Simbolismo scout

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Simbolismo scout Vittorio Pranzini Salvatore Settineri

La collana tracce intende offrire ai capi scout e agli educatori indicazioni metodologiche e sussidi pratici per lasciare le tracce che servono ad orientare il cammino dei loro ragazzi.

Simbolismo scout

€ 10,00

Vittorio Pranzini Salvatore Settineri

In questo libro viene affrontato, per la prima volta in modo così ampio e approfondito, l’affascinante tema del simbolismo scout, secondo una visione sia pedagogica che psicologica, con frequenti riferimenti alle opere di BadenPowell e ai Manuali metodologici delle diverse Branche. Completano il testo un Glossario, con oltre cento voci, un Indice analitico, utile per la ricerca, e molte illustrazioni che testimoniano, anche da un punto di vista grafico, la particolare ricchezza del simbolismo scout.

aspetti pedagogici e psicologici


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collana tracce - metodo


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Incaricato nazionale al Settore comunicazione: Niccolò Carratelli

Prima edizione: Nuova Fiordaliso, ottobre 2002 Seconda edizione: Fiordaliso, gennaio 2016 Ristampa aggiornata: gennaio 2018

ISBN 978-88-8054-927-7 Grafica e impaginazione: Luigi Marchitelli In Redazione: Francesco Casale Consulenza editoriale: Stefania Cesaretti Stampato su carta ecologica

© Fiordaliso società benefit cooperativa

Largo dello Scautismo, 1 00162 Roma www.fiordaliso.it


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Vittorio Pranzini Salvatore Settineri

Simbolismo scout aspetti pedagogici e psicologici

edizioni scout • fiordaliso


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GLI AUTORI

Vittorio Pranzini (Marzabotto, Bologna, 1940), pedagogista, ha diretto gli istituti di rieducazione “C. Beccaria” di Milano e successivamente è stato dirigente dell’Area Educativa del Comune di Ravenna. Entrato nello scautismo nel 1953 ha fatto servizio educativo in diverse Branche e ricoperto incarichi regionali e nazionali nell’AGESCI, come responsabile della Formazione Capi e del Comitato Editoriale. È stato presidente del Centro Studi e Documentazione scout “M. Mazza” con il quale continua a collaborare, come pure con il Centro Documentazione dell’AGESCI e il Centro Studi ed Esperienze Scout B.-P. di Firenze. Svolge inoltre attività di ricerca su materiali di tradizione colta e popolare relativi alla cultura dell’infanzia e all’iconografia sacra di piccolo formato. Su queste diverse esperienze ha scritto numerosi saggi su riviste specializzate, cataloghi e opere individuali e in collaborazioni con altri. Con riferimento allo scautismo si segnalano le opere principali: Scautismo oggi (1981), Sulle tracce degli scout (1991), Pedagogia scout (2001), Simbolismo scout (2002), Scautismo in cartolina (2003), 1907-2007 Cent’anni di scautismo tra storia metodo e attualità (2007), Dizionario scout illustrato (2007), Leopardo spensierato. Piero Bertolini e lo scautismo (2011). Per questo suo impegno continuativo nell’ambito dello scautismo l’AGESCI gli ha conferito nel 2014 il Riconoscimento di Benemerenza. Salvatore Settineri (Messina 1953) medico, specializzato in Neuropsichiatria Infantile e Psichiatria, è professore associato di Psicologia Clinica dell’Università di Messina presso la quale svolge corsi di Psicologia Clinica per studenti di psicologia, medicina e professioni sanitarie. Nell’ambito dell’alta formazione è tutor di psicoterapia per gli specializzandi in psichiatria, direttore del master di II livello in psicodiagnostica clinica. Socio di diverse società scientifiche, tra le quali l’AIR (Associazione Italiana Rorschach) prima come delegato internazionale, poi come presidente ed oggi emerito. Socio della società internazionale Resau Universitaire du Rorschach, l’interesse per l’attività simbolica è stata maturata attraverso lo studio delle metodiche proiettive che pure insegna in ambito universitario con una produzione scientifica, di varia natura, che supera le duecento unità. Fondatore della rivista internazionale, open journal dell’Università di Messina, Mediterranean Journal of Clinical Psychology (MJCP) a tutt’oggi ne è l’editor. Entrato nello Scautismo nel 1962 ha seguito il percorso educativo dalla branca L/C a quella R/S, restituendo nel servizio di capo quanto interiorizzato. Ha servito in diversi ruoli nei quadri zonali (dello Stretto), regionali (Sicilia) e nazionali (Responsabile centrale al metodo, Incaricato nazionale stampa). Si ringraziano per la collaborazione: l’Associazione Centro Studi e Documentazione scout “Mario Mazza” e il Centro Studi e Ricerche AGESCI


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A tutti i nostri Capi e Assistenti ecclesiastici che ci hanno insegnato a comprendere il grande valore educativo del linguaggio simbolico dello Scautismo


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Indice

PRESENTAZIONE di Giorgio Basadonna

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INTRODUZIONE ALLA NUOVA EDIZIONE

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Capitolo 1 L’importanza del linguaggio simbolico nello Scautismo 1.1 Introduzione 1.2 Baden-Powell e il simbolo

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Capitolo 2 Psicologia del simbolo 2.1 Introduzione 2.2 Simbolismo e gioco 2.3 Simbolo e separazione

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Capitolo 3 Valore simbolico dell’ambiente naturale 3.1 Introduzione 3.2 La Giungla dei Lupetti 3.3 Il Bosco delle Coccinelle Il Prato – La Montagna 3.4 Il Deserto 3.5 Percorsi, vie di comunicazione 3.6 Piante e fiori La Quercia – Il Giglio – Il Trifoglio 3.7 Altri simboli L’Arcobaleno – I Colori – Il Fuoco – La Stella

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Capitolo 4 Valore simbolico del mondo animale 4.1 Introduzione 4.2 Gli animali della Giungla 4.3 Gli animali del Bosco 4.4 Il drago di S. Giorgio 4.5 Altri animali

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Capitolo 5 Mondo simbolico e natura

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Capitolo 6 Psicologia dello spazio simbolico 6.1 Coscienza e simboli 6.2 Proiezione e simboli 6.3 Simboli e affetti 6.4 Simboli e vivacità dell’intelletto 6.5 Simboli e mandala 6.6 La degradazione simbolica

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Capitolo 7 Simboli di origine militare 7.1 Introduzione 7.2 Soldati di pace Il Cavaliere – La Scolta – L’Esploratore, la Guida e il Rover 7.3 Le Insegne e gli Emblemi 7.4 L’Uniforme 7.5 Il Distintivo 7.6 Il Saluto scout 7.7 L’equipaggiamento

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Capitolo 8 L’importanza educativa del simbolo 8.1 Introduzione 8.2 Simboli che educano ai Valori 8.3 Simboli che accompagnano il cammino di Progressione Personale 8.4 Simboli che favoriscono il processo di identificazione 8.5 I segni non sono le cose

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Capitolo 9 Simboli e repressione Capitolo 10 Attività con contenuti simbolici 10.1 Introduzione 10.2 Il Gioco 10.3 L’Ambiente Fantastico 10.4 Le Cerimonie 10.5 La Spiritualità scout 10.6 Le varie forme di Espressione Il Racconto 10.7 Le Tecniche L’Osservazione

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APPENDICE Il simbolismo nella grafica scout

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GLOSSARIO DEL SIMBOLISMO SCOUT

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E DELLE TERMINOLOGIE UTILIZZATE BIBLIOGRAFIA

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INDICE ANALITICO

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Presentazione

Finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dedicare pensiero, studio… e pagine alla realtà del simbolo, alla sua presenza, alla sua funzione esplicita o nascosta nella vita umana. La vita da sempre è animata e arricchita dal valore simbolico, di quanto e come la caratterizza, e genera gli elementi fondanti della sua identità, ma non sempre questo aspetto viene considerato e realizzato nel modo più proprio e più fecondo. C’è al riguardo un senso di autosufficienza, o peggio, la paura di lasciarsi vincere dall’irrazionale, e si tende invece a valorizzare tecniche e proposte volontaristiche, mentre la presenza simbolica viene vista solo emotivamente, oppure le si affida un compito taumaturgico, una capacità di trasformare persone e abitudini. Anzi, mi pare che la civiltà odierna – la nostra, occidentale – tende a cancellare le tracce del simbolo, e a fermarsi solo sull’immediato, sul visibile, in una sterile dimensione alla ricerca di dimostrazioni e garanzie sempre più assolute, oppure si accontenta di un succedersi anonimo di cose, di fatti, di episodi subito consumati. Uscire dal dato concreto verso intuizioni e suggestioni che aprono orizzonti e strade diverse, sembra un fatto di debolezza, un disprezzo delle possibilità tecniche oggi così facili. È certamente una tendenza che taglia in radice ogni visuale, ogni respiro, e conduce anche senza volerlo al gusto della magia, della superstizione, dell’esotico, al fascino dell’ignoto, fenomeni oggi sempre più diffusi, quasi una rivincita dell’essere umano fatto per spaziare su campi sempre più vasti, e trascendere i propri limiti. È di qui, da questo contesto che nasce la difficoltà di una fede religiosa, e anche un appiattimento culturale, un tramonto del gusto artistico. PRESENTAZIONE - 11


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Gesù stesso rimprovera alla folla tornata da lui l’indomani della moltiplicazione dei pani: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato questi pani e vi siete saziati.” (Gv 6,26). Le cose, non i segni a cui le cose richiamano, diventano l’unico scopo e l’unica visuale importante. Anche nello scautismo, talvolta, ci si ferma alle cose da fare, alle iniziative straordinarie e spesso anche pericolose, senza entrare nella profondità di quanto si opera, scoprendone i valori e le ricchezze nascoste, che alla fine sono gli unici indici educativi, le uniche linee costruttive della personalità umana. Ben vengano queste pagine nate da due esperienze e da due competenze che indagano nel linguaggio simbolico dello Scautismo, e ne rivelano l’importanza basilare per l’azione educativa all’interno di questa proposta giovanile, e di qualunque altra modalità che voglia rivelare la realtà profonda della persona umana e aiutarla a realizzarsi. Sono pagine che aiutano ad approfondire la tematica pedagogica e psicologica superando le facili conoscenze superficiali, legate all’abitudine di frasi e di espressioni imparate a memoria. Vittorio Pranzini, pedagogista e scout da sempre, è responsabile del Comitato Editoriale dell’AGESCI e Presidente del Centro Studi e Documentazione scout “Mario Mazza”. Salvatore Settineri, scout ed educatore scout, è docente di psichiatria della Facoltà medica dell’Università di Messina. La loro esperienza e lo studio delle “scienze umane” hanno prodotto questo lavoro che si rivolge ai Capi scout, per offrire punti di verifica e di confronto della loro azione, un itinerario (la strada…!) per seguire e lasciarsi illuminare dalla pedagogia e dalla psicologia come oggi viene studiata e riscoperta. Ringraziamo chi ci offre queste pagine – anche se talvolta un po’ dure – in cui un’ottica più scientifica invita a capire, realizzare e godere, con più profondità, quanto lo Scautismo contiene e offre alla gioventù d’oggi. Sarà per i Capi e per tutto lo Scautismo italiano e non solo un’occasione per rinnovare la fiducia nel Metodo e impegnarsi a viverlo e a trasmetterlo con sempre nuovo slancio e ricchezza. Giorgio Basadonna 2002

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Introduzione alla nuova edizione

Ben venga la nuova edizione di questo libro, dopo 13 anni dalla prima, che dimostra l’interesse ancora esistente da parte dei capi, e non solo, di argomenti come questi che nonostante presentino una particolare attrattiva non sono sempre facili da comprendere, come aveva sottolineato don Giorgio Basadonna – indimenticabile assistente scout, scrittore e giornalista – nella sua presentazione alla prima edizione di questo libro: “La civiltà odierna – la nostra occidentale – tende a cancellare le tracce del simbolo, e a fermarsi solo sul’immediato, sul visibile… Uscire dal dato concreto verso intuizioni e suggestioni che aprono orizzonti e strade diverse, sembra un fatto di debolezza, un disprezzo delle possibilità tecniche oggi così facili.” Questo lavoro, scritto a quattro mani, è dedicato a tutti coloro che dello Scautismo desiderano approfondire gli aspetti più nascosti. Per profondità intendiamo anche la strada che si apre alla riflessione e cioè quella parte dell’attività dell’uomo che supera l’apparenza e la ragione per ricercare la completezza di quel che si è. Infatti, se da un lato sono aumentate enormemente le potenzialità dei mezzi di comunicazione di massa, dall’altro alcune forme di linguaggio iconico si sono così semplificate, come dimostrano le centinaia di disegnini, come, per esempio, gli emoticons o gli emoij, che si scambiano specialmente i giovani nei messaggini, per esprimere sentimenti evitando l’uso di parole, ma che non hanno niente a che fare con la INTRODUZIONE - 13


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realtà simbolica di cui parliamo in questo libro. Nel saggio risultano evidenti due anime – anche in relazione alle diverse competenze degli autori – la prima delle quali è pedagogica e cioè orientata a far emergere il valore educativo del simbolo nei vari aspetti del metodo, dall’ambiente naturale a quello del mondo animale fino ai simboli di origine militare, con l’indicazione anche di giochi e attività che presentano contenuti simbolici. La seconda anima del saggio è decisamente psicologica ed è finalizzata ad evidenziare quegli aspetti dei simboli scout che hanno una ricaduta nella formazione del carattere e della personalità. Quest’ultimi aspetti dello Scautismo, pur costituendo uno dei punti pedagogici di B.-P. non sono stati sufficientemente valorizzati perché, spesso, l’educazione scout è stata considerata secondaria e del tutto supplementare a quella scolastica e a quella familiare, nel testo si è invece voluto intraprendere, in maniera talvolta ardita rispetto alla cultura media del lettore a cui è rivolto, la possibilità di un gioco mentale espresso dai simboli scout capaci di generare concezioni e visioni del mondo del tutto caratteristiche e tipiche. Per queste ragioni alcuni capitoli appariranno di difficile lettura e ciò deriva dalla difficoltà di esemplificare un argomento complesso all’altare del banale che, spesso, sortisce l’effetto di una informazione errata oppure di una stupidità per la quale lo Scautismo è relegato ad una sorte di romanticismo o di genere letterario medievale lontano da questo tempo. Del resto una delle tesi sostenute nel testo è quella per la quale più un simbolo è decifrabile, più facilmente si trasforma in un segno univoco e denominabile; la significazione chiara, esaustiva, completa di tutto ciò che è simbolico, determina automaticamente la scomparsa del simbolo e del suo valore interrogante; un po’ come è avvenuto con le parole che, in origine simboliche (significanti) sono diventate sempre più referenti di significato. Lo Scautismo dalle prime intuizioni di B.-P. ad oggi si è 14 - SIMBOLISMO SCOUT


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adeguato al tempo diventando progettuale e, pianificando l’educazione, ha importato dalla pedagogia esterna schemi e modelli concettuali dominanti ma in questa giusta e forse necessaria evoluzione rischia una eccessiva riduzione cartesiana per la quale la prima tappa è la semplicità, il lineare e l’ordine che spesso camuffano solo superficialità ed altri modi inconsci dell’esistenza. Alla luce della ragione il simbolo è allora deprivato della sua reale funzione, che è quella di allargare le possibilità attraverso le quali la coscienza si rinforza fuggendo ai pericoli che oggi si chiamano fondamentalismo, rigidità di pensiero, mancanza di interdipendenza fra pensiero e azione, capacità di amare l’altro per quello che si vede o che ci fa comodo e non per quello che è. Questo saggio, nel quale sono state aggiornate alcune parti, specialmente quelle relative alla componente psicologica, porta un’ambizione che è quella del recupero di alcuni aspetti dello Scautismo per il tramite del simbolo; una reintroduzione pensata sia per quelli che si affacciano allo Scautismo senza averne esperienza sia per coloro che ritengono obsoleto il mondo simbolico in un’era dominata dalla logica e dalla separazione delle funzioni mentali. Infine per nostra scelta è stata esclusa tutta la parte relativa ai simboli del campo liturgico, a parte qualche isolata citazione; scelta motivata sia dall’incompetenza che dalla necessità di confinare lo Scautismo a quegli aspetti generali del simbolismo, anche religiosi, ma non necessariamente legati al cattolicesimo. Per collegare le varie parti fra loro è stato utilizzato un sistema per il quale tutti i simboli citati nel libro sono riassunti in un indice analitico. È stato anche predisposto un glossario in cui si sintetizzano o si chiariscono alcune voci del testo e che facilitano nel lettore la possibilità di creare percorsi specifici o diversi dalle finalità del saggio. Inoltre, a commento del testo, vi sono numerose illustrazioni che, tramite il linguaggio iconografico, testimoniano

INTRODUZIONE - 15


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ulteriormente la grande ricchezza del simbolismo presente nel metodo educativo dello scautismo. Infine ci auguriamo, vista la richiesta di un’ulteriore ristampa proveniente specialmente dai capi piÚ giovani, che questo libro possa ancora rispondere al bisogno di conoscere sempre meglio il metodo educativo dello Scautismo e delle sue grandi potenzialità , specialmente nelle sue componenti simboliche, tuttora in grado, una volta svelate, di produrre vere emozioni e indicazioni utili per percorrere il cammino scout. Gli Autori

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Capitolo 1

L’importanza del linguaggio simbolico nello Scautismo In questo capitolo viene introdotto l’argomento con alcune definizioni e semplici esemplificazioni, per evidenziare l’importanza che ha il linguaggio simbolico nello Scautismo.

Uno degli aspetti più specifici del Metodo scout consiste nella sua modalità di comunicazione in quanto utilizza un linguaggio educativo del tutto particolare: è un linguaggio incomprensibile per chi non lo conosce, mentre risulta comprensibile, immediato, interessante, divertente e ricco di significato per chi lo usa e lo vive. Infatti chi osserva lo Scautismo dall’esterno non solo ha difficoltà a comprendere il significato di molte parole, immagini e gesti, ma gli risulta difficile anche capire l’uso che esse hanno all’interno del metodo e quale importanza possano avere nel processo educativo. Non è sempre facile essere consapevoli di tutto ciò, anche per il Capo, generalmente più preparato sull’uso tecnico dei vari linguaggi simbolici, che nella comprensione del valore pedagogico che essi possiedono. Anche per queste ragioni possono risultare utili alcune riflessioni iniziali di carattere generale sul valore della comunicazione nel Metodo scout, con particolare riferimento al linguaggio simbolico, per capire meglio il suo significato ed il valore educativo che possiede. Infatti, uno degli aspetti principali dello Scautismo consiste proprio nella sua capacità di esprimersi e di comunicare facendo largo uso della metafora e del linguaggio simbolico, servendosi di numerosi mezzi di comunicazione, specialmente non verbali. Si tratta di una caratteristica singolare ed originale che non si ritrova in altri sistemi educativi e che si può considerare come il risultato delle diverse culture che hanno influito sulla formazione di B.P. Quella anglosassone tradizionalmente caratterizzata, nel campo educativo, dal pragmatismo; quella cristiana, ricca di valori e di un

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linguaggio simbolico in grado di esprimerli; quella orientale, nella quale prevale l’interesse per i fenomeni naturali, i riti, le storie fantastiche e il mistero; quella militare che usa un linguaggio con caratteristiche tutte particolari quali i gesti simbolici, tecnici e codificati (P. Bertolini - V. Pranzini, Pedagogia scout, p. 89). Si pone in modo trasversale a tutte queste diverse culture una visione cristiana della vita, che dà un senso ed un significato educativo a tutto il metodo, superando l’aspetto più propriamente tecnico e culturale. Nelle pagine che seguono appariranno le tracce suggestive di tutti questi mondi, ognuno dei quali è presente con propri simboli, carichi di significato, perché da sempre si trovano nella coscienza spirituale dell’uomo. Per avviare concretamente questa riflessione sull’importanza del linguaggio simbolico nello Scautismo partiamo dal brano che segue, particolarmente esemplificativo, in quanto contiene molti elementi utili per il nostro ulteriore approfondimento.

SIMBOLISMO Tutta la vita scout fa affidamento a momenti suggestivi, a esperienze emotive, e si interessa di luoghi e di occasioni dove il sentimento e l’intuizione hanno una grande importanza. Basta pensare ai campi, ai fuochi di bivacco, alle cerimonie della promessa, alle messe al campo… per avere un’idea di come la vita dello Scout sia piena di elementi che coinvolgono tutta la personalità. Ma quello che importa, in questo succedersi e accavallarsi di esperienze, è il loro valore profondo, è quella realtà più misteriosa e impalpabile che sta al di là di questi gesti e di questi momenti. È il valore del simbolo, è la percezione che nella vita umana nulla finisce là dove sembra chiudersi, e che tutto invece apre e invita a qualcos’altro, tutto porta dentro di sé il segno e il seme di un’altra realtà. Lo Scautismo conduce il ragazzo a sfondare lo spessore così duro delle cose e dei rapporti umani, per cogliere la trasparenza dello Spirito, la presenza di altre verità e altre suggestioni. È l’invito contrario al piatto e squallido fascino delle cose che si consumano; è il richia-

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mo dell’infinito e dell’eterno che fa capolino da tutte le cose; è, alla fine, il richiamo dello Spirito di Dio che informa tutta la creazione e così parla a ogni uomo, rivelandogli le grandezze e le bellezze della vita umana e del Dio che l’ha pensata. Per questo, lo Scautismo è così attento all’“espressione”, pur che non la si restringa solo alle “scenette”, così spesso banali e ben lontane dall’educare al valore dell’esprimersi e dell’esprimere la profondità e la ricchezza che ciascuno si porta dentro! Lo Scautismo è attento a educare la fantasia e la capacità di vedere al di là delle cose, è teso a portare il ragazzo fuori dai soliti limiti soffocanti di abitudini e di ripetizioni sbiadite, e verso una vastità senza limiti. L’apprendere delle tecniche di espressione, allora, non è soltanto un modo per riuscire a fare teatro, ma ben più è lo sforzo di fare uscire da sé quelle ricchezze che via via la vita nella natura e la relazione interpersonale accumulano in ciascuno. L’educazione al simbolismo dispone l’animo a cogliere il senso profondo della realtà, a lasciarsi colpire dal richiamo misterioso delle cose e delle persone, a gustare in ogni momento la ricchezza invisibile del messaggio che viene da ogni avvenimento: dispone cioè quella interiorità che si apre alla parola di Dio, all’ispirazione dello Spirito, al rivelarsi incessante e mai esaurito della Verità totale. Anzi, proprio perché vuole educare, lo Scautismo tende a superare quella massificazione opaca che sta invadendo il vivere comune, e diventa lo sforzo perenne di andare al di là delle cose. Ogni cosa, avvenimento, incontro, è percepito nella sua realtà concreta e materiale, ma contiene sempre un elemento che immediatamente non è percepibile e si rivela soltanto a una più attenta analisi. È il significato profondo che rivela una connessione con altre realtà, è il valore che solo l’uomo, attento e curioso indagatore, può scoprire e deve scoprire se vuole realizzare tutta la verità delle cose e di se stesso, delle sue capacità. Lo Scautismo vuole aiutare il ragazzo e il giovane, e renderli capaci di vedere sempre queste realtà nascoste: il senso del simbolo, il senso dello spirito, il senso del trascendente. È ancora la verità della beatitudine che insegna Gesù e che richiede un cuore puro: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”. (Giorgio Basadonna, Spiritualità della strada, pp. 39-41)

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Abbiamo voluto iniziare l’argomento con questo brano perché descrive, in modo magistrale, i principali aspetti che contribuiscono a determinare la straordinaria importanza che riveste il simbolo nell’educazione scout e, quindi, ci può essere di aiuto per entrare subito nel vivo del discorso, con uno sguardo d’assieme completo. In esso, infatti, sono contenuti aspetti relativi: - all’interpretazione del simbolo che “porta dentro di sé il segno e il seme di un’altra realtà”; - all’importanza che ha l’ambiente educativo che “fa affidamento a momenti suggestivi, a esperienze emotive, e si interessa di luoghi e occasioni dove il sentimento e l’entusiasmo hanno una grande importanza”; - agli aspetti educativi del simbolo che “dispone l’animo a cogliere il senso profondo della realtà, a lasciarsi colpire dal richiamo misterioso delle cose e delle persone, a gustare in ogni momento la ricchezza invisibile del messaggio che viene da ogni avvenimento”; - alla necessità di educare “al valore dell’esprimersi ed esprimere la profondità e la ricchezza che ciascuno si porta dentro”; - all’utilità che può venire dall’utilizzo di alcune tecniche scout, come l’espressione. - all’aiuto che lo Scautismo può dare per rendere i ragazzi e i giovani capaci di vedere, attraverso la comprensione del simbolo, il senso dello Spirito e del Trascendente. Nel brano succitato il simbolo è descritto come “quella realtà più misteriosa e impalpabile che sta al di là di gesti e momenti particolari, che porta dentro di sé il segno e il seme di un’altra realtà”. Questa descrizione è molto simile alla nota definizione di C.G. Jung, secondo il quale una parola o un’immagine sono simboliche quando contengono più di quanto vi si può scorgere a prima vista. Anche nel dizionario DevotoOli il simbolo viene definito come un segno che richiama immediatamente una realtà importante ma nascosta e solo approssimativamente definibile. Nel mondo antico symbolon era un oggetto scomposto in due parti, fatto di argilla, di legno o di metallo, una piccola immagine che doveva essere ricomposta per riacquistare il suo significato e fungere da segno di riconoscimento. Amici o soci d’affari, creditori o debitori, pellegrini, persone vicendevolmente legate da qualche motivo, spezzavano in due il simbolo quando dovevano partire e poi potevano in qualsiasi momento riconoscersi o riconoscere i propri inviati ricomponendo il simbolo, margine a margine. In tempi più recenti questo sistema veniva utilizzato per poter rico20 - SIMBOLISMO SCOUT


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noscere, a distanza di anni, i bambini abbandonati negli orfanotrofi: nei pannolini la mamma lasciava la metà di una piccola immagine di carta, generalmente un santino, che veniva conservata dalle suore come documento di riconoscimento qualora qualcuno avesse rivendicato la paternità del bambino. Forse due esempi pratici presi direttamente dallo Scautismo ci possono aiutare a comprendere ancora meglio questi concetti. Come afferma Baden-Powell, in Scautismo per ragazzi, il saluto scout si fa alzando la mano destra, palma in avanti, pollice piegato sull’unghia del mignolo e le altre dita distese e diritte verso l’alto. Questo gesto per la maggior parte delle persone non ha alcun significato, mentre per qualsiasi Scout le tre dita ricordano le tre parti della Promessa scout: di fare del proprio meglio per compiere il proprio dovere verso Dio e verso il proprio Paese; di aiutare gli altri in ogni circostanza; di osservare la Legge scout. Questo gesto, che racchiude un preciso messaggio, si può considerare come un vero e proprio linguaggio delle mani, così diffuso in tutte le culture, specialmente nelle azioni liturgiche e nelle cerimonie, nelle quali, le mani, a seconda della posizione, assumono significati diversi: preghiera, implorazione, sottomissione, imposizione, benedizione, come possiamo osservare chiaramente, ad esempio, nei mosaici ravennati (V. Pranzini, a cura di, Visibilia. Immagine e messaggio nei mosaici ravennati). Un altro esempio, sempre preso da Scautismo per ragazzi lo troviamo in un episodio che si riferisce alla vita di Kim.

1.2 BadenPowell e il simbolo

KIM NEL SERVIZIO SEGRETO Una volta che Kim viaggiava in treno incontrò un indigeno che aveva la testa e le braccia malamente ferite. Egli raccontò agli altri viaggiatori di essere caduto da un carro che lo trasportava alla stazione, ma Kim, da bravo scout, osservò che le ferite erano nette, e non escoriate come quelle che si possono produrre cadendo da un carro, e non gli credette. Mentre l’uomo si aggiustava la fasciatura della testa, Kim osservò che egli portava al collo un medaglione simile al suo, e mise perciò in mostra il proprio. Immediatamente l’uomo introdusse nella conversazione alcune delle parole segrete e Kim rispose con le parole giuste. (Baden-Powell, Scautismo per ragazzi, p. 31)

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Come abbiamo visto la proprietà principale del simbolo sta proprio in questo: rivelare determinati aspetti della realtà, quelli più profondi, che sfuggono ad altri mezzi di conoscenza, tramite una comunicazione che utilizza vari tipi di linguaggi sia verbali che non verbali. Nel Dizionario di Pedagogia di Piero Bertolini il linguaggio viene definito come la “facoltà di comunicare attraverso l’uso dei segni, ossia di qualcosa (parola, suono, immagine, gesto, postura, distanza spaziale) che sta per qualche altra cosa. Il linguaggio è un aspetto di quella capacità simbolica attraverso cui è possibile costruire rappresentazioni di cose lontane nel tempo e nello spazio, cose inesistenti o che non cadono sotto i nostri occhi”. A seconda del genere di supporto materiale usato per costruire i segni e delle regole in base a cui essi sono prodotti per comunicare qualcosa, i linguaggi sono distinguibili in: linguaggio verbale, gestuale, mimico, prossemico, iconico e grafico-pittorico che costituiscono l’insieme di risorse espressive e comunicative utilizzate da animali ed essere umani per interagire fra di loro. Una classificazione dei diversi tipi di linguaggio utilizzati dall’uomo può essere fatta tenendo conto dei sensi del nostro corpo che ci permettono di captare i segnali di ciascun linguaggio: ci possono quindi essere linguaggi fondati sull’udito (suoni e rumori prodotti col corpo oppure con strumenti); sulla vista (movimenti, atteggiamenti e posizioni del corpo, immagini e segnali); sul tatto (i vari modi di stabilire un contatto fisico tra le persone) e addirittura sull’olfatto e il gusto. Infatti, nella comunicazione umana, l’uso della lingua è sempre associato con altre forme di linguaggio: i gesti, la mimica del volto, la distanza interpersonale, la postura del corpo costituiscono altrettanti modi con cui i significati vengono veicolati e dalla cui interpretazione dipende la comprensione del messaggio. Inoltre la comunicazione verbale è fatta anche da forme di comunicazione vocale ma non linguistica: tono e volume della voce, pause, ritmo delle parole sono, insieme alla lingua, componenti costitutive del linguaggio verbale. È evidente che la capacità di entrare in comunicazione con l’Altro da sé rappresenta una delle condizioni irrinunciabili per un’autentica competenza pedagogica: essa infatti significa e comporta la considerazione dell’educando come un soggetto con il 22 - SIMBOLISMO SCOUT


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quale occorre mettersi in rapporto vicendevole, in una prospettiva di comprensione e di riconoscimento dell’altro che rappresenta l’orizzonte principale del rapporto educativo. Da questo punto di vista è stupefacente notare come nel Metodo scout tutte queste diverse modalità di comunicazione siano utilizzate, da sole o in relazione con altre, a seconda dell’obiettivo educativo che si vuole raggiungere. Un altro esempio, questa volta preso da un brano autobiografico dello stesso Baden-Powell, ci può aiutare a comprendere ancora meglio come alcune tecniche scout, in particolar modo quelle relative all’osservazione e all’espressione, siano in grado di educare alla formazione di un linguaggio simbolico utilizzando mezzi espressivi diversi, imparando contemporaneamente anche la sua decodificazione.

A CACCIA DI FARFALLE IN DALMAZIA Una volta andai a “caccia di farfalle” in Dalmazia. Il mio compito era di investigare la posizione, forza ed armamento delle postazioni di artiglieria costruite sulle cime delle montagne sovrastanti Cattaro. Andai armato delle armi più efficaci a tale scopo, armi che mi hanno servito egregiamente in molte campagne analoghe. Presi con me un album da disegno, nel quale erano riportati numerosi schizzi – alcuni finiti, altri appena abbozzati – di farfalle di ogni ordine e grado. Con questo album, una scatola di colori, e un retino per farfalle in mano, ero al di sopra di ogni sospetto per chiunque mi avesse incontrato sui deserti pendii delle montagne, persino nelle vicinanze dei forti. Non osservavano abbastanza attentamente i miei schizzi di farfalle per accorgersi che le venature delicatamente tracciate delle ali erano esatte riproduzioni, in scala, delle loro stesse fortificazioni, e che le macchie sulle ali denotavano il numero, la posizione e i diversi calibri dei pezzi d’artiglieria.

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Altri esempi di disegni che dissimulano piante di fortezze e che vennero da me usati con successo sono i seguenti:

(Baden-Powell, La mia vita come un’avventura, pp. 205-210)

Come abbiamo visto la comunicazione avviene mediante segnali (gesti, immagini, suoni,...) inviati da un emittente ad un ricevente; a questi segnali si dà un significato in base ad un codice e solo un sistema di segnali così definito e organizzato ci dà un vero linguaggio. Tenuto conto di queste semplici regole, che stanno alla base dell’organizzazione e della comprensione del linguaggio, risulta evidente la ricchezza di quello Scout che possiede, come vedremo, molteplici segnali specifici il cui significato risulta comprensibile grazie ad un codice di interpretazione, che chi vive l’esperienza scout impara gradualmente a conoscere e ad utilizzare. 24 - SIMBOLISMO SCOUT


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In questo contesto di comunicazione, particolare importanza assume il linguaggio simbolico che dà origine ad una serie di espressioni linguistiche e gestuali che permettono di comunicare, con particolare pregnanza ed immediatezza, un certo mondo simbolico che costituisce un sistema di valori fondamentali del Metodo scout. Per rendere più evidente questo ricco ed affascinante mondo simbolico abbiamo cercato, come vedremo successivamente, di adottare un ordine espositivo che prevede tre passaggi principali: nel primo i simboli sono illustrati suddivisi a seconda della loro provenienza; nel secondo vengono invece illustrati riaccorpati con altri criteri che tengono conto del significato educativo e psicologico che svolgono all’interno del nostro Metodo; nel terzo sono illustrate le principali attività scout che presentano contenuti simbolici. Si tratta di una distinzione che, se può apparire artificiosa, permette però una migliore comprensione della complessa simbologia scout in quanto, mentre la consapevolezza del mondo di appartenenza dei diversi simboli ne facilita la loro comprensione, soprattutto in relazione al significato tradizionale di molti di essi, conosciuti anche in altri ambiti culturali, il significato che assumono nel nostro specifico contesto educativo, invece, ne giustifica l’uso e li mette in relazione gli uni con gli altri in una rete di rapporti veramente unica nel panorama dei sistemi educativi rivolti all’educazione dei giovani.

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