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7.16 Cerimonie

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7.14 Programma

7.14 Programma

7.16CERIMONIE art. 38

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 251 ]

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Le cerimonie scout sono l’espressione simbolica di riti di passaggio che accompagnano la crescita dei ragazzi attraverso il gioco dello scautismo. In Branca R/S le cerimonie – che si celebrano preferibilmente durante la route, nel corso di un’uscita o in concomitanza di un momento forte della vita della comunità R/S – con lo stile essenziale che le caratterizza, scandiscono e sottolineano le conquiste di consapevolezza del singolo o della comunità.

COS'È E A COSA SERVE

Le cerimonie sono figlie di un bisogno di ritualità che è proprio dell’uomo e che lo scautismo ha scelto di valorizzare in modo proprio, con una simbologia semplice e austera, figlia della dimensione della vita all’aperto che lo caratterizza. Le principali cerimonie della vita R/S si legano al passaggio dalla Branca E/G alla Branca R/S, alla firma della carta di clan, alla Partenza. Le cerimonie della Branca R/S sono, soprattutto, riti legati al percorso di progressione personale e questo fattore assume grande significato: il cuore della ritualizzazione in Branca è il percorso personale. Non manca una componente simbolica legata alla specificità di ogni comunità R/S: ogni clan/fuoco può attingere al patrimonio delle tradizioni di Gruppo o sperimentare nuove idee, sviluppando una propria ritualità che sottolinei alcuni passaggi legati alla vita sulla strada, ai momenti di correzione fraterna o di condivisione, alla celebrazione di tappe importanti di un anno

Cap. 6 “I Passi...”

[ 252 ] Parte 2 – Stile e strumenti

scout. In tal caso è importante che tradizioni, riti e simboli non celebrino se stessi ma conservino il loro valore di strumento atto a veicolare significati profondi e ineccepibili in termini di messaggio educativo. Sia per le cerimonie legate alla progressione personale, sia per quelle che ogni clan/fuoco elabora mescolando tradizione e invenzione, va rispettato uno stile sobrio, asciutto, che armonizzi in modo semplice la povertà e la bellezza che viviamo sulla strada con lo spirito allegro e gioioso che caratterizza ogni comunità. La forcola simboleggia l’essenza della dimensione simbolica della Branca: la strada, le scelte, un materiale naturale e povero come il legno.

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IO ROVER, IO SCOLTA

Stiamo pensando a come accogliere i ragazzi del reparto che passeranno in Branca R/S. Vorremmo che, assieme al gioco e alla festa, ci fosse un momento curato e significativo. Ricordo che per me era stata realizzata una cerimonia molto intensa, ricca… bella! Si era percepito che il tutto era stato preparato con attenzione, cura per i dettagli e con il coinvolgimento di ogni rover e scolta.

Le cerimonie ci aiutano a vivere con intensità momenti particolarmente significativi e importanti per la comunità e il singolo, quali la firma della carta di clan, la Partenza... Esse sono anche un’occasione per consolidare, nella ricerca di un linguaggio simbolico condiviso, il nostro essere comunità in cammino e sempre accogliente, dove si sanno valorizzare e celebrare i passaggi di crescita di ogni suo componente.

Esse sono tanto più rilevanti quanto più ci sforziamo di uscire da abitudini ormai logore per individuare gesti, sim-

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boli, attenzioni: così ogni volta che celebriamo dei riti è per noi occasione per rinnovare la ricerca del senso profondo di ogni esperienza che la comunità condivide.

L’attenzione alla ritualità, alle simbologie, alla costruzione di un cerimoniale condiviso permette di migliorarci nella nostra attitudine a curare i dettagli, a potenziare il buon gusto nel fare le cose, al cercare la bellezza nell’armonia di gesti e segni.

IO CAPO

Riti e simboli parlano da soli. Se è preparata con cura ed è semplice, una cerimonia diventa bella ed efficace perché permette di fare proprio, con immediatezza, il senso del passaggio e del contenuto celebrato. Anche per questo occorre investire nella potenza comunicativa dei segni, aiutando i ragazzi a leggere in profondità e a indagare il senso ultimo delle esperienze vissute.

Nella cerimonia la comunità si riconosce, cresce. Celebra un momento di passaggio che fissa un cambiamento. Le cerimonie possono trasmettere ai ragazzi, con un sano coinvolgimento emotivo, il senso del costante divenire, trasformarsi, tendere a un orizzonte di crescita.

La preparazione di una cerimonia è un momento importante per un noviziato e un clan/fuoco. Vale la pena di dedicarvi del tempo e di coinvolgere i ragazzi nell’organizzazione del rito, perché crescano nell’attenzione alla cura dei gesti e dei messaggi.

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ALCUNE ATTENZIONI

• Il luogo conta, eccome! Una cerimonia in un parcheggio non è mai bella come quella vissuta sulla cima di un monte.

• Contano anche i tempi: le cerimonie troppo lunghe sono quasi inutili; basti ricordare che dopo pochi minuti la tensione e l’attenzione sono destinati ad attenuarsi, rendendo inevitabili sbadigli e sguardi persi nel vuoto. Se attraverso il rito comunichiamo un messaggio, gestire bene i tempi, essere asciutti ed efficaci non è un optional ma una necessità. Il teatro insegna.

• Come scegliere i simboli? Nella tradizione della Partenza sono molto usati quelli del sale, della bussola, del pane, del

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lievito, della lucerna, della Bibbia, oltre, naturalmente, alla forcola. Quest’ultima è utilizzata da molte comunità nelle diverse cerimonie celebrate dal clan/fuoco.

• Non bisogna necessariamente ripetere le formule tradizionali, ma bisogna evitare sbrodolamenti personali o improvvisati sul momento. Non sempre la spontaneità è garanzia di autenticità, sennò il rito diventa inutile. Un esempio? La lettera della Partenza è uno spazio adatto a dire di sé, la consegna della forcola invece è un momento che prevede poche e semplicissime parole.

Glossario: Forcola

TRACCE DI VITA CRISTIANA

L’esperienza umana ci dice che la relazione interpersonale si esprime attraverso parole, simboli e azioni, comprensibili dentro un codice di linguaggio condiviso. A questo proposito, la prassi di Gesù è inequivocabile: per raccontare il vero volto di Dio, Gesù parla alle persone, le tocca e da queste si lascia toccare. Gesù scrive sulla sabbia, rovescia i tavoli dei cambiamonete nel tempio, prende i bambini in braccio e li accarezza, prende con le dita un po' della propria saliva e tocca la lingua di un sordo muto e poi gli dice “effatà” per guarirlo; lava i piedi ai suoi discepoli, con loro e per loro spezza il pane e lo condivide. Dopo la Sua Pasqua accende un fuoco in riva al lago e invita i discepoli a condividere con lui pane e pesce arrostito. Gesù incontra le persone e annuncia il Vangelo del Regno, attraverso parole e gesti, a tutti comprensibili. Anche la liturgia – in particolare i sacramenti – si esprime attraverso parole, simboli e azioni. Dopo la Sua Pasqua, Gesù invia i suoi discepoli nel mondo a continuare, in ogni tempo e in ogni luogo, la sua prassi: annunciare e testimoniare il volto misericordioso di Dio attraverso parole, simboli e azioni che profumino di Vangelo. A noi, educatori con il metodo scout, il dono e il compito di conoscerli e farli riconoscere.

Mc 5,25-34 Gv 8,6.8 Mc 11,15 Mc 10,13.16 Mc 7,31-37 Gv 21,1-14

2 Cor 2,14

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