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7.5 Vita all’aria aperta
7.5VITA ALL’ARIA APERTA R/S art. 20
Capitolo 7 – Vita di Branca [ 191 ]
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Educare all’essenzialità, al rispetto della natura e alla contemplazione della meraviglia del Creato passa attraverso l’esperienza della vita all’aria aperta: un ambiente educativo reale in cui sperimentare se stessi, i propri limiti e le proprie fragilità; un luogo avventuroso e impegnativo dove maturare competenze e l’attitudine a far fronte all’imprevisto; un tempo di suggestione nel quale il rover e la scolta possano riscoprire la propria relazione con Dio e con l’immensa ricchezza della sua creazione.
COS'È E A COSA SERVE
È un ambiente educativo, un’esperienza di vita concreta e reale dove modellare una proposta sempre impegnativa e al contempo proporzionata alle possibilità di ogni ragazzo. Non è necessario scalare montagne o camminare per infiniti chilometri: utilizzare questo strumento con intenzionalità educativa significa portare il ragazzo a fare un passo in più nel suo cammino di crescita. Mette alla prova il carattere del ragazzo, le sue competenze, l’attitudine a tirarsi fuori dalle difficoltà, la propensione al servizio nell’educare gli altri o l’umiltà nel lasciarsi aiutare. Guida naturalmente a esplorare la meraviglia del Creato, contemplarla e sentirsene parte, vivere e rileggere l’esperienza di catechesi in un ambiente che favorisce la riflessione e il discernimento.
Cap. 6
[ 192 ] Parte 2 – Stile e strumenti
IO ROVER, IO SCOLTA
Se c’è una cosa che mi è sempre piaciuta dello scautismo è la possibilità di vivere all’aria aperta, di entrare in contatto con la natura, per conoscerla e imparare a rispettarla. Mi rendo conto che questo mi ha reso più attento alla relazione tra uomo e ambiente naturale, ha stimolato in me un’attenzione ad avere comportamenti sostenibili e a utilizzare le risorse in modo corretto ed equilibrato.
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Tant’è che mi accorgo anche nella mia quotidianità di avere abitudini più attente e rispettose di molti altri miei amici.
Altro che riunioni in sede! Io mi diverto davvero solo quando vivo l’avventura. E si vede che questo carica tutti: quando viviamo esperienze quali l’uscita o la route diventiamo veramente comunità!
Io mi considero più una persona “di pensiero”. Mi piace condividere con gli altri R/S un tempo di riflessione, di confronto, di dialogo. Mi sento un po’ inadeguata quando devo mettere in gioco competenze e capacità pratiche. Gli altri mi sembrano molto più in gamba di me… Poi è anche vero che in alcune occasioni, superati i timori iniziali, riesco a tirar fuori delle capacità, un saper fare utile agli altri e trovo un po’ di fiducia. Che mi faccia bene la vita all’aria aperta per essere un pochino più concreta, pratica e pronta a sporcarmi le mani?
Qualcuno mi chiede che cosa mi dia vivere “da uomo dei boschi”. Riuscissero a capire anche solo un pochino quanta ricchezza viviamo sulla strada! Tutte queste esperienze sono stimoli incredibili da riportare, poi, nel vissuto quotidiano per diventare “cercatore di tracce” e osservatore nella città. Si può dire che solo attraverso queste esperienze all’aria aperta riusciamo ad essere davvero buoni cittadini!
Mi ricordo quanto inesperto fossi qualche anno fa. Ora la vita all’aria aperta mi ha insegnato a progettarmi, curando la preparazione del percorso, la scelta di cosa mettere nello zaino, l’allestimento di un buon equipaggiamento per essere preparati a qualsiasi condizione atmosferica.
Sono alla ricerca di risposte profonde e mi rendo conto che nessun contesto è tanto ricco quanto il silenzio che posso vivere immerso nella natura. In route e ancor più in momen-
art.35 L’acquisizione di competenze
3.1 “Lo stile del cammino: come vivere la strada?”
[ 194 ] Parte 2 – Stile e strumenti
ti dedicati, che ogni tanto la vita di comunità R/S mi offre – quali l’hike o il deserto – posso vivere una sana esperienza di solitudine, introspezione e preghiera. Un vero ristoro!
IO CAPO
Educo ad apprezzare la semplicità e la sobrietà come stili di vita che conducono alla pienezza, vivendo avventure ed esperienze a contatto con la natura. Il distacco temporaneo dalle abitudini che governano il vivere giornaliero è metafora da riportare nel quotidiano per umanizzare le relazioni e i rapporti. Con questo strumento aiuto i ragazzi a capire che si può essere felici con poco e ad apprezzare come esperienze di valore l’odore di un fuoco e la bellezza di un tramonto.
Valorizzo il Creato come opportunità per vivere un’incisiva esperienza di catechesi, in un ambiente che li aiuta a percepire la presenza di Dio intorno a loro e nella loro vita.
Educo alla progettualità: i rover e le scolte comprendono l’importanza di essere sempre pronti e sperimentano pragmaticamente come una opportuna pianificazione nel costruire un’uscita o una route possa diventare modus operandi da riproporre nel quotidiano.
Aiuto i rover e le scolte a comprendere i propri limiti e a mettere a disposizione della comunità le loro competenze.
Sensibilizzo all’importanza della salvaguardia del Creato, delle risorse naturali e del rispetto dell’ambiente, promuovendo atteggiamenti e stili di vita sostenibili.
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art.18
Capitolo 7 – Vita di Branca [ 195 ]
ALCUNE ATTENZIONI
• L’esperienza della vita all’aria aperta, affinché sia educativamente efficace, dev’essere il più possibile autentica e concreta.
• Vivere all’aria aperta richiede consapevolezza e cura dell’ambiente che ci ospita. Un gruppo di ragazzi in uscita o in cammino avrà sempre un impatto sull’equilibrio dell’ecosistema ed è perciò importante ridurre al minimo il segno della nostra impronta: ne godrà non solo l’ambiente ma anche la credibilità dell’esperienza proposta.
• Occorre mantenere sempre una gradualità nella proposta: l’esperienza deve essere di valore ma anche calibrata sulle capacità dei ragazzi, divenendo al contempo occasione per crescere in competenza.
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TRACCE DI VITA CRISTIANA
Educare i rover e le scolte significa accompagnarli a vivere delle esperienze pedagogiche là dove nascono le domande: quelle domande che se prese sul serio aiutano a interrogarsi sul senso della vita. Sotto un cielo trapuntato di stelle oppure davanti a un particolare contesto naturale, siamo presi da meraviglia e stupore, ci sentiamo piccoli e grandi allo stesso tempo e può nascere la preghiera: «Se guardo il tuo cielo con la luna e le stelle, ecco io mi domando: che cosa è mai l’uomo?» (Salmo 8). Le attività all’aria aperta – lo studio della natura, come era solito dire B.-P. – devono diventare delle esperienze pedagogiche anche in ordine alla fede. «Dio ha scritto un libro stupendo, “le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo”»2. Il libro della natura e il Libro della Bibbia: due libri, come un’unica lettera d’amore scritta da Dio all’umanità. «”Laudato si’, mi’ Signore”, cantava San Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”»3. Ci sentiamo responsabili di questo giardino che Dio ha posto nelle nostre mani perché lo coltivassimo: è la nostra casa, la casa dei nostri figli, e la casa dei figli dei nostri figli. La spiritualità cristiana ha una sua anima ecologica che non può essere disattesa.
2
Papa Francesco, Enciclica Laudato si’, n. 85
3
Papa Francesco, Enciclica Laudato si’, n. 1