inverno 2012/2013
Casa Editrice Panorama
Fatti e Volti. L’uomo. La passione. I sogni
Campionati del Mondo Fiemme Trentino 2013
Inchiesta Qual è il futuro dei nostri giovani?
Mrs&Mr test 5 coppie “svelano” le loro affinità
Sommario
234567890 aTTUaLiTà
Cristina donei
FaTTi E VoLTi
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raffaele zancanella
L’autonomia: origini e diritto Comunità, formazione e territorio: tre priorità del C.G.F. La vita virtuale dei giovani Biblioteche digitali pubbliche
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Claus Soraperra Il conflitto tra i Diktat dell’esistenza e la libertà di stile e di pensiero Claudia Morandini Una voce per i Mondiali Fiemme 2013 Piero De Godenz Una batteria chiamata De Godenz
inCHiEsTa
Che futuro avranno i nostri giovani?
inverno 2012-2013
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Mara Nemela Una madre chiamata a ricucire il tessuto urbanistico di Fascia
Claudia Degaudenz L’occhio di una donna
arEE ProTETTE
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70 Paneveggio “terra foresta” 8
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Cristian Pellegrin Uno sguardo a un manager e fitness trainer
Renato Ceolan La grafica gioiosa
amBiEnTE
rELazioni
Mrs&Mr Test
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CasadEsiGn
Dolomiti che crollano e si rinnovano
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Alleanza nelle alpi Un volto nuovo per le Dolomiti invernali Rettili e dinosauri di casa nostra
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saLUTE E BELLEzza
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sPorT
Design e architettura, due facce della stessa medaglia
Campionati del Mondo FIS di Sci Nordico Fiemme-Trentino 2013
Novità e soluzioni dal mondo del benessere
moda
Consigli per uno shopping facile e di gusto
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CUriosiTà
I big dello slalom testimonial della Val di Fassa
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A ognuno la sua volpe
42
iL raCConTo La Mezza
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LiBri E misTEri
La terra dei Giauli Marcialonga: un’emozione multicolore Ski Center Latemar 2013 Sciare nel regno di Re Laurino
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Inverno 2012/13 Letture Trentine Casa Editrice Panorama Tribunale di Trento nr. 267 di registro - Resp. Luigino Mattei
38100 Trento, Via Serafini, 11 www.panoramalibri.it - editricepanorama@iol.it
inverno 2012/2013
Casa Editrice Panorama
Direttore Editoriale Luigino Mattei
Fatti e Volti. L’uomo. La passione. I sogni
Campionati Inchiesta del Mondo Qual è il futuro Fiemme Trentino dei nostri 2013 giovani?
Mrs&Mr test 5 coppie “svelano” le loro affinità
Copertina: 20157 Self Evolution (particolare) di Claus Soraperra www.soraperraclaus.blogspot.com
Redattrice Responsabile Sofia Brigadoi sofia.brigadoi@tiscali.it
Responsabile Marketing Alessandra Zanon alessandra@soloalpikom.it
Lay-out e impaginazione: Rosanna Cori
areafica gra
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www.areagrafica.tn.it info@areagrafica.tn.it Cavalese - Piazza Pasquai 27 tel. 0462 230018
Hanno collaborato per i testi: Luigi Casanova, Marco Avanzini, Massimo Bernardi, Francesco Pastorelli, Michele Malfer, Francesco Morandini, Pino Dellasega L’altra copertina: Poiana, foto di Flavio Delli Zotti
Stampa: Grafiche Antiga Crocetta del Montello (TV)
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234567890 aTTUaLiTà massimiliano i d’asburgo, imperatore del sacro romano impero
Trento durante il sacro romano impero
L’autonomia: origini e diritto raffaele zancanella
Presidente della Comunità Territoriale della Val di Fiemme
F
ra i tanti meriti di Mario Monti, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, c’è anche quello di aver rispolverato la consapevolezza dei Trentini sul significato ed importanza dell’Autonomia per il futuro della Regione e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Gli attacchi, piuttosto brutali e di dubbia legittimità giuridica, scatenati da questo Governo alle prerogative dell’autogoverno delle Autonomie Speciali, hanno suonato un campanello d’allarme sulla validità delle garanzie a salvaguardia di un diritto acquisito su base storica indiscutibile.
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Con l’infeudazione del Vescovo di Trento a Principe del Sacro Romano Impero, avvenuta il 31 maggio del 1027, il Territorio interessato, che allora copriva praticamente quasi interamente quello dell’attuale Regione, diventa de jure et de facto, uno stato a sovranità feudale di diritto germanico secondo le leggi definite nel Sachsenspiegel1. Il Principato Vescovile arriva al capolinea con i trattati di Parigi del 26 dicembre 1802 e di Regensburg del 25 febbraio 1803, in cui con il recesso (liquidazione) dell’Impero (Sacro Romano) l’assetto politico Europeo viene radicalmente modificato. Per settecentosettantacinque anni (775) il Principato Vescovile ha governato in modo autonomo il territorio secondo le leggi feudali.
Al periodo feudale succede il periodo napoleonico, breve, ma sufficientemente turbolento per scardinare la situazione politica aprendo la porta ad un periodo di incertezza e instabilità che si nota nel cambiamento repentino e continuo dei governi anche locali. Il Governo Franco Bavarese si insedia nel 1807 e rende operative le disposizioni del recesso dell’Impero, a questo succede il Regno Italico e, nel 1813, il successore del Sacro Romano Impero, l’Impero Austriaco insedia il proprio Governo, che rimarrà fino alla fine del 1918 quando si forma il Governo di occupazione con, poi, l’annessione al Regno d’Italia. Francesco II, Imperatore del Sacro Romano Impero, in virtù del recesso dell’Impero, diventa Francesco I del neonato Impero d’Austria e, poi, nel 1867, con lo sdoppiamento della Monarchia, diventa Impero d’Austria-Ungheria. L’Impero d’Austria è un impero federale, non è un impero accentratore, perché erede del diritto feudale, che è la quintessenza del federalismo, per cui le leggi federali, o dell’Impero, vengono fatte a Vienna, mentre tutte le altre leggi che riguardano i territori vengono fatte dalle diete locali. Anche le finanze locali vengono gestite in loco secondo principi che oggi il nostro Governo centrale fa fatica a capire. Per fare un esempio, in modo da chiarire il concetto, ricordiamo che quando la Lombardia ed il Veneto costituivano i Regno
La bandiera della regione autonoma
raffigurazione del Concilio di Trento
stretta di mano tra alcide degasperi e Karl Gruber
Lombardo Veneto, le leggi che riguardavano il Veneto venivano fatte e Venezia e quelle che riguardavano la Lombardia venivano fatte a Milano; e, a Vienna, venivano fatte solo le leggi che riguardavano tutti i territori dell’Impero. La Regione, quindi, fino al 1918, inserita nella Contea Pricipesca del Tirolo, ha sempre goduto di una forte autonomia di governo, con capacità legislative e formazione del bilancio proprio. Con l’annessione all’Italia e l’avvento della Dittatura, le cose cambiano, e si instaura un Governo centrale che non lascia alcuno spazio all’autogoverno locale. Dopo la bufera fascista e l’Italia diventata Repubblica democratica, il Governo Centrale riconosce i torti perpetrati dalla dittatura e sottoscrive, tramite il proprio Ministro degli Esteri, Alcide Degasperi, un Accordo internazionale con la Repubblica Austriaca, denominato Degasperi-Gruber, dal nome del Ministro degli esteri Austriaco, che sancisce il diritto all’Autogoverno della Regione. Dal 1027, anno della fondazione del Governo sovrano del Principe Vescovo di Trento, fino al 1918 il Governo della Regione è stato autonomo. Si interrompe l’Autonomia durante la dittatura fascista, che è una causa di force majeure, e si riprende il percorso secolare di autonomia con l’accordo Degasperi Gruber del 1948.
Appare chiaro a chiunque che nel corso dei secoli si è instaurata la consuetudine dell’autogoverno del territorio e, secondo le leggi nazionali come anche internazionali, le consuetudini hanno la forza delle leggi perché: pleraque in jure non legibus / sed moribus constant2. Il diritto ad avere un Governo autonomo per la Regione è, quindi un DIRITTO che trova il fondamento nel diritto internazionale e nazionale sulle consuetudini che inequivocabilmente lo sanciscono. Quindi qualsiasi attacco al diritto all’autogoverno del territorio è un attacco fuori legge. Diventa evidente che il tentativo del Governo di riappropriarsi di competenze già di proprietà della Regione (Province Autonome) è una chiara violazione della legge che da un Governo non può essere accettata. Ciò significherebbe voler ripercorrere la strada già percorsa dal fascismo con risultati terribili, e noi riteniamo che oggi non sia più né percorribile né giustificabile con esigenze di tipo finanziario, che, semmai, si risolvono con una maggiore onestà di intenti in tutti i campi del Governo dello Stato, e non con la violazione delle leggi emanate da se stessi. Raccolta delle norme che definiscono il diritto feudale scritta da Eike von Repgow. 2 Molte cose in diritto hanno la base nelle consuetudini (usanze). 1
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Progetto “Leames, in rete con la tua valle” iniziativa per laureati o iscritti all’università
Comunità, formazione e territorio: Cristina donei Procuradora del Comun General de Fascia
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re parole hanno fatto da filo conduttore dell’attività del Comun General de Fascia nel 2012: pianificazione, formazione, economia. Per poter affrontare il complesso discorso della pianificazione del territorio e dello sviluppo socio-economico, non si può prescindere dalla formazione, elemento fondamentale di crescita e di sviluppo per una comunità. Formare vuol dire accrescere il proprio sapere, conoscere, avere a disposizione strumenti per affrontare meglio le sfide che il futuro ci propone. In tutte le comunità lungimiranti e illuminate si investe con consapevolezza e responsabilità nell’educazione, intesa nel senso anglosassone di “education”. È una strategia, non la soluzione dei problemi, che diventa opportunità, un’occasione di mettersi in gioco e di sfidare un futuro offuscato da previsioni incerte e pessimistiche. Un ente istituzionale deve pensare alla formazione a 360°, e il Comun General lo ha fatto proponendo una serie di iniziative in tutti i campi. Tra le più significative, un percorso di alto livello in collaborazione con la Trentino School of Management per fornire le conoscenze necessarie al processo di formazione dei Piani Territoriali delle Comunità, con approfondimento specifico del tema turismo, per la rilevanza che riveste per la Val di Fassa. Formare significa anche
individuare, insieme al mondo economico, nuove e future opportunità sia in campo culturale che lavorativo che consentano ai giovani di progettare un futuro nella propria Valle. Verso questo obiettivo un primo passo è stato l’avvio del progetto “Leames, in rete con la tua valle”: un’iniziativa che si propone di incontrare i giovani residenti laureati o iscritti all’università per conoscere gli indirizzi di studio intrapresi, le specializzazioni scelte e le esperienze lavorative che stanno maturando. Il progetto ha inoltre l’obiettivo di incoraggiare i giovani studenti a mettersi in gioco, a realizzare i propri talenti e a prendere parte alla costruzione del bene comune. Su questa scia, in collaborazione con gli assessorati al sociale della valle non è mancata una proposta specifica rivolta ai “coscritti”, volta ad offrire un momento di incontro, un’occasione per riflettere sulle responsabilità di cittadino. Di esperienze di lavoro e di formazione al femminile si è parlato quest’anno nelle serate organizzate con l’Assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Beltrami e con la consigliera di parità della Provincia di Trento Eleonora Stenico, che hanno raccontato il loro percorso professionale e la loro realizzazione al femminile. Il gruppo “Genitori non si nasce” in collaborazione con la Consulta delle famiglie e il
tre priorità del C.G.F. Fassa E-motion, mobilità elettrica
Comune di Pozza di Fassa ha invitato i genitori ad un confronto con psicologi e pedagogisti per parlare del difficile “mestiere” di madre e padre ai nostri giorni. Il Comun general ha perseguito, in quest’anno, un’idea di formazione non sempre tradizionale ma aperta alle diverse interpretazioni e avvalendosi di tutti i canali che ha avuto a disposizione. Con Fiemme e Primiero, territori confinanti e caratterizzati dall’ambiente dolomitico e da una lunga vicenda storica, fatta da peculiarità, differenze e processi che ne hanno accomunato i destini, è nata la “Rete Dolomitica” per sperimentare una nuova modalità di lavoro, di partecipazione, di progettazione e di formazione. Un progetto che avrà un’articolazione di carattere pluriennale, e che valorizzerà peculiarità, esperienze e risorse di ogni territorio. La Val di Fassa, con il “Troi di Ladins”, ha voluto appunto promuovere un progetto di conoscenza del territorio attraverso la ricostruzione del sentiero dei ladini, un cammino di 15 tappe, lungo 85 Km, che attraverso la relativa guida permette, camminando, di “leggere” ambienti naturali, testimonianze di vita vissuta e che educano al rispetto del territorio e allo sviluppo sostenibile delle Dolomiti. Il momento di convivialità organizzato dal Comun
scorcio del Troi di Ladins Baic la Palua a Tamion
General a Ciampedìe, è stato occasione di formazione e sensibilizzazione al volontariato, all’unità e al senso di identità oltre che al territorio e all’ambiente con l’intervento del dott. Mazzucchi. La promozione e la valorizzazione dell’ambiente di cui il Comun General si è fatto protagonista, si è concretizzata inoltre in alcuni progetti, finanziati dalla Provincia, che danno impulso allo sviluppo sostenibile della valle e alla qualità della vita di tutti i comuni. Tra questi spicca “Fassa E-motion”, l’avvicinamento alla mobilità elettrica che prevede 7 stazioni di ricarica e 30 bici elettriche a pedalata assistita in tutta la valle, la costituzione della rete di riserve della Val di Fassa, per estendere l’Accordo del Catinaccio ad altre aree protette e territori naturali e “Ambient sot man”, un percorso informativo a tappe, dedicato ai temi della sostenibilità ambientale per sensibilizzare turisti e censiti alla comunità di valle come espressione di unità ambientale, culturale e paesaggistica prima ancora che istituzionale. L’anno 2012 è stato per il Comun general l’anno dedicato alla formazione che continuerà il suo percorso essendo sempre e comunque un investimento necessario e fondamentale per pianificare il futuro della nostra valle e per valorizzare le sue risorse.
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Foto Flavio Delli Zotti
F&F, una scommessa? Persino qualche valligiano doc ha scoperto qualcosa di nuovo nella rivista
dedicata alle nostre valli e alla gente che le abita. Siamo un micro universo, ma ricco di storia, di usanze e colori. Luoghi dove si intrecciano moltissime realtà e stimoli diversi. Ci siamo avvalsi di esperti collaboratori del posto che hanno portato una ventata di novità e così ci proponiamo di continuare. Dobbiamo a tutti i nostri lettori un profondo grazie, perché realizzano con noi la magia di un colloquio gradevole e stimolante. Con essi vanno ringraziati gli Inserzionisti che hanno dimostrato di apprezzare questa rivista come vetrina della loro attività e della loro fertile intraprendenza. 17
fatti e volti
Distillati d’autore
Claus Soraperra Il conflitto tra i Diktat dell’esistenza e la libertà di stile e di pensiero Sofia Brigadoi
Studio Minotaur Factory di Claus Soraperra
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e sue opere sono ficcanti come coltellate. Vi trapela la forza dei sentimenti. La compattezza di pensiero è disarmante. Simboli e segni esprimono significati altrimenti inesprimibili. L’appassionata libertà nella scelta dei soggetti, l’uso acceso dei colori catturano l’osservazione dello spettatore. Le sue opere dispiegano una visione del mondo vibrante, sensuale. Nella collezione “Self Evolution”, la personalità femminile è modulata in
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un’esemplare stratificazione di modernità, mentre in altre opere appare introspettiva e profonda come nella raccolta B.H.I (Basis Human Instinct). I suoi lavori sono stati esposti al Tiroler Volkskunstmuseum di Innsbruck, con la partecipazione di nomi internazionali come Aron Demetz, Lois Anvidalfarei e Gabriele Grones. Nella sua Valle Soraperra è conosciuto per aver partecipato a vari progetti museali,
da sottolineare il Pascalin Project presentato dall’Istituto Culturale Ladino, l’esposizione personale “Self Evolution” presso la Galleria Ufofabrik di Moena e l’installazione presentata presso il Centro d’Arte Contemporanea di Cavalese. Innovativa la mostra esposta in una stalla: “Vaccanza” è stata presentata l’estate scorsa a Canazei, un’ideazione progettata in sinergia con Manuel Riz, vignettista. Lei afferma che dipingere non è una scelta. Certo… è un affanno senza fine, che nasce da un logoramento interno, una sorta di sublimazione. Vive in me il senso di appartenenza all’umanità, che mi tiene ancorato ad essa e che richiede una costante ricerca per capirla attraverso la
tradizione” e rivelano un dialogo serrato con il resto del mondo. La tradizione è un processo complesso che non ha obiettivi se non quello di continuare a trasmettere un qualcosa che inevitabilmente deve garantire un ordine sociale ormai testato tanto caro ai politici e a chi governa. L’arte invece deve provocare un disordine, un disorientamento che generi un nuovo punto di osservazione. Il mio dialogo con il mondo cerca di evitare posizioni periferiche, permettendomi di trattare temi universalmente riconosciuti. Spesso trovo Freud e le esperienze viennesi da Egon Schiele a Hermann Nitsch ancora tanto coinvolgenti.
Opere dell’artista esposte al Tiroler Volkskunstmuseum di Innsbruck
rappresentazione della condizione umana. La mia pittura poi, altro non è che un costante esercizio quotidiano per rimanere vivo, una ricerca di rappresentazione di questo tempo… in fondo chi più mi ha creato e cresciuto è questa società. Le sue radici affondano in un contesto culturale particolarmente fecondo, tuttavia le sue opere si spingono “oltre la
Ha esposto i suoi lavori in numerose mostre, tra le quali “Ladinia” al Tiroler Volkskunstmuseum di Innsbruck. Cosa significa partecipare a simili eventi? È stato come riappropriarsi immediatamente di mille anni di storia, mettendo al centro di un museo antropologico l’uomo contemporaneo e la sua creatività, quasi posizionandolo ai comandi di un’astronave che viaggia trasversalmente nella Storia. Questo progetto
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Serie Self Evolution
è stato fantastico, porre le nostre opere in contrapposizione e dialogo con i segni del passato, una contaminazione orgasmica, certo più audace che pericolosa. Ma è stata anche un’occasione per incontrare ancora degli amici che condividono il fare arte, e respirano appieno la contemporaneità. Fortemente espressiva è la collezione “Self Evolution”, nella quale è dominante l’aspetto femminile, inteso come piacere fisico della materia rappresentato con arguzia in un simbolico paradiso dei consumi. Cosa si nasconde dietro a queste enigmatiche figure? La pittura rispetto alla scultura nasconde mondi nuovi, realtà nuove e ambigue. Quando ho intrapreso l’esperienza di Self Evolution ho voluto riordinare concettualmente e
formalmente la mia pittura continuando ad indagare la figura della donna, intesa nella sua potenzialità umana, psicologica, fisica e sessuale. Per fare questo ho compromesso nella ricerca anche il concetto di bellezza, che da Baumgarten a Kant, fino a Arthur Danto è stato sviscerato e analizzato in tutti i suoi aspetti. Nella gestazione ho voluto fortemente volgermi dall’esperienza dei sensi al pensiero filosofico, riconoscendo alla bellezza una delle tante qualità estetiche e non solo un valore tra gli altri. La mancanza di una definizione chiara e preponderante, sia filosofica che formale della bellezza, produce in me, ma credo anche nella società, un senso di ansia, di inadeguatezza e disorientamento, di paura (Angst) e a noi contemporanei non rimane che la drammatica scelta dell’abuso della sua ricerca, come appunto in Self Evolution.
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Ciclo angst
Alcuni dei suoi lavori presentano volti coperti da una sorta d’impenetrabile copricapo protettivo. Altre persone sono raffigurate di spalle e impediscono all’osservatore di vederne il viso. Oggi l’arte e gli artisti non riuscendo a comunicare con la società, hanno perso l’illusione e la forza di cambiare il mondo. Chi lo cambia sono i mass media, la pubblicità, il commercio e il capitalismo, trasformando il tutto in spettacolo mediatico e virtuale. All’arte non rimane che continuare a riportare al centro la verità che sta nell’uomo, preservando e proteggendo il suo pensiero e le sue idee, a volte anche con degli impenetrabili e cerebrali copricapo protettivi! Le sue opere di pittura, scultura e grafica si affidano a un’intensa e profonda vocazione figurativa, che per contrappasso dovrebbe spingere l’osservatore a una riflessione critica sui principi subdolamente imposti da una società sempre più spazzatura. L’importante di fronte ai valori, “quali essi siano” è il rispetto, concetto che in una società capitalistica fatica a convivere. Il vero problema è riportare l’uomo al centro, rendendolo umano e non funzionale al sistema. La supremazia della concezione capitalistica e finanziaria sostituisce la realtà quotidiana di ognuno di noi con la realtà virtuale, più consona al concetto di crescita, che inevitabilmente offusca e non rispetta i limiti naturali della persona. A noi
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artisti, non rimane che riportare l’uomo al tu per tu con se stesso, sottraendolo alla riduzione a realtà virtuale del consumismo. Quanto la bellezza deve convivere con uno stile per fare arte? Spesso la bellezza, per raggiungere in maniera subdola il pensiero e le scelte delle persone è stata usata come strumento funzionale al raggiungimento di obiettivi non dichiarati. Anche l’arte e gli artisti sono responsabili perché hanno abusato di questo affascinate elemento. Fino ad un secolo fa la bellezza era ancora considerata da gran parte dell’umanità lo scopo supremo dell’arte, divenendo spesso sinonimo stesso di arte. Fortunatamente dalle Avanguardie in poi non è l’unico obiettivo dell’arte, anche se quando l’arte ne abusa il tutto si tinge di vita e di morte. Da professore: ritiene che oggi nelle nostre scuole si fa abbastanza per avvicinare i ragazzi all’arte? Oggi l’arte si trova fuori dai contesti di stretta formazione scolastica o accademica, l’arte nasce ovunque c’è un potere da sconfiggere e c’è qualcosa da dire, spetta a noi artisti portare le argomentazioni al centro. Mi piace ricordare ai miei studenti che per fare l’artista oggi, non è indispensabile saper disegnare… Claus è nato a Canazei 46 anni fa e insegna al Liceum del Design e delle Arti G. Soraperra di Pozza di Fassa.
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fatti e volti
Una voce per i Mondiali Fiemme 2013
Claudia Morandini Indipendente, colta e volitiva. La bella commentatrice valligiana si racconta Sofia Brigadoi
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ive a Ziano, ma è cittadina del mondo, la sua seconda casa è a Los Angeles. Trent’anni compiuti il 25 giugno, una carriera in ascesa. Ex campionessa di sci alpino, ha fatto parte della squadra italiana con ottimi piazzamenti anche in Coppa del Mondo, un impegno che l’ha portata a maturare in fretta, e a formare un carattere da lottatrice. Inizia il percorso di conduttrice nel 2009 per Eurosport, e fa subito centro. Le sue capacità comunicative non rimangono nell’ombra e la carriera di conduttrice di programmi sportivi diventa una professione. L’attendono i Campionati Mondiali di sci a Schladming in Austria; quelli in Valle di Fiemme, un impegno come responsabile media e relazioni esterne dell’Aquila Basket di Trento, e le Olimpiadi di Sochi. Parlaci di te. “Sono molto precisa nel lavoro, mi definirei “una macchina da guerra”. Essere creativa e studiare nuove cose per me è una necessità. Quando stacco la spina sono una persona semplice, nel senso che, a differenza di come possa apparire, adoro le cose essenziali della vita, passare del tempo con gli amici, stare a contatto con la natura, cucinare e dipingere. Sono testarda e selettiva: se una cosa non mi va, è difficile farmi cambiare idea, cerco di fare solo quello che mi rende felice. Adoro i colori forti, i gusti piccanti (la pizza con un “giro” di peperoncino) e le scarpe con il tacco alto.
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Hobby? Amo fare sport: tennis, bici, surf e, ovviamente, sci. Frequentazioni. Nelle persone adoro la solarità, il senso della responsabilità e l’educazione. Detesto i ritardi, la falsità e chi fa rumore mentre mangia. La mia famiglia è il mio nido, mamma, papa’ e mia sorella sono le persone che mi completano, le mie guide, i miei punti fermi, fondamentali per la mia serenità. Ho una famiglia molto unita. Appena posso volo in California, è la mia seconda casa e mi rigenero, anche se devo dire che adoro la mia Valle, dove torno sempre volentieri, per ritrovare la serenità di casa e le mie belle montagne. Preferenze? Leggo molto, la mia camera sembra una libreria, e il romanzo a me più caro è “La rabbia e l’orgoglio” della Fallaci. Porto nel cuore numerosi ricordi, alcuni riguardano le emozioni provate dell’essere atleta, altri del mio lavoro attuale. Come è iniziata la tua avventura nel giornalismo? Non userei la parola giornalismo. Piuttosto Comunicazione: mediatica e non. Comunicazione come quell’insieme di attività che svolgo, dalla conduzione televisiva al commento tecnico, alle varie presentazioni.
Fotoshooting a Los Angeles
Ho iniziato a Roma, quando lavoravo per le Fiamme Gialle a Castelporziano. Quella è stata una grande scuola di vita. Che si è evoluta poi con Eurosport e ora si è allargata a diverse televisioni ed eventi. Il tuo primo incarico da commentatrice sportiva? La Coppa del Mondo di Sci per Eurosport. C’è un evento che ricordi in particolare? I grossi eventi mi hanno sempre dato emozione. Essere un volto ed una voce per le Olimpiadi di Vancouver è stato un sogno avveratosi; lo stesso per i Mondiali di Garmisch. Ora mi attendono i Mondiali di Schladming, quelli in valle di Fiemme, un impegno come responsabile media e relazioni esterne dell’Aquila Basket di Trento, e le Olimpiadi di Sochi. Oltre agli eventi mondiali c’è l’emozione che ogni volta ti dà il palco. Il contatto diretto con il pubblico è unico, l’adrenalina prima di entrare in scena… è un po’
come essere un maestro d’orchestra, a seconda di come ti comporterai sul palco arriverà la risposta del pubblico e, di conseguenza, il successo dello spettacolo. Mondiali 2013 alle porte. Con Sergio Gazzi e Mario Broll, sarai una delle commentatrici valligiane. Che cosa provi a questo imminente impegno? Sono molto felice di essere stata scelta come voce per i mondiali a casa mia. In genere non si è mai profeti in patria… Ringrazio tutto il Team dei mondiali per aver creduto in me. Vivo l’evento con emozione, mi sento parte di una grande famiglia in Valle di Fiemme e questo non mi era mai successo prima. Mi lusinga pensare che dopo anni di lavoro altrove anche qui abbiano visto in me doti valide per essere parte della grande Squadra. Quali sono i capisaldi nel tuo lavoro? La continua evoluzione, lo studio, il lavoro su se
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stessi come professionista e come persona. Per dare il massimo in diretta, su un palco, in tv devi essere una persona solida e concentrata. Non puoi essere retorica e devi sempre cambiare il linguaggio e gli argomenti. Dietro al mio lavoro c’è molta preparazione. E poi, la cosa importante è sempre usare il cuore per creare se stessi. Quando cambi ruolo in continuazione devi mantenere una parte di te integra e allo stesso tempo modificarti in base alla situazione. Una regola fondamentale per la riuscita di un buon servizio? Visualizzare tutto prima che accada. È un lavoro mentale molto importante che porto con me dal mio passato di atleta. Quando riesci a visualizzare dall’inizio alla fine quello per cui ti sei preparata, quando sei “live”, hai già vissuto quest’esperienza e tutto va liscio, è come un film che hai già visto nella tua testa. Questo è il mio allenamento prima della “gara”, lo è stato in passato, lo è tuttora.
Claudia madrina a un galà dello sport
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Progetti? La stagione 2012-2013 è già ricca d’impegni, trasmissioni tv e due Mondiali. Durante l’inverno mi troverete su Eurosport, Trentino tv, Rai 3 e in diversi eventi. Mi attendono due anni importanti in cui potrei crescere molto professionalmente. Non ci sarà solo lo sci nei miei piani, mi concentrerò anche su altri sport. Poi chissà, sono sempre aperta alle novità e a esperienze nuove e stimolanti. Quindi ogni anno i miei impegni si modificano in base alle opportunità che decido di cogliere. Un sogno che vorresti realizzare? Pubblicare i miei manoscritti. Sono pronti, non mi sono mai presa l’impegno di proporli ma vi assicuro che nella scrittura dò il meglio di me. Scrivere è la mia grande passione, dai miei programmi tv e radio, alle storie di vita, ai romanzi. E diventare mamma.
Speaker ai campionati italiani di fondo
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inchiesta
Un lavoro nelle valli di montagna scontenta soprattutto chi ha studiato. Fino a scappare
Che futuro avranno i nostri giovani? Soppiantati nei lavori meno gratificanti dagli immigrati slavi, gli oriundi si sobbarcano alla spola giornaliera con la cittĂ Luigi Casanova
Vicepresidente di CIPRA Italia
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e Alpi sono le montagne più densamente popolate al mondo. Non c’è decremento della popolazione, al contrario: per effetto dell’onda lunga dell’immigrazione che si somma a un saldo naturale stabile, sembrerebbe di assistere a un’inversione di tendenza. Ma le valli in realtà sono in sofferenza. Alla fine dell’iter scolastico i giovani cercano altrove le opportunità di lavoro adeguate alla loro preparazione. Perché in valle non trovano innovazione, non esistono lavori di qualità medio-alta, o vivono un eccesso di precarietà. E i paesi che perdono opportunità perdono anche servizi, e perdendo servizi perdono la gioventù. Il Segretariato della Convenzione delle Alpi sciorina dati che dimostrerebbero una tendenza alla crescita. Ma bisogna incrociare i dati demografici con altri che mettono in rilievo il fenomeno sempre più robusto dei pendolari che lavorano nei fondovalle, nelle città, e a sera terminato il lavoro o nei fine settimana salgono a godersi la quiete, l’aria pulita, la natura ancora vivace. Nelle valli di Fiemme e Fassa il fenomeno è meno percepibile. Come ha documentato una recente indagine del Dipartimento Foreste dell’Università di Padova, da noi funzionano cuscinetti anti-urto. La presenza di un’economia diversificata tra turismo, agricoltura e forestazione, media e piccola industria, favorisce
La formazione: strumento utile per strutturare qualità e per incentivare periodi di lavoro più consistenti la stabilità, anzi fa registrare un incremento della popolazione. E si capisce, sessant’anni di autonomia vogliono pur dire qualcosa. Dunque, i settori produttivi in Fiemme e Fassa soffrono meno la crisi rispetto a quanto accade nelle ricche pianure del Po o del Reno. Il turismo mantiene i traguardi raggiunti, l’agricoltura e l’allevamento trovano una nuova espansione, la forestazione presenta potenzialità che finora non si traducono in PIL solo perché non siamo capaci ancora di chiudere la filiera del legno. E da noi anche le aziende industriali mantengono alti livelli di esportazione dei prodotti (Sportiva, Eurostandard, Rizzoli), senza contare quelle che, causa un mondo politico perlomeno superficiale, hanno preferito emigrare nella vicina provincia di Bolzano, magari solo a San Lugano. E la natura è sempre la madre generosa che offre opportunità straordinarie anche grazie alla presenza del Parco Naturale di Paneveggio e all’avvio della rete delle riserve naturali.
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Ma allora, perché nel settore dell’ospitalità turistica è scoppiato il conflitto fra i lavoratori della valle ed i loro colleghi immigrati? Certo la cosa ha a che vedere con la maggiore disponibilità e flessibilità al lavoro degli immigrati rispetto agli oriundi. Gli immigrati non reclamano (ancora) maggiori diritti; e minori diritti si traducono in una spesa minore in salari e premi. È già successo nella zootecnia, nell’edilizia, cioè nei settori nei quali non sono richieste professionalità particolari, di medioalto contenuto culturale. È possibile che questo accada anche nel settore del turismo. Dal mondo sindacale ci è stata fornita una risposta non proprio piacevole. Stiamo ancora vivendo il turismo come un prodotto in espansione - ci viene detto -, privo di problemi. Troppe aziende non ricercano qualità negli operatori, e quindi preferiscono rivolgersi alla manodopera straniera, possibilmente dell’Est, perché più disponibile alla flessibilità degli orari e ai magri stipendi. Vista dalla parte dell’imprenditoria, sia alberghiera che del commercio, è rigirata come segue: - Sono i nostri giovani – ci dicono – a non accettare flessibilità di orario. Alle 18.00 (alle 18 e 0 minuti) vogliono essere liberi. Il fatto è che hanno avuto tutto con troppa facilità. E chi di loro dispone di titoli di studio elevati non accetta di lavorare nel settore turistico”. D’altra parte non si vede una strategia che miri a tutelare il lavoro, cogliendo le nuove dinamiche dei settori produttivi. Raccogliendo informazioni nei diversi uffici del lavoro si percepisce come non esista nelle nostre valli un progetto di offerta del lavoro. Tutto procede seguendo la congiuntura economica, ci si affida alla speranza di un nuovo “boom”, ma oggi, realisticamente, rinunciare a difendere le quote raggiunte è già un successo. È un dato di fatto che non esiste un piano di incentivazione di lavori di alto profilo. Non esiste nel turismo, ma non esiste nemmeno nell’ambito delle opportunità ambientali, nonostante la presenza del Parco, nonostante la ricchezza naturalistica offerta dalla Magnifica Comunità di Fiemme. Si procede ognuno per sé evitando le sinergie. Certo, bisogna aver voglia di crearle le opportunità, bisogna aver presente che l’inserimento dei giovani è un problema. Lo è anche altrove. Elisa, una ragazza svizzera di Poschiavo ci ha raccontato che studia ingegneria a Friburgo. È affascinata dalle opportunità offerte dalle grandi città, ma il suo cuore, la sua passione la riporteranno in valle. Perché Poschiavo, nel suo piccolo, da un ventennio ha investito nell’innovazione, partendo
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dall’informatica fino a consolidare un turismo bi-stagionale strutturato su oltre 200 giornate di lavoro. Niente di trascendentale. Ma qualcuno quelle giornate di lavoro le ha fatte saltar fuori. Da noi alcuni anni fa era stato proposto un grande disegno che desse vitalità alle opportunità del lavoro latenti. In quest’ottica era stato chiesto che le amministrazioni pubbliche facessero il possibile per portare in valle la formazione continua. I settori entro i quali individuare nuove possibilità sono i più svariati. Il settore culturale sembrerebbe poter andar oltre il ricordo della prestigiosa scuola pittorica settecentesca di Fiemme: la preparazione scolastica offerta dall’Istituto d’arte di Pozza potrebbe far riaffiorare i legami storici coltivati con Vienna e con la Repubblica di Venezia, facendo perno anche sulla biblioteca Muratori, il cui palazzo appena ristrutturato può diffondere su tutto il territorio una nuova consapevolezza delle nostre ricchezze. Nel settore ambientale i giovani che studiano all’Istituto di San Michele potrebbero continuare la ricerca anche nella tradizione dei prodotti di nicchia della zootecnia, appena riconosciuti a livello di denominazione protetta. Il settore alberghiero e del turismo avrebbe bisogno di investire nella conoscenza perfezionata delle lingue straniere, aggiungendo altre opportunità ai periodi di lavoro che
attualmente sono troppo brevi: così strutturati non offrono né reddito soddisfacente né contributi assistenziali. Il settore dell’energia, caposaldo storico delle valli, ha visto le amministrazioni attive, ma si sono ricercati studi e consulenze all’esterno senza indagare il modo di affiancare giovani tecnici locali per andare avanti. Formazione continua non significa costruire percorsi di aggiornamento slegati dal territorio. Ci auguriamo che si voglia perseguire un piano che permetta sia alle giovani figure che si affacciano al mercato del lavoro, ma anche a quelle più mature, di aggiornarsi in continuazione, anche nell’ente pubblico: affinando presentazione, ospitalità, lingue straniere, informatica, diritti e doveri nel pubblico impiego, la filiera del legno, le opportunità dell’ambiente, la storia locale, industria e innovazione, servizi pubblici di prima qualità, dalla sanità all’assistenza fino alla formazione scolastica. Nella preparazione dell’appuntamento dei mondiali di sci nordico qualche anno fa si era parlato, credendoci, di fare delle nostre valli un distretto culturale. Opportunità che speriamo non sia stata superficialmente accantonata. I nostri giovani meritano una riflessione e la presentazione di prospettive aperte, coraggiose, ricche di speranza e innovazione.
Diritti e responsabilità: per offrire qualità
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Foto: visitfiemme.it
FaTTi E VoLTi
Valli dell’avisio, dove ogni idea diventa un evento
Una batteria chiamata Quattro moschettieri inventarono la marcialonga - adesso si sono aggiunti i mondiali di sci nordico (per la terza volta!) e oltre mille volontari rispondono agli organizzatori
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ario Cristofolini, Roberto Moggio, Giulio Giovannini, Nele Zorzi. Tre trentini che facevano la spola con le piste da fondo sdraiate lì dove l’Avisio impigrisce in falsopiano, il quarto un fiammazzo grande albergatore di Ziano. Tra una merenda e una partita a morra la scintilla della Marcialonga. Tutti abbiamo i nostri padri fondatori incorniciati. L’invenzione spetta a madrenatura, ma il battesimo è di Moggio, specialista in nomi: è stato lui a chiamare “Ritmo” la vettura quando faceva parte delle teste pensanti della FIAT, anni d’oro. Giovannini, l’avvocato che sapeva scrivere due atti giudiziari contemporaneamente, uno con la destra l’altro con la sinistra, teneva in
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studio il ritratto di Francesco Giuseppe. Mario Cristofolini, primario dermatologo, è quello che ha detto di no a Dellai quando il principe voleva sostituirlo alla presidenza del Consiglio provinciale. Da una vita presiede la Lega contro i tumori. Il quarto, Nele Zorzi, albergatore di Ziano, il paese con il maggior numero di titoli italiani di fondo, grazie a lui grande appassionato delle discipline scandinave.
Con i presepi in san Pietro, e piazza duomo per i mondiali
Piero de Godenz con l’assessore mellarini consegna un presepe nel legno di Fiemme a Papa Benedetto XVi
de Godenz Incontrando Piero De Godenz vengono in mente i pionieri che hanno fatto famose queste Valli. Una bomba a ripetizione la Marcialonga: alla prima edizione (1971) i quattro moschettieri si aspettavano cento atleti, ne arrivarono mille. Due generazioni dopo devono chiudere le iscrizioni a ottomila. Ci vogliono duemila volontari per preparare le piste, somministrare tè caldo, assicurare la regolarità della corsa, soccorrere gli ansimanti. Nei ristoranti e negli alberghi tutto esaurito per sette, dieci giorni. De Godenz amministra un evento che si è moltiplicato per venti. E altri eventi che sono fioriti per contaminazione. Il suo cellulare, inesausto, filtra le chiamate di Dellai, le chiamate del Superski, quelle dell’associazione amici del presepio, degli impianti di Pampeago, di cui è direttore e amministratore delegato, dei collaboratori e capi servizio dei mondiali di sci nordico e dell’A.P.T. di cui divide la cabina di regia col direttore Bruno Felicetti.
Piero de Godenz con Bruno Felicetti
Luigino mattei Lo chiamano da RAI2, per la trasmissione «A sua immagine»: gli chiedono di guidare la troupe televisiva al “Cristo che pensa”. Gli arrivano telefonate dai manager di grandi interpreti della musica che vogliono sapere a chi saranno dedicati i cinque nuovi abeti nel “Bosco che suona”: premendo un pulsante si sprigiona un brano interpretato da Uto Ughi o da Giovanni Allevi, dalla Scuola di Fiesole o dall’Accademia nazionale di Santa Cecilia… È una nicchia ricavata nella “foresta dei violini” così chiamata per la speciale acustica dell’abete rosso, per questo è stato utilizzato dagli Stradivari, una ultimamente, da Renzo Piano per l’auditorium donato agli aquilani dalla Provincia di Trento.
all’aPT Fiemme nella cabina di regia con Bruno Felicetti
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Volontari
De Godenz è come il lievito: tirato per la giacca come rappresentante delle APT del Trentino in seno alla cassaforte del turismo provinciale, la Trentino marketing. Lo tirano in mezzo anche per i campionati mondiali dei dobermann: settecento cani con al sèguito duemila persone per assistere alle gare in otto recinti 40x40 a norma di legge (un altro tutto esaurito per una settimana in Valle), o per la «desmóntega de le càore», la transumanza di 350 capre a Cavalese. Inciampi in un sasso e scatta un evento. In concomitanza con Sant’Ambrogio, il sei dicembre fino all’Epifania 150 presepi disseminati nelle “córt” di Tésero. Già presenti anche in piazza San Pietro (due volte), a Cracovia, ad Assisi, a Gerusalemme. Tutto questo formicolare di iniziative non reggerebbe se non ci fosse una sostanziale armonia
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collegiale, non solo tra le amministrazioni pubbliche ma anche tra gli operatori economici, le associazioni, le imprese ed i vari comitati organizzatori. Gli impianti di Pampeago sono collegati con Obereggen e Predazzo nello Skicenter Latemar che a sua volta è socio del Consorzio sciistico Fiemme-Obereggen (sessanta impianti, 150 chilometri di piste). Entrambi fanno capo al Superski Dolomiti. Il “lievito” De Godenz è la punta dell’iceberg che ha fatto sì che i campionati mondiali di sci nordico, tenutisi quassù nel 1991, siano stati ripetuti nel 2003 e tornino nel 2013. È la prima volta che succede al mondo, tre volte lo stesso evento in 22 anni. Grazie alla fama degli atleti locali – puntualizza – i Nones, i Deflorian, i Vanzetta, Confortola, Paluselli, Zorzi e tanti altri, che si sono mischiati sul palco con Manuela Di Centa, Stefania Belmondo, Maurilio De Zolt. Ci vogliono 12 speakers per fare la cronaca in diretta dai 3 stadi. Sono 63 le nazioni partecipanti di cui 32 collegate in diretta televisiva. Tre le discipline: il salto, la combinata e il fondo. Le manifestazioni di apertura quest’anno saranno a Trento in Piazza Duomo, con l’inno realizzato da Goran Bregović, suonato dall’orchestra delle Federazione delle Bande e dei Cori del Trentino. A seguire, il musicista e compositore bosniaco darà un concerto per beneficenza al Centro Santa Chiara. De Godenz distribuisce il merito del successo ai volontari, ai gruppi sportivi valligiani ma anche alle due scuole alpine della Guardia di Finanza a Predazzo e della Polizia di Stato a Moena, che hanno sfornato atleti e tecnici di altissimo livello e affiancato il Comitato anche dal punto di vista organizzativo. De Godenz elenca altri primati: “Siamo la prima manifestazione al mondo eco certificata. Quest’anno sarà la prima accessibile a tutte le disabilità, comprese quelle alimentari. E il progetto per il futuro è quello di essere la prima valle accessibile, realizzando un piano condiviso con la Comunità di Valle, le amministrazioni comunali, tutte le categorie economiche, la cooperazione, coordinati dall’Accademia della Montagna.” Lo chiamano sul cellulare. Parte col suo SUV. Era parcheggiato con i lampeggianti accesi. Quello è il suo problema: che non finiscano le batterie, quella della macchina e quella del cellulare. Dovessi trovargli un soprannome sarei incerto tra lievito e batteria. Oppure «Garibaldi», un altro che con mille volontari ha fatto faville. Mentre Piero parte, guardo il suo dirimpettaio Bruno Felicetti, indaffarato con l’email. Un duo vincente che chiamerei il “Duepermille”.
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fatti e volti
Mara Nemela Sofia Brigadoi
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ara, laureatasi nel 2001 in ingegneria per l’ambiente e il territorio, dopo alcune esperienze nel settore della ricerca e della progettazione, è stata assunta in Provincia, settore lavori pubblici e ambiente ed ha conseguito la specializzazione nei sistemi di gestione aziendale. Dopo la nascita di Jacopo, un figlio vivace, ha maturato la decisione di tornare in valle. Ha lavorato come tecnico presso il Comune di Moena e ora – in comando dalla Provincia - è approdata al Comun General de Fascia. Come concilia un lavoro tanto impegnativo con l’essere madre? Ho la fortuna di poter contare su una rete familiare straordinaria. Sapere che tuo figlio è accudito e non semplicemente parcheggiato, ti consente di lavorare con serenità e concentrazione. Conciliare casa e lavoro può essere anche l’opportunità per tirare fuori una marcia in più! Acquisti una nuova concezione del tempo: se rapporti ciò che fai al tempo da dedicare ai propri figli, ogni azione acquista un valore, ti aiuta a focalizzarti sulle priorità.
nostra identità culturale e territoriale. È inevitabile che assisteremo a mille proposte contraddittorie e a forti resistenze a cedere quote di sovranità sul proprio territorio a favore di una gestione collegiale. Se fin dall’inizio ci si concentrerà su obiettivi strategici come la valorizzazione del territorio e della sua attrattività, si potrà trovare un punto di intesa e riequilibrio. Il contesto in cui viviamo non è rassicurante come quello di 20 anni fa e ci impone di fare scelte ben ponderate e orientate alla competitività e all’innovazione. Le scelte di un Comune hanno ricadute anche sui comuni vicini. Vanno individuate insieme delle strategie coerenti, altrimenti non si crea progresso. Su temi tanto impegnativi è possibile aprire un confronto partecipato col protagonismo del cittadino e col volontariato sociale? Il Piano Urbanistico Provinciale prevede il coinvolgimento di cittadini o associazioni
Una madre chiamata a ricucire il tessuto urbanistico di Fascia Le Comunità di valle sono una scommessa istituzionale forse ancora poco compresa. Si tratta di un investimento che dovrebbe responsabilizzare amministratori e residenti nelle scelte strategiche dello sviluppo, della qualità del vivere, nel protagonismo sociale. Sì, è una straordinaria opportunità di rinnovamento. Le Valli hanno facoltà di essere protagoniste delle scelte che le riguardano. Maggior potere decisionale significa maggiori responsabilità, che non ricadono solo sugli amministratori. La legge urbanistica prevede che le Comunità e i Comuni coinvolgano le associazioni di categoria e altri soggetti portatori di interessi diffusi, nel definire le scelte strategiche. Mi pare che in questa fase si stia concretizzando l’indirizzo tracciato dalla Provincia per rafforzare le capacità locali di organizzarsi e di valorizzare le proprie risorse. La Val di Fassa ha di suo un forte senso della comunità. Sappiamo trovare coesione nel promuovere un nuovo sviluppo economico e sociale, e abbiamo la maturità di farlo badando a non snaturare la
che hanno un ruolo nello sviluppo della comunità nella definizione degli obiettivi della pianificazione. Particolare attenzione va data al paesaggio. La Convenzione europea del paesaggio, ne riconosce la valenza strategica anche per la qualità della vita delle popolazioni. Alla luce di questo principio, il paesaggio non è solo uno sfondo (bello? brutto?) ma un aspetto centrale della qualità del vivere, delle nostre abitudini, delle nostre relazioni, della nostra identità. Il paesaggio della Val di Fassa non è una cartolina, ma il frutto di secoli di storia e tradizioni che si sono stratificate e sono parte fondante della nostra identità. La trasformazione del paesaggio e le sue implicazioni culturali, sociali, ambientali ed economiche è un tema centrale che riguarda tutta la comunità. Come si può interpretare, dal punto di vista urbanistico, la valle di Fassa del 2020: edilizia residenziale, aree servizi, mobilità? La pianificazione territoriale non deve essere calata dall’alto. La nostra comunità deve fare lo
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sforzo di immaginare il proprio futuro, e di far nascere possibilmente delle visioni condivise. I documenti del piano urbanistico provinciale, riferendosi alla nostra valle, indicano come elementi di valore lo scenario ambientale e paesaggistico, il patrimonio dell’architettura tradizionale, la qualità dell’offerta turistica e ricettiva. Sono considerati punti critici la carenza di infrastrutture, l’elevata presenza di seconde case, la scarsità di servizi assistenziali e culturali. è inevitabile che da qui al 2020 assisteremo a cambiamenti rapidi e importanti, dipendenti da scenari che si svolgono molto lontano da qui. Da quale aeroporto arriveranno i turisti del 2020? Che connessioni troveranno? Utilizzeranno l’automobile o approderanno alle nostre località perché saranno dotate di un eccellente trasporto pubblico? Verranno per sciare o per andare in bicicletta? Anche la nostra comunità sta cambiando. I giovani hanno maggiori possibilità di studiare e viaggiare. Avranno ancora interesse a vivere qui? Quali opportunità dovremo garantire loro? I percorsi formativi saranno coerenti con le opportunità di lavoro? Le famiglie saranno strutturate in modo molto diverso dal passato. Saremo mediamente più vecchi, con famiglie meno numerose e ci saranno più lavoratori stranieri. Serviranno nuovi alloggi? Serviranno nuove aree edificabili o recuperare edifici esistenti risulterà più semplice e conveniente? E poi di quali alloggi avremo bisogno? Alloggi protetti per anziani, foresterie per lavoratori
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stagionali o villette unifamiliari? Le aree libere sul nostro territorio sono davvero poche, sarebbe un peccato utilizzarle con leggerezza. Dobbiamo davvero fare una riflessione su ciò che vogliamo essere ed utilizzare le nostre risorse territoriali in modo da trarne il massimo beneficio: sviluppo economico a lungo termine, qualità della vita ed equilibrio sociale. Ritorniamo a Mara madre: una donna riesce oggi ad assumere incarichi impegnativi senza dover sacrificare le attenzioni dovute alla famiglia: le istituzioni aiutano oggi il protagonismo delle donne in politica o nel lavoro? Io non posso certo lamentarmi, in quanto le persone e le istituzioni per cui ho lavorato hanno sempre cercato di agevolarmi nella conciliazione fra lavoro e famiglia. In linea generale direi che si può fare di più. Alle donne serve flessibilità. A volte piccole modifiche all’orario di lavoro possono semplificare enormemente la vita familiare, così l’utilizzo della rete e delle tecnologie che consentono portare il proprio lavoro con sé ovunque. Anche se le pari opportunità non sono ancora completamente garantite, dalla valle più che altrove vedo segnali incoraggianti. Tante donne sono protagoniste del mondo economico, politico e della cultura. Sono certa che la presenza di modelli positivi favorirà il cambiamento.
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CUriosiTà
animali (quasi) domestici
a ognuno
La “pappa pronta”
S
i presentano puntualissime, ogni giorno alla stessa ora, e pare che la dieta light abbia contagiato anche loro. La nostra (quella della foto) è esigente, non si accontenta dei crostini del gatto. Aspetta paziente la sua ciotola. Predilige la carne bianca e, nonostante si cerchi di accontentarla, talvolta capita che annusi, cauta, la cena. Quando non è di suo gradimento sul muso aguzzo compare una sorta di smorfia e le orecchie lunghe e appuntite si portano leggermente all’indietro. A quel punto gironzola nervosamente per il giardino finché non le si propone un piatto più consono ai suoi gusti. Dopo il pasto spesso siede sotto il porticato per godere del paesaggio (pensiamo noi). Non ha paura e non si allarma al primo movimento sospetto. Se ne sta lì, tranquilla, e ci chiediamo se l’animale di casa non sia lei, anziché il povero gatto che si è debitamente nascosto per paura di essere sbranato dall’intrusa. Viene da domandarsi se anche le volpi non sono più quelle di una volta. Ma dov’è finita la splendida figura furtiva, la furbacchiona spietata predatrice di topi e serpenti? Sono così cambiate le abitudini alimentari di questi animali selvatici? Pigrizia?
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la sua volpe
piace anche a lei
Il segnale - passaggio volpi - non si legge solo nelle nostre Valli. L’anno scorso la caccia alla volpe si è aperta al Vaticano che, occupato da alcuni pellicciotti color ruggine, è stato costretto a correre ai ripari. Nello splendido giardino dove passeggia il Pontefice, non c’era posto per gli affascinanti predatori: il rischio di mettere a repentaglio un consolidato ecosistema nel quale coabitano in armonia pappagalli, colibrì, picchi, upupe, ma anche raganelle, tritoni e orbettini, ha spinto le autorità d’Oltretevere a scacciarle. Da un articolo de La Stampa leggiamo: Del resto qui – sussurra sornione e sorridente un monsignore di lungo corso – abbiamo già un numero sufficiente di volponi…». Anche nelle periferie britanniche è stato dato l’allarme: questa volta per delle volpi giganti. Nel Kent, più precisamente a Maidstone, è stato catturato un esemplare grande come un bimbo di sette anni e gli zoologi hanno lanciato l’allerta: la specie sta divenendo sempre più grossa e aggressiva poiché si nutre o è nutrita in abbondanza degli avanzi dei pasti di esseri umani. Kay Fedewa, autrice del famoso fumetto Black Blood Alliance, ha addomesticato una volpe e la porta a spasso come un cagnolino. Storciamo il naso alla notizia. In un blog leggiamo la domanda di una signora: “Come posso fare
sofia Brigadoi per addomesticare una volpe? Ne vorrei tanto una viva…” Eh, già, una volta le portavamo al collo, ora la richiesta raddoppia, e le vogliamo al guinzaglio. Sia come sia, ci domandiamo quale sarà la sorte di questo affascinate predatore, menzionato e ritratto da famosi scrittori tra i quali Esopo, con la favola La volpe e l’uva, e Antoine de Saint-Exupéry, nel celeberrimo dialogo tra la volpe e il piccolo principe. La magia si sta spezzando. Ma abbiamo davvero la necessità di addomesticare anche le volpi? Di sentirci onnipotenti anche nei riguardi della natura? Da oggi abbiamo deciso di non nutrire più la nostra volpe. Di lasciarla viva e selvaggia. In un film girato interamente nel Parco dell’Abruzzo dal titolo: “La volpe e la bambina”, si narra l’amicizia tra una bambina e una volpe, un’amicizia che finisce quando la volpe si accorge che ciò può toglierle la libertà. Il film si conclude con la bambina che, diventata mamma, racconta al suo piccolo la vicenda e quello che ha imparato: che amare è diverso dal possedere...
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sPorT
Febbre nordica Fiemme 2013: 60 squadre da continenti per 11 3 volontari. E intorno, fan parade, festival, degustazioni, tribute band, deejay set e un inno mondiale firmato Goran Bregovic
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a Val di Fiemme, battezzata l’Ombelico del Fondo, si lascia travolgere dal vortice dello sport, ospitando, per la terza volta i Campionati del Mondo Fis di Sci Nordico. Questa valle ha vissuto la calda estate, appena trascorsa, con la testa nella neve. Se l’Azienda del Turismo di Fiemme ha continuato a ricevere prenotazioni per l’evento sportivo in programma dal 20 febbraio al 3 marzo 2013, il Comitato Organizzatore dei Campionati del Mondo di Sci Nordico ha ascoltato idee e definito progetti, per offrire strutture sportive perfette, eventi collaterali di richiamo internazionale e una mobilità sostenibile ed efficiente. Il restyling ha interessato il PalaFiemme di Cavalese, che ospiterà i mass media, il Centro del Salto sugli sci di Predazzo e il Centro del Fondo di Lago di Tesero. Più di 60 squadre provenienti dai cinque
continenti hanno assicurato la presenza ai Campionati del Mondo. Oltre a 36 squadre europee, 12 asiatiche, 3 africane e 5 sudamericane, parteciperanno anche atleti australiani e neo zelandesi. Una miriade di spettacoli, degustazioni e giochi scandiranno l’evento. Anima e cuore dei Campionati, 1153 volontari (con un’età media di 49 anni) che si sono messi a disposizione con pieno entusiasmo. Nella preparazione gioca un ruolo importante la grande esperienza che può vantare la Val di Fiemme, località riconosciuta a livello internazionale come organizzatrice di eventi di spicco. Già nel 1991 e nel 2003, infatti, la valle aveva ospitato i Campionati del Mondo di Sci Nordico. Inoltre, il 5 e il 6 gennaio 2013 sarà riproposto per la settima volta lo spettacolare Tour de Ski con l’estenuante salita finale sull’Alpe Cermis.
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OGNI GIORNO FAN PARADE, CONCERTI E SOUTH NORDIC FESTIVAL “L’interesse internazionale per le competizioni è molto alto”, afferma Bruno Felicetti, direttore della Comunicazione del Comitato Organizzatore. La motivazione deriva sicuramente dall’eccezionale combinazione di sport di alto livello, dello spettacolare paesaggio delle Dolomiti e dello stile di vita italiano, per i quali la Val di Fiemme è conosciuta e amata. Ciò che incrementa maggiormente l’interesse è l’originale e ricco programma di eventi di contorno. Con Fan parade a Cavalese ogni giorno, concerti, intrattenimento per i più piccoli e spettacoli, la Val di Fiemme si presenta più che all’altezza della situazione. Inoltre, non mancheranno momenti di degustazione delle specialità regionali: speck, salami, formaggi, dolci tipici, con grappe e vini trentini. Saranno proposti una ventina di concerti per rivivere con le tribute band l’epopea dei Beatles, dei Queen e degli Abba. Gruppi di fama internazionale arriveranno da prestigiose location, come la Cavern di Liverpool, per travolgere il pubblico anche proponendo musica degli anni 60 e 70. Oltre a concerti di musica classica e folk, scandiranno l’evento due deejay set di livello internazionale. Fra le altre iniziative di contorno, il South Nordic Festival, Fiemme Arena, Winterfest, due notti verdi e molto altro, senza contare che ogni sera la premiazione in Piazza dei Campioni a Cavalese si trasformerà in una grande festa. MONDIALI SENZA BARRIERE Per la prima volta i Campionati del Mondo di Sci Nordico saranno completamente privi di barriere architettoniche. I disabili potranno vivere l’atmosfera del Mondiale senza preoccupazioni. Entrambi gli stadi di Lago di Tesero e di Predazzo sono stati adeguati alla Certificazione di Fiemme Accessibile, in modo da permettere l’accesso senza barriere a tutte le gare e agli eventi di contorno. Questi provvedimenti fanno parte di un vasto progetto che coinvolge tutta la Val di Fiemme, in cui non solo i disabili, ma anche i turisti e gli ospiti che presentano allergie e intolleranze alimentari possono trascorrere un piacevole soggiorno in valle. Il progetto è stato sviluppato dall’Accademia della Montagna in cooperazione con le istituzioni e le associazioni locali. IMPATTO ZERO Nel 2013 sarà mantenuta la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 ottenuta nel 2003, con l’imperativo di organizzare
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un Campionato del Mondo a basso impatto ambientale. CERIMONIA DI APERTURA Il Campionato del Mondo di Sci Nordico 2013 si aprirà con una pirotecnica cerimonia inaugurale a Trento, cui prenderanno parte artisti di fama internazionale come Goran Bregovic . Goran Bregovic, da ambasciatore della musica mondiale, comporrà l’inno ufficiale, coniugando la tradizione ritmica e melodica dei Balcani all’energia del rock e del jazz. La cerimonia di apertura, ripresa in diretta dalla Rai, si terrà in piazza Duomo. La coreografia prevede diversi colpi di scena, fra cui il ‘volo’ di un pianoforte con il pianista, per ricordare la musica che diffonde nel mondo l’abete di risonanza della Val di Fiemme. Sarà rappresentata anche la storia dello sci e delle Dolomiti, della Val di Fiemme e del Trentino con un video dello studio Festi. SICUREZZA La sicurezza sarà garantita da un gruppo interforze guidato dal vicequestore e capo della squadra mobile di Trento Roberto Giacomelli.
MOBILITà I trasporti pubblici saranno gratuiti lungo tutta la valle a spettatori e accreditati. CULTURA Tra le attività culturali e di intrattenimento, l’iniziativa della Fondazione Museo Storico del Trentino che allestirà nelle gallerie di Piedicastello un inedito Museo storico dello sci (dopo il 2013 sarà trasferito in Val di Fiemme). IL GIOCO DEI MONDIALI è già online il videogioco ufficiale dei Campionati del Mondo Fiemme 2013 si chiama “Skiri mini game” e lo trovate su www.fiemme2013.com. SPONSOR UFFICIALI Viessmann, Vattenfall, Intersport, Coop, Betat-home, Hyundai, Trentino, Zimnaya doroga e Garmin sono i partner che hanno voluto legare il proprio marchio all’evento trentino dal 20 febbraio al 3 marzo 2013. MASS MEDIA “Saranno prodotte immagini senza risparmio di mezzi e uomini. Pur in un momento di crisi economica generale, utilizzeremo il meglio della tecnologia e siamo pronti a rispondere alle richieste delle emittenti internazionali”, ha dichiarato Maurizio Ciarnò, responsabile del progetto RAI per il 2013. Infatti, seguiranno l’evento anche emittenti come ZDF, ARD, NRK, ORF, SVT, YLE, RTV e SRG. Nazareno Balani, regista di Giochi Olimpici, Giro d’Italia, Marcialonga e dei massimi eventi di sport, ha fornito alcuni dati. Nelle gare di fondo saranno utilizzate 35 telecamere (fisse, mobili, su motoslitta, su binario, su cavo) per far vivere con intensità le 30 competizioni (tra qualifiche e finali). Saranno 16 le telecamere posizionate per le gare di Salto. “I suoni - ha precisato Balani - saranno protagonisti”. Saranno 21 i microfoni installati a Predazzo per far sentire il respiro teso e profondo degli atleti prima del decollo, il sibilo del volo, il fruscio degli sci, il “tonfo”
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all’atterraggio, i sussulti del pubblico, gli applausi, le interviste. L’obiettivo è di superare gli oltre 500 milioni di telespettatori del mondiale 2003. Per gli spettatori ci sarà anche un intenso “dopogara”. NASCE UNA APP MONDIALE è già disponibile sull’Appstore e android l’App ufficiale di Trentino Fiemme 2013: la perfetta agenda mobile interattiva per pianificare al meglio l’esperienza dei Campionati del Mondo di Sci Nordico Trentino Fiemme 2013, permettendo a ogni tifoso, appassionato o turista di seguire, di condividere e non perdere nemmeno un secondo delle gare e delle iniziative dei Mondiali. Questa applicazione gratuita permette di scoprire e conoscere nel dettaglio tutti gli avvenimenti dei Campionati del Mondo di Sci Nordico, fornendo il programma completo delle gare, gli scatti più belli e indimenticabili, nonché gli orari degli eventi di contorno e delle cerimonie di premiazione. La sezione News, permette di rimanere aggiornati su ogni risultato e curiosità. Le sezioni Info e Luoghi offrono l’acquisto dei biglietti, le previsioni meteo, le descrizioni dei luoghi dove si svolgeranno tutti gli avvenimenti iridati, i parcheggi, dove mangiare, dove dormire e cosa fare durante l’evento iridato.
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Tour de Ski: Final Climb
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i risiamo, verrebbe da dire. È con assoluta soddisfazione e piacere che la Val di Fiemme ospita ancora una volta le tappe finali del Tour de Ski. Le superstar del massimo circuito di Coppa del Mondo si ritroveranno a battagliare sull’anello di Lago di Tesero e lungo la sensazionale scalata della montagna dell’Alpe Cermis. Sabato 5 gennaio si svolgeranno la 10 km Mass Start femminile e la 15 km Mass Start maschile al Centro del Fondo (con inizio alle ore 12.30); domenica chiuderà il Tour de Ski l’emozionante Final Climb dell’Alpe Cermis (9 km a inseguimento maschile e femminile, con inizio alle 11.45), dove si assegnerà il titolo assoluto. Fare pronostici non è mai semplice in questi casi, anche se nomi come Dario Cologna, Justyna Kowalczyk, Marit Bjørgen o Petter Northug sono senz’altro da tenere in forte considerazione per il podio finale. Ci sono poi svedesi, tedeschi, finlandesi e, perché no, azzurri che potranno dire la propria e il risultato sarà uno spettacolo unico ancora una
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sport
volta. Tra l’altro, le tappe finali del Tour de Ski sono confermate in Val di Fiemme fino al 2017. Giunta ormai alla terza edizione anche la “Rampa con i Campioni”, gara popolare (iscrizioni su www.fiemmeworldcup.com) che aprirà la domenica di gara sulla “rampa” del Cermis. Tour de Ski da seguire con gusto anche nel 2013 sulla rampa della Final Climb. Domenica 6 gennaio l’evento sportivo è di quelli da non perdere e da accompagnare con i colori e i sapori del Tour del Gusto. Dalla base della risalita del Cermis fino al traguardo, le varie “poste” gestite da alcune associazioni della valle proporranno intrattenimento e prodotti locali fin dal mattino, quando andrà in scena la Rampa con i Campioni. Seguiranno le prove di Coppa e non ci sarà cosa migliore che seguire i fuoriclasse del fondo sorseggiando un buon brulé e degustando un’ottima fetta di strudel. L’invito è ovviamente aperto a chiunque, amanti di sport, del divertimento e buongustai.
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relazioni
Anime gemelle
MRS&MR
TEST
s.b.
5 coppie “svelano” con simpatia le loro affinità Armonia, similarità, unione, condivisione = … ? 51
i osat p s o Son 16 anni da ivono e v sero a Te
Sara Delli Zotti:
nata a Cavalese, 47 anni, segno zodiacale ariete, operatore amministrativo.
Sara Il suo peggior difetto? Lei: spesso si dimentica quello che ho detto Lui: impulsività
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lei: Alberto Tomba Lui: Alberto Tomba
La sua vacanza ideale? Lei: tropici Lui: Maldive Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lui? Lei: sua madre Lui: mia madre
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nato a Cavalese, 47 anni, segno zodiacale capricorno, direttore della Scuola di Sci Pampeago.
Sergio
Qual è per Sergio la parte preferita del tuo corpo? Lei: gli occhi Lui: le gambe
Un film che l’ha conquistato? Lei: Il paziente inglese Lui: Indiana Jones
Sergio Doliana:
Qual è per Sara la parte preferita del tuo corpo? Lui: il torace Lei: la bocca
Il suo peggior difetto? Lui: la mancanza di puntualità Lei: non ne ho…
Il cantante o la band più amato/a? Lei: Laura Pausini Lui: la Pausini
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lui: Vincent Van Gogh Lei: Van Gogh
Il cantante o la band più amato/a? Lui: Robbie Williams Lei: Robbie Williams e Amy Winehouse
La sua più grande paura? Lei: non saprei, non ne parla Lui: la malattia
Un film che l’ha conquistata? Lui: Titanic Lei: Il collezionista di ossa
Per lui in un rapporto cosa conta di più? Lei: la complicità Lui: il rispetto
La sua vacanza ideale? Lui: Caraibi Lei: un connubio tra relax e scoperta. Safari e mare
La sua più grande paura? Lui: ha paura del vuoto Lei: che possa succedere qualcosa ai miei cari
Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lei? Lui: Giorgio Dellantonio Lei: mia madre
Per lei in un rapporto cosa conta di più? Lui: la sincerità Lei: la fedeltà
Antonella Scardanza: nata a Falcade, 51 anni, segno zodiacale pesci.
Ezio Bez:
nato a Moena, 54 anni, segno zodiacale scorpione.
da Sono sposatino a 33 anni, vivoieme Moena e ins una gestiscono i stazione d servizio.
Ezio
Antonella Qual è per Enzo la parte preferita del tuo corpo? Lei: sorride e poi… i gomiti! Lui: gli occhi
Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lui? Lei: nessuno Lui: nessuno
Qual è per Antonella la parte preferita del tuo corpo? Lui: gli occhi Lei: le gambe
Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lei? Lui: nessuno Lei: nessuno
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lei: Luis Durnwalder, il Presidente della Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano e Michelle Hunziker Lui: Luis Durnwalder
Il suo peggior difetto? Lei: è terribilmente disordinato Lui: continuo a brontolare
Per quale personaggio ha una simpatia? Lui: Sean Connery Lei: Sean Connery, George Clooney
Il suo peggior difetto? Lui: è una brontolona Lei: sono brontolona e testarda
Il cantante o la band più amato/a? Lei: le bande musicali austriache Lui: Vlado Kumpan, trombettista ceko
Un film che l’ha conquistata? Lui: tutti quelli romantici Lei: La principessa Sissi e il Signore degli Anelli
Un film che l’ha conquistato? Lei: tutti quelli di La sua più grande guerra Lui: mi piacciono i film paura? Lei: perdere la salute di guerra o western Lui: tante, ma non una La sua vacanza ideale? in particolare Lei: in Austria o in baita Per lui in un rapporto Lui: quindici giorni da cosa conta di più? un rifugio all’altro Lei: i sentimenti Lui: avere la pazienza di sopportarsi
La sua vacanza ideale? Lui: in spiaggia con un libro in mano, le piace leggere e riposare Lei: mi piace visitare luoghi che non conosco e nel contempo trovare il tempo per rilassarmi
Il cantante o la band più amato/a? Lui: i Pooh Lei: i Pooh La sua più grande paura? Lui: non mi pare ne abbia Lei: di perdere la salute Per lei in un rapporto cosa conta di più? Lui: tutti i sentimenti che rendono positivo un rapporto Lei: fiducia, sincerità e il reciproco rispetto
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Sono compagni da 3 anni e vivono a Predazzo
Simone Scarpenti:
nato a Milano, 34 anni, segno zodiacale gemelli, operaio in una segheria a Ziano.
Qual è per Simone la parte preferita del tuo corpo? Lei: il seno Lui: il seno
Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lui? Lei: sua madre Lui: mia madre
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lei: la sua passione è l’Inter Lui: per Jim Morrison quando ero ragazzo, ora per l’Inter.
Il suo peggior difetto? Lei: gli sbalzi d’umore Lui: l’irascibilità
La sua vacanza ideale? Lei: in camper Lui: con lei… ovunque
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Cavalese, 42 anni, segno zodiacale pesci, barista.
Simone
Nada
Un film che l’ha conquistato? Lei: L’enigmista Lui: L’enigmista
Nada Zanon: nata a
Il cantante o la band più amato/a? Lei: De André Lui: Adriano Celentano La sua più grande paura? Lei: di non raggiungere gli obbiettivi prefissi Lui: di deludere le aspettative degli altri Per lui in un rapporto cosa conta di più? Lei: la sincerità Lui: l’improvvisazione
Qual è per Nada la parte preferita del tuo corpo? Lui: i capelli Lei: le spalle
Il suo peggior difetto? Lui: è troppo apprensiva Lei: sono apprensiva
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lui: il cantante Vinicio Caposella Lei: Vinicio Caposella
Il cantante o la band più amato/a? Lui: mi ripeto, Vinicio Caposella Lei: Caposella
Un film che l’ha conquistata? Lui: Into the Wild Lei: Into the Wild La sua vacanza ideale? Lui: a Milano Lei: in camper Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lei? Lui: suo fratello Lei: mio fratello
La sua più grande paura? Lui: la paura stessa Lei: ho tanti timori anche sulle piccole cose Per lei in un rapporto cosa conta di più? Lui: la sincerità Lei: la sincerità
Sono da 17sposati e viv anni a Tes ono ero Maurizio Scarabellin:
Dorita Deflorian:
Dorita
Maurizio
nato a Cavalese, 44 anni, segno zodiacale ariete, libero professionista.
nata a Cavalese, 44 anni, segno zodiacale acquario, amministra con il fratello l’azienda di famiglia.
Qual è per Maurizio la parte preferita del tuo corpo? Lei: gli piaccio tutta!!! Lui: il viso
Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lui? Lei: nessuno Lui: nessuno
Qual è per Dorita la parte preferita del tuo corpo? Lui: le spalle Lei: le spalle e il sedere
Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lei? Lui: le sue sorelle Lei: le mie sorelle
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lei: Angelina Jolie, Sharon Stone… quanto spazio abbiamo??? Lui: Valentino Rossi
Il suo peggior difetto? Lei: è brontolone Lui: troppo perfezionista
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lui: Mel Gibson Lei: Antonio Banderas
Il suo peggior difetto? Lui: la mancanza di puntualità Lei: sono sempre in ritardo
Un film che l’ha conquistata? Lui: Highlander Lei: Memorie di una geisha
Il cantante o la band più amato/a? Lui: Biagio Antonacci Lei: Biagio Antonacci
Un film che l’ha conquistato? Lei: Highlander Lui: Shining La sua vacanza ideale? Lei: tropici Lui: nel mio giardino
Il cantante o la band più amato/a? Lei: Vasco Rossi Lui: Led Zeppelin La sua più grande paura? Lei: non ne ha, è molto deciso Lui: sono claustrofobico Per lui in un rapporto cosa conta di più? Lei: la sincerità e la fiducia Lui: il dialogo
La sua vacanza ideale? Lui: in una città d’arte Lei: tropici
La sua più grande paura? Lui: non ne ha! Lei: di restare sola Per lei in un rapporto cosa conta di più? Lui: la sincerità Lei: la sincerità
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Sono sposati da 25 anni e vivono a Carano Manuela Delvai:
Diego Delvai:
nata a Cavalese, 46 anni, segno zodiacale pesci, casalinga.
nato a Cavalese, 50 anni, segno zodiacale acquario, impiegato alla Cassa Rurale.
Diego
Manuela Qual è per Diego la parte preferita del tuo corpo? Lei: gli occhi Lui: gli occhi Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lei: Gandhi Lui: Gandhi Un film che l’ha conquistato? Lei: l’Era Glaciale Lui: Il Signore degli Anelli
Il suo peggior difetto? Lei: è sempre in giro Lui: sono sempre in giro e mia moglie si lamenta!
Qual è per Manuela la parte preferita del tuo corpo? Lui: i capelli Lei: le mani
Il cantante o la band più amato/a? Lei: Fabrizio De Andrè Lui: De Andrè
Per quale celebrità/ personaggio ha una simpatia? Lui: Gandhi Lei: George Clooney
La sua più grande paura? Lei: quella di annoiarsi Lui: restare solo
Per lui in un rapporto cosa conta di più? La sua vacanza ideale? Lei: montagna, un Parco Lei: la sincerità Lui: la sincerità Lui: montagna
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Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lui? Lei: nessuno, è uno spirito libero Lui: mia sorella
Un film che l’ha conquistata? Lui: Master e Commander Lei: Chocolate La sua vacanza ideale? Lui: mare Lei: mare Chi tra i parenti ha maggior influenza su di lei? Lui: la madre Lei: nessuno
Il suo peggior difetto? Lui: non ascolta Lei: sono poco espansiva Il cantante o la band più amato/a? Lui: Jovanotti Lei: Jovanotti La sua più grande paura? Lui: quella di perdermi Lei: dei temporali Per lei in un rapporto cosa conta di più? Lui: la sincerità Lei: la sincerità
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il respiro della montagna
Le dolomiti che crollano e si rinnovano marco avanzini Museo delle Scienze Trento
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Pinnacoli in equilibrio precario nella nebbia delle Pale di san martino
Foto: M. Avanzini
egli ultimi quindici anni sembra che le montagne delle Alpi stiano perdendo i pezzi. Sono crollati la cresta dell’Hoernli sul Cervino, il ghiacciaio della Est del Rosa e del Mont Blanc de Tacul, il Monte Nero sulla Presanella. Sulle Dolomiti sono crollati pezzi delle Mesules, del Vajolet sul Catinaccio, dello Sciliar - il gigante di roccia delle Dolomiti altoatesine, del Pomagagnon, del Pelmo e delle Cinque Torri sopra Cortina; è franata Forcella dei Ciampei sui monti tra la Val Gardena e la Val Badia, e con lei lo strapiombo sopra il rifugio Tuckett e lo spallone sopra la Vedretta dei Camosci nel gruppo del Brenta. E poi il Piccolo e il Grande Cir, la Cima Uomo sulla Marmolada, la Cima Dodici e la Cima di Canssles sulle Odle. Per non parlare di cima Una in Val Fiscalina, e prima ancora della Cima dei Tre Scarperi e la Forcella Undici nella Meridiana di Sesto vicino a San Candido, e dei distacchi del Sass Maor nel gruppo delle Pale di san Martino. Ma se andiamo indietro nel tempo, ci accorgiamo che numerose sono le piccole e grandi frane che nel corso del secoli sono precipitate dai versanti delle cime dolomitiche. Ricordi tramandati nel tempo rimandano al 1348, quando una frana distrusse il leggendario villaggio di Villalonga, che si ritiene si estendesse da San Vito a Vodo di Cadore. Documenti conservati presso il comune di Borca di Cadore descrivono una grande frana crollata il 22 luglio 1737, e poi una dell’aprile 1814 che travolse tre frazioni sulla riva destra del Boite, causando la morte di duecentocinquanta persone.
Poco più ad ovest, nel 1771, esattamente nella notte dell’undici gennaio, dal Monte Piz, di fronte al Civetta, si staccò una frana che sbarrò le acque del Torrente Cordevole. A quel tempo lungo la valle c’erano sette paesi: Riete, Marin, Fusine, Torre, Sommariva e Villa di Peròn nei quali vivevano più di trecento persone. Di esse quarantanove morirono nella frana. Dopo il crollo cominciò a formarsi un vasto lago e le case che erano scampate al disastro non si salvarono dall’innalzamento del livello dell’acqua. Duecentotto persone dovettero abbandonare ogni loro avere e cercare, nella dura stagione invernale, un ricovero di fortuna. Non era finita, quando sembrò che l’avanzata del lago si fosse arrestata, il Piz franò per la seconda volta. L’ondata di piena che si levò dal lago spazzò via la canonica, la chiesa e le case del paese principale che erano fino ad allora scampate al disastro: si era formato il lago di Alleghe sul cui fondo si possono ancora oggi vedere i resti del villaggio sommerso. Ci sono però frane ancora più antiche che superano la memoria dell’uomo. Studiando la distribuzione nel tempo di queste ultime, gli studiosi si sono accorti che esse si concentrano in due periodi principali: il primo, si colloca tra circa 11.000 e 8500 anni fa (ed è probabilmente
connesso alla fine dell’era glaciale), il secondo appartiene ad una fase successiva localizzata tra preistoria e storia (tra circa 5500 e 2000 anni fa) e coincide con un periodo di precipitazioni elevate. Sembra quindi che nel passato sia esistita una relazione tra clima ed eventi franosi. Oggi questo è ancora vero? Siamo ormai abituati a leggere che le frane dolomitiche sono uno dei tanti dei segnali del mutamento climatico in atto e che i crolli sono legati allo scioglimento del ghiaccio in quota che non trattiene più i blocchi pericolanti. Eppure, sebbene la roccia ci appaia immobile e immutabile, dobbiamo abituarci a pensare che anche le montagne respirano. Lo sa bene chi
Il 12 ottobre 2007 alle 9.34 dal monte Cima Una (2.698 m s.l.m.), in Val Fiscalina presso Sesto Pusteria, è caduto un lastrone di dolomia che misurava 100 m di altezza, 30 di larghezza e 10 di profondità. Una grossa nube di polvere e detriti ha ricoperto la zona senza fare alcuna vittima
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arrampica sulle pareti dolomitiche al sorgere del sole. Scricchiolii sinistri accompagnano il loro riscaldamento e dilatazione. Piccoli frammenti si staccano e cadono al suolo in una pioggia continua che alimenta i ghiaioni e le falde detritiche che mantellano le pareti più impervie: li senti quando scali una parete e quando cammini sui sentieri. E’ nella storia delle montagne sgretolarsi e scendere lentamente a valle. Ma allora i grandi crolli a cosa sono dovuti? E quale è il ruolo del tanto declamato Permafrost? Il Permafrost è un suolo perennemente ghiacciato; presente primariamente nelle regioni artiche si può trovare anche in alta montagna (nelle Alpi a partire da quote di circa 2.600 m s.l.m) dove il ghiaccio è contenuto in alcune porzioni di roccia (entro fessure o inglobato fra i detriti). Alcuni ricercatori pensano che l’innalzamento delle temperature estive, riscontrato negli ultimi anni, possa aver determinato la fusione di porzioni di questo Permafrost: d’estate, le fenditure nelle rocce, non più chiuse dal ghiaccio antico si sarebbero così potute riempire d’acqua che, rigelata l’inverno successivo avrebbe allargato ulteriormente le fessure secondo il fenomeno
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Cinque Torri, nella conca di Cortina. Gli imponenti torrioni di dolomia sono sotto osservazione costante dal momento che il loro fascino deriva proprio dall’essere parte di una imponente frana del “crioclastismo” che porta al frazionamento progressivo degli ammassi rocciosi. I progressivi cicli annuali di gelo-disgelo avrebbero così creato una maggior propensione al distacco di porzioni di roccia con conseguenti possibili fenomeni di crollo o di ribaltamento gravitativi. Studi sono attualmente in corso ma siamo ancora lontani dal capire esattamente quali siano i complessi meccanismi che controllano l’evoluzione dei versanti montuosi. Questi fenomeni destano la nostra attenzione, curiosità, allarme e sono correttamente tenuti in seria considerazione da chi si occupa della pianificazione ambientale. Forse, dovremmo tener conto che tutto ciò fa parte del ciclo naturale delle rocce, e che se questo non fosse avvenuto in passato e non continuasse a perpetuarsi anche oggi, le Dolomiti non sarebbero quel magnifico insieme di torri e pinnacoli rocciosi che l’UNESCO ha dichiarato patrimonio di tutti noi.
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FaTTi E VoLTi
L’occhio di una donna
Claudia degaudenz sofia Brigadoi
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uando incontri Claudia si apre un nuovo mondo. Lei è totale, il suo pensiero lo è. Ti abbraccia con lo sguardo, ti culla con le parole, che escono sincere, colpiscono al cuore. Un amore per le piante e le loro proprietà la spingono a frequentare un corso di fitoterapia, si incuriosisce e vuole approfondire. Dopo l’Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche, frequenta il Master triennale di riflessologia a Milano. Il suo naturale talento si forgia in una personalità esuberante. Le piacciono i sapori forti, i colori vivaci, l’allegria, le persone gentili, e la campagna di Predazzo dove spesso passeggia. L’acqua è il suo elemento, la natura un’alleata da cui trarre insegnamento. Il segreto della sua serenità?
“Per stare bene si deve rispettare ciò che siamo e le leggi della natura” Addormentarsi sempre con un pensiero positivo nella mente. Ha da poco compiuto quarantasei anni, vive e lavora a Predazzo. Nell’ambito delle medicine naturali l’iridologia è una pratica d’indagine antichissima. È nel Vangelo: “La lucerna del corpo è l’occhio”. I primi testi risalgono al 4000 a.C., l’iridologia più recente nasce alla fine dell’Ottocento e in modo curioso. Un medico ungherese Ignazio Von Peczely, scoprì un gufo con una arto spezzato e vide che nell’iride dell’uccello c’era una macchia scura. Guarita la ferita la chiazza scomparve. Che le due cose fossero collegate? Da quel momento meticolosamente osservò le
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pupille dei suoi pazienti, e con il tempo creò una prima mappa strutturale. Il giovane medico non si sbagliava. Oggi sappiamo che un occhio lucido brillante rivela una forte energia e tanta vitalità; al contrario un occhio spento, opaco ci farà notare poca energia e dinamismo.
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Ciò significa che da un’indagine iridologica si possono cogliere importanti informazioni? Un’accurata indagine può rilevare molti aspetti di una persona, e le concause di un sintomo. Uno stato di squilibrio non sempre si rivela solo sul piano fisico, bisogna tenere conto della parte emotiva ed energetica di una persona. L’occhio le svela e ci permette di fornire le terapie e i trattamenti più adeguati.
Nei nostri occhi quindi c’è una mappa genetica? Nell’occhio sono riflessi tutti gli organi del corpo. È una sorta di cartina geografica con cui si può conoscere la costituzione organica di una persona, le sue predisposizioni, i punti deboli, i punti di forza, l’eventuale livello di tossine. Le principali costituzioni iridee sono riconoscibili dal colore: l’iride linfatica è azzurra, quella ematogena è marrone, l’iride mista rivela la contemporanea presenza di aspetti linfatici ed ematogeni. Poi ci sono le pigmentazioni e
Il corpo e la mente sono un tutt’uno e l’occhio è la finestra per accedervi
Le cinque risorse: alimentazione, movimento, fitoterapia, acqua, ordine interiore
di equilibrio di una persona, è anche un valido strumento di lavoro. Tutto il corpo umano è sede di punti riflessi. Le zone periferiche dove c’è una maggior concentrazione sono i piedi, le mani, la testa, il viso, le orecchie. Secondo la medicina tradizionale cinese il nostro corpo produce diverse forme di energia, che si presentano come canali (meridiani) che attraversano tutto il corpo. Nel caso in cui la circolazione di queste energie venga ostacolata si creano delle “patologie” legate al punto in cui si è verificato tale blocco e causano un mutamento dell’equilibrio fisiologico. Se infatti un organo non riesce più a ricevere nella giusta quantità l’energia di cui necessita, è compromessa la sua funzionalità. Ma per la mia esperienza è addirittura entusiasmante il risultato che dà l’idroterapia. Applicata costantemente e in modo corretto, dà ottimi risultati. Il metodo Kneipp consiste nell’ applicazione di acqua calda e fredda su tutto il corpo o parti di esso, per riattivare la circolazione del sangue e della linfa. Là dove ci siano dei blocchi fisici ed energetici l’acqua aiuta a scioglierli, a far fluire. Le nuove possibili frontiere della medicina naturale? Riuscire a comprendere sempre di più la natura umana sarà un traguardo che permetterà alle persone di vivere meglio.
Claudia nel suo studio durante un’indagine iridologica
altri segnali che l’iride trasmette. Tutti questi elementi permettono di rendere unico ogni occhio, come unica è ogni persona. Fitoterapia, riflessologia, idroterapia: in quali casi sono consigliate? Consiglio la fitoterapia principalmente a tutti coloro che vogliono disintossicarsi o risolvere qualche malessere con l’aiuto delle piante medicinali che, se opportunamente somministrate, possono vantaggiosamente affiancare o addirittura sostituire, la terapia di sintesi. Sono moltissime le sostanze attive che lavorano per depurare, tonificare, e via dicendo, o per dare un ulteriore apporto di vitamine e sali minerali. La riflessologia oltre ad essere uno strumento utile per l’osservazione dello stato di salute e
È assodato che sono sempre più numerose le persone che ricorrono alla medicina alternativa. Perché la medicina alternativa tiene molto più in considerazione l’aspetto globale della persona, non solo il sintomo, il dolore fisico. Ci sono tante terapie naturali e rimedi che aiutano a star bene ma bisogna trovare quella più adatta al singolo. C’è un percorso diverso da fare per ognuno di noi. C’è un pensiero alla base di queste pratiche… Sì è la filosofia di Sebastian Kneipp. Le sue cinque colonne sono: alimentazione, movimento, fitoterapia, acqua, ordine interiore. L’insieme di tutto ciò porta all’armonia fisica e psichica della persona. Progetti personali? Sicuramente continuerò a perfezionarmi. Continuerò anche a tenere dei corsi per diffondere la conoscenza delle terapie naturali. Col tempo spero di aprire un centro dove applicare la naturopatia. E inoltre, voglio avere un po’ di terra per coltivare le piante e fiori che tanto amo e che mi hanno avvicinato a questo mondo meraviglioso che è la Natura.
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La rete dei comuni alpini
alleanza nelle alpi delegati di alleanza riuniti a ziano di Fiemme - marzo 2012 -
Quelli che in periferia attuano la Convenzione Francesco Pastorelli
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on la Convenzione delle Alpi, per la prima volta, si è cercato di creare i presupposti a livello internazionale per uno sviluppo sostenibile di tutti i territori alpini, tenendo conto delle particolarità ambientali e socioculturali che li caratterizzano. Già negli anni Novanta, quando ancora la realizzazione della Convenzione procedeva solo sul piano politico, e pure a rilento, era chiaro che molti dei soggetti che sarebbero stati chiamati ad attuare la Convenzione non avevano alcuna idea su che cosa essa significasse, in concreto. D’altra parte è innegabile che il processo mediante il quale si è arrivati alla approvazione della Convenzione delle Alpi abbia avuto, tra le sue carenze, quella dello scarso coinvolgimento dei territori e delle istituzioni ad essi più prossime. Si comprese che questo aspetto andava velocemente recuperato altrimenti la Convenzione avrebbe rischiato di rimanere lettera morta. Per tentare di ovviare a questa lacuna ed allo scopo di fornire esempi modello di comuni o vallate dove lo sviluppo fosse orientato
ai principi della Convenzione delle Alpi, nel 1997, dopo 18 mesi di progetto pilota ideato e seguito da CIPRA e dall’Istituto di Ricerca Alpina di Garmisch/D, prese corpo una rete estesa a tutto l’arco alpino dove gli attori - i Comuni, vale a dire le istituzioni più vicine al territorio - si ponevano l’obiettivo di attuare la Convenzione a livello comunale. A far crescere la Rete ed a stimolare gli amministratori dei comuni membri (che dai 27 originali hanno attualmente superato le 300 unità) è stata soprattutto la voglia di confrontarsi, di scambiarsi esperienze, di imparare gli uni dagli altri e di utilizzare al meglio il potenziale di innovazione. Ci si era resi conto che rimanere isolati significava portare la comunità amministrata alla marginalizzazione. “Alleanza nelle Alpi” è un’associazione di comuni di sette paesi alpini, i cui membri, assieme ai loro cittadini, si impegnano nella realizzazione a livello comunale di una politica sostenibile in tutti i settori tematici della Convenzione delle Alpi. L’adesione alla Rete implica da parte dei comuni membri l’approvazione dei principi
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sono oltre 300 i comuni impegnati ad attuare nel loro territorio una politica sostenibile della Convenzione delle Alpi e l’impegno a perseguire un costante miglioramento nella tutela dell’ambiente. Durante le iniziative e le manifestazioni della Rete la comunicazione gioca un ruolo determinante consentendo di superare le barriere linguistiche e culturali, in modo che amministratori ed operatori di comuni e paesi diversi possano confrontarsi, costituire partenariati ed aiutarsi reciprocamente per trovare le soluzioni più adatte a migliorare la qualità ambientale e lo spazio di vita dei loro comuni. L’impegno anche attraverso progetti (attualmente sono in corso una ventina di iniziative di adattamento o mitigazione al cambiamento climatico www.alpenallianz.org/ it/progetti/dynalp-climate), e azioni politiche (la sottoscrizione del Patto dei Sindaci, il riconoscimento in qualità di osservatore ufficiale presso la Convenzione delle Alpi), spazia su tutti i settori, dalla mobilità sostenibile all’agricoltura di montagna, dal turismo alla produzione di energia da fonti rinnovabili, dalla gestione forestale alla pianificazione del territorio. Sono quindi i comuni, più delle “parti contraenti” (gli Stati alpini), a dimostrare con il loro operato che dalla Convenzione possono arrivare opportunità per le Alpi e per la popolazione che ci vive. Informazioni di dettaglio su: www.alpenallianz.org/it
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Gruppo dirigente di alleanza nelle alpi
Fiemme: nuovo attore della rete dei comuni alpini Con il 2012 la Comunità territoriale di Fiemme è socia di Alleanza nelle Alpi. Gli amministratori della comunità di valle, in accordo con i sindaci, hanno deciso di aderire a questo sodalizio perché convinti della necessità di allargare gli orizzonti del confronto su tutto l’arco alpino, per raccogliere esperienze già mature, per proporre i tanti campi innovativi già presenti in valle, nel rispetto della Convenzione delle Alpi. Pensiamo al settore delle energie rinnovabili, alle esperienze nella filiera del legno, alla rete delle aree protette, ai tanti passaggi formativi nel campo della mobilità alternativa. Il Comune di Ziano di Fiemme è stato capofila di questo percorso: l’esempio di questa amministrazione è stato accolto con entusiasmo ed ora le nostre municipalità a pieno titolo parteciperanno alla costruzione di progetti condivisi fra i comuni italiani soci di Alleanza nelle Alpi. Questi comuni, o comunità, sono oggi 50, 360 in tutto l’arco alpino, e rappresentano due milioni di abitanti.
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fatti e volti
In palestra con
Cristian Pellegrin Sofia Brigadoi
Uno sguardo a un manager e fitness trainer che presenta una combinazione vincente di qualità personali e professionali
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a figura dell’insegnante in palestra è oggigiorno di fondamentale importanza. Niente è più lasciato al caso, come accadeva anni fa. La stessa cosa accade nella scelta di una palestra nella quale un mix di fattori la può rendere vincente. Fornire un ambiente accogliente e professionale è lo scopo di Cristian, 29 anni, di Moena, laureato in Scienze delle Attività Motorie e Sportive, personal trainer e studente al secondo anno di Osteopatia. Due le palestre in gestione, una a Moena e l’altra a Canazei. A suo avviso sono tre le regole fondamentali in una palestra: benessere per il corpo, la mente e il collettivo.
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Da maggio del 2008 ha preso in gestione la palestra Planet Gym a Moena ed a settembre del 2012 ha inaugurato un altro Centro a Canazei. Quali sono state le difficoltà che ha incontrato? In quale modo è stato sostenuto dalle amministrazioni locali?
All’inizio non è stato facile. Per rilanciare la palestra a Moena abbiamo investito in presenza, disponibilità e professionalità e, fortunatamente, c’è stata una risposta positiva. La palestra ora si presenta con una sala corsi, una sala pesi e cardio-fitness, con macchinari tecnici di alto livello. Lo stesso servizio è proposto a Canazei. La nuova palestra si trova presso il centro acquatico Dòlaondes, e offre anche in alta Val di Fassa un “servizio” che mancava e di cui si sentiva la necessità. Naturalmente, la gestione di due palestre è più impegnativa, anche sotto l’aspetto finanziario. Sia a Moena, nella struttura che è Comunale, sia a Canazei dove l’iniziativa è privata (SITC) ho trovato persone disponibili a collaborare e rendere tutto questo possibile. Ovviamente, in palestra non ci vanno solo gli atleti da medaglia. Tutti ne abbiamo bisogno in grande o piccola misura. Come fa a gestire campioni come Cristian Deville,
Stefano Gross, Cristian Zorzi, Cristian Deville e Chiara Costazza, durante un allenamento al Centro Fitness Planet Gym
Chiara Costazza o Cristian Zorzi, insieme – poniamo – a una casalinga non più giovanissima? Sottolineo la mia grande soddisfazione nel poter allenare atleti della Nazionale di Sci. Sono campioni anche nella preparazione agonistica e in verità mi chiedono solo qualche consiglio, che volentieri do. Chiaramente per atleti come loro, che necessitano di attrezzature speciali, ci siamo adeguati. Resta però da sottolineare che per me e i miei collaboratori tutti i clienti hanno eguale importanza, per questo motivo forniamo loro un programma di allenamento personalizzato, in modo da accontentare sia il campione, sia la casalinga. Ognuno deve avere la possibilità di raggiungere gli obbiettivi scelti. Come e quando fare allenamento. Quali sono i passaggi e quali i tempi? Ogni persona che si avvicina alla palestra ha obiettivi diversi, una diversa predisposizione e una diversa preparazione di base. Anche i
traguardi sono sempre diversi e qui “entra” la professionalità dell’istruttore che deve capire quale sia il risultato che il cliente desidera ottenere. Bisogna trovare il percorso adatto, tenendo conto dell’età, del peso e della struttura fisico/muscolare. In questo modo possiamo preparare delle schede di allenamento, che settimanalmente o mensilmente (dipende dalla forma fisica raggiunta) vengono aggiornate con nuovi esercizi, o semplicemente intensificate. Per favore, ancora qualche consiglio pratico. C’è una norma per come allenarsi, cioè quante ore si devono spendere in palestra per ottenere buoni risultati? Non esistono norme fisse: tre, quattro giorni in settimana in palestra permettono sicuramente di trovare una buona forma fisica e di mantenerla. Gli studi che ho fatto mi permettono di valutare con sicurezza il programma di allenamento più consono a una persona. Ora sono alle prese con un corso di
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Leonardo Pegoretti, Michele Ganz e Cristian Pellegrin al taglio del nastro all’inaugurazione della palestra a Canazei.
Osteopatia a Milano e devo dire che mi sta aiutando molto. Dimagrimento: qual è il consiglio più importante che si sente di dare alle persone che desiderano perdere peso in modo naturale, cioè faticando? Dimagrire significa perdere massa grassa, per aumentare quella muscolare. Aumentando la massa muscolare si bruciano più grassi e quindi si innesca il processo di dimagrimento. Più un muscolo è formato e potente, maggiore sarà il dispendio calorico. In parole povere si dimagrisce con il movimento e seguendo un regime alimentare corretto (4-5 pasti al giorno). Se ingrasso è perché assumo più calorie di quante ne spendo o perché mangio male. Questa è l’unica regola e non vi è alternativa. Nella sue palestre è possibile avere il consulto di un nutrizionista? Certo, collaboriamo direttamente con dietologi professionisti.
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Le succede di scoprire da come uno si atteggia con gli attrezzi, che c’è anche qualche problema che va risolto presso un ortopedico? Certamente sì! Lo si capisce dai movimenti che la persona fa mentre esegue un esercizio (problemi di postura, di articolazioni ecc.) In questi casi lo facciamo presente ai diretti interessati e gli consigliamo di sottoporsi a una visita. Infine, c’è una suddivisione per età? Quando è utile che comincino i ragazzi? Quando è consigliabile per le ragazze? Frequentare una palestra sin da giovani è senz’altro positivo. Rimane sempre e comunque centrale la figura dell’istruttore che deve adattare l’allenamento in base all’età e la struttura fisica. Non vi è una distinzione di sesso; quanto detto vale sia per i ragazzi, sia per le ragazze.
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iL raCConTo
il progresso dell’umanità è trainato da quattro, cinque idee guida. La sete di giustizia di sicuro è una di queste, malata di eternità perché è come la minestra: attacca se non la giri col mestolo.
La sofia Brigadoi
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a Mezza passava la sua esistenza in una cucina lunga e stretta. Anche il tavolo dove serviva i pasti era lungo e stretto, di legno chiaro, con una panca tutt’attorno. In quella cucina ogni cosa era stretta e lunga, anche il focolare. L’unica a non essere stretta e lunga era la Mezza, che invece era larga e bassa. La Mezza portava sempre il grembiule e le pantofole e l’unica volta al giorno che usciva di casa, era per andare a fare la spesa. In bicicletta con la bella stagione, a piedi in quella brutta. La Mezza aveva tenuto i contatti con poche persone e io ero una di quelle, nonostante avessimo cinquanta anni di differenza. La Mezza era un talento della natura, per bontà e intelligenza, una Madre di Calcutta in grembiule, segregata in una prigione di bigottismo e ignoranza. La sua esistenza ruotava attorno al tavolo da disnar. Ogni tanto si sedeva e diceva: “Son straca”. Non
lo diceva per lamentarsi, parlava con Dio. In quei rari momenti stringeva gli occhi a due brillanti fessure e sorrideva. Un sorriso senza denti, con le labbra che si stringevano attorno alle gengive. Poi si alzava ed andava verso el fogolar per gettare un altro ciocco di legna nel fuoco. Sapeva ciò che stava per accadere nel mondo, non perché intuisse dalla televisione il procedere degli eventi. La Mezza non aveva la televisione.
mezza Parlava della religione con buonsenso e mi coinvolgeva a tal punto da stimolare la mia capacità di attenzione verso un argomento che ritenevo a dir poco barboso. Si poneva con parole tristi verso il credere islamico e il catalogo di orrori che le donne subiscono in quei Paesi. Dal momento che non riuscivo a capire, una volta le ho chiesto cosa intendesse di preciso. Si era guardata le mani che teneva appoggiate in grembo e per un lungo tempo lo scoppiettio della legna nel focolare era stato l’unico suono. Fui turbata da ciò che disse, non tanto per il significato che non riuscii a comprendere, ma per il tono sconsolato che aveva usato. Molte tradizioni hanno una forza strana: quella di far sembrare importanti riti inutili e incivili. La sopportazione è nostra nemica, perché aiuta i prepotenti a fare quello che vogliono. Era il 1975. Ora mi chiedo come facesse una donna con
uno stile di vita povero di notizie come il suo a codificare avvenimenti che solo anni dopo avrebbero smosso l’opinione pubblica. Dove diamine raccoglieva le notizie? Dai giornali? I giornali allora non ne parlavano e anche se lo avessero fatto non ne ho mai visto uno in quella stretta e lunga cucina. Non so nemmeno se la Mezza fosse analfabeta. Poi un giorno ricordai quella strana frase, che allora mi era sfuggita. Anche qui c’è il nemico. Un giorno è suonata la campana. A un’ora insolita per le rogazioni o altro rito. Era per la Mezza. Non c’era nessuno al suo funerale, fortuna che il celebrante ha tenuto egualmente la sua orazione per i morti. Ma di lei non sapeva dire. Affermò: “Avevo sempre creduto che la chiamassero Mezza per via che era nata a MezzaCroce.” Ma io sapevo che non era così. La chiamavano Mezza perché, per gli altri, era una mezza di niente.
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Perché cresce l’incomunicabilità tra generazioni
La vita virtuale dei giovani Limiti, potenzialità e rischi per chi naviga su Internet Michele Malfer
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a questione è entrata prepotentemente nelle nostre giornate e soprattutto in quelle dei nostri giovani. Ci sfida quotidianamente, ci chiede in qualche modo di essere in grado di prenderne le misure. Abbiamo tutti bisogno di conoscere il mondo dell’informazione digitale e nello specifico di Internet. È la nuova frontiera per educatori e genitori: devono prevenire i rischi connessi con la possibilità di vivere una “second life” in un mondo virtuale. Lavorare sul tema della sicurezza in rete comporta la necessità di conoscere i nuovi strumenti. Perché «ci si educa insieme» e «per educare un bambino, dice un proverbio africano, ci vuole un villaggio intero». Nativi digitali I ragazzi di oggi sono nati in quella che potremo definire “società dell’informazione”, una società già pervasa dalle nuove tecnologie. Per questo sono stati ribattezzati “nativi digitali”. Per loro infatti è del tutto naturale confrontarsi quotidianamente con le ICT (Information & Comunication Tecnology–Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) ed è altrettanto naturale utilizzare questi strumenti per diffondere e ricevere informazioni in modo
esponenziale attraverso Internet. Non hanno vissuto, a differenza delle generazioni dei genitori e ancor più dei nonni, la differenza tra il “prima” ed il “dopo”. Solitamente l’apprendimento delle ICT, non avviene, se non in minima parte, a scuola o con corsi, bensì in assoluta autonomia, con prove e sperimentazioni e grazie al confronto con il gruppo dei pari. Questo dato di fatto, caratterizzato dalla maggiore familiarità con le nuove tecnologie da parte dei figli rispetto ai genitori ed ai loro «adulti di riferimento», ci obbliga a ragionare in un ambito di educazione ai nuovi media e ad allenarci con i nostri ragazzi all’uso corretto e intelligente delle tecnologie, mantenendo aperto il più possibile un dialogo inter-generazionale, aperto al confronto e al dubbio. La maggiore competenza tecnica dei giovani va utilizzata come occasione di scambio e di avvicinamento fra le diverse generazioni, sollecitando nei ragazzi maggiore consapevolezza e quindi correttezza nell’uso di Internet e nello specifico del Web. L’evoluzione del Web da 1.0 a 2.0 ci dimostra come oggi l’utente non sia più un mero fruitore di informazioni, bensì anche un produttore: nascono quindi le Web Comunity, vere e proprie
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comunità virtuali costruite soprattutto da legami reali già in atto, che vengono tenuti attivi in rete, più che da legami nati sul Web. Ma saper gestire questo tipo di relazioni e stabilirne di volta in volta i confini, ha poco a che vedere con le competenze tecnologiche, mentre coinvolge molto di più la capacità di esercitare dei diritti di base come veder rispettata la propria privacy e ragionare sulle conseguenze relazionali e sociali di determinate azioni.
All’interno delle reti di relazioni online sono numerosi i profili fasulli: età, sesso e identità sono differenti dalla realtà Oppurtunità o rischio Opportunità o rischio quindi per i nostri adolescenti? Il Web dal punto di vista della potenzialità educativa rappresenta un’opportunità grandissima: la rete rappresenta senza dubbio la biblioteca più ricca e completa che ci possa essere in quanto ad informazioni, strumenti, anche didattici, che possono aiutare e contribuire allo sviluppo di abilità e competenze. Dal punto di vista psicologico e sociale i nuovi strumenti del Web, e mi riferisco in particolar modo ai Social Network, hanno una grande attrattiva per i ragazzi perché permettono loro di fare esperimenti, che hanno a che fare con lo sviluppo della loro identità e dei rapporti sociali. Gli adolescenti (anche se il fenomeno non riguarda più solo loro...) tendono ad usare immagini rappresentative di se stessi, foto personali e foto scattate con amici: è la dimensione dell’identità che, proprio in virtù del ruolo sociale dei nuovi media, Social Network, Blog e Chat fa di altrettante occasioni per rappresentare se stessi e comunicare le proprie esperienze personali. Ma quali sono quindi i rischi? Come sempre c’è un rovescio della medaglia: la tecnologia si evolve in modo veloce e di conseguenza, come le opportunità, anche i rischi tendono ad amplificarsi. I principali pericoli possono essere suddivisi in cinque categorie: possibilità di imbattersi in contenuti pericolosi e dannosi, pedofilia e possibilità di adescamento; possibilità di subire violazioni della privacy o contatti dannosi e sgradevoli; possibilità di incorrere in reati penali; possibile dipendenza tecnologica. Ecco quindi che ci dobbiamo attrezzare da un lato su un piano prettamente educativo ed educante e dall’altro su quello del porre attenzione sulla sicurezza informatica.
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Educazione ai nuovi media: la nostra vita virtuale non è un gioco Faccio quindi riferimento ad un’idea di “educazione ai nuovi media” che considera i giovani non più solo fruitori e semplici spettatori, che vanno aiutati ad osservare in modo critico i mezzi ed i loro contenuti, ma soggetti attivi, chiamati ad essere responsabili della tutela dei propri diritti, sia quando fruiscono di contenuti, sia quando ne producono di propri. Tale apprendimento si colloca in una prospettiva di educazione alla cittadinanza. I ragazzi di oggi, altamente capaci e sempre più precocemente esperti su aspetti tecnici, spesso non sono sufficientemente maturi per gestire i RISCHI cui potrebbero andare incontro. Da parte loro invece, i genitori non sono completamente a conoscenza dei rischi reali che possono derivare da un uso non attento delle nuove tecnologie, e anche laddove ne intuiscono potenziali problemi, non sempre sanno adottare accorgimenti per controllare, gestire e guidare in modo adeguato i propri figli. Proprio per questo la Provincia di Trento si è impegnata
Il numero dei social network disponibili nella Rete è in continua ascesa a combattere il “digitale divide culturale” in Trentino. In tale ambito, l’Agenzia per la Famiglia in collaborazione con Save the Children (la più grande organizzazione indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini) ha costituito un tavolo di lavoro di cui fanno parte organizzazioni, istituzioni, professionisti e rappresentanti del terzo settore. La filosofia con la quale è nata questa rete è quella di dare la possibilità a chi lo desidera, di contribuire
attraverso una progettazione partecipata a far crescere la sensibilità su questi temi. Per tenersi sempre informati sulle iniziative promosse dall’Agenzia per la Famiglia sul tema, il riferimento è http://famigliaenuovetecnologie.org Conclusioni Il mondo degli adulti, nati nell’epoca delle lettere, delle cabine telefoniche, dei flipper, dei bigliettini in classe, non si sofferma molto a pensare a quali sono gli effetti sulle menti dei giovani da parte delle nuove tecnologie. Notiamo spesso le loro difficoltà in campo emotivo e relazionale, che tuttavia restano mimetizzate dietro la loro sorprendente capacità di utilizzo di mezzi tecnologici. La psicologa Serena Valorzi, psicoterapeuta specializzata in nuove dipendenze, ci ricorda che “lasciare soli i giovani in questo momento delicato, significa abdicare al nostro ruolo di educatori saggi, capaci di dare senso critico e responsabilità, lasciarli sprovvisti di filtri interpretativi di fronte ad immagini violente e giochi pericolosi”. Possiamo e dobbiamo invece aiutarli a non vivere videogiochi, a non costruirsi una vita parallela e magari fittizia nel mondo virtuale, ma allo stesso tempo non possiamo nemmeno chiudere i nostri figli sotto la campana di vetro; li priveremmo delle innumerevoli potenzialità che la rete di fatto ha, se la si usa con senso critico e responsabilità. Resta allora la consapevolezza che essere adulti significativi e possibili, significa, anche in un mondo che cambia ogni tre secondi, consapevolezza delle proprie responsabilità e delle nostre relazioni. Ed il nostro compito di educatori è quello di dare un equilibrio ai nostri figli. Ricordandoci, che un educatore non serve, se non è capace di identificarsi in chi educa.
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Biblioteche digitali pubbliche iniziato a Predazzo e Cavalese il prestito elettronico di libri e quotidiani Francesco morandini
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ove stanno andando le biblioteche? Quale sarà il loro futuro? Se ne parla spesso in questi ultimi tempi, anche in seguito alla diffusione dei libri elettronici (e-book) e all’affermarsi del web come fonte di informazione, in alternativa ai tomi enciclopedici con cui siamo cresciuti dentro le biblioteche. Chi ci lavora, ha da tempo preso atto del profondo cambiamento. Nessuno consulta più un’enciclopedia, che ai mercatini dell’usato sono meno appetibili di un romanzetto rosa, sostituita da Wikipedia o dalla prima pagina di una ricerca su google, il motore di ricerca cui qualcuno (molti) attribuisce ancora lo stesso valore di una voce enciclopedica. Wikipedia è citata spesso anche nelle bibliografie o nelle “webgrafie” che accompagnano le tesi di laurea. Ma cosa accadrà ora con il fenomeno e-book? Le biblioteche di Fiemme e Fassa si stanno attrezzando. A maggio hanno organizzato una serie di incontri, anche con le scuole, per discuterne con Gino Roncaglia, dell’Università della Tuscia, uno dei maggiori esperti di biblioteche e nuove tecnologie, autore, tra l’altro, de “La quarta rivoluzione: 6 lezioni sul futuro del libro”. Ora le biblioteche di Cavalese e Predazzo (ma a breve aderiranno altre) stanno intanto sperimentando, assieme ad una trentina di biblioteche trentine, il prestito elettronico. Da novembre si potranno prendere in prestito, scaricare o consultare gratis sul proprio computer o su un device mobile (tablet, e-book reader, smartphone), 24 ore su 24, per 365 giorni all’anno, i contenuti digitali disponibili sulla piattaforma MediaLibraryOnLine MLOL, grazie a un abbonamento acceso dalla Provincia autonoma di Trento. Le persone
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mediaLibraryonLine è il primo network di biblioteche pubbliche di ente locale che colloca in rete oltre 0mila titoli fra e-book, audiolibri, video, periodici, quotidiani e file audio interessate, una volta fornite di username e password personali dalle biblioteche, collegandosi a trentino.medialibrary.it, vi troveranno dunque quotidiani italiani e stranieri, musica, video, banche dati e una collezione di e-book e audiolibri, destinati a crescere grazie ai fondi impegnati dalle biblioteche, (Predazzo e Cavalese hanno già investito 1000 € a testa per il 2012). Le risorse saranno consultabili in streaming, cioè con connessione alla rete, oppure in download, a seconda del tipo di materiali. Gli e-book acquistati dalle biblioteche potranno essere scaricati dai lettori in prestito digitale per un periodo di 14 giorni. Si tratta di una rivoluzione non da poco. La biblioteca esce dalle sue mura e, adeguandosi alle necessità e abitudini dei cittadini, si mette a disposizione nelle loro case o dovunque essi si trovino con i loro supporti mobili. La biblioteca, inoltre, si attrezza per offrire una rassegna sempre più ricca e varia di quella editoria digitale che sta crescendo
in maniera esponenziale anche in Italia con contenuti sempre più adatti al lettore medio e non più riservati al ricercatore di ambito accademico. I dati diffusi dall’Associazione Italiana Editori - sottolinea la Provincia in un comunicato parlano di un mercato degli e-book italiano passato dallo 0,2% dei titoli commercialmente vivi del dicembre 2009 al 4,4% del maggio 2012, con 31.416 titoli in commercio; il numero delle persone che leggono e-book è aumentato del 59,2% e del 55,3% e aumentato quello di coloro che li acquistano. Nativi digitali, lettori forti che vogliano ampliare la gamma delle loro scelte, lettori comuni che desiderino addentrarsi in questi nuovi territori con l’aiuto delle biblioteche, lettori in movimento che vogliono disporre della lettura come bagaglio leggero, trovano dunque, anche in Fiemme e Fassa, un canale pubblico per soddisfare le loro esigenze. Si tratta di un progetto significativo anche dal punto di vista dell’organizzazione e della compartecipazione: infatti, le biblioteche, coordinate dall’Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino della Provincia, si sono impegnate ad acquisire ciascuna risorse che saranno disponibili da subito al prestito digitale anche per gli utenti di tutte le altre aderenti
Che cos’è l’e-book?
E-book significa “electronic book” o libro elettronico. Gli e-book sono libri in formato digitale in cui la scrittura non è stampata su carta, ma registrata elettronicamente e visibile su uno schermo. Lo strumento tecnologico utilizzato per leggere l’e-book si chiama e-book reader. Da un lato vi sono gli smart-phone o i tablet intelligenti che hanno numerose funzioni tra cui anche di essere lettori di ebook. L’altra soluzione è l’e-ink
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o inchiostro elettronico. Lo schermo non è retro-illuminato come lo schermo di un computer o di un cellulare, ma è composto da microcapsule di vero e proprio inchiostro che vengono attivate elettronicamente. Quando si gira una pagina, questa viene letteralmente “stampata” sullo
schermo ed è visibile solo se c’è luce, proprio come la stampa su carta. A differenza della carta, tuttavia, sullo stesso schermo possono essere stampate infinite pagine. È come se si avesse un unico magico foglio di carta su cui possono essere stampate a piacimento tutte le pagine non solo di un libro, ma di migliaia di libri.
a MLOL, dato che gli ebook figureranno in un unico portale. E ciò in coerenza con la filosofia che sta alla base anche del Servizio di prestito interbibliotecario, che consente da anni la circolazione nel Sistema dei documenti posseduti da ogni biblioteca. La biblioteca di Predazzo metterà a disposizione degli utenti anche un certo numero di “device”, dispositivi, detti anche e-book reader, che consentono la lettura dei libri digitali. Si potrà quindi scaricare il libro a casa propria (dopo l’iscrizione in biblioteca) ma anche prenderlo a prestito assieme al “lettore”. Ciò anche per consentire agli utenti di prendere confidenza con i dispositivi e quindi col libro digitale. Una
vera rivoluzione che conferma come anche le biblioteche di Fiemme e Fassa stiano al passo con i tempi. Da quando, svolgendo un ruolo di supplenza, a fronte della scarsa attenzione anche degli operatori turistici, erano gli unici internet point della valle.
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Foto: P. Boso, R. Brunel, G. Bernard - Archivio Apt Val di Fassa
sport
Stefano Gross, Chiara Costazza, Enzo Iori (Presidente Apt Fassa) e Cristian Deville
I big dello slalom testimonial della Val di Fassa Cristian Deville, Stefano Gross e Chiara Costazza, anche nella stagione 2012-2013, portano in Coppa del Mondo i colori della valle ladina
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anno regalato sogni agli appassionati di sci, e non solo, collezionando successi, medaglie e portando con loro la valle sui gradini più alti dei podi di Coppa del Mondo di slalom. Cristian Deville e Stefano Gross, dopo lo scorso inverno chiuso rispettivamente al quarto e al quinto posto del ranking mondiale, assieme a Chiara Costazza, pronta a tornare agli alti livelli del 2007, sono pronti a fare incetta di medaglie anche nella stagione 2012-2013. E l’Azienda per il turismo della Val di Fassa è al loro fianco. L’Apt nel corso dell’estate ha rinnovato la sponsorizzazione agli atleti di casa. Una prova di fiducia ma anche un incoraggiamento ai ragazzi che sono i migliori testimonial di una valle che ha un sodalizio indissolubile con lo sport, in particolare con lo
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sci. «Abbiamo fatto un investimento importante - afferma Enzo Iori, presidente dell’Apt ladina - per abbinare l’immagine della Val di Fassa e quella sana e vincente di Deville e Gross, che hanno firmato un contratto biennale, e di Costazza, che invece l’ha siglato annuale (rinnovabile). Scommettiamo sui nostri ragazzi, e sarebbe un delitto non farlo visto che poche località possono vantare talenti del loro calibro. Sono l’orgoglio della valle, di cui saranno i principali testimonial con campagne su web e stampa». Per tutta l’estate poster e cartonati pubblicitari dei tre big dello sci sono stati esposti negli Uffici Turistici (e distribuiti ai soci dell’Apt) per attirare l’attenzione dei turisti sulla vicina stagione degli sport bianchi. E, a partire da ottobre, sono anche i testimonial di una
campagna web e stampa che lancia l’inverno fassano. La pubblicità (curata dalla Plus Communication di Trento) degli slalomisti, ritratti in una delle più suggestive cornici innevate della valle, sono anche i protagonisti della “Settimana Azzurra”, un’iniziata dedicata a bambini e famiglie che scelgono di soggiornare in Val di Fassa dal 23 febbraio al 2 marzo 2013 (offerta a partire da 1789 euro a famiglia in hotel 3 stelle, tutto compreso, info su www.fassa.com). Durante questa vacanza sulla neve c’è la possibilità di conoscere i campioni e di scattare foto insieme a loro e, per i bimbi, pure di essere premiati da loro al termine del corso di sci svolto nelle scuole della valle. Un’emozione straordinaria, un ricordo incancellabile per i piccoli appassionati di sci.
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Piste azzurre
Ben sette tracciati delle nove aree sciistiche di Fassa ospitano anche quest’inverno gli allenamenti della Nazionale di sci alpino. Da anni la valle è centro federale di allenamento grazie all’accordo che unisce sforzi e impegni di F.I.S.I. (Federazione Italiana Sport Invernali), Dolomiti Superski, Trentino Marketing e Azienda per il Turismo della Val di Fassa. Il progetto “Piste Azzurre”, che fa di Fassa la “palestra bianca” dei campioni dello sci italiano, si protrae fino alle Olimpiadi di Sochi 2014. Nella vallata ladina si può, quindi, scivolare veloci sulle stesse piste dei migliori portabandiera italiani e magari vederli pure mentre si esercitano contro il cronometro, tra i pali stretti dello slalom, quelli più distanziati del gigante o sugli itinerari veramente “speed” della libera. Un motivo in più per sciare sugli oltre 230 km di piste della Val di Fassa.
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Senz’altro poi, Deville e Gross, icone dello sci azzurro, hanno contribuito all’assegnazione dei Campionati Italiani di slalom che la Fisi ha anticipato al 30 dicembre a Pozza. Un premio all’impegno agonistico della valle, candida palestra della Nazionale di sci alpino fino alle Olimpiadi di Sochi 2014, e allo Ski Team Fassa, società fucina di fuoriclasse e tecnici e factotum delle gare allo Skistadium Aloch, dove il 13 dicembre si tiene pure lo speciale maschile di Coppa Europa. La gara, sia maschile sia femminile, si svolge in due manche, la prima pomeridiana, mentre la finale avviene di sera per dare a valligiani e ospiti la possibilità di seguire l’importante competizione dal parterre dell’Aloch “vestito a festa” per l’occasione e di “spingere” , dalla cima del tracciato fin sul traguardo, con un tifo caloroso i beniamini dello slalom azzurro. Una festa dello sport davvero assolutamente da non perdere. Ulteriori informazioni: Elisa Salvi Ufficio Stampa - ufficiostampa@fassa.com Azienda per il Turismo della Val di Fassa Piaz G. Marconi, 5 - I - 38032 Canazei TN tel +39 0462 609612 - fax +39 0462 602074 www.fassa.com
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FaTTi E VoLTi
renato Ceolan
ovvero nel nutrimento dell’arte La grafica gioiosa sofia Brigadoi
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storia e la sua sensibilità. Ma qualsiasi lavoro, piccolo o grande che sia, reclama la stessa, identica importanza e dignità. Ogni lavoro, ogni giorno trovo motivi di appagamento.
Col tuo lavoro… voglio dire, la Val di Fiemme non è Milano. Quante strade può imboccare un grafico della tua qualità per sentirsi appagato quassù? Considero un onore e un pregio lavorare in queste splendide valli. Fare grafica significa rispondere a requisiti, contenuti e modalità di applicazione che sono gli stessi in qualsiasi parte del mondo. Certo, cambia il Cliente: cambiano le dimensioni della sua azienda, sono diverse la sua
Nessuna crisi di astinenza dai “cummenda” delle metropoli? Sono altri i motivi che ti gratificano. Le soddisfazioni maggiori, e anche i risultati più brillanti, arrivano quando chi si rivolge a noi capisce il nostro lavoro e si mette serenamente nelle nostre mani. È importantissimo il “briefing” iniziale, cioè quell’incontro che ti permette di conoscere la persona/cliente, ascoltare le sue esigenze, le sue aspettative riferite ad un particolare tipo di lavoro. Mi piace ascoltare le persone, si imparano sempre cose nuove. Mi metto nei loro panni e comincio a confrontare le loro idee con la mia professionalità. Ovvio che poi imposto il lavoro secondo la mia esperienza e conoscenza. I lavori migliori nascono da questo tipo di rapporto. Nascono da una sinergia gioiosa ed intelligente tra quello che noi sappiamo e quello che il cliente accetta perché è messo in grado di comprenderlo.
o strappo dal tavolo di lavoro, ingombro di carte. Comprese quelle che stiamo vedendo insieme per impaginare questo numero di «Fiemme e Fassa». Area Grafica, l’agenzia di comunicazione che Renato Ceolan dirige in prima persona a Cavalese, apre su una piazzetta. Ci prendiamo uno stacco di quattro passi. Renato cammina come dialoga: sembra che uno strato soffice di neve lo preservi da scosse improvvise. Viene in mente l’adagio “Festina lente”, affrettati lentamente. Se lo fai passare da un argomento all’altro, lui ti segue con la dolcezza del cambio automatico. La prendo alla lontana.
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il mio amore per Vermeer [1988]
«il successo di una promozione sta nella sinergia con il cliente Le cose migliori nascono dal primo briefing» ore 04.43 interno con figura [2011]
Il tuo stile? Che cosa ti ispira? La grafica è qualcosa in continua evoluzione. Fare grafica per me è fare cultura. Certo, bisogna conoscerne la storia. Il suo percorso si intreccia inesorabilmente con le arti figurative: pittura, scultura, fotografia e cinema… Io vivo di arte da sempre, in primis è come un background formativo, ma è anche quotidianità, intendo, passione vera e propria. Non sempre purtroppo posso fare quello che secondo me sarebbe giusto fare, quello che la mia esperienza mi suggerisce e che sarebbe molto più utile al cliente a livello comunicativo (che poi gli si tradurrebbe in soldini!) Ma fa parte delle cose, purtroppo. Non parlerei di ispirazione, almeno non come qualcosa che arriva dal cielo (come normalmente si crede), anzi personalmente non credo all’ispirazione. La ricerca, la disposizione d’animo, la curiosità, il dialogo, quello che mi circonda o che mi sfiora l’anima, ogni secondo, costruisce e nutre il mio lavoro. Hai dei modelli di riferimento, un’elaborazione estetica particolare? Se si intendono modelli come persone, direi quell’oscuro essere senza nome che con
strumenti rudimentali ha dipinto le grotte di Lascaux o di Altamira o di Dar es Salaam, o gli artigiani di Harappa, (nella Valle dell’Indo), che sono tra i primi ad associare parole e immagini, o certi pittori cinesi che nel decimo secolo dipingono paesaggi per ispirazione spirituale e ancora Vermeer, gli Area, Magritte, Albe Steiner, Antoni Tapies, Robert Mapplethorpe, il Bauhaus, Paul Klee, Mimmo Paladino, Piero della Francesca, Bruno Munari, Italo Lupi, Franz Liszt, John Cage, Franco Balan, Oliviero Toscani, Robert Doisneau o Corelli (e altri ancora). Capisci che mi interessa soprattutto chi sa guardare oltre, chi getta un sasso sull’acqua per creare quadrati concentrici invece che cerchi. La lista comunque è giustamente lunga. Credo sia importante muovere la mente e non affidarsi esclusivamente a quello che si conosce. Come si fa a stabilire il bello o il “giusto” in grafica? Credo non esista essere vivente in grado di stabilirlo, non più, finché antepone la conoscenza e la coerenza per la potenza del proprio ego. È giusto che ognuno esprima una sua valutazione, che però, secondo me, lascia il
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tempo che trova. Ognuno lavora secondo scelte dettate dai più svariati motivi che non conosco e non voglio nemmeno conoscere. Ma attenzione, esiste una disciplina che regolamenta l’esercizio quotidiano del mestiere di grafico, ci sono regole affinate nel corso del tempo da chi ha eseguito precise ricerche. Non è certo il computer che ti fa diventare un grafico anche se ultimamente prevale questa stupidissima convinzione che genera il proliferare di presunti grafici, e di lavori sbagliati. Secondo me: il vero grafico non ha assolutamente bisogno di un computer. Mi piacerebbe vedere quanti ne restano se gli togli la scatola magica. Sia chiaro, non voglio negare l’evoluzione: ai giorni nostri la tecnologia è importante, ma il computer è solo uno dei tanti strumenti che il grafico ha a disposizione. Il suo spessore professionale è dato sicuramente da altre cose. Quando crei i tuoi lavori da cosa cominci? Ogni lavoro presuppone un percorso sia mentale che operativo. Dipende dalla complessità, dal budget a disposizione, dalle informazioni che escono dal “briefing” col cliente e in questa fase il rispetto reciproco è essenziale. Poi ricerca e ancora ricerca. Iconografica in primis, ricerca letteraria se bisogna scrivere testi o head line e compositiva sui formati che si intendono utilizzare e per il tipo di impaginazione. Ogni volta si inizia da una superficie bianca. Bel colore il bianco... Come cambierà il futuro della comunicazione? Continuerà la signoria di internet mi pare. La strada è già ampiamente percorsa ma siamo solo all’inizio. Il preponderante ed innovativo incremento del web, per forza di cose e di praticità (anche Area Grafica ora costruisce siti web) si svilupperà sempre di più. Poi ricerca, e ancora ricerca, per ottimizzare maggiormente i canali esistenti o per trovarne di nuovi. Credo però che lo stampato svolgerà ancora un ruolo di eccellenza, ci sarà sempre bisogno del supporto cartaceo, da tenere in mano, su uno scaffale o su un tavolo a portata di mano. Con progetti fortemente sofisticati e poetici che toccano quelle corde che un tablet o uno schermo di qualsiasi dimensione non riuscirà mai a far vibrare. Il software che prediligo è sempre il cervello delle persone. Come vedi il futuro della tua professione? Ho già vissuto momenti in cui la forza e le motivazioni bisogna sapersele cercare. Credo che sarà così anche in futuro. Credere in quello che si fa è già futuro.
Il tempo degli altri [2003]
Il tuo hobby è dipingere. Quali sono i tuoi soggetti preferiti? Per me dipingere non è un hobby, non ho hobby; ho un’idea un po’ più... diciamo, continuativa a proposito del mio interesse per l’arte. È la mia vita. Non ha senso amare qualcosa o qualcuno se ogni attimo della tua esistenza non ne è pervaso, colmato, accarezzato e questo amore bisogna difenderlo, proteggerlo e alimentarlo. Tutto questo richiede tempo, tutto il tempo. Richiede considerazione e rispetto. Fare arte è lavorare sulla propria esistenza. Io non faccio arte perché mi conosca qualcuno, ma solo per capire me stesso, per agire con me stesso. Alla fine della mia esistenza, l’opera non sarà compiuta, semplicemente si trasformerà. Chi è Renato? Rami scuri che la neve riscalderà col suo bianco, il bianco delle zanne del lupo. Muschio umido che assorbe e raccoglie microorganismi. Narici gigantesche che respirano nuvole al tramonto. Capelli e peli nervosi come occhi appena nati. Storie una su l’altra, affastellate ma riconoscibili e da spargere intorno come il letame sui prati a primavera. Sono l’ultima luce del giorno che affonda i suoi denti in una notte fresca e naturalmente erotica.
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moda
La moda è arte, colore, armonia. Un tête-à-tête tra tessuti e forme
Nelle prossime pagine alcuni pezzi chiave per l’inverno. Abbigliamento sportivo e per il tempo libero, bijou, borse e occhiali. Capi basic o per chi segue la moda alla lettera, con tante proposte per reinventare ogni giorno il tuo stile. Perché vestirsi è divertirsi, niente regole, solo il piacere di sentirsi bene. Il tocco finale? Un’avvolgente fragranza. 92
moda
Profumeria The Beauty shop ispirazioni e consigli per rendere i tuoi acquisti intelligenti. scopri con noi una selezione di oggetti e prodotti beauty destinata a chi ama l’originalità. Per un regalo o semplicemente per coccolarsi un po’
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Profumare l’ambiente decorando con stile. Questa è la filosofia di Millefiori, una realtà tutta italiana che affianca alla sua esclusiva selezione di fragranze, originali soluzioni per diffonderle nell’aria. Le fragranze Etro sono realizzate con le tecniche e gli ingredienti della profumeria artigianale. Un ventaglio di proposte variegato, con caratteristiche e personalità proprie e inconfondibili.
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moda
oggetti da interpretare, per uno stile giovane e dinamico a prezzi sorprendenti
Per una protezione “totalâ€? gli occhiali da sole per i piĂš piccoli, per teenagers e adulti. Le collezioni sono divertenti, colorate, sportive e alla moda.
Montature da vista per adulti e bambini. Tutte le migliori marche, dal modello classico a quello vintage... o di tendenza.
Occhiali e maschere per lo sport, anche con lenti correttive, a prezzi piccoli piccoli.
Per lavoro o per passione: telescopi, binocoli, bussole, termometri e strumenti meteo classici. Per completare il vostro look, tante idee per la scelta di bracciali, orecchini, piercing. Oggettistica in argento.
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Cemin sport
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asso Rolle, 1959: la famiglia Cemin inizia la sua avventura con l’apertura di un negozio di articoli sportivi, abbigliamento e souvenir. Nel 1970 inaugura il suo primo punto vendita a Predazzo. Sono passati più di cinquant’anni, i contesti sono cambiati, ma l’obbiettivo è rimasto lo stesso: creare degli spazi dove i clienti si sentano i benvenuti e offrire prodotti di qualità a prezzi accessibili. A oggi i punti vendita che propongono abbigliamento sportivo e per il tempo libero sono cinque: CEMIN’S, i due esercizi più vicini allo sport, affiliati alla catena Intersport, leader di mercato, propongono prodotti innovativi per tecnologia, design e materiali. Qualità e benessere nei tagli e nei tessuti, per la donna, l’uomo e il bambino che vogliono vivere lo sport con energia e vitalità; ATHENAS, con collezioni dedicate ai momenti di relax e svago, accessori e urban style, si rivolge a quel target di persone che cercano personalità e design. Tra le firme proposte menzioniamo: Penny Black, Cape Horn, Timezone, Freddy, Deha; KIDDY, abbigliamento da 0 a 16 anni, propone una moda giovane, pratica e colorata da mescolare o alternare a capi glamour e sportivi. Numerose le marche proposte : Sarabanda (sportiva ma anche elegante), Tuc Tuc (linea di capi molto colorata e originale, per i più piccoli). Le simpatiche felpe di Garfield e Disney e molte altre; DISCOUNT, offre capi di marca per donna, uomo e bambino a prezzi convenienti. In ogni punto vendita troverete personale esperto e qualificato in grado di consigliare e trovare le soluzioni migliori per i vostri acquisti.
Costruirsi uno stile negli anni con coscienza, critica e sapere tecnico
Info: CEMIN’S, P.zza S. S. Apostoli, 9 - Predazzo Tel. 0462 501187 CEMIN’S, Strèda de Perèda, 41 - Canazei Tel. 0462 602038 ATHENAS, P.zza S.S. Apostoli, 6 - Predazzo Tel. 0462 502988 KIDDY, Via Trento, 7 - Predazzo Tel. 0462 502666 DISCOUNT, località Piera, 5/A - Tesero Tel. 0462 814800 info@ceminsport.it www.ceminsport.it
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La sportiva L ora è anche abbigliamento!
a linea Skimountaineering si distingue per capi outdoor d’ultima concezione, ideati per vivere la montagna in inverno anche a basse temperature. La collezione è composta da hard shell, soft shell, strati isolanti, mid layers e base layers. Un abbigliamento esclusivo che punta alla leggerezza, all’isolamento termico, alla libertà di movimento e alla riduzione dei volumi. Accanto alla linea tecnica da gara che si ispira allo scarpone da gara super leggero “Stratos”, trovano spazio gusci hard-shell impermeabili, gilet e pullover in membrana Primaloft e prodotti next-to-skin con trattamenti anti batterici firmati Polygiene. Prosegue inoltre anche nell’abbigliamento la storica partnership tra La Sportiva S.p.A. e W.L. Gore & Associates grazie ai gusci Hardshell che integreranno le membrane di ultima generazione GORE-TEX® Active Shell e GORE-TEX® Pro Shell.
Le firme che fanno tendenza
è uno strato isolante super leggero e “packable” con imbottitura in Primaloft ONE che lo rende anti-vento ed idrorepellente. La massima cura per i dettagli sviluppati pensando al mondo dello sci alpinismo ed in particolare al mondo femminile, con dettagli e tessuti che seguono la morfologia del corpo delle atlete, lo rendono un prodotto termico d’alta gamma.
Per maggiori info su singoli prodotti visita apparel.lasportiva.com
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zEniT PanT W
è il pantalone hard shell più rappresentativo della collezione. Super leggero, concepito con tecnologia GoreTex, è estremamente impermeabile e l’ideale per attività ad alto impatto aerobico come lo sci alpinismo. Pensato in ogni sua più piccola caratteristica per soddisfare le esigenze dello sci alpinista alla ricerca della performance. Il massimo della protezione contro gli agenti atmosferici.
EsTELa PrimaLoFT JKT W FJord
è l’hard shell per eccellenza della collezione La Sportiva. Leggerissima, realizzata con tecnologia Gore-Tex Active Shell, è totalmente impermeabile e l’ideale per attività ad alto impatto aerobico come lo sci alpinismo. Grazie alla sua versatilità, può essere indossata sia singolarmente che come strato esterno sopra ad un insulation layer. Pioggia, neve, tempesta, nessun ostacolo verso il raggiungimento della vetta.
sTorm FiGHTEr PanTs GTX
sTorm FiGHTEr GTX JKT m rEd
Brividi caldi per l’innovativa linea tecnica dedicata allo sci alpinismo firmata La sportiva La realizzazione di prodotti dedicati al pubblico femminile, richiede un attento studio della silhouette delle atlete ed una analisi approfondita dei movimenti specifici in fase dinamica. Zenit Pant è un pantalone da donna che nasce proprio da questi studi con l’obiettivo di disegnare pantaloni tecnici concepiti appositamente per le sci alpiniste alla ricerca di leggerezza, velocità e perfetta regolazione del comfort climatico.
moda
La moda passa, lo stile resta. Coco Chanel
Predazzo Via Roma 16/c Cavalese P.zza c. Battisti, 14
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AMBIENTE
Neve&business
Un volto nuovo per le Dolomiti invernali
Assi nella manica: una rete di percorsi battuti per gli appassionati di outdoor Pino Dellasega
I
mmaginate un bel paesaggio dolomitico invernale, immense montagne con candidi pendii ammantati di neve soffice, con vaste aree dove non esistano impianti sciistici, ma solo una rete di percorsi battuti dove i veri appassionati di outdoor possano percorrere in lungo e in largo i sentieri senza incontrare sciatori, e possano così godere di una giornata completamente immersi nella natura più pura
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e riscoprire la vera antica anima della stagione invernale. Attualmente, il panorama dolomitico invernale offre invece una moltitudine di proposte, forse troppe e troppo simili tra loro: poco originali perché trascurano l’analisi delle specificità e dei punti di forza delle singole zone, riportando tutto agli stessi standard di offerta. Ci ritroviamo così con aree sciistiche molto rinomate e ben
Si dibatte intorno alle modalità più giuste ed equilibrate dell’andare sulla neve in montagna. Pino Dellasega, guru dell’outdoor e ascoltato relatore in convegni ad alto livello dove si discute di sviluppo compatibile e altre strategie per i prossimi anni, espone il quadro delle opzioni, arricchite fortunatamente da nuove invenzioni anche per chi sugli sci proprio non se la sente, ma vorrebbe comunque partecipare alla festa. Spesso in una famiglia ci sono persone che sciano e altre invece che cercano qualcosa di diverso da fare all’aria aperta. Nell’articolo di Dellasega si intravvede l’opportunità di un’integrazione che per le nostre Valli sarebbe un buon connubio e una risorsa in più per fare turismo.
attrezzate, ma anche con zone che - pur essendo molto belle - soffrono per carenza di sciatori e per la presenza di impianti obsoleti. Il risultato è comunque quello di avere quasi tutto il territorio montano di facile accessibilità ricoperto da impianti e piste. Bello sarebbe invece differenziare le zone tra quelle a fruizione sciistica alpina e quelle dedicate fondamentalmente al camminare sulla
neve, allo sci nordico, allo sci alpinismo ed allo sci escursionistico. Una chimera? Una visione da fantascienza? Io non credo. Lentamente il panorama del turismo invernale sta cambiando: vuoi per i morsi della crisi finanziaria vuoi per la diffusa ricerca di uno star bene interiore, sono sempre più numerosi i frequentatori della montagna come Dio ce l’ha donata. Una riscoperta del rapporto uomo-natura com’era
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investire in offerte turistiche alternative allo sci alpino sarebbe una scelta sensata prima che esplodesse il boom turistico che ha sicuramente portato tanto benessere nelle nostre valli e che ha reso quasi tutte le mete e le cime alpine raggiungibili con estrema facilità, ma che ci ha un po’ alla volta allontanati dal sapore che le nostre montagne avevano quando a percorrerle erano i nostri nonni. Un andar fuori che è un “andar dentro”, la scoperta della forza del silenzio, la grandezza del saper osservare per ascoltare, l’entrare nella natura con profondo rispetto e senza sfide – come buoni ospiti della madre terra – adattandosi ai suoi ritmi e seguendo il cammino del sole. La mia non è una provocazione, ma al contrario una proposta costruttiva basata sulla considerazione che – al giorno d’oggi – chi sopravvive tra i diversi e grandi caroselli sciistici è chi ha guardato un po’ più lontano ed ha saputo distinguersi investendo negli anni in proposte nuove, senza fermarsi al solo far cassa. Chi, invece, è rimasto fermo si ritrova – con impianti obsoleti – a dover constatare che, vuoi per l’assenza di neve, vuoi per la concorrenza dei cannoni artificiali che ormai assicurano la neve a quote basse già da novembre – le facili posizioni raggiunte negli anni buoni dello sci alpino non avevano la garanzia della durata illimitata. La grande suddivisione delle attività invernali
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sulle nevi è cambiata in modo radicale negli ultimi quindici anni. Agli inizi degli anni novanta la ripartizione contava ancora un 90% di sciatori alpini ed un 10% di fondisti, mentre ora la suddivisione si è diversificata con l’arrivo di nuove ed accattivanti attività sportive quali snowboard, freestyle, freeride, telemark, sci alpinismo, ciaspole e Nordic Walking. Nel tempo queste ultime discipline non solo hanno rubato appassionati allo sci alpino, ma hanno anche catturato nuovi frequentatori che prima si disinteressavano alle attività sulla neve perché considerate poco divertenti o fuori dalla loro portata. Con il passare degli anni non è però cambiata solo l’offerta. Un po’ alla volta è cambiata anche la natura dei servizi che i clienti richiedono agli operatori del settore. Ad esempio, spesso ora alle guide alpine non viene più richiesto di accompagnare i turisti lungo impegnativi pendii di sci alpinismo, ma è frequente invece la domanda di affiancamenti didattici lungo i sentieri per raggiungere i diversi rifugi. Per quando riguarda lo sci alpino e snowboard, i gruppi partono dalla città già con il proprio maestro che li accompagna. C’è quindi una manifesta tendenza, dovuta forse alla sempre minore disponibilità del tempo e delle risorse a disposizione per lo svago, a chiedere attività
il panorama del turismo invernale sta cambiando. sempre più turisti cercano un rapporto intimo con la montagna. “Un andar fuori che è un andar dentro”
rilassanti e di fruibilità quasi immediata. Per quanto riguarda il nordic walking, gli istruttori si sono organizzati per portare in montagna i gruppi che seguono in città durante tutto l’anno. A seguito di una sempre maggiore richiesta in questa direzione, la Scuola Italiana Nordic Walking - in collaborazione con TSL Italia - ha studiato la versione invernale della camminata con i bastoncini: il Winter Nordic Walking. Ciò che caratterizza il Winter Nordic Walking - rispetto alla camminata con le classiche ciaspole - è la Rak, un attrezzo molto simile ad una ciaspola, ma più versatile, leggero e soprattutto studiato in maniera tale da permettere al piede il caratteristico movimento di rullata che porta innumerevoli benefici a livello cardiovascolare per gli arti inferiori. Inoltre, la Rak adotta un sistema chiamato step-in che è praticissimo e semplice da utilizzare. Bastano pochi secondi per metterla e toglierla, non è più necessario inginocchiarsi e neppure litigare con i laccioli ghiacciati per la neve, dato che basta una manovra con il bastoncino per aprire e chiudere il sistema di aggancio. Anche i ramponcini in acciaio sono stati ridotti nelle dimensioni rispetto a quelli delle ciaspole ed è stato addirittura eliminato quello posizionato davanti, poiché i pendii per il Nordic Walking non richiedono mai tanta tenuta. Se provi le Rak ti innamori subito: poco ingombranti a tal punto che puoi camminare per ore senza sentirne il peso e studiate in modo tale da permettere di galleggiare benissimo anche in neve fresca ed alta. È importante però sottolineare che l’uso appropriato della Rak è solo ed esclusivamente su piste battute. La Rak diventa quindi un valido alleato per il turista che vuole emozioni ma che vuole “camminare” su terreni abbastanza comodi, magari anche al solo scopo di raggiungere una malga dove consumare il pranzo o la cena con una camminata salutare al chiaro di luna. Allora, mi chiedo, perché non investire in qualcosa di diverso? Perché non dismettere i vecchi impianti non più produttivi e, in alternativa, progettare e creare nuove aree outdoor? Perché non investire nell’ospitalità e nell’offerta dei rifugi, inserendo attività per l’intrattenimento all’aperto di adulti e bambini? Un passo coraggioso? Non credo. Solo la capacità di guardare un po’ più lontano. Concludo con una massima di G. B. Shaw che spero sia di spunto e riflessione: “Le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano e, se non le trovano, le creano”.
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amBiEnTE
Tracce del passato: rettili e dinosauri di casa nostra massimo Bernardi e marco avanzini Museo delle Scienze, Trento
È
un pomeriggio della tarda estate del 1922. Julius Pia geologo e paleontologo del Museo di Vienna risale i ripidi canaloni ad est del Piz da Peres, nelle Dolomiti di Braies. Si ferma un istante per raccogliere una lastra rossastra dove si intravedono strani segni. Piegandolo verso la luce del sole scorge la forma di piccole zampe. Sono certamente le tracce di un rettile! Il primo indizio della presenza di vita sulle antiche spiagge delle Dolomiti. Come spesso accade, tuttavia, la prima scoperta arrivò in anticipo sui tempi. Passeranno decenni prima che altri geologi seguano le sue orme, comprendendo appieno le implicazioni di quella scoperta. Il primo fu Piero Leonardi, trevisano di origine e fiammazzo di adozione. Gli studi condotti sin dalla metà dell’800 nell’area dolomitica, avevano rivelato che tra i 260 e i 210 milioni di anni fa, a cavallo tra i periodi che i geologi chiamano Permiano e Triassico, il Trentino nord-orientale era passato più volte da condizioni di terre emerse ad ambiente marino. Se Pia aveva trovato prova della presenza di rettili sotto forma di tracce fossili lasciate su di una spiaggia preistorica, Leonardi pensò che l’alternanza di ambienti che si erano succeduti in tutta l’area doveva aver originato, ripetutamente, condizioni favorevoli alla preservazione di simili tracce. Nel
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1949, divenuto Professore presso l’Università di Ferrara, organizzò una prima campagna di ricerche nelle Dolomiti. Lo scopo di Leonardi era di portare a compimento un’importante monografia geologica sulle Dolomiti. È un lavoro che lo tiene impegnato per quasi vent’anni durante i quali scopre, oltre ad innumerevoli altri fossili, alcune tracce di rettili in Val San Pellegrino, in Val Travignolo e subito ad ovest del Passo di Lavazè, nella gola del Bletterbach. Negli anni ’70 sarà il figlio di Piero, Giuseppe Leonardi, a condurre, assieme ad un nutrito gruppo di ricercatori dell’università di Roma, altre importanti ricerche rivolte specificatamente allo studio di tracce fossili di rettili, soprattutto nella gola del Bletterbach dove viene alla luce la più diversificata fauna al mondo risalente al periodo Permiano. Grazie alla famiglia Leonardi nasce una scuola italiana che si occupa di studiare le tracce fossili. Negli ultimi decenni sono così state scoperte tracce fossili di piccoli e grandi rettili, come quelle nella parte bassa della Val Duron. Alcuni degli antichi abitanti di questa regione avevano aspetto simile a grossi coccodrilli. A differenza di questi però le loro zampe erano disposte quasi verticalmente sotto il corpo tanto che possono essere considerati i primi veri camminatori terrestri. Le loro orme, dette Chirotherium, sono
Foto e illustrazioni di Marco Avanzini
Le rocce delle Dolomiti conservano evidenti tracce del passaggio di dinosauri carnivori
molto caratteristiche. Ricordano la mano di un uomo dove, quello che sembra il pollice, corrisponde al mignolo. Spesso la sabbia e il fango su cui questi animali camminavano erano così plastici che sul fondo delle impronte sono rimaste le tracce della copertura di scaglie che ricopriva la pelle; dato prezioso per ricostruire l’aspetto di questi animali scomparsi. Anche nelle rocce affioranti presso il rifugio Gardeccia sono state scoperte numerose piccole tracce di rettili simili a lucertole lunghe da pochi decimetri fino a 50-60 cm. Questi dovevano essere i più comuni frequentatori delle spiagge del Triassico medio. Le loro tracce, dette Rhynchosauroides, mostrano dita sottili e artigliate e indicano che la coda veniva trascinata imprimendo lievi solchi ondulatati nel terreno. A oggi non sono invece note orme di dinosauro in questo settore del Trentino. Poco ad est delle valli di Fiemme e Fassa, tuttavia, alla base del monte Pelmetto e presso le Tre Cime di Lavaredo, in rocce poco più recenti di quelle che costituiscono il gruppo del Catinaccio o la parte bassa della Val Duron sono state rinvenute tracce dalla caratteristica forma tridattila, chiara evidenza del passaggio dei “rettili terribili”, i dinosauri. È di pochi mesi fa la notizia del rinvenimento di orme attribuibili a piccoli dinosauri sul monte Pelmo, dimostrazione che non tutto è ancora scoperto. Le ricerche, condotte
Un rauisuco, grande rettile del periodo Triassico, autore delle orme dette Chirotherium
da musei, università e appassionati, continuano. Alcuni dei più significativi ritrovamenti degli ultimi decenni saranno in mostra presso il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo all’inizio del 2013, parte del progetto itinerante “DinoMiti”, nell’attesa che lo scrigno di roccia che circonda le valli di Fiemme e Fassa possa svelare la prova del passaggio di un dinosauro anche in questo settore delle Dolomiti.
Orme tipo Rhynchosauroides rinvenute alle pendici del Catinaccio.
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arEE ProTETTE
Paneveggio,
S
i chiama “Terra Foresta” il Centro Visitatori di Paneveggio e non potrebbe essere diversamente. Siamo infatti all’interno della maestosa foresta demaniale, un vasto lembo di bosco che si estende per circa 2700 ettari a ventaglio sull’alto bacino del Travignolo, tra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le Cime di Bocche, ad una quota compresa tra i 1400 e 2150 metri. A Paneveggio, anticamente vi era un ospizio che serviva ai viandanti che affrontavano i passi di Rolle e di Valles. Era affiancato da una chiesetta costruita nel 1733 e da alcune segherie e depositi di legname. Il Centro Visitatori del Parco occupa gli ambienti ristrutturati di una ex segheria alla veneziana. Appena varcata la soglia ci si rende conto che tutto, in questi spazi, racconta la natura che sta fuori. Gli allestimenti parlano, in particolare, dei segreti del suolo e del sottosuolo della grande foresta. Il visitatore ha modo di scoprire così
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Camminare d’inve la ricchezza e la biodiversità che si nasconde in quello spazio che normalmente non si osserva ma si calpesta: l’humus e i primi strati del suolo. Fuori dal centro il contesto naturale appare da subito straordinario. L’inverno, da queste parti, ha un sapore del tutto particolare. Basta, infatti, gettare lo sguardo all’orizzonte: al centro, ben visibile, il Cimon della Pala, simbolo di una catena dolomitica che è oggi patrimonio dell’Umanità Unesco. Per conoscere da vicino questi luoghi ci si può incamminare, nelle vicinanze del Centro Visitatori, lungo il “Sentiero natura Marciò”. È un percorso semplice di un’ora e mezza, percorribile anche nella stagione invernale, naturalmente, con un buon paio di scarponi. L’itinerario, senza barriere, si sviluppa all’interno della “Foresta dei violini”, perché - come è noto - da queste piante si estrae ancora il legno di risonanza usato dai liutai di ogni tempo.
“Terra Foresta” nel bosco dei violini anche d’inverno lungo il “sentiero natura marciò”
rno alla scoperta di luoghi straordinari Gli abeti rossi costituiscono quasi il 90 % degli alberi della foresta e tra di essi ne sopravvivono ancora di secolari, che possono raggiungere i 40 metri di altezza. Gli esperti considerano questa foresta un raro esempio di “armonia ecologica” dove, a fianco all’abete rosso, vivono altre specie fondamentali per l’equilibrio del bosco, come il sorbo degli uccellatori e nel sottobosco la lonicera e il mirtillo rosso e nero, mentre salici e ontani bianchi arricchiscono l’ambiente ripariale. Sono facili da scoprire tracce della presenza numerosa di cervi e caprioli, come le impronte e le scortecciature di giovani piante. Su alcuni alberi più maturi si possono ammirare i buchi del picchio nero o gli “scavi” più superficiali del raro picchio tridattilo, mentre a terra è possibile rinvenire le pigne rosicchiate dallo scoiattolo o dalle arvicole. Lungo il percorso ad anello sono collocati dei pannelli informativi e altre strutture che
permettono di conoscere meglio l’ambiente della foresta ed i suoi “abitanti”. Sono presenti anche altri allestimenti che illustrano, in forma di gioco, le impronte dei più comuni animali dei nostri boschi, permettendo ai visitatori di scoprire il proprietario delle orme che spesso si rinvengono sulla neve. Si incontrano poi “strani” cannocchiali senza lenti che invitano a focalizzare l’attenzione su alcuni aspetti del contesto naturale. È possibile, inoltre, provare a sentire la differenza fra il suono prodotto percuotendo un tronco di abete di risonanza e di una latifoglia. Nell’ultima parte del percorso si attraversa nuovamente, su uno spettacolare ponte sospeso, il Travignolo, che scorre in una stretta gola formando rapide e cascate, scavate. Ad un centinaio di metri dal Sentiero Marciò si trova l’area faunistica del cervo, che ospita, in condizioni seminaturali, alcuni esemplari di questo magnifico ungulato.
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sport
L
e parole, a volte, servono davvero a poco. La Marcialonga non ha certo bisogno di tante righe per esprimere quello che è e quello che dà. E allora perché non pensare ad una miriade di colori per descriverla? Tanti colori, uno vicino all’altro, in attesa del via: migliaia di tonalità diverse, con gli sci in mano o con il casco in testa. Colori che prendono vita e si muovono come un serpente, colori che si alternano, si riprendono, si staccano. Colori che combattono per un posto davanti, per un secondo in meno, per una soddisfazione in più. Colori che racchiudono tutte le tonalità della natura, a partire da quelli freschi della primavera e della Marcialonga Cycling Craft, per poi passare a quelli caldi autunnali della Marcialonga Running, fino al bianco candido della neve della Marcialonga con gli sci. Gioia, sofferenza, adrenalina, paura, soddisfazione: che tu sia concorrente, volontario o organizzatore, ogni evento Marcialonga, dal più piccolo al più famoso, ti porta a provare una quantità di sentimenti forti, che messi tutti insieme diventano un’emozione multicolore.
L’emozione bianca Marcialonga di Fiemme e Fassa 27.01.2013 La neve, simbolo ed elemento essenziale della Marcialonga. Indispensabile, attesa, prodotta artificialmente o scesa leggera dal cielo. Comunque bianca.
L’EMOZIONE INDACO MINIMARCIALONGA 26.01.2013 Un colore nuovo, che simboleggia la vivacità dei piccoli. Un colore forte e attivo, come la loro voglia di crescere. Nessuna caduta può fermarli, nessuna lacrima prontamente asciugata impedirà a loro di essere il futuro della Marcialonga.
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Marcialonga: un’emozione multicolore
L’EMOZIONE GIALLA MARCIALONGA STARS 26.01.2013 Le stelle, che risplendono in un giorno dedicato alla solidarietà, alla ricerca, all’amicizia. Una corsa con le racchette da neve o con gli sci, per dimostrare che anche le stelle sanno capire l’importanza dello sport a tutela della salute.
L’EMOZIONE AZZURRA MARCIALONGA YOUNG 27.01.2013 Il cielo, fresco e grande lassù, simbolo di sogni infiniti, di programmi fantastici e di grandi aspettative future per i ragazzi che solcano i binari della Marcialonga dei “grandi”. Un cielo sereno come lo sguardo nei loro occhi.
L’EMOZIONE BORDEAUX MARCIALONGA STORY 26.01.2013 Dove tutto è cominciato, più di quarant’anni fa, quando non esistevano colori sgargianti e tutine in lycra sottile, quando era “fashion” il rosso cupo, quando non importava la marca ma stare al caldo. Rivivere per un attimo l’impresa dei nostri padri e dei nostri nonni, capire la fatica che hanno fatto, ringraziarli per aver contribuito a creare un evento internazionale, orgoglio delle nostre valli.
L’EMOZIONE GRIGIA MARCIALONGA CYCLING CRAFT 26.05.2013 L’asfalto, che brucia quando si cade, ma che si doma macinando chilometri e chilometri di strade infinite, conquistando passi e montagne per poi lanciarsi in discese mozzafiato, in sella ad una bici, amica fidata e compagna di fatiche.
L’EMOZIONE VERDE MARCIALONGA RUNNING 1.09.2013 L’erba dei prati di fine estate, pronta per l’ultima fienagione. I runners passano veloci, un passo dopo l’altro, ascoltando i battiti del cuore, lo sguardo fisso. La speranza è di arrivare in cima a quell’ultima salita senza rallentare, ma poi l’importante è arrivare.
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Ski Center Latemar inverno 2013 tra rocce dolomitiche e arte, sci ai piedi
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o Ski Center Latemar, ai piedi del più controverso gruppo Dolomitico, che si eleva misterioso e silenzioso, custode di tre idiomi e prodigo della relativa accoglienza e tradizioni gastronomiche : italiano, tedesco e ladino. È il più grande carosello sciistico del Comprensorio della Val di Fiemme-Obereggen, con 3 diversi punti di accesso: Predazzo (cabinovia), Pampeago (seggiovie) e Obereggen (cabinovia e seggiovia). Lo Ski Center Latemar offre massima garanzia di neve grazie ad un modernissimo sistema di innevamento che, in funzione tutta la stagione, rende possibili giornate da favola con una grande varietà di piste perfettamente preparate, spettacoli
Tresca. Permetteranno di spaziare con lo sguardo partendo dalle cime della selvaggia e affascinante catena del Lagorai, passando per il Brenta, le Alpi austriache e tornando sulle Dolomiti. Tre punti di vista e un unico grande panorama. E ricordate che il sole non manca nello Ski Center Latemar! Con una media di 8 giorni di sole su 10, le Dolomiti sono divenute la meta per eccellenza degli appassionati di sport invernali.
Pampeago: dove lo sci è arte e poesia Respirart Pampeago presenta: “Ice Skyline 2013”, profili di ghiaccio lungo le piste da sci straordinari, panorami mozzafiato e una cucina gustosissima con diverse possibilità di passare il pomeriggio nei rifugi tipici con musica e divertimento. Le piste, agibili da novembre ad aprile inoltrato e servite da una rete di impianti veloci e modernissimi, proiettano nella dimensione più attuale dello sci. Sensori e microchip spalancano scenari dolomitici ogni giorno diversi. È una chipcard, infatti, che permette di accedere agli impianti di risalita: lo skipass a mani libere!
Skyline a tutto tondo
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Il fantastico scenario delle Dolomiti, oggi patrimonio dell’umanità, è il risultato della loro geologia ed è alquanto insolito comparato con il resto delle Alpi e con la maggior parte delle montagne del pianeta. Vi invitiamo a godere di questo meraviglioso scenario raggiungendo i tre punti panoramici situati sulla Pala Santa, al Passo Feudo ed in località
12-20 febbraio 2013 RespirArt Pampeago
“White Gallery” è una galleria d’arte a cielo aperto che ospita sia d’estate, sia d’inverno eventi artistici capaci di celebrare la bellezza della natura. Dal 12 al 20 febbraio due artisti del ghiaccio parteciperanno alla manifestazione artistica “Ice Skyline” che invita a creare suggestivi profili naturalistici lungo le piste da sci Tresca e Agnello di Pampeago, nel cuore dello Ski Center Latemar www.latemar.it. Gli sciatori potranno vedere all’opera l’artista trentino Marco Nones che darà forma ai profili delle Dolomiti del Trentino con diverse installazioni di ghiaccio. Contemporaneamente un artista norvegese dedicherà uno skyline di ghiaccio alla Norvegia. La durata dell’esposizione sarà decisa dal sole. Ovvero dal tempo che il suo calore impiegherà a dissolvere le creazioni di ghiaccio. Info: Ski Center Latemar www.latemar.it - info@ latemar.it Tel. 0462 813265
Foto: Archivio Apt Val di Fassa
sPorT
ski area Catinaccio rosengarten
sciare nel regno di re Laurino
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a Vigo di Fassa, la località più soleggiata e panoramica della Val di Fassa, in pochi minuti si raggiunge l’altopiano del Ciampedie, il “Campo di Dio”: una balconata panoramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a quota 2000 m, al centro della conca del Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio naturale dell’umanità UNESCO. Da qui la vista raggiunge i gruppi del Sassolungo, del Sella, la Marmolada, il Sasso Vernale, la cresta del Costabella, il Buffaure, i Monzoni e la Vallaccia. In lontananza il gruppo del Latemar, le Pale di San Martino ed il Lagorai. La skiarea è accessibile con le scale mobili e la funivia dal centro di Vigo, o con le seggiovie da Pera di Fassa, e offre 15 km di piste di varia difficoltà, dal campo scuola alla pista nera. La più lunga ed emozionante è la pista Thöni: una “rossa” di quasi 5 km che dai 2200 m di Pra Martin scende fino a quota 1400 m alla partenza della funivia a Vigo di Fassa. Imperdibile la pista nera Alberto Tomba, dedicata al campionissimo che, sulle piste del Ciampedie, ha preparato tante delle sue vittorie. La novità dell’inverno 2012/2013 è la miglioria delle piste Pra Martin e Pian Pecei che sono state rese più godibili per gli esperti e più accessibili per i principianti. Il fascino di queste piste è rimasto inalterato, con la differenza che ora offrono un’attenzione particolare a tutte le tipologie di sciatori presenti nella nostra skiarea: bambini, principianti ed esperti. La skiarea Catinaccio Rosengarten, grazie ai servizi offerti, è ideale per la famiglia: il grande parco giochi è un riferimento ormai consolidato. L’accoglienza e l’organizzazione della Scuola di Sci di Vigo di Fassa permettono di affidare i bambini a personale competente. Vi sono sei rifugi, di cui cinque raggiungibili a piedi dall’arrivo della funivia, con un’offerta di piatti della cucina
tradizionale da gustare su terrazze dai panorami indimenticabili. L’offerta si completa con il noleggio, deposito sci e skiservice alla partenza e all’arrivo della funivia dove Rent&Go Sport Edy offre servizi sempre all’avanguardia. Al Ciampedie è possibile effettuare escursioni con le ciaspole, un modo per vivere la montagna invernale in maniera alternativa allo sci e recuperando un attrezzo dalle origini antiche. Un primo percorso è l’anello attorno all’altipiano del Ciampedie che si snoda attraverso il bosco con scorci panoramici sulla Val di Fassa e sui massicci Dolomitici. Uscite con accompagnatore sono organizzate dalla Scuola di Sci di Vigo di Fassa. Un altro itinerario conduce fino alla conca di Gardeccia, un anfiteatro naturale unico al mondo. Da qui si può proseguire fino al Rifugio Vajolet e al Passo Principe. Dall’arrivo della funivia VigoCiampedie, si scende alla località Pian Pecei seguendo il sentiero nel bosco, oppure utilizzando la seggiovia Pian Pecei-Ciampedie. Nel pianoro di Pian Pecei, si aggira la stazione della seggiovia Pra Martin e, seguendo una strada forestale, poco dopo si imbocca sulla destra il “Sentiero delle leggende”. Lungo il percorso si trovano delle stazioni con la rappresentazione di Re Laurino e con dei testi estratti da alcune leggende che narrano dei luoghi attraversati. Il sentiero sbocca in località Gardeccia dove si trovano dei punti di ristoro aperti. Da qui, ma il percorso si fa più impegnativo, si può proseguire lungo il sentiero estivo nr. 546 verso i Rifugi Vajolet e Preuss e più oltre fino al Passo Principe lungo il percorso del sentiero nr. 584. Per queste due ultime varianti è bene affidarsi a una guida alpina. Info skiarea: 0462.763242 www.catinacciodolomiti.it
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libri e misteri
Il soffio dell’eternità
La terra dei Giauli
Foto: Diegolandi
Ritornano nelle Dolomiti singolari creature
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Quando il mare si ritirò...
“L
a terra dei Giauli” racconta una storia vera. Un ritratto emozionante di piccole creature dei boschi che da milioni di anni abitano le Dolomiti. Nel loro lungo peregrinare hanno assistito alla formazione e alla scomparsa d’interi continenti, assecondando gli inevitabili cambiamenti nelle epoche geologiche. Sono anche i custodi della terra, personaggi pieni di vita e colore, che penetrano a fondo e rimangono dentro.
Il Libro, che ora è in elaborazione, sarà corredato di foto di altissima qualità, realizzate a più mani da grandi fotografi. La narrazione dell’opera si svilupperà in una progressione di episodi emozionanti
Il film sarà presentato al prossimo Festival del cinema di montagna a Trento 2013
Foto: Mauro Lampo
Un omaggio a chi desidera rivivere magiche atmosfere ed entrare in un mondo fatto di grandi e piccole vicende, in un’inevitabile scorrere del tempo del quale anche noi siamo parte attiva, ognuno persona strategica, ricca e capace di alimentare armonie sempre diverse fra loro. Ogni personaggio incarna valori e caratteristiche che si possono riscontrare nelle persone che vivono nelle valli dolomitiche. Difetti e virtù sono pazientemente scolpiti nel legno di cirmolo, le vesti sono un tocco di raffinatezza finale. Un’equilibrata combinazione tra l’essere umano e la robustezza del legno, ha generato creature che vivono in perfetta armonia ed equilibrio con la natura. In loro traspare l’amore per la montagna, la professionalità, le esperienze e la conoscenza del territorio. Mauro Lampo scultore, e Alessandra Piller Cotter stilista di moda, hanno allestito set e coreografie fantastiche in luoghi a volte estremi. Il racconto è scandito con il fluire delle stagioni e collocato nei luoghi più straordinari delle Dolomiti: dalle torbiere, ai siti archeologici, dalle Magnifiche comunità, alle baite deserte d’inverno, dove i Giauli amano radunarsi. Sono creature schive, onnipresenti ma ci osservano continuamente e si rivelano solo nel momento in cui percepiscono la purezza del nostro cuore. Nonno Giusto è il più anziano dei Giauli delle Terre Alte. Circa 250 milioni di anni fa, intraprese il lungo viaggio attraverso il Mare Eterno che condusse le sue genti in questa
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Foto: Olga Donati
Giauli sugli sci
I luoghi, le tradizioni e le virtù dei Giauli delle Terre Alte divengono testimonianza dei valori, delle usanze e dei costumi delle fiere genti dolomitiche, specchio di una cultura radicata in millenni di storia reale e vissuta nuova terra oggi chiamata Dolomiti. Il primo luogo che raggiunsero fu l’isola del Pelmo ove a tutt’oggi permangono le tracce del loro passaggio in due grotte a quota 2900 metri. A settembre del 2011 gli autori hanno realizzato la prima esplorazione di queste grotte con gli amici speleologi del gruppo La Venta. Solo grazie all’abilità del grande Tono De Vivo si sono potute raggiungere con una calata di 150 m su impressionanti strapiombi. All’interno delle grotte sono stati scolpiti una serie di graffiti “preistorici” che raccontano dei
tempi passati, le origini, i riti e il senso della vita per i Giauli. Da quest’avventura documentata dal regista Enzo Procopio è nata l’idea di un lungometraggio “La Grotta dei Giauli”, in cui la cronaca di un’importante performance alpinistico/speleologica si interseca con la storia dei Giauli, il racconto di come nascono, vivono e sono giunti sul Monte Pelmo, nonché del ritrovamento da parte di Cesco Sauro, a quota 3023 m di impronte di Dinosauro che si sono rivelate essere la pista più alta delle Alpi e la seconda d’Europa. Durante l’ultima sessione di riprese, pulizia e rilievo delle impronte, il 28 settembre 2012, è stata posizionata a fianco delle stesse la scultura di una DinoGiaula di nome Ebelis, in cirmolo, lunga sei metri ed alta almeno tre, ad identificare il luogo del ritrovamento. Come narrato da Nonno Giusto nel libro “La Terra dei Giauli”, mentre i dinosauri si sono estinti sessanta milioni di anni fa, “perché nessuno li accarezzava”, i DinoGiauli vivono ancora sul Monte Pelmo, grazie alle cure di Chenopo Giaulo che li accudisce con grande amore, accarezzandoli e portando loro del cibo nei fine settimana.
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La hitlist di F&F
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Varata la riforma degli aiuti agli investimenti delle imprese “Incentivi più mirati per la crescita e lo sviluppo”
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a Giunta provinciale ha approvato i nuovi criteri per la concessione degli incentivi per gli investimenti fissi effettuati dalle imprese che operano in Trentino. La riforma persegue l’obiettivo di stimolare la crescita e lo sviluppo agevolando la competitività del sistema economico e il sostegno all’occupazione. Servizimprese, confermando il proprio ruolo di partner consulenziale delle aziende e di attento osservatore del panorama locale, si propone ora anche come importante supporto per le aziende trentine nell’azione di confronto con la nuova normativa provinciale in tema di incentivi pubblici per investimenti fissi. La nuova delibera della Giunta Provinciale, approvata il 07/09/2012, si colloca nel più ampio percorso di riforma degli aiuti alle imprese che ha già interessato la riformulazione dei criteri applicativi per la ricerca e di quelli
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che disciplinano l’imprenditoria femminile e giovanile. La novità più importante, introdotta dalla riforma, riguarda la maggiore selettività degli investimenti ammissibili a contributo, ovvero la verifica che il proprio ‘programma di investimenti’ riesca a soddisfare determinate condizioni ostative per l’accesso ai contributi pubblici. Esse sono determinate da una griglia di priorità e/o criteri di accesso, in sintesi: sviluppo di attività sostitutive e subentri in attività precedenti; nascita di nuove iniziative e riconversioni imprenditoriali; sviluppo di reti di imprese; miglioramento della qualità dell’impresa; innovazione aziendale e crescita dimensionale dell’azienda. Il nuovo provvedimento persegue queste priorità con lo scopo di concentrare le risorse finanziarie su investimenti ritenuti più strategici nell’ottica dello sviluppo e del sostegno del sistema
Servizi + imprese = persone. I conti tornano. Novità rilevante introdotta dalla riforma: maggiore selettività degli investimenti ammissibili a contributo
Filiale di Predazzo Via Monte Mulat 17 - Tel. 0462 501892
Filiale di Pozza di Fassa Strada de La Veisc 13 - Tel. 0462 764563
economico. Sul versante finanziario la nuova riforma coinvolge maggiormente il sistema creditizio nel sostegno agli investimenti aziendali. È previsto, infatti, che per gli investimenti di maggiore entità l’incentivo sarà offerto anche attraverso la forma del c.d. “pacchetto integrato”: contributo in conto capitale su metà investimento e, per la restante metà, possibilità di accedere ad un mutuo con garanzia fino ad un massimo del 50%, parzialmente agevolabile. Un’altra novità introdotta dalla riforma riguarda il rapporto tra gli aiuti e il fisco: per i contributi che vengono concessi con procedura automatica si prevede che questi ultimi non possano superare l’ammontare complessivo di Irpef, Ires, Irap e Imu versato dall’azienda negli ultimi tre anni. Infine, sul fronte dell’innovazione, accogliendo anche le utili osservazioni
delle categorie interessate, si è cercato di coinvolgere la piccola impresa in processi di riforma incrementale che possono riguardare tanto l’aspetto tecnologico quanto quello organizzativo e dei servizi. Al fine di declinare l’innovazione nella microimpresa si prevede che l’investimento debba essere messo in relazione con alcune condizioni quali ad esempio l’aumento di capacità produttiva o dei ricavi, l’incremento occupazionale di almeno un’unità lavorativa, il miglioramento degli standard ambientali e l’introduzione di nuovi macchinari non previsti a libro cespiti negli ultimi 3 anni. Per maggiori informazioni Servizimprese organizza presso i propri uffici, in tutto il territorio provinciale, incontri mirati a favore delle singole imprese per una prima valutazione di fattibilità con approfondimento specifico a richiesta.
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Casa&dEsiGn
Design e Architettura, due facce della stessa medaglia
Gli aspetti che caratterizzano queste due discipline sono molteplici: derivano dal desiderio recondito dell’uomo di servirsi degli oggetti per riuscire a migliorare il proprio stile di vita. Domus, intesa come casa, nido, pelle secondaria di cui le civiltà, dalle più antiche alla più contemporanea, si sono avvalse nel corso dei millenni per ripararsi dagli agenti esterni ed assolvere alle basilare funzioni del vivere quotidiano. Quando Vitruvio nel primo secolo a.C. teorizzò le tre regole fondamentali dell’architettura, non immaginava che potessero diventare dogmi assoluti con validità illimitata. Invece, le regole basilari che si dovrebbero seguire nel progettare un edificio o un oggetto sono sempre le stesse: Utilitas: funzionalità; Firmitas: stabilità, resistenza, durabilità; Venustas: bellezza. La rivoluzione progettuale del XX° secolo infatti, si è basata anche sul design. Dagli anni venti gli architetti si sono dedicati alla progettazione di elementi che potessero essere prodotti su scala globale. Nacquero così straordinari pezzi d’arredamento, il cui concetto progettuale si sviluppava sull’onda dell’entusiasmo di un nuovo modo di concepire non solo l’edificio ma anche il suo contenuto. La “Poltroncina Barcellona” di Ludwig Mies van der Rohe, la “Chaise Longue” di Le Corbusier e così via, hanno caratterizzato il periodo fra le due guerre. Il boom economico italiano degli anni sessanta ha sviluppato nuove idee e nuovi designer come Marco Zanuso, fu solamente negli anni novanta che per la prima volta si pensò di ridisegnare la stanza da bagno e i suoi elementi. L’autore fu l’architetto e designer francese Philippe Starck. Da allora il bagno (e non solo) non fu più lo stesso e tutte le aziende dovettero confrontarsi con il design.
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casa&design
Progettisti d’interni
Francesca, il volto di chi elabora interni con gusto ed esperienza
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reatività, sensibilità, conoscenza dei materiali e la consapevolezza delle proprie radici, sono il punto di partenza dei suoi progetti. Un modo nuovo di concepire atmosfere domestiche, con arredi che lasciano spazio alla personalizzazione del cliente. Francesca Oss è laureata in architettura d’interni e dal 2001 si dedica con passione allo studio degli spazi, dei materiali e della loro fruibilità. I suoi progetti iniziano da un’attenta analisi dell’ambiente con una particolare attenzione alle esigenze del cliente. Un percorso che la progettista compie per gradi, affinché il risultato finale sia di piena soddisfazione del committente. I disegni possono essere realizzati per nuove costruzioni, su ristrutturazioni, o
semplicemente per rinnovare un solo ambiente: Francesca progetta in modo personalizzato e unico arredamenti in stile o moderni, con l’utilizzo di materiali sapientemente combinati nel pieno rispetto dell’ambiente in cui viviamo, della tradizione e con l’obbiettivo di rendere piacevole ed accogliente la vostra casa. I servizi offerti comprendono: • Progetto suddivisione ambienti al grezzo • Progetto rivalutazione e ristrutturazione ambienti • Progettazione arredo mobili su misura • Consulenza scelta materiali • Chiavi in mano Presso lo studio Interior Design a Ziano è possibile prendere visione del suo lavoro. Francesca si avvale di collaborazioni con artigiani specializzati e di aziende qualificate del mondo dell’arredo. Info: Interior Design, Via Nazionale, 112 Ziano di Fiemme - Tel. 347 0602612 id.studio@hotmail.it
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casa&design
La luce protagonista e… la competenza
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uella di Linea Luce è la storia di un’azienda a conduzione familiare che crede ancora in valori dimenticati (o quasi). La parola d’ordine è instaurare con il cliente un rapporto di “feeling” e fiducia. La consulenza sul posto (anche solo per un corpo illuminante), l’attenzione al dettaglio, così come lo studio dell’ambiente in cui verrà collocato, ne hanno fatto un punto di riferimento per molti valligiani. Renata, la titolare, ci contagia con la sua vitalità e ci stupisce per ciò che afferma: “Capita che il cliente, vedendo l’esposizione che abbiamo in negozio, sia indeciso. Allora lo consiglio nella scelta, naturalmente seguendo il suo gusto. Quando abbiamo individuato gli articoli che più gli piacciono lo invito a portarli a casa per provarli direttamente in loco. È fondamentale vedere la qualità di luce che emana una lampada inserita in un certo contesto abitativo. Se poi un cliente ha esigenze particolari, riguardo a una firma che consente variazioni sul modello originale, posso apportare delle modifiche al disegno. L’importante è arredare con gusto, eleganza, creatività e originalità, creando atmosfere luminose accoglienti”. Sono numerose le firme con le quali «Linea Luce» collabora in modo diretto, dalla marca più prestigiosa alla meno conosciuta, dall’ultramoderno al classico. Soprattutto ditte italiane, che sanno realizzare il prodotto con materiali di primissima qualità. “Se il cliente non trova in esposizione quello che cerca, lo individuiamo insieme in catalogo. La soddisfazione del cliente per me è la conferma che ogni lavoro, se fatto con professionalità, competenza e passione, ti fa sentire realizzato”. Linea Luce conta uno show room molto ampio, con esposte le migliori marche nazionali e internazionali in pronta consegna. Consulenza, progettazione illuminotecnica personalizzata, per abitazioni, per esterni, rendering per uffici, negozi, ecc.
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Casa&dEsiGn
Efficienza energetica e risparmio
Eurotrentina Energia Le carte vincenti nella partita che abbiamo tutti col metano
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e c’è una voce che grava pesantemente sul bilancio di una famiglia o di un’azienda è quella del metano. Ed è però anche una delle voci su cui si possono ottenere importanti risparmi. L’avere il fornitore a portata di mano è il primo dei risparmi. È questo il primo motivo del successo che da dieci anni ormai vede Eurotrentina Energia, l’azienda insediatasi a Predazzo, ai vertici del gradimento tra le famiglie come tra le aziende. Naturalmente non basta essere sulla porta di casa, pronti a intervenire con tempestività per qualsiasi emergenza. Bisogna avere il personale qualificato che offra assistenza tecnica agli installatori per l’allacciamento degli impianti alla rete e si metta a disposizione di tutti gli utenti, anche di chi non è ancora cliente, per affrontare tutte le problematiche connesse alla fornitura del gas metano. Il tutto gratuitamente ed offrendo un servizio su misura, che dia la possibilità agli utenti domestici di aderire al mercato libero e di scegliere tra diversi profili tariffari quello più vicino alle proprie esigenze, e sappia proporre soluzioni personalizzate agli utenti con elevate necessità di consumo come artigiani, commercianti, albergatori e condomini. Servizio che ha guadagnato da subito a Eurotrentina Energia la fiducia degli utenti è la lettura del contatore. Lettura effettiva (non sulla presunzione del consumo), fatta puntualmente ogni due mesi. Vuol dire accorgersi subito se ci sono consumi anomali e spiegarsene la ragione. Significa avere bollette chiare, senza conguagli e senza quei veri e propri prestiti fatti alle aziende fornitrici con pagamenti superiori all’effettivo metano consumato, attuando quindi una gestione più attenta e consapevole del risparmio.
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In tale contesto è fondamentale comprendere che il monitoraggio dei propri consumi può divenire un efficace strumento di cui avvalersi mettendo contemporaneamente in atto semplici ma essenziali accorgimenti per ridurre la spesa energetica.
• Eseguire regolarmente la manutenzione e la pulizia della caldaia • Regolare il termostato sui 19°C: ogni grado in più ha una maggiorazione della spesa del 6-10% • In caso di prolungata assenza spegnere la caldaia e nelle ore notturne regolare la temperatura interna a 16° • Tenere chiusa la porta delle stanze e dei locali non utilizzati • Sfiatare i caloriferi per tenerli sempre alla massima efficienza • Abbassare le tapparelle delle finestre appena fa buio • Non coprire i radiatori con tende, mobili o rivestimenti • Non aerare i locali troppo a lungo • Installare valvole termostatiche sui radiatori • Installare i riduttori di flusso ai rubinetti dell’acqua e preferire la doccia al bagno
Info: Eurotrentina Energia, Via Fiamme Gialle, 54 - Predazzo Tel. 0462 500370 info@eurotrentinaenergia.it
Casa&dEsiGn
Le mille luci della pietra naturale
Info: Gianmoena Marmi, Loc. Salezze, 4 (Zona Artigianale) - Panchià Tel. 0462 571695 - Fax 0462 570585 info@gianmoenamarmi.it www.gianmoenamarmi.it
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n mondo a colori, alcuni esempi: il più conosciuto di Carrara è bianco e cristallino ed è il marmo italiano per eccellenza, mentre il granito africano ha frammenti bianchi, porporini e rosa su fondo nero; il porfido, grigio, è simbolo del nostro territorio. La pietra ha stregato l’uomo fin dall’antichità regalandogli un’ampia gamma cromatica e diverse consistenze e durezze, per i vari utilizzi nelle sculture e negli abbellimenti. Marmo, granito, porfido, materiali estratti in natura, hanno avuto un ruolo di rilievo nella tradizione artistica non solo italiana: erano di marmo le statue greche, i templi, le opere scultoree che hanno punteggiato le città storiche e che ancora oggi continuano ad esercitare il loro fascino . La pietra che ha fatto la storia, ideale per dare significato a palazzi, luoghi di culto e monumenti oggi conferisce prestigio alle nostre abitazioni. È su questa premessa che Gianmoena Marmi si propone come luogo fisico d’incontro delle idee, dei progetti e dei professionisti per diventare identità aggregativa sinergica fra le potenzialità delle aziende e le esigenze del singolo. Un laboratorio di idee per le imprese e le persone nei confronti del concetto di design, un momento di riflessione e confronto per arrivare alla realizzazione di prodotti che possano esprimere, sia in termini funzionali che formali, le caratteristiche che i clienti richiedono. In Gianmoena Marmi l’innovazione incontra il design tra la manualità dello scalpello e la tecnologia delle macchine più sofisticate.
LOVIA
Lovia, polizza vita temporanea caso morte a capitale e premio annuo costanti, ti permette, in caso di prematura scomparsa, di lasciare un capitale alle persone che ami, siano questi il coniuge, i figli o il convivente, in modo da garantire loro la possibilità di mantenere inalterato l’attuale tenore di vita.
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Casa&dEsiGn
rasom Wood Technology: benessere su misura
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he differenza c’è tra un abito sartoriale ed uno comprato in un negozio, pur di alto livello? Semplice: che non è stato pensato per voi, ma per un target generico di diverse tipologie umane. E quindi, pur con gli aggiustamenti del caso, non lo indosserete mai così bene come se la creazione del modello fosse nata secondo i vostri gusti, le vostre misure, tenendo conto dei vostri difetti fisici e cercando di valorizzare le vostre qualità. Problemi di costi? Tenendo conto di quanto spenderete per farlo sistemare in una sartoria, del fatto che “va bene, ma avessi potuto decidere io…”, che le mode cambiano e quel taglio non è poi così attuale… E oramai sotto gli occhi di tutti che il valore del prodotto sartoriale emerge con il tempo. Lo stesso vale per una casa: quante storie avete sentito di progetti seguiti con scarsa attenzione, di materiali che non hanno mantenuto le promesse iniziali, di ditte che si scaricano la colpa per i più disparati problemi che si possono riscontrare nella costruzione a più mani di una
struttura? Le ragioni di queste situazioni sono semplici: quelle costruzioni non sono state realizzate sotto un’unica regia, con la passione e l’esperienza di chi sa ascoltare i desideri del cliente e trovare il sistema ottimale per trasformarli in realtà tenendo conto della sua salute e di quella dell’ambiente. Fate allora un esperimento: chiedete a qualunque proprietario di una casa realizzata da Rasom Wood Technology come è abitare in una “Casa Rasom”, come la indossa, come la vive, come i suoi sensi rispondono ad una struttura in legno pensata appositamente per lui. Rimarrete stupiti. Chi pensa ancora - quando sente parlare di case in legno - ad una baita in montagna o ad un prefabbricato, non ha ancora conosciuto l’universo Rasom Wood Technology: edifici realizzati con il sistema costruttivo in legno a pannello x-lam da un’azienda che da oltre 25 anni garantisce al committente un benessere abitativo su misura. Perché ogni persona sa esattamente quali sono le caratteristiche necessarie per rendere confortevole la propria abitazione e Rasom ha l’esperienza e le capacità giuste per realizzare qualunque progetto – case, complessi residenziali ed alberghieri, scuole, strutture sportive - mantenendo fermi i suoi principi fondamentali: alte prestazioni antisismiche, risparmio energetico, salubrità e rispetto dell’ambiente. Un sistema costruttivo in continua evoluzione, un concentrato straordinario d’innovazione e tecnologia, realizzato con passione e rispetto per ciò che ci circonda. Per saperne di più: www.rasom.it
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saLUTE E BELLEzza
Curare il proprio corpo significa prestare attenzione a se stessi, evitando possibili problemi. all’interno di questa rubrica troverete numerose soluzioni e novità dal mondo del benessere
s.o.s. 131
salute e bellezza
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“Il lifting Medico” senza bisturi Dr. Filippo Augusto Trinei, Chirugia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, Specialista in Chirurgia Generale
a sempre i chirurghi plastici sono alla ricerca di tecniche chirurgiche e non, che possano dare il massimo dei risultati, riducendo al minimo le complicazioni, i costi e i tempi di recupero. Da qui la continua nascita di nuove tecniche e di sofisticate apparecchiature che assicurano esiti miracolosi con il minimo dispendio di denaro e di energie fisiche da parte dei pazienti. Recentemente è stato introdotto un metodo che consente di ottenere dei risultati simili a quelli di un lifting chirurgico, senza però dover ricorrere all’uso del bisturi. Tutti ormai conoscono le famose punturine a base di acido ialuronico la cui diffusione è divenuta ubiquitaria. Esiste oggi un nuovo prodotto a base di acido ialuronico ad alto potere idrofilo, commercializzato da una delle ditte più note nel campo della chirurgia estetica, garanzia di serietà e soprattutto di sicurezza, che consente di creare volume laddove è necessario sollevare e rimodellare i lineamenti. Il risultato è di un vero e proprio effetto lifting delle zone del viso, anche di quelle lontane dal sito d’iniezione. Per fare un esempio, è possibile ridurre marcatamente il solco naso genieno – linea che inizia ai lati del naso e finisce alla bocca - tramite un’infiltrazione della regione zigomatica, con contemporaneo effetto di riempimento dello zigomo (se necessario), ed effetto lifting del terzo medio del viso. Un altro esempio è la possibilità di ridurre marcatamente la prominenza del bargiglio - accumulo di grasso ai lati del mento dovuto ad una discesa del grasso della guancia - tramite infiltrazione della regione mandibolare. I trattamenti avvengono mediante delle punturine da effettuare in uno studio medico e da ripetere ogni dodici mesi circa. Come già accennato è evidente il vantaggio che possono trarne i pazienti, poiché, il ritorno immediato alla vita sociale e i costi contenuti, sono assicurati. Info: Dr. Filippo Augusto Trinei Tel. 392 0467366 - info@filippotrinei.it
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salute e bellezza
Modellare il corpo
Liposuzione e liposcultura Dott. Giuseppe Barbato, Specialista in Chirurgia Generale
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a liposuzione è un intervento chirurgico che permette di rimuovere gli eccessi di tessuto adiposo sottocutaneo in qualsiasi parte del corpo. Vengono utilizzate a questo scopo delle particolari cannule che vengono collegate ad un sistema di aspirazione attraverso il quale il tessuto adiposo viene eliminato. In questo tipo di intervento si devono considerare alcuni fattori come l’età e lo stato della pelle del paziente che possono condizionare la riuscita dell’intervento. Il risultato di queste tecniche chirurgiche è davvero sorprendente e i benefici sono definitivi: una volta rimosse, le cellule adipose non si riformano; è consigliabile comunque iniziare a seguire una dieta equilibrata e svolgere una moderata attività fisica. La liposcultura è una tecnica che permette di utilizzare il tessuto adiposo aspirato mediante la liposuzione e di trapiantarlo in un’altra zona del corpo per eliminare inestetismi del volto, aumentare il volume di alcune
parti (seno e glutei) o ricreare l’armonia del profilo corporeo (fianchi). Il tessuto adiposo è inoltre ricco di cellule staminali che una volta trapiantate avranno la capacità di rigenerare i tessuti che hanno perso le loro originali caratteristiche con il passare degli anni. Come si svolge l’intervento Il tipo di anestesia sarà condizionato dalla quantità di tessuto adiposo e dalle diverse zone del corpo interessate. Le piccole aspirazioni si praticano in anestesia locale, le medie in anestesia locale più sedazione, mentre le grandi, oltre i 3 litri di grasso, necessitano di un’anestesia spinale o generale (sempre con l’assistenza dell’anestesista in sala operatoria). Durante l’intervento una sottile cannula viene introdotta nel grasso sottocutaneo attraverso incisioni praticamente invisibili, quindi con movimenti mirati viene aspirato il grasso in eccesso. Per le medie e grandi lipoaspirazioni è necessario essere sempre accompagnati. Il post-intervento Al termine dell’intervento viene indossata una guaina elastica protettiva per favorire il riadattamento della pelle al nuovo profilo corporeo: per essere efficace sarà indossata ininterrottamente giorno e notte per trenta giorni. Nella gran parte dei casi il paziente viene dimesso a distanza di poche ore dall’intervento: una rapida ripresa dell’attività motoria riduce i tempi di recupero. La liposuzione non provoca particolari dolori post operatori, sempre gestibili con analgesici comuni. Info: Dott. Giuseppe Barbato, Via Dossi, 1 38033 Cavalese (Tn) - tel. 336 467168 info@dottorbarbato.it - www.dottbarbato.it
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salute e bellezza
Diciotto i professionisti presenti in una struttura sanitaria privata aperta a Predazzo
Centro Medico Fiemme Prestazioni efficienti in un ambiente sanitario che soddisfa tutti i criteri di qualità
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l Centro Medico Fiemme, nato a marzo del 2012, mette a disposizione dei pazienti una équipe di professionisti molti dei quali con esperienza pluri-decennale ed apparecchiature per la diagnostica avanzata. Ma è soprattutto il “timbro” che la rende diversa. È una struttura sanitaria che si prefigge di venire incontro alle necessità della persona, nel rispetto di valori che caratterizzano le imprese a sfondo etico e nella totale tutela della dignità delle persone.
Ecografo
Una realtà nuova anche per le nostre Valli, in grado di fornire un servizio di consulenza, prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Il Centro Medico Fiemme è dotato delle seguenti attrezzature elettromedicali: • Il videodermatoscopio digitale computerizzato, strumento di ultima generazione per la diagnosi precoce del melanoma e per la mappatura dei nei computerizzata; • la Human Tecar, che si avvale di una tecnica scientifica ultramoderna, che ha portato a una svolta sostanziale nel mondo della fisioterapia e della riabilitazione; • il densitometro osseo computerizzato (Mineralometria Ossea Computerizzata – MOC) metodo diagnostico universalmente riconosciuto per determinare la densità ossea e quindi la presenza di osteoporosi; • l’ecografo per lo studio di quasi tutti gli apparati (vengono eseguite ecografie ginecologiche, addominali, tiroidee, epatiche e vie biliari, parti molli, seno, apparato urinario e prostata, apparato osteo-articolare). Inoltre, vengono erogate le seguenti indagini diagnostiche: • ecocolor-doppler per lo studio dei vasi arteriosi e venosi; • elettrocardiogramma ed ecocardiografia per lo studio delle patologie cardiache; • Holter pressorio per il monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 h; • Patch test per la diagnosi delle dermatiti allergiche; • prove allergologiche (Prick tests) per la diagnosi della rinite ed asma allergica; • Spirometria per la diagnosi dell’asma
bronchiale, della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) ed enfisema polmonare. Il Centro medico è convenzionato con l’Università di Verona per le branche specialistiche di chirurgia vascolare e neurologia, e vanta la presenza di un medico psicoterapeuta per il trattamento di ansia, stress, depressione, fobie, dipendenze e disturbi psicosomatici. Infine, offre un servizio di valutazione diagnostica ed intervento riabilitativo per bambini e ragazzi che presentano disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia) o che manifestano difficoltà scolastiche di varia natura • Ambulatorio Ecografico Dott.ssa Luisa Bertagnolli • Ambulatorio per la diagnosi dell’osteoporosi equipe: dott. Franco Bonadiman - ginecologo, dott.ssa Luisa Bertagnolli - radiologa, Francesco Coelli - tecnico di radiologia • Dermatologia - Dott. Francesco Baglieri • Cardiologia - Dott. Mario Mancuso • Chirugia vascolare - Dott. Gian Franco Veraldi • Ginecologia - Dott. Franco Bonadiman • Medicina del lavoro - Dott. Tommaso Gravina • Medicina dello sport - Dott. Alessandro Rosponi • Neurologia - Dott. Tiziano Zanoni • Oculistica - Dott.ssa Patrizia Gilmozzi • Ortopedia - Dott. Robert Gorreri • Pneumologia ed allergologia respiratoria Dott. Augusto Dal Piaz • Psicoterapia clinica - Dott. Claudio Tonelli • Urologia, consulenza andrologica Dott. Roberto Acuti Altre attività sanitarie: Fisioterapia - Dott.ssa Federica Gismondi Psicologia - Dott.ssa Lorenza Gabrielli Podologia - Dott.ssa Isabella Creazzi Nutrizione clinica - Dott.ssa Marilena Agrusti
densitometro osseo computerizzato (mineralometria ossea Computerizzata – moC)
Per informazioni e prenotazioni: Centro Medico Fiemme, Via Monte Mulat, 17/a 1° piano (Zona Artigianale), 38037 Predazzo. Tel. 0462 502533 - Fax 0462 503942 centromedicofiemme@yahoo.it www.centromedicofiemme.com Aut. Ordine dei Medici n.29 del 9/03/2012
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saLUTE E BELLEzza
studio saint Paul L’unicità del paziente nella diagnosi e nelle scelte terapeutiche
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o studio Saint Paul nasce circa cinque anni fa con l’intenzione di portare nelle nostre Valli un nuovo modo di accogliere la specificità del paziente e le eventuali patologie che lo interessano. Un sistema diagnostico innovativo, che prende in considerazione l’essere umano nella sua interezza, con l’obiettivo di trovare il corretto cammino terapeutico per la salute e il benessere del corpo e della mente.
mEdiCina naTUraLE EsoGETiCa
dott. Vincenzo Primitivo Medico Chirurgo esperto di Medicina Naturale
È un sistema di scienza medica naturale concepita dal prof. Peter Mandel, ideatore della “Diagnosi Energetica dei Punti Terminali” (DEPT) e della “Cromopuntura”. I suoi studi hanno trovato riconoscimento in tutto il mondo e oggigiorno sono applicati facendo tesoro delle millenarie conoscenze mediche sia orientali, sia occidentali, naturalmente arricchite dalle più recenti scoperte della fisica moderna. Concretamente la persona che vive un disagio e desidera comprenderne il motivo da un punto di vista olistico, è sottoposta a una particolare analisi energetica dei punti terminali chiamata DEPT. Mediante l’agopuntura, la cromopuntura e la cristalloterapia si vanno a rinforzare le zone di debolezza, riequilibrando il sistema energetico, con un conseguente miglioramento dello stato di salute.
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Le tecniche proposte dalla medicina Esogetica sono assolutamente indolori e non invasive, per questo sono particolarmente apprezzate anche dai bambini. Agopuntura È una tecnica orientale di tradizione taoista e ha una storia millenaria. Presenta un differente atteggiamento verso lo stato di salute rispetto alla tradizione medica occidentale, perché mira a preservare il benessere oltre che a curare la malattia. Questa tecnica opera su precisi punti sulla pelle, individuati lungo i percorsi dei meridiani energetici della medicina tradizionale cinese e collegati agli organi interni umani. Attraverso l’applicazione di aghi è possibile pertanto influire sullo stato di salute dell’individuo. Cromopuntura Consiste nell’applicazione di un fascio di luce cromatica sulla pelle che provoca una reazione diretta del sistema nervoso, linfatico ed energetico. La cromopuntura è un trattamento piacevole, rilassante e si rivela molto efficace. Essendo indolore è particolarmente indicata nei disturbi dei bambini. Idrocolonterapia E’ un trattamento detossinante dell’organismo attraverso un delicato lavaggio dell’intestino. E’ indicata per chi soffre di problematiche intestinali quali stitichezza o coliti, come risposta alle intolleranze alimentari ma anche per disturbi della pelle quali dermatiti psoriasi e acne.
altri trattamenti proposti: Ortho-Bionomy: È un metodo ideato nel 1978 dall’osteopata canadese Arthur Lincon Pauls. Lo scopo principale è quello di aiutare le persone a rilassare le tensioni che causano dolori muscolari e blocchi articolari con manovre di rilassamento basate sulle posizioni antalgiche e su leggere compressioni, atte a stimolare nel paziente un’autocorrezione. Il metodo è rivolto a tutti coloro che soffrono di dolori causati da un disequilibrio delle strutture osteo-articolari (difetti nella postura, rigidità nelle articolazioni, stress, etc.) come a tutti gli adulti, sportivi e non. Fabio Sarti, Naturopata, Osteopata Fisioterapia, Cure Osteopatiche e Tecarterapia: Cure indicate nella patologia traumatologica non chirurgica, nella patologia osteoarticolare e dei tessuti molli. Sono pratiche effettuate a scopo antalgico e antinfiammatorio, che si propongono per alleviare dolori cervicali e mal di schiena, e sono indicate per la prevenzione e recupero da infortuni, come terapie per sportivi nel pre e post gara. Dott. Francesco Damiani, Fisioterapista Medicina Estetica: Ringiovanimento del viso, preservazione della salute delle vene delle gambe. Per qualunque esigenza o domanda non esitate a contattare il chirurgo. Dott. Filippo Augusto Trinei, Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, Specialista in Chirurgia Generale.
Su appuntamento lo Studio Saint Paul apre le porte a chi desidera una consulenza gratuita per potersi orientare tra le diverse possibilità offerte.
Info: Studio Saint Paul Via Caltrezza, 8 - Tesero Tel. 348 3108956 brunadef@aruba.it
disegni: Renato Ceolan
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salute e bellezza
Quello che si dice un cambio favorevole
Mezz’ora a Castello equivale a tre giorni di mare «Haloterapia» contro asma, bronchiti, sinusiti, allergie
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l mare in montagna: il connubio vincente, ora si può! L’Oro bianco (così il sale era chiamato ai tempi di Marco Polo, per onorare un dono così prezioso), combinato alla purezza del clima ossigenante che scaturisce dalle sconfinate abetaie delle nostre montagne significa una doppia inalazione di salute e vigore. Oggi è possibile avvalersi del duplice beneficio con un metodo naturale che utilizza il cloruro di sodio micronizzato, sale minerale di roccia purissima, nebulizzato all’interno di un locale interamente ricoperto di sale. A Castello di Fiemme, presso l’Hotel Latemar, in un ambiente molto confortevole, con pareti completamente ricoperte di salgemma bianco e il pavimento colmato di cristalli di sale, si possono effettuare delle vere sedute di benessere. Per rendere ancor più piacevole il trattamento e aiutare a ritrovare un benessere non solo fisico ma anche psichico, la grotta è stata dotata di cromoterapia. Una sosta nella grotta (indicativamente una seduta dura 30 minuti) - regola la respirazione, - aiuta il sistema immunitario, - combatte e allevia i problemi alle vie respiratorie (asma, sinusiti, bronchiti, allergie, malattie polmonari ostruttive, infezioni ricorrenti dell’orecchio, e molte altre…), - è un formidabile aiuto contro lo stress e l’instabilità nervosa, riduce l’ansia e l’insonnia, è un efficace trattamento per la salute della pelle. La grotta del sale è indicata a tutti: neonati, bambini, anziani, donne in gravidanza, sportivi ecc. Una seduta nella Grotta permette al nostro organismo di assorbire una quantità tale di iodio paragonabile a una permanenza di tre giorni in una località marina, nel periodo successivo a una burrasca. Un’altra notizia, anzi una garanzia. Haloterapia è detraibile dalle dichiarazioni dei redditi. Info: Hotel Latemar, Via Latemar, 16 Castello di Fiemme tel. 0462.340055 - Fax 0462.342970 info@latemarhotel.it - www.latemarhotel.it
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saLUTE E BELLEzza
Hair Wellness: naturalmente si può
Una spa per capelli a Predazzo segreti professionali per un rigenerante programma antiage capace di ridare vitalità e lucentezza ai capelli più danneggiati
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li oli essenziali e i sali minerali sono preziosi alleati contro la disidratazione profonda dei capelli. Brushing frequenti, piastre liscianti, colorazioni e altre aggressioni ambientali possono danneggiare in profondità il capello, riducendone lucentezza e volume. Trattare la cute e la fibra capillare significa andare alla radice del problema: se i capelli sono rovinati, non sono più in grado di mantenere acqua e lipidi e risultano secchi e inclini alle doppie punte. Presso il Salone Eliana a Predazzo è possibile prendersi cura della propria bellezza in modo naturale ed efficace. Trattamenti wellness a tutto campo, durante i quali sono attivate le funzioni vitali del cuoio capelluto e massaggiate le lunghezze con oli botanici caldi. In questo modo le preziose sostanze vengono assorbite in profondità dal capello e già dopo il primo trattamento si può notare la differenza. Mani esperte e prodotti eco-sostenibili in flaconi di mais della linea Naturalmente, renderanno la vostra capigliatura sana e lucente. Tra i più richiesti: • Trattamento per cute con oli essenziali (normalizzante - cuti grasse, secche o con forfora);
• Trattamento idratante all’olio di jojoba + trattamento nutriente all’olio di mandorle (le due applicazioni vengono alternate per restituire elasticità e vitalità al capello); • Cascata ai Sali del Mar Morto (magnesio, calcio e potassio) elementi vitali per portare luminosità; • Trattamento oliazione Shirodara (riso e argan/ germe di grano e girasole), sono speciali alleati di bellezza. L’olio è applicato partendo dalla fronte e con un leggero massaggio portato dalla cute alle punte. Naturalmente è possibile avvalersi del trattamento color wellness, per rigenerare il colore o cambiare stile. Un Ton&Color in gel, senza ammoniaca e nichel, sls e profumi sintetici per applicazioni dolci sui capelli, ma di effetto duraturo che garantisce al 100% la copertura dei capelli bianchi. A casa è possibile continuare le cure con numerosi trattamenti professionali. Nell’area shop troverete prodotti sia per la cura dei vostri capelli, sia per il corpo, nonché una completa linea di cosmetici. Info: Salone Eliana, Via Verdi, 5 - Predazzo Tel: 0462 502131 - salone.eliana@gmail.com
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salute e bellezza
Io, sulle punte
Centro Danza Tesero Una scuola che opera dal 1975 nelle nostre Valli
L’
Associazione Centro Danza Tesero è nata allo scopo di sviluppare, promuovere e diffondere la danza in tutte le sue espressioni, curando in particolare l’organizzazione di attività didattiche e propedeutiche, di seminari e spettacoli. La scuola propone principalmente corsi di danza classica (metodi R.A.D e Vaganova), ai quali si aggiungono corsi di hip hop e stages multidisciplinari. Opera su due sedi: Tesero e Pozza di Fassa. Corsi di danza classica I corsi di danza classica sono strutturati a livello accademico e seguono i programmi di studio della Royal Academy of Dance di Londra, la più grande organizzazione mondiale per l’insegnamento del balletto classico diffusa in più di 50 Paesi, che ha come obiettivo quello di migliorare lo standard dell’insegnamento del balletto e pertanto, lo standard del balletto classico nel suo insieme. I bambini possono cominciare a frequentare le lezioni con la
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massima tranquillità e sicurezza a partire dai cinque anni e continuare fino a un livello professionale. I giovani studenti sono seguiti scrupolosamente, ponendo particolare attenzione ai tempi di apprendimento di ognuno e alle esigenze individuali. I bambini, i cui corpi non sono ancora completamente formati, sono quindi protetti dai danni che possono essere causati da un insegnamento sbagliato. Il metodo R.A.D. prevede due indirizzi di studio ben distinti che sono denominati General Graded Examinations in Dance (Gradi) e Vocational Graded Examinations in Dance (programma professionale). General Graded Examination La Royal Academy of Dance, da sempre sensibile alla qualità dell’insegnamento, riserva ai bambini una particolare attenzione. Per questo motivo il programma dei gradi è stato preparato con grande cura. L’allievo progredisce a piccoli passi in modo tale che il suo corpo non debba mai fare sforzi che potrebbero provocare
problemi a causa della sua giovane età. Ogni grado comprende lo studio della tecnica classica accademica, il movimento libero (Free Movement), che offre la possibilità di sviluppare il senso naturale del movimento fuori dalle limitazioni imposte dalla tecnica del balletto e la danza di carattere (studio delle danze tradizionali ungheresi, russe e polacche). Nei Gradi Superiori è invece incoraggiato un maggior senso dello stile e dell’interpretazione. Dieci sono i livelli di studio a partire dai 5 anni di età. La frequenza ai corsi è di una volta alla settimana per il Pre-Primary (corso prescolare) fino a quattro/cinque volte per i gradi superiori. Per accedere al grado successivo è indispensabile il completamento del programma in tutte le sue parti. La valutazione dei progressi raggiunti dallo studente, il relativo corso di appartenenza e l’eventuale passaggio di grado è di esclusiva competenza degli insegnanti. Vocational Graded Examinations Questo programma si definisce di tipo professionale perché accompagna i ragazzi che hanno terminato lo studio dei Gradi, sino alla loro formazione completa. È indicato per quegli allievi che decidono di intraprendere lo studio della danza in maniera più approfondita, con l’intenzione di farne la loro carriera, sia come danzatori professionisti, sia come insegnanti. È importante sottolineare che a questi livelli sono necessarie grande determinazione, caparbietà e alcune indispensabili doti fisiche. Il programma di studio comprende oltre alla tecnica classica, il repertorio e le punte. La frequenza richiesta per i Vocational varia dalle tre alle cinque volte la settimana. Perché i bambini dovrebbero imparare il balletto? Quando il balletto classico, come qualsiasi altra forma di danza, è insegnato correttamente non può far altro che bene. Tramite il balletto i bambini imparano a coordinare meglio la mente e il corpo, a migliorare il portamento e la resistenza fisica. L’apprendimento del balletto serve ad aumentare il livello di sicurezza e disciplina negli allievi, ad acquisire il senso del movimento e del ritmo e inoltre ad apprezzare la musica. Qualunque sia il futuro di questi bambini, che proseguano o meno nella danza, avranno sicuramente tratto beneficio dalla conoscenza, dall’esperienza e dall’apprendimento di una delle più grandi discipline artistiche.
Info: Centro Danza Tesero 2000 Via Noval, 5 - Tesero Tel. 0462.813423 - Cell. 340.6338480 cdt2000@katamail.com www.centrodanzatesero.it
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salute e bellezza La percezione visiva gioca un ruolo di fondamentale importanza nella vita quotidiana
La visione è qualcosa in più dei dieci decimi Buone abilità visive favoriscono l’individuo nel lavoro, nello sport e soprattutto nell’apprendimento e nel rendimento scolastico Mario Tonini Ottico Optometrista
C’
è una notevole differenza tra Vista e Visione. Per Vista si intende la capacità di reagire visivamente ad uno stimolo semplice, di mettere a fuoco oggetti a determinate distanze ed è, come tatto, udito, gusto ed olfatto, un senso innato. La Visione invece è una funzione più complessa, rappresenta il modo di elaborare le informazioni visive, ci dà la capacità di valutare distanze e proporzioni, ci permette di muovere correttamente il nostro corpo nell’ambiente in cui viviamo ed è una integrazione neurofisiologica di tutti i sensi. Intendendo la Visione come “comprensione” ed “integrazione” è facile capire come le abilità visive giochino un ruolo di fondamentale importanza nella nostra vita quotidiana, negli eventi semplici come in quelli straordinari, nel lavoro, nella scuola e nelle attività sportive. Si stima che, a livello nazionale, uno su sei bambini è di due o più livelli in ritardo nella lettura rispetto alla classe di appartenenza. Gli Optometristi ritengono che l’ottanta per cento di tali “ritardi” nella lettura siano
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accompagnati da difficoltà nel controllo e nella coordinazione dei movimenti oculari. I genitori e gli insegnanti spesso giudicano questi bambini pigri e svogliati e non con problemi visivi, anche perché dopo visite ordinarie non risultano avere problemi di vista… di Vista forse no ma di Visione probabilmente sì.
Solo analisi visive specifiche possono rivelare problemi visivi che coinvolgono le abilità scolastiche. Info: Centro di Rieducazione Visiva, Via Cesare Battisti, 19 - Predazzo Tel. 0462 501127 commerciale@otticatoninimariopredazzo.it
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salute e bellezza
Trucchi del mestiere
Segreti L’estetica decorativa per essere bella, sempre
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iglia immense, voluminose, del mio colore preferito, che donino uno sguardo intenso senza l’utilizzo del mascara, unghie impaccabili, dal colore uniforme e a prova di scheggiature o graffi, trucco perfetto a ogni occasione. Oggi è possibile. Lo studio di estetica decorativa Segreti a Tesero è in grado di offrire trattamenti d’ultima concezione, in un ambiente curato e igienicamente controllato. Nail Art Colour System, la manicure professionale per unghie sempre perfette. Tre i sistemi: Nail polish, dura circa una settimana; Recolution, applicazione professionale, asciugatura immediata (smalto fotoindurente), dura circa 15 giorni, Colour Gel, applicazione professionale, funziona sul modellamento delle unghie e dura circa 6 settimane. Con il nuovissimo colour system è possibile scegliere
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all’interno di una fantastica tavolozza con oltre 100 tonalità e determinare la durata del colore sulle unghie in base alle esigenze del cliente. Extension ciglia, per uno sguardo magnetico senza l’uso del mascara. Garanzia di tenuta per oltre un mese e mezzo, con la certezza di avere ciglia morbide e vellutate. Le “ciglia finte” vengono attaccate ad una ad una a quelle esistenti, con una colla speciale certificata che non arreca allergie. L’effetto è davvero stupefacente.
Info: Centro specializzato di estetica decorativa Segreti, Via Santa Libera, 7/b - Tesero Tel. 0462 815022 - Cell. 348 7446895
saLUTE E BELLEzza
N È tempo di shopping natalizio... e che shopping!
atale si avvicina e, come ogni anno, inizia la ricerca disperata del regalo originale. Domanda: qual è secondo voi il dono più desiderato degli italiani? Ve lo diciamo noi! Trovare il ritocchino estetico sotto l’albero. Sono tantissimi gli interessati a questo tipo di regalo da fare al proprio partner. Il ritocco rende felice chi lo riceve, è utile e dura per sempre. Come un brillante. I più quotati? Per le donne, al primo posto nella classifica del ritocco più gradito c’è il seno, seguito dalla pancia e dal naso. Per l’uomo invece, il desiderio più apprezzato è quello di perfezionare gli zigomi, poi il naso e per ultimo la pancia. Il beauty trend è in continuo aumento, e gli italiani si stanno aprendo nei confronti della chirurgia estetica. La ragione? Il consumatore, in periodi di crisi e instabilità, sceglie la certezza e punta sul proprio benessere. Non c’è nulla di più autentico del sentirsi bene e sicuri di sé.
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