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RO REFLESSOLOGIA OGGI

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RIFLESSI DI BENESSERE Anno XXV - N. 3 - Settembre 2011

SOMMARIO 2

EDITORIALE: Ritorno al...futuro

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L’importanza di crescere insieme

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Exscursus al femminile

10 Biotipologia e Reflessologia 13 L'abbandono 17 Stress e sessualità femminile 20 Desiderare un figlio... 22 Piedini in gravidanza 26 Il parto naturale 30 Osteo reflessologia post-parto 33 Nati con difetti di fabbrica 37 Essere madre 39 I conflitti coi genitori, futuri malesseri 42 Reflessologia & Tuina 43 Menopausa e nervo vago 44 La Scuola Firp

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Direttore Responsabile Stefano Suardi Comitato di Redazione Gianpaolo Bonetti Federico Merisi Ezio Pianezzi Anna Villa Donato Virgilio Consulente editoriale Carlo Gaeta Progetto grafico Promotion Merate s.r.l. Merate (LC) Stampa MEDUSA - Caravaggio (Bg) Via L. Da Vinci - Tel. 0363/53919 Direzione,Redazione, Segreteria e Pubblicità: RO - Via A. Manzoni,29 24053 Brignano Gera d’Adda (BG) C/C post.36643203 Tel.334.3112856 e-mail:info@firp.it Tutti i diritti sono riservati. Testi e immagini inviati al giornale non verranno restituiti. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente l’opinione dei singoli autori.Abbonamento annuale € 10,00,arretrati € 5,00. Versamento su vaglia postale o C.C.P. n.36643203 intestato a FIRP, Via Manzoni,29 24053 Brignano Gera D’Adda (BG). Registrazione Tribunale di Bergamo n.14/05 variata il 4 maggio 2010 Spedizione in abbonamento postale Filiale Bergamo Pubblicità 70%


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Editoriale

Ritorno...al futuro È

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giusto sottolineare nuovamente che quest’anno ricorre il 25° compleanno della nostra rivista che, come in molti avranno notato, dallo scorso anno ha cambiato nome e veste grafica. Il nostro intento è quello di aprirsi a nuove conoscenze e, nello stesso tempo, di raggiungere un maggior numero di lettori affinché il nostro sapere, la nostra tecnica reflessologica e la nostra professionalità possano essere messi a confronto con altre tecniche delle quali spesso abbiamo una conoscenza “superficiale“, ma che pure costituiscono un approccio importante alle problematiche che noi trattiamo, sempre nel segno del Benessere. La FIRP che dal 1987 edita questa rivista, organizza annualmente un Convegno Nazionale che ormai ha raggiunto il suo 27° appuntamento. E’ un incontro che riteniamo rilevante a completamento della didattica della Scuola Triennale di Reflessologia. L’impegno profuso nella scelta dei contenuti viene premiato dai risultati davvero apprezzabili che riscontriamo a fine Convegno. Non è nostra intenzione attribuirci dei meriti in questa sede, ma semplicemente vogliamo confermare la bontà di alcune nostre scelte peraltro confortate anche dai riscontri che otteniamo giornalmente nell’esercizio della nostra attività associativa e professionale. Nel predisporre il materiale redazionale è venuto quasi spontaneo un ritorno al nostro passato giornalistico quando, subito dopo l’appuntamento congressuale, venivano pubblicate le sintesi degli atti. In questa logica abbiamo approntato questo nuovo numero di R.O. che non vuole essere un vero e proprio report puntuale dell’ultimo Convegno FIRP dello scorso aprile , ma una presentazione degli interventi effettuati dai relatori per fornire ai lettori un quadro degli aspetti salienti dell’intero percorso svolto nei tre giorni di convegno .


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Il titolo di copertina ci riporta al tema centrale del Convegno 2011 e vuole essere un omaggio all’altra metà del cielo: la donna con tutto il suo variegato universo. Con al centro la Reflessologia naturalmente, ma anche sociologia, medicina e psicologia, sessualità e maternità . La preparazione dei docenti-relatori ci conforta in questa proposta editoriale. Il Convegno ha confermato che i reflessologi hanno il profondo desiderio di ampliare ed approfondire queste tematiche; organizzeremo quindi nel corso dei prossimi mesi incontri specifici. Per chi fosse interessato, la FIRP mette comunque a disposizione anche il testo integrale delle relazioni del Convegno e anche la raccolta degli atti dei vari appuntamenti finora organizzati, segno di un preciso impegno di letteratura settoriale e di archivio non solo utile per chi pratica la nostra disciplina, ma anche per i tanti esponenti di altre tecniche del Benessere che in questi anni si sono alternati sul palco del Convegno. Insomma, un ritorno…al futuro. Perché l’avvenire non deve far dimenticare quanto si è costruito nel passato. Buona lettura.

Stefano Suardi Presidente Firp e Direttore RO

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27° CONVEGNO NAZIONALE FIRP A RICCIONE

L’importanza di crescere insieme

Carlo Gaeta

Tre giorni sotto il segno del Benessere... nell’universo femminile alla ricerca della forma perduta

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ono stato per una decina d’anni presidente di un’associazione di categoria di organizzatori di eventi aggregativi e congressi; un’esperienza importante che va ad aggiungersi a quella professionale dedicata da oltre trent’anni alla comunicazione e ai media, con la venticinquennale collaborazione con Reflessologia Oggi diventata lo scorso anno Riflessi di Benessere. Ebbene, quando mi chiedono cos’è un convegno, rispondo sempre senza esitazione:“Un fondamentale momento d’incontro, di scambio di esperienze, di conoscenze e di comunicazione relazionale”. Il convegno insomma è una qualificata agorà nella quale ritrovarsi e aprirsi per formarsi e crescere; per aumentare il contradditorio e sviluppare la propria professionalità sulla base di quanto viene fatto anche dagli altri, senza presunzioni, ma con la voglia di apprendere mettendosi in discussione; perché solo così si cresce davvero.

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Tutto questo è il Convegno Nazionale FIRP che ormai da oltre 27 primavere ha trovato un suo spazio nell’universo del Benessere grazie all’impegno della maggiore associazione di reflessologi italiani che annualmente, fin dal 1983, ha deciso di darsi appuntamento con il preciso obiettivo di incrementare la cultura di settore attraverso lo scambi di importanti “file” sulle esperienze svolte. L’universo femminile è stato ancora una volta al centro del Convegno con una serie di accurate relazioni prodotte da medici, operatori del Benessere e Reflessologi del piede che hanno nuovamente dimostrato l’importanza di incon-


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trarsi, di confrontarsi e di ascoltare per poi mettere a frutto quanto appreso. Dopo l’ Excursus al femminile nel mondo della medicina non convenzionale svolto in apertura dal dottor Virgilio Donato, un passaggio a cura di Ivana Cariddi sulle costituzioni personali per allargare la visione della persona nel suo insieme. La prima giornata si è conclusa con Luigi Codutti alle prese

che, accompagnato da Luigi Giannacchi, si è occupato di “Menopausa e nervo vago”. Una sintesi per titoli che da il senso preciso di un percorso e di un impegno a trattare tematiche delicate con il preciso obiettivo di garantire un approccio professionale, soprattutto ai tanti allievi presenti. L’impegno Firp in tal senso è stato più volte sottolineato dal Presidente Stefano Suardi

con un caso di abbandono sentimentale visto al femminile. Intenso il sabato congressuale tra “Stress e sessualità”di Rosi Coerezza,“Desiderare un figlio”di Luciana Garampazzi, “Piedini in gravidanza” di Anna Maria Mucci, “il Parto naturale” affrontato dalla coppia Rosanna Binda e Carlo Annoni,“l’osteoreflessologia post-parto” di Fabrizio Mainetti, “la struttura psicofisica dell’individuo” di Rosanna Auletta, “Essere madre” di Silvia Russo sino a toccare i “conflitti coi genitori, futuri malesseri” con Giovanni Mercanti. Infine, la mattina della domenica con i Maestri reflessologi Guido Zandi (Reflessologia e Tuina) e Erminio Frezzini

che accompagnato da tutto il Consiglio Direttivo e dai docenti delle varie scuole alla fine dei lavori ha consegnato i diplomi agli allievi del terzo anno della Scuola Triennale della Federazione intitolata al Maestro “Elipio Zamboni”. Il tutto nella bella cornice dell’Hotel Nautico di Riccione con tanti momenti conviviali e una divertente serata di gala animata dal noto cabarettista televisivo Carletto Bianchessi, davvero esilarante… perché alla fine non bisogna mai prendersi troppo sul serio altrimenti si finisce per diventare presuntuosi e supponenti. Perché, come ricordava sempre Zamboni:“Mettersi ai piedi dell’altro è un atto di grande umiltà”.

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SPECIALE CONVEGNO 2011

Excursus al femminile

Donato Virgilio

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L'evoluzione della donna nel corso dei secoli alla ricerca di una precisa identità sociale

a donna rappresenta il 50% dell'umanità, quindi un suo posizionamento presume collocare automaticamente - per esclusione - l'altra metà della popolazione mondiale: dove? come? soprattutto: perché? Parliamo allora di umanità, o meglio di universalità e, se è vero che la storia è magistra vitae, guardiamo cosa è successo nel tempo per fare qualche riflessione sulle posizioni via via assunte dalla donna. Siamo nel 2011 e stime attendibili dicono che siamo 6.891.000.000 di bipedi. Al tempo di Cristo, duemila anni fa, pare che la popolazione mondiale sommasse a poco più di 200.000.000 di anime, salite a 1.650.000.000 ai primi del '900. Allo stato attuale delle conoscenze non sembra che all'epoca tribale ci fossero grandi differenze gerarchiche tra maschi e femmine: le gerarchie erano semplici, basate sulle singole capacità pratiche e di sopravvivenza. Le cose cambiarono con lo sviluppo dei macroassembramenti (le città), l'avvento del commercio e la nascita del

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pensiero filosofico (sic !). In un primo momento, nelle civiltà egizia e in quelle mesopotamiche (Persia, Assiria, Babilonia) la donna sembrava avere una posizione molto elevata all'interno della società. In questi luoghi è stato presente anche il matriarcato, ma poi, con l'ascesa delle monarchie militari, perse di prestigio e si iniziarono a formare i ginecei, dai quali le donne non potevano uscire e dove non potevano vedere nessun uomo ad eccezione degli eunuchi e del proprio marito. Nella Grecia omerica la donna veniva rispettata, ma esistevano anche numerose contraddizioni: la donna ricca era tenuta in casa, mentre le donne povere erano costrette a lavorare e quindi avevano una certa libertà. Le donne non avevano diritti politici, non potevano quindi votare o essere elette, e non erano oggetto di legislazione giuridica: ad esempio, una donna non era colpevole del reato di adulterio, a differenza dell'uomo, perché ritenuta "oggetto del reato". Nella Roma dei Cesari la donna era considerata quasi pari all'uomo. L'influenza ellenistica sulla legislazione Romana si estendeva comunque a non far considerare la donna soggetto politicamente valido, quindi niente voto e niente cariche politiche. Nel cristianesimo, l'impressione che Dio sia definito in termini tipicamente maschili, quali padre, signore, re, giudice, ribaditi anche, dove possibile, nell'iconografia artistica, riprende il concetto di donna dell'antico territorio medio-


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RO orientale. Il Vecchio Testamento racconta di una società patriarcale e maschilista, in linea con il suo tempo. La donna ebraica doveva fare i conti con la legge, che limitava considerevolmente le sue libertà: per esempio, durante le mestruazioni era considerata impura ed era impuro tutto ciò che da lei veniva toccato in quei giorni. Tanto per gradire, ancora oggi molte delle nostre nonne sostengono che la donna mestruata non debba toccare fiori, ortaggi o piante per non rovinarne l'essenza vitale; e siamo nel 2000! Nei Vangeli, invece, Gesù è presentato vicino ai più deboli, per esempio bambini, lebbrosi e udite udite - le donne. Una delle grandi novità storicamente rilevabili apportate dal Cristianesimo riguarda proprio la concezione della donna: “Assolutamente secondaria e marginale, relegata nelle sue stanze, nel mondo greco; sotto perpetua tutela dell'uomo, padre e marito, quasi un oggetto, nel mondo romano; ostaggio della forza maschile presso i popoli germanici; passibile di ripudio e giuridicamente inferiore nel mondo ebraico; vittima di infiniti abusi e violenze, compreso l'infanticidio, in Cina e India; forma inferiore di reincarnazione nell'Induismo tradizionale; sottoposta alla poligamia, umiliante affermazione della sua inferiorità, nel mondo islamico e animista; vittima presso diverse culture di vere e proprie mutilazioni fisiche; sottoposta al ripudio del maschio in tutte le culture antiche, la donna diventa col Cristianesimo creatura di Dio, al pari dell'uomo”. Curiosamente, evolvendosi i contatti tra culture e diffondendosi un bagliore di desiderio di conoscenza, la donna viene sempre più bistrattata. Addirittura i grandi filosofi della Chiesa prendono posizione: San Tommaso d'Aquino osserva che secondo la Genesi la donna fu l'ultimo essere creato da Dio e non fu creata dal nulla, come tutte le altre creature, ma fu creata da una costola di Adamo. Con l'arrivo in Italia dei barbari, poi dei Franchi e pure dei Longobardi, la condizione della donna – se possibile – peggiora ulteriormente: diventa

infatti un oggetto nelle mani del padre che può decidere di venderla a un uomo. La cultura sociale medioevale impose la sottomissione della donna all'uomo, ma la considerò importante in quanto doveva crescere spiritualmente i figli. Successivamente, con l'Inquisizione (1184-1650 d.C.) le donne che in pratica cercavano di rivendicare la loro legittima essenza di essere umano vennero ritenute rappresentanti del Diavolo sulla terra (le streghe), capaci di trarre in inganno l'uomo spingendolo al peccato in qualsiasi modo; in realtà, la loro colpa era di chiedere di vivere e non solo sopravvivere. Le "cacce alle streghe" si concentrarono soprattutto tra la fine del 1400 e la prima metà del 1600. Successivamente le cose hanno preso una piega un po' diversa e, tra Rinascimento, Illuminismo, Riforma, Controriforma e rivoluzioni varie (sia sociali sia politiche e filosofiche degli ultimi 2-3 secoli) si è arrivati ai giorni nostri. Però tutto questo ha comportato alcune particolarità sulle quali Darwin ci invita a delle riflessioni. Osservando la qualità e lo stile di vita dell'uomo degli ultimi 10.000 anni, vediamo che non è cambiato granché per 390 generazioni, e cioè fino agli inizi dell’800; è cambiato qualcosa nelle successive sei generazioni fino al 1945-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 1950; è cambiato di tutto nelle ultime 2-3. Ma cosa è cambiato? Lo stile di vita, che, in termini salutistici, significa essenzialmente RITMI e CIBO. Il tutto addosso a un meccanismo, l'essere umano, i cui progetti costitutivi, iscritti nel codice genetico, non si sono spostati di una virgola dall'uomo di Cro-Magnon ad oggi. E l'adattabilità ci consente di apprezzare quanto la natura sia stata magnanima nel fornirci di una dotazione organica molto sovradimensionata rispetto alle esigenze standard; ciò ci permette di modificare i livelli di attività dei nostri vari organi e apparati in modo funzionale al momento che si attraversa, agendo attraverso il sistema neurovegetativo e l'armamentario ormonale. Ma se teniamo presente che gli ormoni, che sono gli stessi da sempre, derivano dalla trasformazione dei cibi, fondamentalmente diversi nelle ultime 2-3 generazioni, qualche problema di conversione ci sarà pure stato. Ma soprattutto dobbiamo tener presente che il nostro organismo non può moltiplicare le proprie energie, ma solo spostarle nei siti di maggior richiesta metabolica e lì dare l'impressione di “averne di più”. Questo comporta anche una diversa attivazione e gestione dell'intero patrimonio ormonale. Fino a metà del '700 ha prevalso la fase elastica di adattabililità sociofisiologica, mentre dalla fine del 1700, con la rivoluzione industriale e il cambio di ritmi di vita, si è passati a una maggiore pressione della fase plastica, caratterizzata da un costo aumentato rispetto alla resa. Dal dopoguerra ad ora, siamo in piena fase degenerativa. Direte: ma se si vive fino a 85 anni! Sì, ma non per merito dell'organismo, ma per le spettacolari capacità tecniche terapeutiche. Quindi è una sopravvivenza artificiale. Direte: ma che c'entra la donna? C'entra, eccome, perché il suo patrimonio ormonale è molto più sofisticato che non nel maschietto. Gli ormoni femminili entrano in un gioco di gestione organica che ottimizza l'esaudimento del secondo

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principio elementare, la procreazione, laddove sia esaudito il primo, la sopravvivenza. Il che, tradotto in parole povere, ci fa comprendere come tutto il meccanismo che sostiene le pulsioni della femminilità e della maternità sia direttamente riconducibile al livello di migliore o peggiore qualità di sopravvivenza ottenibile dalla persona, sempre in base all'equilibrio richieste / risposte. Ora, la fisiologia ci insegna che se questi ormoni, unitamente agli androgeni del maschietto, servono alla procreazione, l'organismo per sopravvivere sfrutta l'azione degli ormoni degli assi tiroideo, surrenalico, epato-pancreatico, oltre al sistema neurovegetativo. Il tutto coordinato da un gestore comune, l'asse ipotalamo-ipofisario che gestisce sopravvivenza e procreazione, ma – meraviglia della Natura – in stretta connessione con le aree talamiche, sottocorticali, limbiche del cervello, cioè le aree della memoria, degli istinti, delle elaborazioni, dell'apprendimento, delle emozioni così come della razionalità. Ciò significa che esiste un ufficio, nel nostro corpo, dove si vagliano le esperienze attuali, le si confrontano con quelle memorizzate, si prende atto delle richieste contingenti, si verifica quali possano essere le risorse disponibili (il presente) e raggiungibili (il futuro) e infine si attivano in misura diversa (ma assolutamente esatta) i vari assi ormonali, con tutto quello che ne conseguirà. Tutto questo incide in modo diretto sulla fertilità, intesa come equilibrio complessivo della persona.“E la coperta è sempre corta. È anche fondamentale tenere presente che queste strutture funzionano nell'organismo in misura leggermente diversa da soggetto a soggetto, a seconda della costituzione sensibile di cui si è portatori. Cosa significa? Che nel non essere tutti uguali, non lo siamo nemmeno nel come siamo fatti “dentro”, a livello di organi e di loro funzionamento intrinseco. Così come ci sono i biondi e i mori, o gli occhi azzurri piuttosto che neri, chi si stanca subito e chi è “duracell”, altrettanto vale


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per il maggior o minore livello di produttività (per usare un termine di moda) degli assi ormonali, il tutto su base genetica. Il che spiega come mai, a pari richiesta, ci siano diverse qualità di risposta”. A questo punto cosa ci sarebbe da aggiungere? Poco direi perché le conclusioni sono deducibili da chiunque in base a semplici riflessioni sui propri ritmi di vita. Maggiore è la pressione che l'ambiente impone all'essere umano, maggiore sarà l'attivazione dei percorsi che privilegeranno la sopravvivenza, per la quale potrebbero essere troppo esigue le risorse energetiche già dissipate dall'eccessivo lavoro muscolare o mentale necessario a far fronte alle richieste. Oggi la donna è chiamata a essere femmina, lavoratrice, casalinga, madre, badante, amministratrice domestica e non solo. Ottimo, ma a quale prezzo? Quanto costa, in termini energetici, tutto questo polimorfismo? E il costo è sostenibile? Non sempre. Certo, la biotipologia costituzionale può aiutare a comprendere come mai a pari impegno alcune donne rispondano meglio di altre, ma i miracoli non si possono fare. Non vorrei essere frainteso per antifemminista, per carità! Lo stesso discorso vale, pari pari per l'uomo. Ecco allora perché tra le varie cause di crisi della coppia moderna le pressioni ambientali susseguenti ai ritmi di vita assumono sempre più rilevanza nel determinismo dei disturbi fisici della sessualità e della procreazione: dal desiderio sessuale, che può ridursi o spostarsi sulle aberrazioni, alla fertilità che può risultarne seriamen-

te pregiudicata, alla stessa possibilità di vedere compromessa la capacità di esprimere le proprie emozioni verso l'altro. Segno sempre più sottolineato di presunti scompensi organici, in realtà di esasperazione di meccanismi compensatori che si svolgono sempre all'interno della fisiologia organica. Pur di non ammettere che le nostre decisioni sugli stili di vita che ci imponiamo sono incongrue, siamo disposti a far finta che le difficoltà derivano da inesistenti patologie della sfera organica o affettiva: capri espiatori, meritevoli di disprezzo e punibili con il ricorso a viagra, fivet, ormoni, psicofarmaci e chi più ne ha più ne metta. Mala tempora currunt, dicevano quando si stava così male che si stava meglio... E vogliamo poi pensare ai figli che nascono o vengono cresciuti e dis-educati in questo marasma di falsificazioni della realtà? Quale imprinting possono avere? Di equilibrio, forse? Difficile, penso e guardando fuori dalla finestra quello che vediamo non ci tranquillizza. Non dimentichiamo che l'attivazione di quegli assi ormonali di cui sopra si realizza attraverso la liberazione nell'organismo di una marea di sostanze intermedie, mediatrici, dette catecolamine che – nella donna gravida – passano indisturbate la barriera placentare e arrivano al feto, determinandone delle possibile anomalie di sviluppo che si manifesteranno solo a livello dei recettori delle singole sostanze chiamate in causa. Nulla di evidente a livello fisico, per carità, ma poi andate a vedere come sviluppano comportamenti e carattere questi bambini: inquietante carenza di equilibrio. Equilibrio, parola magica che sta perdendo valore nella quotidianità, ma che il nostro fisico ci richiede sempre più insistentemente. A proposito: a cosa serve quella pratica ai piedi che, se non ricordo male, dovrebbe chiamarsi reflessologia? A riequilibrare senza inquinare. Appunto. Meditate, gente, meditate…

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Biotipologie e reflessologia

Ivana Cariddi

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Raggiungere l'equilibrio attraverso le caratteristiche fisiologiche e le biotipologie

redo che l'aspetto affascinante della reflessologia sia l'essere una tecnica assolutamente aperta alle sinergie e alle integrazioni al fine di arrivare alla conoscenza più approfondita dell'uomo, nel suo essere uno e irripetibile. Per questo, qualche tempo fa, ho partecipato a un gruppo di ricerca in cui la tecnica reflessologica veniva integrata con la visione costituzionalista. Questa unione mi ha offerto la possibilità di “leggere”le schede d'indagine con strumenti diversi,più attenti ai segnali che le persone portano con sé, sia in termini di problema acuto o cronico (cos'hai?) sia in termini costituzionali (chi sei?). E quindi non cerchiamo solo “cosa facciamo” con la nostra tecnica, ma a “chi lo facciamo”, integrando gli aspetti psicologici e ambientali che comportano cambiamenti nel corso della vita di ciascun individuo, fermo restando la sua origine genetica. Per poter sopravvivere alle condizioni che cambiano (età, fattori esterni, alimentazione) siamo

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dotati di una componente autonoma nel suo funzionamento: il sistema nervoso neurovegetativo, che aumenta o riduce le funzionalità organiche 24 ore su 24 in base alle necessità. La gestione di questa energia porta allo sviluppo di una modalità biotipologica. L'equilibrio maggiore o minore tra le due componenti del sistema nervoso vegetativo, simpatico e parasimpatico, che a sua volta influenza ed è influenzato dalla funzionalità tiroidea e surrenalica, porta allo sviluppo delle varie tipologie costituzionali. Questo equilibrio si aggiunge alle caratteristiche fisiologiche, comportamentali e strutturali del soggetto. Nella ricerca per capire la biotipologia della persona è fondamentale cercare: · anamnesi della persona: chi sei; · disturbi della persona: problematiche; · reattività generale. L'insieme di queste informazioni porta a definire in ciascuna costituzione quali organi possono essere predisposti a un'alterazione funzionale, strutturale o degenerativa, e quindi poterli sostenere, stimolare o compensare. La grande novità è aver a disposizione delle costituzioni che hanno delle predisposizioni in termine di patologie e di organi che lavorano sotto “maggior stress” e, quindi, con delle predisposizioni degenerative riconoscibili e, di conseguenza, trattabili anche per un reflessologo. È l'arma in più che ci permette di compensare gli organi compromessi; possiamo


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prevenire delle problematiche tipiche di quel soggetto grazie alla sua specifica costituzione. Abbiamo, oltre al benessere della reflessologia, una chiave di lettura differente da sfruttare per migliorare le sinergie. Le costituzioni che prendiamo in considerazione vengono da noi divise in cinque gruppi: SULFURICA: è la costituzione apparentemente più avvantaggiata. Elemento dotato di un'elevata quantità di energia intrinseca; biotipo brillante con muscolatura tonica. Il piede avrà una pianta larga con difficoltà alla manipolazione, per contemporanea attivazione della muscolatura agonista e antagonista. CARBONICA: costituzione soggetta a un'ipofunzione degli assi corticosurrenali e tiroidei. La sua fisicità è caratterizzata da diametri trasversali preminenti sui verticali, con muscolatura poco tonica. Il piede è tendenzialmente piatto, predisposto al valgismo dell'alluce e molto rigido, freddo d'inverno e facile all'insorgenza di geloni. FOSFORICA: costituzione determinata dall'asse ipofisi tiroideo iperattivo e quello ipofisi cortico surrenalico ipoattivo.Questo induce uno sviluppo fisico caratterizzato dalla prevalenza dei diametri longitudinali sui trasversali, quindi avremo soggetti tendenzialmente longilinei, con muscolatura ipotrofica, tendenza marcata alla stanchezza. Il piede sarà stretto, allungato con dita sottili, unghie deboli e fragili, assenza di calli plantari. FLUORICA: non è una costituzione pura ma interagisce con le altre, portando indecisione. Emoti-

vamente la demineralizzazione strutturale si accompagna a un soggetto spesso in ansia per la propria salute e con paura delle responsabilità. Il piede avrà la tendenza a malformazioni (dal piede piatto al piede equino) e articolazioni tibio tarsiche con facili distorsioni. MURIATICA: rappresenta una costituzione anch'essa intermedia, come la fluorica, con caratteristiche che riassumono parte dell'equilibrio energetico della sulfurica e la tendenza alla sopravvivenza della carbonica. Ha una struttura corporea regolare e armonica. Il piede avrà una pianta larga con possibili calli plantari. Inserendo il soggetto in una determinata categoria, si possono anticipare i punti deboli di una persona, conoscere a priori i meccanismi più probabili che lo hanno reso vulnerabile e operare di conseguenza. Ovviamente, nella conoscenza iniziale della persona è estremamente importante l'indagine reflessologica. A luglio 2010, viene a trovarmi una giovane parrucchiera di 29 anni perché affetta da lombo sciatalgia e tensione scapolo omerale in forma acuta. È alla fine del ciclo mestruale e mi racconta anche del suo problema più importante: i frequenti dolori all'apparato genitale. Nell'indagine reflessologica sono risultate dolenti le zone: apparato osteoarticolare, muscolare e nervoso della parte brachiale e lombare; apparato endocrino; apparato linfatico; apparato genitale. Durante l'indagine reflessologica ho notato mol-

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to dolente il muscolo psoas, che è il principale protagonista nel determinare la posizione del bacino e del tratto lombare e, di conseguenza, dell'intera postura; in effetti, la ragazza ha un'iperlordosi lombare e ampio inarcamento opposto a livello dorsale (ipercifosi dorsale), con ginocchia tendenti al valgismo. Con questa situazione evidenziata dall'indagine nei primi trattamenti iniziati a luglio 2010, ho lavorato con cadenza bisettimanale per sciogliere le tensioni della parte cervico brachiale e lombare. Successivamente, da agosto, ho introdotto la ricerca costituzionale nella ricerca dei successivi trattamenti,ho insistito con enfasi nella parte urogenitale coinvolgendo sistema nervoso autonomo, nervi periferici e muscoli connessi alla zona. Nell'approccio reflessologico con la visione costituzionale è molto importante capire come lavorano nel nostro corpo l'asse ipotalamico-tiroideo e, per noi reflessologi, è fondamentale applicare la ricerca con la stimolazione dei punti riflessi del sistema nervoso autonomo. Con questo tipo di ricerca sul piede gli elementi che ci risultano ci permettono di “leggere” i dati ottenuti con un'altra ottica, quella costituzionale appunto.

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Ho raccolto i dati dell'indagine, i dati della scheda del sistema nervoso autonomo ed ecco che posso incrociare gli elementi per ottenere uno schema di lavoro: fondamentale è capire e raccogliere i dati del “Chi sei?” e del “Cos'hai?”. Dallo schema prefissato posso identificare la costituzione principale del soggetto in questione: fluorica. E con tutte queste informazioni, dai primi di settembre fino a novembre, ho inserito nel trattamento reflessologico gli organi appartenenti alla sua costituzione. Trattamento costituzionale: rene, vescica, gonadi, utero, rachide, per rendere il trattamento più mirato e risolutivo in quanto lavora sugli organi deboli della costituzioni in oggetto. Da metà settembre i dolori nella zona pelvica sono completamente cessati e abbiamo diradato i nostri incontri, poiché è riuscita a ottenere una buona salute fisica e serenità mentale. Posso dire che questo metodo di lettura del soggetto, abbinato alla nostra tecnica tradizionale organica FIRP, è un valido aiuto nel trattamento sia nella fase acuta e cronica del malessere ma soprattutto come prevenzione per eventuali recidive della malattia.


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L’abbandono S

pesso nella nostra attività professionale veniamo a contatto con casi e situazioni emotivamente carichi e difficili. La persona che si rivolge a noi ci richiede aiuto non solo fisico, ma soprattutto spera che le alleggeriamo un carico emotivo pesante e a volte insopportabile. Non possiamo certo sostituirci a uno psicoterapeuta, ma credo che possiamo dare un contributo notevole al miglioramento delle condizioni psicologiche del soggetto o, più correttamente, psicosomatiche. Da tempo mi interesso di bioenergetica e ho fatto diverse esperienze con svariati esperti. Ho cercato alla fine di traslare queste esperienze in un contesto reflessologico, ottenendo decisamente un buon risultato. La situazione che mi si ripropone più frequentemente durante il mio lavoro è l'abbandono sentimentale visto al femminile, e quindi parlerò di questo argomento. Negli anni ’70 il neurologo americano McLean ha elaborato una teoria, detta dei tre cervelli, che ipotizza tre diverse fasi di sviluppo del cervello umano: il cervello rettili ano (bulbo spinale e cervelletto, sede di istinti primari e di funzioni vitali, come controllo del ritmo cardiaco e respiratorio); il cervello intermedio (sistema limbico) che corrisponde nella scala evolutiva al cervello dei mammiferi; il neocortex o cervello superiore (emisferi cerebrali e funzioni cognitive e razionali, tra loro coordinati ma in grado di dominarsi reciprocamente). La chiave di lettura di determinati comportamenti si spiegherebbe quindi con delle risposte automatiche immagazzinate che sono risultate efficaci nel passato e vengono tuttora utilizzate,

Un caso di separazione visto attraverso gli occhi di una donna:le somatizzazioni del dolore e l'aiuto del reflessologo

Luigi Codutti

sopratutto in caso di trauma psicologico. Per tentare di capire, quindi, ciò che succede a una donna improvvisamente abbandonata dobbiamo pensare a un comportamento sociale all'interno di un branco di ominidi preistorici. L'ominide, piccolo, privo di armi naturali, in un ambiente ostile, pieno di predatori, aveva la sua unica possibilità di sopravvivenza rimanendo in un branco e unendo le forze per aumentare le possibilità di sopravvivenza. In particolare, la femmina più debole fisicamente, svantaggiata nella lotta e nella fuga specie se gravida, necessitava di essere confermata nel suo ruolo all'interno di un branco da un maschio dominante.La conferma di ciò avveniva tramite rapporto sessuale che sanciva la sua accettazione. A tutt'oggi questi meccanismi sembrano ancora presenti e attivi e generano delle risposte biologiche, fisiche ed emotive. Seguendo questa logica, l'abbandono non è più, quindi, solo una semplice separazione tra due partner, ma può essere vissuto dalla donna attraverso il più grande e atavico terrore della nostra specie: essere sbranata viva dai predatori.

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Le somatizzazioni più probabili sono in questi organi: • non sono più confermata sessualmente = somatizzazione utero; • il mio territorio è invaso da un'altra femmina = vescica; • mi sento svalutata sessualmente = ossa del bacino, osteoporosi; • ho perso la competizione con un'altra femmina = vissuto al femminile = utero, • vissuto al maschile = arterie coronarie; • vivo l'abbandono come una forma di peccato - colpo basso = grosso intestino; • ho subito un perdita = fegato; • sono arrabbiata con il partner = vescicola biliare; • mi è mancato il chiarimento = laringe; • non mi va giù = stomaco; • stavo per sposarmi e mi ha lasciata = pancreas; • conflitto di svalutazione sessuale (le altre sono meglio di me) più conflitto di perdita di territorio sessuale = depressione. Ragionando in questo modo, il risultato di un abbandono può perturbare l'intero equilibrio psicofisico della donna. In realtà avviene un trauma emozionale improvviso con le seguenti caratteristiche: non posso opporre le risposte di lotta o di fuga, non posso condividere il problema con altri e quindi lo vivo in solitudine; così si genererà una situazione di simpaticotonia permanente di alcuni organi che somatizzano il problema e iniziano a indebolirsi; compare ansia, pensiero fisso e insonnia, scompare l'interesse per le attività quotidiane e gli altri affetti. In questa tragedia shakespeariana il nostro apporto di condivisione condizionerà molto il risultato del nostro intervento, mai come in questa occasione. Una dettagliata ricerca reflessologica, unita a un dialogo verbale confidenziale e fiducioso, ci farà capire come la persona affronta il problema. Non

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esistono quindi schemi fissi di trattamento, ma sempre tratteremo le seguenti strutture: la zona del cervello limbico (sede dell'emozione); l’ipotalamo (esecutore e mediatore della risposta ormonale al problema); le surrenali (risposta adrenalinica), organi bersaglio coinvolti e loro corrispettivi centri simpatici-parasimpatici; il sistema endocrino, soprattutto ipofisi e surreni; il plesso solare. In caso di forte tensione è preferibile iniziare con un riequilibrio generale simpatico-parasimpatico che abbasserà la soglia di tensione generale, permettendo anche una migliore comprensione del problema. Tratteremo quindi: tutto il sistema parasimpatico (ipotalamo, vago 1-2-3-craniale caudale); il sistema simpatico (ipotalamo con surrenali); le surrenali assieme al mesenterico, al celiaco e a c1- c2c3. Le reazioni sono spesso di forte tremore, sopratutto alle gambe, ottimo segno in bioenergetica chiamato “crisi epilettoide di scarico”. Chiaramente il pianto liberatorio sarà una costante


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(meglio munirsi di fazzoletti), il nostro atteggiamento sarà di serena condivisione senza forzature eccessive, tipo piangere con lei (visto spesso con colleghe). Nei giorni successivi si verificherà frequentemente l'insorgere di una forte stanchezza unita a mal di testa (rassicurare la persona) e, altrettanto frequentemente, una ripresa del sonno spesso letargico. Secondo l'interpretazione biopsicosomatica, passeremo quindi da una simpaticotonia permanente a una accentuata vagotonia, proporzionale alla durata della situazione tensiva e all'intensità del conflitto. Un trucchetto non reflessologico: provare a far ripetere alla persona la frase “nome del partner e poi se n’è andato, non c’è più!”. Serve a far “vedere” il problema, risuona nell'inconscio e scatena spesso il pianto. È la presa di coscienza del lutto, spesso la malcapitata vive in un limbo di disperazione, è ”basita”; fargli ammettere la cosa equivale a far ammettere all'alcolizzato il suo problema di alcolismo.

Teoria della lateralità Secondo questa teoria esistono quattro tipologie di persone: uomini destrimani, femmine destrimani, uomini mancini, femmine mancine. Inizialmente la riproduzione tra esseri viventi era per scissione, quindi un individuo generava un altro individuo. Successivamente, per aumentare le possibilità di sopravvivenza, si passò alla riproduzione sessuata: un essere femminile e uno maschile generavano altri individui sessuati. Poi si passò a un’ulteriore differenziazione e il 30% o 40% degli individui svilupparono un mancinismo (cioè un funzionamento diverso del cervello). Questo aumentava ulteriormente le possibilità di sopravvivenze: in pratica, esistono uomini con caratteristiche femminili e donne con caratteristiche maschili. Queste caratteristiche si riflettono su diversi ambiti nella persona (caratteriali, ormonali e sessuali) e fanno sì che gli stessi conflitti vengano vissuti in maniera diversa. La perdita del partner verrà vissuta nella destrimane come una perdita al diritto alla riproduzione e dalla mancina come una perdita di territorio; la prima avrà somatizzazione al collo dell'utero per frustrazione di non essere più posseduta, la seconda avrà somatizzazione alle coronarie. Questo meccanismo è stato osservato nei cervi dominanti. La donna destrimane che perde il partner abbasserà gli ormoni femminili, aumenterà gli ormoni maschili e si dedicherà al lavoro o altri impegni. Una precisazione: i dominanti sono dominanti con gli individui dello stesso sesso, ma gli uomini funzionano con il cervello destro e le donne destrimani con il cervello sinistro.Una soluzione per

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SPECIALE CONVEGNO 2011 evitare contrasti è quella di lasciare alla donna molta libertà di movimento e di lasciarla, ad esempio, esprimersi nel lavoro; in caso contrario si frustrerebbe, anche perché, essendo una donna di riserva, vivrebbe male la quotidianità e avrebbe bisogno di cambiare spesso stimoli. Spesso accade che il maschio destrimane viva la quotidianità con la donna destrimane e si faccia l'amante mancina. IL CASO Annamaria, 49 anni, attualmente separata, ha scoperto il marito con l'amica (conflitto programmante). Ha reagito pesantemente, cacciando il fedifrago ed è quasi venuta alle mani con la rivale che tuttora insulta pesantemente per strada. Dopo un anno ha iniziato una nuova relazione, ma dopo pochi mesi è stata di nuovo abbandonata per un'altra (conflitto ripetuto scatenante). Lamenta depressione, svogliatezza, disinteresse generale, si sente inferiore alle altre, ha dolori osteoarticolari (in particolare lombari), stanchezza, insonnia, oppressione toracica, respiro corto con frequenti sospiri, come per prendere aria, disinteresse sessuale, crisi di collera, aumento di peso con gonfiore addominale evidente; assume solo saltuariamente qualcosa per dormire, alterna buffe diete fai da te con abbuffate compensa-

torie di dolci, non fuma, non beve. Viene da me inviata da un'amica, ma non crede molto nella reflessologia. La ricerca evidenzia una forte dolenzia di tutte le zone della testa, compreso organi di senso, l'asse ipofisi-surreni, il genitale, colonna lombosacrale, simpatico e para simpatico, coronarie; il piede è freddo, sudato e teso, scuro nella zona lombare; zone della testa piene, gonfiore alle caviglie e dorsale. Particolare: faccio difficoltà a separare i piedi. E’ stato effettuato il seguente trattamento: respirazione,per rilassare; sistema nervoso autonomo, e ghiandole endocrine, per riequilibrio; plesso solare, per rilassare; encefalo, per riequilibrio; apparato urinario, per eliminare le tossine; per la prima seduta anche la colonna vertebrale. Poi ho prestato più attenzione a: fegato e cistifellea; apparato genitale con circolatorio; sistema linfatico per le successive. Alla seconda seduta Annamaria manifesta sblocco di tremore, con freddo e dolori muscolari e stanchezza nei giorni successivi; poi un rapido miglioramento generale. In totale ho effettuato sei sedute con mantenimento ogni tre settimane.Attualmente Annamaria sta bene: la depressione quasi sparita, ha perso 9 kg anche con una dieta bilanciata che le ha ridato fiducia in se stessa e nelle sue potenzialità.

FIRP - Scuola Triennale di Reflessologia del Piede “Elipio Zamboni” Corso 2011-2012 presso

Faenza - Via Risorgimento, 22 Per informazioni: Segreteria Firp - tel. 334.3112856 - info@firp.it

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Stress e sessualità femminile N

ella nostra vita così pressata e a ritmi veloci è facile sentirsi “stressati”. Stress è una parola inglese entrata nell'uso comune, largamente utilizzata e abusata. Si definisce stress qualsiasi forma di tensione fisica o emotiva dovuta a problemi o preoccupazioni. Se lo stress è prolungato nel tempo, se l'insieme dei problemi, delle preoccupazioni e delle emozioni che quotidianamente dobbiamo affrontare non viene risolta, si può andare incontro a problematiche come stanchezza, irritabilità, insonnia, ulcera, gastrite, tachicardia, cefalea, ipertensione, depressione, problemi alimentari e molto altro. Lo stress genera nel corpo una risposta surrenale con produzione di adrenalina che, se prolungata nel tempo, aumenta il metabolismo e può provocare una grave carenza di vitamine e minerali, in particolar modo magnesio, vitamina C e vitamine del gruppo B, specie la B6. Inoltre, se si entra in uno stato di stress, gli ormoni sessuali si bloccano e si favorisce produzione di cortisolo, chiamato anche ormone dello stress e dell'attacco e difesa. Lo stress si evidenzia soprattutto a livello delle ghiandole endocrine importanti, quali surrene e epifisi (la stessa che produce melatonina). Il surrene, posto anatomicamente sopra il rene, produce tre gruppi di ormoni: i glicocorticoidi, tra cui il cortisolo appunto, i mineralcorticoidi, regolatori della pressione sanguigna, e gli androgeni che sono ormoni mascolinizzanti.

Come le tensioni agiscono sul fisico della donna provocando scompensi

Rosi Coerezza

Il cortisolo, sintetizzato su stimolazione dell'ormone adrenocorticotropo (ACTH), induce un aumento di zuccheri nel sangue e ne stimola la sintesi da parte del fegato, depauperando la massa muscolare. In questo modo il cortisolo aumenta la glicemia e riduce la massa e il tono muscolare. E’ la base di molti farmaci antiinfiammatori. Se troppo “utilizzato”, si esaurisce e il nostro corpo non ne produce all'infinito! Questa dinamica farmacologica innesca o mantiene focolai di infiammazione cronica che possono avere ripercussioni negative sul sistema immunitario. Esiste nel nostro corpo anche un'altra importante dinamica endocrina. In condizioni normali l'insulina, prodotta dal pancreas, permette al glucosio ematico di penetrare nelle cellule del nostro corpo dove viene utilizzato per produrre energia; quando l'insulina non riesce a trasportare il glucosio all'interno della cellula avviene un fenomeno chiamato “resistenza all'insulina”. In seguito a questa dinamica, il pancreas produ-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 ce una maggiore quantità di insulina per mantenere livelli glicemici normali. La resistenza all'insulina è condizionata da vari fattori, alcuni genetici e altri che si possono controllare, come l'accumulo di grasso addominale. Una persona stressata è soprattutto attratta dai carboidrati (cibi antistress per definizione) che iperstimolano la produzione di insulina, con aumento di glicemia e insulinoresistenza; come tutti sanno, lo zucchero in eccesso si trasforma in grasso e aumenta la ritenzione di liquidi. L'insulina ha anche un'azione cardioprotettiva, antinfiammatoria e antiossidante; l'insulino-resistenza, quindi, viene considerata una condizione proinfiammatoria. Altro argomento importante sono gli androgeni. Gli androgeni vengono prodotti dalla zona reticolare del corticosurrene. Sono i precursori degli estrogeni, gli ormoni femminili. L'iperandrogenismo da stress induce nelle donne aumento della peluria, acne, capelli che cadono e ovaio policistico. Le principali fonti di androgeni nella donna sono: surrene, ovaio e tessuto adiposo. Lo stress ha effetti negativi anche sulla produzione di un altro ormone che è la prolattina (PRL), un ormone di centonovantotto amminoacidi prodotto dalla parte anteriore della ipofisi. La prolattina trasmette segnali agli organi dell'apparato genitale che inibiscono la fecondazione. Questa situazione determina la naturale infertilità nelle donne che allattano, ma determina anche iperprolattinemia da stress. Queste considerazioni inducono a inserire la prolattina negli ormoni dello stress, infatti i valori di prolattina aumentano nei soggetti molto stressati emotivamente quindi anche negli uomini. Questi valori anomali provocano depressione e diminuzione del desiderio sessuale. Un discorso a parte meritano le catecolamine che derivano dalla tirosina, amminoacido essen-

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ziale. Le tre importanti catecolamine sono: adrenalina, noradrenalina, dopamina. Sono rilasciate dalla zona midollare delle ghiandole surrenali in situazioni di stress psicologico e ambientale come paura, rumori forti, luci intense o grandi cali di glicemia. Causano aumento della frequenza cardiaca, della pressione sanguigna e, quindi, la comparsa di fenomeni infiammatori. La porzione midollare delle ghiandole surrenali è innervata dal sistema simpatico tramite fibre nervose pregangliari, che cioè non si interrompono a formare connessioni (sinapsi gangliari). Queste fibre, nella midollare, si legano a un determinato gruppo di cellule chiamate “cromaffini” e le stimolano a produrre adrenalina, noradrenalina e, in minima quantità, dopamina. In questo modo abbiamo una via direttissima che collega il cervello, tramite il sistema nervoso autonomo, alle surrenali, organi primari della reazione allo stress. Questa connessione è fondamentale. La midollare del surrene è quindi la zona più importante per le dinamiche dello stress. Lo stress poi, anche su base emozionale, modifi-


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ca gli ormoni. È stato ampiamente dimostrato fin dagli anni Ottanta (Pancheri) che situazioni di stress di natura del tutto emozionale possono influenzare e modificare il sistema endocrino. Gli ormoni attivati dallo stress fisico intenso sono gli oppioidi endogeni e la melatonina. Gli oppioidi endogeni sono prodotti dal sistema nervoso, dall'ipofisi e da altri organi. Un esempio per tutti: i giocatori di tennis studiati da Siegel, Muller, Mason e Frankenhaeuser. Alla fine della partita i due giocatori hanno accumulato un grande stress psicofisico. Il vincitore, a differenza dello sconfitto, presenta livelli molto elevati di testosterone, ormone maschile, paragonabili a quelli di maschi sottoposti a visioni di stimoli sessuali tramite film e video. I livelli dell'ormone sessuale maschile dello sconfitto, invece, sono molto bassi, come quelli di uomini sottoposti a stress acuti non dominabili, tipo quelli che si provano prima di subire un intervento chirurgico. Da questi studi si evince molto chiaramente che lo stress non produce semplicemente un aumento di cortisolo, ma attiva i principali sistemi endocrini.

IL CICLO FEMMINILE Nella donna l'andamento ciclico mensile delle mestruazioni è sotto il controllo ormonale. La produzione degli ormoni sessuali viene organizzata dagli ormoni ipotalamici, i cosiddetti fattori di rilascio (RF o RH) che stimolano la parte anteriore dell'ipofisi a produrre le gonadotropine (FSH e LH); queste, ma livello ovarico, inducono a produrre estrogeni e progestinici. L'ipotalamo produce neuroni ormonali che stimolano il rilascio delle gonadotropine ipofisarie (GnRH). L'ipofisi raccoglie questi segnali provenienti dall'ipotalamo ed elabora FSH (ormone follicolostimolante), che stimola la maturazione dei follicoli ovarici. Alcuni giorni dopo, l'ipofisi aumenta la produzione di LH (ormone luteinizzante) che stimola l'ovulazione. Il follicolo, allora, si trasforma in corpo luteo che inizia a produrre progesterone. Il ruolo di questo ormone è fondamentale a preparare la mucosa uterina a ricevere l'annidamento dell'ovulo eventualmente fecondato. Se la fecondazione non avviene, un'improvvisa caduta dei livelli di progesterone e di estradiolo porta alla demolizione della mucosa uterina e al flusso mestruale. Il CRF (o CRH), ormone che libera la corticotropina, è un ormone prodotto dal cervello, e più precisamente dall'ipotalamo, in risposta allo stress. Il CRH viene anche sintetizzato nei tessuti periferici, come per esempio i Linfociti T che sono cellule del sistema immunitario, in risposta a stress di tipo infettivo. È presente anche nella placenta ed è coinvolto nel parto. E ancora l'ormone antidiuretico (AVP) è un ormone prodotto dall'ipotalamo che agisce sulle cellule dei tubuli distali del rene e aumenta la permeabilità all'acqua favorendo così il riassorbimento. L'ipotalamo regola il rilascio di questo ormone che ha anche un'attività di regolazione sulla temperatura corporea che può, infatti, aumentare in situazioni di stress.

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Desiderare un figlio... Un aiuto della reflessologia per predisporsi alla gestazione Luciana Garampazzi

FOCUS

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l caso che vi espongo è quello di Jessica. Insegna da diversi anni in un asilo, è sposata da pochi anni e assume la pillola per non rimanere incinta troppo presto. Quando lei e suo marito si sentono pronti per un figlio, spinti e dall'età che avanza e dai reciproci genitori che vorrebbero, finalmente, avere un nipotino, ne interrompe l'assunzione. Passano diversi mesi ma, della gravidanza niente. Si sottopone a una visita ginecologica e il suo medico, dopo averle fatto un'ecografia, la rassicura che è tutto a posto, deve solo aspettare. Il tempo passa, addirittura più di un anno e Jessica non rimane incinta. Si sottopone ad ulteriori e più approfonditi esami, ma non si evidenziano particolari problemi a parte una delle tube un po' strette così come il collo dell'utero. Ma i medici non ritengono sia un problema che com-

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promette un'eventuale gravidanza. Poiché un'amica le consiglia di provare la reflessologia plantare, si presenta da me e mi spiega la situazione. La osservo: è molto rigida, magra, contratta, ha le spalle un po’ incurvate, come se volesse trattenere le energie per sé; è risoluta sia


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nel muoversi sia nel parlare. Mi racconta di sé: dice di essere dinamica, molto precisa, tiene pulita la casa ed il posto di lavoro in modo maniacale. Ha 35 anni ed è sposata da due anche se convive con suo marito da molto prima. Mi parla con invidia delle amiche che hanno già avuto figli e che non vuole andare a trovare per non soffrire di gelosia. I sintomi che lei stessa riporta sono: bruciori di stomaco, affaticamento visivo, cefalea muscolo tensiva, dolori alla schiena, soprattutto nella zona lombare, dismenorrea e spesso stipsi. Dall’indagine reflessologica risultano molto dolenti tutto l'apparato digerente, l'apparato genito-urinario, le vertebre cervicali, la colonna lombare, i denti, l'articolazione temporo-mandibolare, i muscoli addominali. Il piede è freddo, pallido, grinzoso: sembra il piede di una donna anziana. Effettuo una seduta rilassante lavorando la testa in toto; la colonna in toto per connessione con i centri nervosi, l’apparato digerente, sede della sua problematica. Dalla seduta successiva inizio l'iter reflessologico che ritengo più opportuno per lei e nelle sedute successive riscontro una netta diminuzione dei sintomi lamentati al suo arrivo: il suo stato di salute è tornato buono, anche i modi di fare sono più calmi, niente ansie, le spalle sono più diritte e l'espressione del viso è più dolce; persino il suo piede è diverso: più roseo, caldo e liscio. Le rifaccio un'indagine reflessologica e scopro che il suo ventre è ancora molto teso, ma le zone dolenti sono limitate a ipofisi, apparato genitale e muscoli addominali. Le propongo sedute di reflessologia più brevi per dedicare un po' di tempo ad esercizi di respirazione e di rilassamento. Per la parte reflessologica tratto soprattutto gli organi genitali, i muscoli addominali e il sistema nervoso periferico che innerva il bacino e gli organi genitali. Nella seconda parte della seduta aggiungo la respirazione addominale per farle prendere coscienza del suo corpo attraverso il respiro e le sue mani, prendere contatto col suo ventre che

va riempito d'amore e di calore per il suo piccolo: ”trasformare l'utero in un nido accogliente”. La gravidanza, parte prima dal cuore: è un atto d'amore. A casa ripeteva con costanza l'esercizio appreso. Dopo otto sedute, con cadenza settimanale, le zone trattate non erano più dolenti e lo stato d'animo era notevolmente migliorato. Jessica si era resa conto che a 35 anni è molto fa-

ticoso cambiare, guardarsi dentro. Si sentiva bene, appagata e ci eravamo date appuntamento per un altro ciclo di massaggi reflessologici, dopo un paio di mesi di pausa. Dopo qualche settimana una telefonata: “ sono incinta”.

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Piedini in gravidanza I trattamenti reflessologico e shiatsu durante la gravidanza

corpo, perdendo in parte la solidità e la forma che siamo soliti attribuirgli, partecipasse a questa sorta di danza dell'universo che ci circonda. Ecco che allora i nostri confini con il mondo esterno divengono meno certi o forse si dissolvono del tutto, finché possiamo giungere a non percepirci più come entità distinta dall'ambiente che ci circonda e tutto prende a pulsare, frizzare e danzare.

Anna Maria Mucci

I

mmaginate di essere in riva al mare in una giornata di sole di primavera e di socchiudere gli occhi fino a lasciare appena un piccolo spiraglio per guardare i riflessi del sole sulla superficie dell'acqua mossa dal vento. Potrete vedere centinaia, migliaia di piccole “stelline” che sembrano esplodere in un guizzo di gioia a ogni istante, per poi ricrearsi in quello successivo. Forse poi, spostando lo sguardo dalla superficie del mare al cielo, soprattutto se c'è vento, potrete cogliere qualcosa di simile anche nell'aria: come piccoli lampi di luce che riempiono il cielo azzurro. Immaginate di chiudere gli occhi e di restare in ascolto, dopo esservi calmati e concentrati portando la vostra attenzione al respiro; potrete forse allora, a un certo punto, avere la sensazione che tutto l'ambiente attorno a voi continui a essere permeato da quel vibrare e pulsare. E, se rimarrete a occhi chiusi abbastanza a lungo, potrete forse percepire come se anche il vostro

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C'È DANZA SENZA NESSUN DANZATORE Questo è sperimentare in modo diretto e concreto ciò che i cinesi antichi hanno chiamato Qi. Qi andrebbe tradotto letteralmente “soffio”, ma in Occidente si parla di energia. Il Qi è la grande forza che sottende la vita, è la vita stessa. È la vibrazione dell'universo, è l'intero universo nel suo manifestarsi. Secondo la tradizione cinese tutto ha origine dal caos che eruttando un soffio produce l'energia ancestrale. I soffi più leggeri emergono e formano il cielo, quelli più pesanti la terra. Tra terra e cielo ecco apparire l'uomo formato da un corpo organizzato dal Qi che lo anima, e dal proprio spirito. Ed è così che se il corpo è yin (materiale) e l'energia che lo anima è yang, vuol dire che ogni individuo in sé ha un riflesso del taj ji (tao), le due forze che sono in continua trasformazione operata e controllata dallo shen (spirito). Al momento del concepimento, infatti, si incontrano i due jing, le due essenze dei genitori e un frammento dello shen universale da vita a quel


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corpo; allora quel corpo assume una particolare coloritura, la quale determinerà l'unicità di quell' individuo … un individuo formato da mente – corpo – anima. Tecniche olistiche come la reflessologia e lo shiatsu si sono prese cura di questo individuo. Nelle vesti di reflessologa e operatrice shiatsu vi presento questo lavoro le cui basi sono da ricercare nella medicina tradizionale cinese.

avere figli è importante provvedere al sostegno della nostra essenza renale. In che modo? Evitando di lavorare troppo o di sottoporci a sforzi fisici eccessivi, seguendo un'alimentazione regolare, concedendoci il necessario riposo e intervenendo su probabili sintomi o algie. “SIAMO ESSERI OLISTICI, GOVERNATI DA UNA SAGGEZZA CHE VA OLTRE LA NOSTRA CAPACITA' DI COMPRENSIONE. ESISTE UN LEGAME PROFONDO TRA LA NOSTRA MENTE, LE NOSTRE EMOZIONI E IL NOSTRO CORPO”. La gravidanza è un fenomeno con caratteristiche energetiche yin: nasce e si sviluppa dall'interno, coinvolge il sangue (aspetto yin), riguarda la donna (yin). L'aumento di concentrazione di energia yin nella donna durante la gravidanza altera la discesa ormonale dello yang, con la conseguenza di nausea, vomito, irrequietezza, agitazione. Questo è quello che può succedere nei primi tre mesi di gravidanza.

PIEDINI IN GRAVIDANZA SECONDO LA MTC Nella MTC il sistema renale è responsabile della riproduzione, della crescita e dello sviluppo dell'uomo. È nei reni che immagazziniamo lo jing, o essenza = fondamento dell'organismo e delle sue funzioni e che verrà poi trasformato in Qi. La forza della nostra essenza, o Qi renale, è un fattore determinante nel concepimento, dal quale dipendono la salute e la vitalità dei nostri figli. L'essenza dei genitori forma l'essenza prenatale del neonato che lo sostiene e lo nutre nel grembo e nel corso della sua vita. Se decidiamo di

TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO GENERALE DURANTE TUTTA LA GRAVIDANZA: - Apparato urinario, per favorire l'eliminazione di scorie e preparare l'intero organismo a riequilibrare le sue funzioni; - Circolazione linfatica in toto, per aiutare il sistema immunitario e combattere le infezioni; - Testa in toto, per stimolare i punti riflessi di S.N.C., del S.N.A. per agevolare i meccanismi neuroendocrini e neuronali; - Apparato respiratorio, per migliorare l'ossigenazione sanguigna; - Apparato circolatorio; - Plesso solare, per favorire il rilassamento dimi-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 nuendo così i livelli di stress; - Sistema endocrino, per regolare la quantità di ormoni in circolo (non trattare l'ovaio, per evitare eventuale aborto); - Apparato digerente, per migliorare i processi metabolici, per fornire energia; - Colonna vertebrale, nei suoi tre strati: osseo, nervoso e muscolare, insistendo sulla parte muscolare; - Apparato scheletrico e muscolare. Secondo la medicina cinese, sulla base del calendario lunare la gravidanza dura dieci mesi, sulla base di quello solare nove mesi. Durante ciascuno dei dieci mesi di gestazione il feto viene nutrito da un organo specifico. Qui di seguito vengono esplicitati il trattamento reflessologico e il trattamento shiatsu.

gambe in caso di crampi

1° MESE LUNARE, 1° MESE SOLARE Canale energetico correlato: fegato. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: plesso solare, apparato circolatorio, apparato digerente con insistenza su stomaco e fegato, sistema linfatico, apparato urinario TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di stomaco per favorire la discesa dello yang, per aiutare in caso di disturbi come nausea, giramenti di testa, e produrre, tonificare, controllare il sangue *; Meridiano di mastro del cuore per rilassare *; Meridiano di milza per aiutare il bambino a restare attaccato (contro i prolassi) *; Meridiano di fegato per armonizzare il sangue e distribuirlo nell'utero per nutrire il feto * Da ripetere nell'arco dei tre mesi in caso di bisogno. CONSIGLI SULL'ALIMENTAZIONE: cibi cotti facilmente digeribili, evitare cibi acidi (solo in caso di voglie); prugne umeboshi in caso di nausee o di dissenteria, zenzero fresco grattato sulle verdure per favorire la digestione e in caso di nausee; zenzero fresco grattato in acqua calda e avvolto in un piccolo asciugamano per massaggiare le

3° MESE LUNARE, 3° MESE SOLARE Canale energetico correlato: mastro del cuore. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: apparato circolatorio, apparato digerente con insistenza su stomaco, fegato e cistifellea, apparato urinario con insistenza, formazione dei reni nel feto TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano del mastro del cuore, nel terzo mese il bambino acquista la funzione del proprio shen; Meridiano di reni

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2° MESE LUNARE, 2° MESE SOLARE Canale energetico correlato: cistifellea. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: occhi, orecchio perchè nel secondo mese inizia a formarsi la parte interna dell'orecchio, apparato circolatorio, apparato digerente con insistenza sulla cistifellea per aiutare la madre a eventuali dolori alle articolazioni e per favorire nel feto lo sviluppo di gomiti, ginocchia dita delle mani e dei piedi, apparato osteo-articolare, apparato muscolare, sistema linfatico e apparato urinario TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di vescicola biliare o cistifellea CONSIGLI SULL'ALIMENTAZIONE: evitare cibi caldi e piccanti

4° MESE LUNARE, 4° MESE SOLARE Canale energetico correlato: triplice riscaldatore. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: plesso solare, apparato circolatorio, apparato respiratorio, apparato digerente, con insistenza su stomaco, fegato, cistifellea e intestino tenue, apparato urinario, sistema linfatico TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di triplice riscaldatore in tonificazione, Meridiano di intestino tenue; Meridiano di reni 5° MESE LUNARE, 5° MESE SOLARE Canale energetico correlato: milza. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: apparato cir-


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colatorio, apparato digerente, compresi i denti, insistendo su: stomaco, fegato e cistifellea, apparato muscolare, sistema linfatico, apparato urinario TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di milza pancreas, Meridiano di triplice riscaldatore

occhi e orecchie, apparato respiratorio, apparato digerente insistendo su fegato, cistifellea e intestino crasso, apparato urinario insistendo su reni e vescica TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di reni, Meridiano di vescica

6° MESE LUNARE, 6° MESE SOLARE Canale energetico correlato: stomaco. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: testa in toto, insistendo sul nervo vago, apparato respiratorio, apparato circolatorio, apparato digerente, compresi i denti, insistendo su stomaco, sistema linfatico, apparato urinario TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di stomaco, Meridiano di milza pancreas, Meridiano di mastro del cuore

10° MESE LUNARE Canale energetico correlato: vescica. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: testa in toto, apparato endocrino, apparato respiratorio, apparato circolatorio, apparato digerente insistendo su intestino crasso, apparato osteo-articolare, apparato urinario insistendo su reni e vescica TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di mastro del cuore, Meridiani di vescica e reni

7° MESE LUNARE, 7° MESE SOLARE Canale energetico correlato: polmone. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: testa in toto, insistendo sul nervo frenico, apparato respiratorio, apparato circolatorio, apparato digerente, insistendo su stomaco, colonna nei tre strati: osseo,nervoso, linfatico, apparato urinario TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano del polmone, Meridiano di reni, Meridiano di vescica CONSIGLI SULL'ALIMENTAZIONE Introdurre nell'alimentazione il riso; evitare cibi freddi 8° MESE LUNARE, 8° MESE SOLARE Canale energetico correlato: intestino crasso. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: testa in toto, occhi e orecchie, apparato respiratorio, apparato digerente insistendo su stomaco e intestino crasso, apparato urinario insistendo su reni TRATTAMENTO SHIATSU: Meridiano di intestino crasso, Meridiano di milza pancreas, Meridiano di reni 9° MESE LUNARE, 9° MESE SOLARE Canale energetico correlato: reni. TRATTAMENTO REFLESSOLOGICO: testa in toto,

Durante i trattamenti di tutta la gravidanza è importante non dimenticare la funzionalità dei seguenti punti: ST 36 = Punto abortivo GI 4 = Facilita il parto VB 21 = Permette la discesa V 60 = Apre le acque MP 6 = Aumenta le contrazioni Il lavoro presentato è stato sperimentato positivamente con Marilena, una neomamma che ha trascorso una serena gravidanza e ha dato alla luce un bel maschietto sorridente. Vuole anche essere un aiuto a tutte le future mamme, tenendo conto che ogni individuo è un caso a sé e che è il trattamento a doversi adeguare alla persona e non viceversa. È importante ricordare che il trattamento rivolto alla mamma è nello stesso tempo un massaggio rivolto a suo figlio. Si attua così un programma di stimolazione fetale, in giapponese tai kyo o educazione dell'embrione. In Giappone c' è l'usanza di far praticare ai futuri padri i trattamenti sulle proprie mogli per alleviare la stanchezza, la tensione, un mal di schiena e ricevere in cambio la sensazione di essere d'aiuto anche al futuro figlio e sentirsi coinvolti in maniera molto profonda e intima nel processo di crescita del bambino, molto tempo prima che venga al mondo. Un ringraziamento per la vostra attenzione

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Il parto naturale

Rosanna Binda

L'aiuto del reflessologo per togliere l'ansia riducendo i tempi del travaglio

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l parto che avviene per via vaginale viene definito naturale. A sua volta il parto naturale viene distinto in medicalizzato e attivo. Per il parto medicalizzato la partoriente viene sottoposta alle terapie mediche atte ad Carlo Annoni accelerare il travaglio e il parto. Sul piano psicologico la gravida affida al medico e/o all'ostetrica il suo utero, vivendo l'esperienza nascita passivamente, subendo tutto ciò che le viene praticato (amnioressi, perfusione ossitocica, indicazione del momento e del modo di spingere). Il parto attivo è il ritorno a una nascita più dolce.In questo caso le future mamme si preparano ad accogliere il bambino con consapevolezza, coscienti di essere loro le prime attrici di questa meravigliosa esperienza. Durante il travaglio il dolore del parto viene superato con il so-

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stegno psicologico dell'ostetrica e il trattamento reflessologico: in questo modo si otterrà un buon rilassamento, favorendo la produzione di endorfine che aumentano in maniera naturale la soglia del dolore. Purtroppo, in Italia, questa attenzione alla nascita dolce non è largamente diffusa. Si è più inclini al “presto e bene”, ma presto e bene non stanno insieme, dice un proverbio; perché il “presto” vuol dire togliere alla mamma il tempo necessario per entrare in profondo contatto con il bambino che sta per nascere. Ultimamente si sta prendendo in considerazione il fatto che la mamma collabori ulteriormente alla fuoriuscita del bambino prendendolo per le spalle. Pure per quanto riguarda il taglio del cordone ombelicale, si cerca di tagliarlo il più tardi possibile per dare la possibilità al bambino di assumere più sangue della madre e più anticorpi: cosi facendo il bambino sarà più forte in tutti i sensi. In sostanza la nascita, esattamente come la morte, è spesso intesa come un atto tecnico più che come un'esperienza emozionale. La trasformazione della nascita in un intervento tecnico è sin-


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tomatico di un sempre più profondo controllo della tecnologia sulla nostra vita. La reflessologia mantiene la madre in equilibrio all'interno di un sistema corpo, mente e spirito in continua trasformazione. Durante il travaglio la reflessologia può togliere l’ansia e favorisce la dilatazione, riducendo i tempi del travaglio stesso DURATA DEL TRATTAMENTO Si devono iniziare i trattamenti con due sedute settimanali per tre settimane, poi si può passare a una seduta fino ad arrivare al sesto mese. Dal settimo al nono mese è più che sufficiente una seduta mensile. Con il massaggio reflessologico si può ottenere un “rivolgimento”, qualora il feto si trovasse in posizione podalica. Durante la gravidanza sarebbe meglio tenersi in contatto con l'ostetrica, in maniera tale che poi

siamo più facilitati a entrare anche in sala travaglio: ricordiamoci che un po' di collaborazione con il personale sanitario non guasta mai! Il controllo della crescita e dello sviluppo dell'uovo fecondato avviene mediante una varia gamma di messaggi che vengono trasmessi attraverso gli ormoni. Nel primo trimestre le gonadotropine corioniche favoriscono il mantenimento della gravidanza fino alla formazione della placenta. Il progesterone e gli estrogeni preparano l'endometrio ad accogliere l'uovo fecondato, garantendone lo sviluppo regolare sino al termine della gravidanza. La caduta del dosaggio del progesterone, che avviene alla fine della gravidanza, e la concomitante produzione di ossitocina scatenano l'inizio del travaglio di parto. Abbiamo utilizzato due schemi di lavoro. Il primo è il trattamento tradizionale di reflessologia, che va ad agire nella interezza del corpo in

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SPECIALE CONVEGNO 2011 maniera lenta ma efficace; Il secondo si fonda su un sistema di correlazioni che, partendo dall'osservazione del nostro organismo, ci permette di collegare fattori anche molto lontani e apparentemente privi di legami fra loro. I meridiani principali, abbinati ai maggiori organi del corpo, possono essere stimolati anche dal piede. PRIMO SCHEMA TRATTAMENTO Fino all’ 8a settimana (periodo della formazione del feto): apparato urinario, organi di senso, tiroide e paratiroidi, cuore e circolazione, colonna cervicale. 9a-19a settimana (crescita del feto): apparato urinario, cuore e circolazione, polmoni-albero bronchiale-diaframma, stomaco (per i bruciori), fegato (per la stanchezza), ghiandole surrenali. 20a-33a settimana (il bimbo si mette in movimento): apparato urinario, intestino in toto, circolazione linfatica inferiore, sinfisi pubica. 34a-40a settimana (il bimbo si prepara alla nascita): ipofisi-ipotalamo-surreni, tiroide, utero, gonadi, seno. SECONDO SCHEMA TRATTAMENTO LOGGIA DEL FUOCO: cuore, duodeno, intestino tenue (per controllare il sentimento della felicità). È utile trattare anche i muscoli annessi: intestino tenue (quadricipite, retto femorale), duodeno (muscoli addominali), cuore (sottoscapolare, gluteo medio, piccolo rotondo). LOGGIA DEL METALLO: polmoni, intestino crasso ( per controllare il sentimento della tristezza). Anche qui è utile trattare i muscoli annessi: polmoni (diaframma, deltoide anteriore e posteriore), intestino crasso (tensore della fascia lata). Il bimbo che sta nascendo fa sì che la sensibilità e l'intuizione della donna siano ai massimi livelli:lei è sicuramente più emotiva adesso rispetto a quanto non lo fosse prima della gravidanza. SISTEMA ENDOCRINO: epifisi, ipofisi, ghiandole

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surrenali,tiroide e paratiroidi,gonadi,timo e pancreas. CIRCOLAZIONE LINFATICA: superiore, inferiore, inguinale, tonsille, appendice, timo e milza. Quando esiste la presenza di edema c'è un blocco di movimento del fluido e, di conseguenza, delle emozioni che sono correlate con l'edema stesso. L'utilizzo di questa informazione è utile nel trattamento reflessologico, in quanto farà meglio comprendere come aiutare la madre. SISTEMA URINARIO: reni, ureteri e vescica. I reni sono particolarmente vulnerabili allo stress della gravidanza. In base alla medicina tradizionale cinese l'energia del rene della madre supporta anche quella del bimbo. Gli ureteri vanno trattati per consentire una maggior elasticità e peristalsi a questi tubicini. La vescica va stimolata per favorire una migliore e maggiore minzione. Dopo aver trattato la vescica si tratta anche la ghiandola del timo per rinforzare l'immunità naturale e prevenire le infezioni. IMPORTANTE: ricordarsi dopo il parto di lavorare


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la zona sacrale, specialmente la zona coccigea perchè viene a volte retro pulsa.. Testimonianza mamma Alessandra Lo stato di gravidanza è inizialmente una condizione mentale e solo in un secondo tempo diventa uno stato “fisico”. Nelle prime settimane di attesa una donna non si rende davvero conto di essere vicina al più grande stravolgimento che la natura può offrire: la nascita di un altro essere umano! È importante fin dal principio rimanere coi piedi per terra, nel bene e nel male, quindi non sentirsi una superdonna perché si aspetta un bambino o, al contrario, sentirsi uno “straccio” per la stanchezza forte ma improvvisa che ti coglie impreparata. Per tutto il periodo della gravidanza è sicuramente un fattore importante rimanere tranquille e conservare delle buone abitudini di alimentazione e di vita, se si vuole arrivare in forma e preparate al momento decisivo del travaglio e del parto. Per quanto riguarda la mia esperienza personale, conscia di essere una persona piuttosto ansiosa e cerebrale, mi sono avvicinata alla reflessologia in modo fiducioso! Non ne avevo sentito molto parlare, ma fin dalle prime sedute ho potuto percepire una rilassatezza che mi ha permesso nei primi tempi di riposare tranquillamente. Con il passare dei mesi di gestazione, quando poi il pancione cresceva e, soprattutto, dopo la prima volta che ho sentito muoversi il mio bimbo, mi sono resa conto che i massaggi mi facevano bene, non solo sotto l'aspetto del riposo, ma anche di giorno, mentre lavoravo, mi rendevo conto di essere meno ansiosa: è come se avessi avuto intorno a me una “campana” che teneva lontano lo stress! Anche a livello fisico i massaggi hanno fornito un buon contributo! Attraverso la manipolazione dei piedi, la mia circolazione (mio punto debole) si è mantenuta fluida e ben circolante, non sono aumentata tanto di peso e le mie gambe non

erano molto gonfie o doloranti! Dato che mi sentivo davvero bene, avevo deciso di lavorare, in accordo con la mia ginecologa, fino all'ottavo mese di gravidanza e avevo pensato di seguire il corso di pre-parto appena terminato di lavorare. Ma il destino ha voluto farmi un bello scherzo:sapendo che io organizzo sempre tutto e tendo a non lasciare nulla al caso o all'improvvisazione, ha deciso di farmi partorire alla 36° settimana! Altro che corso pre-parto! Ho delegato a mia madre la preparazione della borsa con gli indumenti del bambino (che non avevo preparato perché ritenevo fosse troppo presto), ma soprattutto mi sono resa conto che non sapevo respirare seguendo il ritmo delle contrazioni. E anche qui la reflessologia ha fatto il suo effetto secondo me: ho avuto la fortuna che, dopo qualche giorno dal mio ricovero, Carlo sia venuto a farmi una seduta che mi ha aiutato a essere più tranquilla e serena: la mia respirazione è migliorata. Non ho potuto fare massaggi durante il travaglio o anche poco prima per vari motivi, ma di certo ho usufruito del beneficio che il mio corpo aveva accumulato durante tutte le sedute fatte in precedenza. Entrambe le ostetriche che mi hanno seguito durante le sei ore mi hanno detto che ero davvero brava, che riuscivo a mantenere la calma e a essere anche dolce. Io non ricordo molto bene le loro parole, ero molto concentrata sul mio corpo e non mi sono mai sentita così vicina a me stessa. Partorire è sicuramente una bella sfida, ma una sfida che si combatte contro se stessa. Ci vuole calma, forza e tanta energia. Non pensavo di avere così tanta resistenza e alla fine è venuto al mondo il nostro adorato Cristian: un figlio stupendo sotto tutti gli aspetti e molto molto solare. Ah….Dimenticavo che il bambino, durante tutte le sedute reflessologiche degli ultimi due mesi, si (agitava) muoveva molto in pancia e ancora adesso il nostro Cristian adora essere massaggiato ai piedini da Carlo.

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Osteo reflessologia post- parto Come intervenire per riequilibrare il corpo dopo la gravidanza Fabrizio Mainetti

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na delle grosse problematiche che si presenta nella fase seguente ai mesi di gestazione è senza dubbio la modifica di tipo strutturale che la donna acquisisce e imprime nel proprio corpo. “Dopo la gravidanza il mio corpo ha mutato la sua forma, non si presenta più come prima”. Quante volte questa frase è stata ripetuta dalle donne nel tempo? Monitorando il contesto sociale, questa urgenza del ripristino della propria “forma” è un'esigenza ben presente. Non è una novità che sovente la paura della perdita dell'armonia dei propri confini possa creare uno spettro interiore nell'immaginario femminile talmente forte da inibire la fattiva manifestazione di un desiderio di maternità. Molte aspiranti madri possono essere spinte alla rinuncia di una gestazione anche per una paura conscia o inconscia delle modifiche che questo evento apporterà al loro corpo. Il problema che appare essere di tipo più esteti-

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co che contenutistico nasconde in realtà dei risvolti importantissimi sul quale il nostro contesto socio-culturale si esprime in maniera superficiale, tendenziosa ed elusiva. Nella natura vivente, la perdita della “forma del corpo” promuove immediatamente un deficit nell'economia e nell'ergonomia delle funzioni fisiologiche non solo corporee ma anche psichiche, causando un danno più o meno profondo alla qualità della vita della donna. Se nella fase di gestazione il bisogno primario è quello del rispetto, dell'armonia e della necessaria tranquillità, dopo il parto la richiesta si trasforma nell'esigenza di uno star bene di alta qualità e di ottimo standard, per far fronte alle richieste del rapporto che immediatamente si crea col nascituro. La nostra personale esperienza ci porta ad affermare questa tesi: la correzione della “forma”e delle linee prodottesi nel corpo della gestante, qualora siano trattate nei giusti modi, ottiene risultati di grande efficacia e di immenso valore, influenzando positivamente il rapporto col nascituro e con tutto il contesto familiare. Lo stretto legame forma-funzione merita di essere posto in un'ottica dinamica sia di pensiero sia di percezione. Come terapeuta e ricercatore ho scelto da anni di approntare un piano di lavoro sinergico e olistico rivolto in maniera specifica alla fase del post-parto per una serie di motivazioni obiettive. Vorrei a tal proposito sottolineare che non esiste un approccio globale che preveda anche la


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struttura. Uno degli aspetti che risultano essere di grande utilità nella fase dello svezzamento del nascituro, per sorreggere la qualità di risposta bioenergetica della madre, è il corretto ripristino della coerenza gravitazionale e fasciale attuando delle tecniche di riordino e di riorganizzazione generale della struttura. STRUTTURA E REFLESSOLOGIA In tutto questo anche la reflessologia plantare riveste un ruolo importante in quanto essa risveglia la reazione degli organi e del sistema neuro ghiandolare. Il piede è di particolare importanza per stimolare il sistema nervoso e ghiandolare, e la combinazione tra manualità strutturale e riflessologia plantare deve seguire un protocollo che dia certezza, qualità e un bilanciamento ottimale. Il reflessologo plantare non deve rinunciare al suo approccio consueto e di per sé validissimo LA TECNICA Questa disciplina si propone di risolvere e riequilibrare una serie di problemi, difficoltà e disturbi che spesso insorgono a seguito della gravidanza e dell'allattamento, riportando equilibrio tra l'elemento muscolo scheletrico e quello energetico e organico.

In molti casi la donna, dopo il parto, assume atteggiamenti muscolari e scheletrici scorretti ed è facile che si evidenzino particolarmente a carico del punto vita, del corretto allineamento del femore, dell'osso sacro e delle lombari. Si perde così spazio a livello della lunghezza dell'addome e queste zone appariranno allargate, gonfie e compresse, cui consegue l'inevitabile rallentamento della circolazione sanguigna e linfatica. A ciò si può associare anche un relativo impedimento agli organi ventrali e del ricambio metabolico della zona.Questi deficit possono allargarsi agli arti inferiori, rendendoli gonfi e originando difficoltà come stasi di liquidi, arti freddi e, con l'andar del tempo, anche insorgenze di fragilità di capillari e vene varicose. Gli organi interni sono interessati a questo processo perché, nel periodo della gravidanza, funzionano a regime diverso dell'ordinario causando spesso disturbi, mentre dopo il parto vengono fortemente reclutati a livello energetico e ghiandolare. In una seduta di OSTEOREFLESSOLOGIA POSTPARTO si procede per fasi. Se ne consiglia un ciclo di cinque sedute.

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SPECIALE CONVEGNO 2011 Si inizia con un pediluvio di 10-15 minuti con acqua e oli essenziali specifici per un rilassamento generale e per un drenaggio dei liquidi in eccesso. Si procede poi con manovre dolci e non invasive il cui intento è quello di ridurre gli scompensi della colonna vertebrale e del bacino. Si procederà quindi sul piede con un massaggio classico reflessologico, soffermandoci particolarmente sul sistema ormonale. Poi si mobilita con metodo diretto e indiretto la zona delle cervicali e si chiude la seduta spalmando sui piedi una crema potenziata energeticamente. La persona viene coperta e lasciata tranquilla in una situazione di relax. L’osteoreflessologia post-parto deve essere profonda, ma dolce e non invasiva e svolta in un ambiente rilassante e sereno, senza compiere manovre né troppo violente né troppo brusche e dolorose. Così si rilasciano le tensioni più profonde in maniera dolce e progressiva. Questa disciplina origina da una serie di osservazioni che pongono al loro centro i bisogni della donna. Nel corso della mia lunga carriera ho notato che combinare un buon lavoro posturale con uno stimolo reflesso porta la persona a sentirsi meglio in un breve periodo. Questo deriva dal fatto che una corretta postura e un relativo stimolo reflesso, oltre ad allentare le tensioni e

rendere il corpo più bilanciato e aggraziato, rinvigorisce gli organi e le principali funzioni vitali, costituendo quindi un'accoppiata a tutt'oggi vincente. AREE SALIENTI: Ho evidenziato alcune aree salienti che ci permettono di applicare al meglio la tecnica osteoreflessa. Sono cioè delle zone in cui il corpo produce la risposta ottimale al nostro trattamento. Esse sono: piedi, orecchio, circuito dei meridiani energetici, colonna vertebrale. Trattare queste aree significa coinvolgere il corpo nella sua totalità ed è per questo che le tecniche che si avvalgono di ciò si definiscono, oltre che naturali, olistiche. Delle aree riflesse sopra citate, quelle comunque di maggiore rilevanza sono la superficie plantare e la colonna vertebrale. Nella colonna e nei piedi, come da più parti sostenuto e comprovato, risiedono non solo problematiche fisiologiche ma anche sensazioni ed emozioni. Nel rachide si riflettono, di fatto, soprattutto le componenti inconsce della personalità; nel piede tutta la storia emozionale e affettiva dell'individuo. Dall'utilizzo di questa tecnica si possono trarre grossi vantaggi per il proprio benessere, la propria salute e vitalità.

NUOVA APERTURA FIRP - Scuola Triennale di Reflessologia del piede “Elipio Zamboni”

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Centro Yoga Imperia Via M. Monti, 1 Per informazioni: Segreteria FIRP: 334.3112856 - info@firp.it

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Nati con difetti di fabbrica L

a struttura psichica dell'individuo è responsabile in gran parte del suo benessere fisico e mentale. Se un individuo è dotato di una buona struttura psichica sarà in grado di condurre una vita più soddisfacente, da un lato, e dall'altro avrà anche uno stato di salute fisica migliore. La struttura psichica di un individuo si costituisce nel tempo e parte dalla sua nascita (alcune linee di pensiero sostengono anche prima). In questo intervento analizzeremo quindi la sua formazione, partendo dall'infanzia, e che cosa la può compromettere. È chiaro che nell'età adulta la persona ha a disposizione tutta una serie di strumenti che la possono aiutare a modificare il suo punto di partenza. Il concetto di struttura psichica aiuta a comprendere cosa sta alla base delle varie tipologie di disturbi che possono affliggere l'essere umano quali: disequilibri fisici, ansia, stress fisico e psicologico, disagi, attacchi di panico, depressione, deficit dell'attenzione, sociopatie, iperattività, disturbi alimentari, ecc. Le origini dei disturbi sopraccitati possono essere diverse: una causa potrebbe essere di tipo esterno o ambientale, dietro la quale si nasconde in realtà una problematica più profonda e soprattutto più difficile da riconoscere e accettare. Il punto di partenza può essere l'inconscio, dove per “inconscio” intendiamo tutto ciò che è registrato nella memoria, ma che non è al momento disponibile per la coscienza. La formazione della struttura psichica

La struttura psichica dell'individuo responsabile di Rosanna Auletta buona parte del suo benessere fisico e mentale dell'individuo è comunque ricollegabile alla struttura anatomica del cervello. Dal punto di vista cognitivo, infatti, il nostro cervello è diviso in aree. Il cervello limbico, che viene detto anche cervello emozionale, è considerato il perno del cervello in quanto luogo di transizione tra la neurocorteccia e l'ipotalamo. Il cervello limbico interviene a tutti i livelli di elaborazione delle informazioni: all'inizio, all'entrata dell'informazione, esso filtra quanto deve essere inoltrato direttamente alla materia grigia o ciò che richiede un'azione immediata; nel momento dell'agire esso fornisce la motivazione all'azione, poi messa in atto dall'ipotalamo; in ultimo, archivia nella così detta memoria emozionale la conclusione a cui è giunta la materia grigia e l'azione decretata; questa conclusione verrà memorizzata come gradevole,quindi ripetibile o come sgradevole, quindi da evitare. Prendiamo l'esperienza del parto. La nascita può rivelarsi particolarmente traumatica per il bam-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 bino e avere ripercussioni sulla vita del bambino stesso in quanto la conclusione della esperienza potrebbe essere: separazione = sofferenza. In seguito, il bambino potrà mettersi a piangere ogni qual volta una persona tenterà di prenderlo dalle braccia della madre e, in casi limite, da adulto potrà soffrire di dipendenza affettiva, motivata proprio dalla paura della separazione. Facciamo un esempio. Benedetto ha quattro anni. Una notte si alza, sta male e va nella camera della mamma; la manovra sveglia il papà che reagisce male. I due emisferi del bambino, dialogando, giungono alla conclusione che “io sto male, il papà mi rimprovera, quindi al papà non importa nulla di me”. Torna in camera sua e, dal momento che è triste, il cervello limbico motiva la ricerca di una consolazione e Benedetto si stringe al cuore l'orsacchiotto di peluche e si addormenta. Cosa succederà dopo? Potrebbe succedere che per paura di rivivere questa esperienza Benedetto si organizzi sempre da solo. Facciamo un altro esempio: una persona che si ammala perché si sente abbandonata e, di conseguenza, riceve le attenzioni di cui aveva bisogno, può benissimo avere memorizzato questa conclusione: “essere malato = ottenere amore e attenzione”. In tal modo ogni volta che si sentirà abbandonato o avrà bisogno di affetto il cervello limbico ordinerà all'ipotalamo un disturbo organico, affinché una persona si prenda cura di lui/lei. In questo modo abbiamo visto come si possono originare alcuni comportamenti disfunzionali nelle persone adulte. La paura e l'ansia vengono affrontate più frequentemente perché sono più o meno all’origine di tutti gli altri “scompensi”. La paura e l'ansia, quando sono di grave entità, possono essere alla base di molti disturbi organici; analizziamo quindi quali possono essere le loro origini e le loro conseguenze. Se si esclude quella della morte, la paura più

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grande dell'uomo è non essere accettato dagli altri. In realtà, quando affiorano queste sensazioni, significa che dentro di noi agiscono ricordi di ferite che la nostra autostima ha subito durante l'infanzia. La paura si manifesta perché la nostra specie, a differenza di altre, mette al mondo cuccioli che non sono in grado di sopravvivere autonomamente per lungo tempo: il loro cervello è ancora in fase di costruzione e ha bisogno di anni per svilupparsi. Quindi nasciamo inadeguati, inadatti e incapaci alla vita sociale, nasciamo con un “difetto di fabbrica”. Ecco perché è difficile crescere ed ecco perchè l'infanzia del bambino è un periodo critico. Il bambino nasce e cresce in totale dipendenza dalle figure genitoriali: fino a tre mesi, infatti, il neonato non sa di essere una persona distinta dalla figura materna. Nel momento in cui percepisce un sé diviso, il bambino stabilisce quasi subito un rapporto di dipendenza con la madre; è proprio questo attaccamento che gli dà una sensazione di protezione, senza la quale vive una situazione fortemente ansiogena. Il bambino si trova ben presto di fronte a una dualità: da una parte deve affrontare le sue spinte vitali – l'autonomia, la curiosità, la vo-


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glia di esplorare – e dall'altra ci sarà la paura del distacco, paura già presente nel quinto mese. Man mano che procediamo nella crescita le nostre spinte vitali diventano sempre più articolate; la spinta all'autonomia e alla curiosità si fa sempre più forte e si scontra con la paura di rimanere soli senza il nostro punto di riferimento affettivo. Il bambino, quindi, sperimenta prestissimo un senso di colpa collegato a quello di inadeguatezza: “Non vado bene come sono e questo mi porterà a essere punito con l'abbandono”. Il senso di colpa e l'inadeguatezza sono i pilastri del disagio: questo è il nostro difetto di fabbrica. Attraverso il modo in cui vengono vissute queste conflittualità arriviamo a cogliere alcuni passaggi fondamentali per comprendere quanto sia difficile crescere. La percezione della realtà del bambino è tra il magico e l'onnipotente. A differenza dall'adulto, il bambino riconduce tutto a sé, vivendo ogni situazione amplificata; quindi, se il papà o la mamma non sono accoglienti lui si sente rifiutato, se commette un errore si sente attaccato ecc. Il bambino deve convivere con una paura costante: se non è come la mamma lo vuole, pensa che sarà abbandonato e, quando percepisce di essere stato abbandonato (esempio esperienza dell'asilo), pensa di non piacere più ai genitori o di aver fatto qualcosa di “sbagliato”. Molte volte il bambino, pur di attirare l'attenzione dei genitori e sen-

tirsi voluto, innesca dei comportamenti provocatori, specialmente se non riesce a placare la sua ansia dovuta alla percezione dell'abbandono. È come se comportandosi bene o stando bene non riuscisse ad attirare l’attenzione dei genitori. In questo caso farà i capricci o si ammalerà spesso per restare al centro della loro attenzione. Di conseguenza, se la percezione che il bambino ha di sé e dell'ambiente ha delle ripercussioni così fondamentali sulla sua salute fisica e mentale e sulla qualità dei rapporti che l'individuo stringe con il prossimo, è scontato che la qualità della relazione con i genitori, e specialmente con la madre, sia fondamentale per il benessere psicofisico del figlio. Secondo gli psicanalisti chi soffre di solitudine non sa separarsi, staccarsi e l’assenza dell’oggetto d'amore, vissuta come un abbandono, crea un vuoto. L’origine di tale sofferenza è funzione della natura del rapporto madre/figlio e dipende strettamente dalle prime esperienze di separazione nel corso della prima infanzia. Una relazione primaria gratificante, basata sul reciproco ascolto, sulla mutua disponibilità e su una buona interazione, permette di seguito la costituzione di una personalità con basi migliori e una maggiore propensione a gestire le separazioni e i rapporti sociali e affettivi. Il periodo di strutturazione della psiche va da zero a sei anni ; poi, da sei a dodici, c'è un periodo che potremmo definire di “latenza”, dal momento che molte energie sono messe al servizio del cervello e del fisico. La crescita è una questione complessa che spesso non viene considerata in maniera adeguata: si dà per scontato che un bambino troverà il suo percorso con il trascorrere del tempo; in realtà, i difetti della crescita possono lasciare segni che si trasformano in traumi. È necessario che tutti i messaggi durante la crescita siano affidabili, perché il bambino è spaven-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 tato: sta ai genitori creare un punto di riferimento continuo, saldo, che non lo inganni. Quindi, se diciamo che stiamo fuori un'ora dobbiamo mantenere la parola o informare il bambino in qualche modo del ritardo. Se bisogna portarlo dal medico, sapendo che gli verrà fatta un’iniezione, non bisogna mentire al bambino, ma prepararlo all’evento. Se il genitore ha tradito la sua fiducia una volta è probabile che il piccolo strillerà tutte le volte che dovrà andare dal medico. Le ultime ricerche hanno dimostrato che nel momento in cui viviamo un trauma emotivo che ci fa sentire in pericolo o abbandonati o aggrediti, il cervello interrompe quel meccanismo fisiologico che permette agli eventi che viviamo di essere metabolizzati e sposta l’esperienza su un piano più profondo che alimenta il circuito dei ricordi. Tutto ciò che per noi è traumatico è come se galleggiasse su una superficie, bloccato nel tempo, e non venisse mai metabolizzato. È normale che il bambino sia vivace e cerchi di costruirsi le proprie esperienze curiosando nel mondo; bisogna interrogarsi quando ci si trova davanti a bambini troppo tranquilli o, viceversa, aggressivi. Colui che non chiede attenzione vi ha rinunciato, mentre l’aggressivo non riesce a placare la sua angoscia. In entrambi i casi l’energia vitale si blocca, il sistema si può logorare e, da qui, le malattie possono diventare frequenti. Come intervenire in questi casi? L’approccio psicologico suggerisce un intervento che miri alla risoluzione dei disagi psicologici che potrebbero essere alla base delle manifestazioni dei disturbi fisici. La medicina interviene direttamente sul problema “fisico”, in modo più tradizionale, seguendo le indicazioni di un pediatra, nel caso dei bambini, o ricorrendo alle terapie alternative. In questo ultimo ambito si colloca la reflessologia plantare che propone un aiuto che si può rivelare efficace e poco invasivo, per aiutare l’individuo

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(in questo caso il bambino) a ritrovare un certo equilibrio psico-fisico. Il caso del piccolo Ruggero di quattro anni, che dopo una serie di sedute di reflessologia migliora il suo stato di salute e riesce così a frequentare con maggiore continuità la scuola materna, rappresenta un esempio di questa tipologia di intervento. Purtroppo ci sono molti adulti che hanno gravi difficoltà di adattamento, proprio perché da piccoli hanno avuto difficoltà in questo passaggio. Tante persone provano fastidio perché devono lavorare o perché non possono fare quello che vogliono: questo accade perché vivono sempre una realtà “contro”. Ma la realtà non è né contro né a favore, la realtà è: oggi piove, poi viene il buio, poi l'alba; a questo ci dobbiamo adattare. Ma quando non ci si riesce e si vive una realtà persecutoria non ci sarà mai il sereno. È comunque basilare ricordare che l'infanzia è una parte della nostra vita, non tutta la nostra vita, e che i cento miliardi di neuroni di cui è composto il nostro cervello possono compiere meraviglie e sovvertire ordini pre-costituiti se utilizzati a nostro vantaggio. Si dice, infatti, che le vecchie abitudini siano dure a morire e che, di conseguenza, sia quasi impossibile modificare schemi mentali originati dalla consuetudine. Eppure, fonti di pensiero molto accreditate sostengono che i modi di ragionare e di agire da tempo radicati in noi possano di fatto essere estirpati. Inoltre, la maniera più efficace per eliminare i pensieri ricorrenti è agire sullo stesso sistema che li ha generati e che continua a sostenere tali abitudini. È possibile di fatto,sfruttando gli stessi principi di cui abbiamo parlato fino ad ora, modificare drasticamente le nostre convinzioni, quegli schemi di riferimento che abbiamo adottato come immagine di noi stessi, mettendoci in condizioni di eliminare aspetti del nostro carattere non voluti, ciò che a volte si pensa sia il nostro “destino”.


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Essere madre... reflessologa I

reflessologi, per natura e per formazione, si mettono normalmente a disposizione degli altri, con lo spirito di aiuto e di supporto per le situazioni in cui lo stato di benessere della persona viene modificato negativamente. In modo naturale questa disponibilità all'intervento si rinforza, si potenzia, addirittura si moltiplica quando è una persona cara ad avere bisogno dell'intervento reflessologico. Ruggero, mio figlio, di soli tre anni, manifestava continue forme di bronchiti, accompagnate a volte da broncospasmo. La pediatra prescriveva periodiche terapie a base di antibiotici e cortisone. Per me, mamma e reflessologa, tutto questo era fonte di preoccupazione. Ruggero non riusciva a frequentare la scuola materna, se non per brevi e saltuari periodi.

L'esperienza di una mamma che aiuta il figlio con il massaggio

Silvia Russo Avevo pensato anche di ritirarlo, ma continuavo comunque a cercare qualcosa che mi aiutasse a risolvere questo problema, soprattutto perché, per gli affetti più cari, a volte risulta più difficile capire cosa devi fare e come devi agire. Come mamma, conoscendo bene il comportamento di mio figlio, mi sono piano piano convinta che Ruggero viveva il consueto allontanamento giornaliero dalla mamma come forma di distacco o addirittura di ab-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 bandono. Percepivo che questo stato d'animo peggiorava la sua situazione. Capivo che dovevo tranquillizzarlo e agire e, contemporaneamente, far pesare di più il ruolo di mamma. Ho deciso quindi di mettere a frutto le mie conoscenze di reflessologia e di utilizzare questa tecnica per riequilibrare lo stato di benessere che Ruggero aveva perso. Ruggero ha iniziato a frequentare la scuola materna con più regolarità e per mezza giornata, questo per i primi due anni, fino ad arrivare alla frequenza totale come orari e giorni per il terzo anno. Nel contempo sono migliorati lo stato d'animo e la salute; tutto cominciava ad assumere contorni più lievi e normali, con risoluzione anche sulla sua inappetenza. Ruggero si sottoponeva tranquillamente ai trattamenti due o tre volte alla settimana, senza piangere e senza paura. A quel punto ho compilato la scheda di indagine e ho iniziato il trattamento reflessologico completo. Per prima cosa ho trattato gli organi colpiti che appartengono all'apparato respiratorio, cioè bronchi, faringe, laringe, trachea e naso. Poi tutto ciò che è collegato anatomicamente a esso, ossia i nervi glossofarigeo, ipoglosso, accessorio del vago e vago uno e due. Poi ho trattato il sistema nervoso centrale, ap-

parato endocrino e sistema immunitario, perché i tre sistemi sono collegati tra di loro, come risulta dall'applicazione della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia). Del sistema nervoso autonomo ho trattato soprattutto i gangli cervicali, perché interessano le aree più colpite dell'apparato respiratorio. Altre zone trattate sono state le ossa lunghe e piatte come lo sterno, il femore, perchè ricchi di midollo rosso. In esse ha luogo la genesi delle cellule del sangue e quindi anche quelle del sistema immunitario. Ho trattato anche l'intestino tenue, perché in tutta la sua superficie è distribuito tessuto linfatico raccolto in masse dette placche di Peyer. Infine l’apparato urinario per eliminare le tossine. Dopo circa sei mesi di questo trattamento ho rivisto la scheda di indagine verificando un miglioramento, confortato anche da quanto mi riferivano le maestre di Ruggero. A questo punto ho deciso di diminuire la frequenza delle sedute da due volte a settimana a una sola volta. Ora Ruggero ha 9 anni, ma il mio lavoro è proseguito sotto forma di prevenzione e mantenimento, in quanto la risposta al massaggio reflessologico è immediata, grazie ai molteplici trattamenti eseguiti in passato.

NUOVA APERTURA FIRP - Scuola Triennale di Reflessologia del piede “Elipio Zamboni”

Corso 2011-2012 presso

Centro Olistico “L’Arte del Massaggio” di Pierangelo Chierico BERGAMO - Via Costantina, 19 Per informazioni: Segreteria Firp: 334.3112856 - info@firp.it

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I conflitti con i genitori, futuri malesseri... Q

uando ho iniziato a lavorare come reflessologo, nel fare l'indagine sui piedi, notavo che la maggior parte delle persone che veniva da me manifestava problemi fisici prevalentemente dalla parte sinistra o destra del proprio corpo; questo fenomeno si manifestava più chiaramente e ampiamente nelle persone di oltre quarant'anni. In quel periodo lessi alcune opere di Alice Miller, tra queste “L'infanzia rimossa”. Ella metteva in evidenza i danni prodotti agli esseri umani che avevano subito violenze da piccoli, che quasi sempre venivano rimosse per il potente anelito alla vita che i bimbi posseggono; anche perché quando sono i genitori a fare violenza ai propri figli, la figura materna o paterna è troppo importante per la sopravvivenza del bimbo/a. L'infante subisce il trauma che ferisce, oltre al corpo, anche la coscienza e lo rimuove; ma la coscienza non è una lavagna, queste ferite non vanno via a colpi di spugna, restano dentro come tarli che rodono la carne lentamente, giorno dopo giorno, manifestando insoddisfazione alla vita e latenti scelte di morte in futuro, manifestando squilibri corporei anche attraverso i riflessi dei piedi. Nel sociale questi soggetti innescano danni negli altri e in se stessi, in un ciclo di dolore e di follia senza fine sino a situazioni

Come i traumi dell'infanzia si riflettono nel corso della nostra vita

Giovanni Mercanti

estreme. Come dicevo, le violenze subite nell'infanzia vengono perpetuate da grande verso tutti quelli con cui si viene a contatto sia nei momenti affettivi, con manifestazioni subdole o ambigue, sia nei conflitti familiari dove l'affetto rende gli altri componenti più pazienti; ma all'esterno di questo ambito le reazioni sono equivalenti se non peggiori, per cui rifugiarsi nella solitudine diventa un meccanismo di difesa e di sopravvivenza che spezza il ciclo “quello che ho ricevuto, lo ridò”, in “quello che ho ricevuto me lo tengo”. Il/la bambino/a assimila i concetti psichici e comportamentali di maschile e femminile dai suoi genitori, perché è a contatto solo con loro nei primi tre o quattro anni di vita. In questo periodo si forma la coscienza individuale; quindi se in questo periodo ha subito dei traumi dai suoi genitori, entra in conflitto con le figure e i concetti psichici di maschile e femminile e, suc-

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SPECIALE CONVEGNO 2011 cessivamente, rimuove il danno subito; ma il conflitto coi genitori resterà per gli anni a venire in forma latente più o meno silente, più o meno odiosa. Ma cosa succederà quando il bimbo/a sarà grande? Poiché è difficile mettere in discussione i propri genitori, visto anche il fenomeno di rimozione, il bimbo/a passa da vittima a carnefice, il più delle volte inconsapevole, dei suoi genitori o familiari con infinite liti su pseudoideali di comportamento sociale, di libertà e affettività. Ma perché ci si ammala prevalentemente su lato sinistro o destro del corpo umano? E qui mi sovvengono i detti “chi cerca trova” o “Dio non nega mai la verità a chi la cerca”. Così mi capitò sotto mano l'immagine di Shiva che danza con il cobra tenuto alto tra le mani e ha una mammella a sinistra e un seno maschile a destra. Secondo questa tradizione nel corpo

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umano ci sono più di settantamila nadi, microscopici canali “più fini di una bava di ragno” dove scorre l'energia vitale. I principali sono: - la Susumna, che corre parallela al midollo spinale, alla cui base c'è il CHAKRA Muladara, sede dell'artorcigliata; - la Kundalini, l'energia primordiale che con particolari rituali e condizioni fisiche, mentali e spirituali, può ascendere lungo questa nadi e attivare i chakra situati sul percorso fino al Sahasrara; - a sinistra c'è la nadi IDA, LUNARE, YIN, FEMMINILE, canale di energia che potrebbe corrispondere, a parer mio, alla catena gangliare del sistema nervoso autonomo ortosimpatico o toracolombare; - a destra c'è la nadi PINGALA, SOLARE, YANG, MASCHILE, anch'essa probabilmente corri-


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spondente alla catena gangliare del parasimpatico o cranio sacrale. Riassumendo, se noi dividiamo il corpo umano lungo il suo asse sagittale, avremo una parte sinistra femminile, ovviamente una femminilità che non ha nulla a che vedere col sesso, ma che potremmo definire di tipo psichico o di energia psichica femminile, e una parte destra maschile. Ora bisognava vedere nella pratica se era vero che i conflitti con la propria carne di SINISTRA, sia nell'uomo che nella donna, risalivano prevalentemente alla figura della madre o di un prossimo familiare femmina, e se quelli di DESTRA, sia nell'uomo che nella donna, al padre o a un prossimo familiare maschio. Così ogni volta che nel piede verificavo l'anomalia tutta a sinistra o tutta a destra, chiedevo sempre se erano disponibili a rispondere a qualche domanda, altrimenti stavo in silenzio; il novanta percento dei casi evidenziava sul piede i conflitti o le violenze subite dai genitori o dai diretti familiari (nonni, zii) e il parlarne era un atto liberatorio. Quello che ho scritto in questa relazione, frutto di numerosi casi di sperimentazione, si sintetizza e trova, a parer mio, la sua soluzione nel percorso reflessologico lungo l'asse di riequilibrio

dei conflitti del femminile della metà sinistra del corpo umano, corrispondente al piede sinistro; la stessa cosa vale per la parte destra del corpo umano corrispondente al piede destro (vedi tavola) Ho scelto il terzo dito perché il suo asse è come uno spartiacque che divide il piede in due zone di influsso YIN e YANG, tra Est e Ovest, e non vado oltre perché non voglio confondervi; mi limito a dirvi che, secondo i miei studi, il plantare, benché YIN che più YIN non si può, ha un influsso YANG verso il laterale, così pure verso l'alto e nella zona dei visceri per ciò che riguarda gli organi cavi. Il punto E è posto su una linea particolare che divide il cielo dalla terra, le acque di sopra dalle acque di sotto. Trattare reflessologicamente questo punto, nel plantare e nel dorsale, vuol dire riequilibrare i conflitti psichici, di coscienza e d'animo, legati ai riflessi degli organi compresi tra il margine costale inferiore e il cingolo pelvico; quindi siamo nell'area dell'acqua, dei visceri. Ho fatto questa esperienza e ricerca e ho voluto raccontarvela perché spesso i miei allievi/e mi chiedono: “Giovanni, perché ci ammaliamo tutto a destra o tutto a sinistra del nostro corpo?”. Ora lo sapete.

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Reflessologia & Tuina

Guido Zandi

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La medicina tradizionale cinese si abbina al trattamento reflessologico per dare sollievo

l tuina è una componente importante del corpus medicus della medicina tradizionale cinese. Si basa sui principi della manipolazione di aree o punti particolari dell'organismo per stimolarli a combattere la problematica. Il massaggio ha una storia certamente molto antica. Si può con certezza affermare che corrisponde alla prima tecnica di terapia che l'uomo ha utilizzato per il trattamento delle malattie; la sua storia si confonde con quella del genere umano. Dall'epoca Ming, la terapia tuina divenne accessibile non solo all'imperatore e alla sua corte,ma anche al popolo. Quando, durante la dinastia Qing (1644-1911), si ritenne che il tuina fosse poco adatto ai gusti raffinati e al trattamento della famiglia imperiale e, quindi, fu eliminato dalla corte e dalla scuola di medicina, il popolo continuò comunque a praticare quest'arte. Si continuò anche a scrivere della letteratura specializzata. Oggi il tuina si pratica negli ospedali di tutta la Re-

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pubblica popolare e lo s'insegna e si studia come specialità nella facoltà di medicina. Il metodo tuina per bambini tiene conto sia della loro costituzione energetica che della loro fisiologia: le ossa, i muscoli, i tendini e la pelle sono ancora relativamente morbidi,pertanto il massaggio tuina prevede un trattamento diversificato e specifico per i bambini stessi. Trattamento di tuina - Sfioramento mani e piedi - Massaggio del ragno - Dita nelle orecchie con leggera pressione - Prese armonizzanti - Apertura della fronte - Massaggio occhi e sopracciglia - Massaggio plantare della testa in toto Le singole manipolazioni vanno eseguite con equilibrio, con tocco leggero e armonioso; di solito vanno ripetute molte volte e non devono essere dolorose. Anche i trattamenti reflessologici sui bambini con particolari problemi emotivi devono essere effettuati con movimenti armonici e leggeri. Trattamento di reflessologia: - Respirazione - Impastamento - Prese armonizzanti - Manovre rilassanti sulle dita - Testa in toto per distendere È importante comprendere che i messaggi provenienti da mani, piedi e corpo, convogliati e inviati al cervello, producono una serie d'informazioni utili al mantenimento dello stato di benessere.


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Menopausa e nervo vago C’

è una parte del sistema nervoso che sembra funzionare in maniera autonoma, cioè indipendente dalla nostra volontà, svolgendo funzioni essenziali per la sopravvivenza, tali da mantenere entro certi valori alcuni parametri fondamentali del nostro organismo, quali temperatura, pH, pressione arteriosa, volemia. Come possiamo stupirci di star male quando questo sistema ha dei problemi di funzionamento? Come può un sistema di tale importanza non avere problemi nel momento in cui viene a interrompersi un evento ciclico caratteristico del sesso femminile, che a livello cosmico è condizionato perfino dalla Luna? Quella parte del sistema nervoso regola l'omeostasi e la muscolatura non controllata dalla nostra volontà; esso prende il nome di sistema nervoso autonomo (SNA) e necessita, per un corretto funzionamento, di un equilibrio ottimale non solo all'interno delle sue due componenti contrapposte (ortosimpatico e parasimpatico) ma perfino di un'adeguata relazione fra il sistema enterico e respiratorio e l'ambiente circostante, senza il quale (forse è bene ricordarlo) non potremmo vivere. Fin dalla nascita il nostro organismo tende a preferire il funzionamento del SNA in un senso oppure in un altro. Nella variabilità della popolazione ci sono donne che presentano una prevalenza di costituzione in senso ortosimpatico e donne che presentano una prevalenza della loro costituzione in senso parasimpatico. Al momento della menopausa l'equilibrio costituzionale perdurato durante la permanenza del ci-

Compito del terapeuta è saper riconoscere i sintomi tipici di questo delicato periodo della donna Luigi Giannachi clo mestruale viene meno, portando a uno sconvolgimento della situazione precedente e facendo emergere disfunzionalità come irrequietezza, insonnia, palpitazioni, gastropatie, vampate di calore. Nell'ambito di una distonia neuro-vegetativa può sopravvenire Erminio Frezzini la malattia quando l'organismo non riesce a contemplare i cambiamenti fisiologici in corso. Compito del terapeuta è quello di saper riconoscere la sintomatologia caratteristica di questo periodo della vita femminile e di riuscire a mettere la donna in grado di poter superare questa fase di cambiamento ormonale nelle migliori condizioni possibili. Nel convegno è stato proiettato un video che ha analizzato la possibilità di interpretare il racconto delle vicissitudini del cliente alla luce dei riscontri reflessologici evidenziati durante le varie fasi del trattamento.

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La Scuola Firp Una finestra aperta verso una professione del Benessere Anna Villa

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La FIRP ha riaperto le iscrizioni ai corsi triennali di Reflessologia Plantare, al fine di riprendere a ottobre,il programma formativo attraverso le lezioni da svolgere nelle varie sedi. Fondata nell’ormai lontano 1987 da Elipio Zamboni, considerato da tutti il padre della reflessologia plantare italiana,la Scuola FIRP è una realtà ormai consolidata con centinaia di diplomati, molti dei quali sono da considerare professionisti affermati e conosciuti non solo nel nostro mondo, ma anche nelle varie realtà regionali e nazionali. Questa lunga storia è testimone di una formazione seria e strutturata, svolta con duro lavoro e capace di dare vere soddisfazioni, a cominciare da chi ha fondato la FIRP con Zamboni, e a seguire con chi fino ad oggi si è adoperato e si adopera per far crescere la professione e la realtà associativa; queste non rappresentano altro che il travaso di conoscenze e di esperienze mutuate da una scuola di formazione qualificata e qualificante. Oggi siamo in un momento critico e complicato per le associazioni rappresentative di professioni non regolamentate da una legge nazionale; appunto perché siamo ancora in assenza di un provvedimento legislativo che consenta un quadro finalmente dettagliato e garantista della sin-

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gola specializzazione, siamo nella necessità di riconoscere, almeno al nostro interno, il percorso formativo, lo statuto e il codice etico come garanzia di standard professionale per i nostri associati e come base per la nostra professionalità. L’associato è tenuto a condividere queste semplici regole per costruire sviluppi futuri non solo regionali e nazionali, ma anche in aderenza agli indirizzi europei in questo ambito. Pertanto il diploma rilasciato dalla FIRP al termine del triennio formativo, ormai collaudato, rappresenta la prima necessaria certificazione di qualità e professionalità che è la normale conseguenza di un percorso gestito da docenti a loro volta qualificati e stimolati a un costante aggiornamento. La FIRP si sta impegnando anche ad aprire scuole vicine agli studenti. Sappiamo che è un cammino difficile, soprattutto da un punto di vista economico, ma la volontà non ci manca. Oltre che nelle tre storiche sedi della Scuola FIRP di Milano, Torino e Pordenone, ci trovate anche ad Ancona, Bergamo, Faenza, Imperia e Perugia. Come da statuto,la FIRP da venticinque anni si impegna a diffondere l’originale ed antica tecnica della Reflessologia Plantare con gli insegnamenti di Elipio Zamboni, attraverso le scuole, la rivista e i contatti personali di ogni reflessologo.E’in questo modo che riusciamo a presentare la nostra tecnica, davvero antica ma sicuramente moderna nel panorama delle Discipline BioNaturali. Il nostro motto è: “la creazione di professionisti consapevoli diffusi su tutto il territorio nazionale é la miglior garanzia di qualità e riconoscimento”. Vi aspettiamo a Scuola per apprendere i segreti della reflessologia e intraprendere una nuova professione del Benessere.


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A Scuola di Benessere CORSI FIRP 2011 LOMBARDIA: Trattamento Osteo-Riflesso - Docente: Fabrizio Mainetti GRANDE NOVITA'! Dermoriflessologia, la dinamica del ricordo Docente: Flavio Gandini Reflessologia facciale - Docente: Fabrizio Mainetti Armonizzazione posturale - Docente: Michela Poggioli Il respiro, questo sconosciuto - Docente: Sergio Maltoni Le correlazioni nervose sulla colonna vertebrale Docente: Orlando Volpe Tocco ZEN - Docente: Gabriele Frangi La legge degli opposti per una visione tridimensionale della reflessologia - Docente: Giovanni Mercanti PIEMONTE Tecnica metamorfica - Docente: Giuseppe Armellino Massaggio dorso-lombare - Docente: Angelo Goisis La legge degli opposti per una visione tridimensionale della reflessologia - Docente: Giovanni Mercanti Reflessologia in gravidanza - Docente: Giuseppe Armellino TRIVENETO Massaggio tratto cervicale - Docente: Angelo Goisis Le correlazioni nervose sulla colonna vertebrale Docente: Orlando Volpe Il respiro, questo sconosciuto - Docente: Sergio Maltoni Come comunicare il benessere - Docente: Carlo Gaeta (disponibile nelle tre aree: Lombardia,Piemonte e Triveneto)

Per avviare i corsi è necessario raggiungere un numero minimo di iscrizioni. Prenotatevi subito.

info@firp.it - Tel. 334.3112856


I - II- IV cop. Reflex Conv.

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