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10.3 Un campo oltre confine

10.3UN CAMPO OLTRE CONFINE…

Capitolo 10 – Cittadini del mondo [ 297 ]

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Oggi sono molte le comunità R/S che scelgono di vivere un tempo speciale di strada, servizio, incontro e conoscenza, andando oltre i confini nazionali per realizzare un campo o una route in un Paese estero, cogliendo in quel contesto un’opportunità educativa più forte e significativa. Si tratta di esperienze certamente molto variegate tra loro: dalla route realizzata zaino in spalla sulle montagne poco oltre il confine, alla strada percorsa sulle rotte dei pellegrini passando per campi di incontro e servizio transcontinentali, magari ospiti di realtà missionarie legate al territorio di quella comunità R/S. Ciascuna di queste, come sempre accade nello scautismo, parte da un sogno e da un progetto che intravede in quella esperienza un’opportunità unica di progressione individuale e comunitaria. I campi sono sempre motivo di crescita in un percorso educativo che favorisce il passaggio dall’emozione alla rielaborazione, per arrivare al cambiamento del proprio stile di vita, riconfermando i valori del nostro essere scout e cristiani.

Comprendendo il valore di queste esperienze oltre confine e cogliendo l’importanza, in alcuni momenti storici, di intrecciare relazioni significative con scautismi esteri e offrire sostegno e vicinanza ad altri fratelli e sorelle in Paesi frammentati e ricchi di contraddizioni, l’AGESCI ha, negli anni, preso parte a diversi progetti e campi all’estero.

Negli anni 90 l’Associazione ha esteso il suo “fronte educativo” proponendo a capi e ragazzi esperienze di servizio in Albania, Bosnia, Croazia e Slovenia, attraverso l’incontro e la condivisione diretta con le vittime dei conflitti che si erano appena conclusi in

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[ 298 ] Parte 3 – Esperienze e sfide educative

quei territori. Oltre 10.000 scout hanno attraversato l’Adriatico nel giro di pochi anni: ne è nata una risposta diffusa ai bisogni di quelle popolazioni duramente colpite da guerra e dittatura, che via via hanno iniziato a rialzare la testa, ma che ancora oggi portano i segni di quanto vissuto. Negli stessi anni abbiamo iniziato a essere presenti con alcuni progetti nei Paesi africani, a sostegno degli scautismi esistenti, prendendo parte a iniziative rivolte alle donne, collaborando con la FAO in progetti legati all’alimentazione. Nel 2005 sono partite alcune esperienze regionali verso la Terrasanta che, dopo un lungo cammino, si sono trasformate in un progetto di respiro nazionale. Il desiderio è quello di offrire a capi e ragazzi l’esperienza dell’incontro con Gesù di Nazareth, fratello e compagno di vita, camminando sulle sue stesse strade, e di rileggere il Vangelo nei luoghi dove è stato scritto, interrogandosi su ciò che esso dice a ognuno di noi. Questa esperienza di relazione e preghiera, in cui si tocca anche da vicino la complessità della convivenza pacifica fra i popoli, consente ai ragazzi di tornare a casa carichi di risposte, spesso inattese, che generano cambiamento nella vita personale. A partire da sensibilità, occasioni e relazioni createsi negli anni, si sono aperte anche delle opportunità di esperienza in America Latina, con progetti che ci hanno visto negli anni impegnati in Perù e Brasile, terre di inestimabile bellezza e grandi contraddizioni, entrando in contatto con la vivacità della chiesa locale per scoprirne le potenzialità e la ricchezza.

A distanza di quasi 30 anni molti di questi luoghi, seppur in forma rinnovata, rappresentano ancora oggi delle occasioni educative per capi e ragazzi. I campi all’estero a partecipazione singola o comunitaria sono strumenti per confrontarsi e incontrare la diversità, opportunità per scoprire e misurarsi con realtà lontane che interrogano rispetto ai nostri valori e alla nostra capacità di andare oltre i pregiudizi. Queste esperienze ci permettono di vivere e scoprire un pezzo di storia, dandoci elementi per costruire uno sguardo critico e un autentico cambiamento di noi stessi.

4.4 “Una catechesi incentrata sull’incontro con Gesù”

Capitolo 10 – Cittadini del mondo [ 299 ]

Gli strumenti del servizio e della strada ci permettono di entrare nelle realtà, di incontrare luoghi e persone per ascoltare e scoprire, permettendoci di operare delle scelte concrete al termine dell’esperienza. All’interno di questi campi si rivela sempre preziosa la collaborazione, ricca e stimolante, con religiosi e religiose di provenienza scout o che nello scautismo hanno voluto scommettere avendone colto le potenzialità educative. Si ha inoltre l’opportunità di condividere alcune esperienze con gli scout del luogo, vivendo la relazione come una preziosa opportunità per incontrare e scoprire il tessuto sociale, per apprezzarne l’energia e comprendere le problematiche di quel territorio. Prendendo parte a un progetto AGESCI si contribuisce così a garantire che una storia di fratellanza perduri nel tempo, facendo sì che l’Associazione continui a esserci, in un atteggiamento di fedeltà verso chi ancora conta sulla nostra presenza in territori spesso protagonisti di un cammino di ripresa sociale, economica e spirituale estremamente complesso.

I progetti internazionali sono attualmente strutturati in modo da prevedere una fase di preparazione e formazione già in Italia, grazie a capi che possono mettere a disposizione la loro conoscenza e competenza, e la costruzione di un’esperienza che renda, sempre e comunque, i ragazzi protagonisti di ciò che andranno a realizzare. Il campo o la route si personalizza e arricchisce in base al percorso della comunità o a quello del singolo R/S. Al ritorno la rielaborazione dell’esperienza è un momento fondamentale per passare dalla fase emozionale a quella delle scelte condivise e dell’impegno, segnale e contributo al cambiamento della realtà in cui si vive e in cui si presta servizio, come cittadini del mondo attivi e responsabili.

3.1 “Sulla via del ritorno”

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