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MERCATO/ RAPPORTO CENSIS
MERCATO/RAPPORTO CENSIS
IL FUORI CASA E IL SUO DESTINO
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L’EVOLUZIONE DEI MODELLI DI BUSINESS È UNA SCELTA OBBLIGATA IN UN MONDO ALLE PRESE CON IL CAMBIAMENTO. ANCHE PER PUBBLICI ESERCIZI E DISTRIBUZIONE HORECA, CHE DEVONO RISPONDERE ALLE ATTESE DEL CLIENTE DI DOMANI
Che cosa è la nuova normalità? È il momento storico che stiamo vivendo, in cui siamo costretti a convivere con la pandemia e a fronteggiare nuove emergenze: innanzitutto la violenza insensata della guerra, ma di riflesso anche la crisi energetica e poi l’inflazione, il rischio di un’ennesima recessione economica. Il complesso assestamento della società sulle traiettorie imposte dal Covid non si è ancora concluso e già dobbiamo fare i conti con variabili impreviste, di cui si fatica a cogliere per intero le conseguenze. Eppure, è necessario guardare
avanti e provare a immaginare lo scenario di domani. Un esercizio messo in pratica dal rapporto realizzato dal Censis e da Italgrob, che GBI negli scorsi numeri ha
raccontato nel dettaglio. Ora concludiamo il percorso, esaminando le suggestioni e gli spunti offerti dallo studio in merito alla possibile evoluzione dei modelli di business.
LA DIMENSIONE DIGITALE
La ricerca firmata dal Censis certifica che la distribuzione Horeca è una componente costitutiva, strategica del nostro sistema economico: svolge funzioni così rilevanti che allo stato attuale impediscono di pensare il fuori casa italiano e i suoi connotati migliori senza la rete di aziende che ne garantiscono l’approvvigionamento. L’esperienza di questi
mesi ci dice che non ci sarà cannibalizzazione dell’Horeca
da parte del duo digitale-domicilio. Ciò non toglie che il fuori casa dovrà cimentarsi con la conseguenza primaria del digitale, vale a dire la potenziata sovranità del consumatore. Ben 7 utenti web su 10 elaborano informazioni prese sul digitale per orientare le loro scelte di consumo, per avere notizie su prodotti e servizi, comparare i prezzi. Di conseguenza, fanno notare i ricercatori del Censis, è altamente
consigliato evolvere verso il “phygital”, trovando il pro-
prio specifico trade-off tra le diverse soluzioni. Non si può certo definire obbligatorio disporre di entrambi i canali; tuttavia, la sfida si giocherà sul mix, cioè sulla capacità di arrivare a cuore, testa e portafogli di consumatori ormai naturalmente ibridi. Fermo restando che lo stare insieme nei luoghi fisici risponde sia all’esigenza di socialità sia a quella di esperienzialità. Il fuori casa dovrà misurarsi con questa nuova richiesta: sarà
questione di format, di qualità di luoghi e servizi, di capacità di creare atmosfere adatte, perché niente
sarà valutato solo per la funzionalità e la convenienza. Senza questo lavoro sul “di più” che la compresenza fisica nei locali garantisce, la competizione con il digitale sarà molto difficile da vincere.
I TARGET DA NON TRASCURARE
Nel rapporto con il fuori casa l’appartenenza generazionale conta molto, perché diverse sono le intensità e modalità di fruizione, così come diverso è l’impatto che il periodo emergenziale ha avuto sulle classi di età. Il lungo bersagliare
gli anziani, perché più vulnerabili e quindi da proteggere di più, non è stato senza effetti. È indispensabile nel medio-lungo periodo un’azione di rassicurazione e una spe-
cializzazione di taluni segmenti di offerta per consentire un rientro soft nel fuori casa. Ragionare sugli anziani è un’esigenza legata all’evoluzione della domanda di beni e servizi: sono quasi 14 milioni le
persone con almeno 65 anni, pari al 23,5% della popolazione italiana, e nei prossimi vent’anni aumenteranno
del +38,5%, che significherà 5 milioni di longevi in più. Persone anziane sulla carta, ma con salute buona e condizioni economiche solide, come dimostrano le dinamiche di patrimoni e redditi annuali. Altro aspetto da non sottovalutare è il rimescolamento dei gruppi sociali: non saremo una società di poveri, ma una
con disparità maggiori, anche all’interno dell’ex ceto me-
dio. Dai dati emerge che il 21,7% dei benestanti di contro al 10,7% dei meno abbienti andrà di più in ristoranti, trattorie; il 14,1% dei benestanti e l’8,3% dei meno abbienti si recherà di più in esercizi pubblici come wine bar, enoteche, brasserie, birrerie.
È evidente che occorrerà prestare molta attenzione a coloro che segnalano una più alta propensione futu-
ra al fuori casa, perché il loro peso relativo nel totale del fatturato del settore dovrebbe crescere.
BUSINESS SÌ, MA SOSTENIBILE
Il prossimo futuro sarà inoltre sempre più marcato dall’evoluzione del rapporto tra consumo e valori etici. È at-
traverso le scelte di acquisto che le persone ritengono di poter contribuire ai cambiamenti virtuosi nel
mondo. Nel periodo pandemico è cresciuta l’attenzione degli italiani alla sostenibilità, con l’85% che dichiara di aver sentito parlare del tema, anche se prevale una notevole confusione sul suo significato reale. La sfida per i
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soggetti di offerta, dalla distribuzione Horeca ai singoli esercizi pubblici, consiste nel trovare lo specifico della propria attività che, senza minacciare la sostenibilità economica per i clienti, dia il segnale che si è scelto di operare promuovendo la sostenibilità ambientale e sociale.
In un’ottica di trasparenza, va resa evidente la propria appartenenza a una filiera in cui è forte l’attenzione
alla sostenibilità, dalle materie prime al punto vendita, In chiusura, il rapporto Censis-Italgrob ricorda come con il lockdown si è avviato un processo di mutamento del rapporto con la prossimità, anche nel commercio, di cui le persone hanno sentito quasi fisicamente l’importanza strategica. Le imprese devono misurarsi con la prossimi-
tà con lo stesso impegno con cui affrontano il digitale
e la sua spinta de-territorializzante. Oggi il digitale, che consente di lavorare e studiare a distanza, e la riscoperta
Modalità con cui gli italiani faranno pranzi e cene domenicali/festive in famiglia e in occasione di eventi particolari
Quale soluzione preferirà per le seguenti situazioni?
Esercizi pubblici come ristoranti, trattorie, brasserie ecc. In casa, con il food delivery (consegna del rider) In casa cucinando (facendo la spesa) Totale
Pranzo/cene di feste/domenicali in famiglia
Pranzo/cene per compleanni/ricorrenze di matrimoni ecc.
Pranzo/cene per celebrazioni particolari (laurea, battesimo, comunione ecc.)
Fonte: indagine Censis, 2021 18,8%
63,8%
71,6% 7,3%
7,1%
6,5% 73,9%
29,1%
21,9%
100,0%
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sino al consumatore. Chi ci riuscirà avrà un vantaggio competitivo che nel lungo periodo potrebbe diventare decisivo.
LAVORO E CONSUMO A DISTANZA
Quanto allo smart working, divenuto la norma per tanti italiani, il rapporto Censis-Italgrob elenca alcune opportunità, a partire dal rendere attrattivo il trascorrere una pausa presso esercizi pubblici di prossimità. Chi lavora in casa non
necessariamente ha voglia di cucinarsi o di mangiare a domicilio ricorrendo ai rider. Di qui l’idea di garantire
consegne a domicilio mirate. Un meccanismo di fidelizzazione sul prodotto e sull’articolazione del servizio a seconda delle esigenze personali. Certo, andrà valutata nel singolo caso la sostenibilità economica eppure, in punto di principio, non è altro che un’applicazione puntuale della logica multicanale.
Da ultimo si potrebbero rimodulare orari ed eventuali offerte nella sede fisica sulla base degli orari degli smart
worker. Occorrerà verificare come si consolideranno i break quotidiani, quale sarà la voglia di uscire dopo una giornata di lavoro in casa. Importante su questo piano sono i giovani e, più ancora, i single, poiché le persone che vivono sole, anche non anziane, sono in crescita continua nel tempo. della prossimità come luogo in cui si svolge la propria vita con addirittura una qualità più alta, rendono di nuovo appetibili per il fuori casa
territori e comuni che sembravano condannati allo svuotamento. Riconquistarli richiede una distribuzione Horeca pronta a seguire le
filiere di offerta su scala locale. Insomma, al netto delle tante incognite che complicano lo scenario, l’Italia di domani avrà ancora bisogno di fuori casa e dunque di una rete di aziende della distribuzione che ne supporti lo sviluppo.
Modalità con cui i lavoratori faranno pranzi e/o cene in
orario di lavoro, dopo l’emergenza sanitaria Covid-19 (val. %) Quale tra le seguenti soluzioni preferirà nelle seguenti situazioni? Esercizi pubblici come ristoranti, trattorie, brasserie ecc. In casa con il food delivery (consegna del rider) In casa cucinando (facendo spesa)
Pausa pranzo/cena di lavoro quando lavora presso la sede di 15,0 azienda, ufficio pubblico ecc. Pranzo/cene in caso di 14,1 19,9 66,0smartworking
Fonte: indagine Censis, 2021
Clicca qui per scaricare il Rapporto Censis completo
53,0 31,9
LE TRIBUTE
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L’OPERA D’ARTE DEI SOFT DRINK
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LA GAMMA DI SOFT DRINK LE TRIBUTE È CAPACE DI TRASFORMARE QUALUNQUE COCKTAIL IN UN’OPERA D’ARTE.
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La tonica o qualsiasi altro soft drink è importante quanto il distillato che si utilizza quando si prepara un cocktail. O forse anche di più. E va da sé che il soft drink per eccellenza al giorno d’oggi è la tonica che ha ancora spazio per reinventarsi e reinventare i suoi cocktail (e non stiamo parlando solo di gin e tonica, perché le migliori toniche devono sempre dimostrare versatilità). Un prodotto super premium, questa tonica prodotta dalla spagnola MG Destilerías. Confezionata in una bella bottiglia quadrata color ambra, come le bottiglie da farmacia di una volta, è realizzata solo con ingredienti naturali, a partire dall’ingrediente fondamentale per qualsiasi tonica, il chinino: proviene da Loja, in Ecuador, poiché la leggenda narra che la Contessa di Chinchona fu curata dalle sue febbri nel 1639 grazie all’infusione della corteccia di un albero di china di quella regione. Poi utilizza anche una distillazione della citronella in acqua che le conferisce un sapore caratteristico e unico; e per ottenere una bolla più ampia e duratura, viene utilizzata una tecnologia che raffredda il liquido fino a 2°C. La bottiglia di forma quadrata, unica nel suo genere, ha garanzia di un mantenimento prolungato dell’effervescenza una volta aperta. A completare la linea di soft drink Le Tribute ci sono la Lemon Olive, miscela speciale con succo di limone, olive e acqua di mare. Ginger Beer, risultato di un’eccezionale lavorazione a caldo dello zenzero, capace di garantirle un’eleganza e persistenza unica, caratteristica che ritroviamo anche nel Ginger Ale.
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