamental values: quality materials, fantastic wearability and contemporary - yet timeless - elegance,» he adds.

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BUSINESS NEWS

Centro Estero Umbria

Il cashmere made in Umbria colora la fashion week Anche il cashmere umbro ha avuto la sua speciale ribalta alla settimana milanese della moda donna: il 22 settembre il Centro Estero Umbria ha inaugurato “Luxe of botanical dyed cashmere”, mostra dedicata all’importante distretto, attraverso un viaggio alla scoperta del colore vegetale e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Presso la nuova sede dell’Adi (Associazione per il Disegno Industriale) di via Bramante 42 gli ospiti hanno potuto scoprire, in particolare, tre progetti, accumunati dal tema del colore e dalle nuove possibilità di tintura naturale della più nobile delle fibre. La filatura Cariaggi ha presentato “Systema Naturae”, sperimentazione avviata nel 2006, dalla quale si è sviluppata una linea di filati in cashmere tinti con colori vegetali. Frutto di questa iniziativa anche la mostra “Tinctoria: la Civiltà dei Colori”, inaugurata lo scorso giugno a Palazzo Vecchio di Firenze e riproposta in alcune sezioni proprio nell’ambito di “Luxe of botanical dyed cashmere”. Tintoria Ferrini ha curato un allestimento di maglie, che ha permesso di ammirare e toccare con mano la bellezza naturale dei colori ottenuti, ad esempio, dalle essenze del mallo di noce, del peperone e del carciofo. La designer Ilana Efrati, che vive e lavora fra Todi e Tel Aviv, ha presentato l’installazione “Arazzi Mediterranei”: quattro grandi pannelli in maglia jacquard, realizzati con fili tinti con pigmenti naturali, a rappresentare le quattro stagioni. Sono stati premiati inoltre Heera Singh, Kithy Gourrat e Aled Owen, i tre studenti di fashion design della Central Saint Martins di (e.a.) Londra, vincitori dell’edizione 2015 dell’Umbria Cashmere District Award. 1

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1. L’installazione di Tintoria Ferrini/Tintoria Ferrini’s installation 2. “Systema Naturae” di Cariaggi/Cariaggi’s “Systema Naturae” 3. I pannelli di Ilana Efrati Creations of Ilana Efrati

Umbrian cashmere colored the fashion week

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Umbrian cashmere got its moment in the spotlight at women’s fashion week in Milan as Umbria Trade Agency unveiled the “Luxe of Botanical Dyed Cashmere” exhibition dedicated to the renowned cashmeremaking region. The exhibition is a journey of discovery through botanical dye and its evolution over the course of the centuries. At the new headquarters of the Association for Industrial Design (ADI) at No. 42 in Via Bramante, guests were able to get to know three projects united by the theme of colour and the new possibilities created by the idea of using natural dyes for this finest of fabrics. The Cariaggi spinning mill presented Systema Naturae, an experiment which was launched in 2006 and has now given rise to a line of cashmere coloured with plant-based dyes. Another result of this initiative was the “Tinctoria: the Civiltà dei Colori” exhibition, inaugurated at the Palazzo Vecchio in Florence in June, some sections of which are now on show again as part of Luxe of Botanical Dyed Cashmere. Tintoria Ferrini prepared a display of knits, allowing guests to get a first-hand experience of the natural beauty of the colours, which were obtained using the essences of walnut husks, peppers and artichokes. The designer Ilana Efrati, who lives and works between Todi and Tel Aviv, unveiled the Arazzi Mediterranei installation, featuring four large panels in knitted jacquard, created with yarn dyed with natural pigments, representing the four seasons. Moreover, Heera Singh, Kithy Gourrat and Aled Owen, three fashion design students from Central Sain Martins in London, were unveiled as winners of the 2015 edition of the Umbria Cashmere District Award.

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forte_forte

La nostra storia di successo «L’idea che ha portato alla nascita di forte_forte nel 2002 è arrivata da mio fratello Paolo: vide dei capi che avevo ricamato a mano in un momento di massima libertà e da lì partimmo, con la voglia di fare qualcosa che ci rispecchiasse e ci divertisse»: così Giada Forte racconta le origini di un marchio premiato dal mercato. Alle spalle i due fratelli avevano una consolidata esperienza nella maglieria, il business di famiglia, con sede in Veneto. «A studiare l’identità del progetto ha contribuito anche Robert, il mio compagno», aggiunge Giada per “par condicio”. Sta di fatto che la collezione stagione dopo stagione è cresciuta e si è strutturata, pur rimanendo fedele ai principi ispiratori: purezza, femminilità, qualità e made in Italy. Oggi forte_ forte collabora con circa 500 boutique selezionate nel mondo. Due terzi del fatturato sono realizzati all’estero. Oltre all’Europa, l’azienda è proiettata verso gli Stati Uniti e l’Asia. Un progetto a cui si sta lavorando è l’apertura del (e.a.) primo negozio forte_forte.

Our success story

«It was my brother Paolo’s intuition that led to the birth of forte_forte in 2002: he saw some clothes that I had embroidered by hand and we started from there, hoping to do something that would both mirror our characters and bring us enjoyment»: this is how Giada Forte recounts the origins of an award-winning brand. The siblings have extensive experience in knitwear, which is their family business, based in the Veneto. «My partner, Robert, has also contributed to the project’s identity» Giada acknowledges. The fact remains that the collection has evolved and developed season after season, while always remaining true to its founding principles: purity, femininity, and “Made in Italy” quality. forte_forte clothes are timeless and created with absolute, limitless freedom. «We love fine materials and experimenting with different treatments and washes, mixing men’s garments with weightless, ethereal silks» Giada explains. Today forte_forte collaborates with around 500 selected boutiques worldwide. Two-thirds of their sales stem from abroad. In addition to Europe, the company intends to make strides in the United States and Asia. The first forte_ forte shop is in the pipeline.


AZZURRA GRONCHI for

Azzurra Gronchi ci porta direttamente ai Caraibi, con una collezione ispirata alle nuance dell’oceano e della barriera corallina, tra pesci pagliaccio e pappagallo, anemoni e coralli. Grafiche personalizzate, dai colori esuberanti, vengono riportate su pelli effetto razza tramite serigrafie di grande impatto visivo, realizzate nella storica azienda di famiglia, la rinomata conceria Samanta: una realtà leader della tradizione toscana, specializzata da oltre 40 anni nella lavorazione di pellami stampati di prima scelta. Azzurra Gronchi takes us straight to the Caribbean with a collection inspired by the colours of the ocean and the coral reef, where clown fish, parrot fish, anemones and coral glint under the warm sun. Personalised graphics in exuberant colours are applied to ray-effect leather using high-impact serigraphs made by an historic family company, the renowned Samanta tannery. One of the leading names in Tuscany’s traditional leather-making sector, Samanta has over 40 years’ experience in working with first-rate printed leather.


DIGITAL FASHION

Even fashion must strive for customer

BRANDY

Anche la moda alla prova del customer engagement Al summit Brandy il punto sulle sfide dei marchi lifestyle: dal customer engagement alla logistica, tra marketing emozionale e omnicanalità di/by Alessandra Bigotta

Under the spotlight at Brandy the challenges of the lifestyle brands: customer engagement, logistics, emotional marketing, omnichannel

A

cquisire, più che quote di mercato, quote “di emozione”: questa la sfida dei lifestyle brand. Lo ha ribadito Leonardo Buzzavo, presidente della società Quintegia, illustrando le ragioni che lo hanno spinto a organizzare a Milano, il 7 e 8 ottobre, la prima edizione di Brandy, di cui Fashion è stato media partner. Un summit suddiviso in 13 sessioni, che ha coinvolto più di 500 partecipanti. Come fidelizzare i nuovi consumatori? Quali le strategie per far scattare il famoso “engagement” che tutti invocano? Domande che hanno dominato la due giorni, considerato il fatto che, come ha affermato Marco Di Dio Roccazzella di Value Lab, «poco meno del 10% dei visitatori in negozio finalizza un acquisto. Di questi, solo l’1% compra online». I riflettori sono puntati sul consumatore: occorre farlo “innamorare” del prodotto, meglio se made in Italy (come ha detto Carlo Urbinati di Foscarini), comunicargli un dna forte (Edoardo Caovilla di René Caovilla), investire sulla “proattività” nei negozi fisici e virtuali (Matteo Alessi di Alessi), renderlo parte di una community (Simone Panfilo di Lovethesign) e coinvolgerlo con iniziative di cui diventi il protagonista, come il concorso #ChoosemeEF indetto da Elisabetta Franchi. «Le persone, art director di se stesse attraverso i social, devono diventare parte integrante della 38

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nostra realtà» ha puntualizzato Monica Gagliardi del Gruppo Ovs. «Interagendo profondamente con il consumatore - ha concordato Enrico Fantaguzzi di TwinSet Simona Barbieri - lo si schioda dalla tentazione di inseguire solo gli sconti». Una considerazione che ha portato Piquadro «a mettere alla prova i “follower” - ha raccontato Marco Palmieri - chiedendo loro di creare la propria borsa». «Il digitale non è solo business, ma cultura» ha chiosato Andreas Schmeidler di vente-privee. Le strutture aziendali devono adeguarsi ai tempi: se Sauro Mariani di Antony Morato ha insistito sull’importanza di ragionare in un’ottica B2B2C, Daniele Fregnan di Benetton ha portato alla ribalta il ruolo chiave della logistica nell’omnicanalità. Anche il lusso rivede i suoi paradigmi. «Il retail è la sua arma migliore per conoscere da vicino la clientela e comunicare l’eccellenza, con ripercussioni pure sulla multicanalità» ha osservato Luca Solca di Exane. Soprattutto per le realtà medio-piccole, il supporto di un private equity può costituire la base per fare un salto di qualità. Anche in questo caso si può parlare di “engagement”. «Negli anni Novanta gli imprenditori della moda cercavano nei fondi partner finanziari - ha ricordato Andrea Ottaviano di L Capital -. Oggi, invece, hanno bisogno di condividere un progetto». ●

Rather than acquiring market shares, the challenge of lifestyle brands is to acquire a share of “emotion”. Leonardo Buzzavo, president of the Quintegia company, emphasized the idea that led him to organize the first edition of Brandy, on the 7th and 8th October in Milan, an event with Fashion as a media partner and more than 500 participants. How can companies gain new consumers? What strategies should they employ to increase the much-discussed “engagement”? These questions dominated the event, starting with the fact that, as Marco Di Dio Roccazzella of Value Lab pointed out, «slightly less than 10% of visitors in a store make a purchase and of these only 1% buy online». The spotlight is on the consumer. It is necessary to make him «fall in love» with the products - all the better if they are “Made in Italy” (as Carlo Urbinati from Foscarini observed), to convey a strong identity (Edoardo Caovilla from René Caovilla), to invest in the “proactivity” of real and online stores (Matteo Alessi from Alessi), to make him part of a community (Simone Panfilo from Lovethesign) and to involve him in initiatives such as the #ChoosemeEF competition by Elisabetta Franchi. Monica Gagliardi from Gruppo Ovs, leading the way in “customer engagement”, made it clear that «people have become their own art directors through social media and they must become an integral part of our enterprise». Enrico Fantaguzzi of Twin-Set Simona Barbieri remarked that «a strong interaction with the customer removes the temptation to only seek out discounted items». Marco Palmieri pointed out that this statement led to Piquadro «testing their ‘followers’ by asking them to design their own bags». «The digital era is about culture, as well as business» commented Andreas Schmeidler of vente-privee. Corporate structures must adapt to the times: while Sauro Mariani from Antony Morato stressed the importance of B2B2C strategies, Daniele Fregnan of Benetton emphasized the key role of logistics in omnichannel retailing. Even the paradigms of luxury change over time. «Retail is the best means of getting close to the customer and conveying excellence, with repercussions even for multichannel retailing» observed Luca Solca from Exane. Especially for small and medium sized companies, the support of private equity can provide a platform for a qualitative leap forward. Even in this instance we can speak about “engagement”. «In the nineties, fashion entrepreneurs were looking for funds primarily from financial partners - Andrea Ottaviano from L Capital recalled - Today, they primarily need to share projects». ●


al CONVEGNO DI FASHION

Digital e made in Italy si incontrano La mattina dell’11 novembre, all’Hotel Four Seasons di Milano, la nostra testata organizza il suo primo convegno sul digital fashion, per gettare un ponte tra i nomi dell’eccellenza made in Italy e i player che attraverso l’high tech e le strategie più avanzate di marketing li possono accompagnare nelle sfide dell’omnicanalità. Un incontro che si rivolge a una platea di imprenditori e addetti ai lavori per affrontare una domanda cruciale: come trasmettere al meglio, attraverso i canali di vendita online e le nuove strategie di customer engagament, i valori di una filiera unica al mondo? Le risposte emergeranno da una tavola rotonda, moderata dal nostro direttore e a.d. Marc Sondermann, che vede al tavolo dei relatori una presenza d’eccezione, quella di Michael Kliger: ex eBay Enterprises, ora presidente di MyTheresa. com (gruppo Neiman Marcus), interviene per la prima volta in Italia a un evento di questo tipo. Insieme a lui nomi come Eraldo Poletto (ceo di Furla), Enrico Moretti Polegato (ceo di Diadora) ed Enrico Roselli (ceo di La Martina Europe). Il summit si avvale del supporto di Smi e del Consorzio Netcomm, oltre che di una serie di sponsor a partire da Kooomo, piattaforma di e-commerce italiana, con uno zoccolo duro di clienti moda. In prima linea anche Teradata, colosso del relationship marketing, Arvato Bertelsmann, leader tra i full service provider, e Demandware, multinazionale attiva nella fornitura di soluzioni di cloud commerce. E ancora, Rödl & Partner - uno dei maggiori studi professionali multi-disciplinari al mondo, particolarmente ferrato sulle tematiche dell’e-commerce -, e Value Lab, realtà di spicco nella consulenza strategica che, grazie all’intesa con Serj Jakala, darà vita a una delle più importanti società internazionali nei settori management consulting, analytics, digital e technology. (a.b.)

Il presidente di MyTheresa.com, Michael Kliger, è tra i relatori al convegno di Fashion l’11 novembre The chairman of MyTheresa.com, Michael Kliger, is among the speakers at the summit organized by Fashion next 11th November

A meeting point for digital and made in Italy On the morning of 11 November, at the Four Seasons Hotel in Milan, our magazine will organize its first summit on digital fashion, to build a bridge between “Made-in-Italy” brands and the companies that can help them face the new challenges of omnichannel sales through advanced technology and marketing strategies. At the meeting a select audience of entrepreneurs and other experts will answer a crucial question: how to convey the values and uniqueness of the Italian fashion industry through digital channels, adopting new customer engagement strategies? The answers will come from a round table, moderated by our CEO and editor-in-chief, Marc Sondermann, and will include Michael Kliger, the former vice president of eBay Enterprises, now CEO of MyTheresa. com (Neiman Marcus Group), who will speak for the first time at an event of this kind in Italy. Other speakers include Eraldo Poletto (CEO of Furla), Enrico Moretti Polegato (CEO of Diadora) and Enrico Roselli (CEO of La Martina Europe). The summit is sponsored by Smi-Sistema Moda Italia, Consorzio Netcomm, with outstanding sponsors including Kooomo, an e-commerce Italian platform founded 15 years ago, with a loyal base of fashion customers; Teradata, the global relationship marketing giant; Arvato Bertelsmann, one of Europe’s leading full service providers; Demandware, a multinational that provides advanced solutions for cloud commerce. Rödl & Partner, one of the largest professional multi-disciplinary law firms in the world, with particular experience in matters of e-commerce, will also be present at the event, along with Value Lab, a leading strategic consultancy which, due to its recent agreement with Serj Jakala, is about to become one of the largest international companies in the field of management consulting, analytics and digital technology.

Decoded Fashion Milano

Tempo di “Bricks & Bites” Nuova location, il Magna Pars di via Tortona, due giorni di incontri invece di uno e un programma sempre più ricco di spunti per la terza edizione di Decoded Fashion, il summit dedicato al fashion e al tech, il 17 e il 18 novembre a Milano. Fra gli elementi di innovazione la maggiore opportunità di networking per pubblico e partner e una App, che consentirà ai partecipanti di interagire in tempo reale durante l’evento. Tema guida della kermesse - con e-Pitti.com nel ruolo di partner per l’Italia del summit, e Fashion in prima linea come media partner - è “Bricks & Bites: Shaping the New Retail. Data, Personalisation and Influencers”. «Moda e retail attraversano un’epoca di grande trasformazione - commenta Francesco Bottigliero, a.d. di Fiera Digitale -. Una rivoluzione all’insegna del digitale e delle nuove tecnologie». In primo piano a Decoded Fashion anche i progetti innovativi di giovani imprenditori nel settore fashion-tech. Verranno premiati i vincitori di The Fashion Pitch, concorso riservato alle start-up, che hanno la chance di presentare i loro progetti B2B e B2C a una commissione di esperti. Tra i partner di quest’anno Hogan, Fashion Technology Accelerator e Facebook, che metteranno in palio premi per i vincitori. Del panel di relatori fa parte anche il direttore e amministratore delegato di Fashion, Marc Sondermann. Oltre a lui, sul palco, nomi come Carlo Capasa, Simone Marchetti, Alberto Premi, Andrea Panconesi, Toni Thorimbert e altri. (c.me.)

It’s time for “Bricks & Bites” A new location at the Magna Pars on via Tortona offers a jam-packed two-day agenda instead of just one for the third edition of Decoded Fashion, a summit dedicated to fashion and technology, slated for 17th-18th November in Milan. The meeting presents new opportunities for networking with the public and partners and, among the innovative new features, shows an app that will allow participants to interact in real time during the event. With e-Pitti.com as the summit partner and Fashion as media partner, the event is about “Bricks & Bites: Shaping the New Retail. Data, Personalisation and Influencers”. «Fashion and retail are experiencing an era of major transformation - says Francesco Bottigliero, managing director of Fiera Digitale -. A revolution where digital and new technologies have a high impact». In the spotlight are also innovative ventures, led by young entrepreneurs in the fashion technology sector. Winners of The Fashion Pitch competition, exclusively for startups, will be named based on their B2B and B2C presentations to a jury of experts. Some of the partners this year include Hogan, Fashion Technology Accelerator and Facebook, which will be presenting prizes to the winners. CEO and editor-in-chief of Fashion, Marc Sondermann will also be a part of the speakers panel, as well as Carlo Capasa, Simone Marchetti, Alberto Premi, Andrea Panconesi, Toni Thorimbert and others.

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Giovanni Fabiani for

La cultura del made in Italy Partendo dall’alta qualità, il calzaturificio di Fermo guarda al futuro rinnovando lo stile delle sue tre linee, Giovanni Fabiani, Fabiani e Sara Kent, e investendo sulla distribuzione e la comunicazione a livello internazionale.

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a storia del calzaturificio Giovanni Fabiani inizia nel 1970, quando il giovane imprenditore Giovanni Fabiani, dotato di capacità tecniche e manageriali, getta le basi di un solido progetto industriale nel segno dell’alta qualità made in Italy. Dopo 45 anni la Giovanni Fabiani è una realtà che a Fermo vanta uno stabilimento di 5mila metri quadri, impiega 130 addetti e con le sue tre linee, Giovanni Fabiani, Fabiani e Sara Kent, è affermata a livello internazionale nel mercato della calzatura donna del segmento lusso. Ma non ci si ferma qui. Nelle ultime stagioni si è lavorato molto sulla definizione dello stile di ciascuno dei tre brand: Giovanni Fabiani, fiore all’occhiello della manifattura, sinonimo di eleganza e qualità, per una donna contemporanea e mai eccessiva nelle scelte; Fabiani rivolto a una consumatrice più classica e destinato principalmente al mercato russo; infine Sara Kent, dal mood giovane, fresco e trendy, una ventata di novità per colpire un pubblico trasversale attento ai dettami della moda. Con un business realizzato quasi esclusivamente all’estero, Giovanni Fabiani ha ora nel mirino soprattutto gli Stati Uniti, dove è già attiva una showroom, e la Cina, dove si punta ad aprirne una. Il primo passo per affrontare lo sviluppo è stato quello di lavorare sul prodotto. Al rinnovamento stilistico sono seguiti gli aspetti legati all’immagine e alla comunicazione. Dal sito ai social network, dalla pubblicità alle collaborazioni con designer e blogger, fino al traguardo dell’e-commerce: sono tutti temi che l’azienda sta affrontando. Non ultimo, la Giovanni Fabiani è legata da un rapporto di sponsorizzazione con lo Sferisterio di Macerata per il Macerata Opera Festival, a conferma del forte sentimento di appartenenza che lega l’impresa al suo territorio e della convinzione che anche la moda può “fare” cultura.


Giovanni Fabiani for

FABIANI FABIANI

SARA KENT

The Made in Italy culture By placing impeccable quality at the centre of its operation, the Fermobased shoemakers is looking to the future, refreshing the style of its three lines, Giovanni Fabiani, Fabiani and Sara Kent, while investing in distribution and communication on an international level.

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he story of the Giovanni Fabiani shoemakers begins in 1970, when young entrepreneur Giovanni Fabiani – a man of notable technical and managerial ability – laid the foundations of an enduring industrial project that encapsulates top quality Italian production. Forty-five years later, Giovanni Fabiani now boasts a 5000m2 production facility in Fermo, employs 130 people to produce its three lines, Giovanni Fabiani, Fabiani and Sara Kent, and is an internationally renowned player in the women’s luxury footwear industry. But that’s not all. In recent seasons, a great deal of effort has been invested in defining the style of each of the three brands. Giovanni Fabiani, the jewel in the brand’s crown, is synonymous with elegance and quality, for a con-

SARA KENT

temporary woman that always makes the right fashion choices. Fabiani, on the other hand, is designed for the more traditional customer and is principally orientated towards the Russian market, while Sara Kent has a youthful, fresh and trendy feel to it and features an array of new styles ready to wow a varied, fashionconscious audience. Operating almost exclusively in the foreign market, Giovanni Fabiani is now turning its attentions to the United States, where it already has a showroom, and China, where it plans to open one soon. The first step in developing the brand was to fine-tune the style of the product, while this was closely followed by aspects linked to image and communication. Indeed, the company is active across a plethora of channels, from its website, social networks and advertising campaigns to collaborations with designers and e-bloggers and even a move into the world of e-commerce. Last but not least, Giovanni Fabiani has a sponsorship agreement with the Sferisterio di Macerata venue for the Macerata Opera Festival, confirming the strong sense of belonging that links the company to its local area and the conviction that fashion too can “do” culture.

CALZATURIFICIO GIOVANNI FABIANI S.r.l. Via dell’Industria 50 - 63900 Fermo (FM) - Tel +39 0734 642479 - Fax +39 0734 642477 - info@giovannifabiani.it


Photo Imaxtree

TREND SPRING-SUMMER 2016

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faster THAN

change a cura di/by Alessandra Bigotta

CHANEL

Molto di nuovo è successo sulle passerelle internazionali del prêt-à-porter: dalla prima prova di giovani direttori creativi al comando di griffe di lungo corso, fino all’annuncio a sorpresa di una nomina che ha sbaragliato qualunque pronostico, quella di Demna Gvasalia al timone di Balenciaga. Le collezioni, anche quelle non direttamente coinvolte da svolte che ne rimettono in discussione i fondamentali, cavalcano l’onda del rinnovamento. Senza andare a scomodare Gucci, che con Alessandro Michele come direttore creativo ha raccolto e vinto la sfida di tagliare i ponti con il recente passato, codici validi non molto tempo fa appaiono improvvisamente superati. Difficile individuare il trend imperante: c’è spazio tanto per un’apparente anarchia stilistica, quanto per la purezza di uno dei colori del momento, il bianco. Parla il prodotto, ma parlano (tanto) anche le trovate sceniche: tra selfie in passerella, show aperti al pubblico, uomini vestiti in abiti femminili, tutto è “very social”. Fa scalpore ma si consuma velocemente. Capire quale sia la vera tendenza, quella che durerà nel tempo, diventa più complicato.

It’s been new developments galore on the recent international prêt-à-porter catwalks: from the debuts of young creative directors at the helm of well-established labels to the announcement of an appointment that went against all the predictions, Demna Gvasalia to Baleciaga. The collections, even those not directly affected by the shake-up, have reflected this wind of change. Apart from Gucci, that with Alessandro Michele as creative director has succeeded in making a clean break with the recent past, stylistic codes that were considered up to date not much time ago suddenly seem outdated. it is difficult, anyway, to identify the “number one” trend: there is space both for an illusory stylistic anarchy, and for the purity of one of the most seen colors, white. The product speaks, but also scenic expedients play their part: among catwalk selfies, shows open to the public, men dressed like women, everything is “very social”, makes noise but quickly burns out. To understand which will be the “true” trend, who is able to last, becomes more difficult.

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max mara

N° 21

lA peite robe chiara boni

TREND SPRING-SUMMER 2016

#PARALLEL IMPRESSIONS Ancora righe, ma rinnovate: grandi, colorate, sghembe, dai confini indefiniti. Non più emblema di disciplina e rigore, ma fulcro di una nuova libertà del vestire.

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stella jean

alexander wang

PAUL SMITH

emporio aRmani

More stripes, but in a myriad of reworked styles: oversized, coloured, twisted, undefined. No longer a symbol of discipline and precision, but an expression of a rediscovered freedom in our way of dressing.


MAISON MARGIELA

aquilano.rimondi

damir doma ERMANNO SCERVINO

saint laurent

anteprima blugirl

#conceptual see-through Il termine “trasparenza” evoca concetti di provocazione e trasgressione. Ma nelle nuove collezioni si riallaccia a una seduzione più di testa che di corpo: intrigante, quasi rigorosa. Transparencies evoke the concepts of provocation and transgression. But throughout the new season’s collections they are used to seduce with the mind rather than the body: intriguing, almost unyielding.

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miu miu

BOTTEGA VENETA

dries VAN NOTEN

TREND SPRING-SUMMER 2016

#eclectical muse Gucci si rifà alla “Carte de tendre” di Madeleine de Scudéry e Miu Miu elogia l’irrazionalità, facendosi portabandiera di un movimento per il quale la ribellione alle regole parte dall’estetica.

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ARTHUR arbesser

VIVETTA

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GUCCI

Gucci draws inspiration from Madeleine de Scudéry’s Map of Tendre and Miu Miu celebrates irrationality, positioning itself as the standard bearer of a movement for which rebellion starts from aesthetics.


Transform your bag!


prada

jacquemus

lanvin

TREND SPRING-SUMMER 2016

#SUBVERTING SYMMETRy Ripartire dal classico per ribaltarne i canoni: la giacca scopre sofisticati, inediti equilibrismi. Il gilet è tagliato a metà. E il tailleur, emblema borghese, diventa il capo più sovversivo.

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VERSUS

marni

christopher kane

anthony vaccarello

Classic pieces are subverted. Jackets are given a new, original sense of balance. Waistcoats are cut in half. And the trouser suit, symbol of the bourgeoisie, takes on a more underground vibe.


#DECO DELIGHT Le nuove collezioni non amano le superfici piatte. Ăˆ un tripudio di ricami e applicazioni di ogni genere, che attraverso il forte impatto visivo ribadiscono valori di pregio e unicitĂ .

alexander mcquEen

trussardi givenchy

christian dior

valentino fendi

dolce&gabbana

There’s no place for plain surfaces in the future. No, the future is a smorgasbord embroidery and detailing, hammering home the values of quality and uniqueness through their vibrant visual impact.

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TREND SPRING-SUMMER 2016

#caught in the waist Il punto vita come crocevia di sensualità e femminilità, esaltato da cinture alte e importanti, grandi fibbie metalliche, o da un semplice fiocco annodato lateralmente.

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ANTONIO marras

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roberto cavALLI

ralph lauren

fausto puglisi

HERMÈS

balmain

The waist is the crux of sensuality and femininity, emphasised here by eye-catching high belts, large metal buckles or simple bows tied around.


LOUIS vuitton

loewe

hood by air

#contemporary rider Non è la tuta elegante, da sera, sofisticata quella che si è vista sulle passerelle del fashion month. I suoi mondi di riferimento sono ben diversi: dal motociclismo all’aviazione.

iceberg

PHILOSOPHY di lorenzo serafini

balenciaga

thomas tait

This is not the elegant evening jumpsuits we saw on the catwalks during fashion month. It draws its inspiration from very different worlds: motorcycling and aviation.

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versace

giaMbattista valli

les copains

TREND SPRING-SUMMER 2016

#pattern clash Fashion designer come artisti contemporanei: gli abiti diventano tele sulle quali sbizzarrirsi con patchwork e fantasie funamboliche. Il risultato è una sorprendente, divertente armonia.

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andrea incontri

msgm

byblos

emilio PUCCI

Fashion designers as contemporary artists: dresses become canvases to be decorated with patchworks and eye-popping patterning. The result? A shocking, playful harmony.


Ynot for

Più di un marchio. Un modo di essere Non solo borse e valigie stampate. YNot? ora significa anche abbigliamento e calzature. Un universo originale e completo, pronto a rafforzare la sua presenza retail.

Dive Art Queen

I

l mondo di YNot? si amplia sempre più. Il marchio - partito nel 2010 con le ormai famose borse e valigie stampate, sviluppate in diversi temi per dar modo a ciascuno di esprimere la propria personalità, al di là delle convenzioni - allarga

gli orizzonti. Con la primavera-estate 2016 viene presentata una linea sia femminile che maschile sportiva in nylon, composta da zaini per lei e da zaini, cartelle e borsoni per lui, dall’anima pop. Ma non è finita qui. Completano la proposta YNot? una linea di abbigliamento, prodotta in licenza dalla pugliese Nifra, e una di calzature: sneaker e stivali da pioggia per la stagione invernale, sneaker, ballerine e zeppe per quella estiva, con stampe in abbinamento alle borse e agli accessori. Dopo aver completato il proprio universo e aver debuttato a TheMicam di settembre, YNot?, che attualmente serve già 850 multimarca in Italia e 600 all’estero, si appresta a rafforzare la sua presenza retail. Dietro a YNot? c’è l’azienda Gioshi, nata nel 2003, sulla base di una lunga tradizione famigliare nella pelletteria, cominciata nella Milano degli anni Cinquanta.

PARIGI NIGHT TIME

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WOMENswear

SPRING/SUMMER 2016

a milan

fashion tour Dalla ribalta di White, Super e Mipap alle showroom e alle location in cittĂ : non solo passerelle a Milano ma anche tanti spunti e novitĂ per i trend che verranno. di/by Carla Mercurio e Angela Tovazzi

From the limelight of the White, Super and Mipap fairs to the showrooms and locations in the city: Milan hosts not only catwalks but also many ideas and innovations for trends to come.

BRUNELLO CUCINELLI

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Contemporary ALLURE

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PRIMAVERA-ESTATE 2016

Soft shapes above all

FABIANI

Lo stile minimal reinterpreta i canoni della tradizione da un punto di vista contemporary

Minimal style gives traditional design a contemporary and updated makeover

COCCINELLE Grande protagonista della nuova collezione estiva Coccinelle è la tonalità silver, che rende glamour la ladybag Arlettis e trasforma gli interni in dettagli design.

The big star of the Coccinelle summer collection is the silver tone, which gives the Arlettis ladybag a super glamorous touch and transforms interiors into design details.

Deeply Personal Elina Vanaga, stilista lettone di Riga, ha portato a Super la sua collezione di esordio. Una proposta dalle linee decise ed essenziali, che indugia sui rimandi fra maschile e femminile.

Elina Vanaga, a Latvian designer from Riga, has brought her debut collection to Super, featuring bold, simple lines and mixing elements from the male and female wardrobes.

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KOCCA

brunello cucinelli


MANILA GRACE

BUCOBIANCO Presentata a Super, Bucobianco prende il nome dall’omonimo negozio di via Sciesa, a Milano, dove nascono le creazioni caratterizzate dalle grafiche pop ideate da Giacomo Nee e Barbara Branciforti.

Presented at Super, Bucobianco takes its name from the eponymous store in Milan’s Via Sciesa, the birthplace of Giacomo Nee and Barbara Branciforti’s pop-art creations.

BALOSSA

SSHEENA

Con le sue camicie Balossa, ideate nel 2014, Indra Kaffemanaite ha vinto l’Inside White award di settembre 2015. Per comprendere al meglio linee, tagli e lavorazioni la stilista lituana consiglia: «Indossatele!».

In September 2015 Indra Kaffemanaite was awarded the Inside White prize for her 2014 Balossa shirts. To get a real feel for the silhouettes, fit and workmanship, the Lithuanian designer recommends: «Just try them on!».

ACHIM FREYER «Catch your soul»: con questa esortazione fa il proprio ingresso sul mercato la shoe art couture di Achim Freyer, pittore, scenografo e collezionista d’arte di fama internazionale. Esposte a Milano le prime nove paia di calzature dall’esprit giocoso e onirico. Tutte made in Italy. Anzi, made in Parabiago.

BUCOBIANCO

«Catch your soul» is Achim Freyer’s message as he brings his couture shoe art to the market. The first nine pairs of the internationally renowned painter, set designer and art collector’s playful, dreamlike footwear were on display in Milan, all of them made in Italy. Or to be more specific, in Parabiago.

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Contemporary ALLURE

MATTER MATTERS La creatrice di Hong Kong, Flora Leung, ha presentato la sua collezione di borse nella sezione Talents di Super: creazioni dal look grafico, a cui ha affiancato anche orologi, foulard e piccola pelletteria.

JOANIQUE

DANIELE CARLOTTA

Hong Kong designer Flora Leung unveiled her collection of graphic-look bags in the Talents section of Super, while watches, scarves and small leather goods are also featured.

La collezione spring-summer 2016 di Daniele Carlotta è l’occasione per presentare la nuova showroom milanese e il nuovo licenziatario (Isabella srl). Next step la sfilata, prevista per la prossima stagione.

The 2016 spring-summer collection from Daniele Carlotta is the perfect chance for the brand to unveil its new Milanese showroom and licensee (Isabella srl). The next step is a catwalk show, planned for the upcoming season.

WINONAH

Winonah sta per Winonah de Jong, celeb olandese, icona di stile, trendsetter e protagonista sui social, che ha deciso di cimentarsi come designer con un’etichetta capace di rispecchiare il suo stile.

Winonah is short for Winonah de Jong, Dutch celebrity, style icon, trendsetter and social media presence, who has decided to establish herself as a designer with a label forged in her own style. TIM LABENDA

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LUCIO VANOTTI


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Contemporary ALLURE

ZANELLATO Si chiama Pura la nuova borsa di Zanellato: bianca, pulita, essenziale. Punti di forza, la leggerezza (il 20% in meno del peso delle pelli utilizzate fino a oggi), il profumo di talco, la piacevolezza al tatto. E, come dettaglio, la sagoma del petalo di Loto inciso a caldo.

CALCATERRA

Zanellato’s new bag goes by the name Pura: white, clean, simple. Its strengths are its lightness (20% lighter than previously used leathers), its smell of talc and the touchable surface. The final flourish stems from the silhouette of the lotus flower etched into the leather.

MARYLING

NODE

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KANGRA

FERRANTE



BOHO GLAM

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PRIMAVERA-ESTATE 2016

Breaking with conventions

Creazioni all’insegna dell’eclettismo compongono un guardaroba lontano da cliché ed etichette Eclectic creations create a wardrobe far removed from clichés and labels

Avant Toi

DAMICO milano Collezione d’esordio per Francesco d’Amico, giovane designer con trascorsi in importanti aziende del womenswear: in primo piano ballerine, décolleté, pump, tronchetti e sandali dalle linee decise e decori artigianali couture-oriented.

Francesco d’Amico, a young designer with previous experience in leading womenswear labels, debuted with his own collection: front and centre were ballet shoes, court shoes, pumps, boots and sandals featuring bold lines and coutureoriented artisanal decorations. NICE THINGS

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piazza SEMPIONE


essentiel

HELLEN VAN REES Presente nella sezione Talents della rassegna Super, Hellen van Rees ha debuttato con la collezione omonima nel 2012. Diplomata alla Central Saint Martins di Londra, la stilista olandese si caratterizza per la capacità di interpretare in un’ottica contemporary silhouette classiche, giocando con i volumi e i materiali, che pescano nel repertorio dell’handmade con un occhio attento alla sostenibilità. HANITA

As part of the Talents section of the Super fashion fair, Hellen van Rees debuted with her eponymous collection in 2012. With a degree from Central Saint Martins in London, the Dutch designer has a great knack for giving classic design a contemporary makeover, playing with volumes and materials and drawing inspiration from handmade clothing and sustainable fashion.

ebarrito Antonio Accurso, art director del brand presente a Mipap, crea le sue borse con la tecnica del patchwork, utilizzando materiali di scarto delle grandi aziende: solo pellami naturali, che danno vita ad articoli diversi uno dall’altro.

Antonio Accurso, the art director of the brand attending Mipap, creates his bags using a patchwork technique, using materials discarded by the big names. By using solely natural leathers, each bag takes on a different spirit to the next. PESERICO

ebarrito

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BOHO GLAM

Serapian

DROME

capucci FURLA

ELENA GHISELLINI L’arte astratta e la poetica di maestri del cinetismo e dell’optical come Fontana e Casalonga influenzano la visione della designer Elena Ghisellini, protagonista a Milano con la nuova collezione “Natural Harmony”.

ERAKLE

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The abstract art and poetics of kinetism and optical illusions masters like Fontana and Casalonga have been a source of real inspiration for designer Elena Ghisellini, who starred in Milan with her new “Natural Harmony” collection.

Lanificio Colombo



BOHO GLAM

MARIELLA ROSATI Mariella Rosati compie 20 anni e per l’anniversario si regala una capsule, Le Jardin en Fleurs: fil rouge della collezione i fiori, tema da sempre caro al brand.

To mark its 20th anniversary, Mariella Rosati is releasing a capsule collection named Le Jardin en Fleurs, focusing on flowers, one of the brand’s much-loved themes.

CREAZIONI ANTONELLA

Marit Ilison

GHERARDINI

GIANNICO

La Zarina, it bag di Gherardini, torna in auge per celebrare i 130 anni della maison: presentato in anteprima durante la fashion week, questo pezzo unico in versione deluxe sarà battuto all’asta online, a partire da questo mese, sulla pagina www. charitystars.com.

Giannico, marchio dello stilista 19enne Nicolò Beretta, punta a sviluppare la presenza negli Usa. Merito anche del supporto delle celeb, da Lady Gaga a Kate Moss, a cui ha consegnato uno dei suo modelli iconici durante la fashion week.

Giannico, the brand led by 19-year-old designer Nicolò Beretta, aims at developing its presence in the USA. This happens thanks in no small part to the support of celebs like Lady Gaga and Kate Moss, to whom Beretta presented one of his iconic pieces during fashion week.

DESA NINETEENSEVENTYTWO

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Zarina, the must-have bag from Gherardini, is back in the spotlight to celebrate the label’s 130th anniversary. Premiered during fashion week, the deluxe version of this model will be put up for online auction starting from this month at www. charitystars.com.


The Leather AGe for

The Leather Age, le 8 civiltà dell’Anatolia Una mostra dal titolo “The Leather Age, le 8 civiltà dell’Anatolia” presenta a un pubblico internazionale l’eccellenza del made in Turkey. Dopo Milano, l’expo fa rotta su New York. Un ponte tra passato e presente, tra Est e Ovest, tra artigianalità e tecnologia: impossibile comprendere a fondo le espressioni creative della moda turca senza conoscere i valori profondi che la sottendono. Un lavoro di esegesi complesso che il Turkish Leather Council ha affidato alla stilista Hatice Gökçe, fra le voci più significative della new wave turca, incaricata di creare il concept della mostra The Leather Age, le 8 civiltà dell’Anatolia. Andata in scena a Palazzo Serbelloni nei giorni della fashion week di Milano, l’expo farà presto tappa al Metropolitan Museum di New York. Due momenti significativi di visibilità per raccontare, tramite 16 costumi e 12 accessori interamente in pelle, l’eccellenza del made in Turkey. Un percorso che parte da lontano, dalle influenze di un passato in cui si rincorrono gli echi delle civiltà vissute in Anatolia: Ittiti, Lidi, Arzawi, Frigi, Ioni, Urartu, Assiri e Troiani. Ciascuna rivive nei costumi creati per la mostra da Hatice Gökçe, in un rapporto dialettico con il presente e con un futuro ancora da scrivere. Un flirt con l’arte e il design che è il senso più profondo della rassegna, parte di una solida strategia di posizionamento in Italia e all’estero che il Turkish Leather Council sta portando avanti da alcune stagioni.

A dimostrazione del successo dell’iniziativa, il parterre di ospiti intervenuti al cocktail d’apertura della mostra, a Milano, presenziato dai vertici del Turkish Leather Council: il chairman Erdal Matras e i membri del consiglio di amministrazione Burak Celet, Ruken Mizrakli e Islam Seker. Presenti anche il console generale della Turchia, Hami Aksoy e il responsabile affari, Mehmet

Burak Yilmaz. Fra i gli invitati, Riccardo Monti, presidente di Ice, Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Mario Boselli e Beppe Modenese, presidenti onorari della Camera Nazionale della Moda Italiana, Vanessa Friedman, direttore moda e critico moda del The New York Times e la modella Antonia Dell’Atte.

The Leather Age: The Eight Civilizations of Anatolia An exhibition entitled “The Leather Age: The Eight Civilizations of Anatolia” presents Turkish ingenuity to an international audience. After Milan, the exhibition is heading to New York. A bridge between past and present, East and West, craftsmanship and technology: the creativity of Turkish fashion cannot be fully comprehended without understanding the deep values that underlie it. The Turkish Leather Council entrusted the designer Hatice Gökçe, one of the most significant members of the turkish new wave, with a complex work of exegesis: creating the concept for the exhibition, The Leather Age: The Eight Civilizations of Anatolia. On show at Palazzo Serbelloni during Milan Fashion Week, the exhibition will soon move to New York’s Metropolitan Museum, offering another opportunity to demonstrate Turkish ingenuity through 16 outfits and 12 accessories, all made entirely from leather. A journey that began long ago, inspired by a past that resounds with the echoes of the civilizations that once lived in Anatolia: the Hittites, Lydians, Arzawians, Phrygians, Ionians, Urartians, Assyrians and Trojans. Each civilization comes to life in Hatice Gökçe’s exhibition, creating an interplay with the present and the future. A deeper significance can be found in the exhibit’s flirtation with art and design, reflecting the Turkish Leather Council’s strategic positioning in Italy and abroad, which it has been working towards over the course of several seasons.

The array of guests present at the event’s opening cocktail party in Milan was a testimony to the initiative’s success. It was attended by the heads of the Turkish Leather Council: the chairman, Erdal Matras and board members, Burak Celet, Ruken Mizrakli and Islam Seker. The Consul

Per informazioni: Natasha De Santis,Tactica - natasha.desantis@tacticateam.com - tel. 366 50 47 850

General of Turkey, Hami Aksoy, was also present, along with the business manager, Mehmet Burak Yilmaz. Other guests included Riccardo Monti, president of Ice, Carlo Capasa, president of the National Chamber of Italian Fashion (Camera Della Moda), Mario Boselli, and Beppe Modenese, honorary presidents of the National Chamber of Italian Fashion, Vanessa Friedman, fashion director and fashion critic of The New York Times and model Antonia Dell’Atte.


INFORMAL CHIC

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PRIMAVERA-ESTATE 2016

The new wave of casual Denim summer style, colore e fantasie à go-go e un filone black che si stempera grazie ai dettagli e agli accessori Summer-style denim, colours and patterns abound, while black is lightened with details and accessories

Amina Rubinacci

Akaso Una label che nasce da un’idea di co-creazione di Philippe Vertriest: far dialogare designer belgi con artisti africani, ispirandosi all’arte del body painting delle popolazioni etiopi. Il risultato è un originale e garbato urban-melting pot.

A label based on an idea of collaborative fashion by Philippe Vertriest: initiate an interactive dialogue between Belgian designers and African artists, inspired by the Ethiopian art of body painting. The result is an original and understated urbanwear melting pot.

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woolrich

hoss INTROPIA


ELENA MIRò

MR & Mrs ITALY Da Mr & Mrs Italy il trench è il pezzo-forte di stagione. Per il futuro il marchio guidato da Andrea Bucalossi pensa già al progetto uomo, che sarà lanciato a gennaio 2016.

PENCE

For Mr & Mrs Italy, the trenchcoat is the must-have piece of the season. And looking at the future, the brand led by Andrea Bucalossi is already focusing on its menswear project, which will be launched in January 2016.

ALBERTO GUARDIANI Al timone creativo della griffe di calzature arriva Serena Guardiani, classe 1989, seconda generazione della famiglia, che per l’universo femminile presenta una collezione di rottura: on stage creazioni di carattere, con un’ampia offerta di sneaker.

PRAIO

FELISI

Serena Guardiani, class 1989, has taken up the creative reins of the second-generation family footwear brand, unveiling a fresh collection of characterful creations and a wide range of sneakers.

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INFORMAL CHIC

azzurra gronchi

Sàpopa

soloblu Mandarina Duck for travel with art

È un activewear all’italiana, quello ideato da Piero Righetto e Maria Elena Ghisolfi. Una collezione sartoriale e performante (grazie alle nanotecnologie), dall’anima profondamente gym, che però ha ben chiaro il concetto di multifunzionalità.

The style, designed by Piero Righetto and Maria Elena Ghisolfi, represents Italian activewear. A tailored yet highly performing collection utilising nanotechnology. Out comes an athletic chic that’s wearable in and outside the gym.

MONKEY art&co Debutto a Super per le sneaker e le slip-on serigrafate firmate Monkey Art&Co. Proposte personalizzate a mano e numerate, che rileggono il concetto iconografico della Pop Art, prendendo spunto dall’universo vintage.

The Super fashion show fair was the stage for the launch of the Monkey Art&Co printed sneakers and slip-on. Personalised and numbered by hand, the shoes ooze with pop-art spirit and draw heavily on a vintage style. BOSIDENG

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Diego M avanza nel retail: il brand di pellicceria e leatherwear ha aperto il suo primo flagship store (di 150 metri quadri) in corso Venezia, al civico 8, vicino alla chiesa di San Babila. Prossimi step, Parigi, Mosca e New York.

Diego M is making progress in the retail sector. The fur and leatherwear company has opened its first flagship store, a 150m2 space at Corso Venezia 8, near to San Babila church. Next steps? Paris, Moscow and New York.

SUSANA TRAÇA

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ritratti

Alison loehnis la nuova first lady di net-a-porter Al college voleva occuparsi di arte ma il destino l'ha portata nel luxury e-commerce. Dove al centro mette sempre il consumatore

Nel 2007 entra in net-a-porter.com come vicepresidente alle vendite e marketing. Diventerà presidente nel 2011./Joined neta-porter.com as vice president of sales and marketing in 2007. Became president in 2011.

In college she wanted to work in the art market but fate brought her to luxury e-commerce, where she tends to put the consumer at the heart of the business

scita di scena la fondatrice Natalie Massenet, un’altra donna è pronta a reggere il timone del Gruppo Net-aPorter, che da metà ottobre si è ufficialmente fuso con l’e-tailer di moda Yoox. Si tratta dell’americana Alison Loehnis - da tempo considerata la vera mente strategica e operativa del luxury fashion e-commerce londinese - che avrà la responsabilità non solo di neta-porter.com, ma anche di mrporter. com, theoutnet.com e del magazine Porter. La stessa Massenet l’aveva chiamata nel 2007 per dirigere le vendite e il marketing di net-a-porter.com, per poi promuoverla alla presidenza nel 2011. All’epoca la manager proveniva dal marchio britannico di formalwear Thomas Pink, un brand di proprietà del gruppo francese Lvmh. Il suo primo incontro professionale con la moda, però, risale a quando ancora era al college: nelle vacanze estive lavorava nello store Ralph Lauren di New York, East Hampton. In realtà, appena laureata, Alison Loehnis voleva occuparsi di arte. Ma ai tempi quel mercato negli Usa non brillava, così una delle sue prime occupazioni fu l’advertising alla Saatchi & Saatchi di New York: un mondo che conosceva di riflesso, dal momento che la madre lavorava nel settore (il padre, invece, era nel business del beauty). Proprio l’esperienza nella pubblicità, per sua

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Nel 1993 si laurea in storia dell'arte alla Brown University per poi occuparsi di advertising./Graduated in art history from Brown University in 1993 and subsequently worked in advertising. Dal 2002 al 2007 lavora alla Thomas Pink di Londra./Worked for Thomas Pink in London from 2002 to 2007.

di/by Elisabetta Fabbri

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Nasce negli Stati Uniti 45 anni fa. Born in the United States 45 years ago.

Nell'ottobre 2015 è promossa a presidente del Gruppo Net-a-Porter./Promoted to president of the Net-a-Porter Group in October 2015.

Alison Loehnis stessa ammissione, le ha fatto capire quanto fosse fondamentale mettere al centro di tutto il consumatore. Per qualche tempo Loehnis ha lavorato anche nell’industria cinematografica, per la Disney. Ora - dopo essere diventata madre di due bambini e otto anni di carriera in Net-a-Porter - si prepara a nuove sfide da affrontare come parte di un gruppo, Yoox Net a Porter, da 1,3 miliardi di euro di ricavi aggregati. La neo-promossa riporterà direttamente al group chief executive officer Federico Marchetti. ●

The new first lady of Net-a-Porter After the departure of its founder Natalie Massenet, another woman is ready to take over the reigns of Net-a-Porter Group, which officially merged with fashion e-tailer Yoox in mid-october. Alison Loehnis - an American who has long been considered to be the strategic and operational mind behind the London-based luxury ecommerce site - will not only be responsible for net-a-porter.com, but also for

mrporter.com, theoutnet.com and Porter magazine. In 2007, Loehnis was put in charge of sales and marketing for net-aporter.com and in 2011 she was promoted president. Before joining the company, she was involved in the management of British formalwear label Thomas Pink, a brand owned by the French group Lvmh. Her first professional experience in fashion was when she was still at college: during the summer vacations, she used to work for a Ralph Lauren store in New York, East Hampton. After graduating, Alison Loehnis initially wanted to work in the art world. However, it was a difficult time for the U.S. art market and consequently one of her first jobs was in advertising, working for Saatchi & Saatchi in New York: a world that she was familiar with, since her mother worked in the same sector (her father, on the other hand, worked in the beauty industry). She admits that her experience in advertising was what made her understand the fundamental importance of putting the consumer first. For some time, Loehnis also worked in the film industry, for Disney. Now, after the birth of two children and an eight year career working for Net-a-Porter, she is preparing to face new challenges as part of Yoox Net-a-Porter, a group which totals revenue of 1.3 billion euro. The newlypromoted president will report directly to the group’s chief executive officer Federico ● Marchetti.


Persone e poltrone

nuovi assetti

Ralph Lauren lascia ruolo di ceo. Sarà solo stilista

PHOTO Carter Berg

a cura di/by Andrea Bigozzi

Ralph Lauren lascia la guida operativa dell’impero da lui fondato, passando le redini del gruppo a un manager in arrivo da H&M e, più recentemente, dal gruppo Gap. Il gruppo Usa sarà infatti guidato da Stefan Larsson, presidente di Old Navy, dall’inizio di novembre, quando il manager entrerà anche nel cda. Lauren, che iniziò la sua carriera come rivenditore di cravatte e fondò il celebre gruppo oltre 40 anni fa, resterà presidente esecutivo e direttore creativo. «Il suo ingresso aprirà per noi nuove e interessanti prospettive globali» è stato il commento del 75enne stilista newyorchese, che ha intenzione di continuare a contribuire alla crescita del gruppo che nel 2014 ha registrato vendite per 7,6 miliardi di dollari e un valore di mercato di 5 miliardi di dollari. Ralph Lauren is stepping down as chief executive of the fashion empire he built over 40 years ago, appointing a Gap Inc and H&M veteran to help run his business. Lauren hired Stefan Larsson, the global president of Gap Inc. ’s Old Navy division, to serve as CEO of Ralph Lauren Corp. The designer and founder will remain as executive chairman and chief creative officer. «His input will open new and interesting global perspectives», was the comment of the 75-year-old New York designer, who plans to continue contributing to the growth of the group, which in 2014 posted sales of $ 7.6 billion and a market capitalisation of $ 5 billion.

Promozioni

Saccone: da Napapijri ai vertici di Eastpak Stefano Saccone fa carriera in VF Corporation. Lascia infatti la controllata Napapijri - dove dal 2012 era vice president sales and marketing in Svizzera - per andare a ricoprire la carica di vicepresidente e ceo di Eastpak. La new entry si occuperà del riposizionamento del marchio di borse, che ora intende proporsi su scala mondiale come etichetta del lifestyle. Saccone, che prende il posto di Massimo Ferrucci vanta esperienze in Nike Italy, dove è stato general manager per l’area Sportswear & Action Sports. Stefano Saccone is the new key manager for Eastpak. As vice president and CEO, Saccone will lead the brand during its repositioning as a global lifestyle brand. He succeeds Massimo Ferrucci, who switched to a new position within VF Corporation as vice president and CEO for growing markets. Before joing Eastpak, Saccone worked in Italy in management positions for brands such as Nike.

Giri di poltrone

Centro di Firenze per la Moda: è Cavicchi il nuovo presidente Sarà l’imprenditore pratese Andrea Cavicchi il nuovo numero uno del Centro di Firenze per la Moda Italiana. Succede a Stefano Ricci, di cui è stato vicepresidente. Guiderà l’associazione pubblico-privata che controlla, tra gli altri, Pitti Immagine ed Ente Moda Italia per il triennio 2015-2017. Il neo eletto è titolare dell’azienda tessile Furpile Idea, oltre che attuale presidente dell’Unione Industriale Pratese, vice presidente di Confindustria Toscana e membro di Sistema Moda Italia. «Il mio impegno - ha dichiarato - sarà tutto per rafforzare il peso e l’immagine di Firenze. A partire dalle attività espositive e promozionali, dove accanto ai grandi successi di Pitti Immagine sta crescendo il ruolo di Ente Moda Italia, ma dedicando attenzione anche alla formazione e alla cultura». The Centro di Firenze per la Moda Italiana (CFMI), which controls Pitti Immagine and Ente Moda Italia, has elected Andrea Cavicchi as president for the period from 2015 to 2017. He was previously vice president of CFMI. Cavicchi, who owns the textile company Furpile Idea and is president of the Industrial Association of Prato, succeeds Stefano Ricci, who has held the position since 2012. «My commitment will be to strengthen the weight and image of Florence - said Cavicchi - starting obviously from exhibitions and promotional activities, where Pitti Immagine and Ente Moda Italia have a growing role, but also by paying great attention to education and culture».

new entry

Pitti punta su Parabiago Lo staff di Pitti Immagine si arricchisce della collaborazione di Giuliana Parabiago, punto di riferimento del giornalismo e del mondo della moda made in Italy. A lei l’incarico di pr & marketing consultant. La sua base operativa sarà l’ufficio di Pitti Immagine a Milano, in via Ciovasso 4.

A benchmark name in journalism and for Italian and international fashion, Giuliana Parabiago will be collaborating with Pitti Immagine as PR & Marketing Consultant. Parabiago will work at the Pitti Immagine office in Milan, in via Ciovasso 4.

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bloc notes di/by Tatiana Tincani

˃ POKER PER STUDIO MARCATI

poker for studio marcati

Quattro nuovi brand sono entrati a far parte del portafoglio di Studio Marcati: Tychemos, collezione femminile disegnata da Daniele Calcaterra; Individual, casualwear maschile del Gruppo Martinelli; Merrell, marchio di calzature outdoor dell'azienda Wolverine e Item-m6, innovativa linea underwear. Tychemos fw 2015

New four brands for Studio Marcati: Tychemos, a women's collection by Daniele Calcaterra; Individual, men's casualwear by Gruppo Martinelli; Merrel, shoes from Wolverine company; Item-m6, a new shapewear line.

˃ New

entry per isabella errani

New entry in isabella errani Studio Lo Studio Isabella Errani ha iniziato una nuova collaborazione con il brand PT Pantaloni Torino. L'agenzia si occuperà delle le attività di comunicazione, pr e media planning per le collezioni PT01 e PT05. Studio Isabella Errani started a new collaboration with PT Pantaloni Torino. The agency will manage the communication, pr and media planning activity for the PT01 and PT05 collections.

˃ Tory Burch a quota 159 store

Tory Burch grows TO 159 store Sale a 159 il numero di boutique monomarca di Tory Burch in 50 Paesi. Un network che include Nord America, l’Europa, il Medio Oriente, l’America Latina e l’Asia, e che conta su una distribuzione wholesale fatta di oltre 3.000 clienti. There are now 159 Tory Burch monobrand boutiques in 50 countries. This network encompasses North America, Europe, the Middle East, Latin America and Asia, and has a wholesale distribution of more than 3,000 customers.

˃ +Mini SCEGLIE Columbus/BB

+Mini choose Columbus/BB ˃ nuova sfida per alessandro folador

A new challenge for alessandro folador

˃ the new FABIANI style

Partendo dall’alta qualità made in Italy, il calzaturificio Giovanni Fabiani, stagione dopo stagione, sta rinnovando lo stile delle sue tre linee, Giovanni Fabiani, Fabiani e Sara Kent, per intensificare la presenza in mercati strategici, come gli Stati Uniti e la Cina. (nella foto un modello Fabiani primavera-estate 2016) From high quality made in Italy, the shoemaker Giovanni Fabiani, season after season, is changing the style of its three lines, Giovanni Fabiani, Fabiani and Sara Kent, to intensify its presence in strategic markets such as the United States and China. (above Fabiani for spring-summer 2016) 76

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Dopo anni come freelance nel mondo della comunicazione, Alessandro Folador dà vita a Carryover, con il supporto di Marta Napolitano e Valeria Frigerio. La nuova realtà svolge le sue attività di ufficio stampa e pubbliche relazioni dalla sede in via Decembrio 7, a Milano. After a long time as a communication freelancer, Alessandro Folador creates Carryover, supported by Marta Napolitano and Valeria Frigerio. The new pr agency's offices are in via Decembrio 7, in Milan.

+Mini, linea di piumuni d'oca prodotta dall'azienda bergamasca Kabi, ha affidato alla divisione milanese dell'agenzia Columbus/Italia la gestione delle attività di ufficio stampa, comunicazione e pr. +Mini, duvet line of Kabi from Bergamo, chose the milanese Columbus/Italia division for its press office, communication & pr activity. ˃ OPTIMIZED GROUP VERSO IL MILIONE DI EURO

optimized towards 1 million euro Optimized Group, web agency specializzata in seo, sem, digital pr e social media marketing, ha registrato un bilancio con un incremento del fatturato del +44% dal secondo al terzo trimestre 2015. Optimized Group, a web agency specialized in seo, sem, digital pr and social media marketing, recorded a budget with an increase in revenues of 44% from the second to the third quarter 2015.


in partnership with and

IL CONSORZIO DEL COMMERCIO ELETTRONICO ITALIANO

is pleased to annnounce the first Italian

11th of November, 9.00 am to 1.00 pm Four Seasons Hotel, via Ges첫 6/8 Milano

Top speakers from Italian Fashion and European e-Commerce meet in Milan to discuss global opportunities for the fashion sector. Among the confirmed speakers are:

Eraldo Poletto

Michael Kliger

CEO Furla

CEO MyTheresa.com

Enrico Roselli

Enrico Moretti Polegato

CEO La Martina Europe

CEO Diadora

The event is strictly by invitation only. PLATINUM SPONSOR

GOLD SPONSOR

SILVER SPONSOR

PARTNER

For further enquiries please contact: fashion@fashionmagazine.it - 02 80620201


Q&A di/by Alessandra Bigotta

Fashion designer

Chiara Boni

«Ho convinto Oprah con il passaparola»

Come si diventa famose tra le vip Usa? Con il passaparola. La collezione Chiara Boni La Petite Robe ha sfondato grazie al tam tam femminile, emblema di una nuova indipendenza dal mercato pubblicitario. Per “promuovere” i miei abiti le donne oltreoceano usano con disinvoltura i social network, soprattutto Twitter. L’account di Chiara Boni La Petite Robe è diventato un vero ufficio stampa digitale. E Oprah Winfrey? Con quale arma l’ha conquistata? Oprah ha visto un capo Chiara Boni La Petite Robe addosso alla sua assistente di produzione, nonché amica da 25 anni, Gayle King, l’ha scrutato con occhio critico e ha detto: «Ne voglio uno uguale, della mia taglia». Vestire lei, al primo posto tra le donne più influenti al mondo, è stato «a great success».

With the Chiara Boni La Petite Robe brand the eclectic Italian fashion designer hit an ambitious target, to enter the American market without a big advertising budgets. This thanks to the word of mouth among women, with a very special “supporter” in pole position. Dov’era a 18 anni e chi erano i suoi idoli? A 18 anni ero come ogni ragazza della mia età a quei tempi: educata a fare un bel matrimonio, a saper tenere una casa, apparecchiare, mettere i fiori, conoscere le lingue e ricevere gli ospiti. A 20 anni ho vissuto a Londra un anno e mezzo, divertendomi tantissimo e rivoluzionando il mio modo di guardare, e anche di vestire. Sono partita con il kilt, i gemelli di cachemire, il foulard di Hermès, la borsa di Gucci e dopo una settimana vestivo solo da Biba. Non ho mai avuto idoli, solo grandi sogni. A chi deve dire grazie? A mia madre. Per tanti anni ho frequentato con lei, donna di estrema eleganza, atelier e sartorie: ho così imparato in modo naturale i “segreti” del corpo femminile e sono stata invogliata a valorizzarlo, con un’interpretazione “morbida” delle forme.

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Quanto conta per lei la creatività? Nel mio mestiere la creatività conta quanto la sperimentazione. Per ottenere un risultato innovativo, di qualità sartoriale, occorre focalizzare la sperimentazione sui materiali, sfruttando le nuove tecnologie applicate alle fibre.

Il magazine di news, business e trend

Direttore e Amministratore Delegato

Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio

Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione

Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it), Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it), Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it), Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it), Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it), Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione

Tatiana Tincani (t.tincani@fashionmagazine.it) Realizzazione grafica

Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini Collaboratori

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Quale giovane designer promuoverebbe? Alessandro Michele, il nuovo volto di Gucci. Mi piace il suo approccio pop all’artigianalità della moda. Il suo lavoro dimostra indipendenza e trasmette leggerezza. Che rapporto ha con i social? Sono la migliore pubblicità per un brand, se gestiti con attenzione. Mi sono iscritta a Facebook nel 2009, con un profilo personale che oggi conta 5mila amici e il doppio di richieste di amicizia, oltre che di seguaci. L’idea iniziale era quella di avvicinarmi alle persone che mi conoscevano e mi seguivano. Quel “rapporto” dura tuttora ed è diventato uno strumento di comunicazione, rivolto a un bacino di utenti più ampio e internazionale, attraverso gli account Fb, Twitter, Instagram e Pinterest di Chiara Boni La Petite Robe. Naturalmente ho un team che mi supporta nell’area digital. Social network vuol dire innanzitutto interazione, senza la quale è inutile avviare progetti personali e aziendali sotto il segno del web.

Cristina Damiano, Ester Miazzo Diffusione e abbonamenti

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1. Una veduta panoramica di Seoul/A panoramic view of the city of Seoul 2. Kang Dong Jun, alias D.Gnak 3. Due proposte firmate D.Gnak per l'estate 2016/ Two proposals by D.Gnak for Spring-Summer 2016 4. Un'immagine del Dongdaemun Design Plaza a Seoul/The Dongdaemun Design Plaza in Seoul

DGNAK/LA MIA SEOUL

Quali i posti da frequentare? Nascono continuamente nuovi ristoranti alla moda ma io consiglio un piccolo locale chiamato Jangteogogi, famoso per le costolette di manzo alla coreana. È vicino al quartiere di Itaewon, dove si trovano anche molti bei bar.

Kang Dong Jun è lo stilista coreano che si cela dietro la griffe DGnak. La sua Seoul è una città di contrasti, che sta conquistando un ruolo importante nel mondo del fashion. A patto che riesca ad assimilare fino in fondo il cambiamento.

Come orientarsi per uno shopping di moda "very cool"? Hongdae è il quartiere più intrigante, al centro di molti cambiamenti e dove si respira una grande energia. Per chi volesse assaporare l'atmosfera tipicamente coreana suggerisco di visitare Insa-dong.

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«Pronta per diventare una vera fashion city» di/by Carla Mercurio

Kang Dong Jun is the Korean designer behind the D.Gnak brand. «His» Seoul is a city of contrasts, which is obtaining an important role in the world of fashion. Provided that it really accepts deep change.

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Kang Dong Jun lo stilista coreano che ci cela dietro alla label di menswear D.Gnak, che sta riscuotendo consensi anche nel mondo occidentale. Si è diplomato alla Parson’s School of Design di New York e ha debuttato con la collezione dell’inverno 2008 durante la Seoul Fashion Week. Ispirata agli stilemi della sartoria maschile classica, la collezione si caratterizza per i dettagli inaspettati e per i capi acromatici con silhouette innovative. La fascinazione per la sperimentazione e l’eclettismo sono la sigla stilistica di Kang Dong Jun, che ama esprimere un punto di vista avant-garde e democratico con le sue proposte. Anche la Corea sta facendo passi da gigante nel mondo della moda, spiega lo stilista in questa intervista. Una città partita in ritardo rispetto alle altre, ma che sta recuperando terreno.

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Seoul, metropoli vastissima in continuo divenire. Come sentirsi a casa in un contesto così grande? Seoul è una città dove tutto evolve rapidamente ma che, d’altro canto, rifiuta di cambiare in modo permanente. Quindi ha il vantaggio di adattarsi rapidamente a nuove situazioni ma lo svantaggio della resistenza a modificarsi. Vivere in una città in progress, comunque, è sempre nuovo ed eccitante. Tra moderno e antico: da coreano doc, quali i quartieri da visitare? In molte zone di Seoul coesistono passato, presente e futuro. A Dongdaemun, per esempio, convivono Heunginjimun, la capitale di 700 anni fa e il Ddp (Dongdaemun Design Plaza), una struttura futuristica disegnata dall’architetto Zaha Hadid.

Comprare a prezzi più convenienti: dove? Consiglio il Namdaemun market, un posto molto caratteristico. Ma non è un luogo adatto a chi si aspetta di trovare pulizia assoluta e un ambiente gradevole. Quali i fashion designer più creativi in questo momento? Penso che lo stilista coreano più creativo sia Juun.J, che ha sfilato per la prima volta a Parigi nel 2008. Ha molto talento ed è apprezzato per lo stile oversize dei capi. Ritiene che l’industria della moda stia andando di pari passo con i progressi in atto a tutti i livelli in Corea? La moda, la musica e la cultura hanno iniziato un percorso di sviluppo a seguito della crescita economica. La moda è partita in ritardo ma si è sviluppata molto rapidamente. Ci vuole tempo per diventare una città della moda famosa come Parigi e New York, ma è molto incoraggiante il fatto che Seoul stia cominciando a farsi strada nel settore. ●


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«Seoul: ready to become a real fashion city» Kang Dong Jun is the Korean designer behind the menswear label D.Gnak, which is being greeted with success in the Western world as well as in Asia. He graduated from the Parson’s School of Design in New York and made his industry debut with his winter 2008 collection at Seoul Fashion Week. Inspired by the stylistic themes of classic men’s tailoring, the collection is built around unexpected detailing and achromatic garments featuring innovative silhouettes. Kang Dong Jun’s style owes to his fascination for experimentation and eclecticism, with the designer passionate about creating an avant-garde, democratic vibe through his work. As a country, Korea is making great strides forward in the world of fashion, explains the designer in our interview. It may have taken longer to get going than most, but the country is certainly making up ground fast.

How to feel at home in a big city like Seoul? Seoul is a city where everything is changing rapidly and that, at the some time, refuses to change persistently. Due to these characteristics, it adapts quickly to new environment but at the some time refuses to modify its course. However, living in a rapidly changing and developing city is always new and exciting. Which are the areas to visit, either cutting edge and traditional? In many areas of Seoul we have three realities at the same time: past, present and future. For example if we visit Dongdaemun we can find Heunginjimun, a capital town 700 years old and Ddp, a futuristic structure designed by the global architectural master Zaha Hadid. Which are the best restaurants? Fashionable restaurants are springing up currently but I’d like to suggest a small restaurant called Jangteogogi, famous for Korean-style Grilled Beef Ribs. It’s closed to Itaewon so there are many nice bars near by as well. Which suggestion can you give for a cool shopping? Hongdae is the most intriguing sites, full of young energy. If someone wants to buy traditional Korean things I recommend to visit Insa-dong. Which suggestions could you give for some affordable shopping? If you want to buy various items at affordable prices I recommend Namdaemun market. It is a traditional place, but not for those who prefer total cleanliness.

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FASHION MONTh

GIGI, REGINETTA DELLE PASSERELLE Tra le modelle che hanno sfilato durante il fashion month stravince Gigi Hadid, passata con nonchalance dalle passerelle di New York, Milano e Parigi. La ventenne californiana ha iniziato la sua carriera nel 2012 con le campagne di Guess: un trampolino di lancio infallibile per molte delle colleghe che l'hanno preceduta. Gigi è molto attiva sui social network, con 7 milioni di follower su Instagram, 740mila su Twitter e oltre 790mila like su Facebook. In questa "folla" ci sono anche gli hater che, proprio in occasione della scorsa tornata di sfilate, hanno attaccato il suo fisico formoso. Una critica alla quale Gigi (86-65-88 le sue misure riportate da Wikipedia) ha saputo rispondere con stile: «Rappresento un tipo di fisico che non era ben accetto nell'alta moda prima e sono molto fortunata a essere sostenuta dai designer, dagli stilisti, dagli editor. Mi piace poter essere sexy, ne sono fiera». (c.me.)

GIGI, QUEEN OF THE CATWALKS

Of the many models to walk the catwalk during the fashion month, the big winner was undoubtedly Gigi Hadid, who took the catwalks of New York, Milan and Paris by storm. The 20-year-old Californian's career began in 2012 with a Guess campaign, which has been a springboard for many of fellow models in the past. Gigi is very active on social media, with 7 million followers on Instagram, 740,000 on Twitter and over 790,000 likes on Facebook. But in that number there are inevitably a few haters, who used her recent return to the catwalk to attack her size. Gigi, who measures 86-65-88 according to Wikipedia, hit back in style: «I represent a body type that wasn't accepted in high fashion before and I'm very lucky to be supported by designers, stylists and editors. I like being able to be sexy, I'm proud of it».

Who is the most creative Korean designer at the moment? I think the most creative Korean designer is Juun.J, who has shown in Paris since 2008. He is very talented and loved for his iconic oversized pieces. Is the fashion industry going hand in hand with the progress at all levels in Korea? Fashion, music and culture started to develop after economic development. Fashion set in motion a bit late, but it’s developing fast. It takes a long time to be a world famous fashion city like Paris or New York, but Seoul is now recognized as an important ● fashion city internationally.

Gigi Hadid in passerella da Versace

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Red carpet a cura di/by Carla Mercurio

ERMANNO SCERVINO al gum

45 metri di passerella per i 10 anni in russia Una sfilata al Gum di Mosca e, a seguire, l’inaugurazione del nuovo flagship in collaborazione con Bosco di Ciliegi Group. Per i 10 anni in Russia Ermanno Scervino ha fatto le cose in grande. All’altezza della situazione anche gli ospiti. A cominciare da Elisa Sednaoui, in abito color rubino.

Un momento della sfilata di Ermanno Scervino a Mosca

Il nuovo flagship di Ermanno Scervino

Elisa Sednaoui con Ermanno Scervino

Tre modelle indossano la special capsule realizzata ad hoc per l’evento

Mikhail Kusnirovich, Ermanno e Toni Scervino

ballin

diane von furstenberg

70 anni a villa pisani

secret agent a milano

Grande evento a Villa Pisani per il 70esimo di Ballin, che per l’occasione ha finanziato il restauro della “Sala delle Arti e dei Paesaggi”.

Diane von Furstenberg ha festeggiato a Milano il lancio della sua biografia “La donna che volevo essere”, con un evento presso Il Bar, al settimo piano de La Rinascente. Presentata per l’occasione Secret Agent, la nuova it bag.

A sinistra, Diane Von Furstenberg con Valentina Siragusa, Patricia Manfield, Linda Toll e Candela Novembre. Sotto, da sinistra: Viviana Volpicella e Virginia Galateri di Genola; Filippa Lagerback; Federica Fontana Sopra, Villa Pisani a Stra (Venezia), dove si è svolto il mega-evento di Ballin con i dipendenti e numerosi ospiti. A destra, dall’alto, il fondatore Giorgio Ballin, 90 anni, con i figli Gabriella, Reanna e Alessandro e il direttore creativo Roberto Barina; la “Sala delle Arti e dei Paesaggi” della villa veneta; un modello storico del calzaturificio

To celebrate his 10 years in Russia and the opening of the new flagship of the brand in partnership with Bosco di Ciliegi Group, Ermanno Scervino has organized a big défilé on a 45 meters catwalk inside Gum department store. Big event at Villa Pisani in Stra (Venezia) for the 70th anniversary of Ballin, that for the occasion funded the restoration of the “Hall of Arts and Landscapes”. Diane von Furstenberg celebrated the launch of her biography, “The woman I wanted to be”, with an event at The Bar, on the seventh floor of La Rinascente, in Milan. On show for the occasion Secret Agent, the new it bag of her brand.

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