Le Venezie: Cultura e Territorio - Dicembre 2015

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cultura e territorio 4 LA CANTAUTRICE ELISA: “VI RACCONTO IL MIO MONDO” SINGER-SONGWRITER ELISA: “I’LL TELL YOU ABOUT MY WORLD” di Massimo Cotto

Anno 11 - Numero 32 - Dicembre 2015 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA

26 EMOZIONI E PASSIONI NELLA TENUTA CANOVA EXCITEMENT AND PASSION AT TENUTA CANOVA di Andrea Andreoli

38 IL VINO IN CUCINA DAI RISOTTI AI BRASATI WINE IN COOKING FROM RISOTTO TO CASSEROLES di Giuseppe Casagrande


La copertina di Natale / Christmas cover

cultura e territorio

Auguri di buone feste dalla Fondazione Masi Season ’s Greetings from the Masi Foundation


sommario contents cultura e territorio Il Premio “Masi” anticipa il Nobel

4 LA CANTAUTRICE ELISA: “VI RACCONTO IL MIO MONDO” SINGER-SONGWRITER ELISA: “I’LL TELL YOU ABOUT MY WORLD” di Massimo Cotto

Anno 11 - Numero 32 - Dicembre 2015 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA

26 EMOZIONI E PASSIONI NELLA TENUTA CANOVA EXCITEMENT AND PASSION AT TENUTA CANOVA di Andrea Andreoli

38 IL VINO IN CUCINA DAI RISOTTI AI BRASATI WINE IN COOKING FROM RISOTTO TO CASSEROLES

3 The Masi Prize comes before the Nobel di Isabella Bossi Fedrigotti

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“Non si deve aver paura di cercare la felicità” “Never be afraid to search for happiness” di Massimo Cotto

“Il futuro della cucina mondiale è l’Italia”

8 “The future of world cooking is Italy” di Fernanda Roggero

“Deluso dal ’68 ho trovato la libertà nella fisica”

12 “Disillusioned with ’68 I found freedom in physics” di Giovanni Caprara

di Giuseppe Casagrande

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“Da sempre un aiuto ai migranti in mare” “Always ready to help migrants at sea” di Gennaro Sangiuliano

“Senza la tecnologia non nascono grandi vini”

20 “Without technology great wines cannot start” di Giorgio Dell’Orefice

In copertina. Elisa in visita alle Cantine Masi di Gargagnago. Cover photograph. Elisa visiting Cantine Masi at Gargagnago.

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La targa Giorgio Boscaini al leader del duty free The Giorgio Boscaini plaque for the leaders in Duty Free Il “Grosso” Veneziano realizzato in oro

25 The “Grosso” Veneziano made out of gold Emozioni e passioni nella tenuta Canova

Direttore responsabile Antonio Di Lorenzo

In redazione Dora Stopazzolo Cristina Valenza Elisa Venturini

Traduzioni Stephen Hobley

Impaginazione e stampa La Grafica Vago di Lavagno (Vr)

Referenze fotografiche Archivio A. Zucchetta Arch. Fondazione Masi

Archivio Masi Archivio Pietro Laverda Biblioteca Inter. La Vigna Museo di Castelvecchio Giampaolo Mascalzoni Frédérik Ménard Aubin Jacopo Salvi

Hanno collaborato Andrea Andreoli Mario Bagnara Giovanni Caprara Giuseppe Casagrande Massimo Cotto Giorgio Dell’Orefice Claudio De Min Fernanda Roggero Gennaro Sangiuliano

26 Excitement and passion in tenuta Canova di Andrea Andreoli

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di Claudio De Min

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Pubblicazione realizzata con il contributo di Masi Agricola SpA Anno 11 - Numero 32 - Dicembre 2015 - pubblicazione quadrimestrale Registrata presso il Tribunale di Verona il 24 giugno 2005, n. 1669

Il vino in cucina dai risotti ai brasati Wine in the kitchen: from risotto to casseroles di Giuseppe Casagrande

Le macchine per l’uva tra Ottocento e Novecento

46 Grape pressing machines from 1800s to 1900s di Mario Bagnara

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© 2015 – Fondazione Masi Villa Serego Alighieri Gargagnago di Valpolicella (Verona) Testi e immagini possono essere riprodotti, anche parzialmente, con autorizzazione

“La metamorfosi della materia” per Masi Contemporary Art 2015 “The Metamorphoses of Matter” for Masi Contemporary Art 2015

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Curare gli infermi con l’Africa nel cuore Heal the sick with Africa in your heart “Quando il mondo era in ordine” “When the world was in order” La “Dante Summer School” a Villa Serego Alighieri The “Dante Summer School” at Villa Serego Alighieri I libri della Fondazione Masi alla Biblioteca La Vigna Masi Foundation books at Biblioteca La Vigna Dalla Fondazione Masi: flash Newsflash from the Masi Foundation


EDITORIALE EDITORIAL

Il PREMIO “MASI” ANTICIPA IL NOBEL THE MASI PRIZE COMES BEFORE THE NOBEL di Isabella Bossi Fedrigotti

Un

fisico di fama mondiale, un giovane cuoco stellatissimo, una cantante internazionalmente nota hanno vinto il premio Civiltà Veneta 2015. Tre personaggi che hanno sorpreso anche la giuria che li ha designati: chi per la fantasia, chi per la forza di carattere, chi per la determinazione; per non parlare del lato umano. Sono Carlo Rovelli, veronese, docente all’Università di Marsiglia, autore di un libro (Sette brevi lezioni di fisica) per settimane ai primi posti della lista dei best-seller; Massimiliano Alajmo, padovano, cuoco da tre stelle, che a 27 anni è patron di ben sette ristoranti tra Italia e Francia; e la cantautrice Elisa, che tutti conosciamo, originaria di Monfalcone, artista sensibile e poliedrica il cui successo è nato negli States. Accanto a questi tre protagonisti ce ne sono altri due: Giuseppe Martelli, enologo, che molto ha fatto per diffondere la conoscenza del nostro vino nel mondo, Premio Civiltà del Vino, e la Marina Militare Italiana, nella persona dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, cui è andato il Grosso d’Oro Veneziano, per aver salvato migliaia di migranti dalla morte per annegamento. Il pensiero non può tuttavia non correre anche a un vincitore del Premio Civiltà Veneta 2014, a una vincitrice anzi, la scrittrice bielorussa Svetlana Alexiević, designata l’anno scorso dalla giuria, molto mesi prima che vincesse il Nobel per la letteratura. Quando, anzi, il Nobel non entrava neppure nei suoi sogni.

A

world famous physicist, a multi-award winning young chef, a singer known to the whole world: these are the winners of the Civiltà Veneta Prize 2015. Three personalities who astonished even the jury that chose them, for their imagination, strength of character and determination, not to mention their sheer humanity. They are: Carlo Rovelli, from Verona, professor at the University of Marseilles and author of a book ( Seven brief lessons on physics ) that’s been at the top of the best-sellers list for weeks; Massimiliano Alajmo, from Padua, a three-star chef who at 27 years old is the patron of no fewer than seven restaurants in Italy and France; and the singer-songwriter Elisa, whom we all know, a sensitive and multifaceted artist who comes from Monfalcone and whose successes started in the States. Alongside these three stars there are two other winners: Giuseppe Martelli, an oenologist who has done much to spread the knowledge of our wine round the world, and who receives the Civiltà del Vino Prize, while the Italian Navy, in the person of Admiral Giuseppe De Giorgi, receives the Grosso d’Oro Veneziano, for saving thousands of migrants from death by drowning. It is also only right to remember here the winner of the Civiltà Veneta Prize 2014, a female writer from Belarus, Svetlana Alexiević, who was picked out by our jury many months before she won the Nobel Prize for Literature. Before she’d even dreamt of Nobel prizes. 3


PREMIO MASI MASI PRIZE

“NON SI DEVE AVER PAURA DI CERCARE LA FELICITÀ” “NEVER BE AFRAID TO SEARCH FOR HAPPINESS” Elisa riceve il Premio da Isabella Bossi Fedrigotti. Elisa receives her Prize from Isabella Bossi Fedrigotti.

di Massimo Cotto

Intervista alla cantautrice Elisa, Premio Masi per la Civiltà Veneta 2015 Interview with singer-songwriter Elisa, Masi Civiltà Veneta Prize 2015 Elisa sembra un ossimoro vivente. È fragile e invincibiElisa appears to be a living oxymoron. She is fragle, insicura e testarda. Elisa è anfibi e tacchi a spillo, perile and invincible, insecure and stubborn. Elisa wears ché i grandi artisti non si limitano a rappresentare una combat boots and high heels as well, because great fetta di realtà, si prendono tutta la torta e spengono le artists don’t limit themselves to just a slice of reality, candeline con il soffio della curiosità. Dopo tre milioni they take the whole cake and blow out the candles e mezzo di dischi venduti, la vittoria a Sanremo, una vawith the breath of curiosity. After sales of three and a langa di premi che a metterli in fila si copre l’asfalto delhalf million cds, the victory in Sanremo, an avalanche la Salerno-Reggio Calabria, dopo essere stata scelta da of prizes that end to end would cover the tarmac of Quentin Tarantino per la colonna sonora di Django Unthe Salerno-to-Reggio Calabria motorway; after having chained, Elisa è pronta a nuove sfide, a rimettersi in dibeen chosen for the soundtrack of Django Unchained scussione e a rischiare, perché l’orizzonte di chi ha taby Quentin Tarantino, Elisa is ready for new challenges, lento è sempre di temporale, mai cielo sereno. for engaging in argument and taking risks, because E ogni passo avviene senza mai dimenticare le radici, for talented people the horizon is always full of storms, quello spicchio di Monfalcone che si può aprire in ogni never a calm sky. momento, per ritrovare il calore rassicurante di casa. Non And everything is done without forgetting her roots: aspettatevi grandi risposte da lei, Elisa è lontana da quei that little bit of Monfalcone that is ready at any time, fiumi di parole con i quali si bagnano i giornalisti che la inwhen the reassuring warmth of home is needed again. tervistano. Le risposte di Elisa (PreDon’t expect elaborate answers mio Masi 2015 per la Civiltà Veneout of her, Elisa (Masi Civiltà VeFriulana di Monfalcone ta) sono in quello che dice, ma anneta Prize 2015) stands a long way che nel non detto. Come fanno i ha detto: «Con la mia from the flood of words used by marinai, perché in mare ci si inter- musica farò sognare tutti» the journalists who interview her. roga e ci si spiega tacendo. E come Her answers lie in what she says, From Monfalcone in Friuli, i musicisti veri, perché molto di loro, but also in what she doesn’t say. she said: “My music makes Like sailors, because at sea it’s the se non tutto, è già nelle canzoni.

everyone dream” 4


La popstar Elisa al talk show al teatro Filarmonico di Verona, dove le è stato consegnato il Premio Masi Civiltà Veneta “Per l’universo emotivo espresso dalla sua musica e per la sua autenticità artistica”. Pop star Elisa at the talk show in Verona’s Teatro Filarmonico, where she was awarded the Masi Civiltà Veneta Prize “For the emotional universe of her music and her artistic authenticity”.


“Mi ritrovo tra la mia gente anche se mi sento cittadina del mondo” “I feel at home here even if I count myself a citizen of the world”

Il potere della musica è ancestrale e indipendente dal luogo di origine, ma le radici contano. Quanto c’è in te della tua terra? Mi ritrovo tra la mia gente, mi sento simile a loro, anche se nel contempo mi sento cittadina del mondo. Credo ci sia un filo che lega noi stessi a qualcosa d’altro. Attraverso quel filo è difficile perdersi a lungo. Anche il silenzio, come le pause, sono parte di una canzone? È buffo, questa frase me la disse Pino Daniele, un grandissimo artista! Credo proprio di si! Non hai mai avuto paura della solitudine, nemmeno quando ti sei persa in colonia a 5 anni. Cosa ti fa paura? A volte sono ansiosa e protettiva verso i miei cari, come molte persone credo, in tempi come questi… In quale altra città vivresti? Sicuramente a Los Angeles. Cantautrice, polistrumentista, scrive sia in inglese sia in italiano, ottenendo riconoscimenti e successo anche in tutta Europa e in Nordamerica. Singer-songwriter, player of many musical instruments, writer of lyrics in both English and Italian, famous in both Europe and North America.

silence that talks. Like real musicians, because much of their being, if not everything, lies in the songs. The power of music is ancestral and independent of place, but roots count. How much does your land of origin count for you? I find myself when I’m with my people, I feel similar to them, even though I count myself a citizen of the world at the same time. I think there is a link that connects us with something different… this link means it’s difficult to get lost for long. Silences too, like pauses, they’re part of a song too? Funnily enough, that’s exactly what Pino Daniele, a really great artist, told me. Yes, absolutely! Have you ever been afraid of being alone, even when you got lost in a holiday camp at the age of 5. What is it that frightens you? Sometimes I get worried and protective towards my loved ones, like many people I think that in times like these… What other city would you like to live in? Los Angeles, without a doubt. Is there some song of yours that has taken shape in the place where you live? Yes, many of them. That’s where I often do my song writing.


C’è qualche tuo brano che ha preso forma nel luoWhat do you remember about your father’s house go dove vivi? in the Carnia woods? Sì, molti. Spesso è qui che scrivo. I remember the river that ran through the property, Cosa ricordi della casa tra i boschi della Carnia di and its sound, the Alpine huts and the stretches of tuo padre? grass with their particular smell and the flowers dotted Ricordo il fiume che attraversava la proprietà, il suo ruaround up there. more, le malghe e le distese di prati con l’erba che aveWhat will you teach your children and what have va un odore particolare e i pochi fiori che c’erano lassù. you learnt from them? Cosa insegnerai ai tuoi figli e cosa hai imparato da To be themselves and not to be afraid of searching for loro? happiness. I have learnt the same thing. Ad essere loro stessi e a non aver paura di cercare la feOne gets the impression that you have two states of licità. Io ho imparato la stessa cosa. mind: one gentle and tender, the other angry and In te sembrano convivere due anistrong. Is this just an impression? me: una dolce e tenera, l’altra rabI think that’s right and that the two biosa e forte. È solo un’impresstates of mind are complementary. “Gli artisti sono sione? Is it true that you once wrote in affascinati dalla poesia Penso sia così e le due anime convian exercise book: “My music will e dalla complessità vono completandosi. make the world dream”? dell’animo umano” È vero che una volta hai scritto su Yes, it’s true! un quaderno: “Io farò sognare il Jim Morrison or Rimbaud? “Artists are fascinated mondo con la mia musica?” Jim Morrison. by poetry Si, è vero! Patti Smith or Baudelaire? and by the complexity Jim Morrison o Rimbaud? Patti Smith. Jim Morrison. Or are they all equally damned? of the soul” Patti Smith o Baudelaire? I don’t think it’s damnation exactly. Patti Smith. Just people, who are fascinated by O sono tutti figli della stessa dannazione? poetry and the complexity of the human spirit. Non credo sia esattamente una dannazione. Piuttosto Is there anyone greater than the Beatles? esseri affascinati dalla poesia e dalla complessità dell’aI don’t think so. Michael Jackson and Elvis Presley are nimo umano. on the same level. C’è stato qualcuno più grande dei Beatles? Photography is one of your great passions. Is it true Non penso. Michael Jackson ed Elvis Presley sono allo that the connection between telling a story with stesso livello. sounds and telling it with pictures is observation La fotografia è una tua grande passione. Il punand picking out details? to di contatto tra raccontare per suoni e raccontare I would say so. Details sums up everything, when the per immagini è la capacità di osservare e cogliere il story works. particolare? What has music given you and what has it taken Direi di sì. Il particolare che sintetizza tutto, quando il away? racconto è riuscito. It’s given me the life I wanted to lead. I don’t think it’s Cosa ti ha dato la musica e cosa ti ha tolto? taken anything away from me that I really wanted. Mi ha dato la vita che volevo vivere. Non credo mi abbia tolto nulla che volessi veramente.

Massimo Cotto ha diretto Rockstar e lavorato per riviste internazionali. Vent’anni in Rai, poi Radio24, Capital e Virgin Radio, autore televisivo (Sanremo, Castrocaro, Rock Café, The Voice…) e per il teatro (Cry Baby, All’ombra dell’ultimo sole, Chelsea Hotel). Direttore artistico del Premio De André e del Premio Faletti, presidente di Area Sanremo, ha all’attivo numerosi libri.

Massimo Cotto has directed Rockstar and worked for international magazines. Twenty years at rai, then Radio24, Capital and Virgin Radio, TV screenwriter (Sanremo, Castrocaro, Rock Café, The Voice…) and playwright (Cry Baby, All’ombra dell’ultimo sole and Chelsea Hotel). Artistic director of De André Prize and Faletti Prize, President of Area Sanremo, author of numerous books.

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PREMIO MASI MASI PRIZE

“IL FUTURO DELLA CUCINA MONDIALE È L’ITALIA” “THE FUTURE OF WORLD COOKING IS ITALY” Cruditè: creazione di Massimiliano Alajmo. Cruditè: by Massimiliano Alajmo.

di Fernanda Roggero

Massimiliano Alajmo: “Il motivo? Da noi c’è tanta ricchezza inesplorata” Massimiliano Alajmo: “The reason? There’s much unexplored richness with us” Come tutte le vere rock star non ha bisogno di star semLike all true rock stars he doesn’t need to be on stage pre sul palcoscenico. E sicuramente non si riconosceall the time. And he certainly wouldn’t recognise this rebbe in questa definizione. Me ne assumo io la comdescription of himself. I take full responsibility. Nobody pleta responsabilità. Nessuno penserebbe al riservato would ever consider the reserved Massimiliano Alajmo Massimiliano Alajmo come a un divo. Eppure anche nei a diva. And yet even the greatest rock groups have grandi gruppi rock le vere menti creative se ne stavacreative minds that keep their distance, and singleno appartate, concentrate sulla propria ricerca, determimindedly concentrate on their own research. Just like nate e tenaci. Proprio come lui. Lo incontro al Premio him. I met him at the Masi Prize, where he had just Masi per la Civiltà Veneta che ha appena ricevuto dalle received the Civiltà Veneta from the hands of Sandro mani di Sandro Boscaini. E la prima domanda non può Boscaini. So the first question can’t be other than what che essere cosa significa per lui questo riconoscimento: this Prize meant to him: «It’s an award from the Veneto «È un riconoscimento del Veneto per il Veneto, amplifica to the Veneto, it enhances a sense of belonging. And il senso di appartenenza. E ci consente di portare all’eit means we can take a clean and authentic image stero un’immagine pulita, autentica. Far coesistere diverabroad. Allowing different systems of excellence to cosi sistemi di eccellenza è un elemento di forza e la diffeexist is an element of strength and differences are a renza è il punto di congiunzione». way of bringing us together.» Quanto è forte il legame della cuHow strong is the link between MasAl cuoco padovano cina di Massimiliano Alajmo con il similiano Alajmo’s cooking and the il Premio Masi territorio? territory? Il mio è un atteggiamento libero, la cuMy links are loose. Cooking is made per la Civiltà Veneta cina è fatta di molte cose, ma certo, riof many things, but certainly it always Masi Civiltà Veneta parti sempre da quello che ti è stato starts with what you’ve been given. Prize for this chef consegnato. Questo è il vero senso delThis is the real meaning of tradition. My la tradizione. La mia idea è ben rappreidea is summed up in the title of our from Padua sentata dal titolo del nostro ultimo libro latest book, Fluidity. It’s the synthesis 8


Massimiliano Alajmo, ďŹ glio di ristoratori veneti, è il piĂš giovane cuoco della storia ad ottenere la Terza Stella Michelin. Massimiliano Alajmo, from a Veneto family of restaurateurs, the youngest chef ever to be awarded Three Michelin Stars.

Didascalia. Traduzione.


“La mia è un’idea di cucina molto naturale che esprime grande rispetto” “My idea of cooking is a very natural one, full of great respect”

Fluidità. È la sintesi di tre grandi percorsi di ricerca su leggerezza, profondità, liquidità. Ti abbandoni al percorso fluido di un cibo, a ciò che è segretamente nascosto all’interno della materia. Come nasce un nuovo piatto? Dalla curiosità. Non esiste una regola fissa. Forse l’unico criterio è l’ascolto della materia prima, farsi illuminare da essa. Un caffé che profuma di capperi, uno zafferano che richiama la liquirizia… così nascono commistioni e legami. In ultima analisi è sperimentazione della materia. Quanta scienza c’è in cucina? Recentemente ho acquistato un libro francese dei primi del Novecento in cui si parla proprio di questo. La fisica è dentro la cucina, non si può prescindere, si tratta pur sempre di un carosello di reazioni. Il mio approccio è legato all’ascolto della materia, alla scoperta dei suoi misteri. Quale materia prima l’affascina di più al momento? Sto lavorando molto sui legumi, cercando di agire per sottrazione: estrarre le varie strutture utilizzando unicamente la materia prima che hai davanti. È un’idea di cucina molto naturale, che esprime un senso di grande rispetto. Un tempo tutti mangiavamo tutto: oggi il ristoratore si trova davanti ospiti con mille restrizioni alimentari. La dieta vegetariana e quella vegana registrano un vero e proprio boom. È qualcosa che conosco da vicino: mia madre è vegetariana da trent’anni. Spesso però gli estremismi lasciano trasparire la ricerca di qualcosa in cui credere. Il cibo a un bivio: o diventa commodity o viene messo sull’altare?

La mia cucina è sintesi di leggerezza, profondità e liquidità. My cooking is a synthesis of lightness, depth and liquidity.

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of three great strands of research – on lightness, depth, and liquidity. It’s about diving into in the fluid story of a food, into what is secretly hidden inside its material make-up. How does a new dish start? Out of curiosity. There are no fixed rules. Perhaps the only hard and fast rule is to listen to the raw material, get inspired by it. A coffee with aromas of capers, saffron with hints of liquorice… this is how food compositions are made. It’s all to do with experimenting with raw materials. How much science is there in cooking? I have recently bought an early twentieth century French book that is exactly about this. There is physics in the kitchen, you can’t pretend there isn’t, but it’s always a merry-go-round of reactions. My approach is based on listening to the raw materials, discovering their secrets. What is the raw material that you are most fascinated by at the moment? I am working a lot with vegetables, seeing what happens with extraction. Extracting the various structures using only the raw materials in front of me. It’s a very natural concept of cooking, expressing a sense of great respect. Once upon a time everyone ate everything: today restaurants find themselves faced with guests with thousand of dietary restrictions. Vegetarianism and veganism are having quite a boom. This is something I know about first hand: my mother has been a vegetarian for thirty years. Often however, extremism leads to research into something you can believe in. Food is at a crossroads: is it going to be a commodity or will it be put on a pedestal?


I Premiati davanti alla botte di Amarone del Premio: da sinistra Carlo Rovelli, Giuseppe De Giorgi, Elisa, Massimiliano Alajmo, Giuseppe Martelli e il vicepresidente della Fondazione Masi Sandro Boscaini. The Prize winners in front of their barrel of Amarone: from left, Carlo Rovelli, Giuseppe De Giorgi, Elisa, Massimiliano Alajmo, Giuseppe Martelli and Masi Foundation Vice-president Sandro Boscaini.

Magari fosse messo sull’altare! L’eccesso porta alla scelta, questo è frutto del benessere, che poi non è vero benessere. Un giudizio sulla spettacolarizzazione del cibo in tv? Appunto, non è cucina, ma spettacolo. I reality sul cibo, che peraltro conosco poco, sono un’istantanea sociologica del mondo occidentale. Un profumo non può passare lo schermo. E nemmeno una bruciatura. Paul Bocuse l’ha detto: «Io ho fatto uscire i cuochi, adesso è ora che tornino in cucina». Massimiliano Alajmo questa filosofia l’ha fatta propria da sempre, no? Credo che il mio mestiere sia quello di stare in cucina. Non mi piacciono le distrazioni, cerco di concentrarmi su quel che faccio. Abbiamo anche ristoranti all’estero, ma tutta la ricerca e lo sviluppo dei vari menù viene fatto a Padova. Quale sarà il nuovo trend della cucina mondiale, dopo l’epopea Adriá e la vague nordica? Sarà l’Italia! Da noi c’è tanta ricchezza inesplorata. Un vero giacimento.

Fernanda Roggero, Food&Wine editor de “Il Sole24Ore”, dove segue anche Food24 online, e per cinque anni ha diretto il mensile “Ventiquattro”. Si occupa di lifestyle nei talk show di 24OreTv. Ha curato la collana de “Il Sole24Ore” I segreti dei grandi chef e il progetto per Expo I mestieri del cibo.

If only it were on a pedestal! Excess leads to choice; this is the result of well-being, which then isn’t real well-being. Your thoughts on the explosion of TV-shows about cooking? That’s just it; they’re just TV-shows, nothing to do with cooking. Reality shows based on food, which actually I know little about, are a sociological phenomenon of the western world. Aromas can’t get through the screen. A bad scald can’t either. Paul Bocuse once said: «It’s me that let the chefs out; now it’s time they went back to the kitchen.» Massimiliano Alajmo, this is what your philosophy has always been, isn’t it? I think that my job is to stay in the kitchen. I don’t like distractions and I try to concentrate on the job in hand. We also own restaurants abroad, but all the research and menu development happens here in Padua. What will the new world restaurant trends be, after the Adriá epoch and the Nordics? It’ll be Italy! There’s a lot of unexplored richness with us. A whole wealth to be discovered.

Fernanda Roggero, Food&Wine Editor of “Il Sole24Ore”“, where she also manages Food24 online, and was director of monthly “Ventiquattro” for five years. In charge of “lifestyle” for 24OreTv talk shows and architect of I segreti dei grandi chef for “Il Sole24Ore” and the expo project I Mestieri del cibo.

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PREMIO MASI MASI PRIZE

“DELUSO DAL ’68 HO TROVATO LA LIBERTÀ NELLA FISICA” “DISILLUSIONED WITH ’68 I FOUND FREEDOM IN PHYSICS” Carlo Rovelli riceve il Premio da Marco Vigevani. Carlo Rovelli receives his Prize from Vigevani.

di Giovanni Caprara

Il veronese Carlo Rovelli e il duplice successo da scienziato Carlo Rovelli from Verona; his double success as a scientist «Deluso dal fallimento del ’68 ho trovato la libertà nel«Disillusioned with the failure of ’68 I found freedom in la fisica» ammette Carlo Rovelli. E le rivoluzioni del temphysics,» confesses Carlo Rovelli. In fact, his own form po le ha cercate nelle formule e nei concetti che allarof revolution was found in the ideas that widen our gano la conoscenza del nostro mondo. Con un duplice knowledge of the world. His success is a double one: successo: nei campi in cui ha spinto il suo pensiero di both in his scientific research and in his passion for exscienziato e nella passione per raccontarli. plaining it to us. Carlo Rovelli, veronese di nascita, era andato di malavoOriginally from Verona, Carlo Rovelli accepted a place glia all’università di Pittsburg (Usa) alla scuola di relativiat the School of Relativity at Pittsburgh University in usa tà dove lo avevano chiamato, rimanendoci poi per dieci with great reluctance, and then stayed for ten years. anni. Il tempo e lo spazio, da quel momento, occupavaFrom that time on, time and space were uppermost no la sua mente entrando nella sfida della fisica di oggi in his mind in what has become the reconciliation of rappresentata dall’unione dei concetti delle teorie della Einstein’s theories about relativity with quantum merelatività einsteiniana con la meccanica quantistica. Nelchanics. The idea behind all the meticulous research is lo sfondo dell’ardua ricerca c’è il sogno di arrivare ad to arrive at a “theory of everything” capable of describuna “teoria del tutto” capace di fondere insieme in una ing nature in a single expression. Many physicists have sola espressione le idee in grado di decifrare la natura. concentrated on “string theory” in recent decades, but In questa direzione è andata negli it’s all been very theoretical and ultimi decenni la “teoria delle strinlacked proof. Other physicists have “Esiste un tempo ghe” impegnando numerosi gruppi concentrated on an area that is per ogni fenomeno, di fisici; ma tutto rimaneva sempre less wide-ranging, but equally imnei confini teorici senza raccoglieportant: the birth of quantum gravnon il tempo assoluto” re alcuna prova. Su un obiettivo pur ity, which is Rovelli’s speciality. “There is a time uguale ma meno totalizzante si conAfter his experiences in America, for every phenomenon, centravano altri fisici favorendo la Rovelli chose to go to the Univerthere’s no absolute time” sity of Marseilles rather than accept nascita della gravità quantistica, area 12


«Il tempo non è fondamentale nell’universo e si può immaginare un mondo senza tempo», afferma Rovelli, e intanto il suo volumetto Sette brevi lezioni di fisica è entrato nella top ten delle vendite per il Sunday Times. «Time is not an intrinsic part of the Universe and a world without time is conceivable,» says Rovelli. His book “Seven brief lessons on physics” has reached the Sunday Times top ten best sellers’ list.


di ricerca della quale Rovelli divena professorship in Rome. His exta un maestro. plorations into time were revealing “Mi sono appassionato Dopo l’esperienza americana Carlo a questi temi all’università discoveries that were ever-more Rovelli accettava la proposta dell’uprovocative and sometimes quite leggendo Einstein” niversità di Marsiglia preferendoincredible: «The truth is – he says – “I got interested in these la ad una cattedra vinta a Roma. Inthat there are many different times, tanto le sue esplorazioni del tempo a different time for every phenomthings at University, scavavano rivoli sempre più proenon. They are all different and reading Einstein” fondi rivelandoci dimensioni stimorelate to something specific rather lanti e talvolta incredibili: «In realtà than having the absolute values – precisa – esistono tanti tempi diversi, ognuno per that we like to attribute to them.» ogni cosa, per ogni fenomeno. Ma tutti differenti e rifeHow did you come to choose this line of enquiry? riti a qualcosa di specifico e non col valore assoluto che «I wanted to do it even when I was a student at universiamo inclini ad attribuirgli». sity reading Einstein. I followed my own feelings and it Ma come mai la scelta di questi temi d’indagine? all came about more or less by itself.» «Mi hanno appassionato ancora quando ero studente As an example, and to explain himself fully he adds: all’università leggendo Einstein. Poi ho seguito la curiosi«The time that we live in at home is useful for describing tà e la passione. Il resto è avvenuto abbastanza da solo». everyday things, but it won’t do for everything. In fact, he Per chiarirci meglio il suo pensiero e non lasciare dubbi adds provocatively, time is not a fundamental property aggiunge: «Il tempo che viviamo come la nostra casa è in the universe and you can imagine a world without it.» utile per descrivere fenomeni nella scala quotidiana, ma He explains more in his books: from Reality is not what non vale per tutto l’universo. Anzi – nota con un pizzico it seems (published by Cortina) to his latest work, Sevdi provocazione – il tempo non è fondamentale nell’uen brief lessons in physics (Adelphi), which even got niverso e si può immaginare un mondo senza tempo». into the top ten best sellers listed by the British Sunday E lo spiega nei suoi libri: da La realtà non è come ci Times. appare (Cortina) all’ultimo Sette brevi lezioni di fisiWhy is science so exciting? ca (Adelphi) entrato anche nella top ten pubblicata dal «Probably I am a bit of a romantic, an idealist and an Sunday Times britannico. ingenu, but the reason I like science is the same as

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«La mia passione è motivata dal desiderio di chiarire le cose, tipico degli adolescenti», così risponde Rovelli alle domande dei giornalisti «Ora mi occupo di gravità quantistica». «My desire is to answer a typical adolescent’s questions», Rovelli says in response to the journalists. «Now I’m dealing with quantum gravity».

Come mai la scienza è così stimolante? «Probabilmente sono un po’ romantico, idealista e ingenuo, ma il motivo per cui mi piace la scienza è quello che Tolomeo ha messo nel frontespizio del suo grande libro di Astronomia, duemila anni fa: “So che per natura sono mortale ed effimero, ma quando studio le danze dei corpi celesti, i miei piedi non toccano più terra, mi sento in presenza di Zeus e bevo il mio calice di ambrosia”». Nella scienza cerchi risposte o ti basta l’esplorazione della conoscenza? «Credo che la mia passione iniziale fosse molto motivata dalla confusione tipica degli adolescenti e dal desiderio di chiarire le cose. Non pensavo che in sé la scienza potesse rispondere alle mie inquietudini, ovviamente; ma volevo capire fin dove noi uomini eravamo arrivati nella comprensione delle cose della natura. O nel capire cosa fosse il nostro pensiero…». Perché ti piace scrivere libri, raccontare il tuo mondo? «Anche questo è venuto un po’ da sé, seguendo delle emozioni. Volevo condividere la passione che provavo per la scienza e ho cominciato a scriverla».

Giovanni Caprara, scrittore e caporedattore delle pagine della scienza del “Corriere della sera”, amante dell’astrofisica, è stato nominato Giornalista Scientifico dell’anno 2010 dall’Euroscience Open Forum. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni scientifico/divulgative tra cui Storia italiana dello spazio, L’era spaziale e Bersaglio nucleare.

Ptolemy’s inscription in the frontispiece of his great book on Astronomy two thousand years ago: ‘I know I am only a mortal and I am ephemeral, but when I study the dance of the celestial spheres my feet don’t touch the earth, I feel like I’m with Zeus, drinking a glass of ambrosia’ .» Do you look for answers in science, or is research enough for you in itself? «I think that my initial enthusiasm was largely motivated by typical adolescent confusions and the desire to categorise things. I never thought that science could solve my problems by itself, obviously, but I did want to understand where we humans had got to in the search for the understanding of Nature. Or what our thoughts were…» Why do you like writing books, talking about your world? «This was something that more or less just happened, too, by following my feelings. I wanted to share the enthusiasm that I had for science and so I began to write about it.»

Giovanni Caprara, writer and Editor-in-Chief of the Science pages of Corriere della Sera, lover of astrophysics, named Scientific Journalist of the Year in 2010 by Euroscience Open Forum. Author of various scientific and technical works, including Italian History of Space, The Space Age and Nuclear Weapons.

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PREMIO MASI MASI PRIZE

“DA SEMPRE UN AIUTO AI MIGRANTI IN MARE” “ALWAYS READY TO HELP MIGRANTS AT SEA” Giuseppe De Giorgi e Sandro Boscaini. Giuseppe De Giorgi and Sandro Boscaini.

di Gennaro Sangiuliano

“Il Grosso d’Oro Veneziano rende onore a uomini e donne della Marina Militare” “The Grosso d’Oro Veneziano pays tribute to the men and women of the Italian Navy” Negli ultimi anni si è parlato spesso di spostamento dell’asse globale degli interessi geopolitici verso l’Asia e, invece, gli ultimi eventi hanno riportato al centro dell’attenzione generale il Mediterraneo, diventato luogo di tensioni. Pur non volendo aderire del tutto alle tesi dello studioso americano Samuel Huntington sullo “scontro di civiltà”, è oggettivo constatare che il Mediterraneo costituisce la linea di faglia di tensioni geopolitiche, culturali ed economiche. Quanto conta lo strumento navale in questo scacchiere? L’indebolimento di alcune strutture statali verificatosi a seguito del fallimento delle Primavere arabe – risponde l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina – unito alla crescente spinta demografica e all’estensione del fondamentalismo islamico e dei correlati fenomeni terroristici in alcuni Paesi del nord Africa e del Medio Oriente registratisi nel recente periodo, hanno contribuito ad innalzare drasticamente i flussi migratori verso l’Europa, ponendo nuovamente l’attenzione dell’intera comunità internazionale sul bacino Mediterraneo. Il Mediterraneo, pur rappresentando l’1% della superficie acquea globale è interessato annualmente dal transito del 19% del traffico marittimo mondiale. L’Italia è il primo Paese in Europa per importazione annuale di merce via mare, con 185 milioni di tonnellate. 16

There has been much talk about the shift of the global axis of geopolitical interest towards Asia, but recent events have brought attention back to a new centre of tension: the Mediterranean. While not completely sharing the opinion of the American political scientist Samuel Huntington about the “clash of civilizations”, it can’t be denied that the Mediterranean represents a fault line of geopolitical, cultural and economic tensions. How important is naval power in this sector? The weakening of government structures that followed the failure of the Arab Spring – replies Naval Chief of Staff, Admiral Giuseppe De Giorgi – united with growing demographic pressures and the extension of Islamic Fundamentalism with links to terrorist activity in certain North African and Middle Eastern countries in recent times, has helped bring about drastic increases in migratory surges towards Europe. This has turned the attention of the entire international community towards the Mediterranean basin. Despite accounting for just 1% of the entire world surface area of water, the Mediterranean sees 19% of the world’s maritime traffic in a year. Italy is the biggest country in Europe for the importation of goods by sea, with 185 million tons.


Il Grosso d’Oro Veneziano è stato conferito alla Marina Militare Italiana nella persona dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. The Grosso d’Oro Veneziano was awarded to the Italian Navy in the person of Admiral Giuseppe De Giorgi.


Inoltre, occorre ricordare come la popolazione mondiale si stia concentrando entro i 200 km dalle coste e che la posizione strategica della nostra penisola e gli oltre 8.000 km di costa, impongono necessariamente la difesa, il presidio ed il controllo delle vie di accesso ai porti. Queste sono le principali motivazioni nazionali e di conseguenza internazionali che ci danno la certezza oggettiva di quanto possa essere essenziale lo “strumento navale” per l’Italia e per gli stessi motivi quanto sia importante la Marina italiana per l’Europa. Alla Marina Militare è stato conferito il Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano, assegnato in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera. La motivazione riconosce il valore di questa istituzione nel “diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando quella comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, progresso civile e pace”. Riconosce, dunque, “l’alto valore dell’opera umanitaria di soccorso in mare verso migliaia di migranti che ogni anno intraprendono il disperato viaggio della speranza alla ricerca di una vita migliore”. Cosa significa per lei un tale riconoscimento? E soprattutto quanto contano le parole della motivazione? Il premio conferitoci rende merito e onore a tutti i marinai che sono stati impegnati nell’Operazione Mare Nostrum e non solo. Infatti, anche prima dell’incremento del flusso migratorio che ha portato alla nascita di Mare Nostrum, la Marina con i suoi equipaggi e le sue navi è sempre intervenuta per aiutare i migranti in difficoltà. Un importante lavoro che continua comunque ad essere svolto anche dopo il termine di Mare Nostrum e la nascita di Mare Sicuro, operazione quest’ultima caratterizzata da differenti finalità. È il riconoscimento per l’impegno profuso dalle donne e dagli uomini della Marina, che cercano in tutti i modi di non lasciare indietro nessuno. Un impegno di ogni marinaio.Essere descritti come “una istituzione in grado di diffondere un messaggio di cultura, solidarietà, progresso civile e pace”, ci rende orgogliosi e fieri del nostro lavoro come Marina militare moderna ed attenta agli impegni istituzionali di difesa del Paese e di impegno civile a favore sia del-

La Fondazione Masi ha voluto riconoscere la Marina Militare come istituzione in grado di diffondere un messaggio di solidarietà, progresso civile e pace. The Masi Foundation gave the Italian Navy its award in recognition of its work in promoting a message of solidarity, civil progress and peace.

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Populations are growing in the area up to 200 km from Mediterranean coasts. This makes the strategic position of our peninsula with its more than 8,000 km of coasts important. So we need to concentrate on the defence, command and control of our access points at the ports. These are the principal national, and therefore also international, reasons why we can be certain that “the navy tool” is essential for Italy, and we can be certain that the Italian Navy is essential for Europe, too. The Italian Navy (Marina Militare) received the Masi Grosso d’Oro Veneziano Prize in a joint award in collaboration with the Corriere della Sera Foundation. The citation recognises the value of the Navy’s work in «spreading a cultural message in the world, and creating an understanding between the peoples that develops into civil solidarity, civil advancement and peace». It recognises «the high value of the humanitarian rescue work at sea for the thousands of migrants who undertake desperate journeys in the hope of finding a better life every year». What does this recognition mean for you? And above all, how correct are the words of the citation? This award is a tribute to all the sailors who have been involved in Operation Mare Nostrum and beyond. In fact, even before the increase in migration that led to the setting up of Mare Nostrum, the Navy was always involved in rescuing migrants in difficulty. This important work continues to be carried out now Mare Nostrum has finished and Mare Sicuro, with its different focus, has taken its place. The award recognises the deep commitment of the men and women of the Navy, who try in every way not to leave anyone behind.


la popolazione italiana sia di chi è in difficoltà e chiede aiuto. È questa l’anima “duale” della nostra Marina che questo premio mette sotto i riflettori. Nei secoli passati la Marina Militare – si pensi alla costruzione dell’impero britannico e prima ancora all’antichità di Roma – simboleggiava e costituiva il più efficace strumento di egemonia politica ed economica; si può dire che fosse l’elemento chiave della volontà di potenza. Chiuso il Novecento come possiamo configurare il ruolo di una forza navale? La Forza navale moderna deve essere modulare, in grado di esprimere le proprie eccellenze nel settore della difesa ma più in generale anche a beneficio della collettività, in contesti di emergenza dovuti ad esempio alle calamità naturali: è il principio del duale. Il mare è ancora un elemento cardine della potenza militare, politica ed economica di un Paese. Oggi, fa la differenza il tipo di Marina che opera in alto mare: sono diventati elementi essenziali l’aviazione della Marina e i reparti anfibi. Con aerei ed elicotteri, da portaerei e navi anfibie si trasportano e proiettano anche le truppe da sbarco. La Marina moderna ha sempre più in evidenza la sua anima multiruolo: mare, cielo e terra. La flotta moderna non può prescindere dall’alta tecnologia espressa dalle nostre ditte specializzate. Il progressivo invecchiamento delle navi e le ripercussioni sul piano nazionale ed internazionale di questa realtà chiede quali azioni si debbano mettere in essere per “invertire la rotta”. I costi ed i benefici? L’invecchiamento e la conseguente radiazione di un elevato numero di navi stavano delineando l’estinzione della capacità operativa della Marina Militare e, di conseguenza, della Difesa. Uno spiraglio di luce è stato fornito grazie all’intervento del Governo e del Parlamento, con il finanziamento della prima tranche di fondi per il rinnovamento della Flotta Navale. Un “investimento” sull’industria nazionale di circa 5,4 miliardi di euro per navi che saranno costruite in Italia e che porterà, tra l’altro, ad un ritorno economico per il Paese con un moltiplicatore equivalente a 3,6 per ogni euro investito. L’approvazione di una seconda tranche di investimenti comporterebbe la piena realizzazione del programma navale, consentirebbe il completamento del processo di rilancio già avviato ed eviterebbe così al Paese l’estinzione della propria Marina.

Gennaro Sangiuliano, vicedirettore del Tg1 della Rai, è stato direttore del quotidiano “Roma” di Napoli, vicedirettore di “Libero”. Collabora a “Il Sole24Ore”. È docente di Comunicazione Finanziaria presso la Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza” ed è direttore della Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno. Ha al suo attivo diversi libri.

This is every sailor’s duty. To be described as “an institution capable of spreading a message of culture, solidarity, civil progress and peace” makes us proud of our work as a modern fighting navy ready to undertake the defence of our country and civil commitments on behalf of both the Italian people and whoever is in difficulty and asks us for help. This is the “dual spirit” of our Navy, put under the spotlight by this prize. In centuries past the Navy was the symbol and instrument of political and economic power – one thinks of the making of the British Empire and, even before, the Ancient Romans – when it was the key element in maintaining power. Now the 20th century has gone, what is the role of a modern naval force? The modern Navy has got to be modular, showing its skill in defence but more generally acting on behalf of the collective in the case of emergencies due to natural calamities, for example. This is the principle of duality. The sea is still fundamental in terms of the military, political and economic power of a country. Today, the difference is the type of power the Navy uses on the high seas: the naval airforce and amphibious forces have become essential. Aeroplanes and helicopters launched from aircraft carriers, together with landing craft, transport amphibious troops. The modern Navy is ever more conscious of its flexible role, on land, sea and air. And today’s fleet must take full advantage of the high technology provided by our specialist industries. Ships are steadily getting older, national and foreign policy suffers from this progressive ageing: what is being done to “turn the tide”? What are the costs and benefits? The decommissioning of a high number of obsolete ships was affecting the operational capacity of the Navy, and consequently also Defence. A ray of hope has now been opened thanks to intervention from the Government and Parliament, and the first tranche of funds has been approved for the renewal of the Fleet. 5.4 billion euros have been “invested” in shipbuilding in Italy, which will, apart from anything else, have an economic return for the country of 3.6 for every euro invested. The approval of a second tranche of funds would enable the full naval programme to be carried out and would avoid the country having to see its Navy wiped out.

Gennaro Sangiuliano, Deputy Director of rai’s Tg1. Past publisher of the Naples daily paper “Roma” and Deputy Director of “Libero”. Contributes to “Il Sole24Ore”. Lecturer in Financial Communications at the Economics Faculty of the “La Sapienza” University and director of the School of Journalism at the University of Salerno. Author of several books.

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PREMIO MASI MASI PRIZE

“SENZA LA TECNOLOGIA NON NASCONO GRANDI VINI” “WITHOUT TECHNOLOGY GREAT WINES CANNOT START” Giuseppe Martelli firma la botte di Amarone. Giuseppe Martelli autographs the Amarone barrel.

di Giorgio Dell’Orefice

Martelli: “La civiltà del vino ha un nuovo grande alleato” Martelli: “The culture of wine has a big new ally” Ha accompagnato l’evoluzione del vino italiano che Having lived through the evolution of Italian wine over nell’arco di 40 anni è passato dall’essere bevanda di the last forty years, as it has developed from being an uso quotidiano e di consumo prevalentemente nazionaeveryday drink found predominantly on the national le a prodotto glamour, di moda e, soprattutto, apprezzamarket to a glamorous and fashionable product apto ormai più all’estero che in Italia. Giuseppe Martelli, per preciated more on the export market than in Italy, Giquarant’anni al vertice di Assoenologi, è il Premio Masi useppe Martelli, head of Assoenologi for four decades, 2015 per la Civiltà del Vino. is the winner of the Masi Civiltà del Vino Prize 2015. Nei suoi 40 anni di carriera, com’è cambiata la figuIn your 40-year career, how has the role of the oera dell’enologo? nologist changed? È cambiata moltissimo insieme all’evoluzione del settoGreatly, along with the evolution of the whole Italian re vitivinicolo italiano. Oggi anche i più scettici si sono wine sector. Today, even the greatest sceptics know convinti che la tradizione da sola non basta e che il that tradition alone is not enough and that wine, like vino, come qualsiasi altro prodotto biologico alimentaany other food product, needs technology to have asre, senza tecnologia solo casualmente può essere di sured quality. And when you talk about quality you talk qualità. E quando si parla di qualità si parla di tecnici, about technicians – oenologists and winemaking assisnel nostro settore di enologi e di tants in our sector – professionals enotecnici, cioè dei professioniwho are grouped together and “Grazie ai tecnici riusciamo sti che l’Assoenologi raggruppa e represented by Assoenologi. rappresenta. How is the taste of wine changad affermarci anche Come sta cambiando il gusto ing now national consumption nei Paesi emergenti” del vino considerato il calo dei is declining and export is grow“Thanks to wine technicians consumi interni e la forte spinta ing so strongly? we have succeeded dell’export? This is a complicated question. Il discorso è complesso. In sinteIn brief, I think that certain aroin establishing ourselves si ritengo che certi profumi, molti mas, many tastes, sensations

on emerging markets too”

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Giuseppe Martelli, direttore di Assoenologi, ha ricevuto il Premio Civiltà del Vino per «il contributo che la cultura e il mondo del vino ricevono dal suo impegno associativo e istituzionale». Giuseppe Martelli, Director of Assoenologi, was awarded the Civiltà del Vino Prize for «the effect of his work with associations and institutions on the culture and the world of wine».


“Anche nel nostro settore l’Italia deve fare più squadra” “Italians must be team players in our sector too”

sapori, insomma sensazioni ed emozioni che oggi apprezziamo nell’uva e nel vino sono sempre esistiti. Solo che, in passato, una tecnologia inadeguata non consentiva di metterli in evidenza per cui anche il consumatore acculturato si era fatto una concezione di alcuni vini che oggi ha abbandonato. Diverso il discorso per i consumatori dei Paesi emergenti dove spesso il vino viene inteso in modo assai diverso da come lo intendiamo noi. Qui il lavoro è stato arduo e lungo, ma le nostre etichette stanno riuscendo comunque a imporsi. Quali sono gli aspetti che il settore deve meglio sviluppare? Ritengo che nel settore vitivinicolo, come del resto in diversi altri comparti, l’Italia debba fare più squadra, nella convinzione che “uniti si vince” e che i concorrenti non sono più “quelli della porta accanto”. E non abbandonare mai la strada maestra che è quella della ricerca della qualità per tutte le categorie di vino: da quelli basic alle griffes. Per anni lei è stato anche al vertice del Comitato Vini Doc del ministero dell’Agricoltura. Che ruolo hanno avuto le denominazioni d’origine nello sviluppo del vino italiano? Un ruolo di grande rilievo. Nel 1980 il vino comune, “da pasto” come si chiamava allora, rappresentava quasi il 90% della produzione, oggi è al 30%. I vini a indicazione geografica protetta non esistevano e quelli a denominazione di origine erano solo il 12%; oggi toccano il

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and feelings that we recognise in grapes and in wines have always been there. It’s just that in the past a lack of technology meant that we weren’t able to bring them to the fore, so that even well informed consumers had preconceptions about some wines that have now been abandoned. The case of consumers in emerging countries is different; here, conceptions about wine are often quite different to the conceptions that we have ourselves. Work here has been hard and prolonged, but I think our wines are succeeding in establishing themselves nonetheless. What does the trade need to do to improve? I think that in the wine sector, like in other sectors, Italians should be more of a team: “united we win” is the belief; our competitors are no longer our “next-door neighbours.” And we must never deviate from the guiding rule that we need to find quality parameters for all categories of wine, from the most basic to the most prestigious. You have been head of the doc Wines Committee at the Ministry of Agriculture for years. What role have the denominations of origin had in the development of Italian wine? A very important one. In 1980 everyday wine, what we then called “vino da pasto” (food wine), represented almost 90% of production, today it’s 30%. The “indicazione geografica protetta” category didn’t exist and the “denominazione di origine” category accounted for just 12%; today dop accounts for 37% and igp 33%. If


Pagina precedente. Il Teatro Filarmonico affollato per il talk show del Premio Masi. Facing page. The packed audience at the Teatro Filarmonico for the Masi Prize talk show. A fianco. Il presidente di Assoenologi, Giuseppe Martelli, riceve il premio dal cav. Ezio Rivella, consigliere della Fondazione Masi. This page. President of Assoenologi, Giuseppe Martelli, receives his prize from Cav. Ezio Rivella, advisory member of the Masi Foundation.

37% e quelli Igp il 33%. Se poi andiamo a vedere le nostre vendite all’estero possiamo constatare che nel 2014 quasi l’80% dell’export è da attribuire ai vini Dop e Igp. Ma oggi non ci sono un po’ troppe etichette Doc? Non si rischia di inflazionare uno strumento importante? Le Doc sono una ricchezza da una parte, un limite dall’altra. Sono stato sempre dell’idea che le denominazioni che esistono solo “sulla carta” vadano eliminate. Prima non si poteva operare perché mancava lo strumento normativo. Oggi la legge 61/2010 all’articolo 9 permette la loro esclusione. Sto redigendo uno schema che mette in luce le Doc e le Igt non rivendicate. Mi auguro che il ministero lo approvi. Va comunque precisato che non è vero che l’Italia ha il doppio delle denominazioni d’origine della Francia. I cugini d’Oltralpe ne hanno 364 e noi 405. Sta di fatto che, da noi come da loro, poi, quelle importanti, ossia quelle nella mente del consumatore, sono assai meno. La differenza la fa il mercato. Per questo non va dimenticato che il riconoscimento di una denominazione è un punto di partenza e non di arrivo.

Giorgio dell’Orefice, laureato in Economia, diplomato in giornalismo alla Luiss dal 1998 ha lavorato per “Il Sole24Ore” e ora è vicecaposervizio di Agrisole, seguendo in particolare le tematiche del vino, dell’olio d’oliva, dei prodotti alimentari a denominazione d’origine e della pesca. Collabora con il sito www.ilsole24ore.com, con il canale Food24 e con il canale in lingua inglese Italy24.

we then look at exports we can see that in 2014 almost 80% of foreign sales were dop and igp. But aren’t there a bit too many doc categories now. Isn’t there a risk of over-burdening an important tool? On one hand the docs are a rich resource, on the other hand they’re a limitation. I have always thought that those denominations that only existed on paper should be eliminated. Once this was impossible to do, because there was no mechanism to do it. Now, Law 61/2010, article 9, permits their exclusion. I am drafting a scheme to highlight doc and igt denominations that are not being used now. I hope the Ministry will approve it. I would like to say, however, that it’s not true that Italy has twice the number of denominations of France. Our cousins over the Alps have 364 and we have 405. It is true that for us and for them too, the number of denominations that the consumer is actually conscious of is considerably lower. The market decides this. It should never be forgotten that the granting of a denomination category is a starting point, not a finishing point.

Giorgio dell’Orefice took his degree in Economics and has a diploma in Journalism from Luiss. Has worked for “Il Sole24Ore” since 1998 and is now Deputy Editor of Agrisole; specialises in wine, olive oil, protected food products and fishing. Contributes to www.ilsole24ore.com, the Food24 channel and the English-language TV programme Italy24.

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PREMIO MASI MASI PRIZE

LA TARGA GIORGIO BOSCAINI AL LEADER DEL DUTY FREE THE GIORGIO BOSCAINI PLAQUE FOR LEADERS IN DUTY FREE Gunnar Heinemann riceve la targa da Sandro Boscaini. Gunnar Heinemann receives the plaque from Sandro Boscaini.

Il prestigioso riconoscimento assegnato all’azienda Gebr. Heinemann A prestigious award for the Gebr. Heinemann company In occasione del XXXIV Premio Masi, Sandro Boscaini ha assegnato la “Targa Giorgio Boscaini” a Gebr. Heinemann, azienda leader nella gestione del business del Duty Free a livello globale. A ritirarla sul palco del teatro Filarmonico il coproprietario Gunnar Heinemann. Così Sandro Boscaini spiega lo speciale rapporto di collaborazione instaurato negli anni. «Oggi abbiamo voluto premiare e ringraziare Heinemann per dieci anni di amicizia e di collaborazione nel costruire il successo di Masi e nel promuovere la conoscenza dei valori veneti in tutto il mondo attraverso l’attività duty free. Heinemann è un’azienda cui ci sentiamo particolarmente affini, in primis per la capacità di conciliare la gestione familiare con un business su scala globale, in continua espansione dall’Europa alle Americhe all’Australia, e per la particolare attenzione che rivolge al vino, prodotto alimentare e prodotto della terra, ma che può trovare un proprio spazio nelle categorie del lusso del Duty Free». Gunnar Heinemann ha ricevuto il riconoscimento a nome di tutta l’azienda: «Siamo onorati dall’assegnazione della prestigiosa targa Giorgio Boscaini che suggella la lunga partnership tra le nostre aziende, entrambe familiari, fondata sull’eccellenza, la fiducia e la passione in comune per i vini raffinati».

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As part of the XXXIV Masi Prize, Sandro Boscaini awarded the “Giorgio Boscaini Plaque” to international leaders in the Duty Free business, Gebr. Heinemann. Up on stage to receive the award at the Filarmonico theatre was co-proprietor Gunnar Heinemann. This is how Sandro Boscaini explains a special relationship that’s grown up over the years. «Today, we want to give Heinemann an award in thanks for ten years of friendship and working together in the making of Masi’s success and the spreading of knowledge about Venetian Values in the world through the medium of Duty Free. We feel particularly close to Heinemann as a company, above all because of its ability to reconcile family management with a global business in continual expansion, from Europe to the Americas and Australia, and for the particular attention it pays to wine, which is a food product and a product of the land, but with its own proper space in the luxury section of Duty Free.» Gunnar Heinemann received the award on behalf of the entire company: «We are honoured to have been given the prestigious Giorgio Boscaini Plaque which sets a seal on the long partnership between our companies. Both are family run, both are founded on excellence, trust and a common passion for wines of distinction.»


DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS

IL “GROSSO” VENEZIANO REALIZZATO IN ORO THE “GROSSO” VENEZIANO MADE OUT OF GOLD Il “grosso” del maestro Zucchetta realizzato a cera persa. Maestro Zucchetta crafts a “grosso” using the “cire perdue” method.

La Fondazione Masi ha chiesto al maestro orafo Alberto Zucchetta di realizzare una riproduzione a tiratura limitata del “Grosso” veneziano, opera che verrà realizzata con l’antica tecnica della cera persa. Ma che cos’era questa moneta? Il ducato d’argento (comunemente Matapan, o grosso) è stato introdotto da Venezia tra la fine del XII sec. e l’inizio del XIII con il doge Enrico Dandolo (1192-1205) e la sua coniazione, iniziata nel 1194, si prolungò con qualche interruzione, per più di due secoli fino al 1361, finita con il dogato di Lorenzo Celsi, il quale non provvide mai a coniare il grosso della Serenissima. Il termine “grosso” deriva dalla radice gross-, moneta grossa “di grande modulo e peso”; il soprannome Matapan risale al termine arabo mautaban che significava “Cristo seduto”. Sul dritto è raffigurato San Marco che porge il vessillo al doge, al rovescio c’è Cristo seduto in trono. Il motivo della coniazione è da ricercare nel volume dei traffici veneziani che, annota Alvise Zorzi, era diventato tale da dover coniare una moneta stabile e solida, che semplificasse gli scambi commerciali: ecco il nostro denaro grosso, o grosso d’argento, immutato nel peso e nel titolo (2 g e 178 mg, a 968/1000) per vari secoli. «Il nome grosso, è contrapposto a quello del “denaro piccolo”, o semplicemente “piccolo”, sottolinea ancora Zorzi, del quale occorrevano 24 unità, successivamente portate a 26, per fare un grosso». Il denaro piccolo, rimase in funzione: soprattutto per il commercio al minuto e per il pagamento dei salari, mentre il grosso e i suoi multipli venivano utilizzati negli scambi con l’estero.

The Masi Foundation has asked the Master Goldsmith Alberto Zucchetta to make a limited edition replica of a Venetian “grosso”, which will be done with the ancient “lost wax” method. But what exactly is this coinage? The silver ducat (commonly called a Matapan, or “grosso”) was introduced into Venice between the end of the XII century and the beginning of the XIII century by Doge Enrico Dandolo (1192-1205). Starting in 1194, with a few interruptions it continued to be struck for more than two centuries until 1361, finishing during the reign of Doge Lorenzo Celsi, who never minted this particular coin. The term “grosso” comes from the word for “big”, big denomination and heavy weight. The name Matapan comes from the Arabic mautaban which means “Seated Christ”. On the obverse is Saint Mark offering a standard to the Doge, on the reverse is Christ seated in majesty. The reason for its introduction lies in the increasing volume of Venetian business, as Alvise Zorzi noted, which led to the need to create a stable and solid currency to simplify commercial transactions. The result was our “denaro grosso” or “silver grosso”, whose weight and purity (2 g and 178 mg, at 968/1000) continued unchanged for centuries. «The name grosso is in contrast to the “denaro piccolo”, or simply “piccolo”, Zorzi tells us, of which it would take 24 units, rising later to 26 units, to make a grosso». The piccolo kept its use in day-to-day transactions and in the payment of salaries, while the grosso and its multiples were used in foreign trade. 25


VITE E VINO NELLE VENEZIE VINES AND WINE IN THE VENETIAN AREA

EMOZIONI E PASSIONI NELLA TENUTA CANOVA EXCITEMENT AND PASSION IN TENUTA CANOVA di Andrea Andreoli

Vicino al lago di Garda, il nuovo racconto dell’identità di Masi Masi’s new signature winery near Lake Garda Emozioni e passioni. Cuore antico e innovazione. Tradizione e modernità. Sono i binomi che da sempre caratterizzano Masi Agricola e che si ritrovano magicamente anche nella nuova cantina, la “Tenuta Canova” a Lazise. Una quarantina di ettari di vigneto, dove si coltivano le uve tipiche del veronese – Corvina, Rondinella e Molinara – oltre a un suggestivo uliveto. Il tutto è a soli sei chilometri in linea d’aria dalla sede storica di Masi, a Gargagnago, e a due chilometri dal lago di

Excitement and passion. Ancient roots and innovation. Tradition and modernity. These are the binomial combinations that have always been part of the character of Masi Agricola and which are to be found magically in the new Tenuta Canova winery in Lazise. The estate comprises 40 hectares of vineyards, producing the classic Veronese varieties – Corvina, Rondinella and Molinara – and a beautiful olive grove, and it lies just six kilometres as the crow flies from Masi’s historic


Quaranta ettari Garda e in uno scenario seducente e arheadquarters in Gargagnago, and two monico, capace di esaltare i concetti che kilometres from Lake Garda. inseriti in un hanno fatto la storia di quest’azienda: a The setting is captivating and congenial, paesaggio unico partire dalla terra, dal vigneto per arrivawell suited to enhancing the concepts Forty hectares re poi alla cantina, dove si affina un vino that lie behind the company’s history. simbolo, un’icona per Masi come CamStarting with the land, its vineyards, and in unique pofiorin, e all’area hospitality, che svethe winery, where Masi’s icon wine, Camcountryside la in fondo il racconto di questa azienda, pofiorin, undergoes its maturation. Then diffondendo il brand come si dice in gerthere’s the hospitality area, where the go economico, ma rimanendo sempre legata alla radicompany’s message is revealed, “spreading the brand” ce, alla storia. as jargon calls it, but keeping close to roots in history. Poter effettuare visite guidate dei vigneti e della cantiGuided tours can be made of the vineyards and the na e poi degustare e scoprire le etichette Masi abbinate cellars, together with tastings and a chance to discover a piatti e a prodotti tipici del territorio, diventa un’emoother Masi wines paired with characteristic food prodzione che conquista il consumatore, un plus di sensaucts of the region. This is part of the excitement for zioni che Masi può mettere in campo proprio in un’area the consumer, an added bonus that Masi can bring to vocata per il turismo. «Il vino buono, di qualità è la chiaan area that is already well set up for tourism. «Good

Pagina precedente, in basso. La tenuta Canova si estende per 35 ettari a vigneto e 5 a uliveto a 2 km dal lago di Garda. Facing page, bottom. Tenuta Canova comprises 35 ha of vineyards and 5 ha of olive groves, 2 km from Lake Garda. Raffaele Boscaini prepara il risotto al Campofiorin in occasione dell’open house di ottobre. Raffaele Boscaini cooks risotto al Campofiorin at the Open House event in October.

ve di ingresso dei mercati. Ma questo ormai è appannaggio anche di altri Paesi» spiega Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola. «Noi in più abbiamo la storia, la tradizione, paesaggi unici come questo di Lazise. Ma dobbiamo poterlo spiegare. Dobbiamo poter far capire al turista e al potenziale cliente il lungo libro che sta dietro ad una nostra etichetta». E proprio questo “lungo libro” narra la filosofia, il mood di Tenuta Canova, dove accanto allo spettacolo dei vigneti, si possono scoprire la cantina, ammirare i processi di appassimento e affinamento che hanno fatto

wine, quality wine is the key to getting on the market. But other countries can do this as well,» explains Sandro Boscaini, President of Masi Agricola. «We have got something more: history, tradition, beautiful countryside like here in Lazise. But we have to be able to communicate all this. We must make both the tourist and the potential client understand the long story that is behind our wines.» And it is this same long story that is behind the philosophy and spirit of Tenuta Canova, where the winery can be explored in the setting of the vineyards, and where 27


di Masi il brand della Valpolicella più conosciuto e rinomato nel mondo. Completano l’opera il Wine Shop e il Wine Bar, che consentono di “leggere” tutto il racconto di una storia secolare fatta di terra, di lavoro, di spirito di innovazione, di gusto del buono e del ben fatto, nelle varie bottiglie che si possono degustare e comprare. «Noi rimaniamo quelli che siamo da sempre – prosegue Sandro Boscaini – facciamo vini di qualità, vogliamo interpretare il nostro territorio, facendoci ambasciatori nel mondo di vini d’assoluta eccellenza, come l’Amarone. Vogliamo provare a trasmettere il pathos e la cultura che stanno dietro ad una bottiglia, e vogliamo raccontarla a chi ci incontra anche qui sul lago di Garda».

the processes of appassimento and maturation that have made Masi the most famous brand of Valpolicella in the world can be discovered. The site is completed with a Wine Shop and Wine Bar where the various bottles available for tasting and purchase bring the “long story” to life with its centuries of tradition based on the land, and labour, striving for the best and the right way to do it. «We remain what we always have been – continues Sandro Boscaini – we make quality wines, we aim to be representatives of our territory, and ambassadors to the world of wines of undisputed excellence, such as


La tenuta Canova è stata inuagurata lo scorso ottobre all’insegna del sole, del buon vino e dell’ospitalità di casa Masi. Tenuta Canova opened last October in the name of sun, good wine, and Masi hospitality.


L’apertura al pubblico di Tenuta Canova va proprio in questa direzione: portare direttamente al consumatore finale tutta l’esperienza, la tradizione e la capacità di essere comunque al passo con i tempi di Masi. Rimane il cuore antico, ma sapendo anche ogni volta migliorare, pur restando sempre ancorati a radici importanti. «Tradizione e innovazione in fondo sono facce di una stessa

Amarone. We aim to communicate the feelings and the culture that are behind our wines, and we want to tell visitors about it, here near Lake Garda too.» The opening of Tenuta Canova to the public has been done exactly in this spirit: giving the consumer the chance to appreciate the tradition, experience and spirit that lies behind Masi. There’s an ancient heart be-


Pagina precedente, in basso. Ampi e arieggiati i locali per l’appassimento delle uve per la doppia fermentazione, da cui si produce il Campofiorin. Facing page. Ample, well-ventilated space for grape appassimento, as used in the double ermentation process employed for Campofiorin. Le cantine ove il Campofiorin affina in fusti di rovere da 600 litri. The cellars, where Campofiorin matures in 600-litre oak casks. Il wine bar e wine shop sono già molto frequentati dagli appassionati non solo di Campofiorin, ma anche delle altre proposte di Masi. The Wine Bar and Wine Shop are already much used by fans not just of Campofiorin, but of other products in the Masi range too.

medaglia», sottolinea Sandro Boscaini. «La tradizione è hind all this, but innovation is always important, even if un’innovazione che ha avuto successo». it remains anchored to strong roots. «Tradition and inLa sfida di Tenuta Canova è in fondo questa. In uno novation are two sides of the same coin,» explains Sanscenario che sembra dipinto da un dro Boscaini. «Tradition is innovation pittore impressionista si è nelle conthat has become successful.» Questo scenario sembra dizioni di fare un viaggio che non è In the end, this is the challenge that solo un’emozione per il palato, ma Tenuta Canova provides. In a setdipinto da un pittore proprio un tuffo in un mondo fatting that seems to come out of an impressionista to di saperi, di lentezza, di terra, di Impressionist painting, the experiA setting reminiscent intui-zioni, di laboriosità. Scoprire e ence offered is not just an advenof an Impressionist degustare le etichette del gruppo ture for the palate, but immersion Masi in questo contesto regalano into a world of particular know-how, painting un’esperienza sensoriale che, alla methodical working, emotional infine, trasmette proprio quell’armotelligence, hard work, and the land. nia, quello stile di vita, quella storia che gli altri Paesi, Discovering and tasting Masi wines produces a sensory che pur producono vini di qualità, non possono metteexperience made up of balance, style of life and hisre sul tavolo. tory that other countries, even if they do make quality In questo paesaggio quasi vellutato e musicale, invece, wines, can’t bring to the table. si è sul palcoscenico ideale per incontrare e assaporare This is the countryside, soft and almost musical in feel, proprio quel pathos che si nasconde dietro ad ognuno that provides the ideal setting to appreciate the full dei grandi vini Masi. sentiment hidden behind all Masi’s great wines.

Andrea Andreoli è ex atleta di serie A di tamburello, con studi non completati in Ingegneria, tributo alla parte matematica del suo animo. Nel 1991 inizia a scrivere per Il Nuovo Veronese, nel 1992 a collaborare con Telenuovo, nel 1993 è tra i fondatori della redazione padovana e dal 1994 ne diventa il caporedattore. Nel 2001 torna alla sede centrale di Verona come vicedirettore.

Andrea Andreoli, serie A player of tamburello, started a degree in Engineering thanks to his liking of mathematics. Began writing for “Il Nuovo Veronese” in 1991. Started working for Telenuovo in 1992; one of the founders of the Padua office in 1993 and made editor-in-chief in 1994. Returned to the Verona head office as deputy director in 2001.

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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

“LA METAMORFOSI DELLA MATERIA” PER MASI CONTEMPORARY ART 2015 “THE METAMORPHOSES OF MATTER” FOR MASI CONTEMPORARY ART 2015 di Claudio De Min

La svizzera Maya von Moos interpreta il Costasera con un’animazione 3d Maya von Moos, from Switzerland, constructs a 3d animation as an interpretation of Costasera Dalla Svezia alla Svizzera, da Stoccolma a Zurigo, da un uomo ad una donna, da un’arte tutto sommato tradizionale – la pittura e la scultura di Ernst Billgren, svedese, classe 1957, uno dei più accreditati artisti contemporanei del suo paese – a quella decisamente innovativa di Maya von Moos, svizzera di Chur, classe 1953, che – par-

From Sweden to Switzerland, from Stockholm to Zürich, from a man to a woman, and from Ernst Billgren’s traditional paintings and sculpture to Maya von Moss’s innovative 3d animation. The focus has moved from one of the most famous modern (class of 1957) Swedish artists to a Swiss citizen (class of 1953) from Chur who


Fare vino equivale a fare arte Making wine is like making art

tita dal disegno a china e dalla ceramica nelle sue esperienze giovanili in Oriente e dalla pittura e scultura coltivate a Firenze e a Ginevra – esprime oggi talento e ispirazione attraverso l’animazione 3d. È a lei che Masi ha chiesto di interpretare – con un’opera originale e dedicata – e impreziosire le bottiglie di Costasera 1999, dopo che per l’annata precedente, il 1998, toccò a Billgren con la sua “Natura e Cultura”. Costasera Contemporary Art si chiama il progetto – avviato due anni fa – che l’azienda dedica sia all’arte contemporanea sia al suo vino icona, affidando ad un artista di fama internazionale e originario di una nazione legata all’azienda e ai suoi vini, la realizzazione di un’opera ispirata all’Amarone Costasera da riprodurre poi nell’etichetta dell’annata scelta, in edizione limitata. Ne scaturirà non solo una vera e propria collezione d’arte,

began with Indian ink drawings and ceramics in her youth in the Orient and trained in painting and sculpture in Florence and Geneva before opting to express her talents with 3d animation. She’s the one Masi chose to create an original work of art destined to provide labels for bottles of Costasera 1999 after Billgren’s “Nature and Culture” was used for the 1998. The Costasera Contemporary Art project was launched two years ago and is dedicated to both contemporary art and Masi’s icon wine. It works by commissioning an internationally famous artist with origins in a nation linked to Masi and its wines to create a work of art inspired by Costasera Amarone which will then be reproduced on a limited edition label run of Costasera from a top vintage. The result is not just a valuable col-

Pagina precedente. L’opera di Maya si è basata sull’etichetta dell’Amarone Costasera. Facing page. Maya’s creation, inspired by the Costasera Amarone label. A fianco. Maya von Moos ha cercato la sintesi visiva e coloristica delle stagioni del vino. This page. Maya von Moos uses the seasons of wine to arrive at the form and colours of her creation.

ma anche un sodalizio con artisti contemporanei di tutto il mondo e un’occasione per supportare giovani artisti attraverso borse di studio finanziate dal progetto stesso che consentiranno loro di fare un’esperienza in Italia in un contesto artistico di eccellenza. Il termine “cultura” trova origine dal verbo “coltivare”, quindi nulla più della coltivazione della terra appare espressione del sapere millenario di un popolo, trasmesso di generazione in generazione in un continuo evolversi. Perciò non sorprende che l’arte e la produzione di vini eccellenti possano incontrar-

lection of art but also fellowship with contemporary artists from all over the world and a way of helping young artists with study bursaries financed by the project to enable them to visit Italy and study in a centre of artistic excellence. The term “culture” has its origins in the verb “to cultivate”, and it is nothing less than the cultivation of the land that is the expression of the millenary knowledge of a people that is passed down from generation to generation in a continuous evolutionary movement. It is hardly surprising then that two forms of culture, 33


si e piacersi al punto che unire l’Amarone Costasera all’arte, secondo Masi, appare una scelta persino naturale: il celebre vino da uve appassite, prodotto dai tempi degli antichi romani e divenuto oggi prezioso nettare dal gusto contemporaneo col nome di Amarone, incontra cosÏ l’arte nel segno di una vocazione comune. Senza contare che questo progetto non fa

one residing in art and the other in the production of top class wines, have their connections. Associating Costasera with art is a natural choice: the famous wine made from semi-dried grapes and produced since the time of the Ancient Romans, now in its modern incarnation as Amarone, meets art today in the celebration of a common vocation. Apart from anything else, this project serves to consolidate the


Un lungo lavoro dalle prove colore al passaggio in digitale. Many experiments in colour as the work becomes digital.


che percorrere e consolidare la strada del connubio fra i due mondi che da oltre trent’anni l’azienda esprime attraverso la sua Fondazione, come del resto certifica in modo inequivocabile il Premio Masi, ormai ad un passo dal trentacinquesimo anno di vita. Un punto di vista che Maya condivide in pieno presentando la sua animazione video, chiamata “La metamorfosi della materia”, che costituisce l’opera d’arte della seconda edizione del Costasera Contemporary Art: «Fare vino equivale a fare arte, trattandosi di un’occupazione umana quasi metafisica, essendo la trasformazione della materia prima in un prodotto creato e caratterizzato dall’uomo. Intervengono il macrocosmo e il microcosmo, la terra, i pianeti, il sole, le piante, la natura, il lievito ma anche i colori e le idee. Con dedizione e ispirazione, l’uomo è capace di creare frutti della terra, gioielli da godere. Ecco la profondità del messaggio che l’animazione 3d sa esprimere. La sintesi visiva è poi declinata sull’etichetta artistica». E se la scelta svedese fu frutto anche del particolare rapporto che quel paese ha sviluppato in questi anni con il vino principe prima ad p p dell’azienda ((Masi fu la p introdurre introd durre l’Amarone l’A ’Amarone in Svezia ia 255 annii fa fa e oggi ogg ggii l’8% l’ %

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marriage of the two worlds which Masi has promoted for more than thirty years through its Foundation and the Masi Prize, now at the threshold of its thirty-fifth year of life. This is a standpoint that Maya fully shares in her video animation called “The Metamorphoses of Matter”, the work of art resulting from the second edition of the Costasera Contemporary Art project. “Making wine is like making art – she says – it’s an almost metaphysical human occupation and the transformation of raw materials into a product created and shaped by man. The macrocosm and the microcosm are part of it: the earth, the planets, the sun, grapes, vines, nature and yeast, but colours and ideas too. With dedication and inspiration man is able to fashion produce from the earth, jewels to be enjoyed. This is the core of the message that my 3d animation expresses. A visual reproduction has been prepared for the art label.” If Sweden was chosen because of the particular link that the country has developed with Masi’s most emblematic wines (Masi was the first to introduce Amarone onto the Swedish market 255 yyears ago, g , 8% and an d today toda to dayy 8 % of the the total production goes there),


A lato. Rudi Bindella, Maya von Moos e Raffaele Boscaini hanno svelato l’opera artistica al Masi Wine Bar di Zurigo lo scorso 23 novembre. This page. Rudi Bindella, Maya von Moos and Raffaele Boscaini unveiled Maya's work of art at the Masi Wine Bar in Zürich on 23rd November this year.

dell’intera produzione viene assorbito proprio da quel Switzerland was chosen because of Masi’s historic mercato), quella svizzera fa seguito al legame storilinks to the country and because of Masi’s importer, co che unisce Masi a questo Paese e al suo importatoRudolf Bindella, who is himself a noted art expert and re Rudolf Bindella, che è anche esperto e collector. It was the Bindella company collezionista d’arte. Proprio in collaborazioin fact who helped set up the first Masi “L’ispirazione ne con l’azienda Bindella è stato inauguraWine Bar abroad, in Zürich, where Mato il primo Masi Wine Bar all’estero, a Zuriya’s work of art was presented on 23rd dai pittori go, dove è stata presentata il 23 novembre November this year. veneziani” scorso l’opera di Maya. «For me, the label of Masi’s Costasera “Inspiration «L’etichetta dell’Amarone Costasera di MaAmarone – explains Maya – opened the from Venetian si – ha spiegato Maya – mi ha ispirato, doors towards the opulence of Venice aprendomi le porte sia verso l’opulenza and the richness of the Valpolicella reartists” di Venezia sia verso la ricchezza della Valgion. I took my inspiration from Venice policella. Ho preso ispirazione da Venezia itself and its artists: red from Titian, green stessa e dai suoi pittori: il rosso di Tiziano, il verde di Vefrom Veronese, blue from Tiepolo and golden yellow ronese, il blu di Tiepolo e il giallo oro degli straordinari from the mosaics. My trip to Valpolicella showed me mosaici. Dal viaggio in Valpolicella ho portato invece con the magic that time performs in the transformation of me il ricordo della magia della trasformazione dell’uva grapes over the four seasons. I have sought to connel passare del tempo delle quattro stagioni. Ho cercadense all these nuances into a 3D animation, in a lanto di condensare tutte queste forti suggestioni in un’aniguage that is new and contemporary.» mazione 3d, in un linguaggio nuovo e contemporaneo».

Claudio De Min è inviato della redazione sportiva del quotidiano Il Gazzettino e, come per molti giornalisti sportivi, la sua seconda (o prima?) passione è l’enogastronomia, della quale si occupa realizzando ogni venerdì le pagine del Tempo Libero per il suo giornale e collaborando alle guide del Gambero Rosso e di Identità Golose.

Claudio De Min is the sports correspondent of the daily “Il Gazzettino” newspaper, and just like other sports journalists his second (or first?) love is food and wine, to which he has dedicated the “Leisure” pages of his paper every Friday, as well as collaborating with the Gambero Rosso and Identità Golose guides.

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VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE

IL VINO IN CUCINA: DAI RISOTTI AI BRASATI WINE IN THE KITCHEN: FROM RISOTTO TO CASSEROLES

Filetto di cervo e pera al recioto Angelorum, ristorante Tubladel. Fillet of venison and pear cooked in Recioto Angelorum, Tubladel.

di Giuseppe Casagrande

L’Amarone è in prima fila come ingrediente di piatti celebri Amarone is a favourite ingredient in many famous dishes Alzi la mano chi non ha mai assaggiato un risotto all’Amarone o al Teroldego o alle bollicine. Nell’immaginaria platea di buongustai vedo spuntare poche mani. Buon segno, significa che la buona tavola non conosce momenti di crisi nel Bel Paese. L’unico rammarico è per quella sparuta minoranza (nuove generazioni?) che non ha ancora avuto il piacere di assaporare, ad esempio, uno dei piatti simbolo della cucina triveneta: il ma-

Hands up anyone who has never eaten a risotto made with Amarone or Teroldego or sparkling wine. I don’t see many hands raised in the imaginary audience of food lovers in front of me. A good sign: this means that eating well is not going through any crisis here in Italy. The only problem is that there is a tiny minority (the younger generation?) who have not yet had the pleasure of tasting, for example, one of the


BRANZINO IN CROSTA DI SALE DI PIRANO E ERBE AROMATICHE DEL CARSO Ristorante Chimera di Bacco - Trieste chef Luca Morgan CREMA DI SALE Ingredienti: incorporate agli albumi le foglie di rosmarino (o altre erbe aromatiche in base ai gusti: timo, salvia, santoreggia, aneto, ginepro…) e montateli a neve ferma. Aggiungetevi il sale grosso e mescolate fino a ottenere un composto denso e cremoso. Preparazione: sul fondo di una teglia mettete uno strato di sale grosso ‘fresco’, appoggiate sul letto di sale il branzino eviscerato e coprite con la crema di sale. Infornate in forno già caldo a 180 gradi. Il sale assume il ruolo del forno e la crosta permette al pesce di rimanere morbido durante la cottura e di conservare tutti i sapori. Il piatto sarà pronto in 20-30 minuti, dipende dalle dimensioni del pesce. Trascorso il tempo di cottura, estraete il branzino dal forno, rompete la crosta di sale e procedete ad eliminare la pelle e a pulirlo. Note aggiuntive: il pesce preparato in questo modo è particolarmente delizioso, saporito, morbido, abbastanza salato e non richiede ulteriori interventi con spezie.

RISOTTO ALL’AMARONE Antica Bottega del vino - Verona chef Luca Nicolis 4 PERSONE Ingredienti: 320 g di riso carnaroli/vialone nano, 500 ml vino Costasera Amarone Masi, 60 g di burro, 50 g di formaggio parmigiano, brodo vegetale, sale. Preparazione: in una casseruola tostare il riso con 10 g di burro. Scaldare l’Amarone a parte e aggiungerlo al riso tostato una volta giunto a bollore. Far asciugare il riso e continuare a mescolare con un mestolo di legno mentre aggiungete il brodo vegetale per ultimare la cottura. A cottura ultimata (ca. 16/18 minuti) togliere dal fuoco e mantecare aggiungendo il burro e il formaggio parmigiano.

RISOTTO ALL’AMARONE Antica Bottega del vino - Verona chef Luca Nicolis

SEA BASS IN PIRANO SALT CRUST AND AROMATIC HERBS FROM THE CARSO Chimera di Bacco Restaurant - Trieste chef Luca Morgan SALT PASTE Ingredients: add herbs, rosemary or, according to taste, thyme, sage, savory, dill or juniper, to egg whites and beat into firm peaks. Add raw sea salt and mix to a thick and creamy paste. Preparation: sprinkle a layer of fresh sea salt on the base of a pan, place the washed and gutted sea bass on top, and cover with the salt paste. Bake in a preheated oven at 180ºC. The salt becomes an oven and the salt crust allows the fish to stay moist and keep all its flavours during cooking. Ready in 20-30 minutes, depending on the size of the fish. Once cooked, take the fish out of the oven, break the crust and prepare the fish for serving: clean and skin. Notes: fish cooked like this is particularly flavoursome and tender; it does not need the addition of any more salt or herbs.

4 PEOPLE Ingredients: 320 g carnaroli or vialone nano rice, 500ml Costasera Amarone, 60 g butter, 50 g parmesan, vegetable stock, salt. Preparation: toast the rice with 10 g butter in a saucepan. Bring the Amarone to the boil in another pan before adding the boiling wine to the rice. Cook the rice until the wine is absorbed. Finish the cooking process for the rice by adding vegetable stock and stirring with a wooden spoon. When done (16/18 mins), take the rice off the heat and dress by beating in butter and parmesan. 39


TAGLIATELLE ALL’AMARONE MASI CON PORCINI

TAGLIATELLE WITH PORCINI AND MASI AMARONE

Caci North Fork, North Fork, Southold, New York chef Marco Pellegrini

Caci North Fork -North Fork, Southold, New York chef Marco Pellegrini

PER LA PASTA Ingredienti: 300 g farina di frumento, 8 tuorli, 1 bicchiere di Riserva di Costasera Amarone, un pizzico di sale, un cucchiaio di olio di oliva. Preprazione: nel mixer mescolare farina, sale e olio, creare un buco e aggiungere i tuorli e l’amarone, poi amalgamare gli ingredienti, continuare a lavorare l’impasto fino a renderlo omogeneo; se occorre aggiungere poca farina alla volta. Lasciar riposare l’impasto per circa 30 minuti, affinché si ammorbidisca; infarinare l’impasto e stenderlo fino allo spessore gradito. Tagliare le sfoglie in strisce di circa 5-7 mm, spolverare con farina e smuovere in modo che non attacchino alla superficie. PER IL CONDIMENTO Ingredienti: 2-3 cucchiai di olio di oliva, 1 spicchio di aglio tritato, un po’ di peperoncino tritato, 8-10 porcini (i più piccoli sono più saporiti) a fettine, 2 manciate di prezzemolo tritato (un po’ tenerlo per decorazione), parmigiano grattuggiato, sale e pepe q.b. Preparazione: scaldare l’olio in una padella, aggiungere l’aglio e il peperoncino e rosolare per circa 30 secondi, finché l’aglio non ingiallisce, aggiungere i porcini, il sale e il pepe. Rosolarli bene e alla fine aggiungere il prezzemolo; cuocere 1-2 minuti le tagliatelle in acqua bollen-

AMARONE INFUSED TAGLIATELLE Ingredients: 300 g white pasta flour, 8 egg yolks, 1 cup of Riserva di Costasera Amarone, a pinch of salt and a teaspoon of olive oil. Preparation: combine the flour, salt and oil in a mixer. When the flour is well combined create a well in the center of the flour, and add the eggs and the Amarone and mix together. Continue mixing until everything is well combined and forms a doughy consistency. If needed, add more pasta flour so the doughy is firm. Let the dough sit for 30 minutes to let the dough set and soften. Flour the surface, and roll the pasta into sheets starting from 5 inch thickness to a ½ inch thickness. Lastly cut the pasta sheets to ¼ inch thickness for tagliatelle, dust with flour and run fingers through the pasta so it does not stick together. THE SAUCE Ingredients: 2-3 tablespoons olive oil, 1 clove garlic minced, 1 small thai chili minced, 8-10 porcinis (depending the size, the smaller are better) sliced thin, 2 teaspoons chopped parsley and more for garnishing, ½ cup freshly grated parmesan, salt and pepper to taste. Preparation: in a large pot heat the olive oil. Add the minced garlic and chili, and cook for 30 seconds, just

te salata, finché rimangano al dente. Scolare e mettere direttamente nella padella dei porcini. Aggiungere un po’ d’acqua di cottura, poi il parmigiano e il prezzemolo rimasto. Mescolare fino ad ottenere una salsa compatta, aggiustare di sale e pepe. Decorare con olio di oliva e prezzemolo.

before the garlic turns yellow. Add the sliced porcinis, salt and pepper. Fry the porcinis until golden brown and add parsley when the porcinis are almost finished. In a large pot, cook the tagliatelle for one to two minutes for al dente. When the pasta is finished cooking add it directly to the porcinis. Add some of the water the pasta was cooked in, along with the parmesan and parsley to finish. Stir to create a sauce consistency. Finish with salt and pepper to taste. Garnish with a drizzle of olive oil and parsley.

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A fianco. Ambasciatori della cucina italiana in Canada: Graziella Battista del ristorante “Graziella” di Montréal e Roberto Dante Martella del ristorante “Grano” di Toronto. This page. Ambassadors for Italian cuisine in Canada: Graziella Battista of the Graziella restaurant in Montreal and Roberto Dante Martella of the Grano restaurant in Toronto.

trimonio d’amorosi sensi tra il vino principe del Veneto, signature dishes of cuisine from the Venetian regions: l’Amarone della Valpolicella, e quei chicchi di riso che that marriage-made-in-heaven of the Veneto’s prince chef stellati, ma non solo (penso ad alcune umili osterie of wines, Amarone della Valpolicella, and the grains di campagna) trasformano in autentiche prelibatezze. of rice that Michelin-starred chefs and others (I’m In Valpolicella non c’è ristorante, trattoria o enoteca che thinking of modest country osterias) transform into non lo proponga. Ricordo (e paran authentic gastronomic delight. lo di 30 e più anni fa) uno straordiIn Valpolicella there’s no restauNon solo rosso: nario risotto all’Amarone insaporirant, trattoria or enoteca that anche il vino bianco trova to con un grande formaggio locale doesn’t have it on the menu. I restagionato, che ho assaggiato in member (and I’m thinking of more un suo spazio nobile una modesta, ma solo per l’amthan 30 years ago) a wondernella cucina delle Venezie biente, osteria con uso di cucina ful Amarone risotto flavoured with Not just reds: whites too (a quei tempi si chiamavano così) that great local cheese that I tried della Valpolicella, assieme ad un in a modest (only in terms of surhave a privileged place commensale amabilissimo: il comroundings) “osteria with kitchen”, in Venetian cooking pianto Giovanni Vicentini, raffinato as they used to call them then gourmet nonché autorevole accain Valpolicella, consumed with an demico della cucina. Ed ancora: ricordo i risotti all’Amaamiable companion, the late lamented Giovanni Vicenrone di Giorgio Gioco nel cenacolo veronese dei «Doditini, the refined gourmet as well as noted gastronomic ci Apostoli» o quelli al Teroldego proposti da Lucia Gius, historian. Other occasions: I still remember the Amnume tutelare della cucina trentina, a Maso Cananghel, arone risottos made by Giorgio Gioco in that temple o quelli al Lagrein Dunkel di Sergio Chiesa. of Veronese cooking, the «Dodici Apostoli» restaurant, Risotti che esaltano il ruolo del vino al pari dei brasaand the Teroldego risottos made by the guiding spirit of ti, degli stufati, degli stracotti, degli spezzatini, dei guazTrentino cuisine, Lucia Gius, at Maso Cananghel, or the zetti. Ricordo ancora (e vado indietro nella memoria, Lagrein Dunkel ones made by Sergio Chiesa. 41


FILETTO DI CERVO TUBLADEL

FILLET OF VENISON TUBLADEL

Ristorante Tubladel - Ortisei, Bolzano chef Daniele Gaudiello

Tubladel Restaurant - Ortisei, Bolzano chef Daniele Gaudiello

Ingredienti: 200 g filetto di cervo, fieno biologico, 1 l vino recioto Angelorum di Masi, 500 g sedano, rapa, 50 g prugne, 50 g mirtilli, zucchero, acqua q.b., 1 pera baby, 60 ml fondo di selvaggina, 1 cc cioccolato fondente Dimori, zenzero. Preparazione: rosolare il filetto nel burro con le erbe aromatiche. Metterlo in una placca con del fieno ed infornare a 170 gradi per 6 minuti. Lasciare riposare in un luogo caldo in modo che la carne si rilassi e si intenerisca. Per il puré di sedano: pelare e tagliare a tocchetti il sedano rapa, sbollentarlo in acqua salata, ultimare la cottura in una pentola con latte. Passare tutti gli ingredienti al bimby per ottenere una crema liscia. Aggiungere burro, sale e pepe. Per la pera: prendere una pera baby e metterla a marinare nel recioto per alcune ore. Portare il tutto a bollore e cuocere le pere per alcuni minuti affinché siano tenere ma leggermente croccanti. Per il chutney: cuocere prugne e mirtilli con poca acqua, zucchero, anice stellato e un stecca di cannella, ottenendo una classica marmellata. Come salsa usare un fondo di selvaggina con l’aggiunta di cioccolato fondente e zenzero.

Ingredients: 200 g fillet of venison organic hay, 1 cl Masi Recioto Angelorum, 500 g celeriac, 50 g plums, 50 g blueberries, 200 g sugar, water as necessary, 1 small pear, 60 ml game stock, 1 cc Dimori bitter chocolate, ginger. Preparation: Brown the fillet of venison in butter with aromatic herbs. Put on a baking tray with hay and roast at 170ºC for 6 mins. Leave to rest in a warm place so the meat relaxes and tenderises. To make the celeriac purée: peel and dice the celeriac, boil in salted water, finish off in a pan of milk. Pass through a vegetable ricer to make a smooth purée. Season with butter, salt and pepper. For the pear: marinate a small pear in Recioto for several hours. Poach the pear in the liquid for several minutes until soft but still with a slight bite. Bring to the boil and cook the pear for a few minutes until tender, but still a little crisp to the bite. For the chutney: cook the plums and blueberries together with a sprinkling of water, sugar, star anise and a cinnamon stick until reduced to a classic jam. For the sauce: use game stock with bitter chocolate and ginger.

ai tempi della Fieragricola di Verona) le serate in comRisottos enhance the role of wine, just like braised meat, pagnia di un facoltoso proprietario terriero che invitastews and casseroles. I still remember (this is way back va spesso alcuni amici giornalisti nella sua tenuta della at the time of the old Agricultural Fair) the evenings in Bassa Veronese ad assaggiare il «vero» – parole sue – the company of an absentee landlord who would inbrasato all’Amarone. Metteva la carne (cappello del previte journalist friends to his estate in the Lower Veronese te) sul fuoco al mattino con l’Amarone Costasera e la to eat “real” braised meat in Amarone (his words). He lasciava sobbollire tutto il giorno per would put feather blade steak on to servirla la sera. Sul tavolo non c’eracook in the morning, bathed in CostaUna zuppa no coltelli: non servono, diceva. Ed sera Amarone, and leave it to bubble con il Gewürztraminer aveva ragione: la carne era talmenall day, until evening. Knives were not te tenera che si mangiava con il cucput out on the table – he said they dedicata all’imperatore chiaio. Una bontà. weren’t necessary. Which was true, Francesco Giuseppe Fin qui abbiamo parlato di vini rossi. the meat was so tender it could be A soup made Ma anche i bianchi hanno da semeaten with a spoon. Delicious. with Gewürztraminer pre un ruolo importante in cucina. So far we’ve talked about red wines. Penso ai risotti con lo spumante, But whites have always been impornamed after Emperor penso alle capesante gratinate, pentant in the kitchen too. I’m thinking Franz Joseph so agli scampi e alle conchiglie cuof risotto with sparkling wine, scalcinate alla «buzara» e insaporite con lops au gratin, scampi and shellfish la Malvasia istriana. Penso alle salse, alle marinate e ai cooked «buzara» style and flavoured with Malvasia Istrimille sughetti che grazie al vino rendono anche i piatana. I’m thinking of the sauces, the marinades and the ti più modesti indimenticabili. A questo proposito Giuthousands of pasta dressings that make humble dishes seppe Maffioli, parlando di tradizioni venete, nella preunforgettable, thanks to wine. Giuseppe Maffioli, for exparazione dei sughi per la pasta a base di crostacei ample, talking about Venetian cooking traditions used 42


COSTINE DI MANZO BRASATE ALL’ITALIANA

ITALIAN BRAISED BEEF SHORT RIBS

Grano Restaurant - Toronto, Ontario chef Lucia Ruggiero-Martella

Grano Restaurant - Toronto, Ontario chef Lucia Ruggiero-Martella

Ingredienti: 3 kg costine di manzo, 60 ml olio extra vergine Serego Alighieri, 250 ml vino Campofiorin, 60 g pancetta a cubetti, 2 cipolle tritate fini, 4 spicchi d’aglio tritati fini, 1 cucchiaino di peperoncino in fiocchi o polvere, 2 carote tritate, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, 455 g pomodori freschi italiani, 250 ml brodo di manzo, 60 ml aceto balsamico, 2 foglie di alloro, 2 pizzichi di rosmarino e timo, 1 cucchiaino di origano secco. Preparazione: rosolare le costine in olio caldo, toglierle e trasferirle in un piatto. Nella stessa padella rosolare la pancetta 4-5 minuti finché diventa croccante. Aggiungere le cipolle e stufarle. Aggiungere aglio e peperoncino e mescolare, poi, le carote e il concentrato di pomodoro e cuocere per circa un minuto amalgamando il tutto. Aggiungere il Campofiorin, portare a bollore e girare per evitare che gli ingredienti attacchino. Aggiungere i pomidoro, il brodo, il balsamico e riportare a bollore. Portare il forno a 180°C. Rimettere le costine nella salsa al pomodoro. Aggiungere alloro, rosmarino, timo e origano e cuocere per 2 ore finché la carne sia tenera. Sfilare la carne dall’osso e aggiustare di sale e pepe.

Ingredients: 3 kg beef short rib, 60 ml Serègo Alighieri extra-virgin olive oil or equivalent quality, 250 ml Campofiorin, 60 g chopped pancetta, 2 finely chopped onions, 4 crushed garlic cloves, 1 tsp. chili flakes, 2 finely chopped carrots, 2 tbs. tomato paste, 455 g Italian chopped tomatoes (or equivalent), 250 ml beef stock, 60 ml balsamic vinegar, 2 bay leaves, 2 sprigs each fresh rosemary and thyme, 1 tbs. dried oregano. Preparation: heat oil to medium-high heat, sear the ribs until evenly browned. Transfer to a plate. Add the pancetta to the pot and sauté until slightly crisp, 4 to 5 minutes. Add onions and sauté until soft. Stir in the garlic and chili pepper flakes. Add the carrots, tomato paste and cook, stirring often, until well blended, about 1 minute. Add the Campofiorin, bring to a boil and stir to scrape up any browned bits on the pan bottom. Stir in the tomatoes and their juices, the stock, and vinegar and bring to a boil. Preheat an oven to 180°C. Return the ribs to the pot with the tomato mixture. Add the bay leaves, rosemary and thyme sprigs, and oregano. Cover and cook for 2 hours or until tender. To serve, strip meat from bones, and season with salt and pepper to taste.

consigliava un vino bianco secco per amalgamare gli aromi vegetali e spegnere l’afrore dell’aglio. Anche Pellegrino Artusi nelle ricette degli «umidi» (stracotti) consigliava un buon vino bianco o, in alternativa, un bicchiere di Marsala che diventa ingrediente indispensabile anche per insaporire le scaloppine. Altro piatto dove il vino bianco è protagonista è la mitica «Weinsuppe», la zuppa altoatesina al vino bianco (i puristi consigliano un vino aromatico: il Gewürztraminer) che Onkel Taa, patron del Ristorante-Museo Bad Egart di Tell di Parcines (siamo all’imbocco della Val Venosta), ha dedicato all’imperatore Francesco Giuseppe nobilitandola con alcune scaglie di tartufo bianco pregiato e pistilli di zafferano. Zuppa che serve in un simpatico secchiello di rame con alcuni crostini di Bauernbrot, il pane dei contadini. Da ultimo, dulcis in fundo, meritano un accenno i vini passiti che contribuiscono ad esaltare molti dolci al cucchiaio oltre al classico zabaglione, alle ciambelline, ai biscotti e alla frutta cotta «giulebbata». Dolci peccati di gola.

to advise using a dry white wine when cooking pasta with shellfish to amalgamate the aromas of the vegetable components and to mitigate the garlic. Pellegrino Artusi himself, when describing recipes for «umidi» (long-cooked stews) advised using white wine or a glass of Marsala, which then became essential ingredients for flavouring scallops of meat. Another dish where white wine plays a crucial role is the legendary white-wine-based «Weinsuppe» from Alto Adige. Purists advise using Gewürztraminer, the aromatic white wine. This is the soup that Onkel Taa, patron of the Ristorante-Museo Bad Egart at Tell di Parcines (we’re at the mouth of the Venosta Valley here) named after Emperor Franz Joseph, taking the dish even more up-market by adding white truffles and saffron. The soup is served in charming copper bowls with crostini made from Bauernbrot, “peasant bread”. Last but not least, it’s worth mentioning the sweet wines that go into enhancing many desserts: from the classic zabaglione to sponge cakes and biscuits, and baked fruit with wine, «julep» fashion. Sweet sins of the table. 43



CROSTATA DI FICHI E GELÉE DI AMARONE, GELATO AL RECIOTO

FIG TART WITH AMARONE GELÉE AND RECIOTO ICE-CREAM

Ristorante Graziella - Montréal, Québec creazione di Graziella Battista

Restaurant Graziella - Montréal, Québec created by Graziella Battista

PER L’IMPASTO Ingredienti: 2 tazze di farina di frumento, 1/2 tazza di zucchero, 1 cucchiaino di lievito, un pizzico di sale kosher, 110 g burro raffreddato e tagliato a cubetti, 1 uovo grande, 1 tuorlo grande, buccia di 1 limone grattuggiata. Preparazione: mescolare farina, zucchero, lievito e sale nel mixer. Aggiungere il burro e amalgamare finché non si spezzetta. In una ciotola sbattere l’uovo, il tuorlo e la buccia di limone, aggiungere il miscuglio al mixer. Lavorare fino ad amalgamare l’impasto. Togliere dal mixer, posare su una superficie infarinata e formare una palla. Non lavorarla troppo perché diventerebbe dura. Stendere dei dischi di circa 1 cm di spessore, avvolgerli nel cellophan e porli in frigorifero per circa 1 ora. Portare il forno a 190°C e preparare le teglie. Con un mattarello formare dei dischi da circa 20 cm di diametro, stenderli nella teglia lasciando un po’ di bordo. Ricoprire la pasta con marmellata di fichi, chiudendo eventuali buchi. Cuocere per circa 25-30 minuti e lasciar raffreddare prima di aggiungere la gelatina. PER LA GELATINA DI AMARONE Ingredienti: 500 ml Amarone Costasera, 60 ml sciroppo di zucchero (5 ml di glucosio, 32 ml zucchero, 23 ml acqua). Preparazione: portare a bollore e togliere subito dal fuoco. Aggiungere 4-5 fogli di gelatina (preraffreddati in acqua) al liquido. Mescolare bene e rovesciare sulla crostata, lasciar riposare in frigorifero. Servire a temperatura ambiente con il gelato al Recioto. PER IL GELATO AL RECIOTO Ingredienti: 2 tazze e mezza di ricotta, ½ tazza di zucchero, 4 cucchiai di Recioto Angelorum, 1 tazza di panna. Preparazione: nel mixer mescolare ricotta, zucchero e recioto finché siano amalgamate. Aggiungere la panna, continuare a mescolare. Mettere poi nella macchina per il gelato. PER LA MARMELLATA DI FICHI Ingredienti: 500 g fichi tagliati a spicchi, 200 g zucchero, ¼ lime. Preparazione: far sobbollire gli ingredienti per circa un’ora. Rimuovere il lime e refrigerare fino all’uso.

FOR THE PASTRY Ingredients: 2 cups flour, ½ cup sugar, 1 teaspoon baking powder, Pinch of kosher salt, 110 g unsalted butter, chilled, cut into cubes, 1 large egg, 1 large egg yolk, Grated zest of 1 lemon. Preparation: put flour, sugar, baking powder, and salt in food processor and blend. Add butter and blend until mixture resembles coarse crumbs. In a bowl, whisk the egg, egg yolk and lemon zest. With the food processor running, add the egg mixture through the feed tube. Process just until the pastry begins to come together. Remove from processor and place on floured surface, knead gently into a ball. Do not overwork or the pastry will be tough. Roll out into round disks about ½ inch thick. Wrap in plastic film and refrigerate for one hour. reheat oven to 375ºF/190ºC and prepare 9 inch spring form baking pans. With a rolling pin, flatten pastry disks into 10 inch circles. Place pastry in pans so it covers the bottom and comes up on sides about ½ inch. Spread the jam over the pastry and cover bottoms evenly. Bake tarts 2530 mins and leave to cool before pouring gelée over tops. FOR AMARONE GELEE Ingredients: 500 ml Amarone Costasera, 60 ml of simple syrup (5 ml of glucose, 32 ml sugar, 23 ml water). Preparation: bring to a boil and remove immediately from heat. Add 4x5 g gelatine sheets (pre-soaked in cold water) to the wine liquid. Pour liquid over the cooled fig tart and leave to set in refrigerator. Serve at room temperature with the Recioto ice-cream. FOR RECIOTO ICE-CREAM Ingredients: 2x½ cups ricotta, ½ cup sugar, 4 tbs. Recioto, 1 cup double cream. Preparation: in a food processor blend the ricotta, sugar and Recioto until smooth. Scrape down the sides of bowl and add the cream. Pulse until completely blended. Then process in ice-cream machine. FOR JAM Ingredients: 500 g figs, cut in wedges, 200 g sugar, ¼ lime. Preparation: simmer all ingredients together for one hour. Remove the lime wedge and refrigerate until needed.

Giuseppe Casagrande, classe 1947 (per i cultori di Bacco una delle più grandi annate del secolo), decano dei giornalisti enogastronomici triveneti, da oltre 40 anni cura le rubriche dedicate al cibo e al vino del quotidiano “L’Adige” di Trento. È commissario nei più prestigiosi concorsi enologici internazionali.

Giuseppe Casagrande, class of 1947 (one of the best wine vintages of the century), dean of Tri-Venetian gastronomic journalists, author of the wine and food columns of Trento’s daily “L’Adige” paper for more than 40 years. Judge at the most prestigious international wine competitions.

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IL MESTIERE DEI CAMPI E DELLA CANTINA THE ART OF CULTIVATION AND OF THE CELLARS

LE MACCHINE PER L’UVA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO GRAPE PRESSING MACHINES FROM 1800s TO 1900s di Mario Bagnara

I produttori veneti con le loro intuizioni all’avanguardia in Europa The inventiveness of Venetian manufacturers at the forefront in Europe Nella plurimillenaria storia delle macchine enologiche One of the great names in the centuries-old history of compare anche il poeta vicentino abate Giacomo Zawinemaking machines is the poet from Vicenza called nella (1820-1888). Spettò infatti a lui, in qualità di rettore Abbot Giacomo Zanella (1820-1888). It was his redella regia università di Padova, firmare il 21 marzo 1872 sponsibility, as Rector of the Royal University of Padua l’inventario manoscritto della “raccolta di macchine e to sign the manuscript inventory of the “collection of strumenti in modello pel pubblico insegnamento”, reamodel machines and instruments for public instruction” lizzata da un altro abate padovano, Luigi Configliachi, nel on 21 March 1872, collected together by another Padperiodo (1829-1854) in cui era stato diuan abbot, Luigi Configliachi, in the rettore dell’Orto Agrario della sua citperiod when he was director of the Nel 1934 erano 50 tà. Costruiti, su sua commissione, da city’s Orto Agrario (1829-1854). It was almeno tre meccanici (per primo l’ai costruttori di pigiatrici he who commissioned at least three modellers (the first of whom was the bate viennese Horder), degli origiin Italia Viennese Abbot Horder) to make the nari 316 modellini risultano catalogati 50 wine press makers machines. Of the original 316 models, 237 e ben conservati, insieme con altri 237 were catalogued and kept at the 26 non catalogati, alla facoltà di Agrarecorded in Italy tesaf department of Agripolis at the ria dell’università di Padova. Di quein 1934 University of Padua together with ansta singolare collezione sette modelliother 26 which were not catalogued. ni riproducono, in scala e nel rispetto Out of this extraordinary collection, 7 small models, dei materiali degli originali, macchine enologiche in uso made to scale and in the same materials as their originell’Ottocento e nel Novecento in Italia e in Europa. nals, reproduce winemaking equipment in use in Italy Che fossero finalizzati, oltre che per l’attività didattica, anand Europe in the 19th and 20th centuries. che per la riproduzione dei prototipi, lo conferma in parThe models were made not only for teaching purposticolare la pigiatrice Ignazio Lomeni, molto diffusa nell’Otes, but also to provide prototypes, as is shown particutocento in Italia e in Europa e ben descritta dallo stesso larly by the Ignazio Lomeni press, widely used in the inventore nel volume Macchina per la pigiatura delle 46


uve del 1825. È stata questa una delle più interessanti novità della mostra Machinare e torciare. Storia e tradizione delle macchine per il vino che la Biblioteca internazionale “La Vigna” di Vicenza, in collaborazione con l’Archivio storico Pietro Laverda, ha allestito di recente. È sicuramente avvincente questa storia che, partendo dalle più antiche civiltà dell’area mediterranea, ha interessato tutte le epoche successive, coinvolgendo poi anche altri continenti e dimostrando, sia pur con continue innovazioni, una sorprendente continuità nei metodi di vinificazione. Ne sono prova le fonti letterarie classiche, le raffigurazioni artistiche e varie attrezzature artigianali e industriali, amorevolmente custodite da collezionisti privati e istituzioni museali, come l’enorme torchio di fine ‘700 della Certosa di Padula (Salerno), sito Unesco dal 1998. Nell’Ottocento si registra il grande risveglio d’interesse per la meccanica enologica, in Francia prima che in Italia: è frutto quindi di una felice combinazione fra tradizione e innovazine che, debellata la fillossera, riceve nuovo impulso. Ecco allora la rapida evoluzione dalla pigiatura con

Pagina precedente. Torchio Laverda con movimento a cricco, sistema Mabille, brevetto Laverda, da un manifesto pubblicitario del 1910 (sima = Società Italiana Macchine Agricole della Federazione dei Consorzi Agrari, con sede a Piacenza). Facing page. Laverda press with ratchet movement, Mabille system, patented by Laverda, from poster dated 1910 (SIMA=Società Italiana Macchine Agricole – Italian Agricultural Machine Society – part of Federation of Agrarian Consortia, HQ in Piacenza). Foto del modellino della pigiatrice Ignazio Lomeni della collezione del Dipartimento tesaf – Università di Padova, esposta alla mostra de “La Vigna” Machinare e torciare, ottobre-novembre 2015. Model of Ignazio Lomeni wine press in the collection of TESAF Department, University of Padua, on show at the “La Vigna” “Grape Pressing” exhibition, October-November 2015. Immagine della pigiatrice Ignazio Lomeni, tratta da Macchina per la pigiatura delle uve, dello stesso Lomeni, Milano, 1825 Macchina per la pigiatura delle uve o pigiatore del dottor Ignazio Lomeni,Milano, per Giovanni Silvestri, 1825. Fig. 2. Picture of Ignazio Lomeni wine press from “Grape pressing machines”, by Ignazio Lomeni, Milan, 1825 Grape pressing machine or wine press by Dr Ignazio Lomeni,Milan, published by Giovanni Silvestri, 1825. A lato. Torchio con misuratore di pressione della collezione Masi di Gargagnago di S. Ambrogio di Valpolicella, da Appassimento e amarone. Paradigmi delle tecniche vitivinicole delle Venezie, curatori Lanfranco Paronetto e Gruppo Tecnico Masi, Fondazione Masi, Verona, 2014. This page. Press with pressure gauge from Masi collection in Gargagnago di S. Ambrogio di Valpolicella, pictured in Appassimento and Amarone. Paradigms of winemaking techniques in the Venetian regions, edited by Lanfranco Paronetto and Masi Technical Group, Masi Foundation, Verona 2014.


19th century in Italy and in Europe and described in detail by the inventor in his 1825 book “Grape Pressing Machines”. This was one of the most interesting new features in the exhibition “Grape pressing. History of machines for winemaking” that Vicenza’s Biblioteca Internazionale “La Vigna” put on in collaboration with the Archivio Storico Pietro Laverda in recent months. The history of such machines is certainly very compelling, starting with the most ancient civilisations of the Mediterranean, progressing through the ages and involving other continents as well, only to show a surprising continuity in vinification methods, despite continuous innovation. Illustrations come from classical period correspondence, artistic drawings and various pieces of artisanal and industrial machinery lovingly conserved in private and institutional museums, such as the enormous late-18th century press kept at the Charterhouse of Padula (SA), a Unesco site since 1998. The great re-awakening of interest for winemaking machines in the 19th century, in France before Italy, was the result of the happy combination of tradition and innovation which flowered after the fight against phylloxera. This was when grape pressing moved rapidly on from crushing by feet (recommended, Pigiatrice-diraspatrice “Garolla”, tratta da Ottavi-Strucchi, Enologia, Hoepli, 1908, da collezione Masi di Gargagnago di Sant’Ambrogio di Valpolicella. “Garolla” de-stalker press, taken from Ottavi-Strucchi, Enologia, Hoepli, 1908, from Masi collection in Gargagnago di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Pigiatrice “Garolla” anni ’20 del ‘900, esposta nel Museo della Cantina argentina Vasica Secreta di Cafayate, da Appassimento e amarone, op. cit. “Garolla” press from 1920s, exhibited at Vasica Secreta Museum of Argentinian Wineries in Cafayate, from Appassimento and Amarone, op. cit. A lato. Pigiatrice-diraspatrice centrifuga, su cuscinetti a rulli, a mano e a motore, sistema Bruggemann, costruita dai Fratelli Zambelli di Saonara (PD), degli anni ’20 del ’900, proprietà del prof. Antonio Avogadro di Breganze (VI), esposta alla mostra de La Vigna Machinare e torciare, ottobre-novembre 2015. This page. Centrifugal de-stalker wine press, on ballbearing base, hand operated or motor powered, Bruggemann system, made by Fratelli Zambelli of Saonara (PD), 1920s, property of Prof. Antonio Avogadro of Breganze (VI), on show at the La Vigna Grape Pressing exhibition, OctoberNovember 2015.

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Torchio della Certosa di Padula (SA), della fine del ’700, da una cartolina dell’Archivio Pietro Laverda. Wine press in Charterhouse of Padula (SA), late C18th, from postcard in Archivio Pietro Laverda.

i piedi, apprezzata alla fine del secolo anche dall’enoloamongst others, by oenologist Ottavio Ottavi at the go Ottavio Ottavi, all’impiego delle pigiatrici meccaniche, end of the century) to mechanical methods, including delle pigia-diraspatrici anche motorizzate, alle pigiatrithe de-stalking press which could also be powered by ci centrifughe, ai torchi a pressione idraulica. Un increa motor, the centrifugal press and the hydraulic press. mento produttivo che trova riscontro nell’annuario delle The increase of machinery meant that by 1934 there produzioni italiane di macchine agriwere 50 wine press manufacturers cole del 1934 in cui sono registrati 50 and no fewer than 95 pomace press Pregevole raccolta costruttori di pigiatrici e ben 95 di tormanufacturers listed in the trade chi da vinacce. In questa gara, oltre a index. Leading names included not dei modelli conservata Pietro Laverda di Breganze (Vicenza), only Pietro Laverda from Breganze all’università di Padova grande pioniere del settore fin dal (VI), a great pioneer in the sector Valuable model 1878, eccelle anche Giuseppe Garolsince 1878, but also Giuseppe Gala di Limena (Padova) che, fra le varolla from Limena (PD) who concollection stored rie macchine, a metà degli anni ’80 structed amongst other things in at University of Padua del XIX secolo, costruisce il suo capothe mid 1880s his masterpiece: a lavoro, una “rapida ed economica” “rapid and economic” centrifugal pigiatrice-diraspatrice centrifuga, denominata appunto de-stalker wine press, named “Garolla” after its mak“Garolla”. Ma quanto al successo nel settore non sono er. Foreign producers, such as Mabille Frères and Bruggemann were equally successful in the field, and da meno i costruttori stranieri, come i Mabille Frères e Italian manufacturers learned how to construct their il Bruggemann i cui sistemi vengono realizzati anche da systems too. costruttori italiani.

Mario Bagnara, presidente della Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza. È stato docente universitario e preside, assessore alla Cultura a Vicenza e primo presidente dell’Ass. Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco. Accademico olimpico e socio dell’Accademia italiana della vite e del vino, pubblicista, autore di monografie di carattere storico-culturale.

Mario Bagnara, President of the Biblioteca Internazionale “La Vigna” in Vicenza. Research assistant, lecturer and faculty dean, Councillor for Culture in the Comune of Vicenza and President of the National Ass. of Italian unesco Cities and Sites. “Accademico Olimpico” and member of the Italian Academy of the Vine and Wine, author of monographs on historical and scientific subjects.

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DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS

CURARE GLI INFERMI CON L’AFRICA NEL CUORE HEAL THE SICK WITH AFRICA IN YOUR HEART

Lo scorso novembre, a 88 anni, si è spento don Luigi Mazzucato, direttore dal 1955 al 2008 di Medici con l’Africa Cuamm. Uomo di grande statura spirituale e intellettuale, con una straordinaria capacità di conciliare profezia e realismo, è stato guida e maestro di vita per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Grazie alla sua conduzione sapiente il Cuamm è diventata un’organizzazione di cooperazione sanitaria internazionale, presente oggi in Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda. Il collegio padovano ha ospitato centinaia di studenti italiani e del Terzo mondo e ha inviato in Africa più di 1.000 medici e 300 tra infermieri e tecnici. «Quando sono arrivato alla sede di Padova e ho letto la frase all’entrata “andate e curate gli infermi” è stata per me una vocazione nella vocazione» così don Luigi ricordava i suoi inizi in occasione dell’assegnazione da parte della Fondazione Masi del Premio Grosso d’Oro Veneziano nel 2011. E l’anno prima l’Università di Padova gli conferì la Laurea honoris causa in “Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace”. Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, lo ha voluto ricordare così: «Don Mazzucato è stato un grande italiano che ha speso la sua intera vita per i valori di solidarietà, pace e giustizia sociale. La sua morte lascia un grande vuoto all'interno del Cuamm e nel mondo del volontariato. La sua opera costituisce un patrimonio non solo per chi vorrà seguire la sua strada, ma per l’Italia intera». 50

Don Luigi Mazzucato, director of Doctors with Africa cuamm from 1955 to 2008, died this November at 88 years old. A man of great spiritual and intellectual stature, with an extraordinary capacity for reconciling vision with reality, he was a mentor for life for everyone who knew him. Under his capable direction, cuamm became an international aid agency in the field of health, currently working in Angola, Ethiopia, Mozambique, Sierra Leone, South Sudan, Tanzania and Uganda. The teaching institute at Padua educated hundreds of students from Italy and the Third World and sent more than a 1,000 doctors and 300 nurses and technicians to Africa. «When I arrived at the headquarters in Padua I read the inscription at the entrance “Go and Heal the Sick” – this was my second vocation,» so said Don Luigi when he talked the origins of his career when he was given the “Grosso d’Oro Veneziano” Prize in 2011 by the Masi Foundation. The year before the University of Padua had given him an honorary degree in “Institutions and Politics of Human Rights and Peace”. The President of the Italian Republic, Sergio Mattarella, said of him: «Don Mazzucato was a great Italian who spent his whole life in the service of the values of solidarity, peace and social justice. His death leaves a great hole in cuamm and the world of volunteering. His work is an achievement not only for those who will follow him, but for Italy as a nation.»


DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS

“QUANDO IL MONDO ERA IN ORDINE” “WHEN THE WORLD WAS IN ORDER”

Presentato a Verona l’ultimo libro della scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti Writer Isabella Bossi Fedrigotti’s latest book launched in Verona «Come quasi ogni altra storia anche questa è inventata dal vero. Tutto potrebbe, insomma, sembrare autobiografia e, invece, non sempre lo è», così introduce il suo ultimo libro Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista, scrittrice e presidente della Fondazione Masi, in occasione della presentazione il 15 dicembre presso l’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona, affollata di un pubblico emotivamente coinvolto. Tracce autobiografiche della sua infanzia in una famiglia di nobile stirpe mitteleuropea, ma fortemente legata alla campagna trentina, diventano per il lettore fotogrammi di un tempo che non c’è più. La sua penna femminile tratteggia odori, oggetti, volti, aneddoti, consuetudini che diventano suggestioni e immagini da film, la cui visione ridona un senso di rispetto per i ritmi della natura, la vita animale, le relazioni primordiali tra i bambini e gli adulti, tra i nobili e contadini, tra il palazzo e i campi. «Lo stile di vita era semplice, austero, mio padre aborriva gli sprechi e riconosceva l’importanza delle piccole cose» afferma l’autrice nella conversazione con Marco Vigevani. «Quando il mondo cominciò a non essere più in ordine, cominciò a farsi strada una forma strisciante di consumismo che permetteva di acquistare cose non necessarie facendo un salto in bottega… e mio padre controllava puntualmente il totale della spesa…».

«Like almost every other work of fiction, this one has its origins in the real life. In other words, this could look like autobiography, but events in it are not always true», this is how Isabella Bossi Fedrigotti, journalist, author and President of the Masi Foundation, introduced her new book at a launch event with an excited audience at Verona’s Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere on 15th December. Stories from her childhood in an aristocratic mittelEuropean family with strong links to the countryside in Trentino give the reader snapshots of a bygone era. Her female sensibilities describe the smells, objects, faces, anecdotes and habits that are worthy of a film, with themes about the rhythms of Nature, the life of animals, primordial relationships between children and adults, aristocrats and peasants, the manor house and the farm. «Life was simple and plain, my father hated waste and knew the importance of the little things» said the author in conversation with Marco Vigevani, «When the world started to be no longer in order, a new form of consumerism started to creep in, where it was no longer necessary to go to the place of manufacture to buy a product… and my father looked after every last penny…».

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DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS

LA “DANTE SUMMER SCHOOL” A VILLA SEREGO ALIGHIERI THE “DANTE SUMMER SCHOOL” AT VILLA SEREGO ALIGHIERI

La Fondazione Masi e la famiglia Serego Alighieri hanno ospitato lo scorso agosto presso la Villa di Gargagnago una tappa veronese della “Dante Summer School”, scuola internazionale di studi danteschi promossa dal Centro Dantesco di Ravenna, dall’Università di Verona e dall’Università Cattolica di Milano. Studiosi affermati e giovani appassionati sono accorsi da tutta Italia e da Francia, Lussemburgo, Ungheria e Stati Uniti, per seguire un fitto programma di incontri, visite e approfondimenti. Per una giornata hanno potuto immergersi nell’atmosfera della casa acquistata da Pietro, figlio di Dante nel 1353. Qui, forse, il padre poeta poté ispirarsi per il Purgatorio e il Paradiso; ora è sede della Fondazione Masi. Da allora sono trascorse 21 generazioni e l’aura e la passione poetica si sono sposate con l’ambiente circostante, in particolare con la coltivazione della vigna, attività principale dell’azienda agricola della famiglia. Nei secoli i Serego Alighieri non hanno tradito il suggerimento del divino poeta che in Purg. XXV, 77-78, scrisse: «Guarda il calor del sol, che si fa vino,/giunto all’umor che da la vite cola» e oggi il conte Pieralvise, insieme a Masi e al suo Gruppo Tecnico, può vantare di avere un vino giudicato da Wine Spectator tra i migliori 10 del mondo, il Vaio Armaron 2008.

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This August, the Masi Foundation and the Serego Alighieri family hosted a Veronese stage at the Villa in Gargagnago for the “Dante Summer School”, the international school of Dante studies promoted by the Dante Centre in Ravenna, the University of Verona and the Catholic University of Milan. Established scholars and young enthusiasts came from all over Italy, as well as France, Luxembourg, Hungary and usa, to follow a packed programme of seminars, visits and study workshops. For one day they were able to experience the atmosphere of the house that was bought by Dante's son Pietro in 1353 and where parts of “Purgatory” and “Paradise” came to life, and which is now the headquarters of the Masi Foundation. Twenty-one generations have passed since then and atmosphere and poetic passion have married with the locality, particularly in the form of the family's most important agricultural activity: winemaking. The Serego Alighieri family cannot be accused of ignoring the Divine Poet’s injunction in “Purgatory, XXV, 77-78”, when he said «Mark the sun's heat; how that to wine doth change / Mixed with the moisture filter'd though the vine.» Today, Count Pieralvise, together with Masi and its Technical Group, can be proud of making a wine that Wine Spectator has judged to be one of the 10 Best in the world: Vaio Armaron 2008.


DALLA FONDAZIONE MASI: APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION: INSIGHTS

I LIBRI DELLA FONDAZIONE MASI ALLA BIBLIOTECA LA VIGNA MASI FOUNDATION BOOKS AT BIBLIOTECA LA VIGNA I relatori della tavola rotonda. The speakers at the round table conference.

L’opera editoriale completa dedicata alla vitivinicoltura delle Venezie, edita dalla Fondazione Masi, è stata presentata in una tavola rotonda alla Biblioteca Internazionale La Vigna di Vicenza lo scorso novembre. Antonio Di Lorenzo, caporedattore de “Il Giornale di Vicenza” e direttore di questa rivista, ha stimolato un acceso dialogo sui temi più attuali che vanno dalla ricerca scientifica alle moderne tecnologie, dai nuovi regolamenti agli spazi futuri di mercato, dalla tutela dell’ambiente e del paesaggio alla valorizzazione dei terroir. Al tavolo alcuni dei ricercatori che hanno contribuito alle 3 pubblicazioni, unitamente al Gruppo Tecnico di Masi e a Sandro Boscaini: il professor Mario Pezzotti, Ordinario di genetica Agraria presso l’Università di Verona e delegato alla Ricerca dello stesso Ateneo, il professor Lucio Brancadoro, ricercatore di Scienze Agrarie e Ambientali all’Università di Milano, il dottor Diego Tomasi, ricercatore presso il cra-vit di Conegliano, iI dottor Lanfranco Paronetto, studioso di biotecnologie e prodotti enologici innovativi. Si trattava dell’ultimo appuntamento nel calendario di conferenze legato alla mostra «Machinare & Torciare: storia e tradizione delle macchine per il vino», promossa da La Vigna in collaborazione con l’archivio storico “Pietro Laverda”: un’interessante esposizione di strumenti per la lavorazione dell’uva da fine ’800 a metà del secolo scorso, voluta in occasione di Expo 2015.

The complete cycle of books on winemaking in the Venetian regions, published by the Masi Foundation, was presented at a round-table conference at Vicenza's Biblioteca Internazionale La Vigna this November. Antonio Di Lorenzo, Editor-in-Chief of Il Giornale di Vicenza and editor of this magazine, raised a debate on hot topics ranging from scientific research to modern technology, from new regulations to new markets, and from care for the environment and the countryside to the promotion of terroir sites. Seated around the table were some of the researchers who contributed to the 3-volume publication, together with the Masi Technical Group and Sandro Boscaini: Mario Pezzotti, Research Delegate and Professor of Agrarian Genetics at the University of Verona; Prof. Lucio Brancadoro, Researcher into Agrarian Sciences and the Environment at the University of Milan; Dr. Diego Tomasi, Researcher at cra-vit in Conegliano; and Dr. Lanfranco Paronetto, expert in biotechnologies and innovative winemaking products. The event was the last in the series of conferences organised in connection with the “Wine Presses: History and Tradition of Grape Pressing Machinery” exhibition organised by "La Vigna" in association with the “Pietro Laverda” Historic Archive. On display was an interesting display of wine presses used from the end of the 19th century to the middle of the last century, set up to coincide with expo 2015.

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DALLA FONDAZIONE MASI: FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION

’ LA GUERRA NON HA UN VOLTO DI DONNA ALEXIEVIC: ’ scrittrice bielorussa, Premio Grosso d’Oro di Masi nel 2014 e NoDi Svetlana Alexievic, bel per la letteratura quest’anno, è uscito in Italia La guerra non ha un volto di donna, il suo primo libro dato alle stampe nel 1983 (ebbe molti guai con la censura), che parla di donne al fronte durante la Seconda Guerra Mondiale.

’ WAR HAS NO WOMEN’S FACES ALEXIEVIC: ’ the writer from Belarus and winner of the Masi Grosso D’Oro VenSvetlana Alexievic, eziano Prize 2014 and the Nobel Literary Prize this year, has had her 1983 book, “War has no Women’s Faces”, about women at the front during the Second World War, published in Italy. At the time, it attracted much attention from the censor.

VAIO ARMARON, TRA I PRIMI DIECI DEL MONDO Il Vaio Armaron Serego Alighieri 2008 entra nella Top Ten dei migliori vini del mondo 2015 per Wine Spectator. È il primo vino veneto a raggiungere tale ambito riconoscimento, grazie alla nobile storia del casato, unita alla fedeltà alla terra e all’impegno di Masi e il suo Gruppo Tecnico per esprimere qualità nel vigneto e in cantina.

VAIO ARMARON, ONE OF THE TOP TEN BEST WINE IN THE WORLD Wine Spectator Top 10 Of 2015 #8 Masi

Vaio Armaron Serego Alighieri 2008 is one of the Top Ten best wines in the world for Wine Spectator and the first wine from the Veneto to receive such an award. Recognition comes thanks to the noble history of its makers combined with their fidelity to the territory and the skill of Masi and its Technical Group in expressing the quality of the vineyard in the cellars.

PAOLINI METTE IN SCENA “NUMERO PRIMO” Marco Paolini, Premio Masi Civiltà Veneta 2000, mette in scena “Numero Primo. Studio per un nuovo Album”. Si tratta di un work in progress di quello che sarò il suo prossimo spettacolo. È il racconto di una paternità (l’artista diventato padre per la prima volta) che dà spunto a Paolini di parlare dell’attuale generazione invasa dalla tecnologia.

PAOLINI’S PLAY “NUMERO PRIMO” Marco Paolini, Masi Civiltà Veneta 2000, is putting on “First one. Project for a new Album”. It’s a work in progress for what will be his next play and the story of fatherhood (the artist becomes a father for the first time) which gives Paolini the chance to talk about the current generation and its dominance by technology.

I SOGNI DEL LAGO SALATO DI ANDREA SEGRE È uscito I sogni del lago salato di Andrea Segre. Girato attorno al Mar Caspio, il film si ferma ad ascoltare le vite e i sogni di vecchi contadini o pastori e di giovani donne le cui vite sono rivoluzionate dall’impatto delle multinazionali del petrolio nell’economia del Kazakistan. I loro racconti dialogano a distanza con quelli degli italiani di 50 anni fa.

DREAMS OF THE SALT LAKE BY ANDREA SEGRE Andrea Segre’s Dreams of the salt lake has been released. Set around the Caspian Sea, the film lingers over the lives and dreams of the ancient peasants, shepherds and young women whose lives have been changed forever by the impact of the petrol multinationals on the economy of Kazakhstan. Their stories are reminiscent of Italians fifty years ago. 54


DALLA FONDAZIONE MASI: FLASH NEWSFLASH FROM THE MASI FOUNDATION

NON C’È ACQUA PIÙ FRESCA PER BATTISTON Si tratta di un viaggio di ritorno alla ‘terra di temporali e primule’, anche autobiografico, ideato e interpretato da Giuseppe Battiston, Premio Masi Civiltà Veneta 2011, pensato per restituire la bellezza del grande laboratorio di poesia in lingua friulana di Pasolini e il suo spessore emozionale nella nostra memoria collettiva.

NO FRESHER WATER FOR BATTISTON This is a return journey to the “land of storms and primroses” (Friuli), an autobiographical work conceived and interpreted by actor Giuseppe Battiston (Masi Civiltà Veneta Prize 2011), designed to restore the beauty of Pasolini’s great poetry workshop in the Friulian language and its resonance in our collective memory.

MAGRIS PUBBLICA NON LUOGO A PROCEDERE Claudio Magris, Premio Masi Civiltà Veneta nel 1990, ha pubblicato Non luogo a procedere (Garzanti). È la storia, fra l’altro, di un grottesco Museo della guerra per l’avvento della pace, delle sue sale e delle sue armi, ognuna delle quali racconta vicende di passione e delirio. Magris scava nell’inferno delle nostre colpe.

MAGRIS’ NEW BOOK NON LUOGO A PROCEDERE Claudio Magris (Masi Civiltà Veneta Prize 1990) is the author of Non luogo a procedere (“Nonsuit”), published by Garzanti. Amongst other things, it’s the story of a grotesque “war museum for the advent of peace”, its rooms and its weapons, each one of which tells stories of passion and madness. Magris digs deep into the hell of our defects.

UN CUORE PENSANTE PER SUSANNA TAMARO Un cuore pensante, edito da Bompiani, è la storia del cammino spirituale di una bambina diversa dalle altre che amava la solitudine e che si faceva molte domande; una bambina che coglieva il sacro nel dettaglio quotidiano. Susanna Tamaro, Premio Masi Civiltà Veneta 2002, continua il percorso iniziato con Ogni angelo è tremendo.

UN CUORE PENSANTE FOR SUSANNA TAMARO A thinking heart, published by Bompiani, is the story of the spiritual journey of a child who was different to the others and liked solitude, and asked many questions; a child who found the sacred in everyday life. Susanna Tamaro (Masi Civiltà Veneta Prize 2002) continues her series begun with Every angel is wonderful.

MARCHIORI: MENO INTERNET, PIÙ CABERNET Lo scienziato Massimo Marchiori, Premio Masi Civiltà Veneta 2011, padre dell’algoritmo di Google e docente all’università di Padova, ha pubblicato Meno Internet, più Cabernet. Il grande spettacolo del progresso da Michelangelo a Google (Etas). Marchiori ci accompagna lungo l’evoluzione umana, tecnologica ma anche sociale.

MARCHIORI: LESS INTERNET, MORE CABERNET Scientist Massimo Marchiori (Masi Civiltà Veneta Prize 2011), father of the Google algorithm and lecturer at Padua university, has a new book, Less Internet, more Cabernet. The pageant of progress from Michelangelo to Google (published by Etas). Marchiori takes us through human, technological and social evolution too.

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a Fondazione Masi è impegnata a promuovere e valorizzare il territorio, la popolazione, il patrimonio culturale, le grandi capacità dell’ingegno e produttive della Civiltà Veneta. Particolare attenzione è riservata alla cultura e alla produzione vitivinicola, che rappresentano caratteri peculiari del territorio veneto. Le finalità sono perseguite operando a livello nazionale e internazionale anche in collaborazione con Amministrazioni, Enti pubblici e privati, Fondazioni e altri organismi italiani e stranieri. La Fondazione Masi nasce nel 2001 dall’esperienza ventennale del Premio Masi, del quale intende assicurare la continuità e l’indirizzo, affiancandolo con una serie di iniziative in ambito culturale e ampliando così la propria attenzione a tutto quel mondo che ha fatto dei valori della civiltà veneta motivo ispiratore e stimolo per un progresso produttivo, culturale e civile su scala internazionale. Il 16 aprile 2007 la Regione Veneto ha conferito alla Fondazione Masi personalità giuridica, riconoscendone i valori e le finalità statutarie.

Lo scultore Novello Finotti davanti a uno dei tre grandi portali in bronzo da lui eseguiti per la Basilica di Santa Giustina in Padova, Archivio Masi. The sculptor Novello Finotti in front of one of the three bronze portals made for the Basilica of Santa Giustina in Padua, Archivio Masi.

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE BOARD OF DIRECTORS

Presidente / President Isabella Bossi Fedrigotti

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he Masi Foundation has as its aim the promotion and development of the territory, the population and the cultural inheritance of the Venetian territories, as well as the skill and productive capabilities that are part of the civiltà veneta (Venetian culture). Particular attention is given to the art of winemaking, which is a special characteristic of the Venetian regions. The Masi Foundation acts at both national and international levels in collaboration with governments, public and private institutions, foundations and other Italian and foreign entities. The Masi Foundation was established in 2001 as a product of a twenty year experience with the Masi Prize to guarantee the continuity of it. At the same time the Masi Foundation began a cultural programme to highlight the values of the civiltà veneta that are the inspiration behind manufacturing, cultural and civil progress on an international scale. On 16 th April 2007 the Masi Foundation was given official status as a legal entity by Regione Veneto, with full recognition of its values and statutory aims.

Presidente Onorario Honorary President Demetrio Volcic Vicepresidente Vice-President Sandro Boscaini Consiglieri / Board Members Francesco Benedetti Bruno Boscaini Giuseppe Brugnoli Maurizio Marino Giuseppe Nicolò Ezio Rivella Pieralvise di Serego Alighieri Marco Vigevani Revisore / Accountant Giovanni Aspes

MEMBRI DELLE COMMISSIONI SELEZIONATRICI DEL PREMIO MASI MASI PRIZE COMMITTEE

Piero Antinori Gabriella Belli Ulderico Bernardi Isabella Bossi Fedrigotti Marzio Breda Giuseppe Brugnoli Federico Castellucci Ilvo Diamanti Antonio Di Lorenzo Massimo Ferro Angelo Gaja Stefano Lorenzetto Piergaetano Marchetti Jens Priewe Pilade Riello Ezio Rivella Pieralvise di Serego Alighieri Roberto Stringa Alessandro Torcoli Marco Vigevani Demetrio Volcic Stefano Zecchi Alvise Zorzi Filiberto Zovico



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