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È sempre più Spac mania pag
È SEMPRE PIÙ SPAC MANIA
Piacciono perché offrono opportunità di investimento alternative, permettendo inoltre alle imprese di sbarcare in Borsa con una procedura semplificata
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Sibilla Di Palma
Dopo aver lasciato il suo incarico di ceo in Unicredit, Jean Pierre Mustier ha scelto di dedicarsi alla costituzione della Spac Pegasus Europe, con l’obiettivo di investire in società finanziarie europee da quotare in Borsa. Sempre nel Vecchio Continente è nata 360 Disruptech Eu, prima Spac europea dedicata all’hi-tech. Operazioni che testimoniano il fermento che sta vivendo il settore, non più soltanto oltre oceano.
Stati Uniti capofila
Si tratta di un mercato che ha vissuto un vero e proprio exploit negli Stati Uniti dove, secondo i dati di Spac Analytics, nel 2020 c’è stato un record di 248 Ipo di Spac, per una raccolta di oltre 35 miliardi di dollari (quasi il triplo rispetto al 2019). E
> Isabella Porchia
studio legale Latham & Watkins
Cos’è una Spac
L’acronimo Spac sta per Special purpose acquisition companies, ovvero veicoli di investimento quotati costituiti da un team di promotori con l’obiettivo di individuare un’azienda target (scelta perché considerata ad alto potenziale di crescita) per acquisirne la maggioranza e portarla poi alla quotazione in Borsa. Il tutto in un arco di tempo che solitamente si aggira attorno ai 24 mesi e che in alcuni casi può arrivare anche a 36 mesi. A promuovere la Spac sono in genere manager con un background consolidato che decidono di fare scouting sul mercato e quando trovano un’azienda interessante la acquisiscono. Se l’operazione va a buon fine, la target si fonde con la Spac ritrovandosi in automatico quotata. Mentre in caso di fallimento la Spac va in liquidazione e gli azionisti vengono rimborsati con gli interessi.
CHART
Numero di Ipo realizate tramite Spac in Usa
298
248
13
2016
34
2017
46 59
2018 2019 2020 2021
Fonte: Latham & Watkins
solo nei primi tre mesi del 2021, 297 Spac sono diventate pubbliche, con una raccolta di 97 miliardi di dollari. Un successo al quale contribuisce “la liquidità disponibile sul mercato, che spinge gli investitori a cercare strade alternative rispetto alle asset class tradizionali”, spiega Isabella Porchia dello studio legale Latham & Watkins. Mentre per le aziende, la fusione con la Spac “permette di quotarsi potendo contare su una procedura semplificata rispetto a un’Ipo tradizionale”, aggiunge l’esperta.
Il mercato europeo
Spostandosi nel Vecchio Continente, qui il numero di Spac è ancora esiguo rispetto agli Stati Uniti. “Le Spac americane sono alla ricerca di gruppi con i quali effettuare una business combination anche in Europa, dove il mercato di elezione è l’Olanda, che ha saputo adeguare con rapidità la propria normativa in un’ottica favorevole agli investitori”. Alcune operazioni iniziano a vedersi anche in Francia, mentre in Italia le Spac dal 2011 hanno raccolto 3,7 miliardi di euro e investito nella quotazione di dodici aziende su Borsa italiana. Si tratta di un mercato, sottolinea Porchia, ancora frenato però da alcune rigidità normative. Qualche esempio? “Negli Stati Uniti e in Olanda gli azionisti che non vogliono più proseguire nell’investimento con la business combination possono contare su un’uscita rapida e con una procedura semplificata, mentre in Italia il sistema di exit è più macchinoso e può richiedere fino a 180 giorni. Il che rende l’investimento meno liquido”. Per Porchia, “occorrerebbe dunque intervenire su questi aspetti per rendere il mercato più competitivo e investor friendly, anche facendo leva sulle opzioni concesse dalla normativa comunitaria, sfruttate con successo dall’Olanda”, conclude.