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7.10 Lavoro manuale

7.10LAVORO MANUALE R/S art. 28

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 219 ]

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Il lavoro manuale aiuta i rover e le scolte a comprendere l’importanza di sporcarsi le mani per essere utili. Le competenze maturate vengono messe al servizio della comunità per la realizzazione di azioni concrete. Lavorare con le proprie mani educa all’autonomia, al rispetto di ciò che si possiede, a coltivare il buon gusto e uno stile di sobrietà ed essenzialità.

COS'È E A COSA SERVE

È uno strumento tangibile con il quale si può lasciare un segno del proprio saper fare per mettersi al servizio del prossimo attraverso la realizzazione di qualcosa di utile. Educa alla concretezza, instillando nei rover e nelle scolte una naturale propensione a passare dal pensiero ai fatti, dal vedere-giudicare all’agire; ciascun ragazzo darà così forma e sostanza a progetti per la propria persona e per la società, rispondendo a bisogni di cambiamento che si comprendono importanti e necessari per rendere il mondo migliore, a partire dal proprio operato. È un’occasione per maturare competenze nuove, misurarsi con talenti, aspirazioni, curiosità e sviluppare senso pratico. È un modo per imparare il valore delle cose che ci circondano. La capacità di costruire o riparare un oggetto educa all’essenzialità e al giusto valore del denaro.

art.25

7.17

[ 220 ] Parte 2 – Stile e strumenti

IO ROVER, IO SCOLTA

Ricordo come un momento speciale della comunità quella volta in cui la nonna di Anna ci ha insegnato a fare i tortellini a mano e li abbiamo poi mangiati insieme alla fine della riunione facendo festa.

Durante le mie esperienze di servizio, metto a disposizione le mie competenze e abilità manuali e cerco di migliorarmi nell’offrirle con sempre maggior perizia.

In Branca R/S ho compreso come le mie abilità manuali possano essere messe a disposizione dell’altro: un mezzo per servire il prossimo con competenza.

Sviluppare delle competenze specifiche mi aiuta a consolidare il mio senso pratico e l’attitudine a far fronte a problemi e imprevisti.

Ho capito che anche nei lavori più semplici e umili si cela una grande ricchezza. Attraverso lo sviluppo delle mie abilità manuali ho consolidato la fiducia in me stesso e nelle mie capacità: per questo continuo a impegnarmi per coltivare e ampliare le competenze acquisite in Branca E/G.

art.26

IO CAPO

Con il lavoro manuale educo all’autonomia, all’essenzialità, al rispetto delle cose e al riconoscimento del valore delle risorse. Stimolo una mentalità critica in una società orientata al facile consumo.

art.18

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 221 ]

Il lavoro manuale è strumento per aiutare gli R/S a lavorare insieme e acquisire una mentalità progettuale; non tutti hanno le stesse competenze e nella realizzazione di imprese più complesse c’è la necessità di coordinarsi e cooperare con criterio e responsabilità.

È un’opportunità per educare alla bellezza e al gusto di un lavoro ben fatto e al senso di appagamento che ne deriva.

Favorisco negli R/S le capacità creative, senza porre limiti alla loro fantasia e rimarcando l’importanza di accompagnare l’estro con la praticità. Questo percorso prevede inevitabilmente errori e insuccessi che utilizzo come fondamentali momenti educativi da cui ripartire per migliorare.

Coltivare competenze tecniche e pratiche all’interno della comunità R/S può offrire la possibilità di orientare i ragazzi nella lettura delle proprie attitudini in funzione dell’individuazione di un proprio percorso di sviluppo professionale.

ALCUNE ATTENZIONI

• È opportuno che il lavoro manuale sia finalizzato a un obiettivo e che sia utile (vita di comunità, servizio, autofinanziamento, impresa).

• Può essere utile e significativo farsi supportare da esperti nella realizzazione di attività manuali, quando queste competenze non sono presenti all’interno della comunità.

• È importante lavorare in sicurezza: essere competenti nel lavoro manuale significa anche sapere quali rischi si possono incontrare e come poterli prevenire.

[ 222 ] Parte 2 – Stile e strumenti

• La concretezza del lavoro manuale si orienta in Branca R/S al servizio del prossimo.

• In particolare è utile valorizzare le competenze pratiche individuali, potenziandole e orientandole al servizio del prossimo fin dall’inizio del cammino in Branca. Anche per contribuire alla comprensione di questo passaggio può essere utile favorire la partecipazione a eventi, quali i campi di specializzazione (indirizzati a ragazzi in cammino nei passi di scoperta e competenza).

6.6

Capitolo 7 – Vita di Branca [ 223 ]

TRACCE DI VITA CRISTIANA

«Non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. (…) Vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità» (2Ts 3,7-8.10-12).

L’apostolo Paolo, instancabile annunciatore del Vangelo, fu anche un instancabile lavoratore («abbiamo lavorato duramente, notte e giorno»): un abile artigiano che si guadagnava da vivere facendo il costruttore di tende. Un lavoro manuale che richiede competenza e organizzazione. Il lavoro consisteva nel cucire insieme pelli e forse anche nel prepararle. Ago, filo, coltello, lesina: erano gli attrezzi che portava sempre con sé, insieme alle sue preziose pergamene. È sempre stato un suo punto d’onore quello di non farsi mantenere dalle comunità cristiane. Doveva lavorare per poter viaggiare e procurarsi il necessario per scrivere le sue numerose lettere. Parola e lavoro: fu anche lo stile di Gesù Nazareno che incontrò Paolo lungo la strada per Damasco. Gesù ha lavorato fino a trent’anni. Troppo facile annunciare la parola di Dio senza conoscere la concretezza della realtà, l’onore e la fatica di un lavoro dignitoso, la gioia della raccolta dopo la fatica della semina. Prima o poi, siccome lavorare costa fatica, per il servo (ministro) della Parola, il rischio è quello di farsi servire. Ma non è questo lo stile di Gesù, il quale non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita perché tutti abbiano vita piena.

R/S art.18

At 18,3

Mt 13,54-58 Lc 3,23

MC 10, 45

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