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Il ruolo del Gruppo per la mobilità del futuro
Il ruolo del Gruppo per la mobilità del futuro (103-2, 103-3)
La crisi causata dal Covid-19 ha determinato inevitabili impatti sugli spostamenti di passeggeri e merci e sulla ripartizione modale rispetto al trend degli ultimi anni che, secondo le stime del Rapporto Audimob18, aveva registrato, nel triennio 2017-2019, una ripresa della domanda di mobilità (+8% gli spostamenti, +14% i passeggeri*km), dopo una fase, durata quasi 10 anni, di contrazione dalla crisi economica del 2008 in avanti. In generale, si può affermare che i comportamenti delle persone si sono modificati radicalmente, da un lato a causa delle restrizioni, dall’altro evolvendo lungo nuove traiettorie di domanda di mobilità che, nonostante l’ingresso nella fase di potenziale attenuazione del virus, risulta ancora in lenta ripresa nel corso del 2021. Analizzando i dati del periodo pandemico è possibile desumere un trend di domanda di mobilità caratterizzato da una importante flessione dei volumi, in particolare per la riduzione del peso della mobilità per lavoro e studio, la concentrazione spaziale e il ricentraggio sulla prossimità, e la crisi della mobilità collettiva, anche per effetto delle regole del distanziamento sociale e della paura del contagio, in contrasto con il forte sviluppo della mobilità attiva. Nel 2021, e in particolare dalla seconda metà di aprile, si è osservata una significativa ripresa della mobilità stradale, grazie anche agli effetti della campagna vaccinale, con traffici che a settembre sono risultati sulla rete ANAS inferiori solo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre il trasporto pubblico registra, pur in una dinamica di progressivo recupero, un persistente affanno rispetto alla mobilità privata (auto e moto). Nel comparto ferroviario è soprattutto la media e lunga percorrenza a registrare volumi di passeggeri ancora molto lontani dalle performance pre-Covid, determinando un segnale negativo relativo alla ripartizione modale con il recupero della quota dell’auto. Gli effetti causati dalla pandemia, quali l’utilizzo estensivo dello smart working, la riduzione dei viaggi d’affari e le trasferte per lavoro, rappresentano alcuni dei principali driver di cambiamento della domanda di mobilità del futuro, mettendo in risalto la fragilità dei vecchi sistemi di trasporto i quali richiedono un profondo cambiamento di paradigma, spingendoci a sviluppare nuovi modelli finalizzati a costruire una società più equa e più sostenibile. La forte spinta nella lotta al cambiamento climatico, confermata dal Green Deal Europeo e dal pacchetto “Fit for 55” (il piano dell’UE su clima ed energia), e l’accelerazione assicurata dai fondi del PNRR, rappresentano oggi delle opportunità da cogliere per ridisegnare la mobilità del futuro, una mobilità che sia sostenibile, innovativa, resiliente e inclusiva, per garantire la creazione di valore di lungo periodo per tutti gli stakeholder.
18 Rapporto sulla mobilità degli italiani realizzato dall’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i trasporti (Isfort) con il supporto del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) e con il contributo scientifico di Agenzia Confederale dei Trasporti e Servizi (Agens) e Associazione Trasporti (Asstra).