Tabloid all 6 2015

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Il magazine di news, business e trend

ANNO 46 SUPPLEMENTO AL N° 11 di FASHION - IL MAGAZINE DI NEWS, BUSINESS E TREND DEL 08.07.2015

pitti filati un think tank in fortezza da basso a “think tank” in the fortezza da basso

filatori italiani cauti ma con un pizzico di ottimismo cautious but with a proactive attitude pages 3-4

www.fashionmagazine.it

maglieria il nuovo knitwear uomo a milano new men’s knitwear on stage in milan

pages 6-7

pages 8-9

intervista a piergiorgio cariaggi

<<bisogna puntare sulla specializzazione>>

Parlando con Fashion, l’imprenditore a capo dell’omonima azienda di famiglia ripercorre le tappe che hanno portato la Cariaggi a essere un leader mondiale incontrastato nel campo dei flati di alta gamma. Puntando a un fatturato di 105 milioni per l’anno in corso di Marc Sondermann

In this interview with Fashion Piergiorgio Cariaggi explains how, within a generation, he managed to turn his family’s enterprise into a world market leader in the feld of fne yarns. Based on the two core principles of quality and service, revenues in 2015 are planned to exceed 105 million euro ignor Cariaggi, a che cosa è dovuto Sprodotti? il successo che riscuotono i suoi Alla base del nostro lavoro ci sono una grande passione per l’argomento che trattiamo e una grande attitudine verso un costante lavoro di ricerca e sviluppo. Insieme, queste due caratteristiche si traducono nel metodo del made in Italy che ci ha permesso di registrare una crescita costante negli anni. Quale fu l’intuizione iniziale su cui si fonda l’azienda? Mio padre Aurelio, tra la fne dell’Ottocento e i primi del Novecento, cominciò a lavorare come assistente tessile presso una flatura, come ce n’erano tante di piccolissime dimensioni sul territorio umbro-laziale-marchigiano. A un certo punto si avviò sulla strada dell’imprenditoria, a cui parecchi anni più tardi mi associai anch’io. Il mio intervento non portò però a un’escalation, siamo stati pienamente complementari. Mentre lui si occupava del lato tecnico, io presidiavo l’aspetto commerciale. Verso il Novanta, come azienda, ci rendemmo conto che gli articoli tradizionali non erano più all’altezza dei tempi. Cambiammo dunque strada e puntammo esclusivamente sulla fbra alta, destinata al lusso. In

quell’ambito a livello internazionale erano in pochi, per cui mi resi conto che gli spazi per crescere non mancavano. Come si concretizzò la svolta? Andammo in Cina e con un player locale formammo una joint venture per la raccolta della materia prima (il cashmere, ndr). Selezionando meticolosamente solo la fbra migliore potemmo poi offrire proposte di flati con le particolarità che la clientela più esigente richiedeva. Mentre un tempo dominavano gli scozzesi, dai prodotti molto duraturi ma poco docili al tatto, si fece strada una tendenza per cui il cliente volle sincerarsi nel momento dell’acquisto della morbidezza del prodotto. La crescita come si è alimentata? Con grande energia seguimmo un percorso di ricerca e sviluppo, che ci ha portato dapprima a conquistare e poi a difendere un determinato vantaggio sulla concorrenza. Sono stati i continui investimenti in tecnologia che ci hanno permesso di vincere nel tempo e di diventare la prima flatura al mondo in questo comparto. Siamo inoltre sempre stati attenti a rispettare i nostri principi cardine, che si chiamano qualità e servizio. Mentre la qualità è determinata in

primo luogo dalla pregiatezza della materia prima e dalla precisione della lavorazione, il servizio consiste nel mettere a disposizione dei clienti una squadra di assistenza tecnica sempre disponibile, permettere consegne anche nel giro di 20 ore, e mantenere a disposizione della clientela un’ampia gamma di colori. Ultimamente, in che cosa state investendo in particolar modo? Da qualche anno perseguiamo una forte ottica di sostenibilità, per cui studiamo coloriture il più possibile naturali, il meno inquinante e nocivo possibile. Siamo diventati molto selettivi nell’u-

tilizzo di agenti chimici, cosa peraltro sempre più richiesta dai capitolati che ci inviano i grandi committenti di prestigio, le maison di grido per intenderci. Per il futuro che cosa si sente di raccomandare ai suoi fgli? Non potendo prevedere le sfde del futuro, non voglio infuenzarli più di tanto in questo senso. Ho tra l’altro la fortuna di avere un fglio che coltiva la stessa passione del nonno per i macchinari, per cui sono sicuro che andremo avanti sulla strada della specializzazione. È senz’altro questo il percorso giusto, premiante e portatore di crescita. ●

Aurelio Cariaggi, fondatore dell’omonima azienda, coltivò una grande passione per i macchinari tessili. Sopra: un’immagine di Piergiorgio Cariaggi, presidente dell’azienda

i best buyer dei flati italiani

The most important clients of the Italian yarn producing industry are Hong Kong, Romania, the United Kingdom, the Czech Republic, Croatia, Tunisia and Portugal. In base ai dati elaborati da Smi-Sistema Moda Italia, relativi al primo trimestre 2015, Hong Kong è il maggiore acquirente di flati made in Italy in lana pettinata (il segmento che ha più appeal all’estero). E gli acquisti accelerano: +9,1% rispetto al primo trimestre 2014. Il secondo maggiore cliente di questo tipo di flo è la Romania (principalmente per effetto della delocalizzazione di numerose aziende europee), i cui acquisti, però, sono diminuiti del 33% nel quarter. Seguono Germania (-6,5%), Francia (-20%) e Repubblica Ceca (+21,9%). La produzione nazionale è apprezzata anche per le proposte cardate, che vedono in cima alla lista dei top buyer di nuovo l’ex colonia britannica (+15,6% nel trimestre). Il Regno Unito è al secondo posto, con importazioni salite del 20,6%. Seguono la Croazia (-49%), la Tunisia (+36,9%) e il Portogallo (+56%). Per quanto riguarda i flati in cotone, il principale Paese di destinazione è la Germania, che tuttavia ha ridotto gli acquisti (-3,8%). La seguono mercati come la Repubblica Ceca (-9,1%), l’Austria (+22,5%), la Croazia (+18,3%) e l’Inghilterra (+37,7%). A proposito del segmento chimico-lana, il maggiore buyer è la Turchia (-1,8%), seguita da Hong Kong, in forte accelerazione (+38,6%). La Croazia è al terzo posto (-1,1%), davanti a Francia (+14%) e Romania (+68,8%). (e.f.)


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