Fashion 5 2015

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Anno 46 | N°5 del 24.02.2015 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

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Il magazine di news, business e trend

Protagonisti La parola a Renzo Rosso, Norsa, Capucci, Vivetta

Interviste Jacopo e Veronica Etro «Il fatto a mano è nel nostro dna»

Sondaggi I buyer vanno sul ìsicuro” con Dolce&Gabbana e Givenchy

Changing face La moda donna sta cambiando volto: start up, rentrée, designer al debutto. Il nuovo corso parte dall’autunno-inverno 2015/2016

Focus Tessuti, filati e maglieria. Così creativi, così in crescita

Nella foto: Givenchy



Sommario 7

n°5 24 febbraio 2015 www.fashionmagazine.it

L’Editoriale

NEws 8

Kering

Positivo il lusso, invariato lo sportswear 10 Christian Dior Couture

La maison cresce a due cifre BusINEss 12 Renzo Rosso

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«La galassia Otb viaggia a velocità supersonica» 14 Jacopo e Veronica Etro In copertina Givenchy pre-fall 2015 (photo Imaxtree.com/Andrea Adriani)

«Il fatto a mano è nel nostro dna» 17 Gucci

Aspettando il new deal 20 Milano Moda Donna

Così si può ripartire 24 Esordi

Con Serafni si cambia “Philosophy” 26 Rilanci

Capucci lancia il prêt-à-porter “fatto in casa” 26 svolte

Pronta la “fase due” di Ter et Bantine e Hache

28 saloni a Milano

White, Super e Mipap 30 Case history

Il denimwear frmato Ag 32 Nuovi progetti

Atos Lombardini: arriva Atos 35 sondaggio/Vendite womenswear autunno-inverno 2014/2015

Il mercato sta cambiando 42 Boutique di grido

Antonia a Milano: «Vendiamo idee, non oggetti»

17 42 24_02_2015

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Sommario

n°5 24 febbraio 2015 www.fashionmagazine.it

67 46

87

46 Brand alla ribalta

Golden Goose: Born to run 48 Ritratti d’azienda

Ballin compie 70 anni: «Ma la crescita continua» 50 scenari valutari

Se il franco si sgancia dall’euro 52 Daniela Dallavalle

Tante linee, un unico brand

60 Mariella Arduini

Con quello stile un po’ così 62 Five seasons

Dieci anni, tre assi nella manica 64 Gds Düsseldorf

Un buon inizio 67 speciale maglieria

Di nuovo protagonista sul palcoscenico della moda 74 speciale tessuti

54 Cipro

Nuova meta per il luxury shopping 56 Accessori

Cosa c’è dietro una It Bag?

Più ottimismo, più creatività

PERsoNE 108 Ritratti

Chiara Ferragni 109 Poltrone

Peuterey apre ai manager con Francesco Pesci 110 Public relations 112 Dieci domande

Fausto Puglisi 114 Get together

Prada: Iconoclasti nella Grande Mela

TREND 80 Haute Couture

Spring-summer 2015

56

82 Buyer’s opinion

Dall’outerwear alle ruches: i nuovi trend 84 Designer’s inspiration

Fall-winter 2015/2016 87 womenswear preview

Fall-winter 2015/2016 104 Brand to watch

Aspettando i saloni

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l’editoriale

Marc Sondermann Direttore/Editor-in-Chief

Una boccata di ossigeno The state of the export-driven Italian fashion industry refects quite precisely that of the global economic as a whole. While the vigorous comeback of the US as motor of growth and the fall of the euro and of the oil price are good news, geopolitical turbulences cloud the picture. Nonetheless, Italian womenswear grew by 0,7% in 2014. And the whole apparel and textile cluster is set to expand by 1,6% in the half of 2015.

I

l 2015 è iniziato all’insegna di alti e bassi. A tenui barlumi di speranza congiunturali si alternano minacciose nubi di ordine geopolitico. Mentre il mercato americano rialza risolutamente la testa, le esportazioni verso la Russia colano a picco. Tutto ciò si riflette fedelmente sull’andamento dell’industria italiana della moda. Da un lato le kermesse dell’uomo, con il proprio giro di business, hanno fatto registrare un vigoroso ritorno alla ribalta. Dall’altro la donna e le calzature continuano a risentire delle alterne vicende nei mercati di riferimento, non per ultimo quello domestico. Segnali più incoraggianti provengono invece dalla parte alta della filiera. Il tessile italiano, in primis nella sua componente più pregiata, sta tornando in carreggiata. Potrebbe accingersi addirittura a correre. Si tratta di un cosiddetto segnale debole, riferito a un perimetro parziale. Che non va però sottovalutato. Sulla scia di un euro che appare destinato a indebolirsi ulteriormente, le migliori energie dei nostri imprenditori sono volte a capitalizzare il grande sforzo

di internazionalizzazione compiuto negli ultimi anni. Ovviamente, chi opera a monte, in un contesto ad alta incidenza di costi energetici, si trova doppiamente incentivato dal forte calo del prezzo del petrolio. E l’auspicio è che questo possa portare, per la prima volta da anni, ad un aumento dei volumi di produzione. Ma anche chi opera a valle, nella manifattura di abbigliamento e di accessori, si trova di fronte a un quadro mutato in positivo. La congiuntura internazionale sembrerebbe dare una mano a chi produce in Italia, o nell’eurozona, a scapito di chi ha delocalizzato nei Paesi extra-UE, Cina in testa. Se i grandi trader del Nord Europa si interrogano su come far fronte al rincaro dei propri import di prodotto moda dal Far East, questa è viceversa un’ottima notizia per quegli imprenditori italiani che sul proprio territorio hanno continuato a puntare. Il +0,7% di crescita registrato dai dati SMI riguardo al comparto di moda femminile nel 2014 è dunque tutt’altro che una chimera. Può invece dar adito a un giustificato, seppur cauto, n moto di ottimismo.

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news in primo piano Il lusso di Kering: ricavi sotto la lente (dati in milioni di euro)

2014

2013

Var. %

Totale divisione lusso

6.759

6.378

+6,0%

GUCCI

3.497

3.561

-1,8%

BOTTEGA VENETA

1.131

1.016

+11,3%

707

557

+27,0%

1.424

1.244

+14,4%

YVEs sAINT LAUrENT ALTrI BrAND

KERING

Positivo il lusso, invariato lo sportswear

Foto di Imaxtree.com/Andrea Adriani

a cura di Elisabetta Fabbri

Ovs

Beraldo si concentra sull’Ipo e lascia la guida di Coin

Revenues for the French conglomerate Kering increased by 4% to $10 billion. The luxury business achieved a turnover of $6.76 billion (+6%), while revenues for sport & lifestyle activities were unchanged at $3.2 billion.

Ovs is going public on March 2nd. It could raise up to € 530 million. Beraldo poised to become Ovs ceo.

Il gruppo francese Kering archivia il bilancio 2014 con ricavi pari a 10 miliardi di euro, in aumento del 4% rispetto al 2014. I marchi del lusso in portafoglio hanno raggiunto un fatturato di 6,76 miliardi (+6%), grazie al buon andamento di Bottega Veneta, le cui vendite sono salite dell’11% a 1,1 miliardi e di YsL, che sotto la guida creativa di Hedi slimane ha realizzato un +27%, a 707 milioni di euro. Gucci, il marchio più importante in termini di giro d’affari, ha subito una fessione dell’1,8%, poco sotto i 3,5 miliardi. Il risultato operativo del brand toscano - che inizia il 2015 sotto la direzione di Marco Bizzarri e la guida creativa di Alessandro Michele (vedi a pag.17) - è sceso del 6,7% a 1,06 miliardi. Quanto a Bottega Veneta, l’ebit è salito dell’8% a 357 milioni, mentre quello di YSL ha registrato un +37% a 105 milioni. Kering è anche sport & lifestyle: i ricavi di questo business sono rimasti invariati a 3,2 miliardi di euro. Puma, il marchio maggiore nella divisione, ha arrestato la caduta delle vendite (2,97 miliardi nell’anno, -0,4%) e raddoppiato l’ebit a 128 milioni. A fronte di queste performance, l’utile operativo 2014 di Kering è diminuito del 5% a 1,66 miliardi, mentre il risultato netto è passato da 0,369 a 4,20 euro per azione. Senza tenere conto delle voci straordinarie, l’utile per azione è sceso del 4,4% a 9,35 euro. Per il 2015 il management prevede un impatto positivo sui ricavi, per via del deprezzamento dell’euro (se riconfermato), ma effetti contrastanti sui risultati. «Le caratteristiche uniche del gruppo - ha commentato il presidente e ceo François-Henri Pinault - espresse nella sua visione strategica e nella cultura manageriale, sono un asset-chiave per realizzare una crescita organica, nostra priorità per il 2015, in un contesto macroeconomico e valutario incerto. Confdo nella capacità della società di consegiuire una crescita profttevole e sostenibile, focalizzandoci, nel breve periodo, nella generazione di cassa dei nostri brand». Nel corso della presentazione dei risultati è emerso che nessuna acquisizione è in programma per il 2015 (la più recente, che risale allo scorso novembre, riguarda il produttore di orologi Ulysse Nardin) e che la vendita è una delle opzioni in valutazione per il brand italiano della calzature di lusso sergio rossi.

Si chiude oggi, 24 febbraio, l’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione di azioni di Ovs (insegne Ovs e Upim), che ha in vista la quotazione alla Borsa di Milano il 2 marzo. L’operazione ha per oggetto 101 milioni di titoli, pari al 44,5% del capitale, che potrebbe salire al 49,3% in caso di esercizio integrale della greenshoe. Come spiegano dalla società controllata dal fondo BC Partners, i proventi derivanti dall’offerta in sottoscrizione (previsti oltre 530 milioni di euro netti) potranno essere utilizzati per rinforzare la situazione patrimoniale e accelerare la crescita. Il management (nella foto, l’a.d. e direttore generale Stefano Beraldo, che lascia l’incarico di ceo del Gruppo Coin per concentrarsi sulla quotanda) lavorerà per espandere il network dei negozi sia diretti che in franchising, e rafforzare il posizionamento competitivo del marchio. Nei nove mesi terminati il 31 ottobre 2014 i ricavi di Ovs si sono attestati a 877 milioni (+7,4%) e l’ebitda è salito a 102 milioni (+29,2%). Il periodo novembre-dicembre 2014 si è chiuso con un +6,3% rispetto allo stesso bimestre del 2013.

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Foto di Imaxtree.com/Andrea Adriani

news in primo piano L’accelerazione dei ricavi dal 2010 al 2014 (dati in migliaia di euro)

Hermès sales exceeded 4 billion euro for the frst time in 2014.

2.214 Nel 2014 Hermès ha superato il tetto dei 4 miliardi di euro di fatturato (per l’esattezza 4,12 miliardi, in salita del 9,7% rispetto al 2013): il più alto di tutti i tempi per la maison francese, che per quest’anno prevede una crescita dell’8%, a causa dell’incertezza economica, geopolitica e monetaria. Il gruppo francese, che pubblicherà l’intero bilancio d’esercizio il 25 marzo, ha dichiarato di attendersi un margine operativo leggermente al di sopra del 31%, ma inferiore al livello record del 32,4% registrato nel 2013, a causa del deprezzamento dello yen (il Giappone è il primo mercato estero della maison).

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2014

cHristian dior couture

zalando

La maison cresce a due cifre e apre a Tel Aviv

Dal rosso all’utile operativo con il +26% dei ricavi

Christian Dior Couture, which recently opened a store in Tel Aviv, has recorded a 13% increase in annual revenues.

Accelerazione a due cifre per Christian Dior Couture, che nel primo semestre terminato il 31 dicembre 2014 ha totalizzato 854 milioni di fatturato, in aumento del 13% rispetto alla prima metà del 2013. L’ebit è salito dell’11% a 120 milioni. In un anno critico come il 2014, il giro d’affari della maison è cresciuto del 13% a 1,6 miliardi di euro. L’utile operativo è salito addirittura del 23% a 203 milioni. La griffe, dall’aprile 2012 è sotto la direzione creativa di Raf Simmons, ha deciso in questi giorni di conquistare un nuovo mercato: in febbraio ha inaugurato il suo primo monomarca in Israele, in Kikar Hamedina, al centro del distretto del lusso. Un’operazione in tandem con la partner locale Silvia Schwartzman, titolare del noto luxury store di Tel-Aviv Enigma. La boutique Dior, che si sviluppa su due piani, si ispira al concept del fagship parigino di avenue Montaigne. All’inaugurazione era presente Sidney Toledano (chief executive della Maison Dior), l’élite israeliana e top model di Israele come la celebre Bar Refaeli. 10

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HermÈs sopra i 4 miliardi di euro il fatturato

In 2014 Zalando’s net sales increased 26%. The fashion e-tailer’s operating proft totalled 62 million euro.

Zalando - uno dei maggiori player europei nell’e-commerce di moda - ha visto salire i ricavi 2014 del 26%, a quota 2,2 miliardi di euro. Una crescita sostenuta dal +21% del quarto trimestre (666 milioni di euro il totale). «Le performance del 2014 testimoniano che il nostro business model è sostenibile e può conseguire signifcativi margini - ha detto Rubin Ritter, membro del management board -. Nei prossimi anni ci impegneremo a fare i giusti investimenti per proseguire nella crescita di lungo periodo e nella creazione di valore». Il gruppo nato nel 2008, che lo scorso ottobre ha debuttato alla Borsa di Francoforte, ha terminato l’esercizio con un risultato operativo di 62 milioni di euro, dal rosso di 114 milioni dell’anno prima. Nelle previsioni del management, il giro d’affari del 2015 dovrebbe aumentare in un intervallo tra il 20% e il 25%. I margini non sono attesi a livelli superiori a quelli del 2014 (3,7% l’ebit margin adjusted, dal -6,2% del 2013).

a new york il piÙ grande store micHael kors Michael Kors has opened its largest fagship store in New York. Michael Kors ha inaugurato a New York il suo negozio più grande al mondo: oltre 2mila metri quadrati su tre livelli al 520 di Broadway a SoHo. Il fagship riunisce per la prima volta l’intero universo del brand. Infatti riserva circa 400 metri quadrati al menswear, compresa un’area dedicata alle calzature. L’opening è avvenuto a breve distanza dalla pubblicazione dei risultati del terzo trimestre. I ricavi sono saliti del 29,9% a 1,3 miliardi di dollari. Gli Usa, il mercato più importante con 1,1 miliardi di fatturato, sono cresciuti del 22,6%. Decisamente più dinamica l’Europa, dove le vendite sono aumentate del 72% a 241 milioni di dollari.



business in primo piano Salvatore Ferragamo

L’a.d. Norsa: «Segnali di fducia per il 2015. Sarà un anno pieno di eventi»

rEnZo roSSo

«La gaLaSSia Otb viaggia a veLOcitÀ SuperSonica»

The fgures refect the optimism of Ferragamo’s ceo, Michele Norsa

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di Carla Mercurio

The debut of John Galliano at the creative helm of Maison Martin Margiela, Marni fashion show in Florence, the event for the 20 years of Dsquared2 and the Diesel Black Gold catwalk in Milan: for Renzo Rosso a dynamic year has started.

L’

esordio di John Galliano da Maison Martin Margiela, la sfilata di Marni a Firenze, l’evento per i 20 anni di Dsquared2 e la sfilata di Diesel Black Gold a Milano: un anno dinamico per Renzo Rosso. L’anno è iniziato bene, sono stati momenti di forti emozioni e continueremo a fare grandi cose nei prossimi mesi. Quali i progetti con Diesel? Prosegue il processo di riposizionamento dell’etichetta verso l’alto. Un universo che cresce anche grazie alle licenze. Per il Salone del Mobile annunceremo un nuovo progetto e, in parallelo, abbiamo tante proposte per realizzare hotel e appartamenti di lusso con la nostra linea home. Come evolve la linea contemporary Diesel Black Gold? Abbiamo una sfida importante in corso, che vede la label prendere sempre più piede e affermarsi nei department store e nei negozi di punta. Quali news sul fronte retail? C’è allo studio un piano di ampliamento del flagship milanese di piazza San Babila. Abbiamo affidato il progetto allo studio di architettura giapponese, Wonderwall, che sta lavorando alla realizza-

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zione di un megastore che aprirà a cavallo tra il 2015 e il 2016. Le recenti acquisizioni hanno portato una ventata di dinamismo anche nel childrenswear. Brave Kid è divenuto un vero polo del contemporary per kid e junior, coerente con il resto di Otb. Una realtà unica nel suo genere, basata non su qualcosa di “comprato”, ma di costruito in 40 anni di know-how. Ora anche il childrenswear di Marni è prodotto da Brave Kid. Abbiamo in mano una vera collezione, studiata nei dettagli insieme a Consuelo Castiglioni e a sua figlia Carolina. I feedback sono positivi soprattutto dall’Asia, uno dei mercati chiave per noi. Quanto fattura Brave Kid? Una quarantina di milioni di euro, circa il 3% del totale del business. Ma la prospettiva è di crescere. Come vede la moda bimbo? Molte difficoltà e le soddisfazioni arrivano, ma lavorando più sodo che nell’adulto. Oggi il segmento medio è praticamente scomparso e non a caso Diesel bambino lo abbiamo portato più su, in area premium. n

arà un anno denso di eventi e sorprese, all’interno di un trend positivo. Salvatore Ferragamo ha un posizionamento ideale in termini sia di bilanciamento di genere (60% donna e 40% uomo), sia di posizionamento di prezzo, di logo e categorie di prodotto, con pelle e scarpe nel ruolo di driver della crescita. Su questo possiamo costruire». L’ottimismo di Michele Norsa, a.d. della maison, in occasione della recente sflata del menswear, ha trovato riscontro nei numeri. La casa di moda ha totalizzato 1,33 miliardi di euro di ricavi annuali, (+5,9% a cambi correnti e + 6,5% a cambi costanti). Le vendite retail hanno fruttato 833 milioni (+3,8%) mentre il wholesale è salito del 10%, trainato dal travel retail. In fessione le licenze. Il core, le calzature, sono salite del 4,5%, a quota 568 milioni, la pelletteria è aumentata del 12,6% a fronte di cali nell’abbigliamento e negli accessori. Il manager ha rivelato che il mese di dicembre ha visto tutti i mercati mondiali in evoluzione e ha espresso fducia per l’anno in corso, grazie all’andamento favorevole dei cambi e delle materie prime. «Per il 2015 ci sono sicuramente dei segnali di fducia - ha dichiarato -. Il travel retail resta tra i principali motori di crescita, nonostante la recente fessione del numero dei turisti russi in Europa».

Un momento della sflata di Salvatore Ferragamo per l’inverno 2015/2016



business GRIFFE

«Il fatto a mano è nel nostro dna» Parlando con Fashion, Jacopo e Veronica Etro delineano le strategie dell’omonimo brand del top di gamma. di Marc Sondermann

Jacopo and Veronica Etro explain how they plan to grow the eponymous, family-owned luxury brand. On the basis of € 320 million in sales, and a revenue increase of 4% in 2014, the siblings look at shoes, jewelry and textile accessories for further expansion. Meanwhile, the upcoming fashion show will shine in an intimate, warmly coloured light.

C

ome si sta sviluppando il business di Etro? Jacopo Etro: Nonostante la crisi mondiale, abbiamo chiuso il 2014 con una crescita del 4%. Guardando il quadro completo, di fronte a mercati in difficoltà come Russia, Italia, e parzialmente anche la Germania, ci sono stati sviluppi molto interessanti sia negli Stati Uniti, sia in Giappone, ma anche in Cina. Da che cosa deriva l’andamento positivo in Cina, un mercato dove altri soffrono? J.E.: Abbiamo iniziato a sviluppare la nostra presenza più tardi di altri marchi del lusso. Alla grande abbuffata non abbiamo partecipato. Il nostro prodotto ha un’identità di brand molto forte, trasmette l’idea di un certo tipo di luxury, per cui non inflazionare il marchio è molto importante. Con gli investimenti attuali perseguiamo l’obiettivo di aprire negozi nei posti giusti, senza sforare il tetto di 3-4 monomarca nelle grandi città. In questo quadro si inseriscono anche le nostre recenti aperture a Macao e a Hong Kong. Come vivete il rapporto con la clientela asiatica, spesso indicata come trendsetter a livello globale? Veronica Etro: In Asia esistono metro14

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poli dalla vitalità straordinaria, la stessa Pechino mi è rimasta molto impressa per quanto riguarda il mondo dell’arte. L’età media è molto bassa, per cui la clientela è giovane e ricettiva, si osa di più. Poi, ovviamente, si notano delle differenze. Mentre i cinesi guardano molto all’aspetto dell’immagine, al lusso curato, i giapponesi hanno un forte background culturale per tutto ciò che riguarda le qualità intrinseche del prodotto, i materiali, le lavorazioni.

Negli Stati Uniti come siete posizionati? J.E.: Per noi è un mercato importante. Fin dall’inizio abbiamo gestito le aperture di nuovi negozi direttamente. Inoltre operiamo in partnership con i principali department store. Da Saks Fifth Avenue e Neiman Marcus siamo sempre più presenti con shop-in-shop dalla chiara identità corporate. Molti player del lusso puntano sull’upgrading nella fascia alta. È un percorso che condividete? J.E.: Visti i trend sociodemografici di fondo, con una middle class in sofferenza, è naturale che tanti vadano in questa direzione. Per noi però cambia poco. Non ci sono seconde linee, né è mai stato il nostro business fare profumi e mutande. V.E.: Siamo fortemente focalizzati sull’artigianato. Paisley disegnati e camicie dipinte a mano fanno parte del nostro dna, con lavorazioni sempre più complicate. Per quanto riguarda le politiche di pricing, c’è chi arriva a offrire borse di coccodrillo a 45.000 euro… J.E.: Quando facciamo il coccodrillo siamo più sui 15.000 euro, penso che non si debba esagerare. C’è da fare una considerazione di costi e di ricavi: se si ricarica di 10 volte poi si arriva a prezzi ridicoli. La nostra politica è puntare su prezzi ragionevoli. Ma non facciamo saldi su certi prodotti speciali, né sul coccodrillo.

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Sugli outlet come si articola la vostra strategia? J.E.: È un canale da controllare con attenzione. Siamo presenti con determinati prodotti, tratti dagli ambiti sfilata, pelletteria e paisley. Facciamo anche produzioni ad hoc, con tessuti e pellami di rimanenza. È importante mantenere un equilibrio. La gamma che abbiamo in boutique è ovviamente molto più ampia e articolata. Il merchandising dei negozi che criteri segue? J.E.: Di sicuro non ci indirizziamo esclusivamente a una clientela di turisti. Nel negozio di via Montenapoleone, ad esempio, vogliamo clienti italiani. L’offerta di prodotto è pensata così. E il mercato ci dà ragione: con il calo dei russi abbiamo mantenuto o aumentato la clientela locale. Allora il mercato italiano è ancora in grado di dare soddisfazioni? J.E.: Anche in Italia, dopo un lungo periodo d’oro, si avverte una crisi del ceto medio. È un trend che si riflette psicologicamente anche su chi i soldi li ha, non si desidera mostrare ciò che si ha.


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1. L’interno della boutique Etro a Vienna 2. Veronica Etro 3. Jacopo Etro

to. Azzeccare gli abbinamenti di colore non è semplice, bisogna pensarci un po’. C’è qualche nuovo ambito merceologico che avete nel mirino? V.E.: Oltre alla partnership con Marchon nel campo degli occhiali, partita da poco, abbiamo in mente di fare qualcosa nel campo dei gioielli e dei bijoux. J.E.: Per l’innalzamento del brand troviamo sia importante. Pensiamo a un lifestyle a 360 gradi. V.E.: E questo in un certo senso ci avvantaggia, siamo sempre stati cultori del no logo. Il paisley è una firma senza essere una firma: si capisce che è Etro senza che ci sia scritto. Per cui puntate sull’iconicitˆ del marchio, pi• che su prodotti iconici? V.E.: Chi siamo si riflette su quello che facciamo; brand e icona sono un’unica cosa. Quando abbiamo creato dei jeans, interpretati con ricami di alto livello, lo abbiamo fatto senza usare il marchio. Con gli accessori e le scarpe seguiamo la stessa linea. Non abbiamo più licenziatari, proprio per esercitare un controllo maggiore su prodotto e distribuzione. I risultati ci stanno dando ragione: i modelli di sneaker sono vendutissimi. Pensate a internalizzare la produzione di calzature? J.E.: Attualmente ci rivolgiamo a laboratori esterni, il nostro core business è l’abbigliamento, non abbiamo investito in fabbriche. Ma non è detto che non lo facciamo in futuro. V.E.: Dal mio canto posso dire che è molto più complicato realizzare una collezione di scarpe che una di abbigliamen-

Le licenze continuano a essere un tab•? J.E.: Sì, continuiamo a essere molto restrittivi. Il rischio è avere poco controllo sul prodotto: sei l’ultimo ad avere parola sul design e ti senti dire quale strada va seguita. E questo diventa borderline per la tua immagine, perché c’è chi fa le licenze in modo molto brandizzato. Il successo del made in Italy è basato sul buon gusto degli anni Ottanta, correndo troppo si rischia di perderlo. Bisogna rimanere fedeli a se stessi, senza seguire ogni umore del mercato. V.E.: Negli anni Novanta ad esempio non “funzionava” la stampa, siamo andati avanti e questo ci ha premiati. Sull’e-commerce quali sono le vostre esperienze? J.E.: Lo gestiamo internamente, vogliamo essere innovativi ma mantenere il controllo. In generale usiamo Internet per richiamare attenzione. Comunque, riteniamo che l’e-commerce sia strategico, dopo aver aperto due anni fa è in crescita, l’anno scorso abbiamo iniziato in America e quest’anno in Giappone. Lo sviluppo è esponenziale, raddoppia

ogni anno. Ma non è costante, oscilla, il lunedì ad esempio vendiamo sempre molto di più. Sui temi della sfilata quali anticipazioni potete dare? V.E.: Alla vigilia dell’evento osserviamo un rigoroso silenzio stampa. Posso solo dire sarà molto Etro, molto ricca, molto sofisticata e complessa. Richiamerà la tradizione, sono convinta che bisogna lavorare tanto su questo, con diverse interpretazioni: proporre un’evoluzione, non la rivoluzione. Per cui la collezione è più soft, punta sui colori della terra. È una collezione che dà calore e un senso di intimità, anche nella presentazione, con luci soffuse, sarà tutto estremamente raccolto. Quali sono le più grandi sfide per il 2015? V.E. Senz’altro le calzature e i progetti nuovi. Vogliamo portarci avanti alla grande, accelerare su pelletteria e accessorio tessile. La sciarpa Etro ricoprirà un ruolo decisamente importante, con vetrine dedicate, campagne e installazioni video. Possiamo agire da una posizione di forza. Essendo nati con il tessuto, per il foulard i consumatori nel mondo ci percepiscono alla stregua di nomi come Gucci ed Hermès. Qui possiamo ancora fare molto. È bello lavorare per un’azienda dove ci sono ancora canali da esplorare. J.E.: Posso dire che ci siamo appena strutturati con un nuovo direttore generale, con il quale stiamo valutando diverse strategie da qui a cinque anni. Uno dei più significativi traguardi riguarda il mercato cinese, dove stiamo raccogliendo i primi importanti frutti. Anche il mercato tedesco è per noi centrale, abbiamo appena aperto un nuovo negozio a Francoforte e rinnovato quello di Berlino. Il cliente tedesco è fedele quando ama il tuo gusto e il tuo prodotto. Inoltre vogliamo potenziare il Giappone, anche a livello di e-commerce. Per il resto abbiamo fatto nel 2014 una scelta fondamentale, quella di rimanere indipendenti. Ci sono state offerte, anche interessanti, ma dopo aver fatto le nostre valutazioni non le abbiamo accolte. Continuiamo del resto a managerializzarci gradualmente, a breve entrerà un cfo. La nostra sfida principale è certamente quella di crescere, senza dover venden re una parte o la totalità. 24_02_2015

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business il caso gucci

Aspettando il new DEAL Ipotesi, riflessioni, aspettative, speranze: parlano autorevoli esperti del lusso, alla vigilia della sfilata del womenswear di uno dei più noti brand globali di Elisabetta Fabbri

On the eve of the womenswear fashion show, there are questions about the new direction that Gucci will take. Some ask to make a clear decision in terms of positioning, while others expect the new creative director to be bolder.

1 Foto di Imaxtree.com/Andrea Adriani

a vera sfilata di Gucci “full Alessandro Michele” sarà quella del 25 febbraio, che rinuncia alla consuetudine della doppia passerella per essere - pare - più d’impatto e in sintonia con le nuove regole della comunicazione digitale. Ma il menswear in pedana a Milano il 19 gennaio - ridisegnato in tempo record dal nuovo direttore creativo, causa addio anticipato di Frida Giannini - qualche indicazione sul nuovo corso l’ha già data. «La collezione autunno-inverno 2015/2016 - conferma il presidente e a.d. Marco Bizzarri, subentrato a Patrizo Di Marco - rappresenta il primo chiaro segnale che il marchio è pronto a prendere una nuova direzione». «Il talento di Alessandro Michele, unito alla sua conoscenza dell’azienda e dell’ufficio stile - ha aggiunto saranno fondamentali per infondere in modo rapido ed efficace la sua nuova visione creativa in ogni collezione». La proprietà, Kering, lo ha scelto perché ha i requisiti per «portare un nuova prospettiva contemporanea», come ha spiegato il chairman e ceo François-Henri Pinault. Non è la prima volta che Gucci si affida a un creativo interno: era già successo con Tom Ford e, dopo di lui, Alessandra Facchinetti, oltre alla stessa Frida Giannini. Non è nemmeno una novità per Kering: basti ricordare l’ascesa di Stefano Pilati da YSL e di Sarah Burton nella fashion house Alexander McQueen. Di certo, da semisconosciuto qual era (pur essendo “associate to the creative director” e militando in azienda dal 2002), Michele ha fatto subito parlare di sé. Il fashion system si è diviso tra chi ha giu-

1. Il logo delle due G 2. Alessandro Michele e il design team di Gucci al termine della sflata maschile del 19 gennaio

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dicato positivamente il mood più giovane e “audace” rispetto al passato e chi non ne ha apprezzato l’ambiguità. Tenendo conto che il primo vero banco di prova è Milano Moda Donna, restano gli interrogativi sull’opportunità della mossa di Kering, dopo che da diversi trimestri i ricavi della maison toscana, responsabile di oltre la metà dei ricavi del luxury business del gruppo francese (vedi news a pag.8), non crescono più. un marchio a un bivio: esclusività o relativa “democratizzazione”?

«Penso sia presto per dare un giudizio - commenta Salvo Testa, professor in Fashion & Luxury Management all’Università Bocconi -. Certo è che i vertici dovranno prendere una decisione, visti i fatturati e la rete distributiva: mantenere il brand esclusivo o ritornare a una relativa “democratizzazione”, con la riduzione dei prezzi medi e l’aumento dei punti vendita e delle categorie merceologiche?». Testa è convinto che un brand

come Gucci, per la sua storia, vada «tenuto alto». Ma questo significa conferire qualità, creatività, innovazione e allure ai prodotti, come pure all’immagine e agli store: «Non basta aumentare semplicemente i prezzi dei prodotti esistenti». Una volta optato per il lusso estremo, è quasi ovvio che la scelta ricada su un designer con grande personalità. «Uno che sappia lavorare, come fece Tom Ford, sugli archivi e sui codici stilistici - spiega - per poi interpretarli in chiave moderna e contemporanea. Un designer troppo “acerbo”, benché “fresco”, non dispone dello spessore culturale e creativo per mettere mano all’heritage. Alessandro Michele non ha ancora avuto il tempo di dimostrare quello che vale. Vedremo con il prêt-à-porter, anche se la vera prova saranno gli accessori in pelle (58% delle vendite totali, ndr) e le borse, in particolare». «Al posto di Pinault - continua - avrei scelto un designer già affermato, di peso, anche se ancora relativamente giovane. Gucci se lo può permettere, avendo licenziato due persone, Giannini e Di Marco, che costavano molto e forse, ultimamente, stavano giocando una partita personale, anziché per il brand. In questo tipo di realtà un designer è di per sé un “guru”, una “star” che può fare notizia, al di là del suo reale spessore. La scelta di uno sconosciuto, interno all’ufficio stile, dimostra la volontà di rimettere al centro dell’attenzione il marchio. Anche questa strada, tuttavia, può rivelarsi sbagliata: solo una perfetta simbiosi tra maison e designer, come nel caso dell’ultra-trentennale 24_02_2015

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business il caso gucci

nuovA DirEzionE o continuitÀ? alessandro michele (fw 15/16) sodalizio Lagerfeld-Chanel, può dare il maggior valore aggiunto». «In questo momento - dice Mario Dell’Oglio, proprietario del luxury shop Dell’Oglio Palermo 1890 e presidente della Camera Italiana Buyer Moda - non capisco quale sia il progetto creativo di Gucci. Difficile, quindi, valutarne l’incisività. Ha un patrimonio molto italiano e molto Tom Ford, che si sta dissipando in una direzione creativa debole ormai da alcune stagioni. E in quest’ultima (l’autunnoinverno 2015/2016, ndr) temo che ne abbiamo visto l’epilogo». Dell’Oglio definisce «un coup de théâtre», la scelta di uno stilista interno e «didascalica» la collezione presentata in gennaio, «che ha attinto molto dall’archivio del brand, contaminato dalla tendenza transgender». Il nocciolo della questione sembra il posizionamento, «alto, al quale però non fa eco un aggiornamento stilistico». «Al di là di alcuni accessori iconici, storici - precisa Dell’Oglio - al momento il marchio non ha deciso in che direzione rilanciarsi. Da italiano, da buyer e da amante del bello, spero lo faccia presto». «Una svolta era auspicabile anche prima - ribatte Silvia Bini, dell’omonima boutique di Viareggio (Lu) e storica buyer della fashion label -. Tuttavia speravo in un nome più “forte”. Perché non hanno agito come hanno fatto per YSL, affidato a Hedi Slimane? Gucci aveva bisogno di un elettroshock. Non credo sarà facile ricostruire la sua storia. Ma mai dire mai. Diamo a Michele il tempo di lavorare. Quanto a Bizzarri, è un grande professionista, che con la sua personalità contribuirà a dare una svolta. Ma non può fare miracoli». Bini suggerisce

frida giannini (fw 14/15) di risvegliare l’interesse sulla borsa, creando il desiderio intorno a un progetto: «All’inizio chi compra è nella fascia alta, ma poi si “sveglia” anche quella media». «Comunque si volta pagina e un cambiamento - la buyer ne è convinta - è sempre un segnale positivo». Anche gli analisti hanno più di un ingrediente da suggerire per creare l’alchimia giusta. «A Gucci servono nuove idee e coraggio creativo dice Luca Solca, analista di Exane BNP Paribas - per riprendere l’iniziativa, in un mercato sempre più affollato e nel quale il consumatore ha molto da scegliere». L’esperto del settore lusso non si aspettava un grande nome per la direzione creativa. «Gucci - afferma - non ne ha bisogno perché è già di per sé un grandissimo nome. Un candidato interno riduce il rischio di commettere grossi errori. Se Michele fosse in condizione di osare di più, la scelta potrebbe rivelarsi vincente». Alcuni analisti temono che il neopromosso prenda una direzione all’insegna della continuità. Un rischio forse sovrastimato, secondo Solca, che spiega: «Alessandro vanta il credito di essere stato il complemento di Frida: un talento più selvaggio, che riportava a un boss disciplinato e organizzato». «Si tratta della persona giusta», tranquillizza il ceo di Gucci, Bizzarri, in un’intervista rilasciata a Wwd, dove chiarisce che la posizione non è ad interim. E lo dice con la consapevolezza che la griffe - un business da 3,5 miliardi di euro di ricavi - ha perso un po’ di smalto e deve tornare nell’immaginario e nel guardaroba degli opinion leader e dei fashion addict. Ma il mercato è vasto: ci sarà spazio anche per il «wearable and accessibile». n

Una messenger bag per l’uomo Gucci FW 15/16

i numeri di bilancio di Gucci (dati in milioni di euro)

ricavi risultato operativo

Analisti fnanziari per lo più positivi sul titolo Kering (giudizi emessi tra fine gennaio e primi di febbraio)

ã «Buy» Target price: 212e

æ «Neutral» Target price: 170e

æ

ä «Sell» Target price: 148e

«Neutral» Target price: 190e

ã «Buy» Target price: 220e

ã «Overweight» Target price: 207e

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business Milano Moda donna

Così si può riparTire Sulle passerelle milanesi sfilano oltre 12 miliardi di fatturato. E nel 2014 l'export è cresciuto del 3,8% . Segno della vitalità delle aziende italiane, così come i debutti e i nuovi progetti in programma alla fashion week. «Petrolio e mini-euro aiutano l’economia italiana - dice Boselli - e la moda si candida a essere tra i maggiori beneficiari»

di Andrea Bigozzi

Nella foto, il fnale di sflata della collezione primavera-estate 2015 di Fendi.

Gucci wil kick off Milano Moda Donna with the frst collection by Alessandro Michele. The fashion week will feature 73 catwalk shows and 74 presentations, ranging from big names to up-and-coming designers, including Vivetta, hosted at the Armani/ Teatro. «The effect of the weaker euro and the fall of the oil price will be a great opportunity for Italian fashion industry», says Mario Boselli, head of the National Chamber of Italian Fashion. In 2014 sales for the Italian womenswear industry totalled over 12 billion euro. And in 2015 growth will go on, driven by exports.

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È

sempre al giro di boa che si vede se una barca è in grado di approfittare del vento e l’Italia, compresa quella della moda, nei prossimi mesi avrà l’occasione per la ripartenza. Messi alle spalle tre anni di recessione quasi ininterrotta (con il Pil del quarto trimestre 2014 non negativo), a frenare l’economia non ci sono più i tassi d’interesse alle stelle, l’euro o il petrolio troppo cari. Mai come in questo momento sarà possibile misurare la reattività delle aziende del made in Italy. «È un momento decisivo per voltare pagina - assicura Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda Italia-

na -. La svalutazione della moneta unica offre una competitività immediata alle imprese del nostro settore, naturalmente proiettate a fare affari all’estero. In più le banche sembrano più propense a dare credito alle aziende». Frasi di ottimismo come non se ne sentivano da un po’. Parole, quelle del presidente della Cnmi - che ha da poco ha annunciato di voler lasciare il suo incarico ad aprile, dopo 17 anni di presidenza - che fanno da colonna sonora incoraggiante alla settimana della moda donna, al via il 25 febbraio nel segno di un cauto ottimismo, nonostante l’incognita Russia, con i buyer probabili assenti giustificati


Foto di Imaxtree/Andrea Adriani

Designer a causa del crollo del rublo port, che nei primi 10 mesi e di quello del prezzo del al debutto da del 2014 ha raggiunto quota petrolio, ma che secondo miliardi circa, in progress Gucci, Krizia, 6,6 gli addetti ai lavori saranno del 3,8% sul 2013, che già si compensati da altri compra- Ter et Bantine era rivelata un’ottima annata tori, specie americani, inper le esportazioni di moda e Capucci glesi e tedeschi. L’ottimismo donna. Un segno più che si aumenta, se si pensa ai dati aggiunge all’aumento (riledi crescita della moda femvato da molte aziende) degli minile italiana già nel 2014, prima degli ordini per la primavera-estate 2015. effetti benefici dovuti al mini-euro, alla Trend che gli operatori sperano sia strategia di Mario Draghi e all’oro nero confermato anche dalle sfilate milanesi a buon mercato. Lo scorso anno il fat- dell’autunno-inverno 2015/2016 e dai turato del womenswear, secondo Smi- saloni come White, Super e Mipap, che Sistema Moda Italia, ha superato la iniziano il 28 febbraio sempre nel caposoglia dei 12 miliardi. In evidenza l'ex- luogo lombardo (vedi pagina 28). A Mi-

lano Moda Donna sono in programma 74 défilé (di cui sei doppi) e 80 presentazioni (un record), per un totale di 151 collezioni. Una fashion week che riporta il calendario a sei giorni effettivi, grazie alla decisione di Giorgio Armani di tornare a sfilare l’ultimo giorno (il 2 marzo), dopo che sei mesi fa aveva preferito anticipare a metà settimana il suo show, indebolendo la giornata conclusiva. Numerosi i debutti e i lanci di progetti speciali: e anche questo è un indicatore che gli investimenti e la fiducia nel mercato stanno ripartendo. Così come la scelta di Cnmi di rinnovare il parco “location” da offrire alle maison e ai new designer: questa stagione alla Sala delle Cariatidi (frutto del rinnovato accordo con il Comune di Milano) si aggiunge il Teatro di Piazza Vetra, in passato sede di sfilate come Versace e Philipp Plein. Non si dovrà attendere a lungo per assistere all’esordio più atteso: quello di Alessandro Michele alla guida di Gucci (vedi approfondimento a pag. 17) è in programma nella giornata inaugurale di Milano Moda Donna. Il nuovo corso della griffe inizia già dal calendario: annullata la formula della doppia sfilata, adottata negli ultimi 10 anni. Sarà un doppio debutto, quello che riguarda Philosophy. Il marchio del gruppo Aeffe, di scena il venerdì, torna in passerella in Italia dopo anni di sfilate a New York e lo fa con un nuovo direttore creativo: Lorenzo Serafini (vedi intervista a pag. 24). Prima volta in pedana anche per Vivetta, designer ospite dell’Armani/Teatro (intervista a pag. 27). L’ultimo giorno sarà nel segno di Kostas Murkudis, che firma la rentrée milanese di Ter et Bantine (vedi pagg. 26-27). Da tenere d’occhio due altre maison: si mormora che quella di sabato 28 potrebbe essere l’ultima sfilata di Peter Dundas da Emilio Pucci. Lo stilista sarebbe pronto a passare da Roberto Cavalli (ormai in fase di closing con Clessidra) e, al suo posto, toccherebbe a Marco Zanini o a Massimo Giorgetti guidare Pucci. Ma prima di verificare l’esattezza di questi rumors, si registra una serie di new entry anche tra le sfilate off schedule (che in totale dovrebbero essere meno di una decina): debuttano Erika Cavallini e Mario Dice (entrambi domenica 1 marzo), mentre Giamba, l’etichetta contemporary creata da Giambattista Valli e Mario Bandiera, che era stata la grande novità della scorsa stagione, partecipa alla fashion week con una sfi24_02_2015

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business Milano Moda donna Usa e Germania sono le lepri dell'export

MARIO BOSELLI I nodi da sciogliere in Cnmi dopo l'addio di Boselli

il commercio italiano con l'estero (gen.- ott. 2014) Mln di e

Var%

6.576

3,8

Totale

Quota%

100

S

ul tappeto della fashion week resta un problema non secondario: cosa succederà dopo il 15 aprile, ovvero quando Mario Boselli lascerà la poltrona di presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che occupava dal 1999, per diventare presidente onorario. Già ci si interroga sul nome del successore, anche se «non c'è nessuna candidatura alla porta», assicura Boselli. Non necessariamente il nuovo presidente avrà lo stesso proflo di quello uscente. Si dovrà capire se le sue deleghe passeranno in toto in mano al ceo Jane Reeve. Quel che è certo è che il comitato strategico della Cnmi (formato da Stefano Sassi, Patrizio Bertelli, Renzo Rosso, Gildo Zegna e Luigi Maramotti) metterà mano all'organigramma. Per ora indiscrezioni non ne circolano, ma le sflate potrebbero riservare spunti interessanti.

I primi 10 clienti

Francia

756

-0,2

11,54

Germania

666

6,9

10,1

Russia

586 -11,6

8,9

Stati Uniti

468

10,7

7,1

Svizzera

441

-1,0

6,7

Hong Kong 422

26,5

6,4

Regno Unito 386

14,3

5,9

Spagna

301

3,0

4,6

Giappone

296

-3,4

4,5

Belgio

190

-0,3

2,9

/¶ 1

ض

a S

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Fonte: Smi su dati Istat

lata fuori dal calendario ufficiale della Cnmi, fissata per venerdì 27 febbraio alle 13.30, a ridosso di Etro. Una serie di start up rende interessante per buyer e giornalisti il programma delle presentazioni che prevede tra gli altri il lancio del ready to wear di Capucci, la nuova etichetta di pigiami deluxe FRS di Francesca Ruffini, il progetto di ready to wear, più volte annunciato e finalmente pronto, della Camera dei Buyer (vedi box a fianco). Sotto i riflettori anche il ritorno di Krizia, che presenta la prima collezione del nuovo corso ìcinese” del brand, firmata Marisfrolg e Zhu Chongyun, la prima prova di Nataša Čagalj alla guida del womenswear di Ports1961 e la definitiva “consacrazione" della blogger Chiara Ferragni, che dopo essere stata inserita da Forbes nell’elenco degli under 30 più influenti al mondo ora entra ufficialmente nel calendario “che conta” della moda made in Italy. Last but not least, ci sono segnali incoraggianti anche per gli accessori. I grandi marchi escono dagli stand dei saloni specializzati per avvicinarsi sempre più alla settimana delle sfilate. Risultato, delle quasi 80 presentazioni di Milano Moda Donna, più della metà riguardano aziende di scarpe o borse: «Si tratta di un trend ormai consolidato, che continua a vivere 22

A sinistra, un look Les Copains; a destra un bozzetto in anteprima della colllezione fall-winter 2015/2016 di Antonio Marras

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una feconda unione con il ready to wear, dando vita a un filone di cui la fashion week italiana è leader», riassume Boselli. L’ottimismo è alimentato anche dalle previsioni dei Fashion Economic Trends sulla crescita dell’industria della moda italiana: «A gennaio, durante le

sfilate dell’uomo avevamo previsto una crescita di fatturato relativa al primo semestre intorno all’1,6% ma, alla luce della nuova situazione macroeconomica, sono convinto che che andremo molto oltre. Questo è il momento decisivo per voltare pagina». n

Camera italiana Buyer Moda

Lancia le capsule collection Best+ The Italian Chamber of Buyers is launching its frst contemporary capsule collections. The collections, called Best+, are dedicated to coats, knitwear, leatherwear, furs and shoes.

I

l 28 febbraio la Camera Italiana Buyer Moda presenterà presso lo Spazio Genova, in corso Genova 7, le sue prime capsule monoprodotto: un progetto da anni tra le priorità dell’associazione e che la presidenza di Mario DellÕOglio è riuscita fnalmente a concretizzare. D’altra parte, chi meglio dei dettaglianti del nostro Paese può creare collezioni in linea con le esigenze dei consumatori? Ed è ciò in cui si sono cimentati, senza ovviamente avere la pretesa di diventare degli stilisti. «Al momento, con l’etichetta Best+ lanceremo mini linee di cappotti, maglieria, leatherwear, pellicce e calzature: si tratta di proposte bridge-contemporary di elevata qualità, tassativamente made in Italy e decisamente accessibili a livello di prezzo» spiega Giordano Ollari, titolare di OÕ a Parma e Reggio Emilia, responsabile di questo tipo di iniziative all’interno di Camera Buyer. «Debutteremo con la donna per il prossimo inverno, mentre in giugno partiremo con l’uomo e amplieremo anche le categorie di prodotto» aggiunge Ollari, che spiega: «Per le prime due stagioni le capsule saranno disponibili solo per i nostri associati, mentre poi apriremo la distribuzione anche all’estero, con una showroom gestita da noi». Elemento distintivo delle linee «sarà la fodera nera, con elementi grafci bianchi, che proviene dall’archivio Ratti» precisa Ollari. Con questo progetto i negozianti della Camera si espongono in prima persona nei confronti del mercato e, considerando che il fatturato delle 117 insegne associate è di circa 1,2 miliardi di euro, si ha un’idea del potenziale dell’iniziativa. (e.c.)



business Protagonisti a Milano

Con Serafni si cambia “Philosophy”

New brand

Lady Ruffni gioca in casa con FRS

Lorenzo Serafini racconta la nuova Philosophy, al debutto sulle passerelle milanesi: un mix di femminilità, romanticismo e glamour Lorenzo Serafni reveals the new mood of Philosophy about to debut on the catwalks of Milano Moda Donna: a mix of femininity, romance and glamour

Francesca Ruffni Stoppani, wife of Moncler chairman Remo Ruffni, is launching a new line of pijamas deluxe that will be presented in her own home

di Elisabetta Campana

F

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opo 10 anni alla guida del womenswear di Roberto Cavalli e cinque alla direzione creativa della donna di Dolce&Gabbana, Lorenzo Serafini, classe 1973, approda al Gruppo Aeffe per il rilancio di Philosophy: il debutto in passerella il prossimo 27 febbraio. Ce ne parla lo stilista. Cosa c’è di nuovo e cosa invece resta nella Philosophy di Lorenzo Serafini? Philosophy ha nel dna due caratteristiche che condivido profondamente: romanticismo e femminilità. Il mio primo obiettivo è creare una nuova immagine, declinando questi elementi in chiave glamourous e puntando su un total look, per proporre un guardaroba completo dalla mattina alla sera. Cosa vedremo in passerella? “A glamourous innocence” è il titolo della nuova collezione. Le stampe saranno il punto focale, insieme allo spirito giovane. Sfileremo un mood in perfetta sintonia con quello della precollezione che sta già riscuotendo ottimi consensi. In un momento di profondo cambiamento per un marchio come questo è indispensabile essere coerenti, per poter riguadagnare la fiducia del mercato. Philosophy ha sfilato per anni a NY: è stata una sua scelta tornare a Milano? Credo che un brand italiano e made in Italy come Philosophy debba sfilare a Milano. A maggior ragione adesso, che la fashion week si è aperta ai giovani e si respira una forte energia: sono contento di salire in pedana in un contesto propositivo come questo.

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1. Lorenzo Serafni 2-3. Immagini della precollezione per il prossimo autunno-inverno

Quale sarà la location prescelta? Debutteremo al Palazzo delle Stelline, una sede vicina a quella di Tod’s che presenta prima di noi e sulla strada per Versace, subito dopo. I progetti per Philosophy? Consolidare la nuova immagine ed essere presenti nei più importanti multimarca e department store del mondo. Un primo passo l’abbiamo già fatto tornando da Barneys, dove mancavamo dal 1999.

Oltre alla moda, quali sono le passioni di Lorenzo Serafini? I libri, le riviste e i giornali di moda, design e arte. Amo ricercarli, collezionarli, catalogarli, ma soprattutto leggerli e sfogliarli. Ormai ho migliaia di pezzi e grazie alla memoria visiva, che anche per merito loro tengo allenata, immagazzino n un patrimonio di immagini e foto.

rancesca Ruffni, moglie del numero uno di Moncler Remo, ha deciso di tornare nel mondo della moda con un progetto tutto suo: si chiamerà FRS (nome dietro cui si nascondono le sue iniziali, Francesca Ruffni Stoppani, ma anche acronimo di “For Restless Sleepers”) e sarà svelato a Milano Moda Donna il 26 febbraio. Nonostante l’evento sia ormai alle porte circolano pochissime informazioni riguardo all’iniziativa: si tratterà di una linea monoprodotto di pigiami haut de gamme, la cui distribuzione sarà affdata a Riccardo Grassi Showroom. Lo spirito della label sarà lussuoso e funny, almeno a giudicare dall’immagine pubblicata “in anteprima” da Francesca Ruffni sul suo account Twitter (nella foto). Anche la location della presentazione aggiunge curiosità al lancio di FRS: sarà l’appartamento milanese di Francesca Ruffni. Che non è nuova ad attività creative nel settore moda, avendo diretto in passato il marchio di abbigliamento Coast+Weber+Ahaus, fondato nel 1999 a Grandate (Como) e appartenuto al gruppo Moncler. (an.bi.)



business protagonisti a milano

Capucci lancia il prêt-à-porter “faTTo in Casa”

«Ter et Bantine e Hache hanno un’impronta unica e ho intenzione di aggiungere la mia energia al loro dna»

Foto di Fiorenzo Niccoli

Roberto Capucci is about to launch a new ready-to-wear line.The collection is a start-up project that has brought in Cinzia Minghetti to reinterpret the work of the founder.

Foto di Claudia Primangeli

La collezione, che sarà supervisionata dallo stesso Roberto Capucci e disegnata da Cinzia Minghetti, riparte dal cerchio e dal quadrato

kostas Murkudis

roberto CapuCCi

oberto Capucci è probabilmente il più famoso creatore italiano di alta moda. I suoi abiti sono spesso ospitati nei musei come autentiche sculture di tessuto, ma ora il lavoro dello stilista diventa un marchio - semplicemente Capucci - che si presenta a Milano, patria del prêt-à-porter, con un progetto originale che sarà svelato alla stampa il 26 febbraio durante un open day, a cui sarà presente anche il Maestro. La linea sarà supervisionata dallo stesso Roberto Capucci, oggi 85enne, che ha aperto il suo archivio al team creativo guidato da Cinzia Minghetti, designer quarantenne di collaudata maturità professionale e con una forte vocazione alla ricerca. «Svilupperemo circa 120 pezzi - racconta Enrico Minio Capucci, nipote del creatore romano e a capo del progetto -. Il focus sarà sull’abbigliamento, ma non mancherà una mini collezione di calzature e di borse che sarà sviluppata nelle prossime stagioni». I punti di partenza della collezione ready-to-wear Capucci sono il cerchio, il quadrato e la linea a scatola, che nel 1958 fece vincere al couturier l’Oscar della moda. Il progetto è svolto in sinergia con un gruppo di aziende italiane fortemente specializzate: «I tessuti esclusivi - spiega Capucci - sono stati concepiti con innovative tecniche industriali, per riprodurre le lavorazioni sartoriali della haute couture: plissettature, patchwork, applicazioni». Il prêt-à-porter Capucci è già una potenziale bomba a orologeria: gli appuntamenti fssati con department store americani e multibrand di tutto il mondo durante la settimana della moda nelle nuova showroom di via del Vecchio Politecnico 5 (ex spazio di Gabriele Colangelo) sono già molti: «L’interesse da parte dei buyer è stato superiore alle aspettative - conclude Capucci - ora ci attendiamo si trasformi in ordini». (an.bi.)

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Pronta la “fase due” di Ter et Bantine e Hache Gfm cambia marcia e punta sul nuovo designer Kostas Murkudis, su Milano e sui mercati esteri, che promettono soddisfazioni, specie dall’Asia di Andrea Bigozzi

Kostas Murkudis is to unveil his frst collection for Ter et Bantine and Hache. For the ceo Fabio Cavana he is the right designer to write the new pages of the brand.

C

ambiare pelle, mantenendo vive le tradizioni. Come quella dell’eleganza minimal, del ìmai ordinario”, dell’artigianalità rigorosamente made in Italy. Ed è proprio dall’Italia, e in particolare da Milano, che parte la nuova era di Gfm e dei suoi marchi-fiori all’occhiello, Ter et Bantine e Hache. Un nuovo direttore creativo, Kostas Murkudis, lo stesso per entrambe le linee, che raccoglie l’eredità della designer fondatrice Manuela Arcari e che debutterà su entrambi i progetti proprio a questa edizione di Milano Moda Donna: durante la giornata inaugurale è prevista la presentazione di Hache, mentre il giorno di chiusura della kermesse sarà la volta della sfilata di Ter et Bantine. «Era ora di tornare a casa. Così, per la prima volta, abbiamo deciso di entrare a far parte della Camera


Intervista/Vivetta

a sinistra, un look della pre-fall 2015 di ter et bantine; sopra, un’anteprima frmata Hache

della Moda e di concentrarci su Milano. In passato i nostri marchi hanno sfilato anche a Parigi e New York. Ma ora basta essere apolidi. Il nostro è un progetto internazionale, produciamo anche linee in licenza per Daks e ora anche per lo stesso Kostas Murkudis, e mantenere in Italia la presenza commerciale della sfilata, oltre che naturalmente produttiva, è una questione di credibilità». Con queste parole Fabio Cavana, a.d. di Gfm, dal 2009 controllata dal fondo Opera, ha motivato un ritorno alle radici, affidato a un designer con un curriculum che racconta di uno spirito cosmopolita, che lo ha portato a lavorare tra gli altri per Closed, Pringle of Scotland, Coccinelle, New York Industrie, Helmut Lang. «Nutro grande ammirazione per il lavoro svolto da Manuela Arcari - spiega Kostas Murkudis - e sono onorato di portare avanti alla mia maniera la storia dei marchi. Cercando

di trasmettere nuova energia a entrambi i progetti». Per il debutto lo stilista ha costruito due collezioni complete, fatte di 210 look per Ter et Bantine (di cui 50 saliranno in pedana) e 180 per Hache. «La donna Ter et Bantine - anticipa Murkidis - sarà molto sofisticata, ìeducata”, fashion. E soprattutto fiera di essere made in Italy. Per Hache invece ho sviluppato l’anima contemporary, insistendo sul link con la musica e su un touch anglofilo». Sulla base di queste coordinate il gruppo di Granarolo Faentino ha deciso di spingere sull’acceleratore. E Cavana è pronto a continuare la sfida. Nel 2014 Gfm ha raggiunto 16 milioni di euro di fatturato, ottenuti per oltre il 75% dall’estero, ma sarà il 2015 l’anno della svolta, anche sulla base della campagna vendita in corso. «I primi riscontri - dice l’a.d. - sono positivi e incoraggianti. Stiamo lavorando molto sulla distribuzione. Ci interessano i buyer asiatici. In Europa puntiamo su Germania, Austria e Svizzera». «Negli Usa - aggiunge - siamo già forti, ma ora vogliamo passare dagli independent store ai department store». Monomarca, Fabio Cavana non ne vuole aprire, né per Hache, né per Ter et Bantine. Almeno non a breve e non a gestione diretta: «In Corea, grazie al nostro partner, abbiamo già una dozzina di negozi e siamo soddisfatti. Non escludiamo un’espansione retail sullo stesso modello coreano anche in altri n mercati».

«In sflata? abiti ricamati nel tempio di armani» Vivetta Ponti is the new guest designer at Giorgio Armani’s theater. She designs very feminine collections, with an ironic touch. «I thank Armani for the support and the opportunity».

«S

ono felice per questo regalo che mi ha fatto Giorgio Armani. La scelta è stata sua e ha sorpreso me per prima. Non solo è un onore, ma un’opportunità incredibile per una giovane designer come me». La collezione fall-winter 2015/2016 di Vivetta Ponti, alias Vivetta, sflerà sabato 28 febbraio negli spazi dell’Armani/Teatro, in via Bergognone: un privilegio che nelle ultime otto stagioni è toccato a talenti emergenti tra cui Andrea Pompilio, Stella Jean, Angelos Bratis, Au Jour Le Jour. Questo gesto da parte di Re Giorgio rappresenta una spinta che la stilista, nata ad Assisi 38 anni fa e cresciuta professionalmente a Firenze alla corte di Roberto Cavalli, ha accolto con emotività: «Come prima reazione alla notizia ho pianto di gioia e la notte non sono riuscita a dormire. Penso che sarà un’esperienza unica, sul piano delle emozioni, ma che porterà anche grande visibilità al mio lavoro». Nel mondo della moda il brand Vivetta, nato nel 2008, ha già trovato un suo spazio: è una presenza fssa nel calendario delle presentazioni alla fashion week milanese e la stock list include un centinaio di indirizzi, compresi gli italiani Antonia, 10 Corso Como, Coffee.N.Television, LÕInde le Palais a cui si aggiungono vetrine internazionali del calibro di Colette, Babocka Gallery e Harvey Nichols. Per il debutto in via Bergognone “Vivi”, per amici e collaboratori, ha scelto di puntare sul suo cavallo di battaglia: i ricami (i preferiti sono i farfalle e fori). «Dopo l’invito di Armani - rivela la designer - ho deciso di arricchire la collezione e ho inserito quattro abiti ricamatissimi: amo disegnare ricami». Sulla passerella non mancheranno i look dalla femminilità delicata e surreale (nella foto un capo p/e 2015), che hanno creato l’identità del marchio, ma Vivetta è proiettata in avanti e pensa già al post-sflata: «Vorrei che questo fosse il primo fashion show di una serie a Milano. Intanto però voglio trasferire la mia base a Firenze e continuare con tenacia il mio percorso». (an.bi.)

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business saloni a milano WHiTE, sUPER E miPaP

1. Un outft di Rika, marchio olandese disegnato da Ulrika Lundgren, special guest di White 2. Un allestimentografca di Mipap 3. Accessori a Super

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Tutti per uno uno per tre 2

Dal 28 febbraio al 2 marzo è la volta delle rassegne di abbigliamento e accessori donna che completano la fashion week milanese: White in via Tortona e Super e Mipap a Fieramilanocity di Elena Azzola

From February 28th to March 2nd the fairs White (via Tortona), Super and Mipap (Fieramilanocity) are back again: formats where new brands can be scouted.

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a sabato 28 febbraio a lunedì 2 marzo la settimana della moda milanese si completa con i saloni dedicati all’abbigliamento e agli accessori femminili. Ritornano i consolidati appuntamenti con White di via Tortona e Super e Mipap, allestiti nel padiglione 3 di Fieramilanocity, con ingresso dal gate 5 di viale Scarampo. White, punto di riferimento internazionale per la moda contemporary (come ama definirsi), presenta nelle tre location di via Tortona 27 (Superstudiopiù), 54 (ex Ansaldo) e 35 (Hotel Nhow) un percorso che spazia dalle collezioni di abbigliamento agli accessori, includendo gli occhiali, i bijou e i profumi artistici, grazie a numerose aree speciali e sezioni tematiche. Questa volta special guest in via Tortona 27 è Rika, marchio olandese disegnato da Ulrika Lundgren: una proposta che unisce spirito rock’n’roll, estetica nordica e silhouette femminili senza tempo. Un altro marchio sotto i riflettori è Piccione.Piccione, disegnato dallo stilista siciliano Salvatore Piccione, messosi in luce al concorso Who is on Next? e oggi distribuito nelle migliori boutique internazionali. Aree speciali sono dedicate anche al ìpapà” del premium denim Adriano Goldschmied con la sua collezione AG Adriano Goldschmied (vedi articolo a pagina 30), a Avn, Collection Privée?, Faliero Sarti, Labo. Art, Majestic Filatures e Virginia Bizzi. Il Basement, sotterraneo in cui scoprire le proposte più spinte e di ricerca, schie-

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ra Ajl Madhouse, Barbara Alan, House Of Very Island, Ilariuss, J-Koo, O.X.S. Rubber Soul, Peter Non, Reality Studio Shoes e Vibe Harslof. Grande attesa è riservata inoltre a Henrik Vibskov, influente nome scandinavo che White portò sulle passerelle milanesi nel ìlontano” 2010. La tappa di via Tortona 54 all’ex Ansaldo ha un’anima più casual e sportiva e presta un’attenzione particolare all’accessorio moda. Qui sono presenti anche l’area IFP, dedicata al design coreano, e Inside White, il contenitore pensato per valorizzare le nuove proposte, con la possibilità per il vincitore dell’Inside White Award di usufruire di uno spazio gratuito alla prossima edizione della manifestazione. All’Hotel Nhow di via Tortona 35 ancora collezioni di abbigliamento e accessori, ma anche una selezione di novità del mondo dell’ottica presentate in White Glass e un focus, White Bijoux, su marchi premium di monili, selezionati da White insieme alla boutique online specializzata Birk Butik. Spostandosi in Fieramilanocity, i buyer possono intercettare anche l’offerta di Super, il salone nato dalla collaborazione tra Pitti Immagine e Fiera Milano, giunto alla quinta edizione (la seconda nella nuova location del padiglione 3). I marchi coinvolti sono 200, con una prevalenza degli accessori (60%) rispetto all’abbigliamento (40%). «Anche questa stagione il nostro team ha lavorato per selezionare un mix di fashion contemporaneo, tra brand consolidati, cap-

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sule collection, nomi emergenti e nuovi designer - spiega Agostino Poletto, vice-direttore generale di Pitti Immagine -. Lo ha fatto pensando alle esigenze e ai trend concreti del mercato, disegnando il salone su un target di buyer alla ricerca di proposte fresche, input internazionali e consapevolezza di prodotto. Tutto questo all’interno di un format che ha reso Super un progetto unico nel suo genere grazie alla caratteristica struttura circolare, apprezzata per leggibilità e layout scenografico». Tra gli highlight della rassegna, l’area speciale Super Talents, con i riflettori puntati su giovani designer che si stanno affermando sulla scena della moda internazionale e il progetto The Green Closet, contenitore con una selezione di brand britannici ecosostenibili, patrocinato da UK Trade & Investment e dal Consolato Generale Britannico. Al vicino Mipap (la location è sempre il padiglione 3 di Firamilanocity, con ingresso dal gate 5 di viale Scarampo) la novità della stagione è l’area tendenze battezzata ìBE Optimistic!”, da non perdere. La mostra mette in scena 170 collezioni di abbigliamento e accessori, con un tasso estero del 25%. Tra i nuovi ingressi, Daniela Dallavalle - Elisa Cavaletti, (vedi articolo a pagina 52), Laurèl, Ekle’, Musetti, Ferrante, Meisie e Sonia Fortuna. Confermano la loro presenza al salone di Fiera Milano Lo Sciarpino, 1.4 Amaranto, Nuovo Borgo, Club Voltaire e Flo&Clo. n



business PROTAGONISTI A MILANO

Special area al White per il denimwear firmato Ag Il brand di denimwear premium californiano parte alla conquista dei mercati stranieri. Tra questi l’Italia, dove occupa un’area speciale al White. E a marzo arriva nei negozi la special collection con Alexa Chung Present in a special area at the White fair, the Ag denimwear brand will be in stores in March with the capsule collection signed by Alexa Chung.

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Le glamorous girls si mettono i jeans The designer is launching a capsule collection with the Us frm: «Denim fascinates me». «Il denim mi affascina. L’ho usato come una tela su cui proiettare la mia visione, pensando a una clientela giovane di glamorous Valli girl». Sono le parole scelte da Giambattista Valli per riassumere la collaborazione con 7 For All Mankind per una capsule collection che sarà presentata venerdì 27 febbraio, con un evento presso 10 Corso Como. Per la collezione, che sarà divisa in due consegne e venduta nei monomarca e nell’e-store di 7 For All Mankind, oltre che in selezionati multibrand nel mondo, Valli ha reinterpretato due modelli best seller del brand Usa: l’”high-waist skinny” e il “flare”. La prima consegna (in arrivo il 4 marzo) ruota attorno al rosso, colore must di Valli, e l’animalier. Protagonista il jeans high-waist skinny, insieme a un mini-abito, un top senza maniche e uno svasato, shorts e giacca. Denim in 7 diverse tonalità di blu, colori fluo e tocchi di pizzo Sangallo saranno invece al centro della seconda consegna, in uscita a maggio, che comprende flare, una tuta, un bomber e un top peplum. (an.bi.)

di Carla Mercurio

ei progetti di crescita di Ag, etichetta di denimwear statunitense, un posto importante occupa l’Italia. Non a caso la label debutta alla rassegna White in un’area speciale. Un esordio che coincide con un’altra novità: l’arrivo nei negozi a marzo della capsule con la fashion icon e presentatrice britannica, Alexa Chung. «Una linea che ha già avuto un grande successo in fase di lancio da Selfridges, lo scorso gennaio, quando nell’arco delle prime quattro ore di presentazione è stato realizzato il 50% di sell out», spiega Marc Raffoul, shareholder di Fashion Distribution, società milanese che fa capo alla famiglia Raffoul e che da due anni distribuisce il brand AG in Sud Europa, Russia e Medio Oriente. Per la label californiana questo è il momento di pensare in un’ottica globale. Nata nel 2000 dalla partnership tra Adriano Goldschmied e l’imprenditore di origine coreana Yul Ku - fondatore e titolare della fabbrica di jeans californiana Koos Manufacturing che in passato ha lavorato per Gap, J. Crew, Abercrombie&Fitch - e confluita in toto nella mani di quest’ultimo nel 2004, Ag ha avuto una crescita enorme in America, con progressioni del 30% ogni anno a partire dal 2007. Un’ascesa che ha portato a un giro di affari di 200 milioni di dollari, alla conquista di department store del calibro di Saks Fifth Avenue e Harvey Nichols e all’apertura di 20 store. Tra i fan di AG, Jessica Alba, Emma Watson, Mila Kunis, Taylor Swift, Robert Pattinson, Ben Affleck e Hugh Jackman. Sempre una celebrity, Daria Werbowy, è testimonial della label dagli

giambattista Valli + 7 For All Mankind

Alexa Chung indossa una proposta della capsule realizzata in collaborazione con Ag, nei negozi il prossimo mese di marzo

inizi del 2013. «La fabbrica spiega tutto - chiarisce Raffoul -. Una struttura verticalmente integrata, situata a Los Angeles, dove lavorano 2mila addetti e in cui tutto è realizzato internamente: dal design al taglio dei tessuti, dall’assemblaggio al lavaggio, dal finissaggio alla consegna, con un occhio attento all’ambiente e al risparmio energetico». Ora è la volta dell’espansione worldwide, che oggi vede il brand già affermato in Giappone, dove è stato inaugurato uno store a Tokyo pochi mesi fa. Una strategia partita dal prodotto - dal 2008 sotto la guida creativa del figlio di Yul Ku, Samuel - ripensato alla luce delle esigenze di un pubblico globale, e arricchito con il total look. In Italia è stata messa a punto una struttura distributiva con un direttore commerciale ad hoc e con il coinvolgimento di quattro agenzie mirate per il target di negozi di riferimento. Si parla dei top store in Ita-

lia, per un prodotto che va in vendita a una media di 250/350 euro retail price dei jeans e di 80/140 euro dei top. Prezzi che salgono nel caso della partnership con Alexa Chung, con punte dai 500 ai 1.500 euro per la parte non denim. Un prodotto alto di gamma, venduto in boutique come La Tenda e Brian&Barry Building a Milano, Spinnaker a Sanremo, Blue Marlin a Roma. 40 in totale, con l’obiettivo di arrivare a 100 con la primavera 2016 e a 180 l’anno successivo. «Una strategia che ora non contempla l’inaugurazione di monomarca in Europa, mentre stiamo valutando un opening a Dubai», prennuncia Raffoul. Un approccio in cui il menswear giocherà un ruolo importante: a oggi in Italia le vendite sono per il 90% concentrate sulla donna, mentre a livello mondiale la torta si divide fra il 65% del côté femmin nile e il 35% di quello maschile.



business pROTAgONISTI A MILANO ATOSLOMBARDINI

Arriva Atos, la moda per la generazione 3.0

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Si chiama Atos e punta a dialogare con le nuove generazioni socialaddicted: è l’ultimo marchio nato in casa Lombardini, pronto al lancio con l’autunno-inverno 2015/2016. Nuove sfide anche nel retail

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1. Liborio Capizzi 2. Gentucca Bini 3. Maurizio Pecoraro

di Angela Tovazzi

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Atos is the latest brand designed by Lombardini Group for the winter season 2015/16. The aim of the brand is to interact with the generations addicted to social networks. New challenges also in the retail channel.

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asy to wear, easy to buy: con questa mission il Gruppo Lombardini lancia Atos, un nuovo brand dedicato alle donne under 35, dinamiche, con un gusto libero da schemi precostituiti, che cercano capi versatili, facili da mescolare. E attente al prezzo. «È un total look dalla doppia anima - racconta Alessandra Lombardini, alla guida dell’azienda con la sorella Elena -. PerchÈ si sviluppa nel solco tracciato dal nostro dna, fatto di prodotti made in Italy, che non prescindono da qualità, grande ricerca nei materiali, estrema cura dei dettagli e delle finiture. Ma al tempo stesso in grado di dialogare con le giovani consumatrici, grazie a un posizionamento competitivo, con prezzi inferiori di circa il 30% rispetto alla prima linea Atos Lombardini (che sarà presentata a Milano il 27 febbraio, ndr) e sulle frequenze stilistiche delle nuove generazioni social-addicted». Le proposte partono dalla destrutturazione dei classici dell’offerta Lombardini, rivisti in chiave più easy e trasformati in una serie di capi eclettici, capaci di amalgamarsi per dare vita di volta in volta a soluzioni “personalizzate”. Circa 200 pezzi, tra abbigliamento e accessori, pronti al lancio con l’autunno-inverno 2015/2016 nel network distributivo del marchio, da due anni a questa parte in forte accelerazione: «Il 2014 è stato l’anno dell’avanzata nel canale retail, con sei opening nel giro di pochi mesi - spiega l’imprenditrice -. Siamo partiti nel febbraio di un anno fa con il monomarca di Milano, per proseguire con Firenze, Roma, Forte dei Marmi, Bari e Anversa. Ed entro la fine del 2015 sbarcheremo a Verona». I negozi, tutti a gestione diretta, affiancano la rete wholesale dell’azienda, presente in Italia e all’estero (in primis in Cina, Europa, Russia e Medio Oriente) con circa 400 multimarca. 2

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1. Elena e Alessandra Lombardini 2. Una proposta Atos per l’autunno-inverno 2015/2016

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A Milano

La fashion week debutta nelle 5 Vie Anche Isabella Tonchi, Di Liborio, Maurizio Pecoraro, Gentucca Bini, Bea Bongiasca nel calendario di Fashion at 5Vie In the schedule of Fashion at 5Vie there are designers like Isabella Tonchi, Di Liborio, Maurizio Pecoraro, Gentucca Bini and Bea Bongiasca

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l distretto milanese delle 5 Vie, la porzione di centro storico compreso tra piazza Cordusio e piazza Sant’Ambrogio, il più delle volte è tagliato fuori dai circuiti mondani e dai percorsi turistici. Ma ora ha deciso di aprirsi alla moda e di organizzare una serie di eventi collaterali a Milano Moda Donna, raccolti nel calendario Fashion at 5Vie, che ha appena ottenuto anche il patrocinio da parte della Camera Nazionale della Moda Italiana. L’idea è dell’Associazione Networking Milano Giovani, che ha dato vita al distretto durante il Salone del Mobile dello scorso anno, con l’intento di trasformare le 5 Vie nel Marais meneghino. Per fare questo il link con la moda era indispensabile. Il programma di Fashion at 5Vie prevede sflate e presentazioni, come la rassegna collettiva di prêt-à-porter e demi-couture di abiti, gioielli e accessori realizzati da celebri designer e giovani promesse della moda italiana. La location scelta per l'evento è lo storico palazzo Visconti di via Lanzone e i fra i talenti coinvolti ci sono Isabella Tonchi, Giulia Marani, Sylvio Giardina, Ludovica Amati, Bea Bongiasca, Mia D’Arco e Marsèll. Il momento clou di Fashion at 5Vie è fssato per la sera del 28 febbraio, quando si concretizzeranno numerosi appuntamenti, tra cui la presentazione della collezione autunno-inverno 2015/2016 di Maurizio Pecoraro. Idealmente collegati alle 5 vie anche la presentazione di Gentucca Bini e la sflata con party a seguire di Di Liborio al Museo della Scienza e della Tecnologia in via San Vittore. (an.bi.)




ilSONDAGGIO

La parola ai negozi MULTIBRAND Abbigliamento e accessori donna Autunno-Inverno 2014/2015 Come sono andate le vendite di abbigliamento femminile in questo autunno-inverno?

56% 26% 18% Come lo scorso anno

Meglio dello scorso anno

Peggio

Come sono andati i saldi invernali di moda femminile?

E quelle di accessori femminili?

44% 36% Come lo scorso anno

Meglio dello scorso anno

20% Peggio

42% 33% 25% Come lo scorso anno

Meglio dello scorso anno

Peggio

Cambia il mercato del womenswear I consumi di moda donna in Italia continuano a essere in difficoltà. Ma qualcosa sta cambiando. Dopo sei anni di crisi, i dettaglianti più lungimiranti e con le spalle robuste hanno messo a punto strategie per affrontare le mutate condizioni di mercato: dall’e-commerce alle vendite agli stranieri, senza perdere di vista l’importanza di coltivare la clientela locale con prodotti e iniziative ad hoc. Lo rivelano i 75 luxury multibrand della Penisola che hanno risposto al nostro sondaggio di Elisabetta Campana

Women’s fashion is facing another diffcult season in Italy. But it’s possible to overcome the weakness of Italian demand by investing in e-commerce and foreign sales, without forgetting the importance of the local customers. These are the results that emerge from our survey about women’s wear sales during the current fall-winter season, carried out with a panel of 75 leading multi-brand stores across Italy.

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he le vendite di moda donna in Italia siano in crisi non è certo una novità. Qualcosa però sta cambiando. Grazie all’e-commerce, agli acquisti degli stranieri - in tutte le loro declinazioni, compreso il parallelo, adesso sdoganato con il termine “b2b” e, in special modo, all’intraprendenza e alla professionalità dei dettaglianti italiani, sembra che l’emorragia degli ultimi anni si stia arginando. Ormai sono stati tagliati all’osso i budget, o comunque rimodulati ad hoc, limati all’essenziale i costi e presi i provvedimenti necessari per affrontare le difficoltà. Come emerge dal nostro sondaggio - realizzato con la collaborazione di 75 top multibrand store, sparsi in tutta la Penisola -, il sell out di questo autunno-inverno per circa la metà del panel (il 56% riferito all’abbigliamento e il 44% agli accessori) si è mantenuto in linea con quello dello scorso anno. Cresce anche la percentuale delle boutique che chiudono la stagione con qualche soddisfazione economica in più, soprattutto per merito degli accessori (borse in primis), il cui fatturato, per oltre un terzo degli interpellati (36%) è in incremento. Anche i saldi invernali partiti con la solita fiammata iniziale hanno poi trovato un rinnovato vigore per merito del freddo tardivo di fine gennaio: per il 33% del panel la loro performance è ri24_02_2015

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ilSONDAGGIO

I brand di abbigliamento donna più venduti

uDolce&Gabbana v Givenchy, Saint Laurent w Herno, Valentino

DolCe&Gabbana

SaInT laurenT

GIvenChy

Rosi Biff

BIFFI, MIlano

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Biff, Milano e Bergamo Tra i buyer italiani ha sultata in aumento. D’altra parte, dopo sei «Non ha molto senso parlare suscitato non poca il anni di crisi, a detta di di un solo marchio best seller. disapprovazione fatto che Valentino, molti la peggiore dalla Ciò che adesso convince a inizio febbraio, abSeconda Guerra Monbia tagliato del 70% davvero la clientela è il diale a oggi, i negozianti gli ordini per il prositaliani più lungimiranti mix di brand rinomati e di simo autunno-invere con le spalle robuste ricerca, perché permette di no (tranne a due o la selezione purtroppo creare un look più libero, più tre insegne multinon ha risparmiato brand che gestiscono nemmeno alcune insedivertente, più personale» in modo massiccio il gne storiche - hanno parallelo della griffe). «Quando il marchio identificato nuovi percorsi per affrontare le usciva a fatica dai negozi lo abbiamo comunmutate condizioni di mercato. Perché gli que supportato - commentano con amarezza ostacoli da superare non riguardano solo la alcuni intervistati -. Adesso che invece va diminuita capacità di spesa dei nostri connabene, e che ne ricaviamo soddisfazioni, la zionali, ma anche le strategie commerciali maison ci riduce i quantitativi». Bisogna inoldei big brand. Le aziende più importanti tre fare i conti con i prezzi sempre più elevati sono infatti sempre più concentrate sullo svidelle collezioni «a cui spesso non corrisponluppo della propria rete retail, a scapito del de un adeguato livello creativo e di qualità, al wholesale: di conseguenza tendono a ridurre punto da suscitare indignazione anche nella ai negozianti sia i mark up (in alcuni casi sceclientela italiana più benestante», lamenta la si all’1.9 rispetto al 2.5 canonico), sia i budget maggior parte del panel. Non può stupire dei prodotti e/o delle collezioni di successo.


I marchi di accessori donna più venduti

uGivenchy

v Michael Michael Kors w Valentino

MSGM

STella Jean

Tra i nuovi brand di moda vincono:

haIDer aCkerMann

uMsgm, Stella Jean

v N.21, Haider Ackermann, Sacai

w Christopher Kane, Piccione.Piccione

valenTIno

Segnalati: Alice+Olivia, Ashis, Blancha, Braintropy, Carven, Chiara Ferragni, Faith Connexion, Kai Aakmann, MarcoBologna, Mary Katrantzou, Self-Portrait, Yang Li, Yves Salomon SaCaI

pertanto che a Dolce&Gabbana, best seller nell’abbigiamento donna di questo inverno, venga riconosciuto da diversi commercianti un accettabile rapporto qualità-prezzo. Nella hit parade seguono al secondo posto Givenchy e Saint Laurent, molto amati dagli stranieri, in special modo dai cinesi e, al terzo, Valentino ed Herno, con i suoi piumini, forti di un ottimo value for money (mentre si dice che Moncler abbia perso qualche posizione anche per colpa della cattivà pubblicità fatta dal programma televisivo Report). In tema di accessori, la medaglia d’oro va a Givenchy e quella di bronzo a Valentino. In mezzo si piazza Michael Michael Kors, grazie alle borse che spopolano per il prezzo più che competitivo: nell’ordine dei 300-400 euro. «Certo non sono borse fatte in Italia e non le mettiamo nemmeno in vetrina, ma piacciono, e non poco, soprattutto alle clienti italiane, che non sono più disposte a spendere dai 1.800 ai 3mila euro per una top bag» dichiara un negoziante, che preferisce mantenere l’anonimato, esprimendo un parere condiviso

da numerosi altri suoi colleghi. Per lo stesso motivo sono in flessione le vendite delle calzature firmate: «Anche chi può permetterselo trova eccessivo spendere 700-900 euro, per un paio di scarpe» ribadisce Flaminio Soncini di Tony Boutique a Magenta (Mi). Per quanto riguarda i marchi giovani, la loro affermazione commerciale in un periodo non facile come questo MantovanI, san gIovannI valdarno (ar) trova diversi ostacoli, soprattutto se il prezzo di vendita non • interessante: la maggior parte dei marchi incostano uno sproposito. Non a caso, proprio dicati ha ricevuto una o due segnalazioni al in occasione di Milano Moda Donna, il 28 massimo, rendendo difficile stilare una vera febbraio, la Camera Italiana dei Buyer (le e propria classifica. D’altra parte tanti negocui 117 insegne multibrand associate genezianti ammettono, a microfoni spenti, che il rano circa 1,2 miliardi di euro di fatturato) vero business in Italia (non all’estero) lo si fa lancerà le proprie capsule monoprodotto: con un buon prodotto, che mixa qualità, «Al momento, con l’etichetta Best+ presenprezzo e funzione d’uso, perché nelle colleteremo mini linee di cappotti, maglieria, leazioni griffate ciò che manca sono proprio i therwear, pellicce e calzature: si tratta di propezzi da indossare tutti i giorni o, se ci sono, poste bridge-contemporary di elevata quali24_02_2015

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ilSONDAGGIO

MaxI Ho, napolI

rattI, pEsaro

BonvICInI FasHIon gallEry, MontECatInI tErME

rougE, Bassano dEl grappa (vI)

laura pEssIna, Monza

d’anIEllo, avErsa (CE)

Tiziana Fausti tà, tassativamente made in Italy e decisamente accessibili a livello di costo (vedi notizia a pagina 22)» spiega Giordano Ollari, titolare di O’ a Parma, Reggio Emilia e, presto, a Salsomaggiore, responsabile di questo tipo di iniziative all’interno di Camera Buyer. «Alla fashion week milanese, ma non solo, spero proprio di trovare nuovi brand e linee che abbiano ciò che di solito manca in negozio: dall’abitino carino alla maglieria giusta. Ovviamente a prezzi ragionevoli, perché tutto è troppo caro» dice Luisa Severi di Luisa a Rimini. Nell’ottica dell’ottimizzazione dell’offerta vengono rivisti i budget per il prossimo autunno-inverno, che per il 62% degli intervistati rimarranno simili a quelli di quest’anno, per il 20% aumenteranno e per il 18% verranno ridimensionati. I negozianti che in38

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Tiziana Fausti, Bergamo zionale aperta su tutto crementeranno gli oril mondo, ovviando per dini lo fanno solo in «Aumenteremo i budget esempio al problema funzione dell’e-comgrazie alle vendite online, della mancanza dei merce - il cui business che sono la nostra salvezza, russi, pressoché scomse ben gestito duplica lÕunica via dÕuscita alla parsi in Romagna o triplica di stagione in conferma Giovanna stagione - o comunque crisi italiana, perché Gaudenzi di Gaudendelle vendite all’estero. rappresentano una vetrina zi a Riccione e Cattoli«Adesso bisogna invesul mondo intero» ca -. Consente anche di stire nell’online, pervendere i capi troppo ché i risultati che si otcari per il mercato italiano». La maggior partengono sono inimmaginabili nei negozi fisite dei dettaglianti è online attraverso la piatci» dice Claudio Antonioli di Antonioli a taforma Farfetch, il cui servizio però costa Milano, antesigniano del business via etere, circa il 30% del prezzo di un capo: cresce che adesso rappresenta i quattro quinti del pertanto la percentuale di coloro che hanno suo fatturato e che per oltre il 90% è effettuagià un loro sito (o lo stanno avviando), spesso to oltreconfine. «Il futuro è del web perché gestito parallelamente a quello della global permette di disporre di una vetrina interna-



ilSONDAGGIO

gIgI tropEa, CatanIa

CarBonE, san gIusEppE vEs. (na)

MusCHIo&MIElE, MEssIna

raIMondI drEss, ravEnna

Aldo Carpinteri community. Uno dei temi più scottanti dei negozi fisici, ma anche di quelli online, è quello dei saldi. C’è chi, come Luisa Severi, si chiede se abbia ancora un senso usare questa parola e chi come Tommaso D’Ambrosio di La Coupole a Venezia che lamenta le date troppo anticipate: «L’inverno inizia il 21 dicembre e ormai nevica a gennaio e febbraio: che senso ha far partire gli sconti ufficiali ai primi di gennaio? Bisognerebbe posticiparli almeno di un mese». In tanti, poi, criticano il proliferare degli sconti anticipati sottobanco da parte dei monomarca (ma anche di alcuni multimarca), che si aggiungono alle offerte promozionali selvagge e a quelle più che vantaggio-

seggiata a Viareggio -. Stefania Mode, Trapani se degli outlet, creanLe aziende dovrebbero do non poca confusio«Ci piacerebbe ricevere da mettersi a dieta, perché ne nel consumatore chi disegna le collezioni non è possibile che venfinale, che spesso si dei consigli scritti per dano (e svendano al sente preso in giro, 50%) ovunque, e dopretendendo anche a abbinare al meglio total inizio stagione un look e caratteristiche fsiche vrebbero investire di più in creatività, ricertrattamento di favore. dei clienti. Sarebbe un catezza e e qualità. Lo Ormai tutto si gioca bell’aiuto per le vendite» stesso dovremmo fare sui numeri, sugli intenoi negozianti, rimetressi economici e fitendoci in gioco, comperando di meno e prenanziari, e si è persa ogni poesia. «Ci si diferendo quei brand che ci rispettano un po’ di mentica che la moda è un sogno e vive di più. Se la gente smette di sognare, non c’è più esclusività: il lusso per definizione è per pofuturo per nessuno». n chi - conclude Silvia Bini di Bini Silvia Pas-

Ringraziamo il nostro panel Andrea Agnetti – agnEttI BoutIQuE – Macerata; Anna Tota – anna BoutIQuE – Matera; Antonia Manaresi – antonIa – Riccione; Claudio Antonioli – antonIolI – Milano; Gianni Arteni – artEnI/progEtto Moda – Tavagnacco (Ud); Tonino Asselta – assElta – Bari; Rosi Biff – BIFFI e BannEr – Milano, Bergamo; Silvia Bini – BInI sIlvIa passEggIata – Viareggio; Bruna Casella – BErnardEllI – Mantova; Carlo Saponaro – BonsaI donna – Bari; Lauro Bonvicini – BonvICInI FasHIon gallEry – Montecatini Terme (Pt); Giancarlo Stella – BoutIQuE stElla – Asiago (Vi); Angelo Cammalleri – CaMMallErI group – Caltanisetta; Franco Carbone – CarBonE BoutIQuE – San Giuseppe Vesuviano (Na); Lorenzo Selmin – CInzIa BoutIQuE – Abano Terme (Pd); Marzio Torcianti – ColtortI BoutIQuEs – Ancona, Jesi (An), Macerata, San Benedetto del Tronto; Gianni Cortecci – CortECCI – Siena; Santina Cumini – CuMInI Moda – Gemona del Friuli (Ud); Fabio D’Aniello – d’anIEllo – Aversa (Ce), Giuliano (Na), Villaricca (Na); Marilisa Ferri – dE FlorIo – Noicattaro (Ba); Mario Dell’Oglio – dEll’oglIo – Palermo; Mauro Sighinolf – dElla MartIra – Carpi, Cesena, Mirandola, Sassuolo (Mo) ; Marco Cateni – dIvo – Santa Maria a Monte (Pi); Eleonora Bonucci – ElEonora BonuCCI – Viterbo; Alberto Ferrante – Eraldo – Ceggia (Ve); Gianluca e Rita Castellucci – Esa BoutIQuE – San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno; Laura Fargetta – FargEtta – Caltagirone (Ct); Piero Marchesani – FIlIppo MarCHEsanI – Cupello (Ch); Raffaele Galiano – galIano – Giugliano (Na); Giovanna Gaudenzi – gaudEnzI – Cattolica, Riccione; Gianni Peroni – g&B, nEgozIo – Flero (Bs), Aosta, Courmayeur, Ponte di Legno; Gigi Tropea – gIgI tropEa – Catania; Federico Giglio – gIglIo – Palermo; Giovina Moretti – gIo MorEttI – Milano; Anna Giordano – gIordano BoutIQuE – Pompei (Na); Toni Tanfani –

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gIsa BoutIQuE – Ancona, Chiaravalle (An); Sabina Zabberoni – JulIan FasHIon – Milano Marittima (Ra); Tommaso D’Ambrosio – la CoupolE – Venezia e Padova; Simona Pessina – laura pEssIna – Monza; Gianni Amati – lEaM – Roma; Cesare Tadolini – l’InContro – Modena; Franca Rodighiero – lorIEt – Camisano Vicentino (Vi); Piero Loschi – losCHI – Treviso, Conegliano Veneto; Antonella Anelli – luCIana BoutIQuE – Bari; Luisa Severi – luIsa – Rimini; Paolo Mantovani – MantovanI – San Giovanni Valdarno (Ar); Paolo Marini – MarCos – Mondovì (Cn); Silvana e Massimiliano Coppola – MaxI Ho – Napoli; Irene Scagliola – MElCHIonnI – Alessandria; Mirko Moras – Moras – Intimiano (Co); Lina Giuttari – MusCHIo & MIElE – Messina; Salvatore D’Alessandro – nIda – Caserta; Beppe Nugnes – nugnEs 1920 – Trani (Bt); Giordano Ollari – o’ – Parma, Reggio Emilia; Battista Martilotti – papIllon – Corigliano Scalo; Chicco Amato – papInI – Catania; Pancrazio Parisi – parIsI 170 – Taormina (Me); Nicola Raimondi – raIMondI drEss – Ravenna; Matilde d’Ovidio Ratti – rattI – Pesaro; Elisa Turchetti – rIgHI – Foligno (Pg), Perugia, Spoleto, Bastia Umbra; Rossella e Stefania Zocchi – rossElla BoutIQuE – Vicenza; Stefania Cadore – rougE – Bassano del Grappa (Vi); Giorgina Siviero – san Carlo dal 1973 – Torino; Claudio Travagli – sEgrEto donna – Ferrara; Tiberio Pellegrinelli – sIMonE padoIn – Seriate (Bg); Claudio Betti – spInnaKEr – Alassio, Sanremo e Portofno; Aldo Carpinteri – stEFanIa ModE – Trapani; Beppe Angiolini – sugar – Arezzo; Giuseppina Mutti – tartaruga – Sassuolo (Mo); Giampiero Molteni – tEssaBIt – Como; Tiziana Fausti – tIzIana FaustI – Bergamo; Flaminio Soncini – tony BoutIQuE – Magenta (Mi); Ernesto Tufano – tuFano – Pompei; Vinicio Ravagnani – vInICIo – Legnano (Mi); Paolo Locati – WIsE – Cremona



business BOUTIQUE DI GRIDO ANTONIA A MILANO

«Vendiamo idee, non OGGETTI» Marchi noti insieme a emergenti attentamente selezionati, un negozio ultra-chic a Brera: ma per Antonia Giacinti non sono solo gli “oggetti” a decretare il successo di un multimarca iconico di Alessandra Bigotta

An interview with Antonia Giacinti, co-owner with Maurizio Purifcato of the multibrand store Antonia in Milan. «Our starting point - she says - is to sell ideas, not objects. You can fnd objects everywhere».

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n negozio di circa 600 metri quadri tra uomo e donna (di cui 450 dedicati alla vendita), progettato da Vincenzo de Cotiis e ospitato all’interno di Palazzo Cagnola in via Cusani 5, che a suo tempo fu la residenza del generale Radetzky: per Milano, e non solo, Antonia è un’istituzione. Ma Antonia Giacinti, co-titolare insieme a Maurizio Purificato, non ama parlare di numeri, inquadrare nel linguaggio arido delle cifre una formula distributiva di successo, nÈ tantomeno rispondere alla fatidica domanda: «Cosa sta andando meglio, qual è il best seller in questo momento?» «È una domanda che mi fanno in tanti, capisco che venga spontanea - dice - ma noi vendiamo idee, non oggetti e sarebbe riduttivo inquadrare una formula in un risultato, estrapolato dal resto. Diciamo solo che gli oggetti si trovano dappertutto, le idee no». L’ambiente è arioso, curato nei minimi dettagli, con i grandi nomi ma anche con un’attenta selezione di emergenti: i marchi stranieri sono più degli italiani, come mai? «Non sono un’esterofila - sottolinea Antonia -. Amo l’Italia e Milano, amo marchi come Valentino: un grande classico che ha avuto il coraggio di guardare avanti e rinnovarsi. Lo stesso in Francia ha fatto Saint Laurent, che con Slimane che ha dato una sferzata di nuova vitalità a partire dal logo, un fattore che sem-

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bra marginale e invece è importantissimo. Italia o estero, non è questo il criterio che guida le mie scelte. È l’istinto, l’intuizione, la ìscintilla” che scatta verso una collezione piuttosto che un’altra». E gli emergenti? «In questo momento sono innamorata di brand come il francese Faith Connexion, che ha uno stile tutto suo, sensuale con una grande grinta, oppure Vilshenko, una linea disegnata dalla stilista russa Olga Vilshenko, che porta avanti la tradizione sartoriale di famiglia proponendo capi di impatto ìclassico”, ma ricchi di innovazione». «Tra gli italiani - aggiunge - mi piace molto per esempio Colangelo, ma mi rendo conto che qui da noi i giovani fanno più fatica che altrove ad affermarsi: avverto tanto dinamismo, ma anche la mancanza di grandi investimenti sui nuovi talenti, molti dei quali sono quasi costretti a focalizzarsi su un target più ìcheap” di quello che forse loro stessi vorrebbero». Girando per l’area donna dello store, accanto ai mostri sacri come Louboutin, Céline, Kenzo, Bottega Veneta (solo per citarne alcuni) e a realtà nate in tempi più recenti - Band of Outsiders, JBrand, Anthony Vaccarello - ci si imbatte in marchi che saltano all’occhio per fre-

schezza e ironia: vedi i bijoux di MFPMaria Francesca Pepe, nominata miglior new talent ai British Fashion Awards nel 2009, le maglie di Happy Sheep, le proposte street-chic di Enfants Riches Déprimés, nate circa tre anni fa dalla creatività di Henri Alexander. tra i clienti internazionali sempre piÙ cinesi In negozio si vedono clienti di ogni nazionalità. Tanti italiani, sicuramente, comprese le milanesi che per Antonia hanno da sempre un occhio di riguardo, ma crescono gli orientali. «Cinesi soprattutto - dice la titolare -. Preparati, sanno tutto sui brand, comprano per sÈ e per gli amici con la sicurezza dei personal shopper, instagrammano in continuazione». E le clienti italiane? «Sono ìaddicted”, preparate anche loro. Ma tante, prima di venire qui, un’occhiata all’e-commerce la danno». A proposito


Alcune immagini di Antonia in via Cusani 5 a Milano: lo store, disegnato da Vincenzo de Cotiis, si sviluppa su circa 600 metri quadri, di cui 450 dedicati alla vendita

di e-commerce, a fine mese partirà l’eshop di Antonia. «Ci pensavamo da parecchio tempo - commenta la retailer -. ma abbiamo preferito prima investire sulla realtà “fisica”: unire i due negozi che avevamo in questo spazio unico è stato un grande passo, ma siamo soddisfatti. Se avessimo continuato a seguire la ìvia vecchia”, non avremmo raggiunto i risultati ottenuti negli ultimi due anni. Forse prima le vetrine erano più visibili, ma il fatto che quelle nuove non siano ìurlate” è un elemento che incuriosisce e che rispecchia il mio stile». Tornando all’e-commerce, «confesso che da questo punto di vista mi sento ancora un po’ tradizionalista. Ma mi rendo anche conto che il cambiamento è qui e bisogna cavalcarlo. Quindi fare un e-shop “alla Antonia”: selettivo, con contenuti e immagini interessanti e contributi di giornalisti, come se fosse una rivista da sfogliare, in grado di dare qualcosa, anzi molto di più oltre

la vendita. Voglio ricre45 RP, Camoshita, olare sul web l’atmosfera tre alle limited edition e magica che si respira alle collaborazioni lannello spazio di via Cusaciate da big come Adini». Uno spazio che «non das e Nike. Maurizio deve essere un museo». e Antonia sono anche In quest’ottica la retai- Antonia Giacinti direttori creativi della ler sta intensificando gli e Maurizio Purifcato parte fashion e lifestyle eventi in store, a partire di Excelsior Milano, il dall’appuntamento inA fne mese partiremo department store del serito nel calendario di Gruppo Coin, con punti con l'e-commerce: sarà Milano Moda Donna, vendita a Milano, in corla sera del primo marzo, un e-shop "alla Antonia", so Vittorio Emanuele e per il lancio di una borsa selettivo ma curioso, ricco a Verona in via Mazzidi Armani. «Ne abbia- di informazioni, come ni. «Quando abbiamo mo in scaletta altri, di se fosse una rivista tutta accettato l’incarico - incui uno già il 26 febbraio, da sfogliare forma Antonia - la proall’insegna di partnerprietà ci ha dato carta ship vere e sentite con i bianca. Ci misuriamo brand. Niente operaziocon una clientela diverni mercenarie». Una parte rilevante sa da quella di Antonia, più eterogenea. dello store è dedicata all’uomo, preGente che gira liberamente in negozio, sidiato da Maurizio Purificato: «Mauche curiosa, che alla fine compra privirizio - rivela Antonia - ha intercettato legiando il contemporary. Clienti che il desiderio della clientela maschile di monitoriamo continuamente, anche andare oltre il lato puramente fashion tramite i nostri addetti che circolano della moda ma, al tempo stesso, di troin negozio. In corso Vittorio Emanuele vare capi frutto di una storia e di una siamo, per così dire, più nella mischia, ricerca. Un uomo non fashionista, nÈ il che è stimolante. In un certo senso, tradizionalista: che è disposto a osare, progettando Excelsior Milano l’archima senza ostentare». Per lui, oltre alle tetto Jean Nouvel ha fatto una scelta griffe più note di abbigliamento e acsimile alla nostra con Antonia: un edicessori, non c’è che l’imbarazzo della ficio importante ma non esibizionista, scelta tra marchi come Attachment, che va scoperto. Bisogna sempre diffeDel Toro, Undercover, Sacai, Visvim, n renziarsi».

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business BRANDALLA RiBALtA

Golden Goose: born to run

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Continua a crescere e a macinare profitti, con tassi medi di incremento pari al 30%. Fuori è fresco, contemporaneo, smart. Dentro è solido, 100% made in Italy, di alta qualità. E non ha intenzione di fermarsi di Angela Tovazzi

The Golden Goose brand keeps on growing and making profts at growth rates of 30%. Outside it is fresh, modern and smart. Inside it is strong, 100% made in Italy and high quality. And it does not intend to stop.

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l marchio non è mai sceso a compromessi. Né nella qualità, né nei materiali, né nello stile. Ci sarebbero state scelte più facili, più commerciali. Ma Golden Goose Deluxe Brand non segue la moda. La fa». Roberta Benaglia, presidente di DGPA Capital, il fondo che con Riello Investimenti ha rilevato la maggioranza della label veneziana nel 2013, usa spesso parole come “personalità”, “coerenza”, “fuori dagli schemi” per descrivere questo marchio di nicchia, partito in sordina 10-15 anni fa da un’idea di Alessandro Gallo e Francesca Rinaldo (oggi azionisti al 25% e responsabili creativi) e capace di ritagliarsi, nel giro di pochi anni, un posto di primo piano nel segmento del luxury fashion. A partire dal 2008 (paradossalmente con l’inizio della crisi) il grafico dei ricavi ha continuato a segnare picchi, con tassi medi di incremento del 30%, e anche il 2014 si è chiuso con performance oltre le aspettative, a quota 47,7 milioni di

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euro, rispetto ai 29,7 dell’anno precedente. Con previsioni ottimistiche anche per il 2015: «Puntiamo a superare i 70 milioni - aggiunge Benaglia -. Le premesse ci sono. I feedback del trade pure». Niente male per un brand che si è affacciato sul mercato proponendo vecchi jeans rivisitati, giubbotti e accessori (come i golden boot) dall’aspetto used, catturando l’attenzione della clientela più sofisticata. «Golden Goose Deluxe Brand - sottolinea la manager - ha sempre percorso strade non convenzionali». Tracciando, tappa dopo tappa, versioni differenti di un’estetica riconoscibile. Tanto che oggi il nome non fa solo venire in mente le sneaker dalla stella tagliata, lanciate nel 2007 e diventate subito un cult, ma anche asset diversi, come l’abbigliamento e gli accessori donna (il 60% del fatturato) e uomo (35%) e una linea di calzature per bambino (5%). Con un comune, irrinunciabile, denominatore: la produzione 100% made in Italy. Gestita dalla

1. Un’immagine della sede dell’azienda a Mestre, dove si svolgono tutte le funzioni strategiche della fliera, dallo stile alla modellistica, fno alla logistica e al controllo qualità 2.- 5. Alcune proposte di abbigliamento e accessori Golden Goose Deluxe Brand per la primavera-estate 2015 6. Una sneaker con

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la stella tagliata sul lato, emblema del marchio 7.- 8. Due scatti del fagship store di Parigi, la cui inaugurazione uffciale è prevista il prossimo 7 marzo in rue Pères angolo Quai Malaquais. Recente anche l’opening newyorchese, a Soho: i negozi si aggiungono a quelli di Milano, Tokyo, Beirut, Amsterdam e Seoul

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sede operativa a Mestre, dove si svolgono tutte le funzioni strategiche della filiera, dallo stile alla modellistica, dalla logistica al controllo qualità, fino alla spedizione e alla vendita, e con la collaborazione, in outsourcing, di una trentina di laboratori, situati per il 90% in Veneto. E anche se la killer application resta l’accessorio (che genera il 70% dei ricavi), «il c™té abbigliamento sta conquistando sempre più posizioni dice Benaglia - grazie a un’immagine all’avanguardia e di ricerca, ma anche al prezzo, molto appealing rispetto al target dei circa 500 top shop dove è presente il brand». Una strategia, quella di piazzare il marchio nei multimarca haut de gamme (pensiamo a Le Bon Marché, Galeries Lafayette, Barneys, Selfridges all’estero e da Excelsior, Antonia e Penelope in Italia), che da due anni a questa parte va di pari passo con l’avanzata nel retail. Il primo step è stato Milano, dove a ottobre 2013 è stato inaugurato un flagship store in Brera, seguito a ruota da Seoul, Tokyo, Amsterdam, Beirut e da altre due piazze clou dello shopping worldwide. «Abbiamo appena aperto un monomarca a New York, a Soho, mentre il 7 marzo inaugureremo ufficialmente uno spazio a Parigi, in rue des Saints-Pères angolo Quai Malaquais, operativo da dicembre - racconta Benaglia - e ora guardiamo a un’altra capitale del fashion come Londra». Restando fedeli a una scommessa: quella di «acquisire una visibilità internazionale, riuscendo a rimanere n un brand di nicchia».

La corsa continua fatturato (in milioni di euro)

2009 2010 2011 2012 2013 2014 8

2015✶

11,0 14,7 18,2 21,4 29,7 47,7 70

+9,6% +33,3% +23,3% +17,5% +38,7% +60,6%

46,8%

✶previsione minima

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business RITRATTID’AZIENDA

Guidato dalla seconda generazione, il calzaturificio di Fiesso d’Artico festeggia l’anniversario con nuovi progetti al via: il ritorno negli Stati Uniti, il potenziamento dell’area medio-orientale. E il re-opening del monomarca milanese, che sarà svelato durante la fashion week

1. Lo stile Ballin nella campagna per la primavera-estate 2015, frmata da Attila&Co.: gli scatti sono della fotografa parigina Sophie Delaporte 2. 3. 4. Alcune fasi della lavorazione delle scarpe all’interno del calzaturifcio, dove da qualche anno si produce anche una collezione di borse 5. Un sandalo della serie “Piercing” per la primavera-estate 2015, in denim e applicazioni metal 6. La facciata dell’azienda a Fiesso d’Artico (Venezia), sulla Riviera del Brenta 1

Ballin compie 70 anni:

«Ma la crescita continua»

di Angela Tovazzi

The family-owned shoemaker in Fiesso d’Artico celebrates its anniversary with new upcoming projects: the comeback to the U.S.A., the expansion into the Middle East and the re-opening of its flagship store in Milan, which will be unveiled during the Fashion Week.

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iamo a Fiesso d’Artico, a metà strada tra Padova e Venezia, in uno dei distretti calzaturieri più importanti d’Italia. Qui, lungo le rive del Naviglio di Brenta, costeggiate da un susseguirsi di ville Palladiane, c’è un concentrato di laboratori artigianali, di micro e macro aziende specializzate (basti pensare alla struttura di Louis Vuitton, proprio a Fiesso) che coprono tutta la filiera produttiva della calzatura. Ballin è un nome storico, quest’anno taglia il traguardo dei 70 anni di attività. All’esterno lo stabilimento è avveniristico, con le facciate rivestite di vetro. Ma una volta entrati ogni angolo conserva la memoria degli inizi, quando i fratelli Ballin nella loro bottega artigiana cominciarono a pro-

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durre scarpe su misura destinate ai signorotti del Veneto e delle regioni limitrofe. Oggi Giorgio Ballin ha 90 anni - «ne ho ancora 89, li compirò quest’anno» tiene a rimarcare - ma ogni giorno viene in azienda e dalla sua postazione osserva il lavoro delle “sarte”, che portano avanti quello che lui aveva immaginato. La gestione dell’impresa l’ha lasciata alla seconda generazione della famiglia, i figli Gabriella, Reanna e Alessandro, con Roberto Barina alla guida del team stilistico,

anche se da tre anni a questa parte sono state aperte le porte ai manager, con la nomina di Luigi Angelo Valsecchi ad amministratore delegato e di diverse figure di coordinamento. «Non abbiamo ereditato solo il business, ma anche il modo di portare avanti il business», racconta Roberto Barina, mentre ricorda che negli anni Ottanta-Novanta, quando tutti delocalizzavano, Gabriella Ballin Giorgio Ballin delineò le direttore sorti future del gruppo commerciale ribadendo il proprio savoir-faire italiano e riposizionando l’offerta nella fascia più alta del mercato. Oggi è come allora: grazie agli alti standard qualitativi Ballin è alleato produttivo di importanti maison internazionali (che rappresentano il 60% del fatturato) e sinonimo di un marchio proprio haut de gamme, con una distribuzione per il 90% votata all’export. Dallo stabilimento di Fiesso escono ogni anno


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Non abbiamo ereditato solo il business, ma anche il modo di portare avanti il business. La nostra è una vocazione all’eccellenza: la stessa spinta che animava i fondatori 70 anni fa

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Ballin in cifre

65 milioni di euro il fatturato 2014

300 dipendenti diretti e 700 nell’indotto

250

più di clienti multimarca nel mondo

20 monomarca,

di cui due in Italia

500mila paia di scarpe, destinate ai 20 monomarca Ballin e agli oltre 250 clienti multimarca sparsi per 35 Paesi. Tutte rigorosamente made in Ve- Roberto Barina direttore creativo neto. «Nella casa madre - sottolinea Barina - avvengono tutte le fasi di lavorazione, con oltre 300 dipendenti suddivisi nei reparti stile, disegno, modelleria, sviluppo tacchi e forme, taglio, orlatura, montaggio, rifinitura, controllo qualità e spedizione». Settori comunicanti, dove l’idea passa dal bozzetto sul foglio bianco al prototipo in 3D, per essere poi essere trasformata in realtà dalle “sarte orlatrici”,

che aggiuntano i pezzi in pelle: «Le sarte sono un esercito di 200 persone, se contiamo quelle di Fiesso e quelle occupate nelle numerose aziende in outsourcing che lavorano in esclusiva per noi - dice Barina -. Questa è la nostra forza e il know-how che portiamo in tutto il mondo». Una forza dimostrata dai numeri: «Il fatturato - interviene Gabriella Ballin, direttore commerciale - è passato dai 32 milioni di euro del 2010 ai 65 milioni del 2014, in crescita del 4% sul 2013», grazie anche alla riorganizzazione societaria e agli investimenti in comunicazione. Oggi lo spauracchio è la Russia (la maggior parte dei monomarca si trova nell’ex Urss), «ma dovremo aspettare due o tre mesi per riuscire a quantificare l’impatto della svalutazione del rublo. Il rallentamento sarà inevitabile, ma contiamo sul fatto che ci rivolgiamo a un target alto, con un’elevata disponibilità di spesa». Nel frattempo continua la diversificazione commerciale: «Nel 2015 - anticipa l’imprenditrice - ritorniamo negli Stati Uniti, dove abbiamo già una showroom, e potenzieremo la nostra presenza in Medio Oriente». Senza dimenticare il mercato domestico, presidiato con i due negozi di Milano e Venezia: «In occasione della fashion week sveleremo la nuova immagine del flagship milanese di via Santo Spirito - aggiunge dove abbiamo raddoppiato la superficie espositiva e ideato un concept inedito». Un discorso a parte riguarda l’ecommerce, lanciato tre anni fa: «Non ha ancora raggiunto il break-even, ma ci crediamo molto: entro giugno di quest’anno si presenterà alle consumatrici con un visual rinnovato». Un anno denso, dunque, quello che coincide con l’anniversario. «Che va festeggiato - commenta Gabriella Ballin -. Stiamo pensando a una capsule. Con sette modelli iconici del n brand: uno per ogni decennio». 24_02_2015

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business scenari valutari

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così, dopo averlo tanto invocato, l’euro si è indebolito, facendo tirare un sospiro di sollievo agli esportatori di made in Italy. I vicini svizzeri però non l’hanno presa bene. Il 15 gennaio, a sorpresa dei più (ma non degli avveduti), la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha deciso di abolire la soglia minima di cambio di 1,20 franchi per euro, decisa nel settembre 2011 per frenare il rafforzamento della moneta interna. «Le disparità tra politiche monetarie - ha motivato la BNS - sono aumentate e potrebbero crescere ulteriormente. L’euro è sceso nettamente nei confronti del dollaro, provocando un deprezzamento del franco rispetto al biglietto verde». Nell’immediato la decisione - che va messa in relazione all’ammontare di riserve valutarie del Paese, raddoppiato all’80% del Pil, rispetto al settembre 2011 - ha fatto precipitare l’euro/franco da 1,20 al minimo record di 0,85, mentre la Borsa di Zurigo ha perso il 9%. Nei giorni successivi all’annuncio, però, le oscillazioni del cambio si sono assestate e oggi gli economisti ipotizzano movimenti poco sopra la parità per i prossimi mesi (vedi box). Ma cosa cambia per i brand della moda e del lusso che hanno una base in Svizzera o distribuiscono su questo mercato? Lo sganciamento dall’euro è realmente uno ìtsunami”, così come lo ha definito il ceo del gruppo elvetico dell’orologeria Swatch, Nick Hayek? Lo stesso imprenditore che di recente ha annunciato un incremento dei listini, in alcuni mercati, tra il 5% e il 7%, in linea con Richemont, altro grande big del settore, che ha sede a Ginevra.

l’interesse delle griffe non si arresta

«Malgrado l’apprezzamento del franco svizzero, penso che le griffe continueranno a frequentare la Confederazione, magari modificando in parte il loro modello di business», afferma Marco Silvio Jäggi, presidente del Centro Studi Economici e Giuridici Jean-Jacques Rousseau di Chiasso, esperto della Ludes University di Lugano, oltre che presidente della società di consulenza aziendale J&M Partner’s. «Di solito - spiega - i marchi internazionali scelgono la Svizzera per gestire processi come l’organizzazione commerciale, la logistica, la ricerca e lo sviluppo. Tutte attività a bassa intensità di costi espressi in franchi: il conto economico è solo in parte toccato dallo sganciamento dall’euro». «La recente decisione della BNS, messa da tempo in preventivo dagli imprenditori accorti, ha modificato l’approccio alla generazione 50

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Se il franco si Sgancia dall’euro Gli effetti della decisione della Banca centrale svizzera sul cambio: tsunami o stasi? Rispondono consulenti e manager di Elisabetta Fabbri

Managers and consultants refect on the effects of surge in the Swiss franc, after the decision of the Central bank

di valore delle imprese svizzere - aggiunge Jäggi -. Come sempre, ci sarà chi saprà trarre vantaggio dalle nuove condizioni ìambientali” e chi, lasciatosi sorprendere nel sonno della ìdroga di Stato” (la svalutazione competitiva della moneta) si limita a urlare alla catastrofe». Jäggi è anche certo che la scelta della BNS non intaccherà i fattori di successo 1 delle Pmi svizzere: dalle infrastrutture al quadro normativo (imposte, regolamenti, collaborazione con le autorità e federalismo), dalla ricerca (promozione dell’innovazione, cooperazione con le università, tutela della proprietà intellettuale, progresso tecnologico) alla qualità del sistema scolastico, fino alle favorevoli condizioni di finanziamento. Cosa cambia, invece, per chi sta valutando l’apertura di uno store nella Confederazione? «È un po’ presto per dire se la decisione della BNS avrà degli effetti sul mercato dell’immobiliare retail - dice Giliane Geissmann di SPG Intercity, società svizzera di consulenza specializzata nell’area commercial property, affiliata al real estate service provider Cushman & Wakefield -. Al momento la domanda di location prestigiose, in città come Ginevra e Zurigo, resta forte. Probabilmente qualcosa cambierà per gli spazi commerciali nelle zone di confine. In generale, penso che i retailer dovrebbero temere, più del franco forte, la concorrenza dell’e-commerce. C’è anche chi si avvantag-

gerà del rafforzamento del franco, come i marchi locali che puntano ad aprire all’estero». Enrico Roselli, ceo di La Martina Europe profila una situazione di stasi per qualche mese. «Probabilmente gli investimenti saranno un po’ congelati - dice il manager della realtà di Chiasso, che accorpa le attività strategiche del marchio argentino legato al mondo del polo (la produzione è invece affidata a terzi) -. Non assisteremo a grandi fluttuazioni dei prezzi e rallenterà il flusso delle aziende che si vogliono stabilire nel Canton Ticino. È possibile che alcuni marchi e retailer adottino varie iniziative, per contenere i cartellini e non far fuggire il cliente oltre confine. Anche nel lusso: i ricchi che non badano a spese sono sempre meno». Questo provvedimento tampone risulta però complesso da gestire nel caso dei wholesaler e andrebbe concertato con cura tra i vari brand fornitori, «diversamente rischia di risultare inefficace». Per quanto riguarda La Martina, la politica di prezzi è già vantaggiosa, perchÈ teneva


il cambio euro/franco svizzero prima e dopo la decisione della BnS

Fonte: Reuters

Foto: swiss-image.ch 3

1. L’emblema della Banca Nazionale Svizzera, con sede a Berna 2. La recente Snow Polo World Cup di St Moritz, che ha visto il brand La Martina nel ruolo di offcial supplier 3. Bahnhofstrasse, a Zurigo, tra le 10 strade più costose al mondo nelle analisi di Cushman & Wakefeld

Previsioni

La parola all’economista opo la decisione della BNS, il rimbalzo dell’euro è stato più rapido del temuto. «Grazie al consolidarsi dei nuovi livelli intorno a 1,05 - spiega Asmara Jamaleh, economista di Intesa Sanpaolo - è molto meno probabile che si osservi una nuova discesa verso la parità. Questo sarebbe ipotizzabile soltanto se la crisi greca degenerasse e il Paese uscisse dall’unione monetaria». Al momento di andare in stampa, l’analista dei mercati valutari stima che il cambio euro/ franco svizzero rimanga intorno a quota 1,05, per poi risalire verso 1,1 fra 6-12 mesi. I fattori che giocano in favore di un indebolimento del franco sono di natura fondamentale, legati agli effetti di un apprezzamento, come il calo dell’export, il rallentamento del Pil e la riduzione dell’inflazione. «L’impatto negativo su crescita e inflazione - stima Jamaleh - potrebbe aggirarsi intorno all’1%». All’evoluzione dei fondamentali è collegata l’operatività della Banca centrale, che punta a evitare «un’indesiderata restrizione delle condizioni monetarie» e quindi un eccessivo rafforzamento del franco. La stessa BNS, all’annuncio dell’abbandono del “floor”, si è detta pronta a intervenire direttamente sul mercato valutario se necessario (quindi vendendo franchi e acquistando euro o dollari). Altro fattore è il recupero atteso della moneta comunitaria: «Una risalita dell’euro contro il dollaro - conclude l’economista - dovrebbe produrre “naturalmente” un recupero dell’euro nei confronti del franco, per via della forte dipendenza dell’economia svizzera da quell’area».

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conto a priori di un certo apprezzamento del franco e per un certo periodo permetterà di sostenere le oscillazioni cambio. Dunque la decisione della BNF non era del tutto inattesa. «Non mi aspettavo una mossa secca - confida il manager - bensì una diminuzione degli interventi dell’istituto centrale e quindi un rafforzamento graduale della divisa, che avrebbe permesso di valutare via via gli effetti sulle imprese e sui consumi. Comunque chi governa la Confederazione ha interesse a che l’operazione vada a buon fine: metà del Pil svizzero è realizzato in Europa. Alla lunga è auspicabile che le due parti si siedano a un tavolo e trovino un accordo bilaterale per contenere le fluttuazioni». I problemi da discutere in realtà sono tanti e vanno dalla politica fiscale alle doppie imposizioni di dazi alle dogane, fino alla questione dei lavoratori frontalieri: gli accordi attuali sembrano ormai superati e la situazione economica europea non ha fatto altro che enfatizzare le criticità. Si spera che il tessuto economico

si ristabilizzi con il passare dei mesi. Certo è che, con il salto del cambio, le aziende con base in Svizzera si trovano a fronteggiare un incremento dei salari (una delle voci di costo più corpose, di regola) del 20% circa. «Noi avremmo potuto legare gli stipendi all’euro - dice Roselli - ma per ora abbiamo deciso di non intervenire, al contrario di altri». Qualche imprenditore sta anche pensando di delocalizzare altrove: soprattutto chi ha tutta l’attività aziendale concentrata in loco, che rischia di vedere azzerati i margini industriali, a causa dell’incremento degli stipendi. Per altri vale ancora la pena di restare. E non solo per i vantaggi fiscali, ma anche per l’efficienza di tutto il sistema, il rapporto che si crea con l’amministrazione pubblica e - non trascurabile, secondo il ceo di La Martina - il grande rispetto per l’imprenditoria. Ora non resta che attendere il 19 marzo, data della prossima riunione di politica monetaria, quando la BNS pubblicherà le nuove previsioni n sul Pil e l’inflazione.

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business progetti DANieLA DALLAVALLe 1

Tante linee un unico brand Pronta la nuova sede, a zero impatto ambientale, dell’azienda carpigiana. Non solo un quartier generale, ma il fulcro delle nuove strategie commerciali del gruppo di Angela Tovazzi

The new eco-friendly factory of Daniela Dallavalle is ready. It is not only a headquarter, but also the cornerstone of the new strategies of the group.

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aniela Dallavalle la chiama così: la Baracca sul Mare. Ma il nuovo quartier generale dell’azienda emiliana di abbigliamento, accessori, homewear e design è tutt’altro che una baracca: 6mila metri quadrati di «superficie sospesa, come una gigante palafitta», a impatto zero sull’ambiente, costata 15 milioni di euro, da poco operativa nella città di Carpi. Definirla una mera sede del gruppo - 45 milioni di euro di fatturato nel 2014, in crescita del 10% sul 2013 - è riduttivo perché, come spiega la stilista-artista-imprenditrice, nei prossimi anni diventerà l’epicentro delle nuove strategie aziendali, focalizzate a ridisegnare ed enfa52

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tizzare il lifestyle Daniela Dallavalle, in primis radunando tutti i marchi di proprietà sotto un unico cappello. Le label di womenswear Elisa Cavaletti ed Eleonora Cavaletti e la linea uomo Riccardo Cavaletti (che prendono il nome dai figli di Daniela Dallavalle e Giuliano Cavaletti), ma anche le collezioni di tessili per la casa e arredi Arte Pura, Dress Your Space, Artistic Elements e Home Jewels, dalla primavera-estate 2015 diventeranno infatti elementi costitutivi della galassia Daniela Dallavalle, che d'ora in avanti sarà l’unico brand del gruppo. «I prossimi 18 mesi - spiega la creativa - saranno dedicati a invitare nella nostra nuova ìcasa” tutti i potenziali clienti interessati a diventare partner dell’azienda, accogliendo nel proprio negozio il nostro mondo sfaccettato e multiforme, all’insegna della contaminazione e senza demarcazioni merceologiche». All’interno della struttura - che accoglie l’atelier, la modelleria, l’ufficio tecnico e un teatro, destinato a diventare un’area di aggregazione a disposizione anche della città - i retailer avranno modo di conoscere da vicino il modello di business della società, che dell’apertura a ogni forma d’arte, del rapporto famigliare con il proprio team e i distribu-

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1. La “Baracca sul Mare”, la nuova sede eco-compatibile dell'azienda carpigiana 2. Daniela Dallavalle al lavoro 3. Lo stile di Elisa Cavaletti, una delle linee del brand Daniela Dallavalle

tori e, soprattutto, dei prodotti ad alto tasso creativo e 100% made in Italy ha fatto il proprio punto di forza e atout distintivo. «Grazie anche a uno store interno di 700 metri quadri, aperto al pubblico - precisa - si potranno vedere tutte le anime della nostra produzione creativa e toccare con mano la qualità e la cura con cui realizziamo ogni proposta, frutto della collaborazione con 94 micro imprese artigianali, dislocate in tutta Italia». Un mondo in evoluzione, diventato parte di 12mila multimarca (tra abbigliamento e arredo), per il 90% all’estero, dal Nord Europa (Germania e Francia in primis) ai Paesi mediterranei, dagli Stati Uniti alla Russia, fino al Giappone e che ora sta conquistando terreno anche nell’Europa dell’Est. n



business Destinazioni

A sinistra, una cartina di Cipro (Ente Nazionale per il Turismo di Cipro) e, a destra, un’immagine di First Boutique a Limassol

Cipro

Una nuova meta per il luxury shopping La terza isola del Mediterraneo, amata dai russi, si sta affermando come retail destination di moda e lusso. In maggio il retailer di riferimento per l’alto di gamma inaugurerà il Premium Outlet Cyprus, a cui seguirà nel 2017 un outlet village. Interessanti le opportunità di sviluppo di Elisabetta Campana

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erza isola per dimensione del Mediterraneo, ex colonia britannica e dal 2004 parte dell’Unione Europea, Cipro sta acquisendo una crescente importanza per lo shopping di moda e del lusso. Anche grazie al fatto che è particolarmente amata dai russi (e dai britannici vista la comune storia). Come ha detto Christos Tsiakas, direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo di Cipro a Milano, alla recente edizione di Bit: «Nel 2014, nonostante la crisi, i turisti sono stati 2,5 milioni, rispetto ai 2,4 del 2013». Di questi quasi 700mila sono stati russi (che hanno speso, nel periodo gennaio-ottobre 2014, 580 milioni di euro su un totale di oltre 1,9 miliardi di euro) e quasi 50mila ucraini (fonte Ente Nazionale per il Turismo di Cipro). Inoltre circa 25mila persone provenienti dalla Federazione sono diventate, negli anni, residenti. Importanti aziende russe hanno anche sede nell’isola, nonostante non venga reso noto. Non può pertanto stupire che l’insegna multimarca di riferimento di Cipro per le vendite di moda dell’alto di gamma sia stata fondata da russi, naturalizzati ciprioti: First Boutique a Limassol, che fa capo al Millya Group. «Cipro offre notevoli vantaggi: è una zona Visa-free e tax-free a

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sole tre ore di volo da Russia, Ucraina, Europa Occidentale e dal vicino Medio Oriente ed è prediletta dagli abitanti dell’ex Urss» conferma Maurizio Aschero, manager di lunga esperienza in Europa e nell’ex Unione Sovietica, da poco approdato nell’isola per guidare lo sviluppo del gruppo creato da Ilya e Tatyana Loshak. First Boutique è stata aperta nel 2012 nella parte più elegante e maggiormente frequentata di Limassol, di fronte al mare. Su una superficie espositiva di 600 metri quadri, suddivisa in due piani, lo

I numeri

1,2 milioni

gli abitanti di Cipro

2,5 milioni i turisti nel 2014

750mila

i turisti russi e ucraini

store presenta al pubblico cipriota e straniero brand come Salvatore Ferragamo, Balenciaga, Billionaire, Philipp Plein, Kiton, Brioni, Santoni, Brunello Cucinelli, Loro Piana, Ermanno Scervino, Casadei e Jacob Cohën. Lo scontrino medio nel multimarca è di 1.400 euro. «I primi di maggio oltre a festeggiare il light restyling del nostro multibrand - spiega Aschero - apriremo Premium Outlet Cyprus, a Limassol: 3mila metri quadri che rappresenteranno il primo passo per un successivo outlet village, che svilupperemo in partnership con un importante operatore del settore». Il debutto del centro a prezzi vantaggiosi «è previsto nel 2017 - precisa il manager - in un’area strategica, equidistante fra le tre più importanti città dell’isola, Nicosia, Limassol e Larnaca (che sono tutte nella parte greco-cipriota riconosciuta dalle autorità internazionali, ndr), e vicina alla strada che le collega». «Cipro - conclude Aschero - è una realtà pressoché priva di vera e propria shopping experience per coloro che, in vacanza, vorrebbero sfruttare il proprio tempo libero anche per visitare negozi e centri commerciali con marchi importanti. C’è ancora molto spazio e lavoro da fare e il nostro obiettivo è colmare questa lacuna». n



business ACCESSORI MARCHI BRIDGE

Cosa c’è dietro una it bag? Borse e scarpe sono sempre più importanti all’interno della gamma d’offerta di realtà come Liu Jo, Twin-Set, Elisabetta Franchi, Pinko e Patrizia Pepe. Aziende nate con l’abbigliamento, stagione dopo stagione affilano le armi su questo fronte. Ma come nasce una bag di successo? Gli imprenditori hanno le idee chiare in merito di Elena Azzola

Bags have a huge infuence on brand turnovers, which are constantly researching the cult item. This is spreading also to “bridge brands”, which - for target groups and prices - are placed just behind the most successful and well-known labels.

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empre più frequentemente le riviste femminili e le testate online promuovono sondaggi presso le lettrici per capire quali siano le it bag del momento. Una recente iniziativa di questo tipo, lanciata da vogue.com, ha decretato la vittoria della micro Pekaboo di Fendi, che con il 20% delle preferenze ha avuto la meglio sulla Puzzle bag di Loewe (17%) e sulla Diorama di Dior (11%). Le borse hanno un peso enorme sui fatturati delle griffe, alla costante ricerca del modello iconico, in grado di far breccia nel cuore delle fashion victim ma anche delle donne comuni, che magari tagliano i budget per l’abbigliamento ma non rinunciano a una borsa che per loro rappresenta un sogno. Sono le bag “blockbuster”, da proporre anche nella stagione successiva in una nuova versione, creando un filone inesauribile di successi, un po’ come avviene con i sequel dei film di maggior richiamo. E non sorprende più di tanto che recentemente gli analisti 56

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abbiano “consigliato” a Prada di spostare il focus dall’espansione retail al prodotto core, le borse. Un fenomeno che sta contagiando anche i “marchi bridge”, che per fascia di mercato (e di prezzo) si collocano subito dietro i nomi più blasonati e affermati. Stiamo parlando di realtà come Liu Jo, TwinSet, Elisabetta Franchi, Pinko e Patrizia Pepe. Per queste aziende la parte accessori è sempre più importante. Ogni stagione gli sforzi sono tesi alla messa a punto di collezioni sempre più ampie e convincenti, in grado di esprimere quel “quid” in più. Per competere con le griffe nella messa a punto della borsa di cui si parla, l’oggetto del desiderio femminile del momento. Alcune hanno già una lunga storia di it bag alle spalle, altre sono alle prime affermazioni. L’enfasi posta sugli accessori, e in particolare, sulle borse, è tuttavia un elemento che le accomuna. In una sfida continua all’ultimo mon dello iconico.


La campagna Liu Jo con Dree Hemingway dedicata alla collezione accessori della primavera-estate 2015

LIU JO Marco Marchi Our brand history is characterized by it bags such as Matilda, Kate, Sophia, Amèlie and now (for springsummer 2015) the Liu Jo Bag. Le it bag hanno caratterizzato la storia del nostro brand. Negli anni abbiamo lavorato perché le nostre borse condensassero al loro interno le caratteristiche più importanti che il prodotto femminile per antonomasia deve avere: glamour, eleganza, ricercatezza nello stile e nelle forme, dettagli accattivanti, versatilità. Ma ci siamo anche impegnati perché rimanessero accessibili, nel prezzo e nell’immaginario. Su questa base, le campagne di comunicazione create ad hoc per veicolare il concept di prodotto e l’unicità dello stile Liu Jo hanno contribuito a creare un mondo di riferimento, che ha consacrato, negli anni, alcuni dei nostri modelli più forti di sempre: le bags Matilda, Kate, Sophia, Amèlie e ora (per la primavera-estate 2015) la Liu Jo Bag. In generale, le collezioni di accessori Liu Jo sono sempre più ampie e cercano di adeguarsi nella loro struttura e vocazione a quelle che sono le tempistiche e le necessità del mercato: a questo riguardo, ad esempio, dalla primaveraestate 2015 sono state introdotte due release della collezione Accessories, consegnate nei punti vendita in due momenti differenti per accompagnare naturalmente durante tutta la stagione le proposte Apparel e rinnovare l’offerta in store. Sul fronte accessori stiamo lavorando a un nuovo progetto in cui crediamo moltissimo, ma è ancora presto per svelarlo.

TWIN-SET Simona Barbieri For our brand accessories play an important role: in 2014 shoes, bags and small leather goods accounted for 7.7% of our turnover. Twin Set è stata fondata da me e mio marito Tiziano Sgarbi agli inizi degli anni Novanta. Il riscontro commerciale e le scelte gestionali hanno permesso la rapida crescita dell’azienda. Nel 2010 abbiamo deciso di creare una linea di scarpe e due anni dopo, nel 2012, abbiamo introdotto anche una gamma di borse. In breve tempo è nata Cécile, la prima it bag del brand, un omaggio a mia fglia Cecilia, uno sguardo rivolto a tutte le giovani donne. Cécile è un concentrato di design ed expertise, un’ampia e capiente cartella arricchita con borchie e dettagli smerlettati rifniti a laser, un chiaro riferimento al pizzo, elemento molto presente nelle nostre collezioni. Dopo il grande successo di Cécile, ho deciso di proporre per l’autunnoinverno 2014/2015 una nuova borsa icona: Elizabeth, proposta anche nella primaveraestate 2015 in nuove nuance. Elizabeth è un bauletto dedicato a una donna femminile e romantica, ma dal carattere forte e grintoso. La borsa è impreziosita da applicazioni di borchie dai contorni ben defniti che disegnano forme di cuori, un altro chiaro rimando a un simbolo rappresentativo del brand. Gli accessori sono diventati una parte fondamentale del nostro marchio: grazie a scarpe, borse e piccola pelletteria abbiamo realizzato il 7,7% del fatturato nel 2014.

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business ACCESSORI

ELISABETTA FRANCHI Elisabetta Franchi In my production I cooperate with artisans and workshops from Emilia-Romagna. Every detail must be 100% made in Italy. Quando progetto una bag nasce tutto da come la vorrei, le caratteristiche di praticità e comodità che deve avere, abbinate allo stile. È diffcile parlare di fattori di successo. Perché non è mai prevedibile. Si tratta di un insieme di elementi e da quel “quid” in più che fanno diventare una borsa un’icona. Le mie collezioni di accessori sono create per completare il look della mia donna, ogni articolo presenta gli elementi forti e distintivi della collezione. Fra borse, accessori e scarpe, possiamo contare circa 120 articoli. La percentuale di fatturato realizzata grazie agli accessori è pari al 12,5%. A livello produttivo mi avvalgo della collaborazione di artigiani e laboratori del territorio emiliano-romagnolo per la realizzazione di ogni singolo elemento. Credo fortemente nell’artigianalità e ogni dettaglio deve portare la frma del made in Italy. Dalla stagione autunno-inverno 2014/2015 abbiamo lanciato Ginevra, la nostra it bag. I progetti che abbiamo sono quelli di continuare a puntare sulla collezione accessori. Questa strategia si sta traducendo, all’interno di tutte le nostre boutique monomarca, nell’aumento dello spazio dedicato a scarpe, borse e piccola pelletteria, portandolo al 30% della superfcie espositiva.

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PINKO Pietro Negra Now accessories stand for about 6% of our turnover, but the jewel sneakers collection Shine Baby Shine is the frst important accessories project of Pinko. Le borse di Pinko, e in generale gli accessori, vengono sviluppati dal nostro team creativo seguendo il mood di stagione e le esigenze quotidiane della donna che sceglie il marchio. Per noi è importante proporre accessori che presentano un alto contenuto moda ma che, allo stesso tempo, siano pratici e quindi facciano sentire naturalmente disinvolta la donna che li sceglie. Al momento gli accessori rappresentano circa il 6% del fatturato ma la linea di sneaker gioiello Shine Baby Shine (presentata a Pitti Immagine Uomo di gennaio) rappresenta il primo progetto sugli accessori su cui Pinko punta e investe in modo importante. Ci aspettiamo quindi che i numeri salgano, gradualmente ma in maniera considerevole, avendo altri progetti in cantiere di questo tipo, su cui stiamo lavorando. La nostra offerta è tuttavia già molto ampia, spazia da prodotti più semplici e quotidiani a proposte più sofsticate e glamorous per la sera. Gli accessori sono complementi importanti per il look e, come per l’abbigliamento, li curiamo nel minimo dettaglio, collaborando con laboratori italiani che garantiscono produzioni made in Italy.

PATRIZIA PEPE Patrizia Bambi Season after season, I pursue to create new charming products by reinterpreting my icons to appeal to a glamorous and modern taste. Quando creo mi concentro sulla donna Patrizia Pepe: penso al suo animo rock, urbano, cool, ricercato. È così che prendono forma it bag aspirazionali, concepite per una donna decisa, che ama farsi notare, ma con eleganza e discrezione, in grado di svelare aspetti molteplici di una personalità ironica e sofsticata. Stagione dopo stagione, oltre a creare nuovi accattivanti prodotti, reinterpreto le mie icone, con l’obiettivo di riproporle in una veste sempre aggiornata e glamour, portando freschezza e originalità a un oggetto simbolico per il brand. Stiamo investendo molto sugli accessori, in un’epoca in cui le donne spesso fanno ruotare i loro outft proprio intorno a scarpe e borse. È un po’ prematuro al momento parlare di numeri, dato che siamo nella fase di start up. Posso però confermare che il mercato ha accolto molto positivamente le prime collezioni. Collaboriamo con una serie di laboratori specializzati sparsi sul territorio italiano, con particolare focus sull’area della Toscana, che rappresenta l’eccellenza nel settore della pelletteria e della produzione di accessori. Stiamo avviando un’attività retail diretta focalizzata sul mondo degli accessori: è una sfda che appassiona sia me che mio marito Claudio e ci auguriamo possa portare a grandi risultati.



business RITORNI 1

MaRIella aRduINI

Con quello stile un po’ CosÌ Ha lasciato un segno nella storia della moda italiana alla guida creativa di Mariella Burani. Ora Mariella Arduini Burani torna in pista e convince con la nuova linea che porta semplicemente il suo nome da ragazza, realizzata da Confezioni Pango

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1. Un look per l'autunno-inverno 2015/2016 di Mariella Arduini 2. Un ritratto della stilista

di Elena Azzola

After the problems with justice and the family company bankruptcy, Mariella Burani’s designer is back again on the catwalks for Mariella Arduini, a new collection produced by Confezioni Pango.

«C

ome sempre vivo nell’ansia. La collezione piacerà o non piacerà? Venderà o non venderà? Poi decido di fare un po’ lo struzzo e mi concentro sulla moda». Con queste parole Mariella Arduini Burani descrive il suo stato d’animo, dopo la presentazione (avvenuta a Milano il 20 gennaio, durante Milano Moda Uomo) della nuova linea che porta il suo nome da nubile, realizzata dall’azienda bresciana Confezioni Pango. Un debutto che avviene a pochi anni di distanza dal fallimento del Gruppo Burani e dalla condanna per frode del marito Walter e del figlio Giovanni. «I dolori sono dolori», si limita a dire la signora, che per superare il momento di impasse ha letto tantissimo: romanzi, gialli, Leopardi, L'Antologia di Spoon River, nella certezza che i libri siano terapeutici «custodi di vita». Mariella Arduini Burani nella moda ha ottenuto grandi successi alla guida stili60

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stica del marchio Mariella Burani (ora passato a un fondo cinese). Il fotografo Peter Lindbergh, autore di indimenticabili scatti di donne in bicicletta nelle campagne emiliane, l’ha definita «una grande ambasciatice dello stile italiano nel mondo». Ora la prova del fuoco della sua seconda vita professionale, affrontata «con grande coraggio», in tandem con una realtà che intorno al suo nome e al suo stile ha voluto costruire un progetto serio, basato su tessuti di qualità, produzione quasi tutta made in Brescia, competenze nelle modellature (Confezioni Pango nasce con la moda plus size) e soprattutto estrema attenzione al prezzo. «Per l’autunnoinverno 2015/2016 ho presentato dei look molto versatili, che possono essere composti e ricomposti a piacimento, in chiave formale/informale: le donne hanno voglia di giocare con la moda e sentirsi sempre a proprio agio - fa sape-

re Mariella Arduini -. Rispetto ad alcuni anni fa, stanno più attente al corpo e, dove è possibile, è bene metterlo in risalto». Per questa prima uscita la stilista ha creato stampe evidenti, anche in colori accesi, “domate” dalla presenza del nero. Ci sono macchie di fiori, grattacieli sfumati e rose retrò ad “animare” outfit sobri e raffinati. «Ritengo gli accessori fondamentali nel completare i look che ho eleborato. Ancora non ci abbiamo pensato con Pango, ma non avrei nessun problema a disegnare, ad esempio, alcune borse. Le concepisco molto pratiche e leggere. Più che in pelle in tessuto. Devono lasciare le donne libere e sciolte nei movimenti», aggiunge. La prima collezione Mariella Arduini sta avendo un riscontro positivo: disponibile nella showroom di via Borgonuovo 3 a Milano, sta inserendosi in n boutique in Italia e all'estero.



business NEWS FIVE SEASONS

Jijil

Dall’abito in felpa al total look, puntando all’estero

Dieci anni, tre assi nella manica Dieci anni sono un punto di svolta per Five Seasons, che concentra gli investimenti sui tre marchi di proprietà Fred Mello, Maison Espin e !m?erfect Fred Mello (menswear), Maison Espin and !mp?rfect (womenswear) are the three core brands of Five Seasons, with a lot of vital projects.

ieci anni sono un traguardo, ma anche un punto di partenza per Five Seasons. Dopo aver dato vita nell’arco della sua prima fase a numerose collezioni uomo, donna e L'inverno 2015/2016 bimbo, l’azienda di Cernusco sul Naviglio di !mp?rfect (Milano) si concentra sui core-brand Fred Mello, declinato esclusivamente al maschile e, per la donna, Maison Espin e !m?erfect. «Linee di nostra proprietà, creative, dinamiche e originali, che hanno molto da dire, come dimostrano i primi risultati della campagna fall-winter 2015/2016», spiega il presidente del cda Mario Stuppelli, responsabile dello stile e della distribuzione, mentre Giovanni Piloni segue la parte amministrativa e gestionale e Alberto Scorsetti coordina gli acquisti e la logistica. Come si differenziano le tre collezioni? «Fred Mello, unico marchio uomo - risponde Stuppelli - si identifica con uno stile casual-raffinato, che piace al 40enne come al 25enne e fa proseliti anche tra i più giovani. Il womenswear è presidiato con Maison Espin - proposte trendy, a tratti romantiche, perfette per le 20-25enni, ma con un forte seguito pure tra le adolescenti - e con !m?erfect: una linea alla sua sesta stagione, che si rivolge a un’interlocutrice adulta, consapevole, che ama distinguersi». Il presidente del cda si dice «orgoglioso di poter vantare una parte di collezione molto ampia prodotta in Italia, soprattutto sul côté femminile. Teniamo alla qualità senza tralasciare i prezzi, in linea con l’andamento del mercato». La distribuzione si focalizza sul canale wholesale, con un migliaio di multimarca di livello medio-alto in Italia e la presenza in Germania, Austria, Svizzera, Benelux, Francia, Repubblica Ceca ed ex Urss, anche se l’80% del fatturato aziendale, che si aggira sui 18 milioni di euro con la prospettiva di aumentare nel 2015 di un 15-20%, è ancora realizzato in Italia. La presenza sul web si sta rafforzando: a fine 2014 è stata inaugurata una nuova piattaforma di e-commerce per !m?erfect e nel 2015 sarà la volta di Fred Mello e Maison Espin. «Non è nostra intenzione fermarci a festeggiare i successi dei 10 anni - conclude Stuppelli -. Vogliamo lavorare, investire e crescere, almeno per tutto il prossimo decennio». (a.b.)

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Un insieme di Jijil

From the fleece dress to women’s total look: the Italian brand Jijil is ready to speed up its expansion abroad.

Si appresta a conquistare i mercati stranieri Jijil, marchio di total look femminile su cui punta il DG Group di Andria, in Puglia, forte dell’esperienza nella produzione conto terzi. Tutto nasce da un capo simbolo dell’azienda: l’abito in felpa, completamente destrutturato. Un modello transgenerazionale, di successo, che nel 2012 spinge i titolari a investire sul progetto Jijil, una proposta di moda donna di fascia alta, dal prezzo competitivo e dall’ottimo mark up. In breve Jijil si completa con la parte in denim Jijil Le Bleu, con le scarpe e gli accessori. La produzione è per il 90% made in Italy. Per il 2015 la previsione di fatturato è di 16 milioni di euro, in base a un business plan che, entro il 2018, dovrebbe portare a un giro d’affari di 25 milioni, con un export al 60%. Il marchio è distribuito nel canale wholesale (circa 500 punti vendita nella Penisola), nei monomarca diretti di Andria e Firenze (cui si aggiungeranno a breve store in altre città italiane, tra cui Milano) e sul web. DG Group ha lanciato anche una linea bimba, Jolie (presentata a Pitti Bimbo) e sta pensando di sviluppare pure la sfera maschile. Con la primavera-estate 2015, e ancor più con l’autunnoinverno 2015/2016, l’obiettivo è conquistare i mercati oltreconfne, come Nord e Centro Europa, Giappone, Hong Kong e Russia. Jijil partecipa a fere come Premium di Berlino e White di Milano. (e.a.)

Samas

Operazione rebirth Founded in 1959 with active sportswear, Samas is now synonymous of a new “technical traditional” fashion project. È affdato alla società GNCMilano il rilancio dello storico marchio sportivo (legato soprattutto al mondo dello sci) Samas, fondato a Chiuro in Valtellina nel 1959. Il direttore creativo Jumpei Nakaarai è partito dall’archivio storico (che riporta alla luce le divise e i capi messi a punto per la mitica “Valanga Azzurra”, con campioni del calibro di Piero Gros e Gustav Thoeni, ma anche per le spedizioni che hanno conquistato il Cerro Grande in Patagonia o l’Himalaya negli anni Settanta) per recuperare l’heritage di Samas e farlo evolvere verso un nuovo progetto moda di più ampio respiro. Ci si rivolge a un uomo sportivo e raffnato, con un prodotto che si colloca nell’alto di gamma, grazie a una manifattura completamente italiana, con tessuti e lavorazioni esclusive. Uno sportswear maschile che si muove nell’alveo del concetto di “tec tra”, ossia “technical traditional”. Spazio a caban e giacche dalle vestibilità asciutte, destrutturate, in materiali classici come tweed, jersey, lane scozzesi, con superfci reversibili dall’esterno idrorepellente. Oltre all’Italia, dove l’intenzione è di aprire alcuni monomarca Samas, si guarda ai mercati esteri per far decollare e dare una nuova vita a un pezzo di leggenda. (e.a.) La giacca rivisitata da Samas



business NEWS GDS

Pure London

Un buon inizio Lieve incremento di visitatori alla fiera

delle calzature di Düsseldorf, che ha aperto la stagione autunno-inverno 2015/2016. In primo piano il progetto Design Trendsetter sugli stilisti più eclettici di Elena Azzola

Light increase of visitors and positive atmosphere at the shoe fairs in Düsseldorf, where 1,060 brands kickstarted the season with their product novelties.

oddisfazione a Düsseldorf per le fiere sulle calzature Gds e tag it!, andate in scena dal 4 al 6 febbraio. Si trattava della seconda edizione dall'introduzione di significativi cambiamenti a livello di concept e la sensazione è stata di una scommessa vinta. «La nuova Gds permette all'industria e al commercio di incontrarsi in un momento in cui le informazioni sono molto preziose - dichiara Werner Matthias Dornscheidt, presidente della direzione di Messe Düsseldorf - . L'atmosfera vivace tra gli stand e gli intensi scambi tra gli operatori sono stati per noi i migliori indicatori del successo della manifestazione. Abbiamo ricevuto molti feedback positivi in questo senso. E l'aver incrementato lievemente il numero di visitatori rispetto al passato è stata una ricompensa ai nostri sforzi». 900 sono stati i brand presentati nei tre mondi di riferimento del salone (Highstreet, Pop Up e Studio), mentre tag it! - the show for private label in shoes and accessories ha ospitato 160 espositori. Tra le novità, da segnalare l'interessante progetto "Design Trendsetter", realizzato in collaborazione con l'agenzia Honegger di Milano: una giuria qualificata ha selezionato 20 stilisti internazionali, che hanno avuto la possibilità di presentarsi al pubblico di Gds in un'area di circa mille metri quadri all'interno della sezione Studio. Qui si sono fatte ammirare le creazioni del brand Ancient Greek Sandals (nella foto un modello in sfilata), disegnato da Christina Martini e Nikolas Minoglou, di Nicole Brundage, Hajime Sonoda, Julia Lundsten, Laurence Dacade ed Eugène Riconneaus: modelli di questi designer sono venduti in tutto il mondo da negozi di tendenza, come Colette a Parigi, Barneys e Bergdorf Goodman a New York, o da piattaforme online come MyTheresa, Net-a-Porter, vente-privee e l'e-shop di Neiman Marcus. Tra i 20 "Design Trendsetter" anche Alain Tondowski e Char Har Lee: entrambi ingaggiati per anni dalle case di moda più affermate, oggi sono attivi con brand che portano il loro nome. Design Trendsetter ha ospitato inoltre Azzurra Gronchi, Charline De Luca, Joy Weng (con il marchio WXY), Giancarlo Petriglia, Mario Pini e Ng Yun (con Prospekt). Le designer Kzeniya Oudenot e Silvia Massacesi hanno attirato l'attenzione con le loro borse originali e stravaganti. Tra gli emergenti, infine, Carolin Holzhuber, Linda Sieto, Testuya Uenobe e Inge Kuipers (già designer di mobili per Ikea). Per la prima volta ha scelto di essere presente a Gds anche Aimpes, l'associazione dei pellettieri italiani, che organizza Mipel a Milano e che qui ha portato dieci aziende: A.S. 98, Braccialini, Bruno Rossi, Coppia by Gianni Segatta, Gianni Chiarini, Maison Connie, Marino Orlandi, Reptile's House, n Tosca Blu e We Positive.

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Alto gradimento At the recent Pure London fashion fair exhibiting companies appreciated the quality of the buyers present. Almost 65% of the brands showcased will come back in August. Successo per l’edizione di febbraio (dall’8 al 10) di Pure London. Il salone britannico di moda donna, che alla prossima sessione di agosto (dal 2 al 4) introdurrà anche una sezione sull’uomo, ha fatto sapere che il 65% dei suoi brand ha già confermato la partecipazione all’appuntamento estivo. Richieste vengono anche da nuovi nomi: oltre 100 sarebbero in lista d’attesa. Le aziende presenti nelle sei sezioni del salone (Allure, Agenda, Aspire, Spirit, Footwear e Accessories) hanno apprezzato la qualità dei buyer britannici e internazionali intervenuti alla tre giorni a London Olimpia. Realtà del womenswear come Humanoid, Ready to Fish by Ilja, Choiboko, Noa Noa, Charli, Blank, Avoca, Darling e Almost Famous hanno confermato la loro partecipazione ad agosto, insieme a player della young fashion come Lavish Alice, Bravesoul, Pit e Silvian Heach. Sul fronte accessori, gli organizzatori di i2i Events Group possono contare sulle adesioni di Bulaggi the Bag, Adele Marie, Zandra Rhodes, Fiorelli, Pia Rossini, Nica e Modalu. Nella parte premium ritornano ad agosto Showroom One, Codello, Bibi, Mark Bags, Matt & Nat e Konplott. Tra gli espositori della sezione calzature conferme vengono da Geox, Fly London, Birkenstock, Crime London, Pikolinos, Moda in Pelle, Peter Kaiser, Caro, Lacoste Footwear, Lodi/Gadea, Unisa ed Esska. «La premium section è l’area da cui ci aspettiamo la maggiore crescita», ha dichiarato Julie Driscoll, direttrice del portfolio di Pure London presso i2i Events Group. (e.a.)

Gruppo Zappieri

Alla Dogana di Firenze Zappieri Group launches a new showroom in Florence: a 200 square meter loft in the building of the Dogana. Il gruppo Zappieri ha aperto una nuova showroom a Firenze: un loft di circa 700 metri quadri, caratterizzato da grandi vetrate, che permettono alla luce di fltrare e illuminare gli spazi. L’immobile fa parte del complesso della Dogana di Firenze, facilmente raggiungibile, poiché situato in prossimità di snodi come Firenze Nord e piazza Dalmazia, vicino alla stazione ferroviaria Rifredi. La showroom è suddivisa in corner, che consentono a ogni marchio di “esprimersi” in un ambiente riservato e personalizzato. Tra i brand ospitati Add, Space, AnnaritaN, Karl Lagerfeld, Tamara Jarmon, Manzoni 24 e D.Exterior. All’interno della location di Firenze è presente anche la divisione bambino. (e.a.)




business maglieria

Di nuovo protaGonista, sul palcoscenico della moDa Già protagonista nelle presentazioni del menswer, la maglieria è attesa alla prova del nove con gli appuntamenti della moda donna. Attenta ricerca a livello di punti e filati e outfit total look: queste le linee guida per la prossima stagione fredda. E anche i capospalla si affidano al knitwear

Brunello Cucinelli

UN RITORNO DI FIAMMA «Pensiamo che la maglia tornerà a essere la protagonista delle nuove collezioni autunno-inverno 2015 nelle sue varie forme, grazie a lavorazioni artigianali, ma anche a tecniche contemporanee e innovative spiegano dall’uffcio stile di Brunello Cucinelli -. Prevediamo una ripresa del knitwear come outerwear avvolgente: dai bomber double ai parka e ai modelli tipo “k-way”, alternative importanti ai capispalla». Agli inserti in pelliccia di volpe e marmotta che percorrono le maglie inglesi e i colli preziosi, fanno eco flati di cashmere elaborati, lavorati a somiglianza di pelliccia per sweater, sciarpe, colli o calde e soffci giacche. «I manufatti artigianali assimilano le innovazioni tecnologiche, i tessuti puri e sofsticati, le texture voluminose e i veli evanescenti - prosegue la spokeperson dell’azienda -. Materiali pregiati diventano superfci organiche e si cospargono di limature di metalli nobili. Sedimenti di legni si depositano su nappe naturali, pellicce di cashmere, voluminosi nastri di fbre o leggerissime armature di seta».

di Carla Mercurio

Women’s fashion events are waiting for knitwear, which has already been the star of menswear presentations. The keywords for the next cold season are deep research on stitches and yarns as well as total look outfts. Even outerwear is increasingly knitted.

According to Brunello Cucinelli, the attention to craftsmanship and the most innovative and modern techniques is necessary to relaunch the knitwear world.

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li stilisti e le aziende del menswear si sono già espressi con chiarezza: la maglieria sarà uno dei trend forti del prossimo autunno-inverno. Un ritorno in auge salutato con positività dai compratori presenti alle manifestazioni del menswear del mese scorso, attratti soprattutto dalle proposte più creative e dalle versioni più importanti. Ora la prova del nove saranno le passerelle del womenswear e gli appuntamenti internazionali dedicati

alla moda donna. Una conferma anticipata dalle immagini di preview delle collezioni femminili. Istantanee di un mood in cui il knitwear ha un ruolo da protagonista che trascende la semplice funzione di completamento, per assumere la valenza di total look. Maglie e pantaloni, ma anche borse e porta iPad aquistano rinnovata grinta se abbinati in un unico outfit, dove anche il cappotto è sulla medesima lunghezza d’onda. Un messaggio destinato ad avere vasta

eco anche oltrefrontiera, dove la maglieria italiana riscuote consensi crescenti. Prova ne sono i fatturati export di molte realtà, che superano di gran lunga i turnover realizzati nel mercato interno. Un passaggio obbligato, quello della globalizzazione, anche alla luce della perdurante inappetenza del mercato italiano. I numeri di SitaRicerca sono eloquenti: nel 2014 i consumi interni di maglieria sono scesi a poco più di 150 milioni di capi, rispetto Ò

commercio estero del comparto maglieria Gennaio-ottobre 2014

IMPORTAZIONI Tonn. Var.% Maglieria esterna maschile 72.865 Maglieria esterna femminile 73.311 Totale generale 146.176

17,9 14,7 16,3

Migl.e Var.% 1.387.348 1.753.479 3.140.827

7,7 9,2 8,5

ESPORTAZIONI Tonn. Var.% Migl.e Var.% 23.346 29.067 52.411

-3,1 3,6 0,5

1.457.189 1.942.377 3.399.566

4,5 4,5 4,5

2013 105.825 253.338 359.163

SALDO (Migl. e) 2014 69.842 188.897 258.739

Var.

-35.983 -64.441 -100.424

Fonte: Smi su dati Istat. Var% su periodo corrispondente dell’anno precedente

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business maglieria Ò ai 160 milioni del 2013. In calo anche il valore: dai 4,5 miliardi di euro del 2013 ai 4,2 del 2014. La donna, in particolare, vale i due terzi del mercato, con un peso in leggero incremento. In attesa della tanto auspicata ripresa sul fronte italiano, ci si consola con le cifre di Smi su dati Istat, che ci proiettano verso lidi più lontani e sereni. Territori dove l’export di maglieria nel periodo gennaio-ottobre 2014 ha segnato un +0,5% in quantità, con un più consistente +4,5% a valore, a testimonianza dell’appeal che il top del made in Italy esercita sui consumatori stranieri. Un orientamento confermato dalle performance sul côté maschile - sceso del 3,1% in quantità ma salito del 4,5% a valore - e su quello femminile, che ha registrato un +3,6% in quantità e un +4,5% a valore. Nelle pagine che seguono, diamo la parola ai protagonisti del settore, che anticipano e spiegano le novità salienti delle loro collezioni, frutto di attenta ricerca a livello di lavorazioni ma anche dell’impiego di filati sempre più innovativi e performanti. Un orientamento ribadito in occasione di Pitti Filati, dove il top del comparto si è riunito lo scorso mese, portando sotto i riflettori le proposte più nuove per l’estate 2016. n

Women’s mood

fall-winter 2015

Pezzi speciali, unici, veri oggetti del desiderio: si prospettano stagioni positive per la maglieria, a patto che la sfida si svolga sul terreno della ricerca Unique and special items, objects of desire: these are new positive seasons for knitwear, coupled with more research.

LORENA ANTONIAZZI

PASHMERE

Ilaria Nistri sPINge PIÙ IN AlTO l’AsTIcellA DellA cReATIvITÀ Unconventionally worked mohair, silk, alpaca, angora often mixed together. Ilaria Nistri’s cult proposal is the outerwear made with leather and knitwear: two items, which can be put together or divided as requested. «La possibilità di unire tecnica e materie di altissima qualità, tipiche della tradizione italiana. Questo rende la maglieria affascinante e stimolante - spiega Ilaria Nistri, stilista e titolare del brand omonimo, prodotto da Stilab, azienda in capo a lei e a Simone Rafanelli -. Lo studio sulla costruzione, sui punti e sulle strutture la rende sempre più interessante agli occhi di designer e consumatori, aprendo la strada a forme di utilizzo diverse». Per il prossimo inverno la sfda si gioca sul terreno dei flati, rigorosamente importanti e pregiati. Mohair, seta, alpaca e angora sono lavorati in modo non convenzionale, spesso mischiati tra loro a più capi, su fnezze tipo 3 e 5, per dare vita a superfci mosse, rese quasi scultoree grazie al rilievo dei punti geometrici oppure variegate da sfumature create impiegando 10/12 fli di colore diverso lavorati su macchine rettilinee. L’utilizzo di flati elastici consente di alterare ulteriormente l’aspetto ottenuto con queste lavorazioni. Tra le proposte iconiche spicca il capospalla smontabile in pelle e maglia, presenza costante nelle collezioni del brand: due capi che si fondono o si scindono a seconda delle esigenze. Soluzioni che riscuotono consensi oltrefrontiera, dove è realizzato l’80% del giro di affari, pari a 5 milioni di euro, di cui la maglieria rappresenta un 15-20%. Europa, Corea, Russia, Georgia, Kazakistan e Bulgaria sono le aree principali, per una linea calibrata in base alle esigenze di un mercato globale, in cui i fruitori vivono in climi più o meno freddi.

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FERRANTE

Fabiana Filippi LAMBERTO LOSANI

ANNECLAIRE

PierAntonio Gaspari È Il MOMeNTO Del TOTAl lOOk Weaves made of mouliné threads and plastic flms are PierAntonio Gaspari’s innovations. La maglieria resta l’essenza e la cifra stilistica di PierAntonio Gaspari per la linea che porta il suo nome. Un’offerta che, fn dagli inizi, si caratterizza per l’attenta ricerca dei flati e delle forme, pure ed essenziali, mai scontate. «È Escher la fonte di ispirazione delle proposte per il prossimo inverno - spiega Gaspari -. Le due novità salienti sono le trame ottenute con fli mouliné, che in alcuni casi ho creato io stesso abbinando più fli insieme, per dare vita a total look interamente in maglia». Altra novità, prosegue Gaspari, è l’applicazione di pellicole plastiche ai capi per un effetto di grande lucentezza e impermeabilità. Oggi la label è incentrata al 60% sul knitwear, per cui l’offerta è vasta e spazia dai capi più voluminosi a quelli sottili. La maglieria ritorna anche come dettaglio nelle proposte in tessuti a navetta, soprattutto i cappotti, e dà vita anche ad accessori come borse e porta iPad. La collezione, prodotta su licenza dalla Fuzzi, genera oggi un fatturato di 5 milioni di euro, di cui il 65% realizzato all’estero, con Francia e Cina fra i principali clienti.

PeRFORMANce IN PROgRess A lIvellO glObAle 40% of Fabiana Filippi’s next winter collection is made of knitwear: a growing percentage. «I plus che rendono la maglieria estremamente attuale sono la comodità, la facilità di indosso e l’immagine moderna ed elegante che è in grado di creare», spiega Mario Filippi Coccetta, fondatore e proprietario di Fabiana Filippi. Per il prossimo autunno-inverno l’offerta comprende total look in maglia morbidi e dall’anima sportiva: capi minimal chic dai toni chiari, frutto di una scelta materica attenta, che privilegia flati nobili per composizione e interpretazione. Si va dalla maglia al jersey di lana essenziale, pettinato e lucente, fno al camoscio e alla nappa, passando per il double. «Il knitwear rappresenta il 40% della collezione invernale, percentuale in crescita, in un momento in cui le nostre proposte registrano andamenti in progress in tutti i mercati di riferimento», chiarisce Filippi Coccetta. La label ha chiuso il 2014 a quota 63 milioni di euro, con una crescita del 15% circa. L’export copre il 72% del giro di affari, di cui 32% Europa, 33% extra Europa e 7% aree emergenti.

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men’s attitude

GRAN SASSO XXXXXXXXXXX

fall-winter 2015

La maglieria conquista un ruolo di primo piano nel guardaroba maschile. Importante e lavorata ma anche nella versione sottogiacca, più essenziale Knitwear wins a major role in the male wardrobe. Both as a solist, in bulkier versions, or in under-jacket solutions.

Alpha Studio UNA cAPsUle IN cAshMeRe cOMe RegAlO PeR I 30 ANNI FALCONERI

HERITAGE

Alpha Studio’s top proposal is the pure cashmere capsule, expression of daily luxury. Novità della collezione Alpha Studio per il prossimo inverno è la special capsule in puro cashmere, creata per celebrare i 30 anni di attività dell’azienda. «Una linea che rappresenta la punta di diamante dell’offerta, espressione di un lusso quotidiano», spiega Paolo Rossi, responsabile commerciale e marketing di Franco Rossi, realtà forentina proprietaria e distributrice del marchio. Accanto a questa, ci sono le proposte in merino extrafne, alpaca, mohair, geelong e cashmere, abbinate a tessuti come casentino, fanelle, velluto, seta e neoprene, frutto di un modo nuovo di interpretare la maglia. Un presupposto importante per un marchio in cui il knitwear rappresenta il 90% dell’offerta, e in cui ogni inserimento riconduce e ricorda la maglia, grazie a dettagli o fniture particolari. Molto apprezzata nel Nord Europa, Alpha Studio si caratterizza per un’offerta articolata, studiata per un pubblico globale. Oggi l’export rappresenta il 30% del giro di affari ma la prospettiva è di arrivare al 50% nel giro dei prossimi due anni.

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Le Fate in Maglie NUOvI “PUNTI” DI vIsTA Womenswear brand Le Fate adds a knitwear twist to its collection Il total look donna del brand carpigiano Le Fate si arricchisce con una nuova linea, interamente focalizzata sul knitwear. Maglie, pantaloni, cardigan, gonne e vestiti compongono un’offerta di circa 80 capi, visibili alla rassegna milanese Mipap. Interamente made in Italy, le nuove proposte puntano sulla femminilità, con giochi di intarsi e jacquard. Stampe dal mood romantico su flati in lurex e fori tridimensionali sembrano sbocciare direttamente sui capi. Pietre, ricami e applicazioni impreziosiscono le proposte, enfatizzando il know how artigianale dell’azienda.


Avant Toi BARk

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e ORA sI PUNTA sUglI eFFeTTI sPecIAlI Cashmere, pure or blended with silk and wool, with fur and sheepskin aspects: these are the novelties by Avant Toi.

Kangra Il PRODOTTO PARlA chIARO Knitwear is Kangra’s focus: 100% of men’s items and 70% of women’s ones. «La maglieria rappresenta il 100% dell’offerta uomo e il 70% di quella femminile di Kangra - spiega Gionata Reverberi, a.d. del brand Kangra -. Oggi lo scenario del knitwear si conferma positivo, con un buon sell out e una crescente richiesta. L’importante è porre l’accento su qualità, prodotto speciale, possibilmente fatto in Italia, rapporto qualità prezzo corretto e ricerca». La collezione maschile per il prossimo inverno impiega cashmere, alpaca, cashmere-seta, usati soli o in mischia tra loro per dare vita a maglioni a motivi geometrici che si abbinano a maglie dai punti scolpiti, con rilievi bicolore e intrecci tridimensionali. Paricollo rasati su fnezza 12, dolcevita a costa inglese e la treccia classica in cashmere 100% sono i capi immancabili del guardaroba. Il womenswear si caratterizza per pesi e spessori multiformi, superfci in rilievo, punti tridimensionali e jacquard. Prevalgono macro intrecci e coste scolpite, maxi bolli agugliati, grafche riprese da tartan o pied de poule, realizzati su maglia a punti stretti o infeltriti dall’effetto corazza o mossi da un’alternanza di spazi vuoti e pieni, che conferiscono un aspetto di non fnito. Morbidissimi jacquard garzati con effetto nuvola.

«Gli scenari per la maglieria di nicchia sono molto favorevoli - raccontano i fondatori di Avant Toi, Mirko e Fiorella Ghignone, rispettivamente creative director e responsabile della gestione fnanziaria, economica e commerciale del brand -. I clienti sono alla ricerca di pezzi speciali, unici: veri e propri oggetti del desiderio». Un momento propizio per una collezione che si compone di maglieria, accessori, capispalla e pantaloni, realizzati in tutto o in parte in maglieria con grande attenzione alle materie prime e alle lavorazioni. Proposte apprezzate oltrefrontiera, se si considera che l’export copre l’80% del giro di affari del brand, pari a circa 7 milioni di euro. Stati Uniti, Germania, Svizzera, Francia e Giappone sono gli sbocchi più importanti. Per il prossimo inverno, la collezione punta sul tema del viaggio e del nomadismo. Predominano il cashmere, puro o in mischia con seta o con lana, con aspetti pelliccia e montone, caldi e avvolgenti come pelo vero. I colori sono impastati e creano effetti tridimensionali grazie a ombreggiature e sfumature multicolor.

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business maglieria

Visti a pitti filati di Carla Mercurio

I nuovi flati di Cariaggi per la primavera-estate 2016

le novità, le idee e gli spunti per la primavera-estate 2016 visti al salone forentino

Lo stand di Tollegno 1900 a Pitti Filati

il folk attack Di millefili Millefli’s mood blends different materials, colours, textures to develop new solutions.

tempo Di iBriDazioni per lineapiÙ The“viscosi” are among the novelties proposed by Lineapiù. Focus on Summer Plume as well, a viscose soul with tulle wads, feather effect. Ibridazione di generi, pesi e stagionalità: questo il focus di Lineapiù per le proposte della primavera-estate 2016. In un momento in cui la moda insiste sul concetto di unisex, con il jersey e l’elasticizzato entrati di diritto nel guardaroba dell’uomo, ecco i nuovi “viscosi”. Una famiglia di viscose declinate al maschile, che comprende un flato crêpe sottilissimo dalla mano setosa, un articolo stretch che esprime il concetto di un flo dévoré, un nastro di viscosa lucido stampato in un dégradé di colori e il Summer Plume, dall’anima di viscosa lucida con focchetti effetto piume di tulle, che proietta la piuma in dimensione estiva. I cotoni consentono l’alternativa tra le versioni molto pulite e raffnate - dove spiccano le mischie intime di cotone-viscosa e i cotoni tecnici dal look bagnato - e gli aspetti vegetali, che portano in primo piano fettucce di cotone spalmato con pigmenti che danno un aspetto simile ai colori della terra e del cuoio e la spugna costruita con cotone fammato. Pur mantenendo la loro natura vegetale, i lini hanno un aspetto lineare e di design e sposano il cotone per ottenere garze, nastri vegetali piatti e flati fantasia con ciuffetti di cotone imbiancati. La sera gioca con le luci di oro e argento, in cui irrompono i rifessi del bagnato: la viscosa si mescola al lurex dando vita a flati particolarmente sottili, nastri con effetto broccato e soluzioni dall’aspetto bagnato e lucido.

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Folk Attack è il mood della collezione di Millefli: una proposta che mira a unire e legare diversi materiali, colori e texture, sviluppando nuove soluzioni. Un’ispirazione che si declina in diversi temi. Si parte da Ground Blossom, che punta su superfci dai colori screpolati e sugli effetti denim, partendo dalla base naturale del lino in tutte le sue nuance, per poi oltrepassare il sottile confne dei neutri, che si abbinano a colori caldi e profondi. I Fil Good si caratterizza per l’allure naïf, un concetto sviluppato grazie a cordonetti multicolore per fnezze sottili e grosse, privilegiando il cotone, declinato in più versioni. Viscose croccanti proposte in stock service spiccano nel flone Très Bon Bon, affancate da fantasie di cotone. Urban Jungle si caratterizza infne per il mix di colori che danno vita a mélange futuristici, interpretati su catenelle ed effetti stripe e colorati. Forme esasperate danno energia a questa parte di collezione, alla quale si affancano i basici dell’azienda a effetto compatto, per un mix and match all’insegna della creatività.


shima seiki

i talenti di sry123lp Shima Seiki’s latest jewel: the Sry123Lp knitting machine.

leGGerezza e freschezza: i Diktat Di Baruffa Baruffa’s innovation: viscose mixed with cotton or wool and linen-wool blends.

Gli effetti Batik e la maGlia che imita il tessuto Di iafil Iafl’s innovation: yarns produced with a special dyeing technique called Batik and Stardust monobava.

I titoli e le composizioni delle nuove proposte di Baruffa sono stati studiati per dare il massimo a livello di comfort. Fra gli attori principali c’è la viscosa, che si combina con il cotone per gli articoli Salvia (Nm 2/100) e Acqua (nm 2/63) e con la lana per i flati Bering (2/60) e Crepe (24 nm 2/48), trattati per mantenere il corpo fresco. Dal connubio tra lino e lana nascono Ginepro e Lavanda, dall’aspetto più grintoso, che mettono in evidenza l’irregolarità del lino e che si affdano al colore per effetti particolarmente sofsticati. Non mancano nell’offerta le lane storiche del brand declinate nelle versioni classiche, come il Cashwool, o in quelle performanti come Holiday, di cui spicca la grande elasticità, e Wellington, che grazie al trattamento waterproof risulta adatto a più circostanze e a molteplici possibilità di impiego. Tre i temi della cartella colori: Underwater, che si compone di pastelli virati, contaminati dai bagliori dell’acqua, Brazilian Carnival, che porta in primo piano cromie dense e cariche, e Future in the Past, ossia una palette ricca e pastosa, che invita agli abbinamenti audaci.

Fra le proposte più campionate di Iafl per la primavera-estate 2016 ci sono i fli trattati Batik, una tecnica tintoriale messa a punto in esclusiva applicabile a tutti gli articoli naturali prodotti dall’azienda ed esemplifcata da tre articoli in cotone pima peruviano declinati in tre fnezze (12, 14 e 18) nei titoli Nm 2/50, 3/50 e 3/100. Si tratta di flati sottoposti a doppia tintura: la prima più chiara e la seconda, in sovratintura, più scura. I coloranti utilizzati consentono di trattare la maglia, una volta smacchinata, con tecniche di corrosione che permettono al colore sottostante di apparire, in disegni e grafe a scelta dello stilista. Fra le novità da segnalare c’è anche il flato manmade Stardust: un monobava liscio, utilizzabile a supporto di altri articoli, per ottenere giochi di trasparenze e abbinamenti di naturale+tecnologico. Altra sfda è nata dalla volontà di produrre una maglia che possa sostituire il tessuto, ideale nell’abbigliamento e nell’arredamento. Signifcativa, da questo punto di vista, l’accoglienza nei confronti dei teli presenti in stand a Pitti Filati, per i quali molte delle lavorazioni sono state realizzate in partnership con Shima Seiki, che ha messo a disposizione la nuovissima macchina Sry123Lp, in grado di garantire lavorazioni a effetto tessuto di tipo tridimensionale (vedi box accanto).

Si chiama Sry123 ed è l’ultima “creatura” della giapponese Shima Seiki: una macchina rettilinea che eredita le conoscenze tecnologiche dell’azienda, derivanti dall’esperienza nella lavorazione a quattro fronture. Due fronture di loop presser sostituiscono i pressamaglia e migliorano la prestazione della macchina, controllando la pressione su ciascuna boccola. Ciò favorisce una spiccata capacità nello sviluppo di maglieria sagomata, specialmente per il fechage e il tramato. Nuove lavorazioni a effetto tessuto offrono grandi opportunità di espansione in altri mercati, così come rappresenta un atout la possibilità di lavorare flati speciali quali i metallici o i monoflamento, che consente aperture al di fuori dell’ambito moda. Da non sottovalutare la velocità: 1,4 metri al secondo, in combinazione con il ritorno veloce del carro.

le tecno suGGestioni Di safil Safl’s collection offers a classic knitwer look with high performing threads. Specializzata nella realizzazione di flati a base lana dalla spiccata impronta tecnica, Safl ha scelto il tema “Future is Back” per l’allestimento dello stand a Pitti Filati: un viaggio nel tempo tra le rappresentazioni del futuro tipiche delle serie televisive degli anni Settanta e Ottanta e la visione attuale del futuro in maglia. Un futuro che l’azienda interpreta con uno spirito “tech urbanwear”, sigla della collezione primavera-estate 2016. Un mood che contamina il look classico in maglia con fli altamente performanti. È il caso degli articoli in Coolmax, in grado di garantire caratteristiche di traspirabilità, antipiega e ottima resa ai lavaggi, rinnovandosi di stagione in stagione con nuove declinazioni. Scrupolosa la sperimentazione sui fli sottilissimi, ideali per realizzare garze impalbabili: misti con cotone dalle mani crêpe o viscose e poliammide che consentono effetti lucidi, con qualche bagliore di lamé. Ideali per la primavera, i pesi intermedi sono declinati in pura lana fnissima o in mix di lana e cotone. La palette cromatica premia il geranio, il rosso famma, il fucsia, il verde gemma e il giallo acido, abbinati tra loro tono su tono o con il bianco ottico. In pole position anche le tonalità pastellate del violetto, dell’azzurro cielo e del corallo, in abbinamento con il bianco e poi ancora rosa carne, rame, lavanda, verde militare, blu indaco e tutte le gradazioni dei neutri. L’azienda biellese ha chiuso il 2014, anno del sessantesimo anniversario, con un fatturato di 92 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Vanta una produzione annua di oltre 7mila tonnellate di flati e occupa oltre 700 dipendenti.

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business TESSUTI a cura di alessandra bigotta

Più OTTIMISMO

più creatività

Le collezioni tessili per l’estate 2016 proiettano nel futuro il concetto di eccellenza. Il punto di partenza è sempre la ricerca, applicata tanto alle fbre nobili quanto al denim, sviluppando i concetti di re-engineering, re-inventing, re-creating. Intanto il settore dà segnali di ripresa: dopo un biennio negativo, secondo le stime di Smi la tessitura made in Italy è tornata a crescere, con un +3,8% dei ricavi, oltre gli 8 miliardi di euro.

The textile collections for summer 2016 propel the concept of excellence into the future. The starting point is research. Meanwhile, the Italian textile sector seems to be at a turning point: as esteemed by Sistema Moda Italia, in 2014 the growth of turnover was +3,8%, beyond 8 billion euro.

Uneven surfaces in the Vintage” collection; wool, silk and mohair in the “Classic” line; hi-tech performances in “Earth, wind and fre” fabrics.

albini group The new fabrics of Albini Donna, one of the textile collections of Albini Group, interpret the masculine-feminine attitude in innovative ways.

Vitale barberis canonico Da uno dei lanifici più antichi al mondo arrivano la linea “Vintage” (nella foto), in filati con armature irregolari - tra cui i cotone/nylon effetto stuoia - e la gamma “Classica”, in lana, mohair e seta. “Earth, wind and fire” è sinonimo di stoffe naturali wind-stop e idrorepellenti, abbinate a membrane di poliuretano o a cotoni di Thomas Mason. 74

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La moda è un sistema circolare: lo conferma la collezione Albini Donna, presentata alla recente edizione dei saloni tessili di Milano e Parigi. In sintonia con i trend dell’autunno-inverno 2015/2016, all’insegna della contaminazione tra il guardaroba maschile e quello femminile, le proposte primavera-estate 2016 del brand che fa capo al gruppo tessile bergamasco da 143 milioni di fatturato nel 20124 (+10% rispetto al 2013) si ispirano ai canoni della camiceria uomo. Sul filo conduttore del cotone, sottoposto a speciali trattamenti come il Dry che garantisce una mano scattante e moderna, si sviluppa una gamma di nuovi basici con fantasie di righe asimmetriche, quadretti Vichy e soprattutto pois, in ogni foggia e dimensione.


lanificio colombo Anni di ricerca, e finalmente la linea Air Cashmere (tessuti in cashmere e cashmere/seta praticamente senza peso, non oltre i 150 grammi al metro) è realtà per il Lanificio Colombo. Accanto al cashmere double leggerissimo, declinato in un’ampia gamma di tonalità pastello e più vivaci, un ruolo di co-protagonista è riservato ai filati in seta: stampata, delavata e intrecciata in armature tridimensionali, ma anche unita a lino e lana. Quest’ultima, in pesi dai 200 ai 400 grammi, viene sottoposta a nuovi processi di tintura, per aspetti irregolari di grande attualità. One of the diamond points of Lanifcio Colombo is Air Cashmere, synonymous with almost weightless fabrics in cashmere and silk/cashmere, no more than 150 grams/metre. New textures for silk, new dying processes for wool.

The fnest wools gain unusual tridimensional effects. Research is the keyword of the new Ke Idea collection, with a customized service.

tessitura monti 36 milioni di metri di filo di cotone trasformati in trama e ordito, per oltre 90mila metri di tessuto in oltre 2.300 varianti: questi i numeri del Gruppo Tessile Monti, che punta su stampe doppie, a corrosione, su basi con fondi mélange o armaturati. I tessuti “giro inglese” si rinnovano, affiancando ai disegni classici i tartan di impronta casual. Piccoli effetti di armatura muovono le superfici dei tessuti.

For Tessitura Monti the main mood is “classy-casual”, with double prints, mélanges and never too fat surfaces.

angelico Oltre 50 anni di collezioni costituiscono per Angelico un archivio cui attingere, per lane finissime dall’aspetto tridimensionale, a volte in mischia con mohair dalla mano secca, oppure abbinate alla seta. Ma Angelico significa anche sperimentazione, con la nuova linea Ke Idea che, alla seconda stagione, propone armature movimentate per dare sostegno ai blazer leggeri in cotone e ai jersey in lino e cotone. Importante il ruolo delle fantasie, come le stampe ultra-dettagliate che imitano il tessuto navetta. Un plus è dato dal servizio di personalizzazione dei tessuti. 24_02_2015

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business TESSUTI

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re.Verso Dall’intesa tra Nuova Fratelli Boretti, Green Line e Lanificio Stelloni è nata la piattaforma Re.Verso, che converte i materiali tessili pre-consumer di scarto in fibra e poi in filati - con cui produrre tessuti moda a navetta, in jersey e a maglia - e in capi finiti. «Anche Gucci - informano dalle aziende coinvolte nel progetto ha utilizzato Re.Verso nelle sue collezioni». Tra le novità di Re.Verso (partner di C.L.A.S.S. Eco Hub) le stoffe in cotone misto a Newlife, sinonimo di fili ricavati al 100% da bottiglie di plastica post consumo.

To transform textile “pre-consumer” materials in fbres, yarns and clothing items is the sustainable challenge of the new 100% Italian textile platform Re.Verso.

sWaroVsKi Xero

Il cristallo più piccolo del mondo Xero by Swarovski is the smallest chaton in the world: it weighs under 0,3 mg. Si chiama Xero ed è il cristallo sfaccettato più piccolo al mondo (nella foto): il suo peso non supera gli 0,3 milligrammi. Una new entry nell’offerta di swarovski, in occasione dei 120 anni di attività. Il marchio è stato protagonista alle sflate di haute couture, dove Jean paul gaultier ha personalizzato gli abiti con i nuovi cristalli Kaputt, e a marzo arriverà sul grande schermo: nel flm cenerentola di Disney sono stati utilizzati oltre 1,7 milioni di cristalli Swarovski.

sensitiVe fabrics Leggeri, traspiranti, no curling, no pilling, easy wear & care: sono i tessuti brevettati Sensitive Fabrics di Eurojersey. Nello stand a Première Vision sono stati interpretati dagli studenti della Facoltà di Design del Politecnico di Milano (nella foto, la giacca con tablet incluso di Alice Asnaghi).

Easy care and easy wear, the patented Sensitive Fabrics have been interpreted by some Design students at Première Vision.

rossi lorenzo e figli

Icedream is one of the most representative fabrics of Ruggero Rossi: made of extra-twisted yarns, it is light and stands for easy care.

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L’impressione è di non avere nulla addosso: i tessuti della collezione Icedream di Ruggero Rossi, realizzati in filati extratorti, sono traspiranti, ingualcibili e leggerissimi. L’azienda è radicata nel territorio lombardo: tutto inizia a fine Ottocento, con l’attività di lavandaio lungo il Lambro di Angelo Rossi, il cui figlio Lorenzo Anacleto fonda la Rossi Lorenzo e Figli. È l’inizio di un’escalation scandita da alcune tappe fondamentali: l’inaugurazione del primo reparto tintoria nel 1962, le prime “mini-collezioni” di tessuti per abbigliamento negli anni Ottanta. Oggi la Ruggero Rossi e Figli è una realtà verticalizzata, con due attività principali: la nobilitazione tessile e la progettazione delle collezioni tessili Ruggero Rossi.

cotton usa

«Love my cotton» «Love my cotton» is the new global advertising campaign of Cotton Usa. Si intitola «Love my cotton» la nuova campagna di cotton usa, global brand del cotone americano. Presentata durante il salone texworld a Parigi, esprime un concetto di purezza che rimanda ad altri valori nei quali Cotton Usa si riconosce, tra cui la sostenibilità. L’advertising viene veicolato sia sui media tradizionali, sia sui social media e attraverso eventi.


promotion

At.p.co womenswear inaugura la fashion week Con un evento di scena al Boscolo Hotel il 24 febbraio, At.p.Co lancia la collezione donna. Un total look easy e conteporaneo dall’impronta glam, che affanca la linea maschile, già approdata al successo.

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a scena milanese del womenswear vede quest’anno fra i protagonisti anche At.P.Co, che apre la fashion week con il lancio della linea donna, protagonista di un evento in calendario il 24 febbraio all’Hotel Boscolo. Una nuova avventura per il marchio italiano, nato in Franciacorta cinque anni fa. Una label distribuita oggi in cinque continenti, che ha fra i punti forti la proprietà della manifattura, un team di stilisti altamente creativi e partnership importanti nei settori della cultura e dello spettacolo. Dopo aver raggiunto il successo con il menswear, è tempo di scommettere sulla label femminile, già oggetto di un test la scorsa primavera-estate. Versatile e di carattere, al passo con le tendenze di avanguardia internazionali ma libera di esprimersi in sintonia con il proprio dna, la collezione di At.P.Co del prossimo inverno viene presentata da 15 modelle, che per l’occasione indossano altrettanti outft. Un total look easy e contemporaneo dall’impronta casual glam, che comprende scarpe e borse e che ha alle spalle una rete vendita strutturata, già operativa. Prevista la presenza di un pubblico di giornalisti, dettaglianti e celebrity, invitati a godere la vista sullo skyline milanese nel corso di una serata con show cooking e dj set.

Golden SeaSon Srl Via dell’Industria 61 25030 Erbusco (Brescia) Tel. +39 030 72 37 77 Fax +39 030 77 06 867 www.goldenseason.it


business TESSUTI

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lanificio europa L’ultima novità di Europa - azienda toscana fondata nel 1966 - è ES (Eco Stretch), tessuti in denim stretch a base di Roica, un filo high-tech realizzato da Asahi Kasei Fibers Corporation e certificato sia GRS (Global Recycle Standard) che Oeko-Tex Standard 100. Viene realizzato con un innovativo processo che consente di risparmiare materie prime, acqua, energia e ridurre le emissioni di CO2.

canepa, italDenim, cariaggi

Accordo per SaveTheWater SaveTheWater-Kitotex, a patented eco-friendly industrial process by Canepa, will now be used also by Italdenim and Cariaggi, thanks to a licence. savetheWater-Kitotex è un brevetto ideato e industrializzato dalla tessitura canepa in collaborazione con il cnr-ismac di Biella: utilizzando una sostanza di origine naturale, ottenuta dallo scheletro esterno dei crostacei, è possibile ridurre del 90% il consumo di acqua ed energia, eliminando gran parte degli inquinanti. L’azienda comasca ha stretto un accordo con italdenim (secondo produttore italiano di denim) e cariaggi (leader nella produzione di flati), che d’ora in poi potranno utilizzare il brevetto. Interesse anche da parte del gruppo albini, che ha avviato un confronto per verifcare l’applicabilità delle soluzioni SaveTheWater-Kitotex al suo processo produttivo.

Europa launches ES: denim stretch fabrics made with Roica, a high tech and sustainable yarn by Asahi Kashei Fibers Corporation.

canDiani

lanfranchi Progettare una zip non è solo un fatto di funzionalità. Gaetano Lanfranchi, esponente dell’ultima generazione della Lanfranchi di Palazzolo sull’Oglio, descrive alcuni materiali usati nella collezione Lampo: «Nastri in denim con spalmature a effetto “tecnico”, gommati con laserature, impreziositi da dettagli in legno e da tiretti con effetti lenticolari. Il tutto personalizzabile, in un’ottica sempre “su misura”». Denim ribbons with high tech coatings and rubberizings. But there is much more in the avantgarde zips signed Lampo.

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Swenim, Selvedge Denim, Candiani Shaper: tre assi nella manica per Candiani Denim. Swenim è un tessuto tecnico, aderente e indeformabile; Selvedge Denim, disponibile in un range da 10 a 16 once, è super stretch, grazie all’utilizzo della speciale tecnologia Sling. Quest’ultima, combinata con finissaggi speciali, è protagonista anche di Candiani Shaper.

The new frontiers of super stretch denim are explored by Swenim, Selvedge Denim and Candiani Shaper ranges of fabrics.

schoeller L’indigo-look, uno dei trend forti del momento, diventa più performante grazie a finissaggi come Schoellerdryskin, che aumenta la resistenza alle abrasioni, o Schoeller WB-400, per una maggiore traspirabilità, durevolezza e idrorepellenza. Indigo look and high performance: it is possible, thanks to fnishings the like of Schoeller-dryskin, anti-scraping, and Schoeller WB-400, breathable, durable, water and dirt repellent.


promotion

Il low luxury che conquista Le linee di total look femminile nenette, Miss Nenette e Luckylu sono competitive nel prezzo, ma hanno contenuti moda e cura dei particolari tali da conquistare le consumatrici in boutique. Per nenette sono già attivi quattro monomarca diretti. otton Milano, con sede a Castano Primo (Mi), è un’interessante azienda di moda, già produttrice per conto terzi di marchi italiani ed europei, che dal 2005 ha scelto di concentrarsi esclusivamente sui propri brand di total look femminile: nenette, Luckylu e, ultimo nato in ordine di tempo, Miss Nenette. Il focus è su un prodotto “low luxury”, molto competitivo nel prezzo, ma con contenuti moda e cura dei particolari tali da permettere alle linee di inserirsi a pieno titolo nelle boutique, accanto alle griffe più note. Le performance di sell out si commentano da sole: Cotton Milano è una realtà che cresce con un tasso annuo del 30%. Ne parliamo con Marco Fermi, titolare insieme alla moglie Raffaella Galazzi.

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Quali sono le specifcità dei tre brand? nenette è la linea più fashion. Miss Nenette rappresenta la parte in denim e sportiva di nenette. Luckylu ha un’anima più romantica ed è contrassegnata da vestibiltà più morbide e trasversali. Quali sono i punti di forza dalla vostra proposta moda? Sicuramente il “value for money”. A causa della crisi, anche le donne che normalmente si servono in boutique sono maggiormente attente ai prezzi. I capi di nenette, Miss Nenette e Luckylu riescono a conquistarle grazie all’ottimo rapporto qualità/ prezzo. Il prodotto “esce” dal punto vendita e la soddisfazione del negoziante è per noi la miglior forma di comunicazione e la vera leva della crescita. La focalizzazione è dunque sul prodotto? Assolutamente sì. Il nostro uffcio stile è il cuore pulsante dell’azienda. Facciamo ricerca in tutto il mondo per proporre ogni stagione capi innovativi e distintivi, con una cura maniacale dei dettagli. Quando una cliente

sceglie un nostro capo ha la certezza di aver acquistato un prodotto di ottima confezione a un prezzo più che corretto. Tutti i nostri investimenti attualmente riguardano il prodotto. Come intendete sviluppare ulteriormente il new business? Abbiamo già aperto quattro monomarca diretti nenette in Italia, l’ultimo dei quali in via Carlo Alberto a Monza. Sono negozi in cui sperimentiamo e ci mettiamo in gioco ogni giorno, per capire quale sia la formula migliore per valorizzare il prodotto e soddisfare la cliente. Come affrontate il discorso comunicazione? L’adv tradizionale non è nelle nostre corde. Preferiamo le iniziative online e sui social media. Abbiamo realizzato recentemente due fashion flm, che veicoliamo su internet, in modo virale, che hanno avuto un grande riscontro in termini di visualizzazioni. In occasione della settimana della moda milanese ci saranno inoltre iniziative outdoor dedicate a nenette e Luckylu nelle stazioni delle metropolitane.

COTTON SRL Via Dell’Artigianato 14 20022 Castano Primo (Mi) Tel. 0331 88 20 03 - 87 79 60 cottonsrl@cottonsrl.it www.nenette.it - www.luckylumilano.com




trend BUYERS’ OPINION

Dall’outerwear alle ruches: i nuovi trend

La moda donna secondo quattro top buyer internazionali, alla vigilia di Milano Moda Donna: in primo piano femminilità, eleganza informale e ricercatezza, per uno stile sempre più globale di Elisabetta Campana

1 Ken Downing NeimaN marcus Dallas

Quali i best seller di abbigliamento donna dell’autunno-inverno 2014/2015? Le proposte fashion all’insegna di un’eleganza casual continuano a essere apprezzate dalla nostra clientela. Designer come Brunello Cucinelli interpretano l’importanza di un lifestyle informale con uno spirito “dressed up”. Fondamentali anche i dettagli ricercati che rendono le proposte uniche e insolite, amate dalle donne sempre più alla ricerca di un guardaroba personalizzato. Questo inverno è cresciuto in modo signifcativo il business dell’outerwear. In particolar modo sono piaciute le hybrid biker jacket di Sacai, gli “army” parca di Mr & Mrs Fur, le giacche oversize in shearling di Acne e i cappotti lunghi e ftted di Céline.

Lianna Mann LaNe crawforD Hong Kong

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Quali i best seller di accessori donna dell’autunno-inverno 2014/2015?

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Le calzature e le borse sono gli accessori più venduti. Il livello di creatività e novità che continua a contraddistinguere le proposte di handbag e footwear invoglia la clientela all’acquisto.

Le preferenze della clientela si stanno spostando verso l’athleisure: in primo piano sneaker, slip-on e décolletée fashion con tacco medio, così come zaini e piccole borse a tracolla. I “campioni” di questo inverno? Valentino, Aquazzura, René Caovilla per le scarpe e Saint Laurent Paris, Mansur Gavriel e Sophie Hulme per le borse.

Quali le novità nell’assortimento femminile della prossima stagione? I nostri assortimenti di womenswear continueranno a essere focalizzati su proposte in flati pregiati, con tessuti e colori “transitional”, ovvero che possono essere indossati tutto l’anno, all’insegna di uno stile di vita globale.

La nostra offerta continua a evolvere, con particolare attenzione alle capsule collection esclusive e alle collaborazioni con stilisti di nicchia. Con l’introduzione di una room esclusiva, che verrà presto inauguarata nel nostro fagship store di Hong Kong, proporremo anche una selezione di abiti da sera e per le occasioni speciali.

Questo autunno-inverno la nostra clientela femminile ha premiato le proposte di Saint Laurent, Dolce&Gabbana, Valentino, Alexander McQueen e Givenchy.

Sul fronte accessori i top seller di stagione sono stati Céline, Saint Laurent, Valentino, Bottega Veneta, Tom Ford e Dolce&Gabbana.

L’assortimento sarà completamente differente, perché giocato su un nuovo look: torniamo agli anni Settanta.

Al top delle vendite i cappotti, in particolare di Alexander McQueen, Stella McCartney e Proenza Schouler, in grado di esaltare la silhouette femminile. Hanno funzionato bene anche le stampe e i ricami iconici di designer come Givenchy e Kenzo.

Abbiamo avuto una forte richiesta di borse di piccole dimensioni: le clutch metalliche di Proenza Schouler e le versioni ‘mini’ delle bag iconiche delle grandi maison, soprattutto di Givenchy.

Aggiungeremo nuovi marchi di ricerca con appeal e uno stile internazionale apprezzato in tutto il mondo. Aumenteremo l’offerta di calzature di alta gamma fortemente caratterizzate. Privilegeremo i prodotti di qualità, con contenuti propositivi e made in Italy.

Alla Verber mercury Group mosca

Mario Dell’Oglio DeLL’oGLio palermo 82

24_02_2015


The quotes of four top buyers from the United States (Neiman Marcus), Hong Kong-China (Lane Crawford), Russia (Mercury Group) and Italy (Dell’Oglio) on the eve of Milano Moda Donna highlight the growing importance of the new women’s wear trend: a mix of femininity, casual elegance and uniqueness that mirrors to the customers’ global style.

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Quali i trend vincenti dell’autunno-inverno 2015/2016?

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A cosa la donna non rinuncerà per la prossima stagione fredda?

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Il budget donna • in aumento, in diminuzione o stabile?

I trend vincenti per il prossimo inverno proseguono il flone del romanticismo e dell’esotismo, che ha dato vita allo spirito Bohemian protagonista sulle passerelle di questa primavera-estate. In primo piano le infuenze Victorian, Edwardian e Art Nouveau, interpretate in chiave moderna con velluti, pizzi, ricami e dettagli ricercati.

Premesso che non so ancora cosa “racconteranno” le sflate, prevedo che la nostra clientela il prossimo inverno non rinuncerà a bluse d’ispirazione Victorian ed Edwardian, con dettagli in pizzo e volant. Il shearling sarà protagonista nell’outerwear.

I budget non sono un argomento sul quale posso rispondere.

La tendenza principale dell’autunno-inverno 2015/2016 sarà quella dell’outerwear interpretato in differenti lunghezze, volumi e proporzioni.

Tra i must-have della prossima stagione le reinterpretazioni del Levi’s 501, i lunghi cappotti in lana con bottoni in ceramica di Ellery, un nuovo designer da tenere d’occhio e i cappotti bomber-tailored di Sacai.

Il business del womenswear in Asia è forente: investiremo di conseguenza.

Andranno i pantaloni a zampa d’elefante, le culotte e i panta “capri”. I principali colori della prossima stagione fredda saranno il vinaccia, il bordeaux e il verde bottiglia.

Nel guardaroba femminile non mancheranno le cappe di Saint Laurent, gli stivali con plateau e, naturalmente, i jeans.

Dopo anni di continua crescita, manterremo i budget stabili a causa della situazione economica e politica che stiamo vivendo. A dispetto di tutte le previsioni, il mercato del lusso in Russia resterà uno dei più importanti.

In primo piano gonne longuette, pantaloni larghi crop, le ruche godé, asimmetrie.

Il prossimo autunno-inverno tutte le donne vorranno indossare una borsa bordeaux.

Aumenteremo il nostro investimento nel womenswear del 15% per la prossima stagione fredda, nei confronti sia dei marchi con cui già collaboriamo, sia dei nuovi brand che crediamo abbiano la possibilità di crescere.

DOLCE&GABBANA 24_02_2015

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trend fall-winter2015/2016

designers’ inspiration

a miLano sarà gara di stiLi

Leitmotiv

Sulle passerelle dedicate all’autunno-inverno 2015/2016 si preannuncia una stagione dai molteplici spunti, dove la principale preoccupazione dei designer è rispondere a una domanda: «Cos’è moderno oggi?». Nelle collezioni di maison affermate e di upcoming designer si incroceranno maschile e femminile, dinamismo active e gusto couture, dive del cinema e movimenti artistici

Leitmotiv per l’autunno-inverno 2015/2016 hanno intrapreso un viaggio nel mondo dei toys con focus sui colori (bordeaux, zucca, rosso e pastello), i ricami, arricchiti da effetti 3d. Anche la maglieria fa parte del gioco, con berretti e poncho.

di Andrea Bigozzi

Stella Jean Everything is unexpected. A season full of ideas and inspirations will show on the autumn/winter 2015/2016 catwalks, where designers’ main point is “ What’s new nowdays?”. In the collections of big maisons and upcoming designers there is a perfect blending between male and female, active dynamism and couture taste, movie stars and art movements.

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24_02_2015

In una invasione di campo di generi in cui forme estremamente femminili sposano e si sovrappongono ad altre maschili, la donna del prossimo inverno di Stella Jean vola sul’Himalaya indiano, indossando gonne 7/8 ricamate con pietre e pon pon di lana, sandali animalier, calze maschili a coste.

sportmax Genny

La donna Genny del prossimo inverno si conferma grintosa e alla ricerca di un look sofsticato, ma comodo: dal tailleur dai revers ampi e allungati, reso femminile dalle geometrie d’ispirazione egizia ai grafsmi dei tessuti jacquard su pellicce e pantaloni.

Una collezione sartoriale, ma con un’interpretazione moderna: questa l’idea di Sportmax. Il gioco stilistico è sul contrasto con l’uso di diversi materiali e colori, anche tra davanti e dietro. Vedi il capo costruito in pelliccia di visone con lavorazione a intarsio e banda all’orlo in contrasto sul davanti e con la schiena in tessuto doppio lana angora.


Francesco scoGnamiGLio Farà un bell’effetto la sflata di Francesco Scognamiglio: le silhouette sono lunghe e sottili e in passerella sarà protagonista la stampa piazzata delle rose, che compare su abiti e sulle le camice di twill.

Gabriele coLanGeLo

bybLos Sulla passerella di Byblos tra dettagli di ispirazione biker e abiti corti con macro grafche e stampe damier, si vede una powerful girl con la passione per l’arte di Tobias Rehberger e i dettagli più tecnici.

Un universo in miniatura, dove custodire bellezza e minimalismo. La donna di Gabriele Colangelo protagonista a Milano è la regina di questo microcosmo. Il suo stile è lineare e leggero, quando indossa cappotti in panno di lana mélange ricamati a motivo chevron.

Xxxxxxxxxxxx xxxxxx Arthur arbesser

max mara Come sempre i valori espressi da Max Mara nei suoi capi sono la praticità, l’eleganza, l’essenzialità e la funzionalità. Ma i cappotti in alpaca con collo sciallato in lapin rex color cammello sono espressamente “inspired by Marilyn!”.

mario Dice

trussarDi

L’autunno-inverno 2015/2016 di Trussardi ruota intorno a due opposti: da un lato il rigore dei tessuti invernali maschili che si ritrovano nei cappotti in cashmere double, dall’altro l’uso di materiali leggeri come la nappa plongé per abiti dallo stile lingerie.

A ispirare Mario Dice nella realizzazione della sua prima collezione donna sono la New York fne ‘80 e il maestro di sempre Claude Montana: «Linee che partono parallele - racconta il designer - si intrecciano si mescolano fno a creare un groviglio dal quale a volte può nascere qualcosa di sorprendente».

La nuova collezione di Arthur Arbesser è un omaggio alla sua città natale, Vienna. Un viaggio attraverso l’arte contemporanea austriaca, da Franz Schubert a Josef Hoffmann, che ha portato il designer a trasformare il loden tirolese o futuristici nylon jacquard in 3d in uniformi eleganti e androgine.

Kristina ti

La femminilità è un must nel guardaroba di Kristina Ti e diventa protagonista negli abiti dai volumi ricchi con maniche blusanti e tasche arricciate e lunghezze che sforano il ginocchio. 24_02_2015

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trend fall-winter 2015/2016

Womenswear

previeW

Nelle pagine che seguono sette temi forti per l’autunno-inverno 2015/2016. All’insegna del divertissement e della sperimentazione. Fun and experimentalism are the common denominators of the seven main trends we have identifed for the upcoming winter season. di Angela Tovazzi

ELISABETTA FRANCHI

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marina yachting

TOMMY HILFIGER

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DESMO

BORBONESE

ECCO

MERCANTE DEI FIORI


bosideng

BAGUTTA

MABRUN

LEISURE CHIC Coat e caban stile marina, piumini extralight e l’immancabile denim: per il tempo libero e la città. Navy style coats and cabans, extra light duvets and denim: for spare time and the city.

BOGNER

ETIQUETA NEGRA

MAISON ESPIN

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trend fall-winter 2015/2016

ZANELLATO

ZONKEY BOOT

WOOLRICH

ConTEmpoRARy vInTAgE Tweed, tessuti scozzesi e fogge maschili sono gli ingredienti di uno stile dal sapore rŽtro, in chiave avant-garde. Perfect ingredients for an avant-garde vintage style: tweeds, Scottish fabrics and male shapes.

BORBONESE

1-ONE

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PEPEROSA

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ATOS LOMBARDINI


MANILA GRACE DENIM

VDP-VIA DELLE PERLE

L’AUTRE CHOSE

LUISA VIOLA

VOLPI

OBLIQUE CREATIONS

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trend fall-winter 2015/2016

CIVIDINI

DIEGO M

LAdyLIkE Un’eleganza soft, fatta di nuance delicate, linee semplici e dettagli ridotti al minimo. Perfetta 24 ore su 24. A soft elegance made of fne nuances, easy lines and minimal details. Perfect 24 hours a day.

LUCKYLU BALDININI

GHERARDINI

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CHIARA BONI LA PETIT ROBE

A. TESTONI

NAF NAF


promotion

Made in Italy più contemporary, uguale successo Lo stile è glamour, contemporaneo, internazionale. Ma i valori e l’attenzione alla qualità sono tutti italiani. Ritratto di Annie P, un esempio di made in Italy vincente. anciato nel 2009, Annie P ha saputo distinguersi nell’affollato mercato dell’abbigliamento, posizionandosi in 300 multimarca e costruendo una solida presenza all’estero, in particolare in Cina, Giappone, Germania, Francia, Olanda, Austria, Svizzera e Spagna. Annie P rappresenta l’unione di due nomi: Anna e Piero, talenti imprenditoriali che nell’avviare questo progetto non si sono fatti intimidire dalla crisi dei mercati. Anche perché hanno dalla loro parte le eccellenze del distretto produttivo del capospalla di Martina Franca, città dove i due giovani imprenditori condividono amore, famiglia e la passione per la moda. La collezione è infatti realizzata interamente in Italia, soprattutto al Sud presso laboratori qualifcati, anche se l’immagine - glamour, trasversale e contemporanea, ma con un pizzico di bon ton - esprime un mood internazionale: del resto, i materiali di ricerca, i dettagli curati, le stampe originali e le rifniture perfette sono un passaporto valido per tutti i Paesi, a partire dall’Italia. Con un occhio attento ai prezzi, sempre equilibrati. L’imperativo è uno solo: osare ma senza esagerare e conquistare la clientela con scelte di stile e di strategie coraggiose, ma attentamente ponderate. La distribuzione internazionale è gestita dalla showroom Spring Up, hub di designer emergenti a Milano, in via Tortona 37.

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Per info commerciali: showroom@anniep.it, uffcio stampa press@anniep.it

Contemporary Italian design, same old success The style is glamorous, contemporary, international. But the core values and the unerring pursuit of quality are 100% Italian. Check out our profle of Annie P, a shining example of Italian achievement. aunched in 2009, Annie P has succeeded in setting itself apart from the crowded world of the clothes industry, with space in 300 multi-brand stores and a solid presence overseas, particularly in China, Japan, Germany, France, Holland, Austria, Switzerland and Spain. The term Annie P comes from the fusion of two names – Anna and Piero – two entrepreneurial spirits that refused to let the economic and fnancial crisis intimidate them when embarking on this project. Their town, Martina Franca, is well known for its excellence in outerwear production and has provided impetus for the two youngsters’ story of love, family and passion for fashion. The collection is manufactured entirely in Italy and particularly in the expert workshops of the south, yet the general look is glamorous, transcendental and contemporary – with a hint of bon ton – and exudes a real international vibe. The sought-after materials, meticulous detailing, original prints and impeccable fnishing are the epitome of Italian style, and sure to be appreciated the world over. What’s more, Annie P manages to achieve all of the above whilst maintaining affordable pricing. The goal is simple: to be daring without exaggeration, and to win over customers with stylish choices and courageous – yet carefully considered – strategies. International distribution is overseen by the Spring Up showroom, a hub for emerging designers based in Milan’s via Tortona 37.

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Commercial info: showroom@anniep.it, press offce: press@anniep.it


trend fall-winter 2015/2016

BONOMEA

TELA

FORNARINA

PESERICO

mInImAL ATTITUdE Il binomio bianco e nero, qualche tocco di maculato e un gioco studiato di layering: per mise essenziali, ma d’impatto. Black and white contrasts, speckled stains and special layerings: for essential and innovative items.

GAUDÌ

FABI

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XACUS

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ELISABETTA FRANCHI


promotion

Giocare con colori, immagini, simboli: perché no? YNot? signifca «perché no?»: un messaggio di creatività e libertà per un brand di borse, che ora cresce anche nel segmento calzature, e non solo. ioshi nasce a Milano negli anni Cinquanta

G

come azienda famigliare, che ha saputo

stare al passo con i tempi e che oggi è presente sul mercato con il proprio brand YNot?, distribuito in oltre 800 punti vendita in Italia, cui se ne aggiungono 500 in Europa: in Italia si va da Cacciami a Roma, a Sorelle Ramonda e Oleggini a Massa, COIN, Puglisi a Messina,

YNot? è distribuito capillarmente in Italia, dove è presente in oltre 800 negozi, e in 500 store europei

Galeria Kaufhof a Monaco di Baviera e molti altri. Differenti forme di borse, suddivise in pochette, valigie, cartelle, portachiavi, che propongono un’ampia gamma di stampe studiate e rielaborate nei minimi dettagli dal team creativo di YNot?. Novità della stagione è la brand extension di calzature, composta da sneakers e ballerine, caratterizzate da immagini in linea e abbinabili con borse e accessori, per un total look originale e creativo. Del resto, YNot? signifca «perché no?»: un messaggio di libertà e freschezza, con un pizzico di anticonformismo. In nome di una personalità che non passa inosservata.

Registered office:

V.le Lunigiana 23 20125 Milano - Italy Tel. +39 02 84 96 48 59 Fax +39 02 84 96 48 53 www.ynotmilano.it


trend fall-winter 2015/2016

ALVIERO MARTINI 1ª CLASSE

SISTE’S

POMANDÈRE

SERAFINI

boHo gLAm Il gusto è bohémien, eppure ultrachic. Con frange che spuntano dalle maglie tricot, dalle camicie tartan e come proflo di cappe dai tessuti maschili. E la pelliccia, overall. A bohŽmien and ultra chic style. Fringes from tricot knitwear, tartan shirts and menswear fabrics. Combined with fringes from fur.

BLACK BELIEVE

THE BRIDGE

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KOCCA

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PEPE JEANS LONDON



trend fall-winter 2015/2016

POMIKAKI

PRINCE TEES

PHILIPPE MODEL

IMPERFECT

REIKO

URbAn bEAT T-shirt, felpa, giubbotto e l’inossidabile denim. E come accessori, sneaker oppure stivali. Ma con fantasie e dettagli che non passano inosservati. T-shirts, sweaters, jackets and denim. And, as accessories, sneakers or boots with unique details.

TOSCA BLU PENCE

BLAUER

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JANET & JANET

24_02_2015

LIU JO



trend fall-winter 2015/2016

BRACCIALINI

ELENA GHISELLINI

HENRY COTTON’S

gRApHIC powER Righe, losanghe, fantasie check e un mix di colori in libertà

HANITA

per abiti e borse dagli echi revival. Lines, lozenges, check patterns and a mix of colours for revival bags and dresses.

GABS FRANCO GABRIELLI

CAMPOMAGGI

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SILVIAN HEACH

SEVENTY



trend WOMENSWEAR

Haute couture primavera-estate La haute couture come laboratorio del cambiamento: preziose come prima e più di prima, le collezioni viste a Parigi si aprono all’innovazione a cura di Alessandra Bigotta

2015

Haute couture as a workshop of change: more precious than ever, the new collections seen in Paris give a decisive boost to innovation.

GiambattiSta Valli

Viktor & rolf

RuRal glam ECHI DEL MONDO RURALE IN PASSERELLA, TRA FIORI DI TULLE, FANTASIE BUCOLICHE E LA RIVISITAZIONE CHIC DEL GREMBIULE

Chanel

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Jean Paul Gaultier


pop futuRism CORAGGIO, AUDACIA, RIBELLIONE: TERMINI RIPRESI DAL MANIFESTO FUTURISTA RILETTI IN CHIAVE POP, CON RIMANDI AL MONDO 2.0

tony WarD

la Perla atelier

Valentino

ChriStian Dior

elie Saab

boudoiR cHic

SChiaParelli

atelier VerSaCe

GiorGio armani PriVÉ

BORDATURE DI PIZZO, GIOCHI DI VEDO NON VEDO, PIUME DI STRUZZO. E LA VESTAGLIA COME SIMBOLO DI SEDUZIONE 24_02_2015

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trend brand to watch

Aspettando

i sAloni Super, White e Mipap tornano durante la fashion week con un nuovo carnet di marchi. Ecco in anteprima qualche nome clou di Angela Tovazzi

mARTA cucciNiEllo

Super

Cinema, art and architecture infuence the collection.

ÄNDREÄ

Super

Three keywords: freshness, spontaneity and refnement.

Il marchio, nato nel 2014, si chiama ÄndreÄ, dal nome della fashion designer Andrea Bergamaschi, ed è alla sua seconda volta a Super. «Freschezza, spontaneità e raffinatezza - spiega - sono il leitmotiv del brand, che è interamente made in Italy». Distribuito in negozi come Anteprima a Bari, Newton Verde a Ferrara e Bogari a Rimini, a Milano ÄndreÄ si trova da Papaveri showroom, con prezzi sell in che vanno dai 90 ai 290 euro.

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Tante le ispirazioni per questo marchio arrivato da poco sul mercato: grandi icone del cinema come Marlene Dietrich, l’architettura contemporanea, gli artisti delle avanguardie. Per un’immagine rigorosa, che gioca con sovrapposizioni materiche e cromatiche. Distribuito per il momento in una decina di negozi, con prezzi wholesale tra i 100 e i 300 euro, il brand aprirà a marzo il suo e-shop.

coloRs of cAlifoRNiA

White

Biker rainboots as cult items of the brand.

Conosciuto soprattutto per le sue linee di infradito e ballerine, il brand fiorentino è oggi sinonimo anche di sneaker e rainboot dallo stile biker, con borchie e pietre colorate. Distribuito da Artcrafts International e con showroom di riferimento anche a Milano (W.B. Studio e Spazio 2), Colors of California è commercializzato in oltre 40 Paesi, con prezzi sell in intorno ai 35 euro.


luDmilA DiDiER PARAkiAN

A new jewels collection at Super, designed by Ludmila Navarro, infuenced by colours, styles and inspirations.

White

Present at White, the French brand is designed by an Italian, Sergio Ciucci.

Le stampe, la maglieria jacquard, i contrasti cromatici, i ricami preziosi: sono questi gli atout distintivi di Didier Parakian, maison francese guidata dall’omonimo imprenditore franco-armeno e oggi pronto a una nuova fase di sviluppo, grazie alla nomina di Sergio Ciucci (ex ExtŽ, Plein Sud, Galliano, Roberto Cavalli) a direttore creativo. Disponibile presso la showroom del brand in largo Richini a Milano, Didier Parakian è venduto con prezzi medi sell in di 120 euro e presidia il mercato internazionale con otto monomarca in Francia, due corner in Cina e a Casablanca, 35 shop-in-shop nella Repubblica Popolare e 800 clienti multibrand. Next step, negozi a Milano, Roma e Hong Kong.

«Everything is possible» è il motto della designer spagnola Ludmila Navarro, che per LudmilaUnconventional Jewelry mescola materiali, colori e ispirazioni. Una serie di pezzi unici, con dettagli vintage ed elementi fatti a mano, che hanno conquistato spazio nei negozi di Spagna, Francia e Regno Unito. E che sono disponibili anche online, sull’e-shop del brand.

sARA RokA EklÈ

Super

Mipap

Natural fabrics made in Italy by the brand of Manifatture Bellet.

Il marchio si presenta a Mipap forte di una collezione composta da «capi disinvolti, facili da indossare e da mixare, per un urban-chic pratico e femminile». Prodotto da Manifatture Bellet, realtà da 35 milioni di euro di fatturato con base a S. Martino di Lupari (Padova), Ekl• scommette su una filiera produttiva made in Italy (a eccezione dei piumini e dei capi in pelle) e su tessuti naturali. Distribuito attraverso la showroom aziendale, è attivo in 280 multibrand italiani, oltre a essere presente in Germania, Austria, Spagna, Belgio, Russia, Stati Uniti e Cina.

Super

The classic male shirt inspires Sara Roka’s total look.

Partito tre stagioni fa con una capsule monoprodotto focalizzata sulle camicie, oggi il marchio - 100% made in Italy - è sinonimo di un progetto total look, anche se la camicia classica da uomo resta il suo punto di riferimento stilistico. Disponibile presso la showroom milanese Limelight, Sara Roka è venduta per il 25% in Italia (tra cui da Biffi a Milano e Sugar ad Arezzo) e a livello worldwide, in primis in Germania, Austria e nel Middle East. I prezzi medi sell in sono intorno ai 150 euro. 24_02_2015

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trend brand to watch uN-NAmAblE

White

The special feature of the brand is its multicultural design team.

Nato da un’idea di Patrizia Pierigè, Un-Namable è un marchio lanciato sul mercato nel 2013. Segni particolari: lo stile “melting pot”, frutto di un team di giovani designer provenienti da Paesi e culture differenti, la produzione 100% made in Italy nel distretto di Carpi e proposte al tempo stesso «senza tempo e sperimentali». Distribuita con prezzi sell in intorno ai 115 euro, Un-Namable dialoga con una trentina di multimarca di ricerca italiani ed esteri, come Ivo Milan di Padova, Covert a Como, Singolare a Napoli, Oukan a Berlino e Unik a Bordeaux.

mNk by mANAl

cARlA b

Mipap

Knitwear as a new seductive weapon: Carla B’s creative view.

La maglia come strumento di seduzione: questo l’asset intorno a cui ruota il progetto creativo di Carla B, che scommette sull’uso del colore, delle stampe e di originali motivi a intarsio su maglie calate jacquard. Fiore all’occhiello del Maglificio Venezia, il brand ha una distribuzione wholesale in Europa, Russia, Canada, Taiwan, Giappone, Corea e Usa.

Mipap

Clean cuts and minimal lines for Manal Karmaoui’s collection.

Fondato da Manal Karmaoui - giovane stilista di Casablanca, arrivata per studiare in Italia all’età di 18 anni MNK porta a Mipap una collezione dall’immagine minimal e dai tagli puliti, «con una produzione - evidenzia la designer - che si affida al savoirfaire italiano». Con prezzi sell in che variano tra gli 80 e i 300 euro, la linea ha da poco iniziato a crearsi un network di clienti multimarca, sia in Italia che all’estero. 106

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Super

Illa accessories, 100% handmade in Veneto, are Cristina Marzola’s new project.

La partecipazione a Super rappresenta il debutto ufficiale degli accessori handmade Illa, nati da un’idea di Cristina Marzola. Prodotto in Veneto da laboratori artigianali, il brand è attualmente disponibile in alcune boutique in Italia e negli Stati Uniti e online su milanoventuno. com. I prezzi sell in si aggirano intorno ai 300-350 euro.



persone ritratti

La fashion bLogger chiamata ad harvard Chiara Ferragni, 27 anni, ha iniziato dando consigli di stile alle compagne di scuola. Oggi è il personaggio-immagine di un gruppo, The Blonde Salad, che fattura oltre 6 milioni di euro. Unica italiana nella lista di Forbes degli under 30 più influenti al mondo, la sua case history è stata oggetto di studio in un corso ad Harvard, dove di recente è stata invitata

CHiara FErraGNi

di Elena Azzola

Nasce a Cremona il 7 maggio 1987

Once upon a time Chiara Ferragni was “only” a fashion blogger. Now, with her powerful The Blonde Salad Group, she is the only Italian in the “30 under 30” list by Forbes and her case history is studied at Harvard.

rima la rivista americana Forbes la inserisce, unica italiana, nella classifica degli under 30 più influenti al mondo. Poi si viene a sapere che presenta la sua nuova capsule collection di accessori a Milano Moda Donna. A questo punto la redazione di Fashion la cerca, ma il suo entourage è categorico: Chiara è a New York per la fashion week. Dagli Stati Uniti rimbalza la notizia (riportata da wwd. com) che ha perso il primo giorno di sfilate nella Grande Mela per fare tappa ad Harvard dove, insieme a Riccardo Pozzoli, co-fondatore e a.d. di The Blonde Salad e Alessio Sanzogni, direttore generale, ha risposto alle domande degli studenti di un corso in “luxury marketing” dell’MBA: durante l’anno gli allievi del master hanno approfondito diverse case history, tra cui quelle di Stella McCartney, Jimmy Choo e appunto la “creatura” di Chiara. Tutto inizia nel 2009 quando la giovane - cremonese di nascita, ma milanese d’adozione - apre un fashion blog, in cui pubblica foto e consigli sui suoi outfit preferiti, mettendo a frutto competenze riconosciutele dalle compagne di scuola già al tempo del liceo. Chiara è carina, ci sa fare, ha seguito

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Nel 2006 si iscrive all’Università Bocconi di Milano Nell’ottobre 2009 lancia il fashion blog The Blonde Salad Nel 2011 debutta la sua linea di calzature Nel gennaio 2015 la rivista americana Forbes la inserisce nella lista degli under 30 più infuenti al mondo Nel febbraio 2015 è invitata ad Harvard e debutta a Milano Moda Donna con una capsule collection di accessori e contemporaneamente sviluppa relazioni e collaborazioni con retailer e aziende di moda. Inoltre non è sola. Al suo fianco c’è un ragazzo, Riccardo Pozzoli, con una mente tagliata per il business. Come sottolinea lo studio realizzato dalla Harvard Business School, è lui a dare un impulso decisivo allo sviluppo delle attività, dando un contributo fondamentale a far diventare Chiara sempre più famosa e a incrementare il fatturato. The Blonde Salad si avvale di un team di 16 persone. Due i principali filoni di business: Chiara Ferragni come personaggio, incluso il suo blog The Blonde Salad, e Chiara Ferragni Collection, la linea di calzature. Chiara ha 3,2 milioni di follower su Instagram e comparirà sulle copertine di magazine come Lucky, Grazia, Vogue, InStyle e Marie Claire entro il primo trimestre dell’anno. Ma al momento è Chiara Ferragni Collection la principale fonte di reddito. Dall’autunno-inverno 2013/2014 la società ha avviato una strategia commer-

ciale aggressiva: le scarpe di Chiara Ferragni sono vendute in circa 250 store sparsi in 27 Paesi e con la primavera-estate 2015 c’è stato il debutto nel mercato americano, grazie ad accordi con retailer come Intermix e Fred Segal. Nel 2014 la linea di calzature ha fatturato 4,5 milioni di euro, sui 6,2 milioni di euro totali del gruppo. Il traffico del blog sarebbe invece fermo ai livelli dello scorso anno, in gran parte a causa della “cannibalizzazione” di Instagram, ma anche per un riposizionamento in corso. The Blonde Salad si sta concentrando sulla creazione di contenuti indipendenti (la fashion editor di Marie Claire Italia, Francesca Zaccagnini, si è unita al team ed è la punta di diamante dello staff editoriale), così come sulla maggior selettività dei brand con cui collabora. The Blonde Salad è pronto all’upgrading: lavorerà solo con un limitato numero di inserzionisti pubblicitari del segmento lusso, in via esclusiva e n con partnership di lungo termine.


persone CARRIERE a cura di Andrea Bigozzi

NeW eNtRy

Zadig & Voltaire: nel team arriva Melim Andersson Paulo Melim Andersson joins Zadig & Voltaire, where he will co-design women’s and accessories collections with the brand’s artistic director Cecilia Bönström.

Da sinistra, Francesco Pesci e Francesca Lusini, rispettivamente ceo e presidente di Peuterey Group

NomiNe

Peuterey apre ai manager esterni con Francesco Pesci Peuterey has tapped Francesco Pesci as its new chief executive offcer. The former Brioni top executive succeeds Francesca Lusini, a member of the company’s founding family, who will maintain her role as president. The new choice is in line with the company’s strategy, aimed at expanding its international presence. Una vera rivoluzione per il gruppo Peuterey: nella stanza dei bottoni dell’azienda di Altopascio (provincia di Lucca), non era mai entrato nessun manager “esterno”. Tanto meno per andarsi a sedere sulla poltrona di amministratore delegato. Sarà Francesco Pesci, ex ceo di Brioni, a rompere questa regola, passando alla guida del gruppo che con i suoi marchi (Peuterey, Geospirit e Post Card) in poco più di dieci anni ha conquistato un importante segmento del mercato dei capispalla più sportivi, superando gli 80 milioni di euro di fatturato. Naturalmente la famiglia proprietaria non si sposta: Francesca Lusini, che la rappresenta, resta presidente. «Sono molto felice di entrare a far parte del gruppo Peuterey - è il commento di Pesci -. Una realtà di prestigio e di indiscusso successo, ma soprattutto una famiglia che porta avanti i valori di creatività, qualità del prodotto, servizio al cliente e attaccamento all’azienda, nei quali mi sono sempre riconosciuto». Pesci ha iniziato la sua carriera in Colgate-Palmolive, per poi passare nel 1994 da Brioni, dove ha lavorato per 10 anni nella direzione commerciale. Dopo una parentesi in Damiani, nel 2010 Pesci ha fatto ritorno in Brioni come ceo, dove ha lavorato fno alla scorso novembre. Ora sarà lui a mettere mano alla strategia di Peuterey che per il futuro punta all’internazionalizzazione, con un focus particolare su Stati Uniti e Cina, e alla ricerca di un partner a cui cedere una quota di minoranza.

GiRi Di PoLtRoNe

Didier Parakian sceglie il designer italiano Sergio Ciucci (ex Ice Iceberg) Didier Parakian appoints Sergio Ciucci as its new creative director. His frst collection will bow at White with fall-winter 2015/2016 season. Sarà Sergio Ciucci, (ex ice iceberg, Galliano, Roberto Cavalli) a guidare il nuovo corso stilistico della griffe francese Didier Parakian, fondata in Costa Azzurra nel 1989 e capitanata dall’omonimo imprenditore franco-armeno. L’occasione per svelare il lavoro dello stilista sarà il White con la collezione autunno-inverno 2015/2016 (vedi pag.105). L’ingresso in Didier Parakian di Ciucci - romano, classe 1971 si inserisce in una nuova fase di sviluppo della griffe, che ha in cantiere numerosi progetti, a partire dal debutto sulle passerelle parigine e una serie di new opening, anche in Italia.

Il marchio francese Zadig & Voltaire rafforza il team stilistico. Il designer Paulo melim Andersson lavorerà sulle collezioni donna e accessori, co-frmandole con la direttrice artistica Cecilia Bönström. Nato a Madeira ma cresciuto in Svezia, nel 1999, a 26 anni, è diventato design director di marni. Dal 2006 al 2008 ha ricoperto lo stesso ruolo da Chloé, per poi passare alla guida del marchio Cangiari. Il duo Andersson- Bönström ha defnito insieme i look della collezione donna autunnoinverno 2015/2016, che saranno presentati alla settimana della moda di Parigi il prossimo 5 marzo.

PAL ZiLeRi

Alla guida degli Usa arriva Paolo Torello Viera As part of the Pal Zileri revamp, the Italian brand has tapped Paolo Torello-Viera as its ceo for America. Sarà Paolo torello Viera a occupare la poltrona di ceo negli Stati Uniti di Pal Zileri. Il brand di menswear, in piena fase di rilancio dopo l’acquisto da parte del fondo sovrano del Qatar, ha scelto di affdare al manager biellese, 53 anni, tutto il business americano, considerato centrale. Viera può contare su di un curriculum vivace, che include esperienze per molti marchi del made in Italy tra cui Bvm Usa, in qualità di ceo Nord America, e Brioni. Per 15 anni Viera ha fatto parte del gruppo ermenegildo Zegna, occupandosi dei mercati stranieri e di quello di americano in particolare. 24_02_2015

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persone PUBLIC RELATIONS a cura di Tatiana Tincani

˃ Due

nuove Collaborazioni per lo stuDio errani

Lo Studio Errani, a partire da questo mese, inizia la gestione delle pubbliche relazioni di due nuovi brand: Mia’s, giovane marchio di gioielleria (nella foto) e Ab Aeterno, azienda made in Italy di orologi in legno ecocompatibili.

˃ Hub

per CarHartt Wip

Hub, agenzia di comunicazione con sede a Milano in viale Col di Lana 8, dall’inizio del 2015 si occupa della comunicazione e dell’uffcio stampa del brand di abbigliamento casual e sportswear Carhartt Wip.

˃ alessio

vannetti WW CommuniCations DireCtor Di guCCi

Alessio Vannetti è il nuovo WW communications director di Gucci. Il manager, che riporta direttamente al chief marketing offcer Robert Treifus, avrà il ruolo d’implementare le strategie di comunicazione, i progetti speciali, gli eventi e le altre attività di marketing. Vannetti si occuperà anche dello sviluppo delle attività relative al Gucci Museo.

˃ ronCato

fa il suo ingresso in immagine Quattro

Un nuovo brand fa ingresso nel portafoglio di Immagine Quattro. L’agenzia milanese di via Comelico 13 ha iniziato a seguire le attività di relazioni pubbliche, uffcio stampa corporate e prodotto per l’azienda di valigeria Roncato. 110

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˃ Damiani:

˃ rubeus

milano sCeglie bm CommuniCation

BM Communication di Bona M. Bonarelli ha acquisito da febbraio l’uffcio stampa e le relazioni pubbliche del brand di pelletteria e accessori di lusso Rubeus Milano. La prima collezione della griffe, nata dalla passione per le borse della giovane designer russa Nataliya Bondarenko, viene lanciata sul mercato con la primavera-estate 2015.

l’uffiCio stampa a franCesCa noseDa press & publiC relations

Damiani, azienda leader nel mercato italiano di gioielli e orologi di alta gamma, ha affdato a Francesca Noseda Press & Public Relations il coordinamento e la gestione del proprio uffcio stampa Italia ed estero. L’agenzia, in viale Monte Nero 76 a Milano, si occupa della gestione della comunicazione sia corporate che prodotto del brand.

˃ la

press room Di Daniele gHiselli

Lo showroom milanese Daniele Ghiselli Diffusione annuncia l’apertura del proprio uffcio stampa, la PressRoom@DanieleGhiselli. Responsabile del progetto Barbara Parisotto, che con il supporto di un team interno gestirà la comunicazione nazionale e internazionale per i brand dello spazio, tra cui: Hunter, Muubaa_London, Sigerson Morrison, Rails, Ruthie Davis, Leo.

˃ una

nuova sfiDa per novella pagHera

Dopo una lunga esperienza in Trussardi con il ruolo di global press offcer and pr manager, Novella Paghera inizia una nuova sfda professionale. Entra infatti a fare parte della squadra di Negri Firman PR & Communication come pr director.

˃ novità

in Casa paraH

Il 2015 si apre all’insegna di tante novità per Parah. Lo storico marchio di beachwear e lingerie ha inaugurato da poco la sua nuova showroom milanese, in via Tortona 14. La location, di 150 metri quadri, rappresenterà anche la sede di tutte le attività di comunicazione e pr del brand, seguite internamente da Elisa Bulgheroni, con il supporto esterno per la parte prodotto dell’agenzia Marialicci.

˃ poker

per fbr - franCesCa ballini riCHarDs

Dal mese di febbbraio Fbr, uffcio di comunicazione integrata fondato nel 2004 da Francesca Ballini Richards, ha acquisito le relazioni pubbliche e la pianifcazione degli eventi speciali per quattro nuovi brand: Saturnino Eyewear (in foto), Agata Della Torre, Gazèl e Milanoventuno.com.



persone dieci domande a cura di Carla Mercurio

Fausto Puglisi

Foto di Massimo Ferrari

Volevo l’America. E l’ho troVAtA!

Quante ore lavora al giorno? Quasi tutto il giorno! Ma trovo sempre il tempo per le persone che amo e per i miei fantastici labrador neri. A chi deve dire grazie? Prima di tutto ai miei genitori, poi a Domenico Dolce e a Stefano Gabbana e ad Anna Dello Russo, che ho sempre amato e rispettato come donna e come professionista. E naturalmente ai grandi buyer italiani e stranieri, che hanno creduto nel mio progetto fin dal primo momento.

Fausto Puglisi

At 18 he was in New York to pursue his vision. Today designer Fausto Puglisi is living his dream, after winning the interest of the greatest Italian and foreign buyers. He has nourished his talent and his unbounded love for fashion by training without restraint, studying everyday and trough a strong love for arts. Nonetheless, freedom comes frst.

Dov’era a 18 anni? Ero già a New York, con tanti progetti per la mia collezione. Volevo l’America. La sognavo! Chi erano i suoi idoli? Gli imperatori romani, gli scultori ellenici e i grandi couturier del passato: Cristobal Balenciaga, Elsa Schiaparelli, Gianni Versace. E poi le vere rockstar: Prince, Madonna, Michael Jackson, Elton John. Quando la moda è entrata nella sua vita? Fin da piccolo, influenzato da mio nonno Giuseppe. Mi ha

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insegnato ad apprezzare il valore dei tessuti fatti bene, mi ha fatto amare la cultura classica e la bellezza dell’arte greca e romana, spingendomi a iscrivermi al Liceo di Messina. Mi ha fatto capire la moda senza compromessi: in Sicilia, nel bene o nel male, non esistono compromessi.

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Per essere creativi ci vuole…? Cuore e ostinazione. È una guerra combattuta a colpi di bottoni, minigonne e superstar. È particolarmente attento al lavoro degli altri colleghi? No. Non mi interessa. I miei punti di riferimento sono altri. Quanto è importante la formazione nel suo mestiere? La formazione è continua: gli artigiani del sistema moda in Italia hanno conoscenze di valore inestimabile e imparo da loro ogni giorno. Poi è importante la cultura: studiare e leggere sempre. L’arte mi ispira moltissimo. Quale la parola del fashion system che non vorrebbe mai fosse attribuita a lei? Chic. M’interessano solo libertà e individualità. Quale la parola del fashion system ormai dimenticata? Libertà. Senza paura.

Il magazine di news, business e trend

Direttore e Amministratore Delegato Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it), Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it), Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it), Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it), Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it), Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione Tatiana Tincani Realizzazione grafca Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini Collaboratori Mariella Barnaba, Alberto Corrado, Marcelo Crescenti, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione Ilaria Roberta Galli (i.galli@fashionmagazine.it) Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Stephanie Ouadfel (s.ouadfel@fashionmagazine.it) Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Uffcio traffco Stefania Aguanno (traffco@fashionmagazine.it) Segreteria e servizi Valentina Capra, Tiziana Grazioli (fashion@fashionmagazine.it) Amministrazione Cristina Damiano, Ester Miazzo Diffusione e abbonamenti Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it) Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione Direttore responsabile Gianni Passavini È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografe, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2015 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifca o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali) Pre-press: CLX Europe spa - Via dell’Artigianato 8/b - 37135 Verona Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) Distribuzione esclusiva per l’Italia: Messaggerie Periodici Me.Pe. Spa - Via Ettore Bugatti, 15 20142 Milano Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; öTz österreichische Textil zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.



persone Get toGether

pRada Iconoclasti nella Grande mela After party all’Epicentro Prada per la prima tappa della nuova edizione di The Iconoclasts, che ha visto la “reinterpretazione” della boutique di Broadway da parte dei costumisti Michael Wilkinson e Tim Martin

Michael Wilkinson e Tim Martin

Tracee Ellis Ross

Hailee Stenfeld

Elisabeth von Thurn und Taxis

Reda 150 anni di storia in mostra a milano

Competizione accesa nelle acque di Montecarlo per la Primo Cup, organizzata dallo Yacht Club Monaco con la partnership di Slam, brand di abbigliamento legato alla vela

È partita da Palazzo Clerici la rassegna itinerante dedicata ai 150 anni del lanificio Reda. A seguire, Berlino, New York e Londra

Ph. © A. Carloni - J/70 Class YCM

Slam Vele spiegate a montecarlo

Ercole, Guglielmo, Fabrizio e Francesco Botto Poala

Un momento della 31esima edizione della Primo Cup

Claudio Marenzi e Stefano Canali

Alessandro Del Piero e Paolo Zegna

With an after party held at the Epicentro Prada, the fashion house celebrated the frst stage of the new edition of The Iconoclasts. Lanifcio Reda celebrated its 150th anniversary with a travelling exhibition. The frst stage was in Milan. Next steps, Berlin, New York, London. Linked to the sailing universe, the clothing brand Slam has joined the Yacht Club Monaco for the Primo Cup 2015 edition.

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