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5.4 Il protagonismo degli R/S
Capitolo 5 – La figura del capo in Branca R/S [ 115 ]
5.4IL PROTAGONISMO DEGLI R/S
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Nella comunità R/S il ruolo dei ragazzi cambia rispetto a quanto avveniva in reparto, sentendosi essi chiamati ad una relazione tra pari in cui il loro ruolo non è più giocato all’interno di strutture consolidate e verticali.
La dinamica scoperta-competenza-responsabilità è affidata in prima battuta ai singoli: essi sono affiancati in questo processo da una particolarissima rete di sostegno che vede l’integrazione dello staff dei capi e della comunità dei pari. Sostenuti dalla comunità, saranno comunque il singolo rover e la singola scolta a dare giusta forma, adeguatamente impegnativa e gratificante, alla propria esperienza di vita R/S. Il ruolo del capo è proprio quello di accompagnare, con discrezione e incisività, gli R/S che cominciano a guidare da sé la propria canoa. Alla base vi è la disponibilità dell’adulto a porsi in relazione dialogante col ragazzo, cercando i linguaggi più efficaci per toccarne il cuore e consolidarne la volontà, rimodellando costantemente il rapporto educativo, aiutandolo a leggere le proprie azioni, dando peso al suo pensiero senza limitare l’autenticità del modello educativo proposto.
Porsi in relazione dialogante col ragazzo, cercando i linguaggi più efficaci per toccarne il cuore e consolidarne la volontà rimodellando costantemente il rapporto educativo
AUTOGESTIONE O COGESTIONE
Quanto i ragazzi debbano essere i conducenti del percorso della comunità R/S e quanto invece gli adulti debbano intervenire nelle loro scelte, indirizzandone l’agire, è da sempre un dubbio che
[ 116 ] Parte 1 – Fondamenti e contenuti della proposta
arrovella la mente dei capi, i quali spesso mostrano qualche difficoltà nel codificare appieno il proprio ruolo e quindi nel sapersi “dosare” nell’attività.
Parliamo di cogestione, non certo di autogestione da parte degli R/S. Gli adulti non sono notai delle loro decisioni, quanto un’eco costante nella maturazione collettiva di una coscienza critica che indirizzi le azioni dei singoli e della comunità: il capo richiama alla Legge e alla Promessa; si fa garante del metodo e della fedeltà ai valori scout e al Vangelo; invita a mutare il punto di osservazione per non accontentarsi di un approccio convenzionale alle cose. Agendo con intenzionalità educativa si espone nel confronto e sa essere generatore di riflessioni critiche e originali nei processi decisionali, in ragione delle sue scelte ed esperienze. Sa dare spazio reale all’iniziativa degli R/S, concedendo loro anche la possibilità di sbagliare; sostiene e accompagna il discernimento nell’azione della comunità e nel percorso dei singoli. In una situazione di conflitto, anche per una decisione da prendere, il capo non deve cercare di soffocare le emozioni e nascondere le tensioni. Al contrario, deve favorire il dialogo e la possibilità che la situazione si sviluppi attraverso la chiarezza delle diverse posizioni. L’importante è che ci sia una conclusione, che i ragazzi riescano ad utilizzare; l’importante è che alla fine si impari qualcosa.
Una chiara e condivisa progettualità, infine, offrirà lo scenario migliore per allestire occasioni di coinvolgimento diretto. Partire dalla carta di clan per definire, in linea con gli obiettivi e gli orizzonti di impegno che essa delinea, un palinsesto di esperienze significative che lo strumentario R/S mette a disposizione: capitolo, servizio, strada, il lavorare per pattuglie come modalità organizzativa che conduca i ragazzi ad assumersi responsabilità dirette e liberare talenti e competenze. Ricordandoci che la forza del protagonismo cui lo scautismo invita risiede nel suo esplicitarsi all’interno di un’esperienza comunitaria che ne rappresenta il compimento virtuoso, scevro da ogni deriva autoreferenziale.
R/S art.41
Capitolo 5 – La figura del capo in Branca R/S [ 117 ]
E LE FAMIGLIE DEI ROVER E DELLE SCOLTE?
art.40
Se gli R/S vanno riconosciuti come ragazzi e ragazze che stanno diventando uomini e donne protagonisti delle proprie scelte, in questa chiave essi vanno supportati anche nel rendersi fautori di un rapporto costruttivo con i propri genitori. Spesso si presenta l’occasione di aiutare rover e scolte a riflettere sulle relazioni con i familiari. In caso di situazioni di aperta conflittualità, il primo dialogo è con il ragazzo, che va aiutato a leggere il momento che sta vivendo e a valutare l’opportunità di condividere la sua situazione con le persone che gli sono vicine. Il secondo intervento sta nell’eventuale coinvolgimento diretto della famiglia. Rispetto a quanto avviene nelle altre Branche, da parte del capo l’interlocuzione è principalmente con gli R/S, che sono i protagonisti del rapporto educativo e che discutono in famiglia delle decisioni che la comunità assume, rendendone conto.
Nella gestione del confronto diretto fra genitori e capi può esservi differenza tra noviziato e clan/fuoco: in noviziato si comincia a impostare la relazione con le famiglie spiegando il nuovo modo di vivere lo scautismo rispetto al reparto; si può pensare di organizzare una riunione all’inizio dell’anno ed esplicitare come si evolverà il rapporto tra capi e genitori. È un aspetto importante del mandato educativo di un capo di Branca R/S, che non può essere assunto implicitamente e di cui i genitori devono essere messi al corrente: i capi avranno un dialogo diretto e franco con i loro figli, anche su aspetti molto delicati, e sarà loro cura creare una relazione di piena fiducia e trasparenza. In clan/fuoco i rapporti con le famiglie saranno presumibilmente meno continui ma ugualmente significativi, tesi a ribadire e valorizzare il patto educativo che ci ha posto a fianco dei genitori come sostegno alla crescita dei ragazzi. Allo stesso tempo questo responsabilizza moltissimo i capi rispetto alla propria adeguatezza valoriale e alla testimonianza di uno stile di vita coerente con la proposta educativa dell’Associazione.
art.35 Il rapporto capo - ragazzo
PARTE 2 - STILE E STRUMENTI PARTE 2 - STILE E STRUMENTI PARTE 2 - STILE E STRUMENTI PARTE 2 - STILE E STRUMENTI
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Parte 2 Stile e strumenti
Nella parte 2 del manuale, attraverso delle schede operative, proponiamo una descrizione dei principali strumenti, dello stile e delle esperienze che danno forma alla vita di Branca R/S, sinteticamente inquadrati nei contenuti, nelle modalità d’uso e nei significati educativi che possono assumere.
La scheda parte da una definizione sintetica per poi procedere con la seguente articolazione.
COS’È E A COSA SERVE: si richiamano i principali contenuti caratterizzanti lo strumento o l’esperienza particolare della Branca, le finalità alle quali risponde, le più consuete modalità di utilizzo.
IO ROVER, IO SCOLTA: per avere maggiore consapevolezza dell’utilità educativa dello strumento, proviamo a metterci nei panni dei ragazzi, cui spetta un ruolo importante nella progettazione del cammino comunitario che rende necessaria una consapevolezza degli strumenti a loro disposizione. Guardare l’esperienza attraverso i loro occhi ci può aiutare a cogliere elementi di valore ma, talvolta, anche fatiche e difficoltà per poterle interpretare e accompagnare.
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IO CAPO: il nostro sguardo si spinge a focalizzare le ragioni educative e le intenzionalità che guidano il capo nell’utilizzo dello strumento scelto. Si tratta di cogliere occasioni e sfumature che possono trasformarsi in opportunità educative, anche mettendo in campo una buona dose di creatività. A quali bisogni lo strumento può rispondere? Che potenziale educativo può rivelare?
ALCUNE ATTENZIONI: riportiamo suggerimenti e rilievi pratici, frutto dell’esperienza, che possono arricchire il quadro degli scenari possibili, esplorando le potenzialità degli strumenti e focalizzando anomalie ed elementi di inefficacia che potrebbero svilupparsi a partire da un loro utilizzo poco intenzionale.
TRACCE DI VITA CRISTIANA: proponiamo alcuni spunti di lettura dello strumento e delle opportunità educative in chiave evangelica a esso correlate, proponendo riflessioni e riferimenti biblici.