Il libro dei capi

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Baden-Powell

ualcuno ha detto che ciò che manca ai giovani è un ambiente. Ebbene, noi abbiamo un ambiente da proporre loro nello Scautismo e nel Guidismo, ed è quello che Dio ha messo a disposizione di tutti: l’aria aperta, la felicità, l’essere utili agli altri. Anzi, nell’atto stesso in cui si presenta tutto ciò al ragazzo, il Capo partecipa egli stesso di quella felicità e di quel senso di essere utile agli altri. Egli si scopre a fare una cosa più grande di quella che forse aveva intravisto nell’assumere il suo lavoro: scopre infatti di stare prestando agli uomini e a Dio un servizio che è degno di una vita

ISBN 978-88-8054-795-2

e 11,00

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i libri di Baden-Powell • Il libro dei Capi

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Il libro dei Capi

i libri di Baden-Powell

i libri di Baden-Powell

edizioni scout fiordaliso



i libri di Baden-Powell

Altri scritti sul metodo scout - 1


Collana i libri di Baden-Powell diretta da Mario Sica Incaricato nazionale al Settore comunicazione: Niccolò Carratelli Titolo originale dell’opera: Aids to Scoutmastership London: Herbert Jenkins Ltd. Edizione italiana autorizzata ed approvata dalla Federazione Italiana dello Scautismo Traduzione e presentazione dell’edizione italiana: Mario Sica La presente edizione è condotta sulla «World Brotherhood Edition», pubblicata nel 1944 a cura dei Boy Scouts of America Prima edizione dal titolo: Suggerimenti per l’educatore scout Ancora, 1963 Ottava edizione: Nuova Fiordaliso, 1999 Ristampa: Nuova Fiordaliso, 2003 Nona edizione: Fiordaliso, 2006 Prima ristampa: Fiordaliso, 2009 Seconda ristampa: Fiordaliso, 2012 Terza ristampa: Fiordaliso, 2014 Quarta ristampa: Fiordaliso, 2019

ISBN 978-88-8054-938-3 Grafica: Agenzia Image Copertina: Palombi & Partner S.r.l.

© Fiordaliso SBC Corso Vittorio Emanuele II, 337 00186 Roma www.fiordaliso.it

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Robert Baden-Powell Robert Baden-Powell

Robert Baden-Powell

Robert Baden-Powell

Il libro dei Capi Il libro dei Capi Il libroperdei Capi sussidi il Capo

sussidi per il Capo Scautismo Ilnello libro dei Capi nello Scautismo sussidi per il Capo nello Scautismo

sussidi per il Capo Con illustrazioni dell’Autore nello Scautismo Con illustrazioni dell’Autore Con illustrazioni dell’Autore

Con illustrazioni dell’Autore

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Baden-Powell Questa collana è interamente dedicata alla pubblicazione delle opere di Robert Baden-Powell (Londra 1857 - Nyeri, Kenya 1941) fondatore dello Scautismo, il movimento educativo più diffuso nel mondo, con quasi 40 milioni di aderenti. La sua originale proposta educativa – formazione del carattere, sviluppo dell’abilità manuale, cura della salute, servizio del prossimo – risulta ancora oggi, dopo circa 100 anni, di grande attualità in quanto tiene conto del mondo dei ragazzi cui si rivolge.

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indice

DICHIARAZIONE APPROVATA DALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLO SCAUTISMO (Copenaghen, 1924)

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PRESENTAZIONE della «World Brotherhood Edition»

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PRESENTAZIONE dell’edizione italiana

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NOTA PER LA NONA EDIZIONE (seconda edizione Fiordaliso)

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PREFAZIONE

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1. GLI ELEMENTI DELLA FORMAZIONE SCOUT

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Capitolo I Il Capo Il dovere del Capo - Lealtà verso il Movimento La ricompensa del Capo Capitolo II Il ragazzo Ambiente e tentazioni - La sede di Reparto e il campo estivo Come raggiungere l’animo dei nostri ragazzi

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Capitolo III Lo Scautismo 36 Lo Scautismo è semplice - Scopo dello Scautismo I quattro punti della formazione scout Le attività dello Scautismo - Lo spirito dello Scautismo Il sistema delle pattuglie - Consiglio dei capiscritti pattuglia Altri sul metodo scout - 5


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e Corte d’Onore - Valore del sistema delle pattuglie L’uniforme scout - La parte del Capo 2. LO SCAUTI S MO P E R L’E DUCAZ ION E ALLA VITA SOCIALE Capitolo I Il carattere Perché un Reparto non deve avere più di 32 ragazzi Lealtà e cavalleria - Disciplina - Senso dell’onore Fiducia in se stessi - Gioia di vivere - Allargamento dell’orizzonte morale: l’educazione religiosa Rispetto di se stessi - Attaccamento alla comunità Capitolo II Salute e forza fisica Mantenersi in forma - Giochi organizzati Esercizi ginnici - L’addestramento di tipo militare Attività all’aperto - Nuoto, canottaggio e segnalazione Igiene personale - Scautismo d’estensione Capitolo III Abilità manuale Un primo passo: la pionieristica - Le specialità individuali - Intelligenza - Espressione Dallo hobby al mestiere - La parte del Capo La scelta dell’impiego Capitolo IV Servizio del prossimo Egoismo - Estirpare l’egoismo: la Buona Azione Servizio per la comunità - Il punto di arrivo

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P E R RIAS S U M E RE

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APPENDICI 1. Altri scritti sul metodo scout 2. Organizzazione del Movimento scout in Italia

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I N DIC E ANALITICO

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DICHIARAZIONE APPROVATA DALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLO SCAUTISMO

(Copenaghen, 1924)

LA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLO SCAUTISMO DICHIARA CHE IL MOVIMENTO SCOUT È UN MOVIMENTO DI CARATTERE NAZIONALE, INTERNAZIONALE E UNIVERSALE, IL CUI SCOPO È DARE AD OGNI NAZIONE E AL MONDO INTERO UNA GIOVENTÙ CHE SIA FISICAMENTE, MORALMENTE E SPIRITUALMENTE FORTE.

È

UN MOVIMENTO NAZIONALE IN QUANTO MIRA, ATTRA-

VERSO ORGANIZZAZIONI NAZIONALI, A DARE AD OGNI NAZIONE UTILI E SANI CITTADINI.

È UN MOVIMENTO INTERNAZIONALE IN QUANTO NON RICONOSCE BARRIERE NAZIONALI PROPRIO PER LA FRATELLANZA CHE GLI SCOUTS HANNO TRA LORO.

È UN MOVIMENTO UNIVERSALE IN QUANTO INSISTE SULLA FRATELLANZA UNIVERSALE FRA GLI SCOUTS DI QUALSIASI CLASSE, NAZIONE O RELIGIONE.

IL MOVIMENTO SCOUT NON TENDE AD INDEBOLIRE MA, AL CONTRARIO, A RAFFORZARE OGNI FEDE RELIGIOSA.

LA LEGGE SCOUT RICHIEDE CHE UNO SCOUT PRATICHI LA PROPRIA RELIGIONE CON TUTTA SINCERITÀ, E LE DIRETTIVE DEL MOVIMENTO VIETANO OGNI GENERE DI PROPAGANDA CONFESSIONALE IN RIUNIONI TRA APPARTENENTI A RELIGIONI DIVERSE. DICHIARAZIONE - 7

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PRESENTAZIONE della “World Brotherhood Edition”

Poco prima della prima guerra mondiale Baden-Powell ideò e diresse un corso per Capi Reparto. A tal fine egli scrisse una serie di appunti sull’educazione dei ragazzi per mezzo dello Scautismo. Dopo la guerra gli fu suggerito di pubblicare quegli appunti sotto forma di un libro. Egli li rivide in base all’esperienza nel frattempo maturata - poiché sotto molti aspetti la guerra era servita da banco di prova dell’educazione scout - e così nel 1920 fu pubblicato Il libro dei Capi. Nello stesso anno si tenne a Londra il primo jamboree scout mondiale, con l’intento di fondare e sviluppare la fratellanza mondiale degli Scouts. A quel jamboree Baden-Powell fu spontaneamente acclamato Capo Scout del mondo, onorificenza che egli tenne in maggior onore di qualsiasi altra da lui ricevuta. Dieci anni dopo fu pubblicata un’edizione riveduta de Il libro dei Capi, alla preparazione della quale io ebbi il privilegio di collaborare. Il Capo Scout mi chiese di aiutarlo poiché, come Capo campo di Gilwell Park, era mio compito e mio piacere applicare e divulgare i suggerimenti e i consigli contenuti in questo libro nello svolgimento dei corsi di formazione capi. C’era poi un particolare legame tra il Capo Scout e Gilwell Park , che era venuto ad aggiungersi allora. Nel 1929, anno in cui lo Scautismo raggiunse la maggiore età e si tenne il terzo jamboree mondiale, fu conferito al Capo Scout il titolo di Lord. Dietro raccomandazione del Comitato In8 - I L LIBRO DEI CAPI

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Confronta pag. 40.

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ternazionale dello scautismo egli adottò il titolo di “Lord BadenPowell of Gilwell”. Gilwell Park era riconosciuto come centro internazionale scout di formazione capi, e sia i membri del Comitato Internazionale dello Scautismo che lo stesso Baden-Powell volevano mettere in rilievo questo riconoscimento regale della fratellanza mondiale degli Scouts. Le suddivisioni principali di ambedue le edizioni furono basate su una tabella, redatta dal Capo Scout, che analizzava le qualità che fanno il buon cittadino e le attività scout attraverso cui tali qualità possono essere sviluppate. Come era sua abitudine, BadenPowell continuò a rivedere il suo testo, nello sforzo di renderlo di sempre più facile comprensione. Uno dei risultati di questa revisione continua fu la tabella, estremamente semplificata, che analizza lo schema dell’educazione scout; questa tabella fu da lui inserita nel(1) la sua autobiografia Alla Scuola della Vita . La “World Brotherhood Edition” de Illibro dei Capi segue quest’ultima tabella. Il materiale delle precedenti edizioni è stato un poco riordinato così da concordare con essa e qualche lacuna è stata riempita con brani da altri scritti di Baden-Powell. Poiché lo scopo di questa nuova edizione è di elevare il libro dal livello nazionale a quello mondiale, i riferimenti ai sistemi educativi inglesi in uso negli anni intorno al 1920 e non più importanti o di attualità sono stati eliminati. Il lavoro editoriale è stato svolto con la massima competenza da William Hillcourt, della pattuglia editoriale dei “Boy Scouts of America”. Nella sua vita scout egli ha seguito con assiduità ed orgoglio il sentiero tracciato da B.-P. Una speciale menzione di ringraziamento è dovuta a Lady Baden-Powell, che ha promosso ed incoraggiato la preparazione di questa “World Brotherhood Edition”. È mia ferma opinione che in tutto il mondo il Movimento scout abbia bisogno di tornare alla semplice ed originale concezione dello Scautismo come un gioco che aiuta il ragazzo a sviluppare le sue qualità con meno sorveglianza possibile da parte dell’adulto. Se noi, che abbiamo scelto noi stessi per l’alto incarico di essere suoi Capi, ci impegneremo a tener presente il ragazzo nella noP RESENTAZIONE - 9

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stra vita quotidiana ed in tutte le nostre attività scout, faremo meglio il nostro lavoro ed otterremo migliori risultati. In questo, la fratellanza degli Scouts è una forza possente per promuovere buona volontà e comprensione, non solo sul piano nazionale, ma anche su quello mondiale. È in questa convinzione che questa edizione de Il libro dei Capi è stata preparata. La nostra speranza è che essa contribuirà a tener vivo il vero spirito dello Scautismo, così come lo intendeva il suo Fondatore. Il nostro desiderio è che essa possa aiutare i Capi di tutto il mondo a comprendere lo scopo ed il metodo del nostro Movimento. Londra, luglio 1944 Direttore dell’Ufficio Internazionale dello Scautismo

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PRESENTAZIONE dell’edizione italiana

Il libro dei Capi, principale testo di sistemazione teorica del metodo scout scritto da B.-P., fu tradotto per la prima volta in italiano nel 1947 a cura della Federazione Esploratori Italiani, antenata della FIS, e uscì con l’Editrice Fiordaliso. La traduzione fu condotta non sul testo originale inglese, ma sulla traduzione francese dell’editrice Delachaux et Niestlé. Oltre ad essere la traduzione di una traduzione (ambedue per giunta imprecise o poco felici in più punti), il libro aveva il contenuto del testo originario del 1920, che poi non era altro che una serie di appunti per i primi corsi di formazione Capi inglesi, tenuti da B.-P. a Gilwell Park, pubblicati, in buona parte, come corso di formazione per Capi, sulla Headquarters Gazette, febbraio-luglio 1914. Donde un suo carattere piuttosto discontinuo e pieno di dettagli curiosi o legati al mondo britannico. Le edizioni moderne (Ancora del 1963, e Nuova Fiordaliso), invece, sono condotte sulla “World Brotherhood Edition”, realizzata nel 1944 con l’intento - spiega Wilson nella sua introduzione - di dare al libro una validità maggiore nello spazio e nel tempo. Perciò è stato, anzitutto, sfrondato generosamente il vecchio testo, non senza eliminare qualche parte che magari noi italiani, con minore disinvoltura e senso pratico, ma con maggior senso storico, avremmo mantenuto. E in compenso è stata aggiunta una buona metà del libro, tratP RESENTAZIONE DELL’EDIZIONE ITALIANA - 11

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Ad es. la parte finale della vecchia edizione di Scautismo per Ragazzi, eliminata dalla “World Brotherhood Edition” di quel libro, e perciò anche dalle traduzioni italiane condotte su tale edizione (ora nelle edizioni Fiordaliso), è in parte ricomparsa nel presente volume, e in particolare in fondo ad esso.

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ta in gran parte da scritti minori di B.-P. (tra cui i famosi Outlooks, i “punti di vista” che egli pubblicava settimanalmente su “The Scouter”), ed in piccola parte da edizioni non più in com(1) mercio di altre opere del Fondatore . In questa versione, quindi, Il libro dei Capi non è mai stato concepito da B.-P.. Si tratta di un rifacimento postumo, peraltro fedele all’originale, ed anzi di esso assai più organico. Non solo infatti tutto il contenuto del libro è stato scritto da B.-P.; non solo la sistemazione del materiale è stata condotta sulla più completa delle tabelle di B.-P.; ma si è avuto cura, per dare al libro un carattere unitario, di scegliere prevalentemente materiale scritto negli anni 1918-1921, gli anni della prima edizione de Il libro dei Capi. Il risultato è stato un testo più scorrevole e meglio strutturato rispetto a quello del 1947. Il libro dei Capi è uno dei pochi suoi libri espressamente rivolti agli adulti, anzi agli adulti educatori nel Movimento scout. Vi ritroviamo una sintesi delle finalità educative e delle strutture pedagogiche dello Scautismo, sintesi in genere assai felice pur nel linguaggio estremamente semplice che è proprio del Fondatore. Anzi, proprio nella semplicità delle intuizioni di questo profondo conoscitore dell’animo del ragazzo si deve cercare il segreto del successo dello Scautismo. Non si chiede all’educatore scout di essere uno studioso di pedagogia, né un docente diplomato, né un genio: ma solo un “uomo-ragazzo”, per giocare, nello spirito del fratello maggiore, il gioco dello Scautismo. Essenziale e chiara l’intelaiatura del libro. La prima parte fornisce i tre “agenti” della formazione scout (il Capo, il ragazzo, lo Scautismo). La seconda analizza i filoni fondamentali di tale formazione, i cosiddetti “quattro punti di B.-P.” (il carattere, la salute e forza fisica, l’abilità manuale, il servizio del prossimo), che il metodo scout pone costantemente come obiettivi nel processo educativo, con mezzi adatti alla psicologia di ciascun successivo gruppo di età, da-


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gli 8 ai 20 anni: e ciò anche se va tenuto presente che la metodologia cui si riferisce specificatamente buona parte del libro è quella interessante l’arco di età 11-16 anni (branca Esploratori e Guide). Quanto al carattere, si noterà che B.-P. non ne dà una definizione: del resto in tutta l’opera di B.-P. vi sono poche definizioni pedagogiche quali troviamo presso i maestri di pedagogia di cultura latina. B.-P. fu sempre un empirico più che un teorico. Ma analizzando la trattazione che egli ne fa, ci rendiamo conto dell’ampiezza dell’accezione di tale termine. Rientrano nel carattere tutte le doti morali, spirituali e civiche che individuano una persona nel suo intimo e nei suoi rapporti sociali: insomma, il termine character andrebbe meglio reso in italiano con quello di personalità. Ed allora meglio si percepirebbe l’ispirazione globale di B.-P., in cui la crescita educativa non è mai isolata, mai disgiunta dal rapporto interpersonale, con gli altri e per gli altri. Occorre, certo, saper leggere queste pagine, anche alla luce del periodo storico in cui furono scritte: molti dei suggerimenti pratici, in particolare quelli riguardanti l’educazione fisica e il servizio civico, rivelano oggi tutta la loro età. Lungi dal cercare di applicarli alla lettera da un lato, dal sorriderne dall’altro, l’educatore scout cercherà di ricostruire, attraverso e al di là di questi dettagli, lo spirito di Baden-Powell. Che era ciò cui B.-P. teneva sommamente. “Lo spirito è tutto” e di esso, e degli obiettivi fondamentali dello Scautismo, B.-P. chiede all’educatore scout accettazione sincera, leale, incondizionata, e un atteggiamento che può giungere fino ad una estrema ascesi di rinuncia (cfr. il paragrafo “Lealtà verso il Movimento”, pag. 23). Il resto, i particolari, l’educatore ha non solo il diritto, ma il dovere, di adattarli alle condizioni in cui lavora. Condizioni di luogo, beninteso, ma anche di tempo e di epoca. Il libro dei Capi è un libro che si legge d’un fiato, ma che va poi riletto con attenzione, magari in Comunità Capi, per scoP RESENTAZIONE DELL’EDIZIONE ITALIANA - 13

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“Baden” (Mons. Andrea Ghetti di Milano, 19121980) è stato uno dei maestri di pensiero e di azione dello Scautismo Cattolico in Italia, dallo Scautismo clandestino delle “Aquile Randagie” ai primi anni dell’AGESCI.

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prire la ricchezza, l’organicità e l’originalità della proposta di Baden-Powell. E - come si augurava “Baden”(2) nell’introduzione alla precedente edizione - speriamo “ci sia dato di trovarlo, pieno di note e sgualcito, nella biblioteca di quelli che hanno accettato il compito di essere educatori della gioventù italiana”. Mario Sica


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NOTA PER LA NONA EDIZIONE (seconda edizione Fiordaliso)

Il testo di B.-P. è stato accuratamente rivisto, nell’intento di tradurlo nel linguaggio di oggi senza tradirlo. Così, per es., l’espressione corporate spirit o esprit de corps (B.-P. usa anche il termine francese) può esser resa con “spirito comunitario”; citizenship è talora traducibile con “educazione alla vita sociale”; individual per B.-P. è più “persona” che “individuo”, così come - abbiamo visto - character è molto spesso “personalità” (ma qui abbiamo molto spesso lasciato il termine tradizionale); nation è usato da B.-P. nel senso di Paese, più che nazione (ma i due termini per un inglese tendono a coincidere): abbiamo spesso tradotto Paese. E gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Abbiamo soppresso alcuni riferimenti non più attuali (ad es. ai bastoni scout o alle tendenze dei ragazzi verso i componimenti poetici): forse 15 righe in tutto. Ed abbiamo attualizzato - a corredo del testo di B.-P. - i cenni sull’Organizzazione del Movimento scout in Italia, e ampliato l’Indice analitico. Per questa nona edizione, realizzata in occasione del Centenario dello scautismo, si è pensato, al fine di rendere più completo il pensiero di B.-P., di aggiungere in Appendice alcuni ulteriori scritti sul metodo scout. Mario Sica NOTA PER LA NONA EDIZIONE - 15

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cisa responsabilità per il bene del Reparto. Mediante questo sistema il Capo è in grado di trasmettere ai suoi ragazzi non solo un’istruzione tecnica, ma anche le sue idee sui valori morali che essi dovranno sviluppare. Grazie ad esso gli stessi Scouts poco a poco si rendono conto di giocare un ruolo considerevole nella preparazione e nello svolgimento delle attività di Reparto. È dunque il sistema delle pattuglie che rende il Reparto, e anzi tutto lo Scautismo, un vero e proprio sforzo comunitario. Il dovere del Capo

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Il successo nell’educazione del ragazzo dipende in larga misura dall’esempio personale del Capo. È facile diventare l’eroe personale di un ragazzo, e al tempo stesso il suo fratello maggiore. Crescendo, si tende a dimenticare le riserve di ammirazione dell’eroe che esistono nel ragazzo. Il Capo, che è l’eroe dei suoi ragazzi, tiene in mano una leva possente per il loro sviluppo, ma al tempo stesso si addossa una grande responsabilità. Essi sono pronti a cogliere le sue più piccole caratteristiche, siano esse virtù o vizi. Il suo modo di fare diviene il loro; la cortesia di cui dà prova, i suoi malumori, la sua gioia sorridente o il suo cipiglio impaziente, la padronanza di sé che egli si impone o le sue eventuali cadute morali: tutto ciò è non solo notato, ma copiato dai suoi ragazzi. Perciò, per ottenere che essi osservino la Legge scout e tutto ciò che essa comporta, il Capo deve egli stesso metterne in pratica scrupolosamente i dettami in ogni occasione della sua vita. Allora, quasi senza bisogno di una sola parola di spiegazione, i suoi ragazzi lo seguiranno. Il lavoro del Capo è simile al gioco del golf, o al lavoro del falciatore, o del pescatore a lenza. Se lo si fa “di forza” non si arriva a niente, o quanto meno non a ciò che si può ottenere con un movimento sciolto e leggero. Però è necessario muoversi: restare fermi non serve a nulla. Dobbiamo scegliere tra le due cose, andare avanti o restare inerti. Andiamo avanti, dunque, e col sorriso sulle labbra.


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PREFAZIONE

(1) B.-P. usa il termine di Scoutmaster per indicare l’adulto in servizio di educatore ed animatore nella branca esploratori dello scautismo maschile, cui il libro era inizialmente rivolto, essendo l’unica realmente esistente quando il libro fu concepito. Più tardi egli coniò il termine di Scouter (per i Capi delle tre branche), oggi in Inghilterra sostituito da Leader. Tradizionalmente nello Scautismo italiano questi termini sono tradotti con “Capo”.

Non vi preoccupate della lunghezza di questo libro. Lo Scautismo non è una scienza astrusa o difficile; se lo vediamo nella sua giusta luce, è piuttosto un gioco pieno di allegria. Allo stesso tempo ha un valore educativo e, come la bontà, è utile a chi lo dà come a chi lo riceve. Il termine “Scautismo” è venuto a significare un sistema di educazione alla vita sociale per mezzo di giochi, sia per i ragazzi che per le ragazze. Le ragazze sono elementi di grande importanza, poiché quando in un popolo le madri sono buone cittadine e donne di carattere, esse veglieranno a che queste qualità non vengano meno nei loro figli. Dunque ambedue i sessi hanno bisogno di questa educazione, che viene loro data nel Movimento delle Guide. I principi sono gli stessi per entrambi i Movimenti; è solo nei particolari che essi differiscono. Qualcuno ha detto che ciò che manca ai giovani è un ambiente. Ebbene, noi abbiamo un ambiente da proporre loro nello Scautismo e nel Guidismo, ed è quello che Dio ha messo a disposizione di tutti: l’aria aperta, la felicità, l’essere utili agli altri. Anzi, nell’atto stesso in cui presenta tutto ciò al ragazzo, il Ca(1) po partecipa egli stesso di quella felicità e di quel senso di esser utile agli altri. Egli si scopre a fare una cosa più grande di quella che forse aveva intravisto nell’assumere il suo lavoro: scopre infatti di P REFAZIONE - 17

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stare prestando agli uomini e a Dio un servizio che è degno di una vita. Rimarrà deluso da questo libro chi spera di trovarvi una serie di principi definitivi per giungere ad una completa conoscenza dello Scautismo. Io mi propongo semplicemente di esporre, a titolo di suggerimento, la linea che abbiamo trovato utile seguire ed i motivi che ci hanno spinto a farlo. Si seguono volentieri dei suggerimenti quando se ne comprende lo scopo. Perciò la maggior parte di queste pagine sarà dedicata ai fini delle nostre attività, piuttosto che ai loro particolari. Questi il Capo alle prime armi li completerà servendosi della sua intelligenza ed in base alle condizioni locali nelle quali egli lavora.

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1.GLI ELEMENTI DELLA FORMAZIONE SCOUT

Capitolo I Il Capo Capitolo II Il ragazzo Capitolo III Lo Scautismo

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