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6.3 Passi di responsabilità

Capitolo 6 – La progressione personale in Branca R/S [ 139 ]

6.3PASSI DI RESPONSABILITÀ R/S art. 34

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Èil momento in cui i rover e le scolte definiscono e codificano le scelte più consapevoli che daranno forma al loro percorso di adulti, interrogandosi e progettandosi, nella vita di tutti i giorni, rispetto alla propria adesione agli impegni propri della Promessa e alla fedeltà allo spirito e ai valori della Legge scout.

Il confronto esplicito con i tratti propri dell’uomo e della donna della Partenza sarà indispensabile per condurre a scelte autonome e durature e orientare il cammino futuro.

2.2

COS’È E A COSA SERVE

È un tempo prezioso, in cui la strada percorsa nello scautismo giunge a una sintesi personale e l’esperienza arriva ad assumere una connotazione esplicita di valore. Inizia quando il rover e la scolta mostrano autonomia di pensiero e azione, si pongono come punto di riferimento e protagonisti nella vita della comunità R/S e sanno portare le competenze acquisite attraverso lo scautismo anche nel proprio quotidiano. Vogliono confrontarsi esplicitamente e in modo approfondito con le scelte della Partenza e ne rendono partecipi i capi, l’assistente ecclesiastico e l’intera comunità R/S. I passi di responsabilità si concludono quando il rover o la scolta si è orientato e deciso rispetto a queste scelte. Tutto il percorso scout è un cammino di consapevolezza e verità per la definizione della propria identità verso una dimensione adulta. Questo è il tempo della sintesi: sperimentata la progettualità come metodo di crescita, il rover e la scolta si fanno re-

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sponsabilmente carico della cura di sé e del proprio progredire e mettono a fuoco i valori per cui intendono spendersi. Determinazione, protagonismo e autonomia vengono messi alla prova. Il rover e la scolta sperimentano la capacità di cercare da sé ciò di cui hanno bisogno, di impegnarsi facendosi motori di cambiamento all’interno e all’esterno della comunità R/S, di realizzare ciò che progettano.

IO ROVER, IO SCOLTA

Ora sento la responsabilità di aiutare la mia comunità a camminare. Cerco di essere propositivo, mi rendo parte attiva non solo giocandomi in prima persona ma coinvolgendo e stimolando i miei compagni di strada a non tirarsi indietro, ad allargare le prospettive, a prendersi personalmente impegni ed esservi fedeli per realizzare gli obiettivi che ci diamo insieme.

Talvolta mi sento un po’ lontano dalla comunità, non mi sento più “uno di loro”. Ho bisogno di altro, di accelerare i tempi, di seguire personali piste di approfondimento.

Ci sono esigenze a cui sento di potere e dovere rispondere da solo. Cerco un confronto più costante con i capi e sperimento vie diverse dal solito.

Mi accorgo che i miei capi mi fanno spesso proposte più esigenti: quest’anno, ad esempio, ho scelto di prestare servizio in un contesto per me particolarmente complesso e sfidante. Non senza fatica sto mettendo in campo energie che non mi aspettavo e trovando spunti forti per il mio cammino, anche di fede.

Si avvicina il tempo in cui lasciare la comunità e non capisco come farò a camminare da solo, a trovare esperienze al-

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trettanto stimolanti. Non ho così tanta voglia di fare i conti con i frutti del mio cammino, di mettermi di fronte al bivio e capire che scelte contano per me. Ogni tanto vengo sollecitato a progettarmi e capire cosa voglio fare ma cerco di rimandare, di non pensarci.

L’esperienza scout mi ha dato tanto. Mi chiedo cosa porto con me e quali valori ho maturato davvero. Ho bisogno di confrontarmi con qualcuno sui temi che maggiormente mi interrogano, ad esempio il mio percorso di fede, lo stile di vita essenziale, la dimensione adulta del fare comunità.

Ecco, voglio approfittare di questo ultimo tempo in questa comunità per dare corpo alle mie scelte, renderle ancora più chiare a me stesso. E voglio imparare a raccontarle perché siano significative anche per gli altri.

IO CAPO

Arriva il momento in cui mi accorgo che il percorso di un R/S si distanzia sempre più da quello della comunità e si fa sempre più personale. Allora lo aiuto a capire che ha cambiato passo: nello stile del confronto e del dialogo lo incoraggio a mettere a fuoco il cammino compiuto e quello che resta ancora da fare nella direzione della Partenza. A partire dalla propria esperienza, il rover o la scolta fa il punto su se stesso: la dimensione del sé, l’accettarsi, il vivere con serenità il proprio corpo e la propria storia; il gestire consapevolmente la relazione con l’altro, essendo in grado di capire, comunicare, aiutare e farsi aiutare; saper comprendere le complessità del mondo, riuscire a “vedere, giudicare, agire” con i propri occhi, compiendo scelte solidali ed efficaci con i deboli; sentirsi figli di Dio e quindi fratelli di tutti e parte della Chiesa universale.

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Alcuni rover e alcune scolte affrontano con difficoltà il confronto con scelte e impegni importanti e faticano all’idea di dover lasciare la comunità. Con loro cerco particolari strategie e stimoli, talvolta anche coinvolgendo la comunità. Mi sforzo di far capire loro che questo tempo è prezioso e irripetibile, occasione per mettere a fuoco il proprio futuro.

A partire dai bisogni che si sono evidenziati, insieme si programma un percorso per i mesi successivi: la partecipazione a una ROSS, incontri, esperienze, momenti di deserto, hike e altro, fino a uno specifico Evento per partenti.

Un’ulteriore opportunità per misurarsi al di fuori della comunità R/S è l’impegno in percorsi di partecipazione e rappresentanza che come capi possiamo cogliere a livello associativo o al di fuori, magari in realtà ecclesiali: l’autonomia, la contribuzione da mettere in campo in questi contesti, quali delegati della propria comunità, consentono di far vivere agli R/S la propria responsabilità in modo edificante e stimolante.

In questo percorso noi capi teniamo aperto un dialogo costruttivo e stimoliamo i ragazzi ad assumere ancora maggiori responsabilità nella comunità R/S, proponendo, preparando attività con particolare impegno, avendo una maggiore attenzione rispetto alle dinamiche relazionali, agli equilibri che si instaurano nella comunità e divenendo di fatto punto di riferimento per gli altri.

Al termine del tempo stabilito insieme, il rover e la scolta verificano, sia personalmente che nel dialogo e nel confronto con i capi e la comunità, il percorso vissuto. A questo punto è fondamentale che riescano a porre se stessi in una posizione chiara rispetto alle scelte della Partenza e che possano chiedere ai capi e all’assistente ecclesiastico di riconoscere la loro capacità di compiere scelte autonome

7.13

Capitolo 6 – La progressione personale in Branca R/S [ 143 ]

e responsabili di servizio e impegno politico, di essere testimoni di Cristo, di partecipare alla vita della comunità cristiana e di portare nel proprio ambiente di vita i valori coltivati nell’esperienza scout. Potranno allora esprimere esplicitamente le scelte valoriali compiute e l’impegno futuro di servizio, condividendoli con la comunità R/S.

ALCUNE ATTENZIONI

• Ancora una volta è prioritario ripensare alla relazione tra il capo e il rover o la scolta. Qualsiasi percorso è unico e non replicabile perché tarato sulle esigenze individuali manifestate. Ogni storia è una storia a sé. Il capo sa adattare con sensibilità il percorso alla singola persona e allo specifico contesto di vita.

• Il capo è chiamato a supportare lo sforzo di sintesi compiuto dai ragazzi, dandovi una prospettiva di futuro e verità nel rispetto profondo del rover e della scolta, del suo percorso e delle sue scelte. È fondamentale, al di là della natura delle scelte individuali, riconoscere dignità al cammino personale di ognuno. • Anche per questo è importante trasmettere ai ragazzi l’idea che non esistono scelte di “serie A” e di “serie B”: la Partenza non è, cioè, l’unico scenario futuro possibile. Devono sentire che qualsiasi decisione prenderanno, avrà valore enorme per il loro cammino di vita e non farà mancare loro l’affetto e il sostegno da parte di noi capi e di tutta la comunità. • La comunità può avere altresì un ruolo fondamentale nell’aiutare il proprio compagno di strada a riconoscere fragilità e maturità, contribuendo a riconoscere il valore e la solidità delle scelte da lui maturate e di cui si rende testimone nel gruppo prima ancora che nei contesti di vita quotidiana.

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• La ROSS prima e gli Eventi per partenti dopo possono essere momenti forti e importanti per il rover e la scolta che verificano il proprio percorso e camminano verso la Partenza. Sono opportunità preziose di lavoro su se stessi, incontrando R/S vicini per maturità e interrogativi e capi diversi da quelli della propria comunità di riferimento.

TRACCE DI VITA CRISTIANA

«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8).

I discepoli della comunità di Gesù vivono un’intensa esperienza di almeno tre anni di vita comune: in questo tempo ascoltano la parola del Maestro, stanno con lui sul monte della preghiera, spezzano il pane della condivisione, soprattutto con gli ultimi e i poveri; sono testimoni di uno stile di annuncio del Vangelo che mette al centro la persona; seguono il Maestro, non senza incertezze e resistenze, anche quando la strada si fa stretta, in salita, e diventa la via crucis. Dopo la Pasqua, con la forza dello Spirito Santo, e fiduciosi nella perenne presenza del Maestro, sono inviati dappertutto, fino alle estreme periferie della terra (At 1,18). Non possono tacere e tener nascosto il tesoro che hanno scoperto: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Gli Apostoli si sentono responsabili di una scoperta che ha cambiato loro la vita, rendendola più significativa, anche se non sempre più facile. La testimonianza, il servizio, la missione, l’impegno dell’annuncio gioioso del Vangelo, si esprimono con franchezza e con uno stile inconfondibile: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza» (1Pt 3,15).

Mt 28.20

At 1,18 6.1

At 4,13

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Alla scuola dell’unico Maestro e sotto la guida dello Spirito, siamo consapevoli che non possiamo essere buoni e felici da soli, ci sentiamo responsabili, della vita che è in noi e attorno a noi.

«Ci ha donato il suo spirito, lo sentiamo, è in mezzo a noi e perciò possiamo credere che ogni cosa può cambiare. Non possiamo più assistere impotenti ed attoniti, perché siam responsabili della vita intorno a noi» (“Canto dell’amicizia”).

Dire “ci sentiamo responsabili”, prima o poi ci fa dire anche “ci impegniamo”. Non c’è responsabilità senza l’impegno a cambiare il mondo, per farlo diventare un po’ migliore di come lo abbiamo trovato. I luoghi dell’impegno responsabile sono i luoghi della vita di tutti, nella trama di tutti i giorni, senza dimenticare quei luoghi di partecipazione in cui si prendono le decisioni per il bene comune (politica) e le periferie geografiche ed esistenziali.

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