FASHION N 2_2020

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Anno 51 | N°2 del 16.01. 2020 | quindicinale | € 8,00 | www.fashionmagazine.it

Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N.46) Art. 1, Comma 1 Lom/Mi/1769

Il magazine di news, business e trend

TIME TO

PLAY Cover: The Marc Jacobs


SPRING SUMMER 2020


KOCCA.IT



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SOMMARIO

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EDITORIALE

8 JEAN-CHARLES DE CASTELBAJAC

SOCIAL, STREET, ROCK: IL KID DI BENETTON PARTE DA QUI

FASHION N° 2 www.fashionmagazine.it

10 I DATI DEL CHILDRENSWEAR

UNA STRADA A DOPPIA CORSIA

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LA SFIDA DELL’OMNICANALITÀ

FALL-WINTER 2020/2021

SURFARE TRA ONLINE E OFFLINE? SEMPRE PIÙ UN GIOCO DA RAGAZZI

TENDENZE VISIVE

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SKETCHING

PITTI BIMBO 90

GLI STATI GENERALI DEL KIDSWEAR IN FORTEZZA

27 BUYER’S SURVEY FW 19/20

IL CLIENTE FAI DA TE DETTA LE REGOLE

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FALL-WINTER 2020/2021

57 TREND

BRAND TO WATCH

58 NUOVI LIFESTYLE

DESIGN MICRO E MACRO

THE PLAYFUL LIVING

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IL CONCEPT STORE DEL FUTURO CONQUISTA FRA TECNOLOGIA E CONTATTO UMANO

PORTRAIT/TWO BROTHERS

ATTENTI A QUEI DUE: L’ESCALATION PROSEGUE

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INFLUENCER MARKETING

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CAREERS

BABY STYLE ICON: NE VEDREMO DELLE BELLE

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«ANCHE A ME PIACE LO STREETWEAR E PRESTO NE AVRETE LA PROVA»

DESIGNERS’ BRAND FW 2020/2021

WINTER WONDERLAND

Q&A/WINNIE AOKI

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PEOPLE ON THE COVER Modelli di The Marc Jacobs per l’autunno-inverno 2020/2021

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RED CARPET

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I numeri parlano chiaro. Per il comparto bimbo l’incidenza del mercato estero sta diventando sempre più importante. Secondo i dati più recenti di Confindustria Moda, dal 2014 al 2019 il peso dell’export sul fatturato di settore è salito dal 35,8% al 41,2%. Nello stesso arco di tempo il valore della produzione italiana di kidswear si è ristretto dell’11%, mentre l’export del comparto è aumentato del 34%. Non è dunque più sufficiente navigare sulle onde delle tendenze, ma bisogna sapersi imporre con decisione a livello globale. Quando il gioco si fa duro, insomma, i duri iniziano a giocare. E il dialogo con le aziende leader del settore dimostra che è proprio così. Chi sa incidere sull’immaginario dei clienti genitori e junior con una proposta originale, iconica e chiaramente denotata si trova in cima al consueto sondaggio tra i negozianti top che pubblichiamo in questo numero. Non solo: le realtà nostrane che se la giocano accanto alle licenze bimbo dei colossi del premium o del luxury sono anche quelle che investono con più determinazione in comunicazione virale, digitalizzazione e, molto miratamente, nel retail fisico di proprietà. Ovviamente i grandi brand partono in vantaggio. Ma chi ha coltivato una propria identità ha dalla sua il vantaggio dell’autenticità e del saper fare. La spinta deve essere quella che anche nel mondo dell’adulto ha fatto nascere i digital native vertical brand: collaborazioni efficaci con personaggi in linea con il target. Idee dirompenti possono far scaturire, in particolar modo sui giovanissimi, delle mode travolgenti. Vi sono diversi esempi che hanno fatto scuola in questo senso. È ora necessario sistematizzare i propri sforzi in tal senso e imparare a fare una comunicazione che sappia coniugare l’autorevolezza del buon contenuto cartaceo con la carica senza limiti del web. Sfida non facile, certo. Ma per chi la spunta, tramite una vera padronanza del nuovo mezzo, non esistono più limiti.

EDITOR’S NOTE

Quando la partita si fa dura…

Italy’s kidswear industry is developing an ever closer inclination to serve the global marketplace. Its reliance on exports has increased from 35,8% in 2014 to 41,2% in 2019. While overall production fell by 11% in the same period, exports soared by 34%. Therefore, a bit of product savviness and a certain penchant for the latest fashion trends are not sufficient anymore. Competent investments into brand building, digitalization and (yes) iconic retail are the name of the game.

Marc Sondermann CEO & Editor-in-Chief

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JEAN-CHARLES DE CASTELBAJAC BENETTON

SOCIAL, STREET, ROCK: IL KID DI BENETTON PARTE DA QUI La linea junior vale già il 35% delle vendite, ma marchio vuole rivoluzionarla e per il debutto a Pitti Bimbo fa le cose in grande, con una sfilata in un set che ricrea una strada di città. «Con sneaker, zaini e sostenibilità parliamo ai bambini che vivono il quotidiano», dice il direttore artistico Jean-Charles de Castelbajac

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DI ANDREA BIGOZZI

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nited Colors of Benetton fa rotta su Pitti Bimbo per far crescere la collezione kids, che pesa per il 35% sul business totale del marchio di Ponzano Veneto. La sua prima sfilata al salone fiorentino (in programma il 16 gennaio al Teatrino Lorenese) serve a tracciare nuovi piani di sviluppo sul fronte del prodotto, che è stato potenziato e ampliato, e della distribuzione, che punta a conquistare canali tradizionalmente meno esplorati, come i department store. In cabina di regia c’è il nuovo direttore artistico Jean- Charles Castelbajac, scelto alla fine del 2018 da Luciano Benetton per rilanciare il brand. Così lo stilista francese, dopo essersi impegnato nel riprogettare le collezioni uomo e donna attraverso una moda sempre più iconica e sostenibile, ora è pronto a prendere in mano la collezione bambino: «È stato il signor Luciano a chiedermelo. C’è sempre stata una grande differenza tra la linea per uomo e donna e quella per i più piccoli: con la stagione FW21 questo corto circuito non ci sarà più». La collezione junior sarà quindi all’insegna del mini-me? Non è questa la nostra intenzione. Ciò che

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«LA COLLEZIONE È UN INNO ALLO STREET STYLE E ALLA STREET ART. CI SARÀ ANCHE UN OMAGGIO A KEITH HARING»

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vogliamo comunicare è una complicità estetica tra il mondo degli adulti e quello dei bambini. Creare delle repliche in miniatura dei look dei grandi non ha senso, anche perché il bambino vuole scegliere cosa mettersi, perché vive e vede il mondo a modo suo attraverso le nuove tecnologie. Un tempo i ragazzini di 10 anni non sapevano niente di moda, erano i genitori a scegliere per loro. Ora invece sono dei veri esperti. Per questo abbiamo rivoluzionato la nostra collezione kids, che esprime voglia di autonomia e libertà. Abbiamo disegnato pensando alla società di oggi e questo spiega il lavoro sugli accessori, come gli zaini e le sneaker. Questo legame con il quotidiano si vedrà anche nello stand allestito a Pitti Bimbo? Chiamarlo stand è riduttivo: in Fortezza abbiamo ricostruito una strada, chiamandola 65 Benetton Street, 65 come l’anno della fondazione del marchio. Abbiamo creato un luogo contemporaneo, cromaticamente molto forte. Sarà questo il set della sfilata, con i mini modelli che sfileranno su monopattini e skateboard e disegneranno murales. Questa collezione è un inno allo street style e alla street art, perché oggi le strade sono dei grandi musei d’arte contemporanea. Non a caso, i capi chiave di stagione sono mimetici, con stampe e righe o con le stelle e impreziositi dai graffiti di Keith Haring, di cui quest’anno ricorrono 30 anni dalla scomparsa. Sui look da bimba come avete lavorato? Anche lei risente della rivoluzione in

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atto,spingendo su un’idea di nuovo romanticismo, con un’estetica meno fragile ma più sporty, in perfetto stile Benetton. Cosa ritroviamo del dna Benetton? C’è molto di iconico nella collezione, a cominciare dallo sportswear e dall’utilizzo dei colori primari, che sono il simbolo dell’azienda. Il rosso, il giallo, il blu e il verde, che ritroveremo anche nelle bandiere che sventoleranno nella casa di Benetton a Pitti. Anche nei capi disegnati per il bébé abbiamo reso omaggio alla storia del marchio, realizzando delle tutine che ricordano quelle dei piloti di Formula 1, uno sport che fa parte dell’iconografia del brand. Di questa nuova identità del progetto kids fa parte anche la sostenibilità? Assolutamente sì. I teenager badano all’estetica, ma tengono anche molto al pianeta. Per questo abbiamo realizzato capi tinti con colori atossici e naturali, piumini fatti con plastica riciclata e fibre nobili. Ma Benetton vede anche una responsabilità etica nella collezione bimbo: per questo su tutti i prodotti è presente l’etichetta “Vesti sicuro” che informa e rassicura sulla qualità e sui potenziali rischi fisici/meccanici di alcuni capi.

1. 3. e 4. Alcuni look della collezione FW2021 di United Colors of Benetton 2. Jean-Charles de Castelbajac è direttore artistico di tutte le linee del marchio dall’ottobre del 2018

L’atmosfera rivoluzionaria che si respira al 65 di Benetton Street porterà delle novità? Pensate a un format retail dedicato? Certo, questo progetto è talmente bello che ci ha fatto venire in mente delle idee. Per ora la nostra priorità è presentare al meglio il mondo bambino agli addetti ai lavori presenti in fiera. Siamo convinti che con questa immagine così forte e il prezzo giusto che ci contraddistingue potremmo lavorare molto bene con i department store. Quanto a una serie di monomarca dedicati è presto per parlarne, ma di sicuro quando abbiamo presentato la nuova collezione, ampliata e modernizzata, nella nostra showroom ci siamo subito detto che uno spazio Benetton solo bimbo sarebbe bello. Vedremo... La partecipazione a Pitti Bimbo l’ha distratta dalle collezioni uomo e donna? Assolutamente no. Siamo pronti con le nuove proposte invernali, che presenteremo durante la fashion week di febbraio a Milano. Solo che questa volta non saremo a inizio calendario, ma nel mezzo e con un evento che assomiglierà più a una performance che a una sfilata. ■

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UNA STRADA A DOPPIA CORSIA Secondo i dati preconsuntivi sul 2019 i ricavi settoriali crescono, spinti dall’export ma con un peggioramento del deficit commerciale. Stagnante il mercato interno, dominato dalle catene. Il dettaglio indipendente difende a fatica la sua quota dell’11,4% DI ALESSANDRA BIGOTTA

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onostante le difficoltà sul mercato nazionale, secondo le stime preliminari del Centro Studi di Confindustria Moda per Smi la moda junior italiana archivia il 2019 in territorio positivo. Il fatturato dovrebbe infatti superare i 3 miliardi di euro, dai precedenti 2,98 miliardi, crescendo del 3,5% e non interrompendo una sequela di segni più negli ultimi anni: +1,5% nel 2015, +2,8% nel 2016, +3,6% nel 2017 e +4,2% nel 2018. Continua invece il calo del valore della produzione, ossia dell’attività produttiva svolta in Italia: si parla di un -2,6%, a 918 milioni di euro, dai precedenti 943 milioni. Le esportazioni, l’anno scorso pari a 1,19 miliardi di euro, dovrebbero superare il miliardo e 200 milioni (+6,1%), concorrendo per il 41,2% al turnover settoriale e guadagnando circa un punto percentuale sull’incidenza nel 2018. Decelera, ma con un andamento sempre sostenuto, l’import, pari a 2,11 miliardi: se l’anno scorso metteva a segno un +10,4%, quest’anno si deve “accontentare” del +7,4%. Si profila un peggioramento del deficit commerciale del comparto, da -777 a -850 milioni di euro, con l’aggravio di quasi 73 milioni in 12 mesi. I dati sulle performance oltreconfine sono relativi al solo abbigliamento per neonati, quindi giocoforza circoscritti: in questo caso il focus è sui primi nove mesi del 2019 in cui, secondo

Courtesy of Pitti Immagine - Ph. AKA Studio Collective

CHILDRENSWEAR FACTS & FIGURES

volume. A livello distributivo si quanto rilevato da Istat, LA BAMBINA conferma la leadership delle cal’export in questo specifiBATTE IL tene, con quasi il 48% del merco ambito sfiora i 122 miMASCHIO cato ma con un -4,2% nel sell lioni di euro, rallentando SUL MERCATO out intermediato. Il 31% è codel 20,5%, contro una preperto dalla gdo (+1,1%). Da nocedente crescita di quasi il INTERNO, tare, in ambito gdo, il balzo del 29%, trainata dalle griffe. ANCHE 14,6% del neonato, che invece Una frenata sulla quaONLINE deve fare i conti con un -26,3% le incidono i segni meno nei negozi indipendenti: questi di Paesi come la Russia ultimi perdono terreno (-4,4%), tenendo(-13,9%), gli Emirati (-18,8%) e il Regno Unisi stretta una fetta dell’11,4% del mercato. to, che arretra di oltre il 50%. L’import perde Quanto all’e-commerce, che era stato best il 3,3%, con la Cina primo supplier grazie a performer nell’autunno-inverno 2017/2018 un’incidenza del 24% sul totale importato, con un +16,3%, vede le vendite intermediate ma in rallentamento di più del 7%. ridursi di quasi l’8%, con la bambina in controtendenza (+5,5%). Ancora bassa, comunDALL’ITALIA NESSUNA BUONA NUOVA: que, l’incisività di questo canale, che non va SI CONTINUA A TIRARE LA CINGHIA oltre il 4,3%, tre punti percentuali in meno Alla voce consumi finali interni, il valore rispetto al resto del tessile-abbigliamento. di riferimento è elevato, oltre i 4 miliardi Momenti sempre difficili da gennaio a setdi euro, ma si assiste a una contrazione tembre 2019 per il sell out settoriale sul nodell’1,7%, l’ennesima negli ultimi cinquestro territorio: si assiste a un -1,5% a valore sei anni. Persiste il calo demografico: see a un -0,6% a volume, con un -2,5% durante condo rilevazioni provvisorie dell’Istat, da la primavera-estate 2019. ■ gennaio ad agosto 2019 le iscrizioni all’anagrafe per nascita sono state oltre 282mila, con più di 8mila nuovi nati (-2,8%). Al primo L’INDUSTRIA ITALIANA gennaio 2019 ragazzi e ragazze al di sotto DELLA MODA JUNIOR* dei 14 anni erano quasi 8 milioni, il 51,4% di (mln. di euro correnti) sesso maschile. I dati ufficiali più aggiorna 2017 2018 2019** ti sul mercato interno sono quelli sull’autunno-inverno 2018/2019, elaborati da Sita Fatturato 2.861 2.980 3.083 Var. % 3,6 4,2 3,5 Ricerca per conto di Smi, che mostrano un rallentamento del sell out pari al -1,4% in Val. prod. 969 943 918 Var. % -0,7 -2,8 -2,6 termini di spesa corrente e dello 0,8% a volume: un risultato dunque negativo, ma al Export 1.102 1.196 1.269 Var. % 5,9 8,5 6,1 resto del tessile-abbigliamento, in discesa mediamente del 3,1% a valore e del 2,4% a Import 1.787 1.974 2.119 Var. % 0,6 10,4 7,4 volume, va anche peggio. A soffrire di più, secondo Sita Ricerca, è il maschio (-2% a Cons. finali 4.236 4.155 4.083 Var. % -0,2 -1,9 -1,7 valore e -1,9% a volume), mentre la femmina, alla quale si ascrive il 47,4% delle Fonte: Confindustria Moda su dati Istat, vendite del comparto, si limita a un -0,9% Sita Ricerca, Indagini interne * Abbigliamento ragazzo/a in maglia e tessuto 0-14 a valore ed è stabile in termini di volumi. anni, intimo e accessori inclusi **Stime preliminari Il neonato cede l’1,2% a valore e lo 0,4% a

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BUSINESS NEWS

DI ELISABETTA FABBRI

DAI PRELIMINARI DEL 2019

CUCINELLI CRESCE QUASI A DUE CIFRE TRAINATO DALL'EXPORT In base ai dati preliminari, nel 2019 Brunello Cucinelli ha registrato 608 milioni di fatturato, in aumento del 9,9% rispetto al 2018 (+8,6% a cambi costanti). Il gruppo umbro beneficia di un aumento dell'11,4% delle vendite all’estero e di un +1,9% in Italia, che oggi rappresenta meno del 15% del giro d'affari totale. Nell'esercizio il gruppo ha esordito con le collezioni "kids", «i cui primi riscontri della raccolta ordini sono molto positivi». Lo scorso anno gli investimenti complessivi a sostegno del brand Brunello Cucinelli sono stati pari a 53 milioni, dai precedenti 45 milioni. A fine dicembre la posizione finanziaria netta ammontava a circa 30 milioni, dai 14,5 milioni del 2018. «Ci attendiamo un 2020 di bella crescita del fatturato, dei profitti e dell'immagine - ha commentato il presidente e amministratore delegato Brunello Cucinelli - visto l'ottimo sell out dell'autunno-inverno passato, la bella raccolta ordini della collezione primavera-estate 2020 e la partenza molto favorevole delle collezioni autunno-inverno 2020». Cucinelli, che in un anno di quotazioni alla Borsa di Milano ha visto incrementare il prezzo delle azioni della sua società del 7,6%, è stato eletto di recente dalla rivista GQ in Regno Unito il terzo “Best dressed businessman” del 2020, dopo il rapper Jay-Z (primo della lista) e Jeff Bezos. La testata britannica lo ha definito «l'uomo al quale si rivolgono i miliardari "tecnologici" quando hanno bisogno di capire come vestirsi bene».

RICAVI NETTI A CONFRONTO (in milioni di euro)

2017

Ricavi 512(*) Var% annua +10,4%* Var% estero +10,3%* Var% Italia +11,2%*

2018

2019

553 608 +8,1% +9,90% +8,8% +11,4% +4,2% +1,90%

(*) Dato riclassificato per una comparazione omogenea con i ricavi 2018, che utilizzano il principio contabile IFRS 15. Le vendite prima della riclassificazione ammontano a 503,6 milioni di euro *Performance rispetto al 2016, calcolate in base ai ricavi 2017 non riclassificati di 503,6 milioni di euro

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LA CORSA DI PIQUADRO A PIAZZA AFFARI (12 mesi a confronto)

Fonte: Borsa Italiana

LVMH INVESTE NELLA CONCERIA MASONI Lvmh ha acquistato una quota di minoranza di Masoni Industria Conciaria con sede a Santa Croce sull’Arno (Pi). L'operazione rientra nell'iniziativa Lvmh Métiers d’Art con sui il colosso francese del lusso vuole salvaguardare e sviluppare il saper fare dei fornitori delle sue maison. Il recente accordo prevede investimenti a lungo termine, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, nonché la possibilità di un ulteriore ampliamento della forza lavoro. Il proprietario Fabrizio Masoni continuerà a gestire l’azienda con la nuova carica di presidente e ceo del cda. Nel board sarà supportato da Marco Pessi, Federica Martini e da due rappresentanti del socio francese.

FULGAR ACQUISISCE POMPEA NEL BILANCIO A NOVE MESI

CON LE NEW ENTRY IL FATTURATO DI PIQUADRO SFIORA I 122 MILIONI Nei primi nove mesi chiusi il 31 dicembre 2019 Piquadro ha raggiunto i 121,8 milioni di euro di fatturato consolidato: il 13,5% in più rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente. L’incremento risente positivamente del consolidamento integrale delle vendite della maison Lancel (contro i sette mesi relativi al semestre chiuso al 31 dicembre 2018), dell’aumento del 3,7% delle vendite a marchio Piquadro e del +9,2% del giro d'affari della controllata The Bridge. A livello di mercati, l’azienda della pelletteria guidata da Marco Palmieri ha registrato ricavi pari a 61,2 milioni di euro in Italia (+5,7%). In Europa ha raggiunto i 53,7 milioni (+24,3%) e fuori dall’Europa ha totalizzato 3,2 milioni (+0,6%). Sul finire dell'anno Piquadro si è messa in luce anche per le performance a Piazza Affari: in un anno il titolo della società bolognese ha realizzato una crescita di oltre 45 punti percentuali, mettendo a segno una delle migliori perfomance della moda italiana quotata, ben al disopra dell'indice Ftse All Share, che in 12 mesi ha registrato un incremento del 27%. Il brand Piquadro è stato inoltre uno dei protagonisti dello scorso Pitti Uomo, con un progetto in Fortezza all'insegna della moda a ridotto impatto ambientale. Si tratta di Pq-Bios, una collezione di zaini e accessori che impiegano il filo di nylon Econyl, prodotto riciclando reti da pesca recuperate dal mare, scarti di tessuto e moquette usate. Per le fodere interne e le fettucce è stato utilizzato l'R-Pet, certificato Grs-Global Recycled Standard. Per il packaging e il merchandising si è puntato su materiali riciclabili come la carta certificata FscForest Stewardship Council, da foreste gestite in modo responsabile. Gli inchiostri sono a base di soia e anche il cotone per i manici dei sacchetti è recuperato.

Il produttore di filati Fulgar ha rilevato l'azienda della calzetteria e underwear Pompea per una cifra non ancora precisata. Si tratta di un'operazione tutta mantovana, che apre nuove prospettive di business nel distretto della calzetteria, nell'ultimo decennio colpito dalla chiusura di 130 imprese e dalla perdita di oltre 4mila addetti.

PAUL SMITH: L’UTILE OPERATIVO ANNUALE SALE DEL 72% Paul Smith Group (nella foto, il fondatore che dà il nome al gruppo) archivia il bilancio al 30 giugno 2019 con un aumento dell’8,9% dei ricavi, a 214,9 milioni di sterline (circa 254 milioni di euro). Il canale retail, in particolare, ha registrato un +14% (+6% like-for-like), mentre l’e-commerce ha messo a segno un +12%, con il canale diretto che nel fiscal year ha raggiunto il 24% del retail totale (23% nel 2018). Il wholesale è invece aumentato del 4,8%. L’utile operativo della holding ha registrato un incremento del 72% a 5,73 milioni di sterline. Nonostante 974mila sterline di oneri straordinari, i profitti sono saliti da 2,32 a 2,77 milioni.


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SURFARE TRA ONLINE E OFFLINE? SEMPRE PIÙ UN GIOCO DA RAGAZZI Basta compartimenti stagni e silos aziendali: anche la moda bimbo si deve misurare con la sfida omnichannel. L’obiettivo è uno solo: garantire una shopping experience impeccabile, ancora meglio se personalizzata. E fare in modo che fisico e virtuale siano alleati nel fidelizzare i clienti, anche sul canale multimarca DI ANGELA TOVAZZI

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ssere innovatori conviene sempre. Un mantra che vale sognare la costumer journey. Guarda caso, nel business plan 2019 di prattutto per l’abbigliamento in piccole taglie, che sta iniun leader come Monnalisa, la digitalizzazione è stata, insieme alla ziando a recepire - sulla scia tracciata dalla moda da adullogistica, uno degli asset principali di intervento: «L’anno appena to - quanto sia importante abbandonare la comfort zone di concluso - spiega il ceo Christian Simoni - è stato per noi quello schemi collaudati ma ormai superati, per dialogare con mamme del completo rinnovamento dell’architettura digitale. In nove mesi, e piccoli e-shopper superdigitalizzati, che passano con nonchainsieme a Salesforce, abbiamo implementato la nuova piattaforma lance da online e offline e viceversa e si aspettano una shopping di e-commerce, di Crm e marketing automation». L’azienda aretiexperience in chiave omnichannel, come nei negozi da “grandi”. na è anche nelle fasi conclusive dell’adozione del nuovo sistema di Non basta più mettere a punto un prodotto creativo, di alta qualità, Plm (Product Lifecycle Management), live in concomitanza con lo green-oriented e rispettoso di tutti gli standard di sviluppo della collezione primavera-estate 2021, e sicurezza per l’infanzia, né farlo arrivare nei punti si aspetta i benefici di un importante investimento IL NUOVO vendita nei tempi stabiliti ed essere capaci di riasper la gestione dell’identità digitale del prodotto. DIKTAT? AVERE L’ottica multichannel è - e non solo da oggi - il sortire con velocità. Oggi è necessario saper presidiare a quattro mani i canali fisici e quelli digitali, filo rosso che attraversa tutte le iniziative: «SiaUN APPROCCIO comunicare in store e in Rete, azzerare barriere e mo stati degli anticipatori in fatto di omnicanaliOLISTICO E abbattere silos aziendali, con l’abilità di un direttotà, visto che - sottolinea Simoni - i primi progetti MULTICANALE, re d’orchestra che sa amalgamare voci e strumenti in questa direzione risalgono al 2010. Come first RIDISEGNANDO in una piacevole sinfonia. Chi ha capito che questo mover abbiamo fatto molta esperienza e capito LA CUSTOMER è il presente e il futuro sta investendo con forza in l’importanza e le possibilità di questo approccio, una strategia olistica e multicanale, oltre a ridiseoltre che gli ostacoli. Quando abbiamo iniziato JOURNEY 14

Courtesy of Privalia

SCENARI LA SFIDA DELL’OMNICANALITÀ


Arianna Vaccas, communication director di Childrensalon

CHILDRENSALON

IL BELLO DI ESSERE CONSUMER-FIRST È l’esperienza d’acquisto che fa la differenza. Ne è convinta Arianna Vaccas, communication director dell’e-tailer inglese in piccole taglie. Che sottolinea: «Bisogna offrire un servizio ad personam» 1

1. Lo stile Mimisol 2. Un’immagine di Childsplay Clothing, tra i leader nella vendita online per l’abbigliamento infantile

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non c’erano soluzioni tecnologiche adeguate ma oggi, grazie ai progressi high-tech, siamo ripartiti in modo più efficiente. Lo scorso dicembre abbiamo varato il nuovo e-commerce e nei prossimi mesi andremo avanti con l’introduzione di tutti i tool». L’integrazione fra web e brick and mortar store sarà la parola chiave per il 2020 anche per Mimisol, il marchio creato da Imelde Bronzieri circa otto anni fa e ora nell’orbita della società MM Capital Ag dell’investitore svizzero Michele Martucci, con la resposabilità dell’ufficio stile, della produzione e della distribuzione affidata a FaseUno: «Vendiamo online dallo scorso ottobre - informa l’e-commerce e web marketing manager dell’azienda di Putignano, Ginevra Sellerio - e abbiamo molte aspettative, anche perché possiamo contare su un nuovo stilista». La piattaforma, che è gestita internamente e attualmente fa capo alla boutique milanese del brand, è stata strutturata in modo tale da non cannibalizzare le proposte dei retailer fisici: «Siamo in linea con i loro prezzi - sottolinea la manager - e tendiamo a non attuare politiche commerciali troppo aggressive». Proprio su questo aspetto, ossia la complicità (anche sul fronte dei listini) fra piattaforme dell’e-commerce e wholesale tradizionale, da sempre zoccolo duro della distibuzione del comparto, si gioca la partita del futuro.

Childrensalon è il primo e-tailer di luxury kidswear in Gran Bretagna, forte di un porfolio composto da 280 brand di abbigliamento e accessori per l’infanzia e una filosofia cliente-centrica. Un business online nato nel 1999, dopo il successo raccolto dalla boutique fisica fondata nel 1952 da Sybil MacGowan, e oggi gestito dalla figlia Michele. La communication director Arianna Vaccas spiega il segreto del successo riscosso tra mamme e piccoli e-shopper. Quali sono i punti di forza del vostro e-store? Primo fra tutti il nostro servizio clienti. Il team di Childrensalon parla 35 lingue, è attivo 365 giorni l’anno e ogni anno allunghiamo l’orario d’apertura, in modo che i clienti internazionali possano contattarci nelle ore diurne, ad esempio negli Stati Uniti. Possiamo inoltre contare su un ampio range di vestiti per bambini, da pezzi dal prezzo accessibile a capi di lusso, e un portfolio di 280 brand. I nostri clienti si fidano di Childrensalon, sapendo che riceveranno il miglior servizio e la migliore offerta. Velocità nella consegna, qualità del servizio post vendita, promozioni, click and collect: cosa cercano e apprezzano di più i vostri clienti? Il nostro punto di forza è indubbiamente l’esperienza molto personale che siamo in grado di offrire. Lavoriamo con i migliori metodi di pagamento, corrieri espressi e miglioriamo costantemente la nostra offerta, diversificandola da Paese a Paese. In che modo utilizzate i dati relativi alle preferenze dei consumatori? Abbiamo un fantastico Reward Scheme, che offre incentivi ai nostri clienti e newsletter editoriali, per fornire ispirazione alle mamme e a chi fa acquisti sulla nostra piattaforma. Su che cosa investirete in futuro? Tecnologia e risorse umane. Siamo un tech business e quindi non ci fermeremo ma continueremo a evolverci, integrando nuove tecnologie per continuare ad assicurare una shopping experience eccellente.

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SCENARI LA SFIDA DELL’OMNICANALITÀ 1

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1. Il negozio fisico dell’e-tailer per bambini Smallable a Parigi 2. Lo stile per la primavera-estate 2020 del brand di childrenswear Il Gufo 3. L’angolo Click&Collect del negozio romano di Petit Bateau 4. La piattaforma Melijoe.com, con tutto quello che occorre per vestire bambini e bambine 4

Come emerge dai nostri sondaggi, che danno voce buying costituiscono così una base fondamentale OFFLINE E ai protagonisti del canale multimarca italiano, ridi analisi e orientamento verso un’offerta tailorONLINE DEVONO mane infatti ancora molta diffidenza nei confronti made sulle preferenze di consumo, che ci aiuta ALLEARSI NEL del canale digitale, considerato spesso un antagoa captare la direzione da percorrere, anche dal FIDELIZZARE nista e non un alleato per spingere le vendite. Eppunto di vista stilistico». Non solo: «Engagement I CLIENTI, ANCHE e commenti tramite i social media – aggiunge pure la fidelizzazione di un pubblico composto per lo più da giovani mamme e ragazzini, che in fatto Chiavelli – sono ulteriori indicatori da tenere in SUL CANALE di device, app innovative e social media ne sa più considerazione per avere un quadro più completo MULTIMARCA di chiunque altro, deve giocoforza fare i conti con sulle aspettative dei clienti, esistenti o potenziaquesta realtà. «L’omnicanalità è ormai un punto di li». Sì, perché, oltre al prodotto, al prezzo corretto partenza, non di arrivo», sintetizza Alessandra Chiavelli, ceo de Il e alla velocità nei tempi di consegna, è il customer service ad avere Gufo, il cui canale e-commerce macina incrementi del 10% di stal’ultima parola quando si tratta di giudicare l’esperienza d’acquisto gione in stagione, grazie al proprio e-store e all’alleanza con marcon un determinato brand. «Il nostro e-commerce è considerato a ketplace specializzati come Childrensalon (vedi box nella pagina tutti gli effetti una boutique ed è gestito internamente», commenta precedente), Melijoe e Smallable, ma anche a e-tailer del calibro Giorgia Serriello, direttore generale di Petit Bateau Italia, società di LuisaViaRoma, MyTheresa e Yoox. La grande sfida è solo una: attiva con il proprio e-store da circa otto anni, durante i quali ha quella di una shopping experience eccellente, senza soluzione di continuato a crescere costantemente a doppia cifra. «Tutti i clienti continuità tra online e offline, sempre più attagliata alle preferenze sono ormai multicanale - prosegue - e, oltre al servizio click and specifiche di ogni cliente, grazie all’utilizzo intelligente di insight collect, per ritirare in store la merce ordinata online, da dicembre provenienti dai diversi touch point: «Ogni fascia d’età – osserva possono beneficiare di un servizio esclusivo, attivato in tutti i negozi l’imprenditrice – ha esigenze molto diverse: le occasioni d’uso si diretti: quello di acquistare in Rete all’interno dello store, con la moltiplicano e di pari passo le esigenze dell’utente. I dati relativi al consulenza delle nostre esperte venditrici». ■

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GLI STATI GENERALI DEL KIDSWEAR IN FORTEZZA

Ph. Franco Pagetti

OCCHIELLO PITTI BIMBOINVERTIBILE 90 ANTEPRIMA

IL SALONE IN CIFRE

543

COLLEZIONI FW 2020/2021

356

BRAND STRANIERI 65% SUL TOTALE

137

NUOVI NOMI E RIENTRI

Scendono in campo 543 marchi, di cui il 65% internazionali. Tra gli highlight il fashion show di Benetton al Teatrino Lorenese, il debutto dell’intesa tra Sarabanda e Ducati e la seconda volta di Emporio Armani alla Sala della Scherma DI ALESSANDRA BIGOTTA

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S

empre più crocevia di moda, stili di vita e cultura, Pitti Bimbo torna alla ribalta in Fortezza da Basso, a Firenze, dal 16 al 18 gennaio. Un’edizione a cifra tonda, questa, visto che il salone spegne 90 candeline. Come fa notare Raffaello Napoleone, a.d. di Pitti Immagine, «si tratta della più internazionale tra le rassegne organizzate dal nostro ente, con il 65% di espositori esteri: su 543 marchi presenti, quasi 360 provengono da oltreconfine». Per quanto riguarda i buyer, nel giugno scorso sono stati un'ottantina i Paesi rappresentati da 2.400 compratori esteri su un totale di 5.100, anche grazie al programma di incoming insieme a Mise e Agenzia Ice. Poco meno di 140 i nomi

che debuttano o rientrano in fiera durante questo appuntamento di gennaio, cui si aggiungono gli special project. Da segnalare Candice Fauchon (un classico "brand to watch", visto che è stato fondato nel 2019 dall'omonima stilista, già fashion editor e proprietaria di una galleria d'arte), Carolinebosmans direttamente dal Belgio, Christina Rohde che tiene alta la bandiera dello Scandinavian style, e ancora Colmar Originals, Dimensione Danza, Dkny, Museum, Marques’ Almeida, Sofia Webster, Twinset, Yves Salomon Enfant e Vivetta, oltre alla prima sfilata di United Colors of Benetton a Pitti Bimbo, presso il Teatrino Lorenese. Seconda volta alla Sala della Scherma per Emporio Armani, una delle


1. Il backstage della sfilata collettiva di Apartment, sezione focalizzata su proposte eleganti, ma di gusto contemporaneao, per baby, junior e teen (ph. Eeva Sutari) 2. Lo spazio Extraordinary Library. A gennaio il tema portante è Flags! Shapes and Voices in Children's Books 3. Un modello di Mayoral: la sfilata collettiva Children's Fashion from Spain torna alla ribalta il 16 gennaio, sull'onda degli slogan Go Green! e There Is No Planet B. Sotto i riflettori, oltre a Mayoral, Boboli, Tuc Tuc e Abel & Lula

PROFUMO DI PREMI AL TOP FLOOR

È ormai una consuetudine a Pitti Bimbo la consegna degli award che il blog Pirouette destina agli "Ones to Watch", marchi e collezioni che si distinguono per creatività e originalità. I vincitori vengono rivelati il 17 gennaio al Top Floor del Padiglione Centrale. Per la prima volta il premio è un profumo, frutto dell'intesa di Pirouette con The Society of Scent. Gli One to Watch Awards sono abbinati anche ai saloni Ciff Youth di Copenhagen (29-31 gennaio) e Playtime di New York (9-11 febbraio).

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SONO 11 LE SEZIONI CHE COMPONGONO IL MOSAICO DI PITTI BIMBO, ABBRACCIANDO I VARI STILI DEL VESTIRE E DEL VIVERE DEGLI UNDER 14

tante griffe in cartellone. Tra i progetti speciali spicca il lancio della capsule Srbd-Ducati, che unisce due realtà di spicco del made in Italy, Sarabanda - brand di punta di Miniconf - e l'icona delle due ruote Ducati. È come sempre la Sala della Ronda a ospitare, il 16 gennaio, il défilé dei marchi di Children’s Fashion from Spain così come, il giorno successivo, lo show di alcuni brand della sezione Apartment, all’insegna di raffinatezza ed esclusività: Pero, Piccola Ludo, Velveteen, Amelie et Sophie, Paade e Raspberry Plum Ltd. Invece la passerella collettiva degli espositori di KidzFizz, settore im-

prontato alla ricerca, si svolge sempre il 17 gennaio presso la nuova area The Kid’s Lab!, al piano attico del Padiglione Centrale. In scena Infantium Victoria, Phi Clothing, Alitsa, Donsje Amsterdam, Ledum, Mia Bu Milano, Nupkeet 1946, Miss L. Ray e C’era una Volta. Una label quest'ultima, che rispecchia nel suo stand la filosofia della manifestazione, improntata alle contaminazioni tra moda e lifestyle: gli abiti del marchio dividono infatti lo spazio con rari albi illustrati, scovati nella libreria bolognese Giannino Stoppani. L'altra faccia della medaglia, per un salone nato come vetrina "solo" di abbiglia-

mento e accessori, sono appunto sezioni come Fancy Room, focalizzata su design e arredo, oppure Editorials, curata da Maria Giulia Pieroni, dove si va da piatti, posate, bicchieri e tovaglie a misura di bambino, sul leitmotiv I’m Hungry, Not Angry, alle digressioni sul tema dell'orsetto di peluche nella parte Oh My Teddy Bear!: giocattoli, borse, sedie, scarpe e altro offrono spunti interessanti ai negozianti, in cerca di novità per creare engagement tra la clientela. Giunge alla quarta edizione The Extraordinary Library, in partnership con la Bologna Children’s Book Fair: una carrellata di 100 volumi illustrati ispirati alle bandiere, che Pitti Immagine ha scelto come simboli delle sue fiere di gennaio. ■

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IN BREVE

PITTI BIMBO 90 ANTEPRIMA

CINQUE TAPPE DEL FUORISALONE A FIRENZE IL GUFO SFILA NEL REFETTORIO

"The world is our kingdom" è lo slogan che accompagna la sfilata de Il Gufo: il fashion show, preceduto da un tea-time, si svolge nel tardo pomeriggio di giovedì 16 gennaio al Refettorio di Santa Maria Novella.

I BAMBINI VISTI DAI FOTOGRAFI

COLAZIONE A PALAZZO PUCCI

Appuntamento a Palazzo Pucci la mattina del 17 gennaio per conoscere le novità della collezione bimba di Emilio Pucci, in licenza a Simonetta. Un evento che nel calendario off schedule di Pitti non manca mai.

MONNALISA ALLA LEOPOLDA È la Leopolda la location scelta da Monnalisa per la sua passerella dedidicata alla Fall-Winter 2020/2021: la sera del 16 gennaio i capi sfilano in un’ambientazione che, stando all’invito, si ispira al mondo del circo.

AL MUSEO CON MINICONF

By invitation only l’evento Il segno di Miniconf: dalla Moda all’esperienza!: una visita privata la sera del 16 gennaio al Museo degli Innocenti in piazza della Santissima Annunziata (foto da visittuscany.com).

PETIT BATEAU: COCKTAIL CON TREEDOM DA LA MÉNAGÈRE

Con l’inizio del 2020 Petit Bateau propone nei suoi negozi un kit nascita in cotone organico: chi lo acquista contribuisce ai progetti agroforestali di Treedom, piattaforma web grazie alla quale si possono adottare e piantare alberi a distanza. Il progetto viene svelato dalle 18 alle 21 del 16 gennaio durante un cocktail presso La Ménagère, in via de’ Ginori 8r, oltre che in fiera.

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Al Padiglione Cavaniglia va in scena la mostra Playground: panoramiche di campi da gioco in tutto il mondo (nella foto), scattate da James Mollison, fotografo inglese che vive a Venezia. Pitti Bimbo, come le altre rassegne “by Pitti Immagine”, si associa a un altro professionista dell’obbiettivo, Franco Pagetti: il fotoreporter è artefice della campagna di comunicazione Show Your Flags at Pitti, che accompagna tutti i saloni organizzati dall’ente fiorentino per questa stagione, sotto l’art direction di Angelo Figus. A Pagetti e Mollison sono dedicate due interviste in questo numero.

LA SECONDA VOLTA DI THE KID'S LAB! Essere un vero "pianeta", unico nel suo genere, per le collezioni di ricerca. Questa la sfida di The Kid's Lab!, spazio lanciato a giugno a Pitti Bimbo che, dopo il rodaggio, entra a regime. Su 3mila metri quadri al Top Floor del Padiglione Centrale si presentano le sezioni KidzFizz, Ecoethic, Kid's Evolution, Fashion Comics e The Nest.

CON ALESSANDRO ENRIQUEZ NEL MONDO DEI LINE FRIENDS Si rinnova il sodalizio tra Pitti Bimbo e Alessandro Enriquez, artefice dell’area Kid’s Evolution all’interno di The Kid’s Lab!, dove designer e marchi del mondo adulto si cimentano in capsule collection mini-me: alla ribalta Stma by Stefania Marra, Gentile Catone, Luna Puna, Mia’s, Super Vision, Timotrunks e Akep. C’è sempre lo stilista e influencer dietro Fashion Comics, progetto che celebra i Line Friends, personaggi nati come sticker per un’app di messaggistica mobile. L’iniziativa, realizzata insieme a Wildbrain Cpgc (che gestisce il marchio Line Friends in Europa), si concretizza in limited edition firmate Monnalisa, Philosophy di Lorenzo Serafini, Mc2 Saint Barth, Akep, 2Star, Pinko Up (nella foto) e Diadora.



PITTI BIMBO 90 PROTAGONISTI

GIMEL INAUGURA UNA SHOWROOM A MILANO E PUNTA SU EXPORT E DIGITAL

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Passata sotto il controllo della società di investimenti Italglobal Partners-Igp, l’azienda pugliese del childrenswear ha messo il turbo ai piani strategici ed è pronta per nuove sfide. Tra queste c’è la sostenibilità DI CARLA MERCURIO

U

n nuovo ufficio di rappresentanza per la clientela in centro a Milano, a due passi da piazza San Babila: il 2019 si apre con un importante investimento per Gimel, l’azienda pugliese del childrenswear che ha messo il turbo ai piani strategici, da quando a fine 2018 è passata sotto il controllo della società di investimenti Italglobal Partners-Igp. «È stato un anno proficuo, in cui si sono create ottime sinergie e sono state definite chiare strategie di sviluppo aziendale», racconta Alberto Dalena, a.d. del gruppo da 21,5 milioni di euro nel 2018, che oggi produce su licenza le collezioni Philosophy di Lorenzo Serafini, Elisabetta Franchi La Mia Bambina, Dondup e Roberto Cavalli Junior. A queste si aggiunge la scommessa con la label Le Petit Coco, acquisita lo scorso 2

1. Lo stabilimento di Gimel 2. Alberto Dalena, a.d. del’azienda

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anno, «in cui Gimel ha riversato i valori che la contraddistinguono, come sostenibilità, unicità, funzionalità e made in Italy». Nello spazio milanese di via Bellini 11, che si inaugura il 22 gennaio, saranno riunite le linee in capo allo specialista della moda bimbo, che in questo momento fa leva sulla multicanalità e sull’internazionalizzazione: «Stiamo lavorando alla modernizzazione degli strumenti informativi per agevolare clienti e agenti. Si tratta di un software cross platform responsive sui diversi sistemi operativi e sulle diverse piattaforme che va ad aggiornare e migliorare la metodologia di lavoro digitale esistente», spiega Dalena. In parallelo l’azienda si mette in gioco sul fronte B2C e studia per l’anno in corso la realizzazione di un portale web. Intanto si ampliano gli orizzonti oltreconfine: oggi l’export vale il 30% del turnover, ma l’apertura della showroom milanese fungerà da volano per un ulteriore sviluppo, insieme a «un investimento significativo nella struttura commerciale in termini di mezzi e risorse umane». Tra gli obiettivi c’è la Cina, dove si stanno ricercando possibili collaborazioni per rafforzare la presenza da un punto di vista distributivo, ma «l’attenzione verso questo mercato non distoglierà dai Paesi in cui Gimel ha da sempre avuto un ruolo strategico, ossia Paesi Arabi e Russia», puntualizza Dalena, che allo stesso modo continua a tenere le antenne ben puntate sull’Italia, «nonostante il momento di grande cambiamento, legato alle criticità di carattere politico-sociale e al crescente fenomeno dell’e-commerce». Nel Belpaese, sottolinea l’a.d., «continuiamo a prediligere i rapporti con i partner più esigenti, che mirano soprattutto alla qualità dei prodotti e che sono in grado di garantire la continuità dei risultati». In questo momento Gimel è impegnata a realizzare iniziative che rendano l’impatto produttivo il più possibile carbon free e meno inquinante: «Lavoriamo prevalentemente con partner produttivi che distano in media 30 chilometri dal nostro stabilimento - conclude Dalena -. Inoltre da anni ci avvaliamo di pannelli solari in grado di produrre quasi tutta l’energia necessaria alle nostre attività. Infine utilizziamo materiali di imballaggio riciclati e promuoviamo iniziative che possano condurre a prodotti a basso consumo di risorse idriche». ■

MALVI & CO. CRESCE DOUBLE DIGIT CON IL SUO TRIS DI ETICHETTE Il childrenswear di Malvi & Co. diventa sempre più grande. L’azienda di Belluno ha chiuso il 2019 con un trend positivo del 19% rispetto al 2018. Merito di un’offerta mirata, grazie alla segmentazione precisa dell’offerta articolata in tre diverse etichette posizionate su un target medioalto. Dedicata alle bambine dai 2 ai 14 anni, Malvi & Co. vede il netto incremento della richiesta di capi fashion ideali per le ragazzine dai gusti più moderni. Isi Baby, la proposta che veste fino ai 4 anni, si caratterizza per lo stile più dolce, con una particolare attenzione alla cura dei dettagli e dei materiali come le mischie di cashmere e i tessuti tartan. Studiata per i maschietti dai 3 mesi ai 6 anni, Isi Boy riscuote consensi con l’ampia scelta di capi coordinati come giacche, blazer, capispalla e maglieria jacquard. Nel nuovo anno l’azienda, presente a Pitti Bimbo al Piano Attico (stand J/12), punta ad ampliare la rete vendita Italia ed estero, per garantire una copertura più capillare di negozi plurimarca sul territorio. Attualmente l’Italia rappresenta il 55% del mercato, il Giappone vale il 25%, l’Europa il 10% e il resto del mondo un altro 10%. I prodotti vengono distribuiti nel Belpaese attraverso un network di sette agenti, in Giappone tramite un agente, mentre nel resto del mondo il canale sono le fiere, da Pitti Bimbo a Playtime Tokyo, Playtime Parigi, Supreme Kids Monaco ed Enk Childrenswear New York. (c.me.)


MONNALISA SPINGE SUL RETAIL E LANCIA L’ATHLEISURE Si trova a Mosca, al quarto piano dello shopping mall Vremena Goda in Kutuzovsky avenue, il 50esimo monomarca di Monnalisa, aperto a fine 2019. Nel primo semestre dell’anno appena trascorso, come spiega l’a.d. Christian Simoni, «l’incidenza del retail tra i canali distributivi è aumentata del 7% rispetto allo stesso periodo del 2018 e va detto che solo quattro anni fa il ruolo del retail per noi era praticamente inesistente. Ora il peso di questo canale a livello consolidato è del 29% e andremo oltre. Fare retail è indispensabile per potenziare l’identità di marca, svilupparsi all’estero come investitori prima che come semplici esportatori, migliorare competenze e processi: il tutto con una ricaduta positiva anche sui clienti wholesale». Accanto ad aree dove è già

elevato o discreto il livello di penetrazione, tra cui Usa, Cina e Russia, altre crescono: vedi Singapore, dove è in programma un opening nei prossimi mesi, e il Giappone, con due pop up al via tra febbraio e marzo. Dal 2015 a oggi l’azienda, quotata sul mercato Aim di Borsa Italiana, ha stanziato ingenti investimenti (oltre 30 milioni di euro) per aumentare

decisamente la competitività: sono stati messi in atto interventi di miglioramento in ambito logistico-operativo, anche grazie a una nuova sede ora funzionante al 100%, di digitalizzazione che tra l’altro ha portato nel 2019 al rinnovamento completo dell’architettura digitale per l’ecommerce, e di azione sul prodotto e le sue tempistiche, con l’introduzione di precollezioni e offerte pensate per esigenze specifiche, dal back to school al Ramadan. «Ora siamo nelle fasi conclusive dell’adozione di un nuovo sistema di Plm (product lifecycle management) - anticipa Simoni - che andrà live in coincidenza con lo sviluppo della collezione primaveraestate 2021, nel contesto di un impegno a tutto tondo nell’efficienza, nello sviluppo integrato D2C e, sempre di più, nella digitalizzazione». Intanto il prodotto si evolve: con l’AI 20/21, protagonista di una sfilata alla Leopolda di Firenze la sera del 16 gennaio, debutta la linea Monnalisa Athleisure (nella foto), mentre nel team creativo Barbara Bertocci e Diletta Iacomoni vengono affiancate da una nuova stilista con un focus sul maschietto, di cui è stata re-impostata l’offerta in un’ottica di “altra faccia della medaglia” della ragazzina Monnalisa. (a.b.)

casa ai profumi, e il bimbo arriva come tappa naturale di questo iter, che vede la realtà italiana nell’orbita del Gruppo Carisma impegnata nella produzione e nella distribuzione: «Elie Saab non punta ai volumi ma a lusso, tradizione e ricercatezza - prosegue l’a.d. -. È dunque una new entry coerente con i nostri valori, che intendiamo veicolare nei migliori multimarca e nei department store di respiro internazionale soprattutto in Medio Oriente, Russia (dove abbiamo avviato una partnership con un nuovo distributore), UK e, in seconda battuta, Spagna e Francia. Prospettive si aprono negli Usa, un’area

su cui stiamo investendo». Intanto la “macchina Simonetta” non si ferma: «Il portafoglio è destinato ad ampliarsi - anticipa Monicelli -. Stiamo inoltre lavorando sull’online: nel 2020 vedrà la luce il nuovo sito, che potrebbe diventare una piattaforma a tutto tondo sul nostro mondo». Sono passati due anni da quando l’azienda è passata di mano, dalla famiglia Stronati a Carisma. «Dopo la fisiologica ristrutturazione conclude il ceo - ci siamo consolidati e nel 2019 i ricavi hanno raggiunto i 28 milioni, dai 21 del 2017. Superare il tetto dei 30 milioni nel 2020 è un’impresa più che possibile». (a.b.)

SIMONETTA: DOPO L’INTESA CON ELIE SAAB SONO IN VISTA ALTRE NOVITÀ Il 2019 si è chiuso per Simonetta con il restyling della boutique milanese di via Manzoni 42, dedicata all’omonimo brand di proprietà, e l’avvio di due corner in Inghilterra e Germania per Balmain Kids, una delle licenze insieme a Fay Junior e alla versione piccole taglie di Emilio Pucci, presente off-schedule con una presentazione nei giorni di Pitti Bimbo. Invece con Fendi Kids e Brunello Cucinelli sono in atto intese produttive. Il 2020 comincia con un’ulteriore novità, l’accordo pluriennale con Elie Saab per la linea Elie Saab Junior (nella foto), al via con l’autunno-inverno 2020/2021. Il designer libanese si cimenta volentieri nella creazione di proposte femmina e maschio per una fascia dai tre mesi ai 14 anni: «Siamo pronti ad accompagnare i bambini nel loro viaggio di stile», afferma. Su questo concetto torna Niccolò Matteo Monicelli, a.d. di Simonetta, sottolineando che «la brand awareness parte da quando si è piccoli. Una label che investe in questo settore deve farlo anche in maniera prospettica». Come ricorda Monicelli, Elie Saab sta ampliando il raggio d’azione, dalla

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PITTI BIMBO 90 PROTAGONISTI SIMONA LURAGHI/MINICONF

1. Una preview FW 20/21 di iDO 2. Uno sketch in anteprima della collezione nata dalla collaborazione tra Sarabanda e Ducati, che viene presentata a Pitti Bimbo di gennaio e si chiama Srbd-Ducati

«NEL 2020 LA CRESCITA SARÀ SU TUTTI I FRONTI» Dopo un 2019 nel segno degli investimenti, con la riqualificazione della distribuzione sia retail che wholesale, la managing director annuncia un piano di nuove aperture per iDO, il potenziamento dei department store per Sarabanda e un nuovo e-shop 1

DI ANDREA BIGOZZI

«I

l fatturato consolidato del 2019 dovrebbe toccare 67 milioni, in leggera decrescita rispetto all’anno precedente, ma siamo ugualmente molto soddisfatti. Gli scorsi 12 mesi sono stati nel segno degli investimenti: abbiamo riqualificato la distribuzione sia per quel che riguarda i monomarca, sia per multimarca e department store. Così ci siamo organizzati per un 2020 in crescita su tutti i fronti». Simona Luraghi, managing director di Miniconf, azienda aretina a cui fanno capo i brand iDo, Sarabanda e Dodipetto, si presenta al tradizionale appuntamento di Pitti Bimbo ottimista sul futuro dell’azienda che guida al fianco del fondatore Giovanni Basagni, entrata in una nuova fase giocata tutta all’attacco. Come sono andate le ultime campagne vendita? Tutti i tre brand hanno chiuso la SS 20 in progress rispetto al budget stimato e all’analoga stagione di un anno fa. iDO ha messo a segno un +7%, mentre Sarabanda sfiora il +6%. Sono dati significativi, che rafforzano il ruolo di Miniconf nel presidio del wholesale. In questo canale stiamo attivando nuovi strumenti a supporto del sell out: programmi di formazione visual e social ad hoc, sia per la forza vendita che per il trade, insieme a customer plan dedicati e articolati. A quali progetti state lavorando? Sul fronte monomarca, in Italia quest’anno spingeremo sullo sviluppo della rete iDO

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(50% del fatturato). Per questo abbiamo stretto un accordo con un nuovo partner per lo sviluppo retail, Reno. Prevediamo almeno 10 aperture, con l’inaugurazione di nuovo concept store. Per Sarabanda (40% dei ricavi), invece, ci concentreremo sui department store. Nel 2019 il brand ha fatto il suo ingresso in Rinascente (tre location) e Coin (cinque), ma intendiamo potenziare la presenza in entrambe le insegne, con nuovi opening già nel 2020. Attualmente il peso percentuale dei department store sul valore complessivo del sell in wholesale è limitato a un 3%. Siamo consapevoli che la potenzialità del brand Sarabanda in questo canale è molto più alta, ma la scelta di mantenere il business entro determinati limiti sta nel fatto che, in qualità di azienda multicanale, vogliamo proteggere tutti i nostri clienti e

rispettare gli equilibri distributivi nelle differenti piazze. Che ruolo ha il canale digitale nella vostra strategia? Per quel che riguarda l’ecommerce, nel 2020 i nostri store online saranno tutti interamente rinnovati e avranno alla base un nuovo e più potente CMS, che permetterà l’implementazione di nuove funzionalità. All’estero come vi muoverete? 2 Dopo la riorganizzazione del team interno e la re-start up delle due filiali Miniconf Iberica (Spagna) e MinRus (Russia), ci prepariamo a consolidare la presenza anche nei Paesi dell’Est Europa, in UK e Portogallo. Siamo in fase di test su alcuni mercati oltreoceano, tra Asia e America. Tra le novità che porterete a Pitti Bimbo c’è l’intesa speciale con Ducati... Miniconf e Ducati, due aziende italiane storiche, condividono valori quali il rispetto delle persone, l’attenzione alla qualità e alla sicurezza e, non ultima, la costante ricerca dell’eccellenza. Partendo da queste radici comuni, le due aziende hanno scelto di collaborare. Durante Pitti Bimbo di gennaio viene quindi presentata la prima capsule Sarabanda per Ducati, 12 pezzi di cui nove capi di abbigliamento, dedicata ai ragazzi dai 6 ai 16 anni. La collaborazione prevede anche un secondo lancio con la collezione primavera-estate 2021. ■


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20/12/2019 11:34



BUYERS’ SURVEY

1. Un insieme di Monnalisa, brand best seller per bimbe e ragazzine secondo i protagonisti del nostro panel 2. L’autunnoinverno 2019/2020 di Stone Island Junior, campione di vendite tra le proposte al maschile

1

U

IL CLIENTE FAI DA TE DETTA LE REGOLE Oltre alle varie criticità, che vanno dalle insidie climatiche all’effetto Black Friday sulle vendite di dicembre, i retailer hanno a che fare con un consumatore molto cambiato: anche se giovanissimo, ha le idee fin troppo chiare su quello che vuole. Fondamentale è conquistarlo con un’offerta mirata e un servizio personalizzato 2

DI ALESSANDRA BIGOTTA

n tempo si pensava alla moda ind’impronta elegante è ancora importante, ma fantile di qualità e subito veniva in che ha saputo iniettare nel dna una forte cormente una parola, cerimonia. Uno rente di rinnovamento. Stesso discorso per il scenario che sembra lontano anni secondo classificato, Il Gufo: il brand dei “bamluce da quello delineato dagli oltre bini vestiti da bambini”, che non ha mai ceduto 50 top retailer italiani che hanno risposto al noalla tentazione del mini-me, è unico nel suo stro sondaggio sulle vendite autunno-inverno genere quanto a capacità di coniugare un gu2019/2020. Infatti, alla domanda sullo stile vinsto ricercato ma non lezioso con la praticità e il cente di questa stagione solo una ridottissima comfort di cui i piccoli hanno bisogno. I prodotti percentuale indica il cosiddetto “bel vestire”, molto classici o “ricchi”, che all’estero trovano ultimo in classifica dopo lo stile contemporary ancora una loro ragion d’essere soprattutto in e lo streetwear. A spopolare sono il fashion, con alcuni Paesi, sul mercato domestico fanno fail 37% e lo sportswear con il 36%: tica. «La richiesta in quest’ambito non a caso, tra i brand best seller la I BRAND DI è drasticamente calata - conferma pole position è occupata, per quan- IMPRONTA Matteo Barbera di Barbera Junior to riguarda il maschio, da Stone FASHION a Castellammare del Golfo (TrapaIsland Junior, che scavalca Monni) - a tutto favore delle proposte E SPORT cler Enfant, sul gradino più alto del d’impronta più sportiva. Ma al di là podio un anno fa. Tuttavia, per la SONO di stili e categorie merceologiche, bambina si impone Monnalisa, una QUELLI PIÙ è la modalità d’acquisto ad avere realtà per la quale l’abbigliamento RICERCATI subito un profondo cambiamento.

Come sono andate le vendite di MODA BIMBO A-I 2019/2020?

46%

COME LO SCORSO ANNO

34% PEGGIO

20% MEGLIO

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BUYERS’ SURVEY

La parola ai retailer multibrand

Qual è stata la TIPOLOGIA di PRODOTTO bimbo più venduta in questa stagione?

37% FASHION

36% 15% 7% 5%

Il best seller sul vostro SITO di e-commerce e/o su un portale multimarca dove vendete? 1 Moncler Enfant 2 Burberry

SPORTSWEAR

3 Moschino

STREETWEAR

CONTEMPORARY BURBERRY

CERIMONIA

Qual è un NUOVO MARCHIO che sta incontrando il favore del pubblico?

DIESEL KIDS

Qual è stato il BRAND BIMBO (MASCHIO) più acquistato dai clienti?

1 Gcds 2 Chiara Ferragni Collection

1 Stone Island CHIARA FERRAGNI COLLECTION

2 Moncler Enfant 3 Ralph Lauren MONCLER ENFANT

Quale l’ACCESSORIO vincente della stagione? E il marchio best seller per la BIMBA?

1 Sneaker 2 Stivaletti 3 Zaini

1 Monnalisa 2 Il Gufo 3 Balmain Kids IL GUFO

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ADIDAS


BOUTIQUE BRUNA - Fossombrone (Pu) STYL BABY - Crotone

CAVALLUCCI - Terni CREA - Treviglio (Bg)

BULLI E BELLI - San Nicolò a Tordino (Te)

TATO E TATA - Costabissara (Vi)

Cosa APPREZZA di più la clientela nel vostro negozio? 1 La varietà e ampiezza dell’offerta 2 Il servizio personalizzato 3 Le griffe 4 Capsule e novità in corso di stagione BALMAIN KIDS

DAI SOCIAL I CLIENTI PRENDONO SPUNTI PER LE LORO SCELTE IN FATTO DI MODA

I clienti entrano e sono loro a dettare le regole, chiedendo un determinato brand e prevenendo eventuali consigli. Il più delle volte si orientano verso nomi molto presenti sui social network, indossati dai personaggi che fanno colpo soprattutto sui teenager». Una chiarezza di idee che, come ribadiscono alcuni intervistati, rischia di “intimidire” il retailer, che magari vorrebbe proporre qualcosa di diverso ma il cui spirito di iniziativa viene bloccato sul nascere. «Ci troviamo di fronte a clienti sempre più esigenti e preparati - sintetizzano Elisabetta Bonello e Daniela De Luca di Anna Annibali a Civitanova Marche -. Per questo sentiamo la necessità di selezionare ancora di più le label in negozio, specializzandoci in proposte che uniscano qualità e design». Non a caso, al centro del successo di un punto vendita multimarca

BIANCANEVE - Francavilla Fontana (Br)

c’è, secondo i dettaglianti, innanzitutto la concretezza di un’offerta che, prima ancora che ampia, deve essere varia e accattivante, seguita da un servizio il più possibile personalizzato. «I marchi che davvero possono fare la differenza esistono e sta a noi individuarli», osserva Cristina Sartori dell’omonima insegna a Torino. Da non sottovalutare che in terza posizione si colloca il fattore griffe: tra le più gettonate Ralph Lauren, Burberry e Moschino (queste ultime ricercate soprattutto online) e Balmain Kids, che fa breccia soprattutto tra le ragazzine, ma raccolgono consensi anche Elisabetta Franchi La Mia Bambina e Gcds, il cui logo inconfondibile è molto instagrammato dai piccoli clienti e anche dai negozianti, che postano le immagini dei ragazzini, mini-modelli per un giorno,

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BUYERS’ SURVEY

ANNI VERDI SUSI - Prato e Montemurlo (Po)

ROBIRÒ - Bergamo

ZINGONE - Roma

sui propri profili social. «Dobbiamo semre sensibilità di adulti e istituzioni nei conpre tenere d’occhio la moda per l’adulfronti dell’ambiente. È da loro che parte to - osserva Verdiana Pedico di Pedico a l’ondata green, ma pare che al momento di Barletta -. Ad esempio, dopo molte staentrare in boutique questo impegno resti gioni in cui abbiamo lavorato bene con lo fuori dalla porta. Il 51% degli interpellasportswear e con il suo capo simbolo, la ti, senza particolari distinzioni tra Nord e felpa, ora che tra i grandi sta riacquistando Sud, dichiara che almeno per il momento posizioni la maglieria, insieme a un gusto ragazzini e ragazzine non richiedono affatpiù pulito, anche noi ci troviamo a “rieduto capi environmentally friendly o fatti con care” la clientela». Di sicuro, i punti vendimateriali di origine bio. Il 40% del panel ta capaci di rinnovarsi e di sorprendere con nota un interesse alquanto tiepido e solqualcosa di diverso e imprevisto hanno più tanto il 9% afferma che, in effetti, tra i suoi chance di farcela: sono apprezzate le capclienti da questo punto di vista qualcosa sule e le novità in corso di stagione mentre sta realmente cambiando. Tutti, o quasi, l’omnicanalità, forse per il fatto sono d’accordo sul fatto che il che non sono in moltissimi ad negozio multimarca, se vuole GREEN E averla già sperimentata, resta sopravvivere, deve diventare BIO SONO indietro, insieme alla compoesperienziale, anche in questo nente lifestyle. Nel nostro quecaso facendo proprio un trend TEMI stionario abbiamo introdotto già consolidato nell’adulto. SENTITI una domanda su un tema che Tuttavia, alla domanda «Cosa PIÙ NELLE va per la maggiore, la sostenifate per attrarre e fidelizzare PIAZZE bilità: nei mesi scorsi abbiamo le persone?» l’organizzazioCHE NELL’ visto junior e teen scendere in ne di eventi e attività instore ARMADIO piazza, invocando una maggiooccupa solo il terzo posto.

DEPINTO KIDS - Barletta (Bt)

GAGLIARDONE - Saluzzo (Cn) FREEPORT BABY - Clusone (Bg)

Cosa fate per ATTRARRE e FIDELIZZARE la clientela? 1 Curiamo vetrine

e merchandising 2 La coinvolgiamo sui social 3 Organizziamo eventi instore, entertainment

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MARINELY - Messina



BUYERS’ SURVEY

RINGRAZIAMO IL NOSTRO PANEL

IL MONELLO - Piacenza

DIMENSIONE KID - Montevarchi (Ar)

DERBY JUNIOR - Brunico (Bz)

PETER PAN - Mirano (Ve)

Negozio fisico sì, purché ESPERIENZIALE anche nella moda bimbo: siete d’accordo?

80% SÌ

16%

ABBASTANZA

4% NO

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Meglio curare la parte visiva, ossia vetrine e merchandising, oppure coinvolgere bambini e genitori sui social. Forte è la consapevolezza, e non da ora, che per restare a galla bisogna darsi un grandissimo da fare. Del resto, nel gennaio 2019 il 48% del panel denotava vendite flat rispetto all’analoga stagione del 2018 e il 35% lamentava un peggioramento, mentre solo il 17% segnalava un miglioramento. A distanza di 12 mesi le oscillazioni sono minime: si parla di stabilità nel 46% dei casi, di andamento negativo nel 34% e di un segno più nel 20%. L’autunno-inverno 2019/2020 viene dunque archiviato ancora una volta con la sensazione che le acque restino agitate. Ci si barcamena tra vecchie e nuove criticità: tassazioni eccessive, caldo persistente che rallenta la vendita dei capispalla, il Black Friday che «fa sì che anche dicembre sia all’insegna dello sconto - sostiene Cristina Simionato di Peter Pan a Mirano -. Due mesi a stagione con prezzi normali sono davvero pochi». Si chiede ai brand di non imporre budget d’acquisto penalizzanti, di prestare una maggiore attenzione ai canali di vendita, selezionandoli meglio, e di garantire più riassortimenti e cambi merce. E si continua a vedere il web come una minaccia, anche se cresce il numero di coloro che si stanno gradualmente aprendo all’online. ■

Claudia Randellini ADA & ZUCCHERO Arezzo - Anna Castagna AL NIDO DEL CONDOR Piacenza - Annalisa Cuomo ANDREA BABY BOUTIQUE Vico Equense (Napoli) - Elisabetta Bonello e Daniela de Luca ANNA ANNIBALI Civitanova Marche (Mc) - Susanna Caniglia ANNI VERDI SUSI Prato e Montemurlo (Po) - Roberta Baccari ARREDO BABY Fidenza (Pr) - Angela Frisone BABY DRESS Bari - Matteo Barbera BARBERA JUNIOR Castellammare del Golfo (Tp) - Caterina Fanelli BIANCANEVE Francavilla Fontana (Br) - Bruna Galli BOUTIQUE BRUNA Fossombrone (Pu) - Emilia Di Simone BULLI E BELLI San Nicolò A Tordino (Te) - Giovanna Vergnano CAPRA Chieti (To) Emanuele Sozzi SOZZI AGHINA Catania - Manuela Bizzarri CAVALLUCCI Terni - Paolo Colognese COLOGNESE 1882 Montebelluna (Tv) - Annalisa Crea CREA Treviglio (Bg) - Cristina Sartori CRISTINA SARTORI Torino - Francesco Depinto DEPINTO KIDS Barletta (Bt) - Schäfer Wally DERBY JUNIOR Brunico (Bz) - Marinella Pancini DIMENSIONE KID Montevarchi (Ar) - Ettore Bosti EMTON Napoli - Angela Di Donato FOUR SEASONS JUNIOR Cerignola (Fg) Daniela e Franz Kraler FRANZ KRALER Cortina e Dobbiaco (Bz) - Chiara Nodari FREEPORT BABY Clusone (Bg) - Nadia Gagliardone GAGLIARDONE Saluzzo (Cn) - Marco Bollero IL CUCCIOLO 2.0 Torino - Anna Maria Cammi IL MONELLO Piacenza - Gianni D’Apostoli INFANZIA ELEGANTE Roma - Martina Rossi LA VOLPE ROSSA San Miniato (Pi) - Federica Sambo LILIANA BIMBI Chioggia (Ve) - Paolo Marini MARCOS Mondovì (Cn) - Mari Arena MARINELY Messina - Silvia Nizzaro MAZZINI 11 Arzignano (Vi) - Erika Bardazzi MINIMODA Prato - Fernanda Iori NINNA O Reggio Emilia - Veronica Galbero PAPALLA Novara - Verdiana Pedico PEDICO Barletta (Bt) - Daniela Merlino PEGASUS KID’S WEAR Alassio (Sv) - Cristina Simionato PETER PAN Mirano (Ve) - Marilena D’Urbano PETITE MADELEINE Termoli (Cb) Ernesto Ciardullo PRIMAMODA Cosenza - Paola Sciacca RIBES SRL Marsala - Daniela Ruggeri ROBIRÒ Bergamo - Roberta Berti ROBY ABBIGLIAMENTO Pistoia - Bruna Arcuri STYL BABY Crotone - Jessica Fabìnton TATO E TATA Costabissara (Vi) - Enza Staropli TOPOLINO MODA Vibo Valentia - Didi Corbetta VALTELLINI Rovato in Franciacorta (Bs) - Andrea Diaz VELA SHOP JUNIOR Cagliari - Virginia Zingone ZINGONE Roma



BUYER IN FORTEZZA

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LUSSO, CREATIVITÀ E OSPITALITÀ: COSÌ IL NEGOZIO FISICO BATTE ANCORA L’ONLINE DI ANDREA BIGOZZI

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1. Mode Mignon Petit è la nuova realtà che ha preso il via a Lucca lo scorso luglio, sotto la guida di Chiara Pertile con il marito Stefano Cecchini e la socia Gaia Giusti 2. Lo spazio di circa 200 metri quadrati, si affaccia su un grande giardino ed è stato progettato dallo studio di architettura Wpa di Arezzo

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Entrare in una boutique multimarca per bimbo e, dopo poco, accorgersi di trovarsi in un ambiente completamente diverso in cui incontrarsi, socializzare e giocare, prima ancora che fare acquisti: è l’idea alla base di Mode Mignon Petit, ultima “new entry” dello storico retailer del lusso, Mode Mignon, che vanta già tre negozi a Lucca (uomo, donna e accessori), nata meno di un anno fa nella centralissima via dell’Arancio, a pochi passi dalla Torre delle Ore. Uno spazio di circa 200 metri quadrati (firmato dallo studio di architettura Wpa di Arezzo), caratterizzato da una shopping experience completa, studiata per accompagnare e sorprendere i clienti grandi e piccoli, a partire dall’impatto visivo, contemporaneo e accogliente negli arredi, senza tralasciare un un calendario di eventi che prevede frequenti merende e party a tema. Una scelta “coraggiosa”, come ci ha raccontato la proprietaria Chiara Pertile, che in questo progetto è affiancata dal marito Stefano Cecchini e dalla socia Gaia Giusti. «Abbiamo pensato che il modo migliore per distinguerci sul mercato fosse quello di concepire questo negozio non come un semplice luogo per scoprire il prodotto. Al giorno d’oggi, anche quando si parla di kidswear, bisogna invogliare continuamente il cliente a tornare. In quest’ottica gli appuntamenti che abbiamo messo in atto sono importanti e incuriosiscono l’utente». Una formula commerciale che pensa al futuro, ma che è anche un ritorno al concetto più autentico di boutique multimarca, ovvero offrire una selezione pensata ad hoc per il cliente finale («Abbiamo scelto una trentina di marchi come Fendi, Chloé, Gucci, Givenchy e Balenciaga, perfetti per il cliente lucchese, che è un po’ bon ton») abbinata al lato più emozionale, in cui lo store e il negoziante entrano a far parte delle vite dei clienti. Risultato? Con quasi sei mesi di attività è già possibile fare bilanci e confronti con il canale e-commerce, lanciato da poco. «Gli affari stanno andando bene - conclude Pertile -. Ci siamo già costruiti una clientela affezionata. Le vendite nel negozio fisico stanno andando meglio che sull’e-shop, che comunque funziona. Per noi l’online e i social rappresentano una vetrina, che spinga i clienti a venire a conoscerci in negozio ed entrare a far parte del nostro mondo».

KIDS CAVERN A FIRENZE PER LO SCOUTING, POI NUOVO E-SHOP E POLO LOGISTICO Dopo due anni intensi con nuovi opening, l’insegna inglese inaugura a Pitti Bimbo un 2020 ricco di progetti Nonostante le incertezze un po’ in tutto il mondo, i retailer indipendenti di moda per bambini continuano a investire, specie nel segmento premium e luxury. Lo dimostrano le storie dei buyer in arrivo a Pitti Bimbo (16 al 18 gennaio), tra cui Danny e Tracey Shelvey, che nel 1989 hanno fondato Kids Cavern, un’insegna che vende oltre 120 marchi internazionali, tra cui Fendi, Givenchy, Lanvin, Moncler, Dsquared2 e Boss. «Sono stati due anni intensi per noi - racconta a Fashion Danny Shelvey -. Ad agosto abbiamo aperto un nuovo negozio di oltre 500 metri quadrati all’interno dell’Intu Trafford Centre di Manchester. Nel 2018 invece ci siamo concentrati sulla relocation di Liverpool, dove siamo passati da meno di 400 a oltre 1.200 metri quadrati». Gli investimenti per la realtà inglese proseguiranno anche nel 2020 e riguarderanno l’e-shop, lanciato nel 2000 e che genera circa il 30% delle vendite. «Veniamo a Firenze per incontrare i nostri amici espositori, fare il punto sulle novità del mercato e fare scouting di nuovi marchi. Poi sarà tempo di lavorare ai progetti che ci riguardano: a marzo ci sarà il reboots del sito e nell’estate ci trasferiremo in un nuovo polo logistico», conclude Shelvey. (an.bi.)


IL CONCEPT STORE DEL FUTURO È A PITTI BIMBO E CONQUISTA FRA TECNOLOGIA E CONTATTO UMANO Secondo la piattaforma The Playful Living il negozio 4.0 deve essere un punto di riferimento per i servizi e mostrare i prodotti in un contesto di uso reale

LA RISCOSSA DELLA PROVINCIA: MAZZINI 11 PASSA DA 60 A 200 MQ Il negozio fisico, e quello dedicato ai bambini in misura maggiore, è chiamato a vivere una profonda trasformazione, passando da luogo di consumo a luogo di relazione, dando quella spinta in più all’acquisto e facendo “vivere” una vera e propria esperienza. Una metamorfosi facile da teorizzare, ma complessa da mettere in pratica. A dare una mano ai tanti buyer alle prese con la riprogettazione in chiave retailtainment ci pensa Pitti Bimbo, che ha deciso di portare all’interno della Fortezza da Basso il negozio del futuro. A realizzarlo è la piattaforma di co-progettazione The Playful Living che, in collaborazione con il Cilab (Laboratorio di Ricerca del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano), presenta un Kids Concept Store Multibrand pensato per rispondere alle esigenze delle nuove generazioni e delle famiglie. Uno spazio di circa 100 metri quadrati a misura dei consumatori 4.0, che mette in pratica le principali trasformazioni tecnologiche e di servizi umani con cui i retailer devono confrontarsi per rimanere competitivi, animato costantemente da talk e incontri. L’allestimento rende concretamente visibili i principali processi che i retailer devono affrontare per rimanere competitivi, seguendo i tre macro trend evidenziati dalle ricerche 2019 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano. Il negozio del futuro deve innanzitutto essere un luogo dove vivere un’esperienza dal punto di vista relazionale; inoltre diventare un punto di riferimento di servizi per la comunità, con attività ludiche e sociali e professionali; infine, saper mostrare i propri prodotti in un contesto d’uso reale, legato all’esperienza effettiva dei consumatori. All’interno dello spazio, anche un corner dove sarà disponibile un supporto per declinare il Kids’ Concept Store in realtà commerciali di tutte le dimensioni. (an.bi.)

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1. e 2. The Playful Living è l’allestimento di un concept store che unisce tecnologia e idee, per mostrare in pratica ai retailer e ai buyer di Pitti Bimbo le nuove frontiere del retail 4.0 offrendo spunti su come presentare le proposte multicanale e sulle nuove strategia di vendita del settore, in un mix di tecnologia e valori

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La riscossa dei negozi di prossimità sui grandi centri commerciali per ora è una semplice previsione di alcuni, ma i segnali incoraggianti per le attività commerciali di provincia, riscoperte da una clientela esigente, ci sono eccome. Gli esempi della rinascita ci sono anche nel Nordest, tra le prime aree in Italia a risentire della crisi dai consumi, con relativo calo delle saracinesche di negozi al dettaglio. Ad Arzignano, in provincia di Vicenza, Caneva Junior ha da poco cambiato location, passando da uno spazio di 60 metri quadrati a uno di quasi 200 metri quadrati. Inoltre a febbraio l’insegna cambierà nome in Mazzini 11, prendendo spunto dall’indirizzo della nuova location. «Si è creata l’occasione per acquistare questo spazio - ha spiegato la nuova titolare Silvia Nizzaro - e l’abbiamo colta al volo. Avere più superficie a disposizione ci permetterà di potenziare la nostra offerta, specie sul fronte accessori e neonato, che prima erano sacrificati». La brand list di Mazzini 11 è composta da una trentina di nomi e mescola aziende specializzate come Il Gufo e Petit Bateau, a griffe come Dsquared2, Marcelo Burlon e Pinko. «Ma la nuova apertura ci spingerà a fare ulteriori inserimenti - conclude Nizzaro - ad esempio Stone Island». (an.bi.)

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INFLUENCER MARKETING

BABY STYLE ICON: NE VEDREMO DELLE BELLE Il kid digital advertising è previsto in forte aumento, mentre su Instagram e YouTube le mini icone della moda crescono. Il fenomeno arriva in ritardo in Italia ma è in espansione, con tutti i pro e i contro del caso DI ELISABETTA FABBRI

C

i sono le modelle americane Ava Marie e Leah Rose Clements - classe 2010, considerate le gemelle più belle del mondo - che contano 1,5 milioni di follower su Instagram. In Inghilterra c’è Laerta, con 1,1 milioni di follower, che si dichiara una «fashionista di nove anni», mentre in Asia la coetanea giapponese Coco, che di follower ne ha 685mila, dice di amare la moda da quando ne aveva due. Anche i fratellini californiani Stella e Blaise non scherzano con i numeri in Rete: più di 66mila fan su Instagram, ma soprattutto video su YouTube da milioni di visualizzazioni. Le classifiche cambiano in continuazione, i follower vanno e vengono, qualche profilo è stato pure hackerato, ma di certo il fenomeno dei bambini fashion influencer sta diventando una cosa seria, anche solo a giudicare dai brand indossati da queste piccole icone di stile. In Italia siamo solo agli inizi. Stando alle cronache, la prima mini influencer è la cremonese Gaia 4 Masseroni, sei anni, figlia della fashion blogger Elisabetta Bertolini, e quasi 41mila follower su Instagram. È un “influenzatore” inconsapevole Leone Lucia FerraIL 2020 gni, il figlio di Fedez e Chiara Ferragni, oggetto di POTREBBE numerosi post sul profilo Instagram della celebre DARE UNA sensibili a questi temi, ma se ci si muove sui social mamma e con migliaia di follower sui profili fan. ACCELERATA non è raro incappare in sponsorizzazioni molto eviNathan Leone Di Vaio, figlio del fashion blogger MaAL MINI denti, che non vengono dichiarate con la formula riano, ha un profilo personale dalla nascita (ora con “#adv”. Il fatto è che in Italia non sono previste san231mila seguaci), mentre il secondogenito LeonarINFLUENCER zioni e in più è molto complesso monitorare tutti gli do Liam, nato a metà 2018, ne vanta quasi 61mila. MARKETING influencer». Persino il fatto che un bimbo abbia un «Al momento è difficile quantificare il fenomeno in ITALIANO proprio profilo Instagram non sarebbe del tutto in Italia ma comincia a crescere - commenta Vincenzo regola, se si pensa che l’età minima per iscriversi è Cosenza, responsabile marketing Italia della piattaforma di influencer marketing Buzzoole - . Sono circa una decina 13 anni. Finora l’ostacolo è superato dal fatto che l’account è ammii profili che emergono, stando alla nostra piattaforma di discovery, nistrato da mamma e papà. La questione della privacy si risolve, in che cataloga circa due milioni di influencer di tutte le età. Va però genere, con una liberatoria dei genitori: sono i soli a decidere cosa considerato che pochi bambini hanno un proprio account: i più noti pubblicare ma si sa che le immagini in Rete possono essere moltisono seguiti come “figli di”». «In media - prosegue - non si vedono plicate e veicolate, violandone l’uso originario. Per quanto riguarda numeri importanti su Instagram, mentre su YouTube alcuni video, i contratti fra marchio e influencer, secondo Cosenza nel caso degli per esempio quelli di Ameli TVIT, ottengono milioni di visualizzazio- adulti c’è sempre un accordo economico, che prevede un compenso ni». La piattaforma di condivisione di video cattura l’attenzione dei monetario, mentre la fornitura della merce non è scontata. «Se i piccoli al pari della TV e permette l’interattività, mentre Instagram è piccoli influencer sono noti - dice il portavoce di Buzzoole - è plausiuna sorta di album di foto e, più che intrattenere i bambini, dà sug- bile che ci sia un compenso, mentre se sono agli inizi è più probabile gerimenti e detta tendenze ai grandi. Tra i ragazzini sta spopolando che venga solo regalato il prodotto». «Le aziende mandano i vestiti e il social network cinese TikTok con video musicali, karaoke, balletti puoi guadagnare a post o fare un forfait con vari capi», ha spiegato la e parodie di pochi secondi, le cui potenzialità in termini di marketing mamma di Gennaro, fashion blogger e mini influencer napoletano, sono tutte da esplorare. «C’è interesse per il mondo social da parte in un servizio messo in onda dal programma Rai Realiti. «I social del childrenswear e credo che il 2020 sarà un anno di maggiore fer- rendono di più della moda», ha specificato, alludendo a metodi di mento, con più collaborazioni improntate alla trasparenza, anche se comunicazione tradizionali come le sfilate e le campagne pubbliciresterà un fenomeno di nicchia», osserva l’esperto. I produttori di tarie. Dal servizio, dove sono intervenuti altri piccoli fashion addict abbigliamento per bambini sono frenati soprattutto da una serie di e familiari-manager, non sono emerse particolari preoccupazioni in problematiche, che vanno dalla trasparenza nelle sponsorizzazioni merito a una esposizione mediatica così precoce, alla gestione delle alla privacy. «Nella nostra esperienza - dice Cosenza - i marchi sono “performance” e degli up and down.

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Ma come parte un vero piano di mini-influencer marketing? Che si tratti di senior o junior le regole di base sono le stesse. «Bisogna studiare la brand identity del marchio e i suoi valori e confrontarla con l’attività dell’influencer online - spiega Cosenza - per vedere se sono compatibili». In prima battuta, però, ciò che qualifica grandi e piccoli sui social sono il numero di influencer e i like per post, mentre qualità e provenienza dei follower emergono solo dai profili più evoluti. L’eventuale attività su YouTube permette un’analisi più approfondita e di capire se l’influencer è più indicato per brand del largo consumo, del fast fashion o dell’alto di gamma. Gli esperti di digital marketing si occupano pure del monitoraggio dei post prima della messa online, affinché siano in linea con gli obiettivi delle label sponsor, e dopo la pubblicazione. Se il marchio ha un sito di e-commerce, si può arrivare a quantificare l’efficacia in termini di vendite. In Italia però sia le aziende, sia le famiglie non si stanno muovendo con un approccio così scientifico. A quanto pare, i più preparati sono solo i marchi ben strutturati e, tra i genitori, quelli che hanno già un’esperienza come influencer. Sarà anche per questo che, a sentire i negozianti italiani di abbigliamento infantile, il baby influencer marketing nel retail indipendente non sta muovendo le vendite, tranne qualche rara eccezione. «Che bambino o mamma si presentino con la foto di un baby influencer e chiedano quello stesso look non è ancora accaduto e spero di essere già anziana il giorno che succederà - afferma Annamaria Cammi della boutique Il Monello di Piacenza -. Invece, dai 10 anni in su, capita che ci segnalino capi visti online indosso agli adulti, rapper o sportivi famosi. Di nostra iniziativa, con il consenso dei genitori, mettiamo le foto dei figli sulla nostra pagina Facebook e questo vediamo

Nel Kids Digital Media Report 2019 PwC prospetta che nel 2021 il mercato dell’advertising digitale rivolto ai bambini crescerà nel mondo a 1,7 miliardi di dollari. Si tratta del 37% del totale previsto di 4,6 miliardi di dollari: più del doppio del 2016 e del 2017 (vedi grafico in basso). Quest’anno il totale atteso è di 4,5 miliardi di dollari (+4,7% rispetto al 2019), di cui 1,4 miliardi di pubblicità online. Fra il 2018 e il 2021 il cagr (tasso annuo di crescita composto) dovrebbe risultare del 2,9%, per effetto di un +21,6% della pubblicità in Rete e del -3,9% di quella tradizionale. Inoltre le stime per la pubblicità online (piattaforme dedicate e streaming, motori di ricerca, social media, YouTube, network ed editori online) potrebbero essere ritoccate al rialzo, se fosse rivista la legislazione Usa sulla privacy online dei bambini, estendendola dai 13enni ai 16enni, e se provvedimenti simili fossero presi da Paesi come Cina e India, dove sono in discussione. Si è visto infatti che l’introduzione del Gdpr-General Data Protection Regulation in Europa con la sua componente “bimbo” - Gdpr-K, che riconosce una protezione speciale ai dati personali riguardanti gli under 13 (estesa agli under 14, 15 e 16, in alcuni Stati membri) - sta supportando la crescita di settori emergenti come il kidtech. Nel report di PwC la categoria kid è quella che mostra l’accelerazione maggiore in termini di audience online. Nel 2018 si sono connessi per la prima volta 62 milioni di bimbi, 2 ogni secondo e, di fatto, un terzo degli Internet user sono bambini. Da un’indagine svolta in UK, se si confronta il 2014 con il 2018 le classi di età che hanno aumentato maggiormente il tempo trascorso in Rete sono quelle 3-4 anni (+35% nei cinque anni) e 5-7 anni (+33%). Al momento YouTube risulta la maggiore piattaforma di intrattenimento digitale per bambini e in termini di investimenti pubblicitari ha uno dei maggiori cagr 2018-2021 (26%). La preoccupazione principale dei genitori di 5-15enni britannici è che le aziende raccolgano dati sull’attività online dei figli. Al secondo posto i danni alla reputazione (presenti e futuri) e al terzo il fatto che dettagli personali vengano lasciati a persone inappropriate, ex aequo con le pressioni esercitate dalla Rete per lo shopping online. CAGR 16-18

CAGR 18-21

Total

2.8%

2.9%

Non-digital

(1.6%) (3.9%)

Digital

24.9% 21.6%

4.0

4.1

4.2

4.3

4.5

4.6

2.9 3.0

3.4

3.4

3.3

0.6 (15%)

0.7 (18%)

0.9 (22%)

2016

2017

2018

Dati in miliardi di dollari

1

KIDS DIGITAL ADVERTISING A $1,7 MLD NEL 2021

3.2

1.2 (27%)

1.4 (32%)

2019F

2020F

1.7 (37%)

2021F

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Fonte: PwC, Kids Digital Media Report 2019

1. Sul suo profilo Instagram Laerta sponsorizza un casco glam per andare in bicicletta 2. Il personale stile griffato della giapponese Coco 3. I fratelli californiani Stella e Blaise in versione sportiva 4. Le gemelle Clements, 1,5 milioni di follower su Instagram, in denim Guess?


INFLUENCER MARKETING 1

1. Il piccolo Leone Lucia, influencer inconsapevole sul profilo Instagram di mamma Chiara Ferragni 2. Nathan Leone Di Vaio, figlio di Mariano, ha un profilo Instagram dalla nascita 3. Gaia Masseroni, figlia della fashion blogger Elisabetta Bertolini

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che interessa: siamo una piccola città e si conoscono tutti». «Anche celebri - ribatte Michele Pedico, del negozio Pedico a Barletta. Forda noi non è ancora successo», dicono dallo store Zingone di Roma, tunatamente lavoriamo con la maggior parte dei brand che vestono i che su Facebook posta come “indossatori” i bambini clienti e anche “figli di” e anche se non abbiamo le proposte fotografate, orientiamo i figli di chi lavora in negozio. «Raramente ci è capitato - dichiara il cliente sull’universo di quello stesso marchio». «Sul fenomeno dei Silvia Baruzzi di Bulli e Pupe a Imola -. Un caso è stato quando Ferbaby influencer - aggiunge - penso che il mondo dell’infanzia debba ragni e Fedez sono diventati genitori ma è più la mamma che incontinuare a essere ovattato e coccolato, ma dobbiamo accettare anfluenza: ancora non si parla di bambini che di loro iniziativa dettano che questa nuova maniera di comunicare perché le mamme giovani le tendenze. Penso che il fenomeno riguardi soprattutto i teen». «In si fanno influenzare molto dalle immagini che trovano in Rete. Credo generale - prosegue Baruzzi - notiamo che se un brand funziona per però che il contatto diretto sia più valido di un’immagine postata». l’adulto viene richiesto anche nelle taglie piccole». «Pensare ai baby Per questo Pedico organizza ogni anno degli eventi, anche in partinfluencer non mi entusiasma e mi fa un po’ paura - ammette la titonership con le aziende di abbigliamento bimbo: un’occasione di dialare di Bulli e Pupe -. Noto però che gli 11-12enni sono molto attenti logo con le famiglie e i bambini, oltre a un modo per creare interesse al look e seguono i loro beniamini della musica e dello sport, specie sul territorio. «La cura del cliente - conclude Pedico - resta fondaper le sneaker». «Qui siamo a Prato, dove si produce il tessuto e più mentale e ci sta premiando: in 34 anni di attività abbiamo vestito più o meno tutti ritengono di intendersi di moda – commenta Patrizia generazioni delle stesse famiglie». ■ Bardazzi della boutique Minimoda -. Così le mamme credono di essere loro le vere trend setter». Gli influencer, a suo parere, baby. «In queste attività - spiega Marco Marchi, funzionano dai 12-14 anni in avanti. «Se il presidente di Liu Jo - coinvolgiamo giovani fenomeno cominciasse a prendere piede ragazze, che con la loro spontaneità e freschezza anche nelle taglie più piccole - aggiunge possono contare su fan affezionatissime, amanti - sarebbe un bene, perché è il segmento delle proposte Liu Jo. Insieme costruiamo progetti che sta soffrendo di più. Il rischio però è che vivono principalmente off-channel e rinsaldano la relazione con il brand, all’insegna della positività che si verifichi un boom di una linea che e del divertimento, come nel caso della dance resiste solo un paio di stagioni: di meteore challenge lanciata con successo qualche mese fa ne abbiamo viste tante, l’euforia sui nuovi attraverso i canali di alcune giovani influencer». Oltre marchi ha una durata sempre più limia puntare su collaborazioni speciali con i talenti amati tata». Da Minimoda se proprio mostrano dai più piccoli, come i Me contro Te, da alcune delle foto, sono quelle viste sui social del stagioni, e su più Paesi, Liu Jo sta investendo in Con l’inverno 2019/2020 Liu Jo ha lanciato negozio che ritraggono i bambini-clienti. progetti di marketing che, in collaborazione con una capsule di calzature per bambine e bambini «Fanno la fila per farsi immortalare, ci mamme influencer, diano risalto al prodotto in ottica in collaborazione con i Me contro Te. Non si tengono sia i piccoli che la famiglia, previa mini-me. «Il tutto - sottolinea Marchi - alimenta in tratta esattamente di mini-influencer, ma dei liberatoria - spiega Bardazzi -. Facendo modo mirato il nostro canale Instagram @liujokids, più che ventenni Luigi Calagna e Sofia Scalia, pubblicità a prodotti che già abbiamo in una vetrina social speciale sul nostro mondo kidswear coppia (anche nella vita) di youtuber da milioni assortimento, non abbiamo il problema nata lo scorso anno». In questo percorso l’azienda di visualizzazioni per video, che ha conquistato di non soddisfare la richiesta. Di certo il emiliana si muove sia in autonomia che con specialisti. i più piccoli non solo sul canale digitale, ma capo postato traina le vendite, ma orga«Monitoriamo costantemente - precisa il presidente - i anche in libreria e al cinema con il primo film, nizziamo anche sfilate ed eventi. Attrarre profili delle influencer più interessanti sul mercato, La Vendetta del Signor S. Con Liu Jo firmano i clienti in negozio è sempre più faticoso adulte e teen, studiando stili, contenuti e tone of voice. due modelli di sneaker in sei varianti di colore, e dispendioso e alla fine non so se realA volte ci avvaliamo di agenzie, altre volte siamo personalizzabili con patch da attaccare e staccare mente ne valga la pena: i clienti pretennoi a contattarle direttamente. Le collaborazioni che a piacere. La collaborazione, che proseguirà con dono sempre di più». «Non siamo ancora si instaurano hanno sempre alla base una totale nuove iniziative nella stagione estiva, rientra arrivati a segnalazioni di baby influencer sintonia e la volontà di dare spazio alle influencer, in una più ampia strategia di comunicazione ma ci citano i capi indossati dai figli dei più rispettando la loro personalità e il loro stile». coinvolgente, in linea con il target junior e

CON I ME CONTRO TE LIU JO CONQUISTA I KID

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NEWS

RIFÒ ANCORA PIÙ ECO-FRIENDLY CON BEE-SUSTAINABLE Novità per il giovane marchio pratese eco-sostenibile Rifò: debutta Bee-Sustainable, una capsule collection a tema api, dedicata al mondo dei mini-me e confezionata in cashmere rigenerato 100%. Cappellino, sciarpa e copertina, contraddistinti da ricami e dettagli handmade, sono pensati per i piccolissimi da zero a 24 mesi e realizzati insieme a Manusa, cooperativa sociale di Pistoia che si dedica alla produzione di maglieria artigianale ed eticamente sostenibile, coinvolgendo nella lavorazione persone inserite in percorsi di riscatto sociale. (c.bo.)

BARBIE CHIUDE L’ANNIVERSARY YEAR CON BEBE VIO Il personaggio “One of a Kind” con cui la fashion doll conclude le celebrazioni del 60esimo è l’atleta paralimpica Dopo la chef Rosanna Marziale, la cantautrice Elisa, l’astrofisica Sandra Savaglio e la stilista Alberta Ferretti, Mattel chiude i festeggiamenti per il 60esimo anniversario di Barbie celebrando l’atleta Bebe Vio: la schermitrice paralimpica è stata scelta come modello di ispirazione ed empowerment per tutte le bambine del mondo. Anche a lei, come alle altre protagoniste che l’anno preceduta, l’azienda ha dedicato una Barbie One of a Kind, ossia una copia unica con le sue sembianze. Come diceva Ruth Handler, creatrice della celebre fashion doll nel 1959 e co-fondatrice di Mattel, «a ispirarmi nella creazione di Barbie è stata la volontà che, attraverso la bambola, le bambine potessero immaginare di essere tutto ciò che desiderano». Per il 60esimo anniversario l’azienda ha voluto focalizzarsi in particolare sul DreamGap, il fenomeno che porta le bambine intorno ai cinque anni a perdere fiducia nella proprie capacità, a differenza dei loro coetanei di sesso maschile. Con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza sui fattori che causano questa situazione, è stata lanciata la campagna #ChiudiamoIlDreamGap, che intende sensibilizzare maggiormente famiglia, scuola e società. Già dal 2015, del resto, Mattel è impegnata con il programma Shero, che mira ad aiutare le bambine a credere nel proprio talento, mostrando loro modelli positivi, a cui regala le sembianze di una bambola One of a Kind. (c.me.)

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MOTHERCARE IN DIFFICOLTÀ: STOP A 79 NEGOZI NEL REGNO UNITO L’insegna di prodotti per l’infanzia Mothercare, in amministrazione controllata dallo scorso novembre, sta per chiudere i suoi 79 store nel Regno Unito. Si stima che perderanno il lavoro 2.800 addetti. Nel frattempo un suo amministratore non esecutivo, Nick Wharton, ha rassegnato le dimissioni. A causa della crisi dei consumi interni, nei sette mesi terminati a ottobre il retailer britannico ha accusato 21,2 milioni di sterline di perdite pretasse (circa 25 milioni di euro, al cambio attuale), contro i 18,5 milioni di un anno prima. I ricavi sono diminuiti del 13% a 234,1 milioni di sterline (276 milioni di euro), mentre le spese amministrative sono salite del 68%, passando da 22,7 a 38,1 milioni. Tra le cause della crisi del gruppo ci sarebbero la concorrenza dei supermercati e l’aumento degli acquisti online. La stampa inglese ricorda che, pochi mesi prima del collasso, i boss di Mothercare hanno ricevuto in bonus 560mila sterline. (e.f.)


EUROPEAN TOUR A VALENCIA ESORDISCE BABYKID SPAIN

MALO: IL RILANCIO PASSA ANCHE PER IL BABY Dedicata ai piccolissimi una linea di coperte in puro cashmere, ma non è l’unica novità per lo storico marchio made in Italy Nuovo decennio all’insegna del rilancio per Malo, marchio di abbigliamento che dal 1972 fonda il proprio core business sulla produzione di maglieria in cashmere e fibre nobili e che nel 2018 è stato rilevato da Walter Maiocchi, Luigino Belloni e Bastian Mario Stangoni attraverso la finanziaria FinPlace2. Una pedina del nuovo corso è anche il baby, al quale viene dedicata una special collection di piccole coperte in puro cashmere (70x90 cm.): declinate nei toni del panna, rosa e celeste, sono personalizzate da una lavorazione a intrecci e coste multi-fili di matrice artigianale. Non è l’unica novità per il brand, che ha lanciato un servizio di rigenerazione dei suoi modelli, che attraverso una riparazione a 360 gradi - dal lavaggio alla rasatura - all’interno dei laboratori Malo, acquistano una seconda chance, in nome dell’economia circolare: per avvalersi del servizio è necessario recarsi in uno dei monomarca, presentando l’indumento Malo da riportare a nuova vita. «I capi più preziosi sono quelli creati per durare nel tempo - commenta Maiocchi -. Fanno parte della vita e sono elementi del ricordo». Anche in ambito digital il brand fa un upgrade avviando il nuovo sito malo.it, una e-boutique dove poter fare acquisti, esplorare gli abbinamenti proposti grazie alla funzionalità You may also like e tenersi aggiornati, grazie alle sezioni Eventi & Press e Malo World. (c.bo.)

TRA I BRAND DELLA PUERICULTURA CHICCO VINCE SUI SOCIAL Blogmeter ha preso in esame, dall’1 settembre al 30 novembre, 32 brand della puericultura pesante, stilando due classifiche, una sui primi cinque marchi per interazioni totali su Facebook, Instagram e Twitter e una sui vincitori per visualizzazioni su YouTube. Chicco (nella foto) svetta con 135mila interazioni su Facebook e Instagram, aggiudicandosi i titoli di most reacted post e most commented post, quest’ultimo sui seggiolini anti-abbandono. Secondo Peg Perego (30mila) e terzo Momon (oltre 18mila), Quarto Nanan (18mila) e quinto Cam-Il Mondo del Bambino (15mila). Su YouTube si impone ancora Chicco, seguito dal francese Bébé Confort. Terzo Peg Perego e quarto Foppapedretti. (c.bo.)

Dal 24 al 26 gennaio esordisce a Valencia, presso il polo fieristico di avenida de las Ferias, il salone BabyKid Spain: organizzata da Asepri (Asociación Española de Artículos para la Infancia), la manifestazione si svolge in sinergia con lo storico salone dell’abbigliamento infantile Fimi, portando alla ribalta circa 350 marchi nazionali ed esteri da una dozzina di Paesi. In questo modo il polo di Valencia intende rispecchiare a 360 gradi l’universo bambino, rafforzando parallelamente i momenti di networking e informazione.

MINI MODE SI EVOLVE IN UNA GLOBAL KIDS FASHION WEEK

Non solo moda per l’adulto a metà febbraio in Inghilterra: il 14 e 15, in concomitanza con la London Fashion Week, va alla ribalta il salone Mini Mode, oggetto di un rebranding che lo trasforma in Mini Mode Global Kids Fashion Week. La location è St Mary’s Venue e tra i brand presenti ci sono, oltre agli inglesi A*Dee, House of Juniors, Zoobug London e Mitch & Son, anche i francesi Charabia e Billieblush, gli statunitensi Backpacks e MadPax, i coreani Bebebebe e Maman Salon e, dalla Nigeria, Ray and Roy. L’evento non si rivolge solo agli addetti ai lavori, ma anche al pubblico nella giornata del 15 febbraio, dedicata alle proposte see now, buy now.

ANCHE IL BIMBO ON STAGE A COPENHAGEN

Un arcipelago di brand, con un focus sulle realtà fuori dai soliti percorsi: così si connota Ciff, la fiera di Copenhagen che presidia dal 29 al 31 gennaio il Bella Center con un carico complessivo di 2mila brand, su una superficie di 60mila metri quadri. Oltre all’abbigliamento maschile e femminile e agli accessori c’è spazio anche per il kidswear con Ciff Youth, vetrina di circa 300 marchi tra cui dall’Italia Diesel Kids, ma soprattutto fucina di novità per i buyer locali e internazionali a caccia di realtà creative da inserire nei loro negozi.

MONACO DI BAVIERA APRE LE PORTE AI PICCOLI

Sono circa 600 le collezioni di abbigliamento e accessori infantili che soprattutto dalla Germania, ma anche da Austria, Svizzera, Danimarca, Europa dell’Est, Usa e Australia confluisono su Monaco di Baviera dal 24 al 26 gennaio: l’occasione è una nuova edizione di Supreme Kids, rassegna che ha luogo all’interno del centro espositivo Mtc di Taunusstrasse e che tra i brand partecipanti annovera Ai Riders On The Storm, Boboli, Camper for Kids, Colmar, Chicco, Esprit for Mums, Jarrett, Losan, Sarabanda, Primigi, Sanetta e Vingino.

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“ C H O O S E YO U R RIGHT SIDE”


DESIGNERS’ BRANDS FW 2020/2021

WINTER WONDERLAND Far convivere la tradizione sartoriale con uno sguardo al futuro e alla praticità è una delle priorità delle realtà del ready-to-wear nel momento in cui affrontano l’universo dei bambini. Il risultato è un guardaroba pensato per durare nel tempo, portando avanti un’idea di moda apparentemente semplice ma in realtà studiata nei dettagli, elegante e tuttavia capace di rispecchiare il mondo contemporaneo. A CURA DI ALBERTO CORRADO

DSQUARED2 Un assortimento all’insegna di un mood sportivo a suono di riff, ampliato ed esploso in un miscuglio di back to school, impunture e patch stile college, gusto urbano con tocchi rétro e ricordi delle montagne canadesi. Uno stile versatile che si ritrova anche negli accessori, come i morbidi cappellini da baseball con il tema college con logo.

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DKNY La collezione riflette l’intensità emotiva della città di New York, piena di sensazioni e stimoli anche per i teenager e i più piccini. La tendenza black&white si esprime nelle T-shirt con logo, da abbinare ai pantaloni in pile.

ZADIG&VOLTAIRE La linea Rive Gauche ama il Mini Me: alla base ci sono le magliette stile papà o la maglieria in cashmere e le felpe rubate dall’armadio della mamma, per giocare a essere grandi ma esprimendo il proprio stile personale. L’abbigliamento diventa un modo per comunicare al mondo la sintonia e il legame con i genitori.

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ICE ICEBERG I toni e lo spirito urbano conferiscono un aspetto spigliato e controcorrente a capi pensati per dare libero sfogo all’immaginazione e al divertimento. I tessuti e le stampe si arricchiscono di colori vibranti e intensi, mentre la cura maniacale dei dettagli resta un punto fermo.

EMPORIO ARMANI JUNIOR Lo stile pulito e sartoriale del brand si riflette negli abiti pensati per ragazzi e ragazze che amano un gusto classico, ma al passo con i tempi. Materiali di qualità e dalle tonalità neutre creano un guardaroba perfetto per ogni occasione.

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI KIDS Romanticismo e leggerezza sono le cifre stilistiche della nuova collezione, caratterizzata da tessuti naturali e piacevoli al tatto. Le linee, morbide e avvolgenti, si sposano con stampe dalla forte identità estetica, con la convinzione che la dolcezza non passa mai di moda. 45


DESIGNERS’ BRANDS FW 2020/2021 KARL LAGERFELD KIDS Il guardaroba dei ragazzi si concentra sull’essenziale, con look eleganti e casual che attirano l’attenzione grazie ai tessuti e alla pienezza dei volumi di maniche e spalle. Novità di questa stagione la collaborazione tra Karl Lagerfeld Kids e Olivia Palermo per una collezione mini-me e la doppia K associata a 21 Rue Saint Guillaume, indirizzo parigino del quartier generale della griffe, per una capsule che comprende felpe, magliette, bomber e accessori.

THE MARC JACOBS A partire da questa stagione la collezione Little Marc Jacobs viene rinominata come The Marc Jacobs, aprendosi a collaborazioni con artisti e character cari a piccoli e grandi, come Snoopy e Woodstock. La prima novità è il logo multicolore stampato su magliette, felpe e abiti, mentre la seconda è l’immagine-mascotte dello scoiattolo, ispirato a quelli che circolano in Central Park e New York City.

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N°21 KIDS Look super chic e spirito ribelle: le bambine e gli ometti firmati N°21 giocano con la moda, non senza un tocco di irriverenza e strizzando l’occhio alla Swinging London. T-shirt, bomber, maxi cardigan, gonne e camicie lived-in esprimono alla perfezione uno stile disinvolto e grunge.

LANVIN La prima collezione di abbigliamento per bambini Lanvin - creata in collaborazione con Bruno Sialelli, nuovo direttore artistico dal gennaio 2019 - si connota con i segni distintivi della maison, partendo dal monogramma “JL”, che rimanda alle iniziali di Jeanne Lanvin. Gli outfit valorizzano disegni esclusivi, valorizzati da tessuti di prima scelta: dal twill alla seta, dalla lana al cashmere, dal cotone organico al pile.

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DESIGNERS’ BRANDS FW 2020/2021

BOSS KIDSWEAR Il colore è la forza di questa linea, dove i toni tenui si mescolano con i riflessi acidi del lime, dell’arancio e del rosa caldo, per far risaltare la stampa monogramma HB. Lo stile athleisure è celebrato in tutte le varianti, dalla barca vela alla montagna. Completano l’offerta gli accessori, dalle sneaker alle scarpe morbide. Novità di stagione è lo zaino fasciatoio pensato per i papà, con marchio oversize, tappetino pieghevole e spalline ergo-funzionali.

BALMAIN KIDS Per il direttore creativo della griffe, Oliver Rousteing, è stato facile creare capi per bambini: gli è bastato prestare ascolto alle numerose celebrities e clienti da tutto il mondo, che gli hanno richiesto di realizzare outfit uguali a quelli che indossano loro. Ne è nata una collezione che è la perfetta versione in miniatura dei modelli simbolo della maison.

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KENZO KIDS Abiti e accessori sono sviluppati in cinque temi: “Let’s Climb The Mountain of Ventura”, sinonimo di uno stile puffy, all’insegna del colorblock; “Welcome to Tokyo”, dove stampe e linee grafiche mixano una tendenza asiatica con nuove forme, il tutto in chiave urban; “Exploration of The Peruvian Culture in Lima”, in cui confluiscono colori e fibre naturali, espressione di un’artigianalità ripresa dal mondo andino; “Let’s Party in Vegas”, per vestirsi easy per i giorni di festa; infine, “Integration of The Aktion Line”, per coloro che amano lo sport e le avventure ad alta quota.

EMILIO PUCCI JUNIOR Stagione dopo stagione, la griffe ribadisce la propria identità, declinando stampe e colori in un sorprendente gioco di intarsi e abbinamenti cromatici. Due le stampe selezionate dall’archivio Pucci, rivisitate in una versione fresca e gioiosa: “Helinconia”, che si posa su cappotti e chemisier, e “Monreale”, che decora abiti eleganti, gonne e bluse.

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IL NUOVO

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FALL-WINTER 2020/2021

TENDENZE

VISIVE

La stagione fredda prepara a un risveglio fatto di morbidezza, voglia di giocare e di muoversi, ma anche di esibire una variegata palette di colori e, a volte, ironiche scritte bene in vista. Le collezioni presenti a Pitti 90, ma non solo, invitano inoltre a immergersi nella natura, unendo la praticitĂ dei capi a un sapore glamour, mentre si insinua una voglia di evasione sospesa fra tempo e spazio.

IL GUFO

A CURA DI ALBERTO CORRADO

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FALL-WINTER 2020/2021

NATURINO

EMU DINOSAUR

CHARABIA

BIANCO NERO

L’armonica dicotomia tra Yin e Yang, bianco e nero, è in testa agli abbinamenti must have di stagione, soprattutto per quel che riguarda l’abbigliamento sportivo e per il tempo libero. FRACOMINA

TIMBERLAND

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TWINSET 17_10 _2019

GIRL


PETIT BATEAU

BLU La moda per le bambine e i più piccoli si intinge nel blu che sboccia in tutte le sue sfumature, dall’azzurro sbiadito alle gradazioni più scure. In particolare, quando il blu notte viene associato al rosa o alle righe marinière esprime raffinatezza, eleganza e unicità.

BLAUER JUNIOR

JACOB COHEN

BIRKENSTOCK

BOMBOOGIE 53


FALL-WINTER 2020/2021

U.S. POLO ASSN.

FALCOTTO BILLIEBLUSH

ROSSO Il rosso è il colore di punta dell’autunno-inverno 2020/2021. La sua tonalità vibrante, arricchita da contaminazioni con lo street e gli sport ad alta quota, lo rende perfetto da mattino a sera.

WOOLRICH DIESEL KIDS

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CARRÉMENT BEAU


ROUGERI STMA KIDS DI STEFANIA MARRA

SCRAMBLED_EGO

VISION OF SUPER

VERDE La luminosità di un colore che infonde vitalità acquista vigore se mixata con tinte forti, come l’arancio e il viola. Per i più estrosi non manca l’abbinamento con pennellate fluo o con stampe effetto patchwork.

PEPE JEANS LONDON

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FALL-WINTER 2020/2021

Da piccoli tutti amano disegnare, ma quando la passione si tramuta in professione diventa ancora più divertente creare abiti fantastici per collezioni esclusive. A CURA DI ALBERTO CORRADO

GENTILE CATONE KIDS

La bambina di Gentile Catone si muove in un immaginario mondo magico e vagamente noir, sempre in bilico tra velleità ascetiche e forme ibride della natura, alla costante ricerca di quel tocco meraviglioso che possa tramutare la realtà in sogno.

FUN FUN

L’irriverenza giocosa delle ragazzine che vestono abiti grintosi per i momenti più glamour delle loro giornate si stempera in uno stile futuristico.

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PINKO UP

In questa collezione il denim si distingue per la sofficità e la raffinatezza, ideali per chi non rinuncia alla praticità, anche nelle occasioni eleganti.

ALBERTA FERRETTI KIDS Una linea briosa e divertente contraddistingue vestiti dedicati alla festa e ai momenti speciali. Semplici e romantici, sono modelli realizzati con metri di seta, tulle e pizzo, in modo da rendere ciascun capo unico, destinato alle reginette per un giorno.

STMA KIDS DI STEFANIA MARRA La sperimentazione e gli accostamenti inediti di tessuti, insieme alle stampe limited edition, rendono inconfondibili le creazioni della stilista, che punta su silhouette senza tempo e su una semplicità che diventa lusso.


TREND

BRAND TO WATCH Marchi al debutto, in fase di rilancio o con alle spalle poche stagioni. I loro plus? Un concept originale e una storia da raccontare

C’ERA UNA VOLTA Un brand che già dal nome evoca magia e avventure. In primis quelle di Emanuela Nurra e Paola Talamini Minotto, italiane diventate amiche a Shanghai, che hanno incrociato i loro destini con C’era una volta, linea dedicata ai bambini dai 2 ai 14 anni. Tutto inizia nel 2015, quando Emanuela - studi all’Accademia di Belle Arti e al Polimoda, con esperienze da Fendi, Dior e Givenchy - inizia a disegnare abiti per le sue figlie a Shanghai, dove rimase per sette anni: il successo è immediato e le prime creazioni si trasformano poi in un marchio. L’incontro con Paola è nel 2016 e dall’anno seguente l’amicizia si trasforma in sinergia per far crescere il progetto su scala globale. Oggi C’era una volta - che a Pitti Bimbo presenta anche una selezione di dieci albi illustrati internazionali - ha costruito un network di negozi clienti in Italia, Middle East, Cina e Usa. Il prezzo medio wholesale è intorno ai 38 euro.

DI ANGELA TOVAZZI

GOODORDERING CORA HAPPYWEAR Il nome Cora viene dalla parola “coraggio”: quello della fondatrice di questo e-commerce, Elisabeth Tocca, nel lanciarsi in un progetto che riflettesse la sua visione del mondo e le permettesse di coniugare famiglia e lavoro, dopo la nascita dei figli. Sostenibilità sociale e ambientale sono infatti il motivo ispiratore delle collezioni, ideate in quel paradiso naturale che è l’Alto Adige e realizzate tra Italia, Grecia e Turchia. Dedicati a bébé e bambini (ma anche alla donna), i prodotti sono in bambù, eucalipto, cotone organico, legno di faggio e lana rigenerata, in vendita su corahappywear.com.

Bag e accessori di qualità, versatili e resistenti all’acqua, ispirati alle borse da scuola giapponesi e a quelle da viaggio anni Ottanta. È questo il mondo di riferimento di Goodordering, marchio indipendente di Hackney (East London) della stilista australiana naturalizzata inglese Jacqui Ma, che vanta collaborazioni con Puma, Virgin Atlantic, Microsoft e Debenhams. Ogni pezzo è concepito pensando a gadget e aggeggi tecnologici, con scomparti imbottiti e tasche di varie forme e dimensioni, per bambini e ragazzini always on. Venduti sul proprio e-store e in una rete di negozi dislocati soprattutto nel Nord Europa, in Italia i samples Goodordering sono visibili nella showroom milanese Unduetrestella.

MONSIEUR CHAUSSETTE Si chiamano Gaston, Leon, Lucien, Marcel e Marin i doudou Monsieur Chaussette, firmati da Marine Mistretta e realizzati a mano da alcune sarte di Milano con le calze in cotone prodotte da un piccolo calzificio di Brescia. L’idea è nata qualche anno fa, quando la neozia Marine, analista di mercato da Prada, sente l’esigenza di creare qualcosa di suo. L’ispirazione viene dai Monkey Socks statunitensi, reinterpretati in versione moderna, con colori e fantasie pensati per i bambini di oggi e, come materiale di base, calze 100% made in Italy. I doudou sono venduti sull’e-store del brand e da Frau Lau a Milano con prezzi medi intorno ai 70 euro.

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NUOVI LIFESTYLE

DESIGN MICRO E MACRO Linee ad hoc, attente alla qualità, al benessere e alla sostenibilità: così il design immagina un universo a misura di kid e junior. Una tendenza che si esprime a 360 gradi, dagli arredi ai giocattoli fino alla tavola, con piatti, bicchieri e tovaglie ricche di colore e fantasia.

Affenzahn: Lo zainetto Don Donkey, con spalline regolabili, schienale traspirante e parti catarifrangenti diventa un prezioso compagno di avventure, fatto per il 50% in Pet riciclato. Tirando la lingua dell’animaletto, si scopre all’interno uno spazio per scrivere il nome del bambino.

Ezpz: La tazza in silicone è adatta alle mani piccole e lavabile in lavastoviglie. Il materiale inibisce lo sviluppo di batteri, muffe e altri funghi. Matchstick Monkey: In silicone alimentare morbido a forma di scimmietta, il Dentarello è un prezioso alleato durante la dentizione del bébé.

A CURA DI ALBERTO CORRADO

Minimonkey: La Porta Bebè Ergonomica Unlimited è una fascia ergonomica in cotone, facilissima da indossare, leggera, compatta, super confortevole, regolabile per adattarsi a qualsiasi fisico e cintura di sicurezza che impedisce al bambino di scivolare.

A Little Lovely Company: Una calda luce, tenera e rassicurante, fa compagnia ai bambini, declinandosi in una serie di animaletti a led, simpatici e super sicuri.

Done by Deer: Il set da pranzo diventa divertente con Done By Deer Friends: Elphee, l’elefante, e Ozzo, l’ippopotamo, sui lati opposti del set. Ma ci sono anche Croco il coccodrillo e la giraffa Raffi. Mellipou: Carillon musicale in cotone imbottito per far dormire il tuo bambino a suon di note dolci e rassicuranti.

Ekoala: Il porta-bavaglino eKibby è pratico e leggero, mentre bastano un tovagliolo, un fazzoletto o una piccola pezza per trasformare eKibby nel bavaglino perfetto, in diverse colorazioni.

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3 Sprouts: I bauli porta-giochi realizzati in poliestere sono superresistenti, per contenere tutti i tesori dei piccoli. Shnuggle: Il pluripremiato bagno, vincitore d’oro dei Mother & Baby Awards 2019, è progettato per rendere il bagno meno stressante per i genitori e divertente per il bambino.


Jaq Jaq Bird: L’album riutilizzabile è composto da otto paginette effetto lavagna, da colorare con appositi gessetti morbidi che non rilasciano polvere.

Moulin Routy Un toccasana per alleviare il mal di denti, che tra l’altro si può lavare in lavatrice a 30° senza centrifuga.

Nibbling Il bracciale massaggia-gengive con sonaglio è realizzato in silicone alimentare e legno naturale non trattato. Perfetto per le mani dei più piccini, ma soprattutto sicuro e piacevole da mordicchiare, grazie alla qualità dei materiali.

Zoocchini: Ampio bavaglino in cotone 100% con bordi rialzati per prevenire qualunque fuoriuscita o macchia. Profumo di Cotone: Bambolina di cotone, tulle e velluto realizzata in meravigliosi tessuti limited edition acquistati in giro per il mondo e fatta completamente a mano.

Ebulobo: Un telo in morbida spugna con una manopola a forma di lupo trasforma il bagnetto in un’esperienza per giocare, ma anche per superare la paura dell’acqua.

Franck&Fischer: Gli zainetti sono personalizzati da musi simpatici di volpi, procioni e abitanti del bosco in colori ecologici, secondo lo standard Oeko-Tex 100.

FlapJackKids: La borsa in tela di cotone, con due simpatici animali colorati, è dotata di un’ampia tasca interna per riporre giocattoli, asciugamani o i libri delle favole.

Charlie Banana Il costume contenitivo assorbente lavabile può essere utilizzato come mutandina trainer. Indicato in piscina, al mare e in spiaggia, si lava in lavatrice a 40°, con poco detersivo e senza ammorbidente.

Angel Dear: Le piccole coperte di sicurezza, in microfibra con teste di animali, sono perfette per coccole e pisolini di neonati e bambini. Plantoys: Classico cavallino a dondolo realizzato con il legno proveniente dall’albero della gomma e prodotto nel rispetto dell’ambiente.

Jeune Premier: La cartella da scuola, con chiusura logata in metallo e applicazioni dorate, è dotata di due ampi scomparti interni e di una tasca frontale, oltre che di spallacci imbottiti regolabili.

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PORTRAIT VINCENZO TOTARO SERENA FIUME

TWO BROTHERS

TWO BROTHERS

Nascita dell’azienda › 2017 Licenze in portafoglio › Gaudì Kids, I Piccoli GiosBrun, Le Gemelline by Feleppa e le linee childrenswear di Bikkembergs e Australian PREVISIONI 2020 Clienti › 350 (di cui il 70% Italia e il 30% estero) Produzione › 300mila capi

ATTENTI A QUEI DUE: L’ESCALATION PROSEGUE Marito e moglie, Vincenzo Totaro e Serena Fiume hanno fondato l’azienda del childrenswear pugliese Two Brothers nel 2017 e in pochissimo tempo hanno messo insieme un ricco bouquet di collezioni bimbo in licenza. Non un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di 20 anni di esperienza maturati nel settore della moda infantile DI CARLA MERCURIO

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i chiama Two Brothers ma in realtà i fondatori, Vincenzo Totaro e Serena Fiume, sono marito e moglie (i due fratelli infatti sono i loro figli, che nel frattempo sono diventati tre): un sodalizio che a giudicare dai risultati funziona, visto che l’azienda, nata nel 2017, ha oggi in portafoglio un ricco bouquet di collezioni bimbo in licenza. Dopo gli accordi per Gaudì Kids, I Piccoli GiosBrun e Le Gemelline by Feleppa, di scena in questi giorni a Pitti Bimbo, alla fine dello scorso anno si sono aggiunte le intese con Bikkembergs e con Australian, che debuttano a Firenze fuori salone. Per il prossimo giugno i due imprenditori sono pronti ad annunciare «un’altra prestigiosa acquisizione, per il momento top secret». Ma non si tratta di un fulmine a ciel sereno, come tengono a sottolineare: in passato Totaro è stato oltre 16 anni da Mafrat con il ruolo di production and sourcing manager e Fiume ha maturato una significativa esperienza nel mondo dello sportswear lavorando nell’azienda di famiglia, la Top Sport,

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con sede nel Baricentro di Casamassima (Bari), un punto di riferimento per la produzione e la distribuzione di articoli sportivi, di cui è la cfo. «Dopo 20 anni di attività nel settore - spiegano - abbiamo fondato Two Brothers per mettere le nostre conoscenze e competenze al servizio di importanti brand. La nostra è una storia di passione per la moda che si è tradotta in qualità, stile e una gamma di prodotti in linea con le tendenze attuali, con una produzione attenta al codice etico, ai principi di sostenibilità, trasparenza e rispetto per l'ambiente». Con headquarters in Puglia, presso il Baricentro di Casamassima, l'azienda, spiegano, «si occupa di tutto il management dei marchi in licenza, ossia del controllo completo dell'intera filiera produttiva, dalla creazione delle collezioni alla loro realizzazione, fino alla distribuzione». «In sede - proseguono - si concentra tutta l'attività legata allo stilismo delle collezioni (studio, ricerca, creatività) e del maketing e per la produzione ci affidiamo a partner esterni, sia in Italia che all'estero». Con cinque marchi nel paniere

e nuove acquisizioni in arrivo, la sfida di Totaro e Fiume è la varietà dell'offerta: «Ogni brand ha un suo stile e un target di riferimento preciso», sottolineano. Gaudì Kids si rivolge agli amanti di un look grintoso e dinamico, I Piccoli GiosBrun è studiata per un pubblico che ama il gusto bon ton di sapore British, Le Gemelline by Feleppa è disegnata per le bambine che sognano di essere piccole principesse. Per quanto riguarda le recenti new entry, le nuove proposte under 14 di Bikkembergs seguono il filone dell'adulto, esprimendo l'essenza sportiva del marchio e puntando sull'ecletticità di utilizzo, mentre i capi di Australian avranno una connotazione fresca e trendy, ispirata alla filosofia della label, che unisce sportswear, funzionalità e tendenza. Alle diverse linee fanno riscontro differenti filosofie distributive: «L’obiettivo con Gaudì Kids, Le Gemelline by Feleppa e I Piccoli GiosBrun è consolidare la presenza in Italia e penetrare i principali mercati esteri, mentre con Bikkembergs e Australian, due label dalla forte impronta internazionale, punteremo su una presenza mondiale, supportata da un'azione di marketing e comunicazione a livello globale». Un percorso che non prescinde dalla sfera digital, sia in termini di vendita che di comunicazione: «Il prossimo anno lanceremo la piattaforma e-commerce, che in un primo momento sarà dedicata alle vendite in Italia e successivamente al côté internazionale», annunciano Totaro e Fiume. Intanto non perdono tempo e già annunciano i numeri per il traguardo di fine 2020: «Prevediamo di chiudere con un giro di affari di 5 milioni di euro - rivelano e una distribuzione che arriverà a oltre 350 clienti e una produzione di oltre di 300mila capi». Non male per un’azienda che muove i primi passi. ■


CAREERS

A CURA DI ELISABETTA FABBRI

ARRIVA DA IKKS IL NUOVO CEO DI BONPOINT, LA CHANEL DEL KIDSWEAR Pierre-André Cauche è stato nominato ceo di Bonpoint al posto di Christian Piat, amministratore ad interim (dalle dimissioni, in maggio, di Marine-Sabine Leclerq) e già direttore Asia per la casa madre Epi. Dal 2014 Cauche era al vertice del gruppo francese Ikks, specializzato nell'abbigliamento uomo, donna e junior ma ha iniziato la carriera in Kpmg. Chissà se si creerà un'alchimia con un'altra new entry - Valérie Hermann - ex Ralph Lauren e Yves Saint Laurent, da dicembre managing director della divisione fashion & luxury di Epi. Un altro punto interrogativo è l'intesa con lo stile, da luglio 2019 affidato alla designer Anne Valérie Hash. Con una rete di 120 negozi in oltre 30 Paesi, nel 2018 Bonpoint ha raggiunto i 110 milioni di euro di ricavi, di cui il 75% realizzati all'estero. Metà dei clienti di quella che è nota come la "Chanel dei bambini" sono in Asia.

CAMBIO DELLA GUARDIA IN LVMH PER LE QUESTIONI AMBIENTALI Dopo 26 anni alla direzione dell’Ambiente in Lvmh, Sylvie Bénard va in pensione ed Hélène Valade viene nominata direttore dello Sviluppo ambientale. Non importa se non arriva dal mondo del lusso. Dai primi anni Duemila si è occupata di sviluppo sostenibile nel gruppo multi utility Suez, partendo dalla controllata nel settore idrico Lyonnaise des Eaux ma Lvmh la considera un’eminente voce in materia di sostenibilità, che supporterà il gruppo nelle sfide future in materia di ambiente. Dal 2018 Valade è infatti presidente del network Orse-Osservatorio della responsabilità sociale delle imprese, in più siede nel board di Ademe-Agence de l'environnement et de la maîtrise de l'énergie ed è coinvolta in network internazionali come il Wbcsd-World Business Council for Sustainable Development e il Global Compact. Riporterà ad Antoine Arnault, che mentre organizza le nozze con Natalia Vodianova, si trova delle responsabilità in più. Già ceo di Berluti e presidente di Loro Piana, in veste di consigliere del board di Lvmh e capo della comunicazione e dell'immagine da inizio anno dovrà pure supervisionare l’Environment department.

GIRI DI POLTRONE: NEW ENTRY SVOLTE RITORNI

JACOB KRAGH SMETTE DI GIOCARE CON I LEGO E VOLA IN NORVEGIA Il marchio di design e accessori per bambini Stokke ha nominato come ceo Jacob Kragh al posto di Jacob Østerhaab. A colpire favorevolmente i norvegesi sono stati il background commerciale di Kragh e la sua lunga esperienza all'interno dell'iconico marchio di giocattoli Lego, dove ultimamente ha ricoperto l'incarico di head of business in Cina. Fondata negli anni Trenta, Stokke è rimasta nelle mani dei fondatori (da cui deriva il nome) fino al 2014, per poi passare al private equity belga Nxmh (controllato dalla coreana Nxc), che ora vuole raforzare la leadership del marchio di alta gamma sia nei mercati consolidati che in quelli emergenti.

ALBERTO RACCA FA CARRIERA IN MIROGLIO Entrato nel Gruppo Miroglio nell'ottobre 2018 come Group Strategy & Transformation director, Alberto Racca cambia ruolo. Con l'ok del cda, che si è riunito il 19 dicembre, diventa amministratore delegato della Miroglio Spa, holding del Gruppo di Alba. La posizione era vacante da circa tre anni, dall'uscita di Andrea Ferrero. «La nomina di Racca - commenta il presidente Filippo Ferrua Magliani - completa il percorso di rinnovamento avviato alla fine del 2018. Il cda potrà disporre di una figura professionale in grado di assicurare la supervisione e un raccordo manageriale e strategico con le attività delle principali controllate Miroglio Fashion e Miroglio Textile». Il giovane ceo vanta esperienze in McKinsey & Co. e in Pillarstone, veicolo della società di private equity Kkr, specializzato in ristrutturazioni aziendali. 61


Q&A

DI CARLA MERCURIO

«ANCHE A ME PIACE LO STREETWEAR E PRESTO NE AVRETE LA PROVA»

Partita con una produzione di abiti su misura per la figlia Mischka, la stilista australiana Winnie Aoki ha festeggiato nel 2009 i 10 anni di Mischka Aoki, brand di haute couture in taglie piccole ambito da celebrity hollywoodiane, socialite e famiglie reali. Un marchio internazionale con sedi principali a Milano, in Australia e a Jakarta, che continua a evolvere

Q

uale il bilancio del 2019? È stato un anno importante, che ha visto l’apertura del nostro nuovo flagship all’interno del Dubai Mall e il raggiungimento del primo quinquennio di collaborazione continuativa con Harrods, ulteriormente rafforzata da un corner più importante. Abbiamo lanciato un restyling del nostro sito ufficiale e dato il via a inedite categorie merceologiche e linee, tra cui le collezioni Boys e Women, le borse e le scarpe, per cui abbiamo da poco siglato un accordo in licenza con Andrea Montelpare. Come spiega il suo successo in un settore dominato dai capi sportivi? Credo che per la sua stessa peculiarità il mercato del lusso viaggi indipendentemente dai trend globali del momento. Sicuramente quella dello sport & streetwear è un’influenza predominante oggi e ne verranno altre, ma l’high-end prescinde dal mainstream. Cosa vi differenzia rispetto agli altri brand dedicati al mondo in piccole taglie? Mischka Aoki ha ridefinito il concetto di luxury kids, posizionandosi a livello globale come il primo marchio di vera couture per bambini, con creazioni sartoriali uniche. Per questo siamo diventati un riferimento per una clientela selezionatissima di mini celebrity hoolywoodiane, socialite e famiglie reali di tutto il mondo, in fatto di lavorazioni, sartorialità e design. In che modo avete centrato il bersaglio? Offriamo un prodotto unico e originale, replicando fedelmente le tecniche dell’haute

DIRETTORE RESPONSABILE E A.D. Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) CAPOSERVIZIO Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) REDAZIONE Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it) Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it) Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it) Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) REALIZZAZIONE GRAFICA Nadia Blasevich (n.blasevich@fashionmagazine.it) Carlo Maraschi (c.maraschi@fashionmagazine.it) FASHION EDITOR Alberto Corrado (a.corrado@fashionmagazine.it) COLLABORATORI Mariella Barnaba, Annalisa Betti, Cristiana Bonzi PUBBLICITÀ E PROMOZIONE Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Laura Pianazza (l.pianazza@fashionmagazine.it) SENIOR DIGITAL ADVISOR Stefania Navaretti (s.navaretti@fashionmagazine.it)

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couture, ma con un’ampia disponibilità di taglie e abbattendo così i tempi di attesa tipici dell’alta moda. Per la nicchia a cui ci rivolgiamo la qualità dei dettagli e la cura nell’esecuzione fanno la differenza. Può tracciare un identikit dei suoi clienti? Il nostro cliente tipo può essere ritracciato tra i 500 top spender del mondo, così come a Hollywood o tra le famiglie reali. Quali sono i tratti distintivi di un abito Mischka Aoki? Ogni pezzo è reso riconoscibile dalla combinazione unica di ricami e dettagli a mano: per esempio migliaia di punti luce, tra cui veri cristalli Swarovski, vengono applicati meticolosamente. Quanti anni ha ora sua figlia? È magari diventata una sorta di consulente? Mischka Aoki è il vero nome di mia figlia, che resta la prima ispirazione del progetto e la ragione per cui il brand è stato creato. Oggi che ha 10 anni continua a indossare le nostre creazioni per eventi e grandi occasioni, rendendomi una madre orgogliosa. Mi affido ai suoi consigli soprattutto in momenti di incertezza su alcuni dettagli e naturalmente resta un elemento centrale del nostro dna. Ha mai pensato di disegnare abiti anche per la donna adulta? Siamo già attivi da qualche anno nel su misura donna per una cerchia molto selezionata di clienti, al punto da avere più recentemente varato una collezione dedicata disponibile in Qatar presso 51 East e nel nostro flagship store al Dubai Mall.

SPECIAL PROJECTS Matteo Ferrante Veneziani (m.veneziani@fashionmagazine.it) ASSISTENTE DI DIREZIONE / UFFICIO TRAFFICO Valentina Capra (v.capra@fashionmagazine.it) AMMINISTRAZIONE Cristina Damiano (c.damiano@fashionmagazine.it)

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WINNIE AOKI STILISTA

Sta lanciando le scarpe con Andrea Montelpare: come evolverà il progetto? Negli ultimi anni abbiamo registrato una domanda crescente di calzature per completare il total look e per questa ragione ci siamo affidati a un nome di eccellenza del made in Italy come Andrea Montelpare. Quanto conta il mercato italiano? Siamo un marchio per metà italiano e per l’altra australiano: Milano per noi è una seconda casa essendo la città da cui proviene il nostro direttore commerciale, Angelica De Guglielmo, e dove ha sede la direzione commerciale. La clientela in loco non è forse molta in termini numerici, ma lo è senza dubbio in quelli qualitativi. Cosa pensa quando vede i bambini vestiti streetwear? Mi piacciono tanto e ne avrete molto presto la prova... ■

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PEOPLE

DI ANGELA TOVAZZI E ALESSANDRA BIGOTTA

FRANCO PAGETTI

«LE MIE BANDIERE UNISCONO, NON DIVIDONO»

Ha lavorato per i grandi della moda, ma anche per testate come The New York Times, Time e Stern, testimoniando con il suo obbiettivo alcuni tra i conflitti più drammatici della nostra storia, come quelli in Iraq, Afghanistan e Kosovo: Franco Pagetti, milanese, è il fotografo che ha firmato le campagne di Pitti, con protagoniste bandiere multicolori. A Fashion racconta il suo percorso professionale e perché non ama definirsi un reporter di guerra

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om’è diventato fotografo? Per caso. Ho studiato chimica a Milano, ma ho abbandonato tutto quando ho incontrato Carla De Benedetti, fotografa di architettura che mi ha preso sotto le sue ali e ha fatto nascere in me l’interesse e la passione per questo mestiere.

Che cosa conserva oggi dei suoi insegnamenti? Tutto. Soprattutto la rigidità, di cui spesso vengo accusato. Credo il lavoro del fotografo, come tutti quelli che hanno a che fare con la creatività, vada affrontato con la massima serietà. Per carattere e per cultura lascio poco spazio all’improvvisazione. A meno che non ci sia da risolvere tempestivamente qualche problema sul set, come in una delle mie ultime campagne, quando ho chiesto alle persone per strada di prestarmi borse e cardigan perché non ero soddisfatto dello styling. Nel 1985 ha iniziato la sua carriera come fotografo di moda en solitaire e dal 1998 è diventato reporter di guerra. Come vive questa relazione tra foto all’insegna dell’impegno e scatti che hanno uno scopo commerciale? Lo scatto commerciale è importante tanto quello sociale. Non amo le classificazioni: da reporter non fotografo le guerre. Fotografo le persone. Cerco di raccontare le loro emozioni, di fare arrivare un messaggio. Da questo punto di vista non si tratta di due lavori diversi. E quando firmo campagne per brand della moda, se il mio lavoro contribuisce al benessere delle aziende, e dunque delle persone che lavorano in queste aziende, sono soddisfatto. Da sempre mi interessa più che il backstage che il glamour. Protagoniste degli scatti di Pitti sono le bandiere… Ho voluto rappresentare un uso diverso della bandiera, simbolo non di divisione ma di unificazione. Si pensava che dopo Berlino fossero caduti tutti i muri e invece le barriere tra le persone non fanno che aumentare. Come ha detto Papa Francesco, è importante costruire ponti, non muri. Oggi siamo nel momento della selfie mania. Lei come vede questo fenomeno? Sono contrario a questo narcisismo imperante. Credo il ruolo del fotografo non debba cambiare: il suo posto deve restare sempre dietro la macchina fotografica. (a.t.)

JAMES MOLLISON

«SUI CAMPI DA GIOCO ESPLORO LA SOCIETÀ» Dopo la mostra a Pitti Uomo, con le immagini scattate in America per Blauer Usa, il fotografo torna a Firenze durante Pitti Bimbo con Playground: un’esposizione al Cavaniglia che fa il giro del mondo attraverso i campi da gioco

Mentre si attende l’uscita di una nuova edizione di Where Children Sleep, progetto fotografico dedicato ai ritratti di bambini di tutto il mondo abbinati alle loro camerette, James Mollison presenta in Fortezza da Basso nei giorni di Pitti Bimbo un’altra carrellata di immagini che hanno al centro i piccoli, stavolta immortalati sui campi da gioco. Come le camere da letto, anche i luoghi della ricreazione hanno molto da dire su abitudini e stili di vita. «Ho concepito la mostra Playground pensando a quando io stesso andavo a scuola - dice il fotografo, nato nel 1973 in Kenya e cresciuto in Gran Bretagna -. Per me, come per tanti ragazzini, il campo da gioco era un luogo speciale, di amicizie e di esperienze, a volte di contrasti. Esplorando queste realtà da un lato mi sono riallacciato alla mia infanzia e, dall’altro, ho voluto documentare sia le differenze, evidenziate anche solo dalle divise indossate dai bambini, sia le analogie: alla fine il modo di giocare non è così diverso tra un Paese e un altro». Come altre iniziative di Mollison, Playground è in progress: «C’è ancora tanto da scoprire, perché fermarsi?». I suoi lavori sono stati pubblicati, tra gli altri, da The New York Times Magazine, The Guardian, Vanity Fair, Gq e Le Monde, senza contare i premi ricevuti e le pubblicazioni. Speciale il legame con l’Italia: dal 2011 al 2014 Mollison è stato creative editor del magazine Colors con Patrick Waterhouse e attualmente vive a Venezia. (a.b.)

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PEOPLE

DI CARLA MERCURIO

SILVIO PETTA

DA FAMILY MAN A SUPERPAPÀ

Non più solo mamme influencer. Cresce il numero dei papà che mietono successi online, rivendicando la propria normalità. Tra questi c'è Silvio Petta, 46enne di Vimodrone, consulente informatico presso un gruppo assicurativo e insospettabilmente artefice del successo di Superpapà: 300mila follower su Facebook e quasi 20mila su Instagram

C

osa l'ha portata a diventare un "superpapà"? Quasi dieci anni fa, con due bambini di 6 e 8 anni, mi sentivo un uomo realizzato. Lavoravamo sia io che mia moglie e per me è stato naturale dividerci i compiti nella gestione della prole. Mi sentivo un genitore al 100% e quando mi accorsi che in Rete si parlava poco e male dei papà decisi di aprire la pagina Facebook Superpapà. Come è riuscito a mettere insieme oltre 300mila follower su Facebook e quasi 20mila su Instagram? È stato un boom immediato. La pagina cresceva al ritmo di 10mila follower al mese. Poi sono arrivati i primi contatti con i media e i personaggi dello spettacolo. Abbiamo dimostrato negli anni che anche i papà sanno amare e accudire i propri figli e lo fanno a loro modo. Così, dal successo inaspettato della pagina Facebook ho registrato il marchio Superpapà e aperto blog e altri canali social, come Twitter e Instagram, dove abbiamo una gallery di foto di padri con i figli, riceviamo tanti tag e richieste di pubblicazione, con i nostri hashtag di riferimento #superpapà e #tvbpapà. Che tipo di valori intende promuovere? Vogliamo valorizzare il ruolo del padre, figura che negli anni è stata poco considerata dalla

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società. Vorrei mandare messaggi positivi e vorrei che nelle situazioni conflittuali venisse messo al primo posto il bene dei figli. Quali le maggiori soddisfazioni che ha avuto in questi anni? Aver creato una rete di genitori da tutta Italia. Collegato alla pagina da 320K fan esiste un gruppo Facebook di quasi 10.500 papà, il nostro fiore all’occhiello, in cui i padri affrontano temi e argomenti più disparati e spesso trovano un aiuto concreto.

BILLIE EILISH CONQUISTA ANCHE I PICCOLISSIMI

Quali le nuove sfide? Da qualche mese ho raccolto i papà blogger, che condividono i valori di Superpapà, dando vita a un vero e proprio network. Il 15 marzo prossimo, nell’ambito della Festa dei Superpapà a Milano, presenteremo il rilancio della campagna #IoCambio di Onalim per sollecitare l’installazione dei fasciatoi negli uffici non soltanto nel bagno delle donne. Cosa vuol dire essere papà nell'era del digitale? I miei figli hanno 17 e 15 anni: siamo in piena fase adolescenziale. È questo il periodo più impegnativo. Cerco di avere con loro un rapporto più aperto possibile e di affrontare qualsiasi argomento senza imbarazzo, anche se i ragazzi tendono a cercare tutto su Google. Non mancano certo i litigi, dovuti al fatto che passano tanto tempo al cellulare. Siete stati già intercettati da brand come Sky, Ferrero, Gillette, Mentadent, Walt Disney. Ci sono anche progetti con marchi della moda? In passato ho realizzato un video spot sul web per Carrera Jeans e di recente ho raccontato un pomeriggio di shopping presso l’Antegnate Gran Shopping Center. Le iniziative sono tante, ma la cosa più bella è che grazie a questi progetti riesco a "lavorare" passando il mio tempo con i figli. ■

Ha solo 18 anni compiuti da poco, ma è già un idolo dei giovanissimi: la cantautrice statunitense Billie Eilish, diventata famosa nel 2016 con il singolo Ocean Eyes, può contare su quasi 48 milioni di follower su Instagram, oltre a spopolare su YouTube e Spotify. La musica non è la sola passione di Billie, a cui piace molto anche la moda, soprattutto di matrice street. Tra le collaborazioni più recenti spicca quella con H&M per una collezione di felpe, T-shirt, calze, pantaloni da tuta e berretti, venduti sul sito del retailer a prezzi decisamente accessibili. La popstar è artefice anche di una sua mini-linea di abbigliamento, lanciata a inizio 2019: a complemento di questa collezione ha debuttato a fine anno Billie Eilish Kids, una gamma di proposte per maschi e femmine, anche piccolissimi, in cui si ritrovano tutti i leitmotiv del Billie's style, ossia il suo colore preferito, il verde acido, il logo dell'omino stilizzato e tanta comodità. Messa in vendita sul web, ha fatto il tutto esaurito e ora i fan attendono fiduciosi i riassortimenti. (a.b.)


NON SOLO MAMME

NELLA CLASSIFICA DI BLOGMETER SI FANNO STRADA LE FAMIGLIE

THE POZZOLIS FAMILY

TRA PALCOSCENICO E VITA PRIVATA RIFLETTORI SEMPRE ACCESI (O QUASI)

Q

Noti attori comici, Gianmarco Pozzoli e Alice Mangione hanno scelto di raccontarsi sui social con gli account The Pozzolis Family: diari in chiave ironica della loro vita professionale e famigliare, in cui anche i figli Giosuè e Olivia Tosca sono protagonisti. Un successo incredibile, con quasi 900mila follower su Facebook e 450mila su Instagram

uando è nata l'idea di raccontare la vostra vita sui social? Tutto è partito per caso nel 2016 da uno scritto comico realizzato per uno spettacolo di stand-up in una biblioteca di Trevignano Romano. Dopo aver visto i risultati della messa online di quel testo abbiamo deciso di farne un altro e un altro ancora... In questi giorni siete in tournée con lo spettacolo "A-Live, Perché sopravvivere ai figli è una cosa da ridere": come si fa a sopravvivere ai propri figli quando si è attori comici sempre in giro per lavoro? E come si fa a ridere di un percorso così impegnativo? La risata non è una forzatura a casa nostra, è un meccanismo automatico, a volte anche insopportabile, di cui i nostri figli stanno apprendendo i segreti. Sembra pazzesco, eppure sono due persone ironiche nonostante i 4 e i 2 anni di vita. In questa tournée i veri eroi sono loro, che stanno superando la prova di restare senza mamma e papà anche 3-4 giorni di fila. Non temete che la sovraesposizione mediatica sia controproducente per dei bambini? Il passaggio dall’essere una coppia di fidanzati a diventare genitori è stato così totalizzante che abbiamo dovuto trasformarlo anche in un’esperienza artistica condivisibile. I nostri figli partecipano a questo nostro circo e sono tra i protagonisti, ma non certo le “attrazioni principali”. Siamo sempre molto attenti al tipo di contenuti ai quali li facciamo partecipare. E voi come proteggete la vostra privacy? Non pubblichiamo certo tutto della nostra vita. Abbiamo scelto di scrivere, comunicare o realizzare video solo se davvero abbiamo qualcosa da dire, altrimenti lasciamo stare. Come gestite il rapporto con gli sponsor sugli account? Le relazioni commerciali sono tenute dalla nostra agenzia, la Show Reel Media Group. Valutiamo insieme ogni singolo progetto e ci capita spesso di rinunciare ad alcune proposte perché non tutti i brand sono disposti ad accettare il nostro linguaggio. La cosa fondamentale è preservare la coerenza di contenuto a cui la nostra community è abituata. Tra i vostri sponsor ci sono anche realtà della moda? Nella moda abbiamo collaborato con iDo, Ovs e Lookiero. Quali brand scegliete per vestire i vostri bambini e perché? Principalmente usiamo il riciclo: siamo circondati da amici con figli più grandi e li sfruttiamo volentieri. Ci piacciono Du Pareil Au Meme, Zara Kids, Petit Bateau, Agata Ruiz de la Prada e, in generale, vogliamo che i bambini siano vestiti colorati, come piace a loro. (c.me.)

The Pozzolis Family si è confermata per il secondo anno al vertice della top ten delle mamme influencer su Instagram e Facebook, stilata da Blogmeter con la Blogmeter Suite e ordinata secondo la metrica di Total Engagement. La medaglia d’argento è andata a Julia Elle, mentre Eleonora Valli si è aggiudicata il bronzo. L’analisi di Blogmeter, che ha preso come riferimento il terzo trimestre del 2019, vede al top i due attori comici professionisti Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli, che insieme ai loro figli Giosuè e Olivia Tosca sfiorano il milione e mezzo di fan, divisi tra i canali Facebook e Instagram, con un engagement che supera 1,7 milioni di interazioni. Seconda classificata è Julia Elle, (vedi foto più in alto nel box) ideatrice della web serie Disperatamente Mamma, che tramite video ironici e divertenti raccontano le sue avventure quotidiane, raccogliendo oltre 1 milione di interazioni e con una fan base (tra Instagram e Facebook) di quasi un milione e mezzo di utenti. Il suo percorso nel mondo social è iniziato quando la prima figlia Chloe aveva due anni. Nei suoi video oggi sono sono spesso coinvolti anche il secondogenito Chris, insieme al suo attuale compagno e futuro marito Riccardo. Sul terzo gradino del podio si piazza Eleonora Valli (vedi foto più in basso nel box), con un total engagement di 660mila fan e oltre 200mila follower su Instagram, che porta in primo piano la sua vita con il piccolo Carlo Alberto. Eleonora, sorella di Beatrice e Ludovica Valli, divenute note grazie alla partecipazione al programma Uomini e Donne, ha da poco annunciato di aspettare una bambina. La classifica vede dal quarto posto in avanti Ilaria Di Vaio, The Miljian Family (likemiljian), Gloria Strabla, Digital Modern Family, Sara Luna Canola, Fabrizia Spinelli (Cosa Mi Metto) ed Eva-Il Frutto della Passione.

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RED CARPET A CURA DI ANGELA TOVAZZI

Glamour at the Globes Stilisti in prima linea a uno degli eventi più hot per il mondo del cinema. Sul red carpet dei Golden Globes è stata una gara di eleganza e sensualità, con abiti strappa flash, come quelli di Beyoncé in Schiaparelli Haute Couture, di Charlize Theron in Dior (con gioielli Tiffany) e Salma Hayek in Gucci. Sempre un fuoriclasse Leonardo DiCaprio nel suo iconico smoking Giorgio Armani.

Leonardo DiCaprio e Naomi Watts si sono affidati allo stile di Giorgio Armani

Red carpet a tutto fashion alla 77esima edizione dei Golden Globes, con parata di star e abiti da mille e una notte

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Charlize Theron (a sinistra) in Dior con gioielli Tiffany e Salma Hayek in Gucci

Taylor Swift con un abito da ballo Etro

Beyoncé indossa una creazione Schiaparelli Haute Couture

Ellesse duetta con Nashley Tra le più interessanti giovani promesse della scena trap italiana, conosciuto per pezzi di successo come Cenere e Quanto Freddo Fa, il rapper Nashley è stato l'ospite speciale di Ellesse nell'area Archivi di Pitti Uomo con una live performance. A seguire, hot chocolate on ice.

Da destra: Giulia Bianchi, Fedele Usai, Leonardo Pavoletti, Antonio Marras e Luca Ceppitelli. Sotto: Giulia Bianchi e Antonio Marras

Il rapper Nashley Bruno Conterno (presidente di Nice Footwear, licenziatario di Ellesse footwear), Nashley e Massimiliano Bagnolo (direttore commerciale Sud Europa di Pentland Brands

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Live performance di uno dei rapper italiani in ascesa da Ellesse

L.b.m. 1911 e Marras giocano con i rossoblu Il marchio di Lubiam, lo stilista sardo Antonio Marras e il Cagliari Calcio sono scesi in campo nella stessa squadra a Pitti Uomo. Obiettivo: presentare le nuove divise del club dei rossoblu, in occasione della storica stagione del centenario della società sportiva.




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