Anno 18 - Numero 51 - Aprile 2022 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA
cultura e territorio
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MASI, 250 ANNI DI STORIA NELLA VALPOLICELLA MASI, 250 YEARS OF HISTORY IN VALPOLICELLA di Bonifacio Pignatti
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CANOVA, IL GENIO VENETO DELLA BELLEZZA CANOVA, THE GENIUS OF BEAUTY IN THE VENETO di Marina Grasso
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COSTASERA CONTEMPORARY ART ALLA QUINTA EDIZIONE COSTASERA CONTEMPORARY ART IN ITS FIFTH EDITION di Penelope Vaglini
sommario | contents cultura e territorio
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Un cantiere di futuro all’opera da 250 anni A workshop of the future active for 250 years
di Gabriele Colleoni
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Dal Vajo dei Masi alla Borsa: storia di una famiglia della Valpolicella From Vajo dei Masi to the Bourse: history of a Valpolicella family Anno 18 - Numero 51 - Aprile 2022 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DCB VERONA
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MASI, 250 ANNI DI STORIA NELLA VALPOLICELLA MASI, 250 YEARS OF HISTORY IN VALPOLICELLA
di Bonifacio Pignatti
Vini che portano il nome della storia Wines that carry the names of history
Redazionale
di Bonifacio Pignatti
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CANOVA, IL GENIO VENETO DELLA BELLEZZA CANOVA, THE GENIUS OF BEAUTY IN THE VENETO
Antonio Canova: duecento anni di modernità (e un mistero) Antonio Canova: two hundred years of modernity (and a mystery)
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di Marina Grasso
L’eclettismo di Misha Libertee per l’eleganza del Costasera The eclecticism of Misha Libertee for the elegance of Costasera
di Penelope Vaglini
In copertina. Museo Gypsotheca Antonio Canova, l’ala realizzata da Carlo Scarpa Cover photograph. Museo Gypsotheca Antonio Canova, the wing designed by Carlo Scarpa
Direttore responsabile Gabriele Colleoni
In redazione
Dora Stopazzolo Cristina Valenza Elisa Venturini
Traduzioni
Stephen Hobley
Impaginazione e stampa
Tipografia La Grafica Vago di Lavagno (Vr)
di Marina Grasso
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COSTASERA CONTEMPORARY ART ALLA QUINTA EDIZIONE COSTASERA CONTEMPORARY ART IN ITS FIFTH EDITION
Referenze fotografiche
Archivio Fondazione Masi Archivio Masi Archivio Serego Alighieri Archivio Fotografico Museo Gypsotheca Antonio Canova Possagno Alessandra Chemollo Giornalistitalia.it, 48 Lorenzo Pennati Giovanni Porcellato, 13, 14 sx, 15 alto, 16-17 Lino Zanesco, copertina, 15 basso
Hanno collaborato
Mario Bagnara Sergio Frigo Marina Grasso Elena Pala Bonifacio Pignatti Paolo Possamai Penelope Vaglini
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di Penelope Vaglini
Il progetto Costasera Contemporary Art The Costasera Contemporary Art project
Redazionale
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Il Novecento in un museo che ci porta nel futuro The twentieth century in a museum that takes us into the future
di Elena Pala
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Donazione Laverda: l’archivio d’impresa è diventato impresa culturale The Laverda gift: the business archive has become a cultural enterprise
di Mario Bagnara
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I quarant’anni della Biblioteca Internazionale ‘La Vigna’ Forty years of the ‘La Vigna’ International Library Redazionale
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I tre ‘giganti’ veneti della letteratura universale Three international literary ‘giants’ from the Veneto
di Sergio Frigo
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Demetrio Volcić, un amico dentro la storia dell’Europa Demetrio Volcić, friend and insider in the history of Europe
di Paolo Possamai
© 2022 – Fondazione Masi, Villa Serego Alighieri, Gargagnago di Valpolicella (Verona) Testi e immagini possono essere riprodotti, anche parzialmente, con autorizzazione
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Pubblicazione realizzata con il contributo di Masi Agricola SpA
Redazionale
Anno 18 - Numero 51 - Aprile 2022 - pubblicazione quadrimestrale Registrata presso il Tribunale di Verona il 24 giugno 2005, n. 1669
Capi senza Stato visti da vicino nel libro di Marzio Breda Heads without a State seen from close up from the book by Marzio Breda
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Dalla Fondazione Masi: flash Newsflash from the Masi Foundation
EDITORIALE EDITORIALE EDITORIAL EDITORIAL
UN CANTIERE DI FUTURO ALL’OPERA DA 250 ANNI A WORKSHOP OF THE FUTURE ACTIVE FOR 250 YEARS di Gabriele Colleoni 1772-2022, c’era una volta in Valpolicella… Ci sono storie di persone e di famiglie che si sarebbe tentati di raccontare come una favola, soprattutto se abbracciano 250 anni di storia. Una è quella dei Boscaini, che da sette generazioni coltivano vigneti e producono vini in una valle di riferimento per la cultura del vino. Ma a parlare di favola si farebbe un torto, perché fortunatamente la storia continua affrontando – oggi sotto il brand Masi – le sfide presenti sul cammino di un’impresa che dalle colline veronesi si è proiettata su orizzonti mondiali. Peraltro, c’è poco spazio per simili suggestioni perché, con la quotazione in Borsa, dal 2015 serve tutta la concretezza della saggezza e delle competenze maturate nel tempo. La ricorrenza dei 250 anni dalla prima vendemmia nel Vajo dei Masi consente di rileggere il lungo percorso umano e imprenditoriale in funzione del ‘cantiere Futuro’. Con alcuni pilastri certi, e il primo è la convivenza preziosa con la Valpolicella, grazie al quale oggi Masi è un brand riconosciuto in un mondo del vino sempre più a dimensione planetaria. In un rapporto di reciprocità, l’impresa è cresciuta aiutata dalla cultura di quest’angolo di Veneto – amore per la terra, dedizione al lavoro, coesione familiare e sociale, sobrietà memore di antiche povertà – e al tempo stesso ne ha implementato la ricchezza valorizzandone i caratteri originali coltivando la responsabilità sociale dell’impresa. Tutto questo affiancato dalla ricerca e attenzione alle innovazioni: in una costante apertura al mondo ‘fuori’ dalla valle. Uno spicchio di storia e cultura imprenditoriale – quello di Masi – che va ad arricchire e sviluppare il patrimonio di un territorio che, sulla consapevolezza anche delle proprie risorse ‘immateriali’ e sul far memoria come attestano iniziative e musei proposti in questo numero, prova a consolidare una sua identità per le pagine di storia ancora tutta da scrivere che lo attendono.
1772-2022, once upon a time in Valpolicella… There are some family stories that one would be tempted to treat as a fairy tale, especially if they span 250 years of history. One such story is that of the Boscaini family, who for seven generations (now with a view to the ninth) have cultivated vineyards and produced wines in a valley of great importance for the history of wine. But calling it a fairy tale would be wrong because, fortunately, the story still continues – today as the Masi brand – in the challenges facing a company that has taken itself from the hills of Verona out onto the world stage. Besides, there is little room for fairy tales with the company that listed on the stock exchange in 2015; all their long experience is needed here. The 250th anniversary of the first harvest in the Vajo di Masi allows us to reinterpret this long human and entrepreneurial journey in terms of a ‘workshop of the Future’. Some realities are fixed: the first being the association with Valpolicella, thanks to which today Masi is a recognised brand in an increasingly global wine world. In a mutually beneficial relationship, the company has grown thanks to the cultural characteristics of this part of the Veneto: love of the land, dedication to work, cohesion of family and society, mixed with a sobriety that is based on past poverty. And at the same time the company has made its region richer by enhancing its unique characteristics and cultivating a vision of corporate social responsibility towards the region. All this has been accompanied by research and innovation plus a consistent openness to the world ‘outside’ the valley. Masi’s history and entrepreneurial culture enriches the heritage of a territory that knows the consolidation of its past – as shown in the various museums and events described in this magazine – is the basis for the definition of identity in advance of the pages of history that are yet to be written. 1
DAL VAJO DEI MASI ALLA QUOTAZIONE IN BORSA DI MASI AGRICOLA MASI AGRICOLA: FROM VAJO DEI MASI TO QUOTATION ON THE BOURSE di Bonifacio Pignatti
Boscaini, i 250 anni di un’impresa di famiglia della Valpolicella The Boscainis, 250 years of a family business in Valpolicella Questo articolo di inquadramento storico di una saga familiare che taglia il traguardo dei 250 anni, è il primo di una serie che ‘Le Venezie’ dedicherà alla ricorrenza dei due secoli e mezzo di attività della famiglia Boscaini e, più di recente, del brand Masi nella viticoltura e nella produzione di vino.
This article is about a family saga that reaches its 250th anniversary this year. It’s the first in a series that 'Le Venezie' will devote to the two and a half centuries of business activity of the Boscaini family and, more recently, of the Masi brand in the fields of viticulture and wine production.
Nell’autunno del 1772, al crepuscolo della RepubbliIn the autumn of 1772, in the twilight of the Republic ca Serenissima, due uomini s’incontrarono in Valpoof the Serenissima, two men met in Valpolicella to sign licella per siglare un patto. Di uno sappiamo il nome, a pact. We know the Christian name of one of them: si chiamava Giobatta Boscaini ed era di Gargagnahis name was Giobatta Boscaini and he was from Gargo. L’altro era un Bonaldi di Torbe, famiglia di fornai gagnago. The other was a Sig. Bonaldi from Torbe, e proprietaria di campi. Secondo l’accordo, Bonala family who were bakers and rented out agricultural di concedeva in affitto un vigneto ai Boscaini che, a land. According to this agreement, Bonaldi rented a pochi chilometri di distanza, già possedevano vigne vineyard to the Boscainis, who already owned vinee producevano vino. Il terreno dato da lavorare ai yards and produced wine a few kilometres away. The Boscaini era conosciuto come land leased to the Boscainis was Vajo dei Masi. Era l’inizio di una known as Vajo Masi and this Nel 1772 la prima vendemmia storia che unisce la famiglia was the beginning of a story. nel Vajo dei Masi, nel 2015 Boscaini al nome Masi. Sono The story that links the Boscaini l’approdo alla Borsa di Milano passati 250 anni, un quarto di family to the Masi name. Two millennio, e oggi il nome del hundred and fifty years have The first vintage in the Vajo dei Vajo dei Masi è famoso in tutMasi was in 1772, and the launch gone by, a quarter of a millento il mondo, dove viaggia sulle on the Milan Bourse was in 2015 nium, and today the name of etichette di quel vino rimasto Vajo Masi is famous all over the 2
Guido Boscaini e famiglia (1954): da sinistra Sandro, Sergio, Guido con in braccio Mario, Elda e Bruno Guido Boscaini and family (1954), from left: Sandro, Sergio, Guido with Mario in arms, Elda and Bruno
Pagina precedente. Le vigne del Vajo dei Masi in un acquerello d’epoca (part.) Preceding page. Close-up of old watercolour map of vineyards in the Vajo dei Masi
nei secoli l’elemento identitario della Valpolicella fino a diventarne sinonimo. Valpolicella per un americano o un giapponese è vino, per noi non può esserlo senza il territorio prezioso, adagiato fra la pianura, il lago di Garda e la Lessinia, che la natura ha gratificato di paesaggi verdeggianti e terra generosa. I Boscaini hanno sempre coltivato uve e vinificato; da quel remoto 1772 fanno il vino – la tradizione di famiglia lo fissa come anno della prima vendemmia al Vajo dei
world: it’s on the label of a wine that is such an identifier for Valpolicella that it has almost become its synonym. Valpolicella for an American or a Japanese is wine, full stop. For us, though, we need its bountiful land of origin, bordered by the plains, Lake Garda, and the Lessinia mountains, as its qualifier. The Boscainis had always cultivated grapes and vinified them, but in far-off 1772, which family tradition says was the first harvest year at Vajo dei Masi, they started making real
Masi – riprendendo il respiro di una memoria millenaria, se è vero che in Valpolicella sono stati rinvenuti ‘resti’ di uve di seimila anni fa, e di un genius loci di mestieri, tradizioni e gusto che rimandava ai tempi dei Romani, pratici di viticoltura e capaci di produrre da quelle vigne un acinaticum citato dagli autori antichi. Erano buone quelle terre del Vajo dei Masi di Torbe e usciva un vino buono dall’uva che Giobatta e i suoi fratelli portavano nella loro cantina di Gargagnago,
wine. Their inspiration might well have been coloured with the ‘remains’ of grapes vinified six thousand years ago in Valpolicella, and the sense of a ‘genius loci’ of trades, traditions and tastes that goes back to the time of the Ancient Romans, who were skilled viticulturists making what classical authors called an ‘acinaticum’. The land in the Vajo Masi di Torbe was good, and good wine came from the grapes that Giobatta and his brothers brought to their cellars in Gargagnago, a two-
Il crinale est della valle di Marano, Valpolicella classica, con il Vajo dei Masi e i suoi vigneti The eastern ridge of the Marano Valley, Valpolicella Classica, with the Vajo dei Masi and its vineyards
a due ore di cammino. Le storie di famiglia hanno attraversato le generazioni, da allora, con i racconti che si tramandavano di padre in figlio e, poi dalla metà Ottocento con le prime raccolte di documenti e testimonianze scritte, soprattutto per merito di Giuseppe, terza generazione e Paolo Luigi, quarta generazione. “Giuseppe è il primo della dinastia a in-
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hour walk away. Family history then takes over, with tales of winemaking handed down from father to son. The first documentary evidence comes in the mid19th century, mainly thanks to Giuseppe and Guido, the third generation, and Paolo Luigi, the fourth generation. “Giuseppe was the first in the family to have a modern sense of business enterprise, combining
Pagina precedente. Giuseppe (3ª generazione), Paolo Luigi (4ª generazione) Guido (5ª generazione) Sotto. La casa dei Boscaini a Valgatara, acquistata nel 1888, è ora una delle sedi aziendali Preceding page. Giuseppe (3rd generation), Paolo Luigi (4th generation) Guido (5th generation). Below. The Boscaini house in Valgatara, bought in 1888, one of the company premises today A lato. Diploma per meriti enologici (1926) This page. Diploma for achievements in winemaking (1926)
carnare il moderno senso economico dell’impresa: growing, vinifying, and marketing,’ says sixth-generacoltivare, vinificare, commercializzare”, ricorda Santion Sandro Boscaini. At the start, the Boscaini family dro Boscaini, della sesta generazione. In principio i owned land in Gargagnago, not much if compared to Boscaini avevano terra a Gargagnago, poca roba se the property that Dante’s son Pietro Alighieri bought confrontata con le proprietà che Pietro Alighieri, il in 1353 around Casal dei Ronchi, which is still owned figlio di Dante, comprò nel 1353 attorno al Casal dei by his descendants. But the Adige Valley was close by, Ronchi e ancora in possesso dei discendenti. Ponton was a convenient wharf for trade on the river, Ma la Val d’Adige era vicina, Ponton era un attracco the nearby marble workers were good customers, per i commerci sul fiume, i marmisti già allora attivi in and so the market for Boscaini wine flourished. In the zona erano ottimi clienti e, quindi, il mercato del vino meantime, the pact with the Bonaldis grew stronger Boscaini era fiorente. E intanto il and the families were united in patto con i Bonaldi resisteva, si kinship when Cristina Bonaldi rafforzava. Le famiglie, anzi, si unimarried Giuseppe Boscaini. It rono in parentela quando Cristina was at this point, in the mid-19th Bonaldi sposò Giuseppe Boscaini. century, that Cristina’s mother Fu a quel punto, metà Ottocento, Marianna enters the story. An enche entrò nella storia Marianna, ergetic, middle-class, ambitious, la madre di Cristina. Donna enerwoman, she convinced Giuseppe gica, borghese, ambiziosa, conto buy 50 ‘Veronese fields’ near vinse Giuseppe a comperare 50 Torbe. This was the beginning of campi veronesi vicino a Torbe. the expansion in land-owning and Fu l’inizio dell’ampliamento delle business activities of the Boscaini proprietà e delle attività della fafamily, who started operating in miglia Boscaini, che entrava nella the Valpolicella valley on a more Valpolicella di valle, più dinamiactive basis than the resident noca economicamente e dove già bility. Giuseppe was far-sighted: s’erano insediate famiglia blasoMarianna Bonaldi he scouted out other good vine7
A lato. Prestigiose vecchie annate di Amaroni classici e cru, come Mazzano e Campolongo di Torbe This page. Prestigious old vintages of Amarone Classicos and crus, such as Mazzano and Campolongo di Torbe Pagina successiva. La cantina di affinamento in botti di rovere inaugurata nel 1972 a Gargagnago, a 200 anni dalla prima vendemmia Next page. Oak barrels in the maturation cellars opened in Gargagnago in 1972, 200 years after the first vintage
nate. Giuseppe era lungimirante: adocchiò altri terreyard sites in the Marano valley, including at Campofiorni buoni per le vigne nella valle di Marano, fra questi in, which was another place-name that would leave its c’era Campofiorin, un altro toponimo che lascerà il semark. It was Giuseppe’s son, Paolo Luigi, who had the gno. Si deve al figlio di Giuseppe, Paolo Luigi, l’idea di idea of creating a business alongside the farm. At the creare una società commerciale in aggiunta all’azientime, Valpolicella was made of 95% Corvina and Moda agricola. A quel tempo si produceva il Valpolicella linara grapes, and the sweet Recioto was made from – al 95% uve Corvina e Molinara – e il dolce Recioto da dried grapes. “Customers from far away would come uve appassite. “I clienti di lontano venivano in cantina, to the winery, taste the wine from the barrel, and si spillava per assaggiare e ad affare fatto, si firmava when the deal was done they would sign the chosen con il gesso la botte scelta per suggellare la vendita. barrel with chalk in confirmation. This tradition is reUna tradizione ricordata oggi dalle firme dei protagomembered today when the winners of the Masi award nisti del Premio Masi”, racconta ancora Sandro. Ma a sign the barrel of Amarone,” Sandro recounts. But Verona e provincia era Paolo Luigi in persona a ragin Verona and its province, it was Paolo Luigi himself giungere i compratori con il calesse trainato dai cavalwho went to the buyers in a horse-drawn carriage, as li, così come le osterie con cui si gestivano rapporti in well as to the osterias where he had exclusivity. The esclusiva: i Boscaini le aiutavano ad aprire con un preBoscainis helped such osterias to open an account stito, i titolari si impegnavano a comprare solo il loro with a loan, the owners undertook to buy only their vino e, con un sovrapprezzo, per restituire nel tempo wine, and a surcharge was made in the repayment of il capitale. All’inizio del Novecento capital over time. The beginning arrivarono gli anni della fillossera, of the 20th century saw the arI Boscaini pionieri nel dare la peste che stermina le vigne. La rival of phylloxera, the disease that ai loro vini il nome ripresa fu faticosa, spezzata dalla kills vines. Recovery was difficult, dei vigneti di provenienza prima guerra mondiale, ma sucand interrupted by the First World cessivamente il reimpianto delle War. The replanting of the vines The Boscainis, pioneers viti rilanciò l’attività, e negli anni in naming their wines after was the relaunch of business. In Trenta la definizione delle zone di the 1930s, the mapping out of provineyards of origin produzione di vini pregiati per la duction areas for ‘fine wines’ pro8
VINI CHE PORTANO IL NOME DELLA STORIA
WINES THAT CARRY THE NAMES OF HISTORY
Non dimenticare da dove si viene per trasmettere il senso di radicamento in un territorio vocato alla viticoltura e al vino come la Valpolicella. In sintesi, c’è questa filosofia nella scelta di Masi di dare ai propri vini di alta gamma il nome storico del vigneto o del cru da cui provengono le loro uve: Mazzano, Campolongo di Torbe, Campofiorin, Casal dei Ronchi, Vajo Armaron, Mezzanella… È a partire dagli anni Cinquanta che i Boscaini hanno imboccato per cinque dei loro vini la via dei cru, cioè dell’impiego di uve provenienti da vigneti dall’ubicazione delimitata e ben definita. In questo senso i vigneti storici non solo sono stati preservati ma anche valorizzati. Anche la tecnica dell’appassimento delle uve prima della pigiatura, in cui Masi vanta oggi un’expertise unica, ha alle spalle una storia millenaria: veniva infatti praticata già dagli antichi Romani, ai quali deve molto la viticoltura della Valpolicella da loro colonizzata. Fondamentale per l’affinamento progressivo dei questa tecnica è stato il lavoro del Gruppo Tecnico Masi, il gruppo multidisciplinare di esperti che dagli anni Ottanta è impegnato nella ricerca e sperimentazione, anche in collaborazione con Università ed enti non solo italiani. Masi è stato, inoltre, pioniere nella riscoperta – negli anni Sessanta – della tecnica della doppia fermentazione delle uve. Guido Boscaini, quinta generazione della famiglia, decise di fare rifermentare il miglior vino da uve fresche sulle vinacce residuate dalla vinificazione dell’Amarone, il cosiddetto ‘ripasso’. E nacque così il Campofiorin, che dal 1964 ha aperto un nuovo capitolo nella storia del vino veronese.
Not forgetting one’s origins in order to transmit a sense of belonging to a prime winemaking area such as Valpolicella. This is the philosophy behind Masi's decision to give its prestige wines the historic name of the vineyard or cru which produces their grapes: Mazzano, Campolongo di Torbe, Campofiorin, Casal dei Ronchi, Vajo Armaron, Mezzanella… The Boscaini family began using cru names for five of their wines made from grapes harvested in defined locations in the 1950s. In this way, vineyards that were already historic were not only preserved but also enhanced. The technique of drying grapes before pressing them, the appassimento process, in which Masi can boast of unique expertise today, actually has a thousand years of history. We owe much of the viticulture of Valpolicella to the Ancient Romans, and they were precursors in the use of this technique. Fundamental to its modern progressive refinement, though, has been the work of the Masi Technical Group, the multidisciplinary group of experts who have been involved in research and experimentation since the 1980s, in collaboration with universities and other technical bodies in Italy and elsewhere. Masi was also a pioneer in the rediscovery – in the 1960s – of the technique of double grape fermentation. Guido Boscaini, the fifth generation of the family, decided to referment the best wine from fresh grapes on the pressings left over from the vinification of Amarone in a process that was called ‘ripasso’. Which led to the birth of Campofiorin in 1964 and the opening of a new chapter in the history of Veronese wine.
Il vigneto è inserito nel Progetto Uve di qualità del Gruppo Tecnico Masi The vineyard is part of the Masi Technical Group’s Quality Grapes Project
La famiglia Boscaini oggi: Alessandra, Sandro, Bruno, Mario, Giacomo, Raffaele e Anita The Boscaini family today: Alessandra, Sandro, Bruno, Mario, Giacomo, Raffaele and Anita
prima volta difese i produttori virtuosi dalle cantine che vinificavano anche con uve ‘estranee’, senza rispettare quello spirito di filiera, costruito sui rapporti con gli agricoltori locali, che per i Boscaini sarà sempre un codice. Poi sarà di nuovo guerra. E le ultime generazioni della famiglia torneranno dove tutto è iniziato: Masi. Erano stati pionieri, i Boscaini, a identificare sulle etichette delle bottiglie i vigneti da cui provenivano le uve. Ma ora il nome di quel terreno, ceduto in affitto nel 1772, sarà il nome dell’azienda. Dopo 200 anni rappresenterà il distacco dal cordone ombelicale familiare per volare sui mercati di tutto il mondo, acquisire aziende dall’Italia all’Argentina, approdare in Borsa nel 2015 con al timone Sandro Boscaini – sesta generazione da Giobatta, ormai celebrato ‘Mister Amarone’ – e affermare il Valpolicella, l’Amarone, il Ripasso creato negli anni Sessanta e legato al nome Campofiorin, nell’olimpo dei grandi vini rossi italiani e stranieri. Il futuro è da scrivere, ma le radici restano salde nella terra degli antenati: il vino è anche storia da ricordare e cultura da tramandare. Bonifacio Pignatti, nato e cresciuto a Verona, è laureato in Lettere Antiche. Ha iniziato la sua attività di giornalista al ‘Nuovo Veronese’. Dal 1994 lavora a ‘L’Arena’, dove ha scritto soprattutto di cronaca politica e dove oggi ricopre la carica di caposervizio del settore ‘Cronaca e Spettacoli’.
tected virtuous producers for the first time from the wineries that also made wine from ‘foreign’ grapes and had no regard for the spirit of the production process that was built on relationships with local farmers, which the Boscainis valued so highly. Then war broke out again. The most recent generations of the family went back to where it all began: Masi. The Boscainis were pioneers in the use of wine labels to identify vineyards of origin for a wine. But now the name of the property the family leased in 1772 became the name of the company. 200 years later, this was the name that left the realms of family history to go round the world with ‘Mister Amarone’, Sandro Boscaini, the sixth generation of the family since Giobatta. It went with Valpolicella, Amarone, and Ripasso, and in the sixties was linked to the name Campofiorin, which is up there in the Olympus of great red wines, foreign and Italian. The future is still to be written, but the family’s roots remain firmly in the land of their ancestors. Which means wine is also history to be remembered and culture to be valued. Bonifacio Pignatti, born and brought up in Verona, has a degree in Classics. Began his journalistic career with ‘Nuovo Veronese’. Has worked at ‘L’Arena’ since 1994 covering mostly politics, and is currently head of the ‘Events and Culture’ desks. 11
SERVIZI FEATURES
ANTONIO CANOVA: DUECENTO ANNI DI MODERNITÀ (E UN MISTERO) ANTONIO CANOVA: TWO HUNDRED YEARS OF MODERNITY (AND A MYSTERY) di Marina Grasso
L’inestimabile patrimonio di bellezza del genio di Possagno spentosi nel 1822 The invaluable patrimony of beauty from the genius of Possagno, who died in 1822 Il 13 ottobre 1822 Antonio Canova si spegneva a VeneOn 13 October 1822, Antonio Canova died in Venice, zia: la città in cui era cresciuto artisticamente durante il the city that had given him his artistic training durdeclino della Repubblica e che in quei giorni era domiing the decline of the Republic, and which at that nata dagli austriaci, dopo il rimpallato avvicendarsi tra time was ruled by the Austrians following the wars questi e i francesi. E a duecento anni dalla morte dello with France. Two hundred years after the death of scultore che ci ha consegnato l’immortale armonia e the sculptor who showed us such immortal harmony perfezione delle sue opere, è quantomai opportuno riand perfection in his work, it is worth remembering cordare in quali tempi inquieti abbia vissuto e od opethe restlessness of these times in order to better rato, per apprezzare ancor di più non solo la sua opera, appreciate not only Canova’s works, but also his allma la sua figura a tutto tondo. Essa non è solo quella round character. di uno dei più grandi scultori del periodo neoclassico, He was not only one of the greatest sculptors of the ma quella di uno dei più grandi artisti di sempre, corNeoclassical period, but also one of the finest artists teggiato dai più grandi collezionisti del suo tempo: papi of all time, courted by the most important collece regnanti, aristocratici di tutta Europa e Zar di Russia tors of his epoch: popes and monarchs, aristocrats fino ai potenti d’America. Se la sua from all over Europe, the Tsars inarrivabile arte è oggi esposta of Russia and the wealthy elite Mostre, convegni, eventi nei principali musei del mondo, è e nuove indagini scientifiche in America. While Canova’s una Possagno, dove nacque nel 1757, paralleled art is now on display per valorizzare il lascito che è custodita la sua eredità stoin the world’s leading museums, dello scultore rica ed artistica: la Fondazione che his historical and artistic legacy porta il suo nome gestisce il comis preserved in Possagno, where Exhibitions, conferences, plesso museale composto dalla he was born in 1757. The Founevents, and new scientific Casa Natale – dove si trovano le dation that bears his name manresearch to illuminate opere pittoriche, i disegni, le inciages the museum complex, coma sculptor’s heritage sioni e i suoi effetti personali – e prising his birthplace – where his 12
Museo Gypsotheca Antonio Canova: l’ala ottocentesca raccoglie opere di inestimabile valore Museo Gypsotheca Antonio Canova: the nineteenth century wing at Possagno contains works of priceless value
dalla Gypsotheca, originale basilica realizzata nel 1836 paintings, drawings, engravings and personal effects dal suo fratellastro, il vescovo Giovanni Battista Sartori, are kept – and the Gypsotheca – a unique basilica cui nel 1957 si è aggiunto un ampliamento progettato to the artist built in 1836 by his half-brother, Bishop da Carlo Scarpa. E sono proprio le centinaia di gessi, saGiovanni Battista Sartori, with an extension designed pientemente illuminati di luce naturale (ma ammirabili by Carlo Scarpa in 1957. It is precisely this display anche a lume di candela in speciali visite periodiche) e of hundreds of plaster casts, skilfully illuminated by scanditi nei loro volumi dai chiodini in bronzo (‘repère’) natural light (but also viewable by candlelight on speche consentivano di trasferirne le proporzioni nel marcial occasions), and marked out with the bronze pegs mo, a restituire la precisione e la minuziosità del lavoro (‘repère’) that were used in the process of transferdal quale sono nati i capolavori di Canova. Nella ricchisring shapes to marble, that highlight the precision sima collezione di modelli originali di quasi tutte le opeand meticulousness of the work that went into the re dello scultore, essi consentono non solo di ammiracreation of Canova’s masterpieces. re l’eclatante bellezza senza tempo dei volti, i giochi di This rich collection of original models of almost all chiaroscuri dei gruppi, la leggerezza dei gesti estratti the sculptor’s works allows us to admire the timedalla roccia e consegnati all’Arte, ma anche di perceless beauty of the faces, the play of chiaroscuro in pire l’intensità di quella immobile comunicatività e la group compositions, and the lightness of gestures grandezza di quella capacità espressiva che è genio. Se extracted from the rock and dedicated to Art. It also ne coglie la modernità di chi, vivendo tempi inquieti, si allows us to perceive the intensity of communicaè appellato alla classicità per ottion in the immobile, and the tenere risposte entusiasmanti e greatness of the capacity for Il mistero della tela del 1799: gettare un ponte tra passato e una radiografia mette in dubbio expression that is part of the futuro, per essere, come da più artist’s genius. And to perla paternità dell’opera parti è stato definito, l’ultimo ceive also the modernity of degli antichi, il primo dei mosomeone who, living in restless The mystery of the 1799 derni. Per celebrare, nel 2022, i times, appealed to the Classipainting: x-rays cast doubt 200 anni dalla morte dello stracal world for inspiration and on its authorship ordinario artista, il Museo Gypbuilt a bridge between past 14
Pagina precedente. Antonio Canova, Autoritratto come scultore (1799) e i due volti emersi dal restauro dell’opera Preceding page. Antonio Canova, Self-portrait as sculptor (1799) and the two faces revealed at the time of the picture’s restoration Casa Natale di Antonio Canova: busti in gesso nella Torretta (a lato) e Sala degli Specchi (sotto) Birthplace of Antonio Canova: plaster busts in the Torretta (this page) and the Room of Mirrors (below)
sotheca Antonio Canova ha programmato un ricco calendario di mostre, eventi e convegni dedicati alla valorizzazione del patrimonio canoviano, ma anche di progetti dedicati alla sua conservazione e alle attività di studio e di divulgazione, grazie anche a rapporti con le istituzioni universitarie e di alta formazione. Un’attività, questa, che da sempre contraddistingue l’impegno del Museo, che lo scorso anno ha adibito a laboratorio di restauro un’area del complesso per poter realizzare gli interventi evitando di movimentare le opere.
and future, to become an artist defined by many as the last of the ancients and the first of the moderns. To celebrate the 200th anniversary of the death of this outstanding artist, in 2022 the Museo Gypsotheca Antonio Canova has planned a full programme of exhibitions, events and conferences on the heritage he has passed down to us, as well as projects dedicated to the conservation of his sculptures and study of his work, with help from various universities and institutes of higher education.
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La luminosa ala del museo progettata dall'architetto Carlo Scarpa (1957), in armonia con la basilica e l'ala ottocentesca preesistenti Architect Carlo Scarpa’s light-filled extension at the museum (1957), blending in well with the existing basilica and the nineteenth century section
Ciò ha regalato, subito, un’emozionante scoperta: due figure invisibili impresse sulla tela su cui Canova, nel 1799, dipinse una solenne immagine di se stesso, della sua orgogliosa condizione di scultore. Due immagini individuate solo da una radiografia suggerita dalle incongruenze cromatiche dei margini del dipinto rilevate dalla restauratrice Edda Zonta dopo averlo tolto dalla cornice: una scoperta che ha aperto molti interrogativi sulla paternità del dipinto nascosto e sui motivi del nascondimento. Mentre si attendono ulteriori indagini che potranno
The museum has always been passionately involved in this type of activity: last year, for example, a restoration workshop wasset up to facilitate research into the sculptures without actually having to move them. Which immediately led to an exciting discovery: two hitherto invisible figures were found on a self-portrait which Canova painted of himself as a proud sculptor in 1799. The two images were found by x-rays made to examine discrepancies in colouring at the edges of the canvas as restorer Edda Zonta removed the picture from its frame. The discovery has opened up many questions about the authorship of the hidden figures and the reasons for their concealment.
Pagina precedente. Le Tre Grazie fotografate da Fulvio Roiter (Premio Masi Civiltà Veneta 2002) Preceding page. The Three Graces photographed for the Masi Foundation by Fulvio Roiter (Masi Civiltà Veneta Prize 2002) A lato. Alcune visitatrici ammirano le opere nell’Ala Scarpa This page. Visitors admiring works on display in the Scarpa Wing
fornire alcune risposte, nel Museo sono già iniziate le indagini archivistiche tra gli inventari, i libri dei conti e i molti documenti conservati che attestano l’attività canoviana. Ogni scoperta è anche una sollecitazione alla ricerca, anche se sarà difficile svelare il piccolo mistero sulla scelta di Canova di utilizzare una tela già dipinta. Moira Mascotto, appassionata direttrice del Museo Canova, afferma: “Sappiamo che spesso gli artisti avevano dei pentimenti e sotto ad alcune opere vi sono immagini poi corrette o variate. Ma qui non si può pensare sia andata così: si tratta di una tela riutilizzata e da quel che ci mostra la radiografia sembra anche dipinta da una mano diversa da quella di Canova”. Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Canova, nota anche che “entrambe le teste hanno qualcosa di plastico che potrebbe ricondurle, ad esempio, ad una ricerca fatta dall’artista in anni precedenti e poi considerata superata a tal punto di decidere di coprirla con una nuova opera. È, insomma, un piccolo mistero”. E i misteri, si sa, appassionano: un motivo in più per seguire attentamente le celebrazioni del bicentenario canoviano. Marina Grasso è giornalista culturale. Musicista e storica per formazione, da molti anni collaboratrice delle pagine culturali del Gruppo Gedi ed è impegnata anche nel settore del turismo culturale ed enogastronomico. È stata anche, per circa 20 anni, autrice delle ‘Guide’ di ‘Repubblica’ e delle ‘Guide Ristoranti de L’Espresso’.
More investigations are continuing, but archival research has already begun in the museum, using the inventories, account books and many other documents it holds about Canova’s work. After all, every discovery is also a stimulus for research, even if it will be difficult to unravel the little mystery of why Canova decided to paint over a used canvas. Moira Mascotto, the enthusiastic director of the Museo Canova, says: “We know that artists often painted over pentimenti. But this is not the case here: it is a completely re-used canvas and from the x-ray evidence it also seems to have been originally painted by a different hand from Canova’s”. Vittorio Sgarbi, President of the Canova Foundation, also notes that “both heads have something in their delineation that could be traced back, perhaps, to experiments made by the artist in previous years, which he then considered so outdated that he decided to cover them up with a new work. But it remains, quite simply, a mystery.” And as we know, mysteries are fascinating: one more reason to follow the Canova bicentennial celebrations with close attention. Marina Grasso is a cultural journalist. Musician and historian by training, for many years contributor to the cultural pages of the Gedi Group and also involved in the cultural and gastronomic tourism sector. Author of Guides for the ‘Repubblica’ and ‘Restaurant Guides for L’Espresso’. 19
VENEZIE ART DE VIVRE VENETIAN ART DE VIVRE
L’ECLETTISMO DI MISHA LIBERTEE PER L’ELEGANZA DEL COSTASERA THE ECLECTICISM OF MISHA LIBERTEE FOR THE ELEGANCE OF COSTASERA di Penolope Vaglini
Un artista russo protagonista della quinta edizione di Costasera Contemporary Art A Russian artist wins the fifth edition of Costasera Contemporary Art Project Esattamente tre mesi prima che il 24 febbraio, le truppe russe entrassero in Ucraina riportando in Europa la terribile esperienza di una guerra, a Mosca si era realizzato un evento che con Costasera Contemporary Art voleva invece consolidare, nel segno dell’arte e della bellezza, l’incontro tra culture diverse nel caleidoscopico continente europeo. Mikhail, l’artista russo chiamato a farlo, nel frattempo ha lasciato la Russia e si è trasferito in Armenia. L’auspicio comune è che al più presto tacciano le armi con il corollario di lutti e sofferenze che portano con loro e il richiamo dell’arte possa tornare a risuonare libero e forte, in pace, nella vita di tutti i popoli europei.
Three months exactly before Russian troops went into Ukraine and brought the terrible experience of war back to Europe on 24th February, a Costasera Contemporary Art project event in Moscow sought to celebrate cultural encounters in the kaleidoscope of Europe in the name of art and beauty. The artist involved, Mikhail, has now left Russia for Armenia. The hope of all of us is that the fighting will cease as soon as possible, with all the deaths and suffering it causes, and that the trumpet call of a free and vigorous art can be heard again, in peace, in the lives of all European peoples.
Coltivare la cultura attraverso l’eleganza dell’Amarone Cultivating culture using the elegance of Amarone della Valpolicella è parte del progetto ‘circolare’ di della Valpolicella is part of the ‘circular’ Costasera Costasera Contemporary Art, Contemporary Art project, a iniziativa biennale che richiama biennial event that sees leadL’evento culturale si è tenuto importanti artisti internazionali ing international artists crein una nota galleria d’arte per realizzare un’opera dediate works of art dedicated to di Mosca il 24 novembre scorso Masi’s most iconic wine. For cata al vino più iconico di Masi. Per la sua quinta edizione è staThe cultural event took place in the fifth edition it was a Rusto coinvolto un artista russo, a prominent Moscow art gallery sian artist’s turn, before Mosquando Mosca non aveva ancow had even sent its army on 24th November last year cora mandato il suo esercito in into Ukraine and before Russia 20
Misha Libertee e la sua creazione ‘Jaba’ (rospo): la pelle maculata ha ispirato l'originale etichetta per Costasera Misha Libertee and his creation ‘Jaba’ (toad): the patterned skin is the inspiration behind his unique design for the Costasera label
Ucraina né la Russia era stata colpita dalle sanzioni decise dai Paesi occidentali a seguito di questo conflitto. Il 24 novembre 2021, con una presentazione alla Gary Tatintsian Gallery, istituzione mondiale di arte contemporanea, Masi ha svelato l’opera intitolata ‘Jaba’ nata dalla collaborazione con l’artista russo Misha Libertee
had been hit by the serious sanctions imposed by western countries as a result of the conflict. On 24th November 2021, in a presentation at the world-renowned Gary Tatintsian Gallery, Masi unveiled ‘Jaba’, a work of art created in collaboration with the Russian artist Misha Libertee (Mikhail Tsaturyan), which
A lato. La performance in cui ha realizzato anche un murale This page. Performance art to create a mural Pagina successiva. Le macchie della texture celano i nomi Misha Libertee e Masi Costasera, in caratteri cirillici e latini Following page. Shapes in the skin texture spell out the names Misha Libertee and Masi Costasera, in Cyrillic and in Latin script
(Mikhail Tsaturyan) e impressa su un dipinto, una sculthen was used to create a painting, a sculpture, a mutura, un murale e sulle etichette in edizione limitata di ral, and the labels for a limited edition of Costasera Amarone Costasera 2003. Designer eclettico originaAmarone 2003. rio di San Pietroburgo, Misha è conosciuto per i suoi A multi-media designer originally from St Petersburg, lavori dallo stile leggero ma dal segno deciso, spesso Misha is famous for his humorous but incisive work, diventati virali sui social network o fruibili in formato which often goes viral on social media networks NFT, in grado di sensibilizzare il pubblico su importanor becomes available as an NFT format. His aim is ti tematiche ambientali e contro lo sfruttamento degli to raise awareness of important environmental and animali. Proprio da questo immaginario arriva l’ispiraanimal abuse issues, which is what lies behind ‘Jaba’ zione di ‘Jaba’ (rospo in russo) che riprende la textu(toad in Russian). It takes the texture of the skin of re della pelle di un anfibio tropicale e la trasforma in a tropical amphibian and transforms it into Latin and segni, lettere latine e cirilliche, celando i nomi di Misha Cyrillic letters standing for the names of Misha LiberLibertee e Masi Costasera, per sancire la vocazione di tee and Masi Costasera, affirming the common artisqueste due identità nel segno comune dell’arte. Quelle tic vocation of them both. stesse lettere che, se si potessero leggere tra le gocce If they could be read between spilled drops of Amadell’Amarone, esprimerebbero la meraviglia e lo sturone, these same letters would express the wonder pore di chi assaggia questo vino tanto potente e strutand amazement of those who taste this wine that is turato quanto profondamente gentile al sorso, capace as powerful and structured as it is profoundly gendi accarezzare il palato. Come una tle on the palate. Like a fairy tale fiaba a lieto fine, la pelle del rowith a happy ending, the toad’s L’eclettico designer realizza spo illustrata nell’opera di Misha skin depicted in Misha’s work lavori dal segno deciso incontra Costasera imprimendosi of art meets Costasera, leaving divenuti virali sui social sulla sua etichetta e, poggiandoa print of itself on the label and, si sulla superficie sinuosa della The eclectic designer makes resting on the sinuous surface bottiglia, si mostra finalmente in of the bottle before revealing itstrongly patterned works tutta la sua bellezza. Un’estetica that go viral on social media self in all its beauty. This is a work dedicata alla forza dell’Amarone, of art dedicated to the strength 22
A lato e sotto. Per Raffaele Boscaini “lo stile personale dell’artista dona all’Amarone uno slang più rock’n roll, immediato e attuale” This page. For Raffaele Boscaini “the artist’s personal style gives Amarone a more rock-and-roll style, more immediate and up-to-the-minute” Pagina successiva. La bottiglia di Costasera ‘vestita’ dall’artista russo Following page. A bottle of Costasera ‘dressed’ by the Russian artist
affascinante frutto dell’inverno, vinificato nel momento in cui la natura è più spoglia e per questo ancor più evocativo di tutto il potenziale del territorio della Valpolicella. Un vino dal tannino mai invadente, versatile a tavola, che giova della vicinanza con l’arte contemporanea per farsi conoscere e apprezzare da un pubblico sempre più vasto. “Con il contributo di Misha, si arricchisce la collezione che possiamo condividere con affezionati consumatori e appassionati d’arte.
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of Amarone, the fascinating fruit of winter months, vinified at the time when nature is at its barest, and therefore even more evocative of the Valpolicella terroir. It’s a wine with tannins that are never intrusive, it’s versatile with food, and proximity to contemporary art has made it even more famous. “With Misha’s contribution, the art collection that we share with loyal consumers and art lovers is further enriched. Using ‘Jaba’, Costasera shows its versatility,
Attraverso Jaba, Costasera rivela il suo carattere piacevolmente eclettico e dialoga con lo stile personale dell’artista, dando all’Amarone uno slang più rock and roll, immediato e attuale. D’altronde anche con un outfit elegante a volte ci si concede il lusso di indossare le sneakers” commenta Raffaele Boscaini a proposito della quinta edizione del Costasera Contemporary Art che segue a quelle realizzate dal pittore cinese He Xi nel 2019, da Susan A. Point nel 2017 (l’esponente più celebre della Coast Salish Art) e dalla svizzera Maya von Moos nel 2015, specializzata in animazioni 3D. L’idea del progetto, infatti, è nata dieci anni fa dall’incontro tra Raffele Boscaini e il pittore svedese Ernst Billgren che, ammaliato dal sorso di Amarone Costasera, ha deciso di interpretarne materia, sentori e gusto attraverso un’inedita opera d’arte. Con l’intento di creare un progetto circolare, l’illustrazione è stata inserita all’interno di una cornucopia, simbolo sinuoso dedicato alla generosità della natura e tradizionalmente impresso sulle bottiglie di Masi, favorendo il dialogo tra l’opera artistica e il vino, mantenendo ben visibili tutte le dimensioni rappresentate nel progetto: quella dell’azienda nata nella valle del ‘Vajo dei Masi’ e quella creativa del pittore. La circolarità di Costasera Contemporary Art per volere di Raffaele Boscaini si è poi estesa oltre al concetto dell’etichetta d’arte perseguendo un obiettivo didattico e culturale. Grazie al ricavato delle vendite delle 3000 bottiglie provenienti dalla Cantina Privata Boscaini, rese uniche dal tocco dell’arte contemporanea, in ogni edizione un giovane studente selezionato dall’artista riceve una borsa di studio per imparare l’arte vetraia di Murano presso il celebre Berengo Studio. Un progetto importante per valorizzare il territorio delle Venezie e la materia del vetro, indispensabile nel processo artigianale che porta sulle tavole di tutto il mondo l’eleganza e l’inaspettata gentilezza dell’Amarone della Valpolicella. Penelope Vaglini, appassionata di cocktail e alta cucina, scrive di cibo, vino e lifestyle per testate internazionali. Ha co-fondato Coqtail Milano, la prima community italiana sulla mixology e il suo magazine online, punto di riferimento per gli amanti del buon bere.
and in a dialogue with the artist’s personal style Amarone takes on a more rock-and-roll style, more immediate and up-to-the-minute. After all, even when you’re wearing smart clothes you can also sometimes wear trainers too,” comments Raffaele Boscaini, talking about the fifth edition of Costasera Contemporary Art. Previous editions featured the Chinese painter He Xi in 2019, Susan A. Point (the most famous exponent of Coast Salish Art) in 2017, and Swiss artist Maya von Moos, who specialises in 3D animation, in 2015. The idea for the project came ten years ago when Raffele Boscaini met the Swedish painter Ernst Billgren, who decided to depict the nature, aromas, and taste of Costasera Amarone in an original work of art. With the intention of creating a ‘circular’ project, this image was framed by a cornucopia, the symbol of the generosity of nature traditionally printed on Masi labels, promoting a dialogue between the work of art and the wine, and displaying the essential elements of the project: the company founded in the ‘Vajo dei Masi’ valley and the creativity of the painter. At the behest of Raffaele Boscaini, the ‘circularity’ of the Costasera Contemporary Art project was then extended beyond the creation of a special wine label to be more educational and cultural. Now, thanks to the proceeds of the sale of the 3000 specially-labelled bottles from the Cantina Privata Boscaini every two years, a young student selected by the appointed artist receives a scholarship to learn the art of glassmaking at the famous Berengo Studio in Murano. This is an important promotion for the Venetian regions and for the material of glass, as well as being an indispensable part of the artisanal process that brings the elegance and unexpected gentleness of Amarone della Valpolicella to tables all over the world. Penelope Vaglini, lover of cocktails and haute cuisine, writes on food, wine and lifestyle subjects for international titles. Co-founder of Coqtail Milano, the first Italian website ‘community’ about mixology and its online magazine, a reference point for lovers of fine drinks. 25
ONSIGLIATA 50 mm
MINIMO 35 mm
IL PROGETTO COSTASERA CONTEMPORARY ART
THE COSTASERA CONTEMPORARY ART PROJECT
Il termine ‘cultura’ trova origine dal verbo ‘coltivare’: nulla più della coltivazione della terra è espressione del sapere millenario di un popolo. Fare incontrare due espressioni della cultura come l’arte e la produzione di vini eccellenti è una scelta naturale: è la convinzione da cui nasce il progetto ‘Costasera Contemporary Art’. Il progetto ha cadenza biennale e prevede la selezione di un artista di fama internazionale, originario di un Paese legata a Masi, per realizzare un’opera dedicata all’Amarone Costasera e alla sua caratteristica etichetta. L’artista indica inoltre uno studente d’arte a cui offrire una borsa di studio Masi per un’esperienza in Italia in un contesto artistico d’eccellenza quale le vetrerie di Murano a Venezia. Ecco gli artisti selezionati nelle precedenti quattro edizioni, le cui etichette impreziosiscono selezionate bottiglie di Costasera 1998, 1999, 2000, 2001. Nel 2013 Ernst Billgren, eclettico artista contemporaneo svedese, pittore, scultore, designer e scenografo. “Nella mia opera il capriolo e il suo cucciolo simboleggiano la cura trasmessa attraverso le generazioni… Natura e cultura, in sintesi:
The term ‘culture’ originates from the verb ‘to cultivate’: so the cultivation of the land is the expression of the age-old knowledge of a people, no less. Linking two expressions of culture such as art and the production of premium wines is a natural choice, which is the conviction behind the ‘Costasera Contemporary Art’ project. The project takes place every two years and involves the selection of an artist of international renown, who originates in a country linked to Masi commercially, to create a work of art dedicated to Costasera Amarone and its characteristic label. The artist also nominates an art student to be offered a Masi scholarship, giving them experience in a place of artistic excellence in Italy, in this case the Murano glassworks in Venice. The artists selected for the four previous editions, whose labels adorn selected bottles of Costasera 1998, 1999, 2000 and 2001, are listed below. In 2013, it was Ernst Billgren, the eclectic contemporary Swedish artist, painter, sculptor, designer and set designer. “In my work, the roe deer and its fawn symbolise care passed down through
Nature and culture Edizione/Edition 2013 Costasera 1998 ERNST BILLGREN
The metamorphoses of matter Edizione/Edition 2015 Costasera 1999 MAYA VON MOOS
una luminosa rappresentazione di come questi due elementi si uniscano in un cerchio continuo”. Nel 2015 Maya von Moos, svizzera, il cui talento si esprime in una forma d’arte innovativa, l’animazione 3D, che le permette di costruire ogni elemento e di animarlo per raccontare la sua storia. “Dal mio viaggio in Valpolicella ho portato con me il ricordo della magia della trasformazione dell’uva nel passare del tempo, delle quattro stagioni. Ho cercato di condensare tutte queste suggestioni”. Nel 2017 Susan A. Point, la più importante esponente della Coast Salish Art, l’espressione artistica dei nativi della costa occidentale del Canada. Il legame ancestrale si esprime nell’opera attraverso temi tradizionali come il Fraser River e il Salish Sea, popolati di salmoni, polipi, orche insieme al martin pescatore, che l’artista rappresenta in un moltiplicarsi di segni tra l’astratto e il figurativo. Nel 2019 He Xi, artista cinese autore di raffinate pitture su seta e carta di riso. Da sempre sensibile al tema della libertà dalle costrizioni, nella sua opera ha rappresentato un volo di farfalle sull’oceano. L’ispirazione viene da Verona, città di Romeo e Giulietta, protagonisti di una storia d’amore che ricorda una leggenda cinese avente come epilogo il volo di due farfalle.
Traditional legacy Edizione/Edition 2017 Costasera 2000 SUSAN A. POINT
Jin du Edizione/Edition 2019 Costasera 2001 HE XI
the generations,” he says, “Nature and culture, in a nutshell: a luminous representation of how these two elements come together in a continuous circle.” In 2015, it was Maya von Moos from Switzerland, whose talent comes out in an innovative art form, 3D animation, which means she can build each element and animate it to tell its story. “During my trip to Valpolicella, I experienced the magic of the transformation of the grapes over the four seasons of the year, which I tried to condense into one work,” she says. In 2017, it was the turn of Susan A. Point, the most important exponent of the art of the natives of Canada’s west coast: Coast Salish Art. A link to the past is expressed through traditional themes, such as the Fraser River and the Salish Sea, populated by salmon, octopuses, killer whales, and kingfishers, which the artist represents in a multiplicity of shapes, some abstract and some figurative. Lastly, in 2019, it was He Xi, a Chinese artist who paints artistic scenes on silk and rice paper. Sensitive to the theme of freedom from constraints, his image was of butterflies flying over the sea. The inspiration comes from Verona, the city of Romeo and Juliet, the protagonists of a love story with similarities to a Chinese legend about two butterflies in flight.
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MEMORIE DEL TERRITORIO MEMORIES OF THE TERRITORY
IL NOVECENTO IN UN MUSEO CHE CI PORTA NEL FUTURO THE TWENTIETH CENTURY IN A MUSEUM THAT TAKES US INTO THE FUTURE di Elena Pala
M9 di Mestre, tra memoria di com’eravamo e fotografia di quel che siamo M9 in Mestre: memories of how we were and photogaphs of who we are L’articolo inaugura la nuova rubrica ‘Memorie del territorio’ destinata a portare alla ribalta quei luoghi e quei segni che raccolgono e restituiscono la memoria storica delle terre delle Venezie e di quello che siamo stati e siamo diventati.
This article inaugurates the new section ‘Memories of the territory’, which is intended to bring to the fore those locations and sights that remind us of the history of the Venetian regions, and of what we have been and what we have become.
M9 - Museo del ’900 di Mestre riparte. O meglio, è riM9 – the Museum of the Twentieth Century – in Mespartito da mesi nonostante la drammatica stagione tre has opened up again. Or rather, it’s been open for epidemica stenti a chiudersi. M9, inaugurato nel 2018, months now, despite its threatened closure during nasce otto anni prima. È il 2010 quando la Fondaziothe epidemic. Inaugurated in 2018, M9 actually dates ne di Venezia lancia un concorso internazionale per back to eight years previously when the Fondazione la progettazione di un museo sul Novecento in un’adi Venezia launched an international competition to rea del centro di Mestre rimasta a lungo preclusa alla design a Museum of the Twentieth Century in a part cittadinanza. Ad aggiudicarsi la commissione – si legof Mestre that had long been closed to the public. ge nella presentazione dell’ente – è lo studio tedesco “The winner of the competition,” reads the organiSauerbruch Hutton con un progetto di rigeneraziosation’s brochure, “was the German studio Sauerne urbana basato su un sistebruch Hutton, with a project ma di architetture – nuove for urban regeneration based Inaugurato nel 2018, il museo e restaurate – perfettamenon a system of new and reraccorda la ricostruzione storica te integrate nella città, nuovi styled architecture that was del ‘Secolo breve’ ai giorni nostri spazi pubblici, accessi per una integrated perfectly into the Opened in 2018, the museum links piena permeabilità dell’area city, with new public spaces, e soluzioni ecosostenibili. Il the historical reconstruction of the complete accessibility, and museo presenta due approceco-sustainable policies.” ‘Short Century’ to the present day ci espositivi, uno permanente The museum has both per28
Le architetture di M9, firmate dallo Studio Sauerbruch Hutton, sono integrate nel contesto urbano grazie anche alle scelte cromatiche dei rivestimenti The architecture of M9, designed by Studio Sauerbruch Hutton, is integrated into the urban context thanks to the colour choices of the cladding too
A lato. Una postazione multimediale e interdisciplinare del percorso espositivo volta a offrire al visitatore la possibilità di creare percorsi di conoscenza inusuali e personalizzati This page. A multimedia and interdisciplinary station in the exhibition itinerary giving visitors the chance to follow unusual and personal paths of discovery
e uno temporaneo. Quest’ultimo punta a raccordare manent and temporary exhibitions. The latter link the la ricostruzione storica del cosiddetto ‘Secolo breve’ historical reconstruction of the so-called ‘short cenai giorni nostri aprendosi al futuro. Entrambe le seziotury’ to the present day and open it up to the future. ni mirano a raccontare in modo avvincente la storia Both sections try to tell the story of the 20th century del XX secolo. Come? Attraverso le piccole e grandi in a compelling way. How do they do this? By focustrasformazioni del ’900: dalla vita quotidiana ai grandi ing on the transformations to be found in that centucambiamenti sociali, economici, ambientali e culturali. ry, small and large: from everyday life to the great soTecnologie avanzate e installazioni immersive sono al cial, economic, environmental, and cultural changes. servizio della narrazione per far conoscere il passato, Advanced technologies and immersive installations comprendere il presente e immaginare il futuro. M9 are used to illuminate the past, understand the preè “un caleidoscopio dedicato al peggiore e al migliore sent, and imagine the future. dei secoli ovvero a cent’anni in cui le contraddizioni “M9 is a kaleidoscope dedicated to the best and sono state molto forti, come mai nella storia – ci racworst of the century, a hundred years when social conta uno dei curatori Giuseppe Saccà. Si può passare differences were more extreme than they had ever da una voce all’altra, secondo inclinazioni e curiosità. been in history before,” says Giuseppe Saccà, one O seguire il racconto sezione dopo sezione. Non c’è of the curators. You can cherry pick your route acun unico percorso obbligato: ogni visitatore può decording to your own particular interests. Or go cidere da dove cominciare, cosa guardare, quali argosection by section. There is no compulsory itinermenti approfondire”. Sui due piani ary: visitors are at liberty to dededicati alla sezione permanente cide where to start, what to look Installazioni immersive si snodano otto sezioni tematiche at, and what topics to explore in come porte d’accesso e oltre sessanta installazioni indidepth. Eight thematic sections per guardare il Novecento and more than sixty independent pendenti, ma interconnesse. “Ogni sezione – continua Saccà – si apre but interconnected installations Immersive installations con un’installazione emozionante e are spread over the two floors of as gateways to a vision immersiva, una porta d’accesso per the permanent exhibition. “Each of the 20th century guardare il Novecento da prospettisection,” continues Saccà, “opens 30
Al secondo piano, nella sesta sezione – dal titolo ‘Res-publica’ – trovano spazio anche i protagonisti della vita democratica della Prima Repubblica, ossia i partiti di massa On floor 2, in section 6 – with a title ‘Res-publica’ – the heroes of democratic life in the First Republic, the parties of the masses, are on display
ve sempre diverse. Il primo piano with an exciting, immersive inUn patrimonio documentario stallation, a way of looking at tratta della vita quotidiana: racdi eccezionale valore salvato conta come siano cambiati i volti the twentieth century from dife i corpi degli italiani, le loro famiferent perspectives.” The first dal pericolo di dispersione glie, i ruoli sociali e di genere, gli floor deals with everyday life: it A documentary heritage spazi domestici, le tecnologie e gli tells us how the faces and bodof exceptional value saved oggetti, gli abiti, gli alimenti, i luoies of Italians have changed, from the danger of dispersal ghi di lavoro e i sistemi produttivi, it tells us about their families, il benessere complessivo raggiuntheir social standing, and the to. Il secondo piano – prosegue Saccà – guarda invece role of gender. It’s about domestic spaces, techagli spazi pubblici e ai luoghi collettivi: dalla trasformanology and objects, clothes, food, workplaces and zione dei paesaggi all’urbanizzazione, dai luoghi della production systems, and level of overall well-being. partecipazione politica al palcoscenico delle istituzioni, “The second floor,” continues Saccà, “looks instead fino a una riflessione sull’identità nazionale attraverso at public and collective places: from the transformala scolarizzazione, l’alfabetizzazione, i culti religiosi e tion of the countryside to urbanisation, from places i consumi culturali di massa e di élite”. M9 è però più of political participation to the role of institutions, di un museo: un’affermazione, questa, che trova conand a reflection on national identity through schoolferma nel suo approccio educativo volto a esploraing, literacy, religion and culture, both at the level of re il ruolo che la storia riveste nel mondo attuale con the masses and that of the elite.” uno sguardo privilegiato al territorio in cui il museo è M9 is more than a museum though, which is shown inserito. Spiegare alle nuove generazioni le radici più by its approach to exploring the role of history in prossime dello stile di vita cui sono abituati è la porta today’s world with a special focus on the territory d’accesso per trasformare la storia in un fatto concrewhere the museum is located. Explaining the historito, tangibile e vicino. Da qui, ad esempio, la mostra in cal roots of their lifestyle to the new generation is cantiere dal titolo ‘GUSTO! Gli italiani a tavola. 1970the key to transforming history into something that 2050’ a cura di Massimo Montanari e Laura Lazzaroni, is concrete, tangible and up-to-date. Hence, for exin calendario dal 25 marzo al 25 settembre 2022, alla cui ample, for the new exhibition called “GUSTO! Italians realizzazione tutti i cittadini sono stati invitati a dare un at table.1970-2050”, curated by Massimo Montanari contributo. Tramite la newsletter del museo è stato and Laura Lazzaroni (running from 25 March - 25 Seprivolto un appello all’utenza affinché diventasse parte tember 2022), the public were asked to participate by attiva della prossima esposizione inviando proprie fosending in photographs taken between the 1970s and tografie scattate tra gli anni Settanta e Novanta aventi 1990s of family Sunday lunches, kitchens with pots
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Pagina precedente. L’ex Convento delle Grazie con il suo chiostro, risalente al XVI secolo, valorizza le eccellenze dell'innovazione ed è lo scenario per festival, concerti e iniziative culturali Preceding page. The ex-Convento delle Grazie with its 16th-century cloisters displays the successes of innovation and prospectuses for festivals, concerts and cultural events A lato. La foresta temporanea nel cuore di M9 allestita nel 2021 a cura di Luca Molinari e Claudio Bertorelli This page. The temporary forest at the heart of M9 was curated by Luca Molinari and Claudio Bertorelli in 2021
per soggetto i pranzi della domenica in famiglia, le cucine con le pentole sul fuoco, le abbuffate di Natale con i parenti riuniti, i pic-nic di Pasqua, le tavole imbandite in occasione delle grandi feste popolari. Le fotografie erano da inviare entro il 10 febbraio scorso tramite mail o portandole direttamente alla biglietteria: verranno sia esposte in mostra sia pubblicate sul relativo catalogo. M9 si apre al territorio regionale (e non solo), come già aveva fatto sin dal suo affacciarsi nel mondo culturale italiano con diverse mostre temporanee legate al Veneto. Si pensi all’installazione “FORESTA M9. Un paesaggio di idee, comunità e futuro” (2021), creazione artistica che celebrava il forte legame con le radici della città lagunare e il territorio che le fa da cornice; oppure alla più recente mostra ‘Le sfide di Venezia. L’architettura e la città nel Novecento’ (2021/2022) e da ottobre alla mostra ‘Il laboratorio del design. Produzione e ricerca nell’area veneta dal 1945 ad oggi’ a cura di Massimo Martignoni. M9 continua a puntare ad essere una casa per la comunità, specialmente del territorio, in cui tutti possano sentirsi inclusi e partecipi. Elena Pala da anni collabora con l’Università degli Studi di Milano e scrive per le pagine culturali del ‘Giornale di Brescia’. Ricercatrice al Centro Studi Rsi, ha promosso e curato esposizioni ed eventi culturali, tra cui la mostra ‘I giovani sotto il fascismo. Il progetto educativo di un dittatore’.
and pans on the stove, Christmas feasts with relatives gathered round the table, Easter picnics, and tables laid for popular festivals. Photographs supplied before 10 February, by email or in person, were considered both for display in the exhibition and for publication in the event catalogue. M9 is opening up to the region (and beyond), as it has done since its debut in the Italian cultural world with various temporary exhibitions linked to the Veneto. One thinks of the installation ‘FORESTA M9. A landscape of ideas, community, and the future’ (2021), which celebrated the strong links that Venice has with its surrounding territory; or the more recent exhibition ‘The challenges for Venice. Architecture and the city in the Twentieth Century’ (2021/2022); and starting next October ‘The design laboratory. Production and research in the Veneto from 1945 to today’, curated by Massimo Martignoni. M9 continues in its declared aim of being a home for the community, especially in the local area, where everyone can feel included and take part. Elena Pala has worked for the State University of Milan for many years and writes for the cultural pages of the ‘Giornale di Brescia’. A researcher at the CentroStudi RSI, she promotes and curates exhibitions and cultural events, including ‘Youngsters under Fascism. A dictator’s educational project’. 33
IL MESTIERE DEI CAMPI E DELLA CANTINA THE ART OF CULTIVATION AND OF THE CELLARS
DONAZIONE LAVERDA: L’ARCHIVIO D’IMPRESA È DIVENTATO IMPRESA CULTURALE THE LAVERDA GIFT: THE BUSINESS ARCHIVE HAS BECOME A CULTURAL ENTERPRISE di Mario Bagnara
Le macchine agricole di Breganze alla Biblioteca Internazionale ‘La Vigna’ Agricultural machinery from Breganze at the ‘La Vigna’ International Library Alla Biblioteca Internazionale ‘La Vigna’ di VicenThe ‘La Vigna’ International Library of Vicenza could za, nel giorno esatto del 108° anniversario della nahave received no more prestigious honour than scita del suo fondatore Demetrio Zaccaria (6 aprile the one bestowed on it by the Ministry of Cultural 1912 - 27 novembre 1993), non poteva giungere dal Heritage and Activities on the 108th anniversary of Ministero per i Beni e le Attività Culturali un riconothe birth of its founder, Demetrio Zaccaria (6th April scimento più prestigioso: un decreto firmato dal So1912 - 27th November 1993). A decree signed by the Arprintendente Archivistico e Bibliografico del Veneto chival and Bibliographical Superintendent of Veneto e del Trentino Alto Adige, dott.ssa Eurosia Zuccolo, and Trentino Alto Adige, Dr. Eurosia Zuccolo, declared la dichiarava “di eccezionale interesse culturale…”, the Library to be “of exceptional cultural interest…”, ma, a parte, proclamava anche l’Archivio aziendale and added that the Archives of the Pietro Laverda della Ditta Pietro Laverda “di interesse storico parcompany were “particularly important historically… ticolarmente importante… sia per l’importanza del both because of the significance of the company and soggetto produttore sia per la ricchezza e l’eterothe richness and diversity of the material preserved.” geneità del materiale conservato”. Indubbiamente This recognition is clearly a sign of a cultural policy l’iniziativa ministeriale è segno di una politica cultuthat aims to prevent the documentary heritage of inrale che mira a preservare un patrimonio documendustrial history from being lost – so, much to be imitario storico-industriale dal tated. The Laverda Archive pericolo di dispersione: un was donated to ‘La Vigna’ by Fondata nel 1873, la ditta modello quindi da imitare. five generous heirs in a solgià nel 1904 esportava La donazione di questo Aremn ceremony witnessed by macchine agricole in Brasile chivio, da parte di cinque genotary at the Library on 26th nerosi eredi, era avvenuta, October 2016. This was the Founded in 1873, the company con la sottoscrizione di un was already exporting agricultural happy culmination of a proatto notarile nella sede delcess that began in 2010 with machinery to Brazil by 1904 la Biblioteca il 26 ottobre del specific events organised by 34
Faldoni dell’Archivio Storico Laverda negli scaffali della Biblioteca de ‘La Vigna’ con un manifesto pubblicitario The Laverda Historical Archive at the ‘La Vigna’ Library, including an advertising poster
Pagina precedente. Prima mietitrebbia Laverda M 120 del 1964, presentata alla Fiera di Verona Preceding page. Laverda’s combine harvester M 120 (1964), launched at the Verona Fair
Cerimonia della donazione nel salone del piano nobile di Palazzo Brusarosco-Zaccaria, sede della Biblioteca ‘La Vigna’, 26 ottobre 2016 Donation ceremony in the principal reception room of Palazzo Brusarosco-Zaccaria, seat of the ‘La Vigna’ International Library, 26th October 2016
2016 nel corso di una solenne cerimonia: felice tappa Piergiorgio Laverda, who, as a writer and historian of di un iter culturale, iniziato già nel 2010 con specifici agricultural mechanisation, as well as great-grandson eventi, promossi per iniziativa di Piergiorgio Laverda of the founder Pietro Laverda, had lovingly looked afche, scrittore e storico della meccanizzazione agricoter and studied this unique and exceptional Archive la, nonché pronipote del fondatore Pietro Laverda, for 35 years since 1981, before then supervising its dal 1981 per 35 anni aveva amorevolmente custodito donation. It was also Piergiorgio who brought the Are studiato questo patrimonio unico ed eccezionale, chive to public attention with a series of conferences promovendone poi la donazione. and publications written by himself, as well as organisPer la sua riscoperta pubblica erano state organizzate ing ‘Machining and Pressing: a history of winemaking non solo conferenze e presentazioni di volumi, scritmachinery, with an exhibition of machines, tools and ti e pubblicati dallo stesso erede, ma anche, sempre historical documents’, using equipment and materials da lui curata nel 2015 in occasione dell’EXPO, una sourced from the University of Padua itself in 2015 as mostra con reperti della stessa Università di Padova, part of EXPO. A 1929 Laverda pomace press, donated ‘Machinare & Torciare. Storia e tradizione delle macby the curator and exhibited in memory of the passion chine per il vino con esposizione di macchine, attrezzi for winemaking artefacts shown by the collector Zace documenti storici’: da allora, anche in ricordo degli caria, has embellished the neo-classical hallway of the interessi vitivinicoli del collezionista Zaccaria, nell’anLibrary ever since. The Laverda company was founddrone del palazzo neoclassico deled in 1873. It became increasingly la Biblioteca è esposto un torchio successful on the world stage, so Oltre 11.000 le immagini per vinacce Laverda del 1929, dothat the first overseas export to digitalizzate e catalogate. nato dal curatore. Porto Alegre in Brazil dates back 164 i filmati dal 1956 al 1982 La Ditta Laverda, fondata nel 1873 to 1904, for example. In 1981, the e sempre più affermata nel mercompany was taken over by Fiat More than 11,000 images cato mondiale (del 1904 la prima Trattori SpA, before passing to digitalised and catalogued. esportazione oltreoceano a Porto the New Holland holding company 164 films shot between Alegre in Brasile), nel 1981 migraand then to ARGO. Finally, in 2011, 1956 and 1982 va alla Fiat Trattori SpA, poi alla it became part of the American 36
holding New Holland successivamente alla Società ARGO e infine, nel 2011, all’americana AGCO Corp., conservandone però sempre il brand originario e la sede a Breganze, scelta dal fondatore già nel 1884. Provvidenziale ed encomiabile, quindi, il salvataggio familiare di un Archivio così importante, ora affidato alle cure de ‘La Vigna’ di Vicenza. La parte documentaria che interessa principalmente il periodo 18901945, è costituita da 163 volumi rilegati di varie dimensioni, tra cui 89 copialettere e altri numerosi faldoni e scatoloni. La raccolta fotografica, dai primi anni del ’900 al 1981, conta circa 23.000 immagini su carta, negativi e lastre in vetro. Nel 2018, con il progetto
AGCO Corp., but its original headquarters and brand always remained in Breganze, as established by the founder as far back as 1884. The family’s rescue of such an important Archive, now entrusted to the care of ‘La Vigna’ in Vicenza, was therefore providential and much to be applauded. Written documents largely cover the period 1890-1945 and consist of 163 bound volumes of various sizes, including 89 correspondences by letter and numerous folders and boxes. The photographic collection dates from the early 1900s to 1981 and comprises around 23,000 images on paper, plus negatives and glass plates. The ALma - Laverda Agricultural Machinery Archive Project, financed by
M 112 AL con lo sfondo della Villa La Rotonda di Andrea Palladio, in un calendario del 1980, che ricordava il 400° anniversario della morte dell’artista The M 112 AL with Palladio’s Villa La Rotonda in the background, as seen in the company’s 1980 calendar produced to commemorate the 400th anniversary of the architect’s death
Orologio in legno, realizzato nel 1858 da Pietro Laverda a 13 anni, osservando i meccanismi dell’orologio del campanile del paese natale San Giorgio di Perlena (Fara Vicentino, Vicenza), ora esposto all’ingresso de ‘La Vigna’ Wooden clock mechanism, made in 1858 by Pietro Laverda when he was 13 years old, inspired by the mechanism in the bell tower clock of his hometown of S. Giorgio di Perlena (Fara Vicentino, Vicenza); now displayed at the entrance to ‘La Vigna’
ALma - Archivio Laverda Macchine Agricole, finanziathe Cariverona Foundation, has digitalised and catato dalla Fondazione Cariverona, è iniziata la valorizzalogued over 11,000 images, all accessible on the instizione delle fotografie, giunta ora alla digitalizzazione e tution’s website, since its inception in 2018. Fascinatcatalogazione di oltre 11.000 immagini, accessibili nel ingly, there are also 164 reels of film, including copies sito dell’istituzione. and foreign versions, covering the period 1956-1982. Un’interessante documentazione sono pure 164 filNumerous research projects have already started, mati su pellicola in più copie e versioni anche stranieincluding videos. But thanks to the availability of this re, del periodo 1956-1982. Grazie quindi alla disponirich heritage, which will become increasingly accesbilità di questo ricco patrimonio, destinato a divenire sible to students and teachers at technical institutes sempre più fruibile da studenti e docenti di Istituti and universities, and thanks to the cataloguing and Tecnici e Università (già numerose le ricerche anche digitalisation work undertaken – the result not only of con video), grazie agli interventi di riordino e digitaliza government grant, but also of a crowdfunding camzazione, frutto non solo di un contributo ministeriale, paign (Innamoratidellacultura.it) with its related Art ma anche della campagna di crowdfunding (InnamoBonus tax benefits – it will become increasingly easy ratidellacultura.it) con i relativi benefici fiscali dell’Art to reconstruct the history of a world-leading agriculBonus, sarà sempre più facile ricostruire la storia di tural machinery company and the exemplary family un’azienda agricola leader mondiale e di una famiglia that brought it from humble origins to international esemplare che, da umili origini, in tre generazioni, l’ha prominence in three generations. The Laverda comcreata e portata a traguardi pany has a fascinating history, esaltanti. Sempre singolare la starting with the founder Pietro Tutto iniziò con un orologio genialità dei Laverda, a partire who, at the age of just 13, was costruito da Pietro Laverda dal fondatore Pietro che a soli inspired by the clock mechache si ispirò al campanile 13 anni, ispirandosi ai meccaninisms in the church bell tower smi dell’orologio del campanile of his hometown of S. Giorgio Everything began with Pietro del paese natale San Giorgio di Laverda’s clock, modelled after di Perlena (Vicenza) to make Perlena (Vicenza), ne realizza a wooden timepiece that was the one in the campanile uno tutto in legno, destinato a displayed at his home before 38
Manifesto aziendale del 1948 Company’s Poster dateted 1948
funzionare in casa, per essere poi esposto in officina; ora si fa ammirare nell’atrio d’ingresso de ‘La Vigna’, quasi a simboleggiare il valore del tempo, come in passato, anche ai fruitori della Biblioteca. Ammirevole fu la gestione di questi imprenditori anche durante le due guerre mondiali, con strategici spostamenti e riconversioni delle officine, come racconta e docu-
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being put on show in the workshops. It can now be admired in the entrance hall of ‘La Vigna’ and it’s almost just as much a symbol of the value of time for the Library’s users as it was in the past. Successful management by the family saw the company survive both world wars by relocating the workshops and recalibrating the production lines, as
Pagina precedente. Sopra, la prima mietitrebbia autolivellante per zone collinari M 100 AL del 1970. Sotto, la prima mietilegatrice Laverda ML6 del 1938 Preceding page. The first selflevelling combine harvester for hilly areas, the M 100 AL of 1970. Under. First Laverda ML6 reaper-binder of 1938 A lato. Prima motofalciatrice polivalente, davvero innovatrice, progettata da Francesco Laverda, figlio di Pietro, nel 1947 This page. The first multipurpose, truly innovative motorised harvester designed by Francesco Laverda, Pietro’s son, in 1947
menta sempre Piergiorgio Laverda nel volume La Laverda Macchine Agricole durante l’occupazione tedesca… del 2015. Nell’avvincente galleria fotografica dell’Archivio, tra le numerose macchine agricole, di tecnologia sempre più avanzata, oltre alla prima falciatrice meccanica a traino animale del 1934, alla prima mietilegatrice ML6 del 1938 e quindi nel 1947 all’innovatrice motofalciatrice polivalente, progettata da Francesco Laverda, nipote di Pietro, brillano le mitiche Rosse mietitrebbie: la M 60 del 1956, prima macchina italiana prodotta in grande serie, seguita dalla M 120, medaglia d’oro al Salone di Parigi del 1964 e nel 1970 dalla prima mietitrebbia autolivellante per zone collinari M 100 AL e dalla M 112 AL. Il tutto promosso a livello mondiale con esemplari campagne pubblicitarie. A documentare la costante sensibilità sociale dei Laverda, illuminanti sono anche le immagini del villaggio costruito per gli operai, delle premiazioni dei dipendenti e di celebrazioni anniversarie, talora con la partecipazione di autorevoli protagonisti della politica e dell’economia. Mario Bagnara, consulente culturale della Biblioteca Internaz. ‘La Vigna’, Vicenza (già presidente 2006-18). Pubblicista e saggista, è stato docente universitario, preside, assessore alla cultura. È Accademico olimpico e socio dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, e presidente onorario dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO.
Piergiorgio Laverda reveals in his book Laverda Agricultural Machinery during the German Occupation…, published in 2015. Fascinating photographic images in the Archives show multiple agricultural machines with increasingly advanced technology: the first mechanical mower drawn by animals in 1934, the first ML6 reaper-binder in 1938, and then in 1947 the innovative multi-purpose motor mower, designed by Francesco Laverda, Pietro’s grandson. Then there were the legendary Rosso combine harvesters: the M 60 of 1956, which was the first Italian machine to be mass-produced, followed by the M 120, a gold medal winner at the 1964 Paris Show, and in 1970 the first self-levelling combine harvester for hilly areas, the M 100 AL), followed by the M 112 AL. Successful international advertising campaigns underpinned it all). Pictures of a specially-built workers’ village, of employee awards and of anniversary celebrations, sometimes with politicians and business personalities involved as well, are illuminating evidence of the Laverda family’s abiding concern for social harmony. Mario Bagnara, cultural consultant for ‘La Vigna’ International Library of Vicenza (former President 2006-18). Publicist and essayist, former university lecturer, head teacher and cultural commissioner. An Olympian Academician and member of the Italian Academy of the Vine and Wine; Honorary President of the Italian Association for UNESCO World Heritage Sites. 41
I QUARANT’ANNI DELLA BIBLIOTECA INTERNAZIONALE ‘LA VIGNA’
FORTY YEARS OF THE ‘LA VIGNA’ INTERNATIONAL LIBRARY
Lo scorso 11 dicembre il Centro di cultura e civiltà contadina-Biblioteca Internazionale ‘La Vigna’ di Vicenza ha festeggiato i suoi 40 anni di vita. A tenere la lectio magistralis per l’occasione è stato il professor Attilio Scienza, da poco insignito del Premio Masi Civiltà Veneta, con una riflessione sul tema ‘Nei libri il segreto della conoscenza: quello che non può dare il digitale’. A sottolineare la collaborazione che lega l’istituzione berica a Masi, all’evento ha partecipato il presidente di Masi Agricola e vicepresidente della Fondazione, Sandro Boscaini. Dal 2006 al 2018 la Biblioteca, fondata nel 1981 dal manager e bibliofilo vicentino Domenico Zaccaria, è stata del resto presieduta da Mario Bagnara, storico curatore della rubrica ‘Il mestiere dei campi e della cantina’ di questa rivista. Istituita non solo per conservare e incrementare un patrimonio librario di eccezionale valore (oggi sono circa 62.000 i volumi raccolti, databili tra il XV secolo e i giorni nostri), la Biblioteca, oggi presieduta dall’imprenditore Remo Pedon, ha quali sue finalità statutarie anche quelle di metterle a disposizione dei ricercatori e di promuovere tutte le iniziative che ne favoriscano la migliore valorizzazione. In questo senso costituisce in Italia un punto di riferimento culturale preciso nel settore delle scienze agrarie e della civiltà contadina, in particolare per la viticoltura e l’enologia nonché della gastronomia. Da qui le numerose e articolate collaborazioni avviate in questi quattro decenni con importanti enti e associazioni, Consorzi di Vini Doc, Cantine sociali, il FAI, Slowfood e diversi Dipartimenti universitari; grazie ad esse sono stati promossi significativi progetti di studio nonché di divulgazione, dovuti anche al fatto che l’intero patrimonio librario de ‘La Vigna’ è catalogato nel Servizio Bibliotecario Nazionale ed è accessibile agli utenti attraverso un catalogo collettivo on-line dedicato (opac).
On 11th December last year, the Centre for Rural Culture and Civilisation, the 'La Vigna' International Library in Vicenza, celebrated its 40th anniversary. Professor Attilio Scienza, recently awarded the Masi Civiltà Veneta Prize, gave the address on the occasion, with a reflection on the theme ‘The secret of knowledge lies in books: what the digital world cannot provide’. Reflecting the links between this Padova-based institution and Masi, the event was attended by the President of Masi Agricola and VicePresident of the Foundation, Sandro Boscaini. From 2006 to 2018, the Library, founded in 1981 by the Vicenza-born manager and bibliophile Domenico Zaccaria, had as its director Mario Bagnara, the long-time editor of the column on agriculture and viniculture in this magazine. Established not only to preserve and augment an exceptionally valuable collection of books (there are currently around 62,000 volumes in the collection, with publication dates ranging from the 15th century to the present day), and today directed by businessman Remo Pedon, the Library’s statutory purpose includes being available to researchers and promoting initiatives that support its work. This makes it a cultural reference point for Italy in the field of agricultural sciences and rural civilisation, particularly with regard to viticulture, winemaking, and gastronomy. Hence the numerous in-depth collaborations undertaken over the past four decades with important bodies such as DOC wine consorzios, cooperative wineries, FAI, Slowfood, and various university departments. The result has been the establishment and communication of a series of important study projects, thanks also to the fact that the entire book collection at 'La Vigna' is an integral part of the National Library Service and can be accessed online through the OPAC (Online Public Access Catalogue) system.
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Il prezioso volume di Andrea Bacci, De naturali vinorum historia de vinis Italiæ et de conuiuijs antiquorum…, Roma 1596, custodito nella Sala Caproni della Biblioteca The valuable book by Andrea Bacci, De naturali vinorum historia de vinis Italiæ et de conuiuijs antiquorum…, Rome 1596, kept in the Library’s Caproni Room 43
DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS
I TRE ‘GIGANTI’ VENETI DELLA LETTERATURA UNIVERSALE THREE INTERNATIONAL LITERARY ‘GIANTS’ FROM THE VENETO
di Sergio Frigo
I cento anni di Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern e Luigi Meneghello One hundred years of Andrea Zanzotto, Mario Rigoni Stern and Luigi Meneghello Che semestre straordinario, quello a cavallo fra il 1921 e il 1922, per la cultura veneta! Il 10 ottobre nacque a Pieve di Soligo Andrea Zanzotto; 20 giorni dopo, il primo novembre ad Asiago, Mario Rigoni Stern; e il 16 febbraio successivo, a Malo, Luigi Meneghello: tre maestri della letteratura italiana, che furono insieme fedeli interpreti del loro tempo e della loro terra e scrittori universali. Diversissimi per carattere, formazione, stile di vita, esiti letterari, ebbero fra loro rapporti più o meno intensi (Zanzotto in particolare fu amico degli altri due, che invece fra loro legavano meno), ma furono accomunati da una relazione viscerale e letterariamente molto feconda con i luoghi che li videro nascere e crescere, invecchiare e morire. La provincia veneta del ’900, un paesaggio geografico e umano colto nel momento topico del tracollo della cultura contadina che l’aveva connotato per secoli, è al centro della loro opera, naturalmente nelle forme diversificate suggerite loro dalle differenti esperienze di vita e dalle peculiari caratteristiche del loro estro artistico. 44
What an extraordinary six-month period for culture in the Veneto, spanning 1921 to 1922! Andrea Zanzotto was born in Pieve di Soligo on 10th October; Mario Rigoni Stern was born in Asiago on 1st November; and Luigi Meneghello was born in Malo on 16th February the following year: three masters of Italian literature who were faithful interpreters of their time and their regions as well as universally important writers. Very different in character, training, lifestyles, and literary achievements, they were mutual friends to a greater or lesser degree. Zanzotto in particular was a friend of the other two, who were less friendly with each other, but they shared a visceral and very fertile literary relationship with the places where they were born, grew up, grew old and died. Provincial Veneto in the 20th century is at the heart of their work: a geographical and human landscape captured at the nadir of the peasant culture that had characterised it for centuries. Each depict the region in different forms, prompted by their different life experiences
Zanzotto fu il primo a percepire il dispiegarsi possente delle forze dello sviluppo che avrebbero ben presto cinto d’assedio e investito il suo piccolo mondo collinare, che diventava osservatorio privilegiato di fenomeni universali. Dal debutto con Dietro il paesaggio, del 1951, alle ultime opere, in particolare Sovrimpressioni e l’intervista In questo progresso scorsoio con Marzio Breda, il poeta percorre una parabola che lo vede prendere atto, dolorosamente, dell’incapacità del paesaggio di assicurare rifugio e protezione all’uomo sempre più scisso da se stesso, mentre uno sviluppo economico ‘inconsulto e casuale’ produce una “degradazione macroscopica
and by their different artistic inspirations. Zanzotto was the first to understand the powerful forces of change that came to his small hillside world, which became a uniquely placed observatory of universal phenomena. From his debut with Dietro il paesaggio (Behind the Landscape), in 1951, to his later works, in particular Sovrimpressioni (Overprints) and the interview In questo progresso scorsoio (In This Slavery A Noose) with Marzio Breda, the poet comes to sadly acknowledge the countryside’s inability to provide refuge and protection for man, who is increasingly distanced from himself, while ‘unthinking and random’ change produces a ‘macroscopic degra-
Pagina precedente. Luigi Meneghello, scrittore veneto e cosmopolita Preceding page. Luigi Meneghello, cosmopolitan writer from the Veneto A lato. Mario Rigoni Stern, scrittore della Resistenza sull’altopiano di Asiago, firma la botte del Premio nel 2001 This page. Mario Rigoni Stern, author of tales of the Resistance on the Asiago uplands, signs the barrel in 2001
dell’ambiente” che “non può non creare devastazioni nell’ambito sociologico e psicologico”, intaccando “un certo tipo di sensibilità, ricca e vibrante, che ha sempre caratterizzato la tradizione veneta”. Anche in Meneghello, che condivise con Zanzotto la frequenza dell’università di Padova e docenti quali Marchesi, Valeri e Bobbio, il legame con la sua Malo rimase sempre fortissimo, anche se dal ’47 in poi e per tutta la sua vita professionale visse per buona parte dell’anno in Inghilterra. “Voi sapete, penso – scrisse in L’acqua di Malo – che sul mio paese ho scritto due interi li-
dation of the environment’ that ‘cannot fail to harm sociological and psychological spheres’ by eroding “a certain type of rich and vibrant sensitivity that has always been part of the Venetian tradition”. For Meneghello too, who went to the same university as Zanzotto in Padua and shared teachers such as Marchesi, Valeri and Bobbio, the bond with his origins in Malo always remained very strong, even if from 1947 onwards and throughout his professional life he lived in England for much of the year. “You know, I think,” he wrote in L’Acqua di Malo, “that I have written two 45
bri, e inoltre il paese figura praticamente in tutto ciò che ho pubblicato”. L’appartenenza al Veneto profondo e insieme l’italianità evoluta del grande umanista si fusero però in lui con l’apertura al mondo dello studioso cosmopolita, in un impasto di nostalgia e disincanto, erudizione e ironia che – a partire da Libera nos a malo, in cui celia col nome del suo paese scritto in minuscolo – diede vita a una produzione letteraria originalissima, caratterizzata da un linguaggio di grande pregio stilistico che ha nella riscoperta del dialetto il suo motore principale. Più indulgente di Zanzotto verso le ragioni dello sviluppo economico – ad esempio nella video-intervista di Marco Paolini e Carlo Mazzacurati – Meneghello ne coglie tuttavia gli esiti distruttivi, scrivendo ad esempio in Congedo (Pomo pero): “Nei broli annerisce l’uva che nessuno vuole raccogliere… Giacciono i gioielli neri sotto le viti tra le erbacce. Smurata è la mura dell’orto, dilaniato il core, mucchi di strame ingombrano la corte, coppi caduti… Intorno si vede sorgere un mondo di cose nuove”. L’altro luogo del cuore di Meneghello è l’altopiano, “dono alto e compat46
complete books about my town, and actually the town appears in practically everything I have ever published.” He belonged to the Veneto ‘profonde’ and had the mind of a great humanist at the same time, a mixture that gave him a cosmopolitan scholar’s open mindedness with an overlay of nostalgia and scepticism, erudition, and irony. His literary output was highly original, starting with Libera nos a malo (with a deliberate lower case ‘m’ for Malo) and he wrote in a language of great stylistic value with its main driving force being the rediscovery of local dialect. More indulgent than Zanzotto of the march of change – see his interview by Marco Paolini and Carlo Mazzacurati – Meneghello doesn’t shy away from its destructive results, either. In Congedo he writes: “In the broli the grapes that no one wants to pick are turning black… black jewels lie with the weeds under the vines. The walls are down, the heart of the garden ripped out, rubbish blocks up the courtyard, roof tiles on the ground… All around there’s a world of new things on the move.” The other place in Meneghello’s heart is the uplands, ‘God’s high and compact gift’, which he writes about with great passion, having
Pagina precedente. Luigi Meneghello al Premio Masi 1998 Preceding page. Luigi Meneghello at the Masi Prize 1998 A lato. Il poeta Andrea Zanzotto al Premio Masi 2001 This page. Poet Andrea Zanzotto at the Masi Prize 2001
to di Dio” a cui dedica pagine intensissime per avervi respirato per la prima volta, nella Resistenza, aria di libertà, e dove ‘incontra’ letterariamente Rigoni Stern. Le sue pagine sul rastrellamento nazifascista del giugno ’44 ne I piccoli maestri trovano un naturale completamento nel racconto dello scrittore asiaghese Un ragazzo delle nostre contrade, col recupero della salma di uno dei partigiani caduti. Dire del legame fra Rigoni e la sua piccola patria è quasi pleonastico; si può evidenziare piuttosto, nella sua opera, il ruolo salvifico che vi ha sempre la natura che – complice l’orografia altopianese – resiste ancora agli attacchi del progresso, e riesce a consolare sia il giovane reduce che nel ’45 torna disfatto dalla prigionia sia l’uomo anziano che scrive ai suoi contemporanei: “Spegni l’auto e vai a camminare. Alzati quando è ancora buio, sali in montagna e gustati l’irripetibile scena di veder nascere il sole, il meraviglioso trionfo della natura. Scopri il paesaggio che ti circonda, ascolta il cinguettare degli uccelli. Solo così potrai dire di aver vissuto veramente”. Sergio Frigo, giornalista, autore de I luoghi degli scrittori veneti, presiede il Premio Rigoni Stern. Al suo attivo numerose collaborazioni e curatele editoriali. Tra i suoi libri: Noi e loro, Il Nordest tra emigrazione e immigrazione e Caro Zaia, vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco. Ha vinto i premi Furegon per il giornalismo sociale e Lago per la cultura.
tasted freedom there for the first time as a member of the Resistance. It’s also where he ‘meets’ Rigoni Stern in literary terms. His pages on the Nazi-Fascist roundup in June 1944 in I piccoli maestri (Small Masters) find a natural companion piece in Rigoni Stern’s story Un ragazzo delle nostre contrade (A boy from our Districts), about recovering the body of a fallen partisan. To speak of the strength of the bond between Rigoni Stern and his small homeland is to state the obvious. What’s important in his works is the redeeming role played by nature, which – thanks to the orography of the uplands – continues to resist the attacks of progress and succeeds in consoling both the young veteran who returns from captivity exhausted in 1945 and the old man who writes to his contemporaries: “Turn the engine off in the car and go for a walk. Get up when it’s still dark, go up into the mountains and enjoy the unique spectacle of the sunrise, the wonderful triumph of nature. Discover the landscape around you, listen to the birds chirping. Only then can you say that you have truly lived.” Sergio Frigo, journalist, author of I Luoghi degli Scrittori veneti, chairs the Premio Rigoni Stern. Co-author of a guide to Venice, co-editor of the book series I grandi scrittori del Nordest, author of Noi e loro, Il Nordest tra emigrazione e immigrazione and Caro Zaia, vorrei essere leghista ma proprio non ci riesco. Winner of Premio Furegon for journalism and Premio Lago for culture. 47
DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS
DEMETRIO VOLCIĆ UN AMICO DENTRO LA STORIA DELL’EUROPA DEMETRIO VOLCIĆ, FRIEND AND INSIDER IN THE HISTORY OF EUROPE di Paolo Possamai
Addio al grande giornalista, presidente onorario della Fondazione Masi Farewell to the great journalist and honorary President of the Masi Foundation Si è spento lo scorso 5 dicembre a Gorizia Demetrio Volcić, storico corrispondente della Rai da Mosca, Praga, Vienna e Bonn. Era nato nel 1931 a Lubiana, la capitale della Slovenia. Insignito del Premio Masi Civiltà Veneta nel 1992, è stato tra i promotori della Fondazione Masi nel 2001 e ne è stato presidente dalla nascita fino al 2009 quando, lasciata la carica a Isabella Bossi Fedrigotti, ne è divenuto presidente onorario fino ad ora. Su sua iniziativa è stato istituito nel 2003 il premio Grosso d’Oro Veneziano da attribuire a personalità illustri a livello internazionale. È stato senatore dal 1997 al 2001 ed europarlamentare dal 1999 al 2004.
Demetrio Volcić, the RAI’s famous former correspondent in Moscow, Prague, Vienna and Bonn, passed away on 5th December last year in Gorizia. Born in Ljubljana, capital of Slovenia, in 1931. Awarded the Masi Civiltà Veneta Prize in 1992. One of the founders of the Masi Foundation in 2001, and its President from the outset until handing over to Isabella Bossi Fedrigotti in 2009. Honorary President of the Foundation from 2009 until his death. Instigator of the Grosso d’Oro Veneziano Prize awarded to illustrious personalities at an international level in 2003. Senator from 1997 to 2001 and MEP from 1999 to 2004.
Demetrio Volcić è stato un autentico protagonista, non un semplice testimone: ha portato un contributo alla Storia, in ogni capitolo di una vita multiforme e insieme unitaria, sia che fosse nelle vesti di europarlamentare, senatore, corrispondente Rai da Mosca, direttore del Tg1, docente universitario, scrittore: sempre protagonista. Anche da giornalista non si è limitato a raccontare, ma ha saputo interpretare le vicende in cui si è imbattuto. Non usiamo questo verbo a caso. Egli era solito dire “casualmente ero sul posto”, a commento del suo essere presente alla Primavera di Praga
Demetrio Volcić was a participant in history, not just a witness. He was an active player throughout a very varied but also remarkably coherent life. Whether as a member of the European Parliament, as a parliamentary senator, RAI correspondent in Moscow, director of Tg1, university lecturer or writer, he was always a leading protagonist. Even as a journalist, he went beyond reporting on the events he ‘happened upon’ to analyse their significance. ‘Happening upon’ something was his phrase. He talked about happening upon the Prague Spring, or the disintegration of the Soviet Union trig-
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o all’esplosione dell’Unione sogered by his friend Gorbachev. Uomo di confine – sloveno, vietica innescata dal suo amico But this was masterly underitaliano, latino-germanico – Gorbaciov: innato understatestatement. Volcić’s style was ment. Lo stile di Demetrio era based on irony, especially when padroneggiava sei lingue calibrato sul registro dell’ironia, talking about himself. Irony A man from the borders in primis su se stesso: ironia unicombined with scepticism, with– Slovene, Italian, Teutonic ta a disincanto, senza trascoloout ever actually being negative. Latin – at home in six languages He had learnt in his school days rare mai nel cinismo o nel disimpegno. Fin dai banchi di scuola that an excess of political pasaveva imparato che la passione politica sfiora il ridicosion could be open to ridicule if it lead to the cult of lo se sfocia nel culto del leader. Della sua adolescenza the leader. As a schoolchild in Ljubljana, he had seen scolastica a Lubiana, ricordava l’avvicendamento veloa quick turnover in the photographs of leaders hung ce della foto-ritratto appesa in classe: dapprima due re, in the classroom: first two kings, then Mussolini, then poi Mussolini, a seguire Tito con Stalin, infine Tito da Tito with Stalin, and finally Tito alone. He learned realsolo. Ha appreso allora la realpolitik e l’ha impersonapolitik then and took it to heart in his long career. We ta nella sua lunga traiettoria. Ritroviamo la forma menalso find clues to Volcić’s mindset in games. He loved tis di Demetrio pure nei giochi. Amava gli scacchi, che chess, which he played as intellectual challenge as
Pagina precedente. Demetrio Volcić in una corripondenza Rai dalla Piazza Rossa di Mosca Preceding page. Demetrio Volcić in a broadcast for the RAI from Red Square in Moscow A lato. Demetrio Volcić al cambio presidenza della Fondazione Masi (2009) This page. Demetrio Volcić relinquishes the Presidency of the Masi Foundation (2009)
ha praticato come esercizio e come sfida intellettuale. Perché gli scacchi implicano analisi e visione prospettica rispetto a situazioni critiche e complesse. In fondo, il perfezionismo e il gusto dell’approfondimento, speculare al disgusto per pressapochismo e superficialità, non spiegano pure la straordinaria carica di sapere, concentrato nelle sue sapide corrispondenze moscovite? Complicato e semplice: in quest’opposizione di termini sta la speciale cifra culturale di Demetrio. Semplice non è parola antagonista di difficile, ma di complicato e di complesso. Etimologicamente, semplice implica ricondurre a unità, legare insieme. Demetrio
chess involves analysis and a far-sighted view of complex situations. After all, doesn’t his perfectionism and preference for in-depth analysis, paired with his disdain for superficiality and ignorance, also explain the extraordinary wealth of knowledge displayed in his very focused broadcasts from Moscow? Complicated and simple. These two opposites embody Volcić’s defining cultural values. Simple is not the other side of the coin for difficult, but for complicated and complex. Etymologically, ‘simple’ implies the process of resolution, or binding together in unity. Volcić knew how to find the nub of the argument 49
sapeva trovare nel garbuglio delle situazioni più comin the most complex situations and how to reconplesse il bandolo della matassa e leggere con un solo struct the most fragmented picture at a glance. He colpo d’occhio il quadro più frammentato. Aveva il had the gift of synthesis without neglecting anything dono della sintesi, che è andare al cuore, senza trascuof the complexity of the events he dealt with. We saw rare nulla della complessità delle vicende trattate. Lo this in his television broadcasts from Red Square: he abbiamo ben visto nei suoi collegamenti televisivi dalla always spoke in his own words, without hesitation Piazza Rossa: parlava sempre a braccio, senza incertezand without losing sight of the essentials. Volcić’s ze e senza perdere di vista alcunché di essenziale. Era coverage of the Slovenian question in 2004 was aduna dote che hanno potuto apprezzare quanti con lui mired by all those who worked with him on the enhanno lavorato all’allargamento dell’Unione europea ai largement of the European Union to include ten apdieci Paesi che chiedevano l’adesione: a lui fu affidato, plicant countries. in particolare, il dossier relativo alla Slovenia ed egli, da As a man from the borders who understood that diauomo di confine che intimamente conosceva le ragiologue was the only remedy for the wrongs of history, ni del dialogo come solo farmaco ai torti della Storia, he made a decisive contribution to healing the wounds nel 2004 ha contribuito in misura determinante alla implicit in the geography of maps by being a Slav, an ricucitura delle ferite implicite nei segni tracciati sulle Italian and Latino-Germanic at the same time, and his carte geografiche. Era sloveno, italiano, latino-germamastery of six languages was a clear reflection of his nico e il suo padroneggiare sei lingue era riflesso chiamulti-faceted being. It was not for nothing that he was rissimo del suo essere come passionate about the Balkans tessitura con esito di mille fili. and the Caucasus, pieces of a Da inviato nelle capitali dell’Est Non per nulla era appassiojig-saw that had become fragEuropa ha raccontato gli eventi nato di Balcani e di Caucaso, mented and which he tried to e aiutato a capire i cambiamenti piece together rationally, with tessere di mosaici impazziti e che, con infinita pazienza, ininfinite patience. As a member Commentator on events vece, razionalmente cercava di of the Foreign Affairs Commitas correspondent ricomporre. Da membro della in the capitals of Eastern Europe tee in the Senate, he kept an commissione Esteri in Senato, eye on the war between Azeris 50
Volcić fu promotore del Premio Grosso d’Oro Veneziano assegnato, tra gli altri a Vartan Oskanian (2005), Alvise Zorzi (2006) e Peter Esterhazy (2010) Volcić was the man behind the Grosso d’Oro Veneziano Prize, awarded amongst others to Vartan Oskanian (2005), Alvise Zorzi (2006) and Peter Esterhazy (2010)
ha tenuto il monitor acceso sulla guerra tra azeri e armeni. L’amicizia con Eduard Shevardnadze gli valeva ovviamente un radar su un’area cruciale, che è stata culla di civiltà e capace di influire ben di là dalla comune percezione nell’architettura della cultura europea. Così, da presidente della Fondazione Masi tra 2001 e 2009, ha voluto l’istituzione del Premio Grosso d’Oro Veneziano e ha proposto la premiazione dell’ex premier sloveno Milan Kuchan, dell’ex ministro agli Esteri tedesco Hans Dietrich Genscher, dell’ex ministro agli Esteri armeno Vartan Oskanian. Ma chiese anche che il Premio Civiltà del Vino fosse attribuito al vescovo metropolita georgiano Sergi di Nekresi. Le motivazioni sottostanti erano due: era in corso il conflitto tra Georgia e Russia; era in questione un omaggio alla sapienza georgiana nelle antiche tecniche di vinificazione in anfora. Se in un concetto possiamo sintetizzare la sua traccia al Premio Masi, essa consiste nell’enfasi che ha voluto porre su un aspetto della civiltà veneta: la Serenissima ha prosperato in una dimensione cosmopolita, aperta, spavaldamente internazionale. Paolo Possamai, direttore di ‘Nordest Economia’ del gruppo editoriale triveneto GEDI. Da 20 anni scrive per ‘Affari&finanza’ di ’Repubblica’. Collabora con Rai Storia e Rai Radio 3. Ha collaborato con Fondazione Nord Est e tenuto corsi presso gli Atenei di Bocconi-Milano, Venezia, Padova, Trieste e al Cuoa di Vicenza. È autore di saggi in materia storica e politica.
and Armenians. His friendship with Eduard Shevardnadze gave him an understanding of a crucial region, the cradle of civilisation and a greater influence on the shape of European culture than is generally imagined. As President of the Masi Foundation between 2001 and 2009, he presided over the establishment of the Grosso d’Oro Veneziano Prize and nominated the former Slovenian Prime Minister Milan Kuchan, the former German Foreign Minister Hans Dietrich Genscher, and the former Armenian Foreign Minister Vartan Oskanian as recipients. But he also proposed the Georgian Metropolitan Bishop Sergi of Nekresi for the Civiltà del Vino Prize. His reasoning was that Georgia and Russia were in conflict, and that there was a chance to recognise Georgia for its expertise in the ancient amphora winemaking technique. If we can sum up his influence on the Masi Prize in one thing, it is the emphasis he placed on one aspect of Venetian civilisation: that the Serenissima prospered in a cosmopolitan, open, and boldly international context of living. Paolo Possamai is editor of ’Nordest Economia’ (GEDI publishing group). Author of Business & Finance section of ‘Repubblica’ for 20 years. Works with Rai Storia and Radio 3. Has collaborated with Fondazione Nord Est and taught at the Universities of Bocconi-Milan, Venice, Padua, Trieste and Cuoa in Vicenza. Author of various works on history and politics. 51
DALLA FONDAZIONE MASI APPROFONDIMENTI FROM THE MASI FOUNDATION INSIGHTS
CAPI SENZA STATO VISTI DA VICINO NEL LIBRO DI MARZIO BREDA HEADS WITHOUT A STATE SEEN FROM CLOSE UP FROM THE BOOK BY MARZIO BREDA di Gabriele Colleoni
La crisi italiana letta attraverso i cinque presidenti della Seconda Repubblica The Italian crisis as seen through the five Presidents of the Second Republic Inviato speciale ‘dentro’ le Presidenze della Seconda Repubblica, Marzio Breda da Francesco Cossiga a Sergio Mattarella si è guadagnato sul campo il titolo di quirinalista più autorevole seguendo a fianco dei presidenti, le vicende e le dinamiche politico-istituzionali dipanatesi attorno al Colle più importante del Belpaese. La fine del (primo) settennato di Mattarella ha offerto al giornalista, storico consigliere della Fondazione Masi, l’occasione per fare il punto, anzitutto ‘da testimone’, sulle cinque personalità alternatesi al Quirinale (con alcune nel tempo si è costruito una significativa amicizia), ma anche per capire come in trent’anni si sia trasformato il ruolo del Presidente. E così ne è uscito un volume, Capi senza Stato. I presidenti della Grande Crisi italiana, edito da Marsilio poco prima della rielezione di Mattarella. Nel libro vengono ricostruiti i principali eventi politici di cui i presidenti sono stati protagonisti e con cui si sono dovuti confrontare. E si parte dall’ultima parte 52
Marzio Breda, an ‘insider’ during the Presidencies of the Second Republic, from Francesco Cossiga to Sergio Mattarella, gained a reputation as the most authoritative ‘Quirinalist’ by following the politics of Italy’s most famous ‘Hill’. The end of Mattarella’s (first) seven-year term gave Breda the chance to observe the five personalities, some of whom became his friends, who have alternated in power at the Quirinale from close quarters, and to understand how the President’s role has changed over the last thirty years. The result is the book that Breda, who is also a long-time adviser to the Masi Foundation, has brought out called Heads without a State. The Presidents of the Great Italian Crisis, published by Marsilio shortly before Mattarella’s re-election. Heads without a State reconstructs the main political events during the terms of the five Presidents. It starts at the end of Cossiga’s term of office, the first President that Breda followed, when the talk was all
Pagina precedente. Marzio Breda, quirinalista, consigliere della Fondazione Masi Preceding page. Marzio Breda, expert on the Quirinale, board member of the Masi Foundation A lato. I cinque presidenti seguiti da Breda: Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella This page. The five Presidents followed by Breda: Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano and Sergio Mattarella
del mandato di Cossiga, il primo presidente che Breda segue, quando si apre una stagione del tutto nuova nell’interpretazione “dei poteri altissimi e vaghissimi, imprecisati e imprecisabili”, come spiegava lo stesso ‘Picconatore’, quando sul Colle si erano già alternati Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. Fino ad allora – la fine degli anni Ottanta che vedono la caduta del Muro di Berlino – il ruolo del capo di Stato era perlopiù simbolico, notarile si diceva. È la crisi del modello di democrazia rappresentativa innescata dal tramonto dei partiti della Prima Repubblica, a costringere Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano e Mattarella ad allargare ‘a fisarmonica’ le prerogative attribuite dalla Costitu-
about “the highest and vaguest, most unspecified and unspecifiable powers” for the Presidency, as Cossiga, nicknamed the ‘Pickaxe-man’, explained. Oscar Luigi Scalfaro and Carlo Azeglio Ciampi had already had their turns on the Hill. Actually, until the end of the 1980s, which also saw the fall of the Berlin Wall, the role of the Head of State was mostly symbolic: more like being a notary, it was often said. It was the crisis in representative democracy caused by the failure of the political system in the First Republic that forced Cossiga, Scalfaro, Ciampi, Napolitano, and Mattarella to broaden the prerogatives granted by the Constitution ‘like an accordion’. Even though their declared aim La Presidenza della Repubblica ha sede nel palazzo del Quirinale a Roma The Presidency of the Republic is based in Rome’s Palazzo Quirinale
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Marzio Breda col Presidente Giorgio Napolitano Marzio Breda with President Giorgio Napolitano
zione: pur imponendosi di restare il più possibile arbitri was to remain neutral arbiters as much as possible, neutrali, tutti si sono ritrovati spesso a usare, magari they often found themselves using, perhaps reluctantcon riluttanza, poteri di direzione politica significativi. ly, significant powers of political control. ‘Heads withIn pratica ‘capi senza Stato’, hanno provato – ognuno out a State’, they each tried in their own way to resecondo il proprio stile, formazione, identità culturale duce the damage of the institutional vacuum created e temperamento – a ridurre il danno del vuoto istituby political, economic, and social changes that are still zionale creatosi in una transizione politica, economica ongoing. Breda writes: “There are those who warned e sociale tuttora irrisolta. Scrive Breda: “C’è chi ha fatto of catastrophe, like Cossiga, and those who have been il profeta della catastrofe, come Cossiga, e chi l’antaopponents of the first forms of populism, like Scalfagonista delle prime forme di populismo e sovranismo ro. There are those who have wanted to revive concome Scalfaro. Chi ha voluto rianimare il patriottismo stitutional patriotism like Ciampi, and those who have costituzionale come Ciampi e chi è stato sollecitatore called for impossible reforms imposed from above di riforme impossibili perché imposte dall’alto come like Giorgio Napolitano. And finally, there was MattaGiorgio Napolitano. Infine chi ha predicato un’idea di rella, who preached the idea of a community State in Stato-comunità in un paese tormentato dalle divisioni, a country tormented by divisions”. Publication of the come Mattarella”. Il volume è andato in libreria quanbook coincided with the idea that Mario Draghi would do si profilava il possibile trasloco di Mario Draghi da move from Palazzo Chigi to the Quirinale with the role Palazzo Chigi al Quirinale con il ruolo anche di garanof guarantor of the government, a de facto semi-Preste del Governo, un semipresidenzialismo de facto non idential post not contemplated in the Italian State syscontemplato nella Carta. La rielezione dei presidenti tem. The re-election of Presidents seems to Breda to appare peraltro a Breda “un’inaccettabile formula di be “an unacceptable form of republican monarchy”, monarchia repubblicana”, giujustifiable only as an exception stificabile solo come eccezione in extraordinary circumstances. Ognuno secondo la propria in circostanze straordinarie. Ma But this is what today’s political personalità ha cercato questo è quel che offre lo scenascenario offers, scarred as it is by di limitare la crisi istituzionale “permanent factional warfare, a rio politico odierno segnato da “una permanente lotta tra fazioni, constant rotation of leading playAll of them tried to limit un costante avvicendamento di ers, and ruptures between politiinstitutional crises protagonisti e rotture tra poteri cal institutions bordering on the in their own way al limite del punto di non ritorno”. point of no return.” 54
FLASH DALLA FONDAZIONE MASI FROM THE MASI FOUNDATION FLASH
COME IL COVID CI OBBLIGA A CAMBIARE, SECONDO ILARIA CAPUA
Innescando cambiamenti epocali, le pandemie suscitano paure e incertezza, ma offrono l’opportunità di capire meglio il nostro mondo. È l’approccio al tema Covid di La meraviglia e la trasformazione verso una salute circolare (Mondadori) della virologa Ilaria Capua, Premio Masi Civiltà Veneta 2020.
HOW COVID FORCES US TO CHANGE, ACCORDING TO ILARIA CAPUA Triggering epochal changes, pandemics arouse fear and uncertainty, but can be used as a way of understanding the world better. This is the approach to Covid in Marvels and Change: towards circular health (Mondadori) by virologist Ilaria Capua, winner of the 2020 Masi Prize Civiltà Veneta.
ELISA DIRETTRICE ARTISTICA DI HEROES FESTIVAL 2022 IN ARENA La cantante Elisa, Premio Masi Civiltà Veneta 2015 e rappresentante della campagna ONU sullo Sviluppo Sostenibile, è la direttrice artistica di ‘Heroes Festival’, terza rassegna dedicata ad una nuova responsabilità nella lotta al cambiamento climatico, in calendario dal 28 maggio al 31 maggio in Arena a Verona.
ELISA IS ARTISTIC DIRECTOR OF HEROES FESTIVAL 2022 IN THE ARENA
The singer Elisa (Masi Prize Civiltà Veneta 2015), UN ambassador for Sustainable Development, is the artistic director of Heroes Festival, the third edition of the event dedicated to the struggle against climate change, programmed for 28th May-31st May in Verona’s Arena.
MASTER AD HONOREM IN BUSINESS AD ELENA ZAMBON
Elena Zambon, presidente dell’omonima industria farmaceutica e Premio Masi Civiltà Veneta 2017, ha ricevuto il Master Honoris Causa in Business Administration dal CUOA di Vicenza come “esempio di successo imprenditoriale basato su cultura d’impresa, a partire dall’etica aziendale e dalla sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.
BUSINESS MASTERS DEGREE FOR ELENA ZAMBON
Elena Zambon, President of the historic pharmaceutical company Zambon SpA (Masi Prize Civiltà Veneta 2017) has been awarded an Honorary Master’s Degree in Business Administration by the CUOA Business School in Vicenza. The award praises her “example of entrepreneurial success based on business culture, starting with business ethics and environmental, social and economic sustainability”.
‘IL GIARDINO DELLE DELIZIE’ DI BATTISTONI CONQUISTA TOKYO
Il maestro Andrea Battistoni, Premio Masi Civiltà Veneta 2012, ha conquistato la Suntory Hall di Tokyo con ‘Il Giardino delle delizie. Concerto per flauto e orchestra’ ispirato a Hieronymus Bosch, ma riscritto in chiave moderna per il flautista Tommaso Benciolini, compagno di studi al Conservatorio di Verona.
BATTISTONI’S ‘GARDEN OF DELIGHTS’ CONQUERS TOKYO
Maestro Andrea Battistoni (Masi Civiltà Veneta Prize 2012) charmed the public at Tokyo’s Suntory Hall with his performance of ‘Garden of delights. Concerto for flute and orchestra’, inspired by Hieronymus Bosch and arranged in contemporary fashion for flautist Tommaso Benciolini, Battistoni’s fellow student at the Verona Conservatory.
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MESSNER PROTAGONISTA DI UN PREMIATISSIMO SPOT SUL VINO
Uno dei volti più noti dell’Alto Adige, Reinhold Messner, Premio Masi Civiltà Veneta 2020, si è prestato volontariamente come protagonista di ‘WineTales’, la campagna promossa dal Consorzio Vini Alto Adige, il cui spot ha raccolto in giro per il mondo ben otto premi cinematografici internazionali.
MESSNER STARS IN AWARD-WINNING WINE COMMERCIAL
One of South Tyrol's most famous people, Reinhold Messner, winner of the Masi Prize Civiltà Veneta 2020, volunteered to take part in 'WineTales', the advertising campaign promoted by the Alto Adige Wine Consortium which has won eight international film awards around the world.
‘STANZE INTIME’ DI MATTOTTI IN MOSTRA A NEW YORK
Grande interesse hanno suscitato a New York le opere di Lorenzo Mattotti, Premio Masi Civiltà Veneta 2016, presentate alla Philippe Labaude Gallery di Manhattan tra novembre del 2021 e il gennaio di quest’anno in un’esposizione personale dal titolo ‘Stanze Intime’.
MATTOTTI'S 'INTIMATE ROOMS' ON SHOW IN NEW YORK
Lorenzo Mattotti (Masi Civiltà Veneta Prize 2016): there was great interest in New York for the artist’s works on show at the Philippe Labaude Gallery (18.11.2021-15.01.2022) in a solo exhibition called ‘Intimate Rooms’.
PREMIATO IL LIBRO DI ZECCHI SUL ’68 DEGLI STUDENTI DI DESTRA
Il filosofo e scrittore Stefano Zecchi, membro della Giuria Civiltà Veneta, ha ricevuto a Verona il neonato premio ‘Cultura è rinascita’, promosso da AMMI, Inner Wheel Club e Federspev per il romanzo Anime nascoste (Mondadori, 2020), che racconta l’altro ’68, quello degli studenti di destra.
ZECCHI'S BOOK ON THE RIGHT-WING STUDENTS OF 1968 AWARDED A PRIZE
Stefano Zecchi (philosopher and author, member of the Civiltà Veneta Jury) has won the newly created ‘Cultura è rinascita’ (Culture is Rebirth) award in Verona. The prize is sponsored by AMMI, the Inner Wheel Club and Federspev, and was awarded for Zecchi’s novel Anime nascoste (Hidden Souls - Mondadori 2020) about the other ’68, the right-wing disturbances.
CARLO NORDIO, RILETTURA CRITICA DEI 30 ANNI DI MANI PULITE
A trent’anni da Tangentopoli e da Mani Pulite, siamo ben lontani dal ripristino della legalità nelle istituzioni mentre la fiducia nei magistrati è crollata. Amaro il bilancio dell’ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, Premio Masi Civiltà Veneta 2019, in Giustizia Ultimo Atto edito da Guerini& Associati.
CARLO NORDIO, CRITICAL REINTERPRETATION OF THE 30 YEARS OF MANI PULITE
Thirty years after Tangentopoli and Mani Pulite, we are a long way from restoring the rule of law in government, while trust in the judiciary has collapsed. This is the bitter conclusion made by the former Assistant Public Prosecutor of Venice, Carlo Nordio (Masi Prize Civiltà Veneta 2019), in ‘Justice, the last act’, published by Guerini& Associati.
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ALBO D’ONORE DEL PREMIO MASI MASI PRIZE ROLL OF HONOUR CIVILTÀ VENETA 1981 Elio Bartolini Biagio Marin Giulio Nascimbeni Alvise Zorzi 1982 I Solisti veneti Uto Ughi 1983 Casa Marzotto Bruno Visentini 1984 Antonio Cibotto Gianfranco De Bosio Anna Proclemer 1986 Casa Benetton Ottavio Missoni Luciano Vistosi 1988 Gaetano Cozzi Giancarlo Ligabue Pilade Riello Fulvio Tomizza 1990 Claudio Magris Zoran Musić Hugo Pratt 1992 Fernando Bandini Giuseppe Gozzetti Demetrio Volcić 1994 Pier Giuseppe Cevese Renato Olivieri Ermanno Olmi Apollinare Veronesi 1995 Isabella Bossi Fedrigotti Cecilia Danieli Paul Girolami Lucia Valentini Terrani Giuseppe Zigaina 1996 Ivano Beggio Don Antonio Mazzi Pierre Rosenberg 1997 Enzo Bettiza Pierre Cardin Federico Faggin 1998 Carlo Guarienti Paola Malanotte Luigi Meneghello 1999 Tullio Kezich Cleto Munari Giorgio Zanotto 2000 Fondazione Giorgio Cini Tommaso Padoa-Schioppa Marco Paolini Giuseppe Sinopoli 2001 Mario Rigoni Stern Renzo Rossetti Wolfgang Wolters Andrea Zanzotto 2002 Silvio Bertoldi Ilvo Diamanti Fulvio Roiter Susanna Tamaro
CIVILTÀ DEL VINO 2003 Gabriella Belli Novello Finotti Cesare Montecucco 2004 Ferruccio De Bortoli Nadia Santini Ettore Sottsass 2005 Guido Bertolaso Gillo Dorfles Francesco Macedonio Alessandro Mazzucco 2006 Pino Castagna Fondazione Cariverona Marsilio Editori 2007 Antonia Arslan Gianni Berengo Gardin Milo Manara 2008 Bepi De Marzi Lionello Puppi Giovanni Maria Vian 2009 Lino Dainese Carlo Mazzacurati Paolo Rumiz 2010 Diana Bracco De Silva Mario Brunello Francesco Tullio-Altan 2011 Giuseppe Battiston Arrigo Cipriani Massimo Marchiori 2012 Andrea Battistoni Giovanni Radossi Gian Antonio Stella 2013 Giovanni Bonotto Giacomo Rizzolatti Sergio Romano 2014 Umberto Contarello Mario Isnenghi Alberto Passi per Associazione Ville Venete 2015 Massimiliano Alajmo Carlo Rovelli Elisa Toffoli 2016 Natalino Balasso Giosetta Fioroni Lorenzo Mattotti 2017 Emilio Franzina Paola Marini Elena Zambon 2018 Ferdinando Camon Christian Greco Carlo Nordio 2019 Roberto Citran Pietro Luxardo Nando Pagnoncelli 2020 Ilaria Capua Reinhold Messner Andrea Rigoni 2021 Roberto Battiston Jane da Mosto Paolo Fazioli
1987 1989 1991 1993 1995 1996 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Angelo Betti Emile Peynaud Zelma Long Hugh Johnson Noris Siliprandi Philippine de Rothschild Ezio Rivella Mondavi & Frescobaldi [Luce Joint Venture] Sirio Maccioni Fratelli Torres Famiglia Krug Nicolò Incisa della Rocchetta Andrea Muccioli [Comunità di S. Patrignano] Federico Castellucci Antonio Carluccio Peter Hayes Donald Ziraldo George Sandeman [Wine in moderation] Metropolita Sergi di Nekresi Jacques Orhon Lynne Sherriff [Masters of Wine Institute] Progetto Le Vigne di Venezia Andrea Bocelli Giuseppe Martelli Roger Scruton Luigi Moio Gerard Basset Jeannie Cho Lee Gruppo Riedel Glass Attilio Scienza
GROSSO D’ORO VENEZIANO 2003 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021
Milan Kucan Vartan Oskanian Alvise Zorzi Hans-Dietrich Genscher Sanjit Bunker Roy Luigi Luca Cavalli-Sforza Péter Esterházy Mons. Luigi Mazzucato Kuki Gallmann Marjane Satrapi Svetlana Aleksievič Marina Militare Italiana Ágnes Heller Yolande Mukagasana Cardinale Mario Zenari Alain Finkielkraut Filippo Grandi Elena Cattaneo
CONSIGLIO DELLA FONDAZIONE MASI MASI FOUNDATION BOARD
Presidente / President Isabella Bossi Fedrigotti Vicepresidente / Vice-President Sandro Boscaini Segretario / Secretary Marco Vigevani Consiglieri / Board Members Michele Bauli Francesco Benedetti Bruno Boscaini Marzio Breda Franca Coin Federico Girotto Maurizio Marino Pieralvise di Serego Alighieri Revisore / Auditor Giovanni Aspes COMMISSIONE DEL ‘PREMIO MASI PER LA CIVILTÀ VENETA’ ‘MASI CIVILTÀ VENETA PRIZE’ COMMISSION
Sandro Boscaini Isabella Bossi Fedrigotti Marzio Breda Franca Coin Gabriele Colleoni Ilvo Diamanti Massimo Ferro Francesco Giavazzi Stefano Lorenzetto Piergaetano Marchetti Paola Marini Pilade Riello Pieralvise di Serego Alighieri Roberto Stringa Marco Vigevani Stefano Zecchi Filiberto Zovico COMMISSIONE DEL ‘PREMIO INTERNAZIONALE MASI PER LA CIVILTÀ DEL VINO’ ‘INTERNATIONAL MASI CIVILTÀ DEL VINO PRIZE’ COMMISSION
Relatore / Speaker Federico Castellucci Piero Antinori Sandro Boscaini Luciano Ferraro Angelo Gaja Jens Priewe Ezio Rivella Alessandro Torcoli dati al 22.03.2022
PER INFORMAZIONI FURTHER INFORMATION
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All’origine dell’etichetta storica di famiglia The origin of the family’s historic label
Villa Serego Alighieri in Valpolicella 37015 Gargagnago - Verona - Telefono +39 045 6832511 www.fondazionemasi.com · www.masi.it