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INCONTRO RIFUGI DELL’AREA CORE DEL PATRIMONIO DOLOMITI UNESCO

Corriere del Trentino | 21 Novembre 2021

p. 5, segue dalla prima

Dolomiti Unesco, rifugi uniti per promuovere la sfida green Incontro interregionale in val Canali: «Dobbiamo sensibilizzare chi sale in quota»

TRENTO «Un rifugio non è un albergo di montagna. E noi siamo in prima linea: nessuno meglio di noi, che conosciamo la montagna e la viviamo, può farlo capire a quelle masse di persone che la raggiungono magari per la prima volta». Martin Riz, gestore sul Catinaccio del Rifugio Antermoia, sintetizza così analisi e conclusioni scaturite dell’incontro, il quinto, che ha visto confrontarsi a San Martino di Castrozza i gestori dei rifugi dell’area dolomitica, dal Trentino all’Alto Adige fino al Friuli passando per il Veneto. Un incontro che ha focalizzato l’attenzione proprio sull’impatto del turismo di massa su ambienti splendidi ma anche difficili e straordinariamente delicati come quelli montani. Un problema certamente non nuovo, che negli anni è stato declinato in molti aspetti diversi, dal contenimento dei veicoli sui passi dolomitici all’impatto dell’industria dello sci sugli ambienti naturali, fino alla tutela di un territorio per decenni saccheggiato dall’edilizia delle seconde case. Problemi di tutta la montagna, ma che le Dolomiti — la culla in cui è nato il turismo di alta quota — vivono in modo amplificato sia per la loro straordinaria capacità di attrazione, sia per la delicatezza dei loro ambienti e paesaggi. «Negli ultimi anni — spiega l’attualità del tema Duilio Boninsegna, del rifugio Pradidali sulle Pale di San Martino — abbiamo visto arrivare tante persone nuove, che non conoscono la montagna e non sono preparate a viverla. Tocca a noi cercare di educarle ad essere parte della montagna. Noi siamo gente della montagna, in sintonia con ambienti in cui abbiamo scelto di vivere per passione, perché senza quella passione non fai questo mestiere». «In questi due giorni ci siamo confrontati dopo due stagioni particolarmente impegnative — aggiunge Mario Fiorentini, che in Cadore gestisce il rifugio Città di Fiume — e abbiamo deciso di metterci la faccia e diventare protagonisti di una attività di sensibilizzazione sulle problematiche del lavoro in alta quota di cui vediamo tutti la necessità. I turisti non sanno cosa significhi portare l’acqua ai rifugi, o gestire i rifiuti e i reflui in un contesto ambientale come quello dolomitico. Come si portino le provviste. Dobbiamo aiutarli a conoscere e capire se vogliamo da loro comportamenti rispettosi e responsabili. Sia nei confronti dell’ambiente, sia nelle aspettative che esprimono nei nostri stessi confronti». Quindi sensibilizzazione nel senso di costruzione di conoscenze che la nuova massa di frequentatori delle montagne, in rapidissimo aumento, non ha. Senza conoscenze non può esserci rispetto, e senza rispetto, anche in modo inconsapevole, il turista finisce per deturpare quella straordinaria bellezza che viene a cercare. I gestori di rifugio possono essere la risorsa fondamentale per diffondere una cultura della montagna indispensabile per non trasformarla in una versione con rocce ed erba delle spiagge dell’Adriatico. E ai gestori si rivolgono anche gli operatori del settore, dalla Fondazione Dolomiti Unesco, con il presidente Mario Tonina che li chiama a collaborare per garantire una fruizione sostenibile delle Dolomiti, a Valerio Zanotti, del Parco Paneveggio Pale di San Martino, che li vede come primi protagonisti della «conservazione attiva» di questi territori unici. Uno sforzo in cui non potranno essere da soli. Nella stessa direzione, ha detto Antonio Stompanato dell’Apt San Martino, Primero e Vanoi, vanno le iniziative orientate alla sostenibilità avviate con i gestori di impianti ed aree sciistiche o la campagna plastic free. Ma in quota sono i rifugisti i maestri ideali per diffondere quei valori che la montagna ha insegnato loro.

Corriere dell’Alto Adige | 21 Novembre 2021

p. 6, segue dalla prima

Dolomiti Unesco, rifugi uniti per promuovere la sfida green Incontro interregionale in val Canali: «Dobbiamo sensibilizzare chi sale in quota»

TRENTO «Un rifugio non è un albergo di montagna. E noi siamo in prima linea: nessuno meglio di noi, che conosciamo la montagna e la viviamo, può farlo capire a quelle masse di persone che la raggiungono magari per la prima volta». Martin Riz, gestore sul Catinaccio del Rifugio Antermoia, sintetizza così analisi e conclusioni scaturite dell’incontro, il quinto, che ha visto confrontarsi a San Martino di Castrozza i gestori dei rifugi dell’area dolomitica, dal Trentino all’Alto Adige fino al Friuli passando per il Veneto.

Un incontro che ha focalizzato l’attenzione proprio sull’impatto del turismo di massa su ambienti splendidi ma anche difficili e straordinariamente delicati come quelli montani. Un problema certamente non nuovo, che negli anni è stato declinato in molti aspetti diversi, dal contenimento dei veicoli sui passi dolomitici all’impatto dell’industria dello sci sugli ambienti naturali, fino alla tutela di un territorio per decenni saccheggiato dall’edilizia delle seconde case. Problemi di tutta la montagna, ma che le Dolomiti — la culla in cui è nato il turismo di alta quota — vivono in modo amplificato sia per la loro straordinaria capacità di attrazione, sia per la delicatezza dei loro ambienti e paesaggi. «Negli ultimi anni — spiega l’attualità del tema Duilio Boninsegna, del rifugio Pradidali sulle Pale di San Martino — abbiamo visto arrivare tante persone nuove, che non conoscono la montagna e non sono preparate a viverla. Tocca a noi cercare di educarle ad essere parte della montagna. Noi siamo gente della montagna, in sintonia con ambienti in cui abbiamo scelto di vivere per passione, perché senza quella passione non fai questo mestiere». «In questi due giorni ci siamo confrontati dopo due stagioni particolarmente impegnative — aggiunge Mario Fiorentini, che in Cadore gestisce il rifugio Città di Fiume — e abbiamo deciso di metterci la faccia e diventare protagonisti di una attività di sensibilizzazione sulle problematiche del lavoro in alta quota di cui vediamo tutti la necessità. I turisti non sanno cosa significhi portare l’acqua ai rifugi, o gestire i rifiuti e i reflui in un contesto ambientale come quello dolomitico. Come si portino le provviste. Dobbiamo aiutarli a conoscere e capire se vogliamo da loro comportamenti rispettosi e responsabili. Sia nei confronti dell’ambiente, sia nelle aspettative che esprimono nei nostri stessi confronti». Quindi sensibilizzazione nel senso di costruzione di conoscenze che la nuova massa di frequentatori delle montagne, in rapidissimo aumento, non ha. Senza conoscenze non può esserci rispetto, e senza rispetto, anche in modo inconsapevole, il turista finisce per deturpare quella straordinaria bellezza che viene a cercare. I gestori di rifugio possono essere la risorsa fondamentale per diffondere una cultura della montagna indispensabile per non trasformarla in una versione con rocce ed erba delle spiagge dell’Adriatico. E ai gestori si rivolgono anche gli operatori del settore, dalla Fondazione Dolomiti Unesco, con il presidente Mario Tonina che li chiama a collaborare per garantire una fruizione sostenibile delle Dolomiti, a Valerio Zanotti, del Parco Paneveggio Pale di San Martino, che li vede come primi protagonisti della «conservazione attiva» di questi territori unici. Uno sforzo in cui non potranno essere da soli. Nella stessa direzione, ha detto Antonio Stompanato dell’Apt San Martino, Primero e Vanoi, vanno le iniziative orientate alla sostenibilità avviate con i gestori di impianti ed aree sciistiche o la campagna plastic free. Ma in quota sono i rifugisti i maestri ideali per diffondere quei valori che la montagna ha insegnato loro.

L’Adige | 22 Novembre 2021

p. 18

Il ritrovo dei rifugisti di 66 strutture e l'impegno con Fondazione Unesco

PRIMIERO Hanno scelto di vivere in alta quota, amano la montagna e ogni giorno si attivano in molti modi per tutelarla. Un lavoro di custodia del patrimonio naturale e di accoglienza degli escursionisti prezioso e complesso, e chi meglio di loro può farsi portavoce e promotore di una frequentazione sostenibile delle Dolomiti? Saranno i gestori di rifugi dell'area cuore delle Dolomiti Patrimonio Mondiale a mettersi in gioco per mostrare il "dietro le quinte" e le difficoltà del loro lavoro, diventando in parte anche gli artefici delle azioni di sensibilizzazione che la Fondazione Dolomiti Unesco promuoverà nei confronti dei visitatori per motivarli ad adottare comportamenti più rispettosi del contesto ambientale e più consapevoli del ruolo di custodia delle Dolomiti che i gestori stessi svolgono a beneficio di chi le frequenta. È quanto emerso durante l'incontro dei rifugisti delle 66 strutture ricettive delle Dolomiti provenienti dal Trentino, dall'Alto Adige, dal Veneto e dal Friuli Venezia-Giulia che per due giorni, il 18 e 19 novembre scorsi, si sono ritrovati al Brunet Hotels di Primiero San Martino di Castrozza per la quinta edizione dell'appuntamento annuale organizzato dalla Fondazione in collaborazione con il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e l'Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi. «Abbiamo bisogno di raccontare insieme la nostra montagna, fatta di impegno, passione, sacrificio. Valori che si possono tramandare e trasmettere anche grazie alla vostra preziosa testimonianza - ha detto il presidente della Fondazione Dolomiti Unesco Mario Tonina a conclusione della due giorni -. Sempre di più i turisti cercano esperienze autentiche. Vogliono conoscere il territorio ed essere guidati dagli operatori locali. Il vostro ruolo è essenziale nell'indirizzare i visitatori verso una fruizione sostenibile e consapevole delle Dolomiti».Dopo una giornata dedicata al trekking in Val Canali per imparare a leggere il paesaggio dolomitico grazie alle competenze di Luciano Gadenz, guida alpina delle Aquile di San Martino, i gestori si sono confrontati su problematiche comuni, quali approvvigionamento idrico, smaltimento dei rifiuti, sostenibilità, gestione dell'ccoglienza, che richiedono adeguata comunicazione verso un'utenza sempre più esigente e a volte con pretese che denotano mancanza di consapevolezza del contesto montano in cui si trovano. Proprio per questo i gestori hanno deciso di proseguire sulla linea dettata da iniziative come la trasmissione "Noi Dolomiti Unesco" ideata e realizzata dal giornalista Giambattista Zampieri. Ricco e stimolante il contributo dei rifugisti che hanno aderito all'iniziativa, sintetizzato in conclusione da Duilio Boninsegna, gestore del Rifugio Pradidali: «È un periodo un po' particolare, molte persone nuove si sono affacciate alla montagna e tocca a noi il ruolo di educare alla comprensione del contesto montano e del nostro lavoro in maniera semplice e il più possibile autentica, in sintonia con la montagna».Sono intervenuti anche Valerio Zanotti, presidente

del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, e il direttore Vittorio Ducoli, illustrando il tema chiave della conservazione attiva del territorio, mentre, a nome degli operatori turistici, Antonio Stompanato, presidente dell'Apt San Martino di Castrozza, e il direttore Manuel Corso hanno messo in luce il piano per la sostenibilità dell'offerta turistica e un esempio di collaborazione di successo come le proposte vacanza Dolomiti Palaronda, un percorso di trekking e ferrate tra i rifugi delle Pale di San Martino. P.N

Corriere delle Alpi | 22 Novembre 2021

p. 17

Rifugisti sentinelle delle Alpi contro lo spreco dell'acqua

IL DIBATTITO Ci sono rifugi alpini che sfidano la tradizione della chiusura estiva: restano aperti nonostante l'autunno avanzato. Dal Città di Fiume ai piedi del Pelmo al Chiggiato, in faccia alle Marmarole, ad altri ancora. I rifugi, insomma, come "sentinelle" delle Dolomiti Unesco. Esattamente come si sono proposti, attraverso i loro gestori, nell'incontro promosso dalla Fondazione presieduta da Mario Tonina a san Martino di Castrozza. Le sentinelle di quella sostenibilità che l'accesso massiccio alle alte quote negli ultime due estati ha fatto perdere. «In effetti, sono arrivati molti escursionisti, ma tanti erano improvvisati - ammette Mario Fiorentini, presidente dell'Associazione Rifugisti Agrav - per cui tenevano comportamenti poco rispettosi del contesto ambientale». Dallo spreco d'acqua all'abbandono dei rifiuti, alla pretesa di consumare in rifugio magari con le medesime modalità dell'albergo. E - ricorda ancora Fiorentini - taluni atteggiamenti sono risultati addirittura insultanti date le condizioni in cui ci trovavamo ad operare: chi con 30% in meno di presenze, chi addirittura dovendo rinunciare fino al 70%». I gestori di rifugio dell'area "core" delle Dolomiti Patrimonio Mondiale hanno pertanto deciso di mettersi direttamente in gioco per mostrare il "dietro le quinte", le difficoltà e la complessità del loro lavoro. E per accompagnare l'escursionista alla riscoperta della montagna nei suoi valori più autentici. Saranno infatti i protagonisti e in parte anche gli artefici delle azioni di sensibilizzazione che la Fondazione promuoverà nei confronti dei visitatori, per indurli ad adottare comportamenti più rispettosi del contesto ambientale e più consapevoli del ruolo di custodia delle Dolomiti che i gestori stessi svolgono a beneficio anche di chi le frequenta. «Abbiamo bisogno di raccontare insieme la nostra montagna, fatta di impegno, passione, sacrificio - afferma il presidente Mario Tonina -. Valori che si possono tramandare e si trasmettere anche grazie alla vostra preziosa testimonianza. Sempre di più i turisti cercano esperienze autentiche. Vogliono conoscere il territorio ed essere guidati dagli operatori locali. Il ruolo dei gestori è essenziale nell'indirizzare i visitatori verso una fruizione sostenibile e consapevole delle Dolomiti. È per questo che vi chiediamo di lavorare insieme a noi e a collaborare fra di voi, per sostenerci vicendevolmente in questa grande responsabilità». Approvvigionamento idrico, smaltimento dei rifiuti, sostenibilità, gestione dell'accoglienza, sono aspetti che richiedono una giusta comunicazione verso un'utenza sempre più esigente, che talvolta avanza pretese che denotano una mancanza di consapevolezza del contesto. Va detto, intanto, che, alla faccia della ripresa dei contagi, e prenotazioni arrivano già per la prossima estate. Anche dall'estero. --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Adige | 20 Novembre 2021

p. 30

Gestori e Fondazione stanno discutendo per disegnare il prossimo futuro del turismo della montagna

PATRIZIA NICCOLINI PRIMIERO Sono arrivati da Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Alto Adige e naturalmente dal Trentino. È in corso di svolgimento in Primiero, l'incontro annuale rivolto ai gestori dei rifugi dislocati nell'area cuore delle Dolomiti Patrimonio Mondiale organizzato da Fondazione Dolomiti Unesco. Dal Brenta ai Monfalconi, dalle Dolomiti di Sesto alle Vette Feltrine, sono 66 le strutture ricettive che offrono all'escursionista ristoro e ospitalità nei nove sistemi che compongono il sito Dolomiti Unesco e la quinta edizione dell'appuntamento si svolge a San Martino di Castrozza nella splendida cornice della Val Canali, in collaborazione con il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e con l'Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi. Al centro del dibattito la necessità di promuovere una frequentazione più rispettosa delle Dolomiti e il desiderio di far vivere agli ospiti esperienze all'insegna dell'autenticità e della sostenibilità. I gestori hanno così l'opportunità di confrontarsi sulle problematiche che accomunano chi garantisce questo fondamentale lavoro, non solo di accoglienza ma anche di trasmissione dei valori che hanno consentito alla Dolomiti di entrare nella lista del Patrimonio Mondiale. Si tratta di un ruolo sempre più complesso, che richiede formazione, scambio di esperienze e confronto, e nella giornata di ieri si è svolto un trekking alla scoperta della Val Canali, per imparare a leggere il paesaggio dolomitico grazie agli interventi di Vittorio Ducoli (direttore del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino), Manuel Corso (direttore dell'Apt San Martino di

Castrozza, Primiero e Vanoi) e Luciano Gadenz (guida alpina delle Aquile di San Martino e Primiero). La giornata si è aperta con il saluto della direttrice Mara Nemela, e un'introduzione su alcuni progetti avviati dalla Fondazione Dolomiti Unesco miranti a promuovere e rafforzare nuove sensibilità e nuove prospettive di frequentazione dei territori, riguardanti l'accessibilità, la valorizzazione delle produzioni locali, il Geotrail e tutte le attività di comunicazione, a partire dalla trasmissione «Noi Dolomiti Unesco» realizzata dal giornalista Giambattista Zampieri.Ampio spazio poi ai gestori per discutere sul proprio ruolo di presidi informativi e su come proseguire la campagna di comunicazione avviata in questi anni. «A sottoscrivere il sodalizio fra Fondazione e rifugisti - si legge nel sito dolomitiunesco.info - vi è e vi sarà sempre l'intento di sensibilizzare i visitatori ad adottare comportamenti più rispettosi e attenti al contesto ambientale e contestualmente divulgare il ruolo di presidio svolto dai gestori di rifugio, che, fra tante difficoltà, riescono a prendersi cura della montagna e di chi la frequenta».

Corriere delle Alpi | 17 Novembre 2021

p. 15

Rifugi alpini, strategie comuni per un turismo sostenibile

Gianluca De Rosa BELLUNO I rifugisti di Veneto, Trentino, Alto Adige e Friuli Venezia Giulia si ritroveranno domani in Primiero per la due giorni organizzata dalla Fondazione Dolomiti Unesco. Si tratta della sesta edizione di un appuntamento riservato ai rifugisti collocati nella cosiddetta area "core" delle Dolomiti patrimonio Unesco. In tutto sono 66, 19 quelli bellunesi. Al centro del dibattito la necessità di promuovere una frequentazione più rispettosa delle Dolomiti e il desiderio di far vivere agli ospiti esperienze autentiche e sostenibili.Tra i promotori c'è Mario Fiorentini, gestore del rifugio Città di Fiume situato all'ombra del Pelmo: «Il nostri obiettivo è dare vita a una strategia comune condivisa dai rifugisti riuniti sotto la bandiera dell'Unesco», ha spiegato il presidente di Agrav. L'incontro torna in presenza, "spalmato" su due giorni con un programma ben definito: il primo giorno si svolgerà "sul campo" con un trekking alla scoperta della val Canali per imparare a leggere il paesaggio dolomitico; la seconda giornata sarà didattica e si aprirà con una breve presentazione da parte della direttrice Mara Nemela su alcuni progetti avviati dalla Fondazione Dolomiti Unesco con l'intento di promuovere e rafforzare nuove sensibilità e nuove prospettive di frequentazione dei territori riguardanti l'accessibilità, la valorizzazione delle produzioni locali e il geotrail.«I temi portanti di questi incontri ruotano attorno alla quotidianità del rifugista», aggiunge Fiorentini, «uno dei temi più importanti riguarda l'esigenza di un aggiornamento continuo. Si tratta di una professione in contuinua mutazione e la formazione diventa elemento fondamentale per far fronte a un numero sempre maggiore di turisti. L'altro tema prioritario è il confronto attorno a esigenze specifiche a cui bisogna far fronte in maniera comune. È il caso del razionamento dell'acqua ad esempio, oppure lo smaltimento dei rifiuti. Ognuno di noi è chiamato a mantenere una linea affinché il prodotto si presenti univoco per tutti, motivo di equilibrio anche tra gli avventori, tenuti a mantenere lo stesso tipo di comportamento in qualsiasi rifugio».I rifugisti ammessi all'incontro sono 66, 19 dei quali bellunesi. Sono quelli situati nell'area "core" , il cuore del patrimonio Dolomiti Unesco. «Al vaglio c'è la possibilità di allargare la collaborazione con i colleghi delle aree definite buffer», annuncia Fiorentini, «una specie di area che funge da filtro, definita tale dai sindaci all'atto dell'assegnazione del titolo Unesco ma oggi meritevole di una rivisitazione». --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 17 Novembre 2021

p. 7, edizione Belluno

Rifugisti dolomitici a convegno in Primiero

IL CONVEGNO BELLUNO Rifugisti a raccolta in Primiero. Per due giorni domani e dopo domani si guarderanno negli occhi, all'ombra delle Dolomiti che ben conoscono. Con lo scopo di mettere a fuoco le criticità, nell'ottica di una ripartenza alla grande, sia per la stagione invernale che estiva. I gestori di rifugio delle dolomiti Unesco si incontreranno a San Martino di Castrozza (Tn) per l'annuale incontro organizzato dalla Fondazione Dolomiti Unesco rivolto ai gestori dei 66 rifugi dolomitici. Al centro del dibattito la necessità di promuovere una frequentazione più rispettosa delle Dolomiti e il desiderio di far vivere agli ospiti esperienze all'insegna dell'autenticità e della sostenibilità. Sul piatto, oltre allo scambio di esperienze, verranno messi alcuni temi. Come la modalità di fare informazione proseguendo la campagna di comunicazione avviata anche con la trasmissione Noi Dolomiti Unesco realizzata dal giornalista Giambattista Zampieri. O come la valorizzazione delle produzioni locali. Senza dimenticare l'intento di sensibilizzare i visitatori verso comportamenti più rispettosi al contesto ambientale, contestualmente divulgando il ruolo di presidio svolto dai gestori di rifugio che,

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