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6.1 Passi di scoperta

Capitolo 6 – La progressione personale in Branca R/S [ 127 ]

6.1PASSI DI SCOPERTA R/S art. 32

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Ipassi di scoperta sono il primo momento di progressione personale. La scoperta comincia con la salita in comunità R/S all’interno del noviziato per poi proseguire con l’entrata nel clan/fuoco e trovare nella firma della carta di clan il momento di passaggio verso un nuovo tempo di competenza.

COS’È E A COSA SERVE

All’inizio della loro esperienza R/S i ragazzi scoprono e sperimentano il roverismo/scoltismo: modi, stili, strumenti, attività e ruoli sono del tutto nuovi rispetto alla precedente esperienza nel reparto. In particolare la strada, la comunità e il servizio diventano gli elementi cardine con cui i rover e le scolte si confrontano e misurano. La novità mette alla prova i ragazzi e li spinge a scoprire-riscoprire qualcosa di sé: si mettono in luce desideri, competenze, inclinazioni, sensibilità, qualità da potenziare, limiti da superare, emozioni e relazioni di cui aver cura in modo sempre più consapevole. Gli R/S hanno l’opportunità di rileggere con nuove chiavi interpretative e con una più profonda consapevolezza e maturità la Promessa e la Legge scout, che orientano il vivere comunitario e offrono spunti chiari al cammino individuale di progressione personale. Anche la carta di clan racconta ed evoca nuove opportunità di crescita, ispirando pensieri e azioni.

3.2 “Il noviziato”

R/S art.4

[ 128 ] Parte 2 – Stile e strumenti

Questo tempo serve dunque a maturare una presa di coscienza serena di sé e della volontà di prender parte ancora, in modo sempre nuovo, al gioco dello scautismo; si consolida l’impegno a spendersi all’interno della comunità R/S, sancito formalmente e simbolicamente con la firma della carta di clan.

IO ROVER, IO SCOLTA

Ero un po’ stanco della vita di reparto e sentivo il bisogno di qualcosa di nuovo; devo capire se lo scautismo è ancora qualcosa che fa per me. Provo l’esperienza del noviziato e vediamo come va.

Se fino all’anno scorso ero responsabile della mia squadriglia adesso sono chiamato a collaborare in un gruppo di pari e la cosa non è sempre semplice: in assenza di ruoli definiti vi è spesso il rischio di nascondersi o di appropriarsi di spazi eccessivi con il pericolo di non lasciare a tutti la libertà di esprimersi.

Da un certo punto di vista ora il gioco si è fatto un po’ più complicato: emerge di più quello che sei veramente, di cosa sei capace, quanto vuoi condividere.

Le numerose uscite e le route ci fanno sperimentare tutta la bellezza e il valore della strada che è per noi luogo privilegiato di incontro con l’altro e con noi stessi; le esperienze di servizio vissute insieme ci fanno intuire che ciascuno può realmente impegnare i propri talenti per un bene più grande del proprio.

Abbiamo parecchie occasioni di incontro con il clan/fuoco per capire cosa fanno gli altri rover e scolte, come vivono la comunità R/S, a cosa impegna la carta di clan e perché.

3.2 “Esperienze condivise”

Capitolo 6 – La progressione personale in Branca R/S [ 129 ]

Alcuni di questi momenti, che proviamo poi a rileggere insieme tra novizi, offrono spunti molto interessanti per capire la vita R/S e per sollecitare il nostro cammino personale. Il punto della strada, che i capi ci hanno presentato, ci aiuta molto in questo.

A un certo momento, quando l’anno di noviziato si è concluso e abbiamo condiviso un buon numero di esperienze di vita R/S, qualcuno è in grado di decidere di impegnarsi e di firmare la carta di clan, diventando componente viva e vivace del clan/fuoco.

Io, invece, ho vissuto un anno intenso ma sono spaventato dalla vita di clan e sto pensando di lasciare la comunità.

Avrei bisogno di essere un po’ incoraggiato, di sapere che ci sarà ancora spazio per un po’ di avventura sulla strada e non solo di parole, parole, parole. Ho bisogno di stimoli anche ora che il noviziato si sta concludendo!

Coinvolto da un mio amico, sto scoprendo in questi mesi in cosa consista lo scautismo. Non è sempre facile immergersi in un’esperienza nuova e così particolare! Questo tempo è stato importante per vivere delle esperienze diverse e interessanti, apprezzare uno stile, sperimentare un modo particolare di stare insieme. Ho avuto anche l’opportunità di iniziare a conoscere la Promessa e la Legge scout e ho la sensazione che gli altri R/S siano molto stimolati dalle mie domande e abbiano una gran voglia di condividere con me esperienze e riflessioni per cogliere insieme la bellezza di essere scout.

[ 130 ] Parte 2 – Stile e strumenti

IO CAPO

Riconosco che il primo impatto ha il vantaggio della novità e che questo tempo prezioso di scoperta è fondamentale per affascinare i ragazzi all’esperienza di una nuova dimensione dello scautismo.

In questo tempo di forte cambiamento, il punto della strada è uno strumento fondamentale di crescita e di condivisione fraterna. Fin dall’inizio dell’anno cerco di presentarlo e sfruttarlo per trasformare le esperienze in opportunità e stimoli di impegno personale. Ho osservato spesso che aiuta i giovani a crescere davvero, attraverso passi concreti e verificati lealmente con la comunità all’interno di un solido impianto progettuale.

Mi sembra giusto puntare subito sull’impegno personale perché ognuno si senta chiamato a offrire il proprio contributo. L’organizzazione in pattuglie spesso aiuta a tirar fuori competenze e attitudini personali, valorizzando i talenti di ognuno.

Quando i rover e le scolte entrano in clan/fuoco sto attento affinché ciascuno possa farsi conoscere, sia valorizzato come persona per le sue capacità e sia stimolato ad andare oltre.

Se qualcuno non è coinvolto mi interrogo sul perché questo avvenga e su come gli altri membri della comunità lo possano meglio sostenere. A volte devo lavorare maggiormente sull’entusiasmo del singolo, aiutandolo a trovare gli stimoli giusti all’interno della comunità (e talvolta anche al di fuori).

La proposta del cammino di fede si fa necessariamente più adulta rispetto al sentiero del reparto. Abbiamo l’attenzione di evidenziare più chiare connessioni con l’esperienza di vita dei ragazzi e con le fragilità e le potenzialità emerse con il punto della strada.

6.5

4.4

Capitolo 6 – La progressione personale in Branca R/S [ 131 ]

ALCUNE ATTENZIONI

• È importante che siano valorizzate le precedenti esperienze scout: specialità, competenze, capacità tecniche, spirito d’avventura, passione del gioco, creatività, sono un patrimonio da coltivare, sfruttare, incentivare. Saranno utili nel servizio, lungo la strada, nella comunità. Sono presupposti necessari e il tempo della scoperta ne rafforza la consapevolezza, fa che quelle capacità e passioni possano essere investite in contesti diversi.

• Il momento di transizione dal tempo di scoperta a uno di competenza rispetta tempistiche diverse da ragazzo a ragazzo.

Perciò è importante che la cerimonia della firma della carta di clan, che sancisce questo passaggio, venga valorizzata come momento di scelta individuale. La cerimonia della firma sarà vissuta dal singolo R/S come forte momento di rinnovo della propria adesione allo scautismo e alla comunità, occasione di festa per l’intero gruppo di rover e scolte.

• Il passaggio in Branca R/S per molti ragazzi è occasione per sperimentare una nuova dimensione di autonomia e libertà. Il rapporto con i capi assume sfaccettature diverse: collaborazione e sfida, confronto e provocazione. Gli “spazi di manovra” che gli R/S assaporano e vivono diventano quindi importante terreno esperienziale in cui ciascuno può testare e scegliere come mettere in gioco la propria libertà. Il punto della strada è valido aiuto per offrire spunti di rilettura e impegno che orientino al buono, al bello, al vero.

[ 132 ] Parte 2 – Stile e strumenti

TRACCE DI VITA CRISTIANA

Un incontro sulla strada. «Che cercate?», chiede Gesù a due giovani. Si sono incamminati dietro di lui, appassionati della vita e credenti ancora inquieti. Seguendo le parole del Battista, che ha appena indicato loro Gesù che passa, si mettono a seguirlo. Gesù si volta verso di loro e allora chiede: «Che cercate?». Gli rispondono: «Maestro, dove abiti?». E Gesù dice loro: «Venite e vedrete». Per ogni ragazzo che si apre alla vita, arriva prima o poi il momento in cui scopre che non può bastare a se stesso. Le cose di sempre, le piccole abitudini, le solite facce non bastano più. Allora cerca di esplorare il mondo, prima sognando a occhi aperti e poi uscendo anche fisicamente di casa. Cercare, scoprire, esplorare: sono bisogni insopprimibili che dicono la grandezza del cuore umano e la grandezza di ciò che è capace di riempirlo. Una grandezza che non scoraggia, né umilia; anzi, viene avvertita dallo spirito umano come una sfida che fa appello a un coraggio che ha la forma dell’amore. «Voglia di cercare e passione di trovare non girano a vuoto. È Dio stesso che le suscita in noi; sono una promessa, non un miraggio. Possiamo scoprire che egli ha preceduto la nostra stessa ricerca. Dio cammina con gli uomini, è già al nostro fianco per garantire una meta al nostro cammino, per essere lui stesso la meta, la risposta al bisogno di incontrare qualcuno che con la sua amicizia riempia il nostro cuore» (Catechismo dei giovani, cap. 1). «Che cercate?», è la domanda che Gesù rivolge a quei due giovani in ricerca; «Venite e vedrete», la risposta che poi offre. È l’invito a chiedersi cosa si sta cercando, cosa desiderano dal Maestro; è la proposta di lasciarsi coinvolgere dentro un’esperienza che ha come ambiente privilegiato la strada («Venite!»). Non c’è scoperta («Vedrete!») senza una strada da percorrere, né senza un tempo per restare, dentro una relazione, anche plurale, come quella di una comunità: «Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 3,39).

4.1

Gv 1,36-39

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