Anno 46 | N°13 del 08.09.2015 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it
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Il magazine di news, business e trend
Vitale Barberis Canonico «Partendo dall’heritage investiamo sulla ricerca»
Saloni
Da Pitti Filati a Milano Unica scenari di innovazione
Fabric intelligence
Gli stilisti raccontano
«Perché il tessuto viene prima di tutto»
Costruire il futuro sulle trame della tradizione. Le testimonianze del saper fare dal tessile ai brand, passando per i sarti Nella foto: Prada Made to Measure
SENSATION AND INNOVATION Feel the future of smart fabric design with the latest partner innovations with Cupro and ROICA™ for The Modern Wardrobe CUPRO is a refned, matchless yarn with an exquisite silk like touch, either in a matte or lustrous optic. Born from smart science and a natural-based resource, CUPRO is sensual with a unique, supple drape. It modulates your mood and is perfect for fashion, intimates, linings, occasion and everyday casual wear. ROICA™ is a premium stretch yarn made in an innovative range of smart functions to suit every need of the contemporary consumer. ROICA™ shapes comfort with quality, performance and ft, adding value with values to everyday living from sport to lingerie and hosiery, fashion, and business wear.
Cupro is a premium fber and flament yarn from Asahi Kasei Fibers Corporation. ROICA™ is a registered trademark of Asahi Kasei Fibers Corporation.
Premiere Vision, Paris, 15-17 September, 2015 Hall 5, R 91
N°13
SOMMARIO
08 SETTEMBRE 2015 www.fashionmagazine.it
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L’Editoriale
PROTAGONISTI 8
Vitalis Barberis Canonico «Sull’heritage costruiamo l’innovazione»
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NEWS 10 In primo piano Semestrali a confronto
BUSINESS 12 From apparel to textile and back Un circolo virtuoso
In copertina
Prada Made to Measure (photo Paolo Barbi)
14 Textile & apparel Quando si dice: «Stoffa da vendere» 20 Textile & menswear Kiton: «Da noi vince sempre il meglio del meglio +1» 22 Textile & menswear Angelo Nardelli 1951: «Quando il tessuto è una discriminante»
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24 Textile & craftsmanship Viaggio nell’eleganza tailor made
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N°13
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28 Textile & made to measure Anche i grandi puntano sull’unicità 30 Textile & its players Una passione contagiosa per l’eccellenza 34 Textile & training Nell’era 3.0 i giovani riscoprono il fascino di ago e flo
TREND 46 La parola agli stilisti Fabrics frst 52 Anteprima tessuti autunno-inverno 2016/2017 L’eclettico equilibrio degli opposti 56 Haute couture Parigi e Roma Fatti della stessa materia dei sogni
36 Fiere tessili internazionali Sperimentare è d’obbligo
58 Digital fashion 60 Ritratti Stefano Fadda: «Viaggio e racconto la moda che verrà» 61 Persone e poltrone Abercrombie: per il rilancio una squadra tutta nuova 62 Bloc notes 64 Q&A Nino Cerruti: «Sta nella normalità la vera energia innovatrice»
40 Pitti Immagine Filati Dove si incontrano business e creatività
PEOPLE 65 Spotlight 66 Red carpet
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Total easy care Alta traspirabilita’
Bellezza ingualcibile
Naturale elasticita’
ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A. FILATURA IN VALLE MOSSO - ITALY www.baruffa.com
Dall’incontro tra natura e tecnologia, nei laboratori Zegna Baruffa nasce un nuovo progetto, che punta a rivoluzionare il mondo dei flati in pura lana. Si tratta di H2Dry, un fnissaggio che dona ai fli caratteristiche tecniche superiori e che rende un capo di abbigliamento “total easy care”. Con i flati in pura lana superfne Re-Active H2Dry (17,5 micron) e pura lana extrafne K-Wool H2Dry (19,5 micron) si ottiene un prodotto di elevata traspirabilità e che prevede tempi ridotti di asciugatura. L’innovativo trattamento esalta la naturale elasticità della materia prima, permettendo comfort e vestibilità superiori. Oltre a performance eccellenti in termini di ingualcibilità.
L’EDITORIALE
Marc Sondermann
Direttore/Editor-in-Chief
Gli ingredienti dell’eccellenza In this issue, Fashion intends to celebrate the world of fabrics at its best. Not only by presenting its product novelties and new tendencies, but also by investigating how Italy’s most prestigious fashion entrepreneurs and vulcanic creative minds translate the ancient arts of weaving and tailoring into true masterpieces of inimitable intrinsic value.
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ietro al successo e alla capacità di resistere del sistema tessile italiano c’è un’interessante paradosso. Proprio in un’epoca in cui il mass market è sempre più caratterizzato dalla marcia trionfale del fast fashion, connotato dalla rapida diffusione di nuovi look da passerella in chiave supereconomica (dopo l’indiscussa affermazione di colossi quali Inditex e H&M, lo sbarco di Primark in Italia ne è solo l’ultimo, signifcativo indicatore), solo chi sposa i canoni dell’autentica qualità intrinseca può presidiare l’alto e l’altissimo di gamma. La sola innovazione stilistica, che andando a braccetto con lo star system hollywoodiano ha reso grande la moda italiana dagli anni Ottanta in poi, non è più suffciente. I veri driver di crescita per affermarsi e presidiare il mercato mondiale del lusso, sia esso assoluto o aspirazionale, sono il pregio della materia prima e la sopraffna manualità di chi la lavora. Entrambi gli ambiti vanno sempre più d’accordo e sono sempre più complementari, come documentiamo nel
numero attuale di Fashion. Sul fronte della moda maschile, i grandi tessitori celebrano il proprio heritage intensifcando la collaborazione con i più prestigiosi sarti, in un’atmosfera generalizzata di ritorno al fatto su misura (“made-to-measure”) che non lascia indifferenti le griffe, che da Giorgio Armani a Dolce&Gabbana, ci investono con decisione. Per quanto riguarda il comparto della moda femminile, gli uffci stile delle maison sono altrettanto attenti alla creatività espressa dal mondo “a monte” della fliera, ricco di tendenze, da cui immancabilmente i creativi attingono nel loro percorso di ideazione di nuove collezioni. A tutti questi aspetti Fashion, che - ci piace ricordarlo - nacque come Giornale Tessile, dedica un’ampia panoramica, avendo visitato e dialogato con innumerevoli protagonisti, tra cui grandi imprenditori tessili, confezionisti, stilisti, sarti e trendscout. Perché celebrare, con cuore e dedizione, il valore delle proprie radici è più che doveroso in un momento in cui il Paese dà tutti i segni di voler ripartire. E di saper tornare a vincere.
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PROTAGONISTI
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Anche i giovani stanno riscoprendo i tessuti di qualità. Noi accontentiamo loro e altre fasce di estimatori di un bel vestire che si evolve al passo con i tempi, presentando prodotti nuovi insieme ai nostri cavalli di battaglia. Con le linee“Vintage”e “Earth, Wind & Fire”, lanciate negli ultimi anni, abbiamo ottenuto ottimi riscontri
Francesco Barberis Canonico
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VITALE BARBERIS CANONICO
«SULL’HERITAGE COSTRUIAMO L’INNOVAZIONE» Occuparsi di tessuti di alta gamma e avere oltre 32mila “mi piace” su Facebook. Superare i 350 anni di attività ed essere all’avanguardia nella corporate social responsibility. Comunicare in modo originale e, per il prodotto, scegliere la strategia dell’innovazione «senza rivoluzione». Grande passato e investimenti sul futuro si amalgamano nella Vitale Barberis Canonico. di Alessandra Bigotta
A great tradition and the commitment to an “innovation without revolution”. With more than 350 years’ heritage, but also more than 32,000 likes on Facebook, Vitale Barberis Canonico invests on new products, corporate social responsibility, tailor-made marketing strategies.
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na storia di oltre 350 anni è un patrimonio più unico che raro, ma non basta. In Vitale Barberis Canonico, storica realtà di Pratrivero (Biella) leader nel campo dei tessuti in lane superfni di alta qualità 100% made in Italy, non si sono tirati indietro di fronte alle nuove sfde: prendendo il testimone lasciato dai padri Alberto e Luciano, Alessandro e Francesco Barberis Canonico hanno unito le forze, il primo come amministratore delegato e il secondo come responsabile dello stile e della comunicazione, affancati da Lucia Bianchi Maiocchi (fglia di 8
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Daniela Barberis Canonico), che presidia l’ambito del customer relationship marketing. L’obiettivo è chiaro: valorizzare e fare apprezzare nel mondo una cultura tessile radicata nel tempo, «mantenendo come punti fermi la passione per il lavoro, il territorio e il capitale umano - racconta Alessandro Barberis Canonico - e prendendo letteralmente a cuore quello che facciamo. Ancora adesso, quando sento nei nostri stabilimenti qualcuno che usa espressioni legate agli antichi procedimenti di lavorazione, come “dare acqua alle macchine”, provo il senso della continuità di quello
che facciamo». Una base forte per crescere, senza mai dare nulla per scontato. «Non siamo una dinastia che va avanti per regime ereditario - precisa l’imprenditore -. Conosciamo l’importanza dei manager, difendiamo la corporate social responsibility puntando (e non da oggi) sul welfare aziendale e la sostenibilità, investiamo continuamente, circa l’8% del giro d’affari, in ricerca e in un’innovazione “senza rivoluzione” e, più che mai, coltiviamo la sinergia con tutta la fliera». Per stringere il legame con gli allevatori, primissimo anello della catena, è stato fondato a fne 2014 il Wool
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1. Francesco Barberis Canonico in azienda 2. Ritratto di famiglia: il lanifcio è giunto alla 13esima generazione e fa parte del “Club Les Hénokiens”, insieme ad altre realtà famigliari e ultracentenarie 3. Il depuratore delle acque: l’analisi delle acque refue è rigorosa e, al termine del trattamento di depurazione, è talmente pulita che nella vasca fnale vivono pesci rossi e carpe koi. 4. Il rammendo, un lavoro accuratissimo di occhi e di mani 5. L’orditura
Excellence Award, premio che promuove chi produce la materia prima ottenuta attraverso pratiche sostenibili, abbinato al network di eccellenza Wool Excellence Club. A valle, iniziative originali e istruttive ruotano intorno alla showroom milanese di via Fatebenefratelli 16, aperta ad aprile in collaborazione con la sartoria A. Caraceni, dove vengono organizzati incontri con fashion infuencer internazionali cultori della vera eleganza, “show tailoring” per raccontare in tempo reale come nasce un abito fatto a mano, eventi sulla contaminazione tra eccellenze non necessariamente della moda, corsi di aggiornamento per i clienti e le fashion school, insieme a una “Style Academy” per intenditori: manager, liberi professionisti o semplici appassionati, ai quali rivelare i segreti del bel vestire, «un concetto ricco di sfaccettature - chiarisce Alessandro Barberis Canonico - perché soprattutto per l’uomo non basta la qualità, occorre la personalizzazione. A seconda di come ci si veste, si rivela praticamente tutto di sé». Le collezioni cambiano restando se stesse. Lo ribadisce Francesco Barberis Canonico che, dopo aver vissuto a lungo in Gran Bretagna ed essersi fatto le
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vio, messo a punto in occasione dell’anniossa nell’uffcio commerciale dell’azienda, versario dei 350 anni: una vera “miniera” ha capitalizzato questo background per codi oltre 1.200 pezzi fra raccolte di tendenze struire, intorno allo zoccolo duro delle proe campionari dal 1876 a oggi, da cui scatuposte più classiche, anche articoli in grado riscono preziosi spunti creativi. «Il lancio, di conquistare nuove fasce di consumatori. tre anni fa, della linea Vintage – puntualiz«Le esperienze mi sono servite - dice - per za Francesco Barberis Canonico – formata sfatare alcuni luoghi comuni, per esempio da tessuti in mischie nobili, di mano scatche il bel vestire sia appannaggio solo di tante e di aspetto contemporaneo, ha fatto una certa fascia di estimatori, per lo più di centro e così è stato, da un anno a questa età matura. Oggi, tra i giovani, qualcosa si parte, per Earth, Wind & Fire: le nostre muove». Sorprende, del resto, che il proffanelle pettinate, i pettilo Facebook del lanifcio nati Fine perennial, le tele superi i 32mila like. «Nel FACTS & FIGURES rustiche e le lane mohair, Regno Unito - prosegue accoppiate a membrane Francesco Barberis CanoFatturato anti-pioggia e anti-vento. nico - sono venuto a con2010 * 71 mln.euro 2014 ** 116 mln.euro Il massimo per i capispaltatto con un Paese unico Proiezione 2015 +5% circa la». A Milano Unica uno al mondo, forse equipaDipendenti dei tanti cavalli di battarabile solo al Giappone, 2010 * 336 glia è Revenge: una stoffa dove modernità e culto di ** 2014 400 in Saxon di pura lana a uno stile “formale”, ma Metri prodotti flo doppio ritorto, che dicon personalità, si incon2010 * 6.322.000 venta il fulcro di una famitrano. Il commerciale, in** 2014 7.500.000 glia più ampia di prodotti vece, mi ha insegnato una % export tutti di altissimo livello, regola: le nazioni sono di2010 * 77% 2014 ** 81% all’insegna di quello che a verse, ma alla fne il proPratrivero defniscono «un dotto deve andare bene * Consuntivo al 31/12/2010 ** Consuntivo al 31/12/2014 lusso senza arroganza». ● per tutti». C’è poi l’Archi08_09_2015
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NEWS IN PRIMO PIANO a cura di Elisabetta Fabbri
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IN ITALIA
Semestrali positive in agosto. Prada soffre in Cina
IN FRANCIA
Hermès lascia invariate le previsioni
NEGLI USA
Guess: - 9% i ricavi ma il neo-ceo ha una sua ricetta
Prada’s consolidate turnover for the frst semester increased of 4%. Ferragamo and Cucinelli grew 10% and 14% respectively.
Hermès reported a 21% increase in frst half sales, but said the operating margin will narrow from last year’s 31,5%.
Guess Inc. net revenue for the frst six months decreased 9%, but new ceo Victor Herrero is sure to create economic value.
Tra i bilanci di metà anno resi noti in agosto spiccano quelli di Prada (foto 1), Ferragamo (foto 2) e Cucinelli. Il gruppo milanese, che ha terminato il semestre il 31 luglio, ha totalizzato 1,82 miliardi di euro di ricavi, in aumento del 4%, trainati dal retail (+8% a 1,55 miliardi). Bertelli ha parlato di «mercato economico-valutario ancora piuttosto volatile, caratterizzato dalla persistente debolezza in aree come Hong Kong e Macao». Gli analisti fnanziari avevano previsto, in media, che il gruppo del lusso raggiungesse la cifra di 1,87 miliardi di euro di fatturato. Luca Solca di Exane Bnp Paribas ipotizza un miglioramento nella seconda parte dell’esercizio, grazie ai maggiori sforzi per proporre un’offerta meno focalizzata su prodotti di fascia alta. A Firenze, Ferragamo ha chiuso il semestre con ricavi in crescita del 10% a 722 milioni di euro, soprattutto per effetto dei cambi (+2% a valute costanti). Quanto a Cucinelli, le vendite sono salite del 14% a 200 milioni di euro. Gli analisti di Mediobanca hanno confermato il giudizio “neutrale” sul titolo del gruppo. Quelli di Exane hanno ribadito la raccomandazione “underperform” (farà peggio del mercato) mentre Bank of America consiglia di acquistare.
Hermès ha terminato il semestre con ricavi in aumento del 21% a 2,3 miliardi di euro. Se però si esclude l’effetto positivo dei cambi, il gruppo francese del lusso è cresciuto del 9%. Tutte le aree di riferimento hanno accelerato: +20% il Giappone, +7% il resto dell’Asia «nonostante il diffcile contesto a Hong Kong e Macao», +10% l’America e +7% l’Europa. Consistente il dinamismo della unit “Prodotti in pelle e selleria”, che ha messo a segno un +14% e il cui sviluppo è supportato da due nuovi impianti aperti in giugno nei dipartimenti francesi di Charente e Isère. Il risultato operativo di Hermès si è attestato a 748 milioni di euro (+20%), al di sopra delle stime degli analisti interpellati dall’agenzia Bloomberg, che avevamo previsto una cifra di 737 milioni. L’utile di metà esercizio ha invece raggiunto i 483 milioni (+16,9%). Nonostante l’incertezza economica, geopolitica e monetaria a livello globale, i vertici hanno mantenuto gli obiettivi di medio termine, che vedono un incremento del turnover intorno all’8%, nell’ipotesi di valute costanti. Per l’intero 2015 è prevista una redditività operativa minore di quella del 2014 (31,5%), «per effetto dell’impatto della futtuazione dei cambi».
Guess Inc. chiude il primo semestre con segni meno in tutti i mercati di riferimento, ma è l’Europa il mercato più debole (-15%, +5% a cambi costanti). Nei sei mesi il gruppo di Los Angeles ha accusato un calo dei ricavi globali del 9% a 1 miliardo di dollari (-0,3% a valute invariate). Nelle Americhe il retail ha subito un -5% e il wholesale un -10%. In Asia il fatturato è sceso del 10% (+6% a cambi costanti). L’utile operativo consolidato, grazie a un aumento dei margini, è cresciuto del 10% a 30,5 milioni di dollari. L’utile netto è salito del 9% a 21,6 milioni di dollari. Nell’ipotesi di cambi costanti, il gruppo quotato a New York stima di chiudere l’esercizio con una fessione delle vendite tra lo 0,5% e l’1,5%. In occasione della semestrale ha parlato per la prima volta il nuovo ceo, Victor Herrero (nella foto), ex Inditex, effettivo dal primo agosto. Nei suoi programmi, una serie di iniziative per creare valore in azienda. Vanno dall’innalzamento della qualità delle vendite, facendo leva sulla struttura degli store, allo sviluppo dell’Asia. Sarà implementata una struttura organizzativa centrale, focalizzata sulla distribuzione e, in una seconda fase, verrà “rivitalizzato” il business wholesale.
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Illustration by Sandra Suy
FROM APPAREL TO TEXTILE AND BACK
Un circolo VIRTUOSO Fabrics are an essential part of the Italian dna, of its deep tailoring culture. On the following pages we undertake a backwards journey, from the bottom to the top of the Italian textile chain, with excellence as the central thread.
ntorno al tessuto si sviluppa un Il'elemento universo. La materia prima è indispensabile per costruire collezioni in grado di unire creatività e commerciabilità. Quella italiana, in particolare, rappresenta il fulcro di un'eccellenza per ora inimitabile, che si ramifca in diverse direzioni: la produzione industriale, quella sartoriale, quella delle griffe che, per conquistare la sempre più esigente clientela internazionale, stanno investendo sul su misura. Il tessuto si conferma anello di congiunzione di un circolo virtuoso, che abbiamo scelto di analizzare nelle pagine seguenti fuori dai soliti percorsi, partendo non dal monte ma dalla valle della fliera, la confezione. Per scoprire che, al di là dell'immagine, è ancora la componente materica a fare la vera differenza. Non parliamo poi dei sarti, di vecchia e nuova generazione: ago, flo e soprattutto tessuto, sempre di altissima gamma, sono i loro ferri del mestiere. E lo saranno anche per i giovani che, inaspettatamente, stanno riscoprendo l'arte e i segreti dell'handmade. L'ultima parola spetta ai tessitori, senza i quali tutto questo non esisterebbe. Anche nell'epoca 3.0 la loro strategia funziona: passione innata per le fbre nobili, tensione alla ricerca, affdabilità e fessibilità. Il mestiere di grandi "alchimisti della qualità" non si improvvisa.
Kiton
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MODA E TESSUTO: UN RAPPORTO INDIVISIBILE
QUANDO SI DICE «STOFFA DA VENDERE» L’eccellenza di un capo parte dal tessuto e quelli italiani restano i migliori. Qualcuno li considera alla stregua del nostro patrimonio artistico: quasi impossibile che i competitor stranieri, asiatici in primis, riescano a imitarli di Elisabetta Fabbri
Italian fabrics are more than ever on the top of preferences of fashion houses, not just in Italy. Know-how, innovation, performance and custom made services are among the most recognized assets.
È
dal tessuto - e non dalla musa più o meno blasonata di turno, come vuole farci intendere il marketing - che parte lo spunto creativo di un designer. In qualche caso può accadere l’inverso: lo stilista ha un modello in mente e va alla ricerca di una stoffa particolare per dargli corpo. Se si muove in Italia - dove la fliera è ancora integra, benché sofferente - è diffcile che non riesca a soddisfare le sue esigenze in fatto di materie prime, anche le più strane e all’apparenza assurde. Come confermano a Fashion noti brand dell’industria della moda, il tessile nazionale resta leader di settore e mai come oggi sta spingendo su innovazione di prodotto e di processo, alto tasso di performance e servizi al cliente. Tra questi spicca la personalizzazione, che signifca ore e ore di incontri vis-à-vis tra produttore
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Per il grande freddo Max Mara sceglie la lana di cammello: calda come una pelliccia ma più duttile, light e meno impegnativa, anche in termini di prezzo
dice Lusuardi - e permette di contenere i prezzi. Nella collezione Week End abbiamo usato anche quello ottenuto riciclando bottiglie in plastica (il flo Newlife, ndr): credo in questo materiale anche se, soprattutto in Italia, il mercato non è ancora suffcientemente “educato” e quindi sensibile ai temi dell’eco-sostenibilità». TESSUTI IN LANA E FIBRE PREGIATE: UNA SCELTA DOVUTA PER I MARCHI IL MENSWEAR SARTORIALE
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e fornitore, nonché rapporti di fducia che si consolidano nel tempo, sperimentazione e ricerca (fno agli estremi della fattibilità) e solo in ultimo si traducono in un prodotto che garantisce a un marchio l’esclusiva. AI DISTRETTI TESSILI SI RICONOSCE UNA CREATIVITÀ UNICA AL MONDO
«Per noi il tessuto è prioritario - afferma Laura Lusuardi, fashion director di Max Mara - e i nostri occhi sono solo per il made in Italy. Biella, Prato: anche se la fliera si è un po’ spezzata, i nostri distretti tessili non hanno eguali in termini di creatività». Il tessuto, secondo Lusuardi, ha un peso, in termini di importanza, di circa il 60% sul capo fnito. «Noi partiamo spesso dalle stoffe - prosegue -. Per la linea di alta gamma Max Mara prediligiamo i materiali naturali puri. Lana, cashmere, cammello e alpaca: notiamo una netta evoluzione e molta ricerca nelle fbre pregiate. Quest’anno, e la stagione scorsa, lo jac-
1. Cappotto in panno double sulla passerella Ermanno Scervino Fall-Winter 2015/2016 2. Blouson zippato in lana, con effetti tridimensionali, per l’inverno frmato Corneliani
quard è stato tra i protagonisti del tessuto. Anche l’effetto pelliccia si è imposto e continua a riscuotere un grande successo di mercato: è meno costoso delle vera pelliccia e molto più duttile come materiale». Tra i fli più utilizzati allo scopo c’è l’alpaca, che Max Mara apprezza dagli anni Cinquanta e per cui ha ricevuto un premio dal suo maggiore produttore, il Perù (vedi box a pag.16). «Usiamo anche molti crêpe di lana e pettinati - aggiunge il direttore creativo -. Abbiamo un progetto di giacche sartoriali intelate, in tessuti “rubati” al campionario maschile, per la businesswoman: vogliamo “raccontare” alle nostri clienti le ottime performance della lana superfne abbinata al mohair». Alla Max Mara apprezzano anche i tessuti che «sembrano poveri», con effetti vintage, ma che in realtà sono in cashmere. Nell’ambito delle fbre non naturali, il poliestere prodotto in Italia è considerato di qualità eccellente. «Ormai sembra quasi seta -
«La tradizione sartoriale, da quasi 60 anni radicata nel dna del marchio Corneliani, impone un vasto uso di lane e tessuti italiani in fbre pregiate». Ne è convinto Sergio Corneliani, creative director del marchio di abbigliamento maschile che, parlando di ricerca e aggiornamento continui, soprattutto nell’ambito della produzione biellese, precisa: «Questa nostra scelta perdurerà anche in futuro, perché la qualità intrinseca delle materie prime naturali, unita alla morbidezza e alla soffcità, consente di ottenere capi di assoluto pregio. Inoltre, grazie a tecnologie sempre più sofsticate, queste stoffe possono essere performanti tanto quanto quelle sintetiche». Anche nella prossima collezione saranno presenti in modo signifcativo. «Introdurremo materiali molto interessanti - anticipa il direttore creativo - realizzati con flati super-ritorti, dall’elevata elasticità che, grazie alle nanotecnologie, risultano resistenti all’acqua e alle macchie. Oggi tessuti senza tempo si rinnovano anche con effetti tridimensionali “stile maglia” o geometrici, jacquard e mischie: per esempio, lana con l’aggiunta di cashmere, alpaca o seta con cashmere». Anche alla Ermanno Scervino hanno una predilezione per il made in Italy. «Lane, cashmere, angora, mohair: sono tutte fbre nobili che fanno parte del nostro dna», dichiara il ceo Toni Scervino. «Anche nelle collezioni invernali maschili - specifca - la parte in lana è fondamentale per il capospalla. Per la collezione autunno-inverno 2015/2016 abbiamo scelto molte lane double, perché amiamo questo tipo di lavorazione: il nostro panno è un blend di cashmere e angora, che conferisce alla materia una mano particolarmente dolce e una superfcie più mossa. In particolare, il
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nico deve essere protagonista nelle fasi di lavorazione, come i fnissaggi, che conferiscono una mano nuova ai materiali. Le lavorazioni devono essere sempre di ultima generazione: i migliori risultati si raggiungono con tecniche all’avanguardia e con particolari lavaggi, in linea con i tempi e le richieste più esigenti del mercato». ALL’ESTERO APPREZZANO LA TRADIZIONE E L’ARTIGIANALITÀ, UNITE ALL’INNOVAZIONE
L’uomo Vivienne Westwood Fall-Winter 15/16: il brand acquista tessuti italiani soprattutto per gli accessori
panno d’ispirazione militare, nei toni del mélange, dall’estetica “infeltrita”, è molto moderno e confortevole. Un dettaglio importante, anche nelle proposte uomo, è la lana lavorata insieme ad altri fli come il mohair: dal Galles al pied-de-poule, fno allo chevron. Il disegno arricchito dal mohair, per sua natura movimentato, dona al capo più morbidezza e tridimensionalità». «Per Ermanno (stilista della griffe toscana, ndr) spesso la materia è un punto di partenza - dice Toni Scervino -. Quasi tutti i materiali sono realizzati in esclusiva per noi. Lavoriamo a stretto contatto con i fornitori, per ottenere proposte innovative e funzionali al concetto di stile del marchio». I fornitori del gruppo sono aziende leader del settore, spesso originarie del distretto casentino e pratese, e comunque tutte made in Italy, oltre che ben disposte a progettare nuovi tessuti. E la lana continuerà ad avere un peso rilevante, rispetto alle fbre sintetiche. «Anche se amiamo sperimentare tra le combinazioni materiche - spiega Toni Scervino - la fbra naturale non perde mai la sua importanza. L’aspetto tec16
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La produzione italiana, e non solo quella dei distretti lanieri, è apprezzata anche all’estero. La fashion house Vivienne Westwood, per fare un nome, opta per il made in Italy soprattutto negli accessori. «Per foulard e sciarpe - precisano dal brand britannico - ci rivolgiamo al comasco. I tessuti jacquard vengono prodotti da due piccole tessiture artigianali, nella zona di Como e della Toscana. La maglia dei cappellini, dei guanti e delle sciarpe è, invece, realizzata da un’azienda marchigiana». Anche la confezione è eseguita in Italia: foulard e sciarpe sono orlati nel comasco, le cravatte nell’area metropolitana di Napoli. «I tessuti italiani sono un punto di forza per la nostra azienda - affermano alla Vivienne Westwood - perché rispecchiano valori, concetti e simboli come la tradizione, l’artigianato locale e l’innovazione. Sono manufatti costituiti da un insieme di fli, ricavati da fbre tessili, intrecciate con altri fli tecnologici e innovativi, mediante un’opera di tessitura che rende i tessuti italiani un simbolo di avanguardia su scala internazionale».
AWARD
Il Perù premia Max Mara per l’alpaca Fashion house Max Mara was awarded by the Peruvian Government, at the last Peru Moda 2015, for its contribute to raise the awareness of the local alpaca fber.
Sin dagli anni ‘50 Max Mara impiega la migliore fbra di alpaca, quella peruviana. Per questo, lo scorso aprile, il ministero del Commercio e del Turismo del Perù, insieme a Prom-Perù (l’organizzazione governativa che promuove le imprese locali all’estero), ha premiato il marchio italiano, in occasione di Perù Moda 2015. «Con le sue linee, Max Mara ha contribuito a far conoscere questa fbra nel mondo - ha spiegato il ministro e presidente di promo-Peru, Magali Silva Velarde-Alvarez -. Finezza, lunghezza e colore fanno dell’alpaca una delle migliori materie prime per la moda di alta gamma. Non a caso i brand del lusso la scelgono e la si trova sempre più spesso nell’abbigliamento di diverse parti del mondo». In occasione dell’evento, Max Mara ha “ringraziato” presentando una selezione di capi delle più recenti collezioni autunno-inverno, dove l’alpaca gioca il ruolo di protagonista. Molto speciale la location: il sito archeologico Huaca Pucllana, nel quartiere Mirafores di Lima.
IL DISTRETTO BIELLESE PUNTA SU DESIGN E RICERCA
In una realtà come la Castangia, che nasce a Cagliari «quando il Regno d’Italia non era ancora nato», l’ispirazione per un modello comincia dal tessuto nel 90% dei casi. «In un capo fnito - spiega il titolare dell’azienda di menswear, Alberto Grilletti - la stoffa è la base e ha un peso del 65% circa sul successo del risultato fnale. Accessori e lavorazioni di eccellenza sono indispensabili, per far s“ che l’incontro non divenga uno scontro. Design e know how sono il restante 35%». «Ogni collezione - aggiunge - ha dei cromatismi che ripetiamo, perché rappresentano l’identità del brand.
Laura Lusuardi, fashion director di Max Mara, premiata in occasione di Perù Moda 2015
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Poi valutiamo le novità proposte dai lanifci. Chiedo spesso di incontrare direttamente qualcuno dell’uffcio stile della tessitura: vedo che il distretto di Biella reagisce puntando su design e ricerca e sono certo che questo darà i suoi frutti». «Quello che cerchiamo - prosegue - è la leggerezza unita alla performance: caratteristiche che troviamo soprattutto nelle proposte biellesi». Ultimamente la scelta di Castangia si è orientata su un cashmere primaverile, per la prossima primavera-estate, dal peso inferiore ai 200 grammi per metro, con un fnissaggio “effetto denim”: «Un cashmere low profle, perfetto per il luxury casual». Sono state acquistate anche mischie lana, seta e lino con particolari effetti, dove «il colore risalta sulla seta ma è mitigato dalla lana e dal lino». «La giacca destrutturata - specifca Grilletti - solo stoffa e bottoni, senza fodere né spalline, piace molto perché è confortevole e garantisce un’ottima vestibilità, grazie all’abbinamento seta-Lycra». Le fbre sintetiche sono quasi totalmente assenti dalle collezioni del brand sardo e il 90% circa dei tessuti impiegati è made in Italy «perché solo qui c’è la cultura della specialità, degli ordini individuali, del made to order». «Francia e Regno Unito - precisa l’imprenditore - hanno perso tante imprese tessili, mentre da noi c’è un distretto che può rispondere alla domanda di customizzazione: per me vale quanto il nostro patri18
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1. e 2. Operaie alla Castangia e un outft del marchio 3. Il menswear sartoriale Ravazzolo
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monio artistico. E non credo che l’Asia possa replicarlo facilmente: là non hanno una mentalità orientata a questi livelli di qualità, sono più propensi a produzioni di quantità. Mentalità che non si trova nemmeno nella confezione. Anche se fno a non troppo tempo fa si diceva che ci avrebbero raggiunto, questo momento mi sembra ancora lontano». L’imprenditore si augura che l’industria della moda italiana non faccia il percorso inverso. «Forse - dice - dovremmo dare più attenzione al nostro sapere, avere una consapevolezza più forte e mostrare una maggiore coesione». La performance nei tessuti non è solo il pallino del marchio Castan-
gia. «Acquistiamo lane con titoli molto alti - dichiara Giancarlo Ravazzolo presidente della vicentina Confrav, cui fa capo il menswear Ravazzolo - e decisamente performanti, per il businessman amante dei capi che non si sgualciscono, nemmeno se li metti in valigia. Scegliamo anche mischie lana e seta, cashmere e seta o lana con lino e seta. Realizziamo molto “su misura” e abbiamo richieste specifche da parte della clientela. I fornitori di tessuto, dal canto loro, ci vengono incontro, anche presentando colori inusuali per il custom made». «A volte - aggiunge l’imprenditore - realizziamo proposte in materie prime naturali mischiate a quelle sintetiche, ma le presentimo “timidamente”: chi può spedere, preferisce la lana di alta qualità». Del resto, il marchio è conosciuto per la sartorialità e le numerose lavorazioni a mano. E, come fa notare Giancarlo Ravazzolo, «utilizzare materiali scadenti non è mai premiante». ●
Sensitive® Fabrics: Ready to Wear? La nuova collezione abbigliamento AI/2016 -17 frmata Sensitive® Fabrics gioca con le stampe melange a effetti texture e gli accoppiati nelle diverse gamme di peso. Oltre le tendenze e il look, sono le performance tecniche ed estetiche a distinguere la qualità dei tessuti Sensitive® Fabrics di EUROJERSEY, eccellenza nel tessile Made in Italy, scelti dai marchi più rinomati a livello internazionale. Tessuti polifunzionali che interpretano il concetto lifestyle in chiave contemporanea e che rispondono alle esigenze dei designer più attenti ai canoni di funzionalità, eleganza e comfort nel rispetto dell’etica e dell’ambiente. I tessuti Sensitive® Fabrics hanno una superfcie ultrapiatta, sono versatili e ideali per lo sviluppo di progetti tailoring creativi, supportati dalle tecnologie di applicazione più avanzate come il taglio vivo, le termosaldature, le accoppiature e le rifniture senza cuciture. Pensati per realizzare capi di abbigliamento extra confortevoli, easy care ed easy wear, antipiega, perfetti per vestibilità e
Stampe texture/melange Tecnologia di stampa ad altissima defnizione, come la stampa digitale con effetti tridimensionali.
coordinabilità tra colori e tinta unita, con effetti texture tridimensionali e riproduzioni grafche ottenute con le tecniche di stampa tradizionale e digitale. Dedicata al mondo Ready2Wear AI/2016 - 17 la novità dei tessuti accoppiati nel mix di stampati o tinta unita e bicolor diversifcati in gamme di peso e i nuovi tessuti forati con la tecnologia microlaser. Sempre attuali le rievocazioni metalliche, tra bronzo, argento e oro. Una varietà che permette di interpretare look e stili in una proposta di tessuti completa, declinata tra il predominante Sensitive® Classic, dall’aspetto opaco, più materico, specifco per le texture e le varianti del Sensitive® Bonded, accoppiato con giunture termosaldate al posto delle tradizionali cuciture, ideali per capi strutturati, molto costruiti ed estremamente tecnici, indeformabili nel tempo e resistenti alle abrasioni.
Bonded bicolor con Micro-laser Nuova lavorazione applicata alla famiglia dei Sensitive® Bonded con inserti micro-laserati bicolor dall’effetto mesh. Taping technology Speciali nastrature termosaldate applicate con effetto body-mapping sulla superfcie ultrapiatta dei tessuti Sensitive® Fabrics, per un look sportivo all’avanguardia perfettamente lineare ed omogeneo ed una vestibilità estremamente confortevole grazie all’assenza di impunture.
TEXTILE & MENSWEAR tempi di lavorazione che raggiungono le 21 ore, per un totale di 85 articoli in un giorno. Il risultato del lavoro di una squadra di ben 350 sarti, su un totale di 780 dipendenti. «10 dei nostri sarti girano il mondo tutto l’anno per soddisfare i clienti più esigenti e sono in grado di spostarsi nell’arco delle 24 ore. Inoltre ogni store ha un sarto formato nella nostra scuola», puntualizza De Matteis e precisa: «Il servizio su misura è garantito su tutti i capi, anche i jeans e le camicie». Servizi non scontati per una realtà che realizza l’85% del fatturato (110 milioni di euro nel 2014, in crescita del 6% sul 2013) in aree lontane, con gli Stati Uniti come primo mercato, seguiti da Italia, Russia, Cina, Nord Europa, Paesi Arabi e l’Africa che muove i primi passi. Nazioni in grado di apprezzare i capi iconici dell’azienda.
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1. Antonio De Matteis, a.d. di Kiton 2. L’importanza della manualità, uno dei capisaldi dell’azienda napoletana 3. Una giacca di Kiton
KITON
«DA NOI VINCE SEMPRE IL MEGLIO DEL MEGLIO +1»
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Il fatto a mano, la scelta di pregiati tessuti realizzati in esclusiva: padrona dei più preziosi segreti della sartoria napoletana, Kiton si è mantenuta fedele nel tempo ai plus della qualità e del servizio. Valori che vanno a braccetto con una visione moderna del business di Carla Mercurio
A guardian of the most precious secrets of Neapolitan tailoring, Kiton has remained faithful in time to the plus of quality. Values that go hand in hand with a modern vision of the business, including retail, diversifcation and training.
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eglio del meglio +1”: non ha perso smalto, a distanza di anni, lo slogan coniato da Ciro Paone per la sua Kiton, fondata nel 1968. Un motto che oggi esprime l’essenza di una realtà in cui l’alta sartorialità e il fatto a mano vanno a braccetto con i concetti di retail, formazione, diversifcazione. I tempi cambiano e bisogna tenerne conto. «Ma il cliente resta sempre al centro - puntualizza l’a.d. dell’azienda partenopea, Antonio De Matteis -. Occorre seguirlo passo dopo passo, andando incontro alle richieste di quanti vengono da Paesi lontani, dove le esigenze sono diverse». Un esempio? «Nei mercati maturi il consumatore vuole capi più sportivi, mentre le na-
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zioni emergenti sono più attente alla tradizione e prediligono abito, giacca, camicia e cravatta». Se i desiderata sono diversi, l’offerta si caratterizza per un comune denominatore: tutte le proposte sono confezionate a mano internamente, con tessuti pregiati realizzati in esclusiva, provenienti per il 70% dal Lanifcio Carlo Barbera (rilevato nel 2010) e per la restante quota dal meglio della tessitura italiana e inglese. Abiti studiati per durare nel tempo, per regalare a chi li indossa l’emozione che solo una creazione artigianale può dare. Un presupposto da cui nascono giacche che interpretano i criteri della sartoria napoletana, frutto della collaborazione di 25 mani diverse, con
LA TRADIZIONE NON SI DISCUTE MA IL NUOVO AVANZA
È il caso della giacca “Lasa”, che può richiedere 40 ore di lavoro e che viene seguita in tutte le sue parti da un solo sarto. O della “CiPa”, che prende il nome dalle iniziali del fondatore: «Un modello che si rifà a quelli realizzati negli anni Settanta da Ciro Paone, che piace soprattutto ai giovani», spiega il ceo. Si tratta di un pubblico con un alto potere di spesa, a giudicare dai prezzi della collezione, dove un abito parte dai 5mila euro, per arrivare fno ai 40mila. Tradizione e innovazione sono complementari in questa azienda, che nel tempo ha saputo stare al passo con i mutati ritmi e le nuove geografe del consumo. Una realtà che oggi non è più solo sinonimo di abiti maschili ma che appone il suo sigillo anche su cravatte, profumi, camiceria, sportswear, valigeria, pelletteria, calzature, occhiali e womenswear. Un universo che trova spazio in 52 boutique nel mondo, da New York, Londra, Las Vegas, Parigi, Tokio, Osaka, con Zurigo e Chengdu fra le più recenti aperture, e Houston fra le imminenti, in questo mese di settembre. Se il retail è fra le leve prioritarie nelle strategie aziendali che guardano al futuro, la formazione rappresenta un ponte verso un domani che non può fare a meno del passato. Nel 2001 è nata infatti la scuola di Alta Sartoria interna all’azienda, per preparare fgure professionali altamente specializzate (vedi articolo alle pagine 34-35). ●
TEXTILE & MENSWEAR ANGELO NARDELLI 1951
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QUANDO IL TESSUTO È UNA DISCRIMINANTE Nella terra dei “cappottari” il tessuto è una discriminante. Ne sono convinti alla ITN dove, tra una lana fanellata e uno shetland tinto in flo, ora nascono nuovi progetti declinati al femminile di Elisabetta Fabbri
Fabrics are a key factor at ITN. The Angelo Nardelli 1951 brand’s owner prefers high quality products from suppliers based in Biella and Prato.
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edeltà al “100% made in Italy”, grande esperienza nel sartoriale e rapporto qualità/prezzo eccellente. Questi gli ingredienti vincenti di un’azienda, la ITN-Industria Tessile Nardelli Spa che resta radicata a Martina Franca (Taranto), tradizionalmente nota come terra di “cappottari”, grandi lavoratori con la mania della precisione. Anche Angelo Nardelli, scomparso di recente, era uno di loro. Nel 1951 avviò una sartoria di capispalla che oggi, grazie allo spirito imprenditoriale del fglio Domenico, nato e cresciuto tra forbici e macchine da cucire, è diventata una società per azioni con 60 dipendenti diretti, oltre a un indotto di 200 addetti, che realizzano le linee di abbigliamento maschile Angelo Nardelli 1951 e Cinquantuno. Se la realtà della valle d’Itria continua a crescere (16 milioni di euro i ricavi 2014, +10% sull’anno precedente) lo deve anche a scelte azzeccate sul fronte tessuti, sempre al top di gamma e, per coerenza, incentrate sulla produzione italiana. «Il tessuto è una discriminante fondamentale per la riuscita di un capo - conferma Domenico Nardelli -. Direi che conta al 90%, pensando al nostro consumatore core». «Ogni stagione invernale - precisa - privilegiamo la scelta di lane e mischie pregiate. Di recente abbiamo scelto tessuti in lana pettinata, cardata, fanellata, shetland sia tinto in flo che pronto per la tinta. Diamo molta attenzione ai requisiti tecnici, alle performance pre e post trattamento e a ogni innovazione che infuisca su funzionalità e
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1. Domenico Nardelli, titolare di ITN 2. Un total look Angelo Nardelli 1951. La giacca, dall’aspetto shetland, è in lana con catena di cotone azzurra 3. La travel jacket Connemara in tessuto idrorepellente e antimacchia
aspetto del capo fnito». Tra i fornitori -. Un sapere che si sta un po’ perdendi riferimento l’imprenditore cita Vido nei giovani stilisti, anche se molto tale Barberis Canonico, Fratelli Tallia creativi e bravi a disegnare. Per me il di Delfno, Lanifcio Zegna, Lanifcio disegno è solo un promemoria». E tra F.lli Cerruti, Marlane, Reda, Zignone, uno schizzo e l’altro, alla ITN si stanno Duemilagori e Lanifcio Leomaster. preparando per il lancio di un proget«Con loro - spiega il senior fashion to donna: «Un piccolo pacchetto di designer Michael Bombino proposte, tra giacche e qual- c’è un dialogo aperto: ci che cappotto, con le medesi3 mostrano il campionario e me lavorazioni e i tessuti del noi spieghiamo le nomenswear, un occhio di stre esigenze. Di regola ci riguardo alla funzionaliportiamo a casa più matà, ma colori e ftting tutti teriale possibile, per aver al femminile». Prosegue un primo input sui trend inoltre lo sviluppo degli dei materiali e dei colori. accessori (scarpe e cintuVisitiamo le fere poi ci re, ma anche maglieria, rivediamo, per ridefnire sciarpe e cravatte), che meglio la materia prima stanno diventando una di cui abbiamo bisogno». parte corposa del fattuA volte un tessuto ispira rato. Recentemente sono un modello ed evolve arrivate in azienda nuove Per produrre con lui. È il caso della fgure nel commerciale, è una giacca Connemara, la travel stata rivista la rete retail, è Nardelli jacket fore all’occhiello in atto un piano di riposidell’azienda, che inizialoccorrono... zionamento del marchio mente prevedeva un fe sono in valutazione 155 nissaggio antistropiccio, nuove aperture all’estero minuti poi diventato anche anti(che genera il 35% delmacchia e idrorepellente. 195 le vendite globali). Nel passaggi «Conoscere la tecnica del mirino mercati come gli tessuto, trama, ordito e Usa, il Sud America, la 225 struttura, è fondamentaCorea del Sud, il Giappometri di filato le - sottolinea Bombino ne e l’Oriente in genere. ●
TEXTILE & CRAFTSMANSHIP
VIAGGIO NELL’ELEGANZA TAILOR MADE
VETERANI O NUOVE LEVE: IL DERBY DELLA SARTORIA Nell’universo della sartoria si gioca una partita avvicente. Da una parte ci sono le botteghe storiche, che dettano le regole su tagli e proporzioni. Dall’altra si fanno avanti gli atelier 2.0, dove giovani sarti sperimentano inedite modalità, aprendosi alle tentazioni del nuovo. Un derby tutto made in Italy, in cui vince chi è in grado di portare avanti il proprio punto di vista con coerenza e nel pieno rispetto dei valori del tailor made. Che la giacca sia di scuola napoletana o forentina oppure si alleggerisca fno a destrutturarsi o, ancora, sconfni nelle logiche della confezione e dei trend, l’importante è affrontare il mestiere con un approccio moderno. Che vuol dire fare leva sulle potenzialità offerte dai blogger e dai social media, o saltare su un aereo per portare il proprio know how e il proprio savoir faire nei Paesi lontani e commercialmente più promettenti. Perché oggi non è più il mondo ad andare in bottega, ma è la bottega ad andare nel mondo.
di Andrea Bigozzi e Carla Mercurio
On the one hand there are the historical shops, that dictate their rules regarding cuts and proportions. On the other one there are the ateliers 2.0, where young tailors experience new forms, opening up to the temptations of the new. It’s an exciting derby, where the winners are those able to bring forward their point of view in full respect for the values of tailor made. Taking advantage of the potentiality offered by bloggers and the social media. Above all, it’s important for everyone to leave the ateliers and travel the world, bringing abroad know how and savoire faire.
1. Antonio Liverano, al lavoro nella sua sartoria a Firenze 2. La spalla a camicia, tipica della Sartoria Solito di Napoli 3. Fabio Sodano nel suo laboratorio nei pressi di Napoli 4. Il dettaglio di due accessori nella sartoria di Chittleborough & Morgan, a Savile Row 5. Matteo Mora nella sua bottega di Borgomanero (Novara)
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LUIGI SOLITO
«La nostra giacca è sempre la stessa. E piace sempre di più» Founded by Gennaro Solito, the Solito tailor shop in via Toledo, Naples, is an institution for the lovers of men’s suits all over the world. Gennaro’s son, Luigi, knows it very well and travels between Europe, the US and Asia, to meet the demands of international clients.
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Per i cultori della vera sartoria napoletana la Sartoria Solito di via Toledo è l’indirizzo da non mancare. La bottega dove il fondatore, Gennaro Solito, realizza i suoi capolavori di manualità fin dal 1966. Oggi al suo fianco c’è il figlio Luigi, classe 1977, che da lui ha appreso i segreti del mestiere. Insieme al padre, Luigi taglia gli abiti nell’ammezzato della sartoria, per poi mandarli al piano superiore, dove otto collaboratori li imbastiscono per le prove e alla fine li 1 2 cuciono, prima di spedirli alle artigiane che fanno ancora le asole come una volta. Un iter rigoroso che prevede 25 ore di lavoro di un solo sarto (quattro giornate) e due sedute di prova per accaparrarsi l’ambita giacca, inconfondibile per via delle spalle morbide, i tre bottoni stirati a due, la lunghezza ben calibrata, le 3 4 maniche a camicia e soprattutto il comfort: «Le nostre creazioni 1. Gennaro Solito, fondatore della Sartoria Solito di Napoli nel 1966 diventano una seconda pelle 2. Luigi Solito, fglio di Gennaro, affanca il padre nell’attività spiega Luigi -. Per il pantalone 3 e 4. Le tasche applicate con doppia impuntura e la lunghezza della giacca, più accentuata sul davanti per una migliore vestibilità facciamo delle concessioni alla moda, stringendo, allargando o accorciando, a seconda delle necessità del cliente. Ma la nostra giacca è sempre la stessa, da sempreÈ. é proprio la fedeltà ai canoni della sartoria partenopea, interpretati secondo i più rigorosi criteri qualitativi, che fa della Sartoria Solito una delle realtà più note a livello internazionale. Ed è grazie all’intraprendenza di Luigi che oggi non è più il mondo ad andare in bottega ma è la bottega ad andare all’estero. «Merito di Internet e dei social media - spiega -. Oggi ci rechiamo nove volte l’anno a Londra e tre volte a Tokyo e New York, dove organizziamo trunk show per i nostri clienti. Prendiamo le ordinazioni e realizziamo gli abiti a Napoli, che con più giri di spedizione vengono provati come tradizione comandaÈ. Ovviamente i lussi si pagano. E se un outfit di Solito in Europa costa un minimo di 2.500 euro, negli Stati Uniti si parte da 3.500 e in Asia dai 6.000 euro. Cifre che generano un giro di affari che si aggira sul milione di euro l’anno, per un totale di circa 500 abiti su misura nell’arco dei 12 mesi. Un business che i Solito non intendono delegare: «Non possiamo mandare in giro per il mondo persone che non hanno il nostro nome. La nostra è una nicchia e i nostri clienti sono veri intenditoriÈ.
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TEXTILE & CRAFTSMANSHIP
SARTORIA FABIO SODANO
L’alta sartoria napoletana a misura di fashion blogger After experiences at Kiton, Attolini and Isaia, Fabio Sodano (28 year hold) starts his own business, opening an atelier near Napoli. A workbench are Holland & Sherry and Caccioppoli fabrics and a strong passion.
Antonio Liverano alle prese con una sua creazione nella sartoria di Firenze
LIVERANO & LIVERANO
«Il mio tempio è a Firenze. I miei abiti girano il mondo» Antonio Liverano manufactures his jackets with the same technique and mastery of the beginnings, in 1950, when he arrived in Tuscany from Apulia.
Le forbici in mano le ha da quando aveva sette anni e imparava il mestiere. Oggi, che di anni ne ha 78, Antonio Liverano continua a tagliare abiti con la stessa tecnica e maestria di una volta. «Non come molti colleghi giovani, che si spacciano per sarti e invece fanno realizzare i capi da altri», tiene a specifcare. Giunto a Firenze dalla Puglia nel 1950, Liverano entra nella sartoria già avviata dal fratello e lo affanca fno a 17 anni fa quando, dopo la sua morte, ne prende in mano interamente le redini. Nel negozio di 350 metri quadri in via dei Fossi, che lui chiama “il tempio”, per via della ritualità e dell’atmosfera che si respirano, Liverano dirige un team di 15 persone tra sarti, pantalonaie, occhiellaie e gilettaie, il direttore commerciale e responsabile degli accessori, Takahiro Osaki, e sua fglia Valentina, anche lei di corvée sul fronte commerciale. «Sono l’unico che fa entrare i collaboratori in sala prova, per insegnare loro i segreti del mestiere», tiene a precisare. E prosegue: «Il mio forte è la giacca. Le nostre, di scuola forentina, hanno le spalle morbide e arrotondate, il fondo accentuato, i tre bottoni stirati a due e una sola pince sul davanti». Creazioni apprezzatissime anche all’estero, dove Liverano si reca con regolarità: «Tre volte l’anno andiamo a New York, Tokyo e Hong Kong, dove portiamo mazzette e campioni per i nostri clienti in loco. Poi realizziamo tutto a Firenze. Ci aiuta il passaparola dei social media, che ci ha fatto acquisire molta notorietà». «In questo - conclude - è prezioso il ruolo di Takahiro Osaki, che è giovane, 36 anni, e padroneggia il mezzo. Lui si occupa anche della parte confezione: modelli miei che faccio realizzare in un laboratorio esterno, per clienti meno esigenti». 26
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Al centro di tutto mette il prodotto: i tessuti, che sceglie personalmente (i preferiti sono quelli di Holland & Sherry e di Caccioppoli), il taglio curato nei minimi particolari, «visto che da noi ogni vestito viene confezionato dall’inizio alla fine come si faceva una volta, mentre oggi molte sartorie i pantaloni li danno da fare fuori», ma nel suo atelier c’è spazio anche per qualche irriverenza, forse a causa della giovane età. Fabio Sodano, 28 anni, senza sarti in famiglia a cui carpire i segreti del mestiere e spinto solo dalla passione entra diciottenne alla scuola di alta sartoria di Kiton, per passare alla corte di Cesare
CHITTLEBOROUGH & MORGAN
«Noi di Savile Row la pensiamo così» Among the leading tailors in Savile Row, Joe Morgan is refractory to the concept of made to order and ready to wear. His clothes are rigorously made by hand according to the canons of the Sixties.
Joe Morgan (al centro) con i suoi collaboratori. A destra: un abito della sartoria Chittelborough & Morgan. Attaccatura alta delle maniche, spalle dritte, vita segnata: questi i canoni rigorosi seguiti dall’atelier
Fabio Sodano impegnato nella sua sartoria alle porte di Napoli, dove lavorano altre quattro persone. La sua specialità sono le giacche realizzate in tele leggere
Attolini prima, e, poi, alla guida del su misura nella boutique milanese di Isaia di via Verri. Due anni fa decide di fare il grande salto e aprire un laboratorio tutto suo a Sant’Anastasia, alle porte di Napoli. La sua mania? Giacche morbide e destrutturate, con tele leggere e molto “giovani”. «Per me - racconta - le scelgo a due bottoni e con revers ampi, mentre ai clienti lascio carta bianca: loro oggi si fanno influenzare dai fashion blogger e non è più possibile comportarsi come i vecchi sarti, che impongono le proprie regole ferree su tagli e proporzioni». Con questo atteggiamento più “morbido” verso la professione, Sodano si sta costruendo una reputazione in tutta Napoli e non solo. «Collaboriamo con sartorie di primordine anche a Milano, Londra e in Svizzera», precisa. Dalla sua bottega, dove lavorano quattro persone, escono 10 abiti al mese, con prezzi che partono dai 1.200 euro. Ma per completare il quadro gli abiti non bastavano: ecco quindi che in poco tempo sono entrati a far parte della Sartoria Sodano scarpe fatte a mano, camicie, cravatte, cappotti. «Per crescere puntiamo sul web - conclude perché anche per il sartoriale è iniziata l’era 2.0».
Fra le sartorie inglesi più raffinate, Chittleborough & Morgan si trova al numero 12 di Savile Row ed è stata fondata da Roy Chittleborough e Joe Morgan, dopo aver lavorato nel leggendario negozio di Tommy Nutter e Edward Sexton. Oggi a gestire la bottega nella storica via londinese è rimasto solo Joe Morgan, che per i suoi abiti si ispira ai tagli in perfetto stile anni Sessanta, con attaccatura delle maniche alta, spalle dritte, vita segnata e pantaloni dalla vita alta, con pence o piatti. Capi in vendita a una media di 4.500 sterline (pari a circa 6.300 euro), con lana ricavata dalle pecore Merino, in arrivo dall’Australia, tessuta poi a Huddersfield, nello Yorkshire, il cuore verde dell’Inghilterra. Ad affiancare Morgan un team di otto persone, che lavorano ancora come una volta. Niente concessioni alla confezione, spiega Morgan: «Da noi non esiste il concetto di abiti made to order o di ready to wear».
SARTORIA MORA
Personal tailor a portata d’uffcio Matteo Mora, who has his atelier in Borgomanero (not far from Biella), meets the needs of his customers bringing the Italian tailoring in the world. «I travel a lot from Brussels to Kuwait, through Rome». Matteo Mora nella sua sartoria di Borgomanero. Prima del taglio Mora ha imparato i segreti dei tessuti lavorando come tecnico nel grandi lanifci del biellese
«Faccio abiti da lavoro, nel senso che le mie giacche, le mie camicie, sono indossati soprattutto in occasioni uffciali e principalmente lavorative». Così si presenta Matteo Mora, sarto under 40 che si è fatto le ossa come tecnico dei tessuti per grandi gruppi del settore come Zegna e Loro Piana, ma ormai da qualche anno, mettendo a frutto la passione trasmessa dalla mamma sarta, taglia e cuce, nella sua bottega di Borgomanero (Novara), i look per ricchi emiri mediorientali, dirigenti Ue di Bruxelles, politici romani, top executive tedeschi delle aziende dell’automotive. «Ma tra i clienti della mia sartoria ci sono anche molti giovani tra i 20 e i 30 anni del biellese e di Milano: chiedono capi di grande qualità e amano, come me, lo stile dandy con giacca attillata, pantaloni più stretti sul fondo, colori accesi». Ogni abito che esce dalla sartoria di Mora (un centinaio all’anno, con un prezzo che va dai 1.500 euro in su) è personalizzato con il nome del cliente sul taschino interno della giacca. «Più che sarto - racconta - mi defnisco “personal tailor”: raggiungo ovunque i miei clienti, prendo loro le misure, consiglio pregi e limiti di un tessuto, ma soprattutto parlo a lungo con loro. Un abito deve essere sempre in sintonia con chi lo indossa. Deve nascere per lui». Una formula che, visto il continuo viaggiare di Mora su richiesta dei committenti internazionali, ha generato un successo commerciale. «Non ci lamentiamo, le richieste sono molte -conclude -. Il passaparola resta ancora una delle armi migliori: un cliente soddisfatto ne porta sempre altri».
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STILISTI
ANCHE I GRANDI PUNTANO SULL’UNICITÀ Vuoi mettere indossare un abito dal taglio impeccabile, che asseconda la fgura, in un tessuto di altissimo livello, magari con stampate le proprie iniziali? A credere nel made to measure non sono solo i marchi sartoriali ma anche le griffe del prêt-à-porter, che per il su misura hanno divisioni, e negozi, ad hoc di Angela Tovazzi
Not only traditional sartorial brands believe in made to measure fashion, but also the ready-to-wear big names, who have divisions and shops dedicated to the tailor made market.
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he il desiderio di essere protagonisti, distinguersi, rimarcare la propria unicità sia la nuova ideologia di massa nell’era della globalizzazione telematica è sotto gli occhi di tutti. E gli stilisti, che hanno le antenne sempre protese sul mercato, non potevano non essere sensibili al fenomeno. Come? Aumentando i loro servizi personalizzati a livello di customer service, ma anche sul fronte del prodotto che, pur mantenendo inalterato il “touch” stilistico del marchio, può attagliarsi come una seconda pelle - nel ftting, nel gusto e nei dettagli - ai singoli clienti. Quelli naturalmente più esigenti, più consapevoli, soprattutto senza timori quando si tratta di aprire il portafoglio. Per loro Dolce&Gabbana ha inaugurato (circa un anno fa) un negozio in corso Venezia 13 a Milano. «Il primo spazio dedicato al mondo degli abiti
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fatti a mano», sottolineano gli stilisti che qui, tra arredi di design e opere di Giò Ponti, accolgono «uomini che non temono di esternare le proprie emozioni, i loro gusti, le loro fragilità, la loro sensibilità», con 12 sarti pronti a trasformare in realtà, e in poche settimane, qualsiasi richiesta. «Da noi arrivano giovani imprenditori, manager, opinion leader e artisti», fanno sapere
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1. Chen Kun, Matt Bomer e Dan Stevens, i tre attori Tv scelti da Giorgio Armani come testimonial della nuova campagna Made to Measure 2. Giacca e camicia di Dolce&Gabbana Sartoria 3. Colletti su misura per le camicie di Prada
invece da Prada, che ha una cinquantina di boutique nel mondo attrezzate con vip room. Personalizzabile è tutto il guardaroba, grazie a 300 tessuti per giacche e abiti, 30 per i cappotti, circa 230 per le camicie, oltre a diversi modelli, colori, vestibilità. Poi ci pensano i sarti, che con centinaia di passaggi tagliano, cuciono, aggiustano. Tutto a mano. Tempo circa un mese e il capo è pronto. Più o meno stessa attesa (4-6 settimane) per un pezzo su misura di Gucci, che a disposizione dei propri fan mette 82 tessuti per 178 combinazioni cromatiche e tessili. Con dettagli che fanno la differenza: per esempio la fodera in satin con il logo della maison oppure l’etichetta con il nome o le iniziali del cliente, per una shopping experience davvero unica. I prezzi? Prada spiega che variano a seconda dei materiali utilizzati, «tra 2.500 e 45mila euro per gli abiti, 500 e 1.500 euro per le camicie, 2.500 e 35mila euro per i cappotti». Insomma, capi davvero esclusivi. Che però, rispetto al passato, hanno guadagnato in disinvoltura e perso in formalismo. Come dice Giorgio Armani: «Il su misura? Lo immagino come uno strumento di uso quotidiano, adatto a ogni età, a ogni professione e in tutte le parti del mondo». Basta poterselo permettere. ●
Photo from the book “150”
TEXTILE & ITS PLAYERS
A BIELLA E OLTRE
UNA PASSIONE CONTAGIOSA PER L’ECCELLENZA Da sempre elemento distintivo dell’arte del saper fare, la ricerca della perfezione è il fl rouge che lega passato e futuro. Otto protagonisti del tessile italiano parlano di eccellenza, nell’ottica delle sfde più attuali: dalla sostenibilità all’innovazione, fno all’e-commerce
Da sinistra, in senso orario: Guglielmo, Fabrizio, Ercole e Francesco Botto Poala
di Elisabetta Campana
ERCOLE BOTTO POALA/REDA
Always a distinctive element of the art of ”savoir faire”, the pursuit of perfection is the common thread that links the past and the future. Eight players in the Italian textile sector analyze the concept of excellence, in view of the current challenges: sustainability, innovation and also e-commerce ome diceva Aristotele, «Noi siamo ciò C che continuiamo a ripetere. L’eccellenza non è quindi un atto, ma un’abitudine». Parole che calzano a pennello per le grandi aziende del tessile italiano. Forti di una lunga tradizione, di indiscusse professionalità, dedizione e maestria, gli storici lanifci e cotonifci del nostro Paese continuano, ostinatamente, a ricercare il meglio in termini di prodotto, lavorazioni e servizi, all’insegna dell’arte del saper fare tipica (e pressoché esclusiva) del made in Italy. Nell’era digitale, in cui tutto accade così velocemente che sembra contare solo il risultato fnale, è facile perdere il senso e il valore del lavoro manuale, dell’artigianalità, dei processi di trasformazione e delle materie prime. Dalle interviste a otto imprenditori e manager di aziende del settore (biellesi, ma anche milanesi e trevigiane), i cui tessuti interpretano la
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creatività dei migliori stilisti e brand del mondo, emerge come sia possibile coniugare il passato, fortemente legato al territorio, con le sfde più attuali. Sul piatto tre grandi scommesse che vanno dalla sostenibilità e dal rispetto dell’ambiente all’innovazione nei prodotti e nelle tecnologie, fno all’interazione con il mondo virtuale e, perché no?, l’e-commerce. Forti di una certezza, che è al tempo stesso punto d’arrivo e di partenza: il consumatore istintivamente opta sempre per la proposta qualitativamente migliore. ALLA RICERCA CONTINUA DELLA PERFEZIONE
Fil rouge delle varie testimonianze è la passione, contagiosa, per la perfezione. Secondo Ercole Botto Poala, amministratore delegato di Reda, a Valle Mosso (Bi), l’eccellenza si declina semplicemente in «qualcosa di bello e fatto bene». Per
«Il top? È semplicemente, ieri come oggi, una cosa bella e ben fatta» Roberto Colombo, alla guida del Lanifcio Luigi Colombo di Borgosesia (Vc) si traduce in «un capo che le persone continuano a indossare, anche se non è più di moda. E che se si rompe, viene portato a riparare». «Nel mio guardaroba custodisco gelosamente un impermeabile pied de poule, in pura seta 500 grammi, con un titolo fnissimo, che mettevo quando avevo 16-17 anni - confda Colombo -. Le cose belle e di valore non si buttano mai». Ancora, Giorgio Marcarino, direttore vendite e marketing del lanifcio Fratelli Tallia di Delfno a Strona (Bi), che fa capo al Gruppo Marzotto, considera l’eccellenza «l’esasperazione del dettaglio». «Ovvero - chiarisce il manager - la capacità di trasmettere a livello di prodotto, servizio e comunicazione la cultura e l’heritage, ovviamente resi contemporanei, di un’azienda fondata ai primi del
PAOLO ZEGNA/ERMENEGILDO ZEGNA GROUP
«Lana, cashmere e mohair:siamo più che mai concentrati sul meglio delle fibre nobili»
ROBERTO COLOMBO LANIFICIO LUIGI COLOMBO
«Eccellenza... è un’azienda verticalizzata come la nostra» secolo scorso». Lincoln Germanetti, a.d. di Tollegno 1900, nell’omonima località biellese, pone l’accento sulla «produzione sostenibile e certifcata, che permette di offrire un prodotto garantito in ogni sua fase», mentre Paolo Zegna, presidente di Ermenegildo Zegna Group, sottolinea che il Lanifcio Zegna, fondato nel 1910 a Trivero (Bi), da sempre concentra l’attività sulla produzione di tessuti in lana, cashmere e mohair di alta qualità, «in altre parole su quanto di meglio ci possa essere al mondo nel campo delle fbre nobili». C’è anche chi dichiara che l’eccellenza sia riuscire ancora a emozionare i più grandi stilisti del mondo, «grazie alla superiorità qualitativa, di mano e di caratteristiche, ottenuta attraverso la continua ricerca e lo sviluppo», dice Marco Marini, direttore commerciale di Duca Visconti di Modrone (Gruppo Inghirami), società
che dal primo settembre si è unita al cotonifcio milanese Carlo Bonomi, dando vita alla Eccellenze Italiane Tessili (EIT). «I due marchi in seno alla nuova realtà mantengono identità separate, la fusione riguarda la parte commerciale - precisa Marini -. Nel nostro stabilimento di Vaprio D’Adda abbiamo creato un impianto modello per gestire la produzione dei due storici cotonifci, con l’obiettivo di presidiare meglio il mercato, puntando al monopolio, ovviamente, dell’eccellenza». «Senza dimenticare - aggiunge Carlo Bonomi, amministratore delegato della nuova divisione Carlo Bonomi - che l’elevata qualità si deve mantenere anche nei confronti dei grandi quantitativi e nel rispetto delle tempistiche di consegna». Il concetto di eccellenza è nel dna di tutte queste realtà. Come ribadisce Luca Belenghi, amministratrore delegato del Gruppo
Tessile Monti, di Maserada sul Piave (Tv), «il “meglio” fa parte delle diverse competenze strategiche aziendali: dal design alla qualità di prodotto e dei processi industriali, dal servizio al cliente alla gestione delle risorse umane». UN TESSUTO DI QUALITÀ? QUESTIONE DI TATTO
Se è vero che il concetto di eccellenza assume varie sfaccettature, da quelle più concrete alle intangibili, distinguere un tessuto di qualità è un atto soggettivo e spesso istintivo. Il colpo d’occhio è importante. Ma solo toccando un capo se ne percepisce l’effettivo valore. Ercole Botto Poala conferma che tra i cinque sensi privilegia il tatto e, sorridendo, aggiunge: «Come tutti i biellesi doc, quando incontro qualcuno con un bel capospalla, mentre gli stringo la mano, con l’altra gli tocco i revers della giacca». «In realtà - aggiunge l’a.d. - la qualità di
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TEXTILE & ITS PLAYERS GIORGIO MARCARINO FRATELLI TALLIA DI DELFINO
«Il meglio? Saper trasmettere l’heritage a livello di prodotto, servizio e comunicazione»
LINCOLN GERMANETTI/TOLLEGNO 1900
«Una produzione sostenibile e certificata è importante, perché offre un prodotto garantito in ogni sua fase» un tessuto si misura nel tempo e si coglie nella soddisfazione che si prova indossando un determinato capo». «Soprattutto il consumatore la percepisce nel vissuto, ma non sempre ne conosce il motivo - puntualizza Botto Poala -. È pertanto fondamentale riuscire a trasmettere alle persone i valori della propria azienda, per far comprendere loro cosa c’è a monte di ciò che vestono».Proprio Reda, l’unico lanifcio al mondo con la certifcazione ambientale Emas, festeggia quest’anno i 150 anni, con una serie di iniziative, in collaborazione con The Woolmark Company, rivolte agli addetti ai lavori e al pubblico fnale. Oltre ad aver pubblicato il libro “150”, realizzato con l’agenzia Magnum Photos, che racconta attraverso immagini la storia di questa realtà, ha progettato una mostra multimediale itinerante inaugurata a febbraio 32
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La sede di Fratelli Tallia di Delfno a Strona (Bi) durante l’evento “Eccellenze Italiane”
a Milano, con tappe a Berlino, New York e Londra. «Sempre per questa ricorrenza spiega Botto Poala -. abbiamo acquistato insieme a Woolmark le più belle 150 balle di lana presenti nelle aste australiane per realizzare il tessuto “Maior, Super 150’s” e offrire il meglio del meglio ai nostri clienti». Secondo Roberto Colombo, l’errore più comune che si possa fare è pensare che la gente non sia in grado di comprendere la qualità: «Certo, una persona magari non conosce gli aspetti produttivi e tecnici, ma istintivamente sceglie sempre il bello dice l’imprenditore -. Effettuo spesso delle prove, sottoponendo decine di capispalla differenti ad amici e conoscenti: ogni volta optano per il migliore». Sulla stessa lunghezza d’onda Lincoln Germanetti, che aggiunge: «I consumatori non solo sono sempre più attenti ed esigenti, ma spesso
richiedono anche la tracciabilità». Paolo Zegna risporta l’attenzione sulla materia prima e ricorda che il tessuto migliore si distingue per quattro caratteristiche: mano, brillantezza, drappeggio e resistenza all’uso. «Poche fbre al mondo, naturali o sintetiche - precisa Zegna - offrono tutte le caratteristiche della lana pregiata». INTESSERE LA GIUSTA RELAZIONE CON I BRAND
In qualità di fornitori delle più importanti maison di moda e del lusso internazionali, i tessitori giocano un ruolo fondamentale nella defnizione delle collezioni. «Per un designer il tessuto è tutto, mentre guarda un disegno immagina già come sarà l’abito» premette Paolo Zegna, aggiungendo: «Ogni stilista ha esigenze diverse, dovute al proprio gusto e alle tendenze di stagione, che si rifettono sulla customizzazione
MARCO MARINI ECCELLENZE ITALIANE TESSILI (EIT)
«La scommessa è continuare a emozionare i più grandi stilisti di tutto il mondo»
Sic Tess (Gruppo Tessile Monti) Marco Marini
Carlo Bonomi
LUCA BELENGHI/GRUPPO TESSILE MONTI Duca Visconti di Modrone
dell’offerta». «Il più delle volte - conferma Luca Belenghi - i brand chiedono di realizzare articoli esclusivi, partendo dai nostri disegni e declinando l’aspetto grafco e/o cromatico». «Oltre alle nuove gamme di colori - precisa Lincoln Germanetti - di recente è aumentata la domanda di fnissaggi tecnici». Il lavoro del supplier, come fa notare Giorgio Marcarino, non è certo facile, perché deve saper interpretare con esattezza ciò che vuole l’uffcio stile. «Il problema è che, con gli approvvigionamenti già fatti, bisogna riuscire a fare una buona “torta” utilizzando gli ingredienti che si hanno in casa». «Dialogo e confronto restano fondamentali - prosegue Marcarino -. Per il prossimo autunno-inverno, proprio su richiesta dei nostri clienti, abbiamo lanciato anche per la stagione invernale il modello “Aria 3.1”, in pura lana, che traspira tre volte più
«L’eccellenza scaturisce dalle diverse competenze strategiche aziendali» di un tessuto normale». Concorde Ercole Botto Poala: «La forza del made in Italy precisa - è rappresentata anche dalla fliera molto corta in termini di distanza, che permette di incontrarsi vis à vis, facilitando scambi, input e soprattutto garantendo una risposta veloce alla richieste». TESSUTI E ONLINE: UN RAPPORTO DA COSTRUIRE
Ancora poco diffuso nel settore tessile, l’ecommerce offre potenzialità interessanti, a patto che lo si approcci con professionalità, a partire da una corretta comunicazione. «Ormai la maggior parte dei consumatori prima si informa sul web e poi acquista - dice Ercole Botto Poala -. È pertanto indispensabile trasmettere messaggi veri e verifcabili. Reda può trarre solo benefci dall’online, vista la lunga storia e tradizione che la contraddistingue, a garanzia dell’inte-
ra fliera». Nel virtuale non cambia il concetto di eccellenza, ma comporta sfde e paradigmi nuovi. «La strategia di marketing deve essere essenziale - rifette Luca Belenghi - ma effcace nell’attrarre l’attenzione del cliente. Non è certo facile raccontare a distanza l’unicità distintiva di un prodotto, come il tessuto, con linguaggi e strumenti in continua e rapida evoluzione». «Al momento è solo una nicchia di clienti a comperare online, ma chi lo fa tende a ripeterlo - aggiunge Roberto Colombo -. Il consumatore ha grande interesse per l’heritage e per il made in Italy, bisogna però spiegarglielo bene: qui parliamo di vero lusso, di fbre nobili e aziende completamente verticalizzate come la nostra si contano sulla metà delle dita di una mano. L’impegno nel virtuale non manca. Anche questo fa parte della contagiosa passione per l’eccellenza». ● 08_09_2015
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TEXTILE & TRAINING
SCUOLE DI SARTORIA ALLA RIBALTA
NELL’ ERA 3.0 I GIOVANI RISCOPRONO IL FASCINO DI AGO E FILO Salvaguardare competenze altamente specializzate che altrimenti andrebbero perdute e istruire i master tailor di domani: questa la mission delle scuole di sartoria interne alle maison italiane, attive con corsi ad hoc per tutelare la cultura sartoriale, la conoscenza del tessuto e offrire nuove opportunità professionali ai giovani. Che cominciano a riscoprire il fascino di antichi mestier di Angela Tovazzi
To safeguard highly specialized skills that would otherwise be lost and educate master tailors of tomorrow: this is the mission of the Italian fashion companies’ tailoring schools, with courses meant to safeguard the sartorial culture and offer new job opportunities for young people. Who are beginning to rediscover the charm of ancient crafts.
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l brand più lungimirante è stato Brioni, che ha fondato la propria Scuola di Alta Sartoria a Penne, (Abruzzo) nel 1985, con il fne di mantenere viva la continuità generazionale e trasformare giovani talentuosi in ambasciatori di quel savoir faire italiano che tutto il mondo ci invidia: «Qui i nostri ragazzi imparano il mestiere seguendo la tradizione sartoriale di inizio Novecento», spiega Angelo Petrucci, chief master tailor del marchio che da un quarto di secolo, ogni tre anni, seleziona 15 studenti per l’avvio del corso. Un triennio di teoria dove si studia il “metodo Brioni” - 220 fasi di lavorazione per la costruzione di un abito - e poi un anno di pratica, con il tirocinio in azienda. Un’arte manuale, quella del sarto, che in tempi di emergenza occupazionale come l’attuale sta recuperando fascino agli occhi delle nuove generazioni, e non solo perché è tra le posizioni più ricercate dalle aziende. Quelli di oggi sono professionisti 2.0, spesso poliglotti e con la valigia in mano, pronti a partire per destinazioni esotiche, alla corte di clienti blasonati. Niente a che vedere con l’immagine stereotipata del sarto armato solo di ago e flo. 34
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«Nel 2000, quando è nata la scuola di alta sartoria, era stato diffcile reperire 15 ragazzi che volessero intraprendere questo iter di studi - racconta Antonio De Matteis, amministratore delegato della partenopea Kiton - ma a 15 anni di distanza, complice la crisi nel mondo del lavoro, la mentalità è cambiata. Oggi al nostro corso quadriennale, che ogni due anni ammette 25-30 allievi, presentano la loro candidatura 400-500 ragazzi, dieci volte di più dei posti disponibili». Del resto la scuola è gratuita e l’assunzione è garantita per il 100% degli studenti: «Da noi - precisa De Matteis - sono passati 120 giovani. L’80% è stato arruolato da Kiton e il 20% da altre aziende. Alcuni di loro si sono anche messi in proprio e questo rappresenta un motivo d’orgoglio». A puntare sulla formazione di nuove leve addestrate ad hoc per tramandare mestieri artigianali a rischio di estinzione è anche una griffe del lusso come Prada, che ha presentato il progetto per la costruzione della Prada Academy: una struttura formativa, pronta a sorgere nei locali dell’ex Pastifcio Muratori di Montevarchi, in Valdarno, acquistato dal gruppo di Patrizio Bertelli
VALENTINO
Dieci allievi per il primo corso di couture The frst course of Valentino’s tailoring school is ready to start in Rome.
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e Miuccia Prada nell’aprile 2014. Alle ultime battute burocratiche (i lavori potrebbero partire già entro la fne di quest’anno), l’Academy «intende creare un bacino di giovani tecnici - spiegano dalla casa di moda - che garantisca un ricambio di conoscenze specialistiche nel settore manifatturiero e costituire un riferimento specifco e costante per lo sviluppo del know how in ambito pelletteria, calzature e abbigliamento». Una sorta di moderna bottega d’arte, dove una sessantina di ragazzi tra i 16 e i 21 anni potranno apprendere i segreti della manifattura, anche grazie agli insegnamenti di ex dipendenti del gruppo in pensione. ●
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1. Un insieme di Prada: la griffe ha presentato il progetto per la nuova Prada Academy, pronta a sorgere in Toscana 2. Foto di gruppo alla scuola di alta sartoria di Brioni 3. Insegnante e allievo al lavoro presso la scuola di Kiton 4. Un look Berluti per l’estate 2016: la maison ha aperto un istituto di formazione specializzato nelle calzature: si trova a Ferrara, nei locali della nuova Manifattura Berluti
Avrà sede negli atelier romani di palazzo Mignanelli 22, sede storica della maison, la nuova scuola di couture di Valentino. Un sogno nel cassetto, per i due direttori creativi Pier Paolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri (nella foto), che ora diventa realtà. «Vogliamo che i ragazzi si approprino del futuro», dicono gli stilisti, che per il primo corso hanno selezionato una decina di ragazzi. La scuola di sartoria parte questo mese e durerà un anno: «Puntiamo a dare dignità a processi innovativi che non si limitano all’utilizzo di un tessuto prezioso - spiegano -. Vogliamo raccontare il nuovo Rinascimento italiano, fatto anche da chi ogni giorno lavora con talento e passione, realizzando il bello made in Italy». (a.t.)
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FIERE TESSILI INTERNAZIONALI
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MILANO UNICA E LE ALTRE
SPERIMENTARE È D’OBBLIGO
Milano Unica vive un momento di grande dinamismo, grazie all’avvio di Prima MU e Milano Unica New York e all’arrivo di un nuovo direttore creativo. Première Vision Paris risponde puntando sulla complementarietà e l’integrazione fra le sue sei “anime”. News in cantiere a Parigi per Messe Frankfurt. In ascesa Dubai di Elena Azzola
Milano Unica is enjoying an exciting time at the moment, thanks to the launch of projects like Prima MU and Milano Unica New York, coupled with the arrival of a new creative director. Première Vision Paris responds with a focus on the complementary nature of its six exhibitions. News for Messe Frankfurt in Paris. And ITS in Dubai is ready to grow.
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l mondo delle fere tessili internazionali vive una fase di transizione. Mai come in questo periodo si registrano novità e sperimentazioni in termini di formule, ma soprattutto di date e iniziative di internazionalizzazione. Il dinamismo dimostrato da Milano Unica è esemplare. In pochi mesi il salone rappresentativo del tessile e degli accessori tessili made in Italy ha lanciato un appuntamento di anteprima a Milano (Prima MU) e una trasferta a New York, che si aggiunge a quella di Shanghai. Due nuove rassegne che hanno portato a Fieramilanocity, dal primo al 3 luglio, e al Jacob Javits Center, dal 20 al 22 luglio, rispettivamente 66 e 87 realtà dell’eccellenza tessile della Penisola. Con un bilancio di 1.580 visitatori in rappresentanza di 706 aziende della confezione per Prima MU e di oltre 1.300 professionisti in pista per quasi 700 brand a Milano Unica New York. «La première di Prima MU è andata bene - commenta il presidente di Milano Unica, Silvio Albini -. Il nostro è stato un esperimento
Case di moda e saloni: chi va dove The spokespersons of some italian fashion brands reveal their choices in terms of textile fairs.
Corneliani «Visitiamo Première Vision, destinata quasi più al mondo femminile, ma che proprio per questo può offrire idee innovative anche per l’uomo. Fondamentale è anche Milano Unica, dove si può trovare il meglio della produzione italiana, anche se noi ci indirizziamo quasi esclusivamente ai tessutai biellesi».
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Max Mara 4
1. Un’immagine scattata al recente Prima Mu, appuntamento d’anticipo di Milano Unica nel capoluogo lombardo: i visitatori sono stati 1.580, in rappresentanza di 706 aziende 2. Un tessuto di ultima generazione di Forster Rohner ad Avantex, salone che esordisce questa stagione a Parigi 3. Un momento di lavoro a Texworld 4. Una foto rubata alla scorsa edizione di Première Vision Paris 3
per rispondere all’esigenza di una parte del mercato di vedere prima le collezioni. Lo sforzo è stato apprezzato dalle case di moda, che ci hanno chiesto di continuare, allargando la base degli espositori». La domanda di anticipo in effetti è presente in una parte dell’industria del fashion. «La situazione è in divenire - spiega Albini -. Stiamo vivendo una fase di transizione, da valutare con grande attenzione. Un fatto è certo: il dinamismo di Milano Unica è stato colto sia in Italia che all’estero e penso che il successo dell’appuntamento spingerà nuovi espositori a partecipare». Anche rispetto alla trasferta newyorchese la parola d’ordine è proseguire nell’iniziativa, anche perché il mercato Usa sta “tirando”: nel 2014 è stato il terzo Paese di destinazione delle esportazioni di tessuti italiani, per un importo di oltre 175 milioni di euro (+12,3% sul 2013) e nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato un incremento del 18,8% sul corrispondente periodo dello scorso anno. Ma non sono tutte rose e fori. «Milano Unica New York ha
portato il meglio delle produzioni italiane in un mercato complesso - chiarisce Albini -. Le aziende, che hanno già una struttura commerciale in loco, hanno avuto buoni riscontri. Mentre per le piccole realtà, che si affacciano ora nel continente, la fera ha rappresentato un primissimo passo, in vista della messa a punto di un’organizzazione ad hoc per affrontare la regione. Gli americani sono molto esigenti: hanno bisogno di un riscontro veloce ed effciente». Un buon prodotto e una buona struttura commerciale sono i requisiti fondamentali per sfondare oltre Atlantico. Fatte queste considerazioni, ci si proietta sulla 21esima edizione di Milano Unica, in programma nel capoluogo lombardo dall’8 al 10 settembre. «Sarà una bella sessione - anticipa il presidente -. Vivace, aperta al mondo, ai giovani stilisti e alla sostenibilità». Nello specifco, prosegue il percorso di internazionalizzazione degli espositori, con l’Osservatorio Giappone a quota 49 aziende e l’avvio di un Osservatorio Corea, costituito da dieci qualifcati pro-
«Per la scelta dei tessuti non aspettiamo le fiere, che risultano troppo avanti in calendario, rispetto ai ritmi imposti dal mercato. Meglio l’incontro diretto con i fornitori. A fine giugno-primi di luglio incontriamo già gli specialisti del settore per l’autunno-inverno dell’anno successivo. A volte facciamo al nostro interno delle piccole fiere, come è avvenuto di recente con i produttori di denim: ne abbiamo invitati un decina a mostrarci le loro novità. Tutti i nostri ordini poi vengono personalizzati».
Castangia «Andiamo sempre a Milano Unica: è una fiera ben fatta, dove troviamo i biellesi e gli inglesi (questi ultimi rappresentano una parte marginale dei nostri fornitori), ma anche il meglio della nostra filiera, compresi fodere, sete e bottoni».
Ravazzolo «Milano Unica è la fonte più aggiornata per fornire indicazioni sui trend di stagione».
Angelo Nardelli «Il nostro primo incontro con le nuove proposte, a livello di tessuti, avviene presso i fornitori. Abbiamo un rapporto privilegiato con loro. Poi va integrato con le fiere, anche se sono un po’ in ritardo rispetto alle nostre esigenze. Siamo italiani e, per coerenza, scegliamo Milano Unica come manifestazione di riferimento». (e.f.)
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FIERE TESSILI INTERNAZIONALI
duttori. Nuovi il layout e l’Area Trend, curati per la prima volta da Stefano Fadda (vedi ritratto a pagina 60), che ha preso il posto di Angelo Uslenghi come direttore artistico e responsabile della commissione tendenze di Milano Unica. L’evento On Stage - dedicato ai new talent della moda, che hanno lavorato con tessuti delle aziende di Milano Unica - va in scena in via Montenapoleone (vedi box). «Quello che vogliamo sottolineare è che siamo la fera degli imprenditori italiani - conclude Albini -. Lavoriamo, in sinergia con le associazioni, il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Ice, per valorizzare la nostra fliera del tessile. A un forte nucleo di made in Italy affanchiamo altre eccellenze attraverso gli Osservatori: “vetrine” su realtà straniere che hanno lo stesso bacino di clienti di fascia alta delle manifatture italiane». I francesi però non stanno a guardare. L’edizione di Première Vision Paris, in scena dal 15 al 17 settembre, consolida le scelte strategiche che hanno portato gli organizzatori al lancio del nuovo brand (Première Vision Paris al posto di Première Vision Pluriel): un’unica regia per un ensemble di sei saloni, fortemente complementari in termini di business e know-how. Sotto il “titolo” di Première Vision si dipanano i “capitoli” Première Vision Yarns (ex Expofl), Fabrics (ex Première Vision), Leather (ex Cuir à Paris), Design (ex Indigo), Accessories (ex Modamont) e Manifacturing (ex Zoom), per un polo da 1.915 espositori in arrivo da 55 Paesi (numero pressoché stabile rispetto ai 1.933 di settembre 2014). 153 gli “innesti” di questa tornata, fra new entry e ritorni. Fra le novità messe in campo, segnaliamo quelle relative ai PV Award: per la loro settima prova i premi, fnalizzati a valorizzare l’eccellenza creativa e le tecnologie più avanzate, aprono al mondo della pelle, oltre che a quello dei tessuti, coinvolgendo i conciatori di Première Vision Leather. Martedì 15 settembre alle 17, nel forum della hall 6, saranno assegnati sei riconoscimenti: tre per i tessuti e altrettanti per la pelle. A tal fne è stata costituita una giuria di personaggi infuenti del mondo della moda, presieduta dai designer Livia Stoianova e Yassen Samouilov, fondatori della maison di haute couture On Aura Tount Vu. Sono previsti inoltre due premi aggiuntivi, decretati dai visitatori e, più in generale, dalla fashion community, che può esprimere le preferenze dal 14 al
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1. Uno scorcio di Première Vision Paris 2. Al lavoro a Prima Mu 3. Un’uscita di sflata a Texworld
21 settembre sulla pagina Facebook di Première Vision Paris. Da annotare anche, all’interno della parte Accessories, il lancio di uno spazio interamente dedicato ai componenti per calzature. L’area, situata strategicamente nella zona nord della hall 4, crea di fatto un link tra le mostre Accessories e Leather. Lo scopo è permettere ai brand di trovare in un unico luogo una gamma completa di prodotti e fornitori per creare le loro collezioni di scarpe. Gli espositori coinvolti sono 24. Al centro il Shoe Focus forum. Novità su Parigi anche da Messe Frankfurt. La società tedesca che organizza nella capitale francese Texworld e Apparel Sourcing, caratterizzati da uno “sguardo” extra-europeo, affanca a questi consolidati saloni Avantex, format sui tessili altamente tecnici per la moda, che esordirà a Le Bourget dal 14 al 17 settembre in sinergia con le altre due manifestazioni, e Avanprint, inedito appuntamento sulle novità della stampa digitale, al debutto dal 15 al 18 febbraio 2016, nella medesima location e sempre in tandem con Texworld e Apparel Sourcing. Le due rassegne avranno infatti cadenza annuale, alternandosi in abbinamento a Texworld e Apparel Sourcing. Tra le nuove iniziative nel panorama delle fere tessili mondiali segnaliamo, infne, l’International Textile Fair (ITF) di Dubai, al suo secondo appuntamento dall’11 al 12 ottobre presso il Dubai World Trade Center: una piattaforma strategica per sondare un mercato emergente. ●
ON STAGE
I new talent sflano lungo Montenapoleone The new edition of On Stage will take place on September 8 in Milan, showcasing ten young designers during a special event in via Montenapoleone, celebrating the opening of Milano Unica.
Dopo i Navigli e la Galleria Vittorio Emanuele, ora tocca a via Montenapoleone ospitare una sflata a cielo aperto e aprire le sue porte a dieci stilisti emergenti. Il tutto accadrà grazie a On Stage (progetto nato dalla collaborazione con The
CAMPAIGN FOR WOOL
La settimana della lana porta un gregge di pecore nel Quadrilatero For the second time Milan will host the Wool Week. Featuring leading designers, retailers - and lots of sheeps - the Wool Week gives the unique opportunity to get a close and personal approach to the wool. 2
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LUCA LARENZA
È uno dei due designer italiani selezionati per On Stage ULTRÀCHIC
È l’altro talento nostrano scelto per il womenswear Woolmark Company), la sera dell’8 settembre, in occasione della giornata di inaugurazione di Milano Unica. Su una passerella che coprirà buona parte dei 451 metri di lunghezza della fashion street meneghina del lusso sfleranno i modelli di dieci nomi nuovi: due provenienti dall’Italia (Luca Larenza e Ultràchic) e gli altri da mercati creativamente interessanti: Mis Min, Ricostru e Youjia Jin dalla Cina, Sid Neigum dal Canada, Miuniku dall’India, Weber + Weber dall’Austria, Pieter dall’Olanda e Sulvam dal Giappone. «È una sfda entusiasmante portare qui la moda più nuova - spiega Guglielmo Miani, presidente di Associazione MonteNapoleone -. L’idea di legarci in questo progetto a Milano Unica e The Woolmark Company ci è sembrata
Prima della fashion week, quest’anno a Milano arriva la Wool Week. Tutto merito di The Woolmark Company che dall’8 al 13 settembre, per la seconda volta, porta nel capoluogo lombardo, in occasione di Milano Unica, la Campaign for Wool, programma mondiale di educazione e promozione della lana come fbra eco-sostenibile, patrocinato dal Principe Carlo d’Inghilterra e di cui l’associazione della lana australiana è uno dei principali sostenitori. La Campaign for Wool, inaugurata nel 2010 dall’invasione della storica Savile Row da parte di un gregge di 50 pecore, ha in serbo una serie di eventi e iniziative anche per l’edizione meneghina. Il programma prevede come apertura la sflata On Stage (vedi notizia correlata) in via Montenapoleone. La strada del lusso sarà l’epicentro di tutta la Wool Week, visto che molte vetrine dei negozi nel Quadrilatero si vestiranno di lana e uno speciale allestimento aereo sovrasterà tutta l’area. E a sorpresa, in piena Montenapo, sarà allestita una mini-fattoria con tanto di gregge di pecore, pensata proprio per far conoscere a tutti le fasi di lavorazione della lana. (an.bi.)
un’occasione per valorizzare l’eccellenza di via Montenapoleone, uno dei luoghi più prestigiosi e ricchi di storia di MilanoÈ. La sflata On Stage, a cui saranno presenti oltre agli addetti ai lavori anche le istituzioni cittadine, offre agli stilisti la possibilità di far conoscere le loro collezioni realizzate con il supporto delle aziende espositrici, che mettono a disposizione dei giovani creativi i tessuti a condizioni speciali e in cambio possono cogliere le tendenze . «L’idea di supportare i giovani talenti nazionali e internazionali - aggiunge Silvio Albini, presidente di Milano Unica - è stata fondamentale per creare un’atmosfera glamour intorno alla materia che dà sostanza al designÈ. (an.bi.)
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PITTI IMMAGINE FILATI A FIRENZE
DOVE SI INCONTRANO BUSINESS E CREATIVITÀ
Pitti Filati si è riconfermato crocevia di spunti creativi e di business. Chi sigla accordi per aggiudicarsi la migliore lana merino e chi investe sulla sostenibilità, anche proponendo fli “re-engineered”. L’autunnoinverno 2016/2017 cavalca il trend della leggerezza, con nuovi “touch” e la contaminazione tra fbre nobili e sintetiche. Trionfano gli effetti pelliccia, gli aspetti tridimensionali e i mélange. Gli intrecci arrivano al limite dell’azzardo, per soddisfare la voglia di novità. di Elisabetta Fabbri
PINORI FILATI
Pitti Filati reconfrms crossroads of creative ideas and business. Yarn manufacturers invest on best merino wool and sustainability. Autumn-Winter 2016/2017 trends explore lightness with a new touch and the contamination of noble and synthetic fbers. Success for fur effects, three-dimensional aspects and mélange yarns.
E. MIROGLIO
TODD & DUNCAN
BOTTO GIUSEPPE
CARIAGGI
TOLLEGNO 1900
Si aggiudica le migliori lane merino in Tasmania Tollegno 1900 signed a partnership with the Tasmanian farm Beaufront, to win one of the best wool in the world.
Il gruppo Tollegno 1900 ha siglato di recente una partnership in Tasmania per aggiudicarsi lane tra le migliori al mondo. La fattoria Beaufront - una delle più esclusive tenute da pascolo di pecore merino in Australia - fornirà in esclusiva all’azienda biellese, per un biennio, la sua produzione di lana merino (circa 190mila chili l’anno). La fattoria ha all’attivo un team di tosatori professionisti, che ottengono la lana secondo specifche norme deontologiche e garantiscono il trattamento degli ovini in ambiente esente da stress. Grazie a questo progetto sarà possibile tracciare la lana dalla pecora al flo, fno al capo fnito.
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I 5 TREND FALL-WINTER 2016/2017 Pitti Immagine Filati experts have identifed fve main trends for the season Fall-Winter 2016/2017.
Lo Spazio Ricerca di Pitti Filati 77
con la direzione artistica del fashion designer Angelo Figus e dell’esperta in maglieria Nicola Miller. Allestimento di Alessandro Moradei
È dal flo, si sa, che partono molte delle nuove tendenze della moda e del lifestyle. Allo scorso Pitti Immagine Filati (dall’1 al 3 luglio) - che ha presentato in anteprima mondiale le collezioni autunno-inverno 2016/2017 delle maggiori flature italiane ed estere - sono emersi cinque temi, che spaziano da un nuovo concetto di lusso “umanistico” a quello di maglieria “intima”. Si parte con i flati artigianali, quasi come pezzi unici, apparentemente pesanti ma leggeri, con superfci mosse, «per cambiare il touchÈ. Un altro flone esplora il mondo della performance, per ottenere una maglieria «total easy careÈ. Qui lana e poliammide convivono, in colori luminosi, per maglie eleganti o con effetti active. Il mohair si sposa con la lana, generando fli impalpabili come l’aria e il cashmere «si dinamizza, “contaminato” con la lana e fbre come la viscosa, la seta e il nylonÈ. Il terzo trend è quello dei volumi soffati, «per maglie che assomigliano più a nuvole che a materiaÈ. Protagonista, in questo caso, è il mohair, anche nella versione garza superfne. Seguono questa corrente di pensiero anche lo yak, il cammello e l’alpaca. La quarta declinazione dell’autunnoinverno 2016/17 è il nero, che però rivela il colore sottostante: può essere il grigio ma anche un tono luminescente, oppure il rosso, fno alle note dei legni nordici. L’ultimo trend è dedicato al fatto a mano e al gusto di riscoprire una maglieria «intima, unicaÈ, dove i flati presentano forme ingigantite, strutture innovative e azzardi materici «che invitano a partire con una valigiaÈ. «Ferri e gomitolo - dicono gli esperti di Pitti Filati - diventano lo strumento per percorrere il viaggioÈ.
BUZAU
BOTTO GIUSEPPE
FILATURA DI POLLONE
Il cashmere è Fair con Maiyet Us supplier Maiyet ensures that cashmere wool used by wool factory Botto Giuseppe is totally fair.
Il cashmere di alta gamma Fair del lanifcio Botto Giuseppe è sostenibile dal punto di vista etico e ambientale, come garantisce il fornitore Maiyet. L’azienda americana acquista la fbra alla fonte e sostiene gli allevatori locali, per migliorarne la qualità della vita, provvede alla vaccinazione delle capre e alla loro disinfezione. Al momento Fair è l’unico flo di cashmere certifcato Cradle to Cradle di livello Bronzo (in attesa del livello Gold): un rigoroso sistema di certifcazione che valuta parametri quali rifuti, salute, consumo energetico, risorse idriche e risorse umane. SAFIL
ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA
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HASEGAWA
Ph Massimo Listri
PITTI IMMAGINE FILATI
LINEAPIÙ ITALIA
Si racconta in un libro Tuscan company Lineapiù Italia celebrated its 40th anniversary at Pitti Filati 77 with a book, “a journey to the center of the yarn”.
Il 77esimo Pitti Filati è stato l’occasione per presentare un libro, in concomitanza con i festeggiamenti dei 40 anni di Lineapiù Italia. A tiratura limitata, Yarns - Lineapiù Italia. 40 anni di emozioni è come un viaggio nell’estetica che ha guidato Lineapiù nel suo percorso di innovazione e ricerca. Le immagini, scattate da Massimo Listri, spaziano dagli aspetti manifatturieri e industriali, ai momenti più artistici - dove i fli prendono consistenza in forma di punti maglia - fno a un vero e proprio “viaggio al centro del flo” che, grazie al microscopio elettronico, mostra una dimensione inedita dei materiali. Il libro è anche un tributo al saper fare di quanti, negli anni, si sono avvicendati nelle fabbriche, nei laboratori, negli uffci dell’azienda: «Uomini e donne che in un flo hanno saputo dare forma alla fantasia, struttura al gusto, esperienza tattile ai desideriÈ. Una memoria che diventa ancora più preziosa dopo la scomparsa, lo scorso luglio, di Giuliano Coppini, co-fondatore dell’azienda forentina e, ultimamente, presidente onorario.
SAFIL
Primo report sulla sostenibilità
ECAFIL BEST
The Biella-based company Safl has published its frst sustainability report to meet the needs of increasingly eco-conscious clients.
La flatura biellese Safl ha pubblicato il suo primo report sulla sostenibilità: un percorso di trasparenza e disclosure voluto dalla proprietà, la famiglia Savio, mentre l’Unione europea sta discutendo se renderlo o meno obbligatorio (dal 2017, anche se già si parla già di slittamenti) per tutte le imprese che si dichiarano sostenibili. L’iniziativa vuole rispondere anche alle esigenze di una clientela sempre più sensibile al tema degli impatti economici, sociali e ambientali, in particolare nello sportswear (tra i segmenti di riferimento di Safl). Il testo è stato redatto tenendo conto delle linee guida “G4 Sustainability Reporting” pubblicate da Global Reporting Initiative (GRI-G4).
FILPUCCI FILPUCCI
Filpucci recycles “pre-consumer” cashmere and launches its re-engineered yarn.
SATO SENI
LINSIEME FILATI
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Se il cashmere è re-ingegnerizzato Nella famiglia dei flati Ninetyfve di Filpucci c’è una new entry: il cashmere re-engineered, che ricicla i materiali vagliati da Re.Verso. Il marchio registrato Re.Verso rappresenta una catena di fornitura di ritagli pre-consumer di alto valore, mai utilizzati, messi a disposizione da brand e produttori internazionali di moda. L’azienda tessile di Capalle (Fi) unisce cos“ al principio del riutilizzo post industriale “CO2 free”, quello del recupero di scarti industriali preziosi. Il risultato è un flo per il luxury fashion che piacerà anche ai consumatori responsabili.
TradeGlobal e Demandware for
Alla conquista degli States con TradeGlobal Dietro le quinte di un e-commerce vincente c’è sempre un progetto forte e articolato, dove niente è lasciato al caso. Questo lo stile dell’americana TradeGlobal, che in tandem con la piattaforma Demandware, supporta i brand della moda nella creazione dei loro e-shop e nella gestione effciente del business in Rete, con servizi end-to-end e logiche tailor made. E un focus su Usa e Asia.
E
ssere digitalmente competitivi, scere a ritmi più sostenuti, sono due per le aziende made in Italy, non alleati che operano con successo è (più) un optional. Di fronte a un setsul posto e conoscono dall’interno tore, come quello dell’e-commerce, il mercato di riferimento: TradeGloche sta crescendo esponenzialbal e Demandware, che insieme mente e diventando una leva fondaoffrono servizi end-to-end e studiati mentale per l’internazionalizzazione, su misura per accelerare l’espansioavvalersi di specialisti che sappiano Dave Eckley ne internazionale delle griffe. Dalla accompagnare step by step le im- CEO sua il service provider TradeGlobal, prese nel mercato interattivo risulta che ha mosso i primi passi sul meruna scelta strategica imprescindibicato a partire dal 2001, ha un quarle. Soprattutto quando si affrontano tier generale di circa 100mila metri zone geografche dal forte potenziaquadri a Cincinnati con quasi 3mila le e al tempo stesso esigenti, dove dipendenti, fliali in Cina e a Hong un approccio semplicistico può Kong e, soprattutto, un’offerta di vanifcare investimenti e risultati. È il servizi con le soluzioni più innovaticaso degli Stati Uniti, che negli ultimi ve per coordinare in modo effciente Cook anni hanno riconquistato un ruolo Dave Executive Chairman tutti gli aspetti del business online, chiave per l’export italiano. Ad aiutain chiave omni-channel e crossre i marchi nostrani a farsi strada nel mondo border: primi fra tutti la gestione dell’e-store dello shopping digitale di quest’area, o a cree del digital marketing, ma anche di contenu-
ti, pagamenti, fulfllment e customer service. Una flosofa sposata da una sessantina di clienti del segmento fashion, con big come Versace, Hugo Boss, Tory Burch, Calvin Klein, Tommy Hilfger, Giuseppe Zanotti, MCM, Cole Haan e Tretorn. Quanto a Demandware, con cui TradeGlobal collabora dal 2008, per la community online non ha bisogno di presentazioni: quotato al New York Stock Exchange, è leader nelle soluzioni di cloud commerce per le imprese, grazie a un’offerta completa e sempre aggiornata per l’omni-channel e il business internazionale e a un’unica piattaforma capace di semplifcare i processi e ridurre il time-to-market. All’inse- Andreas du Plessis gna dello slogan “Move VP global Business Development faster, grow faster”.
TRADEGLOBAL 5389 EAST PROVIDENT DRIVE, CINCINNATI, OHIO 45246 USA
BUSINESS NEWS 120% LINO
Bis a Miami e valigie pronte per Londra With more than 700 multibrand customers in the world and four fagship stores, 120% Lino expands its retail network with the second store in Miami and the debut in the British capital.
Da Thermore, la nuova imbottitura che protegge dagli sbalzi di temperatura
THERMORE THERMAL BOOSTER
Mai più al freddo con l’imbottitura intelligente Thermal Booster, able to counteract the temperature changes, is the new success story of Thermore.
Sempre più internazionali, sempre più dinamici e alla ricerca di capi performanti. Thermore ha pensato alle esigenze dei consumatori moderni, che si muovono tra la città, la montagna o gli aeroporti: contesti soggetti a sbalzi di temperatura, dove è necessario indossare abiti in grado di riscaldare, senza soffocare in caso di variazioni climatiche. Da questi presupposti è partita Thermore con la nuova Thermal Booster, l’imbottitura che utilizza una tecnologia in grado di aumentare la termicità in base alla temperatura esterna. Test effettuati da laboratori indipendenti dimostrano che quando la temperatura diminuisce, Thermore Thermal Booster aumenta gradualmente il proprio potere coibente del 20%. Come se ci fosse una scorta di calore sempre a disposizione anche se, contrariamente ai sistemi di riscaldamento a batteria o ai prodotti basati su materiali a cambio di fase (PCM), il calore di Thermal Booster non si esaurisce mai e continua a durare fn quando fa freddo. Thermal Booster è disponibile in due varianti di peso, studiati per le diverse condizioni di utilizzo. (c.me.)
CUPRO E ROICA
Più investimenti, più innovazione Asahi Kasei invests on production and innovation, launching new versions of Cupro and Roica at Première Vision.
Novità allo stand di Asahi Kasei al salone parigino Première Vision, nella Hall 5 R 91: debuttano tre inedite declinazioni di Cupro, materiale dalla mano soft e raffnata, che lancia il flo ultrasottile Cupro FF, insieme a Cupro DF - costituito da flamenti opachi e con una consistenza simile alla cipria - e a uno speciale flato in focco, no pilling e dall’aspetto luminescente. Innovazioni frutto di investimenti signifcativi nell’aumento della produzione, passata da 15mila a 16mila tonnellate l’anno. Per Roica, fbra stretch posizionata nel segmento premium, uno degli articoli di punta è Roica Eco-Smart, certifcato GRS (Global Recycle Standard), in quanto realizzato al 50% e oltre con scarti della lavorazione industriale, mentre Roica Colour Perfect si adatta al colore del flo utilizzato in fase di tintura. Il risultato sono tessuti dai cromatismi intensi e omogenei. Il cuore dell’innovazione per la multinazionale asiatica, che si prepara a incrementare del 40% la produzione di Roica negli impianti tailandesi, pulsa all’interno dell’A-Cubic by Asahi Kasei: un centro di ricerca e sperimentazione con sede in Giappone. (a.b.) 44
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Con all’attivo oltre 700 clienti multimarca nel mondo e quattro monomarca, il brand uomo, donna e bambino 120% Lino amplia il proprio network retail con il secondo monomarca a Miami e il debutto nella capitale inglese. Negli Usa il marchio è approdato all’interno dell’Aventura Mall con uno spazio di 200 metri quadri: una vetrina che va ad aggiungersi a quella già presente in città, al Miami Village Merrick Park, e che anticipa l’arrivo di un terzo negozio al Brickell City Centre, previsto nel 2016. In agenda per l’anno prossimo anche la conquista di un’altra piazza internazionale dello shopping, Londra, che accoglierà un negozio nel quartiere di Chelsea. Attualmente i prodotti in lino - ma anche in cashmere e seta - del brand sono venduti, oltre che a Miami, anche nei monomarca di Milano (in corso Garibaldi), Palm Beach e Saint Martin. «Il focus dell’azienda nel breve periodo - aggiunge Alberto Peretto, ceo della bolognese Palladium Moda, a cui fa capo la label - è orientato allo sviluppo della rete monomarca, con un focus sull’export». «Più che all’apertura di nuovi mercati - precisa punteremo alla maggiore penetrazione di quelli già attivi e che sono ricettivi al brand, come il Centro e il Sud America». Il negozio Distribuiti per l’85% all’estero, i capi di 120% Lino 120% Lino presidiano aree come Europa, aperto in Paesi Cis, Giappone, Medio ed Estremo agosto a Miami Oriente, Stati Uniti e Sud America (a.t.)
CORDURA + STRUKTUR STUDIO COLLECTION
Il lato “gentile” di Cordura
At the start a new capsule collection developed in collaboration between the brand of Invista and Michelle Rose, designer of Struktur Studio.
Un’altra designer collaboration per Cordura, brand nell’orbita di Invista, che ha ingaggiato la stilista di Struktur Studio, Michelle Rose (con trascorsi in Columbia Sportswear e The North Face) per una capsule collection. Si tratta di un’offerta di activewear al femminile, che scommette su un mix di innovazione, glamour easy-chic e comfort. Molteplici le ispirazioni, da discipline come la scherma, il tiro con l’arco, il kendo giapponese, combinate con le moderne tendenze athleisure e un tocco sofsticato che strizza l’occhio allo stile forte e delicato della Principessa Leia di Star Wars. Il risultato sono tre pezzi - giacca a vento, gilet e pantaloni -, presentati insieme alle altre novità di Cordura all’ultima edizione del salone Outdoor Retailer, lo scorso agosto a Salt Lake City. (a.t.)
La giacca a vento di Cordura + Struktur Studio Collection, uno dei pezzi della capsule
BONOTTO E RIOPELE
Insieme nel giardino magico Two important textile players, Bonotto from Italy and Riopele from Portugal, celebrate 10 years of collaboration during Milano Unica.
È una sorta di gemellaggio fra Italia e Portogallo, quello che si celebra la sera dell’8 settembre (giorno inaugurale del salone Milano Unica) presso la showroom Bonottoeditions di Palazzo Durini nel capoluogo lombardo. Qui, al 24 di via Durini, la vicentina Bonotto e la Riopele di Pousada de Saramagos, nella municipalità Un’immagine d’impatto di Vila Nova de Famalicão, festeggiano 10 anni di collaborazione con per Bonotto un evento tra arte e ricerca. Lo scenario è un “giardino magico”, che si veste delle stoffe di Bonotto e delle installazioni del designer di Lisbona Nuno Baltazar, realizzate con il meglio della produzione di Riopele. C’è spazio per la tradizione di due aziende dalle radici solide - l’italiana fondata nel 1912, la portoghese al traguardo degli 88 anni - ma fortemente proiettate alla ricerca e, parallelamente, per tre giovani allievi dell’università veneziana Iuav che, utilizzando i best seller di Bonotto, hanno messo a punto creazioni all’insegna dell’originalità. Nata con la produzione di cappelli di paglia e convertita nel 1972 nella manifattura tessile Bonotto SpA, la società veneta impiega circa 200 maestri artigiani ed è composta da tre unità produttive: un centro stile e una “Fabbrica Lenta” ispirata ai laboratori rinascimentali, entrambi a Molvena, e un impianto di tintura e fnissaggio a Schio. Riopele, partita come piccola impresa famigliare, si è trasformata in un big player verticalizzato, che esporta il 98% dei suoi tessuti moda. (a.b.)
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ISKO E IMPS & ELFS
Il childrenswear è sempre più blu
Imps & Elfs, from Netherlands, is the frst children’s brand to collaborate with Isko, leading worldwide manufacturer of denim, belonging to Sanko holding.
Isko debutta nella moda infantile. Dalla primavera-estate 2016 parte Uno dei modelli di Imps & Elfs, una collaborazione con il marchio frutto dell’intesa con Isko olandese Imps & Elfs, che ha scelto di utilizzare per i capi delle linee “Fashion in action” e “We are all artists” alcuni cavalli di battaglia della realtà leader nell’ambito del denim, inserita nell’orbita di Sanko holding: Isko Pop (un tessuto in 100% cotone, ma con la mano della seta), Isko Reform XP (garanzia di elasticità e libertà di movimento) e Jeggings, l’ultima frontiera del super-stretch, protetta da brevetto. Ciliegina sulla torta, Isko 3D Stretch & Jean, una novità che farà impazzire i piccoli, perché “grattando” il tessuto si ottengono effetti tridimensionali personalizzati. (a.b.)
PUNTI DI VISTA
DESIGNER & TESSUTI
FABRICS FIRST Non è necessario che un designer abbia in tasca una laurea in ingegneria tessile (è il caso di Jil Sander): una parte importante del suo mestiere parte sempre dalla scelta dei tessuti. In occasione di Milano Unica, 12 protagonisti del made in Italy hanno condiviso con Fashion il loro approccio alla scelta delle materie prime e analizzato il rapporto con i saloni di settore. Che non sempre rispondono alle loro aspettative. di Andrea Bigozzi
Some designers start a collection with an idea, others with a swatch. Then there are those who like both to visit old archives and study all the new technologies to create costumized products. 12 fashion designers explain their point of view about fabrics and their role in the creation of a ready to wear collection. Waiting for Milano Unica and for the new trends of winter 2017.
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ANTONIO MARRAS fashion designer
Molti designer sono affetti da "dipendenza" dalla materia prima. Capita anche a lei? La maggior parte delle volte sì, mi piace moltissimo la scelta dei tessuti. Io sono un bulimico: devo vedere di tutto e di più. Gli uniti mi annoiano, ma di tutto quello che riguarda stampe, ricami, jacquard, tessuti tridimensionali non mi stanco mai. Devo riempire l’occhio e il tatto. Toccare, stropicciare e sentire i tessuti. Sicuramente il rapporto continua con i miei collaboratori, che considerano i fornitori come amici, o meglio come un tesoro. Nell'epoca della digitalizzazione e della moda 3.0, ha senso (e futuro) visitare le fere tessili? Sono un grande sostenitore dei saloni di settore. Da sempre. Per quanto il mondo di oggi si sia globalizzato ed esista la possibilità di visualizzare molti campionari online, richiedendo poi delle campionature, la presenza in fiera è fondamentale. Successivamente rivedo in showroom tutti i fornitori più interessanti. Il rapporto diretto con i tessitori è decisivo per il buon funzionamento di tutto il processo, creativo prima e produttivo dopo. Scambio di idee, fiducia e fidelizzazione sono i fattori importanti per me. E questi si concretizzano in fiera. Insomma, una promozione a pieni voti... Beh, qualche appunto ci sarebbe. Le date, ad esempio: sarebbe più opportuno anticipare i saloni a gennaio e a giugno. La programmazione attuale è troppo avanzata per la progettazione delle precollezioni e delle cruise. E sono cauto anche per quanto riguarda le tendenze. Infatti in fiera si carpisce ciò che va di più, ciò che richiede il mercato, ma non certo quello che "sarà".
LORENZO SERAFINI
direttore creativo di Philosophy Le parole "fera" e "tessuti" che cosa le fanno venire in mente? L'inizio di una nuova collezione. E la possibilità di visionare diversi fornitori in un unico spazio. Insomma, un'ottima opportunità. Non nomina un'altra parola, "tendenze"... Visitare gli stand per cercare nuove tendenze non è un mio obiettivo. Come prepara una collezione? Inizio proprio col mettere insieme, d'istinto, tessuti e stampe. Da questo processo arrivano idee e sensazioni, che trasformo in realtà. La messa a punto di tessuti esclusivi contribuisce ad alimentare la bellezza di una collezione. Vero o falso? Ogni stilista desidera sviluppare il suo tessuto esclusivo, vuoi per il disegno, la mano o l’aspetto. Purtroppo, le tempistiche sempre più strette delle uscite delle collezioni non permettono sempre di sfruttare questa opportunità. Ma quando avviene, lo senti sempre come il tuo tessuto preferito.
TOMMASO AQUILANO e ROBERTO RIMONDI
fashion designer e direttori creativi di Fay Designer e direttore creativo spesso sono due mestieri diversi. È vero anche quando si tratta di scegliere dove comprare le materie prime? Il rapporto con i fornitori è sempre lo stesso, ma è naturale che le idee seguono impostazioni diverse. Per Aquilano.Rimondi la ricerca è più improntata su tendenze futuriste, per Fay più tecnica e moderna. Quanta ricerca c'è in una vostra sflata? Decisamente tanta: basti pensare che il 70% dei tessuti realizzati per il nostro marchio sono esclusivi. Che importanza ha la scelta del giusto tessuto per il successo commerciale di un prodotto? Il 90%. Deve adattarsi alle esigenze di mercati e avere quel quid che lo rende unico (non disdegnando il fattore prezzo). Ed è naturale che non può non tenere conto di qualità e ricerca.
ANDREA POMPILIO
fashion designer e direttore creativo di Canali Come nasce una collezione frmata AP? Tutto parte dai tessuti. Sono loro che danno forma e vita alla collezione. Mi capita spesso di innamorarmi di una stoffa e di far nascere la collezione da quella. È una sorta di “imprinting”. L'utilizzo di un tessuto nuovo può rendere una collezione rivoluzionaria? Dipende. La capacità di un buon designer sta anche nel saper modellare tessuti basici e tradizionali. Ci sono persone che da materiali “poveri” e grezzi creano cose incredibili. Nobilitati dalla forma, dal dettaglio. Materiali che, quando li tocchi, li riconosci, ma sono rivisti. Spesso per far bene il nostro lavoro non è necessario inventare, basta “ripensare”. Si può dire che i fornitori facciano parte del suo team di lavoro? Direi proprio di sì. Se posso, preferisco avere un confronto diretto con loro: mi sento più a mio agio quando instauro un rapporto di fiducia con le persone che lavorano al mio fianco. Con le nuove collezioni in lavorazione, quanto le servirà vedere le novità di Milano Unica? Fiere grandi e importanti come questa danno la possibilità ai noi designer di "interiorizzare" ciò che vediamo e iniziare un processo di personalizzazione che dà vita alle idee, anche tramite l’analisi e la consultazione dei tessuti.
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PUNTI DI VISTA
VERONICA ETRO
direttore creativo della collezione donna di Etro Le stampe sono centrali per l'estetica di Etro. Come avviene il processo della scelta? Diffcilmente acquistiamo tessuti per utilizzarli così come sono, se non per pezzi complementari della collezione. Molto spesso usiamo stoffe che facciamo realizzare appositamente per noi. Lavoriamo direttamente con il fornitore in azienda. La fere come Milano Unica restano importanti a livello di “sensazione” ma lo sviluppo viene fatto successivamente, insieme al nostro uffcio artistico. A ogni collezione riuscite a creare un mondo nuovo, spesso partendo dalle materie prime. Come fate? Noi che lavoriamo con le stampe dobbiamo partire molto presto con i tessuti che dovranno essere utilizzati come fondi. Facendo tanta sperimentazione sia a livello di procedimenti che di tecniche di stampa, i tempi sono davvero sostanziali. Scegliete solo tessuti made in Italy? Esclusivamente made in Italy.
GABRIELE COLANGELO
fashion designer e direttore creativo di Giada Col doppio impegno per il suo marchio e per Giada, settembre è un mese "caldo" per lei. Riuscirà a fare un salto a Milano Unica? In effetti, a causa della vicinanza con la fashion week, diffcilmente riesco a visitare personalmente le fere. Mi rifaccio in seguito, vedendo i campionari in studio. Saloni a parte, la ricerca tessile per me inizia nelle aziende, che visito personalmente a inizio stagione. Esamino gli archivi e studio le novità tecniche. Questo contatto diretto è un passo importante, poiché molti dei tessuti per entrambi i marchi sono esclusivi e nascono da questo scouting. È diffcile per un designer indipendente conquistare la fducia dei fornitori? In Italia il sistema moda non è, ahimé, di grande supporto per le nuove generazioni, anche in questo settore. Però esistono alcuni imprenditori tessili (specie nel comasco) che si sono dimostrati illuminati e hanno investito su di me, mettendomi a disposizione il loro supporto. Nel processo creativo, la scelta delle materie prime può fare la differenza? Ne sono convinto. Soprattutto oggi, è il vero spartiacque tra la moda di livello e il fast fashion. Forse parlo così per il mio background, essendo fglio di artigiani pellicciai: per me la materia resterà sempre centrale. Essere uno sperimentatore paga? Non sempre. Specie in un momento di mercato come questo, dove spesso vince un approccio visivo immediato. Per fortuna esiste una clientela interessata a un prodotto con un signifcato più profondo.
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GAIA TRUSSARDI
direttore creativo di Trussardi Tessuto o design: cosa conta di più per il successo commerciale di un capo? La giusta combinazione tra i due aspetti è fondamentale: se non ci fosse, un prodotto potrebbe non funzionare come desiderato. Abbinare il tessuto più bello e ricercato al modello sbagliato può "bruciare" il capo. Esiste poi un terzo fattore determinante, spesso trascurato: il colore. Quando i tre elementi si incastrano e si bilanciano alla perfezione, allora il successo è garantito! Nel mondo Trussardi non ci sono solo le collezioni da sflata, ma anche le mid-season collection, le diffusion line. Il timing dei saloni tessili funziona per tutti i vostri progetti? Fiere come Milano Unica, ma anche Pitti Filati, rimangono punti di riferimento essenziali per individuare una tendenza o anche, all’opposto, per non percorrere strade già troppo battute. Al giorno d’oggi ci sono anche altre occasioni per visionare i tessuti, ad esempio per le collezioni di midseason (Resort e Prefall), ma soprattutto per le linee di diffusione, che hanno uscite stagionali ancora più anticipate. Purtroppo per la scelta dei materiali di queste collezioni le tempistiche di queste fere non giocano a nostro favore. Ci si rivolge dunque a una cerchia ristretta di produttori, che vengono incontro alle nuove esigenze di timing.
PUNTI DI VISTA
ARTHUR ARBESSER
fashion designer e direttore creativo di Iceberg A settembre debutterà come direttore creativo di Iceberg, poi sflerà per la prima volta con il suo marchio. Con tutti questi impegni troverà anche il tempo per un giro a Milano Unica? Farò del mio meglio, visto che per me quello dei tessuti tessili è un momento chiave nel calendario lavorativo. Quando in fiera individuo "il" tessuto che cercavo è come aver vinto la lotteria e nella mia testa riesco a visualizzare automaticamente tutta la collezione. Trovare il giusto materiale è davvero metà del lavoro. Milano Unica, poi, ha una "misura giusta” e scelgo sempre molti dei miei tessuti lì. Il resto l'acquisto nelle aziende, visto che resto in contatto con i fornitori tutto l'anno. La ricerca sui materiali per lei è importantissima. Quali tessuti usa? Per il mio marchio mi affido solo al made in Italy. Ma forse è meglio dire "quasi" solo. Nelle mie collezioni c'è anche il loden originale ausrtriaco, un tributo alle mie origini viennesi. Mi piacciono i tessuti con carattere: devono essere speciali al tatto o avere colori unici. Allora è vero che i designer internazionali credono nel made in Italy quanto gli stessi italiani. Ma economicamente conviene? Con alcuni fornitori ho un rapporto molto speciale: mi hanno sostenuto e supportato sin dal primo giorno. Questo non lo dimenticherò mai. Con tanti altri, però, un giovane stilista come me fa più fatica a lavorare, ed è un peccato. Ma vale la pena portare avanti questo genere di rapporti: le piccole aziende, che fanno ancora gran parte del lavoro a mano, riescono ad ascoltare i miei spunti e a trasformarli in tessuti inediti.
ELISABETTA FRANCHI fashion designer
Qual è la cosa più importante nella scelta delle materie prime? Trovare sempre quelle capaci di assecondare e seguire le idee creative.
STEFANIA BANDIERA direttore creativo Les Copains
Per Les Copains, che da sempre investe moltissimo sulle materie prime, le fere sono ancora un momento centrale? I saloni rappresentano occasioni assolutamente importanti per poter avere una visione globale sulle ultime tendenze. Detto questo, per le nostre collezioni ci avvaliamo spesso di alcuni fornitori con i quali abbiamo creato forti sinergie sia per quanto riguarda la ricerca delle materie prime che per lo sviluppo di tessuti e filati, anche realizzati ad hoc per noi. A che punto della progettazione della collezioni si occupa della scelta dei tessuti? Da subito. La scelta dei tessuti e dei filati ha un ruolo decisivo nello stabilire quale direzione andremo ad intraprendere con la nuova collezione. E quali emozioni vogliamo costruire intorno al capo.
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Si occupa personalmente di gestire il dialogo con il fornitore? No, non me ne occupo direttamente. Ho collaboratori preparati e formati per trasmettere a monte le mie esigenze. I saloni sono ancora uno strumento indispensabile per la costruzione della collezione? Le fiere sono importanti, ma non indispensabili. Ogni stilista è innamorato delle proprie stoffe.
ANDREA INCONTRI
fashion designer e direttore creativo del menswear di Tod's Nel suo metodo di lavoro, quanta creatività occupa la scelta dei materiali? Nello sviluppo di una collezione il tessuto è fondamentale. Si parte dalla selezione dei materiali e dalla palette cromatica (dalle stampe ai decori), per passare al tema e all'ispirazione della collezione. Nasce così il disegno che in corso d'opera può anche essere modificato sulla base della stoffa e quindi adattato alla materia. Sicuramente la ricerca delle texture è la parte più stimolante dell'intero processo creativo, perché consente di interpretare l'abito e di renderlo proprio. È lei a gestire il dialogo con il fornitore? Da sempre il mio chiodo fisso nella progettazione è l’artigianato, l’eccellenza della manifattura italiana. Vado alla ricerca dei migliori artigiani in Italia e senza dubbio questo rappresenta un tratto distintivo della mia identità progettuale. Il rapporto di fidelizzazione con i fornitori è fondamentale per me e mi permette di essere parte attiva della creazione del prodotto. Qual è il ruolo dei saloni tessili oggi per un fashion designer? Le fiere dei filati e tessuti sono il luogo di sintesi di un processo di ricerca e sperimentazione dell’applicazione ai materiali, di fibre e filati, di tessuti e tendenze previste per la stagione. Rappresentano uno strumento di ricerca sempre molto utile: spesso un’intera collezione scaturisce da un singolo tessuto.
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ANTEPRIMA AUTUNNO-INVERNO 2016/2017
TESSUTI E ACCESSORI TESSILI
L’ECLETTICO EQUILIBRIO DEGLI OPPOSTI
Leggerezza e consistenza, superfci rustiche e sofsticate, aspetti granulosi, quasi primitivi, materiali nobili e fortemente innovativi. I tessuti dell’inverno 2016/2017 sono il frutto di una sperimentazione avanzata, che dalla studiata alchimia tra vecchio e nuovo fa scaturire il futuro di Alessandra Bigotta
From the balance between old and new the future textiles take shape. In the fall-winter 2016/2017 collections light, sophisticated fabrics coexist with rough and authentic surfaces, while the glamour of 3D prints and effects gives a special twist even to the more classic items. The starting point is always experimentation, the conditio sine qua non for a unique quality. 1
REFINED & SENSUAL Intense and sensual colors, innovative fber mixes, hyper realistic 3D prints. The mood is refned, but with a strong, contemporary identity. Colori saturi, intensi e sensuali animano tessuti realizzati in materiali che prendono il meglio dalla tradizione, per proiettarsi verso l’innovazione. Un esempio è la seta: non basta che sia 100% tracciabile e made in Italy. Occorre che superi le frontiere del comfort, della performance e del rispetto per l’ambiente. Naturale per dna, si scopre ancora più sostenibile grazie all’abbinamento con ritrovati high tech come Newlife, flato unico nel suo genere, proveniente dal riutilizzo delle bottiglie di plastica. Superfci crêpe e sablé esaltano la personalità della lana, attualizzandola, mentre alla voce stampe le più avanzate tecnologie 3D consentono la realizzazione di texture ad altissima risoluzione, con effetti iper realistici, quasi fotografci.
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1. GRUPPOCINQUE 2. BACX BY CENTRO SETA 3. SENSITIVE FABRICS 4. TOLLEGNO 1900 5. STREET LUXURY JERSEY 52
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MICRO & UNEVEN The refusal of everything fat and ordinary gives life to fabrics for which creativity means attention to the smallest details: little dots, uneven surfaces, slight stripes.
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La creatività sta nel dettaglio e la vera perfezione nella combinazione ragionata, ma apparentemente casuale, di tante piccole imperfezioni. Simili a gocce, minuscole puntinature si rincorrono su un impalpabile tessuto jacquard, mentre una pregiata stoffa realizzata in 100% cashmere acquisisce più movimento, se esaltata da sottili giochi di trama e ordito. Microscopiche bottonature, strutture a granuli e increspature creano sulla stoffa destinata all’abbigliamento maschile rilievi che riportano a concetti intramontabili: naturalità, artigianalità, spontaneità.
1. DRAGONI 2. MARZOTTO FABRICS 3. RE.VERSO BY LANIFICIO STELLONI 4. LANIFICIO LUIGI COLOMBO
SIMPLE & COMFY A lot of cotton, but also some cashmere and even linen. The “fl rouge” is a classy casual-chic style, where comfort is the result of a deep research on mixes and fnishings.
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Un tempo re della sola stagione primaverile ed estiva, ormai il cotone non scende dal piedistallo nemmeno in inverno, condividendo la supremazia per l’abbigliamento destinato al tempo libero con la lana più leggera, le mischie a base di seta e, in alcuni casi, con il cashmere. Non manca un tocco di lino: il migliore resta quello europeo. Lo stile è un casual-chic di classe, curato nei particolari, dove il comfort detta legge. Le stoffe sono avvolgenti, fuide, dalle mani a volte calde e gonfe per materiali smerigliati e garzati. Tra le fantasie, rigature e microquadrettature ribadiscono il proprio ruolo di primo piano: classiche, ma con dettagli che le rendono più moderne.
1. BACX BY CENTRO SETA 2. SIC.TESS 3. TESSITURA MONTI 4. CANCLINI
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ANTEPRIMA AUTUNNO-INVERNO 2016/2017
SOFT & AUTHENTIC A rough look but a soft hand, for fabrics conceived in the name of an evergreen authenticity. Velvet, alpaca, cashmere are precious and protective.
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1. DUCA VISCONTI DI MODRONE 2. GREEN FIBERS 3. MOESSMER 4. CARLO BONOMI DAL 1860 5. GRITTI
Cambiano le mode, ma l’esigenza di un’autenticità che parta dalla materia prima, e capace di esprimersi anche negli accessori tessili, non si affevolisce mai. Si ripresenta anche nell’autunno-inverno 2016/2017, una stagione in cui in parte i tessuti tendono ad appesantirsi, per lo meno nell’aspetto. E si ritrovano il velluto a coste sottili e larghe, quasi una pelliccia al tatto, il tweed smerigliato 5 con mano cashmere, l’alpaca mista a lana. Per stoffe dall’anima rustica, ma dalla mano morbida.
BRIGHT & SHINY Golden yarns and bright details for a feminine trend, where elegance is a matter of balance between refnement and a touch of exhibitionism.
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1. ALCANTARA 2. GAETANO ROSSINI 3. LANFRANCHI 4. SWAROVSKI INFINITY 5. RECA GROUP
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Una sottile ma percettibile vena d’oro percorre la stagione invernale. Si insinua fra i trafori in lana di un tessuto iper femminile, illumina la zip più sofsticata, grazie alla presenza di sottilissimi fli di Lurex. Ad accompagnarla ed esaltarla, il bagliore di un cristallo multisfaccettato o di una sfumatura metallica, che accende quasi a sorpresa una stoffa double face o rende più prezioso un accessorio tessile. Il tutto in nome di un’eleganza discreta, la cui “golden age” si concede un pizzico di esibizionismo, ma niente più. 5
Anne rIS A IFM P
anuel E mm G E N E V E HEAD A V E N GE
Sarah BErlIN D EsMO
"L’ISPIRAZIONE E’ LA NOSTRA ENERGIA, LA CREAZIONE LA NOSTRA PASSIONE, IL FUTURO CI APPARTIENE."
Zoe orENcE l FIT f
GE Liisa EA COLLE N s CHEL Ts loNdo r OF A
rE Br ine Delph LA CAMB V ENsA
#wearepremierevision 15-17 settembre 2015 premierevision.com
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© Aurore Valade / Picturetank
r Xavie COLLEGE I r pA s T PArIS OF Ar
A PARIGI E ROMA
HAUTE COUTURE
FATTI DELLA STESSA MATERIA DEI SOGNI Abiti che fanno sognare e che, pur indirizzandosi a una nicchia di “happy few”, producono fatturati in crescita, con stime intorno all’1%-2% del mercato globale del lusso. Sono i modelli visti alle sflate dell’alta moda di Parigi e Roma: capolavori di un’eccellenza che parte dai materiali di Alessandra Bigotta
Even though, according to economic analysts, haute couture does not go further than 1%-2% of the luxury global turnover, it is a growing sector, thanks to dream dresses for happy few. They are the result of a work of excellence, whose starting point are the most refned and incredible materials. Here are some pictures from the recent catwalk shows in Paris and Rome.
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STUNNING LACE The art of see-through between d’antan memories and new alchemies: virtuosistic mixes of silk, velvet and satin create soft armors, almost tattooed on the skin. 1. Per Giambattista Valli un
modello un macramé di cotone nero, con gonna peplo in crêpe di seta e cotone 2. Il pizzo si mescola al velluto nel bustier di Atelier Versace e, per la gonna, crea un effetto sfrangiato, grazie alle sovrapposizioni. Tocco fnale, una manciata di cristalli Swarovski 3. La gonna in techno-shantung di Piccione.Piccione si abbina alla canotta in raso e pizzo 4. L’abito “Abnégation” di Valentino Haute Couture ha una “corazza” di dentelle in seta e cotone.
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METAL BLAST The age of gold has started for haute couture, but there is more: besides golden dresses, other metallic shades are obtained with lurex, crystals and lamé. 1. Il designer John Galliano
dà vita, per Maison Margiela “Artisanal”, a una contaminazione tra l’abito da sera in lamé di seta comasca e il blazer in feltro 2. L’abito bustier di Chanel Haute Couture è interamente ricamato con pietre, paillette e strass che si intrecciano con fli d’oro, formando un motivo a frange sull’orlo 3. Giorgio Armani Privé reinventa lo spezzato femminile: blazer in flo di seta lurex dégradé, pantalone in velluto di seta 4. Nuovo classicismo è la parola d’ordine del dress di alta moda proposto da Schiaparelli: in velluto dorato, ha dettagli in cristallo.
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OVER SIZE Pumping up the volume: for overlapping cashmere capes, precious furs or for a dress that could be something else. In the name of divertissement. 1. Cornici in legno ricoperto
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di tessuto, jacquard che riproducono opere famose, ricami fatti a mano e tagli laser per la collezione di Viktor & Rolf, ispirata al concetto di “wearable art” 2. Cappa in cashmere con fodera in crêpe di seta kaki plissé, su abito in mousseline di seta: tutto di Dior Haute Couture 3. Tra le “mirabilia” di Fendi Haute Fourrure spicca la cappa in visone bianco, piume e taffetà di seta 4. Si apre a corolla la gonna del vestito di Gaultier Paris “La Gourmande”, in raso e velluto con piume, pelle nera e pon pon.
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DIGITAL FASHION di Elena Azzola
SHOWROOMPRIVE
#CollectionIRL: il marchio pensato per le digital women Showroomprive launches its clothing brand dedicated to today’s digital woman, looking for high quality clothing at reasonable prices.
AMAZON
A Londra un set fotografco da mezzo milione di immagini l’anno Amazon’s new mega photographic studio in the Shoreditch zone of London is up and running - the result of investment that has cost millions of pounds.
Annunciato nel novembre 2014, diventa operativo il nuovo mega studio fotografco di Amazon a Londra, frutto di un investimento non quantifcato di «milioni di sterline». Situato in Geffrey street, nella zona di Shoreditch, ha una superfcie di oltre 4.200 metri quadri e ospita 22 postazioni individuali per lo shooting. La struttura comprende un grande spazio per la parte di post-produzione ed editing, una libreria della moda e uffci per il team fashion del colosso internazionale delle vendite online, per il quale abbigliamento e accessori sono categorie in crescita. Amazon ha annunciato infatti di aver venduto più di 30 milioni di prodotti moda nel trimestre dal primo aprile al 30 giugno in Europa. «Il nostro obiettivo è rendere Amazon il posto migliore in cui acquistare moda via Internet - spiega Sergio Bucher, vice president di Amazon Moda Europa -. Ci impegnamo a fornire ai clienti un’esperienza di prima classe e il centro fotografco ci permette di produrre più di mezzo milione di immagini l’anno, consentendo al nostro business di svilupparsi». Protagonista del primo shooting è l’attrice inglese Suki Waterhouse, che sarà la testimonial di Amazon Moda nell’autunno-inverno 2015/2016, ma l’etailer lavorerà anche con Cass Bird e Julia Sarr-Jamois. La piattaforma vanta “negozi” di abbigliamento, scarpe, gioielli e orologi. Tra i marchi in vendita, Hugo Boss, Gucci orologi, Armani Jeans, Stefanel, Silvian Heach, Calvin Klein, Tommy Hilfger, 7 For All Mandkind, Lacoste e Benetton. I clienti benefciano di resi gratuiti e numerose opzioni di consegna, inclusa quella in un giorno con Amazon Prime. Il nuovo studio di Shoreditch impiegherà 35 professionisti a tempo pieno, più una cinquantina di collaboratori, chiamati a sostenere la domanda stagionale di nuove foto.
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Lo specialista francese delle fash sales Showroomprive si appresta a lanciare il proprio marchio di abbigliamento dedicato alle donne digitali di oggi, alla ricerca di capi di qualità a prezzi accessibili: #CollectionIRL - Fashion for Women In Real Life. Per la prima vendita-evento, che sarà a ottobre, Showroomprive ha messo a punto una gamma di pezzi basici “made in France” dai colori neutri, in grado di valorizzare la silhouette ed essere comodi, con qualche articolo di punta. La collezione si articolerà nei prossimi mesi anche in #PartyIRL (abiti da sera per le feste di fne anno), #MaternityIRL (proposta per le donne in dolce attesa, realizzata in partnership con Avisdemaman. com) e #SportIRL (per rispondere alle esigenze delle amanti dell’active). Sono in programma altre uscite. «Il nostro marchio si ispira alle tendenze attuali e alla nostra esperienza di retailer di moda - ha dichiarato Thierry Petit, co-founder e ceo di Showroomprive -. Conosciamo bene le donne alle quali ci rivolgiamo, che rappresentano più del 70% dei membri. Con questa iniziativa puntiamo a rafforzare il posizionamento nella moda e a conquistare nuovi brand in questo ambito, ampliando la base clienti». Con i nomi del fashion internazionale la società mira anche a creare capsule collection, in sintonia con l’immagine della marca e le esigenze delle digital women.
PRIVALIA
Stop a Dress for Less, si torna al dna I fondatori di Privalia Lucas Carné e José-Manuel Villanueva
Privalia has sold the German fashion e-commerce website Dress for Less. It will be focussing on fash sales in Spain, Italy, Brazil and Mexico.
A quattro anni dall’acquisizione di Dress for Less, Privalia fa marcia indietro e decide di vendere il sito tedesco di e-commerce, specializzato nella moda. Non più diversifcazione, dunque, ma massima concentrazione sul dna di outlet online di proposte fashion e lifestyle. Dress for Less (che in precedenza apparteneva a Palamon Capital Partners) rappresentava per il player iberico una sfda: uscire dal proprio seminato per conquistare nuove quote di mercato. In quest’ottica si era inserito anche il lancio del sito full price Claire+Bruce. Quest’ultimo è stato chiuso nel 2013, anno che ha rappresentato per Privalia il punto di svolta per tornare a dedicarsi a quello che sa fare meglio, le fash sale, che nel primo semestre 2015 hanno registrato per l’e-tailer un incremento di oltre il 20%, portandosi a 188 milioni di euro, con un +17,7% nell’ebitda, a quota 8,2 milioni. Nessun rimpianto dunque da parte dei fondatori, Lucas Carné e José-Manuel Villanueva, per la perdita di Dress for Less. «Il nostro potenziale di crescita potrà esprimersi al meglio» ha affermato Carné. Una conseguenza della dismissione sarà l’uscita dalla Germania, per concentrarsi su Spagna, Italia, Brasile e Messico.
MYTHERESA.COM
Social media e shopping online sono tutt’uno Mytheresa.com allows you to buy direct form Instagram. Activate the “myt_stylist” function too.
Dall’inizio di agosto i fan del sito mytheresa.com possono fare proprio il motto “Vedilo, amalo e compralo”, acquistando i capi preferiti direttamente dall’Instashop del retailer online con sede a Monaco di Baviera. Questa funzionalità offre la possibilità di ordinare un articolo cliccando direttamente sulla foto, senza abbandonare Instagram. Dal 31 agosto mytheresa.com si avvale anche di “myt_stylist”, uno strumento innovativo che, proprio come l’Instashop, fa convergere social media e shopping online per una nuova e coinvolgente esperienza di acquisto. In particolare, il servizio consente agli utenti di individuare l’outft perfetto su mytheresa.com, di condividerlo sul proprio proflo e poi eventualmente accaparrarselo. Il tutto in pochi passaggi.
NUOVE MANIE
Impazza il chelfe: il selfe in camerino According to research, 70% of Italians have taken a selfe shot in a changing room to share it with friends.
Da un sondaggio condotto da Eumetra e commissionato da Neinver (società immobiliare che gestisce in Italia gli outlet center di Vicolungo e Castel Guelfo) risulta che il 70% degli italiani ha scattato selfe in camerino per avere un feedback Belén Rodriguez è considerata da amici, fdanzati e parenti sul capo che si intende acquistare. Doppio il campione scelto dai ricercatori, il personaggio femminile che più utilizza i selfe 400 donne e 200 uomini, per comprendere le abitudini di entrambi i sessi in fatto di «chelfe», il neologismo che deriva dalla contrazione di «changing room» e «selfe». Si apprende che nei negozi le donne si immortalano soprattutto con indosso abiti (47%), interi outft (36%) e occhiali da sole (33%). Gli uomini preferiscono chiedere consigli in fatto di sunglasses (49%), maglie (34%) e cappelli (29%). Tra i principali strumenti di condivisione dei chelf troviamo WhatsApp, con il 65% di risposte femminli e il 59% maschili. Seguono i post su Facebook (19% delle donne e 27% degli uomini) e, infne, quelli su Instagram (4% donne e 5% uomini).
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RITRATTI
STEFANO FADDA «VIAGGIO E RACCONTO LA MODA CHE VERRÀ» Il nuovo direttore artistico e responsabile delle tendenze di Milano Unica è un 44enne dal lungo curriculum di art director, consulente creativo, di immagine, marketing e comunicazione per brand e progetti moda. Un professionista basato a Milano, ma con la valigia sempre pronta
di Elena Azzola
The new artistic director and trend manager for Milano Unica is a dynamic 44-year-old with a lengthy CV boasting experience as art director, creative and image consultant, marketing and communication consultant for fashion brands and projects. A professional based in Milan but with a suitcase at the ready.
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Studia architettura al Politecnico di Milano Dal 1991 al 2010 si dedica all’organizzazione di sflate ed eventi per varie realtà della moda e del design Nello stesso periodo inizia a occuparsi anche del lancio di nuovi progetti di marchi del fashion, di immagine e brand identity degli stessi, nonché di comunicazione, marketing e visual merchandising
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ato per caso a Morbegno in Valtellina, ma milanese doc e soprattutto cittadino del mondo, Stefano Fadda, classe 1971, è il consulente di brand di moda e fere che, di recente, ha raccolto il testimone da Angelo Uslenghi come direttore artistico e responsabile della commissione tendenze del salone tessile Milano Unica. I frutti del suo lavoro per la rassegna milanese si sono già visti in occasione del roadshow di presentazione dei trend per l’autunno-inverno 2016/2017: i quattro macro-temi della stagione sono stati messi in scena a fne aprile al Superstudio Più di Milano attraverso quattro ambienti-allestimenti e altrettanti video, segnando una svolta rispetto ai tradizionali incontri sulle tendenze di Milano Unica. Ora c’è molta attesa per vedere come Fadda ha concepito la fera. Lui stesso ci anticipa che ha cercato di renderla «più chic, contemporanea e d’impatto», grazie ai materiali e ai colori utilizzati, con un’Area Trend che dalla balconata passa al centro del padiglione 4, coprendo un’area di quasi mille metri quadri. Una Milano Unica tutta da scoprire a Fieramilanocity dall’8 al 10 settembre. Del resto, Fadda è partito proprio dalle ricerche sulle tendenze, dopo gli studi in architettura presso il Politecnico di Milano, per sviluppare una carriera a tutto tondo: dallo scouting in giro per il mondo all’organizzazione di sflate ed eventi nelle capitali della moda, dalla realizzazione di campagne e cataloghi alla messa a punto di strategie retail e, in generale, di business per conto di importanti marchi del fashion e del
Nasce a Morbegno (Sondrio) il 26 luglio 1971
Dal 2007 al 2011 è ideatore e autore di “Radio Monte Carlo, la radio della moda” e di altri programmi web-tv Dall’ottobre 2010 al gennaio 2013 è retail & visual merchandising manager di Prada Da luglio a dicembre 2013 segue il lancio del brand Giada in Europa
Stefano FADDA lusso internazionale. Ha lavorato a vario titolo per Prada, Valentino, Giorgio Armani, Antony Morato, Giada, Calzedonia e Malo, solo per citarne alcuni. Per l’incarico ricevuto da Milano Unica Fadda si avvale di un team numeroso e preparato, che assomma varie competenze al proprio interno. Il coordinamento molto spesso avviene da lontano: il consulente trascorre infatti circa metà del suo tempo in viaggio. Un’esigenza imprescindibile per chi deve captare segnali dal futuro.
Da gennaio 2014 è general manager di Antony Morato per la regione Asia Pacifc
Fadda ha avuto casa in passato a New York, Shanghai e Hong Kong. Ora vola spesso in Asia, in particolare in Corea («Uno dei posti più trendy oggi»), Russia ed Est Europa. Nel suo curriculum spicca anche l’esperienza che lo ha coinvolto dal 2007 al 2011 presso Radio Monte Carlo, dove è stato ideatore e autore di “Radio Monte Carlo, la radio della moda” e di altri programmi web-tv, con la convinzione che la moda non solo debba essere vista ma anche e soprattutto raccontata. ●
PERSONE E POLTRONE
PROMOZIONI
Serge Brunschwig alla guida di Dior Homme Signaling the importance of its menswear business, Dior has named Serge Brunschwig president of Dior Homme.
RIORGANIZZAZIONE
Abercrombie: per il rilancio una squadra tutta nuova (manca solo il ceo)
Nuovo incarico per Serge Brunschwig da Dior. Al manager 54enne va la presidenza di Dior Homme, con l’obiettivo di accelerarne l’espansione. Manterrà inoltre il ruolo di direttore generale di Christian Dior Couture. Brunschwig è entrato nel Gruppo Lvmh (controllato da Dior) nel 1995 per occuparsi del marchio Louis Vuitton nel Sud-Est Asiatico. Inoltre ha ricoperto posizioni a livello di top mangement presso Céline e Sephora. A lui riporterà Fabrizio Malverdi, direttore di Dior Homme dal 2011.
Abercrombie hires top designers to revamp A&F brand. Aaron Levine from Club Monaco and Kristina Szasz from Pvh will head the design, respectively of A&F men’s and women’s units.
L’uscita di scena lo scorso dicembre del discusso ceo Mike Jeffries (il manager che in 22 anni aveva portato Abercrombie & Fitch al successo globale), preannunciava una serie di cambiamenti drastici per il marchio. Prima con nuove linee guida nella gestione del retail (basta commessi seminudi e fsicati, più luce nei negozi, musica meno martellante e profumo meno penetrante) e ora anche la riorganizzazione del team creativo. La società Usa, ancora in cerca di un nuovo amministratore delegato, ha annunciato di aver messo a punto una nuova squadra per il marchio A&F capitanato da Aaron Levine e Kristina Szasz, rispettivamente head designer della collezione uomo e donna. Levine, in passato artefce del successo del brand Club Monaco, è già operativo nella sede di New Albany (Ohio) da luglio, mentre Szasz, che in curriculum conta esperienze in Tommy Hilfger e Ralph Lauren (ma anche presso marchi italiani come Iceberg e Pucci), entrerà a far parte della società a settembre. Ma nell’elenco dei nuovi executive, con il compito di rivitalizzare le vendite del brand, ci sono anche tre general manager delle collezioni uomo, donna e bambino: Kurt Hoffman è arrivato in azienda con Levine da Club Monaco, Stacie Beaver è una veterana del gruppo e Amy Sveda prima di occuparsi di childrenswear, aveva lavorato per l’e-commerce di Louis Vuitton. (an.bi)
NEW ENTRY
Dopo Massimo Giorgetti, da Pucci arriva il ceo Grimaldi Pending the frst fashion show Pucci designed by the new creative director Massimo Giorgetti (scheduled Thursday, September 24), the Florentine maison appointed chief executive offcer Massimo Grimaldi.
In attesa della prima sflata donna di Pucci frmata dal nuovo direttore creativo Massimo Giorgetti (in programma giovedì 24 settembre), la maison forentina nomina come chief executive offcer Massimo Grimaldi. Il manager, vice presidente vendite, marketing e comunicazione di Elie Saab, assumerà l’incarico a partire dal 14 settembre. Precedentemente Grimaldi, laureato all’Università Bocconi, ha rivestito posizioni di rilievo in Salvatore Ferragamo, Valentino, Tod’s/Hogan, nel Gruppo Benetton e in Vestebene/Miroglio. La carica di ceo, in seguito all’uscita di Alessandra Carra nell’aprile 2014, era detenuta ad interim da Laudomia Pucci, che rimane in azienda in qualità di image director e membro del board.
GIRI DI POLTRONE
Cotton Council: Atherley è il nuovo direttore esecutivo As of the 1st October, Bruce Atherley will be the new executive director of Cotton Council International, a global operating non-proft organization in the cotton industry.
Nuova nomina in casa Cotton Council International: Bruce Atherley diventa il direttore esecutivo dell’organizzazione no proft, che promuove il cotone americano con il brand Cotton Usa. Il manager assumerà il nuovo incarico a partire dal primo ottobre. Atherley, che precedentemente ha ricoperto altri ruoli manageriali per Kao Brands e Altura Group a Chicago (direttore food e consumer product) e per Wringley Group (ceo), prende il posto di Kevin Latner, che ha lasciato l’ente lo scorso anno.
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BLOC NOTES a cura di Tatiana Tincani
COLUMBUS/BB VA IN CORSO SAN GOTTARDO
L'OFFICINA DEL FASHION DI T - TERESA LA FOSCA T - Teresa la Fosca International Pr & Uffcio Stampa sceglie come sua nuova sede Casa Grondona, in corso Italia 47 a Milano. Lo spazio ospiterà le collezioni dei fashion brand gestiti dall’agenzia.
DEHA SCEGLIE NO WORDS No Words, agenzia milanese con sede in via Maurizio Quadrio 20, prende in carica tutte le attività di uffcio stampa prodotto e corporate del brand Deha, linea del gruppo trevigiano Meeting. La scelta si inserisce nel processo di riposizionamento e riorganizzazione del marchio, che prevede un piano di sviluppo della comunicazione su vari livelli. 62
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Cambio di sede per Columbus/BB press offce, pr & events che dal mese di luglio è operativa dalla nuova location di corso San Gottardo 5, a Milano. L’agenzia lascia gli East End Studios di via Mecenate per approdare in uno spazio in zona Porta Ticinese di circa 400 metri quadri, disposto su più livelli, che ospita le zone uffcio e la showroom.
LORENZO POZZI PASSA A DODO Lorenzo Pozzi è il nuovo pr manager per il marchio di gioielli Dodo, linea del gruppo Pomellato. Seguirà le attività di comunicazione per il brand dagli uffci di via Senato 3 a Milano.
DUE NUOVI BRAND PER STUDIO RE PUBLIC RELATIONS Due nuovi nomi si aggiungono al portafoglio di Studio Re Public Relations. L’agenzia milanese di via Bramante 29 ha iniziato a seguire le attività di pr per la linea Margherita Kids (nella foto), nuova collezione dedicata ai più piccoli nata da un’idea di Margherita Missoni e per Stella Jean Kids.
TRIPLA ACQUISIZIONE PER SO SWEET PR So Sweet Pr, agenzia milanese in piazza San Sepolcro 1, ha iniziato ad occuparsi dell’uffcio stampa di tre nuovi brand: Alessia Xoccato, linea giovane di total look femminile, la camiceria Xacus e Miss Blumarine/Baby Blumarine (nella foto, una proposta di Miss Blumarine per la primavera-estate 2016).
LISCA SI AFFIDA A FAYER COMMUNICATION Lisca, azienda di intimo con base in Slovenia che ha da poco festeggiato il 60° anniversario con un evento a Portorose, affda all’agenzia Fayer Communication, con sede in via Donizetti 23 a Milano, le attività uffcio stampa & pr.
CAMBIO DI UFFICI PER LA CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA Gli uffci milanesi di Camera Nazionale della Moda Italiana e di Camera Moda srl si sono trasferiti da via Gerolamo Morone 6 alla nuova sede di piazza Duomo 31.
MORENA PALEARI COLLABORA CON MISANI GIOIELLI Lo Studio Morena Paleari ha iniziato una nuova collaborazione con il marchio Misani Gioielli. Per le attività di uffcio stampa & pr di questo nuovo cliente l’agenzia si avvale anche del supporto di Patrizia Campone, da anni nel settore dei gioielli.
NEW ENTRY PER ELISABETTA COLOMBO PR MEDIA RELATIONS Lo studio Elisabetta Colombo PrMediaRelations ha iniziato a occuparsi delle pr e dell’uffcio stampa di Sunhouse, sia in Italia sia negli Usa, Il brand si va ad aggiungere agli altri clienti dell’agenzia: Pashmere, Cantarelli, Ara Aliverdi, Bioneuma Natural Fashion e all’ultima new entry, Castangia 1850.
NOVITÀ IN CASA PRESS OFFICE URRÀ TATIANA TONIZZO COMMUNICATION E PR MANAGER DI ANTONINI Nuovo ruolo per Tatiana Tonizzo, che fa il suo ingresso come communication & pr manager in Antonini, marchio italiano di alta gioielleria fondato a Milano nel 1919. In questo incarico risponderà direttamente a Marina Borromeo, vice presidente esecutivo dell’azienda.
Da agosto Press Offce Urrà, ha trovato una nuova dimora a Milano, in viale Vittorio Veneto 10.
I NUMERI DI GIEMME BRANDSCORPORATE Crescerà del 10% nel 2015 il fatturato dell'azienda Giemme Brandscorporate, pari a 30 milioni di euro e non, come erroneamente scritto nel numero 12 di Fashion a pagina 39, a 300 milioni. 08_09_2015
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Q&A a cura di Carla Mercurio
Un grande precursore
NINO CERRUTI
«STA NELLA NORMALITÀ LA VERA ENERGIA INNOVATRICE»
Il tessuto: cosa rappresenta per lei? Rappresenta un mestiere che ho sempre vissuto a cavallo fra arte, artigianato e seconda pelle.
Il magazine di news, business e trend
Direttore e Amministratore Delegato
Crede che ci siano grandi margini di sperimentazione e di innovazione nell’universo dei tessuti? I tessuti sono sempre stati una continua sorpresa per la loro capacità di rinnovarsi. In questo momento sarebbe importante stabilire una nuova partenza in grado di aprire l’orizzonte a proposte che non siano solo un continuo ricamare intorno a ciò che è stato già fatto. Tenendo presente il fatto che i tessuti li mettiamo addosso e che la nostra vita è fatta di un certo numero di realtà e valori, che non rappresentano la tela di un quadro.
Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio
Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione
Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it), Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it), Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it), Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it), Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it), Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione
Tatiana Tincani (t.tincani@fashionmagazine.it) Realizzazione grafca
Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini Collaboratori
Mariella Barnaba, Alberto Corrado, Marcelo Crescenti, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità
An interview to Nino Cerruti in his double role of fashion creator and entrepreneur in the feld of textiles. A great innovator in his time, who sees a big chaos in the fashion scenario of our days and a strong push towards exhibitionism. Fortunately, he explains, there is also a return towards normality, as a strong lever of innovation. Dov’era a 18 anni? Ero a Biella, dove sono nato. Non sapevo ancora che sarebbe fnito il tempo di andare a scuola. Mi ero iscritto a scienze politiche alla Cattolica di Milano e stavo imparando la tecnica dei tessuti e della lavorazione della lana. Come immaginava il suo futuro? Devo dire che il mio futuro l’ho immaginato sempre diverso a seconda del momento nel quale mi trovavo. Quale il sogno che ha realizzato e quello che non si è avverato? Penso di avere realizzato un possibile cambiamento radicale del modo di fare il mio mestiere, ma non ho certo realizzato tutto quello che avrebbe potuto venirne fuori.
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Ieri e oggi: quali le differenze più grandi che rileva nel settore? Prima di tutto la grande dimensione che può assumere qualsiasi cosa si faccia nel mondo della moda: mi pare che ci sia una situazione molto caotica nella quale sotto il pretesto della pluralità delle idee nessuno osa più scegliere in modo impegnativo.
Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione
Ilaria Roberta Galli (i.galli@fashionmagazine.it) Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Stephanie Ouadfel (s.ouadfel@fashionmagazine.it) Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Uffcio traffco
Stefania Aguanno (traffco@fashionmagazine.it) Segreteria e servizi
Valentina Capra, Tiziana Grazioli (fashion@fashionmagazine.it) Amministrazione
Cristina Damiano, Ester Miazzo
Lei è stato un precursore nel suo settore. Quale, a suo avviso, il segreto per essere precursori oggi? La parola precursore ha giustifcato molti orrori. Mi sembra che la ricerca di uno “stile”, che per natura può avere facce diverse, sia consigliabile. Cosa ha provato a essere celebrato a Pitti Uomo? La conferma che quello che ho sempre fatto, celebrare la normalità piena di energia innovatrice, sia in fase di forte riabilitazione, e anche che il successo di questa presentazione sia stato un ottimo momento per me. Qual è oggi il signifcato della parola eleganza? È stata sovvertita dalla parola “esibizione”, con i più diversi risultati. Quale la parola del fashion system ormai dimenticata? “Bello”.
Diffusione e abbonamenti
Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it) Edizioni Ecomarket Spa
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PEOPLE
a cura di/by Alessandra Bigotta
Margherita Maccapani Missoni volta pagina
Once upon a time Margherita Maccapani Missoni was an It-girl. The "new" Margherita is a wife and a mother, with a strong commitment to charity. From 15 September 90 items from her wardrobe will be sold online, to support OAfrica.
Dolce&Gabbana Make Up launched a new viral campaign, dedicated to all women worldwide, with the hashtag #dgwomenlovemakeup. La bellezza femminile ha molteplici sfaccettature e, soprattutto, non è appannaggio solo delle superstar. Partendo da questo presupposto, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno lanciato una campagna virale sui generis. Le protagoniste sono donne di ogni età, razza e nazionalità, accomunate dalla passione per il make up creato dai due stilisti per il marchio Dolce&Gabbana. Una gallery all'interno della quale, accanto a una bellissima come Daria Konovalova (nella foto), Miss Russia 2010, appaiono altri volti intensi, ma sconosciuti, catturati dai designer sui social network. Non si tratta quindi di modelle professioniste, ma di ragazze che colpiscono l'attenzione non solo per il fascino, ma anche per la spontaneità. La ricerca delle testimonial è in progress e viene effettuata selezionando le foto con l'hashtag #dgwomenlovemakeup. Ogni 15 giorni sui profli social del marchio sarà pubblicata una nuova immagine, scelta su Instagram. «È il nostro tributo speciale - ha scritto Stefano Gabbana sul suo account uffciale - alla bellezza di tutte le donne del mondo».
From Instagram
Son tutte belle le donne del mondo
Lasciati alle spalle un passato di It-girl e ruoli importanti nell'azienda di famiglia, Margherita Maccapani Missoni ha fatto rotta verso una nuova vita con un marito, Eugenio Amos, due bimbi piccoli e il childrenswear Margherita Kids. Proposte realizzate con il sostegno di un partner americano, distribuite oltreoceano e in rete su Yoox a prezzi non oltre i 75 euro. Un lifestyle in sintonia con la Margherita di oggi, una donna che non si tira indietro di fronte all'impegno. Dal 15 settembre, nella fashion community Videodressing.com saranno acquistabili 90 pezzi del suo guardaroba, la maggior parte dei quali frmati Missoni. I proventi andranno a OAfrica, associazione benefca fondata da Lisa Lovatt Smith, ex caporedattore di Vogue Spagna, di cui Margherita è presidente italiana.
A destra, Margherita Maccapani Missoni e i capi in vendita a favore di OAfrica
Banderas alla Saint Martins per interpretare Versace
Pep Guardiola: «Tra perfezionisti ci si intende»
Per calarsi nei panni di Gianni Versace, che interpreterà in un flm diretto da Bille August, Antonio Banderas fa sul serio: ha infatti deciso di frequentare per quattro settimane un corso alla Central Saint Martins di Londra. Un'esperienza che ha defnito «intensa, eccitante, seria ma anche divertente». Le riprese inizieranno il prossimo marzo.
«Grazie al duro lavoro, è possibile raggiungere risultati straordinari»: se a dirlo è Pep Guardiola, uno degli allenatori di calcio migliori al mondo, c'è da crederci. Pep non si accontenta facilmente: così, prima di accettare il ruolo di brand ambassador del tessuto impermeabile e traspirante Gore-Tex, ne ha sperimentato in prima persona le performance. «Del resto - ha affermato - i valori di Gore sono i miei: perfezionismo, passione e determinazione».
Antonio Banderas will be Gianni Versace in a new movie. This is the reason why he is studying fashion at the Central Saint Martins institute.
Antonio Banderas alla Central Saint Martins di Londra
The famous football coach Pep Guardiola is the new brand ambassador of Gore-Tex. «Me and my family tested its incredible performances» he says.
Pep Guardiola nuovo brand ambassador di Gore-Tex
08_09_2015
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RED CARPET PEOPLE POLO RALPH LAUREN
TUTTI A NEVERLAND, CON PETER PAN Polo Ralph Lauren ha festeggiato il primo anno di attività del programma Children’s Literacy, in favore dell’alfabetizzazione, con un evento di scena al Central Park Zoo di New York City. Partner dell’inziativa il flm Pan, dedicato al mito di Peter Pan.
David Lauren e Lauren Bush Lauren
Ralph Lauren con (da sinistra in alto) Levi Miller, protagonista del flm Pan e brand ambassador di Polo Ralph Lauren childrenswear, Diane Kruger, Maddie e Mackenzie Ziegler
India Hicks con la fglia Domino
Rachel Zoe e Diane Kruger
VIVIENNE WESTWOOD
GUABELLO
La stilista britannica ha organizzato una mostra nella stazione della metropolitana di Waterloo, a Londra, a favore di Save the Arctic.
Il lanifcio Guabello ha festeggiato i 200 anni di attività insieme ai dipendenti e alle rispettive famiglie, invitati a visitare lo stabilimento di Biella. A seguire, festa al Castello di Cerrione.
Foto Andy Gotts Mbe
SALVIAMO L’ARTICO!
I MIEI PRIMI 200 ANNI
Accanto, da sinistra, Domenico Sposato, assessore di Mongrando, Gloria Trione, vice sindaco di Mongrando, Davide Favrin, a.d. di Marzotto Wool, Maurizio Stasia, amministratore unico di BMT (Guabello-Marlane- F.lli Tallia di Delfno), Sergio Tamborini, a.d. del Gruppo Marzotto, cui Guabello fa capo da oltre 20 anni. Sotto, da sinistra, Davide Favrin e Maurizio Stasia e il palco allestito per l’occasione
Sopra, Vivienne Westwood con il modello Leebo Freeman e l’attrice Sadie Frost, all’inaugurazione della mostra. A destra, dall’alto, Kate Moss e Pierce Brosnan, fra i 60 personaggi fotografati da Andy Gotts Mbe; tutti indossano la T-shirt Save The Arctic
Polo Ralph Lauren has celebrated the frst year of activities of the Children’s Literacy program, with an event staged at the Central Park Zoo in New York City. Partner of the event, the flm Pan, dedicated to the myth of Peter Pan. Vivienne Westwood has organized an exhibition in the underground station of Waterloo, in favour of the association Save the Arctic. Lanifcio Guabello celebrated 200 years of activity with its employees and their families, invited to visit the factory in Biella. Afterwards, party at the Castle of Cerrione. 66
08_09_2015
Bags | Footwear | Leathergoods Travelware | Fashion Accessories
7 - 9 Oct 2015
HONG KONG Asia’s only trade fair for quality and design-driven, yet affordably priced OEM and branded collections
fashionaccess.aplf.com
Register for free admission on or before 30 August 2015 Find out more: info@aplf.com /852 2827 6211
The Only Trade Event Dedicated to Cashmere and Fine Fibres
7 - 9 OCT 2015
HONG KONG www.cashmereworldfair.com Register for free admission on or before 30 August 2015 Find out more: info@cashmereworldfair.com / 852 2827 6211
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