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RO REFLESSOLOGIA OGGI
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RIFLESSI DI BENESSERE Anno XXV - N. 1 - Marzo 2011
SOMMARIO 4 6
EDITORIALE RO, 25 anni in punta di piedi
Direttore Responsabile Stefano Suardi
STAR BENE SI PUÓ L’organismo si ribella e schiera le sue sentinelle
10 TECNICHE DEL BENESSERE
Xiao Chuan, l’allergia respiratoria
Consulente editoriale Carlo Gaeta Progetto grafico Promotion Merate s.r.l. Merate (LC)
13 I CONSIGLI DELL’ESPERTO
Le allergie fioriscono? Combattiamole con un fiore
Stampa MEDUSA - Caravaggio (Bg) Via L. Da Vinci - Tel. 0363/53919
14 MEDICINA
Una reazione diversa, inaspettata
17 REFLESSOLOGIA
delle vie respiratorie del bambino
21 CONVEGNO NAZIONALE FIRP 2011 Essere donna, essere madre
23 IL PARERE DELLO PSICOLOGO
Quando la psiche ci mette lo zampino
24 SCIENZE
Segnali elettromagnetici in reflessologia
Direzione,Redazione, Segreteria e Pubblicità: RO - Via A. Manzoni,29 24053 Brignano Gera d’Adda (BG) C/C post.36643203 Tel.334.3112856 e-mail:info@firp.it Tutti i diritti sono riservati. Testi e immagini inviati al giornale non verranno restituiti. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente l’opinione dei singoli autori.Abbonamento annuale € 10,00,arretrati € 5,00. Versamento su vaglia postale o C.C.P. n.36643203 intestato a FIRP, Via Manzoni,29 24053 Brignano Gera D’Adda (BG).
27 BENESSERE Quando il lavoro chiede troppo
Registrazione Tribunale di Bergamo n.14/05 variata il 4 maggio 2010
30 CONSIGLI ED EVENTI
Spedizione in abbonamento postale Filiale Bergamo Pubblicità 70%
L’agenda del benessere
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FOCUS
Benefici reflessologici per la bronchite asmatica
19 Le patologie allergiche
Comitato di Redazione Gianpaolo Bonetti Federico Merisi Ezio Pianezzi Anna Villa Donato Virgilio
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RO,25 anni in punta di
Editoriale
Stefano Suardi Presidente Firp e Direttore RO
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i avviciniamo alla fine dell’inverno risvegliandoci dal letargo invernale col suo freddo, la nebbia, la neve, che lasciano finalmente spazio al sole, dapprima tiepido e poi sempre più convinto. Accade ovviamente tutti gli anni ma è sempre uno spettacolo della natura che ha nei colori tenui l’annuncio della nuova stagione. Ognuno di noi sente nuove sensazioni, pare che la vita ricominci. Il giubbino sostituisce il cappotto anche se, spesso, una rondine non fa primavera. Ma qualcosa è in agguato: le allergie di stagione, malattie comuni, anche in aumento, che affliggono tante persone in modo più o meno importante. Sono soprattutto gli occhi e le vie respiratorie ad essere coinvolti. Per contrastarne i sintomi e prevenire le crisi ricorriamo all’uso di farmaci, spesso in modo abbondante, ma potremmo anche rivolgerci al mondo del Naturale, ricevendo dalla natura le risposte che cerchiamo. Ce ne occupiamo in questo numero del giornale affrontando la parte clinica della malattia ma soprattutto offrendo contributi su quanto c’è al di fuori della medicina tradizionale: dall’omeopatia alla medicina cinese, ai Fiori di Bach, che sono qui rappresentati, ovviamente uniti alla nostra tecnica reflessologica che pratichiamo e illustriamo ormai da anni, dando il giusto risalto ai casi trattati dai nostri qualificati reflessologi. Questo però è un numero speciale perché segna il 25° della rivista che vogliamo ricordare e festeggiare in queste pagine e nel prossimo Convegno
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ta di piedi Nazionale Firp in programma a metà aprile a Riccione. Nella primavera del 1987 si dava alle stampe il primo numero di R.O. e: “io c’ero“. Lo dico con orgoglio perché questa rivista si è rivelata fondamentale strumento e veicolo di comunicazione con i Soci FIRP e non solo. È filo di collegamento con il mondo esterno alla reflessologia, con chi ha espresso interesse e apprezzamento per la nostra disciplina e per quanto facciamo. Dalla prima idea di "house organ" federativo dei reflessologi italiani si è via via fatto strada un progetto editoriale diverso, più ampio, in grado di rispondere alle aspettative di tutti coloro che praticano e si avvicinano al grande universo del Benessere. Da un anno ormai Reflessologia Oggi ha lasciato spazio a nuovi Riflessi di Benessere, senza dimenticare il suo vivace passato sottolineato da un’esperienza editoriale lunga un quarto di secolo. Un “Grazie” sincero va a tutti coloro che hanno dato e danno il loro fattivo contributo alla crescita di uno strumento editoriale che vive soprattutto di passione. Se oggi siamo ancora qui è perché abbiamo sempre creduto in questo progetto e abbiamo ogni volta voluto metterci in gioco con spirito di servizio per far crescere il confronto, fare informazione di settore e comunicare il Benessere. Senza presunzioni... in punta di piedi. Buona lettura e Buon Compleanno RO
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L’organismo si ribella e schiera le sue sentinelle Parola d’ordine:riequilibrio!
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llergia: che bella parola, e quanti significati assume! Ma ciascun significato ha sempre lo stesso denominatore comune, contrassegnato da una qualsiasi forma di rigetto, di rifiuto, da parte dell’allergico nei confronti dell’allergene. Troviamo così chi è allergico ai pollini, chi alle fragole, chi alla cioccolata, chi al lavoro (ahi!), chi alla suocera (doppio ahi!) e sempre la reazione è la stessa: una forma di sofferenza, fisica o relazionale, che porta a tenere le distanze con la causa del malessere. Come nasce questa reazione? Battutacce a parte (ma non del tutto), l’allergia rappresenta un meccanismo del nostro corpo che si attiva ogni qualvolta si entra in contatto (più o meno fisico) con un “qualcosa” che – a torto o a ragione – viene riconosciuto come incompatibile e determina una risposta difensiva da parte dell’organismo. Ma andiamo per gradi. IL SOGGETTO ALLERGICO Ogni essere vivente ha ben impressi nel suo profondo dei meccanismi comportamentali e fisiologici istintivi, che fanno parte del concetto stesso di vita; tra questi, il più elementare è l’istinto di sopravvivenza, autentico motore basilare del nostro esistere. Talmente basilare che la Natura ha sviluppato tutta una serie di compe-
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RO tenze di fondo di cui tutti siamo dotati, attive già dai primi mesi di vita fetale. Nel corso dell’evoluzione del regno animale, l’asse portante di queste competenze è stato identificato in un sistema organico sempre più complesso ed altamente specializzato, il Sistema Immunitario. Nell’Uomo, tale sistema è composto da due par-
ti, delle quali una – la più arcaica, che condividiamo anche con gli invertebrati – denominata Immunità Aspecifica, si avvale dell’opera di cellule e altre sostanze che hanno il compito di eliminare “fisicamente” tutto ciò che non ha, diciamo così, il marchio di fabbrica dell’individuo cui appartengono. Questa azione è piuttosto grossolana, lenta, con risposta di basso livello ed inadatta a fronteggiare rapidamente le situazioni critiche; è vero che è subito attiva e mantiene il suo livello operativo ottimale per tutta la vita, ma produce effetti subito visibili: febbre, catarro; tanto catarro, ma tanto davvero: la costante dei bambini piccoli… Ma contemporaneamente comincia a mettersi in moto l’altra sezione dello stesso sistema, denominata Immunità Specifica o Acquisita, sviluppatasi circa due miliardi di anni fa con i primi vertebrati. In cosa consiste? Apparentemente l’uovo di Colombo: memorizzo i dati delle situazioni pericolose e sviluppo delle armi di difesa specifiche di cui tenere sempre pronti gli schemi operativi; ovviamente organizzo il Sistema in elementi dotati di compiti specifici (sentinelle, messaggeri, catene di montaggio per le armi, mezzi di trasporto rapido, raccolta e smaltimento rifiuti) in modo da intervenire con la massima tempestività e rapidità. Semplice, vero? Vero. Sapete quanto ci mette questo sistema ad essere pienamente operativo? Dai 5 ai sette anni, guarda caso più o meno quando il giovane essere umano passa dall’asilo alle elementari: e calano le “malattie”… In realtà non cala un bel nulla, i rischi sono gli stessi per Carlo che ha 2 anni e vive col fratello Antonio che ne ha 11: sono le reazioni di Antonio molto più rapide perché ormai strutturate e pienamente efficienti. È come andare da Milano a Roma in carretto (ci metti due giorni ed arrivi distrutto) piuttosto che in treno (ci metti due ore ed arrivi fresco come una rosa, FS permet-
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tendo…). Cos’è che cambia? Lo strumento. Stop. Ma è per questo che dobbiamo tenere lo strumento - Sistema Immunitario - efficiente e brillante, sollevandolo da un surplus di lavoro gratuito che rischia solo di ingolfarlo ed “invecchiarlo” precocemente, esponendolo ad errori operativi talvolta dai gravi effetti collaterali. GLI ELEMENTI ALLERGIZZANTI Ci si riferisce all’eccesso di tossine (alimentari, ambientali, atmosferiche, etc.) con cui entriamo in contatto quotidianamente, oltre ai noti virus, funghi e microbi vari ed assortiti che – paradossalmente – sono meno rappresentati degli agenti tossici suddetti. Tutto questo superlavoro espone i vari settori del Sistema Immunitario agli straordinari, e si sa che quando si esagera con gli straordinari si possono commettere errori, a volte anche gravi,
specie se l’organismo è dotato di troppa energia e invece della corrente 220 attacca la 380: se – survoltate – sono portate a commettere errori le cellule “sentinella”, succede che queste identificano come pericolosa anche la Croce Rossa, e passano l’ordine di spararle addosso. Vengono così identificati come pericolosi i pollini, gli acari, la forfora di alcuni animali, sostanze alimentari, coloranti, conservanti, farmaci: di tutto. Le armi immunitarie si chiamano Immunoglobuline e funzionano piuttosto bene, direi; ce ne sono più tipi (come in qualsiasi esercito che si rispetti) e nella battaglia contro i presunti “cattivi” di solito vengono impiegate quelle dette A (le pistole?) oppure E (diciamo i cannoni). Ovviamente gli effetti saranno diversi: andiamo dalle intolleranze (immunoglobuline A) alle allergie vere e proprie (immunoglobuline E, per gli intimi: IgE). LA REAZIONE Gli effetti della battaglia (nota bene: sempre determinata dalla miopia delle sentinelle, non da altro) saranno proporzionali alle forze in campo. Le IgE sono dei potenti attivatori di reazioni di difesa, chiamando in causa una serie di sostanze (citochine, prostaglandine, leucotrieni, soprattutto istamina ed altre ancora) responsabili dei sintomi evidenti: rossore cutaneo, edema, spasmo muscolare bronchiale, asma, colite, prurito, raffreddore, congiuntivite, etc.: i classici sintomi delle allergie. La localizzazione della reazione sintomatologica potrà poi variare da persona a persona, o in relazione alla sede del contatto, o in base a certe debolezze d’organo proprie della costituzione biotipologica del soggetto (es.: dermatiti per i sulfurici, asma per i fosforici, colite per i carbonici, e così via). La diagnosi apparentemente facile. Un esame del sangue svela la presenza delle armi col mirino starato (le IgE) e ci si comporta di conse-
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guenza: gli antiistaminici o il cortisonico nella medicina tradizionale; riequilibratori del Sistema Immunitario in fitoterapia (Ribes Nigrum, Uncaria Tomentosa, Manganese). CONCLUSIONE “Concludendo: grappa*****”, diceva un’antica pubblicità. Esattamente l’opposto di quello che serve: l’alcool. Già, perché in medicina naturale la tendenza di fondo non è eliminare o mascherare un sintomo, ma ridurre l’impatto delle cause determinanti. Prima causa determinante è mettere le sentinelle in grado di svolgere bene il proprio lavoro, evitando di riversare loro addosso una marea di lavoro difficile da smaltire. Qui si gioca la vera partita contro le allergie: sull’igiene di vita. Igiene alimentare, igiene ambientale, igiene farmacologica. R-I-E-Q-U-I-L-I-BR-I-O è la strategia fondamentale, sull’esterno e all’interno dell’organismo. E questo attraverso un’opera di drenaggio specifica per il livello di “intossicazione” sofferta dall’individuo. Già, l’individuo: quanto di più dimenticato e sottovalutato dalla medicina tradizionale, ovvero il singolo; ecco perché in Medicina non Convenzionale otteniamo risultati sempre più brillanti su queste patologie. Perché poniamo attenzione alla singolarità della persona e ci muoviamo in parallelo alle sue prerogative e possibilità di risposta. La natura offre molto; oltre a Ribes, Uncaria e Manganese per il Sistema Immunitario, abbiamo fitoterapici per il settore Intestinale (Noce Nero, Rosmarino, Tarassaco), per il Fegato (Ginepro, Cardo, Bardana), per il Polmone (Carpino, Astragalo, Elicriso), per la Cute (ancora il Noce, o il Cedro). Ottima l’Omeopatia, per un’azione più complessiva sul soggetto. Altrettanto valide le tecniche di contatto (Reflessologia, Agopuntura). Il tutto per portarci a riflettere su una questione di fondo: siamo noi i responsabili delle patolo-
gie allergiche, soprattutto incrementando il tasso di inquinamento globale del nostro habitat. Ma anche obbligando l’organismo a ritmi di operatività quotidiana esagerati, spesso superiori alle possibilità oggettive dell’individuo. Questo porta ad un maggiore livello di allarme e ad una più alta necessità di autodifesa. Su questo sbilanciamento tra richiesta di prestazioni e disponibilità energetiche si gioca la partita a scacchi tra Aggredito, Aggressore e Presunto-Aggressore: occhio, perché a lungo andare spareremo sempre più su Croce Rossa e San Vincenzo, e sempre meno su barbari e terroristi. Ai posteri l’ardua sentenza.
Donato Virgilio Medico, omeopata, fitoterapeuta
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TECNICHE DEL BENESSERE
Xiao Chuan l’allergia respiratoria L’asma nella medicina tradizionale cinese
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on il termine Xiao Chuan si intende oggi più precisamente l'asma: Chuan identifica maggiormente la dispnea e la difficoltà a respirare, mentre Xiao l’affanno e i rumori della gola. Come sempre la medicina classica cinese considera le cose in maniera più ampia. Xiao Chuan è in effetti un disturbo respiratorio che si presenta con eventuale tosse, un respiro che si fa pesante ed ansimante, talvolta con catarro e sibilo. L'asma è per noi un evento con esordio acuto improvviso che procura difficoltà di respirazione (dispnea) con respiro sibilante, suono in gola e tosse ricorrente. Sono due i fattori principali che stanno alla base di questo disturbo secondo la tradizione: la debolezza dell’energia difensiva Weiqi, prodotta e gestita dal Polmone e dal Rene, e l’energia cosmo patogena del Vento. La debolezza energetica di Polmone e Rene sono la radice della disarmonia e il Vento è la sua manifestazione. Il concetto di Vento deve essere compreso secondo l’etimologia dell’ideogramma che lo descrive; Vento (Feng) va qui inteso come il concetto occidentale di allergeni; il carattere racchiude in sè il radicale di “insetto” o “verme” ed è in questo modo che veicolati dal Vento (in senso più ampio) gli allergeni penetrano nel corpo. L’energia difensiva è diffusa dai Polmoni e lo
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Yang del Rene è la sorgente di tutte le energie del corpo; per questo motivo si dice anche che il Rene è la radice della Weiqi. I Reni, insieme alla vescica, costituiscono l’elemento acqua del corpo ed insieme contribuiscono alla trasformazione dei liquidi. Ovviamente non da soli. Il Vuoto dell’energia renale nel caso dell’allergia dovrebbe essere riferito alla sola Weiqi, mentre nel caso in cui vi sia un vero e proprio deficit del Jing, quindi più profondo e costituzionale cambierebbe la sintomatologia nel bambino, nell’adulto e nella donna in gravidanza. Se consideriamo che il midollo è il Jing, secondo la medicina tradizionale cinese, possiamo vedere come anche la scienza moderna gli attribuisca un ruolo d’importanza nel sistema immunitario.
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Secondo la medicina tradizionale cinese, la disarmonia Xiao-Chuan è divisa inoltre in altre due tipologie: il periodo tra gli attacchi e il periodo durante gli attacchi. Gli attacchi sono da attribuirsi ad un aggravarsi delle condizioni esterne che approfittano della debolezza dell’energia difensiva. Tra una crisi e l’altra invece ci saranno solamente le caratteristiche legate alla debolezza. Gli attacchi si manifesteranno principalmente in: attacchi di tipo calore e attacchi di tipo freddo. La presenza eventuale di Flegma, catarro che ostruisce le vie aeree, è da attribuirsi invece alla milza. Nella medicina tradizionale cinese la Milza è la madre del Polmone ed è quest’ultimo che in questo caso subisce l’azione del catarro. Quando la Milza è in carenza energetica, ci sarà un difetto nella circolazione e nella trasformazione dei fluidi. Quando i fluidi cessano di circolare, se l’umidità che si genera e si raccoglie non viene trasformata, si generano i catarri. Il deficit di Milza pertanto riguarda la produzione di catarro e il suo ruolo in Xiao-Chuan è il seguente: Se la presenza di catarro non è eliminata CV 22
LU 2
CV 21
LU 1
CV 17
GV 14 BL 12 BL 13 GV 12
BL 23
questo si nasconderà in profondità nel periodo non acuto e resterà nascosto fino a quando non sarà scatenato da un qualche meccanismo o altra disarmonia, che lo farà uscire bloccando le vie respiratorie, impedendo ai Polmoni di diffondere il Qi. Il Catarro o Flegma è in genere dovuto all’aggressione del Vento che, come detto prima, riesce ad insinuarsi a causa della debolezza della Weiqi. I termini che creano l'ambiente adatto per la malattia Xiao-Chuan e permettono la sua esistenza e il verificarsi di un attacco sono:in primo luogo la carenza di Qi difensivo, in secondo luogo l'attacco del vento, infine, l'esistenza di catarro\flegma nascosto. Secondo la filosofia tradizionale della medicina cinese, il principale trattamento per Xiao-Chuan è il seguente: rinforzare l’energia Renale, rinforzare la Weiqi, disperdere il vento, tonificare Milza e rimuovere l’umidità. I punti di agopuntura in generale che vengono utilizzati sono i seguenti: Zhongfu (LU-1), Kongzhui (LU-6), Feishu (BL-13), Dingchuan (fuori meridiano, a lato di GV-14),
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TECNICHE DEL BENESSERE
Tiantu (CV-22), Tanzhong (CV-17). Se c’è freddo nei polmoni aggiungere Taiyuan (LU-9), Fengmen (BL-12). Se è presente calore al polmone aggiungere Dazhui (GV-14), Fenglong (ST-40). Se c’è deficit di Qi aggiungere Pishu (BL-20), Zusanli (ST-36), Qihai (CV-6). Se c’è deficit di Yin aggiungere Shenshu (BL-23), Taixi (KI-3), Guanyuan (CV-4), Sanyinjiao (SP-6). Se c’è deficit di Yang aggiungere Shenshu (BL23), Qihai (CV-6), Guanyuan (CV-4), Neiguan (PC6). Alcune caratteristiche dei punti: DingChuan è un punto fuori meridiano situato a destra e sinistra del punto Dazhui (GV 14) a mez-
zo pollice di distanza, lungo il tratto di punti extra del medico Huatou è usato sovente nei disturbi respiratori. I punti Tanzhong – centro del Torace (CV-17) e Tiantu – sporgenza celeste (CV-22), sono utilizzati in questo caso per trattare principalmente il torace, il jiao superiore ed il diaframma. Zhongfu – dimora centrale - LU-1 in questo caso oltre a lavorare sul polmone, in quanto punto Mu e punto di incontro del riscaldatore superiore, è punto di incontro con il meridiano della milza. Feishu – trasporto del polmone - (BL-13) è il punto specifico sul dorso per lavorare sull’energia del polmone e su tutte le fisiologie che questo controlla. Dovendo descrivere il trattamento Tuina (massaggio tradizionale cinese) le manovre partiranno a lavorare la testa e il torace, quindi le braccia ed il dorso. Nelle zone dove si trovano maggiormente i punti che dovremo trattare, i singoli punti verranno stimolati inoltre con digitopressione e nei casi dove indicato si stimoleranno anche i punti dei meridiani delle gambe. È importantissimo ricordare che il trattamento secondo la metodica tipica della medicina tradizionale cinese prenderà in considerazione l’utilizzo congiunto di fitoterapia, dietetica e agopuntura, ovviamente praticata da personale qualificato, nonché sotto controllo medico per lavorare in sinergia.Essendo questo un disturbo complesso non va trascurata la necessità di una consulenza medica, il trattamento Tuina non è una sostituzione ma un supporto per rinforzare le capacità di reazione del soggetto portatore del disagio.
Marco Superbi Docente e Operatore Tuina Qigong F..I.S.T.Q. ed A.D.O. Uisp
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I CONSIGLI DELL’ESPERTO
Le allergie fioriscono? Combattiamole con un fiore Nei casi allergici si possono utilizzare i Fiori di Bach
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er rispondere a questa domanda, dobbiamo anzitutto ricordare che questi rimedi non agiscono a livello fisico: non hanno cioè dei principi attivi che si possano contrapporre agli agenti esterni o aiutare l’organismo. Ciò comporta anche il fatto che non è possibile, come alcuni temono, che il loro utilizzo possa creare dei problemi a chi è allergico a qualche tipo di erba o fiore, proprio perché in essi non vi è traccia, in senso fisico, delle piante da cui sono ricavati. Poiché operano invece sul piano energetico, è però vero che possono contribuire alla guarigione, provocando una sorta di rilassamento, di riarmonizzazione della persona. Questo è valido per molte patologie, ma lo è ancora di più nel caso delle allergie poiché vi è, in un certo senso, un “minimo comun denominatore” nel temperamento di chi tende ad essere allergico, che ha molto in comune con uno dei Fiori di Bach usato per chi critica spesso gli altri, mancando di comprensione e tolleranza: si tratta di Beech, ricavato dal faggio. Come osserva R. Orozco (1):“l’allergia è quella che ha maggior somiglianza con il comportamento di Beech. (…).tutti quelli che soffrono di allergia in fondo stanno esprimendo un qualche tipo di rifiuto”. Per questo Beech spesso può entrare in una combinazione per chi soffre di allergie, così co-
me altri due fiori: Crab Apple (nella foto) e Scleranthus. Il primo, considerato il Fiore per la purificazione, serve soprattutto per chi è ipercritico e vede “sporco” dappertutto ed è molto indicato per le allergie cutanee. Il secondo indica un’alternanza, una ciclicità, e può dunque servire per le forme allergiche di tipo stagionale, che sono perciò ricorrenti. Queste naturalmente sono solo indicazioni di carattere generale: per i Fiori di Bach vale il principio che ogni combinazione deve essere fatta su misura per la singola persona e basandosi sul modo in cui reagisce al problema. In ogni caso, una volta decisa la combinazione adatta, si farà preparare dal farmacista un flacone da 30 ml. contenente i Fiori scelti e se ne prenderanno (sia adulti che bambini) 4 gocce almeno 4 volte al giorno, meglio lontano dai pasti e sotto la lingua. Per altre informazioni: barbara.gulminelli@libero.it; http://fioridibachpertutti.blogspot.com 1 – Orozco R., Manuale per l’applicazione locale dei Fiori di Bach, Ed. Centro di Benessere Psicofisico, Rivarolo (TO), 2003
Barbara Gulminelli Naturopata e floriterapeuta
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MEDICINA
ALLERGIA:dal greco ALLOS,diverso ed ERGON,effetto,lavoro
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Una reazione diversa, inaspettata
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arrivo della primavera, la nuova stagione piena di colori dopo il buio invernale, per qualcuno è segno della ricomparsa del problema allergia. Ci sono i corsi e i ricorsi della storia, c’è il susseguirsi delle stagioni, ci sono situazioni che si ripresentano periodicamente. Se mettiamo assieme il susseguirsi delle stagioni con una situazione che si presenta periodicamente, ecco che tro-
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viamo l’allergia, intesa come condizione, in alcuni casi anche molto negativa, presente purtroppo in almeno il 20% della popolazione. L’allergia, intesa come malattia, è stata identificata all’inizio del secolo scorso dall’austriaco von Pirquet e dall’ungherese Schick, illustri medici che hanno speso la loro scienza fra Vienna e gli Stati Uniti. E come tutte le grandi scoperte in campo medico, anche questa fu graduale.
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Il punto di partenza concettuale risiede nel sistema immunitario, che svolge essenzialmente un ruolo di difesa, avendo la capacità di distinguere tra le strutture interne (self ) e le strutture esterne (non self ), da neutralizzare per non danneggiare l’organismo. Contro gli agenti esterni, il sistema si organizza, crea una propria banca dati, produce le difese, elimina il nemico. Ma questo sistema, complesso e preciso, può avere anche un ruolo dannoso, e quindi causare a sua volta una malattia. Von Pirquet scoprì che la malattia da siero aveva un tempo di latenza minore e una forma clinica più importante e breve qualora fosse già stato somministrato in precedenza siero eterologo, di cavallo; e cioè poteva insorgere una malattia anche a seguito di somministrazione di una medicina, quale appunto il siero, utilizzata per stimolare le difese, e quindi per guarire. Questa, definita malattia da siero, non è altro che una reazione avversa, una ipersensibilità, una allergia, come la definì von Pirquet. In realtà, oggi per allergia si intende qualcosa di più specifico, perché la classificazione attuale si basa sui meccanismi fini con cui si innesca questa reazione avversa, da qualsiasi parte sia originata, da alimenti, da farmaci, dall’ambiente. Oggi, per allergia si intende una reattività spontanea ed esagerata a sostanze comunemente innocue per l’80% della popolazione, reattività che si traduce in una risposta immunitaria abnorme di fronte a sostanze considerate dall’organismo erroneamente nocive. In pratica, è lo stato di un individuo che, sensibilizzato nei confronti di una sostanza, reagisce in modo anomalo e particolare a un contatto successivo con la stessa sostanza. È giusto ricordare alcuni termini ricorrenti in questo ambito. Gli antigeni sono sostanze in grado di indurre una risposta immunitaria specifica; gli antigeni che provocano reazioni allergiche sono definiti
allergeni. Le immunoglobuline (Ig) o anticorpi sono molecole proteiche prodotte dalle plasmacellule, e rappresentano la difesa; all’interno di queste, le IgA sono presenti nelle secrezioni; le IgG costituiscono la classe più rappresentata; le IgE, legandosi ai mastociti, provocano la liberazione di istamina; alle IgM appartengono i cosiddetti anticorpi na-
turali. La risposta dell’organismo è di due tipi: umorale, per mezzo delle sostanze circolanti, e cellulomediata, per mezzo dell’azione di cellule specifiche. Dal punto di vista del meccanismo di origine, le reazioni patologiche che coinvolgono il sistema immunitario sono suddivise in cinque tipi. Il I tipo, detto immediato, è caratterizzato dalla rapida comparsa dei sintomi e dalla presenza di
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IgE; esempi sono le allergie vere e proprie e le reazioni anafilattiche; quando l’allergene va in circolo, la reazione è sistemica, e si genera il cosiddetto shock anafilattico. Le reazioni di II tipo, dette citotossiche, sono dovute al legame degli anticorpi IgG o IgM sulla superficie cellulare, a cui consegue un danno tissutale; le reazioni a farmaci, ma anche alcune malattie autoimmuni e il rigetto dei trapianti trovano qui la loro collocazione. Le reazioni di III tipo sono caratterizzate dalla persistenza in circolo degli immunocomplessi (aggregazione di antigeni specifici e anticorpi), che si depositano nei tessuti causando danno; in questo gruppo troviamo alcune malattie autoimmuni e le polmoniti da ipersensibilità ad agenti antigenici inalati. Nelle reazioni di IV tipo, dette ritardate, il ruolo predominante è svolto da cellule, in particolare da linfociti T e da macrofagi, con modalità analoghe a quelle del II tipo; in questo gruppo troviamo le dermatiti da contatto. Nel V tipo la reazione è indotta da anticorpi antirecettore. Una classificazione più semplice può essere fatta sulla base dei sintomi, e quindi degli organi che vengono colpiti. Avremo sintomi locali che interessano gli occhi (congiuntivite), il naso (rinite), le vie aeree inferiori (asma), la pelle (dermatite), e sintomi sistemici, quando è coinvolto tutto l’organismo; in questo caso parliamo di anafilassi, la cui forma più grave è lo shock anafilattico che può portare a morte in tempi brevissimi. Le allergie possono anche essere suddivise in: respiratorie, alimentari, a farmaci, a punture di insetto, cutanee. La diagnosi strumentale è abbastanza semplice: nel siero si dosano le immunoglobuline (anticorpi) responsabili delle reazioni allergiche; e direttamente sulla pelle si utilizza il prick-test, mettendo in contatto minime quantità di allergene con la cute leggermente scarificata. La formazione di un pomfo, sostenuto dalla liberazio-
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ne di istamina, rappresenta l’evidenza di allergia a quella determinata sostanza; infatti, l’allergia è specifica, e cioè si manifesta solo per quella sostanza verso la quale viene prodotto l’anticorpo; in più, la reazione si scatena molto velocemente, bastando in certi casi anche solo 5 minuti per l’insorgere dei sintomi. Nella storia della malattia si riscontrano fattori genetici e ambientali. Viene ereditata la generica predisposizione, un ambiente sterilizzato non è salutare per il sistema immunitario, l’esposizione prematura da bambino ad allergeni comporta una probabilità maggiore di sviluppare la malattia, addirittura il fumo passivo sarebbe favorente, mentre il latte materno fornirebbe il bambino di difese immunitarie. Secondo alcuni dati statistici, sarebbero più colpiti da allergie i figli unici, di ceto sociale alto, che vivono in aree urbane con standard igienici alti. È giusto fornire infine qualche numero, in modo da capire meglio le dimensioni del problema. In Italia 570 mila ragazzi al di sotto dei 18 anni soffrono di allergia; 10 milioni di italiani soffrono di allergia; in USA le allergie sono al 6° posto tra le malattie croniche più frequenti. La terapia è essenzialmente costituita da antistamici e cortisonici; buoni risultati si hanno con l’utilizzo di vaccini. Per le intolleranze alimentari è tutta un’altra storia, perché sono reazioni non dovute a fenomeni immunitari, tanto è vero che alcuni allergologi le hanno definite allergie non allergiche. Ricordiamoci che le allergie non vanno in vacanza.
Federico Merisi Medico chirurgo
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REFLESSOLOGIA
Benefici reflessologici per la bronchite asmatica A
fine febbraio 2008 mi arriva una telefonata:“Mi chiamo Maria. Il mio medico curante mi ha diagnosticato una bronchite asmatica. Un’amica mi ha dato il suo nominativo. Lei può aiutarmi?” Ho risposto: “Venga e vediamo cosa posso fare”. Indipendentemente da quanto mi riferisce il cliente, per me la prima seduta è una sorta di check-up, che mi consente una lettura completa del piede, sia dal punto di vista reflessologico, che dal punto di vista fisiognomico, tecnica che ho personalmente affinato. Tutti noi reflessologi sappiamo che il piede è una miniera di informazioni. Ci fornisce molte indicazioni su quello di cui soffre o ha sofferto la persona in esame, a livello fisico e a livello emozionale. Per noi reflessologi, i traumi fisici ed emozionali subiti nel corso della vita vengono puntualmente riportati nel piede. In questo caso specifico noto un gonfiore e un arrossamento nella zona riflessa del naso e un arrossamento nella zona riflessa della gola; la zona dei polmoni è di colore bianco, e non rosa, come dovrebbe essere, con la parte superiore addirittura di colore
violaceo; la zona dell’intestino è ipertonica e rossa. Riscontro anche cheratosi e una ruga sulla zona riflessa dell’albero bronchiale. Questo è l’esito dell’indagine visiva. Ho proceduto poi all’indagine tattile, riscontrando dolore nelle zone riflesse del naso, della gola, dell’albero bronchiale, dei polmoni e del diaframma; sono pure dolenti i punti riflessi dei nervi ipoglosso e glossofaringeo e anche l’area della circolazione linfatica superiore.
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REFLESSOLOGIA
FOCUS
XY, 52 anni e due figli, mi fa presente che soffre di bronchiti recidivanti da circa sei anni e nell’ultimo anno sono comparse alcune crisi d’asma, con i sintomi caratteristici di dispnea e fame d’aria. La terapia farmacologica è a base di antistaminici. Sulla base dei miei riscontri, integrati da quanto riferito da XY, alla seconda seduta ho impostato il percorso reflessologico, stabilito in sedute bisettimanali. Ho proceduto alla stimolazione delle zone riflesse dell’apparato respiratorio, insistendo particolarmente sulle aree delle alte vie respiratorie direttamente interessate al problema; per rilassare la membrana muscolo-tendinea del diaframma e la muscolatura liscia delle pareti bronchiali, ho trattato inoltre le zone riflesse del plesso solare, del nervo vago, del nervo frenico e del diaframma. Nel trattamento ho inserito la zona riflessa della testa in toto, dei nervi ipoglosso e glossofaringeo, risultati dolenti all’indagine tattile; ho inserito inoltre il rachide cervicale, il cingolo scapolo-omerale, le coste, lo sterno, i muscoli intercostali, dorsali e addominali, in quanto tutti coinvolti, almeno in parte, nella problematica in questione. A mio avviso, è stato comunque importante un approccio più ampio alla problematica in questione, stimolando la circolazione linfatica superiore per favorire un’eventuale decongestione, e
per l’eliminazione di tossine; ma ritengo altrettanto importante stimolare le zone riflesse del sistema immunitario, produttore dei sistemi di difesa contro lo stato infiammatorio. Ritengo anche necessario inserire, in qualsiasi trattamento, e quindi anche in questo, la stimolazione delle zone riflesse dell’apparato digerente, in modo che la sua funzionalità sia sempre ottimale, al fine di favorire la corretta assimilazione dei principi nutritivi. A seguito dei trattamenti reflessologici, XY ha riferito un significativo miglioramento del suo stato fisico, con l’abbandono della terapia farmacologica e la progressiva scomparsa della tosse e della difficoltà respiratoria. Dopo quindici sedute bisettimanali, XY non accusava più alcun attacco di tosse, non aveva più episodi di dispnea e a suo dire “mi pare di essere in paradiso”. Ogni anno, all’inizio dell’inverno, XY torna da me per sottoporsi a una decina di trattamenti reflessologici a scopo preventivo.
Biagio Franco Reflessologo ed esperto in fisiognomica del piede
FIRP - Scuola Triennale di Reflessologia del Piede “Elipio Zamboni” Ottobre - Giugno 2011-2012, presso
Per informazioni: www.armoniaebenesserefaenza.it - info@armoniaebenesserefaenza.it FAENZA - Via Risorgimento, 22 - Tel. 0546.623845 - Segreteria Firp - tel. 334.3112856
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REFLESSOLOGIA
Le patologie allergiche delle vie respiratorie del bambino
Secondo alcuni autori, perfino gli eccessi vaccinali potrebbero essere un‘ulteriore causa delle allergie. A tutte queste cause vanno considerati ed associati i fattori genetici e psichici come le emozioni e i traumi infantili che possono attivare i cosiddetti allergeni psico neuro emozionali. Nelle fasi terapeutiche il confronto attuale è tra le terapie allopatiche e le terapie omeopatiche e fitoterapiche, con risultati che fanno pendere la bilancia a favore delle terapie naturali, che hanno come obiettivo non tanto l’eliminazione del sintomo ma la cura dell’organismo in toto e del-
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FOCUS
L’
asma bronchiale è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie, caratterizzata da ipereattività bronchiale a vari stimoli e responsabile della comparsa di sintomi respiratori causati dall’ostruzione bronchiale, che possono regredire spontaneamente o dopo terapie specifiche. In età pediatrica la patologia asmatica, in oltre l’80% dei casi, presenta un‘etiologia allergica con un’incidenza di: asma nel 9,3% dei bambini tra i 6 e i 7 anni e 10,3% tra i 13 e 14 anni; rinite allergica 12,3% bambini tra i 6 e i 7 anni e 20,9% tra i 13 e 14 anni; eczema 15,9% dei bambini tra i 6 e i 7 anni e 11,9% tra i 13 e 14 anni; con una prevalenza nella popolazione maschile rispetto al femminile. Uno degli scopi principali della terapia nelle malattie respiratorie dei bambini è il miglioramento della qualità di vita, seriamente compromessa dalla patologia asmatica, con implicazioni importanti per il bambino. Oltre alle crisi asmatiche che richiedono un trattamento urgente di tipo farmacologico, il bambino presenta una serie di sintomi che ne limitano il riposo notturno, la possibilità di giocare, la frequenza ed il rendimento scolastico. Le cause del continuo incremento delle patologie allergiche nel paziente pediatrico e non solo sono molteplici, anche di ordine ambientale.
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REFLESSOLOGIA
l’ambito fisiologico su cui si insedia la patologia allergica. La reflessologia plantare è un aiuto meraviglioso perché può agire con efficacia e raggiungere attraverso la semplice manipolazione del piede, ogni zona ed organo del nostro organismo. ”Semplice manipolazione”, una tecnica che in realtà richiede studio e serietà per poter essere applicata in modo corretto, che richiede come unico strumento le mani dell’operatore. È importante prestare attenzione e delicatezza nell’accostare un bambino alla reflessologia o comunque a tecniche del benessere “integrative”, in quanto non accettate ancora con la giusta fiducia da parte di una buona percentuale del mondo adulto. I trattamenti ai minori devono sempre essere fatti con il consenso dei genitori ed in loro presenza. Dopodiché non ci sarà miglior cliente per un reflessologo! I bambini non sono influenzabili come si potrebbe pensare di un adulto e ciò che otterrete sarà limpido e reale: non ci sarà quindi alcun effetto placebo. È opportuno sottolineare che non esiste un trattamento standard per ogni problematica, esistono trattamenti personalizzati per ogni individuo; è però altrettanto vero che esistono zone riflesse, che non possono mancare a seconda del tipo di trattamento che ci troviamo ad affrontare. Nell’asma bronchiale è importante non effettuare inizialmente una respirazione forzata, in quanto potrebbe sollecitare e causare un attacco di tosse eccessivo o di asma momentaneo con conseguente agitazione da parte del soggetto trattato. Vanno comunque trattati: apparato respiratorio (perché direttamente interessato); nervo frenico (arriva sul diaframma e interviene massicciamente in tutti gli atti respiratori);
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rachide cervicale (origina il frenico); coste (per rendere la zona osteo-articolare plastica e più mobile). Questa prima fase ha lo scopo di aiutare il bambino a rilassarsi e respirare liberamente. Dopo di che, non dobbiamo dimenticare che il nostro obbiettivo finale è quello di aiutarlo a liberarsi dalle tossine drenando, ossigenando ed infine lavorando sul riequilibrio del suo sistema immunitario; circolazione sanguigna (per apportare maggiore ossigeno ai tessuti); circolazione linfatica (successiva e complementare alla circolazione sanguigna permette il trasporto delle tossine verso gli organi preposti alla “pulizia”); organi emuntori (fegato-reni-intestino, addetti alla pulizia); sistema immunitario (tonsille, adenoidi, milza); sistema nervoso centrale per un riequilibrio generale. Quando e per quanto effettuare i trattamenti? almeno due mesi prima della maturazione dell’allergene, in caso di pollini; in ogni caso è comunque opportuno cadenzare ad intervalli regolari i trattamenti. Almeno due a settimana per il primo mese, distanziandoli ad uno alla settimana per un ciclo di due mesi nei periodi critici. Già dopo 7/8 sedute si vedono i primi risultati, di solito legati al miglioramento della respirazione e diminuzione dell'ansia nel soggetto. Per una risoluzione del problema è bene ripetere il ciclo di trattamenti per un paio d'anni.
Sonia Arnaboldi Reflessologa e docente Firp
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CONVEGNO NAZIONALE FIRP 2011
Essere DONNA, essere MADRE alla ricerca della forma perduta Dal 15 al 17 aprile all’Hotel Nautico di Riccione (Lungomare della Libertà 19)
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COSTI CONVEGNO Socio in regola contributo associativo 2011..............................................................€ 275,00 Accompagnatore pacchetto Hotel ........................................................................€ 190,00 Non SOCIO pacchetto Convegno in camera doppia ..........................€ 360,00
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FOCUS
l tema del Convegno Nazionale di quest’anno è molto affascinante, decisamente complesso, ancorché misterioso: la femminilità nella sua massima espressione. Sul palco si alterneranno vari esperti per illustrare il percorso evolutivo che inizia nell’adolescenza,si conferma nell’età adulta, arriva all’evento della maternità e si conclude con la relazione speciale fra la mamma e il bambino. Per ragioni organizzative è necessario far pervenire in segreteria la Vostra iscrizione entro il 31 marzo 2011 a: info@firp.it,oppure a 334.3112856, anche via fax 0363.41279. Per i Soci e gli accompagnatori il trattamento alberghiero è rimasto invariato rispetto all’anno scorso e quindi risulta particolarmente conveniente. Ricordiamo l’utilità di comunicare alla Segreteria il Vostro indirizzo di posta elettronica, per ricevere gli aggiornamenti, le newsletter, le comunicazioni interne, gli inviti ai convegni e i programmi di aggiornamento.
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IL PARERE DELLO PSICOLOGO
Quando la psiche ci mette lo zampino L’influsso della nostra mente sulla malattia
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è sempre un coinvolgimento della psiche in ogni malattia così come in ogni avvenimento della vita normale. Ogni avvenimento della nostra vita cioè, e a maggior ragione una malattia, ha un riflesso, positivo o negativo, sulla nostra mente e sulla nostra vita di relazione così come lo stato della nostra mente influisce sulle nostre scelte e sulle nostre azioni. Quando parliamo di malattia psicosomatica però, intendiamo una cosa ben precisa, ci riferiamo cioè all'influsso che la mente esercita sull’insorgenza e/o sul decorso della malattia stessa. "Psicosomatica" è un concetto non facile da accettare nella sua complessità, sia dai pazienti che dagli operatori, credo soprattutto perché il funzionamento della mente umana è complesso e ancora poco conosciuto e i suoi rapporti con il corpo non sono
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ancora del tutto chiari. Sembra ci sia una certa resistenza a considerare gli influssi della mente sul corpo, mentre è pacificamente accettato che il corpo possa influire sulla salute della mente. Si tende a porre la questione in termini di "aut aut" invece che di "et - et" attraverso un'operazione riduzionistica limitante e il pensiero sottostante, spesso non espresso, è che comunque il cervello è una parte del corpo e che perciò tutte le malattie, fisiche e psichiche, sono alla fine riconducibili esclusivamente ad un difetto (metabolico o di altro tipo) del corpo, sono cioè esclusivamente organiche. Eliminiamo subito ogni dubbio chiarendo che di fronte a una malattia organica il primo intervento deve essere quello del medico e la terapia a volte, anche di fronte alla certezza di un'implicazione psicosomatica, può essere solo medica. Solitamente è il medico di base che, eseguiti i debiti accertamenti, accenna alla probabilità di un coinvolgimento psicosomati-
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RO co. Ma come può una persona riconoscere, che la sua patologia ha un’origine anche psichica o che è sostenuta e/o aggravata da fattori psicologici? È più facile pensare ad un’origine puramente organica del disturbo, perché lascia meno incertezza, da più il senso di conoscerne le cause e di conseguenza anche di come curarlo, quali farmaci assumere. Accettare la compresenza di fattori psichici che possono interferire sullo stato di salute implica accettare che ci può essere un disagio dentro di noi del quale non ci rendiamo conto proprio perché non abbiamo imparato, crescendo, ad esprimere questo disagio soprattutto attraverso il pensiero, l'elaborazione delle emozioni, il linguaggio e non solo attraverso il corpo. Ciò vale soprattutto per le persone che tendono a somatizzare in modo cronico, ad esempio persone che reagiscono con sintomi fisici a situazioni difficili, stressanti o comunque emotivamente intense, quando l'intensità è superiore alla capacità di tolleranza della mente. Occorre in altri termini accettare che esiste una parte della nostra mente che non conosciamo, della quale non siamo padroni e che non sappiamo come gestire. Significa riconoscere la presenza e il potere dell’inconscio dentro di noi. Ci sono persone che non possono accettare di riconoscere l’influenza di un disagio psicologico perchè si sentirebbero ferite nel loro fragile narcisismo. Sono le persone che tendono a richiedere esami su esami alla ricerca della causa organica vera e non sono mai soddisfatte se l'esito è negativo. Per tornare alle allergie, è abbastanza accettato che ci siano delle componenti psichiche, a volte abbastanza profonde e antiche, alle quali si può arrivare solo con terapie piuttosto impegnative come la psicoanalisi, che possono scatenare le crisi allergiche. Altre volte le crisi sono legate ad una particolare situazione relazionale che la persona non può tollerare, e in questo caso
scompaiono in genere semplicemente perchè si modifica la situazione relazionale. Joyce McDougall, della società psicoanalitica di Parigi, racconta che quando d'estate, da quando aveva cinque anni, si trasferiva con la sua famiglia in campagna dalla nonna, persona che lei detestava per il suo autoritarismo sprezzante, entro quarantotto ore cadeva vittima di un fortissimo attacco di orticaria che le veniva solo lì e che durava per tutto il periodo del soggiorno. Naturalmente vennero fatte tutte le ipotesi, la più accreditata delle quali era che la causa fosse l'intolleranza al latte troppo grasso, che lei adorava bere, delle mucche della fattoria. Tuttavia quando la nonna andò a vivere da un'altra parte, benchè lei con la famiglia continuasse ad andare in vacanza nella fattoria rimasta ai figli e a bere il latte grasso di quelle mucche, gli attacchi di orticaria scomparvero. Potremmo dire che era allergica alla nonna, in termini psicologici era il corpo che esprimeva il forte disagio di vivere vicino alla nonna che detestava per il suo carattere, disagio che però non poteva essere espresso attraverso il linguaggio, né contenuto nella mente, perché intollerabile per una bambina di cinque anni. Solo il corpo lo poteva esprimere nel suo linguaggio fisico concreto. Sapere che il disagio fisico che una persona ci porta può avere una componente psicosomatica è importante per l'aiuto che possiamo dare a quella persona, anche solo facendo in modo che inizi a guardarsi dentro e a pensare a ciò che sta vivendo la sua mente in quel momento.
Gianpaolo Bonetti Psicologo - psicoterapeuta a indirizzo psicoanalitico
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SCIENZE
Segnali
ELETTROMAGNETICI in reflessologia
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a civiltà contemporanea, caratterizzata dal fiorire di innovazioni tecnologiche e dalle potenzialità commerciali di queste innovazioni, deve costantemente fare i conti con le capacità applicative della specie umana. Questo comporta un adeguamento continuo fra la nuova tecnologia messa a disposizione e la profondità delle conoscenze acquisite. Quando questo adeguamento non avviene in maniera congrua la tecnologia va avanti per scopi commerciali svincolata dalle utilità delle applicazioni e la conoscenza umana rimane fissata in torri d’avorio non comunicanti fra loro. La mancanza di comunicazione fra società scientifiche è uno dei problemi fondamentali della nostra società. Il problema si pone in termini paradossali quando di parla di vita e di preservazione della vita almeno per due motivi. In primo luogo perché si presuppone che la salute dell’individuo e della popolazione di cui facciamo parte dovrebbe essere uno degli argomenti prioritari per il futuro dei nostri figli. In secondo luogo perché la vita stessa è comunicazione, quindi non si capisce come possa essere compresa se non c’è comunicazione fra gli individui e le società che se ne occupano. L’uomo presenta dei continui scambi di informazione al suo interno (attività endogena) e con il mondo esterno che lo circonda (attività esogena): quando si interrompe in maniera tem-
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poranea o permanente questo flusso di informazioni fra i vari organi o tra l’organismo e il suo ambiente sopravvengono disfunzioni dell’attività fisiologica o vere e proprie alterazioni con significato patologico. Su che base avviene lo scambio di informazioni di cui stiamo parlando? È un qualcosa di teorico oppure è un qualcosa con un ritorno pratico sul-
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la nostra salute? Nella medicina biologica il modello di riferimento è l’unità funzionale costituita da cellula e matrice extracellulare, considerata come il mezzo di comunicazione tra le cellule attraverso un sistema di regolazione di base, inteso come sistema di coordinazione delle funzioni dei vari tessuti ed organi sia che essi siano vicini o distanti fra
loro. In ogni istante nello svolgimento di una funzione all’interno di ciascuna cellula avviene una miriade di attività biochimiche, così come simultaneamente avvengono le stesse reazioni nelle cellule adiacenti di quel tessuto; contemporaneamente in cellule di altri tessuti avvengono diverse reazioni biochimiche, ma finalizzate alla realizzazione dello stesso fenomeno fisiologico, o comunque di fenomeni complementari. Come può avvenire tutto ciò? L’integrazione delle varie attività fisiologiche che avvengono contemporaneamente in tutte le parti dell’organismo a determinare un’attività o una risultante finale si verifica grazie ad una rete continua interconnessa sopramolecolare che permette il flusso dell’energia e dell’informazione (“la rete che non ha tessitore” Kaptchuk 1983) Le proprietà di tutta la rete dipendono dalle attività integrate di tutte le componenti della rete. Gli effetti su una parte del sistema possono propagarsi alle altre parti del sistema. La matrice vivente, costituita dai tessuti connettivi e dai citoscheletri, da matrice extracellulare e matrice intracellulare, è una rete meccanica, biochimica, vibrazionale-oscillatoria, energetica, elettronica e informatica. La matrice vivente è un sistema dinamico, a scambio elevato e continuo con l’ambiente esterno, in grado di modificare la morfologia cellulare, le connessioni intercellulari, così come l’utilizzo del substrato circostante in risposta a stimoli interni ed esterni all’organismo. L’uomo è uno straordinario bio-magnete in cui la massa delle strutture che lo costituiscono rappresenta una componente importante e fondamentale, ma non l’unica. Senza l’energia che caratterizza il funzionamento della massa corporea non sono spiegabili i fenomeni che caratterizzano la vita. Questo concetto può essere dimostrato a livello cellulare, così come con rilevazioni strumentali che riguardano l’intero organismo, in particolare studiando il sistema nervoso, che per funzionare si avvale di segnali bio-elet-
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SCIENZE trici, tanto da essere paragonato ad una sorta di rete elettrica, come una sorta di “internet” del nostro organismo. Gli emisferi cerebrali emettono durante il loro funzionamento frequenze elettromagnetiche dette anche onde cerebrali. Ciascuna frequenza può essere intesa come una serie di informazioni che vengono emesse o ricevute, correlate alla parte organica del cervello ed all’intero corpo fisico. Lo scienziato Mac Lean ha formulato l’ipotesi che vede il cervello umano formato dalla sovrapposizione di tre diverse strutture, cui si possono far corrispondere per funzionalità altrettanti gruppi di onde elettroencefalografiche: l’Archipallio, la parte più antica ed anatomicamente più profonda del cervello umano, presente anche nei rettili; essa regola i meccanismi della vita vegetativa, vi corrispondono le onde cerebrali DELTA, che quindi descrivono attività informative legate alla sopravvivenza; il Paleopallio, parte della struttura cerebrale comune ai mammiferi, correlato alla componente emozionale; vi corrispondono le onde THETA e ALFA, per cui queste descrivono attività informative legate agli istinti e all’affettività il Neopallio, o Neocorteccia, che è presente unicamente nell’essere umano e che ci rende consapevoli della nostra esistenza; vi corrispondono le onde cerebrali BETA, che contraddistin-
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guono la fase di veglia. Il ricercatore italiano Alberto Tedeschi, mappando le frequenze cerebrali emesse per mezzo di uno speciale encefalografo sviluppato grazie agli studi dell’inglese C. Maxwell Cade, ha evidenziato come queste corrispondano a stati di coscienza ben precisi ai quali corrisponde lo stato fisiologico (mal/benessere), inoltre ha rilevato le variazioni che si verificavano dopo trattamenti reflessologici, con manipolazioni di punti e zone precise del corpo corrispondenti a determinati organi e sistemi. Nelle sue ricerche il Tedeschi ha potuto vedere dopo attente osservazioni, che la mappa cerebrale riferita agli organi del corpo ricostruisce la “mappa fisiologica” non di un uomo adulto, ma bensì quella di un embrione di 12 settimane (3 mesi); a quell’età, infatti, si costituiscono i vari livelli di distribuzione dell’inFormAzione nei vari sistemi organici di reflessologia, nei piedi, nell’iride degli occhi, nelle orecchie, nelle mani, nella pelle, ecc (Parte 1)
Luigi Giannachi Medico chirurgo
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BENESSERE
Quando il chiede troppo Lo stress da lavoro:cause e possibili soluzioni
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resce lo stress collegato a fattori professionali, soprattutto per chi vive in città moderne e frenetiche e un numero sempre crescente di ricerche continua a mettere in evidenza l’effetto negativo di questo tipo di stress sia sul numero di incidenti nel corso dell’attività lavorativa che sulla salute fisica e psichica del lavoratore, in particolare sul rischio di incorrere in malattie cardiovascolari. Uno studio finlandese ha riscontrato addirittura un rischio doppio di decessi per malattie cardiovascolari in lavoratori stressati che addirittura non presentavano nessun altro fattore di rischio per tali patologie. Ormai tutti concordano che alla base dello stress da lavoro vi sia un’interazione tra fattori or-
LAVORO ganizzativi e fattori personali, ma quali le cause? Esistono diverse ipotesi, sia in base a due modelli di interpretazione psicologica recenti che secondo la teoria della Commissione Europea. Secondo il modello dell’Aggravio di lavoro - Job strain model - lo stress lavorativo sarebbe causato soprattutto dalla combinazione di un eccessivo carico di lavoro e una scarsa possibilità di controllo sui compiti da svolgere. Quindi, seppure in presenza di un carico di lavoro pesante, un lavoratore potrebbe sentirsi sollevato se percepisse di poter gestire nella maniera più opportuna tale carico. Il modello dello squilibrio tra sforzo e ricompensa - Effort-rewards imbalance model - ipotizza invece che lo stress lavorativo si riscontri in presenza di un elevato impegno da parte del lavoratore associato ad una scarsa ricompensa. Laddove con il termine ricompensa si intende il gua-
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BENESSERE dagno economico, l’approvazione sociale, la stabilità lavorativa e l’opportunità di carriera. Secondo invece la Commissione Europea (Direzione generale occupazione e affari sociali) i fattori più comuni che possono determinare una quantità notevole di stress legato all’attività lavorativa sono: la quantità di lavoro eccessiva oppure insufficiente, il tempo insufficiente per portare a termine il lavoro in maniera soddisfacente, la mancanza di una chiara descrizione del lavoro da svolgere, la ricompensa insufficiente, l’impossibilità di esprimere lamentele, le responsabilità gravose non accompagnate da potere decisionale adeguati, la mancanza di collaborazione e sostegno da parte di superiori o colleghi, l’impossibilità di esprimere talenti o capacità personali, la mancanza di giusto orgoglio per il prodotto, la precarietà del posto di lavoro e la possibilità che un piccolo errore o disattenzione possano avere conseguenze gravi. Se nel nostro ambiente di lavoro si verifica anche solo una di queste condizioni, è probabile che siamo dei lavoratori sotto stress, con tutti i rischi che ciò comporta per la nostra salute. Ovviamente per limitare le cause dello stress bisognerebbe agire a livello sia personale che organizzativo. Ma se ci sentiamo stressati e non sono in vista dei cambiamenti organizzativi nel posto in cui lavoriamo, possiamo comunque fare qualcosa per stare meglio. Ecco alcuni suggerimenti:
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1. Acquisiamo consapevolezza di cosa ci sta realmente stressando. Cerchiamo di identificare le fonti di stress, anche elencandole materialmente su un foglio. Quale aspetto della nostra vita lavorativa ci crea maggior sofferenza o tensione? Cosa ci preoccupa di più? È su questo o questi aspetti che è urgente intervenire… 2. Informiamoci sui nostri diritti. Conoscere quali sono i nostri diritti come lavoratori ci fa sentire più “forti”. La conoscenza ci fornisce degli strumenti indispensabili per modificare le cose che non vanno intorno a noi. Se abbiamo dei dubbi, non esitiamo a rivolgerci alle fonti e alle persone giuste per chiarirci le idee, quindi rivolgiamoci ai sindacati, consultiamo testi o siti internet sulla materia, interpelliamo esperti del settore. 3. Modifichiamo la valutazione cognitiva dell’ambiente. Prima di tutto riconosciamo la differenza tra le cose che possiamo controllare e quelle che non possiamo controllare. Chiediamoci come stiamo vivendo la situazione, se esistono modi alternativi di affrontarla. Se riteniamo la nostra realtà lavorativa immodificabile, cerchiamo di dare minore importanza agli eventi che ci accadono quotidianamente. Se il nostro capo ci bistratta perché ha un brutto carattere, non prendiamola come qualcosa di personale e soprattutto evitiamo di cadere nel circolo vizioso delle ripicche e dei dispetti (magari sotto forma di “dimenticanze”o di ritardi nella consegna del lavoro). Cerchiamo di mantenere comun-
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que un atteggiamento professionale e distaccato. Pianifichiamo le attività e utilizziamo il time management. Spesso ciò che ci stressa è semplicemente la “quantità” di lavoro. Impariamo a delegare tutto ciò che è delegabile e a distinguere tra cose importanti e cose urgenti. Faremo quindi prima le cose importanti e urgenti, poi quelle urgenti e non importanti, quelle importanti e non urgenti, e infine quelle né importanti, né urgenti. Prendiamoci delle pause. Facciamo dei break nel corso della giornata, anche semplicemente per fare dei respiri profondi e sentire che la nostra mente si rilassa. Poi saremo in grado di tornare al lavoro con rinnovata energia e lucidità. Prendiamoci cura del nostro corpo. Dedicarci ad una attività fisica regolare, curare la nostra alimentazione e prevedere degli adeguati periodi di riposo è la migliore cura anti-stress, sia esso lavorativo o di altro genere. In particolare, l’esercizio fisico costante libera endorfine endogene, una sorta di “droga naturale” che aiuta a sentirci meglio e a prevenire sia i danni cardiovascolari che quelli muscoloscheletrici dovuti allo stress lavorativo. Pensiamo positivo. Prendiamo nota del lavoro fatto bene e ricompensiamoci in qualche modo. Poniamoci degli obiettivi a breve termine e sentiamoci soddisfatti quando li abbiamo raggiunti. Cerchiamo di non considerare le critiche come un attacco personale, pensiamo ad esse come ad un’opportunità per crescere nel nostro lavoro. Rivediamo la scala di valori. Diamo il giusto peso a ciò che esiste al di fuori del lavoro: la famiglia, gli amici, altri interessi. Tutti ambiti in cui la situazione può essere migliore e le soddisfazioni compensare lo stress da lavoro. Impariamo a coltivare lo humor, a ridere di noi. L’autoironia è la ciambella di salvataggio nel mare burrascoso della vita.
10. Impegniamoci in attività esterne di gruppo. Gruppi di sport, di volontariato, associazioni culturali, possono fornirci quelle gratificazioni che ci mancano in ambito lavorativo. 11. Ricorriamo all’aiuto di un professionista esterno. Il counselling e la psicoterapia sono gli strumenti più utili per la risoluzione delle tensioni interne che danno origine allo stress.
Luigi Mastronardi Psicoterapeuta
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CONSIGLI ED EVENTI UNIVERSO BENESSERE: L’IMPEGNO FIRP Botta e risposta con il nostro esperto, dr. Federico Merisi CI SONO NOVITÀ' IN LOMBARDIA? Il Comune di Milano ha recentemente approvato il Regolamento per l'attività di estetista. Ciò è positivo; è un regolamento fatto bene, è dettagliato e non trascura niente. Secondo me ci sarebbe qualcosa da correggere, perchè ci sono alcuni punti in cui il testo non è proprio preciso,soprattutto nel richiamare alcune definizioni. A NOI COSA INTERESSA? Ci interessano le interpretazioni che al-
cune associazioni che si riconoscono nelle DBN hanno dato a questo Regolamento.A loro avviso viene a istituzionalizzarsi lo strapotere delle estetiste, che verrebbero legittimate ad eseguire ogni tipo di massaggio a scapito della professionalità nostra e di altri operatori del settore DBN. QUAL È IL SUO PENSIERO IN MERITO? Si rende necessario approfondire alcuni passaggi del testo approvato dal Consiglio Comunale di Milano. È vero che un
regolamento in uso in una grande città facilmente costituisce un esempio per le città più piccole e per i paesi.Ma è altrettanto vero che costa poco acquisire informazioni dettagliate direttamente alla fonte.La FIRP ha già fornito queste indicazioni alla IAS. Se non avremo risposte in tempi brevi,procederemo autonomamente.
L’AGENDA DEL BENESSERE MARZO 2011 FIERA VERDE CASA 2011 VerdeCasa: Idee Verdi per Casa, Giardino, Benessere - VerdeCasa Padova 19-20-21 Marzo 2011 Idee verdi per casa, giardino, benessere Fiera di Padova
Padiglione 11 Tel. 049.840314 - Fax 049.8753879 E-mail: info@padovafiere.it Sito web: www.verdecasa.net
Palafiori – C.so Garibaldi – SANREMO (IM) Orari al pubblico: dalle 10 alle 21 www.expo-benessere.it
VIII ARMONIA È BENESSERE Fiera del naturale, bio, benessere, olistica 25-26-27 Marzo 2011
Festival di proposte per il benessere Castello di Belgioioso 2-5 Giugno 2011 www.belgioioso.it/
FIRP - Scuola Triennale di Reflessologia del piede “Elipio Zamboni”
Corso 2011-2012 presso
Centro Olistico “L’Arte del Massaggio” di Pierangelo Chierico Per informazioni: www.centroolisticoartedelmassaggio.com - chiericoa@libero.it BERGAMO - Via Costantina, 19 - Tel. 035.0770855 - Segreteria Firp: 334.311286
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A Scuola di Benessere CORSI FIRP 2011 LOMBARDIA: Trattamento Osteo-Riflesso - Docente: Fabrizio Mainetti GRANDE NOVITA'! Dermoriflessologia, la dinamica del ricordo Docente: Flavio Gandini Reflessologia facciale - Docente: Fabrizio Mainetti Armonizzazione posturale - Docente: Michela Poggioli Il respiro, questo sconosciuto - Docente: Sergio Maltoni Le correlazioni nervose sulla colonna vertebrale Docente: Orlando Volpe Tocco ZEN - Docente: Gabriele Frangi La legge degli opposti per una visione tridimensionale della reflessologia - Docente: Giovanni Mercanti PIEMONTE Tecnica metamorfica - Docente: Giuseppe Armellino Massaggio dorso-lombare - Docente: Angelo Goisis La legge degli opposti per una visione tridimensionale della reflessologia - Docente: Giovanni Mercanti Reflessologia in gravidanza - Docente: Giuseppe Armellino TRIVENETO Massaggio tratto cervicale - Docente: Angelo Goisis Le correlazioni nervose sulla colonna vertebrale Docente: Orlando Volpe Il respiro, questo sconosciuto - Docente: Sergio Maltoni Come comunicare il benessere - Docente: Carlo Gaeta (disponibile nelle tre aree: Lombardia,Piemonte e Triveneto)
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I - II- IV cop. Reflex 3
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