Passi di vento

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Resta fedele ai sogni della tua giovinezza Hermann Melville

Questa collana intende offrire a tutti i rover e le scolte manuali tecnici e aggiornati strumenti di riflessione, utili per trovare la propria strada verso la felicità

Roberto Cociancich Passi di vento

C’è un’espressione famosa in Francia (“Hommes aux semelles de vent”) che è stata riferita via via a poeti come Rimbaud, a zingari e a persone che si pongono a cavallo di diverse storie e culture. Uomini e donne che avanzano a Passi di Vento, tra i problemi, le sfide e gli interrogativi che ci pone il grande gioco della vita. Talvolta cadono, talvolta combattono come Angeli ribelli contro le meschinità della vita, sempre si rialzano e si rimettono in cammino. Per chi è scout questo cammino ha un nome: quello della Partenza. A questo itinerario, ai suoi protagonisti, ai suoi luoghi, ai viaggiatori dell’esistenza che sono i rover e le scolte che si preparano a diventare persone adulte sono dedicate le pagine di questo libro.

Roberto Cociancich

Passi di vento verso la partenza

€ 16,00


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Incaricato del Comitato editoriale: Laura Galimberti

Prima edizione: Nuova Fiordaliso, 2004 Prima ristampa: Fiordaliso, 2006 Seconda ristampa: Fiordaliso, 2010 Nuova edizione: Fiordaliso, 2014

ISBN 978-88-8054-917-8 Grafica: Agenzia Image Progetto e impaginazione: Andrea Lancellotti Immagine di copertina: Bruegel, Pieter il Vecchio (1528-1569): Caduta degli angeli ribelli, la. Bruxelles, Musei Reali di Belle Arti. © 2014. Foto Scala, Firenze Illustrazioni: Roberta Becchi Lucio Lazzara Coordinamento editoriale: Maria Sole Migliari Stampato su carta ecologica © Fiordaliso Società Cooperativa Corso Vittorio Emanuele II, 337 00186 Roma www.fiordaliso.it

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Roberto Cociancich

Passi di vento verso la Partenza

edizioni scout agesci

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Indice

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Il filo del discorso – Le città invisibili e le terre di mezzo – La Torre di Babele – Metropolis – Berlino e Betlemme, le città del muro – Lampedusa un muPrima traccia ro largo quanto il mare – Flatlandia, la Il cammino dell’uomo città della ragione – Piccadilly Circus, Il filo del discorso – Mozart assassinail mondo come un grande schermo – to – Il punto di vista del giardiniere – New York, New York: posto di confiCosa fa nascere l’uomo? – Polvere di ne fra molteplici frontiere – Calcutta, stelle – Uomini e lucertole – Cosa ci ovvero dell’intreccio ha identità e culmanca? – Ecce homo! Quale metatura – L’isola della Martinica: mescomorfosi? – Disumano è banale – No, larsi alla maniera creola – Sarajevo, non siamo tutti Balilla – Uomini Nuometafora dei conflitti del nostro temvi per un Mondo Nuovo? – Due strapo –L’agorà di Atene, ecosistema frade per costruire il futuro – Gli uomini gile della democrazia – Costruire la dei boschi città ai Tempi di Facebook - Le strade di periferia – Strada, servizio, comuSeconda traccia nità – Il labirinto di Chartres e le fogne Il viaggio e i viaggiatori di Bucarest – Uomini e cattedrali Il filo del discorso – L’arte di viaggiare Strade verso una città più giusta – Scautismo è partire – Ulisse: (se) questo è un uomo – Elogio della fuga 148 Vivere la traccia / I costruttori – Geografi dell’esistenza – Vado alla Beckett a Canterbury: assassinio nella caccia del cervo dorato – La strada – cattedrale – Idee assassine e costruttoIl luogo di una conquista – La meta ri di una città per l’uomo – Persone e sono gli uomini – Il deserto – La tribù comunità: alla ricerca di un nuovo – Il silenzio – Incamminarsi – Viaggiaumanesimo integrale – Strasburgo e tori di terza classe – Alla ricerca di un Bruxelles: una nuova casa chiamata centro di gravità permanente – Un Europa – Protagonisti di una nuova viaggio interiore – Uno zaino leggero cittadinanza – Testimoni della Fede – – Suggerimenti per chi si mette in Combattenti per la Legalità – L’avv. cammino – Gente di stile – L’Hike – Giorgio Ambrosoli – I costruttori di L’avventura fa nascere l’uomo Pace – Nkosi Johnson; “non abbiate Vivere la traccia / I viaggiatori paura di noi, siamo uguali” – Iqbal Un sano senso di irrequietezza – Il Nasih, contro la schiavitù dei bambini primo rover: Paolo di Tarso – Nel – Giorgio Perlasca: un magnifico imghiaccio: Amundsen, Scott, Shacklepostore – Marcello Candia – Mohaton e Nansen – Deserto: terra di uomed Bouazizi, Thich Qang Duc, Jan mini, di lotta e di libertà – Lawrence Palach e Jan Zajic, l’esempio di uno d’Arabia – Michel Menu – Nel cielo: sprigiona il coraggio di tutti - AnnaleAmelia Earhart e Lindberg, i piloti na Tonelli - Gabriella Locatelli dell’Aeropostale – “Perché c’è”. La sfida di George Mallory – Walter BoQuarta traccia natti, una vita più grande delle mon- 173 Il coraggio e le qualità dell’uomo Il filo del discorso – Ciò che solo mi tagne – Joe Simpson, l’amicizia come importa – germogli – uguaglianze – una cordatesa tra la morte e le moncambiamenti – a come coraggio – la tagne – Per il mare: Thor Heyerdal e mia bestia d'ombra – figlio di una stelil Kon Tiki – Eric Tabarly e il Pen la minore – Il coraggio di Antigone: Duick – Moby Dick e il Capitano con il cuore oltre la legge – Il fondaAchab – Nelle Terre selvagge – Il mento dei diritti dell’uomo – Trasgresviaggio di Ulisse continua: 2001 Odissione e consapevolezza – Amore, lotsea nello spazio ta, libertà – L’arte di scegliere – Libertà: esercizi – Serendipity: l’arte di Terza traccia scoprire delle cose cercandone altre – Il mondo che vogliamo incontrare, Coerenza, virtù degli antipatici – La comprendere, cambiare, abitare


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bellezza che salva 218 Vivere la traccia / Cercatori di bellezza Père Duval: un bambino vagabondo che giocava con la luna – Padre Davide Turoldo – Romilda Del Pra – La partenza per l’ultima, grande avventura: Vittorio Ghetti – Chiara Biscaretti: di che colore è la mia speranza – don francesco Cassol, nomade con occhi verso il cielo Quinta traccia 231 Angeli ribelli: il mestiere di diventare grandi Il filo del discorso – Il bastone dei Basutu – La grande corsa di primavera – Non si diventa grandi dicendo sempre: sì – Il bambino che non voleva crescere – Era volato via dalla culla – Le mamme sono ingannatrici – Spugna – Peter nel Ghetto – 248 Vivere la traccia / Angeli ribelli Lettera di Anima Irrequieta – Le risposte ad Anima Irrequieta

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Arte e tecnica della Partenza Il filo del discorso – Premessa – La Partenza come “il tempo delle nuove frontiere” – La Partenza come un tempo di mutamenti – La Partenza come inizio di un nuovo cammino – La Partenza come distacco – La Partenza come segno di una vita cristiana – Il rischio delle pantofole – La Partenza come mandato – Osare il futuro: la Partenza come tempo delle scelte – Un’età difficile per scelte difficili – Le scelte a vent’anni – I valori della Partenza – E per chi non se la sente? Uscire dal Clan senza prendere la Partenza – Come arrivare alla Partenza? – Gli strumenti per preparare la Partenza – La Partenza e l’itinerario della Progressione Personale Unitaria – La scelta di Fede nella Partenza – Il ruolo della Comunità Capi – La lettera della Partenza – La cerimonia e i simboli della Partenza 338 Vivere la traccia/Lettere di Partenza

Sesta traccia Ottava traccia 261 La proposta dello scautismo 353 Il cammino dopo la Partenza Il filo del discorso – Non c’è altra ricIl filo del discorso – La crescita persochezza che gli uomini – Ask the boy – nale finisce con la Partenza? – Uno stiOsservare la Legge scout – Porre il le di formazione permanente – Entraproprio onore nel meritare fiducia – re in Comunità Capi – Esperienze siGiocare la vita in modo leale – Semgnificative – La strada nel Masci – Il pre pronti a servire il prossimo – Essecammino di Santiago – Il cammino re capaci di amicizia e fraternità – dei Goum nel deserto Contraddistinti da uno stile cortese – Appendice Amare e proteggere l’ambiente e la natura – Saper obbedire – Il buon 364 Documenti associativi sulla Partenza umore anche nei momenti difficili – Amare il lavoro, consumare in modo consapevole – Parole, pensieri e azioni chiari, puri e trasparenti – Il protagonismo e il coinvolgimento dei giovani nel processo decisionale 284 Vivere la traccia / Scout di classe Innamorati della Val Codera – Le Aquile Randagie: Kelly e Baden – Guy de Larigaudie: stella in alto mare – Don Tarcisio Beltrame, Aquila azzurra – La Freccia Rossa – I compagni di oggi – Michele Pignatelli – Eugenio Banzi, l’impegno per una nuova cittadinanza – Chiara Biscaretti: di che colore è la mia speranza Settima traccia


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Presentazione

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Ci sono libri che non si dimenticano e che diventano un pezzo della nostra storia. Perché raccontano con parole chiare e appassionate questioni complesse. Perché ci aiutano ad orientarci e sono pieni di buone idee. Perché narrano storie di uomini e donne di coraggio e ci spronano a fare un passo in più. Perché sentiamo che parlano della nostra vita con parole che stavamo cercando e non trovavamo.

…di fronte al bivio tra bene e male che tu sappia

scegliere sempre, con l’aiuto di Dio,

Sono passati più di dieci anni dalla prima edizione di Passi di vento. Ormai un classico. Quanti rover e scolte hanno preso la partenza? Quanti gruppi hanno costruito una veglia su questi temi? Quanti capi hanno letto una frase a tutto il Clan? Molti hanno scoperto un personaggio, un autore, un episodio o una parola che non conoscevano. Serendipity… stavamo cercando forse qualcosa, ma nella ricerca abbiamo scoperto molto di più, qualcosa di diverso e rivoluzionario.

Cristoforo Colombo, cercando le Indie scopre l'America, anche l'avventura scout è la scoperta dell'impreve-

la strada del bene…

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P R E S E N TA Z I O N E

dibile. Sul mondo e su noi stessi. Possiamo scoprire la nostra America se percorriamo il cammino fino in fondo. La strada passa dai piedi, presuppone la stanchezza, la pioggia, la provvisorietà, l'incontro. Il servizio è fedeltà, impegno, responsabilità, coinvolgimento. La comunità è attenzione, valorizzazione, crescita. La fede è preghiera, conoscenza, amore. È mettersi con fiducia nelle mani di Dio.

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Lo scautismo è un gioco, che comincia da piccoli, così serio che diventa tutta la nostra vita. Al momento della partenza sappiamo che tipo di uomini e donne vogliamo diventare? Una guida può essere un amico, un capo, un sacerdote o un libro. Passi di vento è un'ottima guida per il viaggio verso la vita. La nuova edizione tralascia punti più operativi e meno essenziali, ma rende più coerenti e arricchisce passaggi di contenuto e di attualità. Roma, 2014

Laura Galimberti Incaricata nazionale alla stampa non periodica

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Prima di partire

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Questo libro tratta di una questione che mi appassiona profondamente. Come diventare uomini e donne capaci di non sprecare i giorni della nostra esistenza, di fare scelte utili a noi e agli altri? Come diventare persone che trovano gioia nel grande gioco della vita e che per questo sono continuamente curiose di cosa essa può riservare loro, di coloro che incontreranno, delle idee che agitano il nostro tempo? Per chi è scout questo tema ha un nome: quello della Partenza. La Partenza, infatti, è il momento conclusivo della proposta educativa scout, quel momento dei nostri vent’anni verso il quale ci si incammina sin dal primo giorno in cui entriamo, timidi e disorientati, nella grande famiglia dello scautismo. Eppure la Partenza non è una fine: è un inizio, il momento in cui cominciamo il nostro viaggio completamente sulle nostre gambe, senza più reti di sicurezza. Grandi orizzonti stanno davanti a noi e spesso nuove frontiere. La frontiera è sinonimo di cambiamento, il luogo dove incontriamo qualcosa di diverso. A volte anche il luogo di una sfida che io penso sempre come una op-


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“L’avventura scout sviluppa lo spirito del non prevedibile e del non definibile. Ci rende disponibile all’incontro. La bellezza, ancora una volta, sta nell’adattarsi al nuovo.” Vittorio Ghetti

portunità, non come una minaccia. Gli scout sono sempre stati esploratori, uomini di frontiera e proprio sulla frontiera (non a casa loro, nel cortile della scuola o della parrocchia) trovano tutti gli ingredienti e gli elementi per crescere, per comprendere il mondo, per interagire positivamente con gli altri, con il nuovo e anche l’inatteso. Muovendo i propri passi verso queste frontiere da scoprire, questo territorio del nuovo, questo tempo della Partenza non bisogna essere esitanti, timorosi, distratti: è bello avanzare come se stessimo cantando, come sospinti dal vento, dalla voglia di sapere come va a finire. C’è un’espressione famosa in Francia, “Hommes aux semelles de vent”, che è stata riferita via via a poeti come Rimbaud, zingari, uomini a cavallo di due storie e due culture (per esempio nell’Algeria coloniale e in quella indipendente). Non è facilmente traducibile. Si potrebbe forse dire: Uomini con le suole di vento. A me è piaciuta molto e ad essa mi sono ispirato per il titolo del libro. Esso è diviso sostanzialmente in due parti. La prima cerca di mettere in evidenza le questioni di fondo, di evocare diversi aspetti del medesimo problema.

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PREFAZIONE

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È una sorta di itinerario che si snoda sul filo di alcune domande, di qualche idea, dell’incontro con alcuni personaggi (alcuni letterari, altri realmente esistiti). È un viaggio nel viaggio: il tentativo di spiegare perché è necessario partire, allontanarci dalla nostra quotidianità se vogliamo arricchirci di nuove esperienze ed incontri, andare lontano per ritrovare il filo della nostra storia e della nostra identità. È un viaggio attraverso alcune città che, nelle loro complessità e contraddizioni, ci consentono di identificare alcuni dei grandi problemi del nostro tempo. È un viaggio nell’età affascinante e incerta di chi non ha ancora vent’anni la quale porta in sé, ancora intrecciate, tutte le ansie e le promesse del mondo futuro. La seconda parte è dedicata ad alcuni aspetti della vita e del metodo scout più strettamente legati al tema della Partenza. In realtà ogni momento della vita scout potrebbe essere interpretato come un tempo di preparazione alla Partenza. Le idee, le osservazioni e i commenti che mi sono sentito di fare sono solo semplici tracce che altro scopo non hanno se non quello di suscitare a loro volta osservazioni, note, riflessioni. Questa


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è la parte che tocca a voi, gentili lettori. Esprimo un desiderio che è anche un augurio: che queste pagine possano far venire voglia di discutere, di confrontarsi, di non accontentarsi di verità troppo semplici o troppo pigre. In quanto uomini abbiamo bisogno di capire, di avanzare su terreni ancora sconosciuti, di scegliere al bivio, di attraversare pacificamente nuove frontiere, di incontrare uomini e donne con i quali condividere un tratto di strada. Da percorrere a testa alta e a passi di vento. R.C.

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TERZA TRACCIA

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VIVERE LA TRACCIA

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PRIMA TRACCIA

Il cammino dell’uomo

IL FILO DEL DISCORSO

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In ciascuno di noi è celato qualcosa di potenzialmente unico e irripetibile. Come riuscire a farlo emergere? L’educazione (soprattutto quella scout) mira a far nascere e a sviluppare nell’uomo le migliori qualità. Quali condizioni rendono fertile e consentono questa nascita? Noi partecipiamo della natura e del mistero dell’universo. L’uomo è molto di più di un animale. Purtroppo alcuni uomini sembrano rinunciare alla dignità che è loro propria. L’umanità ha il suo apice più alto in Gesù. Essere uomini significa coltivare la propria coscienza e riconoscere il male. Lo scautismo italiano si è forgiato nella clandestinità opponendosi al totalitarismo. Le nuove minacce che un certo tipo di progresso pone all’umanità. Ci sono due strade: quella che porta ad un’esistenza artificiale e quella verso il reale. Lo scautismo è una strada verso il reale. “Conosciamo come sarà il motore del 2000 (silenzioso, senza inquinamento...) ma non sappiamo ancora come sarà il ragazzo del 2000”. Lucio Dalla

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“Mi tormenta che in ognuno di questi uomini c’è un po’ Mozart assassinato”.

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Mozart assassinato Nell’ultima pagina del libro che più ho amato, Terra degli uomini, Antoine de Saint-Exupéry percorre i vagoni di un lungo treno che riporta in Polonia famiglie di operai licenziati dalla Francia. È notte fonda, le carrozze sono di terza classe. Saint Ex si fa largo a fatica tra la gente pigiata e si sente confuso ed inquieto. I corpi, massicci e grevi, sono ammassati sui sedili, sballottati dai sussulti del treno, in cerca di un sonno che li ripari, almeno per qualche momento, dagli incubi e dalla stanchezza di chi è trasportato verso un futuro in cui tutto è incerto tranne la miseria. Si sofferma a guardare una coppia. L’uomo ha il cranio rasato, nudo, avvolto in abiti che ne nascondono cave e gibbosità. La donna è così stanca da apparire addormentata. Quanto tempo è passato da quando lui, forse timido e impacciato, l’aspettava fremente, con un mazzo di fiori, in attesa di un sorriso? Lei, sicura della propria grazia, forse si compiaceva a farlo stare in pena ed egli provava in cuore l’angoscia deliziosa di chi è innamorato. Cosa è successo loro, quale terribile mondo hanno attraversato per restarne così segnati? “Un animale invecchiato conserva la propria grazia. Perché questa bella argilla umana è sciupata, come segnata da una stozzatrice? ”. Fra di loro ha trovato posto e si è rannicchiato un piccolo bambino. Che creatura deliziosa! Da quei corpi sgraziati era nato una sorte di frutto dorato, capolavoro di incanto e di grazia. Saint Ex si china sulla sua fronte liscia, sul dolce broncio delle labbra e pensa “Ecco Mozart fanciullo, ecco una bella promessa della vita. I principini delle leggende non erano in nulla diversi da lui: protetto circondato di


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cure, che cosa non potrebbe diventare! Quando nei giardini nasce, per mutazione, una rosa nuova, tutti i giardinieri sono presi da emozione. Si isola la rosa, si coltiva la rosa, si fa in modo di favorirla. Ma non c’è un giardiniere per gli uomini. Mozart fanciullo verrà segnato, come gli altri, dalla stozzatrice. Mozart riceverà i suoi piaceri più alti da musica putrida, nel fetore dei caffè concerto. Mozart è condannato”. Saint Ex riprende a girare i vagoni. Osserva i volti segnati di quell’umanità senza pace e conclude quasi sorprendentemente: “Non è uno spirito di carità a tormentarmi. Qui c’è piuttosto una specie di ferita, di offesa al genere umano. (…) La cosa che mi tormenta non può essere sanata dalle mense popolari. A tormentarmi non sono né quelle cavità, né quelle gibbosità, né quella bruttezza. Mi tormenta il punto di vista del giardiniere. Mi tormenta che in ognuno di questi uomini c’è un po’ Mozart, assassinato” 1. Il punto di vista del giardiniere In un punto Saint Ex sbagliava. In realtà esistono giardinieri per gli uomini. Uno dei più geniali e fantasiosi fu un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà, tale Robert BadenPowell. Costui, girovagando all’inizio del secolo per le periferie fumose e sporche di Londra, sentì la necessità di fare qualcosa per quelle bande di monelli e piccoli teppisti che ne popolavano le strade. Anche B.-P. era tormentato dallo stesso pensiero, dallo stesso tarlo di Saint Exupéry. Quale fu la ricetta? Voglia di ridere e scherzare, gusto per il gioco e l’avventura, un pizzico di tecnica e di 1 A. de Saint-Exupéry, Terra degli uomini, recentemente ripubblicato in edizione tascabile ed economica nella collana GUM dell’editore Mursia.

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B.-P.: un giardiniere di uomini.

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PRIMA TRACCIA

Padre Jacques Sevin

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manualità, rispetto per il proprio corpo e per alcuni valori essenziali: così, come dal niente, è nato lo scautismo. Fu un successo clamoroso che in pochissimi anni raggiunse e coinvolse milioni di ragazzi in tutto il mondo. Altri giardinieri di uomini stavano in Francia e a buon diritto possono essere considerati gli inventori dello scautismo cattolico. Tra gli altri il Padre Jacques Sevin, Padre Doncoeur, Michel Menu, il Padre Forestier. Quest’ultimo, autore di “Scoutisme, Route de Liberté”, ha profondamente influenzato lo scautismo cattolico italiano. È grazie a loro che lo scautismo non è stato soltanto una scuola di carattere e di ideali ma un universo spirituale complesso che sa parlare, con il linguaggio dei ragazzi, del destino dell’uomo. In questo, peraltro, cercando di realizzare sino in fondo l’ispirazione più profonda del fondatore2. L’idea di una “Partenza” al termine del cammino scout è nata in quell’ambiente e ha profondamente arricchito e reso fertile l’idea originaria di B.-P. Oggi migliaia di Capi scout sentono l’importanza, il fascino e la bellezza di essere giardinieri di uomini e molti giovani si preparano a diventarlo. Le sfide che si trovano davanti non sono semplici e per certi aspetti il compito che li attende è ancora più arduo e pieno di insidie di quanto non fosse cento anni fa. Mozart bambino non ha cessato di essere minacciato, irriso, abbandonato. Lo è ancora di più, e in forme nuove, quando è preda di mercanti di illusioni fatte di fumo e di sostanze allucinogene. 2 È diventata celebre la frase di Pio XI all’abate Cornette, assistente generale degli Scouts de France: “Gli scout mirando ad essere i più fedeli allo spirito originale (di B.-P.) non solo siano migliori cattolici perché esploratori ma anche migliori esploratori perché cattolici”.


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Preda di propaganda commerciale ripetuta a tambur battente su tutti i muri e gli schermi ad opera di chi già intravede in lui un potenziale consumatore di nuovi prodotti. Preda di chi vuole ottenere un facile controllo mistificando per trasgressione ciò che altro non è se non una nuova forma di conformismo. Tutti parlano dei giovani ma i veri giardinieri sono rari e abbondano i gatti e le volpi e talvolta persino i mangiafuoco.

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Cosa fa nascere l’uomo? Esistono milioni, anzi miliardi di esseri umani sulla terra. Ogni giorno nascono nuovi individui e il loro numero è più grande di quello delle stelle. Al pari di tante altre specie animali essi respirano, mangiano, si riproducono, comunicano con gesti e suoni che nel loro linguaggio assumono un certo significato. In cosa un uomo è diverso dall’animale? È sufficiente che egli nasca da una donna? Sono, evidentemente, possibili molte definizioni di uomo. Alcune fondate sulle scienze biologiche, altre di natura sociologica, altre ancora di tipo filosofico. Dal mio punto di vista (quello del giardiniere) la domanda di fondo dalla quale è necessario partire è la seguente: cosa fa nascere l’uomo? Quali sono le condizioni, i presupposti, il terreno favorevole che consentono all’uomo di germogliare, di uscire dal sonno di una vita mediocre, di manifestarsi a se stesso e agli altri nella grandezza della sua vocazione? Perché, di due fratelli nati e cresciuti nelle stesse condi-

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Non esiste altra ricchezza che gli uomini.

zioni e con le stesse possibilità, uno diviene viaggiatore, cercatore di infinito e l’altro non metterà mai il naso oltre il suo piccolo cortile? In tutti noi dorme un piccolo Mozart imbronciato. Quale esigente cammino gli consentirà di manifestarsi nell’essenziale? Non esiste altra ricchezza che gli uomini. Ma perché questa ricchezza risplenda quanto lavoro e che lungo percorso! Sono talmente tante le cose che ci inducono a rinunciare, a lasciar perdere, a farci cadere le braccia, a farci fare solo i fatti nostri, piccoli bruchi in una vita senza ali… A girarci dall’altra parte e continuare a dormire. Eppure, talvolta all’improvviso, in una notte di tempesta, un semplice bottegaio di un paese in riva al mare, trova il coraggio di uscire dalla sua casa e di correre in soccorso dei naufraghi di una nave finita sugli scogli. Quella notte lo rivela a se stesso più di mille trattati di psicologia o di antropologia. L’uomo si rivela nell’azione. Ma quali sono le esperienze, i silenzi, le attese, i sogni che poco a poco fanno sì che il piccolo bruco si tramuti in una farfalla? Polvere di stelle Secondo un illustre astrofisico contemporaneo3 ci sono volute tre generazioni di stelle per produrre la quantità di sostanza bio-fisica necessaria a dare origine a quelle 3

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È un’annotazione di George V. Coyne effettuata nel corso della decima cattedra dei non credenti organizzata dal Cardinale C.M. Martini nell’autunno del 1998. Il testo completo della relazione dal titolo “Riciclati dalle stelle” è pubblicato sul volume ”Orizzonti e limiti della scienza”, ed. Raffaello Cortina, 1999 in una collana a cura di G. Giorello. Alcune osservazioni dello scienziato appaiono davvero notevoli e ci interpellano sul significato ultimo del nostro esistere: “(…) Ma noi ci siamo e la nostra esistenza è intimamente legata all’energia dell’Universo di cui siamo parte. I nostri atomi si scambiano continuamente con quelli dell’Universo al punto che ogni anno il 98% del


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aggregazioni macromolecolari che hanno consentito il germogliare della vita sulla Terra. È dunque possibile affermare che anche l’uomo, che è composto della medesima sostanza stellare, è figlio delle stelle. Noi siamo parte dell’Universo e ne condividiamo il mistero. “Come punti di un ologramma portiamo in seno alla nostra singolarità non solo tutta l’umanità, tutta la vita, ma anche quasi tutto il cosmo, ivi compreso il suo mistero che giace senza dubbio al fondo della natura umana. Ma non siamo esseri che si possono comprendere unicamente dalla cosmologia, dalla fisica, dalla biologia, dalla psicologia”4. La domanda “da cosa nasce l’uomo?” può trovare risposte convincenti solo a partire da questo mistero insondabile che giace in noi.

nostro corpo si rinnova. Ogni nostro respiro mette in circolo miliardi e miliardi di atomi già riciclati nelle ultime settimane dal respiro di altri viventi. Nulla di ciò che ora forma i miei geni esisteva un anno fa. Tutto viene rinnovato, rigenerato ogni momento, attingendo a quella fonte di energia che è l’universo. La mia pelle si rinnova ogni mese e il mio fegato ogni sei settimane. Possiamo dire che, tra tutti gli esseri dell’Universo noi siamo tra i più riciclati! Siamo così ricondotti alle interrogazioni di fondo: Primo: la vita, nel quadro dell’evoluzione dell’universo fisico, doveva necessariamente apparire? O apparve per caso? Tale comparsa può essere spiegata? Secondo: la vita esiste solo sul nostro pianeta? Terzo: la vita a livello dell’intelligenza e dell’autocoscienza, rappresenta un fattore importante per la futura evoluzione dell’Universo? Sono domande forse che ci portano fuori del campo delle scienze e della natura. Preferisco tuttavia correre questo rischio riassumendole in un’unica questione tendenziosa: esistiamo solo per riciclare l’energia nella forma in cui ci viene fornita dall’Universo oppure siamo esseri speciali, nei quali l’Universo trova la possibilità di passare dalla materia allo spirito?”. 4 Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, ed. Raffaello Cortina., 2001. Una domanda analoga è alla base del bellissimo libro-intervista al grande scienziato francese Jean Guitton il quale si chiede” È proprio vero che teniamo tutti l’infinito nel palmo della mano?”. Jean Guitton “Dio e la scienza”, ed.Bompiani, 1993 un libro da leggere e discutere in Clan.

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Da cosa nasce l’uomo?

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