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AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE
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Sommario
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Numero 15Marzo Ottobre 2020 Numero 18 5 --15 2021
QUINDICINALE DI AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE Iscritto all’Albo Cooperative a Manualità Prevalente N.A182952
Editrice
G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore Responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione G.Ed.A. Giovani Editori Associati Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Paola Dileo, Donatello Fanelli, Rino Pavone, Mara Coppola, Gianvito Gentile, Giuseppe Sciannamblo, Raffaele Cicorella, Angela Quatela, Tiziana Luciano, Alessio Santosuosso, Marika Romanazzi Pubblicità G.Ed.A. Rino PAVONE r.pavone@foglie.tv 380 6328672 Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61 / 06 del 15 / 11 /2006
Copertina
Addio alle aste a doppio ribasso e sanzioni da ente terzo
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Agricoltura
Imprenditoria agricola femminile, traino per la transizione sostenibile
Agricoltura
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Corridoi verdi essenziali
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UE: semaforo verde a deroga per non perdere €95 mln per PSR Puglia
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ISMEA: campagna in chiaroscuro per le arance italiane
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Enoliexpo a Bari da giovedì 8/07 a sabato 10/07 2021
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I Georgofili rinnovano il protocollo di intesa con il CONAF
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Distribuzione e agricoltura, su stop a pratiche sleali c’è intesa
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Agricoltura Agricoltura Agricoltura Agricoltura Agricoltura Agricoltura
Economia circolare: primo accordo per energia agricola a km0
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Partnership
Rubriche
Approfondimento ( Dott. Raffaele Cicorella )
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Approfondimento ( di A. Quatela )
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Approfondimento ( di P. Dileo )
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Approfondimento ( di M. Romanazzi )
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Approfondimento ( di T. Luciano )
Approfondimento ( di A. Santosuosso )
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Agricoltura
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IMPRENDITORIA AGRICOLA FEMMINILE TRAINO PER LA TRANSIZIONE SOSTENIBILE
SOSTENERLA COSTITUENDO UN UFFICIO PERMANENTE E UN OSSERVATORIO AL MIPAAF “Promuovere e valorizzare l’imprenditoria femminile in agricoltura significa sostenere lo sviluppo del Paese dal punto di vista produttivo, ma anche sociale e umano, dal momento che ancora molto resta da fare per raggiungere la parità e l’uguaglianza di genere. Le aziende femminili, inoltre, sono le più impegnate nella sicurezza alimentare, nel biologico, nella custodia della biodiversità, nella tutela del paesaggio e del territorio: in sostanza la parte candidata a essere capofila nella costruzione e attuazione della transizione sostenibile. Numeri alla mano, le imprenditrici agricole rappresentano il 31% del totale, con una percentuale che resiste alla crisi, mantenendosi costante dal 2010 e risultando superiore a quella degli altri settori produttivi”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Comagri Camera nell’ambito dell’esame della PdL sulla disciplina dell’agricoltura multifunzionale e la promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo. “Le imprenditrici agricole hanno naturale propensione all’innovazione e alla multifunzionalità e capacità di saper leggere i cambiamenti economici e sociali che caratterizzano il contesto rurale”, ha osservato il Coordinamento, suggerendo a
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tal proposito la costituzione di un Ufficio permanente al Mipaaf che, in accordo con gli enti preposti, si occupi espressamente di promuovere le competenze imprenditoriali delle donne. “Parallelamente - ha proseguito Agrinsieme - reiteriamo la richiesta di ricostituire un Osservatorio nazionale per l’imprenditoria e il lavoro femminile in agricoltura, così da poter contare su di uno specifico organismo che si occupi di valorizzare e salvaguardare il ruolo delle imprenditrici agricole nel settore primario, come proposto e ottenuto in occasione della Giornata europea dell’agricoltrice del lontano 1996, mettendo a disposizione innanzitutto dati certi, ma anche normative, percorsi guidati per accedere ai finanziamenti e al credito, informazioni sulla pubblicazione di bandi, soluzioni per eventuali problemi procedurali e un punto di contatto con i competenti uffici delle regioni”. “E’ molto sentita, infatti, la necessità di avere politiche che promuovano le competenze imprenditoriali delle donne, garantendo al contempo una maggiore formazione professionale e l’istruzione continua, fornendo altresì una maggiore consulenza finanziaria finalizzata a un miglioramento della qualità e a uno sviluppo sostenibile delle aree rurali; tali esigenze dovranno tradursi in provvedimenti legislativi adeguati che gettino le basi delle linee di intervento delle future politiche di sviluppo rurale e strutturali” ha concluso il coordinamento di Agrinsieme.
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Agricoltura
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CORRIDOI VERDI ESSENZIALI FONDAMENTALI PER LA PROSSIMA STAGIONE DEI RACCOLTI “Potrebbero continuare ad essere necessarie misure che limitano i viaggi non essenziali, per contenere la diffusione del virus. Ciononostante, il flusso di beni e servizi nel mercato unico e il ruolo svolto dai corridoi verdi restano essenziali”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nella lettera che ha inviato ai capi di Stato e di governo della UE. “Quella del presidente del Consiglio europeo è una presa di posizione di assoluta rilevanza nel quadro del lavoro di coordinamento tra gli Stati membri e le istituzioni dell’Unione sulla gestione della pandemia” – evidenzia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Nei giorni scorsi – prosegue – abbiamo segnalato le pesanti difficoltà determinate dalle code chilometriche che si sono formate al Brennero a causa delle iniziative assunte da alcuni Stati membri. La garanzia dei rifornimenti e il funzionamento delle catene del valore dipendono dalla piena funzionalità del sistema dei trasporti”. Confagricoltura ricorda che quasi la metà delle esportazioni italiane destinate al mercato unico europeo viaggiano lungo l’asse ‘Scandinavo-Mediterraneo’. E il valico del Brennero risulta essenziale per l’export agroalimentare – oltre 7 miliardi di euro l’anno – verso la Germania. “Ci auguriamo che i piani di vaccinazione consentano di migliorare decisamente la situazione sanitaria nei prossimi mesi. Tuttavia, il lavoro di coordinamento in ambito europeo dovrà riguardare in tempi brevi anche la mobilità della manodopera stagionale in agricoltura” – segnala il presidente di Confagricoltura. “Occorre evitare le pesanti difficoltà che gli imprenditori agricoli hanno dovuto affrontare lo scorso anno, per scongiurare la perdita dei raccolti e delle produzioni”. Su oltre un milione di operai agricoli – segnala Confagricoltura – circa il 35% arriva dall’estero.
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Agricoltura
15 Marzo 2021
UE: SEMAFORO VERDE A DEROGA PER NON PERDERE 95 MLN € DEL PSR PUGLIA MA CONDIZIONATA A SLOT TEMPORALI CATEGORICI DI SPESA
L’Unione europea concede per la seconda volta la deroga alla Regione Puglia per non perde-re i 95 milioni di euro non spesi al 31 dicembre 2021, condizionandola a slot temporali categorici di spesa per monitorare l’evoluzione nella erogazione delle risorse comunitarie per lo sviluppo rurale in Puglia. Nella lettera di risposta agli eurodeputati Fitto e De Castro il commissario europeo per l'agricoltura Janusz Wojciechowski aveva già anticipato la posizione della Commissione Europea che ravvisava sulla spesa del PSR Puglia 2014 – 2020, al netto dell’emergenza pandemica causata dal Covid 19 ‘una questione più strutturale relativa alla realizzazione della programmazione che richiede sforzi da parte delle autorità per evitare che questa situazione si ripeta nei prossimi anni. Ad oggi risultano erogati 674 milioni di euro rispetto alla dotazione complessiva di 1,6 miliardi di euro, con la burocrazia e gli errori di programmazione che hanno rubato tempo e risorse al lavoro e agli investimenti delle aziende agricole e ha impedito con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso dell’80% dei giovani nell’attività di impresa, a causa del significativo contenzioso in tribunale amministrativo che aveva spinto l'Amministrazione regionale pugliese ad un approccio prudente che, però, ha avuto inevitabili ripercussioni sull'avanzamento della spesa. La Puglia ha speso solo il 41,4% delle risorse del PSR Puglia con un livello di spesa di molto inferiore alla media nazionale che si attesta su
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oltre il 58% e del 62% della spesa a livello comunitario. Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse PSR ed è l’ultima nella spesa delle risorse pubbliche.La Commissione disimpegna automaticamente qualsiasi parte di impegno di bilancio che non è stato utilizzato ai fini del prefinanziamento o per pagamenti intermedi o per i quali non è stata presentata alcuna dichiarazione di spesa in relazione a quelle sostenute entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello dell’impegno di bilancio. Dunque a dicembre dell’anno scorso, se non fosse intervenuta la proroga, la Puglia avrebbe perso la somma residua. Secondo quando previsto dall’Ue, le prossime scadenze sono però legate a date precise, la parte dell'impegno di bilancio 2017 pari a 92.539.086,77 euro deve essere utilizzata mediante pagamenti intermedi: entro il 31/03/2021 per un importo pari a 32.665.576,42 euro, entro il 30/06/2021 per un importo aggiuntivo pari a 21.722.210,35 euro, entro il 15/10/2021 per un importo aggiuntivo pari a 29.076.300 euro; entro il 31/12/2021 per un importo aggiuntivo pari a 9.075.000 euro. La notizia positiva è che gli agricoltori pugliesi, e l’intero comparto agricolo, non perderanno risorse importanti a causa dei procedimenti giudiziari e delle problematiche amministrative che hanno compromesso la capacità di programmazione e spesa della Regione Puglia.
Approfondimento
LE BIETOLE COLORATE… UN ARCOBALENO DA ASSAGGIARE!
LA PUGLIA RISPONDE CON BEST - PROGETTO INTEGRATO TRANSFRONTALIERO GRECIA - ITALIA Quando le consiglio nei piani alimentari, le bietole, che siano quelle “classiche” verdi o colorate, sono quasi sempre accettate di buon gusto soprattutto se acquistate fresche e a km 0. Quanti tipi di bietole esistono? Le bietole, dette anche biete, sono principalmente di due tipi: -bietole da coste o “coste” con gambi carnosi ed estesi, tipico delle bietole “classiche” verdi; -bietole da foglie o “erbette” con gambi sottili e lunghi e con foglie tenere con nervature marcate, tipico delle bietole colorate. Proprietà benefiche Le bietole verdi o con i gambi colorati sono una varietà di barbabietole da orto molto apprezzate per il loro basso contenuto calorico e per le proprietà nutrizionali. Infatti, esse, sono un mix di: -fibre e clorofilla: utili per la salute dell’intestino; -vitamine: B, C, K, betacarotene (precursore della vitamina A) e acido folico (vitamina B9); -sali minerali: magnesio, ferro, calcio, potassio, rame, manganese, sodio e fosforo. Quindi, dottore, mi state dicendo che le bietole vanno mangiate frequentemente perché ci fanno bene? Esatto! Le bietole sono un mix di antiossidanti e di sostanze utili non solo per la salute del nostro intestino ma anche per ossa, pelle, occhi e sistema circolatorio oltre a favorire il senso di sazietà.
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Inoltre, le bietole per la loro digeribilità sono un ottimo cibo anche per i nostri bambini da preparare al vapore, ripassate in padella con dell’ottimo nostrano olio extravergine di oliva o bollite/ lesse. Ma, ecco per voi una ricetta deliziosa... anzi due!
Per informazioni su consulenze e visite scrivere all’indirizzo mail professionale:
Ricetta Premettendo che la differenza del gambo nei due tipi di bietole ha due preparazioni e tempi di cottura leggermente diversi (trovate un approfondimento in merito sui miei canali Instagram e Facebook) un modo per rendere più appetibili le nostre bietole è prepararle con del sugo di pomodoro e polpette di carne ottenendo così un ottimo piatto che va completato eventualmente con delle gallette o dei cracker di riso. Oppure, in alternativa preparare delle semplici polpette di bietole creando un impasto con carne macinata e bietole lesse ben scolate. Quest’ultimo, sono sicuro, che piacerà anche ai più piccoli!
https://calendly.com/dottor-raffaelecicorella/consulenza-gratuita
dottor.raffaelecicorella@gmail.com
Per tutti i lettori del magazine Foglie la prima consulenza con il dott. Cicorella sarà gratuita! Per prenotarla, cliccare sul seguente link:
Dott. Raffaele Cicorella Biologo Nutrizionista Conversano (BA) dottor.raffaelecicorella@gmail.com
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Approfondimento
LA PESCA SOSTENIBILE DELLE PRIME “OASI BLU” E L'ACQUACOLTURA DI PUGLIA “LE SECCHE DI UGENTO” E “PORTO SELVAGGIO”
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Il Comune di Ugento, in stretta collaborazione con i pescatori locali e con l'Università del Salento, ha portato a termine numerosi progetti che hanno consentito l'individuazione cartografica di uno specchio d'acqua nel proprio mare denominato Oasi Blu “Le secche di Ugento” così come il Comune di Nardò
Puglia possa individuare, sulla base di studi specifici, le aree oggetto di interesse produttivo e/o di pianificazione gestionale, proponendo azioni di regolamentazione alla amministrazioni competenti. Le predette aree si distinguono tra quelle di riposo biologico, quelle di nursery o di ripopolamento, quelle di pianificazione dello sforzo di pesca, le zone idonee per l'acquacoltura e le Oasi Blu. La normativa regionale individua nelle Oasi Blu lo “strumento di gestione per la temporanea acquisizione, tramite consegna da parte di un ente locale, di un area sito di interesse comunitario (SIC) a mare e/o dell'eventuale area contermine alla stessa, all'interno delle quali si opera la zonazione e la regolamentazione
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La Regione Puglia con la Legge n.43 del 3 novembre 2017 si è dotata di un prezioso strumento volto alla pianificazione e allo sviluppo della pesca e dell'acquacoltura avente specificatamente ad oggetto (art.1): la salvaguardia, l'utilizzo razionale e il riequilibrio biologico degli ecosistemi acquatici della fauna e della flora ittica; lo sviluppo socio-economico e la modernizzazione della pesca e dell'acquacoltura; la valorizzazione, la qualità e la sicurezza alimentare dei prodotti ittici e della loro filiera; la ricerca scientifica e la sperimentazione sul campo; la diversificazione e l'internazionalizzazione delle imprese e delle pratiche produttive; lo sviluppo delle infrastrutture di filiera compresi i mercati dei produttori, i mercati ittici all'ingrosso, porti e punti di sbarco. Con la predetta legge la Regione Puglia intende, altresì, promuovere ed incentivare l'associazionismo, l'aggregazione produttiva e la cooperazione, sostenendo le attività professionali della pesca e dell'acquacoltura e le aggregazioni di imprese del settore ittico anche con la costituzione di consorzi di gestione. Specificatamente, la tutela delle risorse marine, delle acque interne e della relativa pianificazione territoriale sono individuate nell'art. 8 della citata legge. Infatti ai fini della tutela, dell'incremento e della valorizzazione delle risorse biologiche marine e lacustri è previsto che il Direttore del Dipartimento agricoltura, sviluppo rurale e ambientale della Regione
delle attività professionali, sportive e ricreative”. Con Determinazione del 21 gennaio 2021 numero 27 (BURP n.25 del 18/02/2021) sono state individuate nel territorio pugliese le prime due aree. Il Comune di Ugento, in stretta collaborazione con i pescatori locali e con l'Università del Salento, ha portato a termine numerosi progetti che hanno consentito l'individuazione cartografica di uno specchio d'acqua nel proprio mare denominato Oasi Blu “Le secche di Ugento” così come il Comune di Nardò, in stretta collaborazione con i pescatori locali e il consorzio di gestione Area Marina Protetta di Porto Cesareo, ha approvato la perimetrazione di un'area che
Approfondimento prevede l'allineamento del confine sud dell'area marina protetta con il PNR “Porto Selvaggio e Palude del Capitano” per l'istituzione dell' Oasi Blu “Porto Selvaggio”. Ferma l'approvazione della competente Capitaneria di Porto, con apposito Regolamento è stato definito l'uso di metodi e di attrezzature di pesca selettive al fine di ridurre le catture accessorie e migliorare lo sfruttamento delle risorse ittiche delle aree, tutelando gli habitat marini da conservare. La finalità principale delle Oasi Blu è, quindi, quella di creare strumenti e politiche gestionali della pesca lungo le fasce costiere individuate, attraverso regole concertate e condivise da tutti i portatori di interesse, contemperando le esigenze di conservazione delle risorse marine con quelle di sviluppo del comparto della piccola pesca locale. Nell'ottica della ricerca di un equilibrio tra rispetto delle risorse marine e il loro sfruttamento economico, si inserisce il progetto virtuoso di “Acquacoltura Pugliese 4.0”con
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il quale la Regione, coinvolgendo il mondo scientifico e la ricerca pubblica, intende arrivare ad una programmazione organica del compatto che miri alla realizzazione di infrastrutture idonee, semplificando i processi autorizzativi, seppur necessari, in modo da essere concretamente al fianco delle imprese del settore, in relazione anche alla crescente domanda dei mercati che impongono all'Italia e alla nostra regione una migliore organizzazione. L'auspicio è che la Puglia, penisola di una penisola, supportata dagli studi scientifici e dal giusto coordinamento tra tutti i protagonisti della filiera, possa diventare anche con la nascita di altre Oasi blu, esempio per tutti di pesca sostenibile e nel contempo riesca ad implementare altri siti di acquacoltura per l'espansione di questo importante comparto economico, pur sempre, con gli strumenti dell'ecosostenibilità ambientale.
Angela Quatela Avvocato civilista e Giurista della Filiera Agroalimentare avv.angelaquatela@gmail.com
A cura di Avv. Angela Quatela
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Approfondimento
SAPRESTI DISTINGUERE UN OLIO EVO DAGLI ALTRI?
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La pratica dell’assaggio è utile per poter distinguere un olio, così come lo è leggere le etichette prima di acquistare un olio che, apparentemente, sembrerebbe buono. E l’importanza nel consumare un olio di qualità sta proprio nei suoi molteplici benefici.
vo, sinonimo di degradazione ed invecchiamento. Questa alterazione è espressa in milliequivalenti di ossigeno attivo per chilo di olio (meq O2/kg) e dipende dalla gestione della materia prima, ovvero delle olive, dalle tecniche estrattive e dalla conservazione dell’olio. Per legge, in un olio extra vergine d’oliva il numero dei perossidi non deve essere superiore a 20 meq O2/kg, ma in un olio di buona qualità questo valore si aggira intorno a 10-12 meq O2/kg. Per costanti spettrofotometriche, invece, si intende K232, K270 e Delta K che, secondo la normativa vigente, devono avere valori massimi rispettivamente di 2.50, 0.22 e 0.01 per un olio extra vergine. Questi valori vengono determinati con lo spettrofotometro in laboratorio mediante lettura degli
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Un tema largamente discusso oggi è quello sulla qualità degli oli d’oliva; in particolare l’olio extra vergine d’oliva (Evo) è un alimento prezioso date le caratteristiche nutrizionali legate alla sua composizione chimica. C’è chi pensa che la qualità di un olio d’oliva dipenda dal colore, oppure dal solo fatto di essere piccante. Innanzitutto, è bene chiarire come prima che a livello gustativo, un olio per poter essere definito e commercializzato sotto il nome di “Olio Extra vergine d’oliva” deve rispettare dei parametri ben precisi che vengono valutati nel laboratorio chimico. Tra questi i principali sono: l’acidità, il numero di perossidi e le costanti spettrofotometriche. L’acidità di un olio è espressa in grammi di acido oleico su 100 grammi di olio (%); viene determinata mediante analisi di laboratorio (titolazione acido-base), e non è percepibile a livello organolettico. Essa in un olio Evo non deve superare lo 0.8%, un valore importante in quanto indica l’avvenuta idrolisi. L’acidità rappresenta un indicatore fondamentale della qualità della materia prima e si forma in seguito alla degradazione della struttura cellulare del frutto. Infatti, olive danneggiate o conservate in modo non idoneo producono oli con valori di acidità più elevati rispetto a quelli ottenuti da olive sane. Il secondo parametro di valutazione sono i composti chimici denominati perossidi, contenenti due atomi di ossigeno. A seconda del loro valore è possibile capire se è avvenuta un’alterazione di tipo ossidati-
assorbimenti della luce ultra violetta ad una lunghezza d’onda di 232 e 270 nanometri. L’analisi spettrofotometrica evidenzia processi di raffinazione o fenomeni di ossidazione e invecchiamento dell’olio. Un aumento del K232 evidenzia un’ossidazione primaria, con formazione di perossidi il cui aumento, come già evidenziato, è indice di alterazione ossidativa; mentre un aumento del K270 evidenzia un’ossidazione secondaria, con formazione di aldeidi e chetoni. Da qui nasce l’importanza dei metodi di raccolta e della lavorazione, a cui va aggiunta una particolare attenzione alla conservazione in bottiglie scure, a temperature di circa 14-18°C e al buio, al fine di preservare le qualità dell’olio.
Approfondimento Ma nella pratica come si fa a distinguere un olio buono da uno cattivo? Il panel test o analisi organolettica insegna che un olio Evo deve avere la mediana del difetto uguale a zero, ovvero non deve possedere alcun aggettivo/sentore negativo tra quelli indicati, e la mediana del fruttato deve essere maggiore di zero. La mediana del difetto va a valutare l’eventuale presenza dei seguenti sentori: riscaldo, muffa, avvinato-inacetito/acido-agro, morchia, metallico, rancido, tra i più significativi. Il riscaldo è la percezione gustativa di fermentato dovuta ad una conservazione non idonea in cui le olive sono state ammassate a lungo; l’aggettivo muffa è il flavor di umidità e/o di lievito, che deriva da frutti nei quali si sono sviluppati funghi e lieviti. Avvinato-inacetito/acido-agro è il sapore caratteristico di alcuni oli che ricorda quello del vino o dell'aceto. La morchia, invece, è quell’attributo negativo che si dà ad un olio che, non essendo stato filtrato o ottenuto da olive ammassate che hanno subito un processo di fermentazione, ha acquisito odori sgradevoli e disgustosi. Il metallico è il tipico flavor che ricorda il metallo, caratteristico dell’olio mantenuto a lungo contatto con superfici metalliche durante le fasi di produzione. Infine, il sapore di rancido si attribuisce ad un olio modificato dall’ossidazione, che risulta quindi invecchiato e/o modificato dall’azione di agenti esterni come l’aria, il calore e la luce. Per quanto riguardagli aggettivi positivi, invece, è necessario che l’olio sia fruttato, amaro e piccante.
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Per fruttato si intende la percezione di un frutto sano e fresco, verde o maturo, segno distintivo per le tante varietà regionali. Inoltre, l’amaro e il piccante, sebbene possano sembrare difetti, sono due flavors che gli assaggiatori professionisti valutano minuziosamente. La percezione dell’amaro è legata alla presenza di composti fenolici che, oltre ad assicurare un elevato valore nutrizionale, permettono anche di conservare a lungo l’olio, proteggendolo dal difetto che precedentemente abbiamo definito rancido. Il piccante è la nota positiva, dovuta alla carica polifenolica. I polifenoli danno una buona stabilità all’olio nel tempo ed essendo antiossidanti, sono i composti che tutte le aziende produttrici di oli extravergini d’oliva cercano di preservare per poter offrire al consumatore un prodotto di alta qualità e che faccia bene alla salute. Tutti gli oli che si discostano da questi range numerici valutati in laboratorio e dalle caratteristiche sensoriali sono oli di oliva vergini, vergini lampanti (non commestibili) oppure oli di sansa di oliva. Un’ultima considerazione da fare è quella che riguarda il colore. Nonostante sia comune pensare il contrario, il colore non è un indicatore che permette di classificare un olio. Infatti, esso non è standard ma assume gradazioni diverse che dipendono dal tipo di olive, dal grado di maturazione e dalla presenza di pigmenti come la clorofilla che risalta il verde e giallo, e i carotenoidi che risaltano il giallo e rosso. La dimostrazione di ciò sta proprio nel fatto che, nella prova di assag-
-gio ufficiale, effettuata dai gruppi panel della Camera di Commercio, si utilizza uno specifico bicchiere di vetro di colore blu, con lo scopo di non influenzare il giudizio dell’assaggiatore. La pratica dell’assaggio è utile per poter distinguere un olio, così come lo è leggere le etichette prima di acquistare un olio che, apparentemente, sembrerebbe buono. E l’importanza nel consumare un olio di qualità sta proprio nei suoi molteplici benefici. Di fatto, l’Olio Extra Vergine di Oliva è il grasso alimentare più digeribile ed efficace nelle diete, nelle giuste quantità, in quanto induce il senso di sazietà; esso protegge l’apparato cardiovascolare favorendo il colesterolo buono (HDL) a discapito di quello cattivo (LDL), contiene antiossidanti, migliora il controllo glicemico ed aiuta a migliorare alcune attività a livello intestinale. Il suo elevato consumo, nei paesi del Mediterraneo, dimostra un’incidenza di patologie croniche tra le più basse al mondo. A cura di Tiziana Luciano
Tiziana Luciano Dott.ssa in Scienze e Tecnologie Alimentari (Specializzanda in Scienze della Nutrizione Umana)
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Agricoltura
15 Marzo 2021
ISMEA: CAMPAGNA IN CHIAROSCURO PER LE ARANCE ITALIANE L'ottimismo dell'ultima primavera cede il passo a una campagna complicata e fino ad ora avara di soddisfazioni per gli agricoltori e gli operatori della filiera agrumicola. La stagione in corso è caratterizzata da un raccolto abbondante e dalla prevalenza di calibri piccoli. Il mercato è pesante e solo il prodotto di calibro medio-grande spunta quotazioni soddisfacenti per i produttori. Nell'attuale congiuntura di mercato risulta molto importante il ruolo svolto dall'industria dei succhi che, dopo l'azzeramento delle scorte dovuto a due campagne con scarsi raccolti, ritira e lavora ingenti quantitativi di arance, soprattutto frutti medio-piccoli, alleviando in tal modo la pressione dell'offerta, resa particolarmente pesante anche dal concomitante incremento della produzione mediterranea. Dalla domanda giungono segnali contrastanti. Da un lato, ci sono i dati incoraggianti sugli acquisti delle famiglie per il consumo domestico, in netta ripresa rispetto agli ultimi anni ma dall'altro, c'è il parziale blocco della ristorazione ha ridotto sensibilmente la richiesta alla fase di ingrosso dalla quale si stima comunque che passi circa il 20% delle vendite. Le vendite al dettaglio sono in accelerazione anche in conseguenza della pandemia, grazie al ruolo di integratore naturale di vitamine e antiossidanti che il consumatore riconosce ad arance e agrumi in genere. Infatti, nell'ultimo anno, gli italiani hanno notevolmente incrementato il consumo di arance e l'effetto coronavirus, particolarmente evidente nelle prime settimane di lockdown, è proseguito anche nella prima parte della campagna 2020/21 con consumi che nel periodo ottobre 2020 - gennaio 2021 sono cresciuti dell'11% su base annua.
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Approfondimento
ALLARME DALLA COMUNITÀ EUROPEA: BIODIVERSITÀ A RISCHIO ESTINZIONE
LA PUGLIA RISPONDE CON BEST - PROGETTO INTEGRATO TRANSFRONTALIERO GRECIA - ITALIA
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Una sfida globale che non ammette deroghe: un monitoraggio ambientale sul territorio regionale ha registrato a partire dal 2010 un forte degrado degli habitat con conseguente perdita di biodiversità.
coinvolge due Paesi confinanti, appunto Grecia e Italia con un passato ricco e comune, che cooperano da oltre 25 anni. Un progetto destinato a durare tre anni e precisamente dall’ 1-7-2019 al 30-6-2022 per un budget complessivo di 5.380.000.00 euro. A beneficiarne per la Grecia la Regione delle Isole Ionie (capofila), la Regione dell’Epiro, la Regione della Grecia Occidentale, per la Puglia due le aree pilota: il territorio esteso tra Polignano a Mare, Monopoli, Fasano e Ostuni e quindi il Parco Naturale Regionale delle Dune Costiere e il Parco Naturale Regionale del Mar Piccolo a Taranto; poi il Salento oggetto di uno studio degli impatti di
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Biodiversità SOS: l’allarme giunge corale dalla comunità scientifica, stiamo vivendo quella che in termini tecnici viene definita la “sesta estinzione di massa” a causa del vertiginoso declino delle specie vegetali e animali. Un patrimonio di inestimabile importanza per la vita e il benessere di tutti gli esseri viventi, uomo incluso. L’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali (non rinnovabili), la cementificazione selvaggia, l’inquinamento, il cambiamento climatico, l’avanzamento di specie aliene, sono le principali cause di danno alla biodiversità e al delicato equilibrio del sistema di relazioni. È in questo contesto che s’inserisce la sfida della Comunità Europea di arrestare il degrado degli ecosistemi con la Strategia sulla Biodiversità 2020 -2030. L’obiettivo che l’Europa si impone è quello di raggiungere il 30% di aree protette terrestri e acquatiche e ripristinare il 10% di aree agricole ad alta diversità di specie. Una sfida globale che non ammette deroghe: un monitoraggio ambientale sul territorio regionale ha registrato a partire dal 2010 un forte degrado degli habitat con conseguente perdita di biodiversità. Per ripristinare gli equilibri degli ecosistemi anche in linea agli obiettivi comunitari, la Regione Puglia ha risposto con il Progetto BEST, finanziato per l’85% dal Programma Europeo di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Grecia – Italia 2014-2020 (fondo FESR). Un progetto strategico di gestione ambientale integrata che
specie aliene e in particolare degli effetti da xylella fastidiosa. In linea con le strategie C.E. sulla biodiversità 2020 - 2030, BEST mira a tutelare il patrimonio naturale, culturale 3e a ripristinare gli ecosistemi con il coinvolgimento di amministrazione pubbliche, aziende, istituzioni di ricerca , università, ordini professionali, agricoltori, pescatori, ambientalisti, enti parco, PMI del settore turistico e singoli cittadini. Determinante sarà il contributo degli attori locali nelle attività transfrontaliere, in attività pilota comuni, anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale con lo scopo di migliorare la qualità della vita nei territori
Approfondimento
interessati. In dettaglio i risultati da raggiungere sono: realizzazione di una mappatura transfrontaliera (WEB GIS) delle aree agricole ad elevato valore naturalistico; produzione di strumenti tecnologici intelligenti per il monitoraggio affidabile e costante della biodiversità nelle aree rurali e costiere; creazione di parchi tecnologici intelligenti che forniscono ”itinerari di biodiversità” a favore del turismo ambientale alternativo; identificazione di un protocollo transfrontaliero comune per il monitoraggio delle aree agricole ad elevato valore naturalistico; creazione di un archivio del DNA di specie botaniche selezionate transfrontaliere ; aumento delle aree protette; sensibilizzazione dei cittadini con particolare riferimento al mondo della scuola. A cura di Paola Dileo
ENOLIEXPO A BARI DA GIOVEDÌ 8 A SABATO 10 LUGLIO 2021 FIERA DI MACCHINARI E TECNOLOGIE PER LA PRODUZIONE DI OLIO DI OLIVA E VINO
La dichiarazione dello Stato di Emergenza fino al 30 Aprile 2021 e la lentezza di un “ritorno alla normalità” rendono incerte, nel breve periodo, sia l’apertura dei quartieri Fieristici che la possibilità di spostamento all’interno del territorio Nazionale, fattori totalmente indipendenti dalla volontà dell’Organizzatore. Questa incertezza, peraltro, non permette neanche di programmare le attività promozionali dell’evento nei tempi e nei modi che un’iniziativa di questo tipo richiede. Alla luce dei suddetti fatti, si ritiene, di comune accordo con il nostro Partner FederUnacoma, che la scelta più giusta sia riposizionare ENOLIEXPO nei mesi estivi, periodo sicuramente insolito, ma che comporta benefici e garanzie quali: – la prima fiera di settore nel calendario fieristico dopo molti mesi di assenza di eventi – l’unica fiera in Italia per l’industria Olearia – l’unica fiera del Centro-Sud Italia per l’industria Enologica – il prima evento per il comparto agricolo (viticoltura ed olivicoltura) da ottobre 2019 – i visitatori di Enoliexpo non sono ancora impegnati nella vendemmia e nella raccolta delle olive – le frontiere interregionali saranno già aperte, grazie alla stagione turistica – la ricettività alberghiera e di ristorazione sarà nuovamente attiva – il programma vaccinale per quell’epoca sarà in uno stato avanzato – il periodo estivo prevede un calo comunque del rischio di contagio – il quartiere fieristico non prevede altre fiere in contemporanea e si possono utilizzare aree esterne – il Nuovo Padiglione di Fiera del Levante garantisce la sicurezza sanitaria grazie agli ampi spazi e alla possibilità di allargare gli spazi tra le aree espositive La macchina organizzativa di Enoliexpo, che in questi mesi non si è mai fermata, procederà nei prossimi giorni sia a livello di gestione espositori che di attività di marketing e comunicazione verso i visitatori, attraverso stampa tecnica, social media, promozione via radio, TV e comunicazione visiva, oltre all’organizzazione dell’attività convegnistica già prevista per l’edizione 2020.
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BASF RAFFORZA LA PIPELINE DI INNOVAZIONI PER UN’AGRICOLTURA SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE - Un impegno continuo in Ricerca e Sviluppo a beneficio di agricoltori, ambiente e società - Sementi, soluzioni per la difesa e servizi digitali per un’agricoltura sempre più sostenibile - La pipeline di innovazioni contribuirà con un potenziale di vendita stimato di oltre 7,5 miliardi di euro BASF rafforza le proprie attività di Ricerca e Sviluppo (R&D) per innovazioni sostenibili in agricoltura, che aiutino gli agricoltori a superare le sfide ambientali ed economiche e a soddisfare le richieste di consumatori sempre più attenti a selezionare prodotti coltivati in modo sostenibile. Grazie a queste nuove soluzioni che verranno introdotte sul mercato nel prossimo decennio e che vanno a completare la pipeline, la società riuscirà a raggiungere l’obiettivo di crescita annuale del fatturato del 7% legato alla sostenibilità. Infatti, entro il 2030 più di 30 importanti progetti R&D andranno ad aggiungersi ad un’offerta sempre più integrata, composta da sementi e prodotti per la concia, soluzioni chimiche e biologiche per la protezione delle colture e servizi digitali. La pipeline di innovazioni contribuirà con un potenziale di vendita stimato di oltre 7,5 miliardi di euro. Dati in linea con gli investimenti BASF nella Ricerca e Sviluppo della divisione Agricultural Solutions che nel 2020 sono stati pari a 840 milioni di euro, una cifra che rappresenta circa l’11% del fatturato di questo segmento. Investimenti in innovazioni di alto livello che continueranno anche per tutto il 2021. “BASF è leader nelle soluzioni per l’agricoltura sostenibile. Oltre a creare innovazione, proponiamo un’offerta integrata, che combina prodotti, nuove tecnologie e servizi, studiati su misura in base alle esigenze dei clienti e ai loro diversi sistemi colturali in tutto il mondo” ha dichiarato Vincent Gros, Presidente della divisione Agricultural Solutions. BASF ha fissato per la sua divisione dedicata all’agricoltura obiettivi di sostenibilità ambiziosi da raggiungere entro il 2030: oltre ad aumentare la quota di fatturato annuo delle soluzioni per l’agricoltura sostenibile, c’è un forte impegno a supportare gli agricoltori nella riduzione delle emissioni di CO2 del 30% per tonnellata di colture prodotte. BASF, entro il 2030, punta ad applicare tecnologie digitali a oltre 400 milioni di ettari di terreno coltivabile, continuando allo stesso tempo a garantire un utilizzo sicuro dei propri prodotti. Proseguirà, inoltre, il suo impegno nel contribuire all’evoluzione del sistema agroalimentare. “La sostenibilità è parte fondante del nostro intero processo di R&D, guida lo sviluppo delle nostre innovazioni, capaci di aiutare gli agricoltori a produrre di più e meglio, salvaguardando le risorse naturali” ha sottolineato Gros.
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Un’offerta integrata per un’agricoltura produttiva e rispettosa dell’ambiente Si stima che entro il 2050 gli agricoltori dovranno nutrire circa 9,7 miliardi di persone, il che richiederà un aumento della produttività del 50%. La digitalizzazione può dare un importante contributo a questo risultato. Per questo BASF sta sviluppando tecnologie digitali tra le più avanzate, insieme ad altre innovazioni che coprono l’intero portafoglio. Questi elementi combinati consentono agli agricoltori di ottenere una resa migliore già sui terreni attualmente coltivati, favorendo allo stesso tempo la conservazione della biodiversità. Nel novembre del 2020 BASF e Bosch hanno firmato un accordo di joint venture per la commercializzazione e la vendita globale di soluzioni smart per l’agricoltura. Grazie a questa partnership, che è soggetta all’approvazione da parte delle autorità antitrust competenti, le due aziende prevedono di lanciare quest’anno la soluzione Smart Spraying. La nuova tecnologia riconosce le infestanti e consente un’applicazione precisa dell’erbicida, massimizzando l’utilizzo produttivo del terreno e riducendo così l’impatto ambientale, limitando il volume dei prodotti applicati. Inoltre, il nuovo modello di business xarvio® HEALTHY FIELDS, assicura agli agricoltori una strategia di difesa delle colture studiata su misura, specifica per campo e stagione, che consente loro di ottenere delle previsioni di resa ottimali. In que-sto modo, l'azienda risponde alle moderne sfide dell'agricoltura, alle esigenze della società e ai piani di azione della politica. L’offerta integrata di BASF si amplia ulteriormente con lo sviluppo di tecnologie che offrono caratteri di tolleranza agli erbicidi e con l’offerta di agrofarmaci studiati su misura per tali caratteri. Combinati con soluzioni per il controllo delle infestanti prima della fase di emergenza, consentono un’agricoltura che non richieda la lavorazione del terreno, limitando l’emissione di CO2 dal suolo, riducendo l’erosione del suolo e favorendo l’accumulo di humus. Soddisfare la domanda crescente di alimenti prodotti in modo sostenibile Per orientare costantemente il proprio portafoglio di prodotti verso soluzioni sempre più sostenibili, BASF applica già dalle prime fasi della Ricerca e Sviluppo il metodo Sustainable Solution Steering: unico nel settore e sottoposto a verifica indipendente da parte di terzi. “L’approccio del nostro R&D alle soluzioni per l’agricoltura è cambiato profondamente negli ultimi vent’anni. Ci stiamo orientando con successo verso soluzioni innovative, concentrandoci allo stesso tempo sulle future necessità degli agricoltori, della società e dell’ambiente,” ha dichiarato Peter Eckes, Presidente Bioscience Research di BASF. Il portafoglio innovativo di insetticidi BASF è uno degli esempi di Sustainable Solution Steering realizzato con successo. Offre soluzioni che aumentano la produttività agricola e riducono l’impatto ambientale. Il principio attivo Axalion™ messo a punto da BASF, e in fase di valutazione autorizzativa, è l’ultima tra le innovazioni dell’azienda nel campo degli insetticidi. Con la sua modalità d’azione innovativa, aiuta gli agricoltori a salvaguardare la resa senza avere un impatto negativo sul suolo e sugli organismi acquatici o gli uccelli. Se applicato osservando le istruzioni riportate in etichetta, i prodotti a base di Axalion non hanno effetti sugli insetti utili. Il nuovo composto costituisce anche uno strumento essenziale nella prevenzione delle resistenze agli insetticidi. Altri esempi del portafoglio lanciati sul mercato recentemente sono i prodotti a base di Inscalis® per l’America del Nord e del Sud e l’Asia, insieme al Broflanilide, registrato per la prima volta a livello globale in America del Sud e Asia. Le nuove varietà di sementi di BASF aiutano gli agricoltori a produrre in modo eco-compatibile quantità di alimenti sani e accessibili a tutti. Come le ultime varietà di sementi di spinaci che sono resistenti alla peronospora, una delle malattie fungine maggiormente impattanti. Prevengono la perdita del raccolto, coprono tutte le stagioni di crescita e detengono una quota di mercato significativa tra gli spinaci freschi. Queste caratteristiche offrono valore aggiunto per i coltivatori, per chi opera nel campo della lavorazione e distribuzione e per i consumatori. BASF investe anche nel campo dei sistemi di coltivazione in serra, come ad esempio la coltivazione idroponica delle lattughe. Queste richiedono meno terra coltivabile, consentono di risparmiare acqua rispetto alle coltivazioni tradizionali all’aperto e riducono la necessità di prodotti fitosanitari convenzionali. La tecnologia in serra consente di coltivare la lattuga indipendentemente dalla posizione geografica, rendendo possibile la coltivazione più vicino al consumatore, evitando lunghi tragitti logistici e riducendone le emissioni. Per maggiori informazioni sulle innovazioni di BASF in agricoltura: AgInnovation.basf.com.
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Agricoltura
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I GEORGOFILI RINNOVANO IL PROTOCOLLO DI INTESA CON IL CONAF
PER SOSTENERE LE SFIDE DELLA MODERNITÀ E DELLA SOSTENIBILITÀ L’Accademia dei Georgofili ha recentemente rinnovato il protocollo di intesa con il CONAF (Consiglio Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali). Le finalità della collaborazione sono quelle di promuovere ed attivare iniziative congiunte destinate a contribuire al progresso dell’agricoltura, alla tutela ambientale, alla sicurezza e qualità alimentare, allo sviluppo del mondo rurale e favorire la diffusione delle innovazioni nel settore dell’agricoltura, delle foreste e dell’agroalimentare. Naturalmente, ognuna delle parti opererà nelle proprie responsabilità, capacità e competenze. Il Presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini ha dichiarato: “Il recente rinnovo del protocollo di intesa tra l'Accademia dei Georgofili e CONAF giunge in un momento in cui all'agricoltura è richiesto di compiere un passo decisivo nella transizione verso un'economia climaticamente neutra e
digitalizzata, nel segno della sostenibilità e dell'equità sociale. Sono certo che la collaborazione tra i due Enti sarà in grado di svolgere un ruolo determinante nella promozione e nell'applicazione in campo delle innovazioni tecnologiche disponibili". “Si rinsalda il legame tra l’Accademia e l’Ordine dei dottori agronomi e forestali, due istituzioni accomunate dal medesimo approccio all’agricoltura e da uno sguardo sistemico e programmato alla produzione del cibo.” – ha dichiarato Sabrina Diamanti, Presidente CONAF – “Per sostenere le sfide della modernità e della sostenibilità, sia in ambito agrario che forestale, sono richieste competenza e conoscenze tecnico-scientifiche che poi vanno trasferite in campo. È una sfida che abbiamo accettato da tempo e anche sottoscritto nella Carta di Matera, e che oggi trova nuova linfa.”
IL PRIMO INCONTRO TEDESCO-ITALIANO SULLA FRESCHEZZA HA RIUNITO CON SUCCESSO FORNITORI E CLIENTI Il commercio tra Germania e Italia ha una tradizione molto lunga e intensa. Ma molto è cambiato nell'offerta ortofrutticola italiana, soprattutto negli ultimi anni. L'azione sostenibile nella produzione e nella catena di fornitura, un ampliamento della gamma biologica e prodotti innovativi così come imballaggi innovativi caratterizzano il quadro oggi. Un gran numero di parti interessate lo hanno potuto constatare di persona al 1 ° Online Fresh Food Meeting Italia-Germania per tre giorni dal 2 al 4 marzo.
neato Tim Strübing dell'azienda di vendita al dettaglio di alimenti Globus.
L'evento di successo, che ha avuto un tema di attualità diverso ogni giorno, è stato organizzato da Fruchthandel Magazin e dal partner italiano Ncx Drahorad. “L'Italia ha molti vantaggi da offrire. Frutta e verdura di alta qualità, pulite e prodotte in modo sostenibile, buone condizioni climatiche e brevi rotte di trasporto determinano il commercio al dettaglio ", ha sottoli-
I fornitori di frutta italiani provenienti da diverse parti del paese hanno presentato le loro risposte, intensificare ulteriormente il commercio tra i due paesi. È diventato chiaro che la produzione sta affrontando molte sfide, non solo il cambiamento climatico. Pertanto, oggi molta enfasi è posta sulle nuove tecnologie nella produzione e nel confezionamento, nonché sulle varietà innovative.
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Ma quando si tratta di innovazioni di prodotto, non è importante lavorare solo sulla dolcezza del frutto. Per i consumatori, si tratta anche del gusto aromatico, ha sottolineato Hannes Langhorst di Lidl. Vede un grande potenziale in Germania per l'uva senza semi, albicocche o mango e avocado di prima qualità, nonché insalate per bambini e gourmet dall'Italia.
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Approfondimento
GLI ALBERI E I LORO MOLTEPLICI BENEFICI
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In città la presenza di vegetazione permette di ridurre il fenomeno denominato “isola di calore” che consiste in un significativo incremento delle temperature rispetto alle aree periurbane e rurali circostanti.
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Secondo il report dell’IPCC (Intergovernmental Panel On Climate Change), nel 2050 circa il 70% della popolazione mondiale abiterà in città. Proprio per questo abbiamo bisogno di città resilienti, sostenibili e in grado di rallentare se non ridurre il riscaldamento globale. Chi potrebbero essere i nostri alleati in questa importante sfida? GLI ALBERI Per la crescita di un albero o di una pianta in generale l’ambiente urbano non è certo un contesto ideale, date che molti sono i fattori che ne vincolano le potenzialità vegetative.I principali problemi che le piante possono riscontrare in un ambiente urbano sono gli stress climatici e inquinamento dell’aria, stress idrici, scarsa quantità e qualità del terreno, inquinamento del suolo, mancanza di spazio per poter crescere ed espandere la chioma, danni meccanici alle radici, alfusto e alla chioma, cure colturali errate, miceti agenti di danno al sistema vascolare, agenti di degradazione del legno, agenti di marciumi radicali, agenti di cancri, agenti di danno alle foglie, insetti defogliatori, insetti xilofagi, nematodi, virosiebatteriosi. Infatti, bisogna tenere in considerazione che l’esigenza di incrementare la qualità dell’ambiente attraverso un corretto impiego delle piante, impone la definizione di nuovi standard di qualità, riferiti alle piante ornamentali in grado di fornire agli operatori del settore indicazioni attendibili per un impiego che non sia limitato al soddisfacimento dei soli requisiti ornamentali delle piante
prodotte dal settore vivaistico ornamentale. Detto ciò secondo le “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” redatto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del mare, si specifica che le principali caratteristiche da tener in considerazione per la scelta delle specie vegetali sono: -Adattabilità alle condizioni alle caratteristiche pedoclimatiche del luogo; -Resistenza a parassiti di qualsiasi genere; -Non presentare caratteri specifici indesiderati, come frutti pesanti, velenosi, maleodoranti e fortemente imbrattanti, spine ed elevata capacità pollinifera. Nelle nostre città gli alberi svolgono ruoli di primaria importanza per l’ambiente urbano,
svolgendo numerosi servizi che prendono il nome di servizi ecosistemici, di seguito riportiamo i principali benefici. Riduzione degli inquinanti atmosferici Secondo uno studio condotto in Portogallo, nel 2012, una frazione significativa della popolazione urbana (15,7%)è stata esposta per circa 35 giorni a concentrazione di PM10superiori al valore limite giornaliero dell’UE (50 μg/m3). Inoltre, i valori di NO2recentemente misurati nelle città portoghesi, vale a dire Lisbona (57 μg/m3), Porto (74,8 μg/m3) e Braga (55,3 μg/m3) sono al di sopra del limite giornaliero definito dalle norme dell’UE (50 μg/m3). È noto infatti che gli alberi o altri tipi di vegetazione producono il così detto “effetto barriera”, portando un’accumulazione delle concentrazioni di inquinanti sulla vegetazione.
Approfondimento Nello specifico le piante,sono in grado di migliorare la qualità dell’aria attraverso la rimozione degli inquinanti atmosferici mediata da processi fisici e chimici: -Deposizione sulle superfici fogliari e a legno (inquinanti solidi); -Assorbimento tramite stomi (riguarda soprattutto i gas inquinanti e laCO2); -Assimilazione (riguarda soprattutto i gas inquinanti e la CO2). Questa capacità delle piante, sia alberi che arbusti, di migliorare la qualità dell’aria è già stata dimostrata in studi precedenti e per questo motivo viene suggerito un loro utilizzo per il miglioramento della qualità dell’aria in contesti urbani o fortemente industrializzati. L’efficacia nella rimozione degli inquinanti varia molto a seconda della specie, della struttura della chioma, altezza, area fogliare ecc. Anche la presenza di microstrutture come peli e tricomi (sottili escrescenze), la composizione chimica e la struttura delle cere cuticolari svolgono un ruolo decisivo. Le specie sempreverdi, al contrario delle specie caducifolie, sono in grado di catturare gli inquinanti anche durante la stagione invernale quando la concentrazione è elevata a causa soprattutto degli impianti di riscaldamento. Per contro la prolungata persistenza degli apparati fogliari, porta ad un accumulo degli inquinanti sulla superficie che può andare a determinare fenomeni di tossicità, compromettere la resistenza e l’attività fotosintetica. Per quanto riguarda le piante a foglia larga, quelle con superficie ruvida sono più efficaci nella cattura del PMxrispetto a quelle con superficie liscia
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grazie alla capacitàdi trattenere le particelle nelle piccole cavità. Miglioramento microclimatico In città la presenza di vegetazione permette di ridurre il fenomeno denominato “isola di calore” che consiste in un significativo incremento delle temperature rispetto alle aree periurbane e rurali circostanti. Il fenomeno è strettamente connesso alla presenza di intense attività umane (combustioni e riscaldamento), dominanza di colori scuri e opachi che assorbono la radiazione o la immagazzinano rilasciando gradatamente calore nell’aria durante la notte, presenza di alti edifici che limitano il passaggio d’aria creando delle vie assimilabili a dei canyon e riflettono maggiormente le radiazioni solari verso la superficie. Tutti questi fattori portano ad un innalzamento delle temperature nelle aree urbane che possono essere in media di 3-4°C maggiori rispetto alle aree periferiche. Infatti, durante le giornate estive, i tetti nudi di edifici e l’asfalto, possono raggiungere temperature di oltre 65°C mentre nelle aree verdi quali parchie giardini le temperature possono essere inferiori a 30°C. Funzione ecologica Le aree verdi urbane sono fondamentali peril mantenimento della biodiversità locale, formata da una gamma di habitat popolati da numerose specie di piante e animali selvatici.Gli organismi (tra cui anche le piante) che costituiscono un ecosistema apportano molteplici benefici al genere umano.Inquest’ottica le piante possono svolgere un ruolo importante nel miglioramento delle condizioni ambientali
urbane e nella salvaguardia della biodiversità e quindi, nel mantenimento della capacità degli ecosistemi, anche di quelli urbani di fornire questa ampia gamma di servizi. Infatti, le piante possono creare corridoi ecologici, spazi di territorio naturali o realizzati artificialmente che includono diverse tipologie di habitat connesse tra di loro per consentire lo spostamento della fauna e lo scambio genetico tra le specie vegetali presenti.I vantaggi della vita urbana per gli animali sono riconducibili al clima mite, soprattutto in inverno, assenza dell’attività venatori, uso ridotto di pesticidi e la relativa sicurezza e tranquillità che si realizza in alcuni contesti (tetti, zone marginali all’interno di aree industriali e terreni incolti non ancora edificati) nonché dall’elevata disponibilità di cibo di origine antropica.I benefici ambientali non si riferiscono esclusivamente ai parchi alberati e alberi isolati possono ugualmente migliorare le condizioni ambientali nelle aree urbane, soprattutto se fortemente interconnessi tra di loro a formare vere e proprie infrastrutture verdi.
Per leggere l’articolo completo vai su www.foglie.tv A cura di Alessio Santosuosso
Dott. Agr. Alessio Santosuosso Libero professionista in Arboricoltura urbana e Architettura del paesaggio
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Approfondimento
“DOP PER MOZZARELLA GIOIA DEL COLLE SERVIRÀ A VENDITE E RICONOSCIBILITÀ DEL TERRITORIO”
INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL GAL TERRA DEI TRULLI E DI BARSENTO STEFANO GENCO
Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a costituire questa DOP? Sicuramente, la motivazione principale risiede nella volontà di arricchimento del territorio, grazie a un prodotto particolare e tipico del luogo, che appartiene e rappresenta il nostro territorio. La zona in questione, quella del GAL Terra dei trulli e del Barsento, particolarmente vocata alla zootecnia, comprende ben 8 comuni, ma noi
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La qualità dei nostri prodotti tipici e la sua certificazione a livello mondiale sono di grande aiuto per la valorizzazione del nostro territorio: il marchio DOP permette di commercializzare e far conoscere questi prodotti a livello mondiale, fornendo importanti vantaggi a tutta la catena di produzione
abbiamo voluto estendere il riconoscimento, ottenuto dopo un lungo periodo di 9 anni, ad un totale di 25 comuni del circondario. La neo mozzarella DOP incontra alcuni prodotti “rivali”, come la famosissima mozzarella di bufala campana e altre due opposizioni: una mozzarella tedesca, la Bayernland, e una americana, che mantengono come filo conduttore la mozzarella di bufala. Quali sono i punti di forza, e produttivi e commerciali? Come possiamo vedere tutti, il cibo di qualità, certificato e qualificato, viene ricercato dalla popolazione d’Europa e non solo, addirittura a livello mondiale, sempre di più. Dare un nome e cognome ad un
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Foglie ha intervistato il presidente del GAL Terra dei trulli e di Barsento, Stefano Genco, in occasione del riconoscimento, ottenuto dopo ben 9 anni, per la mozzarella di Gioia del Colle che finalmente e ufficialmente ottiene il marchio di origine protetta (DOP). Il gruppo di azione locale di riferimento include, oltre a Gioia del Colle, altri 7 paesi limitrofi (Alberobello, Castellana Grotte, Noci, Putignano, Sammichele di Bari e Turi), anche se il consorzio in via di formazione sta operando un allargamento del riconoscimento ottenuto a ben 25 paesi del circondario. La qualità dei nostri prodotti tipici e la sua certificazione a livello mondiale sono di grande aiuto per la valorizzazione del nostro territorio: il marchio DOP permette di commercializzare e far conoscere questi prodotti a livello mondiale, fornendo importanti vantaggi a tutta la catena di produzione, dagli allevatori ai trasformatori senza dimenticare la richiesta, sempre maggiore, da parte del cliente di avere in tavola prodotti locali di alta qualità.
prodotto che fino ad ora era “figlio di nessuno”, a mio parere vuol dire aver fatto un’azione buona e giusta. Con l’ingresso della DOP, come cambiano i rapporti tra il mondo degli allevatori e i caseifici? Materialmente questi cambiamenti non si sono ancora visti perché bisogna attendere il pieno funzionamento del consorzio che stiamo costituendo. Ma sicuramente, appena questo avverrà, si tenderà a collaborare a stretto contatto con allevatori e trasformatori, evitando di generare conflitti e rivalità. Penso che, infatti, questi cambiamenti si verificheranno come fatto naturale, come
Approfondimento
Quanti caseifici e quante aziende hanno aderito? Attualmente, si tratta dello zoccolo duro, cioè di quelle aziende che ci hanno sostenuto sin dall’inizio, e parliamo di una quindicina di aziende, ma le richieste da parte dei caseifici tendono ad aumentare esponenzialmente, siamo già attorno alle 40/50 richieste. Anche in questo caso, si parla di un fatto naturale che, a catena, si verificherà, è una conseguenza logica che avverrà nel momento in cui il consorzio entrerà in funzione pienamente e partiranno le varie adesioni. Ma c’è movimento, c’è richiesta, c’è interesse per questo prodotto, e questa è la cosa più importante al momento.
“ Come possiamo vedere
tutti, il cibo di qualità, certificato e qualificato, viene ricercato dalla popolazione d’Europa e non solo, addirittura a livello mondiale, sempre di più. Dare un nome e cognome ad un prodotto che fino ad ora era “figlio di nessuno”, a mio parere vuol dire aver fatto un’azione buona e giusta.
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naturale conseguenza di questo riconoscimento che porta a strette collaborazioni e ad azioni di cooperazione..
Quali sono i prossimi step del consorzio? Innanzitutto l’ente certificatore, CSQA, ha accettato e qualificato il prodotto. Ora si procederà, come ricordavo prima, con la costituzione del consorzio e, dopo questo, si parte. La sede sarà a Gioia del Colle e dal comune di Gioia abbiamo già avuto i locali idonei e necessari per la DOP. Non escludiamo anche la possibilità di un connubio tra la mozzarella DOP di Gioia del Colle, che rappresenta la novità e altre Dop, magari vitivinicole, perché se lavoriamo insieme, anche includendo altri ambiti, anche a livello regionale, ci sarà la possibilità di attingere ad altri fondi per lo sviluppo della pubblicità e della commercializzazione di questi prodotti tipici che sono espressione della bellezza e della bontà del nostro territorio.
A cura di Marika Romanazzi
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Agricoltura
15 Marzo 2021
XYLELLA: RIMBORSI AGLI AGRICOLTORI PER SOSTENERE LOTTA AL VETTORE
OLTRE ALLE MULTE PENSARE AGLI INCENTIVI PER ATTIVITÀ OBBLIGATORIE Nella lotta all’insetto vettore la ‘sputacchina’ per arrestare l’avanzata della Xylella fastidiosa è indispensabile, per scongiurare il fallimento della misura, prevedere, soprattutto nelle zone infette dove le aziende sono già state fortemente danneggiate, il rimborso per i costi da sostenere per le pratiche di prevenzione fitosanitaria obbligatorie, prima che partano multe comminate dai Carabinieri Forestali. E’ quanto ha affermato Coldiretti Puglia, nel corso dell’incontro dell’Assessorato regionale all’Agricoltura sulla lotta al vettore e sul piano di sorveglianza anti Xylella, che ha presentato il documento elaborato dal gruppo di lavoro anti Xylella costituito da Coldiretti Puglia, Pier Federico La Notte (CNR Bari), Marcello Mastrorilli e Francesca Modugno (CREA), Vincenzo Fucilli (Università di Bari) e Luigi Catalano (CIVI Italia). Riguardo le nuove regole per la delimitazione (5+5km) introdotte dal nuovo regolamento comunitario, il gruppo di lavoro scientifico costituito da Coldiretti Puglia ha chiesto di rivedere la demarcazione proposta sulla base delle risultanze dell’ultimo monitoraggio effettuato. Per prevenire le solite domande ed evitare confusione, si chiede di
chiarire una volta per tutte come ci si debba comportare per la lotta obbligatoria agli stadi giovanili dei vettori nel caso di colture in atto come ad esempio cereali, proteoleaginose, prati/pascoli, foraggere e colture da sovescio, orticole alcune delle quali fortemente attrattive per le sputacchine. Questo controllo potrebbe essere eseguito dalle stesse squadre ARIF impiegate nel controllo/prelievo dei campioni dalle piante, una volta definiti i punti di monitoraggio. Coldiretti Puglia infine ritiene necessario ed urgente un adeguato piano di comunicazione/informazione da attivare a partire da fine marzo fino a tutto aprile con messaggi chiari, semplici, immediati e univoci in un piano articolato e capillare che impieghi strumenti efficaci, dai più innovativi (mailing list o SMS, social media, web) ai più convenzionali (televisioni, radio, giornali) e semplici (affissioni presso cooperative, farmacie agricole, consorzi, associazioni agricole, etc.; volantinaggi, cartellonistica stradale, pubblicità fonica veicolare), tutti adattati al territorio ed al target di soggetti da raggiungere.
ASSOPROLI: TECNOLOGIA STRUMENTO INDISPENSABILE PER LA COMPETITIVITÀ DELLE AZIENDE OLIVICOLE
Scoprire e utilizzare tecnologie in grado di aumentare la competitività delle aziende olivicole, permettendo un più efficiente utilizzo della risorsa idrica e un puntale monitoraggio dei più importanti insetti dell’olivo. È questa la sfida lanciata dalla OP Assoproli Bari che ha appena chiuso una importante settimana di formazione rivolta ai suoi numerosi soci. L’organizzazione dei produttori, infatti, in linea col “Green Deal europeo”, il nuovo piano di ripresa “Next Generation EU”, nonché con i principali obiettivi dell’Agenda 2030, ha organizzato nell’ambito delle attività di formazione degli operatori olivicoli realizzate ai sensi dei reg CE 611/615 2014 e smi alcuni webinar con le principali aziende che producono le più innovative tecnologie oggi disponibili al servizio della olivicoltura. Tra le novità presentate, un sistema DSS che, grazie al posizionamento in campo di sensori per il monitoraggio dell’umidità del suolo e di stazioni meteo, consente all’agronomo di supportare con maggiore efficacia gli olivicoltori nel bilancio idrico.
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Importanti, vista la progressiva revoca di numerose molecole per il controllo dei patogeni, prima tra tutte il dimethoate, le innovative trappole dotate di un sistema elettronico integrato costituito da fotocamera digitale, connettività 4G e pannello solare per il monitoraggio degli insetti da remoto, in grado di contare automaticamente le catture e di inviare tempestivamente alert attraverso l’applicazione AgroAPP, già in uso tra i soci di Assoproli. “Assoproli Bari, punto di riferimento da quasi un quarto di secolo nell’osservazione dei più importanti insetti fitofagi dell’olivo e nella pubblicazione di bollettini fitosanitari settimanali inviati agli oltre 11mila olivicoltori soci, Enti e addetti al settore, si conferma punto di riferimento anche dell’olivicoltura del futuro – spiega il Presidente Pasquale Mastrandrea -. Vista l’importante partecipazione della base sociale a questi momenti di formazione a distanza continueremo ad investire in tecnologie e sistemi di comunicazione nuovi in grado di dare informazioni sempre più dettagliate ai nostri olivicoltori”.
Agricoltura
15 Marzo 2021
ECONOMIA CIRCOLARE: PRIMO ACCORDO PER ENERGIA AGRICOLA A KM0 COLDIRETTI PUGLIA E FORGREEN
La firma dell’accordo consente di far crescere la prima comunità agro energetica 100% rinnovabile con il contributo essenziale della Puglia, una delle regioni più green d’Italia, dove sarà prodotta, raccolta e ridistribuita energia agricola a Km0. Ad affermarlo è il presidente della Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, in occasione della firma dell’intesa tra ForGreen SpA Società Benefit e Coldiretti Puglia. In Puglia le imprese agricole socie della Coldiretti, con più di 700 impianti a fonte rinnovabile, per lo più fotovoltaici istallati sulle coperture dei fabbricati agricoli, producono energia rinnovabile soddisfacendo il bisogno annuo di oltre 15 mila famiglie, scongiurando l’immissione in atmosfera di circa 8 milioni di kg di CO2 equivalente ogni anno. “Allo stato attuale sono coinvolti 189 produttori di energia agricola per un totale di 283 impianti superiori ai 20 KW. L’agricoltura pugliese è una risorsa strategica per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e occupazionale. La nostra agricoltura è la più green d’Europa ed è all’avanguardia di un nuovo modello economico circolare in cui si produce valorizzando anche gli scarti con una evoluzione energetica che possa rappresentare una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l’economia pugliese ed italiana. L’iniziativa, non è solo occasione per risparmiare sulla bolletta elettrica e condividere un’energia a km0, ma uno stimolo a tutto il Paese che questa km0, ma uno stimolo a tutto il Paese
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che questa nostra grande forza di Comunità diventi di tutti”, commenta il presidente Muraglia. Coldiretti Puglia ritiene indispensabile il contributo del settore al percorso di transizione energetica della regione, orientato alla sostenibilità ambientale con la produzione di energia green, la tutela del suolo, dell’acqua e dell’aria e del corretto consumo energetico di matrice agricola, quale leva di competitività e nel contempo di presidio e salvaguardia dei territori, in particolare nelle aree più a rischio del Paese. “ForGreen e Coldiretti Puglia hanno danno vita alla versione 2.0 del progetto” dichiara Vincenzo Scotti, Amministratore Delegato di ForGreen SpA Società Benefit. “Energia agricola a km 0 rappresenta un grande punto di svolta nel ruolo che l’energia può assumere all’interno di un modello che punta alla sostenibilità. Il suo innesto in questo territorio, dove è già presente e fortemente sentito lo sviluppo delle Comunità Energetiche, giocherà un ruolo strategico e avrà tutte le caratteristiche per affermarsi. Ringrazio Coldiretti Puglia per aver riconosciuto nel nostro modello uno strumento di collaborazione per fornire ai produttori di energia rinnovabile propri associati, l’insieme dei servizi che li aiuti a valorizzare al massimo la propria produzione diventando nodi strategici della comunità Energia agricola a km 0”.