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RO REFLESSOLOGIA OGGI

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SOMMARIO RIFLESSI DI BENESSERE - Anno XXIV - N. 3 - Dicembre 2010

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EDITORIALE Impegnamoci nella cura della persona

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STAR BENE SI PUÓ L’etica del buon terapeuta

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AMBIENTE In un mondo che, non ci vuole più...

Direttore Responsabile Stefano Suardi Comitato di Redazione Gianpaolo Bonetti Federico Merisi Ezio Pianezzi Anna Villa Donato Virgilio Consulente editoriale Carlo Gaeta

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Corpo & mente per raggiungere il Benessere PAROLA AL MEDICO Prevenire leggendo i messaggi del corpo

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REFLESSOLOGIA Prevenire vale anche per gli operatori del Benessere

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Prevenzione e igiene tra reflessologia e yoga

Stampa MEDUSA - Caravaggio (Bg) Via L. Da Vinci - Tel. 0363/53919

FOCUS

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l’alimentazione con peperoncino e Omega-3 COMUNICAZIONE Prevenire non significa gridare “Al lupo, al lupo!”

Registrazione Tribunale di Bergamo n.14/05 variata il 4 maggio 2010

Tra detti e proverbi

23 TECNICHE DEL BENESSERE Massaggio osteo-reflesso

26 ALIMENTAZIONE: Prevenzione attraverso

30 CONSIGLI ED EVENTI

L’agenda del benessere

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Direzione,Redazione, Segreteria e Pubblicità: RO - Via A. Manzoni,29 24053 Brignano Gera d’Adda (BG) C/C post.36643203 Tel.334.3112856 e-mail:info@firp.it Tutti i diritti sono riservati. Testi e immagini inviati al giornale non verranno restituiti. Gli articoli firmati impegnano esclusivamente l’opinione dei singoli autori.Abbonamento annuale € 10,00,arretrati € 5,00. Versamento su vaglia postale o C.C.P. n.36643203 intestato a FIRP, Via Manzoni,29 24053 Brignano Gera D’Adda (BG).

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Progetto grafico Promotion Merate s.r.l. Merate (LC)

Spedizione in abbonamento postale Filiale Bergamo Pubblicità 70%


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Impegnamoci nella cu G

Editoriale

Stefano Suardi Presidente Firp e Direttore RO

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entili Lettrici, cari Lettori, colgo l’occasione dell’uscita del terzo numero della rivista per esprimere la personale soddisfazione che deriva dall’accoglienza che il nuovo “RO Riflessi di Benessere” ha avuto nei due primi numeri. Ringrazio coloro che mi stanno affiancato nell’esperienza editoriale e soprattutto, nel presentare questo terzo appuntamento, tengo a sottolineare il taglio e il contenuto degli articoli che lo compongono. Psicologia, stile di vita, benessere, reflessologia sono argomenti sempre di attualità e vivo interesse per tutti e soprattutto per Voi lettori che ci avete richiesto una rivista con suggerimenti utili alla Vostra quotidiana attività. Sin dall’inizio abbiamo impostato un “ format “ editoriale che colmasse un vuoto da molti avvertito. La reflessologia infatti non rappresenta un’unica frontiera di benessere: se ad essa non si unisce un adeguato supporto psicologico e di grande cura della persona non si potrebbe raggiungere l’apice massimo del risultato obiettivo del nostro intervento teso a quel Benessere che noi volutamente scriviamo in maiuscolo. Ecco perché questo numero affronta i temi della prevenzione e dell’igiene fisica e men-


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la cura della persona tale, argomenti complessi che fanno riferimento a qualificati Professionisti nelle loro singole specializzazioni. Segnalo in particolare la lettera del padre della medicina alternativa Hahnemann e il commento del dottor Zambelli, che ci offre spunto di conoscenza e discussione sulla salute in relazione allo stress che attanaglia e non concede tregua all’uomo di oggi. Il focus centrale della rivista è come sempre dedicato alla reflessologia con una particolare attenzione alla prevenzione, tema centrale di questo numero, e all’importante ruolo che può svolgere il reflessologo, agendo con il massaggio ma anche con la mente per sintonizzarsi sui messaggi che giungono da chi ci sta di fronte e chiede a noi sollievo. Siamo e saremo infatti impegnati a offrirvi sempre tematiche inerenti al mondo degli Operatori di quella grande area della “vitalità“. Il Vostro consenso ci sprona nella ricerca di proposte e argomenti che possano aiutarvi a rispondere sempre adeguatamente alle esigenze dei Vostri Interlocutori per garantire un’efficace azione complessiva, non partendo da alcuna presunzione, ma cercando di integrare ogni tassello che definisce il grande mosaico del Benessere. Buona lettura

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STAR BENE SI PUÓ

Da una lettera di Hahnemann, padre dell’omeopatia

L’etica del buon terapeuta L’operatore del Benessere deve entrare in empatia e capire nel profondo chi ha davanti

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iamo spazio all’inizio di questo numero a una magnifica lettera, ricca di tanto buon senso, nella quale troviamo in modo semplice e chiaro come il vero operatore del benessere deve agire se vuole preservare la salute delle persone. Autore dello scritto è C.F. Samuel Hahnemann, medico tedesco fondatore della medicina alternativa chiamata poi omeopatia. Non basta fare una prescrizione, omeopatica o no, non basta un massaggio, non basta un’infissione di un ago in un determinato meridiano: dobbiamo seguire una direttiva essenziale, ovvero dobbiamo interpretare l'essere umano, entrando in empatia con lui potremo capirlo e conoscere gli ostacoli che si oppongono al ristabilimento o al depauperamento di quella grande

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risorsa che è la salute. Nella meravigliosa opera "Organon dell'arte del guarire", scritta da Hahnemann nel 1810, troviamo al paragrafo 4: "Egli è pure un igienista, se conosce le cause che disturbano la salute e determinano e mantengono le malattie e sa da esse preservare l'uomo sano". Hahnemann ha sempre avuto chiaro il concetto che il paziente fosse non solo protagonista nella malattia, ma anche nella salute o meglio nel mantenere questo stato di equilibrio e armonia con se stesso e con gli altri. C'era altrettanta consapevolezza del ruolo di educatore alla salute che i medici e terapeuti dovevano svolgere nei riguardi dei loro pazienti a loro affidati dal Buon Gesù. Il concetto di igiene che aveva Hahnemann era un concetto che prendeva in considerazione tutta la vita del paziente, le sue abitudini alimentari, le sue condizioni abitative, le sue condizioni lavorative, le sue relazioni sociali, le relazioni in famiglia, le sue abitudini sessuali, i suoi passatempi, il sonno, ecc.


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Come diceva il compianto professor Antonio Negro, padre dell’omeopatia italiana recentemente scomparso: "L'igiene proposta è totale: rivolta al mondo esterno ed a quello interno". In buona sostanza, il vero professionista del Benessere non solo deve preoccuparsi di trovare la diagnosi della malattia, ma di conoscere le cause particolari, personali che ostacolano la salute, come ad esempio cattive abitudini alimentari etc. per quanto riguarda il mondo interno. Riprendendo una frase del professor Negro: "Se ognuno non sa dominarsi, diventa lo schiavo delle sue passioni, e mai arriverà al

“Mio caro, è vero che sto per andare ad Amburgo, ma ciò non deve preoccuparla. Se non le pesa spendere i pochi soldi che le costerà inviarmi una lettera, potrà ancora usufruire dei miei consigli quando sarò laggiù. (…) Per ora, devo affermare che lei è veramente sulla via della guarigione e che le principali fonti della sua malattia sono state eliminate.Tutte tranne una, che ancora persiste ed è la causa delle sue ricadute. La delicata macchina umana non è stata costruita per essere sottoposta ad un superlavoro: l'uomo non può strapazzare la sua energia e le sue capacità senza pagar pegno. Sia che lo faccia per ambizione, sia per amore di guadagno o per qualsiasi altro motivo degno di lode o di biasimo, l'uomo finisce per mettersi in opposizione all'ordine naturale ed il suo fisico finirà per subirne danni o

compimento di se stesso, per sapersi poi donare agli altri..La salute è una conquista totale. Chi la deturpa, la annienta, vivendo il disordine prepara la malattia"! La lettera che pubblichiamo di seguito fu scritta da Hahnemann a un suo paziente, sarto di professione, che sarebbe morto molto più tardi, alla veneranda età, anche per i nostri tempi, di 91 anni. La missiva, datata 1799, intessuta su una trama di saggia e sottile ironia, contiene consigli ancora utili per noi che viviamo in un periodo così pieno di stress e di falsi bisogni. Mauro Zambelli

addirittura la distruzione. Peggio ancora se il fisico si trova già in condizioni di debolezza. Si ricordi: ciò che non riesce a fare in una settimana, può tranquillamente farlo in due. (…) Non è soltanto l'estenuante sforzo fisico che la danneggia quanto, maggiormente, la concomitante tensione mentale che, a sua volta, finisce per compromettere la tenuta fisica in un vero circolo vizioso. Se non assumerà un atteggiamento d'imperturbabilità, adottando il principio di vivere dapprima per se stesso e poi per gli altri, allora ci sarà ben poca speranza che lei sarà nella tomba, stia sicuro che gli uomini se ne andranno lo stesso in giro vestiti, magari non con così tanta eleganza, ma in ogni caso, sufficientemente bene. Se si è saggi si può godere di buona salute ed arrivare a vivere fino a tarda età. Se qualcosa la infastidisce o la turba, non ci

presti attenzione: se qualcosa è troppo per lei scelga di non averci niente a che fare; se qualcuna la incalza, le sta addosso, la vuol fare troppo sgobbare, rallenti e se la rida di questi matti che vorrebbero renderla infelice. Faccia solo quello che riesce a fare agevolmente senza sforzarsi eccessivamente; per quello che non è in grado di fare, beh, non se le prenda più di tanto. (...) Parsimonia, limitazione del superfluo (due cose che il gran lavoratore spesso non sa fare), ci mettono in condizione di vivere con maggiore comfort – in altre parole, in maniera più razionale, più intelligente, più in armonia con la natura, più allegramente, più serenamente, più in salute. Così si vive in maniera più degna di lode, più saggia, più prudente, piuttosto che lavorare ad un ritmo mozzafiato, senza un attimo di respiro, con tutto il

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STAR BENE SI PUÓ

nostro sistema nervoso costantemente sotto tensione fino ad arrivare alla distruzione dei tesori più preziosi nella vita: un umore tranquillo e felice ed una buona salute. Sia, dunque, più prudente, consideri se stesso per primo.(...) Qualora altri dovessero azzardarsi a sostenere che, per onore, siete obbligato a fare di più di quanto è giusto per le vostre facoltà mentali e fisiche, anche allora, per amor di Dio, non consentite a voi stesso di essere pressato a dare ciò che è contrario al vostro benessere. Siate sordo alle lusinghe, alle lodi che corrompono, restate freddo e calmo e con tranquillità, come deve fare un uomo assennato. Vivere felice con serenità d’animo e di corpo per questo l’uomo è al mondo, e lavorare solamente quel tanto che gli assicuri i mezzi per vivere con gioia certamente non per logorarsi e stroncarsi per il lavoro. (...) L’uomo tranquillo, sereno, imperturbabile, che lascia placidamente scivolare via le cose raggiunge ugualmente il suo scopo, vive più serenamente ed in buona salute, ed arriva bene alla vecchiaia. Un uomo così, che vive sereno e senza fretta, s’illumina per un’idea giusta e propizia, frutto di una seria ed originale riflessione, che fornirà ai suoi affari terreni un impulso più redditizio di quanto possa mai aver prodotto un uomo sovreccitato; che non riesce mai a trovare il tempo per riordinare le idee. Per vincere una

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corsa, la velocità non è la sola qualità richiesta. Si sforzi di conseguire un po’ d’imperturbabilità, di calma ed, allora, lei sarà quello che le auguro di essere. Allora vedrà cose meravigliose; si renderà conto di quanto si sentirà davvero in buona salute dando retta ai miei consigli. Allora il sangue scorrerà nelle arterie senza sforzo né ostacoli, né ci saranno crisi ipertensive. Nessun sogno orribile disturba il sonno di chi si mette a letto per riposarsi senza avere i nervi tesi come una corda di violino. L’uomo libero dalle preoccupazioni si sveglia al mattino senza ansie per tutte le molteplici occupazioni che deve affrontare durante la giornata. Di cosa si preoccupa? La gioia di vivere lo interessa più di qualsiasi altra cosa. Con rinnovato vigore attende alla sua moderata attività lavorativa e, durante i pasti, nessun accesso passionale, nessuna preoccupazione, nessun’ansia proprio nulla gli impedirà di apprezzare godersi il cibo che il benefico Preservatore della Vita gli ha messo davanti. E così, un giorno dopo l’altro in

tranquilla successione, fino al giorno in cui, in tarda età, arriverà al termine di una vita ben spesa: allora riposerà serenamente in un altro mondo così come serenamente ha vissuto in questo. Non è tutto ciò più razionale e saggio? Lasci che gli uomini irrequieti, autodistruttivi, agiscano in modo tanto irragionevole quanto dannoso verso se stessi così come gli va; lasci che si comportino da folli: Ma lei sia saggio! Non faccia che abbia inutilmente predicato su ciò che è saggio nella vita. Le mie intenzioni sono buone. Addio, segua i miei consigli e quando tutto sarà andato bene, si ricordi di me. Dr S. Hahnemann PS: Quand’anche le dovessero rimanere in tasca solamente pochi soldi, continui ad essere allegro e felice. La Provvidenza vigila su di noi, è un fortunato cambiamento rimetterà tutto a posto di nuovo. Di quanto abbiamo bisogno per vivere? Di quanto cibo e bevande per rimetterci in sesto, di quanto per ripararci dal freddo e dal caldo? Molto meno che di un po’ di coraggio: quando l’abbiamo riusciamo a procurarci il minimo indispensabile senza molta fatica. Il saggio ha bisogno di ben poco. La forza di cui si fa saggio uso non ha bisogno di essere reintegrata dalle medicine”


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AMBIENTE

Il nostro pianeta reclama l’impegno di tutti sul delicato fronte dell’igiene ambientale

In un mondo che, non ci vuole più... I

l titolo è l’inizio del testo di una notissima canzone firmata da Mogol e Lucio Battisti. Una hit che rimane ancora oggi attuale. Il mondo non ci vuole più perché lo stiamo davvero maltrattando, senza più rispetto per le regole, senza più rispetto per noi stessi. E’ giusto quindi ritornare alle regole per riportare a noi tutta l’interessante bellezza di ciò che ci circonda. Questo significa avere la massima attenzione per l’ambiente e per noi stessi. Si risale a quella che viene definita Igiene Ambientale, che comprende,di fatto,il buono stato di salute di aria, acqua e suolo, cioè degli elementi che costituisco-

no il nostro normale ambiente di vita. E’ curioso parlare di buono stato di salute degli elementi fondamentali di cui è costituito il nostro stupendo universo, ma il legame è davvero stretto, e le ricadute positive o negative sono sotto gli occhi di tutti ogni minuto del giorno. Se l’ambiente che ci circonda è sano, avremo effetti positivi, che sono scientificamente dimostrabili e riscontrabili negli studi e nei report pubblicati nei nostri maggiori media. E’ doveroso però svuotare la bocca a chi se la riempie con i soliti proclami che riemergono in momenti precisi, problemi che hanno molto di

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strumentale. E’ più corretto invece affrontare l’argomento con serietà, consci di non avere la bacchetta magica ma desiderosi di chiarire almeno alcuni aspetti della questione, partendo dal basso, dai nostri quotidiani comportamenti. Senza aria non si vive. Noi sappiamo da sempre che l’aria buona fa bene, tanto è vero che, in presenza di patologie polmonari, oltre ai medicinali, era obbligatorio il ricovero in ambiente almeno collinare,ma comunque isolato,fuori dal traffico e da altre fonti di inquinamento. Già, l’inquinamento. Non è solo una parola, non è solo un’apprensione costante. E’ un vero problema che ogni anno si arricchisce di nuovi dettagli. Pensiamo solo al famigerato PM10, sigla che si riferisce alla presenza di particelle sospese nell’aria del diametro di 10 micron, e costituite fra l’altro da gas di scarico da autoveicoli e da residui di combustibili per riscaldamento.Al PM10 si aggregano altri inquinanti, che comunque sono dannosi a breve e a lungo termine per la salute, soprattutto per bambini, anziani e persone le cui di-

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fese sono compromesse. L’apparato bersaglio è ovviamente quello respiratorio. Inquinamento dell’aria significa anche emissioni industriali in atmosfera. Ciò vuol dire ulteriori problemi per la salute umana. Ma questo amplia quanto purtroppo si è verificato fino a oggi in relazione alla nostra economia industriale e postindustriale. Non è semplice bilanciare questi aspetti, anche se, almeno teoricamente il progresso deve andare di pari passo con la salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, vero capitale da preservare per garantirci un futuro. Prendiamo come esempio gli aeroporti e le rotte degli aerei, che originano problemi per i gas di scarico e per il rumore. Ma gli aerei servono per il commercio, per il turismo, per accorciare tempi e distanze. Andiamo a chiedere qual è lo stato di salute e di benessere a chi abita nelle vicinanze degli aeroporti e avremo risposte ben precise. Noi non vogliamo,né possiamo,fornire soluzioni. Ci limitiamo a rilevare un potenziale effetto negativo sulla salute. Anche quando parliamo d’acqua dobbiamo dire che senza di essa non è possibile la vita.Eppure,ci sono tante zone abitate in cui l’acqua è carente, e non solo d’estate, in altre zone è inquinata da pesticidi, metalli pesanti, solventi, con potenziali danni per la salute, e addirittura con giudizi di non potabilità. Non è solo l’approvvigionamento idrico a preoccupare, ma anche il trattamento e il recapito finale delle acque “usate” costituisce un problema serio, perché la loro depurazione non è così semplice. L’acqua ci serve anche per spostarci e divertirci.L’inquinamento delle acque balneabili si ripropone annualmente, soprattutto nei mesi estivi, con vari enti impegnati a rendere pubblico l’elenco dei luoghi più o meno liberi da inquinamento, con tanto di bandierine blu e con tanto di aspre polemiche quando si chiudono le spiagge, o quando qualcuno sta male perché ha mangiato molluschi infetti. Soprattutto il suolo in generale è soggetto a gra-


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RO vi inquinamenti a causa di un utilizzo smodato. Pensiamo ad esempio alle discariche più o meno grandi, più o meno abusive, e ci renderemo conto, al di là delle notizie che ci forniscono i media, che, anche in questo caso, il problema è davvero molto serio.Ognuno vuole la discarica lontano da casa, ma in tanti non rispettano le normali regole per garantire una raccolta differenziata che farebbe molto bene all’ambiente. Anche in questo caso la linea che divide gli aspetti positivi dagli effetti negativi sulla salute non è proprio sottile. Dipende molto dal tipo di rifiuto stoccato con tutta una serie di problematiche legate a ogni singolo inquinante contenuto nei rifiuti. La delicata gestione degli inquinamenti è affidata di fatto alle Agenzie Regionali per l’Ambiente,con la collaborazione di Regioni, Province e ASL. Fino a qui potremmo dire che è la parte tecnica, la parte che comunque potrebbe causare danni alla salute. Non è il caso di disquisire sugli aspetti economici e sugli interessi che ci stanno dietro. L’altra faccia della medaglia è costituita da tutte quelle risorse che vanno a costituire l’Igiene Pubblica, cioè quella branca specialistica della medicina che si occupa globalmente della salute umana, cercando di migliorarla attraverso una serie di interventi a breve, medio e lungo termine. Le malattie infettive costituiscono un problema insormontabile per alcune popolazioni, notoriamente carenti di strutture e politiche sanitarie. Per fare un esempio, in Italia non si muore di tifo, mentre in altre zone del mondo questa è ancora una malattia grave, spesso anche letale. Ad esempio l’AIDS,addirittura “normale”in alcune zone africane; e poi anche la tubercolosi che, a causa del costante aumento dei flussi migratori, sta ritornando ai livelli di molti anni fa; altro esempio, forse più banale, è l’influenza, con tutto quello che è successo l’anno scorso e che si ripeterà probabilmente quest’anno. Allora avere una politica sanitaria ben costruita, che risponda ai bisogni della gente, può consen-

tire di tenere sotto controllo le malattie, di intervenire migliorando le strutture dedicate, ma soprattutto di ritagliare uno spazio preciso per la ricerca. Gli operatori del Benessere e gli amici reflessologi sono impegnati sul fronte della prevenzione e dell’igiene ambientale, con un preciso spazio dedicato alla ricerca e alla sperimentazione. A noi serve avere un quadro sufficientemente preciso per trovare spazi e tempi di intervento. Dobbiamo garantire la salute stando con i piedi per terra, sulle nostre orme. Tutto questo passa anche e soprattutto attraverso la prevenzione, che ha le sue regole, i suoi costi, e i suoi effetti positivi universalmente riconosciuti.

Federico Merisi Medico chirurgo

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PSICOLOGIA

Corpo & mente insieme per raggiungere il Benessere Capacità tecnico-professionale e relazionale permettono all’operatore del bio-naturale di ottenere un risultato ottimale

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uando parliamo di salute, riferendoci alla classica definizione di salute dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ci riferiamo non alla salute del corpo o della mente, come elementi scissi e separati, ma alla persona intera, corpo mente e, per i credenti, anima (nella definizione dell'OMS è compreso anche l'aspetto socio-relazionale ma ne parleremo poi). Per quanto il rapporto tra la mente e il corpo rimanga in gran parte misterioso, non c'è tuttavia dubbio che l'influenza sia reciproca, anche se in proporzioni di volta in volta diverse. Per un discorso sulla salute occorre perciò avere un concetto anche teorico di cosa intendiamo per persona oggi e quindi cosa intendiamo quando parliamo di persona sana. Naturalmente su questa concezione ci possono essere idee molto diverse. E' abbastanza facile dire che un corpo malato condiziona a volte la vita in modo importante:basti pensare a una malattia grave, un infarto ad esempio, che, per quanto ben trattato nel post evento, con la riabilitazione e la modificazione (che deve essere permanente) degli stili di vita, condiziona in modo evidente la quotidianità che

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dopo, comunque, non può più essere come era prima. E' più difficile invece individuare il ruolo della mente nella salute della persona, basti pensare al campo sempre più vasto delle malattie psicosomatiche, legate, secondo le moderne teorie, a un deficit nel funzionamento del pensiero, o alla malattia depressiva, che spesso si nasconde sotto sintomi apparentemente solo fisici. Può allora il corpo funzionare bene se la mente non funziona bene? La risposta può essere in parte affermativa se si pensa solo al corpo. Ci sono persone con gravi problemi mentali che hanno un corpo sanissimo, magari più sano di quello dello psichiatra che li cura, nonostante i possibili effetti indesiderati delle terapie che assumono; ma stiamo sempre


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parlando solo di corpo non della persona. Basterebbe pensare alla situazione sociale e relazionale di queste persone per accorgersi di quanto esse si trovino a disagio nella quotidianità della vita e nella realizzazione di sè stessi. Ho fatto l'esempio estremo della malattia mentale grave, ma, fatte le debite proporzioni, la riflessione vale anche per le altre difficoltà psicologiche (ovvio naturalmente che la salute assoluta non esiste se non nelle nostre aspirazioni e nei nostri sogni). Ho scritto difficoltà psicologiche e non problemi della vita perché questi ci sono e ci saranno sempre (almeno finché si è vivi). L'ideale non è vivere senza problemi, ma possedere e saper utilizzare gli strumenti psicologici per poterli affrontare.Al centro c’è la persona:essa costituisce un'unità psicosomatica inscindibile che possiede la capacità di essere in contatto con le parti più profonde e primitive del suo essere, di giungere ad una sua interiorità, di saper vivere il primato della mente razionale ed emotiva, di saper uscire da sé stessa, pur rimanendo in sé stessa, per aprirsi verso il mondo e verso gli altri esseri umani, di essere capace di un adattamento flessibile. Se accettiamo questa definizione, ci appare evidente come la salute non può prescindere da una buona salute psichica (e, per qualcuno, spirituale in senso ampio), che comprende anche una buona capacità di essere in relazione con gli altri oltre che con sé stessi. Rimanendo nell'ambito dell'apparente "normalità",ci appare oggi in aumento un tipo di disagio che può essere descritto come legato alla rigidità del funzionamento mentale che, a causa di schemi ripetitivi di comportamento, ci allontana da un autentico contatto con noi stessi e ci impedisce di essere autentici nelle nostre relazioni con gli altri. Sono schemi mentali rigidi, come, ad esempio, pensare che nella vita non si possa cambiare nulla, o che i rapporti stretti con gli altri siano sempre rischiosi, o che si debba sempre rendere al massi-

mo in ogni occasione, che ci spingono a pensare sempre al passato o al futuro e non ci permettono di vivere il momento presente facendo fallire ogni nuova relazione sentimentale, e che fanno sentire nella nostra vita un vago senso di insoddisfazione e di fallimento. E' questo che intendo dicendo che non ci può essere vera salute della persona se anche la mente e le relazioni non sono relativamente sane. Sono schemi costruiti fin dalla prima infanzia, di fronte a genitori troppo ossessivi nel controllarci o troppo assenti; situazioni che ci hanno costretti a pensare troppo in fretta, portandoci a mettere da parte emozioni e desideri più autenticamente nostri per accontentarli o per supplire alla loro assenza, costruendo un pensiero troppo precocemente maturo e a volte diffidente verso il mondo e le persone. Il reflessologo nel suo lavoro è in condizione di cogliere questi segnali. Diventa essenziale, oltre l'intervento propriamente reflessologico, la relazione che si instaura che di per sé spesso è curativa quando le emozioni possono essere lasciate defluire, ma assolutamente non gestite, da entrambe le persone in gioco in quel momento. Il tipo di lavoro, il massaggio, permette di recuperare situazioni infantili di accoglienza non invadente che è proprio ciò che spesso è mancato al bambino. Quindi la capacità relazionale insieme alla capacità tecnico-professionale possono contribuire ad aiutare la persona a trovare un suo benessere soddisfacente, grazie a un operatore non solo bravo nel suo lavoro ma in grado di gestire il delicato processo empatico con chi abbiamo di fronte.

Gianpaolo Bonetti Psicologo - psicoterapeuta a indirizzo psicoanalitico

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PAROLA AL MEDICO

Prevenire “leggendo” i messaggi del corpo

Impariamo ad ascoltare i segnali che arrivano dal nostro organismo. L’omeopatia medicina preventiva per eccellenza

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uando si parla di prevenzione si pensa spesso alle medicine da assumere, alle vaccinazioni, insomma a qualcosa di “esterno”a noi che si deve prendere o fare in più, un’aggiunta alle nostre abitudini. In realtà, prevenire significa anche riorganizzare il nostro modo di vivere, di alimentarsi, di scegliere adeguatamente tutto quello che riteniamo opportuno per noi. Questo implica una nuova, più attenta, osservazione di noi stessi; un rispetto dei nostri tempi che, forse, non abbiamo; occorre guardarci più da vicino per valutare le nostre esigenze, i biso-

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gni e i desideri del nostro organismo. Certo serve tempo per osservarci, porci domande, trovare risposte e capire cosa significa prevenire: proprio come spiega il “pre” posto prima del verbo. La storia di due cardiologi di San Francisco ci può far capire quanto sia importante l’osservazione di sé per prevenire le malattie e non solo! I due medici Friedman e Rosenman hanno condiviso uno studio che metteva in evidenza come i problemi cardiaci continuavano ad aumentare a quel tempo nella popolazione. Essi si chiedevano quali potessero essere le cause di


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questa vera e propria “epidemia”. Un dettaglio offrì loro la risposta. Notarono che le sedie della loro sala d’aspetto erano consumate in un modo anomalo, non sul fondo, ma sul bordo e all’estremità dei braccioli. Stupiti da questo fatto si misero a osservare il modo in cui i pazienti si sedevano e si accorsero che non erano mai rilassati, erano sempre in tensione, pronti ad alzarsi, impazienti fino all’arrivo del loro turno e continuavano a chiedere alla segretaria quanto tempo dovevano aspettare ancora. I due cardiologi individuarono in questo atteggiamento uno dei fattori capaci di favorire la comparsa di disturbi cardiaci, soprattutto per le coronarie. Questi atteggiamenti mentali e motori sono nefasti non solo per il cuore, ma per tutto l’organismo. Sono i nostri “cattivi riflessi”che ci mettono in trappola. La nostra iperattività fa produrre all’organismo una risposta esagerata: l’adrenalina viene secreta in quantità enorme e l’asse ipotalamico-ipofisario-surrenale produce un eccesso di cortisolo che è l’ormone dello stress. Un altro tipo di prevenzione importante è individuabile nella nostra dieta, cioè nel cibo che scegliamo e che mangiamo a volte senza neppure accorgerci, per abitudine e per poca attenzione nei confronti del nostro corpo. Basterebbe tenere in considerazione, per esempio, il nostro gruppo sanguigno e controllare le tabelle dietologiche per evitare tutti quei sintomi che, in una parola, la medicina ha catalogato sotto il termine “disbiosi” e cioè difficoltà digestive, alitosi, dispepsia, reflusso, stipsi, colite. Un primo passo di grande importanza per il nostro apparato gastroenterico e non solo! La prevenzione passa anche da questi piccoli passi che non costano nulla. Si tratta di individuare il nostro modo personale di stare bene, di avere cura di noi stessi. Tutto ciò non può essere fatto se prima non impariamo ad ascoltarci.

Spesso i miei pazienti mi sono di grande aiuto per impostare una terapia perché con le loro intuizioni mi mettono già sulla strada giusta: in questo modo la scelta del farmaco perfetto per la loro patologia diventa più semplice e la sua efficacia è assicurata e il risultato è sorprendente. La partecipazione del malato alla propria guarigione è il primo passo verso la guarigione stessa, anche per prevenire ulteriori complicazioni. Insomma, il paziente deve collaborare riconoscendo i sintomi, dandocene un’accurata descrizione ma deve anche capire come comportarsi per evitare il peggio. La medicina preventiva curativa per eccellenza è l’omeopatia. Un esempio: le cefalee muscolo-tensive e vasomotorie (riconducibili cioè a contrazioni e dilatazioni dei vasi sanguigni nel cranio) si curano e si prevengono molto bene con farmaci omeopatici anche in associazione ad altri metodi e sono utili per diminuire la frequenza e l’intensità degli attacchi. Il rimedio va scelto in base ai pazienti e al tipo di mal di testa, ovviamente, ma la risposta spesso è risolutiva. Un altro esempio: dopo un infarto è importante non solo il rispetto delle terapie, ma soprattutto il rispetto di tutte quelle regole igieniche e non che permettono al paziente di vivere meglio in armonia con sé stesso. La malattia è un messaggio che il corpo ci manda: ringraziamolo ed impariamo a leggere questi messaggi che fanno parte della prevenzione per una migliore qualità della nostra vita.

Rosi Coerezza Medico Chirurgo, Omeopata

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REFLESSOLOGIA

Prevenire vale anche per gli op Anche i professionisti del bio-naturale devono sottostare a buone regole d’igiene

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revenire è meglio che curare”. Quante volte abbiamo sentito o letto questa frase e soprattutto quante volte noi reflessologi e operatori del bio-naturale lo diciamo ai nostri clienti. Metterla in pratica però è un’altra faccenda. Molto spesso si parte bene e poi ci si perde per strada presi dal tran tran quotidiano e solo i più determinati ci riescono veramente. Questo accade anche tra noi operatori e vorrei parlare proprio dell’utilità della nostra prevenzione. Nello specifico, per quanto riguarda il nostro lavoro, con prevenzione si intende cercare di evitare di creare quelle situazioni di stress psicofisico che poi possono portare a scompensi di rendimento nei trattamenti e nella vita quotidiana. Nel nostro lavoro abbiamo a che fare con persone che hanno bisogno di riequilibrarsi energeticamente o semplicemente di rilassarsi perché sotto stress, depressi o vittime di troppa adrenalina; con persone che hanno disarmonie anche importanti, già sotto cura medica, per le quali offriamo trattamenti per migliorare la qualità della vita. Tutto questo non passa inosservato al nostro campo aurico o energetico, alla nostra parte psichica e a quella fisica. Prima o poi anche noi co-

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gli operatori del Benessere minciamo ad accusare stanchezza e spossatezza psicofisica e abbiamo bisogno di riposo, di ricaricarci. La prevenzione sta nel trovare quei canali che più ci aiutano a riequilibrarci e recuperare l’energia perduta nella quotidianità per mantenere una buona forma nel tempo. Ognuno di noi può trovare qualcosa che più gli si addice, tuttavia, a mio avviso vi sono delle abitudini di prevenzione che possono essere considerate universali per gli operatori e vorrei parlare appunto di queste: 1) Ricevere trattamenti Ritengo fondamentali i trattamenti: un operatore ha bisogno di essere trattato almeno quanto i suoi clienti. Non farlo sarebbe come predicare bene e razzolare male. L’ideale sarebbe ricevere almeno un trattamento a settimana. 2) Praticare attività sportiva (riequilibrio o mantenimento fisico) Ognuno sceglie quella che più gli piace ma il fisico può incarnare in sè lo stress quotidiano sotto forma di rigidità muscolare, contrazione del diaframma con conseguente “fiato corto”, gonfiore all’addome, mal di testa… Diventa quindi molto utile dare sfogo fisico alle tensioni accumulate inconsciamente durante il nostro lavoro. 3) Fare almeno 10, 15 minuti di meditazione al giorno (mantenimento equilibrio psichico) oppure prendersi del tempo per riposare e ricaricare le “batterie” Alcune tecniche rilassanti possono essere usate come alternativa alla meditazione e ci aiuta-

no a preservare una buona salute fisica. Sono per esempio lo Yoga o lo Stretching Shiatsu. Il sonno o semplicemente un po’ di svago rilassante aiutano a rigenerarci. 4) Alimentarsi in maniera equilibrata e senza eccessi Sebbene sia stato inserito il tipo di riequilibrio che si desidera acquisire o mantenere, tutti e quattro i rimedi sono collegati tra loro sinergicamente. Questi quattro semplici accorgimenti servono a favorire la concentrazione, la lucidità mentale, la presenza, la calma.Tutti ingredienti necessari ad un operatore. Va da sé che un vero Operatore che intenda aiutare le persone è tale solo se lo sia anche nel privato con se stesso. Durante il lavoro, invece, vi sono alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutarci nella prevenzione nostra e dei clienti. Sebbene alcuni possano sembrare esagerati, dobbiamo considerare che il nostro studio è frequentato da tante persone diverse. Immaginiamo quindi per un attimo di essere noi clienti e cosa ci piacerebbe che un operatore facesse prima di trattarci avendo già avuto clienti prima di noi. Ecco alcuni semplici accorgimenti che credo, che la maggior parte di noi mette già in pratica, ma che val la pena ricordare: 1) Se in presenza di funghi o situazioni dubbiose, piccole ferite, croste, ecc.. utilizzare guanti in lattice o guanti sotto forma di crema 2) Se i piedi sono sudati o non proprio puliti, utilizzare appositi spray o creme igienizzanti. I piedi sono fantastici lo sappiamo, ma sono anche ricettacolo di batteri se non puliti

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adeguatamente 3) Lavarsi le mani saltuariamente con igienizzanti che uccidono batteri e virus. Non esagerare in ogni caso con questi prodotti in quanto l’eccessivo uso riduce le difese naturali delle mani. Ogni tanto lavarle solo con acqua o sapone neutro 4 Evitare se possibile di far camminare i clienti a piedi nudi nello studio, in tal caso, pulirlo sempre adeguatamente. Utilizzare ciabattine usa e getta o ciabatte che andranno pulite con spray igienizzanti tra un cliente e l’altro. Ricordarsi che i clienti apprezzano sempre l’igiene 5) Areare sempre i locali dopo ogni trattamento 6) Pulire il lettino con spray igienizzanti

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7) Se si utilizzano cuscini per sorreggere il capo, coprire la parte su cui appoggia con uno strappo di carta 8) Igienizzare a fine giornata lo studio e il bagno utilizzato dai clienti. Vi sono spray appositi per questo scopo. Tutto quanto è esposto in questo articolo è stato dettato dalla frase di partenza: prevenire è meglio che curare.

Orlando Volpe Reflessologo, operatore shiatsu


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Prevenzione e igiene

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appiamo tutti quanto sia importante una buona igiene personale. Attraverso l’igiene possiamo prevenire moltissime malattie e mantenerci in buona salute. Il primo aspetto della prevenzione è proprio l’igiene. Cosa accadrebbe se noi reflessologi non ci lavassimo le mani tra un trattamento e l’altro? La scuola FIRP dà molta importanza alla prevenzione e all’igiene. Tutti voi che avete frequentato la scuola avete avuto a suo tempo, le dispense inerenti all’argomento prevenzione e igiene. Chi mi conosce sa che sono un cultore e uno studioso dello Yoga e anche questa corrente filosofica dà la massima importanza al benessere psico-

fisico, di conseguenza nelle prime sedute di Yoga si lavora solo sul corpo per rendere le articolazioni elastiche, la muscolatura tonica e giungere così ad un buon stato di salute. Questa è prevenzione e si attua attraverso gli Ãsana (posizioni).Il corpo è tenuto in grande considerazione perché è considerato il “tempio dell’anima”. Si può ben comprendere che la prevenzione va a braccetto con l’igiene, senza igiene possiamo incorrere in diverse malattie. Nyama è il secondo stadio dello Yoga e si divide in cinque “atteggiamenti personali, osservanze”, uno di questi cinque è “Saucha” che tradotto in italiano prende il significato di igiene, purezza. La parola “igiene” nel mondo dello Yoga assume

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tra reflessologia e yoga


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un aspetto più ampio rispetto a quello che noi occidentali le attribuiamo perché oltre alla pulizia del corpo che consiste nel fare spesso il bagno,lavarsi le mani prima di pranzare, pulirsi i denti dopo ogni pasto ecc. lo Yoga prende in considerazione anche la pulizia mentale, cosa importante anche per noi reflessologi. Tutti noi siamo fatti di energia vibrante, ogni essere umano è avvolto ed emana questa energia, di conseguenza quando due persone sono vicine l’energia che emettono si unisce: è per questo motivo che proviamo simpatia, empatia, affinità, con determinate persone e non con altre.Durante lo svolgimento di un trattamento noi entriamo in contatto con l’altra persona in modo molto profondo attraverso il tocco della nostra mano sul suo piede. Tutti noi desideriamo ottenere il massimo risultato quando trattiamo una persona e per raggiungerlo è necessario essere puliti anche a livello mentale. Se riusciamo a raggiungere una calma mentale e un distacco emozionale, l’approccio con il cliente è senza alcun dubbio migliore come pure l’efficacia del trattamento. Non è facile raggiungere questo stato, sappiamo tutti che è più semplice lavorare sulla parte fisica che su quella mentale. Lo Yoga in questo caso dà una mano a chi desidera gestire il proprio stato mentale. Per il nostro lavoro dobbiamo imparare a costruire intorno a noi uno schermo protettivo perché durante il trattamento siamo in contatto permanente con persone stressate e depresse a causa del loro stato di salute, il nostro compito è di aiutarle a ottenere il loro equilibrio psicofisico ma non dobbiamo diventare delle spugne assorbenti, questo a mio avviso è prevenzione. La domanda che viene spontanea è la seguente: ”Come posso preservarmi da tutto ciò?” Con le tecniche Yoga attraverso gli esercizi del controllo del respiro (Prãnãyãma) dell’interiorizzazione e del “vuoto mentale”otteniamo schermi protettivi molto potenti. Per imparare queste tecniche ovviamente è necessario appoggiarsi a un

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insegnante qualificato. Nello Yoga, come anche in reflessologia, non basta leggere un libro e impararlo a memoria, la tecnica del “fai da te” è sconsigliata. Se qualcuno nell’ambito dello Yoga vuole adottare questo approccio il consiglio che mi sento di dare è quello di non andare oltre agli Ãsana. Gli Ãsana, lavorando quasi esclusivamente sul fisico, anche se non eseguiti correttamente, non producono danni, al contrario il Prãnãyãmama che agisce in massima parte sul mentale deve essere eseguito in maniera perfetta perché se si esegue in modo scorretto invece di conseguire i benefici sperati, si ottengono degli effetti dannosi. Il nostro corpo è lo strumento musicale e il respiro è quello che fa vibrare le sue corde quindi se non siamo capaci a respirare in modo corretto la sinfonia prodotta sarà sgradevole a sentirsi. Provate a fare questo esercizio di respirazione semplice da spiegare ma abbastanza difficile da fare.Sedetevi su una sedia, chiudete gli occhi e concentratevi sul respiro senza modificarlo e diventate consapevoli dell’aria che entra e che esce dalle narici. L’unica cosa che dovete fare è quella di osservare il respiro.Questo è un esercizio che calma e rilassa se non modifichiamo il modo di respirare. Se siete dei principianti, è difficilissimo mantenere la respirazione inalterata perché dopo pochi respiri noterete che il ritmo respiratorio si è modificato e se continuate l’esercizio invece di rilassarvi otterrete l’effetto opposto: sarete agitati. Con queste parole non è mia intenzione spaventare chi desidera avvicinarsi a queste tecniche ma solo prevenire per evitare sgradevoli conseguenze, anche questa è prevenzione.

Sergio Maltoni Reflessologo, docente di yoga


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SCUOLA FIRP

La Scuola FIRP,ovvero “chi vuol far l’altrui mestiere ha la zuppa nel paniere”.

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impatica abitudine è citare di volta in volta un proverbio, sia in senso positivo che in senso scaramantico. Per noi un proverbio è verità, saggezza, auspicio. Viene quindi spontaneo cercare proverbi per la nostra attività quotidiana, per la politica, per il tempo. Quante volte abbiamo detto: “Piove, Governo ladro!”, magari senza neanche conoscere

il vero motivo per cui è stato coniato questo detto. Proviamo ad applicare quanto sopra alla formazione e specificatamente alle nostre scuole FIRP. I nostri genitori ci hanno sempre invogliato e stimolato ad andare a scuola per tanti motivi: perché bisogna avere un’istruzione, perché bisogna porre le basi per il futuro. Scuola significa quindi istruzione, conoscenza, disciplina, amicizia, ma soprattutto radici per una professione e quindi per la vita. Chi si iscrive alle nostre scuole ha ben chiaro che questo è il percorso, perché è la FIRP che da più di vent’anni lo garantisce. La nostra presenza sul territorio a distanza di tanto tempo testimonia

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Tra detti e proverbi


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SCUOLA FIRP la bontà delle nostre scelte e la correttezza nei confronti di chi ha fiducia in noi. Certo, per gli allievi è un sacrificio. Serve costante applicazione, si deve rinunciare a qualcosa subito per avere tanto in un futuro più o meno vicino. Sacrificarsi vuol dire perdere una parte della nostra giornata, o la giornata intera, per un fine ben preciso, con uno sforzo che poi viene ripagato. E di questo gli allievi FIRP ne sono oggettiva testimonianza. Tre anni sono tanti, sono lunghi, ma la passione, la voglia di imparare, la sete di conoscenza, spinge l’allievo a frequentare con assiduità, ad ascoltare i consigli, e ad applicare quanto appreso. E’ il sogno di tutti costruirsi una professione che possa garantire il futuro; questo non deve essere visto solo dal punto di vista economico. Senza un po’ di coraggio non si inizia alcun viaggio, ma soprattutto chi ha coraggio è già in vantaggio. E’ vero, tutti i giorni dobbiamo mangiare, ma dobbiamo anche avere soddisfazioni, piccole o grandi che siano. In questo modo saremo gratificati nella nostra giornata e sicuramente avremo un approccio diverso alla routine giornaliera. Nelle scuole FIRP troviamo docenti di lunga data, capitani di lungo corso, con tutto il peso della loro esperienza; ci sono anche docenti più giovani, magari con una mentalità più vicina al

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rapido susseguirsi dei tempi attuali. La forza della FIRP è accostare e alternare nel percorso formativo queste due figure, in modo da garantire sia la tradizione che l’apertura verso nuovi orizzonti, magari sperimentali. Perché, come dice il proverbio, l’aquila non va a caccia di mosche. Ed è qui che si inseriscono gli allievi, i futuri reflessologi, con il loro bagaglio di esperienze diverse per affacciarsi a un mondo nuovo, a una speranza appena nata che si consolida velocemente. E’ sufficiente il passaparola, un invito da parte di un amico, bastano quattro conti in tasca per far partire tutto il meccanismo. Così è stata la FIRP, e così è adesso nelle sue sedi storiche, con le difficoltà e gli addii, anche traumatici, che normalmente ci sono in tutte le realtà. In FIRP non si applica il proverbio che dice: ricordare storie vecchie fa venir collera nuova, perché invece è vero l’altro proverbio: amici e compari discorsi pochi e chiari. Noi proseguiamo nel nostro cammino, convinti che chi vuol far l’altrui mestiere ha la zuppa nel paniere. Infatti è nostra convinzione che una buona scuola, basata su sani principi didattici, su conoscenze stabilizzate nel tempo, su una formazione solida e modelli etici, può solo portare a positivo compimento il percorso tracciato … sul piede. Per noi la modestia è il vestito della saggezza; quindi può bastare un lumicino per non perdere il cammino. Alla fine del triennio c’è l’esame che, come tutti gli esami, è giustamente temuto. L’esame è la legittima conclusione del percorso scolastico, è la sintesi appropriata di quanto appreso, è la ragionevole espressione del proprio sapere. Cosa succede dopo? Ve lo dice l’esperto che segue la pratica del riconoscimento della professione e di cui avete sintetiche indicazioni in altra pagina della rivista. Comunque sia nel dubbio che nel male, chiedi aiuto a S. Pasquale. La Commissione Scuola


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TECNICHE DEL BENESSERE

Il massaggio

OSTEO-REFLESSO Dalla colonna vertebrale fino alle nostre preziose estremità in un percorso che porta al Benessere

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na tecnica di salute e di benessere che sia naturale non può fare a meno di essere anche preventiva. Sono quattro i livelli di prevenzione, pilastri fondamentali di una buona salute fisica ed energetica nonché sostegno di una buona longevità. Essi attingono ad un sapere curativo e di cultura del benessere psico-fisico che rintracciamo in tutte le culture principali del pianeta. La prevenzione passa attraverso: Alimentazione sana ed igienica Movimento e pratica di attività fisica Stile di vita equilibrato con igiene fisica e mentale Stimolazione di punti riflessi ed energetici Questi quattro livelli preventivi sono utilizzati proprio con l’intento di favorire la rigenerazio-

ne, il nutrimento, il drenaggio e impedire lo sviluppo di forme morbose e degenerative. Nel caso specifico della reflessologia, allo stato attuale delle conoscenze sia antiche che moderne, sempre quattro sono le aree salienti ove maggiormente si ottengono effetti di bilanciamento dell’organismo dal punto di vista fisico, energetico e psicosomatico. Esse sono: piedi orecchio circuito dei meridiani energetici colonna vertebrale Trattare queste aree significa coinvolgere il corpo nella sua totalità ed è per questo che le tecniche che si avvalgono di ciò si definiscono, oltre che naturali, anche olistiche. Tra le aree riflesse sopra citate, quelle più trattate sono senza ombra di dubbio le superfici plantari e la colonna vertebrale. Attorno ad esse si struttura una sinergia di compatibilità disciplinata

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TECNICHE DEL BENESSERE nella metrica del massaggio Osteo-Reflesso, che è curativo ma, ancor più preventivo, in chi presenta predisposizioni a malattie osteoarticolari e circolatorie o per chi denuncia rigidità e scarsa mobilità al rachide ed al cingolo pelvico e scapolare. L’influsso delle discipline olistiche ha dato origini a vari insegnamenti che vertono tutti sulla profonda interazione che esiste nella natura; in esso assieme ad un aspetto fisico si associa di conseguenza un fattore anche esistenziale e psicologico. La tecnica qui descritta, da me messa a fuoco, vuole proporsi in tale ambito in una visione complementare. Il massaggio osteo-riflesso infatti parte sin dall’inizio come fusione tra manualità a carico della colonna vertebrale ed il successivo stimolo delle aree reflesse plantari. Nella colonna e nei piedi, come da più parti sostenuto e comprovato, risiedono non solo “fatti fisiologici” ma pure sensazioni, emozioni ed eventi che sono anche il distillato sincretico di tutta la storia umana e clinica dell’individuo. Nel rachide si associano di fatto soprattutto le componenti inconsce, spesso inconsapevoli e pertanto nascoste della personalità, d’altro canto nel piede si deposita tutta la storia emozionale ed affettiva dell’individuo. Combinando con i dovuti criteri queste due aree in un’unica tecnica è possibile in automatico alleggerire il sovraccarico, non solo funzionale, ma anche psico-somatico dell’individuo e migliorare il livello di consapevolezza della personalità. Questa disciplina nasce da un’esperienza pluridecennale nell’ambito delle metodiche che partono dai segnali e dai segni corporei, per trarne

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delle tecniche applicative funzionali di benessere, in taluni casi anche di consapevolezza e di “vigilanza interiore della persona.” Essere vigili significa essere “attenti”, avere sensibilità interiore e anche benessere esistenziale ed armonia nel corpo. Senza scendere nei dettagli tecnici di questa metodica, la quale ovviamente richiederà da parte dell’operatore competenza ed addestramento, voglio porre qui in risalto lo stretto nesso che collega la personalità all’inconscio di una persona. E’ evidente che un disturbo esistenziale si riflette sull’organismo, ma è anche vero l’opposto e pertanto, partendo dal “riflesso” e dall’organismo si possono indirizzare segnali diretti all’inconscio. Ci sono quindi “cose” organiche e riflesse che si fissano nell’inconscio. Questo succede più frequentemente di quello che si possa pensare. Quando un malessere trova la sua radice primaria nella psiche sarà opportuna una successiva e radicale elaborazione mentale. L’idea che tutto parte dalla psiche, ovvero da “noi”, nel profondo, inteso nell’accezione “Penso ergo sum”. Quindi dobbiamo raggiungere la parte più profonda del nostro essere, quella connessa con il mondo biologico, partendo in primis da un pensiero fisiologico, biomeccanico, chimico fino ad arrivare al nostro settore “reflesso”. Il massaggio osteo-reflesso si propone quindi in una visione che parte comunque e sempre “dal basso”, con opportune verifiche quindi sull’organico, fisiologico e reflesso per poi approdare, se necessario, ad un’eventuale parte emozionale, esistenziale e psicologica. E’ una tecnica prevalentemente manuale e d’in-


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dagine conoscitiva sul corpo e pertanto intende anche alleviare stimoli disequilibrati a livello reflesso, questo in combinazione con un approccio alle contrazioni osteopatiche vertebrali: d’altro canto si terrà un occhio vigile all’ascolto esistenziale, vitale e psicologico dell’individuo. Da l’utilizzo di questa tecnica si possono trarre grossi vantaggi al proprio benessere, salute, vitalità e sarà utile anche per la prevenzione e la consapevolezza personale. Le indicazioni in merito alla sua efficacia sono: problematiche posturali e delle articolazioni stress e nervosismo trattamenti energetici e funzionali sostegno anti-age trattamenti post-operatori e post-parto prevenzione strutturale e bioenergetica Pure nell’ambito della reflessologia plantare, questa disciplina offre un’ulteriore possibilità di organizzazione dei segnali reflessi del corpo ed anche del livello di coscienza somatica e bioenergetica della persona. Nello scenario di vari problemi, quelli più importanti per il massaggio osteoriflesso sono quelli inerenti alle problematiche a carico del dorso. Il caso di Laura che qui presento rappresenta la tipica persona che trae giovamento da questo tipo di applicazione. Laura è una persona sui 50 anni che soffriva di dolori migranti alla colonna ed alla muscolatura del dorso. Dal punto di vista del piede lamentava anche una continua sensazione di freddo e di secchezza alla pelle, evidente segno di una scarsa circolazione e di un nutrimento vitaminico della pelle che non avveniva in maniera adeguata. A livello energetico si sentiva molto stanca e con una relativa tendenza a sviluppare poi un atteggiamento apatico, melanconico e disinteressato. Le suggerii quindi di fare una serie di trattamenti di osteoreflessologia sia per uscire da questa complessa situazione, sia per prevenire disturbi più gravi che in tali frangenti possono instaurar-

si con una buona dose di probabilità. Le consigliai quindi di fare sedute che andassero a toccare simultaneamente (sincronicità) i vari aspetti che lei presentava. Gli incontri erano così strutturati: 1 pediluvi di olii essenziali di ginepro e limone in acqua calda 2 trattamenti dei punti paravertebrali della colonna 3 trattamento generale di reflessologia plantare 4 aggiunta di vitamine e fitoterapici come integratori 5 pediluvi da fare a casa il mattino dopo colazione Laura iniziò a sentire dei benefici sin dalle prime sedute e dopo un mese e mezzo si era completamente ripresa. L'Aspetto sincronico Essere sincronci significa essere presenti con stimoli simultanei su più fronti. Ciò corrisponde allo stimolo contemporaneo di una multitudine di scenari di riequilibrio fisiologico ed organico la cui efficacia è dovuta al fatto che tali stimoli lavorano come una squadra di calcio, ovvero su più fronti ma con un medesimo obiettivo. Ecco perchè attacco e difesa sono due aspetti che se stimolati simultaneamente determinano l'efficacia sia terapeutica che preventiva.

Fabrizio Mainetti Osteopata, rolfer ricercatore olistico

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ALIMENTAZIONE

Viviamo la stagione più fredda

Prevenzione attraverso l’alimentazione con peperoncino e Omega-3 P er combattere le conseguenze delle basse temperature, dell’umidità, della pioggia e in alcune regioni dell’Italia anche della neve; per tenere lontani i malanni di stagione, dai semplici raffreddori alle influenze che possono anche degenerare in fastidiose bronchiti è necessario, in primo luogo migliorare le proprie abitudini alimentari. La prevenzione passa anche da semplicissimi accorgimenti quale l’uso di peperoncino nelle nostre pietanze e alimenti contenenti il prezioso Omega-3. Vediamo le caratteristiche di questi due “toccasana” alimentari. Il peperoncino rosso piccante fornisce all’organismo vitamine e numerose altre sostanze nutritive tra cui un alto contenuto di vitamina C, che ha tra le sue svariate funzioni, anche un ruolo importante nella difesa contro le infezioni. Fin dai tempi antichissimi il peperoncino è stato un condimento molto popolare e presente nella dieta di popolazioni molto diverse e addirittura lontanissime tra loro; un successo che si spiega sia per le sue proprietà organolettiche sia per le sue evidenti proprietà benefiche.

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Tutto questo è confermato da numerosi studi e in particolare da uno condotto da un team di ricercatori in Danimarca che dimostra come il peperoncino piccante sia un alimento in grado di attivare in maniera diretta la termogenesi, un particolare processo metabolico che consiste nella produzione di calore da parte dell’organismo soprattutto nel tessuto adiposo e muscolare, capace di consumare il grasso e determinare la temperatura corporea. Il merito di questa proprietà del peperoncino è attribuito all’alto contenuto di una particolare sostanza chimica detta capsicina che dona a questa pianta il sapore piccante e non solo. Stando a questo studio infatti il nostro “toccasana rosso” sviluppa la sua funzione principale agendo sulla circolazione periferica del sangue stimolando i vasi e i ricettori periferici nervosi. Il che farebbe del peperoncino una spezia “bollente” che, attraverso le stimolazioni dei recettori che si trovano nei neuroni sensoriali, ha la capacità di generare calore e, in dosi elevate, anche sudorazioni e arrossamenti.


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Oltre al peperoncino è importante aumentare l’utilizzo di OMEGA-3 che sono componenti salutari contenuti in particolare in alcuni alimenti. Ma cosa sono realmente e dove si trovano? Tecnicamente gli Omega-3 sono acidi grassi polinsaturi definiti essenziali perché il nostro organismo non è capace di sintetizzarli e quindi è necessario introdurli con l’alimentazione. Perciò che concerne le funzioni biologiche nell’organismo umano si evidenziano dalle recenti ricerche scientifiche numerosi effetti protettivi degli Omega-3 di cui i più rilevanti sono i seguenti: azione antiaggregante piastrinica, cioè riduzione della formazione di coauguli nel sangue. controllo dei livelli di lipidi nel sangue, soprattutto dei trigliceridi controllo della pressione arteriosa dovuto al mantenimento dell’elasticità delle pareti vascolari e alla fluidità delle membrane cellulari. Questi effetti principali aiutano la protezione del cuore e del sistema circolatorio, come evidenziato e confermato da studi epidemiologici iniziati intorno agli Anni ’70 in cui venne studiata una popolazione eschimese che si cibava prevalentemente di pesce proveniente dalle coste della Groenlandia e del Giappone. Già allora emerse molto chiaramente un’incidenza particolarmente bassa di malattie cardiovascolari correlate a questo tipo di alimentazione. Fino a oggi diverse ricerche hanno dimostrato che la somministrazione quotidiana di prodotti contenenti OMEGA-3, associata ovviamente ad un regime dietetico equilibrato, è importante per prevenire e curare i problemi di tipo cardiovascolare. E’ consigliabile seguire un’alimentazione varia ed equilibrata caratterizzata da una scelta armonica sia qualitativa che quantitativa dei singoli nutrienti. Per favorire l’introduzione di Omega-3 è opportuno consumare dalle 2-3 porzioni settimanali di pesce, meglio se scelti tra le seguenti varietà: sgombro, merluzzo, pesce spada, tonno, trota, sardina, aringa. Altre fonti di Omega-3 sono i cereali, le noci, i legumi e l’olio di lino. Una considerazione da

non sottovalutare mai è che un’attività di prevenzione rivolta alle malattie cardiovascolari deve principalmente concentrarsi su una dieta equilibrata e parallelamente sulla eliminazione dei fattori di rischio tra cui fumo, obesità e sedentarietà. La civiltà occidentale è ormai caratterizzata da uno scarso consumo di pesce ed è maggiormente esposta alle malattie cardiovascolari rispetto a quelle popolazioni (ad esempio quelle orientali) che hanno abitudini alimentari diverse; ecco perché l’indicazione di aumentare il consumo di pesce o l’assunzione di Omega –3 tramite integratori risulta fondamentale. In particolare integrare l’alimentazione con peperoncino ed Omega-3 contribuisce a stimolare l’apparato cardio-circolatorio agendo favorevolmente sulla funzione fisiologica della circolazione. Entrambi migliorano e coadiuvano il mantenimento della tonicità dei tessuti e dei vasi sanguigni proteggendoli. Regolano infatti i livelli metabolici dei grassi, quindi combattono le dislipidemie, controllando il colesterolo poiché gli acidi grassi insaturi svolgono un ruolo importante nella regolazione dei livelli di lipidi nel sangue. Gli integratori e i farmaci a base di Omega-3 possono rappresentare quindi un valido aiuto soprattutto nei casi in cui l’alimentazione, molte volte frenetica e veloce, è particolarmente deficitaria. In linea di massima, è possibile che attraverso una dieta di tipo mediterraneo, caratterizzata dalla presenza di verdure, cereali, legumi, frutta, olio extra vergine di oliva, e ovviamente un po’ di peperoncino, è assicurata la fonte primaria di sostanze nutrizionalmente importanti tra cui vitamine, minerali, proteine nobili. Senza dimenticare gli alimenti contenenti Omega-3 che completano il nostro quadro preventivo.

Isabella Ianieri Erborista e Naturopata

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COMUNICAZIONE

Prevenire non significa gridare

“Al lupo,al lupo!”

Sopra, alcuni titoli sull’emergenza influenza 2009 che poi si è rivelata molto meno grave del previsto

Nel circolo vizioso dei media tra corretta informazione e facili allarmismi

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li italiani sono sempre più attenti alle informazioni sulla salute. E i mass media fanno di tutto per andare incontro alla domanda. Effettivamente è essenziale, per attuare una efficace prevenzione, la trasmissione, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, delle informazioni mediche necessarie.Alcune domande tuttavia si impongono: - quante persone leggono o vedono le trasmissioni di informazione (e non solo di intrattenimento) - quanto sono scientificamente fondate le informazioni che vengono trasmesse, quanto sono necessarie e sono in grado di creare consapevolezza o quanto invece rischiano di creare confusione in chi legge e in chi ascolta, magari spingendo ad autodiagnosi o addirittura autoprognosi? Questo tipo di informazione è necessariamente frammentata e particolaristica; davanti a un’am-

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plissima gamma di fonti e alla difficoltà di cogliere gli aspetti più generali, c’è il rischio che il risultato della confusione che si ingenera sia di non credere più a nessuno o meglio di credere quello che già vogliamo credere. Certamente l'informazione più diffusa ha contribuito a riportare il linguaggio della comunicazione medica a una dimensione meno sacrale e più comprensibile, ma questo potrebbe anche aver diminuito la fiducia nel medico di base a favore di giornali e tv, mentre noi sappiamo che invece è importantissima la comunicazione interpersonale con un medico nel quale si ha fiducia. Un esempio,per quanto vecchio a mio parere ancor attuale, è quanto successo nel 1986 con l'avvelenamento da metanolo (il vino era stato adulterato per aumentarne la gradazione alcolica). Nell’aprile 1986 Umberto Eco commentava così su l’Espresso i decessi che si registravano per avvelenamento da metanolo, nonostante gli al-


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larmi lanciati già da varie settimane nei media: “Esistono ancora molte persone che, in una società dominata dall’informazione di massa, vivono fuori dal flusso dell’informazione. Forse leggono e guardano la televisione, ma non leggono e non guardano il telegiornale. Ci sarebbe un’altra ipotesi,ma fa ancora più paura:queste persone ricevono notizie, ma non riescono più, nell’abbondanza dei flussi informativi, a selezionarle; oppure ricevono la notizia, ma non ci credono più, perché diffidano dei mezzi d’informazione. La conclusione teorica non può che essere questa: malgrado l’informazione non sia distribuita bene, malgrado sia troppa, il saper cogliere selezionare ed elaborare l’informazione non solo è strumento di potere, ma addirittura strumento di sopravvivenza”. In una società come l’attuale, caratterizzata da forte isolamento e paura, la comunicazione attraverso i mass media, internet, i giornali, sta acquisendo un ruolo sempre più denso di significato, viene vissuta come un presidio, una forma di difesa e protezione, ma non sempre sfugge al pericolo dell'allarmismo, o della strumentalizzazione di tematiche d’interesse collettivo, trattando spesso banalmente ed in modo del tutto confusionario argomenti delicati. Da qui l’importanza per il cittadino di imparare a confrontarsi con l’informazione, proveniente da qualsiasi canale, saper mantenere un approccio critico, anche quando i flussi informativi sembrano dettare nor-

me comportamentali contrastanti; anche nel caso della prevenzione il boom mediatico non si smentisce affatto, martella la popolazione, e pressa attraverso norme comportamentali di apparente senso comune. Nelle circostanze attuali, con un boom informativo spesso discutibile, sembra difficile riuscire a trovare dove e come tutto ciò ha inizio e dove rischia di condurci; in realtà il circolo è molto più vizioso di quanto si pensi, al punto che, anche la stessa informazione rischia di essere vittima di meccanismi che,in modi non sempre consapevoli, influenzano l’interesse pubblico, spostandolo verso argomenti e tematiche particolari. Detto in altro modo anche dietro alle informazioni sulla salute ci possono essere interessi economici di vario genere. Occorre perciò trovare un giusto equilibrio per informare correttamente, ma anche per essere veramente indipendenti, ad esempio dalle industrie farmaceutiche, attenti a non creare confusione e/o allarmismo, alla fine controproducente, come insegna la storiella del pastorello che gridava continuamente per gioco "al lupo, al lupo".

Laura Goisis Sociologa

FIRP - Scuola Triennale di Reflessologia del Piede “Elipio Zamboni” Gennaio - Giugno 2010, presso

Per informazioni: www.armoniaebenesserefaenza.it - info@armoniaebenesserefaenza.it FAENZA - Via Risorgimento, 22 - Tel. 0546.623845 - Segreteria Firp - tel. 334.3112856

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Reflex 03-2010 ultimo

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CONSIGLI ED EVENTI UNIVERSO BENESSERE: L’IMPEGNO FIRP Botta e risposta con il nostro esperto, dr. Federico Merisi 1) COSA SONO LE DBN? Si potrebbero definire discipline che studiano le alterazioni psico-fisiche dell'uomo in senso energetico e non clinico. In questo modo viene a configurarsi la complementarietà di queste discipline a quella medica, per il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di benessere psico-fisico generale. 2) QUALI SONO LE DBN? L'elenco è lungo,e non vorrei fare torto a nessuno, ma sicuramente la reflessologia plantare ne è rappresentante riconosciuta.Come denominatore comu-

ne possiamo citare l'avvicinamento multiculturale alla dimensione olistica, e la salute intesa come equilibrio personale. In questa accezione possiamo riconoscere tante discipline sorelle della nostra. 3) LE DBN SONO UN FENOMENO NUOVO? Distinguerei fra la nascita di queste discipline e la loro affermazione. La nascita risale a cinquant'anni fa, quando si incominciò a parlare di concezione olistica della salute, legando questa al benessere psicosomatico e alla spiri-

tualità. E' giusto però ricordare come il concepimento sia molto precedente, e la gravidanza sia stata lunga. L'affermazione risale agli anni Novanta,attraverso un processo di legittimazione e confronto con il metodo scientifico, oltreché un processo di progressiva professionalizzazione degli operatori, grazie soprattutto agli obbiettivi miglioramenti della docenza.

L’AGENDA DEL BENESSERE GENNAIO 2011 ROMA INTERNATIONAL ESTETICA 29-31 gennaio 2011 Giunta alla quarta edizione, Roma International Estetica è ormai una appuntamento immancabile nel panorama degli eventi fieristici di settore, dedicato all’estetica professionale e al benessere.

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Fiera di Roma in mostra 150 aziende e circa 300 marchi rappresentati, in uno spazio di oltre 20.000 metri quadrati riservato ad estetiste, operatori del benessere, titolari di centri estetici e di palestre, gestori di alberghi e terme, scuole professionali, associazioni di categoria, buyer, distributori e stampa specializzata.

La FIRP e la Redazione di RO augurano a tutti i lettori un 2011 di Benessere e Vitalità 30


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A Scuola di Benessere CORSI FIRP 2011 Costituzioni e reflessologia - D.Virgilio Dermoreflessologia, la dinamica del ricordo - F.Gandini Fisiognomica del piede - B.Franco Reflessologia e bioenergia - F Mainetti Il tocco Zen -G.Frangi Corso chakra e reflessologia - F.Mainetti Trattamento Osteo-reflesso - F.Mainetti Fiori di Bach e Reflessologia - B.Gulminelli Mtc e Reflex - O.Volpe Armonizzazione posturale - M.Poggioli Punti di reflessologia tridimensionale - G.Mercanti Massaggio tratto cervicale - A.Goisis Massaggio tratto dorso-lombare - A.Goisis Tecnica di respirazione Yoga e reflessologia - S.Maltoni Reflessologia e prenatalitĂ - G.Armellino Reflessologia e linfodrenaggio - G.Frangi Il sapere e il fare nell'arte dei riflessi - E.Frezzini

Segreteria FIRP: tel. 334.3112856


I - II- IV cop. Reflex 3

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