FLIP PAGE FA N 10 2016

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Anno 47 | N°10 del 22.06.2016 | quindicinale | € 5,50 | www.fashionmagazine.it

E H I S SI D GL IN EN ION RS VE

Il magazine di news, business e trend

JOsÈ neves

«Con Farfetch gli store bimbo crescono in Rete»

mom blogger

Da mamma a mamma Come ti conquisto i social network

The

Need to Stay

Tuned Altro che imprendibili: i kid sono pronti a seguire chi si sintonizza con loro

Nella foto: Kocca






ilgufo.it


n° 10 22 giugno 2016

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

11 L’Editoriale

PROTAGONISTI

12 JOSÈ NEVES/FARFETCH «Un grande futuro per i piccoli acquisti» 16 PITTI BIMBO 83 Il mondo nelle mani dei bambini 20 LORENZA LUTI/ KARTELL KIDS «Ludici per natura, ora anche di più»

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21 MONNALISA Decolla il progetto arredo 22 ANTONIO COSSU In copertina

Kocca al debutto nel kidswear con la primavera-estate 2017

I PINCO PALLINO

«Su un marchio forte costruiamo il futuro»

BUSINESS

25 VENDITE PRIMAVERA-ESTATE 2016 Senza sinergie la ripresa è un miraggio

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33 LUXURY CHILDRENSWEAR Un po’ per pathos, un po’ per business 38 IL GUFO Sempre più internazionali 40 LICENSING IN TAGLIE MINI Muoversi d’anticipo e pianificare 42 LIFESTYLE/STORYTELLING Sono i character i veri influencer della moda

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n° 10 22 giugno 2016

SOMMARIO

www.fashionmagazine.it

44 44 MARKETING & communication Con i post-millenial si cambia linguaggio 46

MOM BLOGGER

Da mamma a mamma: come ti racconto lo stile per il piccolo

48 E-COMMERCE «I miei bookmark per l’e-shopping»

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trend

54 buyers’ OPINION Fashionisti sì, ma con un occhio al comfort 57 PREVIEW SPRING-SUMMER 2017 Be yourself 64 BRAND TO WATCH 66 STORE TO WATCH/ LEVEL KIDS Mare, terra e cielo come in una favola

57 69 LIFESTYLE SPRING-SUMMER 2017 Indoor & Outdoor It’s time to play 74 EYEWEAR Mamma, adesso scelgo io

PEOPLE

76 PORTRAIT/andrea bonomi Il cavaliere bianco dell’Italian style

77 CAREERS 78 Q&A/patrizia bambi «Io, la danza e il gioco della moda» 81 Fashion people 82 Red carpet

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MILAN - ROME - FORTE DEI MARMI EL CORTE INGLES BARCELONA - EL CORTE INGLES PUERTO BANUS MARBELLA - FORTE VILLAGE SARDINIA BABYLICIOUS & LADYLICIOUS HERENTALS BELGIUM - dUBAI MALL DUBAI UAE - YAS MALL ABU DHABI UAE LEVEL KIDS CITY WALK DUBAI UAE - SALAM STORES DOHA QATAR - WINNY NIZHNY NOVGOROD RUSSIA

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È inutile negare l’evidenza: il comparto bimbo, oggi, continua ad attraversare un momento di netta difficoltà. I mercati strategici di riferimento si sono fermati, il sellout stenta a riprendersi e - diciamolo pure - il sapore stesso della proposta moda fatica talvolta a essere al passo coi tempi. Purtroppo, né il mercato internazionale, né tantomeno quello domestico sembrano apprezzare a sufficienza ciò che resta il più formidabile asset del made in Italy in versione junior: l’alto tasso di ricerca stilistica e di elaborazione artigianale del prodotto stesso. Ciò che va oggi per la maggiore è un prodotto easy, ‘cool’ per usare una buzzword del momento, che ricorda più il mondo degli skater e dello street che quello dell’alta sartoria o della couture. E, innegabilmente, per questo genere di mondo gli assiomi di un tempo sono completamente cambiati. Impera il dettame del ‘value for money’e la forza di attrattiva del marchio in quanto tale non è più sufficiente - soprattutto se posizionato, come una volta usavano fare le ‘seconde linee’, al di sotto dei brand più gettonati in termini di esclusività o di appeal dello sportswear puro. È qui che l’incursione dei soliti noti, da Zara a Ovs, ma anche Adidas, si è fatta più clamorosamente sentire. Si tratta di un mercato diventato molto più veloce e molto più competitivo, in cui i vecchi modelli semplicemente non reggono più. Come un po’ in tutti i comparti, l’unica soluzione ammissibile è la fuga in avanti: presidiare, sì, il perimetro di sempre, ma spingere con decisione formule nuove, inusitate, diverse dai rivali di sempre. È il momento del salto di qualità, (ahimé anche) del pricing più aggressivo, dell’investimento retail e del branding online. Serve un’accelerazione nel cambiamento. Perché di rassegnarsi a essere travolti non mi sembra proprio il caso.

L’EDITORIALE

The Courage to Dare

The segment of childrenswear has been too keen on its traditions for way too long. Now is the moment for making a difference with collections that meet the market need for speed, convenience and smart online ubiquity. Because who fails to modernize will be left behind. It is the curious conquerors of today who will be the winners of tomorrow.

Marc Sondermann

Direttore/Editor-in-Chief

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INTERVIEW

JOSÈ NEVES/FARFETCH

Quali e quanti sono i marchi attualmente disponibili? Nel progetto sono già coinvolti quasi 80 brand. La nostra lista include nomi come Stella McCartney Kids, il brand londinese Hucklebones, Dolce&Gabbana, Moncler Kids, Roksanda Blossom, Burberry Kids e molti altri.

«UN GRANDE FUTURO PER I PICCOLI ACQUISTI» Nella nuova sezione loro dedicata su Farfetch i negozi bimbo sono poco più di 20, ma i buyer del childrenswear si stanno accorgendo della forza di questa piattaforma online, come hanno fatto prima di loro i colleghi della moda per grandi. «I numeri sono in crescita. Sold out gli stessi look per adulti e kid», racconta Josè Neves. DI ANDREA BIGOZZI

Farfetch is in the midst of its most aggressive expansion since it was founded in 2008. The online platform for luxury boutiques introduced kids apparel in March. At present 20 multibrand store are involved, but Josè Neves foreseees that Farfetch will be adding new names at a fast pace.

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a quando è nato, otto anni fa, Farfetch non aveva mai preso in considerazione di aprirsi ad altre categorie di prodotto che non fossero quelle dell’abbigliamento uomo e donna grazie alle quali il gruppo è arrivato a fatturare nel 2015 ben 512 milioni di dollari. Ora ha deciso di farlo e da marzo di quest’anno ha aperto anche alle boutique indipendenti del childrenswear la sua piattaforma, che aiuta i singoli multimarca a vendere a livello globale, permettendo loro di competere anche con i colossi dell’e-commerce. Un’opportunità che i buyer più lungimiranti del settore non si sono fatti scappare, accettando di corrispondere una percentuale derivata dalle vendite online (si parla di circa il 30%) in cambio dello spazio-vetrina e della gestione logistica. Sono partiti in 16, ma ora il loro numero, «ha superato quota 20 ed è solo l’inizio. Siamo certi che aggiungeremo presto nuovi store», racconta Josè Neves, fondatore e ceo Farfetch. Le vendite - ce lo assicurano i dettaglianti italiani che hanno aderito all’iniziativa - sono già sostenute. Così, se l’imprenditore portoghese riuscirà a portare la sua società a un giro d’affari complessivo di 800 milioni nel 2016, registrando una crescita di oltre il 60%, sarà merito anche dell’abbigliamento in taglie mini.

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Dove hanno sede i negozi che hanno aderito al vostro progetto kidswear? Un po’ in tutto il mondo. Si passa da Singapore con Kids 21 a New York con Edit, passando per Amsterdam con Azzurro e Barcellona con Jofre. E poi ovviamente c’è l’Italia, con boutique come Babylon Bus e Carofiglio Junior (rispettivamente di Prato e Cosenza, ndr). Anche nel segmento del kidswear siamo molto selettivi: individuiamo i nostri partner per il loro approccio unico, per l’attitudine avanguardistica e la complementarietà.

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In un momento difficile per il mercato del childrenswear, che cosa ha convinto i multibrand a essere presenti su Farfetch? Lavoriamo con store incredibili, tra i migliori al mondo, che spesso si trovano in piccole città. Con Farfetch possono contare su una clientela globale (il primo mercato resta gli Usa, mentre l’Italia ha una quota modesta, ndr) e rimanere aperti 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Così possono sempre fare business, anche quando i negozi restano chiusi. Dopo questi primi quattro mesi di attività, quali sono gli acquisti più gettonati? Stiamo scoprendo che ai nostri clienti piace acquistare per i loro figli capi di lusso, con uno stile e una qualità il più possibile in linea con gli articoli che scelgono per loro. Sia gli abiti, sia i bikini con la stampa limoni della collezione primavera-estate 2016 di Dolce&Gabbana, ad esempio, sono andati sold out non solo nella sezione women, ma anche in quella kid. ■ 1. e 2. La visione di Josè Neves è, da sempre, l’integrazione dei punti vendita fisici con le piattaforme digitali: uno sforzo nel quale è impegnato fin dal 2008 e che da marzo ha visto l’aggiunta di marchi della moda bimbo sulla piattaforma

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NEWS A CURA DI ELISABETTA FABBRI

MANGO SI LANCIA NEL BUSINESS MATERNITY

LE VENDITE ONLINE B2C IN EUROPA +12.0% +13.3% +13.6%

€ 420bn

2014

€455bn

2015

Fonte: Ecommerce Europe

€ 510bn

2016(*) (*)Stime

SALONI DEL CHILDRENSWEAR

E-COMMERCE IN EUROPA

FIERE IN FIERI: GLI EVENTI DEL SETTORE

NEL 2016 CRESCERÀ DEL 12%. IN UK I BIG SPENDER

A new season of childrenswear trade fairs: a world tour, starting from London and ending in Moscow.

B2C e-commerce 2015 sales increased by 13% at 455,3 billion euro and are expected to reach 660 billion in 2018. However there are some barrier to overcome.

Bubble London, dal 19 al 20 giugno, ha dato il via alla nuova stagione di saloni professionali del childrenswear, con il lancio di Bubble Bump, un’area dedicata alla maternità e alla nursery. Pitti Immagine Bimbo, dal 23 al 25 giugno, è il faro a cui tutti gli operatori guardano per capire le tendenze della moda bimbo, grazie alla partecipazione delle griffe italiane e dei migliori brand internazionali del settore. Dal 24 al 26 giugno si svolge un altro appuntamento storico del comparto: il Fimi, di scena al Pabellón de Cristal di Casa de Campo a Madrid. Dal 2 al 4 luglio l’appuntamento è con Playtime Paris: il salone festeggia la sua 20esima edizione (e i suoi primi dieci anni) al Parc Floral de Paris con 500 collezioni per i piccoli. Su Parigi si segnala anche Kid, che va in scena nelle stesse date all’Espace Montgolfière di rue Toudic. Il network di Playtime fa tappa, inoltre, dal 31 luglio al 2 agosto, al Metropolitan Pavilion di New York con 180 linee e, dal 23 al 25 agosto, al Belle Salle Shibuya Garden di Tokyo con 240. Nella Grande Mela il salone di riferimento rimane Children’s Club, in calendario dal 31 luglio al 2 agosto al Javits Centre. Ritornando in Europa segnaliamo, infine, Market by Kleine Fabric, in programma il 10 e l’11 luglio ad Amsterdam, Ciff Kids, dal 10 al 12 agosto a Copenhagen e Cpm Kids, dal 31 agosto al 3 settembre a Mosca. (e.a.)

Nel 2015 i consumatori dell’Europa allargata hanno speso 455,3 miliardi di euro per gli acquisti via web: il 13,3% in più rispetto all’anno prima, come emerge da un’analisi della confederazione europea delle vendite online Ecommerce Europe, che prevede il raggiungimento dei 510 miliardi per la fine del 2016 (+12%), per arrivare a 598 miliardi nel 2017 e a 660 miliardi nel 2018. Il 60% del mercato B2C lo fanno, insieme, Regno Unito, Francia e Germania. L’Inghilterra vanta la spesa maggiore (157 miliardi) e la spesa media annuale più elevata per e-shopper (3.625 euro, contro i 1.540 euro della media dell’area). Tuttavia la Germania ha il numero più alto di consumatori online (51,6 milioni contro i 43,4 milioni dell’Inghilterra). Il mercato più in accelerazione è l’Ucraina (+35% sul 2014), seguita da Turchia (+34,9%) e Belgio (+34%). Nelle statistiche dell’associazione l’Europa allargata conta 516 milioni di persone che utilizzano Internet e 296 milioni di e-shopper (43% del totale). Il potenziale di sviluppo è ampio, ma ci sono ancora una serie di barriere da superare, come osservano gli esperti di Ecommerce Europe, che vanno dalla frammentazione delle regole in materia legale alle diverse imposte sul valore aggiunto fino alla logistica e alla distribuzione.

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Spanish retailer Mango has launched its debut maternity collection. The line offers modern designs at an affordable price. Per tutte le future mamme che apprezzano il brand Mango c’è una novità. In giugno la label spagnola ha lanciato la sua prima Maternity collection. Per il debutto sono state realizzate t-shirt, vestiti, maglie e jeans con un fitting mirato, focalizzati sul comfort, con un design accattivante e un prezzo accessibile. Nel bilancio 2015 reso noto in maggio Mango, che conta oltre 2.700 punti vendita nel mondo, ha realizzato un incremento dei ricavi del 15%, a 2,3 miliardi di euro (dopo il+9% segnato nel 2014). L’ebitda è invece sceso da 223 a 170 milioni (-24%).

IL MARCHIO FAY REALIZZERÀ IL JUNIOR IN CASA Fay decided to manufacture junior line in-house after a 10 years partnership with Simonetta, which doesn’t exclude a different cooperation in future. Fay Junior si separa, dopo dieci, dal licenziatario Simonetta. Dalla prossima stagione svilupperà direttamente la linea di prodotti Fay per il bambino e la bambina. Il debutto della nuova struttura organizzativa è previsto nella primavera-estate 2017. «Il business Fay Junior - si legge in una nota di Simonetta - risultava poco significativo per entrambe le aziende per un ulteriore accordo di licenza». A testimonianza dello spirito di collaborazione che permane, Simonetta sta contribuendo all’integrazione della linea bimbo all’interno di Fay, «non escludendo per il futuro una partnership diversa dal passato».

LA PERLA RINNOVA CON STORY LORIS PER IL KID La Perla renewed the license agreement for the kid line: the manufacturer is, since 1995 the historical legwear producer Story Loris. Rinnovata ai primi di maggio la collaborazione tra La Perla e lo storico calzificio di Desenzano del Garda Story Loris per la produzione e distribuzione in licenza delle collezioni La Perla Kids. La partnership - che dura dal 1995, e si aggiunge al contratto in essere per la calzetteria uomo e donna La Perla comprende l’intimo, il beachwear, i pigiami, le calze e una selezione di capi di abbigliamento declinati dal neonato ai 14 anni. La nuova collezione del marchio di lingerie di alta gamma, relativa alla primavera-estate 2017, sarà tra i protagonisti della prossima edizione di Pitti Immagine Bimbo, a Firenze.

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PITTI BIMBO 83

IL SALONE SPECCHIO DEL MERCATO

IL MONDO NELLE MANI DEI BAMBINI

Al via una nuova edizione di Pitti Bimbo, il salone che rispecchia la moda e gli stili degli adulti di domani. Ragazzini e ragazzine il cui mondo gira più veloce rispetto a quello dei genitori e dei fratelli maggiori alla loro età. La realtà in cui vivono è estremamente dinamica e stimolante ma il mercato, soprattutto interno, stenta a decollare. La sfida delle aziende e del salone è non fossilizzarsi in formule precostituite DI ALESSANDRA BIGOTTA

A new edition of Pitti Immagine Bimbo is taking place, with a quite difficult situation in the internal market and growing exports, but with uneven performances according to markets. Today’s children are so dynamic and interactive, that it is difficult to keep their pace. The fair and the brands are asked to change their paths, because a little-big revolution is happening.

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dispetto di una congiuntura in cui le incognite sono diventate la regola e non l’eccezione, cresce il numero degli espositori (dai 446 di un anno fa agli attuali 479) all’83esima edizione di Pitti Bimbo, dal 23 al 25 giugno a Firenze. Una cassa di risonanza, ma anche un banco di prova per tutti, aziende e salone, che non si tirano indietro di fronte alle sfide che costellano il mercato, a partire da quello interno. Come evidenziano le stime sul 2015 a cura del Centro Studi di Sistema Moda Italia, in base a indagini elaborate da Istat e Sita Ricerca, il nostro Paese è ancora un sorvegliato speciale a livello di consumi, anche se ci sono stati anni sicuramente peggiori. Si parla infatti di un calo dello 0,7%, a quota 4,24 miliardi di euro, che non è un risultato eccelso, ma che si confronta con periodi precedenti ancora più critici: un 2014 archiviato con una contrazione del 2,1%, un 2013 arretrato addirittura del 5,2%, mentre il 2012 e il 2011 avevano incassato rispettivamente un -3,6% e un -2,5%. Basandosi sul Fashion Consumer Panel (una rilevazione continuativa sui consumi e i comportamenti di acquisto di un campione di 4.500 famiglie italiane, equivalenti a circa 11.800 persone), Sita Ricerca offre una radiografia di un mercato che, nella Penisola, ha totalizzato nell’autunno-inverno 2015/2016 un valore di quasi 2,4 miliardi di euro tra abbigliamento, accessori, intimo e scarpe, destinati ai piccoli da 0 a 14 anni di età. Premettendo che le peggiori performance le ha avute l’adulto, Sita Ricerca fa notare per la stagione analizzata un rallentamento del mercato nell’ordine del 2% in quan-

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tità e dell’1% a valore, con prezzi leggermente deflattivi. Regge il baby fino a due anni, stabile o in lievissimo rialzo a valore, tira la cinghia il target 8-14 anni (-4% sempre a valore), cresce l’attenzione delle famiglie al contenimento della spesa. Il brand, non necessariamente di target elevato, resta un fattore di richiamo: «In un contesto di sofferenza - si legge - i marchi più importanti rafforzano la loro leadership: la somma dei primi cinque brand/insegne guadagna quasi 2 punti percentuali a valore, portando la sua quota dal 23% a quasi il 25%. Ci

ITALIAN KIDSWEAR FACTS & FIGURES

€ 2,68 bn (+1,7%) TURNOVER

€ 997 mln (+5,3%) EXPORTS

€ 1,78 bn (+6,7%) IMPORTS

€ 4,24 bn (-0,7%) INTERNAL CONSUMPTION

Source: Sistema Moda Italiana on Istat, Sitci Ricerca and International researchs

si affida alla certezza di catene e nomi noti». Le conclusioni di Sita Ricerca collimano con quelle del nostro sondaggio sulle vendite della primavera-estate in corso, pubblicato in questo numero: in Italia non è ancora il momento di parlare di “piccola ripresa”. DINAMICHE DI SEGNO POSITIVO MA SENZA TRIONFALISMI A livello generale, non c’è però da cantare il de profundis. Lo ribadisce Sistema Moda Italia, che nelle sue elaborazioni parla di una dinamica di segno positivo, anche se con un lieve rallentamento di passo rispetto al 2014. Questi i dati salienti: un giro d’affari settoriale stimato intorno ai 2,68 miliardi di euro (+1,7%), importazioni pari a 1,78 miliardi (+6,7%, ma nel 2014 si arrivava a un +10,2%) ed esportazioni che sfiorano il miliardo, portandosi avanti del 5,3%, con un’incidenza media del 37,1% sul fatturato, ossia 7,5 punti percentuali in più rispetto a sei anni fa. Un balzo che tuttavia non riporta in territorio positivo il saldo commerciale, equivalente a -790 milioni. Per il childrenswear italiano il treno verso le destinazioni vicine e lontane, desiderose di collezioni pensate e fatte in Italia, anche in piccole taglie, è partito già da tempo e Pitti Bimbo non può che andare di pari passo. Lo ribadisce Agostino Poletto, vice direttore generale di Pitti Immagine. «Insieme a ricerca e lifestyle - spiega - la terza parola chiave della rassegna è sicuramente internazionalizzazione. Una parola che significa scouting sugli espositori, dei quali la metà provenienti dall’estero, e lavoro

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PIÙ RICERCA IN FORTEZZA

SFILANO APARTMENT E KIDZFIZZ Two collective shows in Fortezza da Basso for selected brands of Apartment and KidzFizz sections. Il Gufo di scena alla scorsa edizione di Pitti Bimbo: stavolta il marchio sfila alle 11 del 24 giugno presso la Sala della Ronda

sui buyer dei Paesi più interessanti, in sinergia con il programma straordinario del Ministero per lo Sviluppo Economico e dell’Agenzia Ice a sostegno delle fiere italiane e del made in Italy». «Tra i nuovi ingressi a Pitti Bimbo di giugno - sottolinea Poletto - oltre il 70% sono stranieri, una percentuale ancora più consistente di quella, già elevata (il 50%), degli espositori in fiera che arrivano da oltreconfine. Stiamo procedendo con un piano di ospitalità e promozione rivolto ai compratori di tutto il mondo». In quest’ottica si inserisce anche la collaborazione tra Pitti Immagine e la piattaforma digitale BoF-Business of Fashion, che dedicherà a Pitti Bimbo e al mercato della

Oltre i “soliti noti”. Pitti Bimbo sta potenziando il focus sui marchi di ricerca, italiani e stranieri. E i compratori di ogni nazionalità dimostrano di apprezzare. Per questo, in occasione dell’83esima edizione della rassegna, la sfilata dedicata a una selezione di marchi presenti nella sezione Apartment, lanciata lo scorso gennaio, viene riproposta giovedì 23 giugno alle 11. In passerella nomi come Cape, Lamantine Paris & Milan, Miss L.Ray, Pèro, Piccola Ludo (nella foto), Stella Jean, Trottolini e Velveteen. Ma c’è una novità. Nel contesto dell’ampliamento di KidzFizz - il “laboratorio creativo” della manifestazione, che per la prima volta è di scena agli Archivi, spazio mai utilizzato da Pitti Bimbo, con un layout a cura di Storage Associati -, anche quest’area del salone guadagna le luci della passerella. A oggi sono confermati, per il fashion show di venerdì 24 giugno alle 13, Andorine, Leitmotiv, Longlivethequeen, Mr Uky, Paade Mode e Vivetta. Entrambi i défilé fanno parte del Programma Speciale Fiere Pitti Immagine 2016, promosso dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e realizzato grazie al contributo del Mise e di Agenzia Ice per il supporto al made in Italy e ai saloni italiani. (a.b.)

moda infantile una speciale guida online, con un focus sui player più importanti della produzione e del retail. Agostino Poletto definisce la manifestazione fiorentina - ispirata come gli altri appuntamenti “by Pitti” di questa stagione al tema dei numeri fortunati, i “Lucky Numbers” - «un laboratorio che non chiude mai, sempre aperto a migliorie e nuovi progetti», che a questa edizione sono numerosi: il manager cita le aree Editorials al piano inferiore della Fortezza, con approfondimenti sui lifestyle che stavolta riguarderanno il mondo della bicicletta e il “lato bimbo” del design (da segnalare, tra l’altro, la presenza in fiera di Kartell Kids, vedi l’intervista

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a Lorenza Luti nelle pagine successive); il pop up store “Fun Glasses” sugli occhiali, realizzato insieme a Mido; la collaborazione con la Bologna Children’s Book Fair per il progetto Off The Page...and in the World of Fashion che porta alla ribalta 10 illustratori; il raddoppio delle sfilate sui brand di ricerca al Piano Superiore del Liceo, accompagnato da un potenziamento della sezione più creativa della kermesse, KidzFizz. Da segnalare, inoltre, una nuova puntata di Kid’s Evolution, il progetto di Alessandro Enriquez che fa scendere nell’arena del kidswear stilisti specializzati nella moda per l’adulto: in scena, tra gli altri, Iuri, Kyme Jr, LC23, Les Bohémiens, Mitchumm Industries, Nhivuru e San Andrès Bimbi. C’è ancora Enriquez dietro un’altra iniziativa che riporta al centro dell’attenzione Miffy, il coniglietto ideato negli anni ‘50 da Dick Bruna, che viene interpretato da alcune aziende del settore, per dare vita a una serie di T-shirt benefiche a favore di Oxfam. SALTANO LE VECCHIE GERARCHIE DI STILE E DI CONSUMO Nell’illustrare i nuovi orientamenti del salone ma anche del settore, Agostino Poletto accenna a «una rivoluzione radicale, che ha ribaltato le tradizionali gerarchie di stile». Bambini e adolescenti sembrano lontani anni luce dai loro genitori e fratelli maggiori. Una sfida e un’opportunità al tempo stesso. Ne è convinto Poletto, che dice: «Anche l’abbigliamento più formale ne esce vivificato. Si può dire che Pitti Bimbo sia e sia stato uno degli “agenti

1. Un modello di Yclù in pedana a Pitti Bimbo: la collezione, nella scuderia del Gruppo Casillo, sfila in Fortezza alle 15 del 23 giugno. Tra gli altri catwalk show previsti al salone, Children’s Fashion from Spain, Fun&Fun, Il Gufo e Alishav 2. Una preview dell’estate 2017 di Ki6? Pretty (Spazio Sei) 3. La ragazzina secondo Sarabanda 4. La primavera 2017 di L:ú L:ú, brand nel portafoglio di Grant

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PITTI BIMBO’S LUCKY NUMBERS

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TOTAL BRANDS

254

FOREIGN BRANDS

128

NEW ENTRIES & COMEBACKS

47,000

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provocatori” del cambiamento». Soprattutto la cerimonia, da sempre zoccolo duro dei nostri brand, deve rimettersi in discussione. «Un tempo lo scenario era più omogeneo» sostiene Stefano Cavalleri, artefice della collezione Quis Quis (prodotta e distribuita da Spazio Sei) e stilista della versione taglie mini di Cesare Paciotti, in capo a Zero&Company. «Tutti i mercati - prosegue - persino quelli del Middle East, si orientano verso una cerimonia più fruibile. Il maschio, in particolare, rifiuta la giacca classica, storce il naso se gli si propone un gilet e, nel caso del pantalone, lo preferisce con un’immagine e una silhouette che ricor-

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dano i modelli in denim. Ma sulla qualità non si può transigere». «I valori non si toccano interviene Mauro Serafini di Grant -. Esclusività, modernità, ricerca non sono un optional, ma un fatto di dna». Christian Simoni di Monnalisa puntualizza: «Inutile avventurarci in modo deciso in ambiti come lo sportswear, dove ci scontreremmo con specialisti agguerriti. Il nostro brand più forte è Monnalisa bimba, ma va detto che anche la parte più couture sta al di sopra dei trend e funziona. L’importante è che si evolva e venga rinfrescata con capsule periodiche». Il prodotto è la punta dell’iceberg: un intero sistema si sta trasformando. ■

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LORENZA LUTI/il debutto di KARTELL kids a pitti

«ludici per natura, ora anche di piÙ» Dopo l’esordio al Salone del Mobile, Kartell Kids arriva a Pitti Bimbo. Lorenza Luti, direttore marketing e retail dell’azienda, illustra il progetto di CARLA MERCURIO

After its debut at the Salone del Mobile, Kartell Kids is under the spotlight at Pitti Bimbo. An interview with Lorenza Luti, marketing and retail director of the company.

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artell ora anche mini: un’evoluzione naturale? Kartell è un marchio che abbraccia tutto il lifestyle. Abbiamo riconosciuto un bisogno nel mercato e scelto di colmarlo con una linea specifica per il bimbo, in aggiunta ai tanti oggetti che ruotano intorno alla nostra sfera ludica ed emozionale. Il kid è una novità assoluta? La prima sedia Kartell è stata fatta per i piccoli: è la 4999 di Marco Zanuso e Richard Sapper nel 1964, il primo modello al mondo interamente in plastica, che ha vinto il Compasso d’Oro e primo elemento di arredo destinato al mondo habitat. 50 anni dopo ha preso forma Kartell Kids, con nuovi prodotti che rispettano lo stile Kartell contemporaneo. Vogliamo dare un’identità precisa al segmento 3-8 anni, utilizzando elementi del catalogo Kartell, rivisitati e adattati alle esigenze di progettazione degli ambienti per bimbi e ragazzi, e creando nuovi prodotti, pensati per questo target. Cosa vi aspettate da Pitti Bimbo? Dopo il Salone del Mobile, questo ci è sembrato un palcoscenico naturale. Al pubblico della moda bimbo offriamo l’opportunità sia di acquistare la collezione per le vetrine internazionali, sia di pensare ai pezzi iconici di Kartell, anche per la progettazione di spazi di vendita e di aree destinate ai più piccoli. Cosa vedremo in Fortezza? L’altalena Airway di Philippe Starck, l’automobile Discovolante e il trattore Testacalda di Piero Lissoni, il cavallino a dondolo H-horse

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di Nendo e gli sgabelli Smile, dalle ironiche forme e dai colori delicati: un’originale declinazione dell’emoticon, per dare vita a personaggi inediti. Ferruccio Laviani ha invece firmato il tavolino ClipClap, pensato come un “gioco di costruzioni”. Riproporrete modelli iconici? In Kartell Kids si inserisce il progetto di personalizzazione di Lou Lou Ghost: si potrà ordinare la più famosa sedia firmata da Philippe Starck (miniatura del best seller Kartell), con il nome del bimbo o una dedica. La linea Kids è completata dai prodotti Kartell a catalogo, in colori fluo e pastello, per le camerette e gli ambienti gioco. Alcuni classici come Fl/y di Ferruccio Laviani (nella foto), la Libreria Componibile di Giulio Polvara e Bookworm di Ron Arad vengono rivisitati. Cosa pensa della moda infantile? Mi piace vedere le mie figlie con abiti divertenti, in alcuni casi un po’ da bambola. Non amo i bimbi vestiti da grandi! C’è un oggetto o un complemento Kartell Kids che le ricorda la sua infanzia? L’altalena è da sempre il gioco più amato dai ragazzini: la nostra è pensata non solo per il giardino o il terrazzo ma anche per l’interno, nella cameretta o in salotto. Come sarà distribuita Kartell Kids? In tutti i negozi Kartell dall’autunno, oltre che in tutte le insegne che hanno uno spazio under 14, comprese le boutique di abbigliamento e i ■ piani Kids dei grandi department store.

MIMISOL

un Dejeuner di arte e stile At Pitti with a “déjeuner sur l’herbe” style, MiMiSol just opened two shops in Middle East. Lo spirito cosmopolita di MiMiSol mette d’accordo i mercati, compreso il Middle East, dove il marchio che fa capo a Imelde Bronzieri ha inaugurato due flagship, ad Abu Dhabi, presso lo Yas Mall, e a Central Dubai nel nuovo City Walk, costruito ai piedi del Burji Khalifa, che vara un inedito concetto di “passage all’aperto”. Si aggiungono due tasselli a un network che tocca Milano, Osaka, Tokyo, Taiwan, l’Arabia Saudita e il Qatar, per un totale di 13 store, integrate da selezionate boutique indipendenti nel mondo. A Pitti Imelde Bronzieri porta una collezione che «è un invito a una colazione sull’erba, dal picnic alla festa importante. Mi sono ispirata ai fiori, con l’intento di far quasi sentire il profumo di rose, primule e margherite che sbocciano sulle sete, i croquet e gli altri materiali preziosi e di ricerca, ma sempre con l’attenzione alla contemporaneità». Per questo non mancano il denim e la felpa, mentre il maschietto si immerge in atmosfere stile Wimbledon. Al via una capsule speciale: «L’ho realizzata insieme ad alcuni bambini russi, introducendoli al mondo di Gianni Rodari e alle sue fiabe: ne sono nati disegni che, in sintonia con il mio messaggio, esprimono l’essenza della vera creatività dei piccoli» (nella foto, l’inverno 2016/2017 di MiMiSol). (a.b.)


MONNALISA

decolla il progetto arredo In partnership con Savio Firmino, Monnalisa mette le ali all’arredo, mentre potenzia gli accessori, testa un’essenza e lancia un web magazine di Alessandra bigotta

Thanks to a partnership with Savio Firmino, Monnalisa pushes its furniture project. Meanwhile, it tests a new essence and launches a web magazine.

L’

intesa con Savio Firmino e altre prospettive di brand extension, progetti di espansione - con la Cina in pole position -, più impulso all’e-commerce e, sempre a proposito di online, l’avvio del web magazine Monnalisa Mag. Monnalisa si presenta all’appuntamento con Pitti Bimbo (dove, oltre alla presenza al salone, organizza una sfilata la sera del 23 giugno a Palazzo Corsini) con un nutrito carnet di novità, a partire dalla svolta impressa al progetto arredo grazie all’accordo con Savio Firmino, realtà con la quale l’azienda aretina ha diversi punti in comune: sono entrambe realtà toscane, con un solido dna alle spalle e l’attenzione alla qualità come filo conduttore. «Abbiamo siglato un accordo di co-branding - spiega Christian Simoni, a.d. di Monnalisa - per un progetto all’insegna del made in Italy, articolato in mobili per la cameretta, culle, letti, armadi e complementi, protagonisti di una presentazione extra-salone all’Hotel Excelsior di Firenze». L’obiettivo è commercializzare in tutto il mondo queste proposte, «di fascia medio-alta ma con prezzi interessanti, tramite una distribuzione integrata tra i nostri canali e quelli di Savio Firmino». A Pitti è in programma anche il lancio di un’essenza: «Partiamo con un test, legato alla profumazione d’ambiente (compresi i nostri negozi), prima ancora che della persona. La base è ottima: ci siamo affidati a un rinomato profumiere fiorentino». Un altro ambito sul quale si sta investendo sono borse e

calzature, «gestite direttamente e che soprattutto nell’ultimo biennio ci hanno dato molte soddisfazioni». Intorno allo zoccolo duro dell’abbigliamento si sta dunque rafforzando un lifestyle, in modo da imporre il brand Monnalisa capillarmente su tutti i mercati più importanti. «Stiamo crescendo in Cina - informa Simoni - dove abbiamo acquisito alcuni negozi precendentemente gestiti da franchisee e messo a segno, nella prima parte del 2016, sette opening tra Hong Kong, Shanghai, Pechino e Shenyang». La Repubblica Popolare è seguita tramite una società ad hoc, «una formula che abbiamo adottato anche in Russia e che replicheremo in altri Paesi, come la Corea e il Brasile. In Giappone, dove possiamo contare per ora su 12 shop-in-shop, una partnership con un distributore locale ci consentirà di aprire store diretti». Grazie soprattutto ai nuovi opening, nel 2016 il fatturato dovrebbe passare dagli attuali 39,5 milioni a 43 milioni e oltre, con un export al 70%. L’e-commerce cresce, anche perché è stato recentemente rinnovato il sito dedicato, collegato tra l’altro con un’iniziativa di comunicazione al via da pochi giorni: «Si chiama MonnalisaMag ed è un web magazine, realizzato insieme a esperti, giornalisti, stylist e blogger, che spazia tra diversi argomenti, come moda, bellezza, cibo, viaggi, tempo libero, cultura e altro». Ogni tema viene introdotto da una filastrocca, «per sottolineare quello che è alla base di tutto il nostro lavoro, la vicinanza all’infanzia». ■

GRUPPO CASILLO

UNA STAGIONE di novitÀ Yclù on stage, the agreement with Jeckerson, a new deal for Ronnie Kay and a partnership with Gruppo Coin for Gruppo Casillo. Il Gruppo Casillo sotto i riflettori a Pitti Bimbo. Il brand di programmato Yclù sfila per la quarta stagione consecutiva il 23 giugno in Fortezza, arricchendosi di una capsule cerimonia. Ma già la mattina del 23 la realtà con sede a San Giuseppe Vesuviano è protagonista a fianco di Jeckerson, per il quale produrrà e distribuirà dalla primavera-estate 2017 le linee Jeckerson Junior per baby, kid e teen (nella foto). «La nostra attitudine casual e sportiva - afferma Gian Maria Argentini, a.d. di Jeckerson - si presta bene a essere reinterpretata in versione bimbo insieme a un partner così specializzato». «Jeckerson ha la forza di una brand awareness consolidata - aggiunge Carlo Michele Casillo, a.d. del Gruppo Casillo - e si sta espandendo a livello internazionale. Per noi questa è una grande opportunità». Dalle 11.30 alle 13 del 23 giugno il sodalizio tra i Casillo e Jeckerson sale alla ribalta nello stand al Padiglione Centrale, scegliendo una formula insolita: un incontro con due “momblogger”, Simona Mazzei (fiammisday.com) e Mimina Cornacchia (ildiavolovestebaby. com), alla ricerca dell’outfit perfetto. Intorno al Gruppo Casillo fervono altri progetti: il rilancio della label Ronnie Kay in chiave casual-chic, per una giovane digital generation cosmopolita, e l’accordo con il Gruppo Coin, che prevede dall’autunno l’apertura di quattro corner nei negozi di Bergamo, Trieste, Parma e Rimini, con l’obiettivo di avviare 20 spazi in tre anni. È decollato, infine, il primo format franchising dell’azienda, To Be Young: dopo il negozio di 110 metri quadri a Viterbo, sarà la volta di un altro store a Roma presso Life 2.0, negli spazi prima occupati da Clark. (a.b.)

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PITTI BIMBO 83

ANTONIO COSSU/I PINCO PALLINO

GRANT

«SU UN MARCHIO FORTE COSTRUIAMO IL FUTURO»

L’ESPANSIONE PASSA ANCHE DAL WEB

DI ALESSANDRA BIGOTTA

A good start for the new N°21 Kids collection, more exports, investments on the web: the projects of Grant.

Antonio Cossu, new CEO of I Pinco Pallino, speaks about the evolution of this iconic luxury kids’ brand, controlled by Lunar Capital: always precious but with a stronger attention to daily elegance, boy and newborn and open to culture and young talents. Come state ricalibrando la fisionomia e i contenuti stilistici de I Pinco Pallino? Il marchio si evolve anche in virtù dei cambiamenti epocali del mercato. Da un lato stiamo incrementando l’offerta del Boy e del Newborn e, dall’altro, aggiungiamo a ciò che è nella tradizione 1 de I Pinco Pallino nuove funzioni d’uso, in un’ottica più “daily” e “ripetible”. Il mercato europeo, ma non solo, è attento ai prodotti di elevata qualità e con contenuti di stile come quelli che proponiamo ma, forse anche perché piacciono tanto, ci chiede di poterli riutilizzare in diverse occasioni. Il marchio resta comunque sinonimo di cerimonia... Certo, probabilmente la migliore: I Pinco Pallino non fa vestiti, ma opere d’arte. Una cerimonia per chi vuole il massimo della ricerca stilistica e proprio per questo non si accontenta dello stesso abito, magari con un pantone di colore cambiato a ogni stagione. Ogni volta il nostro ufficio stile propone un’intera collezione, ristudiata da cima a fondo. Io penso a I Pinco Pallino come a un concetto, una filosofia, quella di estrapolare il bello che c’è in noi. Tra i capi della primavera-estate 2017, quali rispecchiano meglio i cambiamenti in atto? Dire tutti sarebbe semplicistico, anche se corretto. Partiamo dalla couture: oserei dire che il nostro style director, Umberto Consiglio, non disegna i capi, li scrive ed è in grado di raccontarli come un artista. Questa sua collezione è raffinatissima ma moderna, con una ricerca di colori delicata in cui ai bianchi, avorio e oro Umberto ha aggiunto l’azzurro, il rosa e i rossi tenui, che comunicano vitalità. La main è, come nello spirito del brand, scherzosa e raffinata. Ci sono diversi temi che seguono anche le collaborazioni attivate di recente, con la casa editrice Topipittori e con la scuola di Stile e Design Naba (attraverso un concorso con tre vincitori, artefici di una capsule, ndr), e delle proposte che daranno vita a una linea di continuativi. Parlerei di una continuità nella raffinatezza, seppur nella discontinuità dei modelli, perché da noi si fatica a trovare capi uguali in stagioni diverse. 1. Antonio Cossu 2. Una creazione I Pinco Pallino Couture per l’inverno 2016/2017

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A sei mesi dal debutto dell’intesa con N°21 per la linea kid della griffe, Mauro Serafini, numero uno di Grant, fa il punto su una collezione, «che ha ottenuto un’ottima accoglienza, anche in un ambito difficile come il maschio». Per quanto riguarda la Grant nella sua totalità, l’imprenditore indica tra le priorità l’aumento dell’export, ora al 50% del fatturato, grazie al potenziamento in Europa, ma anche in aree già presidiate come il Medio Oriente e promettenti, vedi il Far East. Una priorità è l’ecommerce. «Siamo presenti con un pop up store su Yoox - informa - e un altro canale strategico è l’e-store di LuisaViaRoma, senza contare poi vetrine diverse, quali Privalia e vente-privee. Ma investiamo anche nel restyling del nostro sito, insieme a una società con un’esperienza approfondita nella moda, per fare il L’autunno-inverno 2016/2017 di Miss Grant vero salto di qualità nell’online».

MINICONF

PIÙ VICINI AI MULTIMARCA MA IN CORSA NEL RETAIL While investing in retail expansion with the iDO and Sarabanda brands, Miniconf strengthens the link with the independent retail. Ascoltando Giovanni Basagni, numero uno di Miniconf, mentre elenca i negozi aperti con i marchi iDO e Sarabanda, ci si avventura in un viaggio che tocca mete vicine e lontane. «Per quanto riguarda iDO - dice - il 2016 è partito con store a Kiev, nello Shopping Prospect Mall, Cluj-Napoca in Romania (presso lo Iulius Mall) e Spalato, nel centro commerciale Joker. In vista Baku, mentre l’opening più recente in Italia è al Meridiana di Lecco». Per Sarabanda avamposti a Krasnodar, Ufa (da Gallery Art), Astana (da Keruen) e, a maggio, Pechino, nel Beijing Lufthansa Center. «In autunno - anticipa Basagni - ci insedieremo a Podgorica, da Celebic». Oltre alla Russia («Un mercato dove siamo riusciti a crescere del 7%, grazie al lavoro della filiale Minrus») e agli altri Paesi dell’Est, tra cui l’Ucraina in ripartenza, «segnali interessanti arrivano dalla “vecchia Europa”, anche se il mercato di riferimento resta l’Italia». Per sostenere i multimarca Miniconf ha lanciato PartnerLab, canale privilegiato tra l’azienda e i partner commerciali, per un confronto non solo online ma anche nel mondo reale: gli ultimi incontri sono stati lo scorso marzo.

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© and TM Lucasfilm Ltd


BuyerS’ SURVEY

VENDITE PRIMAVERA-ESTATE 2016

SENZA SINERGIE, LA RIPRESA È UN MIRAGGIO Oltre al maltempo prolungato e alla mancata ripresa dei consumi, diversi problemi strutturali incidono sulle difficoltà del mercato di moda bimbo: dai saldi anticipati alla concorrenza dei siti aziendali, fino al divario crescente tra offerta e domanda. Occorrono maggiori sinergie tra dettaglio e aziende. Lo testimoniano 43 multibrand italiani, intervistati da Fashion di ELISABETTA CAMPANA

According to our exclusive survey, carried out with a panel of 43 leading multi-brand stores across Italy, high-end childrenswear sales struggle to maintain the same positions of the past spring-summer. Retailers have to face an increasing competition from e-commerce, discounts and fast fashion chains.

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mprigionato in un circolo vizioso, il mercato della moda bimbo non riesce a imboccare la strada della ripresa. Anche questa primavera-estate i multimarca del childrenswear di target elevato in Italia archiviano una stagione difficile. L’ennesima. Ai problemi congiunturali che frenano gli acquisti - dal maltempo fino agli inizi di giugno, al prolungarsi della crisi economica delle famiglie - si aggiungono quelli strutturali che, con il passare del tempo, si amplificano sempre più. Innanzitutto l’e-commerce, ancora poco diffuso tra i negozianti di abbigliamento infantile della Penisola e visto quindi come una minaccia: in molti - ovviamente non tutti - reputano le vendite online effettuate dalle aziende e dai marketplace le loro maggiori concorrenti. Seguono i saldi anticipati, selvaggi: proliferano ovunque facendo sembrare dei truffatori, piuttosto che degli onesti commercianti, coloro che si attengono alle regole. Inoltre, cresce il divario tra offerta e domanda: i giovanissimi nativi digitali viaggiano a una velocità, anche per la scelta del loro guardaroba, con la quale è difficile tenere il passo per tutte quelle aziende - e sono molte - più attente a ricalcare percorsi creativi e produt-

tivi consolidati, piuttosto che a sintonizzarsi sulle esigenze dei piccoli consumatori. Resta infine il problema dei prezzi elevati delle collezioni: i cartellini crescono, ma secondo i dettaglianti non di pari passo con la componente innovativa e, soprattutto, qualitativa delle proposte, prestando il fianco alle linee della fast fashion italiane e internazionali, sempre più gettonate della mamme moderne amanti dell’acquisto usa e getta. Non si mette però in discussione il ruolo dei multimarca del nostro Paese: il valore aggiunto che offre un vero “consulente” delle vendite di moda è, a tutt’oggi, insostituibile. Solo però a un patto: che i negozianti si impegnino a cavalcare, a loro volta, l’onda del cambiamento epocale in atto. Alcuni lo stanno già facendo, ma tanti altri devono ancora attrezzarsi. Parallelamente, la maggior parte delle aziende non può più fare orecchie da mercante: è auspicabile che vadano incontro alle esigenze dei negozianti evitando, prima di tutto, la concorrenza dell’online. Ma anche trovando soluzioni condivisibili per il cambio merce in corso di stagione, senza applicare ulteriori maggiorazioni e, magari, assorbendo una parte di invenduto a fine stagione. In con-

Monnalisa è il brand più venduto dai multimarca italiani che hanno partecipato al sondaggio di Fashion

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BuyerS’ SURVEY

La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di abbigliamento INFANTILE in questa primavera-estate?

44%

Come lo scorso anno

30%

Peggio

26%

Meglio

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Monnalisa Armani Junior, Burberry, Fendi Kids, Golden Goose 3 Converse, Gucci Fendi Kids

Come prevedete andranno i saldi ESTIVI di moda infantile?

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Monnalisa Twin-Set Simona Barbieri Il Gufo Il Gufo

Come sono andate le vendite di accessori iNFANTILI?

Quali le griffe best seller di ACCESSORI bimbo?

58%

Quali sono i BRAND BIMBO che avete venduto di più sul fronte abbigliamento?

55%

Come lo scorso anno

24%

Peggio

21%

Meglio

Qual è il marchio bimbo più venduto online sul vostro sito INTERNET e/o su Farfetch.com? 1 2 3

Come lo scorso anno

29%

Peggio

13%

Meglio

Moncler Enfant

Moncler Enfant Burberry Monnalisa


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3

1. Valtellini, Rovato (Bs) 2. Gagliardone, Saluzzo (Cn) 3. Freeport Baby, Clusone (Bg) 4. Peter Pan, Mirano (Ve) 5. Papalla, Novara 6. Robirò, Bergamo

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siderazione anche del fatto che i brand, da soli, non riuscirebbero mai a raggiungere capillarmente il territorio italiano, come invece riescono a fare grazie al supporto del dettaglio indipendente. Questo, in sintesi, è quanto emerso dal sondaggio di Fashion realizzato con il prezioso contributo di una quarantina tra i migliori multimarca della Penisola specializzati in childrenswear. I BEST SELLER OFFLINE E ONLINE Entrando nel merito dei risultati della nostra indagine, per quanto riguarda l’abbigliamento, il 44% del panel conferma risultati in linea con quelli della primavera-estate 2015 (una stagione, a sua volta, poco soddisfacente), il 30% lamenta una flessione del fatturato e il 26% parla di un incremento del sell out. Simile la per-

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formance sul fronte accessori, con un giro d’affari costante per il 55% dei negozianti, in contrazione per il 24% e in aumento per il 21%. Tra i best seller continua a primeggiare Monnalisa, che sale sul primo gradino del podio sia per il vestiario sia per i complementi. Seguono, al secondo posto, Twin-Set Simona Barbieri e, al terzo, Il Gufo. Negli accessori - scarpe, ma anche borse, zainetti e cappellini - conquistano la medaglia d’argento Armani Junior, Burberry, Fendi Kids, Golden Goose e quella di bronzo Converse e Gucci. Sono ancora pochi i dettaglianti di childrenswear che si cimentano con l’e-commerce. Ciò premesso, Moncler Enfant è il brand che ha dato loro maggiori soddisfazioni a livello di online, mentre Burberry e Monnalisa conquistano il secondo e il terzo posto. «Le

mamme di adesso sono molto più avvezze al web di quanto si possa supporre. Conoscono perfettamente taglie, misure, resa dei colori e non si fanno problemi ad acquistare in Rete. Il potenziale ancora inespresso di questo business è senza dubbio elevato», assicura Roberto Massa, tra i pionieri dell’e-commerce in taglie mini, titolare dei negozi Massa e Massa Piccolo a Martina Franca (Ta) e del sito Massaboutique. com. «Il business virtuale è complementare a quello nei negozi fisici, non certo un concorrente - aggiunge -. L’online supplisce al fatto che spesso nel punto vendita manchino le taglie giuste. Le mamme passano prima in boutique e, se non trovano quello che vogliono, si rivolgono al web». Il problema è che poi «su Internet - sottolineano diversi intervistati - in un modo o nell’altro si rie-

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BuyerS’ SURVEY

sce sempre a fare shopping a prezzi scontati». «I saldi fuori stagione effettuati dalle aziende nei loro siti oppure appoggiandosi a marketplace specializzati sono legali?» chiede provocatoriamente Emanuela Iannascoli di Ninna Nanna a Pescara e Montesilvano (Pe), aggiungendo: «Perché non vengono controllati e sanzionati, come avviene per i commercianti?» «Gli sconti online ci penalizzano economicamente e ci screditano a livello di immagine» aggiunge Anna Lamperti di Mondo Piccino a San Benedetto del Tronto (AP). Un ulteriore danno arriva dai social media, se mal utilizzati. «Diversi baby blog - dice Carlotta Ganahl dell’omonimo negozio a Bologna - sono gestiti da mamme con davvero poco gusto e scarsa preparazione, spesso

orientate a condividere solo i prodotti delle aziende che le sponsorizzano». A fronte di tutto ciò, Cristina Simionato di Peter Pan a Mirano (Ve) avanza una proposta: «Perché non realizzare una piattaforma online per i negozianti di moda bimbo, raggruppando tutte le insegne italiane?». «In questo modo - prosegue Simionato - si eviterebbe a ognuno di noi, soprattutto agli inesperti, di dover aprire il proprio shop online. Io sono sul web da un anno: è molto impegnativo e, gestito singolarmente, non riesce ancora a dare i risultati sperati».

stati chiedono che le date ufficiali dei saldi vengano posticipate. «Noi proponiamo di spostarle di due mesi» dice Susanna Caniglia di Anni Verdi Susi a Montemurlo (Po) e Prato. Ma non solo. «Le aziende devono venirci maggiormente incontro sia con una possibilità di reso a fine stagione, sia con i cambi in corso di stagione: finora hanno parlato, ma non agito» aggiunge Chiara Nodari di Freeport Baby a Clusone (Bg). «E soprattutto - precisano altri - il cambio merce non può avvenire solo a fronte di una maggiorazione dell’ordine del 20%». Matteo Barbera di Barbera Junior a Castellammare del Golfo (Tp) suggerisce una possibile soluzione per quanto concerne le rimanenze: «Se i brand ritirassero il 20% dell’invenduto, noi potremmo impegnarci

DAGLI SCONTI ANTICIPATI AI RESI Gli sconti anticipati, o comunque sottobanco, sono una spina nel fianco non solo online. Come testimonia Anna Annibali, dell’omonimo negozio a Civitanova Marche, condividendo il pensiero di diversi suoi colleghi, «i ribassi selvaggi vanno di pari passo con la concorrenza creata dagli outlet aziendali. A maggior ragione i budget imposti dalle aziende sono ormai inaccettabili». «Occorre regolamentare tutte le forme di vendita a prezzi scontati - ribadisce Cristina Sartori dell’omonima insegna torinese - così come sono diventate inammissibili le imposizioni di mercato». Diversi intervi-

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Come sarà il vostro budget per la moda infantile della primavera-estate 2017? 2

49%

Stazionario

30%

In flessione

21%

4

In aumento 5

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1. Petite Madeleine, Termoli (Cb) 2. Pedico, Barletta (Ba) 3. Ninna Nanna, Pescara e Montesilvano (Pe) 4. In Moda, Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi) 5. Baby & Co. Molfetta (Ba)


yclu.it


BuyerS’ SURVEY

Ringraziamo il nostro panel Anna Castagna - AL NIDO DEL CONDOR Piacenza; Annalisa Cuomo - ANDREA BABY - Vico Equense (Na); Anna Annibali - ANNA ANNIBALI - Civitanova Marche (Mc); Susanna Caniglia - ANNI VERDI SUSI - Montemurlo (Po) e Prato; Franca Pallagrosi - ANNA MEGLIO - Sora (Fr), Frosinone e Fiuggi Terme (Fr); Roberta Baccari - ARREDO BABY - Fidenza (Pr); Elisabetta Bezzi - BABY DOC - Ravenna; Angela Frisone - BABY DRESS - Bari; 1

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1. Massa Piccolo, Martina Franca (Ta) 2. Primamoda, Cosenza 3. Depinto Kids, Barletta (Ba)

Nicla Cascella e Michele Speranzini - BABY&CO Molfetta (Ba), Matteo Barbera - BARBERA JUNIOR - Castellammare del Golfo (Tp); Caterina Fanelli BIANCANEVE - Francavilla Fontana (Br); Bruna Galli - BRUNA - Fossombrone (Pu); Ester Buizza - BUIZZA - Iseo (Bs); Giovanna Vergnano - CAPRA - Chieri (To);

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ad acquistare il 10% in più la stagione successiva - spiega il dettagliante siciliano -. Oppure per evitare gli stock “selvaggi”, con il rischio che siano venduti chissà dove, le aziende potrebbero riprendersi le giacenze dei nostri negozi al 50% del costo, in modo poi da rivendere la merce nei loro canali discount ufficiali, tutelandone l’immagine». A fronte di tutto ciò, non può stupire che, come per l’adulto, anche nel bambino i saldi effettuati nel periodo stabilito dalla legge, al via i primi di luglio, perdano interesse da un punto di vista commerciale. Secondo il 58% del panel la loro performance sarà simile a quella della scorsa primaveraestate, il 29% reputa che andranno peggio e solo il 13%, più ottimista, pronostica un aumento del business. PAROLA D’ORDINE: RINNOVARSI Sul fronte delle criticità di mercato, c’è chi inoltre pone l’accento sugli elementi strettamente legati al prodotto: qualità, creatività ed eco-sostenibilità. «Mi sembra che il livello qualitativo dei capi, anche di fascia

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medio-alta, stia diminuendo - sottolinea Giordana Conte di In Moda a Belvedere di Tezze (Vi) -. Le aziende dovrebbero essere più accorte, soprattutto considerando che si tratta di articoli da bimbo e che le mamme, quando decidono di spendere, sono sempre più esigenti. Inoltre non bisogna nemmeno sottovalutare l’aspetto etico, preso sempre più in considerazione dalla clientela». Analizzare i cambiamenti negli stili di vita dei piccoli consumatori, possibilmente anticipandone le tendenze - cosa peraltro non facile - è un’altra priorità, «così come dare sempre più spazio alla ricerca e alle proposte di nuovi brand internazionali» precisa Nadia Gagliardone di Gagliardone a Saluzzo (Cn). «Anche perché i gusti dei più giovani cambiano così velocemente, che è difficile stare al loro passo - dice Ester Buizza di Buizza a Iseo (Bs) -. I ragazzi sono fortemente influenzati da ciò che vedono sul web: entrano in negozio chiedendo un determinato capo ed è impossibile far cambiare loro idea». «È indispensabile tornare a parlare di contenuti e di esigenze dei consumatori - ribadisce Francesco Depinto di Depinto Kids a Barletta (Ba) - e soprattutto bisogna tornare a emozionare». La parola d’ordine è rinnovarsi: «Investendo sempre di più nel cambiamento, anche attraverso l’e-commerce, sui social network e sulla stampa», conclude Fulvio Ciardullo di Primamoda a Cosenza. Ma tutto questo può avvenire solo a fronte di vere sinergie ■ tra dettaglio e aziende.

Carlotta Ganahl - CARLOTTA GANAHL - Bologna; Manuela Bizzarri - CAVALLUCCI BABY JUNIOR Terni; Cristina Sartori - CRISTINA SARTORI - Torino; Gaetano De Florio - DE FLORIO - Noicattaro (Ba); Francesco Depinto - DEPINTO KIDS - Barletta (Ba); Marinella Panicini - DIMENSIONE KID - Montevarchi (Ar); Marianna Ferrarese - FIORI BLU - Bari; Chiara Nodari - FREEPORT BABY - Clusone (Bg); Nadia Gagliardone - GAGLIARDONE - Saluzzo (Cn); Federico Giglio - GIGLIO PICCOLO - Palermo; Anna Maria Cammi - IL MONELLO - Piacenza; Giordana Conte - IN MODA - Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi); Annuccia Chiapponi - L’ETÀ DELL’ORO - Piacenza; Martina e Mariella Rossi - LA VOLPE ROSSA - Ponte a Egola (Pi); Maria Arena - MARINELY - Messina; Roberto Massa - MASSA PICCOLO - Martina Franca (Ta); Anna Lamperti - MONDO PICCINO - San Benedetto del Tronto (Ap); Debora Mari - MORBILLO - Thiene (Ve); Emanuela Iannascoli - NINNA NANNA - Pescara e Montesilvano (Pe); Carmine Trapani OK GROUP - Angri (Sa); Franca Bojeri e Veronica Galbero - PAPALLA - Novara; Michele Pedico PEDICO - Barletta (BAT); Cristina Simionato - PETER PAN - Mirano (Ve); Marilena D’Urbano - PETITE MADELEINE - Termoli (Cb); Fulvio Ciardullo PRIMAMODA - Cosenza; Daniela Ruggeri - ROBIRÒ - Bergamo; Enza Staropoli - TOPOLINO MODA Vibo Valentia; Didi Corbetta - VALTELLINI - Rovato (Bs); Ivana Vesprini e Brando Saltari - VESPRINI Civitanova Marche (Mc)




Griffe & kid

luxury CHILDRENSWEAR

Un po’ per pathos, un po’ per business Le griffe scoprono la famiglia e puntano su un messaggio chiaro, l’amore tra figli e genitori che si traduce in sfilate transgenerazionali e campagne pubblicitarie incentrate sulla vita vera. Sullo sfondo un mercato, quello del childrenswear di lusso, che oggi vale quasi 6 miliardi di euro di ANDREA BIGOZZI

Family comes first. An increasing number of fashion players focus in their marketing strategy on the feelings between children and parents, under the spotlight for fashion shows and advertising campaigns. In the background the luxury childrenswear market, worth nearly 6 billion euro.

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Un look della collezione Gucci che, con l’arrivo di Alessandro Michele alla direzione creativa del marchio, è stata completamente rivoluzionata

nche nel raccontare quello che sta succedendo nel segmento del luxury childrenswear vengono in mente termini oggi molto in voga come “engagement” e “social media”, perché capita sempre più spesso che visto che il lusso in generale sta vivendo un momento di disorientamento, le case di moda scommettano proprio sull’importanza delle emozioni e mettano in primo piano i temi della vita vera. L’argomento su cui le aziende sembrano riporre maggior enfasi è quella dell’amore per la famiglia, a qualsiasi latitudine. Il che si traduce in sfilate di mamme modelle o vip insieme ai bambini che commuovono la platea e i follower di Instagram, in campagne di comunicazione che mettono al centro il rapporto genitori-figli anche quando si tratta di promuovere collezioni per l’adulto. Ci sono i casi di Burberry e Dolce&Gabbana che, nonostante ricavino dalle vendita di moda junior circa il 3% e il 7%, scommettono forte sul tema della famiglia e lo mettono al

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Griffe & kid

centro della loro comunicazione globale, vista la centralità dell’impatto emotivo sul consumatore di oggi. Il marchio

Preview spring-summer 2017

inglese si è da tempo legato al “clan” dei Beckham, collaborando in diverse iniziative non con i celebri genitori David e Victoria, ma con i loro figli, Brooklyn e Romeo, scommettendo sull’appeal trasversale di questo genere di operazioni. Ci sono poi Stefano Dolce e Domenico Gabbana, che da anni dedicano un progetto Il segmento speciale alla famiglia, rendenluxury della dola protagonista indiscussa moda junior nel mond o vale circa delle loro passerelle, della loro 6 milioni di euro e moda, di tantissime campagne rappresenta il 6% stampa e persino di un album circa del totale fotografico globale. A questo elenco si è aggiunta di recente Versace, che per la sua ultima pubblicità (firmata Bruce Weber) ha scelto scatti che riflettono sul concetto di famiglia moderna, con Karlie Kloss attorniata da un paio di figli immaginari e dal partner altrettanto immaginario. Insomma, le grandi griffe del lusso si legano a bimbi e teenager a livello di immagine, ma più che spingere i capi di abbigliamento in taglie mini, puntano a far presa sui social media e breccia nei cuori dei consumatori più KARL LAGERFELD KIDS adulti a cui vendere abiti, borse, accessori.

Il lusso in taglie mini è una torta da 6 miliardi A questo punto la domanda sorge spontanea: il childrenswear è ancora questione di business per i big del lusso? La prima cosa che garantiscono i diretti interessati (dagli imprenditori ai licenziatari, passando per gli stilisti) è che, pur vivendo il mercato fasi di grande cambiamento, vale ancora la pena - eccome - di confrontarsi con questo settore. Una volontà che trova riscontro anche nei numeri, visto che secondo indicazioni fornite da Bain&Co il segmento lusso della moda bimbo vale circa 5/6 miliardi di euro e rappresenta il 6% del totale del mercato in piccole taglie. Uno dei motivi per cui il lusso sta vivendo un momento di generale disorientamento è che gli andamenti dei mercati non sono facilmente leggibili e questo vale anche per l’offerta junior. Aree del mondo su cui si era scommesso senza freni come la Russia stentano a ripartire, così i gruppi del fashion hanno riprogrammato lo sviluppo internazionale

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DKNY

FRANKIE MORELLO JUNIOR

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KENZO KIDS


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FENDI KIDS

1. Nella sua ultima campagna Versace punta i riflettori sulla famiglia e la vita di tutti i giorni 2. Dolce&Gabbana da anni dedica un focus speciale alla famiglia, rendendola protagonista delle sue passerelle, della moda e di campagne anche alternative

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Zero&Company

«con Ice Iceberg puntiamo sul lusso e sull’estero» The Italian Zero&Company group sees an international growth potential with a series of new licensing agreements, including the deal with Gilmar for the Ice Iceberg kid’s collection. Spinta sul segmento lusso e sull’apertura di negozi all’estero e in Italia, ampliamento del portafoglio licenze e un occhio al potenziamento delle collezioni. Sono queste le linee-guida del piano strategico messo a punto da Zero&Company, la società di Terlizzi (Bari) che già realizza su licenza le collezioni junior di Cesare Paciotti, Carlo Pignatelli e Siviglia e che a questa edizione di Pitti Bimbo si presenta con tre nuove licenze: Relish, Boy London e soprattutto Ice Iceberg (nella foto, una preview dell’estate 2017). «Il nostro obiettivo - racconta Pasquale Vendola, amministratore unico del gruppo del childrenswear - è affermarci come polo della moda premium, intraprendendo un percorso di internazionalizzazione che ora, grazie alla presenza di un brand noto come Ice Iceberg in portafoglio, si annuncia più semplice». Per il marchio junior di casa Gilmar Zero&Company ha realizzato una collezione composta da circa 250 pezzi per bambino e bambina da 1 a 16 anni, con un focus particolare sulla linea girl, al centro

di un piano di rilancio. «All’interno del mercato kidswear - spiega Donald Mulazzani, sales & marketing director di Gilmar - la linea per la ragazzina è trainante. Abbiamo deciso di rilanciarla visto anche il successo che sta avendo la nostra donna». In seguito all’intesa con il gruppo di San Giovanni Marignano, Zero & Company punta a vedere rafforzata la propria piattaforma distributiva internazionale. «Con Ice Iceberg ci rivolgiamo a mercati come l’Est Europa, il Medio Oriente e la Cina. Si tratta di un marchio molto conosciuto fuori dall’Italia: contiamo di aumentare la percentuale delle esportazioni dell’intera azienda», dice Pasquale Vendola. Il gruppo può contare su un fatturato di 16,5 milioni di euro, destinato a salire a quota 21 milioni entro tre anni, complice il lancio dei nuovi progetti. L’ampliamento del portafoglio licenze punta inoltre a dare benzina al progetto retail: «Abbiamo 17 punti vendita Zero+, che diventeranno 30 nei prossimi tre anni. Questa è la nostra sfida più grande», conclude Vendola. (an.bi.)

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Griffe & kid

Preview spring-summer 2017

ARMANI JUNIOR

del kidswear in mercati come la Cina e il Medio Oriente, complice la realizzazione di nuovi complessi commerciali come Tryano, il nuovo concept distributivo firmato da Chalhoub Group aperto allo Yas Mall di Abu Dhabi con una sezione tutta dedicata al bambino (vedi articolo in questo numero). Senza dimenticare che il core business del settore resta la Western Europe, che come conferma Bain&Co vale all’incirca il 40% del totale delle vendite. I consumatori hanno mutato le loro abitudini: anche la distribuzione sta seguendo la rivoluzione portata da Internet. Se in Italia l’offerta luxury nei multibrand dedicati si assottiglia, i grandi e-tailer globali continuano ad arricchire l’elenco delle loro brand list e anche fenomeni di mercato come Farfetch, che porta avanti l’integrazione tra canali reali e virtuali, ha da poco inaugurato una sezione kids (vedere intervista a pag 12). I grandi gruppi non smettono di investire: Salvatore Ferragamo è pronto a lanciare la collezione mini a Pitti Bimbo con un evento fissato per il 23 giugno, Gucci ha completamente riprogettato in chiave cool anche la collezione junior, che può contare su di un rinnovato team creativo. Per non parlare di Dolce&Gabbana, che prosegue l’intensa attività retail: i punti vendita monobrand bimbo hanno

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ZADIG & VOLTAIRE

superato quota 40 nel mondo, senza contare gli shop in shop. Anche i colossi del settore, che sviluppano in licenza le collezioni per conto degli stilisti, non stanno a guardare. Vedi Cwf, che ha appena inaugurato a Roma la sua insegna multibrand Kids Around e stringe un’intesa con Zadig & Voltaire. L’AVANZATA DEL FAST FASHION NON STOPPA LE START-UP GRIFFATE Ma gli stilisti che non hanno ancora all’attivo una linea bimbo come reagiscono a questa situazione di mercato. Per ora non si registrano eccessivi segnali di preoccupazione. Anzi. Balmain ha annunciato con entusiasmo a inizio anno il lancio della prima collezione bimbo e anche a questa edizione di Pitti (dove si attende tra gli altri il ritorno Little Marc Jacobs, Frankie Morello e Tommy Hilfiger e confermano la presenza N°21 e Kenzo) terrà a battesimo la linea mini di Aquazzura e Leitmotiv. Ovviamente, c’è anche chi, prima di buttarsi nella mischia, preferisce aspettare che il mercato trovi almeno alcune delle risposte agli interrogativi caldi del momento. A spaventare di più è lo strapotere dei giganti del fast fashion. E in un mercato che ha sempre fatto leva sul motto “piccolo è bello”, un ■ po’ di attesa è fisiologica.

VIVETTA

DOLCE&GABBANA


spazio sei

Da Miss Blumarine a Scervino, il bambino è di lusso The link between Spazio Sei and luxury becomes stronger, with the growth of Miss Blumarine and Ermanno Scervino.

TRUSSARDI JUNIOR

CHLOÈ BOSS

Grandi manovre per i big del lusso nel childrenswear: dolce&Gabbana investe sugli opening, gucci ha messo a punto un nuovo team creativo e ferragamo lancia la linea in taglie mini DSQUARED2

YOUNG VERSACE

Nonostante la crisi generale si faccia sentire anche nel segmento luxury, Spazio Sei continua a presidiare la fascia alta del mercato, specie per quanto riguarda il business delle licenze, che include, oltre a Ermanno Scervino e Quis Quis by Stefano Cavalleri,anche Miss Blumarine alla sua seconda stagione dopo il breve break del 2015. «Aver ripreso a collaborare con Blufin racconta Franco Ferrari, amministratore unico di Spazio Sei, azienda che conta anche marchi di proprietà come Ki6? Pretty e Parrot Italy - è un’occasione molto importante per noi. La scorsa stagione è stata realizzata in corsa ma è stata ben accolta dai compratori. Già dalla primavera-estate 2017 ci aspettiamo incrementi a doppia cifra, anche perché l’offerta sarà più completa». Crescita double-digit attesa anche per Ermanno Scervino, che come Miss Blumarine avrà un suo spazio a Pitti Bimbo. «Il progetto è in crescita costante - ricorda Ferrari così come la collezione donna Ermanno, sempre affidata a noi. L’abbigliamento bambino va al traino del successo che il marchio ha con l’adulto. Quindi, laddove il brand “da grandi” ha successo, il bambino fa altrettanto». (an.bi.)

Miss Blumarine Spring-Summer 2017

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LICENSING

best practices

muoversi d’anticipo e pianificare La scelta della licenza giusta può portare anche al raddoppio del fatturato per il produttore. Ma attenzione alle insidie del business, che necessita una precisa programmazione di Elisabetta Fabbri

Licensing can double licensee’s sales and ensure, especially in clothing sector, double-digit royalties to the licensor. However, a precise planning is a necessary condition for the success of the partnership.

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ell’Osservatorio Licenze Fashion di febbraio, Sita Ricerche ha individuato i personaggi più amati da un target tra i 2 e i 18 anni. La top five vedeva in testa i protagonisti di Frozen (Disney), seguiti da Masha e Orso (Warner Bros), Spiderman (Marvel), Peppa Pig (Entertainment One) e i Minions (Universal Studios). Tuttavia le major sfornano nuovi personaggi in continuazione, oltre a tornare ai classici a più riprese, e scegliere quelli vincenti per sviluppare nuove licenze è più che mai complesso. Se il sondaggio partisse oggi, probabilmente la classifica metterebbe ai primi posti i protagonisti del film Alice attraverso lo specchio (la Disney ha concesso la licenza a brand dell’abbigliamento come Ovs, Brums, Zuiki e Monnalisa), quelli di Regal Academy (la nuova serie dell’italiana Rainbow, nota per le Winx) oppure i supereroi Batman e Superman, sull’onda del successo di Batman v Superman: Dawn of Justice, uscito nelle sale in marzo e pronto ormai per l’homevideo (in luglio). Nei mesi a venire, come emerso dalla recente Bologna Licensing Trade Fair (la prossima edizione sarà dal 3 al 5 aprile 2017), potremmo aspettarci un’invasione di Calimero, grazie al digital. Su iniziativa di Team Entertainment, con Unique Multimedia, da circa due mesi è online il sito ufficiale del pulcino nero, calimero.com, in tre lingue (italiano, inglese e francese), dedicato al target 0-6 anni, che propone contenuti, giochi, favole sonore, disegni e activity, ma

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della classifica dei 150 top licensor: grazie anche al ritorno di Star Wars, nel 2015 ha realizzato 52,5 miliardi di dollari di ricavi, dalle vendite dei prodotti in licenza (fonte License! Global). Lo scorso anno i primi 150 licenzianti al mondo (in pole position anche Pvh, proprietaria di Tommy Hilfiger e Calvin Klein, Warner Bros e Sanrio) hanno sviluppato un mercato di 269,2 miliardi di dollari (259,9 nel 2014).

Monnalisa veste le bambine con i personaggi di “Alice attraverso lo specchio”

è previsto anche il lancio della piattaforma e-commerce. La giapponese Sanrio ha un nuovo character in famiglia che promette bene, l’ovetto pigro Gudetama. In più torna a scommettere sulla gattina Hello Kitty esplorando nuovi territori, dopo l’euforia del fashion. Per esempio la Hello Kitty Patisserie (la prima prevista a Firenze) e le case di vacanza (come l’Altomincio Family Park, sul lago di Garda e I Pini Family Park a Roma). Firmare un contrato con un licenziante come The Walt Disney Company può essere una garanzia, visto che è il numero uno, per l’ennesimo anno,

nella scelta di un character attenzione al timing Il rischio però, specie nel childrenswear, è quello di buttarsi a capofitto su un character per imitare chi è già entrato sul mercato, sbagliando il timing, o anche di non rendersi conto che si sta scegliendo un marchio che si sovrappone a quelli di proprietà. «Un accordo di licenza - dice Riccardo Arienta, titolare dell’agenzia di comunicazione milanese Fashion Services, con focus anche sul licensing - necessita di programmazione, meglio se con la consulenza di esperti del settore». «Occorre muoversi d’anticipo - sottolinea Arienta - e fiere di riferimento come Brand Licensing Europe (11-13 ottobre 2016, le prossime date) a Londra e l’italiana Licensing Trade Fair possono fornire un orientamento. Altre volte noi addetti ai lavori veniamo contattati direttamente dalle parti. Nel caso dei comics, bisogna conoscere almeno un anno prima chi sarà di scena: il prodotto, di regola, arriva nei negozi in concomitanza con la programmazione nei


1. L’ovetto pigrone Gudetama, nuovo personaggio di Sanrio con buone prospettive in fatto di brand extension 2. La linea bimba di Paris Hilton, realizzata dall’italiana Genesi: nel licensing i volti noti permettono successi di più lungo periodo rispetto ai comics non classici 3. I personaggi di Regal Academy ideati da Rainbow, già mamma delle Winx 4. Un look Original Marines per il prossimo autunno

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cinema». Il periodo di boom però, è sempre più corto, a meno che i soggetti non siano grandi classici. «Una volta arrivato al consumatore - conferma Arienta - un nuovo character dura in media un paio di mesi. Invece, le celebrity o i loghi dei marchi sportivi hanno una vita maggiore, anche di diversi anni e possono rivelarsi un investimento più premiante, con ricavi meno voluminosi nell’immediato ma più costanti nel tempo». L’esperto di Fashion Services stima che se un’azienda di abbigliamento si lega a uno dei beniamini dei piccoli può realizzare un incremento delle vendite «fisiologico» del 20% circa. Con il brand giusto però, si può arrivare anche al +100%. Il licensor, d’altro canto, riceve royalty mediamente tra il 7-8% e il 12%. I vantaggi per ambo le parti non finiscono qui. «La licenza - spiega Arienta - può dare valore aggiunto al prodotto e permette di alzarne il prezzo. Quanto si cede in royalty non va speso in comunicazione, che è seguita direttamente dal proprietario del

brand. Il licenziatario può, inoltre, aumentare la propria visibilità come produttore e attrarre aziende, che diversamente non sarebbero entrate in rapporto con lui. Possono avere più notorietà anche le private label in portafoglio. Non ultimo, più il licensing è spezzettato fra categorie di prodotto più si avrà visibilità». Dal punto di vista del licenziante, la partnership fa entrare in segmenti merceologici prima inesplorati, oltre che in nuovi canali distributivi. Da non scordare che una delle fasi chiave, nella pianificazione del business, è la stesura del contratto, in cui vengono stabiliti i minimi garantiti e il licenziatario dovrebbe impegnarsi a produrre e distribuire la collezione (quindi a non tenere fermo il brand, come a volte succede). Le royalty sono generalmente parametrate al prodotto e, per quanto riguarda la scadenza della licenza, si cerca il compromesso, che in media è un contratto biennale o triennale. Il più delle volte rinnovabile, anche se è me■ glio non darlo per scontato.

a Pitti Bimbo

tributo a Miffy Childrenswear companies dress Miffi character for new Fashion Comics project by Alessandro Enriquez. A Pitti Bimbo 83 torna il progetto Fashion Comics, ideato da Alessandro Enriquez. Alcune aziende di abbigliamento hanno vestito Miffy, il coniglietto creato negli anni Cinquanta da Dick Bruna, che vanta un piccolo museo dedicato ad Amsterdam. Ogni marchio ha creato un look per Miffy, diventato il soggetto di una T-shirt, ospitata in un’area speciale di Pitti Bimbo. Parte del ricavato della vendita sarà devoluto a un progetto della confederazione di ong Oxfam. (e.f.)

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Lifestyle

La forza dello storytelling

Sono i character i veri influencer della moda Lo storytelling ha trasformato i personaggi delle fiabe e le bambole in vere muse della moda, anche per adulti: «Se un designer li usa, viene notato» di Andrea bigozzi

The keyword to build a business success in fashion is inspirational stories. Characters and dolls trascend generations with their brand storytelling.

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1. Un look dell’ultima resort di Fausto Puglisi ispirata a Capitan America 2 . Barbie lancia a Pitti Bimbo la capsule-collection con Msgm Kid, ma a breve annuncerà nuove collaborazioni “adulte” 3 . Disney x Coach è una limited edition dove due autentici classici americani si ritrovano fianco a fianco

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’era un tempo in cui le immagini di Alice nel Paese delle Meraviglie, di Bambi e Cenerentola finivano stampate o ricamate solo ed esclusivamente sui capi del guardaroba dei più piccoli, protagonisti magari delle collezioni presentate in appuntamenti di settore proprio come Pitti Bimbo. Nel corso ultimi anni le cose sono cambiate. E parecchio. Tanto che quegli stessi character (e molti altri ancora) sono diventati “muse” di stilisti come Kenzo, Marc Jacobs, Fausto Puglisi per le loro collezioni di ready to wear. Nel giro di poche stagioni, quindi, è normale che un gruppo come Disney, proprietario dei diritti di tantissimi cartoon, sia diventato un vero “influencer” delle passerelle. Merito della forza dello storytelling, che sta impattando sul fashion system. «Il successo dell’utilizzo di questi personaggi nella moda è legato alla loro istantanea riconoscibilità. Se un designer li usa, sa di poter contare su di una reazione immediata da parte del pubblico. Quando sfilano look che rimandano a queste storie universali il successo sui social è garantito». Parola di Susie Lau, fondatrice del blog Style Bubble, protagonista insieme ad altri esponenti del modo della moda come Sandra Choi, direttore creativo di Jimmy Choo, Geoffroy de La Bourdonnaye, ceo di Chloé e Sebastian Manes, shopping e merchandising executive di Selfridges di un evento andato in scena a Londra poco tempo fa, dal titolo “Il Potere dello Storytelling nella moda”. Un’inizia-

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tiva che si aggiunge a molte altre volute da Disney per creare nel consumatore più evoluto consapevolezza di quanto fashion ci sia in questo marchio. «Il lancio di un account Instagram a livello europeo - racconta Francesca Romana Gianesin, vice president, consumer products e head of fashion & lifestyle, Disney Emea - che raccoglie le testimonianze di tutte le collaborazioni in essere con stilisti e case di moda, è solo la prima di una serie di iniziative a cui stiamo lavorando e che si concentreranno sul mondo del digital media, e-commerce incluso». Una strategia, quella di conquistare il target più adulto attraverso un stretta collaborazione con stilisti e brand, che stanno seguendo in tanti nel mondo dell’entertainment. Anche la Barbie prosegue la collaborazione con i grandi nomi della moda. Chi ha apprezzato il tributo alla bambola della Mattel fatto nello show di Moschino nelle scorse stagioni, farà altrettanto anche nei prossimi mesi. A questa edizione di Pitti Bimbo sarà svelata

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la capsule-collection con Msgm Kids (perché il mondo di kid e teen resta comunque una garanzia), ma entro la fine del 2016 sarano annunciate anche altre collaborazioni fashion, tutte focalizzate sulla donna adulta ed evoluta, in perfetto trend “transgenerazionale”. «Abbiamo commissionato una ricerca a livello europeo - prosegue Gianesin di Disney - da cui emerge una grande connessione emozionale da parte del target più adulto verso questo genere di operazioni di co-branding. Il problema è che manca una consapevolezza di quanto grande è il nostro ruolo nell’universo moda degli adulti. Per questo stiamo portando avanti un progetto basato su tecnologia, online e storytelling, che raccolga tutte le nostre collaborazioni con il mondo della moda in un contenitore unico, facilmente fruibile dal consumatore». E visto che queste iniziative diventeranno sempre più numerose, «in futuro non potremo più accontentarci della promozio■ ne fatta dai singoli partner».


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marketing & communication

COMUNICARE CON LA GENERAZIONE Z

Con i Post-Millennial si cambia linguaggio Parlare alle mamme o ai figli? Con quali formule? E su quali iniziative scommettere? Non ci sono risposte univoche a queste domande, quando parliamo di Generazione Z. Un target in cui il digital irrompe con le sue logiche innovative, scompaginando gli assetti. E in cui i giovani della generazione Z sono sempre “più grandi” di Carla Mercurio

Is it more important to speak to mothers or to their children? What is the best formula? Which are the events to bet on? Digital bursts with its innovative logics, disrupting kidswear communication. While people of generation Z are more and more adults. It’s time for a new language. 1

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ome dialogare con i ragazzi dagli 8 ai 14 anni? Una domanda che non trova risposte univoche, alla luce delle profonde trasformazioni nel settore della comunicazione, sempre più orientato verso il digital, e per la natura stessa del target di riferimento, la cosiddetta generazione Z (o post-millennial), al guado tra il mondo infantile e la sfera adolescenziale, iperveloce, sempre più connessa e supertecnologica. «Si tratta di un età molto speciale - commentano da Pepe Jeans -. Non ancora adulti e non più bambini. La nostra

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collezione Teen è frutto di una profonda analisi di questi piccoli consumatori, in cui cominciano a farsi strada il concetto di individualità, la voglia di esprimere la propria personalità attraverso i vestiti, la necessità di essere ascoltati e considerati e fare scelte autonome in fatto di moda e stile. Ragazzi per cui il cellulare, gli amici e l’indipendenza sono una priorità, come lo sono le scelte in fatto di moda». Per questo motivo, conclude la spokeperson di Pepe Jeans, «sono loro i nostri interlocutori pri-

oritari e non più le mamme, che si occupavano del loro guardaroba quando erano più piccoli». Una scelta coerente con la natura di una label che, per tipo di prodotto, si confronta prevalentemente con un target molto giovane, con un’audience vastissima su Facebook (2 milioni e mezzo di like), Instagram, Youtube, Google+ e Twitter. Diverso il punto di vista di Antony Morato, che con il suo Junior scommette sulla carta stampata per raggiungere in primis gli adulti. «Investiamo sulle principali testate


bimbo, offline e online, in abbinamento con l’invio di news ai blog delle mamme - spiega Sauro Mariani, corporate marketing e retail director dell’azienda campana -. Quindi gli interlocutori in prima battuta sono i genitori. Dedicando molta attenzione al marchio uomo, fondamentale per creare notorietà su madri e padri, stiamo cercando di avvicinarci sempre più direttamente anche ai figli». Diverso il punto di vista di Liu Jo. Marco Marchi, vicepresident & head of style del brand, spiega: «È inutile parlare solo alle madri o solo alle figlie, sono tutte e due parti del gioco dell’acquisto e dell’affezione al marchio. Le prime si preoccupano della qualità, della resa del prodotto, dell’affidabilità del marchio e di un’immagine che sia giusta per le proprie figlie. Le seconde, nonostante la giovanissima età, vogliono sentirsi comode e a proprio agio indossando abiti con una forte componente moda e di tendenza, imprescindibile al giorno d’oggi. La chiave sta nel trovare un’immagine che sia appealing per entrambi gli interlocutori». Un messaggio da comunicare con un tono di voce diverso rispetto al mondo degli adulti: «Il linguaggio - chiarisce Marchi - è sempre fresco, positivo, allegro, giocoso, colorato, ma non per questo meno strutturato e pensato di quello che destiniamo all’apparel donna». Eventi sì. Ma non è solo roba da bambini Fondamentale, per far sì che il dialogo sia più incisivo, il coinvolgimento in prima persona dei ragazzi, attraverso eventi mirati. «Per esempio contest e progetti ad hoc rivolti al pubblico giovanile - puntualizza Elia Guidi, country manager Italia di Vingino -. Quest’anno in collaborazione con Aic (Associazione Italiana Calciatori) abbiamo ideato il Vingino Street Soccer Tour, primo grande evento di street soccer under 16 interamente dedicato a ragazzi e ragazze. Due giornate all’insegna del gioco e dello sport, con la presenza in ogni tappa di un ex calciatore italiano di caratura internazionale. Dieci appuntamenti che toccano le principali piazze italiane nei weekend, con finale il prossimo settembre». Per Morato Junior il focus è la musica. «Un universo molto importante popolato da star come Justin Bieber, Ariana Grande, Benji e Fede e gli Urban Strangers - sottolinea Sauro Mariani -.

1. La campagna di Pepe Jeans Junior per la primavera-estate 2016 2 . L’advertising di Vingino della stagione in corso

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Spesso diamo i nostri capi a mini dj come Federico Gardenghi, un talento che promette bene». «La musica è sicuramente trainante per i ragazzi, al pari dello sport - conferma Federica Fusco, responsabile marketing di Fgf Industry, cui fa capo l’etichetta Blauer Junior. Anche se in Italia, quando si parla di sport ci si riferisce prevalentemente al calcio, mentre le altre discipline sono poco seguite in generale». E prosegue: «Per la musica facciamo operazioni di product placement, mentre per lo sport prediligiamo il Moto Gp, perché è uno sport pulito e avvincente, che coinvolge sia i ragazzi che i genitori. Da anni siamo presenti con il casco Blauer sul pilota e tester del team Ducati, Michele Pirro». Anche Pepe Jeans scommette sugli eventi nel segno della trasversalità. «Ogni anno celebriamo la nostra #DenimFashionWeek con tante limited edition, prodotti esclusivi, regali e promozioni. Un altro momento importante è la #Pepe Jeans

Experience, una notte dedicata ai nostri clienti in cui mixiamo musica, dj, drink, offerte speciali e sconti». Intanto all’orizzonte avanza la schiera degli influencer. Che siano bambini o mamme non fa differenza. Ciò che conta è che si tratta di persone in grado di fare da cassa di risonanza ai brand, grazie a migliaia di follower sui social media. Pitti Bimbo, tramite la piattaforma digital e-Pitti. com, dedica un progetto a questo universo in profonda evoluzione, battezzato As Told By Mum, un’area focalizzata sullo stile dei più piccoli raccontato attraverso gli occhi delle mamme più influenti della rete (vedi approfondimenti nel numero). Un contenuto molto importante per le aziende, che in questo momento si informano per individuare i nomi su cui scommettere. Mentre quelle che hanno già capito dove orientarsi tendono a non scoprire troppo le carte, rivelando quali sono i loro “brand ambassador”. La concorrenza, ■ si sa, è sempre in agguato.

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marketing & communication

Mom fashion blogger

Da mamma a mamma: come ti racconto lo stile per il piccolo A Pitti Immagine Bimbo le mamme fashion blogger sono protagoniste. Ma chi sono, cosa fanno e come si stanno movendo? Di sicuro hanno compreso l’importanza di declinare i loro contenuti sui social network. Dove però è forte la concorrenza delle celebrity con figli di Elena azzola

Fashion blogger mums are the stars of Pitti Immagine Bimbo. But who are they, what are they doing and how are they going about it? They have certainly understood the importance of publishing their insights on social media, but they must face a strong competition from celebrities with children.

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itti Immagine Bimbo numero 83 ha deciso di coinvolgerle nel progetto editoriale per e-pitti.com Style, As Told By Mum (vedi box nella pagina a fianco). Ma oltre a questa collaborazione, c’è da scommettere che le mamme fashion blogger si ritaglieranno un ruolo di primo piano al salone fiorentino che detta le tendenze del childrenswear. Una delle più affermate è Simona Mazzei che, con Mimina Cornacchia (ildiavolovestebaby.com), a questa edizione della fiera farà da “megafono” alla nuova collezione di Jeckerson Junior. Simona nel maggio 2012 ha avviato per gioco il blog Fiammisday e oggi ha un seguito di 22.800 follower su Instagram. «Allora facevo la commercialista - spiega -, un lavoro che non mi piaceva. Non vedevo l’ora di tornare a casa la sera per vedere la mia bambina, Fiammetta, di due anni e fotografare i vestiti che sceglievo e acquistavo per lei. La moda è sempre stata la mia grande passione». Simona inizia postando i look della

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figlia (in una prima fase non indossati dalla piccola, ma adagiati sul letto e fotografati con il telefonino) sul social delle immagini e, incoraggiata dall’arrivo di riscontri, soprattutto dall’estero, dopo una settimana apre il blog, dove pubblica ogni giorno i vestiti che Fiammetta indossa per le varie occasioni. Parte l’escalation. «I brand della moda bimbo mi contattano e avvio delle collaborazioni. Contemporaneamente cresce il pubblico delle mamme che mi seguono - racconta - . Così per tre anni ho fatto la commercialista di giorno e la fashion blogger di notte, ma poi la seconda attività ha preso il sopravvento, diventando un lavoro redditizio». Simona non ha avuto paura di sperimentare le varie piattaforme di comunicazione: ha creato un gruppo chiuso su Facebook, chiamato “Come vestire i bambini”, che coinvolge 5mila mamme e che ha assunto anche la forma di una rubrica del blog. Un’esperienza che le ha aperto le porte della trasmissione “Detto fatto”, in

onda quest’inverno su Rai2 alle 14, condotta da Caterina Balivo, in cui Simona ha fatto da “tutor” per la moda bimbo, dando indicazioni al pubblico su cosa è in e out nell’abbigliare i pargoli. «Ora mi appoggio a un’agenzia per le collaborazioni con i marchi ma gestisco i contatti anche direttamente: l’85% dei rapporti con le aziende sono a lungo termine e con molti responsabili ho instaurato rapporti bellissimi. Posso dire che in molti casi elaboriamo insieme le strategie di comunicazione». IL POTERE DEI FIGLI DELLE STAR SU INSTAGRAM Ma per una mamma fashion blogger che ce l’ha fatta a imporsi, per molte postare i look dei figli e scambiare opinioni con le altre rimane poco più di un hobby o, nella migliore delle ipotesi, «un complemento a un’altra attività». Come dice Jolanda Restano, titolare di Fattore Mamma, agenzia che aiuta le aziende a dialogare con le


Simona Mazzei, autrice del blog Fiammisday, con la figlia Fiammetta

Style, As Told By Mum ONLINE DAL 4 LUGLIO

e-pitti.com

Style, As Told by Mum E-pitti.com coinvolge sette mamme fashion blogger in Style, As Told by Mum, un programma di scouting ed eventi a Pitti Immagine Bimbo, finalizzato a “raccogliere” contenuti per la piattaforma digitale della fiera, a partire dal 4 luglio e per otto settimane. Gli organizzatori hanno scelto Silvia Bortignon (littlefairyfashion.com), Justine C.M. Romano (lefunkymamas. com), la francese Jaimee Gong (yoyomom.com), l’olandese Sally Lopez (mini-styling.com), Nicole Pizzato (nichylove.com), Cristina Rubinato (sofiscloset.it) e la spagnola Carolina Simo (lacasitademartina.com).

mamme grazie al digitale e ha all’attivo un network di siti e blog propri e “momgenerated”, per il quale è anche concessionaria di pubblicità. «Sono diversi i diari online di mamme che si occupano di moda per bambini - informa -. Fra quelli più significativi mi vengono in mente, oltre a fiammisday. com, mammeaspillo.it, nichylove.com, thesparklingmommy.com, sweetasacandy. com, centopercentomamma.it e theyum mymom.com». «Nella moda un ruolo fondamentale è giocato dai social network, in particolare da quelli basati sulle immagini come Instagram - precisa -. Di conseguenza per le realtà del childrenswear hanno valore soprattutto le madri che hanno saputo crearsi un forte seguito in questo ambito». Le aziende considerano queste mamme come naturali ambassador, partner che comunicano con le loro “colleghe” in modo diretto e personale. «Le mamme blogger più seguite sono in genere quelle che sanno raccontarsi in modo sincero e

originale, creando empatia e coinvolgendo le lettrici - prosegue l’esperta -. Questa è la grande differenza con i magazine di moda: dietro a un diario online c’è una donna con figli, che condivide aspetti della sua vita». Secondo Jolanda Restano, i progetti di blogger engagement sono sempre più diffusi e sono diventati ormai un normale complemento ai canali più tradizionali e istituzionali, con un posizionamento intermedio tra adv e below the line. Paola Vee - fondatrice dell’agenzia A to Vee, che opera nel marketing della moda ed edita Les Cahiers FM - ritiene invece che il fenomeno del fashion blogging sia un po’ in ribasso. «I blog sono sempre meno seguiti a favore dei social network e il social della moda per eccellenza è Instagram, dove per i player del fashion ci sono personaggi più appetibili dei blogger convertiti all’uso di questa piattaforma: vedi le celebrity», afferma. Nel caso specifico della moda bimbo le aziende italiane continuano a colla-

borare con le mamme blogger ma i brand internazionali, come Stella McCartney, preferiscono affidarsi ai figli delle star per veicolare i capi delle loro linee kid e teen. «I pargoli dei super famosi sono influencer veri, in grado di determinare fenomeni di emulazione e spingere le vendite», afferma la ricercatrice, che mette in luce un altro aspetto: «Oggi i blog molto spesso sono stati assorbiti dalle agenzie e il risultato è che si assomigliano un po’ tutti. Prevale l’uniformità nel presentare il prodotto, mentre collaborando con i “figli di” si può imprimere più personalità, identità e singolarità alla propria immagine». Usare i social network in modo creativo e ingaggiante è la grande sfida di questo momento. Paola Vee segnala come esempi di sperimentazione en_beau_chez_moi su Instagram e Gwyn Brigman su Vine. Mentre come blog più significativi per il settore cita Cupcake and Cashmere, All The Pretty Birds, Barefoot Blonde e Bluebirdblog.com. ■

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E-COMMERCE

DOVE COMPRANO le Esperte Della Rete

«I MIEI bookmark PER L’E- SHOPPING» Il 20% delle mamme italiane rientra nella categoria e-shopper e il 7% acquista online per i propri bambini in modo abituale. Comprare via web piace perché conveniente, comodo e sfizioso, come confermano le mamme esperte della Rete per motivi professionali che abbiamo interpellato di ELENA AZZOLA

20% of Italian mothers fall into the online shopper category, while 7% regularly make online purchase for their children. Online shopping is popular because it is convenient and feels luxurious, according to the mothers we spoke to - all of whom have become Internet experts through their work.

I miei BAMBINI, QUANDO VEDONO UNA SCATOLA IN PORTINERIA, CHIEDONO COSA HO COMPRATO DI NUOVO

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amme sempre più digitali e inclini allo shopping online per rifornire di tutto ciò che serve i propri piccoli? Sembrerebbe proprio di sì. Sono diverse le ricerche che lo testimoniano, al di là della sensazione diffusa di trovarci sempre più spesso tra donne che discutono con naturalezza di app, di flash sale vantaggiosissime o di siti di nicchia, dove trovare prodotti esclusivi, da suggerire solo alle amiche più care. Secondo un’indagine condotta da Mami e SaldiPrivati, su un totale di 9 milioni di mamme italiane con figli tra 0 e 14 anni, il 20% rientra nella categoria e-shopper e il 7% acquista online per i propri bambini in modo abituale. Complice la cronica mancanza di tempo delle madri della Penisola, soprattutto se lavoratrici, il web rappresenta un’alternativa ai tradizionali negozi offline per molteplici ragioni: comodità, flessibilità totale di orario, promozioni, vantaggi dedicati e risparmio. Non a caso il 50% delle mamme effettua i propri acquisti da app mobile e il 30% porta a termine le compere le sera, quando i bimbi dormono. Le stesse motivazioni si ritrovano in un Privalia Watch (il laboratorio di ricerche e analisi di mercato di Privalia) dedicato alle mamme, un target molto importante per l’outlet online di moda e lifestyle, che nell’ultimo anno comunica di aver venduto 650mila pezzi, tra abbigliamento kid, toys e puericultura, con un +20% di fatturato nel 2015 sul 2014. La consapevolezza che in Rete è molto facile trovare offerte e promozioni ispira il 51% del campione; la necessità di ottimizzare il tempo a disposizione quasi il 37%. Infine, la Rete è scelta per trovare prodotti non più disponibili nel canale tradizionale. L’accesso da mobile è sempre più gettonato. Stando ai dati di Privalia, da questo tipo di dispositivi arriva il 75% delle visite oggi in Italia e il 60% del fatturato. In Europa siamo in buona compagnia. Da un’analisi presentata dalla società di ricerche di mercato GfK in un evento a Milano, per il comparto della puericultura leggera e pesante l’online rappresenta una fetta del 23% sul giro d’affari totale nel Vecchio Continente: un dato superiore alla media del mondo dei beni durevoli, per il quale il web si attesta al 21%.

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Valentina Visconti

Valentina Visconti è country manager Italia di Privalia, l’outlet di moda e lifestyle online che offre vendite evento dei migliori marchi a prezzi super scontati, recentemente acquisita dal gruppo francese pioniere nelle flash sale su Internet vente-privee. Laureata in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, inizia la sua carriera nella consulenza in Bain & Company. Nel 2009 approda in Privalia, che guida nello sviluppo nel nostro Paese, insieme a un team giovane e motivato. Valentina ha due figli: Achille di quattro anni e Bianca di due. «Ormai per loro compro solo online - rivela -. Questa primavera il cambio dell’armadio l’ho fatto completamente così, incluso il necessario per il mare: costumi, ciabattine e copricostumi». Non solo abbigliamento e accessori per i bambini, la manager ha acquistato la cameretta per i piccoli di casa e ha l’abitudine di comprare i giocattoli su Internet. «Il web è la mia fonte preferita anche per i regali agli amichetti di Achille e Bianca», conclude. Dove acquisto

• siti di e-commerce dei marchi per bambini • privalia.com • vente-privee.com • amazon.com


Silvia Esposito

In GENERE MI PIACE ANDARE IN GIRO PER NEGOZI E TOCCARE CON MANO LA QUALITÀ DEI CAPI MA UTILIZZO ANCHE L’E-COMMERCE: CI SONO SITI BELLISSIMI

Paola Marzario

il web è UN formidabile strumento per raccogliere informazioni sui prodotti giusti per i miei piccoli Dove acquisto

Paola Marzario, bocconiana, è fondatrice e amministratore delegato di Brandon, e-company costituita nel 2012 e già dopo un anno entrata nella top 10 delle 35 star up milionarie d’Italia sulle oltre 4.800 iscritte al Registro delle imprese innovative del Ministero dello Sviluppo Economico. Con sede a Milano e Napoli, Brandon è un distributore digitale b2b: accompagna le aziende italiane note o ad alto potenziale nel mercato del commercio elettronico. Fashion, home and living i settori di punta, ma anche kids, food & wine. Paola ha due maschietti: Massimo di due anni e mezzo e Alessandro di pochi mesi.

tailorbaby.com • Sito che permette di creare abiti ed accessori personalizzati per i bambini

mukako.com • Mukako si ispira alla baby box, la scatola di cartone contenente vestitini, giocattoli e altri prodotti per il bebè che viene regalata dal Governo ai neogenitori finlandesi, per rifornire le giovani famiglie di pannolini, accessori e altri articoli di “prima necessità” risparmiando tempo

mami.it • Sito di e-commerce dedicato alle mamme, nato dall’esperienza di SaldiPrivati. Nel maggio 2016 ha compiuto un anno di vita

shop.foppapedretti.it • Sito di e-commerce del famoso marchio italiano di prodotti

in legno e non solo, punto di riferimento delle mamme per lettini, seggioloni, fasciatoi, passeggini e altri articoli per la prima infanzia

Per più di dieci anni Silvia Esposito ha lavorato negli uffici stampa delle aziende del fashion e la moda è il suo primo amore, ma quando è diventata mamma e cercava in Rete quello che le serviva per il suo piccolo, come le informazioni sugli asili nido, è scoccata l’idea di lanciarsi in un progetto imprenditoriale basato su Internet. «Non trovavo un sito che racchiudesse le recensioni delle mamme - racconta Silvia -. Una mia amica che vive a New York mi diceva che lì invece c’erano e allora ho iniziato a lavorare per creare questo tipo di servizio, continuando per un anno con il mio impiego di sempre, fino a quando mi sono decisa. Ho dato le dimissioni e ho lanciato nel febbraio 2015 Mumadvisor: una sorta di TripAdvisor delle mamme». Prima attivo solo su Milano, ora è in fase di estensione ad altre città, grazie a una rete di mamme disponibili a scrivere commenti sulle strutture e gli esercizi commerciali per i più piccoli. «Il sito si finanzia con la vendita di pacchetti di sponsorizzazione, oppure organizziamo eventi con il nostro logo», spiega Silvia, che ha due maschi, Alberto di cinque anni e Andrea di tre. Sul fronte shopping di moda per i bambini, Silvia ama andare in giro per negozi e toccare con mano la qualità dei capi. Oppure le piace fare una ricerca online per poi andare sul posto, ma talvolta ricorre pure all’e-commerce per comodità. Dove acquisto

• Èit.nextdirect.com la versione italiana del sito del marchio di pronto moda inglese

Next «che ha una qualità, a mio parere, superiore rispetto a quella delle catene low cost più note»

elenaesilvia.it • Vende le collezioni di maglieria e abbigliamento per bambini ideati da Mariangela Olivero e realizzati in un piccolo borgo nei pressi di Chivasso. La qualità è eccezionale. I capi, oltre che online, si possono acquistare nei mercatini: durante le vacanze estive nelle località turistiche della Valle d’Aosta e tutto il resto dell’anno a Milano, Pavia, Genova, Monza e altre piazze, da scoprire nella sezione calendario del sito. Le signore di Milano fanno pazzie per averli

it.smallable.com • Concept-store di moda e design per bambini da 0 a 16 anni. Offre una selezione di moda, mobili, decorazione, giocattoli e libri per baby e kid all’insegna di creatività e funzionalità

family-nation.it • Sito fondato da Emilia e Aidan che, dopo aver viaggiato, lavorato e vissuto in moltissimi Paesi, hanno deciso di fare base sulle colline fiorentine, dove ora vivono con i loro due bambini, Flavia e Tancredi, e da cui gestiscono Family Nation. Riunisce una selezione dei migliori marchi e designer baby & maternity provenienti da tutto il mondo

babybottega.com • Sito in cui fare acquisti online del negozio aperto dall’americana Daisy Diaz a Firenze su moda, accessori e design per bambini

brebi.it • Brebì è un concept store online e un negozio a Como per bambini 0-6 anni. Vende abbigliamento, accessori, giochi, complementi d’arredo e cosmetica biologica

iversiliani.it • Qui si possono acquistare pigiami, pantaloni, gonnepantalone, bermuda, gonne e bloomer per piccoli da 0 a 12 anni, da comporre online con la stoffa preferita

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NEWS

BARBIE

MAFRAT

VA ALL’ALTARE VESTITA OSCAR DE LA RENTA

VDP-VIA DELLE PERLE RITORNA IN SCUDERIA

A Barbie Collector doll, dedicated to the wedding day, has been designed by Oscar de La Renta. It’s distributed in 25,000 pieces.

With a new booth at Pitti Bimbo and the comeback of VDP-Via delle Perle in its portfolio, Mafrat is ready for new challenges.

Pensata come un regalo speciale per le future spose, la Barbie Collector Oscar de la Renta si ispira ai look nuziali della sfilata “Something Blue” della griffe, indossando una gonna a sirena color avorio, ricamata con pizzo e chiffon, da abbinare a uno strascico azzurro a balze leggere. Alla sua mise non manca nulla, nemmeno gli orecchini e la broche, a loro volta ripresi dalla passerella, l’anello con diamante (una riproduzione, ovviamente), il bouquet in tulle e le décolleté avorio come il vestito, impreziosite da dettagli dorati. Prodotta in 25mila esemplari numerati, in Italia si trova nei bookshop di Palazzo Albergati a Bologna e del Museo Vittoriano di Roma, dove è in scena fino a ottobre (a.b.) la mostra Barbie The Icon.

Mentre procede la sinergia lanciata a gennaio con Silvian Heach per le proposte kid del marchio, il gruppo Mafrat lancia a Pitti Bimbo un’altra novità, il ritorno in portafoglio di VDP-Via delle Perle (nella foto). Come anticipa Nicola Fusillo, direttore commerciale del gruppo guidato da Mario Totaro, «il brand verrà riproposto sul mercato italiano attraverso una rete di agenti plurimarca. Alcuni temi della collezione, in accordo con la casa madre, sono stati riposizionati in un contesto fast fashion, più in linea con le esigenze del mercato interno». In Fortezza da Basso Mafrat cambierà collocazione, spostandosi al piano inferiore del Padiglione Centrale, «in uno stand high tech, dove esponiamo le collezioni in modo inedito». Sul fronte distributivo, Mafrat sta investendo su un’espansione retail articolata in 82 punti vendita, «con la prospettiva di arrivare a 100 entro fine anno». Previsto a breve il lancio dell’e-commerce. (a.b.)

ELISABETTA FRANCHI

IL MONDO DI BETTY DOLL Elisabetta Franchi signs a special doll for collectors, Betty Doll, that is now available in new versions. Non un giocattolo, ma «un oggetto del desiderio per i collezionisti appassionati di moda». Così Elisabetta Franchi descrive Betty Doll, la bambola che per il marchio è diventata una mascotte e che si presenta con un’immagine nuova. Replicando il look della modella della campagna primavera-estate 2016, Betty Doll porta lunghi capelli biondi e indossa gli abiti della collezione attualmente in vendita nei negozi, caratterizzati da asimmetrie e da contrasti cromatici in nero, crema, rosa, blu iris e avorio. Per gli appassionati è possibile da questa stagione acquistare separatamente due differenti look, racchiusi in cofanetti: l’abito con stampa falco in 3D e applicazioni in organza e cristalli, oppure quello sui toni del tabacco, con frange e cintura a catena. Distrbuita nelle boutique di Milano e Roma, oltre che nell’e-store, Betty (interamente cucita a mano) costa 150 euro, mentre i cofanetti sono in vendita (a.b.) a 70 euro.

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LITTLE MISS AOKI

LA SORELLINA DI MISHKA Winnie, president and founder of the exclusive collection Mishka Aoki, launches a new brand, Little Miss Aoki. Noto per la sua esclusività, il brand australiano Mishka Aoki scende in campo dalla primavera 2017 con Little Miss Aoki, una gamma di 30 pezzi più “accessibili” (ma i prezzi vanno comunque dai 250 ai 930 dollari), che non si vanno a sovrapporre al target abituale della main line, ma che intendono raggiunere più persone a livello globale. (a.b.)


QUIS QUIS STEFANO CAVALLERI

Couture e contemporaneità si incontrano Precious as always but with a new contemporary twist, the Quis Quis Stefano Cavalleri collection explores further styles and products, included beachwear and denim. La collezione Quis Quis Stefano Cavalleri, in capo a Spazio Sei, si presenta all’appuntamento con la primaveraestate 2017 arricchendosi di proposte per il mare (dallo swimwear ai copricostume) e aprendosi a categorie merceologiche finora poco esplorate da questo marchio, come il jeanswear. «Stiamo valutando anche l’ipotesi underwear - dice Cavalleri - in un’ottica di ampliamento dell’offerta, ma senza correre». Per la primavera-estate 2017 la linea è sempre «100% Stefano Cavalleri», come sottolinea lo stilista, ma con una maggiore attenzione alla trasversalità e alla fruibilità. «Un’evoluzione che non va a incidere sulla qualità - specifica Cavalleri - ma solo su un’immagine meno “alta moda” e più al passo con i tempi». Cinque i temi clou: “Color Block”, che accende di toni solari organze di seta, seersucker fiammati, cotoni e sete plissé; “Africa”, una rivisitazione delle fantasie tribali di Senegal, Burkina Faso, Congo e Nigeria, con un trionfo di ricami, reti impresse sul cotone grezzo e stuoie di lino e rafia; “Safari”, dedicata ai piccoli esploratori cittadini, dove le fgonne leggere e vaporose si contrappongono ai cargo in cotone e rafia; “Porcellane”, stampate su cretonne e piquet, oppure ricamate sull’organza color guscio d’uovo; e “Pink Flowers”, fiori delicati in chiffon, tulle, garza e ancora organza, che si posano lievi su shantung di seta e voile. (a.b.)

ROBERTO CAVALLI JUNIOR

ci vediamo a dubai Roberto Cavalli Junior has opened a shop in Dubai: the destination is the new Level Kids, inside The City Walk Mall. Tra le iniziative messe a segno da Roberto Cavalli Junior, brand prodotto e distribuito da Simonetta, c’è l’inaugurazione di uno spazio nel mega Level Kids di Chalhoub Group, all’interno del City Walk Mall. Salgono così a sette le boutique del brand in Medio Oriente. Il negozio, di 100 metri quadri, fa parte del nuovo progetto retail di 10mila metri quadri lanciato da Chalhoub Group e dedicato interamente ai bambini di età tra 0 e 12 anni (vedi articolo alle pagine 6667). Si trova nel piano riservato ai brand di lusso e presenta un concept rinnovato nello stile e nei colori. Gli elementi iconici della maison sono declinati in tonalità chiare, creando un ambiente accogliente e luminoso che ospita le proposte girl, boy e newborn della collezione primavera-estate 2016. (e.c.)

FREEDOMday

petit bateau

insieme a Euipo contro i fake

largo al wholetail

Euipo has recognized to Freedomday the exclusive right on the use of its iconic elements.

The “wholetail” project by Petit Bateau, a mix between wholesale and retail, has conquered further Italian cities, garnering to count 15 shops.

Freedomday lancia l’operazione anticontraffazione. Il brand per grandi e piccoli che fa capo a Max Moda ed è distribuito in tutta Europa, Russia, Corea e Giappone, con nuovi progetti al via in Canada e Usa, ha raggiunto un nuovo traguardo sul fronte della qualità. Euipo, l’ufficio dell’Ue per la proprietà intellettuale, ha infatti riconosciuto al marchio lanciato nel 2014 dai quattro fratelli Russo il diritto sull’uso esclusivo degli elementi che caratterizzano i capi Freedomday. Tra questi il “loop”, una speciale maniglia che sostituisce il classico gancio presente in tutti i capospalla della collezione, il “gros grain”, la banda colorata applicata nei bordi interni delle giacche, insieme alla fotografia stampata internamente, caratteristica iconica della label. (a.t.)

Avanti tutta con il Wholetail. Il format lanciato l’anno scorso dalla francese Petit Bateau fa altri proseliti nel nostro Paese. Questa nuova forma di franchising - che combina l’universo retail con quello wholesale, personalizzando lo spazio di vendita rispetto alla piazza d’apertura - nel giro di circa un anno si è già affermata in 11 città italiane (Alassio, Bari, Battipaglia, Foggia, Genova, Latina, Matera, Milano, Palermo, Viareggio e S.Vincenzo, in provincia di Livorno) e si appresta a conquistare altre quattro città. In dirittura d’arrivo sono Forte dei Marmi, Novara, Padova e Verona. (a.t.)

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KOccA for

La carica delle Kocca girl Dopo il successo del womenswear, è il momento del childrenswear. Con la primavera-estate 2017 debutta la prima collezione Kocca dedicata a bimbe e ragazzine. Cinque i temi clou, per giocare con la moda e crescere con stile.

WEEKend Un concentrato di colori e brio, con grafiche glitter e fantasie floreali all over, come palme e ibisco: durante il fine settimana esplode l’allegria e il guardaroba diventa spumeggiante, con gonne multistrato, giacche di ecopelle, T-shirt e legging, abiti e jumpsuit romantici, alternati a grintose felpe e a pezzi in denim bleaching.

BUBBLE GUM Chiffon, popeline e jersey si colorano nei toni del rosa azalea, ma anche del nero e del bianco ottico, in versione urban sport. In primo piano vestibilitĂ oversize, maglieria traforata, tagli asimmetrici, con il tocco distintivo di strass neri e crystal, lacci e patch di ispirazione college.


DAILY CHIC È il comfort il leitmotiv dello stile quotidiano, che trova nella felperia glam la sua massima espressione. Blu navy, rosso, bianco ottico, intervallati da fantasie a righe all over, fanno da filo conduttore a pezzi in chiave metropolitana, grazie all’abbinamento con il raso, il jeans row e le grafiche argento.

VOYAGER ROMANTIC Gli eventi speciali sono un’occasione per sognare: via libera a fantasie floreali, tonalità tenui e acquarellate come il celeste, il cipria, il vaniglia e il verde menta, texture e pizzi ultralight, volant e plumetis ton sur ton dal gusto bohémien-chic.

È un viaggio negli anni Settanta il tema più vacanziero della collezione. Le salopette e i jeans bell bottom sono chiari, lavati e strappati, l’alcantara color cammello si declina in gilet con lunghe frange. Per le più romantiche non mancano mise in pizzo e total white, abbinate al denim dal fit comodo, con coulisse e punto smock. Focus sul colore mela selvatica, protagonista nella maglieria e in versione dégradé nello chiffon.

Kocca srl - Tel. +39 081 8268201 - info@kocca.it - www.kocca.it




zeroecompany.com


PREVIEW SPRING - SUMMER 2017

TWIN - SET SIMONA BARBIERI

BE YOURSELF PICCOLI PRINCIPI E PRINCIPESSE METROPOLITANE, GIOVANI MILLENNIAL, FOLCLORISTICHE SIGNORINE DI CAMPAGNA. IL KIDS LOOK DIVENTA ECLETTICO E ASPIRAZIONALE. UNO SGUARDO NUOVO, FRESCO E CONTEMPORANEO, PER NARRARE GLI ABITI CON FORMULE INEDITE. MODE E MODI CHE DIVENTANO SUGGESTIONI E SI MATERIALIZZANO IN MOOD DA VESTIRE. DI ALBERTO CORRADO

Little princes and metropolitan princesses, young millennials, colourful country ladies. The kids look becomes eclectic and aspirational. A fresh, new, contemporary approach to clothes. Their fashion and their habits become suggestions that materialize into clothing moods.

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PREVIEW SPRING - SUMMER 2017

GO ON

DREAMING

ELYROSE HERNO KIDS

Un mondo dove i sogni diventano realtà . Collezioni contemporanee, eleganti, con abbinamenti inconsueti e superglam, dedicate ai numeri uno che amano la moda.

TAGLIATORE JUNIOR

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I PINCO PALLINO

A world in which dreams come true. Contemporary, stylish collections with unusual super-glamorous combinations, highly regarded by those who love fashion.

MINIBANDA

SIMONETTA MONNALISA COUTURE

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D R AW

A LINE

YCLÙ

IL GUFO

L:Ú L:Ú

120% LINO KIDS

Abiti, maglie e persino pantaloni. Questa primavera la moda junior si copre di righe, per essere très chic senza tempo.

SILVIAN HEACH KIDS

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PETIT BATEAU

Dresses, sweaters and even pants. This spring, junior fashion is covered with stripes, for a très chic, timeless look. 4US CESARE PACIOTTI KIDS

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PREVIEW SPRING - SUMMER 2017

C OL OUR

YO U R L I F E

VDP-VIA DELLE PERLE

FREEDOMDAY

LIU JO JUNIOR BILLYBANDIT

I colori con brio. Per combinare ogni genere. Perché di monotono non c’è alcunché nella nuova moda estiva. Ecco una teoria ad alta vivacità cromatica per giacche, maglie, pantaloni.

COLLEGIEN

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BUMOON

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Colors with panache. To combine with every style. Because there is nothing monotonous about new summer fashion. Jackets, sweaters and pants decidedly choose very bright colors.

GUESS KIDS

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C OME BACK

T O N AT U R E

GALLO

SARAH JANE

Match di stile, in vista di un vacanza in campagna. Maschietti con gilet e calze colorate. Femmine che volteggiano con abiti a fiori, maglie con applicazioni di rafia e sandali in lurex.

HARMONT & BLAINE

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A stylish match for the return to the countryside. Boys in waistcoats with colorful socks. Girls that twirl with floral dresses, sweaters with raffia applications and lurex sandals.

PÈPÈ

QUIS QUIS STEFANO CAVALLERI

SIVIGLIA

CARREMENT BEAU

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PREVIEW SPRING - SUMMER 2017

RU N

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BARBIE BY FLY GROUP

BÒBOLI

Felpe, sneaker e jeans, per essere atletici, oppure per partire e scoprire posti nuovi. Tessuti versatili e dettagli preziosi per i capi più casual. s

Sweatshirts, sneakers and jeans for being athletic and going off to discover new places. Versatile fabrics with precious details.

VINGINO

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ELSY

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WA L K

O R F LY

ZADIG & VOLTAIRE

DIESEL KID MINIBANDA

ALVIERO MARTINI 1ª JUNIOR

RONNIE KAY

Da NYC al Sud Africa, passando per l’Italia remota e il Grande Nord. A caccia di atmosfere fancy, urbane, esotiche. Preparate la valigia, si parte!

TIMBERLAND KID

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From NYC to South Africa, via remote Italy and the Great North, in pursuit of fancy, urban and exotic atmospheres. Prepare your suitcase, it’s time to leave!

WOOLRICH

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TREND

BRAND TO watch Nomi al debutto, con un concept particolare e una storia da raccontare di ANGELA TOVAZZI

New names, with an original concept and a story to tell.

HIPPY&HAPPY The iconic Bell Bottom is the core of Hippy&Happy, a new denim collection founded by Nicoletta Buratti and Sibilla Pozzi. Due ragazze nate negli anni Settanta - Nicoletta Buratti e Sibilla Pozzi - e una irresistibile passione per i jeans, in particolare l’iconico Bell Bottom. È questo il background di Hippy&Happy, denim girl collection dedicata alle aspiranti figlie dei fiori in versione 3.0, al debutto al prossimo Pitti Bimbo. 100% made in Italy, la linea (dai 3 ai 12 anni) è realizzata con tessuti Italdenim, con materie prime eco-compatibili, antitossiche e antibatteriche e comprende, oltre all’amato jeans a zampa di elefante, anche T-shirt, polo, coreane, camicie e anche una shopper. Con prezzi sell in compresi tra i 30 e i 55 euro, la collezione punta a conquistare i top shop italiani e internazionali, con un focus sui grandi department store.

PETIT ICONABIO PETIT TRIBE Characterized by bright colors and tribal prints, Petit Tribe is an under 12 collection, founded by Nigerian Olatoun Jolaoso and designed by Joanne Yulan Jong. Si chiama Petit Tribe ed è un luxury brand fondato da Olatoun Jolaoso, imprenditrice nigeriana con studi in America e nel Regno Unito: un progetto nato circa quattro anni fa, quando era incinta di sua figlia, e che oggi è sinonimo di una collezione boy & girl under 12, caratterizzata da stampe vivaci, ispirate alla tribù Fulani. Dal 2016 a disegnarla è un nome noto agli addetti ai lavori, Joanne Yulan Jong, stilista con trascorsi da Iceberg e Giorgio Armani e titolare dell’agenzia di fashion consultancy Yulan Creative, fondata nel 1999. Petit Tribe è disponibile sul sito petittribe.com.

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Petit IconaBio is an ecofriendly footwear, dedicated to little girls. IconaBio debutta nelle piccole taglie. Grazie all’accordo di licenza quinquennale siglato con la Florens Shoes di Monte Urano (Fm), con la primaveraestate 2017 arriva sul mercato Petit IconaBio, una collezione di calzature made in Italy dedicata alle bambine e ispirata agli stessi principi eco-friendly della linea da adulto: tutte le fodere e i sottopiedi sono in sughero e fra i materiali utilizzati figurano solo una speciale ecopelle e altri componenti animal free.

MIA BU MILANO Two moms-sisters are the founders of Mia Bu, 100% made in Milan. Due sorelle mamme con trascorsi in una industria cosmetica, una nuova nascita in famiglia, la voglia di creare «qualcosa per i bambini, bello e divertente, che li faccia sentire bene». Nasce così Mia Bu Milano, una collezione 0-6 anni fatta per sognare, totalmente made in Milan: i capi, molti dei quali racchiusi in scatole di metallo da collezionare, sono accompagnati da una fiaba, le T-shirt disegnate da giovani artiste e stampate a mano su tavoli da stampa, con pigmenti e coloranti a base acqua. Al via lo scorso maggio, la linea è distribuita con prezzi medi sell in intorno ai 49 euro a Milano, Forte dei Marmi e Saint Tropez e punta a raggiungere i 200 clienti in Italia entro ottobre. Già attivo l’e-shop, a settembre il primo negozio in franchising.


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Store to watch

LEVEL KIDS

Mare, terra e cielo come in una favola 10mila metri quadri dedicati al childrenswear di lusso è l’ultimo colpo messo a segno da Chalhoub Group a Dubai. In un coinvolgente e inedito percorso tra mare, terra e cielo, il mega store propone il meglio in termini di abbigliamento, scarpe, accessori, giocattoli e servizi specializzati. L’opening ufficiale in settembre di ELISABETTA CAMPANA

Spanning over 10,000 sqm with over 200 brands and 50 shops in shop, Level Kids, opened in Dubai by Chalhoub Group, is a storytelling sensorial retail journey destination dedicated to children from 0 to 12 years old. It offers a comprehensive selection of children’s wear, shoes, accessories, toys and specialised services under one roof.

Patrick e Anthony Chalhoub

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rima un tuffo nel mare, poi un viaggio nel deserto “in fiore”, infine un volo in cielo. Non manca di stupire per immaginazione e grandiosità il nuovo concept store Level Kids, di 10mila metri quadri, aperto da Chalhoub Group a Dubai, all’interno del complesso City Walk. «Abbiamo voluto creare un luogo indimenticabile per bambini e genitori, un viaggio esperienziale e una narrazione che declinano in modo unico ed esclusivo divertimento, shopping di childrenswear di lusso e servizi» spiega Patrick Chalhoub, alla guida, insieme al fratello Anthony, del gruppo retail tra i leader della Regione mediorientale. Tutto da scoprire, il punto vendita è dedicato ai più piccoli da zero ai 12 anni, con circa 200 brand e 50 shop in shop. La scelta - tra abbigliamento, calzature, accessori e giocattoli - comprende buona

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parte dei brand italiani e stranieri di moda, spaziando da Armani Junior a Burberry, da Dolce&Gabbana a DSquared2, Fendi, Gucci, fino a Missoni, Moschino, Roberto Cavalli Junior e Tod’s, oltre a Il Gufo, MiMiSol, Miss Grant, Simonetta e Twin-Set Simona Barbieri, per citarne alcuni. Il pianterreno - che ospita le proposte premium per i bambini dagli otto ai 12 anni, fa vivere l’emozione di un’immersione nelle acque dell’oceano o di un viaggio in un sottomarino, con tanto di meduse gigantesche che pendono dal soffitto, una moltitudine di pesci colorati e mega schermi sulle colonne che mostrano le numerose creature degli abissi. I video wall proseguono al piano superiore, presentando il nuovo scenario: qui è protagonista la terra, o meglio il deserto animato da giraffe, struzzi giganti, scimmie che

saltano sull’albero della vita. Spicca anche una grande passerella incantata, con fiori e foglie che “sussurrano” mentre si aprono e si chiudono. Questo ambiente da favola ospita le linee contemporary per i bimbi dai quattro agli otto anni. Salendo al secondo piano si arriva in cielo: l’universo dei più piccini, da zero a quattro anni. Tra cigni maestosi, mulini a vento, mongolfiere colorate e un passaggio aereo si è letteralmente trasportati in un rifugio sereno perfetto per mamme e neonati. «L’altro plus di Level Kids sono i servizi specializzati - racconta Anthony Chalhoub -: una spa, un hairdresser, uno studio fotografico, una sala per i compleanni, un’aula con varie attività didattiche, uno spazio “vic” (very important children), un concierge, un’area per giochi, oltre a una zona per i regali da personalizzare. Di prossima


In questa pagina e nella precedente, alcune immagini del nuovo Level Kids di Chalhoub Group aperto a Dubai, all’interno di City Walk

apertura anche due ristoranti di fama internazionale: Aubaine e La Pâtisserie des Rêves». «Questo format risponde a un gap di mercato e ai bisogni e alle aspettative della nostra clientela, in primo luogo locale - precisa Patrick Chalhoub -. Abbiamo infatti scelto come location il City Walk a Jumeirah, perché è in una zona in cui vivono tanti residenti». «I genitori mediorientali spendono ancora molto per i propri figli - aggiunge -. Per i bambini desiderano il meglio: magari ciò che loro non hanno potuto avere. Finora in tutta la Regione si trovavano solo monomarca e multimarca all’interno dei centri commerciali. Noi abbiamo puntato su un intero department store dedicato ai più piccoli, in grado di suscitare un “wow” quando entrano». L’inaugurazione ufficiale di Level Kids è in ■ programma a settembre.

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zeroecompany.com


SPECIAL LIFESTYLE

INDOOR&OUTDOOR IT’S TIME TO PLAY DALLE AZIENDE TANTE IDEE PER IL RITORNO DELLA BELLA STAGIONE. SEDUTE, PASSEGGINI, KIT PER FOOD, BEAUTY, MA ANCHE GIOCHI E TECNOLOGIA. UN MONDO IRRESISTIBILE DI MODA E DESIGN INTERPRETATO DALLE MIGLIORI COLLEZIONI DEDICATE AL BAMBINO. DI ALBERTO CORRADO

Companies offer many proposals for the return of the summer season. Seats, strollers, food and beauty kits, as well as games and technology. An irresistible world of fashion and design interpreted by the best children’s collections.

LINEA MAMMABABY

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SPECIAL LIFESTYLE

IN

HOUSE

LATCH Biberon che preserva l’allattamento al seno e porta a una corretta suzione della poppata

Dodici pezzi rielaborati secondo i codici dei bambini, che raccontano la storia della nostra casa.

QUEEBO BY STEFANO GIOVANNONI “Rabbit” : sedute a forma di coniglio

CYBEX BY MARCEL WANDERS L’Hausschwein della collezione “Parents Collection” : un oggetto d’arte funzionale come seduta o portaoggetti.

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BQ Zowi: giocattolo smart dal design essenziale e hi-tech, comincia a interagire subito “out of the box”: cammina, balla, evita intelligentemente gli ostacoli, emette suoni e fa gesti con la bocca

Twelve pieces reworked according to the rules of children’s fashion, which tell the story of our house. CHRISTOFLE Collezione Beebee: una piccola ape si posa su forchetta e cucchiaio per la pappa

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NIDI

ANNE CLAIR PETIT

Pouf Klove: imbottito ideale per giocare e riposare come in un nido protetto

Un mondo di accessori tricot che piacciono ai grandi e ai bambini

LINEA MAMMA BABY Kit da viaggio con estratti vegetali provenienti da agricoltura biologica, dermatologicamente testati, privi di coloranti, parabeni e sodium laureth sulfate

DESIGN LETTERS Lettere black& white per piatto, posate e tazza in melanina di Arne Jacobsen

YOUR CARE Simpatici e coloratissimi pettini elefantino

BRUMS BY LUCA BOFFI Poltroncina su stampa a fiori disegnata dal duo artistico “Deba�, composto dai fratelli Massimo e Silvia Bassi

CICCIOBELLO BABY CARE Salviettine detergenti, crema delicata viso & corpo, pasta protettiva, bagnetto corpo & capelli

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SPECIAL LIFESTYLE

STROLLING

AROUND

CITY BAG BY BABYMOOV La borsa cambio in ecopelle, perfetta per la neo-mamma

BABY-G Orologio white-gold con quadrante a macchia di leopardo

JOOLZ Passeggino in edizione limitata della collezione Geo Ridge: elementi zigrinati in ecopelle e ricchi tessuti mélange

Scelte progettuali dettate dalla praticità di raccontare il quotidiano nei nuovi luoghi di vacanza, in modo diverso e con il coraggio di rompere gli schemi. Design choices dictated by the convenience of conveying an everyday style in new holiday spots, with a different approach that courageously breaks the rules.

CYBEX BUTTERFLY CAPSULE COLLECTION Una nuova collezione funzionale e fashion, disponibile per il sistema da viaggio 3 in 1 PRIAM, con una scelta di telaio cromato o nero, così come per il seggiolino auto Cloud Q e relativa navicella

THULE GLIDE Passeggino sportivo ad alte prestazioni, caratterizzato da un design aerodinamico e super leggero

MOBA SUAVINEX LEBEBE’ PRIMEGIOIE Collezione Fortuna: un’allegra civetta portafortuna decora il bracciale in oro giallo

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Collezione Night e Day: i nuovi succhietti dotati di anello luminoso che brillano al buio

L’unica navicella in plastica colorata lavabile, ipoallergenica e con maniglie integrate, progettata per garantire la massima sicurezza al bebè

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I PINCO PALLINO for

La bellezza si arricchisce di nuovi contenuti COMUNICARE UNA STORIA, TUTTA DA RACCONTARE E CON ULTERIORI CAPITOLI DA SCRIVERE: A PITTI BIMBO I PINCO PALLINO PRESENTA UN MONDO ANCORA PIÙ RICCO, DOVE IL SOGNO E LA CONTEMPORANEITÀ TROVANO UN PUNTO D’INCONTRO.

Non solo abiti e accessori, seppure di altissimo livello: il nuovo corso de I Pinco Pallino, come sottolinea il neo-amministratore delegato Antonio Cossu, è più che mai all’insegna di «bellezza e contenuti». Il marchio di childrenswear, interamente made in Italy, si veste di nuova contemporaneità, per esaltare un dna all’insegna della qualità autentica di un marchio-icona. La collezione primavera-estate 2017 si snoda tra fantasia e innovazione, sul filo conduttore della tradizione sartoriale italiana. I destinatari sono piccole principesse e gentlemen in miniatura, per i quali sono stati pensati abiti che spaziano tra fonti d’ispirazione classiche, come le porcellane Bisquit, e incursioni in elettrizzanti atmosfere “safari-pop”. La ricerca regna sovrana: sullo stile, sui dettagli e

sui tessuti, in un rincorrersi di organze ricamate, taffetà, micro-ottoman, chiffon plissé, jacquard stampati e tulle, senza tralasciare la modernità dell’ecopelle dorata, della felpa e del neoprene. Il mondo I Pinco Pallino non è autoreferenziale e per questo si apre a contaminazioni di alto livello: nascono così la capsule “Facce”, frutto di una collaborazione con la casa editrice Topipittori e l’illustratrice Antonella Abbatiello, e l’intesa con la Naba, fucina dei talenti stilistici di domani. Il tutto per soddisfare una clientela esigente e internazionale che spazia dal Far East, dove ha sede la casa madre Lunar Capital, alla Russia e al Medio Oriente (dove il marchio è stato protagonista della Arab Fashion Week), fino alla più vicina Europa e all’Italia.

IPP S.r.l. Via Quinto Alpini, 41/B - 24060 Bagnatica (BG) 14_03_2016

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eyewear

da sole e da vista

mamma, adesso scelgo io Gli occhiali in taglie mini sono sempre più assortiti e anche la moda dice la sua. Gli ottici raccomandano: «I bambini vanno coinvolti nella scelta»

PUMA (Kering Eyewear)

di elisabetta fabbri

Glasses are great allies of the younger. Form and color are the first things that strike children and adults should let to them the last decision. STELLA MCCARTNEY (Kering Eyewear)

G

li occhiali sono grandi alleati anche dei più piccini, soprattutto ora che si avvicina l’estate ed è importante proteggersi dal sole, ma anche strumenti sempre più indispensabili per correggere la vista (secondo le statistiche, un bambino su sei, nel mondo, ha difetti visivi). Per questo i grandi produttori di eyewear continuano a proporre novità nel segmento in taglie piccole. Ma anche i brand della moda (Stella McCartney e Dolce&Gabbana, per citarne un paio) si mettono alla prova, in questo specifico settore, facendosi notare in fatto di design, che a volte punta sul divertimento, altre volte sull’imitazione dei modelli di successo di mamma e papà. Forma e colore sono i primi aspetti che colpiscono grandi e piccini ma bisogna fare molta attenzione ai particolari. E ascoltare gli ottici-optometristi, che consigliano in primis (fonte: Zeiss Migliore Visione) una montatura adatta all’anatomia del viso dei bambini: troppo grande non assicura il centraggio ottimale delle lenti. Per quanto riguarda le lenti, meglio il materiale plastico, perché offre sicu-

rezza e protezione migliori durante il gioco. Bisogna inoltre porre attenzione alla flessibilità: il ponte dovrebbe essere realizzato in materiale morbido e regolabile (l’ideale, secondo gli esperti, è il silicone) e le astine sarebbe meglio se fossero regolabili. È raccomandato, inoltre, investire in un trattamento indurente protettivo, per assicurare la massima durata delle montature. Un trattamento antiriflesso è indicato, specie nel caso di bambini in età scolare. I genitori hanno un ruolo anche nel motivare i bambini a indossare gli occhiali e a portarli con piacere. In tal senso, può essere utile coinvolgerli attivamente nella scelta del telaio giusto. Ma gli ottici raccomandano: «Accettate che scelgano un colore, anche se non soddisfa esattamente il vostro gusto personale». Non ultimo, i bambini hanno bisogno di luce UV per lo sviluppo dei loro occhi, ma in montagna, soprattutto con la neve, o al mare, devono indossare occhiali da sole con una protezione UV del 100%, perché i riflessi incrementano la quantità di ■ luce che raggiunge i loro occhi.

Gli occhiali Kyme Jr, di scena a Pitti Bimbo nel nuovo spazio Fun Glasses, che ospita anche marchi come Kids by Safilo, Polaroid, Carrera e Tommy Hilfiger

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POLICE (De Rigo)

Dolce&Gabbana (Luxottica)

TRUDI (AVM 1959)

RAY-BAN (Luxottica)

KIDS BY SAFILO (Safilo)


BARBIE E MSGM for

Un’icona e una griffe contemporary reinventano il “mini-me style” UNO DEGLI HOT TICKET DI PITTI BIMBO È IL LANCIO DELLA COLLEZIONE BARBIE BY MSGM: GRINTOSA E CON UN’ANIMA FASHION, VA ALLA CONQUISTA DELLE RAGAZZINE DAI 4 AI 14 ANNI.

Un nome iconico e una griffe che rilegge il prêt-à-porter in chiave grintosa e moderna si sono incontrati per dare vita a Barbie by MSGM, una capsule collection che viene presentata ufficialmente durante Pitti Bimbo nello stand al Padiglione Centrale-Piano Inferiore. Come spiega Leonora Aixas (soft lines senior category manager Europe, Middle East e Africa di Mattel), «si tratta di capi che racchiudono perfettamente il concetto di “mini-me style”, puntando su un branding forte e deciso, colori energetici, materiali tecnici, un’attenzione maniacale ai dettagli e stampe a dir poco eclettiche». Il target sono le ragazzine dai 4 ai 14 anni, che come le loro mamme e sorelle maggiori trovano in Barbie non solo una compagna di giochi, ma un modello di stile a cui ispirarsi. Bimbe e teenager informatissime sulla moda e ap-

partenenti alla categoria dei “Millennials”, il segmento sul quale anche i nomi del lusso hanno grandi aspettative. Prodotta da Manifatture Daddato, la linea è composta da una trentina di capi, completati da accessori come le visiere, destinate come l’abbigliamento a diventare veri must-have. «L’ispirazione - chiarisce Leonora Aixas - nasce dalla donna MSGM, un misto di active e streetwear, che troverà la collocazione ideale nelle migliori fashion boutique del mondo: italiane ma anche inglesi, tedesche, russe e francesi, con un ruolo di rilievo anche del Giappone e del Middle East». Forte il prodotto, d’impatto la strategia di comunicazione: «Non tralasceremo nessun canale - spiega la manager -. L’informazione sarà trasversale: dal trade al consumatore finale, passando ovviamente anche per i social media».

www.msgmkids.it 14_03_2016

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PORTRAITS

ANDREA BONOMI

IL CAVALIERE BIANCO DELL’ITALIAN STYLE

Dominus di una galassia di 13 aziende con un fatturato di oltre 5 miliardi, ha riportato a casa le scarpe Sergio Rossi dopo la parentesi estera da Kering, ha annunciato l’ingresso come azionista di maggioranza in Artsana-Chicco, è a capo della cordata in gara per aggiudicarsi il Corriere. Ma chi è Andrea Bonomi, il finanziere che tutti tirano per la giacchetta e che è ormai nei settori chiave del made in Italy, dal turismo ai motori, dalla moda al design? DI ANGELA TOVAZZI

Andrea Bonomi is the founder of Investindustrial, an investment division of BI-Invest, the family holding company. In recent years he has became one of the protagonists of the financial world, thanks to a number of important acquisitions, including Sergio Rossi, Flos, B&B Italy and, more recently, Atsana-Chicco.

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ato a New York (nel 1965), da sempre residente in Svizzera, pedigree milanese, Andrea Bonomi nel 1990, dopo gli studi alla New York University, ha fondato Investindustrial, una società di investimento divisione di BI-Invest, la holding di famiglia. È uno dei tre figli di quel Carlo Bonomi che negli anni Ottanta si vide strappare il controllo della sua finanziaria per mano della Montedison di Mario Schimberni e nipote della carismatica “sciura dei dané” Anna Bonomi Bolchini, che riuscì a espandere l’impero immobiliare ereditato dal padre - un altro Carlo, detto “Il Cirula” cavalcando il boom edilizio del dopoguerra. Andrea Bonomi insomma è figlio d’arte, ma negli ultimi anni è riuscito a diventare uno dei protagonisti di spicco dell’agorà finanziaria, grazie a un percorso di acquisizioni segnato sì anche da qualche sconfitta (per esempio la battaglia per il Club Med), ma soprattutto da successi. Permasteelisa (il polo degli elicotteri che dopo nove anni viene rivenduto con un valore di 6,5 volte maggiore) è una delle prime mosse azzeccate, poi arriva il colpo grosso di Ducati, presa in rosso nel 2006, risanata e rivenduta ai tedeschi della Audi nel 2012. Ma oltre ai motori (nel portafoglio di Investindustrial c’è anche l’automobile di James Bond, l’iconica Aston Martin) a Bonomi, come ai player stranieri, piacciono anche la moda e

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• Andrea Bonomi è nato nel 1965 a New York. • Nel 1986 consegue il titolo di Bachelor of Science in Business Administration presso la New York University.

il design, specie se italiani: nel 2014 si aggiudica le lampade della Flos, • Prima esperienza lavorativa è alla banca l’anno seguente è il turno di un altro d’affari Lazard Fréres & Co. a New York nome altisonante del design made in e successivamente presso Kleinwort Benson Italy, la B&B Italia, e poi, a fine 2015, a Londra nel dipartimento fusioni delle calzature di lusso Sergio Rossi, e acquisizioni. che riporta sotto il vessillo tricolore dopo l’“esilio” transalpino da Kering. • Nel 1990 fonda la società di private equity Investindustrial, oggi principale azionista «Cerchiamo sempre di incentivare le di società come B&B Italia, Flos, Aston Martin, realtà italiane. E in effetti dietro un Sergio Rossi, PortAventura, Artsana e Valtur. prodotto di lusso c’è quasi sempre la mano del made in Italy», dice Bonomi al Corriere proprio alla vigilia del alla valorizzazione globale dei marchi made lancio dell’Opa su Rizzoli Corriere della in Italy». L’approccio industriale: questa è Sera, in cordata con quattro azionisti storici la peculiarità che Andrea Bonomi ha semdi Rcs (Mediobanca, Della Valle, Pirelli e pre voluto sottolineare mano a mano che si UnipolSai), lo scorso maggio. Solo il mese aggiudicava nuove pedine nel suo scacchieprima Investindustrial aveva messo a sere. «Più che una società di investimento ci gno altre due importanti manovre di private vediamo come un gruppo industriale, anzi equity, rilevando il gruppo attivo nel settore come un’azienda che aiuta le altre a funturistico Valtur e annunciando l’acquisiziozionare», ha detto l’imprenditore milanese, ne del 60% della comasca Artsana, guidata stigmatizzando di fatto la strategia specudalla famiglia Catelli e titolare di Chicco, lativa e meramente finanziaria. Un asset Pic Solutions, Lycia e Control, 1,4 miliarche farà da filo conduttore anche in futuro: di di fatturato e una presenza in oltre 100 «Siamo al lavoro - ha detto al quotidiano Paesi. «L’operazione - è stato il commento di via Solferino - su un’ulteriore operazioin occasione della notizia dell’accordo - perne nel settore industriale, che porterebbe il metterà ad Artsana di accelerare la strategia gruppo che la sta realizzando a raddoppiare di crescita sui mercati internazionali, focail fatturato. Nascerebbe così un leader velizzandosi su marchi ad alto potenziale, al ramente globale». La crociata del cavaliere fianco di un partner che si distingue per un approccio industriale e una forte vocazione ■ bianco continua.

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CAREERS A CURA DI ELENA AZZOLA

Comité Colbert: Guillaume de Seynes (Hermès) presidente Change at the top of the Comité Colbert, the representative organisation of the luxury French fashion houses: Guillaume de Seynes, the sixth generation of the family that controls Hermès, is the new president instead of Michel Bernardaud.

Cambio di testimone al vertice del Comité Colbert, organismo di rappresentanza delle maison francesi del lusso: Michel Bernardaud, pdg di Bernardaud, cede dopo quattro anni il testimone a Guillaume de Seynes, esponente della sesta generazione della famiglia che controlla Hermès, griffe di cui de Seynes è anche direttore generale. Un passaggio di consegne senza strappi: Guillaume de Seynes, che fra i numerosi incarichi ha anche quello di presidente di John Lobb, ha affiancato Bernardaud durante l’intero suo mandato, con il ruolo di vice presidente. Al neo-nominato va anche la guida per un biennio dell’Eccia (European Cultural and Creative Industries Alliance) a nome del Comitato. Guillaume de Seynes si è detto «onorato della fiducia accordatami dalle 81 realtà del lusso in capo al Comité Colbert, la cui unicità sta nella passione per la creazione e il savoir-faire, valori che difenderò». Quando fu fondato, nel 1954, il Comitato contava 15 associati. Attualmente, oltre alle 81 case di moda che lo compongono, rappresenta 14 istituzioni culturali e sei membri europei (nella foto, un ritratto di Guillaume de Seynes, © Maria Ziegelbock@Hermès).

Ferutdin Zakirov arruola Mario Chiarenza come art director From spring-summer 2017 Mario Chiarenza is the new art director of Ferutdin Zakirov.

Mario Chiarenza è il nuovo art director di Ferutdin Zakirov: dalla primaveraestate 2017 affincherà l’imprenditore e stilista di origine uzbeka nel coordinamento delle proposte maschili che portano il suo nome e che si articolano in quattro collezioni: Ferutdin Zakirov (prêt-à-porter), Ferutdin Zakirov + Ago (sinonimo di abiti e camicie sartoriali), il made to order Ferutdin Zakirov + Ago + Su Misura e Ferutdin Zakirov + Ago + Napoli, ossia l’esclusività della tradizione napoletana per il su misura in limited edition. Nel curriculum di Mario Chiarenza spiccano esperienze in Mila Schön, come fashion designer delle linee di ready-to-wear donna per otto collezioni, e successivamente presso Billionaire Italian Couture, in veste di direttore creativo delle linee di menswear e womenswear per 11 stagioni. Il designer ha inoltre collaborato con M Missoni e con il Gruppo Marzotto.

Marcus Wainwright unico ceo di Rag & Bone The co-ceo of Rag & Bone, David Neville, is leaving his day-to-day work in the company (though remaining a shareholder and board member), to start new entrepreneurial projects. The partner Marcus Wainwright becomes sole ceo of the company.

Il co-ceo di Rag & Bone, David Neville, sta per lasciare i suoi incarichi day by day nella società con base a New York (pur rimanendone azionista e membro del board), per dedicarsi a nuovi progetti imprenditoriali: lo scouting e il sostegno di marchi emergenti. Il socio e amico d’infanzia Marcus Wainwright, con il quale 14 anni fa ha dato vita all’avventura di Rag & Bone, diventa unico ceo dell’azienda, che nel 2016 dovrebbe riportare ricavi per 300 milioni di dollari. Questo passaggio coincide con l’entrata di Rag & Bone in una nuova fase di sviluppo, che prevede una maggiore attenzione agli store diretti del marchio. Oggi sono 22 i punti vendita Rag & Bone negli Stati Uniti. A livello internazionale c’è una boutique diretta a Londra, dove si programma di avviarne altre due entro la fine dell’anno. Negozi in franchising sono presenti a Taiwan, Hong Kong, Giappone, Emirati Arabi Uniti, Libano e Tailandia.

Lemaire da collaboratore a direttore artistico di Uniqlo Uniqlo decided to appoint the designer Christophe Lemaire artistic director of the new Uniqlo Paris R & D Center and of the line Uniqlo U.

Il successo delle recenti limited edition realizzate per la catena Uniqlo ha convinto il management a nominare lo stilista Christophe Lemaire artistic director del nuovo Uniqlo Paris R&D Center, nonché della linea Uniqlo U. La prima collezione Uniqlo U - ispirata al lifewear e al comfort e creata da Lemaire a Parigi con un team dedicato - dovrebbe debuttare in luglio e sarà messa in commercio con la stagione autunno-inverno 2016/2017. Nato in Francia nel 1965, Christophe Lemaire ha fondato il suo marchio nel 1991. Nel 2000 è diventato direttore creativo di Lacoste, mentre nel 2011 è stato nominato alla direzione del womenswear di Hermès (che ha lasciato nel 2014).

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Q&A DI Andrea bigozzi

imprenditrice e stilista

patrizia bambi

«io, la danza e il gioco della moda»

Cosa non le piace dello stile delle giovani di oggi, le Millennials? Molte ragazze di questa generazione hanno un piglio originale e unico e questo mi piace. Ma mi accorgo che ci sono anche tante giovani che sembrano prestare poca attenzione in quello che indossano. Non mi piace la trascuratezza, è un peccato che non perdono neppure alle teenager. Più difficile disegnare una collezione per adulti o una per bambini? Certamente per bambini. Quando si tratta di lavorare sulla collezione donna viaggio un po’ con il pilota automatico. Penso sempre che quello che piace a me piacerà anche alle mie clienti. Invece mettersi nei panni dei più piccoli è molto più complicato. Nel tempo mi sono accorta che sono molto selettivi e che non è assolutamente vero che sono le mamme a scegliere al posto loro.

Patrizia Bambi is the woman behind the Italian brand Patrizia Pepe. We met her before Pitti Bimbo for an interview about fashion and her memories. Patrizia talked about her career and her passion for dance Lei oggi è Patrizia Pepe, la stilista. Ma quale mestiere voleva fare da piccola? In realtà il mio primo amore è stato la danza, sognavo di fare la ballerina. Con gli anni ho trasformato questo sogno in un hobby e ho sempre continuato a ballare. Qual era il suo vestito preferito da piccola? Più che per un capo in particolare, sin da piccola ho sempre avuto un amore speciale e un ottimo feeling con tutti i tessuti fluidi ed elasticizzati con cui potevo sentirmi libera e a mio agio. Cosa invece proprio non le piaceva indossare? Le scarpe in vernice, magari portate con le calzette bianche, perché dovevo costantemente stare attenta a non sporcarmi. Non che io fossi un maschiaccio, ma l’abbigliamento troppo formale non si adattava a me, perché ero una bambina davvero frizzante e agitata.

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Il suo primo ricordo legato alla moda? L’amore per la moda l’ho avuto sin da piccola, dai tempi quando, da bambina, disegnavo abiti “da principessa”. Crescendo, questa passione si è legata più allo shopping: spendevo in abiti tutto quello che guadagnavo con i primi lavoretti. Mini-me: mamme e figlie vestono uguali. Favorevole o contraria ? Di sicuro il trend esiste e anche nelle nostre collezioni spesso le ispirazioni sono le stesse per mamme e figlie, ma l’effetto fotocopia non ci piace. Quali erano i suoi idoli da bambina e ragazzina? Da piccola ammiravo le grandi étoile, ma crescendo le mie icone sono diventate Mick Jagger e David Bowie. Il loro stile è quello che forse ancora oggi m’ispira più di tutte le altre rockstar. Sempre attuale. Se la sua moda bimbo fosse un film? Sarebbe una pellicola dalle forte emozioni, come Billie elliot. Una storia semplice, che parla di ragazzini e che in più riflette anche la mia passione per la danza. Quanto gioco esiste ancora nella moda ? La moda come la conosciamo oggi è business, ma per fortuna c’è ancora tanto gioco. È mettere insieme i pezzi di un puzzle che certe volte esprime vera creatività e tanto divertimento.

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people a cura di Carla Mercurio

FEDERICO GARDENGHI

«i brand mi danno i vestiti. Ma io indosso solo quello che mi piace» 12 years, Federico Gardenghi is already an influencer, with nearly 89thousand likes on Facebook. It is thanks to his passion for music, that led him to become a well-known DJ, star of musical events in Italy and Europe.

Alisha Velikaite

«adoro le griffe. Ma per i look di tutti i giorni compro da zara» 11 year old Alisha Velikaite is the anchorwoman of a World Fashion Channel Tv program and gives her name to a collection on catwalk at Pitti Bimbo. Alisha Velikaite, la giovanissima reporter di World Fashion Channel, diventa sempre più famosa. A Pitti Bimbo sfila AlishaV, la collezione che porta il suo nome, lanciata dal fratello Martin Mataru, che ne è direttore creativo. «Martin ha voluto farmi un regalo di compleanno - racconta l'undicenne influencer russa che vive in Europa -. È stato un po' un gioco. Abbiamo organizzato una sfilata e le modelle erano le mie amiche. Le proposte sono piaciute e abbiamo capito che dovevamo continuare». I "giochi" di Alisha si trasformano sempre in cose serie: «Nel 2014 - racconta - abbiamo organizzato la prima sfilata di AlishaV all'hotel Hermitage di Monte Carlo. In quell'occasione World Fashion Channel mi ha intervistato ed è stato apprezzato il mio modo di pormi e di parlare davanti alla telecamera. Per questo hanno proposto a mia madre di farmi condurre una trasmissione dal titolo Kids Fashion News». Alisha ha una spiccata sensibilità in fatto di moda: «I miei lavorano nel mondo del fashion e avevo appena cinque mesi quando sono stata presa come modella in pubblicità». Fra i suoi brand preferiti ci sono Gucci, Twin-Set, Dior, Il Gufo, Tartine et Chocolat, Catimini, Jean Paul Gaultier, Quis Quis. «Ma per i capi di tutti i giorni compro da Zara».

LILA GRACE MOSS

con mamma kate sulla copertina di vogue: Un futuro da modella? Lila Grace Moss Hack, Kate Moss and Jefferson Hack's 13 year old daughter, made her debut on the Vogue Italy cover in June. Is this the start of a supermodel career? A soli 13 anni, Lila Grace Moss Hack, figlia di Kate Moss e Jefferson Hack, ha debuttato sulla copertina di Vogue Italia di giugno, accanto alla madre. Firmate da Mario Sorrenti, le foto in bianco e nero mettono in evidenza la forte somiglianza tra le due. E già le voci corrono: che sia l'inizio di una carriera da super modella sulle orme della mamma? «Sa muoversi sulla passerella - pare abbia detto Kate -. Se la cava benissimo». Ma sembra (voci di social network) che la piccola preferirebbe affermarsi come stilista. Sarà il tempo a decidere. Le amicizie e i contatti nel mondo della moda non mancano con una mamma così: da 20 anni sotto i riflettori come top model e personaggio tra i più affascinanti e carismatici. Si è anche detto che l’eventuale ascesa di Lila Grace potrebbe mettere in ombra la carriera di Lottie Moss, sorella minore di Kate. Pare che a Cannes Lottie abbia avuto un po' di difficoltà a emergere fra le tante belle e famose sul red carpet. Certo per Lila Grace iniziare dalla copertina di Vogue è un vantaggio enorme. Fra l'altro, Kate e Lila Grace avevano già posato insieme per la rivista di moda nel 2011 ma non per la cover. Allora gli scatti erano di Mario Testino.

12 anni di età, milanese, Federico Gardenghi alla sua giovane età è già un influencer, con quasi 89mila like su Facebook e tanti seguaci anche su Instagram. Merito della sua passione per la musica, che coltiva da quando era piccolissimo, e che lo ha portato a diventare un noto dj, protagonista di eventi musicali tra l'Italia e l'Europa. Famoso al punto tale che i brand di moda gli fanno indossare i loro capi. «Alcuni mi danno delle magliette "giovani", altri mi propongono cose che la mamma chiama più "classiche" - racconta -. Io scelgo quello che mi piace. Di solito jeans, T-shirt e felpe. A volte le magliette con il mio logo. Mi piace molto Antony Morato: ho tanti capi e li metto spesso, ma indosso anche tanti marchi sportivi. E per le scarpe mi affido a Nike, Adidas o Vans. «Mi fa piacere che molti ragazzi giovani che mi sentono quando suono poi vogliano iniziare anche loro - spiega -. Qualcuno mi scrive per avere consigli tecnici sugli strumenti da usare». Dietro il successo di Federico ci sono due genitori molto presenti («Dedicano parecchio tempo per aiutarmi a rispondere a tutti i messaggi e a seguire i miei social») e uno stile di vita sano: «Prima finisco i compiti e poi gioco o suono».

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RED CARPET A CURA DI CARLA MERCURIO

FIRENZE ALLA VIGILIA DI PITTI

TUTTI INVITATI A PALAZZO

Photo Massimo Sestini

Vigilia ad alto tasso di mondanità per l’edizione 90 di Pitti Uomo. On stage la cena del Centro di Firenze per la Moda Italiana a Palazzo Pitti, con concerto a seguire per tutta la città dei Piano Twelve e di Giovanni Allevi e con l’avvio del progetto di Nuova Illuminazione dello storico edificio donato dal Centro a tutta la città. Organizzato in collaborazione con Mise e Pitti Immagine, l’happening è stato dedicato al rapporto speciale tra arte e moda, con un tributo al 40esimo anniversario del Consorzio Classico Italia.

foto Massimo Sestini

I Piano Twelve in concerto a Palazzo Pitti

Ivan Scalfarotto e Dario Nardella

Giovanni Allevi

Agostino Poletto, Michele Lupi, Albertina e Gaetano Marzotto

FIRENZE4EVER

KARL LAGERFELD

SERATA SUL LUNGARNO

FIORINO D’ORO AL KAISER

Luci e suoni sul Lungarno Serristori, alla vigilia di Pitti Uomo, dove LuisaViaRoma ha organizzato il party in occasione dell’evento Firenze4Ever, con concerto dei Lost Frequencies e con la special guest Bianca Balti e la presenza speciale di Fedez. Un evento a scopo benefico, a favore di UN Refugee Agency.

Gaia e Tomaso Trussardi

Bianca Balti

Dario Nardella e Karl Lagerfeld Photo: Proj3ct Studio

Photo: Proj3ct Studio

Assente il 14 giugno all’inaugurazione della retrospettiva Visions of Fashion, di scena a Palazzo Pitti e dedicata ai suoi scatti fotografici, Karl Lagerfeld è arrivato il 16 per ricevere il Fiorino d’Oro, consegnatogli dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. «Non pensavo fosse così bella», pare abbia esclamato dopo la visita alla rassegna.

Photo: Studio Nonamephoto

Carlo Calenda e Andrea Cavicchi

Alcune delle foto in mostra-

Suzy Menkes e Sibilla della Gherardesca

On the eve of Pitti Uomo, Centro di Firenze per la Moda Italiana invited for a special dinner event at Palazzo Pitti. A concert of the Piano Twelve group and Giovanni Allevi followed, for the launch of the project of the New Lighting of the historic building, donated by the Centro itself to the entire city. Partners of the initiative, Mise and Pitti Immagine. Lights and sounds on Lungarno Serristori, also on the eve of Pitti Uomo, where LuisaViaRoma organized the party for the Firenze4Ever event, with a concert of the Lost Frequencies, the special guest Bianca Balti and the special presence of Fedez. A charity event in favor of UN Refugee Agency. Absent on the 14th of June at the opening of the Visions of Fashion retrospective, on show in Palazzo Pitti and dedicated to his photographs, Karl Lagerfeld arrived on the 16th to receive the Fiorino d’Oro from the Mayor of Florence, Dario Nardella.

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MILAN - ROME - FORTE DEI MARMI EL CORTE INGLES BARCELONA - EL CORTE INGLES PUERTO BANUS MARBELLA - FORTE VILLAGE SARDINIA BABYLICIOUS & LADYLICIOUS HERENTALS BELGIUM - dUBAI MALL DUBAI UAE - YAS MALL ABU DHABI UAE LEVEL KIDS CITY WALK DUBAI UAE - SALAM STORES DOHA QATAR - WINNY NIZHNY NOVGOROD RUSSIA

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