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OLIMPIADI 2026: GLI AGGIORNAMENTI
quella che era solo una minaccia di affidarsi ad altri per il marketing è ora diventata realtà.Il progetto, chiamato "Arabba - Marmolada 2030", partirà da un'approfondita analisi della situazione, che l'azienda condurrà sulla base del proprio know-how specializzato, tramite metodi diversi: interviste approfondite, discussioni in gruppi di lavoro composti da rappresentanti delle due località, focus group, analisi delle statistiche esistenti.In questo modo si comprenderà meglio quali siano i punti di forza e di debolezza delle due località, e si individueranno le opportunità nei due Comuni, sia distintamente e sia assieme. Le due località, infatti, seppur separate dal punto di vista geografico, sono strettamente legate da un unico Consorzio impianti a fune e dal collegamento tra le due zone sciistiche.«Negli ultimi anni, l'evoluzione del mercato globale del turismo è stata caratterizzata da una crescita continua», spiegano i responsabili di Funivie - Arabba, il nuovo gruppo nato dall'unione tra le società di impianti a fune Sit Boé, Sofma e Padon spa, «tralasciando l'ultimo periodo, caratterizzato dalla pandemia, è sufficiente dare un'occhiata alle statistiche dell'Organizzazione mondiale del turismo per rendersi conto di quanto sia importante questa crescita. Parallelamente all'aumento dell'afflusso di turisti, soprattutto internazionali, si è inoltre verificato un incremento dell'offerta da parte delle destinazioni, che molto spesso è stato più che proporzionale rispetto all'incremento della domanda. Il risultato? Un notevole accrescimento della competizione tra le varie destinazioni, che rende loro più difficile emergere e distinguersi; motivo per cui la pratica della promozione turistica da sola non è più sufficiente. Ciò che si rende necessario nel mondo attuale», osservano da Funivie Arabba, «è pertanto sviluppare delle strategie più strutturate, in grado di offrire prodotti turistici sempre più completi e integrati, che siano adatti al mercato e capaci di attirare l'attenzione e l'interesse del potenziale visitatore. In una destinazione, molti sono gli stakeholders in gioco: operatori del turismo, amministrazione pubblica su vari livelli, associazioni turistiche, cittadini. È in questo variegato scenario che si profila l'esigenza di andare oltre la mera promozione, sviluppando strategie di commercializzazione della destinazione turistica nella sua globalità per poterle così dare un posizionamento competitivo». Lo studio come detto prevede il coinvolgimento dei rappresentanti di tutti i settori delle due località: Comune, esercizi alberghieri ed extra-alberghieri, giovani albergatori, associazioni turistiche, ristoratori, impianti di risalita e delle infrastrutture del tempo libero, cultura, scuola, commercianti, artigiani, agricoltori e cittadini che abbiano idee costruttive da esporre e condividere.«Funivie Arabba crede molto in questo progetto», afferma l'ad Diego De Battista, «proprio come crede nell'importanza del potenziamento del collegamento sciistico tra Arabba e la Marmolada, uno degli investimenti in programma per il futuro». --Lorenzo Soratroi© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 5 Novembre 2021
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A22, c'è la legge salva concessione E 24,5 milioni per il bob a Cortina
VENEZIA Un project financing pubblico-privato che può consentire ad Autobrennero di aggiudicarsi la gara per il rinnovo della concessione della A22, «garantendo così il ruolo e la presenza dei territori nella sua gestione». E ancora la conferma di un contributo di 24,5 milioni di euro per la progettazione e realizzazione dell'adeguamento della pista olimpica di bob e slittino di Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026. DUE TASSELLI Con il via libera al Senato, dopo quello alla Camera di fine ottobre, il decreto legge Infrastrutture, sul quale il governo ha posto la fiducia, è diventato legge. E così il Veneto vede andare a dama altre due pedine chiave per il proprio futuro infrastrutturale. L'approvazione del decreto legge porta in dote da un lato la sistemazione dell'opera olimpica simbolo dell'appuntamento 2026 e dall'altro la soluzione della partita per il rinnovo della concessione della A22 che il Veneto segue da vicino in ragione del suo progetto di costituzione di una holding autostradale attorno a Concessioni autostradali venete (Cav). SOLUZIONE A22 Il project financing pubblico-privato rappresenta l'alternativa alle soluzioni che avevano portato allo stallo, ovvero gara o affidamento in house. Di fatto, Autobrennero punta a realizzare lungo l'asse della A22 un «corridoio green, un progetto pilota per l'Italia e l'Europa» ha sottolineato il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher. «Il piano (si parla di investimenti per oltre 6 miliardi di euro, ndr), sarà pronto entro dicembre. È un lavoro sicuramente impegnativo, con molti documenti tecnici e un piano economico finanziario molto sviluppato che si basa sul lavoro già fatto fino adesso ma che va integrato con nuovi aspetti nell'ottica green e della transizione digitale. Sarà la società, su indicazione di noi soci, a presentare quello che pensiamo sia un ottimo progetto. Siamo convinti che la gestione della società da parte dei territori, per i territori, e per il sistema tutto, sia la soluzione migliore, perché noi perseguiamo l'interesse pubblico», ha aggiunto Kompatscher. NODO EXTRA PROFITTI
«Crediamo con questo accordo di aver dimostrato serietà e quindi lo stesso ci aspettiamo dal Governo» ha sottolineato il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, intervenendo sul tema degli extra profitti A22, cioè gli utili generati dal 2014, anno in cui è la concessione è stata affidata in proroga, ad oggi, oggetto di un contenzioso fiscale con lo Stato che vale circa 430 milioni. «Il contenzioso dovrebbe essere risolto, la norma non parla degli extra profitti e crediamo di poter risolvere perché riteniamo che ci siano norme abbastanza chiare su questo», ha aggiunto su questo Kompatscher. TERZA CORSIA A4 Intanto, sui 440 milioni necessari per completare la terza corsia A4, interviene Sara Moretto (Iv). «Continuo a ribadire ciò che sostengo da mesi: è urgente e prioritario il passaggio della concessione dell'A4 alla nuova Società Autostrade Alto Adriatico. Questo deve essere l'obiettivo, da cui possono poi partire ragionamenti sulla destinazione di fondi». --MATTEO MARIAN© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 5 Novembre 2021
p. 31
Il Piemonte ora punta ai Giochi «Abbiamo impianti efficienti»
il caso Torino prova a (ri)salire sul treno olimpico, con ragionamenti che incrociano le questioni sollevate dagli ambientalisti locali.«Le olimpiadi mancate, o meglio rinunciate, sono state un errore enorme, che ha creato danni enormi. È nostro dovere recuperare ciò che è recuperabile. Non è una partita chiusa e neanche un sogno», dice il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio dopo un primo confronto con il neo sindaco del capoluogo, Stefano Lo Russo. Sulla possibilità di entrare nella partita dei Giochi del'26, il governatore è pronto ad intavolare subito una interlocuzione con con il governo. «Torino e il Piemonte ci sono e vogliono esserci», nel nuovo assetto torinese, chiusa l'esperienza pentastellata che aveva detto no alla candidatura olimpica. Viene rispolverato il dossier che il Piemonte aveva presentato nel 2019 al presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Non è una partita chiusa e neanche un sogno, ma una buona speranza legata a un dossier molto strutturato e oggettivo, in cui sono indicati tutti gli impianti che il Piemonte ha, e che sono oggi in piena efficienza, e quanto costa realizzarne di nuovi. Fare impianti nuovi costa e cementifica - aggiunge - e pensiamo che i nostri possano tornare attuali e utili nell'interesse dei Paese. Credo che facendo forza comune si possa ancora giocare con buone speranze questa partita». Anche Lo Russo non ha mai nascosto il disappunto per la mancata candidatura: «Il nostro territorio può essere un buon supporto per i giochi di Milano e Cortina, possiamo mettere a disposizione l'eredità olimpica e impiantistica sportiva per rendere questi Giochi - conclude - più efficaci efficienti e far fare bella figura all'Italia». Quanto a impianti, a Cortina continua a far discutere l'investimento sulla pista da bob. Che per gli ambientalisti non s'ha da fare, meglio spostare le gare altrove, indirizzarle per esempio ad Insbruck. Firmato: Mountain Wilderness Italia. WWF Terre del Piave Belluno-Treviso. Italia Nostra Sez. di Belluno, Ecoistituto Del Veneto "Alex Langer", Gruppo Promotore Parco del Cadore,Peraltrestrade Dolomiti. Bollano il progetto di riqualificazione da 61 milioni come "grande bugia", perché, «date le caratteristiche tecniche attuali e lo stato in cui versa l'impianto, non basterà una "riqualificazione", affermano le associazioni. «Per le Olimpiadi la pista dovrebbe essere completamente rifatta e quindi non si utilizzerebbe un'infrastruttura esistente, come invece hanno dichiarato i proponenti nel Dossier di candidatura Milano - Cortina 2026. La nuova pista costerà, secondo le ultime dichiarazioni, 61 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti gli oneri di gestione per almeno dieci anni, che la Regione Veneto si è impegnata a sostenere».Il rischio concreto, per le associazioni ambientaliste, è che l'Italia ripeta l'errore fatto per Torino 2006: la pista da bob di Cesana è stata utilizzata solo in occasione delle Olimpiadi e subito dopo abbandonata in quanto economicamente non sostenibile. Anche allora gli ambientalisti avevano proposto di gareggiare nelle strutture preesistenti della vicina Albertville, ma non c'era stato niente da fare. Oggi, per Cortina, la situazione è identica, dicono le associazioni. «La montagna bellunese non ha bisogno di cattedrali nel deserto e lo stesso Cio ha espresso perplessità sul rifacimento della pista di Cortina. La pista da bob "Eugenio Monti" potrebbe anzi essere conservata e valorizzata quale infrastruttura di interesse architettonico e storico, testimonianza delle Olimpiadi del 1956, all'interno di un'area rinaturalizzata con un progetto ad hoc. Fare una struttura nuova in quei luoghi, significherebbe cancellarne la traccia, perché la vecchia pista verrebbe smantellata. Anche i campi da tennis, tra l'altro, sarebbero molto probabilmente sacrificati». --fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 9 Novembre 2021
p. 27
Il Piemonte scopre le carte: punta al bob «Perché sprecare milioni per la Monti?»
CORTINA E adesso, alle voci piemontesi, si uniscono anche quelle venete: il tutto per sollecitare che gli impianti delle Olimpiadi 2006 siano recuperati per il 2026, a cominciare dalla pista di bob di Cesana. Lo chiedono le consigliere regionali del Piemonte Monica Canalis (Pd) e del Veneto Cristina Guarda (Europa Verde). Insomma, quella che finora a ieri era una generica volontà di risalire sul treno dei Giochi ora ha anche un esplicito appiglio: la pista da bob.«Di fronte alle emergenze sociali ed economiche del nostro Paese, occorre razionalizzare le risorse e utilizzarle in modo sostenibile, senza sprechi. Per questo sollecitiamo il Governo e la Regione Veneto», è la sollecitazione delle due, «a valutare alternative meno onerose e impattanti, come il riutilizzo della pista da bob di Cesana, costruita per le Olimpiadi di Torino 2006, in alternativa alla costruzione di una nuova pista a Cortina, il cui costo è di almeno 61 milioni, cui se ne aggiungerebbero 400.000 di perdite annue».Lo sbarramento da parte ampezzana e veneta è stato però fermo: dal presidente Luca Zaia all'assessore Federico Caner, al sindaco Gianpietro Ghedina. Ora intervengono anche i parlamentari.«Il Cio ha già designato i territori e si è avanti con le progettazioni, oltre che col finanziamento», dice Dario Bond, parlamentare di Fi, «non c'è più tempo per ridiscutere. La responsabilità, d'altra parte, è solo dei piemontesi che all'epoca dissero di no». E, per quanto riguarda specificatamente la pista di bob, Bond la definisce «irrinunciabile», perché «è il simbolo del territorio» e perché «il territorio intende utilizzarla anche dopo i Giochi per il proprio sviluppo».«Siamo ancora in tempo per fermarci e optare per la pista di Cesana, il cui ripristino avverrebbe ad un costo decisamente piu' contenuto e quindi rispettoso dei contribuenti», sostengono Canalis e Guarda, «in questo modo si otterrebbe un risparmio e si darebbe ascolto alle proteste di tanti cittadini che stanno chiedendo di salvaguardare il piu' possibile l'ecosistema delle Dolomiti in vista di Milano-Cortina 2026».L'onorevole Roger De Menech, del Pd, ha sempre rivendicato l'idea originaria delle Olimpiadi, seppur ristrette nel triangolo di Cortina, Trento e Bolzano.«Alle Dolomiti è già stato chiesto troppo. Anziché togliere di nuovo, semmai va ridato qualcosa. Si poteva restituire coinvolgendo Belluno, l'Alpago in particolare, e il Friuli Venezia Giulia per organizzare lo scialpinismo. Invece nulla. L'Alpago negli ultimi 20 anni è diventata una destinazione di eccellenza per questa disciplina. Ecco, il problema sta in un dossier olimpico a tratti improvvisato, forse nella scarsa capacità di avere peso politico nazionale e nel confronto con Milano e la Lombardia; forse nella combinazione delle due cose». Quanto alle pretese del Piemonte, De Menech ricorda anche lui che il Cio «la scelta l'ha già fatta». --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 9 Novembre 2021
p. 28
«L'esperienza dei Mondiali un lascito per le Olimpiadi»
CORTINA «I Mondiali di sci di Cortina dimostrano che si possono fare le cose con standard altissimi di sostenibilità, sicurezza e legalità. Tutti ci hanno accompagnato in questa grande avventura: il territorio, la politica, il mondo dello sport. Un ricerca frutto di dati oggettivi e reali dimostra il ruolo dei grandi eventi: motore per l'economia, valorizzazione e promozione del territorio. Se pubblico e privato trovano il modo di lavorare assieme in trasparenza ed efficienza, a beneficiarne è la collettività».Così Valerio Toniolo, commissario di Governo alle opere infrastrutturali di Cortina 2021, ha commentato ieri in Sala cultura i risultati delle ricerche del Centro studi Sose e dell'Università Bocconi che dimostrano in maniera inequivocabile come la rassegna irida abbia portato crescita e lavoro in tutto il Veneto. Una crescita che sarebbe stata superiore se non ci fosse stata la pandemia che ha costretto ad organizzare le gare a porte chiuse, ma che ora serve da punto di partenza per le analisi sulle Olimpiadi invernali del 2026. In sintesi, se i Mondiali non ci fossero stati, i ricavi sarebbero stati molto più contenuti e i danni della pandemia più pesanti. Cortina 2021 ha quindi avuto il merito di mitigare, in parte, gli effetti di Covid-19 sull'economia delle province già provate da Vaia. Nel complesso l'evento, a fronte di 100 milioni investiti, ha fatto registrare una produzione attivata superiore ai 275 milioni e il contributo in termini di valore aggiunto è di oltre 108 milioni.«Con i Mondiali abbiamo applicato un nuovo metodo di lavoro che guarda oltre l'evento», ha spiegato il sindaco Gianpietro Ghedina, «e che pensa all'eredità, al lascito, che i grandi eventi debbono avere per il territorio. Le analisi dimostrano che il lascito c'è in termini di crescita occupazionale ed economica. Ci sono poi nuove infrastrutture che servono al paese. Sarà così anche per le Olimpiadi». Grazie ai Mondiali si è recuperato il tempo perso sotto tanti profili. Gli alberghi, grazie anche alle risorse della Regione, si sono ammodernati; ci sono nuovi impianti di risalita e progetti in fase avanzata. Ora si guarda al futuro.«In questa fase», ha detto Roberto Padrin, presidente della Provincia, «è importante pensare di creare la formazione per i giovani che dovranno essere occupati durante i Giochi. Oggi vediamo che si fa fatica a trovare artigiani, ma anche cuochi e camerieri. Dobbiamo potenziare l'insegnamento di questi mestieri e formare la forza lavoro. I grandi eventi spingono a fare. E questo vale sia per le imprese che per le Amministrazioni. -alessandra segafreddo© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere del Veneto | 9 Novembre 2021
p. 10, edizione Treviso - Belluno
Mondiali e Giochi, pioggia di denaro Tofana-5 Torri: cabinovia in vista
Katia Tafner cortina d’ampezzo Presentato ieri a Cortina lo studio che evidenzia come i Mondiali di sci alpino del 2021 nella conca ampezzana abbiano avuto un effetto positivo sull’indotto economico del territorio e sula sua collettività. La ricerca è stata condotta dalla società «Sose» (ministero dell’Economia e Bankitalia) su un campione di 2.054 imprese, voluta sia da Valerio Toniolo, commissario di governo alle opere infrastrutturali di Cortina 2021 che dal suo predecessore Valerio Sant’Andrea, ora amministratore delegato della società «Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026». Stando allo studio i Mondiali avrebbero comportato un beneficio economico diretto per il 3,5% delle aziende, che sale al 7,1% considerando quello indiretto. Esiti che risulterebbero ancora più importanti se visti nella prospettiva dei Giochi olimpici e Paralimpici invernali Milano-Cortina 2026. I vantaggi derivano dalle ricadute sul territorio degli investimenti pubblici. C’è stato anche un incremento del fatturato che ha interessato il 48,1% delle aziende non direttamente coinvolte e il 60,1% di quelle coinvolte direttamente. Il volume di ricavi, per le micro e piccole imprese, può oscillare fra 106 e 215 milioni di euro. Secondo un altro studio dell’università Bocconi il valore della produzione per l’evento è stato di 275 milioni di euro con la creazione di 2.000 posti di lavoro, cifre che sarebbero raddoppiate senza le limitazioni anti-Covid. E se il virus sparirà per i Giochi 2026 fatturato da 3 miliardi di euro e oltre 24 mila posti di lavoro in più. Così il sindaco ampezzano Gianpietro Ghedina: «Abbiamo guardato al lascito sul territorio, con una programmazione successiva. Sarà lo stesso per le Olimpiadi, con importanti risvolti per le infrastrutture». Quella di ieri è stata inoltre occasione per Toniolo, assieme a Mariano Savastano, prefetto di Belluno, di visita al cantiere della nuova cabinovia verso le Cinque Torri, impianto di collegamento con Tofana, che dovrebbe aprire prima di Natale. Sempre ieri l’assemblea dei soci Anef (impianti a fune) Veneto ha rinnovato il consiglio direttivo ed eletto il nuovo presidente che, per i prossimi quattro anni, sarà Marco Grigoletto, amministratore delegato di «Sofma Spa» (Funivie Arabba) che ha già espresso l’urgenza di occuparsi del recupero dei ristori causa Covid per la categoria.
Corriere delle Alpi | 11 Novembre 2021
p. 28
Olimpiadi 2026 Beppe Sala ribatte il no alle richieste di Torino Ecologisti all'attacco
CORTINA Continua, con toni sempre più pesanti, il dibattito sulla trasformazione del tandem olimpico Milano-Cortina in un tridente con il Piemonte. Il Veneto ha già detto "no" con il governatore Luca Zaia e l'assessore Federico Caner, ma anche con i parlamentari Dario Bond e Roger De Menech, ma soprattutto con il sindaco Gianpietro Ghedina. Ieri ha seccamente risposto ai piemontesi anche Beppe Sala, sindaco di Milano, attirandosi tuttavia severe critiche. Il neosindaco di Torino Stefano Lo Russo «mi ha anche telefonato per spiegarmi la situazione, ma per me la questione è chiusa», ha fatto sapere Sala. «Per me questione chiusa», ha spiegato a margine di un dibattito avvenuto durante l'assemblea nazionale Anci in corso a Parma. «Come ho detto più volte», ha detto, «credo che le decisioni siano state già prese. Torino ha avuto l'occasione ai tempi di partecipare alle Olimpiadi». Sala è stato aspramente criticato per questo "no". «Credevamo che Beppe Sala avesse una sensibilità ecologista, ma questi atteggiamenti ricordano più gli yuppies della "Milano da bere"»: così Sinistra Ecologista e Liberi Uguali e Verdi hanno commentato la sua risposta a Lo Russo. Ci aspetteremmo che il sindaco di Milano non ragionasse in termini di rivalità con Torino, perché il punto non è che "Torino ha già avuto la sua occasione" con le Olimpiadi invernali, ma che ci sono opere e impianti nel nostro territorio che permetterebbero un risparmio economico e una riduzione significativa dell'impatto ambientale dell'evento», hanno sottolineato in una nota le consigliere torinesi di Sinistra Ecologista, Alice Ravinale e Sara Diena, e il capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, Marco Grimaldi. «È troppo tardi? Davvero? È troppo tardi per risparmiare 300 milioni utilizzando parte degli impianti Torino 2006? È troppo tardi per scegliere un incalcolabile risparmio ambientale evitando ulteriore consumo di suolo in montagna? Non lo crediamo. Ecco perché il sindaco di Milano e il Governo dovrebbero mostrare un altro atteggiamento verso la proposta di Torino, non solo per il dovuto rispetto verso il sindaco». Le ricadute di questo dibattito non mancheranno anche in Veneto e a Cortina. --Francesco Dal Mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere dell’Alto Adige | 12 Novembre 2021
p. 6
Pista da bob a Cortina, Trento e Bolzano copriranno il deficit I verdi all’attacco
Sarà la Provincia di Bolzano a coprire le spese per la riattivazione della pista di bob di Cortina. E a carico della Provincia sarà anche la manutenzione. A sollevare il caso sono i tre consiglieri provinciali verdi che ricordano come un vasto fronte di associazioni ambientaliste e alpinistiche abbia organizzato il 24 ottobre scorso una «marcia per denunciare l’assalto alle Dolomiti» con un documento che denunciava come i prossimi giochi olimpici si stiano trasformando «in una occasione per nuove devastazioni ambientali e spreco di risorse». Al centro della marcia stava proprio l’impianto “Monti”, opera impattante e costosa, destinata, a Olimpiadi finite, a un deficit strutturale a carico della collettività. La proposta di diverse associazioni è quella di utilizzare per le Olimpiadi la pista di Innsbruck. Il sindaco di Cortina Ghedina e il governatore del Veneto Zaia puntano invece a utilizzare l’occasione delle Olimpiadi per far diventare l’impianto «una struttura di riferimento europeo ». L’impianto attuale verrà riattivato, ampliato e potenziato secondo standard olimpici per adeguarlo, oltre al bob, anche allo slittino, allo skeleton e al parabob. Che farà deficit non è messo in dubbio neppure in Veneto: si discute solo sull’entità del passivo, con valutazioni ufficiali che oscillano tra i 500.000 e il milione di euro all’anno. Intanto i costi per la ristrutturazione girano intorno agli 80 milioni. A coprirli però non sarà il Veneto. «Siamo infatti venuti in possesso di una Lettera di intenti” firmata da Zaia per il Veneto, Ghedina per Cortina, Kompatscher per il Sudtirolo e Fugatti per il Trentino, indirizzata a Thomas Bach, presidente del Cio, al momento di definire la candidatura per le Olimpiadi. Una lettera con cui Bolzano e Trento si impegnano a farsi carico sia della gestione dell’impianto dopo le Olimpiadi, sia a partecipare alla copertura del deficit per i prossimi 15 anni. Vogliamo sapere se la firma è stata autorizzata e se è ancora possibile fare marcia indietro» scrivono i verdi.
L’Adige | 23 Novembre 2021
p.18
E’ nata la “società infrastrutture” che si occuperà delle opere olimpiache
Anche il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, era presente ieri, in qualità di azionista, alla sottoscrizione davanti al notaio dell'atto istitutivo della società "Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa". La società è stata costituita ieri presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili: oltre a Fugatti c'erano il ministro Enrico Giovannini, Filippo Giansante in rappresentanza del ministero dell'Economia e delle Finanze, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e il vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Daniel Alfreider.«Sappiamo quanto le Olimpiadi invernali 2026 siano determinanti per il Trentino: per le numerose discipline previste sul nostro territorio, ma soprattutto in un'ottica di crescita economica per tutto il contesto trentino», ha affermato Fugatti. La società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 Spa si occuperà delle opere collegate ai giochi invernali. «Adesso inizia la partita», ha aggiunto Fugatti, «e i territori devono saperla interpretare da protagonisti, mettendo a frutto l'impegno speso in questi anni di preparazione e puntando a realizzare quegli interventi concreti ed indispensabili per rendere il nostro Paese all'altezza della sfida, gettando e al tempo stesso creando nuove fondamenta su cui costruire ripresa e fiducia».«È un giorno importante», ha commentato il ministro Giovannini. «La nascita della società consentirà di passare alla fase operativa per la realizzazione delle opere. Ma per colmare il ritardo accumulato negli anni scorsi dovremo accelerare numerosi passaggi e dovrà prevalere un forte spirito di squadra. La nomina di un commissario accelererà l'iter progettuale e realizzativo delle opere fin qui finanziate, ma abbiamo inserito nel disegno di legge di bilancio ulteriori risorse per consentire all'Italia di rispettare pienamente gli impegni assunti nei confronti del Comitato Olimpico Internazionale».
Corriere delle Alpi | 23 Novembre 2021
p. 27
Altri 324 milioni nel plafond olimpico: circonvallazione di Cortina tutta finanziata
CORTINA Altri 324 milioni, nella Finanziaria che verrà, per le Olimpiadi di Milano Cortina. Vanno ad aggiungersi al miliardo e 145 milioni già stanziati. Per un totale di un miliardo e 469 milioni. La prima conseguenza? La circonvallazione del capoluogo ampezzano allo stato è dunque tutta finanziata, per 290 milioni; la variante di Longarone lo era già, con altri 270. La seconda novità: la rimessa a posto della
pista da bob sarà a carico dell'Agenzia "Infrastrutture Milano-Cortina".Agenzia che da oggi sarà pienamente operativa, come è stato assicurato ieri al vertice di Roma che si è tenuto al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. L'amministrazione delegato sarà Luigi Valerio Sant'Andrea, che gli ampezzani ben conoscono (ed apprezzano: ha concluso i cantieri dei Mondiali addirittura prima della scadenza dei termini).Sant'Andrea riceverà poteri in deroga, per sveltire le procedure autorizzative. Anche il ministro Enrico Giovannini ha infatti ammesso ieri che ci sono stati pesanti ritardi (il presidente del Coni Giovanni Malagò, recentemente, aveva parlato di due anni) ed ha assicurato che si accelererà, appunto, con l'istituzione di un commissario. Alla sottoscrizione davanti al notaio dell'atto istitutivo di "Infrastrutture Milano Cortina" erano presenti, in qualità di azionisti, il ministro Giovannini, Filippo Giansante in rappresentanza del ministero dell'Economia e delle Finanze; il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana; il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia; il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti; il vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano, Daniel Alfreider.«Per colmare il ritardo accumulato negli anni scorsi dovremo accelerare numerosi passaggi e dovrà prevalere un forte spirito di squadra», ha detto alla fine il ministro Giovannini, «la nomina di un commissario accelererà l'iter progettuale e realizzativo delle opere fin qui finanziate, ma abbiamo inserito nel disegno di legge di bilancio ulteriori risorse per consentire all'Italia di rispettare pienamente gli impegni assunti nei confronti del Comitato olimpico internazionale».Prima della firma si era riunita in seduta la cabina di regia, con i sottosegretari Alessandro Morelli e Valentina Vezzali e, fra gli altri, il sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, il presidente Malagò, il presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli e Sant'Andrea. Sono stati esaminati il nuovo quadro finanziario che beneficia delle ulteriori risorse programmate, lo stato dell'arte degli interventi infrastrutturali e degli impianti sportivi.Si tratta di ulteriori 324 milioni per gli anni 2022-2025 (legge di bilancio 2022), oltre al miliardo della legge di bilancio 2020, e all'ulteriore supplemento di 145 milioni (legge bilancio 2021). --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 23 Novembre 2021
p. 27
«Già per la pista da bob serviranno deroghe»
CORTINA Per le Olimpiadi il Veneto potrà contare su 610 milioni (i primi): 270 per la variante di Longarone, 290 per la circonvallazione di Cortina, e 60 (anzi, qualcuno in più) per la pista di bob, di cui già 24 stanziati dal governo (gli altri dalla Regione o, ancora, da Roma). I primi, si diceva, perché si aggiungeranno gli investimenti per il villaggio olimpico, il centro stampa e le altre strutture mobili. E ancora, probabilmente una ventina per la riqualificazione del trampolino di Zuel. Il sindaco Giampiero Ghedina non poteva rientrare con più soddisfazione da Roma.«Ci sono stati dei ritardi nella costituzione della società Infrastrutture, abbiamo a disposizione soltanto 1537 giorni, ma», dice, «con Sant'Andrea ed i collaboratori che si sceglierà immediatamente cercheremo di recuperare il tempo perso. È importante che ci sia finalmente l'intero stanziamento per la circonvallazione. Ed è strategico che la Società Infrastrutture porti avanti, con la massima rapidità, il progetto della pista di bob, procedura che probabilmente avrà necessità di deroghe commissariali».Il sindaco di Cortina si dice fiducioso sul fatto che, qualora servissero altre risorse per opere da completare, Roma non le farà mancare. «I cantieri avverranno», assicura, «nel massimo rispetto dei contesti ambientali» . Ma ci sarà il tempo di concludere le opere più importanti? La pista da bob ovviamente sì. La variante di Longarone sarà iniziata, ma forse non terminata. La circonvallazione di Cortina? «L'impegno è di finirla; se mancherà qualche pezzo... pazienteremo; ma sarà davvero in chiusura di cantiere» . --f.d.m.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 23 Novembre 2021
p. 27
Zaia: «Recupereremo i ritardi Saranno Giochi memorabili»
CORTINA «Ora, pancia a terra», sollecita il governatore Luca Zaia. «Dobbiamo correre, colmare i ritardi che si sono accumulati», si sintonizza subito il ministro Federico D'Incà.«Grazie a questa firma non ci possono più essere alibi: adesso pancia a terra e lavorare verso le Olimpiadi», fa pressing il governatore Zaia, «se del tempo finora è stato perso lo si recupererà, e saranno Olimpiadi memorabili».Zaia ricorda che, con tutti gli attori in campo, fin dall'inizio si è sempre lavorato in pieno spirito di squadra. E così bisogna continuare a fare.«Abbiamo sempre lavorato in pieno spirito di squadra. È quello stesso che servirà adesso nell'agire tramite la nuova società, la cui importanza operativa è fondamentale. Il cancelletto si è aperto», insiste, «ora va fatta una discesa senza errori».Il ministro D'Incà condivide in pieno.«Dobbiamo correre, colmare i ritardi che si sono accumulati e snellire tutte le procedure burocratiche necessarie