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Un patrimonio prezioso. Le aree protette in Trentino

In Trentino più di un terzo del territorio è tutelato: dai grandi Parchi ad una moltitudine di piccole aree protette. Tre parchi "storici" costituiscono il fondamento di questa struttura: il Parco Nazionale dello Stelvio , il Parco Naturale Adamello Brenta e il Parco Naturale Paneveggio Vi sono inoltre altre due aree di importanza internazionale : le Dolomiti e le Alpi Lendrensi e Judicaria La Giunta provinciale può attribuire alla rete di riserve la denominazione di «parchi naturali locali» che si dividono in: a) parco fluviale, se la rete di riserve coinvolge in via prevalente le aree di protezione fluviale; b) geoparco, se la rete delle riserve coinvolge in via prevalente beni del patrimonio dolomitico o elementi geologici e geomorfologici di pregio. Il grande valore naturalistico del Trentino ha fatto inoltre individuare ed istituire un sistema a rete chiamato NATURA 2000, che ha l’obiettivo di tutelare la biodiversità, sia animale che vegetale a livello continentale. Non si tratta infatti di un semplice insieme di territori isolati, bensì di un complesso di aree relazionate tra loro per racchiudere in sé tutte le specie e gli habitat europei. Il sistema di Natura 2000 assicura la linearità degli spostamenti migratori e della diffusione genetica tra i vari organismi, garantendo così una migliore conservazione dell’ecosistema. Essendo infatti ben dimostrata l’importanza delle interconnessioni tra i diversi esseri viventi ed il loro ambiente, non è sufficiente occuparsi delle singole specie a rischio, ma è necessario acquisire una prospettiva di sistema. Natura 2000 è attualmente composta da due tipi di aree: i Siti di Importanza Comunitaria (135 in totale) e le Zone di Protezione Speciale (19 in tutto)

http://www.areeprotette.provincia.tn.it/ autore: Bassan Daniele

La biodiversità è un concetto importantissimo e un fattore essenziale della vita sul pianeta, svolgendo anche una funzione fondamentale per la nostra vita quotidiana, nella produzione del cibo, nella difesa della salute, nella cultura e nella scienza, nell’economia e nel turismo. Data l’importanza riconosciutale, alla biodiversità è stata attribuita una giornata speciale, celebrata in tutto il mondo: il 22 maggio di ogni anno istituzioni e cittadini ricordano con le più svariate iniziative come questo prezioso patrimonio naturale debba essere conosciuto e difeso.

Un piccolo avviso a tutti coloro che si recano su questi luoghi protetti (tratto dall’articolo 26 del Regolamento sulle aree protette: «Nel territorio del parco sono vietate in generale le attività e le opere che possono compromettere la conservazione del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati, con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat».

la cattura, l'uccisione, il danneggiamento, il disturbo degli animali selvatici; la manomissione ed il danneggiamento di nidi, ricoveri e tane degli animali; la raccolta ed il danneggiamento delle specie vegetali, salvo nei territori in cui sono consentite le attivita' agro-silvo-pastorali, l'introduzione di specie estranee, animali o vegetali, che possano alterare l'equilibrio naturale; le attivita' estrattive diverse dalla produzione del sale; l'apertura di discariche; l'asportazione della sabbia; l'introduzione da parte di privati di esplosivi, mezzi distruttivi o di cattura; il porto di armi da caccia; l'uso di fuochi se non in luoghi appositamente predisposti e segnalati; il sorvolo non autorizzato a bassa quota di mezzi aerei, fatti salvi quelli dei servizi di pubblica sicurezza e di protezione civile.

Negli ultimi decenni dopo la Convenzione sulla diversità biologica (Cdb), un trattato per la salvaguardia della biodiversità lanciato dal Summit della Terra, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, sembrerebbe aver beneficiato le aree protette. A oggi più di 200 mila aree protette coprono quasi il 15% delle terre nel mondo. Nonostante queste zone abbiano diversi gradi di salvaguardia tutte mirano a proteggere nel miglior modo possibile la natura. Come era emerso dai dati di Human Footprint (una mappa globale che registra l’impronta ecologica delle attività umane) la mano dell'uomo si era troppo estesa su tutto il territorio (infrastrutture, costruzioni e centri abitati ma anche terre coltivate e pascolate e corsi d'acqua) avendo un effetto altamente dannoso.

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