Fashion 6 2015

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Anno 46 | N°6 del 18.03.2015 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

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Il magazine di news, business e trend

Interview Gian Giacomo Ferraris: «Versace ha un’opportunità d’oro» «Versace has a golden opportunity»

Most talked about

Positive energy A Milano collezioni convincenti e focus sui nuovi stilisti In Milan convincing collections and brand new talents

Da Callens a Faith Connexion, i nomi più hot From Callens to Faith Connexion, the hottest names

Catwalk styles Più vintage, più chic, più anni Ottanta More vintage, more chic, more Eighties

Nella foto: Prada



Sommario

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n°6 18 marzo 2015 www.fashionmagazine.it

L’Editoriale

NEws 8

Ferragamo

Crescono ricavi e utili 2014. Analisti positivi

Growth in revenue and profits in 2014. Analysts positive

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BusINEss 10 Analisi/Exane

Strategie in & out In copertina/On the cover Prada fall-winter 2015/2016 (photo Imaxtree.com/Andrea Adriani)

In & out strategies

12 Versace

28 Borbonese

Ecco le nuove sfde: ready to wear e home

Puntiamo a 800 milioni nel 2017

«Our goal is $800 million by 2017»

16 Milano Moda Donna

La nuova musica di Milano

The new sound of Milan

22 Buyers’ opinion

Sflate promosse, ma non tutti si salvano

Fashion shows draw positive reviews, but not all of them

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Ready to wear and design are the new challenges

28 Krizia

Prime mosse per il rilancio In the initial stage of relaunch 30 Callens

Il mio nome è Callens My name is Callens

22 18_03_2015

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Table of contents

n°6 18 marzo 2015 www.fashionmagazine.it

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72 63

32 Faith Connexion

Graffti couture Graffiti couture 33 James Goldstein

Il futuro è l’home brand

«Il mio “impero” è fatto di creatività pura»

«My “empire” is made of pure creativity»

36 salco

Più forte in Giappone e in Italia approda da Coin

A stronger presence in Japan and in Italy it lands at Coin

36 Rubeus Milano

72 saloni/Fairs

130 anni e non sentirli

Fall-winter 2015/2016 Attenti a quei brand

130 years: an endless youth

41 Lozza by De Rigo

Ora va di moda l’occhiale “made to measure”

78 Ritratti/Portrais

Peter Dundas Dopo Pucci una nuova sfda

42 Casile & Casile Fashion

«La campagna vendite? Ora la facciamo straming»

«Sales campaign? Now it’s live streaming»

Opening a Roma e Firenze Opening in Rome and Florence

44 Cpm e il mercato russo

Un’ottica di lungo periodo

Un “intreccio” di creatività e passione

A “weave”of creativity and passion

47 Pellicceria

A long-term perspective

C’è tutto un mondo intorno alla Russia There’s a new world outside Russia

Brands to watch

PERsONE

Made to measure glasses are right in fashion

With the bags collection “Mydas”, shoes make their debut

18_03_2015

Fall-winter 2015/2016 Portrait of a woman

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63 Presentazioni/Presentations

40 Gherardini

43 Momonì e Attic & Barn

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Fall-winter 2015/2016

Pure underground culture

Con la collezione di borse “Mydas” debuttano le scarpe

38 Rodo

The global parka strategy

35 wunderkind

50 Sflate/Fashion shows

A new energy

Nel segno della cultura underground

Meet my woman

La strategia del parka globale

Home brand future challenges

40 Vic Matié

Vi presento la mia donna 34 Mr&Mrs Italy

TREND

39 Bertoni

After Pucci, a new challenge

79 Poltrone/Careers 80 Dieci domande/Ten questions

Arthur Arbesser 82 Get together




l’editoriale

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

Due capitali complementari

S

i è percepito quasi fisicamente il sospiro di sollievo collettivo dopo quest'ultima tornata di sfilate femminili a Milano. La fashion week accorciata del settembre scorso aveva fatto sorgere più di qualche dubbio tra gli addetti ai lavori. Dietro le quinte si mormorava addirittura di un big insostituibile in procinto di lasciare le passarelle meneghine, sedotto dall'irresistibile fascino delle rive parigine. Voci sediziose? Difficile a dirsi. Certo è che, cambiata la stagione, è mutato lo scenario. Spronata dall'infaticabile impegno di Re Giorgio, dimostratosi con la propria disponibilità a chiudere i giochi un imprescindibile Nume Tutelare (e le maiuscole sono di rigore), la settimana della moda si è rimboccata le maniche e ha dato il meglio di sé. Certo, sia detto in tutta onestà, di questi giorni competere con il glamour di Parigi è impresa ardua. Ma, sia stabilito con altrettanta chiarezza, sulla donna Milano ha ribadito tutta la sua dignità. Collezioni originali, dalla fattura eccelsa, con un chiaro dna: gli ingredienti per vincere sul mercato ci sono tutti. Forse ci vorrebbe ogni tanto, anche da parte dei grandi nomi, un pizzico di managerialità in più. Motivo sufficiente per leggere la nostra lunga intervista a Gian Giacomo Ferraris, artefice con Versace di uno dei più spettacolari turnaround di questi ultimi anni. A dimostrazione che in Italia, in fin dei conti, anche in questo ambito i talenti non mancano. Basta saperli trovare. n

Two complementary fashion capitals

T

he collective sigh of relief was almost physically palpable at the end of this year's womenswear shows in Milan. Last September's shortened fashion week had raised more than a few eyebrows about the viability of the format as a whole. Behind the scenes there had even been talk of one very big name about to leave the Italian fashion capital in favour of the allure of Paris. True or not, this time the mood was completely different. Following Giorgio Armani's example, who moved his show back to its traditional slot at the end of the week, all major players got their act together and gave their very best. Of course, competing with Paris in womenswear is a very difficult task these days. But, it has to be said, Milan rose up to the challenge in a remarkable way. Original and magnificently fabricated collections underscored the stylistic dna of nearly every namesake brand. All key trade indicators show that the city is as commercially strong as ever. Perhaps only a little more managerial brinkmanship would, now and then, be desirable. However, notable exceptions exist. As our interview with Gian Giacomo Ferraris demonstrates, sound strategic thinking is no stranger to the Italian corporate landscape. After having pulled off one of the most spectacular turnarounds in the history of the luxury industry, the manager at the helm of Versace is setting his sights on more. After all, pulling in the right kind of talent is all it takes. Milan may n well be able to follow in due course. 18_03_2015

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news in primo piano Il trend dei ricavi 2010-2014

Etsy punta a raccogliErE 100 milioni di dollari in borsa Etsy - marketplace online di prodotti vintage e fatti a mano, fondato a Brooklyn nel 2005 - potrebbe rastrellare 100 milioni di dollari con il collocamento sul mercato Nasdaq. Lo scorso anno ha totalizzato 195 milioni di dollari di ricavi (+56% ) e 15 milioni di perdite (in paeggioramento dagli 800mila dollari del 2013). Secondo alcune stime la società vale 2 miliardi di dollari.

(Milioni di euro)

1.258

1.332

1.153 986

Etsy filEs for $100 million ipo

782

2010

Etsy - the e-commerce website for vintage and handmade products founded in Brooklyn in 2005 - could earn up to $100m by listing on the Nasdaq. Last year the company posted revenues of $195m (a 56% increase on the previous year) and losses of $15m (up from $800,000 in 2013). According to some estimations, the company is now worth $2bn.

2011

2012

2013

2014

fErragamo

farfEtch

Crescono ricavi e utili 2014. Analisti positivi sul titolo

Un fashion retailer online da un miliardo di dollari

Salvatore Ferragamo archivia il 2014 con ricavi pari a 1,33 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto al 2013 e il management stima un’ulteriore crescita per il 2015. Nell’anno l’ebit è salito a 245 milioni (+12%) e l’utile netto è passato da 160 a 164 milioni. Dopo l’annuncio dei risultati molti analisti hanno raccomandato il titolo. Exane Bnp Paribas ha confermato il giudizio “outperform” (“farà meglio del mercato”) alzando il target price da 30 a 32 euro. Hanno ritoccato l’obiettivo pure Barclays (da 29 a 32 euro), Equita Sim (da 28 a 31,5 euro) e Banca Akros (da 26 a 30 euro).

La londinese Farfetch - che vende online la moda di noti multimarca internazionali - è stata valutata un miliardo di dollari, anche se non macina proftti. La cifra - sintomo di un interesse quasi febbrile per le tech company britanniche - è emersa di recente, quando la società ha raccolto fondi per 86 milioni di dollari, grazie a una cordata guidata da Dst Global (società di venture capital dell’imprenditore russo Yuri Milner). Si parla di cifre stellari anche per l’e-tailer di lusso Net-a-porter, valutato da alcune banche 3,4 miliardi di dollari. Nel 2010 Richemont avrebbe pagato, per la maggioranza, 550 milioni.

Growth in revenues and profts in 2014. Analysts outlook positive The Salvatore Ferragamo Group ended 2014 with revenues of €1.33bn - a 6.5% increase on 2013 - whilst the group’s management expect further growth in 2015. Ebit for 2014 rose to €245m, a 12% increase on 2013, while net proft was up from €160m to €164m. Following the announcement of the results, many analysts recommended bond investments. Exane BNP Paribas confrmed the “outperform” recommendation by raising the target price from €30 to €32. Barclays and also increased from €29 to €32, Equita Sim from €28 to €31,5 and Banca Akros from €26 to €30. 8

18_03_2015

An online fashion retailer worth $1bn London-based Farfetch, an online fashion retailer for prominent international multi-brand stores, has been valued $1bn despite not gaining profts. The fgure, which stems from an almost fever-like level of interest in the British tech company, emerged recently when the company raised f $86m funds, thanks to a pool of investors led by Dst Global (a venture capital company owned by Russian entrepreneur Yuri Milner). Similarly stratospheric fgures are also being mentioned in regard to the online luxury fashion retailer Net-a-porter, which has been valued at $3.4bn by some banks. In 2010, Richemont paid $550m for a majority stake in the company.

anchE gEnErali E jp morgan tra i soci rilEvanti di ovs

Ovs, che il 2 marzo ha debuttato un po’ sottotono in Borsa, ha attratto l’interesse di azionisti come Generali (che possiede il 3,2% del capitale), Jp Morgan (2,2%) e Fil Limited (2%). L’azionista di riferimento Gruppo Coin, controllato indirettamente dal fondo Bc Partners, detiene il 55,5% del retailer italiano, guidato da Stefano Beraldo (nella foto).

gEnErali and jp morgan sharEholdErs of ovs OVS, which made a somewhat low-key debut on the stock market on 2 March, has attracted the interest of shareholders such as Generali (which owns a 3.2% stake), Jp Morgan (2.2%) and Fil Limited (2%). The majority stakeholder is the Coin Group (indirectly controlled by private equity BC Partners) that owns 55.5% of Italian clothes retailer led by the ceo Stefano Beraldo (picture above).


nEl rEgno unito

in francia

in italia

Moda: stimati 1.700 nuovi posti di lavoro per il 2018

Parigi pronta a investire 60 milioni nella moda

Camera Moda si allea con lÕAmerican Chamber

Nel 2018 il turnover generato dalla moda made in UK supererà i 2 miliardi di sterline e creerà 1.700 nuovi posti di lavoro. Lo stimano i ricercatori di Oxford Economics e della Glasgow Caledonian University in un report voluto dal British Fashion Council e da partner come la UK Fashion and Textiles Association e il retailer Marks & Spencer. Le analisi partono dall’ipotesi che la domanda di prodotti di alta gamma realizzati nel Regno Unito aumenti del 65% da qui alla fne del 2018. L’effetto sarà un aumento del giro d’affari del fashion locale di 406 milioni di sterline.

In occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Jeanne Lanvin (fno al 23 agosto al Palais Galliera), durante la fashion week parigina, il sindaco della città Anne Hidalgo ha annunciato che tra il 2015 e il 2020 la Municipalità investirà circa 60 milioni di euro nell’industria della moda locale. Ricordando come nella sola capitale francese siano 60mila gli addetti che ruotano intorno al fashion, Anne Hidalgo ha detto: «Essendo fglia di una sarta, conosco e apprezzo il settore e, in particolare, la sua matrice artigianale».

Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana e Simone Crolla, consigliere delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa allo scopo di promuovere l’internazionalizzazione e incrementare l’export degli associati a Camera Moda negli Usa. Un Paese che è primo buyer extra-europeo, visto che nel 2014 ha acquistato 1,8 miliardi di euro di tessile-moda italiano. Previsti incontri periodici per il monitoraggio dei mercati, oltre all’organizzazione congiunta di workshop su temi specifci, studi e analisi di settore.

1.700 new fashion jobs estimated for 2018

Paris all set to invest €60 million on fashion

Camera Moda teams up with the American Chamber of Commerce

The turnover generated from the UK fashion industry will surpass £2bn and create 1.700 new jobs in 2018, according to researchers from Oxford Economics and the Glasgow Caledonian University in a report commissioned by the British Fashion Council in partnership with the UK Fashion and Textiles Association and the retailer Marks & Spencer. The predictions stem from the hypothesis that the demand for high-end products made in the UK will increase by 65% from now till the end of 2018. The UK fashion industry turnover should increases by £406m.

At the launch of an exhibition dedicated to Jeanne Lanvin (runs until 23 August at the Palais Galliera museum), during the last fashion week in Paris, Mayor of Paris Anne Hidalgo announced that the municipality will invest around €60m in the local fashion industry between 2015 and 2020. Referring to the fact that the Paris fashion industry alone provides work for 60,000 people, Hidalgo said: «As the daughter of a seamstress, this is a sector I know and love, particularly its artisanal roots».

Mario Boselli, president of the Camera Nazionale della Moda Italiana and Simone Crolla, managing director of the American Chamber of Commerce in Italy, have signed a memorandum of understanding aimed at promoting internationalisation and increasing the exports of Camera Moda members in the USA. The Country represents one of Italy’s leading non-European buyers, spending €1.8bn in the Italian textiles-fashion products in 2014. The agreement includes regular meetings, scheduled to monitor the markets and the co-organisation of workshops on specifc topics, along with various studies and sector analyses. 18_03_2015

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business IN PRIMO PIANO ANAlIsI/exANe

In & out strategies

Strategie

A

In & out

Terminate le sfilate, gli analisti finanziari indagano sulle prossime mosse del fashion di /by Elisabetta Fabbri

Ermanno Scervino Fall-Winter 2015/2016

S

penti i riflettori delle passerelle in Europa e sentiti 27 industriali tra i leader nella moda, gli analisti finanziari di Exane Bnp Paribas dettano le tendenze autunno-inverno 2015/2016 nelle strategie aziendali del fashion. L’impressione del team di esperti guidati da Luca Solca è, nel complesso, «relativamente positiva», supportata da un atteggiamento degli imprenditori «prudentemente fiducioso», anche alla luce dell’andamento del quarto trimestre 2014, che ha rivelato una crescita organica migliore delle attese. A far vedere rosa non solo l’indebolimento dell’euro e la prospettiva di un più facile accesso al credito, con il piano di quantitative easing deciso dalla Bce. «Tra gennaio e febbraio - fanno notare da Exane - i vivaci flussi turistici in Europa hanno consentito ai maggiori department store di mettere a segno un +20%, rispetto allo stesso periodo del 2014». Crescono, in particolare le visite e lo shopping dei cinesi: fenomeno che sta contrastando il calo dell’affluenza dei russi (come attestano le statistiche di Global Blue, vedi grafico). Sembra pure che la caduta dei con-

sumi domestici, in Europa, abbia toccato il fondo. Un recupero potrebbe manifestarsi anche in Italia, che dovrebbe beneficiare dell’attivismo del premier Matteo Renzi, di un contesto più favorevole all’export, di migliori condizioni creditizie e della partenza dell’Expo a Milano. Sul fronte retail, la tendenza sembra sia mettere da parte i progetti di espansione, per concentrarsi sulle vendite like for like (che non tengono conto dei nuovi opening). Fanno eccezione alcuni nomi del lusso accessibile come Furla (negli accessori) e Moschino (nel fashion). La maggior parte degli interpellati punterà, più che altro, a stimolare gli acquisti negli store già esistenti, facendo leva su aspetti quali il pricing, l’innovazione di prodotto, il digital e i servizi di self-help. La sfida più ardua, per i luxury brand, sembra quella di trovare un retail model profittevole. Nelle indagini di Exane, i più stanno lentamente abbandonando la combinazione flagship store spesso in perdita e ready-to-wear, in favore della vendita wholesale di prodotti a prezzi più contenuti. I candidati più papabili allo scopo sono gli accessori in pelle. n

tAx free ShoppIng dI ruSSI e cIneSI nel mondo (%)

Russi Cinesi

80% 60% 40% 20% 0% (20%)

2011

Fonte: Global Blue, Exane Bnp Paribas

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2012

2013

2014

Gen/Feb 2015

fter the turning off of the runways lights in Europe and having interviewed 27 fashion industry leaders, Exane Bnp Paribas set the trend for 2015/2016 Fall-Winter season in corporate strategies. The impression of the team of experts led by Luca Solca is, on the whole, «relatively positive», supported by the «cautiously confident» attitude of business leaders also in view of Q4 2014 data, revealing better than expected organic growth. Optimism is boosted not only by a weaker euro and the prospect of easier access to credit, as a result of ECB’s quantitative easing policy. «Between January and February - Exane experts pointed out - sustained tourist flows in Europe allowed the major department stores to achieve a 20 percent increase in sales from the same period of 2014». Visits and shopping by Chinese consumers are growing at a particularly fast rate, offsetting the declining presence and purchases of Russians (as documented by Global Blue statistics, see graph below). Also, the drop in domestic consumer spending in Europe seems to have found a bottom: according to analysts, a recovery could be seen in Italy as well, driven by the activism of Prime Minister Matteo Renzi, an environment more favourable to exports, better credit conditions and the opening of the Expo in Milan. On the retail front, the current trend seems to favour putting expansion projects off the agenda and focus on like-for-like sales (which do not take into account the new openings). Exceptions to this are some affordable luxury brands like Furla (accessories) and Moschino (fashion). The majority of respondents mostly aim to increase sales in existing stores through aspects like pricing, product innovation, digital and self-help services. The toughest challenge for luxury brands seems to be finding a profitable retail model. Apparently, most of them are slowly abandoning the money-losing flagship stores and ready-to-wear combination, in favour of wholesale of more moderately priced lines. The best candidates for this approach are leather n accessories.


Bambini vestiti da bambini. ilgufo.it


business GRIFFE

Essere all'avanguardia fa parte della natura del brand, come fu concepito da Gianni Versace, nel segno di una fashion luxury lifestyle company To be in the forefront is part of the nature itself of the brand, as it was conceived by Gianni Versace who envisaged it as a fashion luxury lifestyle company

GIan GIacomo FERRaRIs/VERsacE

«Puntiamo a 800 milioni nel 2017»

Gian Giacomo Ferraris, ceo di Versace, spiega a Fashion le linee guida del piano di sviluppo della maison. Una realtà in forte evoluzione, che grazie a Donatella Versace ha saputo reinterpretare in chiave moderna l’eredità lasciata dal fondatore. Le cifre sono lo specchio di un iter che prosegue nel segno del dialogo con i giovani e con il mercato globale. E si fa più vicina l’ipotesi quotazione di /by Marc Sondermann

C

ome si sta sviluppando il business di Versace, anche in rapporto agli altri big del luxury a livello globale? Chiuderemo il bilancio a fine marzo, ma sulla base dei 479 milioni di euro di fatturato del 2013, posso dire fin da ora che nel 2014 abbiamo registrato una forte crescita a doppia cifra. Dopo cinque anni consecutivi di incrementi medi del giro d’affari tra il 15% e il 17%, c’è tuttora un alto potenziale inespresso. Per cui il nostro obiettivo è continuare su questa scia anche nei prossimi anni. Qual è l’elemento distintivo che differenzia Versace strategicamente dai competitor? Credo risieda nell’indubbio utilizzo della forza creativa. La signora Donatella è una persona in grado di proiettarsi nel futuro, di interloquire con i giovani e di anticipare

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i trend. D’altronde essere all’avanguardia fa parte della natura stessa del brand, come fu concepito da Gianni Versace, nel segno di una fashion luxury lifestyle company. È una capacità che nasce dall’“ossessione” di coinvolgere le nuove generazioni e rappresenta un vantaggio competitivo incredibile. Come incide questo asset sulla vostra presenza nei mercati di maggiore importanza? Di fatto viviamo una situazione in cui, rispetto ai benchmark con i nostri oltre 150 store per la prima linea, siamo sottopenetrati. Ci troviamo dunque di fronte a una grande opportunità e per coglierla dobbiamo attuare un percorso endogeno. Il successo dipende esclusivamente da noi. I risultati sono incoraggianti, siamo in piena espansione in mercati che per altri sono maturi. Gli Stati Uniti,

ad esempio, sono da tre anni l’area in cui cresciamo più rapidamente. Quest’anno contiamo di portare gli store su questo importante territorio da 12 a 20. Geograficamente, dove si concentrano gli investimenti? Oltre al Nord America, dove abbiamo appena aperto nel Design District di Miami e dove contiamo di fare il bis a Vancouver, puntiamo a rafforzare la presenza in Europa e in Estremo Oriente. Penso in primo luogo al flagship che abbiamo in cantiere a Ginza, Tokio, ma anche all’imminente apertura di Madrid. D’altronde il 2014 ha visto nascere importanti store targati Versace a Düsseldorf, Barcellona, Toronto, Hong Kong e Rio de Janeiro. Inoltre, per menzionare i progetti più interessanti, guardiamo con interesse anche a Berlino e al Regno Unito. page 14 Ò


Ph Marco Cella

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1. La boutique Versace di Barcellona 2. L’interno dello store di Düsseldorf 3. Le vetrine di Versace in Galleria VIttorio Emanuele, a Milano 4. Un outft del prossimo autunno-inverno

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1. The Versace boutique in Barcelona 2. The store in Düsseldorf 3. The Versace shop windows in Galleria Vittorio Emanuele, in Milan 4. An outft of next autumn-winter collection

«Our goal is €800 million by 2017» In what direction is Versace developing its business, compared to other global luxury brands? Even if we will end the fiscal year at the end of March, I can already say that, with revenues at € 479 million in 2013, in 2014 we saw double digit growth year on year. After five consecutive years of turnover increases averaging 15% to 17% there are still opportunities for potential expansion, so our goal is to continue in this direction over the next few years.

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What distinctive characteristics differentiate Versace strategically from its competitors? I would say undoubtedly the use of creative power. Donatella Versace has the ability to project herself in the future, interact with young people and anticipate trends. Of course, being in the forefront is part of the nature itself of the brand, as it was immagined by Gianni Versace who envisaged it as a fashion luxury lifestyle company. This ability stems from an obsession by

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winning the interest of the younger generations, and gives us an incredible competitive edge. How does this asset impact on your presence in key markets? As things stand now, with our over 150 first-line stores we are actually underpenetrated compared to the benchmarks. This means we are facing a great opportunity: in order to seize it, we need to go through an endogenous process. Success depends on us only. The results are encouraging, we are expanding at full force in markets that are mature for others. USA, for example, is the market where we have grown most rapidly in the last three years. This year, we are planning on increasing the number of stores in this important region from 12 to 20. In geographic terms, where do you concentrate your investments? In North America we have just opened a store in the Miami Design District and are thinking of a second one in Vancouver. We also want to strengthen our footprint in Europe and in the Far East. We have a flagship store under construction in the Ginza, Tokyo, and one is about to open in Madrid. This continues a retail strategy that in 2014 saw the page 15 Ò 18_03_2015

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business GRIFFE

Qual è la linea di condotta che seguite nei confronti del business delle licenze? Abbiamo un dna “multilinea” che ci impone una chiaro assetto strategico, che vuol dire gestire il core business dall’interno, sia nell’ambito del wearable, uomo e donna, sia in quello del portable, scarpe e accessori, che copre ormai il 40% del fatturato (qualche anno fa pesava ancora per il 25%, ndr). L’unico business che in questo contesto rimane fuori dell’azienda è quello della Versace Jeans, gestito dalla Swinger con una licenza totale di produzione e una parziale di distribuzione. Stiamo invece internalizzando la parte inerente alla seta, fatta d’ora in poi completamente inhouse.

1. L’interno della boutique Versace in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano 2./3. Due uscite della sflata Versace autunno-inverno 2015-2016 4. La borsa Signature di Versace 5. Il rendering delle Versace Residences, che sorgeranno a Chengdu, in Cina, entro il 2017, frutto dell’intesa tra la griffe e Mind Group

Ph Marco Cella

Come evolverà l’equilibrio tra i canali retail e wholesale? Nel corso del 2015 abbiamo in budget di arrivare a un peso del 70% per il canale retail, mentre il wholesale, a cui attribuiamo anche i monomarca gestiti dai nostri franchisee, si attesterà sul 30%. A questo si aggiunge, al di fuori del perimetro della nostra main line, l’8% del nostro fatturato, costituito dalle royalty: un importo corposo, che va a contribuire direttamente all’ebitda.

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Come si prospetta l’evoluzione di Versus? Si tratta di una collezione dal forte spirito contemporary, con la quale andiamo a colpire la fascia affordable, quella di Philip Lim, Rag&Bone e Zadig&Voltaire, per intenderci. Non c’è più la classica stagionalità del readyto-wear, parliamo di approvigionamenti molto più rapidi orientati a una galassia di monomarca gestiti da noi o da franchisee. Non a caso abbiamo affidato la divisione, che ha sede a Londra, a un ceo dedicato, Howe Chegne, proveniente da questo mondo.

Quanto è importante per Versace il mondo dell’accessorio tessile? Si tratta di una componente fortemente iconica, importante anche per la parte casa, dove entrano in gioco stampe legate a doppio filo al dna di Versace. Data la nostra alta brand awareness a livello mondiale, indipendentemente dal gender - perché l’uomo pesa di fatto quanto la donna -, un canale per noi molto importante è quello del travel retail, in cui l’accessorio incide moltissimo. A questo proposito ce la giochiamo con player come Hermès e Ferragamo, da cui ci distacchiamo però chiaramente, grazie all’iconicità del prodotto.

lanciato la Home Collection già nel lontano 1994, rendendo così possibile la creazione di luxury hotel, come è avvenuto nella Gold Coast, e come accadrà a Dubai, dove apriremo quest’anno. Ma anche quando c’è grande dinamismo nel comparto uomo, come in questo momento, intensifichiamo la ricerca, ripensando il formale vero. Abbiamo sottomano un motore incredibile.

La netta connotazione stilistica vi preclude qualche ambito merceologico? Di fatto è vero il contrario. Grazie alla fisionomia molto particolare che il fondatore ha saputo dare alla griffe, ora interpretata in chiave di attualità dal direttore artistico Donatella Versace, intercettiamo una miriade di mercati. Mettiamo in atto un permanente ringiovanimento del prodotto, che ci permette di attrarre i giovani in ogni genere di contesto. Da questo punto di vista Versace è una vera e propria miniera d’oro, capace di reagire a ogni fluttuazione del mercato. Quando ad esempio in Cina non vanno i gift, ci spostiamo sull’interior design, come abbiamo appena fatto insieme a Mind Group, con il quale realizziamo le Versace Residences a Chengdu. D’altronde anche a questo proposito Gianni Versace è stato un precursore vero, avendo

A livello di pricing si sente parlare molto di upgrading e di trading up: è un trend che reputate interessante? Dato che la prima linea rappresenta per noi il 70% del business e la Versace Collection ha un peso marginale, sicuramente non temiamo alcun effetto di cannibalizzazione, come forse è avvenuto in altre aziende. Posso però dire che riguardo ai prezzi agiremo su due fronti. In primo luogo, bisogna tenere nel debito conto che i turisti viaggiano e che con l’avvento dell’ecommerce si è creata una pressoché totale trasparenza dei prezzi. A partire dalla collezione primavera/estate 2016, bilanceremo dunque la diversità di pricing tra le varie aree geografiche, diminuendo il gap esistente tra i listini. In secondo luogo, con la forte accelerazione di Versus, stiamo lanciando un altro modello di business, che si muove su prezzi completamente diversi.

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1. The interior of the Versace boutique in Galleria Vittorio Emanuele, Milan 2./ 3. Two outfts on the autumn-winter 2015 catwalk 4. The Versace Signature bag 5. A rendering of the Versace Residences, which will arise in Chengdu, China, by 2017. The result of the agreement between the label and Mind Group

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Geograficamente, dove intendete focalizzarvi in questa prima fase di crescita per Versus? Oltre all’apertura prevista per fine aprile a Tokio Aoyama, pensiamo in primo luogo a Regno Unito, Corea, Cina, Parigi e Stati Uniti: le aree più dinamiche del momento. Come procede l’impegno nel campo dell’ecommerce? Anche qui vale la nostra esigenza di governare ciò che consideriamo una core activity. Internalizzeremo a breve la gestione della piattaforma software, per poter seguire direttamente tutto ciò che concerne il design, la comunicazione, il marketing e il rapporto con il cliente finale. È uno step quanto mai necessario, soprattutto per permetterci di affrontare la sfida dell’omnichannel a tutto tondo. Continueremo comunque ad avvalerci del nostro partner Arvato per tutto ciò che esula da questo perimetro. L’obiettivo della quotazione in borsa rimane? Assolutamente. La famiglia Versace ha dichiarato due anni fa di perseguire questo obiettivo e con l’ingresso del fondo Blackstone abbiamo gettato le basi per un tale passo nel medio periodo. Del resto, continuiamo nella nostra opera, volta a raggiungere gli 800 milioni di euro di fatturato nel 2017. n


the segment of men’s and women’s wearables and in that of portables (shoes and accessories), which now accounts for 40% of sales (25% until just a few years ago, Editor’s note). Within this framework, the only business that remains outside the company’s control is Versace Jeans, which is managed by Swinger through a licence for 100% of the production and partially for distribution. Conversely, we are bringing silk products back under the company’s control: from now on, these items will be made entirely in-house. How important are textile accessories to your business? Textiles are a strongly iconic component that plays a major role also in the interior decoration segment, with prints that are inextricably entwined with the Versace brand identity. Given our high brand awareness worldwide, regardless of gender (since men account for a market share equal to that of women), one channel that is very important to us is travel retail, where accessories are the top sellers. In this segment we compete with players like Hermès and Ferragamo: clearly, what sets us apart is the iconic nature of our products.

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inauguration of important Versace stores in Düsseldorf, Barcelona, Toronto, Hong Kong and Rio de Janeiro. To mention the most ambitious of our projects, we are thinking of opening in Berlin and the UK. How will the balance between retail and wholesale evolve? Our target for 2015 is a 70% weighting for the retail network, with the remaining 30% going through wholesale, including singlebrand stores managed by our franchisees. In addition to this and also to our main line, 8% of our revenues comes from royalties - a substantial amount that contributes directly to EBITDA. What is your policy regarding the licence business model? Being a multi-line brand, we are forced to have a clear strategic approach, which is to manage our core business internally, both in

The Versace style is extremely distinctive. Does this preclude you from any particular product category? Actually, the opposite is true. Thanks to the very distinctive world that is the legacy of our founder, brilliantly adapted to the 21th century by our creative director Donatella Versace, we have access to a lot of markets. By constantly refreshing our products, we attract young consumers in all types of contexts. In this respect Versace is a genuine gold mine, able to respond to any market fluctuation. For example, when the gifts segment declines in China we shift to interior design, as we have just done together with Mind Group, our partner in the Versace Residences project in Chengdu. In this Gianni Versace was again a real precursor: he launched the Home Collection as far back as 1994, contributing to the creation of luxury hotels in places like the Gold Coast or Dubai, where we will open this year. However, when the men’s fashion market is more dynamic, as it is now, we intensify this segment revisiting formal clothing, as we are doing at this time. What we have at our disposal is a very powerful engine. In terms of pricing, there has been much talk of upgrading and trading up. Is it an interesting trend in your opinion? As to us the first line accounts for 70% of the business, and the Versace Collection has but a marginal weight, we certainly do not fear a cannibalization effect, as perhaps other

companies experienced. However, what I can say with regard to prices is that we will act in two directions. Firstly, we need to take into due account the fact that tourists travel and that the advent of e-commerce has led to total price transparency. Therefore, starting from the 2016 spring-summer collection we will correct the difference in pricing between the various geographic areas, reducing the gap between price lists. Secondly, the strong acceleration of Versus involves the launch of a different business model with entirely different price levels. How do you expect the Versus line to evolve? The collection has a strong contemporary spirit and positions itself in the affordable segment, in the same range as brands like Philip Lim, Rag & Bone and Zadig & Voltaire, just to make some examples. Traditional seasonal ready-to-wear is a thing of the past: we are talking about much faster purchases to be distributed among a galaxy of single-brand stores managed by us or by franchisees. Not coincidentally, we have selected Howe Chegne, who comes from this sector, as dedicated CEO of this Londonbased division. Geographically, where do you intend to focus in this first phase of growth for Versus? Besides the opening in Aoyama, Tokyo, scheduled in late April, some of the locations we are thinking of include the UK, Korea, China, Paris and the US. The most dynamic markets today. What progress have you made in your ecommerce? Here again, our first need is to control what we believe to be a core activity. We are about to insource the management of our software platform so as to handle directly all design, communication, marketing and end-customer relationship activities. This is an essential step, especially because it will allow us to face the omnichannel challenge with the greatest possible effectiveness. In any case, we will continue to rely on our partner Arvato for everything that is outside this business area. Are you still considering stock exchange listing? Absolutely. The Versace family announced this objective two years ago, and the equity investment by Blackstone lays the foundations for its achievement in the medium term. And we continue to work towards our goal of reaching €800 million in revenues by 2017. n 18_03_2015

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business MiLano Moda donna

La nuova mUsica di miLano Crisi finita? Non proprio, ma i segnali positivi a Milano si sono visti. Sfilate e saloni segnano buyer in rimonta. Manager e imprenditori vedono rosa sulle vendite. Superata anche l’accusa di mancanza di novità, con 12 debutti in calendario. E si pensa già all’Expo e agli sohw di settembre di / by Andrea Bigozzi La collezione autunnoinverno 2015/2016 di Arthur Arbesser/Arthur Arbesser’s fall-winter 2015/2016 collection

na settimana al centro del mondo (almeno di quello della creatività): la fashion week ha rilanciato Milano come vetrina internazionale, in un momento tra i più delicati nella storia del nostro Paese. Una forte iniezione di ottimismo da un appuntamento che ha tradizionalmente due facce: da un lato le sfilate e le presentazioni dei grandi marchi che animano tutta la città e, dall’altro, i saloni paralleli dell’abbigliamento e degli accessori donna (ovvero White, Su-

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Giorgio armani Expo ambassador A sottolineare l’impegno della moda per Expo, la presenza del sindaco Giuliano Pisapia e del commissario unico Giuseppe Sala (nella foto) alla sflata di Giorgio Armani, nominato special ambassador: «Tutti insieme a Milano potremmo fare buone cose». In order to highlight the fashion commitment for Expo, the mayor Giuliano Pisapia and the unique commissioner Giuseppe Sala (in the picture) during the catwalk of Giorgio Armani, nominated special ambassador. «All together we will do great things in Milan».

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per e Mipap). Quali sono stati i punti vincenti e gli aspetti di debolezza della moda a Milano? Quali i veri protagonisti di questa edizione, iniziata con la prima sfilata di Gucci nell’era di Alessandro Michele e conclusa con quella di “re” Giorgio Armani, con la partecipazione anche del sindaco Giuliano Pisapia? Abbiamo riunito i pareri dei molti addetti ai lavori incontrati in città dal 25 febbraio al 2 marzo. Punti di vista differenti, ma con un’unica conclusione: Milano ha un primato che tutto il mondo ci invidia. Che possiamo e dobbiamo difendere. «Usciamo da questa edizione di Milano Moda Donna col sorriso», assicura Mario Boselli, che per l’ultima volta ha seguito le sfilate in veste di presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, visto che ad

aprile lascerà l’incarico dopo oltre 15 anni. «L’intero settore - prosegue - ha dimostrato di avere ancora voglia di investire. Le collezioni sono state molto belle. E la debolezza dell’euro sul dollaro incentiverà i buyer stranieri a comprare di più. Inoltre, la notizia che in occasione dell’Expo l’edizione di settembre di Milano Moda Donna si estenderà su sette giorni, di cui l’ultimo tutto dedicato agli stilisti cinesi, ha già registrato reazioni positive da varie parti». dai soldi del qatar al pieno di buyer: Milano piace ancora agli stranieri

Nei sei giorni dedicati alle collezioni womenswear fall-winter 2015/2016 sono avvenute almeno quattro cose importanti. La prima: gli investitori internazionali hanno confermato la loro intenzione di investire sul capoluogo lombardo. Lo dimostra la notizia, arrivata in piena fashion week, che il Qatar ha rilevato il 100% del quartiere Porta Nuova (di cui già possedeva il 40%), che oltre a essere diventato il nuovo centro propulsore del business cittadino costituisce un progetto ad alta concentrazione fashion, visto che nell’area molti mar-


la società che organizza White - e il cambio favorevole euro-dollaro fanno sperare di arrivare a ulteriori e importanti risultati. Da perseguire con impegno, programmazione e con il lavoro di tutti gli organizzatori della settimana della moda». Quarto aspetto positivo della fashion week: a questa edizione all’interno del calendario ufficiale sono stati presentati 13 nomi nuovi tra stilisti e case di moda, numero a cui vanno aggiunti “absolute beginner” del contest Next Generation vinto da Claudio Cutugno, che con la sfilata collettiva del 24 sera ha di fatto inaugurato la settimana della moda milanese. in calendario largo ai giovani designer e occhio all’expo con arMani & co.

chi hanno aperto le loro boutique e i loro uffici. La seconda: le principali aziende italiane, impegnate alla fashion week, hanno registrando ottimi risultati nelle campagne vendita di inizio anno e per questo guardano al 2015 con ottimismo. «Febbraio è stato un mese eccellente, anche grazie al Capodanno cinese», ha detto Michele Norsa, amministratore delegato di Salvatore Ferragamo, che commentando le prospettive future per il settore ha aggiunto: « È ragionevole attendersi che il 2015 sia un anno di crescita. I prodotti di lusso vanno bene e troveranno vantaggio nell’euro debole. In più ci potrebbe essere la ripresa dell’Europa». Terza buona notizia, arginando lo spettro della crisi russa, i compratori in città non sono mancati. Anzi, White e Mipap hanno registrato una crescita di presenze rispettivamente del 10% e dell’8%, mentre Super ha confermato globalmente i livelli di un anno fa, con gli stranieri aumentati però del 3% . «Si tratta di risultati molto positivi, in linea con il trend delle fiere che hanno aperto il 2015 - ha commentato Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano, che organizza Mipap

- e che getta le premesse per un anno ricco di successi». «Siamo soddisfatti perché in questi tre giorni le nostre aziende hanno incontrato compratori di grande qualità, sia italiani sia esteri, con idee chiare sul tipo di prodotto adatto ai loro negozi», gli fa eco Agostino Poletto, vice direttore generale di Pitti Immagine, sottolineando che a Super nella top 10 dei mercati esteri in testa c’era il Giappone, seguito da Svizzera, Francia, Germania, Spagna, Grecia, Cina, Russia, Austria Belgio, Corea del Sud e Stati Uniti. La settimana della moda milanese non è più solo sfilate: le fiere dedicate al womenswear si sono confermate una vetrina importante per il made in Italy e hanno guadagnato terreno non solo sul fronte internazionale ma, un po’ a sorpresa, anche su quello interno. «Le strategie in campo economico messe in atto dal Governo - è il parere di Massimiliano Bizzi, presidente di M.Seventy,

A parare le solite critiche della stampa anglosassone - che accusa la capitale della moda italiana di presentare sempre gli stessi stilisti - hanno pensato proprio le nuove leve, protagoniste di sfilate ed eventi tra i più creativi, sia per i contenuti moda collezioni, sia per i format di presentazione adottati. Nomi come Salvatore Piccione, Daniele Carlotta, Arthur Arbesser, Angelos Bratis, Christian Pellizzari e anche Chiara Ferragni che, con la sua collezione di accessori, ha vinto la diffidenza degli addetti ai lavori, abituati a considerarla solo una blogger e non una designer. Ma il fashion system non ha il tempo di fermarsi. Finito il lavoro per le sfilate inizia quello per Expo: a suggellare l’impegno della moda per la grande manifestazione internazionale, la presenza del sindaco Pisapia alla sfilata di Giorgio Armani, nominato special ambassador della moda per Expo. Con il primo cittadino lo stilista ha parlato dell’Armani/Silos, il suo nuovo spazio-museo che pag. 19 Ò

mario Boselli cnmi «Usciamo da questa edizione di Milano Moda Donna col sorriso. Ma ora pensiamo già ai sei mesi di Expo, con le fashion week di giugno e settembre che avranno entrambe un giorno in più, dedicato a un gran fnale che ospiterà designer stranieri».

«A smile after this edition of Milano Moda Donna. But now letÕs focus on the six months of Expo, with the fashion weeks in June and in September, which will last one day more, with a great ending ceremony hosting foreign designers».

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business MiLano Moda donna sarà inaugurato il 30 aprile, alla vigilia di Expo. «Fuori è tutta un’impalcatura, ma dentro si lavora», ha raccontato lo stilista. Per Expo Armani si è molto speso: oltre all’inaugurazione del Silos, lo stesso giorno è in programma una sfilata di alcune proposte della sua linea di haute couture, cui saranno invitati - assicura - tutti i colleghi della moda. Sarà finito per Expo anche il restauro della Galleria Vittorio Emanuele, pagato 3 milioni di euro da Versace e Prada, che in primavera aprirà la nuova sede della sua Fondazione, firmata da Rem Koolhaas. Ancora in divenire, invece, il calendario di eventi legati alla moda e aperti al pubblico, sui quali la Camera sta lavorando. Ma i pensieri degli addetti ai lavori sono già a settembre, con Milano Moda Donna in agenda dal 23 al 29 del mese che si estenderà su sette giorni, di cui l’ultimo, come si diceva, tutto dedicato agli stilisti cinesi. A dichiararlo, in chiusura di sfilate, è stata il ceo della Camera Nazionale della Moda Italiana Jane Reeve (oggetto di rumor durante gli show: per molti la sua poltrona sarebbe già in bilico), spiegando che la decisione nasce dalla volontà di dare alla fashion week «un respiro più internazionale». Milano, quindi, per andare avanti e resistere ai soliti attacchi delle altre capitali della moda, a cominciare da New York e Londra, deve avere la capacità di attrarre nuovi nomi, provenienti dai nuovi mercati. Senza però smettere di sviluppare collezioni innovative e favorire il cambio generazionale sul fronte degli stilisti in passerella. Tutto sommato, non è un compito fuori dalla portata della città, e queste sfilate lo hanno dimostrato. n

claudio cutugno next Generation All’accusa di mancanza di nomi nuovi, questa fashion week ha risposto coi numeri: in calendario 13 debutti tra designer e case di moda, a cui si aggiungono gli esordienti di Next Generation, il contest vinto da Claudio Cutugno. «Il concorso mi ha fatto capire quanto lavoro c’è dietro una collezione», ha detto lo stilista in erba, che non punta a sviluppare un proprio marchio e sta lavorando in stage per Andrea Pompilio. To the accusation of lack of new brands, this fashion week answered with numbers:13 debuts of designers, fashion companies and Next Generation beginners, contest won by Claudio Cutugno. «Thanks to the contest - he said - I understood how much work there is behind a collection».

Diverse points of view, but one conclusion: Milan has a record that turns the whole world green with envy. A record we can - and must - protect. «We emerge from this edition of Milano Moda Donna with a smile on our faces», declared Mario Boselli, who was overseeing the catwalks, as president of the National Chamber of Italian Fashion for the last time as he prepares to step down in April after 15 years. «The whole sector - he proceeds - showed that it still wants to invest. The collections were absolutely wonderful. And the weakness of the Euro against the dollar will encourage foreign buyers to buy even more. What’s more, the news that the September edition of Milano Moda Donna will last for a whole week to mark the Expo 2015, with the last day entirely dedicated to Chinese designers, has already been met with widespread positivity». From the money oF Qatar, to Full oF buyers Foreigners still like milan Pucci

The new sound of milan A week at the centre of the world (the creative world, at least): the fashion week reconfirmed Milan as a showcase of international importance in what is undoubtedly one of the most delicate spells in our country’s history. There was a strong injection of optimism provided by the traditionally double-faceted event: on one side are the big-name catwalk shows and presentations, which set the city’s heart racing, and on the other large exhibitions of women’s clothing and accessories (White, Super and Mipap). So what were the highs and lows of Milan fashion week? Who were the stand-out participants of this edition, which started with Alessandro Michele’s debut on Gucci catwalk show and ended with the king, Giorgio Armani, with Mayor of Milan Giuliano Pisapia in the first row? We’ve spoken to a host of insiders present in Milan between 25 February and 2 March to get the answers to these burning questions.

At least four important conclusions can be drawn from the six-day shows dedicated to womenswear collections for the autumnwinter 2015/16 season. The first is that international investors have reconfirmed their intention to invest in the Italian city. This was confirmed by the news - which broke in the middle of the fashion week itself - that Qatar has bought out 100% of the Porta Nuova district, of which it already owned 40%. As well as being the city’s new business district, Porta Nuova is also something of a fashion hub, with many notable brands opening boutiques in and moving their offices to the area. The second conclusion to be drawn from Milano Moda Donna is that the foremost Italian brands – which naturally featured heavily at the event – are seeing impressive results from their early-year sales campaigns and are thus feeling optimistic about 2015: «February was an excellent month, thanks also to Chinese New Year», declared Michele Norsa, CEO of Salvatore Ferragomo. Commenting on the sector’s future prospects, he added: «It’s reasonable to expect that 2015 will be a year of growth. The luxury industry is doing well and will be further helped along by the weak Euro. There may also be a general upswing in Europe». The third piece of good news was the large numbers of buyers in town for the event in spite of the Russian crisis. In fact, White and Mipap registered an increase in buyer attendance of 10% and 18% respectively, whilst Super saw its overall attendance match last year’s figures, with a 3% increase in overseas attendance. «It’s a very positive result, in line with the trends set by the page 20 Ò 18_03_2015

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business MiLano Moda donna

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early-2015 fashion events», explained Enrico Pazzali, CEO of Fiero Milano, which organises Mipap. «It lays the foundations for a very successful year - he added we’re satisfied because over the last three days our businesses have met high-quality buyers from Italy and the wider world, who have clear ideas on the type of product they want for their stores», declared Agostino Poletto, vice-director general of Pitti Immagine, underlining the fact that Super saw most foreign attendance from Japan, followed by Switzerland, France, Germany, Spain, Greece, China and Russia, Austria and Belgium, South Korea and the USA. The Milan fashion week is not just about catwalk shows. The womenswear fashion exhibitions consolidated their status as an important showcase for the Italian fashion industry, gaining ground not just on the international market but also, somewhat surprisingly, on the domestic front. “The economic strategies employed by the government and the favourable Euro-dollar exchange rate fill us with hope that we can achieve more important results. Results we can achieve through strong commitment, good planning and hard work from all the organisers of the fashion week», said Massimiliano Bizzi, president of M.Seventy, the company which organises White. The fourth positive outcome of Milano Moda Donna? There were no less than 13 brand new designers and fashion houses at this edition, as well as all the participants in the Next Generation contest. The winner, Claudio Cutugno, helped inaugurate the fashion week by taking part in the group catwalk show held on February 24. 20

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daniele carlotta

milan makes way For the young and Focus on expo with armani and the others

Traditionally international press critics the capital of Italian fashion for always using the same designer, but a plethora of new recruits let their work do the talking as they wowed the catwalks and events with their creativity, both in terms of the content of their fashion collections and their chosen presentation formats. Flying the flag for the newcomers were the likes of Salvatore Piccione, Daniele Carlotta, Arthur Arbesser, Angelos Bratis, Christian Pellizzari and Chiara Ferragni, whose accessories collection won over insiders more accustomed to viewing her as a blogger, rather than a full-blown designer. Despite the week’s success, the fashion bandwagon has no time to rest on its laurels. Work now begins for the upcoming Expo, with the presence of Giuliano Pisapia at special fashion ambassador for the Expo Giorgio Armani’s fashion show, emphasising the importance the fashion industry attributes to the Universal Exposition. Armani used the opportunity to talk about Armani/Silos, the new museum space which will

be opened on 30 April, the eve of the Expo: «It’s all just scaffolding on the outside, but we’re working hard within», declared the designer. Armani will play an important role in the Expo. On the same day as the Silos launch, the fashion house will lay on fashion show with some of its haute-couture lines. The entire fashion world will be invited. The renovation work on the Galleria Vittorio Emanuele will also be finished in time for the Expo. The €3m project was funded by Versace and Prada, which will soon open its new Prada Foundation headquarters, designed by Rem Koolhaas. The calendar of fashion events open to the public is still to be decided, with the Chamber hard at work finalising this. Fashion insiders, however, are already looking ahead to September. That edition of Milano Moda Donna is scheduled for a seven-day stint between 23 and 29 September, with the last day exclusively dedicated to Chinese designers. The announcement was made on the last day of the catwalks by National Chamber of Italian Fashion CEO Jane Reeve. Reeve, who was the subject of much rumour during the event, with many believing her position to already be in the balance, she explained that the decision stems from a desire to give fashion week «a more international touch». In order to move forward and swat away the usual attacks from other fashion hubs (starting with New York and London), Milan must prove itself capable of attracting new names from new markets. Nonetheless, it must be careful not to move its attention away from developing innovative collections and promoting the generational turnover of the names on show. Given this edition of Milano Moda Donna’s runaway success, there’s nothing to suggest that the city won’t pass that test n with flying colours.

michele norsa salvatore Ferragamo «Febbraio è stato un mese eccellente, anche grazie al Capodanno cinese. Il 2015 sarˆ un anno di crescita, il lusso va bene e troverˆ vantaggio nell’euro debole», l’a.d. del marchio fiorentino è solo uno dei tanti manager che alle sfilate hanno mostrato ottimismo.

«February was an extraordinary month, thanks also to the Chinese New Year. 2015 will be a year of growth, the luxury carries on and will take advantage of the weak euro». The CEO of the Florentine brand is just one of the managers who were optimistic».



business Buyers’ opinion

Sfilate promosse, ma non

tutti si salvano Una rinnovata energia e tanta propositività dominano le passerelle milanesi, come non accadevada tempo. I buyer, nel complesso soddisfatti, applaudono molte collezioni, a partire da Dolce&Gabbana, Fendi, Prada ed Emilio Pucci. Altre invece le bocciano (non nominandole). Gucci raccoglie pareri contrastanti. Budget confermati o in aumento, grazie soprattutto all’e-commerce di / by Elisabetta Campana

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Dolce&Gabbana

aranno stati i primi giorni di priArthur Arbesser e la nuova Phicommerciale, gli Usa rappresentano l’unica mavera e i preparativi per losophy di Lorenzo Serafini, vera certezza del momento. E c’è chi coglie l’Expo, al debutto il primo oltre alle calzature made nelle collezioni una virata di stile da Est a maggio, a iniettare nuova linin Italy della top blogOvest da parte dei designer, per meglio sinMarigay McKee fa vitale in città. Ma anche ger Chiara Ferragni tonizzarsi sul gusto americano. «Proprio un Saks Fifth Avenue, New York (prodotte dall’azienda l’euro più competitivo sul ottimo Milano Moda Donna, torneremo a «Veramente un’ottima stagione, dollaro e il mercato amefare un bel business con l’Italia - conferma pugliese Mofra). In getorneremo a fare un bel ricano, tra i principali del Marigay McKeee, presidente di Saks Fifth nerale, i retailer hanno business con l’Italia» made in Italy, che viaggia Avenue negli States -. Dolce&Gabbana ha apprezzato l’impegno «It was truly an outstanding a gonfie vele, per la gioia sfilato la migliore collezione degli ultimi di Camera Moda nel season and we will be doing a dei buyer a stelle e strisce anni. Ottimo anche il fashion show di Fenproporre nuovi talenti good business with Italy again» e delle aziende italiane. O, di, così come quello di Giorgio Armani, e auspicano che si prosepiù semplicemente, il merito è che ha declinato il suo stile in capi più sexy, gua su questa strada. Gucci, della voglia di ripresa, che anima decisamente femminili, abbinati anche a la sfilata evento della fashion tutti, anche i dettaglianti della Penisola, tacchi alti». Soddisfatto delle sfilate milaneweek meneghina con l’esordio alla che archiviano, ormai da sei anni, stagioni si anche Ken Downing, vice presiguida creativa di Alessandro Michele, di vendita da dimenticare, a eccezione di dente e fashion director di Neimerita un discorso a parte. Premesso che chi ha investito nell’e-commerce e/o nel man Marcus negli Usa: «Tante il cambiamento, a detta dei buyer, era inmercato parallelo. Sta di fatto che sulle le proposte moda per il prossidispensabile, i pareri raccolti sono contrapasserelle milanesi dedicate alle collezioni mo inverno che piaceranno alla stanti: diversi compratori hanno donna per il prossimo autunno-inverno si nostra clientela - dichiara Mr promosso il new deal a pieni voti, sono respirate un’energia e una propositiKen -. Tessuti impreziositi per alcuni questo défilé è stato il vità, come non accadeva da tempo. Numeda pizzi e ricami, applicaprimo passo verso una nuova Justin O’Shea rosi i brand applauditi dai buyer italiani e zioni, patchwork e altri direzione stilistica ancora da Mytheresa.com, Monaco stranieri intervistati da Fashion, in primis dettagli ricercati hanno trovare, altri lo hanno giudi«Milano sta tornando in primo piano: Dolce&Gabbana, Emilio Pucci, Fendi, reso emozionanti dicato un flop. qualcosa sta cambiando. Tra i best Prada e, per le calzature, Gianvito Rossi. verse collezioni». Per show Gucci, Prada, Emilio Pucci e Qualcuno tra i big è stato invece al di sotto I buyer usa sono I favorItI Downing, le cui top colDolce&Gabbana» delle aspettative o, addirittura, bocciato: In tema di mercati, a fronte lection sono state Guc«I think Milan is making a comeback: in questo caso i compratori preferiscono di una Russia in forte difci, Emilio Pucci, Prada something is changing. Gucci, Prada, non fare nomi. Tra i giovani, sono piaciuti ficoltà e di una Cina in cere Dolce&Gabbana, la Emilio Pucci and Dolce&Gabbana in particolar modo Marco De Vincenzo, ca di un rinnovato equilibrio vera differenza pag. 24 Ò were some of the best shows»

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I must della

a-i 2015/2016

Il Cappotto in versione maxi la CamICEtta in pizzo, con il collo alto Il DolCEvIta sottile, a costine la borsa piccola, a tracolla o da portare a mano GlI stIvalI e gli stivaletti con il tacco grosso. Tornano i cuissard

Fashion shows draw positive REVIEWS, but not all of thEm With the arrival of spring and preparaelicited a positive response, as did the made tions in full swing for the Expo, which in Italy shoe collection by top blogkicks off in May, the city is abuzz ger Chiara Ferragni (prowith new energy. To the delight duced by the Apulia-based of U.S. buyers and Italian company Mofra). Retailcompanies alike, the dollar ers by and large appreis more competitive against ciated Camera Moda’s Ken Downing the euro and the American commitment to enNeiman Marcus, Dallas market, one of the larggage new design tal«Una fashion week molto soddisfacente: tante convincenti proposte moda, che est for Italian brands, is ents and hope it conpiaceranno alla nostra clientela» flourishing. More simply tinues down that path. «Milan fashion week was very put, the desire for economic Gucci, the runway event satisfying, we found many beautiful recovery is bringing everyof Milan fashion week fashions that will appeal one back to life, even Italian with the debut of creative to our customers» retailers, who can finally put six director Alessandro Michele, years of lacklustre sales behind them, deserves a specific mention. While except those who invested in e-commerce buyers agreed that the change was necesand/or parallel markets. Whatever the reasary, opinions were still divided. Some gave son, there were an energy and enthusiasm Michele’s debut collection high praise, whilst in the air during the fall-winter 2015/2016 others saw it as a first step in a new stylistic women’s Milan fashion shows that haven’t direction that is as yet to be determined and been felt for a long time. A lot of brands, forestill others considered it a flop. most among them Dolce&Gabbana, Emilio Pucci, Fendi, Prada and shoewear designer SightS Set on AmericAn buyerS Gianvito Rossi, were applauded by Italian With the Russian market struggling and buyers and the foreign buyers interviewed China trying to restore its trade balance, by Fashion. Other top brands, however, did the U.S. market is the only safe bet right not meet expectations or were even given now. Some see a conscious shift from a thumb down, but buyers preferred not to East to West by designers to better align mention names. New designers, particularly their collections with American taste. ÇA Marco De Vincenzo, Arthur Arbesser and great Milano Moda Donna: we will be the new Philosophy by Lorenzo Serafini, doing a good business with Italy page 24 Ò

Max Mara

the must-haves

f-w 2015/2016

THE COAT Maxi coat THE BLOUSE High neck lace blouse THE TUrTLEnECk Thin, ribbed knit turtleneck THE HAnDBAG Small shoulder bag or handbag THE BOOTS Chunky heel boots and booties. Cuissard boots are making a comeback

Alberta Ferretti

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business Buyers’ opinion Sflate

promosse, ma non tutti si salvano la fanno la componente artigianale, l’elevata qualità e le eccellenti lavorazioni, in grado di esprimere l’essenza della creazione e del lavoro manuale. «Tutto ciò trasmette grande personalità alla moda di Milano» precisa il fashion director, che invece non ama gli abiti e accessori che appaiono anonimi. L’accento È suL cambIamento

«Senza dubbio una tornata di sfilate dall’apertura internazionale, più glamorous del solito» sostiene Beppe Angiolini dei multimarca Sugar ad Arezzo. «Ho visto un grande impegno da parte di brand Fendi come Dolce&Gabbana, Fendi, Dsquared2, Jil Sander, Alberta Ferretti e Versace - spiega Mario Dell’Ota di Neiman Marcus Group), glio, delle boutique Dell’OMilano sta tornando in primo glio a Palermo e presidente piano: «Le sfilate dell’autundella Camera dei Buyer no-inverno 2015/2016, Beppe Angiolini -. Di Gucci, disegnata da così come quelle della Sugar, Arezzo Alessandro Michele ho primavera-estate 2015, «Senza dubbio una tornata di sflate apprezzato il primo paspur non essendo state le dall’apertura internazionale, più so verso uno stile nuovo glamorous del solito» migliori degli ultimi anni, e contemporaneo. Non «Without any doubt, IÕve seen a evidenziano un cambiacondivido invece la confuvery international fashion week, mento». O’Shea - che semore glamourous than the usual» sione di generi che, credo, gnala tra i best show Prada, nemmeno il mercato receDolce&Gabbana ed Emilio pirà positivamente». Secondo Pucci - indica anche come must Justin O’Shea, buying director di have della prossima stagione fredda Mytheresa.com (da settembre nell’orbitutta la nuova collezione Gucci: «Incredibile

Fashion show

draw positive REVIEWS, but not all of thEm again» said Saks Fifth Avenue president, Marigay McKee. «Dolce&Gabbana showed its best collection in recent years. The Fendi fashion show was also great, as was Giorgio Armani’s, whose clothing designs had a more sexy, and decidedly feminine, feel and featured a lot of high heels» Neiman Marcus vice president and fashion director Ken Downing also had a positive feeling. «Milan fashion week was very satisfying, we found many beautiful fashions that will appeal to our customers in the coming fallwinter. The rich texture of re-embroidered lace, embellishment of embroidery, appliqué, patchwork and more gave an excitement to many collections» With Gucci, Emilio Pucci, Prada and Dolce&Gabbana among his top 24

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collections, Downing added: «The artisanal, crafted quality and workmanship that give the clothes the sense of the creator and the touch of the human hand were most appealing, giving Milan fashion great personality. Clothes that look anonymous are less interesting to my eye». chAnge iS the nAme of the gAme

«Without a doubt, the fashion shows recaptured their international flavour and turned up the volume in terms of glamour» said Beppe Angiolini of the multibrand stores Sugar in Arezzo. «Brands like Dolce&Gabbana, Fendi, Dsquared2, Jil Sander, Alberta Ferretti and Versace made a major effort» said Mario Dell’Oglio of the Dell’Oglio boutiques in Palermo and president of the Italian Chamber of Fashion Buyers. In reference to Gucci by Alessandro Michele, he said, «I was pleased by

Prada

N 21

il ready to wear, decisamente cool la nuova borsa a tracolla - dice il buying director -. Anche la double bag di Prada sarà molto richiesta. Il défilé di Dolce& Gabbana è stato un sogno tecnologico: le cuffie e le custodie per l’iPhone sono la grande novità della passerella. Ma, a parte questo, quale donna non vorrebbe indossare un bel vestito ricamato?». Concorda Pancrazio Parisi, dei multimarca Parisi a Taormina (Me): «Dolce e Gabbana sono stati bravissimi ad aver fatto sfilare insieme alla donna il bambino». Il dettagliante siciliano cita tra i suoi favoriti Prada, Fendi, Philipp Plein, Dsquared2, Salvatore Ferragamo, Versace, promuove

this first step towards a fresher more contemporary style. However, I didn’t warm to the gender-bending design and I don’t think the market will either». According to buying director Justin O’Shea of Mytheresa.com (part of the Neiman Marcus Group since September), Milan is making a comeback. “Although the Fall-Winter 2015/2016 collections, just as the Spring-Summer 2015 shows, weren’t the best I’ve seen in recent years, they showed that something is changing». Ranking Prada, Dolce&Gabbana and Emilio Pucci among the best shows, O’Shea deemed the entire new Gucci collection as a must-have for the winter season. «Gucci’s ready-to-wear was amazing and the new shoulder bag is so cool. Also the new Prada double bag will be very popular. The Dolce&Gabbana show was a tech dream: the headphones and iPhone cases were a great novelties on the runway. And what woman wouldn’t want a beauti-


Marni

la nuova Philosophy di Lorenzo Serafini e il ritorno al prêt-à-porter di Capucci. Sulla collezione Moschino commenta: «Venderemo subito il flash con l’orsachiotto, che va online dopo lo show». L’e-commerce apre aL mondo

Lo sbocco internazionale garantito dall’e-commerce gioca un ruolo sempre più importante «perché ci permette di acquistare più serenamente capi iconici e costosi, che difficilmente andrebbero in Italia» sottolinea Parisi. Da un mercato di nicchia focalizzato sul lusso, come Porto Montenegro in Montenegro, frequentato

ful embroidered dress?». Pancrazio Parisi of the multibrand stores Parisi in Taormina (Me) agreed: «Dolce&Gabbana had a great show concept, sending top models and children together on the runway». The Sicilian retailer named Prada, Fendi, Philipp Plein, Dsquared2, Salvatore Ferragamo, Versace, the new Philosophy by Lorenzo Serafini and the return of Capucci ready-to-wear as some of his favourites. About the Moschino collection, he said: «In no time we’ll sell the teddy bear items, which is going online right after the show». e-commerce openS A window to the world

E-commerce enables international market entry and plays an increasingly significant role, «because it makes it easier for us retailers to purchase iconic and costly fashions that are difficult to sell in Italy» Parisi pointed out. In a niche market focusing on

Philosophy di Lorenzo Serafni

interpretazioni - spiega Tiberio Pellegrinelli, buyer consultant per importanti multimarca italiani -. Altro protagonista indiscusso del prossimo inverno sarà il cappotto, che prende spunto dai Seventies ma anche dagli anni Cinquanta e Sessanta, con le splendide versioni in cashmere double». Secondo Pellegrinelli, non mancheranno nel guardaroba femminile le pellicce patchwork, i cuissard e le borsette a mano, più strutturate. «Il mood generale mi è piaciuto, nonostante la mancanza di una tendenza dominante - commenta Paolo Mantovani di Mantovani a San Giovanni Valdarno (Ar). È davvero apprezzabile il coraggio mostrato da alcuni stilisti nello scommettere sul colore e sul vero lusso». Top show per Mantovani sono stati Dolce&Gabbana, Fendi, Salvatore Ferragamo e, tra i brand giovani, N.21 e Vivetta.

da una clientela internazionale, Denis I budget confermatI o In crescIta Evstafiev di Fashionistas prevede che i Per quanto riguarda gli ordini, questa best seller della prossima stagione fredstagione è balzata agli occhi una maggioda saranno i cappotti lunghi, gli abiti a re selettività da parte dei buyer che“offstampa floreale, i guanti, le grandi spille the-record” hanno apertamente bocciato di Prada, gli accessori in pelliccia alcune collezioni, come raramente è sucdi Philipp Plein e Fendi e gli hecesso in passato. D’altra parte, visto che adphone di Dolce&Gabbana. i problemi di mercato non risparmiano Sul fronte delle tendenze, il ripiù nessuno, i compratori non sono chiamo agli anni Settanta «trapiù disposti ad accettare comsmette l’idea di una maggiore promessi e tollerare errori libertà nel vestire, nel gioco di eclatanti. «Una colleziosovrapposizioni, con il ritorne per essere acquistata no prepotente dei pantaloPancrazio Parisi deve essere pag. 26 Ò ni in tutte le loro possibili Parisi, Taormina (Me) «L’e-commerce • fondamentale per il nostro business, perchŽ ci garantisce una vetrina sul mondo» «E-commerce is essential to our business because it is our showcase to the world»

luxury brands, like that of Porto Montenegro in Montenegro, and attended by international clients, Denis Evstafiev of Fashionistas expected that next winter’s bestsellers will be long coats, floral print dresses, gloves, oversized Prada brooches, Philipp Plein and Fendi fur accessories, and Dolce&Gabbana headphones. As to trends, Seventies-inspired designs «convey the concept of more freedom in the way we dress and layer clothing, with the return of trousers in every style» said Tiberio Pellegrinelli, buying consultant for top Italian multi-brand stores. «Another undisputed key piece for next winter - he added - will be the coat, taking inspiration from the Seventies, Fifties and Sixties, with some fabulous items in double cashmere». According to Pellegrinelli, patchwork furs, cuissard boots and more structured handbags will be the

must-haves for women’s wardrobes. «I was pleased with the overall look and feel of the collections, despite the fact that were was no major underlying trend - said Paolo Mantovani of Mantovani in San Giovanni Valdarno (Ar) -. I truly appreciate the courage demonstrated by some designers who bet on colour and real luxury». Mantovani favourite collections were Dolce&Gabbana, Fendi and Salvatore Ferragamo and, among the new brands, N.21 and Vivetta. confirmed or increASed budgetS

In terms of orders, this season saw more selective buyers who, off the record, openly rejected some collections, as has rarely occurred in the past. On the other hand, given page 26 Ò that market problems are 18_03_2015

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business Buyers’opinion ticolar modo a Dubai, si soffre a causa sia dei problemi politici della regione, sia della flessione promosse, ma delle presenze dei russi. E nel non tutti si salvano Far East la Cina, pur restando il giusta e vendibile. Altrimenti bisogna primo sbocco di riferimento, sta ridurre in modo significativo l’ordine o advivendo una fase di forte assedirittura lasciarla» dichiara la maggioranza stamento anche commerciale, di degli intervistati da Fashion. Entrando nello cui è indispensabile tener conto. specifico dei budget, in generale i retailer «Al momento il mercato della americani, forti delle ottime performance Repubblica Popolare è quello del loro mercato e dell’euro debole, aumenpiù difficile da gestire - confertano gli ordini. In Europa gli acquisti sono ma Ashley Micklewright, ceo mediamente confermati, anche se nelle of Bluebell Group in Asia -. AnGucci città e località frequentate abitualmente che a Hong Kong non mancano i dagli abitanti dell’ex Urss vengono in parproblemi, perché sono diminuiti te ridimensionati. In Russia la riduzione gli acquisti dei cinesi provenienti dalla mainseconda delle collezioni e degli ordini è inevitabile, con flessioni land, che adesso preferiscono altre mete per lo dei quantitativi di confino al 50%. L’Ucraina al momento è shopping come la Corea e l’Europa. Di contro siderarlo a 50, 60 o fuori dai giochi. in Corea, dove il mercato interno soffre, va mol70 - spiega Moiseeva Ashley Micklewright to bene il business del duty free che beneficia -. È chiaro che, così Bluebell Goup, Hong Kong In russIa Le strategIe antI-crIsI dei cinesi: non spendono singolarmente molto, facendo, il nostro «Nel Far East i vari mercati hanno «La situazione resta difficile, e lo ma sono tanti. A Taiwan le vendite sono stabili, margine diminuiperformance differenti. Nel complesso sarà almeno per tutto l’anno, ma e anche in Giappone non possiamo lamentarsce. Per questo moaumenteremo leggermente i budget» non siamo preoccupati come in ci». Se è vero dunque che adesso le maggiori tivo apprezziamo «In Asia, the markets perform gennaio - dice Ekaterina Moiseeopportunità di business sono rapprele aziende che ci differently. Overall, weÕll be slightly vengono incontro va, alla guida del Bosco di Ciliegi sentate, più che dai singoli mercati, increasing our budget» a Mosca, insieme al marito Mikhail dall’intercettazione dei flussi tucon listini adeguaKusnirovich -. Dopo lo shock iniziale ci ristici, in Italia si confida sull’efti o con collezioni stiamo abituando alla svalutazione del rublo fetto positivo dell’Expo, che “anti-crisi” per il noe stiamo prendendo i giusti provvedimenti». dovrebbe portare nella Penistro mercato, come Max Mara per la A partire dalla definizione dei prezzi che non sola un ventina di milioni quale, dopo aver visto il bellissimo Denis Evstafev è rigida: «Se il cambio delle nostra moneta è di visitatori, orientali show, aumenterò il budget previFashionistas,Porto Montenegro per esempio a 72 sull’euro noi decidiamo a in primis. n sto». In Medio Oriente, e in par-

Sflate

Fashion show

draw positive REVIEWS, but not all of thEm affecting everyone, buyers are no longer willing to make compromises or tolerate glaring mistakes. «To sell, a collection has to be flawless and sellable. Otherwise, orders will decline significantly or not be placed at all» most Fashion interviewees said. In terms of budgets, American retailers are experiencing a strong market performance and taking advantage of a weakened euro to increase their orders. In Europe, purchases are generally steady, though decreasing somewhat in cities and resorts typically frequented by residents of the former Ussr. In Russia, a reduction in orders is inevitable, dropping up to 50%. And the Ukraine is out of the game for now. Anti-criSiS StrAtegieS in ruSSiA

«The situation is still difficult and will remain so at least through the end of the year, how26

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«Il nostro • un mercato di nicchia in crescita, grazie ai turisti serbi, albanesi ed europei in generale, oltre ai russi, che qui hanno anche case di vacanza» ÒOurs is a niche market thatÕs going an adjustment growing right now, due to Serbian, period, which should Albanian and other European be taken into account. tourists, as well as Russians who «China is the most difhave vacation homes here»

ever, we’re not as concerned as we were in January - said Ekaterina Moiseeva, at the helm of Moscow’s Bosco di Ciliegi with her husband Mikhail Kusnirovich.-. After the initial shock, we became used to the idea of ruble devaluation and we’re taking appropriate actions». As to pricing, there is no rigid definition. «If the exchange is 72 rubles on the euro, for example, we’ll consider a 50, 60 or 70 ruble price point depending on the collection and purchase volume» said Moiseeva. «Clearly, in doing so, our profit margin will decrease. That is why we appreciate when fashion houses such as Max Mara offer us pricing or ‘crisis-friendly’ collections that will sell in our market. Having seen Max Mara’s spectacular show, I will be increasing my projected budget». The Middle East, and Dubai in particular, is struggling with political problems and a sharp decline in Russian customers. Although it is a primary market in the Far East, China is under-

ficult market to manage at the moment - said Ashley Micklewright, ceo of Bluebell Group Asia -. Hong Kong is problematic as well, because it is experiencing a decrease in purchases from mainland China customers, who now prefer other shopping destinations such as Korea and Europe. In Korea, the internal market is suffering, but it is experiencing a boom in volume duty free business from the Chinese. Our sales are steady in Taiwan and we can’t really complain about Japan either». If it’s true that nowadays the largest business opportunity is capturing tourist flows, rather than selling in a single market, Italy has placed its trust in the positive impact of the Expo, which is expected to attract up to twenty million visitors to Italy, mainly from Asia. n



business protagonisti a milano Krizia

PrIme mosse per il rIlAncIo L’imprenditrice cinese che ha rilevato Krizia ha riorganizzato la maison, a partire dalla collezione fall-winter. Prossimo step, lo store di via Spiga di/by Andrea Bigozzi

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l ritorno alla settimana della moda donna con 24 look, rigorosamente made in Italy, e la riapertura della boutique di via Spiga entro giugno. A meno di un anno dall’acquisizione di Krizia, sono questi i due dati clou che danno la misura del lavoro che l’imprenditrice cinese Zhu Chongyun sta portando avanti. Per riportare sul mercato il marchio fondato da Mariuccia Mandelli è stato lanciato un piano strategico che va in diverse direzioni: prodotto e distribuzione in primis. Per realizzarlo Mrs. Zhu (il cui gruppo con sede a Shenzhen conta 4mila dipendenti) ha investito molto. La prima novità, sul fronte prodotto, è la collezione donna fall-winter 2015/2016 dalle atmosfere futuristiche, firmata da un team creativo composto da sette designer giovani e internazionali e coordinato dalla stilistaimprenditrice cinese. Le nuove strategie aziendali hanno rimesso in moto anche il sistema della distribuzione. Alla presentazione, che si è tenuta nella sede di via Manin, sono stati invitati tutti i top buyer italiani e internazionali. Altro step fondamentale è la revisione del retail. Con la riapertura, in primis, dello store milanese di via Spiga, prevista per giugno, a cui sta lavorando l’architetto Vincenzo De Cotiis. A seguire un opening in Cina, n per far conoscere di più il marchio Krizia in Oriente.

La collezione Krizia è stata presentata nella sede di via Manin The Krizia collection was presented in the headquarters in via Manin

Krizia, in the initial stage of a relaunch A return to women’s fashion week with 24 100% Made in Italy looks and the reopening of the Via Spiga boutique in June. To be achieved in less than a year since the acquisition of Krizia, these two agenda items give you an idea of the massive amount of work the Chinese businesswoman Zhu Chongyun is currently taking on. To put the original Mariuccia Mandelli brand back on the market, a multi-pronged strategic plan has been put in place, starting with product and distribution. Mrs. Zhu has made a major investment in this plan. The first new development on the product front is the futuristic fall-winter 2015/2016 women’s collection, conceived by a creative team of seven young international designers managed by the Chinese aesthete-turned-businesswoman herself. The fashion house’s new strategies are also kick-starting the distribution process. Top Italian and international buyers were invited to the presentation held in the historical head office on via Manin. Another crucial step in the process is a retail revamp, starting with the June reopening of the Milan boutique in via Spiga and architect Vincenzo De Cotiis is working on the redesign right now. Another store is also slated to open in China to further promote the Krizia brand in Asia. n 28

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BorBonEsE

ready to wear e home: ecco le nuove sfde

Con il 2015 la maison potenzia i segmenti abbigliamento, calzature e bijoux. E amplia l’offerta anche nella casa di/by Angela Tovazzi

ofisticata, naturalmente elegante, contemporanea: la nuova immagine di Borbonese ha il viso e la classe di Elettra Wiedemann, protagonista del fashion movie “Destino”, che Maria Sole Tognazzi ha girato per lo storico luxury brand torinese, in fase di rilancio. Dall’ingresso (nel 2013) del ceo Giuseppe Di Nuccio, il marchio di pelletteria ha ripreso infatti a fare utili (+10% nel 2014) e sta andando in direzione di un’offerta sempre più articolata e dalla brand awareness più definita: «Anche se le borse resteranno il nostro core business - spiega il manager - a partire da quest’anno abbiamo rafforzato anche le altre categorie merceologiche, presentando una linea completa di prêt-à-porter, oltre a una gamma di 30 calzature e un assortimento di bijoux». Prodotti tutti made in Italy, gestiti dallo stabilimento a Ozzano, in provincia di Bologna, attivo dallo scorso aprile. Altra leva dell’evoluzione del brand, il segmento home. Con il debutto al prossimo Salone del Mobile, Borbonese presenterà il nuovo concept “Global Living”. «Siamo stati tra le prime aziende, negli anni Ottanta, a stringere alleanze con i player del settore - spiega Di Nuccio - e ora ampliamo il ventaglio di proposte

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Tychemos Un frame di Destino, il fashion movie di Borbonese con Elettra Wiedemann A frame of Destino, the fashion movie of Borbonese with Elettra Wiedemann

attraverso le licenze con Zanaboni per i mobili, Murano Luxury Glass per lampade e complementi, Clerici per i tessuti d’arredo e Ceramiche Rometti per vasi e accessori in ceramica»: partnership che si affiancano a quelle storiche con Somma (biancheria per la casa) e Marino Cristal (oggetti per la tavola). L’evoluzione di Borbonese passa anche dal potenziamento del network distributivo, in Italia e all’estero. Con 22 monomarca all’attivo nel nostro Paese, il brand questo mese aprirà un flagship a Bologna, in via Clavature, inaugurando parallelamente un concept che caratterizzerà le prossime aperture, anche all’estero. In pole position Singapore e Cina, con n i primi shop-in-shop.

ready to wear and designer are the new challenges Sophisticated, naturally elegant and contemporary: BorboneseÕs new image has the face and the class of Elettra Wiedemann, who stars in the fashion movie ÒDestinoÓ directed by Maria Sole Tognazzi for the historic Turin luxury brand, in full relaunch. Since

ceo Giuseppe Di Nuccio was appointed CEO in March 2013, the leatherwear brand has posted positive results (with profits up by 10% in 2014) and has been moving towards a wider offering and stronger brand awareness. ÇWhile handbags will always be our core business - explains the ceo - our focus from this year is also on other product segments: a full pr•t-ˆ-porter line, a line of 30 shoe models and an assortment of costume jewelry.È. All products are made in Italy under the auspices of the Ozzano facility near Bologna, which was deployed last April. Another area of the brand’s expansion is the home segment. At its debut at the upcoming Salone del Mobile, Borbonese will present the new ÒGlobal LivingÓ concept. ÇIn the eighties, we were among the first companies to forge alliances with the players in this sector - explains Di Nuccio - and now we are broadening our offering through our licenses with Zanaboni for furniture, Murano Luxury Glass for lighting and accessories, Clerici for home furnishing textiles and Ceramiche Rometti for vases and ceramic accessoriesÈ. These partnerships are in addition to the alliances with Somma (home decor linens) and Marino Cristal (tableware). Borbonese is also in the process of strengthening its distribution network, both in Italy and abroad. Joining the 22 monobrand stores in Italy will be the flagship in Bologna this month in via Clavature. At the same time, the brand will be inaugurating a concept that will constitute the main theme of upcoming openings in Italy and abroad. In pole position, a shop-in-shop in Singapore and n one in China.

Quando l’arte diventa moda e si fa largo in negozio

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ychemos, dal nome della dea della fortuna Tyche, è un nuovo marchio di womenswear dal concept inedito. Nasce il primo gennaio 2014 da un’idea di Stefano Sorlini, vicepresidente della Fondazione di famiglia, che gestisce una collezione di dipinti veneti del XVII e XVIII secolo, conservata a Palazzo Sorlini di Carzago di Calvagese della Riviera (Brescia). L’arte è nel dna dell’imprenditore, attivo nel mondo aeronautico e chimico. Sorlini desidera far vivere l’arte, unirla alla moda in un progetto basato sulla cultura e sulla qualità dei tessuti. Per questo inizia a collaborare con esperti del settore realizzando, nel giugno 2014, l’edizione numero 0 di Tychemos, chiamata anche il Manifesto: sei capi, di cui vengono prodotte solo 80 “copie” numerate ciascuno, dove spicca una stampa su seta ispirata a un’opera del Bellini. Per far decolare il progetto, Sorlini mette su un “equipaggio” (come lo chiama lui): nascono le collezioni per la primavera-estate 2015 e per l’autunno-inverno 2015/2016 (nella foto), che suscitano l’approvazione tra gli addetti ai lavori. Anche per l’attenzione al prezzo: capi di qualità, realizzati in Italia, vengono venduti alla consumatrice fnale a un prezzo che oscilla fra i 150 e i 900 euro. Attualmente commercializzata in sette punti vendita della Penisola e disponibile ai buyer in due showroom milanesi (Domingo e SD di via Serbelloni), oltre che in quella aziendale a Calvagese della Riviera, sulla linea Tychemos sono previsti investimenti importanti nei prossimi due anni. Il piano è ambizioso: si guarda all’Europa e ai mercati emergenti in grado di apprezzare il made in Italy e la storia dell’arte italiana. (e.a.)

Art becomes fashion shifting itself in the shops Tychemos, from the name of Tyche goddess, is a new women’s brand brand characterized by an new concept. The brand was launched on 1st January 2014 by Stefano Sorlini. He is the vice president of the family foundation, which manages a private collection of Venetian artworks, dated between XVII and XVIII centuries, exhibited at Palazzo Sorlini in Carzago (Brescia). Easy to imagine, that art is in the Dna of the enterpreteur, focused on aeronautical and chemical sectors Sorlini wants to make art alive and to blend it with fashion, in a project based on culture and Italian manufacturing. He starts cooperating with experts and workshops in Italy, creating, in June 2014, n. 0 edition of Tychemos, called also the Manifesto: six items, of which just 80 numbered copies for each one are produced, where a print on silk, inspired by Bellini’s artwork, stands out . Sorlini arranges a “crew” for the take off of the project: the spring-summer 2015 and fall-winter 2015/2016 (in the picture) collections are appreciated by insiders. Even for the attention to price: items made in Italy, with sell out prices of 150-900 €. Now the collection is available in seven stores in Italy and distributed by two showrooms in Milan (Domingo and SD in via Serbelloni), besides the company showroom in Calvagese della Riviera. In the next two years there will be huge investments on Tychemos. The project is ambitious: the brand is focusing on Europe and developing countries, able to appreciate the real made in Italy. Without forgetting Italian art history.

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business protagonisti

Il mio nome è Callens ...ma tutti la conoscono come Claire-Anne Stroll, moglie del magnate americano della moda Lawrence Stroll. A Milano ha presentato una collezione che la rispecchia al 100% e per la quale ha scelto un direttore creativo all’altezza delle sue ambizioni: Paul Helbers, già nel team di Maison Martin Margiela ed ex numero uno del menswear di Louis Vuitton di /by Alessandra Bigotta

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ome è nato il marchio Callens, che dopo un “numero zero” si è trasformato in un vero total look? Mi sono basata su una constatazione: in giro vedevo tanta offerta, tante cose che mi piacevano, ma non riuscivo a trovare una collezione che incontrasse al 100% le mie esigenze. Così ho deciso di mettermi in gioco in prima persona. La mia consumatrice-tipo sono io. È vero, come si dice, che l’idea le è venuta mentre si trovava a Gerusalemme per una competizione di golf, una delle tante discipline sportive che lei pratica? Quello è stato uno dei momenti in cui, concentrandomi sulla sfda che andavo ad affrontare, mi sono trovata a rifettere su come avrei potuto trasformare la sensazione di essere “in the moment”, in perfetto equilibrio, in una visione stilistica. L’incontro con Paul Helbers, un fashion designer di grande talento ed esperienza, ha fatto il resto. Suo marito Lawrence Stroll, che ha avuto un ruolo determinante nel successo di marchi del calibro di Tommy Hilfger e Michael Kors, come ha vissuto questa sua scelta? Le ha dato dei consigli? Mi ha sicuramente spinto a portare avanti il progetto, ma per il resto ho fatto da me.

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Volevo lanciare un brand che fosse esclusivamente mio e per questo l’ho voluto chiamare semplicemente con il mio cognome da ragazza, Callens. Lei è nata in Belgio: quanto di europeo e quanto di americano c’è nella collezione? Direi che la parte belga si esprime nel desiderio di creare qualcosa di sofsticato, raffnato, mentre la grinta e la mania per la funzionalità arrivano dall’American lifestyle. C’è anche molto di italiano nelle proposte, realizzate nel vostro Paese, e che si avvalgono di parecchi materiali made in Italy. Sul mercato della moda femminile c’è un’overdose di offerta: cosa ha di speciale Callens rispetto ad altre collezioni di womenswear? Il fatto di unire la femminilità all’essenza dell’activewear e di non perdere mai di vista la realtà. La creatività è sempre al servizio della praticità: i miei sono modelli da indossare in qualsiasi momento della giornata. Quali sono i pezzi forti della collezione autunno-inverno 2015/2016? Il punto di partenza è un evergreen dell’abbigliamento sportivo, la felpa con cappuccio, reinterpretata in alcuni capispalla. Ci sono

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1. Claire-Anne Stroll 2. Un modello autunnoinverno 2015/2016 di Callens/A model by Callens for fall-winter 2015/2016

poi la giacca in camoscio e Mongolia, reversibile, il montgomery in lana merino e shearling e il parka da viaggio, doppiato con un warmer amovibile in shearling, indossabile in quattro modi diversi...praticamente quattro capi in uno. E poi la cappa double-face in lana, che grazie a trattamenti particolari è perfettamente impermeabile. Il “sotto” sono T-shirt drappeggiate, pantaloni ultraslim ma anche ampi, abiti-canotta. E sta crescendo la parte accessori, tutti “on the go”, per il viaggio e la città: le mie preferite sono le sneaker in pelle specchiata o in velluto. Com’è stata l’accoglienza dei buyer? Sono soddisfatta, perché ho visto un concreto interesse da parte dei decision maker dei principali department store, soprattutto americani, e anche dei retailer italiani che contano. Progetti distributivi sulla collezione? In quanti negozi sarà commercializzata e come affronterete l’e-commerce? Selezione è la parola d’ordine, anche se per ora preferisco non fornire numeri. Voglio fare un passo alla volta, metterci il tempo giusto. Quello che mi piacerebbe, a livello retail, sarebbe un primo store a Londra. L’en commerce? Arriverà, ma non subito.


My name is Callens How was the brand Callens born, that after a “zero” edition is turning into a real total look? I focused on a personal feeling: I saw a lot of offers, a lot of items I liked, but I wasn’t able to fnd a collection able to meet my needs completely. So I chose to put myself in the line. I’m my consumer-type. Is it true that the idea came out when you were in Jerusalem for a golf competition, one of the countless sports you practise? Focusing on the competition, I thought a lot about how I could turn the feeling of “being in the moment” or in perfect balance into a stylistic view. The meeting with Paul Helbers, a talented and experienced fashion designer, was the squaring of the circle. How did your husband Lawrence Stroll, who played a leading role in the success of brands such as Tommy Hilfger and Michael Kors, live your choice? Does he give you advices? He undoubtedly pushed me to carry on with the project, but I do everything by myself. I wanted to launch a “personal” brand, that’s why I called it with my maiden name, Callens. 2

You were born in Belgium: how much is European and how much American in your collection? My Belgian origin expresses itself creating something sophisticated, while the functional side comes from the American lifestyle. Italian style infuences my collection too. The collection is made in your country and we use several made in Italy fabrics. At present we see an overdose of offer in the womenswear fashion: what’s so special about your collection, compared to other womenswear brands? I blend femininity with activewear essence, but never overlooking the reality. Creativity is strictly linked with practicality: my items can be worn at any time of the day. Which are the strong items in the autumn-winter 2015/2016 collection? The starting point is a sportswear evergreen, sweatshirt with hood, reinterpreted in some outerwears. Then the suede and Mongolian reversible jacket, Merino wool and shearling duffel coat and travel parka, doubled with a shearling removable warmer, which can be worn in four different ways… in few words, four items in one. And then a wool double face cape, perfectly waterproof. Draped T-shirts, ultra slim but also large, camisole dresses complete the wardrobe. And accessories “on the go”, perfect for the city and for travelling: my favourite ones are mirrored leather or velvet sneakers. How was buyers’ feedback? I’m very satisfed, because I saw a real interest from the decision makers of the most important department stores, especially American buyers. But also some infuential Italian retailers. How many stores will distribute the collection? And what about e-commerce? The keyword is selection, even if right now I don’t want to give numbers. I wanna take my time. I’d like to open my frst store in London. E-commerce? Coming soon. n

Amelia Toro

«Non c’è moda senza RESPONSABILITÀ» Di creativi ce ne sono tanti, ma la storia di Amelia Toro è diversa da tutte. Nata in Colombia, studia negli Stati Uniti alla Rhode Island School of Design e alla Parsons School of Design. Successivamente si trasferisce in Asia, dove si fa le ossa presso alcune industrie manufatturiere. Dopo aver acquisito il know how necessario per lanciare una propria attività, torna a Bogotà con le idee chiare. Vuole fondare un fashion brand, in grado di esprimere non solo glamour, ma anche impegno sociale. «Mi chiedevo - racconta - perché io, che ho avuto la possibilità di frequentare le migliori scuole, non posso dare una chance a chi è meno fortunato di me?». La risposta, Amelia l’ha già trovata: proporre quella che lei defnisce «una moda con il cuore», valorizzando le competenze artigianali delle tribù autoctone e dando lavoro a persone valide ma in diffcoltà, come i genitori single. Una sfda vinta. In oltre 20 anni, la stilista-imprenditrice ha costruito un’azienda di successo: i suoi capi piacciono perché raffnati, cosmopoliti ma senza dimenticare il dna del luogo da cui provengono. Hanno anche qualcosa di italiano, perché molti tessuti arrivano dal nostro Paese e le scarpe sono fatte in parte nella Penisola, in parte in Francia. Posizionata in un target alto, la collezione ha prezzi al pubblico tra i 600 e i 1.200 dollari per un vestito, tra i 2.300 e i 2.500 per un evening coat. Ogni modello ha un’etichetta con il nome del sarto che lo ha realizzato, dalla A alla Z. Un omaggio a chi, dietro le quinte, contribuisce a realizzare un sogno. E che vede il “suo” abito commercializzato nei negozi più prestigiosi: Barneys in Giappone, Saks Fifth Avenue e Maxfeld negli States, il monomarca aperto nel 2012 a New York. Il cammino di Amelia e dei suoi fedeli collaboratori continua: prossima destinazione, i principali mercati europei (a.b.) 1. Amelia Toro 2. Un modello di Amelia Toro per lÕautunno2015/2016/A model by Amelia Toro for winter 2016

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«There is no fashion without responsibility»

Designers are many, but Amelia Toro is another story. Born in Colombia, she moved to the Usa to study at the Rhode Island School of Design and at the Parsons School of Design. Then she moved to Asia, where she worked in some manifacturing companies. After having gained the necessary know how to launch her brand, she came back to Bogotà with a clear purpose. She wanted to found a brand, not only glamourous but also with a social commitment. «I was asking myself- she says - why can’t I, a privileged woman, help people in need?». The answer is her «fashion with heart», valuing the artisan skills of native tribes, offering work to people in need but valiant, such as single parents. A won challenge. In more than 20 years the designer-entrepeneur built a 2 successful company: her items are appreciated, because they are refned and cosmopolitan, without forgetting their roots. There is something Italian too, because some fabrics come from our country and shoes are made in Italy and in France. The high targeted collection has sell out prices between 600-1,200 $ for a dress, 2,300-2,500 $ for an evening coat. There is something more: every item has a label with tailor’s name, who completely made it. A gift to every tailor who helps to fulfll a dream and can see “his” items sold in the most important boutiques: Barneys in Japan, Saks Fifth Avenue and Maxfeld in the Usa, the Amelia Toro monobrand in New York. Amelia and her loyal tailors’ journey keeps on going: next destination, the main European markets.

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business PROTAGONISTI FAITH CONNEXION

Graffiti

Due look di Faith Connexion Two looks of Faith Connexion

couture

Graffti couture

In poche stagioni Faith Connexion ha saputo conquistare i retailer che contano, con la sua moda “libera” e “collettiva”, che associa capi dalla costruzione sartoriale a suggestioni streetstyle. Grazie anche alle celebrity di /by Elena Azzola

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ebbene la responsabile Maria Buccellati lo definisca una «sleeping beauty», una bellezza ancora in parte da scoprire, il brand Faith Connexion, senza ricorrere a sfilate o eventi particolari, è riuscito in poche stagioni a conquistare retailer come Maxfield, Saks Fifth Avenue, Net-aporter e Luisa Via Roma, a cui ne sono seguiti altri, tutti di prestigio. Tra i fan c’è, ad esempio, Antonia di Milano, ma a credere nel progetto sono anche Barneys New York, Bergdorf Goodman, Intermix, Harrods e Moda Operandi. Nel Manifesto di Faith Connexion si trovano parole come «2.0, dematerializzazione, disintermediazione e tribalizzazione»: la griffe si connota quasi come un movimento, che ha come fulcro la libertà espressiva e come guida un collettivo, ossia una comunità di talenti, che opportunamente si servono dell’intervento di artisti, soprattutto street artist, e altri «guest» per sviluppare un lifestyle sfaccettato e continuamente reinventato. Faith Connexion, che ha tra gli investitori l’imprenditore francese Alexandre Allard, si avvale del team creativo già all’opera nella trasformazione di Balmain da nome della couture blasonato, ma non più attuale, a uno dei più hot della scena della moda. Ma se in Balmain in abiti dalla costruzione sartoriale era stato “iniettato” uno 32

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spirito rock-and-roll, nel caso di Faith Connexion la sfida è stata dare al guardaroba di ogni giorno un’allure couture. Il brand ha collaborato con i “graffitari” parigini Le H e Reyz, con i quali ha realizzato una capsule collection, e con Petteri Hemmilä, che ha creato per il marchio una linea di accessori (anelli, braccialetti, polsini e cinture dalle forme architettoniche). L’epicentro del progetto è l’Hôtel de Pourtales, un hotel particulier del XIX secolo, situato nel cuore di Parigi. Qui ha sede il laboratorio creativo di Faith Connexion. E qui è stata avvistata durante le recenti sfilate Kim Kardashian, con il nuovo look biondo platino, a testimoniare la forte liaison tra il marchio e le celebrity. Anna Dello Russo, Milla Jovovich, Rihanna, Alicia Keys e Georgia May Jagger hanno già indossato capi della griffe, contribuendo a far conoscere a livello internazionale questo nome decisamente in ascesa. n

Although the manager Maria Buccellati defines it as a “sleeping beauty”, a kind of undiscovered beauty, in few seasons the brand Faith Connexion, without using catwalks or particular events, was able to convince retailers such as Maxfield, Saks Fifth Avenue, Net-a-porter and Luisa Via Roma and others, all prestigious. Among the fans there are, for example, Antonia at Milano and also Barneys New York, Bergdorf Goodman, Intermix, Harrods and Moda Operandi. In the manifesto of Faith Connexion words such as “2.0, dematerialisation, disintermediation and tribalisation” can be found. The brand is a sort of movement, which focuses on expressive freedom. It leads a collective, that is a community of talents, which uses artists conveniently, especially street ones and other “guests”, in order to develop a multifaceted and always reinvented lifestyle. With the French entrepreneur Alexandre Allard among its investors, the brand is supported by a creative team which turned Balmain into one of the most innovative brands in the fashion scene. But if Balmain created tailored dresses with a rock-and-roll soul, Faith Connexion designed items are easy but characterized by an allure couture. The brand collaborated with Parisian street artistis Le H and Reyz, with whom a capsule collection was designed, and with Petteri HemmilŠ, who created for the brand an accessories collection (rings, bracelets, cuffs and belts with architectural forms). The Faith Connexion headquarters are based in the Hôtel de Pourtales, a “hotel particulier” of the XIXth century in the middle of Paris. Kim Kardashian was recently spotted here during the last catwalks with her new platinum blonde look. Her presence reaffirms the tight bond between the brand and the celebrities. Anna Dello Russo, Milla Jovovich, Rihanna, Alicia Keys e Georgia May Jagger already wore Faith Connexion items, increasing the international reputation of this rising label. n


business PROTAGONISTI James GOldSTeIN

«Vi presento la mia donna. Rock e hippy. Ma sopRattutto chic» Con il suo look da Crocodile Dundee, il miliardario americano James Goldstein è da anni una presenza abituale alle sfilate di moda. Ora sfida il mercato con una linea di abbigliamento di /by Carla Mercurio

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il fan numero uno del150 pezzi in sintonia con lÕNba, appassionato di il mio look, dedicati a una moda (vede un centinaio donna giovane con un gudi sfilate l’anno a dir poco) e sto hippy. Di recente è nata di architettura (a Beverly Hills unÕofferta di menswear: abita in una delle pi• belle vilgiubbini e jeans. Alla main le della città). È ricchissimo collection, distribuita trama non ama definirsi un busimite la nostra showroom nessman. D’altronde il look di di via Montenapoleone, si James Goldstein (giubbotti e è aggiunta la capsule James pantaloni di pelle, cappelloni by James Goldstein, affidata da cow boy e stivali da texano) a Marcona3, con cui siamo non si attaglia certo a quello di stati a Parigi, alla fashion un uomo di affari. Si dice che sia week. Una selezione più una persona misteriosa. Ma di rock, che comprende anche fronte alla sua disponibilitˆ e al abiti lunghi e pellicce. tono pacato della conversazio- Una proposta frmata James Goldstein per il prossimo inverno ne gli interrogativi sfumano. E Dove è prodotta la colleA proposal by James Goldstein lÕincontro con lui diviene lÕocca- for next autumn-winter zione e dov’è venduta? sione per fare il punto della siI capi sono prodotti per il tuazione sulla collezione che ha lanciato di 60% in Italia, il denim in Turchia e il rerecente, al traguardo della terza stagione. sto in altri Paesi europei. Siamo venduti in Europa e Medio Oriente. Dal prossimo inCome è nata l’idea di questa linea? verno partiamo con il Far East. E poi penAmo la moda e ho speso tanti soldi in giro seremo al retail, con Milano come starting per il mondo per seguire i fashion show. point. Ma non ho mai voluto lasciarmi coinvolgere in avventure imprenditoriali. Due Quali i prezzi medi? anni fa ho cambiato idea, grazie alla proUna giacca in nappa costa al pubblico dai posta di Stefano D’Ambrosio e Jean Paul, 1.500 ai 2.500 euro, i giubbini in pitone due grandi amici oltre che imprenditori di 6mila euro e quelli in coccodrillo 40mila. successo con esperienze nel fashion, che Un jeans va dai 180 ai 600 euro. mi hanno proposto di occuparmi della direzione stilistica della nuova linea. Quale il capo iconico? La giacca di pelle di razza. Un prototipo Quale il mood della collezione? che ho realizzato per me, dopo uno stuSi tratta di un total look rock and roll chic. dio attento. Un gioiello da 20mila euro. n

«Meet my woman. she’s a rocker and a hippy. But, above all, she’s chic» He’s the NBA’s number one fan, passionate about fashion (attending about a hundred fashion shows a year at the very least) and architecture (living in one of the most beautiful Beverly Hills mansions). He’s quite wealthy but doesn’t like to describe himself as a businessman. Indeed, James Goldstein’s look (leather jackets and trousers, ’10-gallon’ cowboy hats and Texas-style cowboy boots) doesn’t at all match the image we have of a corporate person. He has been described as mysterious, however, his willingness to talk and relaxed demeanour make those descriptions questionable. This interview with him turned into an opportunity to focus on what’s happening with his recently launched collection, now at its third season. How did the idea for this fashion line come about? I love fashion and I’ve spent a bundle of money travelling the world to see fashion shows. But, I’ve never wanted to become involved in entrepreneurial business ventures. When two great friends of mine, successful businessmen and fashion entrepreneurs in their own right, Stefano D’Ambrosio and Jean Paul proposed that I create a new fashion line two years ago, I changed my mind. What kind of vibe does the collection have? Overall, it really has a rock and roll chic vibe. There are 150 pieces with a hippy flair similar to my own, but for young women. Recently I’ve also launched a menswear line of jackets and jeans. In addition to the main collection, distributed out of our showroom in Via Montenapoleone, I also launched the James by James Goldstein capsule collection distributed by the Marcona3 showroom, that brought it also at Paris fashion week. It has more of a rock vibe and also includes both long gowns and furs. Where is the collection produced and sold? Sixty per cent of our clothing is produced in Italy, the denim pieces are made in Turkey and the remainder in other European countries. Our fashions are sold throughout Europe and the Middle East and, next winter, we’ll also be selling in Asia. We’re now also thinking about getting into retail, starting in Milan. What are the average prices? The retail price of our nappa leather jacket is 1.500 to 2.500 euros, python jackets are 6.000 euros and the crocodile jackets are 40 thousand. Jeans range from 180 to 600 euros. What is the most iconic piece in your collection? The rayskin leather jacket. I made a sample for myself, based on a very detailed drawing, and it’s a real n gem at 20 thousand euros. 18_03_2015

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business PRoTAgonISTI

MR&MRSITALY

La strategia del parka globale

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Ampliamento della collezione, debutto della linea uomo a Pitti, apertura di nuovi mercati. Così si rinnova Mr&Mrs Italy, dopo la fine dell’era Giacobino di /by Andrea Bigozzi

r&Mrs Italy? Dovrà completare la migrazione da mono-prodotto a brand dello sportswear». «Il target maschile? Lì vogliamo crescere, perché c’è spazio, anche se ci confrontiamo con colossi». Andrea Bucalossi, manager con alle spalle 12 anni di esperienza nel private equity, ha le idee chiare sul marchio di cui è proprietario da circa un anno, da quando ha preso in mano le redini dell’azienda produttrice con base a Rimini, la Jo No Fui, da cui è uscita la fondatrice Alessia Giacobino. La base da cui si riparte è il giro d’affari ìdouble digit” dello scorso anno. La prospettiva, stando ai piani di Bucalossi, è continuare a crescere, anche se non sarà facile mantenere il ritmo del +100% annuo delle ultime campagne vendite. «Il clima intorno a noi è buono. Celebrities come Rihanna, Cara Delevingne, Gwyneth Paltrow hanno scelto di indossare i nostri capi e nei negozi registriamo un sell out dell’80%», sostiene il manager e imprenditore. La priorità per Mr&Mrs Italy, nata cinque anni fa con il nome Mr&Mrs Fur, è sul prodotto: il nuovo direttore creativo Geraldina Bassani Antivari è impegnata ad ampliare la collezione (price point 2.700 euro), che non riguarderà più solo parka e pelliccia. «Vogliamo diventare sinonimo di capispalla - spiega Bucalossi - . La nostra offerta si evolverà restando legata al made in Italy e alla rielaborazione di capi vintage». Un imperativo è potenziare l’uomo: «Fino ad oggi il nostro era un prodotto unisex, ma dalla prossima stagione realizzeremo una capsule collection menswear, che presenteremo a Pitti Uomo». La strategia di Mr&Mrs Italy sarà incentrata più

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sull’esclusività che sui numeri. «Siamo nelle migliori vetrine del mondo - riassume il manager - da Lane Crawford a Harvey Nichols, passando per Harrods, Tsum e Barneys, fino a LuisaViaRoma e Antonia in Italia». Gli investimenti futuri serviranno per potenziare wholesale ed e-commerce (il 2 business è realizzato per l’85% all’estero). Con un occhio a Usa e Corea. «Perché un marchio come il nostro vive di notorietà internazionale», conclude Bucalossi. n

The global parka strategy «Mr&Mrs Italy shall complete its migration from a single-product to a sportswear brand». «As for menswear, we want to grow in that market, because there’s room to do so, even though we’re competing with clothing giants». A manager with 12 years of experience in private equity, Andrea Bucalossi, has a clear vision about the brand he’s owned for about a year, since taking over the reigns of the producing firm based in Rimini, Jo No Fui from founder Alessia Giacobino, who left last year. From Bucalossi’s standpoint, the outlook is to continue to sustain “significant” growth, though it won’t be easy to maintain the +100% increase achieved during the last sales campaigns. «The commercial mood is good. Celebrities like Rihanna, Cara Delevingne and Gwyneth Paltrow have chosen to wear our clothes and we’re selling out 80% of our merchandise», the entrepreneur-

1. Andrea Bucalossi è a capo di Mr&Mrs Italy 2. Un look fall-winter 2015/2016 presentato alla Milano fashion week 1. Andrea Bucalossi at the helm Mr&Mrs Italy 2. One fall-winter 2015/2016 look presented at Milano fashion week

manager says. Created five years ago, as Mr&Mrs Fur, the priority of Mr&Mrs Italy is the product. The new creative director, Geraldina Bassani Antivari, is committed to expanding the collection (with a price point of 2,700 euro), which will include more than just parkas and furs. «We want to become a true outerwear brand - says Bucalossi - and we’re expanding our offering, whilst remaining true to Made in Italy craftsmanship and interpreting vintage clothing». «We want to expand menswear», Bucalossi explains, and adds « till now our designs have been unisex. We will be expanding our menswear offering with a capsule collection that we will present at Pitti Uomo». The brand strategy will focus more on exclusivity than on volume. «We’re in the best shops in the world», says Andrea Bucalossi, «from Lane Crawford and Harvey Nichols to Harrods, Tsum and Barneys, as well as LuisaViaRoma and Antonia in Italy». Future investments will focus on wholesale and e-commerce (with 85% of the business abroad), with a special attention on the U.S. and Korea, «because a brand like ours is based on international n recognition», Bucalossi concludes.


Photo Alexa Vachon

1. Un ritratto di Wolfgang Joop 2. 3. Modelli Wunderkind autunnoinverno 2015/2016 4. Lo stile del brand nel monomarca aperto recentemente ad Amburgo

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1. A photoportrait of Wolfgang Joop 2. 3. Wunderkind models for fall-winter 2015/2016 4. Wunderkind style in the monobrand store recently opened in Hamburg

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Una riflessione sugli “imperi perduti”, da uno stilista il cui “impero” si basa sull’anticonformismo: la collezione Wunderkind presentata a Parigi è lo specchio dell’estetica di Wolfgang Joop. Che prepara progetti anche in Italia

wolfgang joop/wunderkind

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«Il mio “impero” è fatto

«My ‘‘empire’’ is made of pure creativity»

di creatività pura» di/by Alessandra Bigotta

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no tra gli stilisti più visionari e anticonformisti ha compiuto qualche mese fa 70 anni: Wolfgang Joop, fondatore nel 2003 del marchio Wunderkind (in italiano “bambino prodigio”) insieme a Edwin Lemberg, ha confermato durante la recente sfilata parigina il suo spirito vulcanico e fuori dal coro. In passerella outfit che restano impressi per il tripudio di disegnature, colori e ispirazioni, in un excursus dall’epoca romana (la collezione è dedicata a “The lost empire”) alla natura lussureggiante, con tanto di grandi foglie di canapa in colori vivaci: «Non un inno alla droga - precisa lo stilista - ma un simbolo di indipendenza e protesta». Forte il tema delle fantasie equestri, un omaggio a Hermès ma anche un ricordo affettivo, «pensando a un foulard di mia madre». L’espressione “The lost empire” rimanda a regimi caduti, statue corrose dal tempo, rivoluzioni perdute. Ma è anche un monito alla moda, «che si è fermata. E, il più delle volte, non riesce più a dare lezioni». Nelle sue creazioni, Wolfgang Joop mette tutto se stesso: lo stilista ma anche l’uomo erudito, lo scrittore, il giornalista, l’artista, l’esteta che non transige sulla qualità. I suoi abiti, prodotti soprattutto in Italia e in

Germania, sono realizzati in tessuti made in Italy, come quelli di Egidio Ferla, Erica, Lyria e Rubelli. La distribuzione privilegia le nazioni di lingua tedesca, da dove deriva il 40% del fatturato e dove si trovano i monomarca di Berlino, Monaco, Sylt, Potsdam e Amburgo. Il 30% dei ricavi proviene dall’Asia, il 15% dal resto del mondo e un altro 15% è suddiviso tra il nostro Paese e la Francia. Ma il ruolo dell’Italia è destinato a crescere, grazie a una nuova organizzazione di vendita sul nostro territorio. Con l’idea di avviare un monomarca a Milano, che si aggiungerà a quelli, in dirittura di arrivo, di Parigi e Londra.

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One of the most nonconformist designers turned 70 years some months ago: Wolfgang Joop, founder of the brand Wunderkind (child prodigy) in 2003 with Edwin Lemberg, confirmed his volcanic soul during his Parisian catwalk: outfits with by drawings, colours and inspirations, in an excursus from the Roman age (the collection is dedicated to “The lost empire”) to a blooming nature, with huge hemp leaves in bright colours: «It’s not a hymn to drugs - he points out - but a symbol of independence and protest». A key role is played by equestrian patterns, a homage to Hermès, «thinking of my mom’s scarf». The expression “the lost empire” reminds of fallen regimes, statues eroded by time, past revolutions. But it is also a warning for fashion, «no longer able to give lessons». In his creations, Wolfgang Joop totally commits himself: the designer, the erudite man, the writer, the journalist, the artist, the aesthete who doesn’t give in quality. His items, mainly produced in Italy and in Germany, are realized with made in Italy fabrics, from Egidio Ferla, Erica, Lyria and Rubelli. The distribution favours German-speaking countries, with the 40% of the turnover, where the monobrand stores in Berlin, Sylt, Potsdam, Hamburg are based. 30% of the sales comes from Asia, 15% from the rest of the world, and 15% from Italy and France. The presence in our country is going to grow, thanks to a new sales organisation. The designer plans to open a monobrand store in Milan, which will follow the ones planned in Paris and in London. n 18_03_2015

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business news Salco

Rubeus Milano

Più forte in Giappone e in Italia approda da Coin

Con la collezione di borse “Mydas” debuttano le scarpe

«Fermo restando l’orgoglio di essere un brand radicato nel territorio di Empoli, vogliamo sviluppare anche la nostra anima milanese e internazionale»: Stefano Salvadori, direttore generale di Salco, sintetizza così la fase di crescita che l’azienda toscana, forte di una produzione 100% made in Italy, sta attraversando. Il brand di capispalla femminili, che ha avviato la campagna vendite autunno-inverno 2015/2016 con un +20% sull’analoga stagione di un anno fa, è al centro di progetti signifcativi a partire dal prodotto. «La nuova collezione esplora inedite forme e combinazioni di materiali - spiega Salvadori all’interno della showroom di via Montenapoleone 19 nel capoluogo lombardo - con modelli che, per esempio, accostano il nylon tecnico a tessuti come il panno e l’ottoman, provenienti da un ambito sartoriale». La posta in gioco è alta: conquistare i mercati globali. «Realizziamo con l’export il 50% dei ricavi - precisa l’imprenditore - ma l’obiettivo è salire al 70%, grazie a operazioni come il rinnovo del contratto distributivo con il department store giapponese Isetan e l’avvio di una partnership con Takashimaya, che commercializzerà le nostre proposte in cinque punti vendita nel Sol Levante». In fase di defnizione intese a Taiwan e Hong Kong, mentre nel nostro continente il focus è su Nord Europa e Germania. «In Russia, dove siamo presenti in una quarantina di multimarca - afferma Salvadori - è in atto una strategia di riposizionamento verso l’alto». Quanto all’Italia, «oltre a presidiarla attraverso un centinaio di multimarca selezionati, faremo il nostro ingresso in autunno nei department store Coin di Milano Cinque Giornate, Napoli e Lecce». Di monomarca per ora non si parla, così come di una collezione maschile: «Ma mai dire mai» conclude Salvadori. Per l’e-commerce dovrebbe invece essere questione di mesi. (a.b.)

Che i russi amino il lusso e il lifestyle italiano lo conferma Rubeus Milano, un brand made in Italy creato da Nataliya Bondarenko, che nella scelta del nome si è rifatta al sostantivo latino per rubino. Con la passione per le borse, intese non solo come accessorio distintivo dell’abbigliamento, ma pure come oggetti da collezione, la stilista ha presentato durante la fashion week milanese la sua seconda collezione: battezzata “Mydas”, comprende la prima capsule collection di calzature. «Si tratta di cinque modelli di sandali, ankleboot, pump, décolleté e slip on - spiega Bondarenko - accumunati dalla stessa cifra stilistica: il coccodrillo, declinato in varie cromie tali da poter essere abbinati alle borse». È il primo assaggio di una vera e propria linea dedicata alle donne «che amano svettare sui tacchi, ma anche a quelle che non disdegnano versioni fat, più comode, ma non per questo meno Nataliya Bondarenko presenta la collezione eleganti». La stilista punta solo su Rubeus Milano per il prossimo inverno materie prime pregiate e selezionate Nataliya Bondarenko presents the Rubeus in esclusiva: «Oltre al coccodrillo Milano collection for the next winter prediligo la lucertola, il serpente e le pelli francesi - precisa -. Il design delle proposte è moderno e d’impatto e l’interno sia delle borse, sia delle scarpe è rosso, rosso rubino ovviamente». Sempre pensando al proverbiale tocco d’oro di Re Mida è nato il pezzo iconico per il prossimo autunno-inverno: una borsa in coccodrillo dorato. (e.c.)

A stronger presence in Japan and in Italy it lands at Coin

With the bags collection “Mydas”, shoes make their debut

«Although we are proud of our Empoli roots, we also want to be more “Milanese” and international» says Salco managing director Stefano Salvadori about the growth of the Tuscan company, boasting a 100% Made in Italy production. Experiencing a 20% increase in sales with the start of its fall-winter 2015/2016 campaign, as compared to the same season last year, the women’s outerwear brand has major plans for its product offerings. «Our new collection is an exploration of unique shapes and fabric combinations - explains Salvadori at Salco’s Milan showroom in via Montenapoleone 19 - with carefully tailored and top quality styles, that mix techno nylon with fabrics such as wool and ottoman». The stakes are high for capturing an international market. «50% of our revenues come from exports - Salvadori says -. We are now targeting 70%, due to a distribution contract renewal with the Japanese Isetan department stores and a new partnership with Takashimaya, which will distribute our products to fve sales outlets throughout Japan». Salco is also working on establishing distributive agreements in Taiwan and Hong Kong, whilst focusing on northern Europe and Germany closer to home. «In Russia we have a presence in about 40 multi-brand retailers - says Salvadori - and we are currently repositioning the brand to increase that number». As for Italy, «in addition to covering about a hundred select multi-brand retailers, we will also be in the Coin department stores in Milan Cinque Giornate, Naples and Lecce, starting this fall». Salco isn’t considering any single-brand stores or a men’s collection at this point, «but never say never» concludes Salvadori who, alternatively, has defnite plans for taking the start with e-commerce, «most likely in the next several months».

The fact that Russians are in love with Italian luxury and lifestyle is confrmed by Rubeus Milano, a brand made in Italy created by Nataliya Bondarenko, who used the Latin word for ruby by choosing the name. With the passion for bags, seen not only as distinctive accessory, but also as collection objects, the designer launched her second collection during the Milanese fashion week. This collection, “Mydas”, includes the frst capsule of shoes. «Five models of sandals, ankle boots, pumps, court and slip on shoes - explains Bondarenko - blend with the same stylistic feature: crocodile in different shades, in order to match them with the bags». It’s the frst attempt to create a real collection dedicated to women «who love to wear heels, but also to women who don’t disdain fat shoes, more comfortable but not less elegant». The designer bets on high quality and exclusive selected raw materials: «Beyond crocodile, I adore lizard, snake and French leathers - she points out -. The design is modern and innovative. The bags and shoes inside is red, obviously ruby red». Always thinking on the Midas touch, she launched an iconic item for the next Un ankle boot della collezione Rubeus Milano/An ankle boot of Rubeus Milano fall-winter: a golden crocodile bag.

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business PROtagOnisti A “weave” of creativity and passion

RODO

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Un “intreccio” di creatività e passione Sinonimo di artigianalità di lusso, il brand di borse e calzature continua a investire nel proprio core business e nello sviluppo retail: nel 2016 aprirà a Parigi e Londra di /by Elisabetta Campana

ell’era digitale che elimina i confini e riduce le differenze è lecito chiedersi quale sia il vero made in Italy, di cui tanto si parla, anche impropriamente. È quell’eccellenza tutta italiana fatta di tradizione, creatività, manualità e materiali incredibili, in grado di emozionare alla vista e al tatto. Una vera e propria magia, come quella che trasmettono le borse e le calzature Rodo. Sì, per loro non si ha alcun dubbio: sono made in Italy. Fanno parte della nostra storia, come ci racconta Gianni Dori, amministratore delegato dell’azienda (mentre il fratello Maurizio è il direttore creativo), a cui luccicano gli occhi parlando dei prodotti Rodo, un’evoluzione delle borse intrecciate in paglia e vimini, ispirate ai cappelli fiorentini di inizio Novecento, lanciate dal papà Romualdo nel 1956. «Ci accingiamo a festeggiare il nostro 60esimo compleanno nel 2015, con l’entusiasmo di sempre nella creazione e realizzazione di articoli totalmente fatti da noi, comprese le cerniere e i dettagli preziosi delle borse» commenta Dori. «Con lo stesso approccio selettivo apriamo i nuovi negozi - aggiunge -. Contiamo attualmente otto spazi, tra negozi e corner, in partnership a Dubai, Jakarta, Kuala Lumpur e Pechino (due nella capitale cinese, di cui uno all’interno dello Shin

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1. Gianni Dori 2. Il monomarca Rodo di corso Matteotti a Milano 3. Una borsa gioiello di Rodo 1. Gianni Dori 2. Rodo monobrand store in corso Matteotti in Milan 3. A Rodo jewel bag

Kong Place, best shopping destination della città, ndr) oltre al flagship di Milano, aperto nel 2012. Quest’anno sarà di consolidamento, mentre nel 2016 intendiamo sbarcare a Parigi e Londra». Fondato a Firenze, poi trasferito a fine anni Sessanta nelle Marche, Rodo è particolarmente noto nel Far East, dove esporta circa il 40% del proprio fatturato, anche se gli Stati Uniti (15-16% dell’export) sono il primo mercato estero dove il brand è approdato negli anni Cinquanta, vendendo da Saks Fifth Avenue (di cui è sempre rimasto fornitore) e successivamente da Neiman Marcus. «Abbiamo chiuso il 2014 con un incremento del 16% sul 2013, a quota 13 milioni di euro - conclude Dori - e nel 2015 confidiamo di crescere del 5-6%, proiettati più all’estero che in Italia, dove il business è fortemente diminuito dal 2008 a causa della crisi. Investiremo sia sulle calzature, che rappresentano il 67% delle nostro business, sia sulle borse (33%), forti anche dell’ingresso in azienda di mio figlio Giorgio e di mia nipote Martina, la terza generazione n Dori».

In the digital era, where there are no boundaries and differences, it may be wondered what is the real made in Italy. Now everybody talks about made in Italy, sometimes improperly. Made in Italy means the typical Italian tradition, creativity, manual skills and incredible materials, which are able to move by sight and touch. It is a real magic as Rodo’s bags and shoes. No doubt: they are made in Italy. They belong to our history, explains Gianni Dori, company’s chief executive officer (while his brother Maurizio is the creative director), whose eyes are sparkling while he talks about Rodo’s products, an evolution of straw and wicker woven bags, inspired by Florentine hats of the early twentieth century, launched by their father Romualdo in 1956. «We are proud to celebrate our 60th anniversary in 2015, creating items, made by us (including zippers and precious bag details), with the same great enthusiasm» points out Dori. «With this selective approach we are focusing on the opening of new stores - he adds -. Right now we own eight stores (shops and corners) in partnership in Dubai, Jakarta, Kuala Lumpur, Beijing (two in the Chinese capital, one of them inside the Shin Kong Place, best shopping destination of this city, editor’s note) and the flagship in Milan, launched in 2012. This will be a consolidation year, while in 2016 we wish to open new stores in Paris and London». Rodo, that was founded in Florence and then in the last ‘60s moved to the Marche, is pretty famous in the Far East, where it exports around 40% of its turnover, even if the Usa (15-16% of export) are the first foreign market where the brand arrived in the ‘50s, selling the collection to Saks Fifth Avenue (Rodo is still there) and later to Neiman Marcus. «We closed the year 2014 with an increase of 16% compared to 2013, 13 billion euro - ends Dori - and we expect to grow by 5-6% in 2015, more abroad than in Italy, where the business is drastically decreased since 2008 due to the crisis. We will invest both in shoes, which represent 67% of our business, and in bags (33%). Now we can say we are stronger thanks to my son Giorgio and my niece Martina, Dori’s third generation, who joined the family 3 business». n


business case history Start-up/L’ED

Per BErtoni il futuro è l’home brand

La borsa che ti ricarica

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Per l’azienda produttrice di borse e valigie, non ci sono solo le collaborazioni con le griffe: ora punta sulla sua linea in vendita a La Rinascente e Moda Operandi di/by Andrea Bigozzi

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1. Da sinistra, Gaia, Pietro, Doriana e Alberto Bertoni 2. Un modello della collezione fall-winter 2015/2016

al 1949, da quando cioè Riccardo Bertoni aprì un’impresa di borse e valigie a Varese, il marchio Bertoni aveva un destino segnato nel panorama dei luxury leather good. In breve riuscì a conquistare la credibilità nel settore, portando avanti collaborazioni importanti. Per Prada e Fendi sviluppa le lavorazioni più complicate, per Ralph Lauren offre, ancora oggi, consulenza per le borse più lussuose. Ora l’azienda - 33 dipendenti, 5 milioni di euro di fatturato nel 2014 - volta pagina investendo sul proprio brand. Bertoni1949 - con le collezioni heritage, uomo e donna - ha debuttato a giugno 2014 alla settimana della moda uomo di Milano con la collezione spring-summer 2015. «Il progetto ha preso piede più velocemente di quanto ci attendessimo», spiega Gaia Bertoni, la terza generazione alla guida dell’azienda, che insieme al fratello Pietro ha promosso il progetto. «L’esperienza di quasi 70 anni di attività - dice - ci ha convinti che poteva esserci lo spazio per una linea di alta gamma e unica. L’accoglienza sul mercato è stata positiva: in Italia lavoriamo con La Rinascente, all’estero abbiamo una partnership con Moda Operandi e in Canada è stato stretto un deal con il department store Holt Renfrew». L’obiettivo è portare i prodotti in giro per il mondo (l’entry price è di 850 euro per una borsa da donna, ma alcuni bauli toccano i 30 mila euro) e per questo è in fase di lancio l’e-commerce, con una selezione delle proposte più iconiche: «Il rinnovamento - conclude Gaia - ha coinvolto non solo il prodotto, ma anche gli aspetti commerciali e il marketing dell’azienda. Questo ha portato all’apertura a Milano di una showroom e in futuro, ci piacerebbe, n anche di un flagship store».

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Bertoni: home brand future challanges Since 1949, when Riccardo Bertoni opened a little company in Varese specialized in bags and suitcases, the brand Bertoni was marked by fate for the luxury leather goods market. Within short it gained trust among the many fashion players, carrying on many collaborations: for Prada and Fendi it enactsthe most difficult manifacturing, for Ralph Lauren it offers, even now, consultancy for the most luxurious bags. Now the company - 33 employees, 5 billion € turnover in 2014 - turns the page investing on the develop of its own brand. Bertoni1949 - with the heritage, male and female collection was launched in June 2014 during the Milan men’s fashion week with the spring-summer 2015 collection. «The project grew faster than we expected», explains Gaia Bertoni, the third generation leading the company, who with her brother Pietro promoted the project. «70 years of experience - she says convinced us to create a high quality and unique line. Buyers’ feedbacks were positive: in Italy we work with La Rinascente, abroad with Moda Operandi and in Canada we made a partnership with the department store Holt Renfrew». The main purpose is to extend the business (entry price is 850 € for a women’s bag, but some chests cost 30.000 €) so the brand is launching its e-commerce with a selection of the most iconic items: «Innovation - ends Gaia - involved not only the product, but also the commercial area and the marketing. This brought us to open in Milan a showroom. In the future we would like n to open a flagship store, too».

nche le giovani start-up sono interessate al business delle tecnologie indossabili. Lo dimostra il caso della ventenne Sara Giunti che ha fondato L’ED (L’Emotion Design), una linea di accessori. Aprendo le borse, l’interno si illumina grazie a luci al led. In più, ogni borsa è dotata all’interno di un attacco Usb per ricaricare smartphone e tablet. «La produzione - spiega Giunti - è 100% made in Italy. Abbiamo trovato un partner che ci ha seguito sul piano dell’innovazione, senza pretendere quantitativi stellari». Le borse sono frutto dei suoi disegni, mentre alla parte tecnica lavorano tre amici/soci. Dalla fall-winter 2015/2016, presentata alla fashion week di Milano e a Parigi al Tranoï, il marchio punta a far breccia nei department store: «Per ora tra i nostri top clients sono Harrods, L’Eclaireur, 10 Corso Como e Selfridges». (an.bi.)

Even young start-ups are interested in the business of wearable technologies. This is what happened to Sara Giunti, a 20-year-old, who founded L’ED (L’Emotion Design), an accessories collection. Opening the bags, the interior lights up thanks to led lights. Furthermore, every bag is provided with a usb port to charge smartphones and tablets. «Concerning productionexplains Sara- we are 100% made in Italy. We found a partner, who followed us on the innovation side and does not expect huge quantities». The bags are designed by Sara, while three partners/ friends work on the technical side. With the winter collection 2016, shown at Milano Fashion Week and at Tranoï in Paris, the brand craves to establish itself in the department stores: «Right now our top clients are Harrods, L’Eclaireur, 10 Corso Como and Selfridges». (an.bi.)

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business news Gherardini

130 anni e non sentirli: Perez direttore creativo della svolta

Vic Matié

Nel segno della cultura underground La collezione Vic Matié per l’autunno-inverno 2015/2016 è stata presentata durante Milano Moda Donna con un evento dall’intensa atmosfera underground, tenutosi nei nuovi headquarters milanesi del marchio di via Archimede 10. L’obiettivo è stato quello di “raccontare” un momento di snodo dell’azienda Linea Marche, che ha scelto di dare vita a due brand ed esperienze separate: Vic Matié (protagonista dell’happening) e 87 Vic Matié (dove 87 sta per l’anno di nascita del marchio, il 1987), cui corrispondono altrettante esigenze e fasce di mercato. Nella location di via Archimede la serata è decollata grazie a una video installazione del collettivo Karmachina, cui ha partecipato Micaela Ramazzotti, e a una performance della cantante danese Marie Fisker. Filo conduttore, la cinematografa di David Lynch e alcuni temi forti della cultura underground, come la defnizione di genere, l’intensità, la contraddizione, la sensualità, la determinazione e l’oscurità: parole-chiave su cui anche Silvia Curzi, anima creativa del marchio, ha rifettuto nel disegnare la collezione. (e.a.)

Pure underground culture The Vic Matié collection for fall-winter 2015/2016 was launched during Milano Moda Donna with an underground event in the new brand headquarters in via Archimede 10 in Milan. The purpose is to “tell” a crucial moment of the company Linea Marche, which chose to create two distinct brands: Vic Matié (at the event) and 87 Vic Matié (87 is the brand year of birth -1987-) with different needs and market segments. In the Milanese location the event was successful thanks to a video installation of the collective Karmachina with Micaela Ramazzotti and the performance of Danish singer Marie Fisker. Leitmotiv, David Lynch’s cinematography and some strong themes of the underground culture such as the defnition of genre, intensity, contradiction, sensuality, determination, darkness: the key words which inspired Silvia Curzi, brand creative director.

Gherardini, la maison della pelletteria che fa capo al gruppo Braccialini, ha nominato Juan Carlos Perez direttore creativo. Oltre a ricoprire il ruolo di guida e di supporto all’uffcio stile, Perez sarà responsabile dell’immagine del marchio, che nel 2015 celebra i 130 anni dalla fondazione. Forte di un’esperienza maturata presso frme della moda internazionale come Tod’s, Etienne Aigner e Navyboot, Juan Carlos Perez nel 2011 comincia la sua collaborazione con Gherardini come head designer, occupandosi della creazione e della supervisione delle collezioni di borse e accessori. Il designer, secondo i vertici aziendali, è riuscito a reinterpretare la storia pluricentenaria di Gherardini in chiave contemporanea. Da qui la nomina uffciale a direttore creativo. Il 2015 è un anno particolarmente importante per la griffe. Per festeggiare il 130esimo compleanno sono in programma varie iniziative, tra cui il lancio di una limited edition di una delle sue borse più celebri, la Piattina. Quest’ultima è stata riletta in chiave di it bag: realizzata in tessuto millerighe con il motivo a G della casa, gioca con le stampe di due borse del Progetto Archivio di Gherardini, la Bellona e la Dodicidodici. (e.a.)

130 years: an endless youth. Perez, the innovative creative director Gherardini, the leather company which owns the group Braccialini, chose Juan Carlos Perez as creative director. He will lead and support the style offce, but also he will manage the brand image, which will celebrate its 130 years in 2015. Thanks to international working experiences at Tod’s, Etienne Aigner and Navyboot, in 2011 Juan Carlos Perez started his collaboration with Gherardini as head designer, running the creation and the supervision of bags and accessories collections. The designer, according to the top management, was able to reinvent the centenary history of the brand through a modern view. After that, he was nominated creative director. 2015 is a very important year for Gherardini. To celebrate the anniversary there will be some initiatives, such as the launch of a limited edition of the most famous bag, the “Piattina”. It is reinvented as it bag: needlecord fabric with the typical G motif, playing with the prints of two bags of the Gherardini Archive Project, the “Bellona” and the “Dodicidodici”. Juan Carlos Perez

Roberto Botticelli

Ispirazione Jackson Pollock Presentata durante la fashion week milanese la prima “capsule artistica” realizzata da Roberto Botticelli. Il brand marchigiano di calzature ha scelto come fonte di ispirazione uno dei maestri dell’action painting, Jackson Pollock, per creare tre modelli d’impatto, esposti insieme alla collezione donna del prossimo autunno-inverno. Su un biker boot femminile e una sneaker e una versione classica con doppia fbbia da uomo, realizzati in vitello nero, è stata utilizzata la tecnica del “drip painting”, che si diffuse tra gli anni Quaranta e Sessanta del Novecento. La limited edition - che sarà disponibile da giugno, esclusivamente nei monomarca Roberto Botticelli e online - è stata concepita in relazione a Expo 2015, che vede Milano al centro di un grande fermento di iniziative, tra cui anche un’esposizione all’interno della showroom di via Senato: protagoniste, alcune scarpe iconiche del marchio, interpretate da artisti contemporanei. (e.a.) 40

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Jackson Pollock inspiration Roberto Botticelli’s frst artistic capsule was launched during Milano Moda Donna. The shoes brand from the Marche was inspired by one of the greatest action paintings artists, Jackson Pollock. It created three high impact models, shown together with the complete women’s collection for the next fall-winter. Roberto Botticelli used the “drip painting technique”, famous in the ‘40s and ‘60s on female biker boots, sneakers and classic male double buckle models, realized in black calf. These three models will available in limited edition next June, just in the monobrand stores and online. The capsule was designed considering Expo 2015, with Milan as the center of several initiatives, often related to art. One of them will be organized by Roberto Botticelli itself: an exhibition of some iconic shoes of the brand, transformed in art pieces by contemporary artists.


business news Casile & Casile

«La campagna vendite? Ora la facciamo in streaming» Nel 2015 Casile & Casile compie 40 anni. Un anniversario importante che Francesco Casile e la fglia Alessia (oggi alla guida della società) hanno festeggiato durante Milano Moda Donna, svelando le ultime due iniziative dell’agenzia: la nuova showroom di via Tortona 9 e il progetto “Fashion Streaming”. La location rappresenta un ulteriore step nella crescita dello studio di rappresentanze, che ora ha a disposizione 350 metri quadri e, soprattutto, spazi personalizzati dedicati ai 16 brand in portafoglio, tra cui M Missoni, Kangra, Mariella Rosati, Andrea Neri, Praio, Martylò, xfect, La Camicia Bianca, Ca’ Vagan, Missoni Accessori e Blumarine Accessories. Il taglio del nastro degli spazi in zona Tortona ha coinciso con il lancio uffciale del servizio messo a punto da Casile & Casile in collaborazione con Codcast Channel, al fne di minimizzare oneri legati a viaggi e spostamenti a carico di aziende e negozianti durante la presentazione delle collezioni o le riunioni di consuntivo stagionale. «Il progetto Fashion Streaming è già operativo con i Paesi dell’Est Europa», racconta Casile, che conta 850 clienti a livello internazionale e realizza il 70% del fatturato oltreconfne. «Bastano una videocamera ad alta defnizione, una linea Adsl o fbra dedicata allo streaming e la collezione diventa fruibile in maniera virtuale anche dai clienti geografcamente più distanti, abbattendo i costi legati agli spostamenti», puntualizza l’imprenditore, che aggiunge: «Immaginate un’azienda che deve fare quattro riunioni l’anno con 40-50 agenti provenienti da tutto il mondo, oppure il cliente di Vladivostok, che su una spesa di 20-30mila euro può risparmiare 2-3mila euro sul viaggio, da reinvestire in ulteriori acquisti». (a.t.) Alessia e Francesco Casile il giorno dell’inaugurazione della showroom Alessia and Francesco Casile at the opening of the showroom

«The sales campaign? Now it’s live streaming» In 2015 Casile&Casile turns 40. An important birthday which Francesco Casile and his daughter Alessia ( now she’s leading the company) celebrated during Milano Moda Donna, unveiling the last two initiatives of the agency: the new showroom in Via Tortona 9 and the “Fashion Streaming” project. The location is a step forward for this agency, which now has 350 square meters and, frst of all, customized spaces for the 16 brands in portfolio, such as M Missoni, Kangra, Mariella Rosati, Andrea Neri, Praio, Martylò, xfect, La Camicia Bianca, Ca’ Vagan, Missoni Accessori and Blumarine Accessories. The showroom was launched at the same time with the new service realised by Casile & Casile in collaboration with Codcast Channel, in order to minimize the duties connected with travels and transfers paid by companies and retailers during the presentation of collections or seasonal fnal meetings. «The Fashion Streaming project is already available since few months with countries of Eastern Europe», tells Casile, who can count on 850 international customers and achieves 70% of its turnover abroad. «We just need a high-defnition camera, an Adsl line or fber used for streaming and the collection is available online even for the farthest customers, lowering the costs related to transfers», says the entrepeneur, who adds: «Let’s imagine a company which needs to hold four meetings every year with 40-50 agents who come from all over the world, or the customer from Vladivostok, who can save, on a cost of 20-30 thousand €, 2-3 thousand € of the journey, so that he can invest the money in other purchases». 42

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I capi di Faustine Steinmetz esposti a Londra Faustine Steinmetz’s models presented in London

Giovani stilisti

Faustine Steinmetz convince Lvmh e Cotton Usa Giunto alla 12esima edizione, il programma di supporto dei giovani talenti da parte di Cotton Usa durante la London Fashion Week ha premiato quest’anno Faustine Steinmetz, designer con un approccio molto personale al suo lavoro, che ha presentato la collezione autunno-inverno 2015/2016 il 21 febbraio alla Somerset House e che sta vivendo un momento d’oro: è entrata infatti nella rosa degli otto fnalisti dell’Lvmh Prize, premio istituito dal gruppo francese, che culminerà in una serata il 22 maggio alla Fondation Louis Vuitton di Parigi. Il vincitore si aggiudicherà una somma di 300mila euro. I responsabili di Cotton Usa hanno avuto futo. «Faustine infonde modernità alle proposte classiche - afferma Stephanie Thiers-Ratcliffe, international marketing manager del marchio del cotone americano - e, grazie anche all’attenzione al dettaglio, propone modelli all’avanguardia, ma destinati a durare nel tempo». Soprattutto, la stilista realizza i capi interamente a mano, utilizzando nel suo studio di Londra un telaio tradizionale. «Per me trendy signifca handmade» dice. Il suo è un curriculum di rilievo: diplomata all’Atelier Chardon Savard di Parigi, completa la formazione nella capitale britannica presso la Central Saint Martins e poi collabora con nomi come Henrik Vibskov e Jeremy Scott, prima di mettersi in proprio nel 2013. (a.b.)

Young designers

Faustine Steinmetz convinces Lvmh and Cotton Usa At its 12nd edition, the supporting program of Cotton Usa for young talents during London Fashion Week awarded this year Faustine Steinmetz, a designer with a very personal approach to her job, who presented her fallwinter 2015/2016 collection last 21 February at Somerset House and who at present is under the spotlight. She has been selected among the eight fnalists of the Lvmh Prize, an initiative of the Lvmh Group, that will stage its fnal event in the Fondation Louis Vuitton in Paris next 22nd May. The winner will receive 300,000 euro. «Faustine Steinmetz is able to interpret the classic items with a touch of modernity - says Stephanie Thiers-Ratcliffe, international marketing manager of the brand of the American cotton -. Thanks also to the extreme attention to details, this fashion designer proposes avantgarde models, conceived to last». Most of all, Faustine’s pieces of clothing are all handmade, with a traditional loom in her atelier in London. «For me trendy means handmade» she declares. Her CV is remarkable: she graduated at Atelier Chardon Savard in Paris, where she was born, and completed her studies at the famous Central Saint Martins in the British capital city, then worked for brands the like of Henrik Vibskov and Jeremy Scott, before starting her own activity in 2013.


business NUOVI PROGETTI «La campagna vendite?

Ora la facciamo in streaming» Nell’anno del suo 40esimo anniversario, Casile & Casile Fashion Group svela la showroom in via Tortona 9 e il nuovo progetto “Fashion streaming” di/by Angela Tovazzi

el 2015 Casile & Casile compie 40 anni. Un compleanno importante che Francesco Casile e la figlia Alessia (oggi alla guida della società) hanno festeggiato durante Milano Moda Donna, svelando le ultime due iniziative dell’agenzia: la nuova showroom di via Tortona 9 e il progetto “Fashion Streaming”. La location rappresenta un ulteriore step nella crescita dello studio di rappresentanze, che ora ha a disposizione 350 metri quadri di superficie espositiva e, soprattutto, spazi personalizzati dedicati ai 16 brand in portafoglio, tra cui M Missoni, Kangra, Mariella Rosati, Andrea Neri, Praio, Martylò, xfect, La Camicia Bianca, Ca’ Vagan, Missoni Accessori e Blumarine Accessories. Il taglio del nastro degli spazi in zona Tortona ha coinciso con il lancio ufficiale del nuovo servizio messo a punto da Casile & Casile in collaborazione con Codcast Channel, al fine di minimizzare oneri legati a viaggi e spostamenti a carico di aziende e negozianti durante la presentazione delle collezioni o le riunioni di consuntivo stagionale. «Il progetto Fashion Streaming è già operativo da qualche mese con i Paesi dell’Est Europa», racconta Casile, che conta 850 clienti a livello internazionale e realizza il 70% del fatturato oltreconfine. «Bastano una videocamera ad alta definizione, una linea Adsl o fibra dedicata allo streaming e la collezione diventa fruibile in maniera virtuale anche dai clienti geograficamente più distanti, abbattendo i costi legati agli spostamenti», dice l’imprenditore, che aggiunge: «Immaginate un’azienda che deve fare quattro riunioni l’anno con 40-50 agenti provenienti da tutto il mondo, oppure il cliente di Vladivostok, che su una spesa di 20-30mila euro può risparmiare

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2-3mila euro sul viaggio da reinvestire in ulteriori acquisti». Però non si potrà toccare con mano i tessuti... «Vero - risponde Casile - ma qualche sacrificio bisognerà pur farlo a favore dell’innovazione». n

Alessia e Francesco Casile il giorno dell’inaugurazione della showroom

«Sales campaign? Now it’s live streaming» In 2015 Casile&Casile turns 40. An important birthday which Francesco Casile and his daughter Alessia ( now she’s leading the company) celebrated during Milano Moda Donna, unveiling the last two initiatives of the agency: the new showroom in Via Tortona 9 and the “Fashion Streaming” project. The location is a step forward for this agency, which now has 350 square meters and, first of all, customized spaces for the 16 brands in portfolio, such as M Missoni, Kangra, Mariella Rosati, Andrea Neri, Praio, Martylò, xfect, La Camicia Bianca, Ca’ Vagan, Missoni Accessori and Blumarine Accessories. The showroom was launched at the same time with the new service realised by Casile & Casile in colla-

Cotton Usa

Occhio a Faustine Steinmetz In the Cotton Usa’s support programme for young talents, the brand awarded Faustine Steinmetz, who creates handmade items.

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iunto alla 12esima edizione, il programma di supporto dei giovani talenti di Cotton Usa durante la London Fashion Week ha premiato stavolta Faustine Steinmetz, che ha presentato la collezione autunno-inverno 2015/2016 il 21 febbraio alla Somerset House. Perché questa scelta? «Faustine infonde modernità alle proposte classiche - afferma Stephanie Thiers-Ratcliffe, international marketing manager del marchio del cotone americano - e grazie anche all’attenzione al dettaglio, propone modelli all’avanguardia, ma destinati a durare nel tempo». Soprattutto, la stilista realizza i capi interamente a mano, utilizzando nel suo studio di Londra un telaio tradizionale. «Per me trendy signifca handmade» dice. Diplomata all’Atelier Chardon Savard di Parigi, Steinmetz ha frequentato la Central Saint Martins e collaborato con nomi come Henrik Vibskov e Jeremy Scott, prima di mettersi in proprio nel 2013. (a.b.)

boration with Codcast Channel, in order to minimize the duties connected with travels and transfers paid by companies and retailers during the presentation of collections or seasonal final meetings. «The Fashion Streaming project is already available since few months with countries of Eastern Europe», tells Casile, who can count on 850 international customers and achieves 70% of its turnover abroad. «We just need a highdefinition camera, an Adsl line or fiber used for streaming and the collection is available online even for the farthest customers, lowering the costs related to transfers», says the entrepeneur, who adds: «Let’s imagine a company which needs to hold four meetings every year with 40-50 agents who come from all over the world, or the customer from Vladivostok, who can save, on a cost of 20-30 thousand €, 2-3 thousand € of the journey, so that he can invest the money in other purchases». But you can’t touch the fabrics…«It’s true, answers - but we need to make sacrifices on favor of innovation». n


business news Momonì e Attic and Barn

Opening imminenti a Firenze e Roma Importante piano retail per Momonì e Attic and Barn, i due brand di abbigliamento femminile in capo alla Nyky di Alessandro e Michela Biasotto. Di recente è stato inaugurato un monomarca a Treviso, che si è aggiunto a quelli di Padova, Verona, Vicenza, Bologna, Milano e Parigi. Ad aprile sarà la volta di Firenze, in via degli Agli, e a maggio toccherà a Roma, in via Due Macelli. Spazi contraddistinti dall’insegna Maison Momonì, dove sono vendute entrambe le collezioni. Un network corroborato dai 160 clienti wholesale di Momonì e dai 200 di Attic and Barn. Sempre in Italia, a Milano, è stata aperta di recente una showroom in via Archimede. Per il futuro si punta a fare il bis a Milano, con una seconda boutique dopo quella di corso Como, e a Parigi, con un nuovo punto vendita oltre a quello di rue Etienne Marcel. Si pianifca inoltre l’esordio a Barcellona e Londra. Nuova linfa per la presenza oltreconfne delle due etichette, che realizzano all’estero il 50% del giro di affari. In attesa di spiccare il volo per la Cina. (c.me.) Proposte di Momonì (a sinistra) e Attic and Barn per l’autunno-inverno 2015/2016 Momonì (on the left) and Attic and Barn pieces for Fall-Winter 2015/2016

Upcoming openings in Florence and Rome Momonì and Attic and Barn, Nyky brands created by Alessandro and Michela Biasotto, are focusing on retail. They recently opened a new monobrand store in Treviso, in addition to the current boutiques in Padua, Verona, Vicenza, Bologna, Milan and Paris. In April, it will be Florence’s turn, in via degli Agli, then Rome will get its chance in May in Via Due Macelli. These new retail spaces have the same distinct character as the other ones, called Maison Momonì, where both of the collections produced by Nyky are sold. Nyky has a strong network of 160 Momonì wholesalers and 200 Attic and Barn wholesalers. Also in Italy, it recently opened a showroom in Milan’s via Archimede. In addition to the current boutique in corso Como, the Biasottos are going to open a second in Milan and yet another in Paris, in addition to the existing boutique in rue Etienne Marcel. They are expanding even further, preparing the launch of boutiques in Barcelona and London. New retail venues that will strengthen the international presence of these two labels, that now realize 50% of the turnover abroad. Next stop, China.

Piazza Sempione

Milano, apripista del piano retail Oggi nell’orbita del gruppo Sinv, Piazza Sempione punta all’esordio nel retail. «Vogliamo aprire una vetrina a Milano entro il 2016 - rivela Sandra Spinacè, direttore generale di Sinv e a.d. del brand -. Valutiamo location nel Quadrilatero, con un occhio anche a Brera. Nel frattempo è al vaglio un’operazione di brand extension con le borse». «Il consumatore mostra di essere affezionato a un marchio che, fra i plus, vanta una produzione made in Italy al 100% - prosegue -. Gli Usa continuano a essere il principale mercato, con oltre il 50% del turnover, seguiti da Inghilterra e Germania. E ora puntiamo a crescere anche in altri mercati». (c.me.)

A Milan retail pioneer Now part of Sinv group, Piazza Sempione is betting on retail. «We want to open a boutique in Milan by 2016 - says Sinv coo and Piazza Sempione ceo, Sandra Spinacè - and we are considering locations in Quadrilatero, as well as in Brera. In the meantime, we’re considering brand extension with a line of handbags. Consumers are showing appreciation for a brand that, among other advantages, boasts 100% made in Italy production», she adds. «The US continues to be our largest market, representing 50% of turnover, followed by England and Germany. And we’d now like to expand into other markets».

Janet & Janet

Gli Stati Uniti nel mirino Con un fatturato realizzato per il 30% all’estero, il brand di calzature Janet&Janet e Janet Sport hanno un forte potenziale di crescita oltreconfne. «Lo scorso anno abbiamo chiuso un accordo di distribuzione per Hong Kong e la Cina e ci accingiamo ad affrontare gli Stati Uniti», racconta Monica Ricci, titolare e responsabile vendite e comunicazione di A&G Calzaturifcio, cui fanno capo le label. L’azienda è impegnata in un processo di upgrading, che ha comportato un totale restyling della forza vendita: «L’obiettivo è affancare agli specialisti di calzature punti vendita di abbigliamento e lifestyle». (c.me.)

Eyes on the United States With 30% of its sales generated abroad, the Janet&Janet and Janet Sport shoeware brands have strong potential for growth overseas. “Last year we concluded a distribution agreement for Hong Kong and China, and now we have our sights set on the United States,” explains Monica Ricci, owner and sales and communication director of A&G Calzaturifcio, which owns the labels. The company is in the process of an upgrade, which includes a total restyling of the sales distribution. “The goal is to pair the shoe specialists with clothing and lifestyle sales points.”

Dondup

«Things are looking up»

«Si torna a pensare positivo»

Dondup president and ceo, Massimo Berloni foresees a 6% increase in turnover to 60 million euros for the fscal year ending in April, 30% of which represent exports, up by 8%. «In Italy, we sustained a 10% increase with our pre-fall sales campaign whilst our customer base remained the same - he explains - and we anticipate another 18% increase in the next fscal year». The company is now planning to open a second store in Moscow and yet another in Milan, and anticipating a new one in Rome as well. As for Asia, Dondup is about to conclude a contract with a partner for distribution in China, Japan, Korea, India and Singapore. Brand extension is continuing as well with footwear. Handbags will follow.

Massimo Berloni, presidente e a.d. di Dondup, prevede per il fscal year in chiusura ad aprile un’evoluzione dei ricavi del 6%, a quota 60 milioni di euro, di cui il 30% rappresentati dall’export, in progress dell’8%. «In Italia siamo cresciuti del 10% con la campagna vendite della prefall, a parità di clienti - spiega -. Le aspettative per il prossimo anno fscale sono di evolvere del 18%». L’azienda è in procinto di inaugurare una seconda vetrina a Mosca e una seconda a Milano, in attesa del debutto a Roma. In Asia si sta per concludere un accordo con un partner distributivo per Cina, Giappone, Corea, India e Singapore. Prosegue la brand extension: dopo le calzature, arriveranno le borse. (c.me.)

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business trade fairs La maglieria made in Italy di Marisamonti in passerella a Cpm e un outft dell’autunno-inverno 2015/2016 di Sarabanda, brand italiano del childrenswear presente all’interno di Cpm Kids

CPMeiLMerCatOrUssO

Un’ottica

Made in Italy knitwear of Marisamonti on stage at Cpm and an outft for autumn-winter 2015/2016 of Sarabanda, Italian brand of children’s wear at Cpm Kids

di lungo periodo Il salone della moda di Mosca registra cali ma conferma la sua validità, soprattutto per il prodotto italiano, sempre molto apprezzato dai buyer della regione. Le potenzialità a lungo termine del mercato russo rimangono intatte di /by Elena Azzola

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n oggettivo calo nel numero di collezioni presentate (1.100 contro le 1.600 di un anno fa) e in quello di visitatori intervenuti (16.100 contro 19.850) c’è stato. Tuttavia, la recente edizione di Cpm di Mosca - il salone della moda più importante dell’Europa dell’Est - ha mantenuto la sua validità, soprattutto per le aziende italiane, presenti all’evento con 225 marchi, schierati nell’area Italian Fashion, coordinata da Emi. Il mercato russo è più che mai al centro dell’attenzione degli operatori. Nei primi 11 mesi del 2014 le esportazioni verso il Paese sono calate del 12,2%. Un dato che fa riflettere, considerato che la Russia si colloca al terzo posto fra le destinazioni di sbocco del fashion made in Italy, dopo Francia e Germania. Dopo la crisi del 2009, l’export di tessile-moda italiano era progressivamente aumentato verso la nazione cerniera tra Europa e Asia. Nel 2013, in particolare, aveva sfiorato il miliardo e mezzo di euro, segnando una crescita del 4,4% sull’anno precedente. Nel 2014 la secca battuta d’arresto, con il pesante -12,2%, da mettere in stretta correlazione con la crisi del rublo e lo sfavorevole tasso di cambio con l’euro. Eppure Cpm è stato tutt’altro che una disfatta. «I buyer intervenuti hanno confermato i volumi di acquisto della precedente edizione 44

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e dimostrato che l’attenzione verso il prodotto italiano è sempre alta», afferma Gianfranco Di Natale, direttore generale di Smi, che insieme al Centro di Firenze per la Moda Italiana dà vita a Emi. Sicuramente le potenzialità a lungo termine rimangono intatte. Uno studio presentato da Smi stima che nel 2019 ci saranno in Russia 5,4 milioni di ricchi in più (individui con reddito pro capite di almeno 30mila dollari), con un tasso di sviluppo secondo solo a Cina, India, Stati Uniti, Brasile e Messico. E se si considera che i russi sono già nostri buoni clienti e grandi estimatori del made in Italy non serve spiegare le ragioni per continuare a investire su questo Paese. n

A long-term perspective There was an objective decrease of the shown collections (1,100 vs 1,600 a year ago) and of visitors (16,100 vs 19,850) at Cpm in Moscow. However the last edition of the most important fair in the Eastern Europe reaffirmed its value, especially for the Italian companies, which were at the fair with 225 brands, exhibited in the Italian Fashion area, coordinated by Emi. Now, more than ever, fashion insiders are focusing on the Russian market. In the first 11 months of 2014

export towards the country decreased by 12,2 %. A very significant fact, considering that Russia ranked third after France and Germany among the destinations of fashion made in Italy. After the crisis in 2009, the Italian textile-fashion export had progressively increased towards the country that links Europe and Asia. Especially in 2013 export amounted about a million and a half euro, marking an increase by 4,4% compared with the previous year. In 2014 a serious setback, with the heavy -12,2%, due to rouble crisis and unfavourable rouble/euro exchange rates. Nevertheless Cpm was fairly satisfying. «The buyers at the fair confirmed the purchasing volumes of the last edition and proved that the focus is still high on the Italian products», asserts Gianfranco Di Natale, Smi general manager, who with Centro di Firenze per la Moda Italiana ( Florence Centre for Italian Fashion) created Emi. No doubt that long-term opportunities are kept intact. A study presented by Smi assesses that in 2019 in Russia there will be +5,4 million of rich people (with per capita income of at least 30 thousand $), with a rate of development second only to China, India, USA, Brasil and Mexico. And thinking about Russians as our good customers and huge admirers of made in Italy, it is clear that we should n keep on investing in this country.




business PELLICCErIa Il fnale della Italian Fur Fashion Night, a Palazzo Serbelloni di Milano in occasione del salone Mifur The fnal of the Italian Fur Fashion Night, at Palazzo Serbelloni in Milan during the Mifur exhibition

C’è tutto un mondo intorno alla Russia Crisi, ma anche opportunità: l’impasse di Russia e Ucraina, che ha impattato sia sul settore della pellicceria sia sul Mifur, salone che lo rappresenta, porta la rassegna e gli imprenditori a studiare nuove strategie sui mercati internazionali di /by Alessandra Bigotta

T

utte, o quasi, export oriented, spesso con un focus importante sull’ex Urss, le aziende presenti alla scorsa edizione del Mifur (salone della pellicceria e della pelle, a Fiera Milano Rho dal 3 al 6 marzo) devono ricalibrare le proprie strategie sui mutati scenari internazionali. Secondo le stime di PWC Advisory SpA per l’associazione di categoria Aip, nel 2014 le esportazioni di pellicce made in Italy in Russia e Ucraina sarebbero calate rispettivamente del 29% e del 57%, mentre la rassegna ha incassato un -34,74% e un -13,25% di presenze da questi territori. Ma il numero uno della manifestazione, Norberto Albertalli, non si perde d’animo: «I buyer dell’alto di gamma - dice - sono venuti tutti, pur acquistando con budget diversi rispetto agli anni passati. Ma questo era prevedibile». La parola d’ordine, sull’ex Unione Sovietica, è “wait and see”. Intanto si sondano nuovi mercati di sbocco, sia per il salone («Pensiamo a iniziative di comunicazione e promozione in Paesi come l’Azerbaijan e gli Usa», anticipa Albertalli), sia per i brand, che guardano soprattutto al Far East come nuova terra promessa, cercando di intercettare i gusti degli orientali, e non solo, con proposte in sintonia con i loro gusti. n

There’s a whole new world outside of Russia All, or almost all, export-oriented and mostly focused on the former USSR, the companies attending the latest Mifur International Fur and Leather Exhibition (at Fiera Milano Rho the 3rd to 6th March) are forced to recalibrate their strategies, in light of changing international market scenarios. According to PWC Advisory SpA and the Italian AIP fur association estimates, Made in Italy leather exports to Russia and the Ukraine fell by 29% and 57% respectively in 2014, while the attendance to the Milanese tradeshow actually sustained 34.74% and 13.25% drops in those regions. However, Mifur president, Norberto Albertalli, is not discouraged. «The top-of-the-range buyers - he says - attended the event. They just had smaller budgets in comparison with prior years, which was to be expected». The catchphrase for the former Soviet Union is “wait and see”. Meanwhile, new markets are being explored, both for the tradeshow («We’re considering promotional initiatives in countries like Azerbaijan and the U.S.» Albertalli says) and the brands, which are looking primarily at Asia as the new promised land and making efforts to capture the n tastes of Asian customers and others indeed.

Norberto Albertalli, presidente di Mifur: la manifestazione milanese ha chiuso i battenti con 10.102 visitatori

Norberto Albertalli, president of Mifur: the fair ended with 10.102 visitors

Italian furs 2014 Facts and figures

Production

1.5 billion euro (-2%) (retail value)

892 million euro (-3,7%) (wholesale value)

617 million euro (-7,4%) (façon value)

Fonte/Source: PWC Advisory SpA for AIP

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business PELLICCErIa

New furs

fall-winter 2015/2016 Diego M

primo monomarca a milano Anche se l’80% circa del fatturato di Diego M viene realizzato all’estero, il brand di total look, con la pelliccia come core business, sceglie Milano per il suo primo monomarca. «Lo inauguriamo in aprile in corso Venezia 8 - informa Manuela Bortolameolli -. Sarà uno spazio di circa 160 metri quadri su due livelli, cui ne seguiranno altri: le prossime destinazioni potrebbero essere Roma, Dubai e Parigi». Tra i mercati stranieri, il primo posto per Diego M è occupato dalla Russia, seguita da Italia ed Europa. Prospettive si aprono in Cina, dove fnalmente è stato possibile registrare il marchio, e negli Usa, con l’idea di avviare in futuro una showroom a New York.

the firSt Single-brand boutique on corSo venezia in milan Although about 80% of Diego M revenues come from abroad, the total look brand, with fur items as a core business, chooses Milan for its frst single-brand boutique. «We are opening in April in corso Venezia 8 - says Manuela Bortolameolli -. The store will extend on about 160 square metres on two levels. Other new boutiques will be opened soon in places such as Rome, Dubai and Paris». The frst foreign market for Diego M is Russia, followed by Italy and the rest of Europe. New market opportunities are now opening in China, where the brand can fnally be trademarked, and in the U.S., where the dream of a New York showroom could, sooner or later, become reality.

Pajaro

FaBIo GaVaZZI

Sono quattro i filoni individuati dal team di Mifur per le pellicce dell’inverno 2016: “Coloured dream”, all’insegna di cromatismi inediti e materiali diversi abbinati tra loro, “Urban run”, un omaggio alla sport couture, “Nordic underground”, sinonimo di pulizia di linee e volumi basici e “Night-light”, con tanto nero, ma anche pennellate d’oro e colori al neon.

The team of the Mifur tradeshow has identifed four categories for furs of fall-winter 2015/2016: “Coloured Dream”, featuring unique colour and fabric combinations, “Urban Run”, a nod to sports couture, “Nordic Underground”, synonymous with sleek lines and basic shapes and, last but not least, “Night-light”, in black with gold accents and neon colours.

Giuliana Teso

le candy fur piacciono agli orientali Nella collezione esposta al Mifur, Giuliana Teso ha presentato una gamma “hippy chic” in visone, volpe e montone (tra cui il poncho in questo materiale, con un prezzo sell in di 3 mila euro), per conquistare la clientela più trendy. Puntano invece ai mercati del Far East i modelli “candy” in colori pastello, «fatti ad hoc per le thailandesi, le cinesi e le coreane» spiega la sales manager Marzia Sabbadino, che anticipa l’intenzione del brand di organizzare trunk show e altri eventi in questi territori ricchi di opportunità.

the candy furS that aSianS love In its collection for Mifur, Giuliana Teso presents a “hippy chic” fur range in mink, fox and shearling (with a poncho at 3 thousand euros, sell in price) for customers who follow the latest fashion trends. The Asian markets is targeted with the “candy” furs in pastel colours, «that we made especially for Thai, Chinese and Korean customers» says sales manager Marzia Sabbadino. Trunk shows and other events will be organised in such areas, rich with opportunity for the brand. 48

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Per i 50 anni di collaborazione tra Karl Lagerfeld e Fendi, a luglio la griffe presenta a Parigi l’haute fourrure Fifty years together: to celebrate this anniversary, Fendi and Karl Lagerfeld will stage its haute fourrure next July in Paris

MartylÒ


Remix

Yusuf sbaraglia tutti Arriva dalla Turchia il vincitore di Remix, la sflataevento organizzata alla Pelota di Milano il 4 marzo durante il Mifur. Yusuf Kalem (nella foto un suo modello), laureato alla Yeditepe University e con un master all’Istituto Marangoni, ha sbaragliato gli altri 11 fnalisti del contest, volto a individuare i più promettenti new designer della pellicceria. Seconda la fnlandese Shopie SŠlekari, diplomata in Fashion and Clothing Design alla Aalto University di Helsinki. Terzo, l’italiano Lorenzo Sisi, ex allievo dello Ied e vincitore a luglio della sezione “fur” al Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti.

Yusuf smites the competition XuoDouX

GIaNFraNco FerrÉ FurS

Dellera

rINDI

The winner of the Remix fashion show-event, held at La Pelota in Milan on 4th March during Mifur, comes from Turkey. With a bachelor’s degree from Yeditepe University and a master at Istituto Marangoni, Yusuf Kalem (in the picture, a model) defeated 11 fnalists in this competition for the most promising new fur fashion designers. With a bachelor in fashion and clothing design from Aalto University in Helsinki, Finnish Shopie SŠlekari placed second. Italian Lorenzo Sisi, former IED student and winner of the fur category within the Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti last July, placed third.

Un nuovo libro Simonetta Ravizza

Sui campi da Sci con zero Ski e momodeSign Ispirata allo stile boho-chic della cantante Carly Symon, la collezione inverno 2016 di Simonetta Ravizza si arricchisce di una capsule per la montagna, in cui i capi abbinano alla pelliccia i tessuti tecnici, con il motivo del focco di neve stampato sul kid e sul visone. Non mancano gli sci - realizzati da Zero Ski, con procedure che richiedono circa 12 ore di lavoro, contro la mezz’ora necessaria per un paio di sci classici - e con i caschi affdati a Momodesign. (an.bi.)

on the Ski SlopeS with zero Ski and momodeSign Inspired by the Boho chic style of the singer Carly Simon, the Simonetta Ravizza winter 2016 collection includes a capsule collection for the ski slopes, with pieces combining fur and techno fabrics, and snowfake-patterned kid and mink furs. The collection also offers Momodesign helmets and Zero Ski skis, which require about 12 hours to fabricate as opposed to the half hour for a pair of traditional skis.

Fashion is...Furever Il gioco di parole calza a pennello: in occasione di un anniversario importante, i 20 anni del salone Mifur, esce il volume celebrativo Furever, su progetto di Elena Salvaneschi e con testi di Fabiana Giacomotti. Un omaggio a un salone che, come sottolinea nella prefazione Norberto Albertalli, presidente di Mifur, è «il palcoscenico di un’evoluzione», quella della pellicceria, da status symbol a laboratorio di nuove tendenze.

Fashion is...Furever The pun is perfect: to celebrate the momentous 20-year anniversary of the Mifur exhibition, the Furever book, a project by Elena Salvaneschi with texts by Fabiana Giacomotti, has been published. A tribute to a tradefair that, as Mifur president Norberto Albertalli puts it in the foreword, is the «the platform for changing» for fur, once upon a time a status symbol and now a workshop of new trends. 18_03_2015

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trend sfilate

MARNI

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fall-winter 2015/2016

a new

energy di/by Angela Tovazzi

A Milano Moda Donna da tempo non si respirava un’energia così positiva. Non solo per l’atmosfera pre-Expo, ma soprattutto per il grande lavoro fatto sulle collezioni. Che hanno vinto la prova più difficile: rimanere coerenti con il proprio heritage e dna distintivo, lasciandosi permeare dal futuro e dai nuovi linguaggi del pubblico 3.0. È successo con l’attesa sfilata di Gucci, che ha affidato ad Alessandro Michele l’operazione di rottura con il passato, giocata attraverso divertissement dialettici tra maschile e femminile, contaminazioni fra gusto rétro e flash futuristici, frizioni tra diverse texture. Ma soprattutto con Prada, una delle sfilate più immaginifiche della fashion week, la cui mission iconoclasta ha sfornato un’ironica ladylike degli anni Sessanta scevra da qualsiasi perbenismo, vestita con stucchevoli tinte confetto, quasi sintetiche, emblema di un «glamour Ogm», come l’ha definito la stilista. Fendi ha centrato il bersaglio con una collezione di forte impatto, pulita e audace nelle linee, ricca nei virtuosismi materici, mentre Marni ha convinto con una donna volitiva e cerebrale, una moderna amazzone urbana, mettendo in campo superfici ruvide, orli tagliati al vivo, strati di tessuto che si incontrano e scontrano. Plauso generale per Dolce&Gabbana, che hanno giocato la carta affettiva della ìmamma”, con mise ultrafemminili e toni pastellati. Sotto i riflettori di Parigi, i nostri connazionali Chiuri-Piccioli per Valentino si sono misurati con una collezione di grande vis evocativa, poesia pura, sintesi calibrata tra il decorativismo e l’opulenza delle lavorazioni e la semplicità delle linee. Tra i protagonisti nella Ville Lumière, il futuro stilista di Versus, Anthony Vaccarello, che ha dato prova della sua verve rockeggiante con silhouette mini attraversate da incisioni cut-out, tagli asimmetrici e motivi ricorrenti di stelle. Applauditissima la première di John Galliano per Maison Margiela. Buone le prove anche di Riccardo Tisci per Givenchy, con le sue modelle a metà strada tra chola girl e dame vittoriane, e di Hedi Slimane per Saint Laurent, che ha vestito le proprie cattive ragazze con gonnelline di tulle, chiodo e pelliccia effetto flea market. Eighties oriented, ma ultracontemporanee. A wind of positive energy is back again at Milano Moda Donna. Not only because of pre-Expo atmosphere, but mainly because of the huge work on collections. They won the most difficult challenge: be coherent with their own roots and heritage, getting influenced by future and new languages of 3.0 public. This happened with the awaited Gucci catwalk, designed by Alessandro Michele, who broke with the past through dialectic divertissements between male and female, vintage and futuristic influences, matches with different textures. But especially with Prada, one of the most imaginative fashion week catwalks, whom iconoclast mission created an ironic ‘60s ladylike free from any kind of righteousness, dressed with sickening sugared shades, almost synthetic, “Gmo glamour” emblem, as the designer defined it. Fendi offered a high impact and clean collection, brave in forms and rich in material virtuosities. Marni, instead, convinced us with a determined and intelligent woman, a modern urban amazon, using rough surfaces, raw-cut edges, fabric layers which match and crash. Standing ovation for Dolce&Gabbana, who won with the “mom” characterized by ultra female forms and pastel colours. In Paris our compatriots Chiuri-Piccioli for Valentino showed an evocative collection, pure poetry, a perfect blend between decorativism, manufacturing opulence and simplicity of forms. A main role in Paris was played by the new Versus designer, Anthony Vaccarello, who created a rock collection characterized by mini silhouettes with cut out etchings, asymmetrical cuts and star motifs. Great was John Galliano première too at Maison Margiela. Good was Riccardo Tisci for Givenchy with his models, between chola girls and Victorian dames, and Hedi Slimane for Saint Laurent, who dressed his mean girls with tulle skirts, studded jackets and flea market furs. Eighties oriented, but ultra modern.

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trend sfilate

HERMÈS

MSGM

miu miu

#Chromotherapy Dal verde al giallo, dal rosso al blu elettrico, dal fucsia all’arancione: il prossimo inverno è a colori. Ultrastrong.

From green to yellow, from red to electric blue, from fuchsia to orange: the next winter is made of ultra strong colours.

CHRISTIAN DIOR

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BYBLOS

ICEBERG

VERSACE


BLUGIRL

ROBERTO CAVALLI

MARIO DICE

FRANCESCO SCOGNAMIGLIO

ALBERTA FERRETTI

LA PERLA

#full transparenCy La seduzione non ha mezze misure: la sera si (s)veste di pizzi e tulle, con long e mini dress che non lasciano spazio all’immaginazione. GUCCI

Seduction knows no moderation: in the evening lace and tulle with long and mini sexy dresses. 18_03_2015

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trend sfilate

GIAMBATTISTA VALLI

SACAI

JIL SANDER

#playfur La pelliccia, nella sua versione pi• audace e giocosa: anche come gonna e divertissement colorato, su tubini e classici tailleur.

Daring and bold fur: as skirt and coloured divertissement, on sheath dresses and classic suits.

MARNI

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ERMANNO SCERVINO

GABRIELE COLANGELO

VIVETTA


Menghi Shoes & Co srl - Loreto (An) Italy - tel. +39 071 978809 - www.menghishoes.com


trend sfilate

BOTTEGA VENETA

MARCO DE VINCENZO

ELISABETTA FRANCHI

#Capes & Co. Mantelle, cappe e tabarri conquistano il podio dei capispalla, con forme a guscio e squadrate oppure lunghe e avvolgenti. Confortevoli e iperprotettivi.

Cloacks and capes as outerwears, with shell form and squared or long and enveloping. Comfortable and ultra protective.

EMPORIO ARMANI

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DSQUARED2

LES COPAINS

GENNY


#leather eVolutIon Lavorata a pieghe, traforata, laserata, la pelle si conferma materiale hit di stagione, base per il tradizionale capospalla ma anche per dress e jumpsuit.

Hit material in this season is the leather: folding, pierced and laminated. Used for the traditional outerwear, but also for dresses and jumpsuits.

JUNYA WATANABE

SALVATORE FERRAGAMO

COSTUME NATIONAL

FENDI

TOD’S

MUGLER

TRUSSARDI

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trend sfilate #CanDy shop Pink ÒBig BabolÓ, verde acqua e menta, rosa confetto: golosi e zuccherosi, i candy colour addolciscono pellicce, pull e tailleur maschili.

ÒBig BabolÓ pink, aqua green and mint, baby pink: delicious and sugarlicious, the candy colours make furs, pulls and male suits sweeter.

GIORGIO ARMANI

PRADA

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PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI

N. 21

MAX MARA

MISSONI

DOLCE&GABBANA


ANTONIO MARRAS

STELLA JEAN

EMILIO PUCCI

#teXture allure Ricami in 3D, increspature, giochi materici a rilievo, stampe sofsticate per le creazioni più sperimentali, che strizzano l’occhio all’haute couture.

3D embroideries, pleatings, material games in relief, elegant prints for the most experimental creations, which yearn for haute couture.

Issey MIyake

VALENTINO

Maison Margiela

ETRO

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trend sfilate

PhiliPP Plein

MOSCHINO

ANTHONY VACCARELLO

#eIGhtIes Glam Echi anni Ottanta nelle mise pi• esplosive: supermini aderenti o foderate di tulle, caban dorati, pantaloni di pelle, glitter colorati e chiodo d’ordinanza.

Eighties inspirations in the most explosive looks: super tight mini skirts or covered with tulle, golden cabans, leather pants, coloured glitters and studded jackets.

VERSACE

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SAINT LAURENT

AU JOUR LE JOUR

FAUSTO PUGLISI


promotion

Il made in Italy di tendenza pronto a conquistare il mondo

SS/15 ADV CAMPAIGN WITH MODEL MARIANA BRAGA

Kor@Kor è un progetto a tutto tondo, basato su stile all’avanguardia ed esclusività made in Italy. Obiettivo: conquistare i maggiori mercati internazionali.

FW15/16 NEW COLLECTION

SS/15 KOR@KOR GIRLS ADV CAMPAIGN

I

l marchio Kor@Kor nasce nel 2012 per iniziativa di Ciro e Luigi Murolo, titolari di Milano Fashion, realtà in ascesa nel panorama moda italiano, con una forte vocazione internazionale. Con solide competenze, acquisite in oltre 30 anni di attività nel mondo del fashion, i due imprenditori hanno messo a punto un progetto, basato su stile all’avanguardia ed esclusività made in Italy. Ricerca, innovazione, cura minuziosa dei particolari e un’ampia gamma di proposte caratterizzano Kor@Kor, linea di affordable luxury, il cui target sono donne dai 20 ai 40 anni, esigenti e contemporary-chic. Per intercettare i loro gusti Kor@Kor parte da un accurato studio dei trend e punta con decisione sul made in Italy, che caratterizza tutte le fasi della catena produttiva, dalla scelta dei tessuti, alla creatività, fno ad arrivare alla manifattura dei capi. L’azienda, forte di questi valori, mira a conquistare i maggiori mercati internazionali. Attraverso una rete commerciale dedicata, le collezioni Kor@Kor saranno distribuite nelle migliori boutique, nei department store e in selezionati siti di e-commerce in Italia e nel mondo, oltre che nei monomarca Kor@Kor, già presenti in location di prestigio, come via Filangieri a Napoli. La brand awareness è in crescita grazie a mirate strategie di marketing, sia offine che online. Il sito korakor.it, ad esempio, è stato studiato per valorizzare l’universo del marchio e dialogare con fashion lover e professonisti della moda. Particolarmente azzeccata anche la campagna pubblicitaria della primavera-estate 2015. Il glamour e lo spirito cosmopolita del brand sono stati interpretati da tre bellissime modelle di nazionalità diverse: la brasiliana Mariana Braga, la vietnamita Khieu Thi Huyen Trang e l’estone Triin Villemsaar. Kor@Kor ha presentato la nuova collezione autunnoinverno 2015/2016 al salone Who’s Next di Parigi, ottenendo un ottimo riscontro. Il progetto si completa con Kor@Kor Girls, linea di childrenswear dedicata alle bambine dai 4 ai 16 anni.

FW15/16 NEW COLLECTION

MILANO FASHION SRL Piazza della Repubblica, 30 20124 Milano Tel +39 02 92 14 04 00 www.korakor.it Kor@Kor | Kor@Kor GIRLS Facebook: Kor@Kor Instagram: Korakor_official


ph/paolostefano.com

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Italia


trend PRESENTAZIONI

Portrait of a

woman Il glamour, oltre le passerelle, ha un appeal diverso: parla di una donna che affronta il day by day con dinamismo e concretezza, facendo propri i trend piĂš attuali

Away from the catwalks, glamour is a totally different concept. It’s a woman who goes about her day-to-day business with dynamism and strength, putting her own stamp on current trends di/by Elisabetta Fabbri e Carla Mercurio

jucca

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trend PRESENTAZIONI

annie p

drome

SPORTY CHIC MIX Over pant tagliati al polpaccio, gonne pantalone, bermuda baggy o un po’ marinareschi: fondamentali in città, mai anonimi. Calf cut over pants, trouser skirts, bermuda or sailors’ baggies: necessary in the city and never impersonal.

serapian

malìparmi

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pignarea

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alessia xoccato


NATHALIE TRAD

at.p.co

de siena

gauchère

3D ManIa Stampe con effetti tridimensionali, tessuti in rilievo, clutch scolpite, sneaker operate. Parola d’ordine: ÇA me gli occhi, pleaseÈ. 3D effects prints, fabrics in relief, etched clutches, operated sneakers. Password: «Look at me, please».

mario valentino

k-way

ruco line

tatras

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trend PRESENTAZIONI

desa 1972

HERMÈS

LANIFICIO COLOMBO

abOuT a JaCkET Un po’ Audrey, un po’ Grace, ma anche tanto Greta: la little jacket sperimenta declinazioni diverse. Sempre in chiave di raffnatezza. The spirit of Audrey, Grace and Greta oozes from the little jacket. Available in a variety of different colours but always impeccably elegant.

NENETTE

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TAGLIATORE

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BLUBIANCO


KOR@KOR

THE bIg CHIll Pellicce calde come soffci bozzoli e tanti parka a prova di gelo sono lo scudo inviolabile contro i climi più rigidi. Warm furs like fluffy cocoons and chill-proof parkas provide you with an infallible shield against even the most extreme weather conditions.

XXXXXXXXX LES ÉCLAIRES

TRICOT CHIC

holubar

SPIEWAK

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trend PRESENTAZIONI

EAN 13

MarcoBologna

EVEnIng glaM Dopo una giornata scandita da ritmi frenetici, di sera arriva il momento di sfoderare il sex appeal. Senza paura di osare. GRETA CONSTANTINE

After a day spent working at 100mph, evening is the perfect time to show off your sex appeal. Dare to be daring.

RAYNE

luxury fashion

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ALAIN TONDOWSKI

PARAH


JIJIL

manuel facchini

BRAINTROPY

LISA C

JOSEPH RIBKOFF

gianmarco Lorenzi

BEATRICE B

ElEna GhisEllini

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trend PRESENTAZIONI

GAZĂˆL

ROBERTO COLLINA

COMFORT In THE CITY Cappotti e trench regalano un morbido abbraccio, complici i volumi oversize e i tessuti avvolgenti. Per un urban style in chiave avant-garde. Overcoats and trenches wrap you up in the softest of embraces thanks to the oversized design and cosy fabrics. An avant-gardiste urban style.

rosso35

TEIJA

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KATIA G.


#LOVEMYCOTTON Purity. Quality. Responsibility. Find out more at cottonusa.it


trend saloni

Idee, curiosità, spunti creativi colti ai saloni Mido, Mipap, Super e White

Ideas, curious products, creative ideas caught at Mido, Mipap, Super and White fairs di /by elena azzola, elisabetta Fabbri e angela Tovazzi

Marianna CiMini

White

Originaria della costiera Amalftana, ex studente Marangoni con esperienze in Max Mara e Fay, Marianna Cimini lancia la sua linea nel 2012, lo stesso anno in cui rientra tra i fnalisti del contest next Generation. La sua è una linea di sportswear-chic, rigorosa nei tagli ma giocosa nell’accostamento dei materiali. Realizzata a Milano, con prezzi sell in che vanno da un massimo di 240 € nell’outerwear ai 50 € per le T-shirt, la si può visionare in uno spazio dedicato, in via Varese 4. Stemming from the Amalf Coast, ex Marangoni student with experiences in Max Mara and Fay, Marianna Cimini launched her collection in 2012, when she was one of Next Generation’s fnalists. The sportswear-chic collection is accurate according to the cuts but playful in its colour blending. The collection made in Milan has sell in prices between 240 € (outerwear) and 50 € (T-shirts). For a preview: via Varese 4, Milan.

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Phofo by Davide Vagni

attenti a quei brand


Mido

BurBerry eyewear Burberry Gabardine è un occhiale da sole femminile dalla forma tonda oversize in acetato e aste dall’originale lavorazione drappeggiata in metallo color oro. Indossato da naomi Campbell nella campagna Burberry della primavera-estate 2015, è disponibile sul sito burberry.com, nelle boutique della griffe e presso i rivenditori autorizzati in tutto il mondo da aprile 2015, al prezzo retail di 232 €. Burberry Gabardine is a female rounded acetate eyewear with arms characterized by a particular gold metal draped manufacturing. Naomi Campbell wore them during Burberry spring-summer 2015 campaign and they are available on the website burberry. com, in the Burberry boutiques and all over the world in the authorised retailers from April 2015. Retail price: 232 €.

Super

Tagliati e cuciti a mano da artigiani toscani, i capi della collezione - tra photo collage e digital art - parlano della passione della designer Diletta Cateni per il viaggio, espressa anche nel suo blog. Con prezzi sell in compresi tra 79 e 220 €, l’offerta invernale è disponibile presso la showroom elisa Gaito di Milano e in un network di 70 negozi italiani ed esteri.

Super

Charline De luCa Charline De luca lancia la sua collezione nel 2012. Dopo aver vinto who’s On next? per gli accessori, una sua calzatura viene scelta per la mostra “Shoe Obsession” al Fit Museum di New York. Oggi la linea è distribuita con prezzi medi sell in intorno ai 190 € in una trentina di negozi internazionali, tra cui da la Vetrina di Beryl a Milano e Penelope a Brescia.

BarBara alan I due creativi britannici che disegnano la label Barbara alan la defniscono con cinque sostantivi: modernità, ricerca, anticonformismo, creatività e unicità. In ogni collezione inventano nuove forme e costruzioni riducendole all’essenziale. Con la linea fall-winter 2015/16 cercano un punto d’incontro tra due contrasti: rigidità e fuidità.

Lapite

Hand-cut and sewn by Tuscan craftsmen, the items – between photo collage and digital art – express passion for travelling of the designer Diletta Cateni- shown in her blog too. With sell in prices between 79- 220 €, the winter offer is available in Elisa Gaito showroom in Milan and in a network of 70 Italian and foreign stores.

White

Ph. Nicholas

DileTTa CaTeni is The arTisTylisT

The British design duo Barbara Alan describes the brand with fve nouns: modern, research, unconventional, creation and uniqueness. In every collection there are new forms and constructions reduced to essential. With the fall-winter 2015-2016 collection they are looking for a meeting point between two opposites: rigidity and fuidity.

Charline De Luca launched her collection in 2012. After having won Who’s on next? For accessories, one of her shoes was selected for the exhibition “Shoe Obsession” at Fit Museum in New York. Now the collection is distributed with sell in middle prices around 190 € by international stores (around 30), such as La vetrina di Beryl in Milan and Penelope in Brescia. 18_03_2015

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trend saloni White

COlleCTiOn PriVÉe? Il marchio bolognese di calzature e accessori Collection Privée? in capo al Gruppo robiz lancia un nuovo progetto dedicato al ready-to-wear (in stand by da alcuni anni). Per l’occasione, il fondatore e designer Massimo Bizzi ha coinvolto la stilista Manuela arcari. Tra i pezzi clou della collezione, le cappe-plaid, la gonna a petali e l’abito-patch in seta e lana grezza realizzato a telaio. Si trova nella showroom direzionale di corso Concordia 10, a Milano. Prezzo medio wholesale: circa 160 €. The footwear and accessories brand from Bologna Collection PrivŽe?, owned by Gruppo Robiz, launched a new readyto-wear project (since years in stand by). On this occasion, the founder and designer Massimo Bizzi involved the designer Manuela Arcari. Among the cult items: cape-plaid, petal skirt and patch loom dress made of silk and raw wool. Distributed by the directional showroom in Milan, corso Concordia 10. Wholesale middle price: 160 €.

ean13 COlleCTiOn Guidato da Francesco russo e Cristina Carnevali, il brand carpigiano di prêt-à-porter ean 13 si distingue per le stampe esclusive e per le applicazioni di cristalli swarovski. Disponibile nelle showroom milanesi Passarella e Phoenix, attualmente conta 300 negozi multimarca e un monomarca in Italia e un network di clienti esteri in crescita. Lead by Francesco Russo and Cristina Carnevali, the prêt-àporter brand from Carpi, Ean 13, is characterized by unique prints and Swarovski crystals applications. Available in the showrooms Passarella and Phoenix in Milan. Now the brand can count on 300 multibrand stores and one monobrand in Italy with an increasing network of foreign customers.

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Mido

D-FraMe Lancio mondiale a Mido di D-Frame, linea disegnata da ron arad e realizzata dall’azienda italiana pq, con lo scopo di trasformare l’occhiale - da vista e da sole - in un oggetto di design facilmente portabile, “extraordinario” per estetica e funzionalità. Nella foto, un modello forgiato a pezzo unico, che sulle aste ricrea la morfologia e la fessibilità della colonna vertebrale. Non ci sono cerniere e giunture e il peso è piuma: il sistema integrato di progettazione sotteso a D-Frame ha richiesto un lungo periodo di ricerca e di messa a punto. Prezzo al pubblico: 230 €. D-Frame worldwide launch at Mido. Collection designed by Ron Arad and realised by the Italian company Pq, trying to turn the eyewear into a easy-to-wear design item, unique for aesthetic and functionality. On the picture one piece forged item, which on the arms proposes the morphology and fexibility of the spinal column. There are no hinges and no joints and the weight is super light. D-Frame integrated design system took a long time of research and implementation. Sell out price: 230 €.

White

Mipap

PeTer nOn Il footwear Peter non della happy Monday di Pove del Grappa (Vi) nasce nel 2011 da un’idea di Massimo Pasqualon e silvia lo Giudice. Subito si fa notare per l’artigianalità, i modelli extra-comfort e i materiali naturali. La collezione femminile per il prossimo inverno, ispirata al tema del volo, approfondisce la ricerca nel trattamento dei pellami e nel loro assemblaggio, per provocare insolite geometrie. Prezzo sell in tra 120 e 180 €. Peter Non footwer, owned by the Vicenza-based Happy Monday company, was launched in 2011 by Massimo Pasqualon and Silvia Lo Giudice. At frst glance the most striking features are craftsmanship, extra comfort models and natural materials. The female collection for next winter, inspired by the theme of fight, is focused on leather treatment and assembly, creating unusual geometries. Sell in price range: 120-180 €.


Mido

DiTa Arrivano da Los Angeles gli occhiali Dita, nati nel 1995 dal sodalizio fra John Juniper e Jeff solorio. Piccoli esemplari di alto artigianato, realizzati in antiche fabbriche specializzate nella manifattura di eyewear. Modelli da vista e da sole che da qualche anno è possibile visionare al Mido. In vendita al pubblico da 300 a 1.000 €.

Super

ernesTO Made in Parma e conosciuto soprattutto per i blazer maschili, il brand ernesto (dalla commedia di Oscar Wilde, “L’importanza di chiamarsi Ernesto”) è disponibile presso la showroom spazio Gentili di Milano con prezzi medi sell in di 270 € per le giacche e 400 € per i cappotti.

From Los Angeles Dita glasses, born in 1995 from the friendship between John Juniper and Jeff Solorio. Little items of high quality craftsmanship, designed in old factories specialized in eyewear. In the last years eyeglasses and sunglasses are available at Mido. Sell out price: from 300 to 1000 €.

Made in Parma and especially known for male blazers, the brand Ernesto (from Oscar Wilde’s comedy, “The Importance of Being Earnest” is available in Spazio Gentili showroom in Milan with sell in middle prices of 270€ for jackets and 400€ for coats.

Supe r

Ken saMuDiO White

sO niCe Romantica, ironica, dalle molteplici suggestioni vintage: è la linea di ready-to-wear so nice dell’azienda forentina Camarlinghi. A disegnarla, dal 2011, è la stilista simona Douglas De Fenzi che mixa sapientemente colori, tessuti, maglieria, stampe e piccoli dettagli che non passano inosservati. La showroom di riferimento è la milanese Point. I prezzi medi sell in vanno dai 70 € per le gonne ai 50 € per la maglieria, fno ai 130 euro per i cappotti. Romantic, ironic, vintage inspired: this is the ready-to-wear collection So Nice, created by the Florentine company Camarlinghi. Since 2011 the designer Simona Douglas De Fenzi blends colours, fabrics, knitwear, prints and little details which catch the eye. The brand is distributed by the Milanbased showroom Point. Sell in middle prices: 70 and 50 € for skirts and knitwear respectively, 130 € for coats.

Nato nelle Filippine, con un background come biologo marino, l’autodidatta Ken samudio esplora le forme della natura, imitandone le caratteristiche tattili, le trame e i colori e utlizzando materiali locali, sostenibili e riciclati. Attualmente la collezione è disponibile in Italia, a Londra, in Canada, negli Usa, a Singapore e nelle Filippine. Born in the Philippines with a graduation in marine biology, the self-taught Ken Samudio explores the forms of nature, imitating their tactile characteristics, “weaves” and colours using local, ecofriendly and recycled materials. Now the collection is available in Italy, London, Canada, in the US, in Singapore and in the Philippines.

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trend saloni

Mido

aDiDas OriGinals Mido ha visto il lancio uffciale della gamma di eyewear adidas Originals, realizzata da italia independent e ispirata a una delle sneaker più famose del brand: la superstar. Due i modelli unisex scelti per questa prima “uscita”: 0901, tra i best seller di Italia Independent, per l’occasione denominato 1969, e 0914, a doppio ponte, ribattezzato hero. Quest’ultimo prodotto si avvale della tecnologia “thermic”, trattamento che permette alla superfcie del fronte dell’occhiale di modifcarsi alla temperatura di circa 30 gradi, portando alla luce uno speciale pattern basato sul Trifoglio (logo di adidas Originals). Le aste sono connotate dalla texture “shell toe”, che caratterizza la punta della suola della sneaker. Prezzo retail 147 €, tranne per l’Hero “thermic” venduto a 177 €.

80DB OriGinal

Super

Disponibile in Italia presso Bagmass showroom, la startup francese 80DB Original scommette su vere e proprie connected jacket, dotate di auricolari, alle quali è possibile collegare qualsiasi lettore MP3 e smartphone. Declinate in dieci colori, presentano prezzi medi sell in intorno ai 200 €. Available in Italy by Bagmass showroom, the French startup 80DB Original bets on real connected jackets, provided with head-phones, to which you can connect every kind of MP3s and smartphones. Available in 10 colours. Sell in middle price around 200€

Adidas Originals launched its eyewear collection at Mido. Collection designed by Italia Independent and inspired by one of the most famous sneaker brands: Superstar. There are two unisex models for the frst launch: 0901, among Italia Independent best sellers, in this case called 1969, and the double bridge model 0914, here called Hero. The last one uses the “thermic” technology, particular treatment that when the sunglasses are exposed to a 30° temperature they react by becoming transparent and showing the pattern of a clover (Adidas Originals logo). The arms are characterized by “shell toe” texture, which reminds of a sneaker sole. Retail price 147 €, while “thermic” Hero 177 €.

anOnyMe DesiGners Mido

lanVin All’interno di uno stand interamente dedicato, De rigo Vision ha presentato a Mido tutte le novità sole e vista del brand lanvin, tra cui la capsule love, che trae ispirazione dal libro “Lanvin: I Love You”, con cui alber elbaz racconta lo spirito della maison parigina e il suo lavoro. Qui il modello di punta di Lanvin: un occhiale da vista con lenti a goccia e barra in metallo microfusa che percorre il frontale, richiamando al tempo stesso il mondo del gioiello e quello industriale. Prezzo: 275 €. De Rigo Vision launched at Mido the last eyewear Lanvin collection, including the Love capsule inspired by the book “ Lanvin: I love you”, whom Alber Elbaz describes the brand soul and his work. Lanvin best seller: eyewear with teardrop shaped lenses and precision casting metal frontal bar, revoking at the same time the jewel and industrial world. Price: 275 €. 76

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Nasce in un piccolo atelier romano, il marchio anonyme designers, da un team creativo che vuole restare nell’anonimato (il logo è una maschera). E veste le donne dai 28 ai 48 anni «che vogliono sentirsi veramente eleganti e femminili, seguono la moda e ricercano il lusso accessibile». Fonte d’ispirazione è Roma: stile di vita, tradizioni e aspetto cosmopolita, che si traducono in motivi, stampe e dettagli particolari. La showroom è Jas Designers a Pomezia. Born in a Roman little atelier, the brand Anonyme designers is designed by a creative team which wants to remain anonymous (the logo is a mask). Target market are women from 28 to 48 years old, “who want to be very elegant and feminine, who follow fashion and look for accessible luxury”. Source of inspiration is Rome: lifestyle, traditions and cosmopolitan mood which are reinterpreted in motifs, prints and particular details. In Italy the showroom is Jas Designers in Pomezia.

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Mipap

GiOrGia & JOhns Di proprietà di MTG, Giorgia & Johns ha portato a Mipap la collezione walkaround, con diversi mood per la giornata. Con tre showroom principali (Bologna, Milano, Napoli) il brand è distribuito in 300 multimarca e in circa 40 monomarca. I prezzi medi sell-in si muovono intorno ai 35 €. Owned by MTG, Giorgia & Johns launched at Mipap the Walkaround collection, with different day moods . With three main showrooms (Bologna, Milan, Naples), the brand is distributed by multibrands (around 300) and by monobrands (around 40). The sell in middle price amounts to 35 €.

Super

lanDi FanCy Il brand forentino landi Fancy lancia una capsule collection dedicata all’expo: una maglietta in cotone, un gilet e una giacca antivento in microfbra reversibile. Da indossare e da leggere, perché su ogni capo sono stampati i luoghi simbolo di Milano e la mappa della metropolitana. I prezzi retail variano dai 50 ai 300 €. La showroom è a Milano, in largo Claudio Treves 5. The Florentine brand Landi Fancy launches a capsule collection dedicated to Expo. The kit includes a cotton t-shirt, a waistcoat and a microfbre reversible windproof jacket. To wear and to read, because every item is printed with Milan symbolic places and subway maps. Retail prices amount to 50-300 €. The showroom is in Milan, largo Claudio Treves 5.

CarlO VOlPi

Mido

MaD in iTaly Lo spirito di questo nuovo brand dell’occhialeria è racchiuso nel nome, che di fatto vuole comunicare il concetto di “folle creatività tutta italiana”. Mad in italy nasce in seno all’azienda Vista eyewear con sede ad Alano di Piave, in provincia di Belluno, con oltre 30 anni di esperienza nella produzione di occhiali da vista e da sole. Ricerca e innovazione sono le parole d’ordine di questo progetto, capitanato dal direttore creativo Claudio Dalla longa. Tre le linee: Mad in Italy, Madup! e MadFun, di cui qui si può ammirare il modello Mimosa. Prezzo retail: 165 €. The brand name defnes the collection: “ crazy creativity made in Italy”. The brand is owned by Vista Eyewear, a company based in Alano di Piave near Belluno, with over 30 years of eyewear experience. Research and innovation are the keywords of this project, led by creative director Claudio Dalla Longa. Three lines: Mad in Italy, Madup! and MadFun. The last one offers the wonderful model Mimosa. Retail price: 165 €.

Super

Carlo Volpi è un knitwear designer di Empoli (Fi) che da tempo vive a Londra. Dopo il diploma al The royal College of art (nel 2012) ha lanciato la sua label che si riconosce per le elaborate strutture delle trame e i colori accesi. Ispirato dalla cultura pop e dal panorama culturale urbano, pensa che la maglieria sia un processo magico, quasi un’alchimia. Carlo Volpi is a knitwear designer from Empoli (Florence), but he lives in London since a long time. After the graduation at the Royal College of Art, in 2012, he launched his label, easily recognizable for its elaborated weave structures and high colours. Inspired by pop culture and cultural urban view, he sees knitwear as a magical process, almost as an alchemy.

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persone ritrAtti le diverse sfaccettature di una stessa donna, pensando a ciò che sono - ha dichiarato in un’intervista -. Per me è questione di proiettare nel futuro un brand e la percezione di esso». Un’operazione perfettamente riuscita con Pucci, dove il link con l’universo delle it girl europee, l’ammirazione per il linguaggio del corpo come mezzo per essere sexy e la capacità di realizzare abiti dai tagli perfetti hanno reso il suo stile popolare presso le celebrity. Un’esperienza che ora gli sarà di grande aiuto da Cavalli. n

Dopo Pucci una nuova SFiDa Peter Dundas ha detto addio alla maison Pucci, dove ha saputo infondere nuova linfa allo spirito della griffe. Merito del suo istinto, da lui stesso definito “animale”, che ora dovrà guidarlo nella nuova avventura alla corte di Roberto Cavalli di/by Carla Mercurio

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after Pucci, a new challenge

Peter DUNDAS

ra i molti debutti alla fashion week di Milano Nasce a Oslo nel 1969. Born in Oslo in 1969. c’è stato anche un addio: Nel 1990 si diploma alla Parsons School quello di Peter Dundas alla of Design di New York e due anni dopo, a Parigi, Emilio Pucci. Un’uscita di diventa costumista per la Comédie-Française. scena di cui molto si è parlato Graduated in 1990 from Parsons School of Design in New nei giorni delle sfilate per via York and two years later became a costume designer del ruolo che il biondo stilista for the national Comédie-Française theatre in Paris. norvegese ha avuto alla mai Nel 1992 diventa assistente di Jean Paul Gaultier e nel son fiorentina, di cui ha sapu2000 passa nelle fla della maison Christian Lacroix. to tanto bene interpretare il Became the frst assistant to Jean Paul Gaultier in 1992. lato più glamorous e sensuale, Went on to work at Christian Lacroix in 2000. complice il grande amore per Dal 2002 è capo stilista da Roberto Cavalli. il corpo femminile. Ora per il Head designer at Roberto Cavalli from 2002. designer si apre la nuova sfida Nel 2005 diventa direttore creativo nella Roberto Cavalli dell’era da Emanuel Ungaro. Clessidra, dove è stato appeTook on the role of creative director at Emanuel Ungaro na nominato direttore creain 2005. tivo. A Firenze, dunque, Dun Nel 2008 è direttore artistico di Emilio Pucci. das è destinato a restare: un Became artistic director at Emilio Pucci in 2008. punto di approdo che è anche un ritorno per lui, già caposti Nel 2015 è nominato direttore creativo di Roberto Cavalli lista della maison dal 2002 al In 2015 he is appointed creative director at Roberto Cavalli 2005, prima di diventare direttore creativo da Emanuel Ungaro, per cui sigla la prima sfilata nel febpassionato di kite surf e scuba diving, di cui braio del 2006. «Questo ha davvero il sapore colpiscono l’aspetto energetico da vichingo di un ritorno a casa per me - ha dichiarato -. e il viso aperto e sorridente. Un’immagine in È un onore ricevere l’incarico di continuare sintonia con la definizione che ama dare di nell’evoluzione del fantastico, unico mondo sé, facendo ricorso alle parole “spontaneità” Roberto Cavalli e sono incredibilmente ece “istinto” - da lui stesso definito “animale” citato dalla potenzialità di questo marchio - contrapposte al termine “intellettuale”. straordinario. Non vedo l’ora di comincia«Traduco nelle mie collezioni ciò che sono re». Un traguardo importante per questo ex in un determinato momento», ha detto giocatore di hockey, amante della natura, apquando era da Pucci. «Si tratta di mostrare 78

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Among the many hellos at Milan fashion week there was also one goodbye. Peter Dundas bid farewell to Pucci. A farewell under the spotlight because of the role played by the blonde Norwegian designer in the Florentine fashion house, whose glamorous and sensual aspect he interpreted so well, also thanks to the great love for the female forms. Now the designer will face the new challenges in the Roberto Cavalli of the Clessidra-era, where he has just been appointed creative director. In Florence, therefore, Peter Dundas is destined to remain: a stopover to which he is returning after having been head designer of the fashion house from 2002 to 2005, before becoming creative director of Emanuel Ungaro and signing his first fashion show in February 2006. «This really has the flavor of a homecoming for me - said the designer -. It is an honor to receive the mandate to continue the evolution of the fantastic, unique world of Roberto Cavalli and I am incredibly excited by the potential of this amazing brand. I can not wait to start». This is an important goal indeed for this former hockey player, nature lover, kite surfing and scuba diving enthusiast who has the energy, open personality and smiling face of a Viking. An image that perfectly fits the way he loves to describe himself, using terms like “spontaneity” and “instinct” - which he himself defines as “animal” - opposed to the word “intellectual.” «I translate who I am at any given moment into my collections», he said when he was at Pucci. «It’s about showing different facets of the woman, thinking to yourself - he said in an interview -. For me, that’s about bringing the whole brand - and the perception of the brand - forward». A succesful challenge when he was at Pucci, where his connection with Euro it -girls, his appreciation of the body language as an “agent of sexy” and his ability to produce seductively cut clothes have made his clothes popular with celebrities». At Cavalli this experience will be very helpful. n


persone poltrone a cura di/by Andrea Bigozzi

new entry

in Due AL COMAnDO

Emilio Pucci ancora più italiano con lo stilista Massimo Giorgetti

Da Carven arriva la coppia Martial-Caillaudaud

Lvmh has named Massimo Giorgetti creative director of Emilio Pucci. The Italian designer will join the Florentine house in April and show his frst collection in September, during Milan Fashion Week. The 38-year-old Giorgetti is to continue designing his brand, MSGM. He succeeds Peter Dundas. Confermati i rumors circolati alle ultime sflate milanesi: Massimo Giorgetti è il nuovo direttore creativo di emilio Pucci. Sarà lo stilista romagnolo, classe 1977, a prendere il posto di Peter Dundas che proprio ieri ha uffcializzato l’ingresso in roberto Cavalli. Giorgetti sarà in carica da aprile e presenterà la sua prima collezione a settembre, durante Milano Moda Donna. La maison forentina, di proprietà di Lvmh, ha scelto il designer italiano, convinta dal successo commerciale ottenuto in solo quattro anni dal suo marchio, Msgm. L’idea alla base della nomina è quella di spingere il brand in una direzione più giovane, replicando il successo di vendita ottenuto un altro brand di proprietà di Lvmh: Kenzo, che nelle mani di Humberto Leon e Carol Lim di Opening Ceremony è diventato un bestseller tra i giovani. Secondo indiscrezioni, nella scalata a Pucci, Giorgetti avrebbe sconftto la concorrenza di altri due designer emergenti, Mary Katrantzou e Marco Zanini (ex rochas e Schiaparelli), conquistando la fducia di Delphine Arnault, Pierre yves roussel, chairman e ceo della divisione fashion del gruppo Lvmh e di Laudomia Pucci, ceo di Pucci. Fondato nel 1947, il marchio Emilio Pucci è stato acquisito da Lvmh nel 2002 per 38 milioni di euro: per la maison nel corso degli anni hanno lavorato molti designer, tra cui Matthew williamson e Christian Lacroix.

COnteSt

Ecco gli otto fnalisti dell’Lvmh Prize The eight fnalists of the 2015 LVMH Prize, an award set up in 2014 for young fashion designers, are Arthur Arbesser, Coperni, Craig Green, Faustine Steinmetz, Jacquemus, Marques’ Almeida, Off-White c/o Virgil Abloh and Vetements. Arthur Arbesser, Coperni, Craig Green, Faustine Steinmetz, Jacquemus, Marques’Almeida, Off-white c/o Virgil Abloh e Vetements sono gli otto fnalisti dell’edizione 2015 dell’Lvmh Prize. Il progetto, lanciato l’anno scorso, mette in palio per il vincitore una somma di 300mila euro e un anno di mentorship presso i marchi del colosso d’oltralpe. A selezionare i giovani stilisti un panel di 45 esperti di moda internazionali Chi si aggiudicherà la vittoria? La risposta il 22 maggio, durante un gala alla Fondazione Louis Vuitton.

Alexis Martial and Adrien Caillaudaud have been named the artistic directors of the Carven’s women’s collection. Martial was recently creative director of Iceberg. Confermati i rumor degli ultimi mesi: Alexis Martial ha lasciato la direzione creativa del womenswear di Iceberg per approdare, in tandem con Adrien Caillaudaud, alla guida della linea donna di Carven. Il debutto della duo creativo è stato lo scorso 5 marzo a Parigi, quando ha sflato la collezione fallwinter 2015/2016 della griffe francese. Martial e Caillaudaud, entrambi trentenni, si sono conosciuti sui banchi dell’Atelier Chardon Savard di Parigi e hanno lavorato a lungo per Givenchy.

riLAnCi

Per Mulberry inizia la cura Andretta Mulberry named Thierry Andretta CEO, ending a yearlong search for a replacement for Bruno Guillon. The executive will take up his role from April 7. Alla guida di Mulberry arriverà, come a.d., thierry Andretta, un passato professionale in marchi del lusso come Lanvin, Moschino, Gucci e Céline e più recentemente a capo di Buccellati. La nomina sarà effettiva dal 7 aprile e arriva a un anno dalla partenza del suo predecessore Bruno Guillon. Andretta lavorerà insieme al nuovo direttore creativo Johnny Coca, che sarà operativo da giugno e che per ricoprire il ruolo in Mulberry ha lasciato quello di head design director leather good, accessories, shoes and jewelry di Céline. 18_03_2015

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persone dieci domAnde a cura di Andrea Bigozzi

Arthur Arbesser Designer

Un Nerd del fashion

Quando la moda è entrata nella sua vita? Attraverso i costumi dell’Opera e teatro. Da bambino ero un vero nerd e andavo tantissimo all’Opera di Vienna. Una delle cose che mi interessavano di più erano proprio i costumi: come si muove il tessuto o come brilla con il riflesso della luce. E cosi è iniziata la mia passione per la moda.

Il magazine di news, business e trend

Direttore e Amministratore Delegato Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it), Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it), Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it), Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it), Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it), Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione Tatiana Tincani (t.tincani@fashionmagazine.it)

Quante ore lavora al giorno? Al momento sembrano davvero 24 al giorno, perché pure di notte sogno solo il lavoro...ma va bene cosi!

Realizzazione grafca Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini Collaboratori Mariella Barnaba, Alberto Corrado, Marcelo Crescenti, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it)

A chi deve dire grazie? A mille persone! Tanti amici che mi aiutano ad andare avanti e che credono in me.

Arthur Arbesser

Arthur Arbesser unveils simple, yet slightly grunge, aesthetics. The Viennese designer is a self-confessed ‘nerd,’ a 30-something who shuns all glam things. Yet his creations are among the most talked about within the new wave of young designers presenting at Milan fashion week. In our interview, the up-and-comer talks about himself, his passion for fashion (which began with his love for opera costumes) and his admiration for Helmut Lang and Romeo Gigli. He also reveals his friendships, his days as a student at St. Martin’s, his 24hour work ethic, and, a foremost imperative, his distaste towards anything “fake.”

Dov’era a 18 anni? Ero a Vienna e dovevo iniziare un anno di servizio militare... diciamo un periodo buio, ma anche indimenticabile! Chi erano i suoi idoli? Helmut Lang e Romeo Gigli.

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Per essere creativi ci vuole…? Tanta curiosità e una testa molto aperta. È particolarmente attento al lavoro degli altri colleghi? Sono attento a tutto quello che succede intorno a me e questo include anche il lavoro di altri colleghi. Quanto è importante la formazione nel suo mestiere? Penso che dipenda da persona a persona. Nel mio caso è stato importantissima: i quattro anni trascorsi alla St.Martin’s a Londra sono stati fondamentali per formare il mio pensiero, il mio modo di lavorare, ma anche per vedere il mondo in generale. Quale la parola del fashion system che non vorrebbe mai fosse attribuita a lei? Fake. Quale la parola del fashion system ormai dimenticata? Pazienza.

Pubblicità e promozione Ilaria Roberta Galli (i.galli@fashionmagazine.it) Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Stephanie Ouadfel (s.ouadfel@fashionmagazine.it) Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Uffcio traffco Stefania Aguanno (traffco@fashionmagazine.it) Segreteria e servizi Valentina Capra, Tiziana Grazioli (fashion@fashionmagazine.it) Amministrazione Cristina Damiano, Ester Miazzo Diffusione e abbonamenti Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it) Edizioni Ecomarket Spa Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione Direttore responsabile Gianni Passavini È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografe, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2015 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifca o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali) Pre-press: CLX Europe spa - Via dell’Artigianato 8/b - 37135 Verona Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) Distribuzione esclusiva per l’Italia: Messaggerie Periodici Me.Pe. Spa - Via Ettore Bugatti, 15 20142 Milano Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; öTz österreichische Textil zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.


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marni Un roof market a Hong Kong Continuano le celebrazioni per i 20 anni di Marni. Dopo il Flower Market a Milano, è stata la volta del Roof Market sul tetto del Pier 4 a Hong Kong, in occasione di Art Basel

Un allestimento del Marni Roof Market a Hong Kong

Consuelo e Carolina Castiglioni

Betty Bachz, Andrew Keith, Erica Pelosini

Fei Ping Chang

manzini Launch party allo spazio nest

CoLmar/itaLia independent Cocktail in porta nuova

Fotografatissimo Matteo Manzini in occasione dell’evento di lancio della sua collezione, allo spazio Nest di via Montenapoleone. Non sono mancati i selfie

Una serata effervescente al Colmar Lab di piazza Gae Aulenti ha celebrato la liaison con Italia Independent per la primavera-estate 2015

Matteo Manzini e Rossella Jardini

Matteo Manzini con Mariana Rodriguez

Martina Colombari e Federica Dettori

Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta

Justine Mattera

Alberto Gianni e Nicola Tardelli

The celebrations for the 20 years of Marni are going on. After the Flower Market in Milan, it was the turn of the Roof Market in Hong Kong, on the occasion of Art Basel. Matteo Manzini was under the spotlight during the launch event of his collection, at the Nest space in via Montenapoleone. There was time for selfes as well. An effervescent cocktail at the Colmar Lab, in Gae Aulenti square, celebrated the liaison with Italian Independent for spring-summer 2015. 82

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MANNEQUINS AND MORE

MDSTUDIO.IT



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