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RASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2017
1 Rassegna Stampa – Novembre 2017
01 NOVEMBRE 2017
Corriere delle Alpi | 1 Novembre 2017
p. 27 “Metti mi piace sul video che lancia la nostra candidatura” PIEVE DI CADORE Un invito a tutti i cadorini e ai molti simpatizzanti del Cadore sparsi in tutto il mondo: mettete un "mi piace" sul filmato che tutti possono vedere su Youtube. Si tratta di un filmato presentato a Lucca in occasione della presentazione della candidatura del Cadore come capitale della cultura per il 2020 e realizzato dallo studio Herz 2000. Il video ha come titolo "Cadore città diffusa 2020 Dolomiti Tiziano". Una volta visionate le belle immagini che lo Studio Herz 2000 ha 2 Rassegna Stampa – Novembre 2017
realizzato, sulla parte inferiore è possibile cliccare sulla mano con il dito verso l'alto, che accetta i "mi piace".Il titolo del video è stato scelto proprio per indicare che la candidatura del Cadore non si riferisce a un singolo paese, ma è allargata a tutto il territorio, realizzando un progetto di città allargata che della stessa candidatura è di certo l'argomento forte.Tra località raffigurate ci sono praticamente tutti i comuni cadorini. È evidente che, come ha scritto il cancelliere Marco Genova, in questi anni «il concetto d'informazione, alla luce delle nuove tecnologie intervenute sempre più pressantemente in questi anni, deve essere significativamente rivisto; e, quindi, per aumentare il peso della candidatura è necessario che ci siano tanti cittadini ai quali questa iniziativa interessa. Perciò è indispensabile, per favorire il successo della candidatura, che siano in molti ad apporre il proprio "mi piace" sotto al filmato.La Magnifica, nel promuovere la candidatura del Cadore come capitale della cultura italiana per il 2020, ha dunque imboccato la strada dei social ed ha puntato su questi strumenti anche per consolidare un rapporto di fiducia che già esisteva con la gente, ma che in questo caso è indispensabile che assuma altre dimensioni. Proprio per incentivare questo rapporto fiduciario e motivarlo ulteriormente, ha iniziato a pubblicare con l'hastagh #Cadorecapitalecultura, molte notizie che illustrano maggiormente la ricchezza e le peculiarità esistenti sul territorio cadorino, che spesso sono sottovalutate dai suoi stessi abitanti. Ne sono due esempi i post pubblicati per i Comuni di Valle e di Vigo, che sono due piccoli trattati storico -culturali. Vittore Doro Corriere delle Alpi | 1 Novembre 2017
p. 27 Sulle Dolomiti di Tiziano si comincia il 10 novembre PIEVE DI CADORE Inizierà venerdì 10 novembre alle 21, nella sala consiliare della Magnifica, a Pieve, la rassegna "Sulle Dolomiti di Tiziano". Sono 13 serate ricche d'immagini, voci, storie e musiche dedicate alla montagna, che riempiranno l'inverno 2017-2018. «La rassegna», spiega il portavoce Massimo Bussi, «è organizzata dalla sezione Cai di Pieve e dagli enti e dalle associazioni impegnate nella promozione del rispetto della cultura e della memoria della montagna. Prende il via con una serata dedicata ad un grande alpinista vicentino che ha svolto buona parte della sua professione di guida alpina sulle Dolomiti del Cadore: Gino Soldà. Proseguirà poi con un fitto calendario di appuntamenti. Già il giorno successivo, la sezione si riunirà nuovamente in sala consiliare per la festa conclusiva delle attività del sodalizio. Saranno presentate immagini, musiche e uno scampolo di storia per ricordare il congresso nazionale del Cai che si è svolto in Cadore nel 1877». Il programma prevede poi una lunga serie di appuntamenti, che si terranno anche nella sala consiliare di Calalzo, come quello di venerdì 17 novembre, quando sarà presentato (alle 21) "Senza possibilità di 3 Rassegna Stampa – Novembre 2017
errore"; un film documentario sull'attività e sulla complessità degli interventi del Soccorso alpino. «Il programma è molto fitto», prosegue Bussi, «praticamente ogni venerdì sarà impegnato con una manifestazione, tra le quali spiccano gli appuntamenti ormai tradizionali, come il concerto del coro Spore, venerdì 15 dicembre in occasione della festa mondiale della montagna, e il concerto di Capodanno con "La Sorgente classic ensemble", che da alcuni anni viene offerto ai cadorini nell'aditorium del Cos-Mo. Il programma si concluderà sabato 20 gennaio, alle 17, nella sala consiliare della Magnifica, con la conferenza di Annibale Salsa, antropologo delle Alpi, già presidente generale del Cai, sul tema "Quale sarà il futuro della nostra montagna? Cosa ne sarà delle nostre vallate tra 20 o 30 anni? Moriranno di spopolamento o conosceranno una nuova vita? Seguiranno un ricordo di Sergio Reolon ad un anno dalla scomparsa e una rivisitazione della sua azione politico-amministrativa a favore della montagna bellunese». (v.d.) Corriere delle Alpi | 1 Novembre 2017
p. 26 Bivacco Fanton, ultimata la posa delle fondamenta AURONZO Cronoprogramma rispettato fin nei minimi dettagli per la prima fase del complesso progetto di realizzazione del bivacco Fanton, sulla forcella Marmarole dell'omonima montagna in territorio di Auronzo, a quota 2.670. In dieci giorni le maestranze del consorzio Disgaggi Padolese hanno infatti completato le fondamenta della futura struttura. Si tratta di tre plinti di fondazione saldamente ancorati alla roccia tramite speciali barre d'acciaio. L'opera sarà in grado di sostenere la struttura principale che verrà montata non prima della prossima estate. «Siamo stati molto fortunati con il meteo, le previsioni che davano una settimana di tempo assolutamente favorevole si sono rivelate azzeccate», commenta il presidente della sezione Cai di Auronzo, Stefano Muzzi, «siamo infatti riusciti ad evitare per poche ore il forte vento di domenica scorsa, che ci avrebbe costretto inevitabilmente a rinviare il completamento dei lavori previsti in questa prima fase».Allestite dunque le fondamenta, il cronoprogramma di realizzazione del bivacco Fanton prevede in primavera l'installazione di tre montanti in acciaio a sezione circolare che reggeranno a loro volta il pianale, anch'esso in acciaio, destinato a sostenere la scocca in fibra di carbonio di cui sarà composto il bivacco vero e proprio, progettato dallo studio Demogo di Treviso in una versione grafica peraltro innovativa.«Durante l'inverno avremo modo di perfezionare il progetto esecutivo alla luce del primo approccio avuto nei giorni scorsi ad alta quota», prosegue Muzzi, «nel frattempo provvederemo a coinvolgere nell'iniziativa altri soggetti, anche privati. La realizzazione del bivacco Fanton presenta infatti un costo elevato, ma siamo fiduciosi che le risorse economiche necessarie per portare a termine 4 Rassegna Stampa – Novembre 2017
l'opera potranno essere reperite in breve, anche in considerazione dell'interesse e della visibilità che l'iniziativa avrà non solo a livello locale».Già nei prossimi giorni a tal proposito i vertici del Cai di Auronzo incontreranno rappresentanti del Cai nazionale e regionale.Gianluca De Rosa Gazzettino | 1 Novembre 2017
p. 18 edizione Belluno Premio UNESCO a “Prima del Vajont” Parla anche un po' bellunese l'edizione di Leggimontagna 2017, premio letterario che quest'anno è giunto alla sua quindicesima edizione. Prima del Vajont. Per una storia di Longarone e dintorni , opera dello storico Ferruccio Vendramini, ha infatti ricevuto il Premio Speciale Dolomiti Unesco nell'ambito della rassegna svoltasi sabato 28 ottobre. Il libro di Vendramini è stato scelto dalla giuria che vi ha visto una chiara testimonianza del fatto che un Patrimonio Mondiale Unesco, come quello delle Dolomiti si legge nelle motivazioni - non riguarda soltanto un pur splendido panorama, ma abbraccia l'intero paesaggio, che è fatto, anche e soprattutto, di uomini, di storia, di rapporti sociali In Prima del Vajont pubblicato dalla casa editrice Cierre l'autore esplora il rapporto fra Longarone e il disastro del Vajont; i sogni e i desideri della gente che a Longarone viveva. E ricostruisce cosa fossero il paese ed il suo circondario prima della tragedia. Lo storico bellunese, che non ha mai smesso di fare il proprio lavoro di ricerca, affonda la sua opera anche in un passato lontano e si confronta con una documentazione nuova raccontando aspetti sconosciuti della cittadina andata distrutta. In particolare, dai documenti seicenteschi emerge l'importanza di Longarone nel commercio del legname, che ebbe ricadute positive sulla locale economia, anche se il disboscamento compromise in parte la tenuta idrogeologica del territorio. Il volume affronta inoltre alcuni aspetti legati alla socialità e alla vita politica nell'Ottocento. Questo di Vendramini è solo l'ultimo fra tanti volumi dedicati a Longarone ed alle vicende che ne legano il nome a quanto accaduto la sera del 9 ottobre 1963. Un'ampia ricerca che in questi decenni ha indagato moltissimi aspetti della comunità che cinquantaquattro anni fa vide cambiare la propria storia.Giovanni Santin
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02 NOVEMBRE 2017 L’Adige | 2 Novembre 2017
p. 41 Tovel: traffico fuori dalla Valle VILLE D'ANAUNIA Il «lago rosso» di Tovel è ormai una delle località simbolo delle Dolomiti ed è stato letteralmente preso d'assalto la scorsa estate con numeri da record. Numeri che fanno piacere per l'ambito turistico, ma che pongono anche problemi di infrastrutture e ricezione. L'altra sera a Tuenno è stato firmato quindi il protocollo d'intesa tra Provincia, Parco Naturale Adamello Brenta e Comune di Ville d'Anaunia, in una cerimonia nel quadro dei festeggiamenti per i cinquant'anni del Piano urbanistico provinciale che introduceva i parchi. «Celebriamo 30 anni di Parco ? ha osservato il presidente del Parco Joseph Masè ? ossia di una politica del territorio lungimirante che pone la tutela dell'ambiente al centro delle proprie decisioni». L'intesa prevede un investimento di un milione 200mila euro per valorizzare la Val di Tovel: piazza Dante stanzierà 500mila euro nel 2017 e una somma equivalente nel 2018, mentre il Comune metterà sul piatto 200mila euro divisi in quattro tranche. L'obiettivo è quello di intervenire in modo incisivo su viabilità, sicurezza e accoglienza. Interventi che dovranno essere conclusi entro il 2021, sotto il coordinamento del Parco. «La Provincia si impegna affinché la conservazione sia un vero e proprio elemento di sviluppo» afferma Mauro Gilmozzi , assessore provinciale. «Per questo ? continua l'assessore - un altro dei fronti strategici su cui agire è quello della mobilità». «L'intesa è frutto della collaborazione "fra pari" dei tre enti coinvolti che si sono confrontati sulle problematiche e le potenzialità del territorio. Attraverso l'elaborazione di un quadro complessivo dei punti di forza e di debolezza, si è 6 Rassegna Stampa – Novembre 2017
giunti a definire le priorità d'intervento» ha spiegato Gloria Concini , assessore delegato nella giunta esecutiva del Parco. Tra le altre cose, si punta a sciogliere ? nel giro di nove mesi ? il nodo relativo all'assenza di un sistema di telefonia affidabile per i locali pubblici e, conseguentemente, per gli escursionisti. In Val di Tovel non sono infatti garantite nemmeno le chiamate di emergenza. «La Provincia ? si legge nel protocollo ? riconosce la necessità di risolvere il problema e contestualmente di fornire una connessione internet di qualità, e si impegna ad assicurare entro il mese di luglio 2018 la realizzazione di una soluzione tecnica idonea nell'ambito delle risorse già a disposizione di Trentino Network». Non solo: entro Natale la proprietà del sistema di depurazione presente in Val di Tovel passerà alla Provincia, affinché le migliorie strutturali promesse garantiscano una gestione efficace dal punto di vista ambientale. «Un risultato eccezionale per il nostro territorio, che punta a mantenere Nanno Tassullo Tuenno in questa splendida area naturalistica nonostante l'avvento del turismo di massa» osserva il sindaco Francesco Facinelli . Il principale intento del documento riguarda lo studio di un nuovo piano di mobilità dolce, sostenibile per la Val di Tovel. Le soluzioni finora adottate, infatti, non risultano più idonee. Obiettivo primario è limitare quanto più possibile l'inquinamento da emissioni, prendendo in considerazione l'ipotesi di tenere il traffico veicolare il più possibile al di fuori della valle, fermandolo nel centro abitato. Si tratta di una delle promesse elettorali di Facinelli per poter finalmente «far ricadere nel paese un po' di indotto». Si spera quindi che fermando le auto in paese lavorino di più i bar e ristoranti della zona. In zona lago sarà riqualificata la Casa del Parco che oggi ospita un allestimento piuttosto datato e sottoutilizzato: l'idea è di trasformarla in un polo scientifico, adatto anche ad ospitare attività didattiche o di ricerca, disponibile per esposizioni temporanee e vendita di gadget. Il protocollo si focalizza inoltre sulla valorizzazione dei percorsi e della segnaletica per guidare maggiormente i visitatori. Le migliorie dovranno riguardare la riorganizzazione dei parcheggi, le indicazioni per le strutture ricettive e la cartellonistica educativo-informativa sull'anello del lago e delle malghe. Sarà inoltre attuata un'azione di riordino delle barche, che dovranno essere autorizzate, dotate di targa di riconoscimento e ormeggiate accanto al pontile che sarà costruito. Alto Adige | 2 Novembre 2017
p. 34 7 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Il mito delle Dolomiti catturato in una foto DOBBIACO Sabato a Dobbiaco è prevista la premiazione del concorso fotografico DoloMystic promosso dal Comitato per l'istruzione di Dobbiaco assieme alla biblioteca "Hans Glauber" e al Parco naturale Tre Cime con il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco e nell'ambito delle iniziative di DolomitArt. Hanno partecipato oltre 50 artisti. DolomitArt è un progetto avviato nel 2015 per mettere in risalto le peculiarità culturali, emozionali e spirituali del legame dell'uomo alla montagna. Si articola in iniziative che puntano a correlare creatività, protezione dell'ambiente e stile di vita alpino, con attenzione alle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco.Quest'anno le iniziative si incentrano sul tema legato ai miti, alla mistica e alla magia della montagna. La Fondazione Dolomiti Unesco ha istituito il premio speciale per l'Alto Adige "Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco- DolomitArt DoloMystic", dotato di 500 euro. Il premio va a un'opera fotografica che documenti e illustri in maniera originale la consapevolezza delle comunità rispetto agli eccezionali valori universali riconosciuti da Unesc. Da quest'anno ogni provincia delle Dolomiti ha indetto un premio analogo per un concorso volto a sensibilizzare sulle Dolomiti bene dell'umanità. L'attribuzione del premio è stata decisa da una giuria composta da un rappresentante della Fondazione Dolomiti Unesco (Sepp Hackhofer), da un'esperta d'arte (Nina Schröder) e da un esperto di fotografia (Fabian Haspinger) che hanno valutato le foto arrivate entro il 30 settembre, individuando le migliori. La consegna del premio speciale per l'Alto Adige si svolgerà in concomitanza con l'inaugurazione della mostra delle opere in concorso, sabato alle 18 alla biblioteca Hans Glauber in via Fratelli Baur 5b a Dobbiaco. La mostra resterà aperta fino al 18 gennaio 2018, nelle giornate e durante l'orario di apertura della biblioteca. (e.d.) Corriere delle Alpi | 2 Novembre 2017
p. 14 Tolmezzo applaude Vendramini BELLUNO"Prima del Vajont. Per una storia di Longarone e dintorni". Questo il titolo del libro che si è aggiudicato a Tolmezzo il premio speciale Dolomiti Unesco, organizzato nell'ambito della rassegna "Leggimontagna". Autore del 8 Rassegna Stampa – Novembre 2017
volume è una figura molto conosciuta in provincia di Belluno, quella di Ferruccio Vendramini.Il suo libro, Cierre Edizioni, è stato scelto dalla giuria, che vi ha visto una chiara testimonianza del fatto che un Patrimonio Mondiale Unesco non riguarda soltanto un pur splendido panorama, ma abbraccia l'intero paesaggio, che è fatto, anche e soprattutto, di uomini, di storia, di rapporti sociali.Alla premiazione era presente anche la presidente della Fondazione, Mariagrazia Santoro. In "Prima del Vajont" Vendramini esplora il rapporto fra Longarone e il disastro del 9 ottobre 1963. L'autore descrive cosa c'era prima della strage, cos'era Longarone e il suo circondario, la storia dei suoi residenti, dei sogni che essi avevano e che non hanno potuto realizzare. Lo studio di Vendramini, compiuto su nuova documentazione, evidenzia alcuni aspetti sconosciuti della cittadina distrutta.In particolare, dai documenti seicenteschi emerge l'importanza di Longarone nel commercio del legname, che ebbe ricadute positive sulla locale economia, anche se il disboscamento compromise in parte la tenuta idrogeologica del territorio. Il volume affronta inoltre alcuni aspetti legati alla socialità e alla vita politica nell'Ottocento, in particolare attraverso la figura di un giornalista e critico d'arte, l'avvocato Rodolfo Protti. (m.r.)
03 NOVEMBRE 2017 L’Adige | 3 Novembre 2017
p. 7 E alla casa della SAT “La cartolina delle Dolomiti” Fino a venerdì 10 novembre è visitabile alla Casa della Sat, nel «Laboratorio alpino Dolomiti Unesco», la mostra fotografica «La cartolina delle Dolomiti ? Premio Dino Buzzati», ideata e curata dall'Assessorato provinciale e dal Servizio Dolomiti Unesco della Provincia di Pordenone. La rassegna si compone di una selezione dei 131 scatti ( nella foto un'immagine di Matteo Zanvettor ) raccolti in occasione del concorso dedicato al giornalista, scrittore, scalatore 9 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Dino Buzzati, una delle grandi figure del Novecento italiano. La mostra, coerentemente con il concetto di unitarietà del Bene Naturale Dolomiti, è stata ospitata in tutta la regione dolomitica, dal Brenta alle Dolomiti Friulane. Dallo scorso 4 ottobre è visitabile a Trento, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, fino al 10 novembre. Oltre 2800 fotografie di 652 fotografi (suddivisi in due sezioni, «fotografi professionisti e appassionati» la prima, «studenti»la seconda ) avevano aderito al concorso nel 2012, organizzato in occasione del terzo anniversario del riconoscimento Unesco alle Dolomiti. Una realizzazione che si è potuta concretizzare grazie al lavoro sinergico con Fondazione Dolomiti Unesco, Craf (Centro ricerca e archiviazione della fotografia di Spilimbergo), Laba (Libera accademia di belle arti di Firenze), Fiaf (Federazione italiana associazioni fotografiche) e le riviste Digital Camera Magazine, Foto Cult, Fotografia Reflex e Il Fotografo. Una modalità di lavoro che, fin dall'iter di candidatura, sta connotando positivamente e con risultati significativi tutti gli attori del grande e complesso territorio dolomitico. Nello spazio di cinque anni la mostra «La cartolina delle Dolomiti» è stata visitata da migliaia di persone interessate a capire come il resto del mondo vede questa straordinario paesaggio che l'Unesco ha riconosciuto Patrimonio dell'Umanità. L'esposizione è una delle proposte del Laboratorio Alpino e delle Dolomiti Bene Unesco voluto da: Provincia autonoma di Trento, Fondazione Dolomiti Unesco, Società Alpinisti Tridentini (Sat, Tsm/Step e Muse. Gli appuntamenti del calendario del Laboratorio Alpino delle Dolomiti Unesco sono ad ingresso libero e gratuito. Gazzettino | 3 Novembre 2017
p. 23 edizione Treviso Un mese di trekking in Nepal: “La montagna ci rigenera” CIMADOLMO Due settimane fa hanno chiuso la stagione al Rifugio Pordenone. E oggi partono per le loro vere vacanze. Un mese di trekking in Nepal, oltre quota 6000 metri. Ma non sarà un viaggio nel segno solo della montagna. Perchè Ivan Da Rios (49 anni) e sua moglie Marica Freschi (48 anni) andranno anche alla Rarahil memorial school di Kirkipur, a sette km da Katmandu, per un progetto benefico. PROGETTI SOLIDALI Non sono del resto nuovi a progetti solidali: anche in occasione dell'ultimo terremoto avevano prestato il loro soccorso in centro Italia. La montagna è la loro vita. Per questo nove anni fa la coppia di Cimadolmo ha deciso di prendere in gestione il Rifugio Pordenone (1.249 m), alla confluenza tra la Val Montanaia e la Val Meluzzo sul promontorio boscoso alle pendici di Cima Meluzzo, nel gruppo degli Spalti di Toro-Monfalconi. «Ma di fatto per noi quello non è godere la montagna, perchè il lavoro ci impedisce di fare altro» osserva Ivan. E così dopo una stagione particolarmente proficua, hanno deciso di regalarsi un mese di trekking sul tetto del mondo. «Ci muoveremo con uno sherpa locale, in un luogo che da anni sogniano - assicurano- staremo sui 6000 perchè i permessi per salire oltre gli 8000 sono davvero costosi. Si parla di parecchie migliaia di euro. Per questo, spesso, si preferisce organizzare spedizioni». Cime meravigliose, 10 Rassegna Stampa – Novembre 2017
luoghi di pace immota. E soprattutto il contatto rigenerante con le montagne. «Vogliamo sfogarci, vivere in totalità questo contatto. Ma insieme capire cosa possiamo fare per la scuola di Kirkipur» continua Ivan. IL VIAGGIOIl viaggio, che durerà due giorni, arriva alla fine di una bellissima stagione in rifugio. «È stata una stagione ricca di visite, di simpatia, bel tempo, escursioni ed arrampicate e anche bevute degne del luogo - proseguono - la montagna è sempre più apprezzata e chi non ha lavorato con il tempo che l'estate ha regalato vuol dire che sbaglia qualcosa. L'unica preoccupazione? La siccità» Ora un mese in Nepal tra trekking e solidarietà per ripartire per una nuova stagione al Pordenone. «Amiamo il nostro lavoro. Ci piace l'incontro, amiamo la montagna e abbiamo la fortuna di stare in un luogo stupendo, tra le Dolomiti d'Oltre Piave, Patrimonio dell'Unesco, sotto il Campanile dei Val Montanaia».Elena Filini
04 NOVEMBRE 2017 Messaggero Veneto | 4 Novembre 2017
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p. 46 Rumiz: salviamo le Dolomiti da chi è senza passato e futuro di FAUSTA SLANZI «Avevo sette anni. Mio padre aprì sul tavolo della cucina la carta al 200 mila del Touring delle dolomiti bellunesi. Mi indicò il Boite, il Degano, il Lumiei. L'indomani partimmo per Alleghe con la Giardinetta carrozzata legno e a un tratto apparve il Civetta con la Torre Trieste come una fiamma di pietra». Cosí Paolo Rumiz ricorda il suo primo approccio con le Dolomiti. Lei è viaggiatore per antonomasia, se dovesse descrivere un viaggio nelle Dolomiti, che cosa scriverebbe? «Una fiaba, come quelle di Carlo Felice Wolff. Raccontare il fantastico delle Dolomiti. Le notti, le nevicate. Con gli anni comincio a essere stufo della realtà. Ho dei nipotini e non posso correre il rischio di farmi trovare impreparato in termini di racconto».La sua Trieste, il suo Friuli, hanno il sistema dolomitico (il numero 4) più selvaggio e meno frequentato del patrimonio mondiale Dolomiti, che cosa possono rappresentare per questa regione di mare e di monti? «Molto, ma una valorizzazione dipende molto da quanto noi si ama veramente la nostra terra. A volte ho l'impressione che non l'amiamo affatto. Fermo restando che la parola valorizzazione in mano italiana mi spaventa. Troppo spesso significa cemento. Persino l'Alto Adige si sta italianizzando da questo punto di vista».Lei ha attraversato tutto il fronte italo-austriaco per ricordare il centenario di quella assurda ed enorme tragedia della Prima Guerra. I combattimenti si svolsero anche in Dolomiti: che effetto le fa pensare a tutti quei poveri uomini che combatterono lassù, in quelle condizioni?«Sono impressionato dall'effetto acustico e climatico di quella guerra in montagna. Il tuono di un'esplosione in posti come il Pasubio o il Monte Piana si ripete all'infinito, si moltiplica, con effetto tremendo sulla psiche di quelle povere reclute. Sugli altri fronti l'esplosione non era rimandata dall'eco. C'era un Bum e basta. Questo rende unica la nostra guerra dolomitica. Provate a stare una notte in tenda col temporale sotto l'Ortigara o il Lagazuoi... E poi gli inverni, i cuniculi, le città di ghiaccio, i metri e metri di inverni, che non erano quelli di adesso... Quelli erano uomini. Noi siamo dei bambocci al confronto».Che cos'è per Paolo Rumiz la curiosità di capire, di conoscere e, credo, di provare? «Tutto. Chi non è curioso, che resti a casa. Tanto più se è giornalista o scrittore. Nei confronti del mondo è meglio restare bambini. Detesto i cinici e i nichilisti. Cercherò di conoscere fino all'ultimo dei miei giorni».Lei ha ricevuto una dozzina di premi per il suo impegno letterario e giornalistico: immaginiamo un premio Dolomiti che metta in evidenza la straordinaria bellezza (così l'Unesco ha definito le Dolomiti) di un'opera letteraria, giornalistica, filmica, teatrale, musicale: chi e per quale lavoro con quale motivazione premierebbe lei, quest'anno? «La letteratura non basta più. Quella di montagna meno che meno. Occorre premiare chi fa, non chi scrive. Chi resta aggrappato a queste pietre nonostante il disinteresse della politica. La montagna non porta voti, dunque rischia la decadenza e la desertificazione. L'Appennino le sta vivendo, poi toccherà alle Alpi Italiane. Dico Italiane perché all'estero si aiuta chi sta in quota. Anche in Alto Adige e in Trentino si aiuta chi vive in montagna, ma vedo troppe funivie e troppi alberghi. Poi c'è il riscaldamento climatico: e qui sono allibito dalla mancanza di impegno ambientale del Cai. Altro che premi! Io infliggerei dei castighi. Una gogna simbolica per i reggitori che non si appongono a questo andazzo».Le Dolomiti sono un Bene comune, che né è rimasto di questo concetto - bene comune - nell'Italia del Terzo Millennio? «Non solo le Dolomiti. La natura in toto è un bene comune. Ma credo che di questa idea sia rimasto poco o niente. Non ci sentiamo più responsabili dello sfascio che ci circonda. La gente se ne frega. Siamo senza passato e futuro. Il presente si brucia in un Tweet. Erano quasi meglio i tempi delle processioni quando chiedevamo perdono a Dio dei nostri peccati e si credeva che le tempeste derivassero da quelli».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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05 NOVEMBRE 2017 Corriere dell’Alto Adige | 5 Novembre 2017
p. 5 Pitscheider vince il «Dolomystic» L’attribuzione del premio è stata decisa da una giuria composta da un rappresentante della Fondazione Dolomiti Unesco, Sepp Hackhofer, fotografo naturalista e collaboratore dell’Ufficio parchi naturali, dalla giornalista e critica d’arte, Nina Schröder, e dal fotografo Fabian Kraler di Tesido. Secondo i giurati, quella di Pitscheider è una fotografia nel vero e proprio senso della parola. Nel suo scatto (vedi foto sopra) il fotografo riesce a creare un’atmosfera estremamente mistica anche grazie alle tonalità degradanti di grigio. La premiazione alla biblioteca Hans Glauber a Dobbiaco, dove sono esposte le opere fino al 15 gennaio. 13 Rassegna Stampa – Novembre 2017
07 NOVEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 7 Novembre 2017
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p. 32 Sulle Dolomiti di Tiziano: da venerdì la versione invernale PIEVE DI CADORE Tutto pronto per la rassegna "Sulle Dolomiti di Tiziano" in versione invernale. L'evento, promosso dalla sezione Cai di Pieve in collaborazione con quella di Calalzo, il gruppo rocciatori Ragni di Pieve, il Soccorso alpino, le Guide alpine del Cadore e il patrocinio della Magnifica, della fondazione Dolomiti Unesco, dei comuni di Pieve e Calalzo e del consorzio Bim Piave, prenderà il via venerdì con un incontro dedicato alla figura di Gino Soldà, alpinista di origini vicentine che ha svolto la propria attività di guida alpina principalmente sulle Dolomiti cadorine. L'evento Sulle Dolomiti di Tiziano è giunto all'ottava edizione e si divide in due versioni, una estiva e una invernale entrambe molto partecipate, coinvolgendo tutti gli iscritti della sezione Cai di Pieve, oltre cinquecento. Ogni serata, infatti, grazie al passaparola, riesce ad attrarre una media di cento persone. «Uno degli scopi della rassegna è quello di far memoria, abbiamo il dovere di ricordare chi è venuto prima di noi», sottolinea il presidente della sezione Cai di Pieve Umberto Giacomelli. «Oggi preferiamo guardare sempre avanti, dimenticando che la strada che stiamo percorrendo ci è stata insegnata da altri arrivati prima di noi. È grave che questo avvenga anche in montagna, dove solo facendo tesoro del passato è possibile guardare con ottimismo al futuro».Ricco il programma della rassegna che andrà avanti fino al 20 gennaio. Detto dell'incontro dedicato a Gino Soldà, il giorno successivo si terrà la festa di fine anno del Cai di Pieve, che coglierà l'occasione per tracciare un bilancio sull'attività svolta, anche in ambito giovanile.Tante le proiezioni di film e documentari dedicati alla montagna che si terranno tra Pieve e Calalzo, mentre il 24 altra serata d'eccezione dedicata a un alpinista poco celebrato, il padovano Lorenzo Massarotto. Da segnalare il 9 dicembre a Calalzo un incontroconfronto dedicato all'agricoltura d'alta quota, mentre lunedì 11 dicembre spazio alla giornata internazionale della montagna.Il concerto di capodanno nella sala cosmo di Pieve tenuto dall'orchestra del Cadore "La Sorgente" (ore 18) aprirà il nuovo anno, mentre la chiusura della rassegna sarà dedicata a una figura istituzionale importante per la vita della montagna: il 20 gennaio verrà ricordato Sergio Reolon a un anno dalla scomparsa. Appuntamento nella sala del consiglio della Magnifica a Pieve, dove si parlerà del futuro della montagna alla presenza dell'antropologo Annibale Salsa, già presidente del Cai e componente del comitato scientifico della scuola per il governo del territorio e del paesaggio di Trento. Gianluca De Rosa
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08 NOVEMBRE 2017 Alto Adige | 8 Novembre 2017
p. 33 I turisti: «Sì ai passi chiusi ma su tutto il Sellaronda» di Ezio Danieli SELVA GARDENA Eurac Research ha risposto alle critiche del sociologo Renzo Gubert che aveva contestato i metodi di ricerca scelti per arrivare alla chiusura - i mercoledì di luglio e agosto - della strada di passo Sella . «Un gruppo di ricercatori era regolarmente presente sul passo durante le giornate di #Dolomitesvives e ha raccolto materiale scritto, audiovisivo (218 video), fotografico (1886 immagini), conducendo anche una serie di 30 video-interviste a turisti, residenti e operatori economici. Le interviste sono state condotte sul passo, ma anche nelle valli di Fassa e Gardena, così come nei punti di chiusura, da entrambi gli accessi, per cogliere le prese di posizione di diversi fruitori reali o potenziali del passo. A queste analisi è stata affiancata un'indagine a campione rivolta ai soli fruitori dell'iniziativa, che permetteva di approfondire il suo gradimento mediante un questionario (398 i questionari distribuiti)».È la spiegazione tecnica di Eurac. Quella politica spetta alle due giunte di Bolzano e Trento . «Obiettivo del monitoraggio commissionato ad Eurac Research dalle Province - si spiega ancora nella nota - era prima di tutto comprendere come fosse percepita l'iniziativa sul passo dai visitatori e dagli operatori economici attivi in quota, secondariamente fornire alcune considerazioni relative 16 Rassegna Stampa – Novembre 2017
al punto di vista dei residenti nelle valli limitrofe. Per questa ragione la valutazione dell'insieme dei visitatori sul passo è stata preponderante e sono stati somministrati 398 questionari ai visitatori sul passo. La numerosità del campione (398 intervistati) è rappresentativa. L'iniziativa della limitazione del traffico è stata accolta dai turisti con entusiasmo. Il 97 per cento dei turisti intervistati era infatti soddisfatto o molto soddisfatto della propria esperienza sul passo e il 67 per cento valuterebbe come un'ottima idea l'estensione della limitazione a tutti i passi del Sellaronda. Anche i turisti intervistati ai punti di chiusura mediante video-interviste, hanno confermato entusiasmo e positività per l'iniziativa. I residenti intervistati hanno mostrato un atteggiamento più contrastante rispetto ai turisti. Hanno apprezzato il valore dell'iniziativa nell'ottica della sostenibilità, consapevoli dei forti impatti della congestione e del rumore sul passo. Tuttavia molti di loro hanno anche espresso la loro personale necessità di usare l'auto per trasferirsi da una valle all'altra e in quest'ottica sono stati critici. Gli operatori sul Passo si sono mostrati invece tendenzialmente contrari all'iniziativa ed hanno evidenziato le perdite economiche di mercoledì e la scarsa informazione. In alcuni casi, tuttavia, hanno riconosciuto il carattere innovativo e coraggioso dell'iniziativa».«Per questa ragione - continua la replica di Eurac Research - è possibile affermare che, nonostante la compensazione tra giornate, ci sia stata una riduzione complessiva del traffico veicolare privato. Inoltre, l'analisi dei flussi di traffico permette di considerare come il Passo Sella rimanga un punto di attrazione particolare e ad alta attrattività, vista la bassa sostituzione della visita al Sella con una visita sui passi limitrofi del Sellaronda». A fine anno Eurac Research pubblicherà un report conclusivo dello studio che conterrà tutti i risultati delle analisi svolte.©RIPRODUZIONE RISERVATA
09 NOVEMBRE 2017 Alto Adige | 9 Novembre 2017
p. 35 Dolomiti in foto, premiato Pitscheider il concorso e la mostra a dobbiaco DOLOMITI Günther Pitscheider ha vinto fra gli oltre 50 artisti partecipanti al concorso fotografico DoloMystic. Si è aggiudicato così anche il premio speciale per l'Alto Adige "Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco - DolomitArt DoloMystic", dotato di 500 euro. Al secondo posto Gabriel Grunser di Dobbiaco. Terzo Walter Hackhofer, pure di Dobbiaco, quarto premiato Martin Brugger di San Giorgio, mentre è giunto quinto Alfred Erardi di Casteldarne. Tra gli artisti nominati Erich 17 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Gutweniger di Dobbiaco, Elena Zibler di Frechen (Germania) e Ulrike Rehmann di Dobbiaco. L'attribuzione del premio è stata decisa da una giuria composta da un rappresentante della Fondazione Dolomiti Unesco, Sepp Hackhofer, fotografo naturalista e collaboratore dell'Ufficio parchi naturali, dalla giornalista e critica d'arte Nina Schröder, entrambi di Brunico, e dal fotografo Fabian Kraler di Tesido. Secondo i giurati, Pitscheider "crea un'atmosfera mistica anche grazie alle tonalità degradanti di grigio". La Fondazione Dolomiti Unesco ha istituito questo riconoscimento per promuovere un'opera fotografica che documenti e illustri in maniera originale la consapevolezza delle comunità rispetto agli eccezionali valori universali riconosciuti da Unesco. Da quest'anno ogni provincia delle Dolomiti patrimonio Unesco ha indetto un premio analogo per un concorso volto a sensibilizzare sulle Dolomiti bene dell'umanità. La consegna del premio speciale per l'Alto Adige "Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco - DolomitArt DoloMystic" si svolta sabato alla Biblioteca Hans Glauber a Dobbiaco, in concomitanza con l'inaugurazione della mostra delle opere in concorso. L'evento è stato accompagnato dalla messa in scena della saga sui mondi di specchio "Spiegelwelten" con l'interpretazione del racconto della storia di Dona Dindia a cura di Heike Vigl, interpretato con una performance da Mirrow-ra, mentre Reinhilde Gamper ha accompagnato lo spettacolo eseguendo composizioni di Manuela Kerer. La mostra è aperta fino al 15 gennaio, nell'orario di apertura della biblioteca www.dolomitart.com(e.d.)
10 NOVEMBRE 2017 Messaggero Veneto | 10 Novembre 2017
18 Rassegna Stampa – Novembre 2017
p. 46 «Le Dolomiti sono state la mia palestra naturale» Esce oggi col Messaggero Veneto, a 8 euro e 50 centesimi più il prezzo del quotidiano, l'ultimo dvd "Dolomiti. Montagne, Uomini, Storie" firmato da Piero Badaloni.di FAUSTA SLANZI«Le Dolomiti Friulane e d'Oltrepiave sono sempre state la mia palestra naturale anche se, in verità, le ho apprezzate molto di più al termine della carriera, quando non erano più importanti le distanze da percorrere in pochi minuti, ma a scandire i miei passi era semplicemente il respiro e potevo soffermarmi ad apprezzare la bellezza di un fiore, di un animale o dell'infinità oltre la cima». Così Gabriella Paruzzi, fondista italiana, vincitrice della medaglia d'oro nella 30 chilometri a tecnica classica ai XIX Giochi olimpici invernali di Salt Salt Lake City 2002 e della Coppa del Mondo di sci di fondo del 2004. La campionessa, 38 volte sul podio, continua: «Da atleti si scelgono i percorsi in base al programma di allenamento, con il sole o con il brutto tempo... da "turisti" si scelgono le giornate giuste per godere la bellezza che ti circonda».Ha vinto, una tappa della coppa del mondo di sci da fondo nel 2004 in Val di Fiemme nel cuore delle Dolomiti, che cosa rappresentano per lei queste magnifiche montagne?«Per me la montagna, in qualunque stagione e da qualunque parte la si guardi, è sinonimo di "casa". Se poi parliamo di Dolomiti, allora qui la bellezza non ha paragoni». Dall'Unesco è stata riconosciuta straordinaria, mi pare lo sia anche per lei.«Rispondo semplicemente dicendo: immagina una cima innevata, baciata dal sole che si perde nell'azzurro terso del cielo di una giornata fredda d'inverno. Ecco per me non c'è bellezza più rara».Da consigliere (degli atleti) della Fisi, quali consigli dà rispetto al luogo in cui allenarsi? «Quasi sempre, avendo la possibilità, sia d'inverno sugli sci, sia d'estate a piedi, era molto importante scegliere l'ambiente ideale, soprattutto se parliamo di montagna. Non ricordo allenamento senza aver deciso prima con minuzia il luogo dove poterlo svolgere, tant'è che per me è sempre stato importante conoscere bene i percorsi. Però consiglio vivamente, alla luce di quanto sto vivendo ora, di essere curiosi e di andare alla ricerca di posti sconosciuti e incontaminati. Regalano sempre grandi emozioni».È stata in tanti luoghi del mondo per gareggiare, ci sono paesaggi belli come quelli delle Dolomiti?«È una domanda difficile anche perché amo le nostre montagne e per me sono uniche. Anche se sinceramente in Canada ho potuto vedere una natura di una bellezza molto particolare».
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11 NOVEMBRE 2017 Corriere del Trentino | 11 Novembre 2017 prima pagina Il paesaggio come avvenire di Ugo Morelli Il futuro arriva comunque. Possiamo solo attenderlo. Non è così per l’avvenire, perché almeno in parte possiamo sceglierlo. La promozione della candidatura del monte Baldo nella lista dei beni naturali del Patrimonio mondiale dell’umanità-Unesco è un’azione per l’avvenire. Per la storia e le unicità distintive di carattere naturalistico e botanico, il monte Baldo può diventare un patrimonio in grado di connotare tutto il Trentino in un tempo in cui il paesaggio, l’ambiente e la natura sono fattori critici di tutela nonché potenti attrattori turistici ed economici. La promozione della candidatura è dovuta all’orientamento strategico del governo provinciale e, in particolare, dell’assessore Mauro Gilmozzi, già artefice dell’iscrizione delle Dolomiti nella lista dei beni naturali Unesco. Anche l’alleanza con la Regione Veneto è un segno rilevante in un tempo in cui gli isolamenti sembrano prevalere sulle partnership. La particolare vocazione naturalistica dell’ecosistema del monte Baldo e gli straordinari giacimenti della flora possono farne un fiore all’occhiello di tutto il Trentino e dell’intero arco alpino. Un tentativo era già stato fatto anni fa alla ricerca di una formula che ponesse al centro gli studi per la valorizzazione degli ecosistemi e ne facesse, allo stesso tempo, motivo per lo sviluppo di un’originale attrazione turistica, anche come valida alternativa alla crisi degli innevamenti naturali e alla conseguente difficoltà delle forme tradizionali di vacanza. La discontinuità che è alla base di ogni effettiva possibilità di anticipazione del futuro per generare un avvenire possibile passa oggi per una scelta: l’ecosistema — con le sue distinzioni riguardanti la natura, l’aria, l’acqua, il suolo, la flora, la fauna — sono o non sono l’effettivo fattore distintivo di un territorio? La maggior parte di coloro che ci preferiscono per venire in ferie o per considerarci interlocutori — ma anche per viverci, come accade tra i residenti — pone al centro di come ci vede e delle aspettative la natura, l’aria, l’ambiente e il paesaggio. L’importanza naturalistica del monte Baldo e le sue fasce vegetazionali in un contesto di pregio e di protezione ambientale possono non solo favorire l’accreditamento Unesco, ma porre il Baldo come uno dei fattori caratterizzanti dell’intero Trentino. La biodiversità del Baldo è un’area dall’oggettivo valore naturalistico eccezionale: vale dunque la pena impegnarsi a sostenere la sua iscrizione a patrimonio dell’umanità Unesco.
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12 NOVEMBRE 2017 Trentino | 12 Novembre 2017
p. 39 Turismo, progetto fassano "paneuropeo” il Comun General a Bruxelles PREDAZZO È stato accolto con successo, a Bruxelles nel corso di un convegno dell'Npld (rete paneuropea per la promozione della diversità linguistica), il progetto "Regioni con minoranze linguistiche come valore aggiunto per il turismo: una proposta di collaborazione", presentato da Sabrina Rasom, responsabile dei servizi linguistici del Comun general de Fascia nonché vicepresidente dell'Npld, insieme con la procuradora Elena Testor. Dopo l'assemblea della rete paneuropea dello scorso giugno a Soraga, di cui è stato proiettato il video durante l'incontro belga (prossimamente si potrà vedere anche nel sito dell'Nplf), che ha avuto al centro il ruolo delle lingue e delle culture di minoranza come risorsa del turismo, in Fassa si è continuato a lavorare sul tema. «L'idea del nuovo progetto - spiega Sabrina Rasom - è creare una rete turistica europea tra minoranze linguistiche che conduca alla visita, e quindi alla migliore conoscenza, delle località d'origine. La proposta ha suscitato subito l'interesse di baschi, gallesi e cimbri. Per ora si tratta di una bozza su cui vogliamo lavorare, però, per metterlo in atto possibilmente già nel 2018». Il progetto si declina in diverse azioni: promuovere la conoscenza delle comunità linguistiche minoritarie d'Europa, farne apprezzare le peculiarità, contribuire all'economia della regione incentivando una forma alternativa di turismo, creazione di nuovi posti di lavoro formando esperti in comunità linguistiche di minoranza. «Riteniamo che lingua, cultura e identità ladina - afferma Elena Testor, che con il Comun general sostiene le attività dell'Npld - siano una reale risorsa anche in termini turistici: rappresentano una motivazione culturale di visitazione del nostro territorio. Così la valle finora valorizzata dal punto di vista ambientale, anche attraverso il riconoscimento Unesco, e dell'accoglienza, con gli investimenti fatti nel tempo per strutture e servizi, potrebbe arricchire la sua offerta anche con la peculiarità di lingua e cultura ladina. Perché si attui l'iniziativa nella nostra valle - conclude Testor - è necessario il contributo dell'Apt, delle associazioni turistiche e culturali, nonché della scuola di Fassa, che vorremo coinvolgere presto. Ci piacerebbe essere pronti sin dall'anno prossimo».
21 Rassegna Stampa – Novembre 2017
15 NOVEMBRE 2017 Trentino | 15 Novembre 2017
p. 35 Trasporto integrato, ok degli albergatori di Valentina Redolfi SORAGA Tre ore di assemblea ieri a Soraga per gli albergatori Asat del centro Fassa. Molti interventi e in sala pochi soci: gli effettivi albergatori della sezione saranno stati all'incirca trenta. Peccato perché le informazioni e le relazioni in sala sono state sì molte e lunghe, ma anche approfondite e di rilevanza generale. Il presidente della sezione Asat, Celestino Lasagna, ha esordito con alcune novità per il settore turistico dell'intera valle. Prima su tutte una inerente la viabilità pubblica per l'estate 2018, perché dopo l'incremento dell'utilizzo degli autobus nell'ultima estate, si è deciso, assieme alla Provincia, di adottare un ulteriore aumento della frequenza dei trasporti pubblici sull'asse di valle e verso i passi. Sulla linea di Fiemme e Fassa ci saranno autobus (con brand Trentino) ogni 15 o 20 minuti. Oltre a ciò Lasagna ha spiegato che la l'Asat è stata contattata dall'Apt di Fassa per la possibile introduzione di una "guest card" che affiancherà la Fassa Card e il Panorama Pass. Si tratta di una carta che il turista potrà acquistare e che includerà sia dei servizi sia il costo della tassa di soggiorno. L'Apt ha proposto di adottare una card di minimo 2 giorni e l'Asat vorrebbe proporre una card sui 7 giorni.Qualche novità ci sono poi anche sulla mobilità. Per quanto riguarda il progetto dei "green days" al Sella, sia Lasagna sia la procuradora del Comun general Elena Testor hanno detto che se si rifarà, si dovranno coinvolgere maggiormente anche gli operatori dei passi, soprattutto quelli del Sella, e Lasagna ha aggiunto anche la necessità di rivedere gli eventi proposti. Essendo poi Lasagna anche assessore del Comun general de Fascia, ha annunciato che il Consei de Procura con la Procuradora e anche con il consenso della Provincia, andrà ad affidare un incarico ad un tecnico per avere un parere sull'idea sostenuta già a fine stagione dall'Apt di Fassa: ossia adottare 22 Rassegna Stampa – Novembre 2017
un trasporto pubblico integrato con impianti a fune su tutta Fassa. In sala Elisa Maccagni, vice presidente del Consorzio Impianti a Fune Fassa e Carezza, ha parlato dei 23 milioni di investimenti dei consorzi Fassa e Tre Valli per la stagione invernale che inizierà il 6 dicembre; Andrea Weiss direttore Apt di Fassa ha anticipato i risultati di una ricerca sul turismo in Val di Fassa che verrà presentata a fine mese, e ancora si è parlato di azioni politiche dell'Asat Trentino con il vice presidente Giovanni Battaiola; di protezione del patrimonio e di passaggio generazionale con i dirigenti Asat e infine c'è stato una forte richiamo alla collaborazione reciproca da parte dell'assessore provinciale Dallapiccola. Alto Adige | 15 Novembre 2017
p. 33 Chiuso Passo Erbe fino a marzo: sicurezza garantita di Ezio Danieli SAN MARTINO IN BADIA Il passo delle Erbe resterà ancora chiuso al traffico da novembre a marzo. La scorsa estate era tornata d'attualità la questione di tenerlo aperto. Ma i pareri in merito, nei due comuni di San Martino in Badia e di Funes erano e sono contrastanti. Sui versante badiota prevale l'interesse turistico, su quello di Funes si teme che un'eventuale apertura del passo porti ad un aumento del traffico. Una via di mezzo esiste: soprattutto nei mesi invernali con scarse precipitazioni nevose la strada potrebbe essere percorribile con controlli assidui onde scongiurare i pericoli. Ma la Provincia ha scelto di privilegiare la massima sicurezza ed ha deciso di tenere chiusa la strada. Il provvedimento è già in vigore: il passo è raggiungibile soltanto dal versante badiota. Nella zona di passo delle Erbe esistono impianti per gli sport invernali ed anche strutture ricettive che potrebbero essere serviti con l'apertura dell'arteria, dicono a San Martino. Ma a Funes non sono d'accordo. Temono un aumento della circolazione stradale ed hanno raccolto anche delle firme contro l'eventuale apertura. Per ora l'hanno spuntata con soddisfazione anche degli ambientalisti che s'erano schierati decisamente contro l'apertura. Passo delle Erbe resterà chiuso anche quest'inverno. La questione della sicurezza è assolutamente prioritaria, lo ha confermato la Provincia. Il passo delle Erbe (Würzjoch in tedesco e Jü de Börz in ladino), è un valico alpino delle Dolomiti, posto a duemila metri di quota che mette in comunicazione la val d'Isarco (precisamente una sua valle tributaria, la val di Luson ) con la val Badia. Gli accessi stradali al valico sono diversi: dalla val di Funes e dalla valle di Eores (Bressanone) salgono due strade provinciali che si congiungono nei 23 Rassegna Stampa – Novembre 2017
pressi del passo di Eores (1.863 metri) per poi discendere leggermente nella conca di Gunggan e risalire al valico. In questo punto giunge anche la ripida e ardita carrozzabile che inizia a Luson e risale tutta la valle del rio Lasanca. Sul versante opposto, la strada scende ad Antermoia, frazione di San Martino in Badia.Il secco «no» dei Verdi. I Verdi in consiglio provinciale e poi l' Alpenverein, in assemblea, avevano respinto nettamente l'idea di riaprire la strada di passo delle Erbe nei mesi invernali. L'Avs si era così schierata con la popolazione della val di Funes che non vuole l'apertura invernale del passo perché teme, giustamente, un aumento del traffico da e per la val Badia, traffico che è prevalentemente turistico vista anche la presenza, al passo e nella zona di Antermoia, di alcuni impianti a fune. Le recenti nevicate, abbondanti soprattutto in quota, hanno riproposto la questione della sicurezza e la Provincia ha ribadito la sua posizione nettamente contraria all'apertura proprio per salvaguardare gli automobilisti e non sobbarcarsi interventi di sgombero della carreggiata dai cumuli di neve. La strada di passo delle Erbe resta chiusa fino a marzo. E' percorribile soltanto dal versante della val Badia in modo tale da poter sfruttare, ai fini turistici, impianti e piste di Antermoia.©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 15 Novembre 2017
p. 18 Un milione e mezzo con il Gal per i progetti nelle aree rurali BELLUNO Quasi un milione e mezzo di finanziamenti alle imprese delle Prealpi bellunesi per progetti nelle aree rurali. È stata pubblicata la graduatoria dei fondi erogati dal Gal Prealpi Dolomiti, relativamente ad alcune misure previste dal Psr regionale e gestite da Avepa. «Con questa tornata di bandi», spiega il direttore del Gal Alberto Peterle, «sono stati finanziati progetti riconducibili a due grandi pilastri: creazione e sviluppo di attività extra-agricole nelle aree rurali (800.045,07 euro), e recupero e riqualificazione del patrimonio architettonico dei villaggi e del paesaggio rurale (547.333,57 euro)». Il bando risale a fine primavera, durante l'estate Avepa e Gal hanno esaminato i progetti e da qualche giorno la graduatoria è pubblica. «Crediamo molto nelle potenzialità del turismo sostenibile per il nostro territorio», spiega ancora Peterle, «ed è per questo motivo che abbiamo messo sul piatto una parte rilevante del nostro budget complessivo annuale, che ammonta a 7,5 milioni. Prima di decidere su cosa puntare, normalmente incontriamo molti imprenditori per confrontarci con loro sulle necessità. Inoltre in questo caso abbiamo anche organizzato corsi specifici che si sono rivelati molto utili, visto che i partecipanti hanno ottenuto punteggi più elevati». Oltre a finanziare i privati, infatti, il Gal Prealpi ha stanziato 3,1 milioni per opere pubbliche dei Comuni, sempre nell'ambito del turismo sostenibile.Per quanto riguarda le imprese, le domande presentate al Gal sono state 73 e 51 quelle ammesse. In sostanza i bandi puntano al recupero e alla valorizzazione ai fini turistici del patrimonio immobiliare. «I bandi erano 24 Rassegna Stampa – Novembre 2017
diversi a seconda della zona interessata», prosegue il direttore. «Il primo si concentra sullo sviluppo della zona più bassa del nostro territorio e si chiama "Da lago a lago", il secondo sale fino alle malghe e ai pascoli e si chiama "La montagna di mezzo" e il terzo promuove il "Turismo sostenibile nel patrimonio Unesco", cioè nelle aree del Parzo nazionale Dolomiti bellunesi».In tutti i casi si tratta di progetti di potenziamento dell'attività turistica, non solo intesa come ricettività.«Hanno fatto domanda delle guide turistiche, dei bed&breakfast, delle aziende di servizi come quelli che noleggiano le biciclette, ma anche delle parrocchie. Corriere delle Alpi | 15 Novembre 2017
p. 38 Oltre le Vette tira somme di successo BELLUNO Con la chiusura a Palazzo Fulcis, domenica scorsa, della mostra fotografica di Georg Tappeiner Dolomiti: cuore di pietra del mondo è terminata a Belluno la 21a edizione di Oltre le vette - Metafore, uomini, luoghi della montagna, la manifestazione del Comune di Belluno e della Fondazione Teatri delle Dolomiti, con Flavio Faoro direttore artistico e Valeria Benni alla direzione organizzativa, che rappresenta ormai un appuntamento importante per la cultura della montagna in Italia. La mostra, allestita in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, era stata prorogata di due settimane proprio per il gradimento del pubblico e alla fine i visitatori che hanno staccato il biglietto sono stati quasi 3.000. Consensi unanimi e ottimi numeri anche per la mostra Foulard delle montagne, "sorpresa" di questa edizione, evento di prestigio realizzato in collaborazione con il Museo Nazionale della Montagna "Duca degli Abruzzi" - Cai Torino. I visitatori delle mostre e il pubblico degli spettacoli e delle conferenze superano dunque ampiamente le 10. 000 unità, provenienti dall'intera provincia di Belluno e dalle vicine aree del Veneto, del Friuli e del Trentino. Non trascurabile quindi l'indotto economico della rassegna, con il coinvolgimento di molti operatori economici della città. Il teatro comunale, le sale di Palazzo Fulcis, il Cinema Italia, la sala "Bianchi" e il magnifico spazio dell'ex rifugio antiaereo di Lambioi hanno visto una costante presenza di pubblico, tanto che per alcuni eventi - come quello con il teologo Vito Mancuso, organizzato con la Fondazione Architettura Belluno Dolomiti - tutti i posti a disposizione sono andati esauriti e diversi spettatori non sono potuti entrare. Inoltre tutti gli eventi di Oltre le vette erano a ingresso gratuito e il pubblico poteva segnalare il suo gradimento e la partecipazione alla rassegna con un'offerta libera. Questa iniziativa, denominata Oltre le vette spirit e segnalata con una cartolina che ne spiegava i contenuti consegnata a ogni spettatore, ha dato un risultato molto significativo. Sono infatti poco meno di 5.000 gli euro raccolti nelle apposite cassette trasparenti, somma che sarà utilizzata per le prossime edizioni della rassegna. Le spese della manifestazione sono infatti elevate, e solo il contributo degli sponsor - da Fondazione Cariverona, Enel, Montura, Sest - ne consente la 25 Rassegna Stampa – Novembre 2017
realizzazione. Ma per il futuro c'è già una prima disponibilità per il rinnovo della collaborazione di alcuni sostenitori, per iniziare il lavoro sull'edizione 2018. Corriere delle Alpi | 15 Novembre 2017
p. 32 Auronzo in passerella sulla tv nipponica AURONZO Il territorio di Auronzo sulla tv nazionale giapponese grazie ad un servizio realizzato dalla giornalista Ai Naga, che oggi vive a Roma dove collabora con la Rai. Il servizio, che durerà all'incirca mezz'ora, andrà in onda sabato alle 6 del mattino (ora italiana) sulle frequenze dell'emittente Nhk (acronimo di Nippon Hoso Kyokai, ovvero il servizio pubblico radiotelevisivo giapponese) sul canale satellitare Bs Premium all'interno del programma "journey to paradise on earth" dedicato all'avventura ed alla montagna di cui la giornalista Ai Naga è una grande appassionata. Si tratta di un documentario incentrato sul territorio di Auronzo con una serie di divagazioni dedicate ad alcune figure professionali del passato recentemente riportate in auge in Cadore, al ruolo delle Regole nelle comunità di montagna ed alla funzione della Magnifica (con una intervista al presidente Renzo Bortolot). La troupe italo-nipponica, composta dalla giornalista Ai Naga e da un cineoperatore italiano proveniente da Ivrea, è stata ospite ad Auronzo per otto giorni, quattro dei quali trascorsi in quota con base fissata al Carducci. Proprio il gestore di questo rifugio, Bepi Monti, è infatti il protagonista del documentario, nato curiosamente da un passaparola. «La giornalista giapponese è di casa a Sesto. Lì ha conosciuto la guida alpina Herbert Summerer», spiega Monti, «che le ha parlato di me e delle numerose attività che svolgiamo, seppur tra mille difficoltà, all'ombra della Croda dei Toni durante l'estate. È nata così l'intenzione di venirci a trovare per girare un video da dedicare alle peculiarità del territorio». All'interno del servizio troverà spazio anche il progetto "Dolomiti senza confini", incentrato sulla realizzazione della concatenazione di una serie di vie ferrate in grado di unire Italia ed Austria transitando per Alto Bellunese e Pusteria, un tempo luoghi di guerra ed oggi invece sinonimo di pace e collaborazione. «Il progetto "Dolomiti senza confini" ha unito ancora di più gli operatori turistici presenti a cavallo tra le province di Belluno e Bolzano», conclude Monti, «ed il grande interesse che l'iniziativa sta destando a livello internazionale ne è la conferma». "Dolomiti senza confini" sarà presentato ufficialmente nel giugno 2018 in concomitanza con le celebrazioni del centenario della Grande Guerra. Gianluca De Rosa
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Gazzettino | 15 Novembre 2017 p. 15 edizione Belluno Cadore capitale culturale oggi la sfida con Treviso PIEVE Oggi il Ministero renderà nota la selezione delle dieci finaliste a Capitale della cultura 2020, che vede il Cadore candidato. Le finaliste potranno in seguito presentare il proprio dossier in un incontro pubblico a Roma. La vincitrice sarà annunciata entro la fine di gennaio 2018. Insomma oggi c'è un traguardo importante da superare per il Cadore. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo pubblica ogni anno il bando per il conferimento del titolo, iniziativa che vuole sostenere, incoraggiare e valorizzare la capacità progettuale e attiva delle città italiane nel campo della cultura, affinché ne venga sempre più recepito il valore per la coesione sociale, la creatività e l'innovazione. Ecco la sfida e la Magnifica Comunità ha messo la terra natale di Tiziano Vecellio e le Dolomiti patrimonio dell'Umanità al centro del progetto di valorizzazione e di promozione delle valli che compongono il Cadore in un progetto condiviso dai 22 comuni, consapevoli dell'importanza del patrimonio culturale presente e nella valenza di unificarlo in un progetto unico supportati da una storia unitaria. Il Cadore si presenta unito alla candidatura grazie al lavoro coordinato dalla Magnifica Comunità, in Veneto se la vede con Treviso. Il presidente Renzo Bortolot auspica che se il Cadore passa la selezione possa contare sul sostegno dei trevigiani e viceversa. Messaggero Veneto | 15 Novembre 2017
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p. 26 Dolomiti, patrimonio da conservare Continua all'auditorium Menossi di Udine la rassegna "Friuli, natura e società", organizzata dal Dlf dedicata alle bellezze e alla storia della nostra regione: venerdì 17 novembre alle 21 Franco Pettenati presenta "Il Campanile di Val Montanaia" e e Flavia Facchini la multivisione "La Valle del Tesoro". Le possibili lesioni al campanile di Val Montanaia, la famosissima guglia di roccia delle Dolomiti Friulane, catalogata tra i geositi di massimo interesse della Regione Fvg e recentemente inserita nel patrimonio mondiale dell'Unesco, hanno spinto i geologi dell'Ogs a verificare lo stato di salute in rapporto alle zone sismiche più vicine,Fotografie, analisi e risultati della ricerca, saranno esposti dal dottor Franco Pettenati, geologo con dottorato di ricerca in geofisica. La presentazione sarà completata da una breve multivisione della fotografa Flavia Facchini, riguardante il campanile di Val Montanaia.Dall'1 dicembre al 7 gennaio, oltre un mese di effervescente e briosa animazione, ricca di eventi, momenti e occasioni dedicati alle famiglie. Portopiccolo, nel Golfo di Trieste, si prepara a celebrare un brillante e vivace Natale. Con la pista di pattinaggio ecosostenibile, fronte mare, i mercatini di Natale, originali casette design, artigianato locale, luci e fantasiose decorazioni per vivere l'autentica e allegra magia del Natale. Natale a Portopiccolo è anche goloso, unico e speciale. Come la ricetta del Maître Patissier di Portopiccolo - Luca Gallon - che ha elaborato una rivisitazione del panettone meneghino, ispirandosi alla pasticceria mitteleuropea. Ingrediente protagonista è il Terrano, il vino corposo dalla personalità carismatica, prodotto sull'altipiano Carsico, che domina il Golfo di Trieste. Una golosità a edizione limitata: 500 pezzi d'autore, autentica espressione del territorio (solo su prenotazione). Info: www.portopiccolosistiana.it.
16 NOVEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 16 Novembre 2017
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p. 28 Città della Cultura 2020, il Cadore resta in attesa di Vittore Doro PIEVE DI CADOR Fumata grigia, per la candidatura del Cadore come "Capitale Italiana della Cultura per il 2020". La decisione in merito alla scelta delle 10 città pretendenti al titolo è stata spostata di alcune settimane. Lo ha annunciato un comunicato dell'ufficio stampa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.Ieri, infatti, avrebbe dovuto essere il giorno fatidico nel quale il gruppo di lavoro nominato dal Ministero competente avrebbe dovuto selezionare le dieci città, che avrebbero proseguito il percorso tracciato dal "Bando per il conferimento del titolo "Capitale Italiana della Cultura 2020", rispetto alle trentuno rimaste in corsa per il titolo.Così non è stato e come conferma il presidente della Magnifica Comunità di Cadore Renzo Bortolot: «Il gruppo ha scelto di non scegliere, almeno per il momento e rimandare la comunicazione dei nomi delle città prescelte, di qualche settimana», ha spiegato Bortolot. «Non è ben chiaro per quali motivi è stata rinviata la selezione, ma resta il fatto che nel pomeriggio di ieri, è arrivata la notizia che l'incontro non era stato decisivo e si era concluso con un nulla di fatto e con l'annuncio dello spostamento della data del verdetto. La notizia è stata comunicata a tutte le città concorrenti e alcune hanno già emesso un comunicato in proposito. Non ci resta che attendere. Domani emetteremo un comunicato al riguardo».Nel frattempo, la notizia è stata confermata direttamente dal "Mibact", il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che ha emesso uno stringato comunicato con il quale è stato chiarito che non ci sarebbe stata una risposta in giornata e che l'ufficializzazione è stata posticipata, "verso dicembre" . Secondo indiscrezioni provenienti dall'ufficio stampa del Ministero, ci sarebbero stati dei rallentamenti amministrativi, all'interno della giuria di selezione, oltre che la possibilità di cambiamenti nelle categorie dei criteri di valutazione. Non è dato sapere se per il Cadore il posticipo è un bene oppure un male, ma intanto si continua a sperare in una scelta favorevole alla candidatura cadorina. Una delle ipotesi uscite dall'ufficio stampa del Ministero, parla della necessità di allungare il momento della decisione, perché Treviso avrebbe consegnato solamente martedì il dossier definitivo, forte di 60 pagine e quindi il gruppo di lavoro del "Mibact", non avrebbe trovato il tempo per esaminarlo ed avrebbe deciso di prendere ancora qualche settimana. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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17 NOVEMBRE 2017 Trentino | 17 Novembre 2017
p. 40 Il traffico estivo "rovina" le vacanze dei turisti di Valentina Redolfi SORAGA Il direttore dell'Apt di Fassa Andrea Weiss ha anticipato alcuni dei contenuti di una ricerca qualitativa sul turismo in Val di Fassa fatta da Trento School of Management (TSM) e che verrà presentata anche ai soci durante l'assemblea dell'Azienda il 30 novembre. Weiss ha spiegato che la ricerca non riguarda solo i frutti turistici (presenze e arrivi), ma anche quelli sulla soddisfazione degli ospiti e le poternzialità della valle. L'obiettivo è valutare, e eventualmente aggiornare la strategia di promozione. Il punto di maggiore criticità per i turisti in Fassa è stato individuato nella mobilità, in primis nel traffico veicolare ha impatto negativo sulla qualità del soggiorno e della vita in valle. I segnali di un primo e piccolo cambiamento sembrano esserci: nell'estate 2017 c'è stato un positivo aumento dell'utilizzo dei mezzi pubblici 30 Rassegna Stampa – Novembre 2017
(+20% in luglio e +28% in agosto) premiato con l'aumento della frequenza delle corse (ogni 20 minuti) per l'estate 2018. Inoltre l'Apt per prima ha proposto per Fassa un trasporto integrato con impianti a fune.Altri temi importanti emersi nella ricerca sono stati il cambiamento climatico (con l'ospite che si chiede se la tecnologia riuscirà a contenere i problemi legati alla mancanza di neve) e la sostenibilità ambientale con riferimento anche ai Green days al Sella e al riconoscimento Dolomiti Unesco. Sembra che i turisti siano già pronti ad un cambiamento verso progetti di gestione di territorio coerenti con la politica di sensibiltà e sostenibilità ambientale in linea con la Fondazione Dolomiti Unesco.«Se in Fassa riuscissimo a essere un modello positivo in questo senso - ha detto Andrea Weiss - forse riusciremmo ad intercettare anche il turista del domani. Vi invito all'assemblea a fine mese».
19 NOVEMBRE 2017 Trentino | 19 Novembre 2017
p. 39 Troppo traffico disturba il turista SORAGA Il direttore dell'Apt di Fassa Andrea Weiss ha anticipato alcuni dei contenuti di una ricerca qualitativa sul turismo in Val di Fassa fatta da Trento School of Management (TSM) e che verrà presentata anche ai soci durante l'assemblea dell'Azienda il 30 novembre.Weiss ha spiegato che la ricerca non riguarda solo i risultati (presenze e arrivi), ma "misura" anche la soddisfazione degli ospiti e le potenzialità della valle. L'obiettivo è valutare ed eventualmente aggiornare la strategia di promozione. Il punto di maggiore criticità per i turisti in Fassa è stato individuato nella mobilità, in primis il traffico veicolare che ha impatto negativo sulla qualità del soggiorno e della vita in valle. I segnali di un primo e piccolo cambiamento sembrano esserci: nell'estate 2017 c'è stato un positivo aumento dell'utilizzo dei mezzi pubblici (+20% in luglio e +28% in agosto) premiato con l'aumento della frequenza delle corse (ogni 20 minuti) per l'estate 2018. Inoltre 31 Rassegna Stampa – Novembre 2017
l'Apt per prima ha proposto per Fassa un trasporto integrato con impianti a fune.Altri temi importanti emersi nella ricerca sono stati il cambiamento climatico (con l'ospite che si chiede se la tecnologia riuscirà a contenere i problemi legati alla mancanza di neve) e la sostenibilità ambientale con riferimento anche ai Green days al Sella e al riconoscimento Dolomiti Unesco. Sembra che i turisti siano già pronti ad un cambiamento verso progetti di gestione di territorio coerenti con la politica di sensibiltà e sostenibilità ambientale in linea con la Fondazione Dolomiti Unesco."Se in Fassa riuscissimo a essere un modello positivo in questo senso - ha detto Andrea Weiss -forse riusciremmo ad intercettare anche il turista del domani. Vi invito all'assemblea a fine mese". (v.r.)
21 NOVEMBRE 2017 L’Adige | 21 Novembre 2017
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p. 21 Il laboratorio SAT da Bruno Detassisi a Cesare Battisti C'è la solidarietà e il desiderio di cambiare vita e fruizione della montagna nel programma prossimo anno di attività dello «Spazio alpino Sat» di Via Manci 57 a Trento, inaugurato lo scorso anno e frutto di una collaborazione tra Sat, Fondazione Dolomiti Unesco, Step (Scuola per il territorio ed il paesaggio) e Muse. Ieri si è svolta la presentazione delle attività previste tra fine 2017 e il 2018: il presidente della Sat Claudio Bassetti ha rimarcato come dalla collaborazione tra i quattro enti sia nato il «Laboratorio alpino e delle Dolomiti bene Unesco», un contenitore di eventi culturali finalizzato alla divulgazione di temi riguardanti la montagna, collegato anche al Film Festival della Montagna. Con un budget limitato (7000 euro per la programmazione condivisa) è stato possibile proiettare ventisette film, sono state allestite nove mostre, presentati sette libri, realizzati 4 laboratori più nove incontri e conferenze su temi vari. Più di 6.000 i visitatori per la programmazione del primo anno di attività. Anna Facchini, presidente Commissione cultura della Sat, ha presentato il programma 2018: si finirà a novembre 2018 con l'esposizione collettiva «In viaggio - la creatività sulle rotte dell'emigrazione», realizzata con la Cooperativa sociale Kaledoscopio e i richiedenti asilo del collettivo «bivacco d'arte». Pezzi forti del programma sono la mostra «Bruno Detassis a dieci anni dalla scomparsa», la mostra fotografica «Dolomiti» recentemente proposta in Corea del Sud. «Sospensioni» sarà una mostra di immagini non convenzionali sulla Val di Susa. Infine tutta targata Sat sarà la mostra su Cesare Battisti satino e divulgatore in occasione dell'adunata degli alpini a Trento dal 7 al 13 maggio 2018. A.P. Trentino | 21 Novembre 2017
p. 19 Spazio Alpino Sat, in un anno 6 mila visitatori e tante idee TRENTO Oltre 6.000 i visitatori dello Spazio alpino Sat nel 2017, 27 film proiettati, 9 mostre allestite, 7 i libri presentati, 4 laboratori realizzati, di cui 1 dedicato ai bambini e 3 aperti ad appassionati di montagna di tutte le età. Si è tenuto inoltre un reading e 9 incontri e conferenze su vari temi. Questo il bilancio dell'attività, presentatO a un anno dall'inaugurazione, il 24 novembre 2016. Per 2018 il Laboratorio Alpino propone la mostra «Bruno Detassis a dieci 33 Rassegna Stampa – Novembre 2017
anni dalla scomparsa» un evento organizzato da Sat in collaborazione con Film Festival, e la mostra «Dolomiti» recentemente presentata in Corea del Sud, a cura di Fondazione Unesco. Step presenterà invece la mostra «Sospensioni». L'iniziativa si inserisce in un percorso di sensibilizzazione culturale che intende considerare le Alpi come luogo di innovazione e fruizione sostenibile. Tutta targata Sat sarà invece la mostra su Cesare Battisti satino e divulgatore in occasione dell'adunata degli alpini a maggio. Sempre Sat Commissione Cultura anche la rassegna dal titolo - «In viaggio - la creatività sulle rotte dell'emigrazione» (novembre 2018). Corriere del Trentino | 21 Novembre 2017
p. 14 Spazio Alpino SAT: primo anno ricco di eventi culturali e seimila presenze Il primo compleanno cadrà il 24 novembre, e per lo Spazio Alpino Sat è già tempo di bilanci. Istituito l’anno scorso nelle sale dell’ex museo Sat, lo Spazio alpino è abitato dal Laboratorio alpino e delle Dolomiti bene Unesco, progetto frutto di una convenzione tra Provincia, Sat, Fondazione Dolomiti Unesco, Step - Scuola per il territorio e il paesaggio e Muse. Lo spazio fisico si è fatto luogo di incontro per tutti gli attori, enti e privati, che si occupano di cultura della montagna. I numeri del primo anno di attività sono incoraggianti: 27 proiezioni, 9 mostre, 7 presentazioni di libri, 4 laboratori di cui uno dedicato ai bambini, un reading e 9 altri incontri e conferenze su vari temi per un totale di circa 6.000 presenze, cui vanno sommate le quasi altrettante della Biblioteca della montagna ospitata nella sala al piano superiore. Un progetto che ha la sua forza nell’ibridazione di linguaggi e nella volontà di creare una vera e propria rete culturale attorno al patrimonio culturale montano. La programmazione per il 2017/2018 procederà nella medesima direzione: una grande varietà di appuntamenti interconnessi, tra i quali incontri inseriti nelle cornici di allestimenti espositivi e relazioni con il Film Festival della Montagna e altre realtà culturali locali .
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Corriere delle Alpi | 21 Novembre 2017
p. 12 Tutti gli operatori a scuola di lingua e informatica di Paola Dall'Anese BELLUNO Saranno i cosiddetti Millennials e le giovani famiglie amanti dello sport, della natura e dei mezzi di comunicazione digitali i nuovi turisti su cui la provincia di Belluno dovrà puntare da qui ai prossimi tre anni per aumentare la permanenza media, la spesa media dell'ospite e l'occupazione dei posti letto, rilanciando così il turismo. Ma per fare questo sarà necessario mandare a scuola di lingua inglese e di conoscenze informatiche gli stessi operatori. Uno svecchiamento su tutti i fronti che sarà portato avanti in primis dalla Provincia e dalla Dmo aiutata da un lavoro di squadra con tutti i protagonisti: dai consorzi di vallata agli operatori e gli uffici turistici. Sono questi alcuni dei punti del piano di marketing territoriale (Pmt) elaborato dall'Eurac di Bolzano e presentato ieri ai sindaci. «Il piano è stato realizzato in sei mesi», ha precisato Ana Scuttari dell'Eurac, «una intensa attività nel corso della quale abbiamo sentito 35 Rassegna Stampa – Novembre 2017
gli addetti del comparto, abbiamo fatto 16 interviste con gli operatori locali e abbiamo analizzato punti di forza, debolezza e criticità».L'analisi. Si parte dal presupposto che il territorio bellunese ha un elevato potenziale turistico che ancora non è stato valorizzato. Tra i punti di forza ci sono una natura ancora incontaminata, la tradizione culturale e storica, le Dolomiti Unesco, la varietà delle attività sportive praticabili e la tradizione e qualità enogastronomica. Ma molti sono anche i punti di debolezza a cominciare dalle infrastrutture e dalla mobilità, da una frammentarietà dell'offerta e del territorio, dalla mancanza di una visione a lungo termine e da una bassa internazionalizzazione.Ed è proprio partendo da qui che si dovrà lavorare per rilanciare il Bellunese. «Molte sono le opportunità che si possono creare, a partire dalla ricerca di nuovi mercati internazionali, dallo sfruttamento della vicinanza con Venezia, dalle possibilità infrastrutturali come il trenino delle Dolomiti, per arrivare all'allungamento della stagione estiva grazie anche ai cambiamenti climatici. L'obiettivo è avere un flusso turistico per 365 giorni all'anno».Il piano. Il piano, a valenza triennale, partirà dal 2018 e avrà un valore di 5,5 milioni di euro, soldi che arrivano direttamente dai Fondi dei comuni confinanti. «Belluno dovrà diventare un'ecodestinazione turistica organizzata, competitiva, internazionale e sostenibile», ha precisato Gerhard Vanzi, referente dell'Eurac. «Due saranno i macro obiettivi. Il primo è "tessere la destinazione" cioè riorganizzare la governance, migliorare i servizi di base e rafforzare il prodotto turistico coinvolgendo tutti gli attori operanti sul territorio. Per ottenere questo sarà necessario anche avere degli operatori preparati: per questo motivo partiranno corsi di lingua straniera e di digitalizzazione.Il secondo obiettivo sarà quello di "avvolgere l'ospite", vale a dire definire un marchio unico sotto cui far rientrare ogni attività turistica. Ma anche investendo il 70% delle risorse nei mercati internazionali, invertendo l'attuale dinamica. «I turisti si dovranno andare a cercare nei paesi ultralpini come Germania e Austria, ma poi anche in Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Scandinavia, Polonia e Cechia. Cortina. Per Cortina, in vista dei Mondiali, si dovrà puntare su mercati lontani quali Russia, Cina e Usa dove ci sono ospiti che spendono fino a 500 euro al giorno, ma si dovranno esplorare anche Paesi quali Brasile e Corea del Sud. Si dovranno potenziare le strategie di comunicazione digitali creando anche delle comunity di appassionati».©RIPRODUZIONE RISERVATA Il 91% delle risorse sarà speso nella comunicazione all’estero Il 91% delle risorse sarà speso nella comunicazione nei mercati internazionali e il 9% alla preparazione del territorio per creare anche nuove attrazioni da veicolare nel mercato. Inoltre il budget dovrà essere diviso tra i mercati: il 70% sarà investito all'estero e il restante in Italia. Per promuovere questo nuovo ciclo di rilancio turistico il 56% del budget a disposizione sarà investito nei mezzi digitali, 29% nei media e nelle pubbliche relazioni, il 5% per comunicare gli eventi del territorio, il 9% per creare intermediazione con i tour operator e il 2% sui mercati da scoprire. Nel triennio di vigenza del piano, l'Eurac vigilerà, per almeno i primi due anni (ma non è escluso che lo farà anche nell'ultimo anno) sugli indici di performance per modificare il progetto in base alle richieste del mercato. Sarà la Dmo a coordinare la realizzazione del progetto Sarà la Dmo il vero fulcro dell'innovazione turistica in provincia di Belluno. Lo ha assicurato l'Eurac, presentando ieri il piano di marketing territoriale che dovrà essere messo in atto dal prossimo anno fino al 2020. «A gestire questa partita dovrà essere una persona che dovrà coordinare tutti i soggetti interessati. E questa persona dovrà essere trovata tramite un bando, come sarà ugualmente un bando a individuare il marchio sotto cui dovranno essere lanciate tutte le iniziative turistiche», ha detto la presidente della Destination managment organization, Daniela Larese Filon, soddisfatta dell'esito di questo studio. «Dovremo essere pronti per agire da gennaio. Oggi è un giorno importante perché quanto abbiamo fatto è il frutto del lavoro di tutti i soggetti che operano e che hanno condiviso passo dopo passo questo piano».Contento anche il deputato Roger De Menech presidente del comitato paritetico del Fondo dei comuni confinanti. «Questo è l'esito di un cambiamento di rotta che abbiamo messo in atto dal 2016 e che ha portato all'uso di questi fondi non solo per i comuni confinanti ma per tutta la provincia permettendo così di fare dei passi in avanti importanti. A cominciare da quello per il turismo, per continuare poi con la viabilità con la ristrutturazione dell'Alemagna e con l'elettrificazione della rete ferroviaria. Tutto sta andando in una sola direzione: quella di rilanciare il territorio promuovendo il turismo in un'ottica di area vasta che vada al di là dei confini. Una grande occasione «ma 36 Rassegna Stampa – Novembre 2017
spetta al popolo bellunese rimboccarsi le maniche, prendere in mano la scommessa e portare a casa i risultati, perché in montagna nessuno si salva da solo». (p.d.a.) Gazzettino | 21 Novembre 2017 p. 2 edizione Belluno Turismo locale: marchio unico per il rilancio BELLUNO Pochi mesi per creare un brand unico del turismo bellunese e veicolare il prodotto montagne rosa sui mercati internazionali. Tre anni per vendere la vacanza sulle Dolomiti bellunesi ed entrare nei circoli che contano. Dopodiché il gran premio della montagna sarà raggiunto. E sarà tutta discesa. Intanto però bisogna cominciare a pedalare. La provincia di Belluno ha cominciato ufficialmente ieri, con la presentazione del piano di marketing territoriale curato da Eurac (l'accademia europea di Bolzano). Una prima pedalata che servirà a dare il la allo sviluppo turistico dell'intero territorio provinciale, a partire dai Comuni che confinano con Trento e Bolzano. Difatti, i 5 milioni e mezzo di euro del piano marketing sono finanziati dai fondi ex Odi. L'OBIETTIVOValorizzare il potenziale inespresso. È questo il mantra del piano redatto dall'Eurac negli ultimi sei mesi di indagini. Tradotto in atti concreti significa allungare. Allungare le stagioni turistiche (in modo che il Bellunese non sia obbligato ad essere ancorato allo sci d'inverno e all'escursionismo d'estate); allungare la permanenza degli ospiti; allungare la capacità di spesa dei turisti. Il tutto senza tralasciare la sostenibilità ambientale e sociale, visto che il paesaggio selvaggio e incontaminato è una delle chiavi che possono aprire le porte dell'olimpo del turismo. Anche in barba ai vicini di Trento e Bolzano, che possono contare su strutture decisamente più al passo con i tempi, ma hanno ormai spremuto tutto il possibile dal loro ambiente naturale. «Il Bellunese può contare sui valori di wilderness, di bellezza, di storia e tradizione - spiegano Anna Scuttari e Gerhard Vanz, curatori del piano marketing -. L'obiettivo è tradurre questi valori in un'offerta turistica che sia organizzata, competitiva, internazionale e sostenibile. Per fare questo bisogna tessere la destinazione turistica, ovvero creare una governance e i servizi di base che formano il prodotto; e poi avvolgere l'ospite». La filosofia è chiara. Ma sarà anche attuabile? Gli esperti dell'Eurac ne sono convinti. Purché si diversifichi l'offerta. «Bisogna creare un marchio unico ben definito, da tradurre in tutti i mezzi di comunicazione - continua Vanzi -. Poi, bisogna consolidare i mercati italiani ed espandere l'offerta verso nuovi mercati. Oggi il 93% delle presenze sulle Dolomiti bellunesi arriva da Italia, Germania e Austria: bisognerà guardare verso Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Polonia, Scandinavia e Gran Bretagna; Cortina potrà puntare anche sul turismo emergente degli high spender americani, cinesi e russi». Per quanto riguarda il budget di 5,5 milioni di euro correlato al piano, il 91% sarà speso proprio per pubblicizzare Belluno e il suo territorio.LE ASPETTATIVE Il piano sarà gestito dalla Dmo Dolomiti, l'organismo pubblico-privato che ha in mano le chiavi del turismo bellunese. «Siamo convinti che questo piano darà ottimi risultati, a patto che tutti siamo in grado di lavorare assieme - dicono Daniela Larese Filon, presidente Dmo Dolomiti, e il deputato Roger De Menech -. A breve verrà costituito un organismo interno alla Dmo per coordinare l'attuazione del piano».Damiano Tormen
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Corriere delle Alpi | 21 Novembre 2017
p. 31 La bellezza di fa arte, depliant sul Cadore di Walter Musizza CADORE Poter vantare un Tiziano nella propria storia e le Dolomiti nel proprio paesaggio è già una prerogativa invidiabile, anzi unica al mondo. Ma forse quello che il Cadore non ha compreso per troppo tempo è il valore aggiunto messo a disposizione dalla sinergia possibile tramite l'utilizzo combinato di siffatti valori artistici e ricchezze 38 Rassegna Stampa – Novembre 2017
naturalistiche.Questa convinzione è alla base della nuova iniziativa della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, col supporto di Bim Comuni del Piave, Fondazione Dolomiti Unesco e Consorzio di Promozione Turistica Cadore Dolomiti. Si tratta di un dépliant di 8 facciate che illustra, attraverso testi in italiano, inglese e spagnolo ed immagini di ieri e di oggi, tutto il fascino di Tiziano e della sua piccola patria alpina, dal titolo che è già di per sé uno slogan "Cadore. Le Dolomiti di Tiziano, dove la bellezza si fa arte". «Testo, immagini, traduzioni e grafica - ci spiega Maria Giovanna Coletti presidente della Fondazione Tiziano e Cadore - nascono dalla collaborazione con i direttori del Museo del Prado di Madrid, delle Gallerie dell'Accademia di Venezia e del Fine Art di Boston. In copertina spiccano uno scorcio dolomitico realizzato da Diego Tabacchi e il profilo dolomitico che fa da sfondo al capolavoro tizianesco della Presentazione di Maria al Tempio delle Gallerie dell'Accademia: un'immagine fotografica di oggi che dialoga ed interagisce con un dettaglio del dipinto di ieri, reggendo bene un confronto certo non facile. Il dépliant ha accompagnato la recente mostra del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid sul Rinascimento veneziano, nella quale Tiziano ha avuto un ruolo rilevante. Una suggestiva veduta di Venezia, con le bricole della laguna in primo piano ed i monti sullo sfondo, segna il legame forte del pittore con questi due luoghi a lui particolarmente cari, quello della nascita e quello della sua formazione e della sua fama internazionale. Una mappa segnala inoltre la posizione del Cadore rispetto a Venezia e agli aeroporti vicini, invitando tutti gli estimatori dell'arte di Tiziano a visitare anche la sua amata patria». Le immagini relative ai capolavori tizianeschi sono riferite espressamente ad opere possedute dai tre sopracitati musei, vale a dire il ritratto di Carlo V a cavallo (1548), del Ratto di Europa (1562) e della Pietà (1575-76), ma non poteva mancare l'attrattiva di casa nostra, ovvero la Madonna con Bambino tra i Santi Andrea e Tiziano, della chiesa arcidiaconale di S. Maria Nascente. È già in atto da qualche mese una distribuzione mirata del dépliant fuori dal Cadore, ad esempio a Palazzo Ducale a Venezia, e da gennaio esso sarà a disposizione anche alle Gallerie dell'Accademia, due musei che contano grande affluenza di visitatori, provenienti da tutto il mondo.Il dépliant si colloca in una strategia generale che guarda ai flussi crescenti di un turismo evoluto, sensibile ai valori storici e culturali, tanto che, come sottolinea la stessa Coletti «in tutte le attività dirette verso altri Paesi il nostro Centro Studi ha intrapreso azioni di marketing territoriale per promuovere i due grandi brand».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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22 NOVEMBRE 2017 Messaggero Veneto | 22 Novembre 2017
p. 53 40 Rassegna Stampa – Novembre 2017
In gita senza cellulari, una notte a Barcis immersi nella natura di Fabio Salvador ISTITUTO TAGLIAMENTO SPILIMBERGO "Conoscersi per crescere" è il nome del progetto di accoglienza attuato grazie al contributo della Fondazione Friuli, al quale ha partecipato l'Istituto "Il Tagliamento di Spilimbergo" con le sue classi prime. L'iniziativa prevedeva una gita con pernottamento a Barcis. L'istituto, infatti, andando contro corrente rispetto alle abitudini dimostrate negli ultimi anni dalle altre scuole, organizza infatti ancora delle uscite didattiche che prevedono la possibilità per gli studenti di pernottare fuori casa. Sorprendente è stata l'organizzazione di questa visita a Barcis per tutte le classi prime, fin dai primi giorni di scuola, quando gli accompagnatori, ossia alcuni docenti dell'Istituto, si sono presi la responsabilità di guidare questo gruppo di ragazzi in varie attività.Sul posto, una volta definito il patto di corresponsabilità, i ragazzi hanno percorso un tratto della vecchia strada della Valcellina per poi attraversare il ponte tibetano assieme ad una guida esperta che ha fornito una adeguata attrezzatura. Avventura che molti hanno trovato assai divertente. A questo punto, è arrivato il primo tanto atteso momento di convivialità con il pranzo al sacco e poi subito via verso il sentiero del Dint. Una volta tornati alla foresteria, gli alunni si sono cimentati in giochi di gruppo fino al momento della cena, dopo la quale si è prospettata una interessante e divertente serata per fare amicizia. Il giorno successivo sveglia alle 8, colazione e partenza per Andreis, dove la comitiva ha potuto ammirare da vicino vari tipi di rapaci, ospitati presso il centro di recupero all'interno del Parco naturale delle Dolomiti Friulane. Da lì si è poi spostata sul greto del torrente Cellina per osservare la forza erosiva dell'acqua sulla roccia. Rientrati in foresteria per il pranzo, riordinati i locali e accolto il gruppo di alunni che subito dopo avrebbe iniziato l'esperienza di conoscenza, i ragazzi si sono preparati per fare ritorno a casa. Il pensiero dei partecipanti è andato dunque a questa grande opportunità offerta da persone adulte che credono nei giovani, che hanno dato loro fiducia e insieme alla convinzione di essere in grado di condividere una crescita responsabile all'interno della società. I ragazzi ritengono che sia stato significativo rinunciare per due giorni alla tecnologia che sempre li accompagna, situazione che ha loro permesso di riscoprire il piacere delle parole, dei gesti, dello stare insieme.
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25 NOVEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 25 Novembre 2017
p. 29 «Turismo, non possiamo rincorrere il Trentino» ALLEGHE Superare i campanilismi, diversificare l'offerta turistica, non rincorrere il Trentino Alto-Adige, valorizzare quello che già c'è.Sono i quattro messaggi emersi ieri mattina in sala Franceschini dove è stato presentato il piano marketing redatto dalla Sl&A per conto dei Comuni di Rocca Pietore, Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo, San Tomaso, Cencenighe e Taibon. Il piano, che rientra nel progetto di valorizzazione turistica del Medio-Alto Agordino assieme a ospitalità diffusa e pista ciclabile, ha fotografato il territorio dei sette comuni mettendone in luce punti di forza ed elementi di debolezza. Assieme ai sindaci di Rocca Pietore (Comune capofila) e di Alleghe (paese ospitante) c'erano Stefano Landi della Sl&A, altri amministratori e vari operatori turistici che hanno avuto modo di portare alcune testimonianze. «La partecipazione non è stata malvagia - dice il sindaco di Rocca, Andrea De Bernardin - tuttavia essendo un venerdì mattina fuori stagione mi attendevo una sala strapiena e non solo una cinquantina di persone». Il primo messaggio veicolato da De Bernardin è quello del superamento dei campanili: «Potevamo fare un piano solo per Rocca, ma abbiamo voluto fosse intercomunale perché abbiamo capito che uniti si può fare un lavoro migliore». Landi ha messo in luce la necessità di diversificare l'offerta turistica. Bene lo sci, dunque, che continua ad essere il settore più redditizio, 42 Rassegna Stampa – Novembre 2017
ma non sia solo sci. E soprattutto non uno sci incapace di rinnovarsi per quanto riguarda la clientela e il passaggio intergenerazionale. A mo'di esempio è stato riproposto il caso delle località termali: quelle che hanno saputo diversificare l'offerta sono sopravvissute, quelle monoculturali sono andate in crisi e hanno chiuso. «Come diversificare? - dice De Bernardin - la Sl&A ci ha suggerito di portare attenzione alle bellezze del nostro territorio. Ci sono musei ed edifici come quello della Grande Guerra in Marmolada, il Vittorino Cazzetta di Selva, quello di papa Luciani a Canale, il castello di Andraz, le miniere del Fursil (solo per citarne alcuni) che oggi non riescono a sfondare. Occorre trovare il modo per portare qui i turisti e occorre farlo andando a cercare anche fra quei 20 milioni di visitatori che arrivano a Venezia con pacchetti da tre Corriere delle Alpi | 25 Novembre 2017
p. 36 Tra Auronzo e Dobbiaco sinergia per le Tre Cime AURONZO Le amministrazioni comunali di Auronzo e Dobbiaco si sono incontrate a cena con l'obiettivo di rinsaldare un rapporto di amicizia, ma soprattutto di collaborazione istituzionale, che gravita attorno alla condivisione geografica delle Tre Cime di Lavaredo. I sindaci Tatiana Pais Becher e Guido Bocher, accompagnati dalle rispettive giunte, si sono ritrovati giovedì sera attorno ad un tavolo nella sala della biblioteca di montagna ricavata all'interno di malga Rin Bianco, a Misurina, per discutere e confrontarsi su varie situazioni e problematiche che accomunano i due paesi di montagna.«Sono tante le similitudini che viviamo dall'una e dall'altra parte delle Tre Cime di Lavaredo», spiega il sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher, «dall'economia basata sul turismo alla difficile gestione della nostra montagna durante i mesi estivi per arrivare alle tante manifestazioni sportive culturali organizzate».L'occasione è stata utile per tornare ad affrontare una tematica costantemente in primo piano come il futuro treno delle Dolomiti, «visto di 43 Rassegna Stampa – Novembre 2017
buon occhio dall'Amministrazione di Dobbiaco», prosegue la Pais Becher; che aggiunge come, tra i temi trattati nell'incontro, figurano anche le difficoltà legate alla viabilità ed i tagli alla sanità che hanno riguardato sia l'ospedale di Dobbiaco e sia quello cadorino di Pieve.«Questo incontro si colloca in un momento particolare per la storia della provincia di Belluno, chiamata a fare i conti con il passaggio di Sappada in Friuli», sottolinea il primo cittadino auronzano, «per questo motivo l'iniziativa ha assunto un valore simbolico e molto significativo. Nel corso dell'incontro, infatti, è emersa la volontà di avviare un percorso di ulteriore avvicinamento e collaborazione, fortemente voluto dalle due amministrazioni accomunate dal privilegio di poter vivere ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo».L'incontro tra le Amministrazioni di Auronzo e Dobbiaco è ormai una costante: nel corso della scorsa estate le due realtà istituzionali, rappresentate proprio dai sindaci Tatiana Pais Becher da una parte e Guido Bocher dall'altra, si erano ritrovati sulle rive del lago di Landro per inaugurare il sentiero dedicato all'alpinista Paul Grohmann, che da Landro sale fino alle Tre Cime.«Ritrovandoci alla fine del sentiero proprio a malga Rin Bianco ci eravamo ripromessi di organizzare nel minor tempo possibile un incontro allargato ai rispettivi assessori, e così è stato», dice la Pais Becher.Le parti torneranno ad incontrarsi per valutare insieme la possibilità di istituire una serie di iniziative condivise legate alla promozione turistica dell'area delle Tre Cime di Lavaredo. Un incontro che verrà ampliato alla partecipazione dei due consorzi turistici. Al centro dell'attenzione rimangono inoltre questioni non nuove come il servizio di trasporto pubblico da e per le Tre Cime ma anche la gestione della viabilità che nel periodo estivo rappresenta un problema non di poco conto per l'area di Misurina. Gianluca De Rosa Gazzettino | 25 Novembre 2017 p. 13 edizione Belluno «Il turismo va modernizzato» ALLEGHE Il progetto marketing Medio Alto Agordino, della Slea di Stefano Landi, dètta le strategie per una valorizzazione turistica del territorio. Linee guida che mettono in evidenza una situazione attuale in cui il turismo è fossilizzato su vecchi schemi. Lo dice il piano - presentato ieri agli operatori turistici in sala Francechini ad Alleghe - dove campeggia a più riprese il sostantivo contemporaneità: nella modernizzazione delle imprese dove il web è l'efficace passaparola, nello sviluppo locale che deve portare a nuove imprese e lavoro, nel creare emozioni con eventi azzeccati che facciano parlare all'infinito, nell'individuazione di una strategia valorizzata dal marchio Unesco. La base di partenza per i nuovi investimenti è la squadra capace di offrire il territorio nel suo insieme.GLI INTERVENTI«I confini hanno la loro importanza giuridica, lo sappiamo in queste ore molto amare per noi bellunesi con il trasloco di Sappada - ha detto il deputato Roger De Menech - ma al turista non interessano i confini». L'onorevole ha anche auspicato il riequilibrio economico nelle valli «perché il settore manifatturiero di fondovalle è troppo carico. Per questo con i fondi di confine si finanziano importanti progettualità». Conclusioni condivise dallo studio della Slea dopo aver ascoltato chi opera sul territorio e analizzato il prodotto venduto. «Il piano non guarda al passato ma al presente - ha detto il responsabile Stefano Landi - attirando il turista con quelle attività che lo appassionino motivandolo a tornare». «Il piano è una scatola da riempire con l'apporto di tutti - ha detto il sindaco di Alleghe Siro De Biasio - ora ci sono le idee ed è il momento di metterci le cose utili. Serve compattezza in paesi dove a novembre non si trova nemmeno un bar aperto per bere il caffè e questo non aiuta chi si impegna nel settore». Per Andrea De Bernardin, primo cittadino di Rocca Pietore Comune capofila, il piano va nella giusta direzione «come non sempre accade nei bandi pubblici, dove invece spesso si inciampa finendo su imprese che lavorano male. Il concetto del piano? O si modernizza il comparto turistico o si rimane indietro». GLI OPERATORI Lucia Farenzena, che gestisce 50 appartamenti turistici nel territorio dei 7 comuni interessati, crede nell'importanza di diversificare l'offerta. Lo sci ad esempio, pur fondamentale, dipende da fattori esterni ed è sempre a rischio. «Io ho provato a diversificare - ha detto - mettendo a disposizione appartamenti a Laste, dove non c'è più nemmeno il bar. Sorprendentemente ho affittato con facilità e grande soddisfazione dei clienti». Carlo Bernardi, a Digonera di Rocca 44 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Pietore, gestisce un albergo 3 stelle: «Il piano marketing - ha evidenziato - non è solo marchio e prodotto, ma anche sviluppo locale. Crea nuovi prodotti ma punta ad aiutare chi vuole investire tempo e denaro nel turismo con il supporto del pubblico. Queste zone ritenute marginali hanno potenzialità enormi sul mercato nazionale e internazionale, il marchio Unesco aiuta ma va sfruttato di più». EFFETTI COLLATERALI Un territorio, è emerso ieri, deve offrire al turista sempre più emozioni. Maurizio Troi, assessore di Colle Santa Lucia, per questo ha proposto le miniere del Fursil e l'esperienza del gruppo miniere. Silvia Cestaro, sindaco di Selva di Cadore, intravvede la possibilità di dare maggiore impulso alla rete museale che comprende il Vittorino Cazzetta di Selva, il Museo Papa Luciani di Canale d'Agordo e il Castello di Andraz di Livinallongo. Marco Sartori, di Dolomiti Stars, ha reso noto il progetto Venezia-Dolomiti al motto due siti Unesco, un'unica esperienza. «Fino alla scorsa estate era un'esperienza giornaliera, da Venezia ai balconi dolomitici tra il gelato zoldano e la Marmolada. Ora l'obiettivo si amplia a più giorni». Senza dimenticare l'importanza della mobilità interna. «Nella stagione invernale l'impegno della Dolomitibus è noto - ha sottolineato il presidente Giuseppe Pat - Non abbiamo invece altrettanta capacità di mettere in campo servizi durante l'estate: non solo diamo collaborazione ma la chiediamo ai tavoli giusti affinché la questione sia presente».Mirko Mezzacasa
26 NOVEMBRE 2017 L’Adige | 26 Novembre 2017
p. 62 Impegniamoci a custodire il creato Sembra che ogni volta il viaggio nella mia terra, in Trentino, mi affidi come compito quello di ammirare, dal finestrino del treno, i paesaggi delle varie regioni che si presentano lungo la via di percorrenza che, il più delle volte, mi porta da Sud a Nord. In questi giorni sarò, infatti, in mezzo alla mia gente, per alcuni impegni pastorali col mondo giovanile. Ogni viaggio per me diventa un racconto, un'esperienza unica. Fatta di corse, di volti, di suoni, d'immagini, ma soprattutto di traversate di verde. Striate di sfumature autunnali, che si distendono ai miei occhi, come magia che mi riempie l'animo di spensieratezza, specie quando giugno poi davanti alle Dolomiti, che sono lì splendide, in attesa del 45 Rassegna Stampa – Novembre 2017
bianco della neve. In questi giorni di esercizi spirituali trascorsi a Roma con i miei preti, abbiamo molto riflettuto sui primi capitoli del Libro della Genesi, sempre affascinante col suo duplice monito: lavorare la terra e considerare il firmamento come punto fermo e di riferimento. Questa volta sul mio posto in treno trovo una rivista interessante. Forse dimenticata o lasciata lì dal passeggero che lo aveva occupato precedentemente. La sfoglio e leggo dettagliate notizie relativi al dissesto ambientale. In particolare l'articolo offriva serie informazioni sul problema della contaminazione atmosferica, che sta mettendo a rischio soprattutto il mondo laborioso delle api. Un fenomeno questo del miele che sta interessando anche zone del Trentino, che ringrazio particolarmente per il sostegno ad un nostro progetto di cooperazione avviato col Progetto Policoro in diocesi. La crisi di questo prodotto naturale è dovuta agli sbalzi climatici. Ma non solo. Il troppo caldo o il troppo freddo non sono degli alleati. Anzi possono penalizzare le api, proprio perché limitano le temperature ottimali per l'impollinazione e tutte insieme queste cause negative soffocano la dinamicità del nettare e della fotosintesi. Occorre ribadire solo una cosa di fronte a questo scenario di api in difficoltà e cioè che il polmone della natura resta il cuore attento dell'uomo! Non c'è futuro se il presente non è consumato nell'opera di custodia del creato. Il nostro Pianeta non può fare a meno dell'amore di noi uomini. Tutto è correlato, ricorda il Papa nella Laudato sii. Se sta bene la terra è perché l'uomo si impegna instancabilmente per il suo bene e viceversa. Se invece l'uomo si desertifica dentro di sé, la conseguenza drammatica sarà che quella desertificazione andrà a finire, prima o poi, anche al suo esterno, fino a travolgerlo. Appropriarci della salute della natura è garantire la nostra stessa salute. Non è più tollerabile che noi umani arriviamo a fabbricare i nemici di noi stessi, un mondo contrario a noi! Ecco perché, a pensarci bene, quello che è avvenuto di recente a New York, con la vendita all'asta dell'opera di Leonardo Da Vinci, battuta per mezzo miliardo, ci offre sicuramente una prima sensata risposta. Un antidoto efficace. Spendere in bellezza, in cure, in ricerca, in opere d'arte, costruire scuole, musei e ospedali è sicuramente più umano e umanizzante che sperperare in armi, in sistemi d'inquinamento, in disordini consumistici, in bombe nucleari come avviene in Corea del Nord. Il linguaggio dell'arte, come quello della natura, resta un balsamo per la nostra società, talvolta davvero tragicamente dilaniata dal cieco materialismo. Bisogna tornare all'arte, alla cultura, all'artigianato, all'agricoltura, finanziandole molto e molto di più! Il capolavoro di Leonardo, con i suoi cinque secoli, ha superato la prova del tempo, perché continua ad incantarci, a dirci che tra i pennelli del pittore e la zappa dei contadini non c'è differenza. La vita passa tra le mani di chi la coltiva e di chi la ama. In questa domenica dedicata a Cristo, Re della Storia e dell'Universo, ci riscopriamo partecipi dei doni del cosmo, in sinfonia con tutta la realtà creata, scrutando nei campi del nostro Paese un contadino che esegue la sua semina, il suo raccolto e la potatura, come fossero un vero ricamo, con accanto, però, un artista che lo contempla stupito mentre ne legge i segreti remoti e ne coglie gli slanci d'amore, immortalando perciò coi propri colori quelle emozioni, quel sudore silente e fecondo, come azioni sacre. E avremo sicuramente alberi e fiori piantati per la vita delle api e per nostro necessario nutrimento.
46 Rassegna Stampa – Novembre 2017
27 NOVEMBRE 2017 L’Adige | 27 Novembre 2017
p. 22 Dolomiti Unesco, corso per rifugisti Predazzo. Oggi e domani al Museo geologico PREDAZZO I gestori dei 66 rifugi che operano nel territorio Dolomiti Unesco si ritroveranno a Predazzo, oggi e domani, per due intense di corso organizzato dalla Fondazione Dolomiti Unesco per valorizzare il ruolo dei rifugi e le loro funzioni informative, oltre che per contribuire a qualificare le prestazioni ricettive e ambientali delle strutture. Tra i gestori c'è voglia di conoscere, confrontarsi, diventare «testimonials» sempre più consapevoli dei valori che caratterizzano il Patrimonio delle Dolomiti. Il corso, che si svolgerà al Museo Geologico delle Dolomiti con la partecipazione di numerosi esperti, rientra nel progetto condiviso dalla Fondazione Dolomiti Unesco con i rappresentanti di Cai Veneto, Cai Friuli Venezia Giulia, Cai Alto Adige, Sat ? Società Alpinisti Tridentini e Avs ? Alpenverein Südtirol. Gazzettino | 27 Novembre 2017 p. 6 edizione Belluno Il Rifugio Auronzo sede del legame con Dobbiaco AURONZO Rifugio Auronzo come punto di riferimento di collaborazione fra la sezione cadorina del Cai di Auronzo e l'Alpeverein di Dobbiaco. L'occasione per rinsaldare i legami, in passato non proprio calorosi, fra i due sodalizi alpinistici, anche se fra i soccorsi alpini dei due comuni confinanti esiste una stretta collaborazione, è stata offerta dall'inaugurazione nello scorso agosto del nuovo sentiero Paul Grohmann 1869 in omaggio dello scalatore viennese che in quell'anno salì ufficialmente per primo sulla Cima Grande delle Tre Cime di Lavaredo. Il nuovo tracciato, alla cui proposta ha aderito da subito il Cai auronzano e con altrettanto entusiasmo dai turisti, inizia da Landro nel Comune di Dobbiaco per arrivare, passando per il Rifugio Auronzo, fino al masso nei pressi della chiesetta Madonna della Croda, che ospita l'effige 47 Rassegna Stampa – Novembre 2017
bronzea dello scalatore austriaco. Così il presidente del Cai auronzano, Stefano Muzzi, e l'omologo doblacese Alois Watschinger, hanno preso la palla al balzo per concordare un'iniziativa a cadenza annuale per l'organizzazione alternata da Auronzo e da Dobbiaco di un'escursione unitaria. Destinazione mete note o meno note fra le Dolomiti dei due Comuni confinanti. Gianfranco Giuseppini
28 NOVEMBRE 2017 Corriere delle Alpi | 28 Novembre 2017
p. 26 È Cortina la località sciistica più instagrammata d'Italia CORTINA È Cortina la località più instagrammata d'Italia. Nell'era dove ogni momento della vita diventa un'Instagram story o un post, il portale Likibu.com svela quali sono le 20 destinazioni sciistiche italiane più hashtaggate. Con 325. 258 post che recano l'hashtag #cortina e 100.263 #cortinadampezzo, il capoluogo ampezzano si aggiudica il primato di località sciistica italiana più instagrammata. Gli sciatori amano condividere le foto di #mycortina (18. 833 post) e permettono alla stazione di essere in testa alla classifica. Il secondo posto sul podio spetta a #livigno (277. 400 post), stazione sciistica lombarda che sembra sedurre molto la comunità degli instagrammers. Medaglia di bronzo per la destinazione sciistica valdostana più chic che ci sia. A #Courmayeur (162. 976 post), alle falde del Monte Bianco #courmayeurmontblanc 26. 298 post -, gli instagrammers si danno da fare non solo con sci e snowboard, ma anche con i loro smartphone. Parole chiave del divertimento a #courma (14.329 post), sono anche #iolofaccioacourmayeur (4.606 post) e #idoitincourmayeur (1.169 post). #Madonnadicampiglio, la stazione più conosciuta delle Dolomiti del Brenta si posiziona al quarto posto con 136. 320 post pubblicati che la menzionano tra gli hashtag. Tra le parole chiave popolari anche #campiglio con 33.207 post (si piazza al quarto posto). Agli sciatori piace instagrammare anche #bormio. La destinazione valtellinese con 133.192 post rientra comunque nella top 5 delle mete più instagrammate. 48 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Dodicesima la Marmolada con 67.409 #marmolada. Al diciottesimo le Tre cime di Lavaredo (con 44. 007 post). Chiude classifica Gressoney al ventesimo posto con 40.195 post #gressoney . (a. s.) Corriere delle Alpi | 28 Novembre 2017
p. 32 I sapori bellunesi a Bucarest BELLUNO L'incanto delle Dolomiti e la cultura della solidarietà. Questi i protagonisti, insieme a un menù tipico bellunese, della cena di beneficenza andata in scena nella sede dell'Istituto italiano di cultura di Bucarest a favore dell'Associazione Pollicino. Una cena di gala per celebrare la seconda "Settimana della cucina italiana nel mondo" e che ha come scopo quello di far conoscere le tradizioni gastronomiche e le bellezze naturali della provincia di Belluno, ma anche di sostenere e promuovere l'impegno umanitario di Pollicino.La cena è stata preparata in Romania dai cuochi Francesco Paulon, già titolare dell'Anice Stellato di Venezia, e da Mauro Oliva del Rifugio Dolada. Ad aiutarli un team storico dell'Osteria al Ponte di Belluno, capitanato dal segretario di Pollicino Enrico Collarin, assieme a Sergio Marchese e 49 Rassegna Stampa – Novembre 2017
all'attuale gestore del Daj Dam, Christian Marchetti. Il menù prevedeva gli immancabili affettati e formaggi delle nostre vallate, una frittatina alle erbe con speck del Cadore, uovo e tartufo nero dell'Alpago, pastin crema di zucca e indivia, musetto lenticchie e rafano, pasta e fagioli di Lamon con trota affumicata dell'Alpago, risotto ai funghi porcini e formaggio "Piave Vecchio", costine di maiale e verza "sofegada" e polenta di mais sponcio bellunese, focaccia bellunese con crema pasticcera al caffè. Anche i vini sono stati scelti dalla cantina Casa Roma per rappresentare tradizioni e sapori locali e nazionali, partendo dall'immancabile prosecco extra dry, per continuare con il manzoni bianco, il camenere ed infine il manzoni moscato. La presidente dell'Associazione Pollicino, Morena Pavei, ha raccontato la storia e le attività umanitarie di Pollicino, oltre a vestire il ruolo di ambasciatrice delle Dolomiti, visto che l'evento ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco. È stata anche allestita una mostra fotografica a tema.(m.r.)
29 NOVEMBRE 2017 L’Adige | 29 Novembre 2017
p. 37 50 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Si abbatte l’ex albergo Rolle: un avvenimento storico PASSO ROLLE Con l'atto ufficiale della «consegna dei lavori» da parte di Patrimonio del Trentino, sono cominciati ieri pomeriggio gli interventi di demolizione dell'albergo «Passo Rolle». Alla firma dei documenti, con i rappresentanti dell'azienda che lavorerà, erano presenti l'assessore provinciale alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi , il presidente di Patrimonio del Trentino Mario Agostini , il sindaco di Primiero San Martino di Castrozza Daniele Depaoli e il presidente del Parco Paneveggio ? Pale di San Martino Silvio Grisotto ; unanime la soddisfazione per l'avvio dei lavori, condivisa anche dal presidente della Comunità di Primiero Roberto Pradel . Alla «cerimonia» si è presentato a sorpresa anche il consigliere provinciale della Lega Nord Maurizio Fugatti . Patrimonio del Trentino, su indicazione della Provincia, aveva acquisito l'albergo «Passo Rolle» abbandonato, fatiscente e reale problema per la sicurezza dei cittadini che si trova sul valico. L'acquisizione era funzionale all'eliminazione del degrado e alla messa in sicurezza dell'area, anche attraverso la rettifica della sede stradale, la realizzazione di un marciapiede per i pedoni e di alcuni posti di parcheggio. L'abbattimento, si sottolinea, pone rimedio ad uno stato di degrado inaccettabile per un'area di questa qualità ambientale. Il progetto complessivo per l'area è quello di demolire il compendio, rettificare il tratto di strada interno all'abitato di Passo Rolle (lotto 1) e successivamente, su parte dell'area rimasta libera, realizzare un parcheggio (lotto 2). La Patrimonio, con una procedura di gara ha affidato, il 24 novembre scorso, i lavori relativi al primo lotto, demolizione e rettifica della strada, alla Cooperativa «Consorzio Lavoro Ambiente» di Trento. Ad eseguirli sarà la consorziata Cooperativa Lagorai di Borgo Valsugana. Per la demolizione dell'albergo ci si aspetta la conclusione entro il periodo di Natale. Soddisfazione sulla pagina Facebook «Passo Rolle nel cuore» da parte di alcuni esercenti e imprenditori del Passo: «Per noi oggi è uno di quei giorni che sicuramente ricorderemo. Finalmente dopo un paio d'anni di battaglie attraverso proteste varie, conferenze stampa, solleciti, lettere, e-mail, diffide l'Albergo Rolle verrà demolito». Messaggero Veneto | 29 Novembre 2017
p. 27 Le Dolomiti raccontate da Piero Badaloni 51 Rassegna Stampa – Novembre 2017
Piero Badaloni, giornalista e scrittore, è il protagonista della speciale serata "Dolomiti. Economia del bene comune" in programma domani, alle 20.50, a Cinemazero di Pordenone, organizzata dalla sezione del Cai cittadino nell'ambito della rassegna Incontri d'autunno.Presenterà il suo documentario "Dolomiti. Montagne, uomini, storie", realizzato con Fausta Slanzi e Nicola Berti, dedicato alle cime della catena montuosa Patrimonio dell'Umanità.Un reportage sulla vita di chi ha scelto la montagna, lavorando in diversi settori dell'economia alpina. Un nuovo viaggio fra gli abitanti delle Dolomiti, fra quanti hanno deciso di portare avanti un'idea d'impresa nell'ambiente in cui sono nati, puntando su qualità e sostenibilità.Interverranno anche l'assessore regionale alle infrastrutture e al territorio Giulia Mariagrazia Santoro, in veste di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco e Marcella Morandini, direttrice della Fondazione. Ci sarà anche Roberto Mantovani, esperto e storico di montagna. (c.s.)©RIPRODUZIONE RISERVATA
30 NOVEMBRE 2017 Alto Adige | 30 Novembre 2017
p. 21 Carezza, posto sotto tutela lo storico Grand Hotel Ok della Provincia nonostante il ricorso di una parte degli oltre mille proprietari Da salvaguardare l'edificio ma pure l'affresco di Stolz e la grande tela di Compton 52 Rassegna Stampa – Novembre 2017
di Davide Pasquali BOLZANO Piuttosto incredibile a dirsi, ma fino a ieri una delle pietre miliari nella storia del turismo alpino a livello mondiale non era sottoposto ad alcun genere di tutela. Ora - su iter propositivo inizialmente avviato da una parte degli oltre mille proprietari di porzioni dell'immobile, osteggiata però da una robusta fetta di altri proprietari - la giunta provinciale ha deliberato di accogliere la richiesta di vincolo diretto di tutela storico-artistica per l'intero edificio, avanzata dalla direttrice della ripartizione provinciale Beni culturali, Christine Roilo.L'ex hotel Lago di Carezza, si illustra nella delibera 1319 approvata il 28 novembre, si trova sulla Grande Strada delle Dolomiti che porta da Cardano a Vigo di Fassa, al di sotto del passo di Costalunga, a 1610 metri di altezza sul livello del mare con vista su Catinaccio e Latemar. Theodor Christomannos, presidente della sezione di Merano del Deutscher und Österreichischer Alpenverein e pioniere della valorizzazione turistica delle valli alpine, si fece promotore sia della realizzazione della strada che dell'Hotel Lago di Carezza. Costruito a partire dal 1894 secondo il progetto degli architetti Josef Musch e Carl Lun e inaugurato nel 1896, l'albergo fu ampliato già nel 1907. Dopo il furioso incendio del 1910, ebbe luogo la ricostruzione sulla base di quanto ancora esistente e sempre sui disegni di Musch e Lun. Con il rialzamento l'hotel raggiunse un numero di posti letto pari a 500. La costruzione di dolomia e porfido - opera in muratura visibile sino al livello del rialzamento del 1911/1912 - mostra simmetrici risalti in aggetto con tetti a padiglione pieno e si sviluppa in file di finestre e balconi in legno regolari. Davanti all'edificio erano poste ampie terrazze e uno spiazzo strutturato come giardino. All'interno si sono conservate la hall, con il soffitto a cassettoni e le colonne in legno, l'ex ristorante (oggi piscina) con il soffitto a travi a volte secondo il modello della sala di Castel Enn a Montagna, l'affresco datato 1922 di Albert Stolz con la raffigurazione di una scena della leggenda di re Laurino, il salone a volte (ex sala da ballo) con il grande dipinto ad olio dell'Ortles con il rifugio Payer del pittore britannico Edward Theodore Compton (1849 - 1921), fra i più noti paesaggisti di alta montagna a livello mondiale, e il lampadario dell'epoca. L'ala est dell'edificio era già stata sottoposta con la stessa motivazione a vincolo di tutela storico-artistica con la delibera n. 347 del 28 marzo scorso. Questa parte è stata ristrutturata, conservando la pianta originaria con corridoio e camere. Il cosiddetto American Bar risale presumibilmente agli anni Venti del Novecento. Con l'imposizione del vincolo di tutela sull'edificio principale resta in vigore il vincolo di tutela anche sull'ala est.L'Hotel Lago di Carezza - chiarisce la giunta - assieme all'Hotel Solda e all'Hotel Lago di Braies è uno dei più importanti alberghi delle Alpi costruiti durante la Belle Époque. Si è conservato, nella sua caratteristica immagine esterna e nell'arredamento fisso centrale, anche nel nuovo utilizzo come costruzione adibita ad appartamenti per ferie.Il ricorso del condominio Kar Residence non è stato accolto in quanto «il vincolo di tutela non inibisce minimamente l'uso abitativo delle parti adibite ad appartamenti, limitandosi all'obbligo della conservazione di corridoi, muri principali, facciate con le finestre e balconi».
53 Rassegna Stampa – Novembre 2017