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RASSEGNA STAMPA FEBBRAIO 2017
01 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 01 Febbraio 2017
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Perplessità sul portale del legno MARIO FELICETTI PREDAZZO Un'ultma annata otma per i lavori boschivi e la produzione e vendita di legname, perfetamente in linea con le previsioni del Piano di Assestamento Forestale 2007-2017, che va scadere entro quest'anno e per il cui rinnovo decennale sta già lavorando il tecnico incaricato dotor Giovanni Martnelli. E' quanto emerso dalla detagliata e puntuale relazione del custode forestale della Regola Feudale di Predazzo Piergiorgio Felicet, presentata lunedì sera al consiglio dal Regolano Guido Dezulian . Nel 2016, il legname faturato e venduto è stato complessivamente pari a 4.677 metri cubi (444 in più del 2015), con un prezzo medio generale ricavato di 89,65 euro al metro (rispeto agli 87,78 2 Rassegna stampa - Febbraio 2017
dell'anno precedente), 40,39 euro a metro cubo di cost di faturazione (43,36 nel 2015) ed un utle pari a 49,16 euro rispeto ai 44,12 dell'anno prima. L'incasso complessivo è stato di 418.845 euro (371.580 nel 2015), con 187.483 euro di cost ed un ricavo neto pari a 231.362 euro (188.016 l'anno precedente). Un 2016 con pochi schiant da recuperare e quindi del tuto favorevole anche dal punto di vista del meteo. Nel 2017 si prevede il taglio di 3.000 metri cubi, come emerso dalla recente sessione forestale che si è svolta lo scorso 20 gennaio. Il Regolano Dezulian ha sollevato delle perplessità dopo il recente incontro a Trento con i funzionari della Camera di Commercio e del Servizio Foreste, dal quale è emersa chiaramente la volontà di accentrare, atraverso il Portale del Legno Trentno, tuta l'atvità boschiva provinciale, comprese le date delle aste, la classifcazione del legname, l'elenco delle dite, le misurazioni eletroniche. «Noi siamo privat e possiamo restarne fuori - ha commentato Dezulian - ma il problema c'è, con il rischio di non poter più gestre un domani la nostra atvità come adesso». Perplessità condivise da tuto il consiglio, il cui orientamento, ribadito da Giacomo Boninsegna, è quello di andare avant come avvenuto fnora. Ovviamente l'argomento sarà oggeto di ulteriori approfondiment. Per quanto riguarda le strade forestali, l'anno scorso non si sono verifcat partcolari danni da erosione, a parte due smotament nella zona di «Scarsèr-Valsorda», subito sistemat, mentre sono state sistemate 100 nuove canalete in ferro lungo la «Strada dele crepe-Val da Ronch-ScarsèrPraconè». Per quanto riguarda i programmi futuri, si pensa alla realizzazione della nuova strada «Tof de Vena», che avrebbe anche una valenza tagliafuoco, sperando nel contributo sul nuovo Piano di Sviluppo Rurale, e si sta valutando inoltre l'opportunità di una nuova strada di 1.600 metri di lunghezza dal «Campigol de mèz» alle «Prese». Numerosi gli intervent ambientali, con rimboschiment, diserbi, sfolli, la costruzione di un nuovo sentero tra le zone di «Sacina Alta» e «Col della Musa», la realizzazione di una nuova staccionata presso il «Capitel del Feudo» e la sistemazione a «scandole» del teto del «Baito di Praconè». Lavori che naturalmente contnueranno anche quest'anno, con la preziosa collaborazione del dipendente stagionale Riccardo Demartn. Infne il setore della caccia. L'anno scorso, sul territorio della Regola, sono stat abbatut 39 capi (17 camosci, 12 cervi e 10 caprioli), rispeto ai 49 del 2014 ed ai 50 del 2015. Il consiglio ha preso ato con soddisfazione dei risultat raggiunt. In chiusura, è stata confermata l'adesione al Collegio Sostenitori della Fondazione Dolomit Unesco (500 euro all'anno per cinque anni) e sono state acquistate 22 partcelle fondiarie in località «Vardabe» per complessivi 36.392 metri quadrat al prezzo di 46.284 euro.
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Messaggero Veneto | 01 Febbraio 2017
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“Vi mostro il mondo dalla mia prospetva con gli occhi di drone” Insieme per formare le nuove generazioni. È questo l’intento comune dell’isttuto professionale Ceconi di Udine e del Cpia, Centro provinciale per istruzione degli adult, che lunedì nella sede della scuola in Via Manzoni, hanno inaugurato la mostra «Energetcamente», promossa dall’ArpaLarea sulle energie rinnovabili. «I giovani vanno sensibilizzat su temi così important come il risparmio energetco e l’uso atento delle risorse – ha commentato il dirigente scolastco del Ceconi, Giovanni Francois (foto con Vilma Candolini). Il mondo è nelle mani delle nuove generazioni e solamente un uso consapevole e correto delle font energetche ci puo’ permetere di otmizzarne l’uso. In questa direzione – ha contnuato – l’educazione alla sostenibilità giocherà un ruolo essenziale nella trasformazione della società». «Energetcamente» si compone di exhibit e modellini interatvi che consentranno agli student di osservare, verifcare e comprendere, atraverso esperienze direte, fenomeni naturali e fsici della vita di ogni giorno, coinvolgendo i ragazzi sul tema delle energie pulite e dell’importanza della loro difusione.di Anna Dazzan Ci “sali” a bordo e scopri il mondo da un’altra visuale. Dall’alto. Lo guardi con gli occhi di un uccello e il grande sogno dell’uomo, volare, sembra realizzarsi, sopratuto se alla guida c’è Fabio Pappaletera, ormai considerato uno dei migliore i regist italiani a usare i droni. La nostra regione ha molto da mostrare, ma stavolta ad ispirare Fabio è stato l’Xtreme days di Sacile, evento che richiama da quatro anni nel centro del giardino della Serenissima i più grandi interpret del freestyle e degli sport estremi. «È stato l’assessore regionale alle atvità produtve Sergio Bolzonello – racconta Alberto Gotardo, ideatore del festval – a stmolarci con la sfda di rilanciare 4 Rassegna stampa - Febbraio 2017
il Friuli Venezia Giulia atraverso gli sport estremi. Noi abbiamo deciso che potevamo meterci in gioco e da qui è nata l’idea dei video». Come se non bastasse aver portato più di vent discipline sportve estreme nel cuore di Sacile, gli organizzatori hanno deciso di andare oltre, commissionando la realizzazione di alcuni cortometraggi dedicat a quest sport, che riuscissero nello stesso momento a dipingere la bellezza naturale e prorompente della nostra regione. La chiave giusta l’ha data appunto Fabio Pappaletera. Udinese di trentaquatro anni, Pappaletera ha lavorato sempre nell’impresa alberghiera di famiglia, decidendo nel 2011 di guardare il suo amato Friuli Venezia Giulia da una prospetva diversa «quella che solo gli uccelli possono avere». Gli anni di esperienza nel setore turistco e l’amore puro per la fotografa hanno completato la passione autentca verso la natura e la curiosità per le nuove tecnologie, facendo di lui uno dei dronist più espert non solo del Friuli, ma di tuta Italia, non foss’altro che per i requisit burocratci necessari per pratcare la professione. I suoi video che riprendono dall’alto la nostra regione hanno fato il giro del mondo, resttuendogli non solo la grattudine dei tant friulani all’estero, ma anche procurandogli i contat di lavoro che hanno costruito la sua nuova professione. Prima Turismo Fvg, poi client privat e anche Sky e la Rai per trasmissioni come «4 Ristorant» o «Easy Driver» e il contributo per la nuova campagna pubblicitari Enit, Ente Nazionale Turismo Italiano, per uno spot sull’arco Alpino Italiano che va in onda in diversi paesi europei su Eurosport. Eppure è sempre la ripresa della sua regione, quella che lo emoziona e lo gratfca di più. Per il primo video realizzato per l’Xtreme Days Festval, «Dolomites Instnct», Pappaletera ha vinto il Milano Montagna Video Awards come miglior flm italiano ed è arrivato fnalista per il Peugeot Drone Film Festval a Castelfalf sbaragliando video da tuto il mondo. Con il secondo «Borderline» si è guadagnato i complimento di Mauro Corona e quelli in direta televisiva di Licia Colò, che ha elogiato le meraviglie della nostra regione. Protagonista dei due video la guida alpina il friulano Marco Milanese, prima con l’arrampicata a mani nude del Campanile delle Dolomit friulane e il volo in base jumping, e poi l’highline sullo Jof Fuart nelle Alpi Giulie. Roba per gente che mangia pane e adrenalina tut i giorni. Ora sono atesi gli altri video per quegli illuminat dell’Xtreme Days Festval, nel fratempo l’atvità di Pappaletera contnua. «Ho trovato molt giovani capaci, ai quali mi afdo per i miei lavori. Tra quest c’è Bruno Pisani che mi aiuta con le riprese a terra». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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02 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 02 Febbraio 2017
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Meteo e clima, espert a confronto Vigo di Fassa Tuto proto a Vigo per il «Weekend Meteorologico" che si svolgerà presso la Sala Consiliare, da domani a domenica. Quello che si svolgerà, sarà un evento rilevanza scientfca ed unico nel suo genere in Val di Fassa, al quale parteciperanno espert del setore meteorologico di fama nazionale. Ad organizzarlo sono la Pro Loco di Vigo, in collaborazione con Dolomit Meteo di Anton Sessa e il patrocinio della Fondazione Unesco. Entrando nel detaglio degli argoment tratat domani alle 16 il tema sarà «La Previsione». Relatori saranno Flavio Galbiat del Centro Epson Meteo, Alessandro Ceppi del Politecnico di Milano e Gianluca Tognoni di Meteo Trentno che illustreranno tut gli aspet basiliari che stanno dietro ad una previsione meteorologica, globale, nazionale e locale, anche con riferimento alla Val di Fassa e area Dolomit. Alle 21 il dibatto. Sabato a partre dale 15,30 si parlerà della neve, argomento diventato di estrema atualità anche dopo gli ultmi drammatci event dell'Abruzzo di cui ci sarà la testmonianza direta di Igor Chiambret. Si parlerà però anche di neve, nel suo aspeto più afascinante con la proiezione di fotografe realizzate dal fotografo Anton Sessa e dai vincitori del concorso fotografco «La neve», legato alla
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manifestazione, che ha avuto oltre 100 concorrent con più di 250 immagini arrivate in redazione. Verranno quindi assegnat ai vincitori i premi in denaro per un ammontare totale di 3.500 euro. La giornata dedicata alla neve avrà anche tra gli interlocutori le Guide Alpine della Val di Fassa ed il generale Luigi Telmon , uno dei più grandi espert di valanghe in Italia. Domenica verrà tratato l'argomento di massimo interesse: «Global Warming», ovvero il riscaldamento globale che torna d'atualità non soltanto perché è soto gli occhi di tut lo stravolgimento del clima, ma proprio perché sono stat resi not da poco i dat della Nasa relatvi all'anno 2016 appena conclusosi. Ne parleranno il meteorologo Flavio Galbiat e Giovanni Tesauro. Prima della relazione su quest'argomento, sarà proietato il flm della Natonal Geographic «Before the Flood - Punto di non ritorno» del regista premio Oscar Fisher Stevens e dall'atore premio Oscar e Messaggero della Pace per conto dell'Onu Leonardo Di Caprio. Il flm- documentario presenta un afascinante resoconto sui drammatci mutament che si stanno verifcando nel mondo a causa dei cambiament climatci, abbinato a ciò che tut noi, come individui e come società, possiamo fare per prevenire una fne catastrofca della vita sulla terra. Come per tute le altre giornate, l'ingresso sarà gratuito, così anche la visione del flm che si terrà domenica 5 febbraio.
L'Adige | 02 Febbraio 2017
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Zortea, è l'ultmo giorno di presidenza del Parco Domani alle 17 nella sala assemblee della Comunità è convocato il comitato di gestone del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martno per eleggere il nuovo presidente, in sosttuzione dell'uscente Giacobbe Zortea . Due sono i candidat, Silvio Grisoto , designato dal comune di Primiero San Martno, dotore forestale e ttolare dello Studio GRS, specializzato in consulenze e proget per l'ambiente e il territorio, e Daniele Gubert , che conta 15 anni di militanza nel comitato di gestone e sete anni nella giunta del parco. 7 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Zortea era stato eleto nel 2010, preferendolo a Daniele Gubert. Il suo impegno è stato riconosciuto dal comitato di gestone dell'ente che lo ha riconfermato all'unanimità nel 2015. Zortea, come mai la sua scelta di «abdicare»? «Nel 2015 avevo già precisato al comitato del parco che tale riconferma doveva tener conto del risultato eletorale nella nuova amministrazione del neonato Comune Primiero San Martno di Castrozza. In piena coerenza con quanto promesso, il nostro gruppo di maggioranza ha confermato che una mia riconferma a presidente del Parco sarebbe andata contro la linea. In sintesi, abbiamo deciso che era più importante che seguissi il ruolo di assessore, viste le competenze e le deleghe che il sindaco Daniele Depaoli mi ha dato». Chi sarà il suo successore? «Per quanto riguarda la situazione atuale, mi risultano due candidat alla presidenza, una di Silvio Grisoto in rappresentanza della nostra amministrazione e Daniele Gubert per l'amministrazione di Imer». In cosa si diferenziano? «Non sta a me fare delle valutazioni tra l'uno e l'altro, quello che posso dire è che con Silvio abbiamo condiviso e ragionato su quello che al Parco si dovrà cercare di fare nei prossimi anni. Con Daniele ho lavorato in giunta sia quando era rappresentante del comune di Tonadico che successivamente come rappresentante del comune di Imer». C'è chi vede nella candidatura di Grisoto un'azione monopolistca del suo comune. Ha un fondamento? «Direi proprio di no. Indipendentemente da chi sia in questo momento, ma anche in futuro, al governo del nuovo comune di Primiero San Martno, credo sia doveroso proporre un candidato, visto che circa il 65% del territorio del Parco ricade sul territorio di questo comune». Quali sono le soddisfazioni maggiori con cui lascia il Parco? «Il grosso sforzo che è stato fato per portare a casa il nuovo piano di parco è di certo uno dei motvi che più mi hanno soddisfato. Non è di certo stato facile, viste le doverose mediazioni che una così importante pianifcazione richiede. Altro motvo di grande soddisfazione è stato otenere il riconoscimento della Carta Europea del Turismo Sostenibile. Ma sono molt i proget che siamo riuscit a portare a compimento sia dal punto di vista delle struture e della senteristca, sia dal punto di vista organizzatvo interno. In partcolar modo il cambio di gestone delle atvità svolte verso le scuole». Qualcosa che non ha potuto terminare e lascia al successore? «Uno degli aspet important da portare a compimento per la nuova presidenza saranno i regolament che afancheranno la pianifcazione che già è in essere». Quanto preoccupa la riduzione delle risorse fnanziarie? «Preoccupa ma qualche certezza in più da parte dell'assessore Gilmozzi l'abbiamo avuta. Di certo il forte calo negli anni ha ridoto di moltssimo la discrezionalità dell'organo esecutvo». Un auspicio? «Mi limito a ringraziare tut coloro che mi hanno afancato in questa importante esperienza, in partcolare tut gli assessori che si sono avvicendat al mio fanco, l'assessore Gilmozzi e il suo predecessore Pacher, i membri del comitato e permetetemi di dare un forte abbraccio ed un grande grazie a tuta la strutura del Parco, partendo dal diretore fno ad arrivare a tut i dipendent siano essi fssi o stagionali». M. C.
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Corriere delle Alpi | 02 Febbraio 2017
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Ad Auronzo vanno forte sloveni e cechi AURONZO L'area sciistca Auronzo - Misurina si conferma la meta preferita di sloveni e cechi. I numeri di quest'anno mirano a consolidare le indicazioni del recente passato, che parlano di una media di cinquemila skipass vendut a stagione per quanto riguarda i turist sloveni e oltre duemila per coloro che provengono invece dalla Repubblica Ceca. Due mercat sui quali il lavoro di promozione fato nel corso degli ultmi anni ha dato gli esit sperat: «La nostra località è presente sui cataloghi dei principali tour operator ma abbiamo organizzato anche diversi workshop sul posto», racconta Aldo Corte Meto del consorzio turistco Tre Cime Dolomit. «Il mercato che più ha atecchito su aree come Monte Agudo o Misurina è quello delle famiglie, che preferiscono località lontane dai grandi caroselli sciistci dispersivi e caotci». La presenza di turist sloveni ad Auronzo vive un picco che si concentra nella terza e quarta setmana di febbraio: «In quel periodo le scuole osservano un periodo di vacanza per andare in setmana bianca», prosegue Corte Meto, «e per noi quel segmento ricopre un ruolo determinante. L'8 febbraio poi è una data a cui prestamo grande atenzione, perché in Slovenia è festa nazionale e se coincide con un ponte il boom è assicurato». Proprio per favorire il turismo sloveno la società Auronzo d'Inverno ha tradoto il proprio sito anche in lingua slovena. Slovenia e Repubblica Ceca, ma non solo: «Per quanto riguarda l'Est Europa dalle nostre part non abbiamo mai riscontrato presenze di russi, che al massimo si concentrano al Grand Hotel Misurina, con un occhio proietato più verso Cortna che Auronzo» contnua Aldo Corte Meto, «mentre altri mercat in forte espansione sono quelli provenient da Slovacchia e Polonia, anche la grande novità in tal senso è rappresentata dalla Croazia. Su quest'ultmo fronte siamo ancora in una fase embrionale, ma i primi riscontri sono molto positvi». A proposito di atvità promozionali, Aldo Corte Meto conclude dicendo: «Le presenze provenient da Slovenia e Repubblica Ceca sono oggi fruto di un mix tra turismo spontaneo e tour operator, segno che il consolidamento è stato raggiunto. Per questo motvo i nostri sforzi d'ora in avant li concentreremo altrove».(dierre)
9 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Corriere delle Alpi | 02 Febbraio 2017
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Mostra del Circolo Morales Municipio di Limana Mostra colletva del Circolo artstco Morales, da sabato 4 febbraio al 25 febbraioViene inaugurata sabato a Limana, nella sede del Municipio, la 35esima colletva del Circolo artstco Mario Morales, una mostra itnerante organizzata dal Circolo Morales e dalla scuola primaria di Oltrerai. La mostra rimane esposta fno al 25 febbraio, con apertura tut i giorni in orario di apertura del municipio, e il sabato e la domenica dalle 15 alle 17. La vernice è in programma per sabato alle 17.30. “Dolomit: bellezza e patrimonio” è il ttolo del progeto del 2016 che ha coinvolto molt soci del Circolo e la scuola primaria di Oltrerai. La tpologia è quella della «Mostra itnerante», anche se in tempi distanziat: prima esposizione a giugno 2016 nelle sale del Municipio di Cadola per la scuola dell’Oltrerai, a luglio ed agosto in Cortna, al Miramont Majestc per il Circolo; seconda esposizione a setembre in Romania. Ed ora a Limana.
10 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Corriere delle Alpi | 02 Febbraio 2017
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Note al museo di Selva di Cadore: viaggio tra fossili e rocce di Vitore Doro SELVA DI CADORE L’archeologo Diego Batston di Valle è il nuovo diretore del Museo Vitorino Cazzeta di Selva di Cadore. Lo gestsce a nome dell’associazione Trame di Storia, che lo curerà anche nella promozione e in quanto servirà per fornire un servizio al massimo livello sia come allestmento che come illustrazione della strutura, curando anche il benessere del visitatore. «Proprio seguendo questa flosofa», spiega Batston, in occasione della presa in gestone da parte dell’associazione Tramedistoria e della Cadore SCS «e per presentarsi al pubblico, sabato alle 16, il museo sarà aperto a tut gratuitamente. In quella occasione saranno presentate le oferte e le opportunità che il più importante Museo sulla preistoria nelle Dolomit propone. Tra queste», aggiunge il diretore Batston «l’11 e il 12 febbraio presenterà “Una note al Museo”, una iniziatva che inizierà alle 19 di sabato e terminerà alle 9 di domenica. I bambini e ragazzi di età compresa tra 6 e 11 anni, potranno fermarsi a dormire al Museo per afrontare un entusiasmante viaggio tra fossili, rocce ed archeologia. Questa, comunque, sarà solo la prima delle manifestazioni e dei laboratori che fanno parte delle iniziatve ideate per far arrivare student in visita al Museo. Altri event saranno curat dagli “Amici del Museo”, un’associazione che ha sempre lavorato per la promozione della strutura museale». Come siete collegat al territorio e al marketng territorile? «Il Museo Vitorino Cazzeta fa parte integrante della Rete Museale Cadore Dolomit nata due anni fa, una strutura di fondamentale importanza per un territorio come il nostro che è composto da piccoli paesi. Questa rete museale è nata soto la spinta della Magnifca Comunità, delle amministrazioni comunali e grazie al lavoro di Mateo Da Deppo che oggi ne è il responsabile. In questo periodo 11 Rassegna stampa - Febbraio 2017
nella rete sono confuite delle struture museali eterogenee con le quali stamo lavorando per il consolidamento del sistema che è l’unico per poter fruire al meglio i musei, basato su una collaborazione costante delle part interessate. Oltretuto la Rete Museale Cadore Dolomit svolge anche un ruolo di unifcazione delle vallate e della promozione per una forte indenttà territoriale». Il diretore Diego Batston è un giovane archeologo, che ha investto la sua vita nella passione per la riscoperta della storia e dell’archeologia cadorina. Oggi lavora a tempo pieno con le struture archeologiche cadorine e non, metendo anche a disposizione le sue conoscenze e una parte del suo tempo per la formazione degli student e dei giovani volontari. È anche il responsabile per l’archeologia della Rete Museale Cadore Dolomit. Il suo ingresso nell’ambito archeologico ha signifcato un autentco salto di qualità di tuto il setore, che grazie a lui è diventato moderno e ben organizzato. Grazie alla sua disponibilità nei confront dei volontari e alla sua predisposizione per il dialogo e la collaborazione, l’associazione Trame di Storia e la stessa Magnifca Comunità di Cadore oggi possono contare su uno studioso preciso, metodico e in grado di assumere le responsabilità dirigenziali per portare l’archeologia cadorina a livelli mai raggiunt sinora. L’associazione Trame di Storia, che Batston ha contribuito a fondare, è nata nel 2016 dall’idea di un gruppo di persone di diversa formazione artstca, antropologica e archeologica, con pluriennale esperienza nell’ambito della didatca. L’associazione si rivolge anche agli ent pubblici, alle struture museali, ad associazioni culturali e afni, per dimostrazioni di archeologia sperimentale, pubblicazioni, workshop e cicli di conferenze pluritematche. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Trentno | 02 Febbraio 2016
12 Rassegna stampa - Febbraio 2017
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Da oggi a Vigo il weekend meteorologico VIGO DI FASSA Parte oggi in sala consiliare il “Weekend Meteorologico” organizzato dallala Proloco di Vigo in collaborazione con Dolomit Meteo di Anton Sessa e con il patrocinio della Fondazione Dolomit Unesco. Nella prima giornata l’argomento principale sarà “La previsione”, domani nella seconda giornata “La neve” e nella terza, domenica, “Il cambiamento climatco”. Quest tre temi chiave della meteorologia quotdiana, legat in partcolar modo all’ambiente montano, saranno tratat da illustri meteorologi. Inoltre, saranno interlocutori dei vari temi tratat e present al convegno rappresentant delle Guide Alpine Val di Fassa. In occasione del Weekend Meteorologico è stato lanciato anche un concorso fotografco dedicato al tema “La neve”, con un ricco montepremi.di Gilberto Bonani
03 FEBBRAIO 2017 Trentno | 03 Febbraio 2017
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Da oggi a Vigo di Fassa il convegno su meteo e neve 13 Rassegna stampa - Febbraio 2017
VIGO DI FASSA Parte oggi a Vigo di Fassa (e non ieri come abbiamo scrito per errore) il "Weekend Meteorologico" organizzato dalla Proloco con Dolomit Meteo di Anton Sessa e con il patrocinio della Fondazione Dolomit Unesco. Le atvità si svolgeranno nella sala consiliare del paese. Si comincia con "La previsione", domani nella seconda giornata "La neve" e nella terza, domenica, "Il cambiamento climatco". I temi saranno afrontat da illustri meteorologi che interloquiranno con rappresentant delle Guide Alpine Val di Fassa.
04 FEBBRAIO 2017 Corriere delle Alpi | 04 Febbraio 2017
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«Nel mio stemma le vete e il Piave» BELLUNO Una sintesi della sua storia, da Padova a Belluno. Monsignor Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre, ha scelto di rappresentare le amate cime anche sullo stemma ecclesiastco. Un modo per ricordare, a se stesso e agli altri, i principi fondamentali che guidano il suo operato. «Come moto ho scelto “Vai dai miei fratelli”» spiega il vescovo, «sono le parole che Gesù risorto dice a Maria Maddalena, invitandola ad andare dagli apostoli. È lei, in qualche modo, la prima apostola. È una donna che secondo me rappresenta la comunità della Chiesa». Sulla sinistra dello stemma sono rafgurate, su fondo rosso, le montagne, stlizzate secondo lo stle araldico. «La mia montagna è il Grappa, dove sono nato. Da lì se guardo verso Sud vedo la mia diocesi di provenienza, Padova, se invece guardo a nord vedo le Dolomit» contnua il monsignore, «l’ampolla che si vede sulla destra fa invece riferimento alla mia storia di fede. Rappresenta San Prosdocimo, che fu l’evangelizzatore delle terre venete. E inoltre l’acqua mi ricorda il Piave». Entrambe le fgure simboliche sono dipinte su vele rosse. Un detaglio anche in questo caso ricco di signifcato. «Rappresentano il mantello di San Martno, patrono di Belluno. È tagliato in due, in un gesto di carità dal quale scaturisce il Vangelo». Lo stemma, realizzato da uno specialista, è afsso all’ingresso del vescovado e viene usato per la carta intestata del vescovo. Ognuno ha il suo personale stemma, che rappresenta la storia e i valori della persona. «Sono stato contatato da un 14 Rassegna stampa - Febbraio 2017
araldista poco dopo aver saputo della nomina» spiega monsignor Marangoni, «per il mio stemma ho collaborato con Renato Polet, un araldista che vive a Roma ma che ha origini bellunesi. Gli ho spiegato le mie idee e, dopo alcuni scambi di materiale, siamo arrivat a defnire il mio stemma». Renato Marangoni è stato nominato vescovo il 10 febbraio dello scorso anno. Originario di Crespano del Grappa, è stato parroco per molt anni a Padova. Lo scorso anno ha preso il posto di monsignor Giuseppe Andrich, oggi vescovo emerito della diocesi. (v.v.)
Corriere delle Alpi | 04 Febbraio 2017
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“L'obietvo del 2020 è ragionevole” L'innovatvo servizio della biglietazione unica, tra Dolomitbus e Trenitalia, sarà illustrato il 13 febbraio in un convegno, a Belluno; present il governatore Zaia, i massimi dirigent nazionali e regionali di Trenitalia, quelli della società bellunese di trasporto pubblico. Al momento dell'esplicitazione di due sogni, il treno delle Dolomit e l'eletrifcazione, c'era chi obietava: perché prima non pensate ai problemi che tut i giorni afrontano i pendolari? «Lo stamo facendo», dice l’assessore De Bert (nella foto), «vi ricordate le scandalose immagini via Fb dei bagni di Calalzo? Ecco, non succederà più. I canteri si stanno fnalmente aprendo». E i canteri dell'eletrifcazione? «Vado ogni setmana a Roma e nei palazzi di Rf e Trenitalia mi considerano come una stalker, tanta e' l'insistenza che ci meto». Lo sappiamo, ma i risultat? «La Regione ha ordinato i nuovi eletrotreni, i primi arriveranno nel 2020. Sono destnat alla provincia di Belluno: ma se lassù non saranno pront, li diroteremo altrove». Ma non dipende da Belluno... « Certo, da Roma. Ma l'ad di Rf mi ha confermato, nell'ultmo e recente incontro, che le Ferrovie per il 2020 15 Rassegna stampa - Febbraio 2017
avranno fato». Solo per l'anello basso della provincia, da Castelfranco a Belluno e da Conegliano sempre a Belluno? «No, la Regione punta ad eletrifcare tuta la rete fno a Calalzo. E' ovvio che si procederà per step». Quindi per i mondiali di sci, a Cortna, in provincia viaggeranno i treni eletrici? «Almeno nell'anello basso. L'eletrifcazione fno a Calalzo resterà un'eredità dei Mondiali di Cortna. Sarà un passaggio obbligato per il treno delle Dolomit». Equando presenterete i primi studi di fatbilità? «Entro la primavera». (f.d.m.)
Alto Adige | 04 Febbraio 2017
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Senteri facili e accessibili per aprire a tut le Dolomit 16 Rassegna stampa - Febbraio 2017
DOLOMITI "Dolomit Accessibili. Un patrimonio per tut" è il progeto che intende contribuire a fare delle Dolomit Unesco un patrimonio accessibile a tut. Il progeto, che costtuisce un passo concreto verso l'atuazione di uno degli obietvi più signifcatvi della Strategia Complessiva di Gestone, è stato valutato favorevolmente dal Ministero dei Beni Culturali, Il progeto "Dolomit Accessibili" intende fornire un'esperienza direta di questo straordinario ambiente naturale a tute le persone che lo visitano o lo abitano, indipendentemente dal grado di abilità in cui si trovano, appoggiandosi e valorizzando la predisposizione naturale del contesto dolomitco ad un'accessibilità sostenibile. La prima fase del progeto prevede una call, aperta a tut i conoscitori del territorio dolomitco, per la raccolta di segnalazioni di itnerari adat - o adatabili - ad essere percorsi da persone con limitate capacità motorie. Sulla base delle segnalazioni verrà elaborata una banca dat, omogenea e contnuamente aggiornata, estesa a tute le Dolomit Unesco, per mezzo della quale verrà realizzata una mappa interatva degli itnerari accessibili del Patrimonio Mondiale che sarà consultabile all'interno del sito web. Parallelamente, sarà organizzato un programma formatvo - esteso a tuto il territorio dolomitco - destnato a formare fgure professionali esperte nell'accompagnamento di persone con disabilità. Il programma, realizzato da Accademia della Montagna, avrà l'obietvo di fornire un servizio altamente qualifcato di accompagnamento in quota, metendo a sistema le varie realtà atve nel campo dello sport, dell'outdoor experience e dell'inclusione sociale già impegnate sul territorio delle Dolomit, in modo da renderle collaborant e struturare un servizio organizzato a livello di intero patrimonio. Si può partecipare segnalando gli itnerari, adat o adatabili ad essere percorsi da persone con limitate capacità motorie. (e.d.)
17 Rassegna stampa - Febbraio 2017
05 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 05 Febbraio 2017
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Boom di visitatori in musei e castelli Flavia Pedrini Musei e castelli trentni fanno il pieno di visitatori: nel 2016 sono stat staccat oltre un milione di bigliet. La parte del leone speta sempre al «Muse» che, nonostante una lievissima fessione rispeto al 2015, contnua a macinare successi e mantenere un «appeal» su turist, con oltre mezzo milione di ingressi registrat. Fine anno con il segno più per il Castello del Buonconsiglio e gli altri manieri e per il Mart di Rovereto, che vedono un incremento del numero di bigliet staccat rispeto all'anno precedente. Dalle scienze alle palafte . Se parliamo di numeri il Museo delle scienze non ha rivali. Dopo il record di ingressi registrato dall'apertura nel luglio 2013 (un milione di accessi in soli 21 mesi), il Muse ha chiuso l'anno con oltre mezzo milione di visitatori. In lieve calo rispeto al 2015: 511.988 bigliet staccat, circa 20mila in meno. Un calo «fsiologico», che dipende anche dal variabili minime, come evidenzia il diretore Michele Lanzinger: «Un buon ponte in meno sono 10 mila ingressi in meno. Ma tene l'efeto passa parola». Un numero di ingressi che sale a 608.949 se si tene conto dell'intera rete: il Museo delle palafte di Ledro (da 35.171 del 2015 a 39.597), il Museo geologico delle Dolomit di Predazzo (da 7.717 a 16.301), il Giardino botanico delle Viote (da 6.183 a 7.618) e il Museo dell'Aeronautca Caproni (in lieve calo, da 35.259 a 33.445). E l'anno nuovo sembra iniziato con i 18 Rassegna stampa - Febbraio 2017
migliori auspici per il Muse: +17% di ingressi in gennaio (20.220 persone solo dall'1 all'8 gennaio) e prenotazioni delle scuole pressoché esaurite fno a fne maggio. Arte con il segno positvo . Bilancio molto positvo per il Mart di Rovereto, la Casa d'Arte futuristca Depero e la Galleria civica, che ha staccato nel 2016 153.106 bigliet, il 5% in più rispeto all'anno precedente. Con mostre - è il caso de «I pitori della luce Dal Divisionismo al Futurismo» - in grado di competere con i numeri di grandi metropoli: se a Madrid sono stat staccat 50mila bigliet, il Mart in estate ha segnato comunque 38 mila ingressi. Un dato complessivo che appare partcolarmente signifcatvo in un anno segnato dalla riduzione della spesa, come evidenzia il diretore del Mart, Gianfranco Maraniello, che però si dice convinto che ci sia ancora da lavorare per quanto riguarda la promozione. Per quanto riguarda i visitatori grande appeal viene esercitato sui turist che arrivano dalla Miteleuropa, mentre tra le scolaresche ci sono pullman che arrivano dal Veneto e dal centro Italia, ma anche dal Sud. Quasi assent - come ha più volte segnalato il diretore con rammarico - le classi trentne. La sfda è ricucire il legame con la scuola. I castelli fanno il pieno . Bilancio senza dubbio positvo per il sistema dei castelli - Il Buonconsiglio e gli altri quatro manieri - che nel 2016, anche grazie alle mostre proposte, hanno registrato la presenza di circa 315 mila visitatori e un incremento del 2,5% degli ingressi. Sveta, con i suoi 152 mila ingressi, il simbolo della cità, il Castello del Buonconsiglio. Ma anche gli altri castelli archiviano una stagione positva: Thun ha avuto 78mila ingressi, Castel Beseno oltre 46mila, Stenico 21mila visitatori e Castel Caldes 16.000.
L'Adige | 05 Febbraio 2017
19 Rassegna stampa - Febbraio 2017
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«Tratare il clima con scientfcità» Stefania Povolo VIGO di FASSA In una setmana contraddistnta da un meteo mutevole e temperature capaci di regalare sbalzi considerevoli, nel cuore della Val di Fassa la Pro Loco di Vigo, in collaborazione con Dolomit Meteo di Anton Sessa con il patrocinio della Fondazione Unesco ha radunato questo weekend un team d'eccezione di espert scientfci delle meteorologia, per parlare di previsioni meteo, di neve e cambiamento climatco. Il Weekend Metereologico ha ospitato Flavio Galbiat del Centro Epson Meteo, Alessandro Ceppi del Politecnico di Milano e Gianluca Tognoni di Meteo Trentno, il climatologo Giovanni Tesauro di Meteonetwork onlus ma anche Igor Chiambret e il generale Luigi Telmon, uno dei più grandi espert di valanghe in Italia e residente a Vigo di Fassa. L'incontro, gratuito e aperto a tut, prosegue oggi e alle 15,30 ci sarà la proiezione del documentario «Punto di non ritorno-Before the Flood» di Leonardo di Caprio. Perchè organizzare un momento come questo, divulgatvo e interessante anche per i non addet ai lavori, ma con alla base degli espert scientfci di alto livello? Flavio Galbiat e Giovanni Tesauro, rispondono: «Una delle difcoltà che incontriamo è che in termini comunicatvi pare sia obbligatorio costruire un dibatto sui temi scientfci quali la climatologia o la meteorologia, ricercando cioè due voci anttetche che dialoghino tra loro. Questo, assieme alla difcoltà di comunicare in modo autorevole e professionale, fa apparire il lavoro di molt climatologi come aleatorio e poco afdabile. In realtà è tut'altro che così, e i citadini come chi si occupa di comunicare quest concet, è bene che conoscano e abbiano gli strument per leggere e contestualizzare i dat fornit, senza cadere in sensazionalismi o creare dualismi inesistent, per quanto riguarda la climatologia». Venerdì pomeriggio si è parlato di previsioni del tempo e ieri pomeriggio, complice una leggera spruzzata di neve, si è parlato proprio di questo fenomeno atmosferico, entrato nell'atualità a causa dei drammatci evento del Centro Italia. Igor Chiambret, le Guide Alpine della Val di Fassa ed il generale Luigi Telmon hanno guidato i present in una disanima interessante e multsfaccetata di ciò che è accaduto negli ultmi mesi e delle carateristche fsiche di questa partcolare precipitazione. La premiazione del concorso fotografco «La neve», legato alla manifestazione, che ha avuto oltre 100 concorrent con più di 250 immagini arrivate in redazione ha regalato immagini suggestve all'incontro, oltre all'assegnazione ai vincitori di un montepremi totale 3.500 euro. Poche, tra i premiat, le fotografe del paesaggio fassano di quest'anno. Abbiamo chiesto a Flavio Galbiat alcuni spunt su questa mancanza di neve in trentno: «Questo convegno capita in un periodo di grandi anomalie. Abbiamo visto il centro italia alle prese con nevicate eccezionali, che hanno causato danni e vitme ingent, per quanto previste molto bene da meteorologi e modelli matematci, e il nord italia, sopratuto il nordest, caraterizzato da quasi due mesi di alta pressione, quindi da precipitazioni quasi inesistent e un inizio di inverno siccitoso. E' la seconda volta che questo accade e si sta rivelando un fenomeno preoccupante e da analizzare, poichè potrebbe rientrare in quelle anomalie causate dai cambiament climatci. Ci si sta studiando, e un evento come questo è importante per difondere l'atenzione e le informazioni scientfche più autorevoli su questo tema».
20 Rassegna stampa - Febbraio 2017
La Domenica inserito del Trentno | 05 Febbraio 2017
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Il 'fume di legno' è una mostra TRENTO Fino al 26 febbraio presso la sede della SAT, si può visitare la mostra “Un Fiume di Legno”. È curata dal Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martno e racconta il trasporto, lungo i secoli, del legname dalle Valli del Vanoi e di Primiero a Venezia, atraverso la fuitazione lungo i corsi d'acqua. La mostra è allestta nel nuovo “Laboratorio Alpino e delle Dolomit - Bene UNESCO. La scorsa estate la mostra sulla fuitazione era stata allestta a Venezia, presso l'Arsenale, un luogo simbolo, in quanto punto di arrivo del viaggio del legno dalla montagna al mare, dove per secoli il legname è stato usato per costruire la fota della Serenissima. “Un Fiume di Legno”, in partcolare, atraverso i dipint dell'artsta ed antropologa Roswitha Asche, presenta il mondo sociale ed umano che ruotava, nei secoli scorsi, intorno al prelievo e al trasporto via acqua del legname. Gli allestment sono stat curat da, Cristna Zorzi, responsabile degli allestment del Parco. Orario: dal lunedì al venerdì: dalle ore 14 alle ore 18. Montagna 360 a Villazzano Rassegna cinematografca a cura dalla Circoscrizione di Villazzano in collaborazione con la SAT Bindesi e Trento Film Festval 365. Gli appuntament si tengono alla Sala civica di via Giordano, 4 a Villazzano ad ore 20.30. Giovedì 9 febbraio sono in programma i documentari: A line across the sky di Peter Mortmer (Stat Unit 40'); Capenorth di Francesca Casagranda (Italia 14'); Metronomic di Vladimir Cellier (Francia 15') Rassegna flm a Levico A cura del Comune di Levico Terme in collaborazione con la Sezione SAT, il BIM del Brenta, l’Associazione Oratorio Mons. Caproni e Trento Film Festval 365. Le proiezioni si tengono al Teatro Caproni ad ore 20.30. Giovedì 9 febbraio è in programma il documentario Solo di Cordata di Davide Riva (Italia 84’). (ma.be.)
21 Rassegna stampa - Febbraio 2017
07 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 07 Febbraio 2017
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“L'Orso” di Annaud e quei mont del Primiero Al Cinema Astra alle ore 21 il Trento Film Festval, in collaborazione con il «Laboratorio alpino delle Dolomit Bene Unesco», ripropone L'orso (L'ours) il flm che il francese Jean Jacques Annaud realizzò nel 1998 due anni dopo lo straordinario successo internazionale di Il nome della rosa . Trato dal romanzo di James Oliver Curwood The Grizzly King è ambientato nel 1885 nei selvaggi e allora inesplorat territori della Columbia Britannica, ma fu girato in gran parte nel Primiero con sullo sfondo le Dolomit e nelle Alpi Tirolesi. «Tuto è fnto, anche il paesaggio, in questa favola da 30 miliardi, e tuto sembra vero. È come un disegno animato girato dal vivo. Struggente e ricatatorio?» (M. Morandini). È la storia di un orseto rimasto orfano che cerca di farsi amico un grande grizzly ferito, braccato da tre cacciatori. Orso e uomo troveranno un modo per rispetarsi reciprocamente. Il flm rappresenta un'occasione per ripercorrere la storia della convivenza uomo-orso anche nella nostra provincia, un tema, questo, sopratuto oggi di grande atualità alla luce della popolazione di orsi bruni che vive in Trentno, con la loro reintroduzione atuata con il progeto Life Ursus e che più in generale s'inquadra nel problema del ritorno nelle Alpi e negli Appennini dei grandi predatori, tra i quali, oltre all'orso bruno, il lupo, la lince e lo sciacallo dorato. Ma anche di ragionare sull'importanza di promozione territoriale che le produzioni cinematografche e televisive possono giocare con le Film Commission, tra cui quella del Trentno. G.B.
22 Rassegna stampa - Febbraio 2017
L'Adige | 07 Febbraio 2017
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“Brenta Trail” per 700 MOLVENO Correre tra le vete dolomitche, patrimonio dell'Unesco: un'emozione che si vive solo partecipando al «Dolomit di Brenta Trail», dove la massacrante fatca è ripagata dai paesaggi da faba che si atraversano. La seconda edizione si disputerà il prossimo 9 setembre ed è stata presentata al Palacongressi di Molveno dinanzi ad una platea afollata di atlet, sponsor, autorità e giornalist. Alessandro Betega , presidente di Molveno Holiday (la società organizzatrice dell'evento e che rappresenta Molveno nell'Apt Paganella), ha ricordato che la competzione vuole accompagnare chi partecipa in un viaggio che, partendo dal magico Lago di Molveno, si snoda atraverso il Gruppo del Brenta, passando da Cima Santa Maria e Cima di Campa, per giungere poi al Passo del Grosté e percorrere tuta la parte centrale del Brenta ai piedi di Cima Brenta, Crozzon di Brenta, Cima Tosa, Campanil Basso, sino a svalicare Bocca di Brenta e ridiscendere verso il lago. «Il successo della nostra manifestazione - ha aggiunto - deriva non solo dagli splendidi scenari dolomitci che fanno da cornice, ma anche perché è un connubio tra running espert e semplici escursionist». Forte dei successi otenut nel 2015 con una prova non agonistca e nel 2016 con la prima edizione compettva che ha registrato la partecipazione di 598 atlet, per la gara di quest'anno gli organizzatori sono riuscit a portare il numero massimo di partecipant a 700 iscrizioni, 100 in più dell'anno scorso. Per Betega, senza i 120 volontari che si prestano per l'intera durata dell'evento, non sarebbe stato possibile raggiungere questo successo. La prima novità di quest'anno, come deto, consiste nell'innalzamento del numero dei partecipant che potranno raccogliere tute le informazioni sulle iscrizioni e le carateristche del tracciato all'indirizzo internet www.dolomitdibrentatrail.it.
23 Rassegna stampa - Febbraio 2017
I percorsi sono sempre gli stessi: quello lungo di 64 Km con un dislivello totale di 4.200 metri (partenza alle 6 del matno e tempo massimo di 17 ore), e quello corto di 45 con un dislivello di 2.850 metri (partenza alle 8.30 e tempo massimo 14 ore e 30). L'altra novità è una «app» per il proprio smartphone che si chiama Georesq: si trata di un servizio, promosso dal Cai e gestto dal Corpo nazionale del Soccorso Alpino, per la geolocalizzazione e l'inoltro delle richieste di soccorso dedicato a tut i frequentatori della montagna. L'applicazione può essere scaricata prima della gara da internet (www.georesq.it/) ed avrà una gratuità di trenta giorni. Consente di atvare i soccorsi trasmetendo la posizione in tempo reale dell'utlizzatore. Fanno parte della squadra organizzatva della manifestazione anche la «Trentno Trail Running» che si occupa della parte tecnica; il campione di scialpinismo e alpinista Franz Nicolini, per gli aspet legat al percorso e alla sicurezza e la guida alpina Claudio Kerschbaumer per gli aspet organizzatvi e logistci.
Trentno | 07 Febbraio 2017
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Grisoto: “Priorità a Passo Rolle” PRIMIERO A bocce ferme, chiediamo al nuovo presidente del Parco di Paneveggio Pale di San Martno, Silvio Grisoto, alcune considerazioni e prima fra tute il fato che sia stato eleto con una votazione per niente contrastata (18 contro 5), contrariamente a quanto ci si aspetava alla vigilia, segno, forse, che i giochi erano stat già fat. La sua posizione al riguardo? «Per me è stata una vera e propria sorpresa aver otenuto un risultato tanto neto. Sopratuto nelle ultme due setmane avevo percepito una situazione che, seppur potenzialmente positva nei miei confront, non era certo rassicurante. Durante i miei incontri per presentarmi e illustrare il mio programma, se alcuni avevano esplicitato da subito la volontà di sostenermi, molt altri che non avevano preso posizione, rimandando il tuto al Comitato eletvo. In efet quindi i giochi non erano già fat. Voglio credere che mi hanno scelto sia per avere un candidato un po’ “del mestere”, sia per avere una persona “super partes” e slegata dalla politca locale, dai confit e dalle tensioni che la caraterizzano da troppo tempo. Non credo quindi di essere stato scelto come “pedina 24 Rassegna stampa - Febbraio 2017
manovrabile” da nessuno». Come si pone nei rapport con Daniele Gubert? «Ribadisco di aver vissuto in maniera piutosto amara il tentatvo di montare una rivalità tra di noi, sia personale che di pensiero. Ritengo Daniele una persona molto intelligente e dotata di una visione certamente sopra la media, talvolta mal interpretata, con cui sarà un privilegio collaborare, per il bene del Parco e del nostro territorio. Tra l’altro, ho trovato diversi spunt nel suo programma molto interessant e molt afni al mio». Quali punt del suo corposo programma intende afrontare per primi? «I temi da afrontare sono molt e ciascuno con svariat gradi di complessità. Per quel che mi riguarda al primo posto della mia agenda c’è la questone del Passo Rolle: tut gli intervent, urgent e doverosi, in via di defnizione (riqualifcazione, viabilità, impiant) richiederanno una grande atenzione anche da parte del Parco, in collaborazione con i Comuni, la Provincia, il Demanio, in quanto ritengo che Passo Rolle, culla delle Dolomit patrimonio Unesco dell'umanità, richieda una atenzione paesaggistca ed ambientale non comune, che tuteli in modo assoluto un bene non solo trentno ma della colletvità tuta, se necessario richiedendo uno sforzo ulteriore a tut gli atori coinvolt nel progeto. Io dico sempre che i politci ed i dirigent passano, ma gli errori che si commetono sull’ambiente e sul paesaggio rimangono per sempre. Oltre al tema Rolle, bisogna iniziare la stesura dei regolament delle atvità previste dal Piano di Parco, con i quali potranno essere possibili eventuali “aggiustament”. È ormai soto gli occhi di tut come amministrare l’Ente Parco, già da qualche anno, sta diventando un’impresa non facile per quel che riguarda gli aspet squisitamente economico-fnanziari: i trasferiment da parte della Provincia hanno subìto un forte e costante decremento negli ultmi anni; un obbietvo cardine dovrà quindi essere il contenimento della spesa, cercando però, per quanto possibile, di non andare a colpire quei territori e quelle voci più deboli e “indifese”, la cui riduzione potrebbe avere ripercussioni più che proporzionali sull’oferta e sull’immagine che il Parco fornisce all’esterno: manutenzione del territorio, educazione e ricerca». (r.b.)
Corriere delle Alpi | 07 Febbraio 2017
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Esce il nuovo libro di De Loto ambientato sulle Dolomit 25 Rassegna stampa - Febbraio 2017
SAN VITO “Voci. Un'altra gravità”. Questo il ttolo del nuovo racconto di Andrea De Loto, edito da Aracne. Andrea De Loto di professione fa l’architeto; quello di scrivere si può dunque dire che è un suo hobby. Negli ultmi anni De Loto è impegnato nello studio dei territori d’alta quota di San Vito, ed è appena uscito il suo ultmo libro ambientato nelle Dolomit. Stella percorre spesso le montagne di casa. Dopo un po’ capisce che, per viverle in modo moderno, è necessario unire storia, memoria, scienza e immaginazione. All’inizio soddisfa un bisogno istntvo che, ben presto, si trasforma in una lunga rifessione sulla montagna, sulla sua conoscenza e sul rapporto con l’uomo che da sempre vi abita. Così, i luoghi che prima Stella descriveva come una bella armonia di forme e colori, ora si animano di personaggi che li rendono vivi e pulsant come gli spazi di una chiesa barocca. Reale e fantastco insieme, il racconto è ambientato sulle Dolomit, tra il passo Giau e il monte Pelmo, fra gli spazi d’alta quota dell’antca Regola Granda di San Vito di Cadore. (a.s.)
Corriere delle Alpi | 07 Febbraio 2017
pp. 16 – 17
Verdure e zaferano i successi di Andrea di Stefano Vietna AURONZO «Se il tempo mi dà una mano...». Andrea Zandegiacomo scruta l'orizzonte e spera che il sole che ha caraterizzato questo gennaio possa sorridere anche da aprile in poi. Fare agricoltura ad 26 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Auronzo, infat, non è facile. Ma lui si appresta ad iniziare la quarta stagione e non sta con le mani in mano. Anzi, ha in animo di montare una nuova serra e di antcipare la semina di un mese, proprio ad aprile, così da avere da vendere già ai primi di giugno, sul campo di Reane, insalata, zucchine e cappucci. «Quest'anno sono riuscito ad accedere ai contribut del Psr (Piano di sviluppo rurale) per 65.000 euro e poter quindi acquistare la serra e vari macchinari ormai indispensabili per il mio lavoro: un tratore, una seminatrice automatca per le patate, una raccoglitrice di patate, una fresa ed un erpice per dissodare il terreno». Per ricevere quest contribut, Andrea ha dovuto riempire un mucchio di carte. «Quanta burocrazia! Mi ha dato una mano la Coldiret, poi io sono corso qua e là per fare i preventvi e stlare un piano aziendale su tre anni. E poi su e giù per Belluno, anche solo per una frma». Nella primavera scorsa il dossier era pronto, in autunno è arrivata l'approvazione del progeto, poi il fnanziamento con la banca per acquistare i macchinari che verranno rimborsat dal Psr. Nel fratempo Andrea è stato impegnato fno a pochi giorni fa sugli impiant di risalita di Auronzo, così da lavorare anche nel periodo invernale, in atesa della primavera quando tornerà a tut gli efet a fare l'agricoltore. Infat in soli tre anni Andrea Zandegiacomo ha cambiato radicalmente la sua vita e, da idraulico che era, ora vive in estate solo dei provent della terra. Dopo due anni di sperimentazione, ha deciso di fare il grande salto e di diventare agricoltore in montagna, ad Auronzo, dove coltva e vende sul campo. In località Reane, alla fne di via Ambata, l'appezzamento che inizialmente era di 4.500 metri quadrat ora, dopo tre anni, è diventato di 11.000 metri. Un ampio spazio dove chi lo desidera può scegliere la propria verdura diretamente sul campo e farsela cogliere, pesare e vendere sul posto. In estate vi si possono acquistare cappucci a cuore, zucche, patate, fagioli, tegoline, radicchio, cavolfori bianchi e romaneschi, verze, cetrioli, coste, cipolle, scalogno, porri, insalata gentle e brasiliana, radicchio di Chioggia e precoce di Treviso, coste bianche, sedano, prezzemolo, fnocchi, basilico, zucchine, cetrioli, cavoli viola, pomodori. La novità dello scorso anno è stata la coltvazione dello zaferano. «È andata bene per essere stata la prima volta: prevedevo di raccogliere 5.000 fori, sono arrivato alla metà. Poi la lavorazione è un po' lunga, ho messo in un vaso i pistlli e sono pront adesso per la vendita». Dai 4.500 metri della sede principale, Andrea poi si è allargato nella stessa zona, un po' più in alto; e poi vicino agli impiant di risalita. «Ma sono ancora alla ricerca di nuovi appezzament da coltvare, se qualcuno ha della terra da aftare me lo faccia sapere (cell. 3498427665, mail andreaz83@live.it, o sulla pagina Facebook Azienda Agricola Zandegiacomo), perché voglio allargare la mia atvità. Crescere è fondamentale, così come il bel tempo». Della stagione 2016 si dice molto soddisfato. «Davvero ho avuto tantssimi client che sono venut ad acquistare verdura sul mio campo e mi è servito anche essere presente al mercato setmanale in Auronzo, per farmi conoscere». «Il raccolto», conclude, «è andato un po' meno bene del previsto, ma bisogna sapersi accontentare perché qui da noi in montagna il tempo è quello che è, ed una gelata noturna improvvisa può fart perdere buona parte del raccolto. Ma io resto otmista. Questo lavoro mi piace, l'esperienza me la sono fata, riparto con grande convinzione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Fagherazzi, un lavoro da 12 ore al giorno di Ezio Franceschini ALPAGO Frammentazione geografca delle aree produtve e di fenagione, instabilità metereologica, modest incentvi e tanta burocrazia. Sono queste le difcoltà maggiori che si trova ad afrontare chi manda avant un'azienda agricola in montagna. Maurizio Fagherazzi, 35 anni, è il ttolare (e unico dipendente) della omonima società agricola che in varie zone dell'Alpago produce ortaggi e alleva animali. Un'azienda di piccole-medie dimensioni, collegata a quella del fratello maggiore Eros che gestsce l'Agriturismo Malga Cate che si trova a Chies. Una collaborazione in 27 Rassegna stampa - Febbraio 2017
famiglia che ofre una possibilità di commercializzazione in più, con la somministrazione e la vendita al detaglio di prodot locali di eccellenza, come certe varietà di fagiolo o la pecora alpagota. «Ho fato questa scelta dopo che l'azienda dove lavoravo ha avuto delle difcoltà economiche che hanno messo in discussione i post di lavoro», racconta Maurizio. «Ma ho frequentato l'isttuto agrario e la passione per l'agricoltura e l'allevamento le ho sempre avute. Inoltre ho collaborato con mio fratello per tre anni prima di aprire la società a mio nome e ora sono soddisfato, nonostante le difcoltà non manchino». L'azienda di Fagherazzi produce ortaggi di tut i tpi e spezie come lo zaferano, sia d’ estate che d’inverno, e pratca l'allevamento di pecore, capre camosciate delle Alpi, maiali e di qualche mucca fata pascolare in Cansiglio. «Riguardo al bestame la difcoltà più grande è quella di riuscire a trovare appezzament da sfalciare per rifocillarlo d'inverno col feno, la maggior parte di quelli a disposizione purtroppo sono piccoli e distant tra loro, il che comporta una spesa anche per gli spostament. Anche la loro pendenza non può essere troppa e in montagna non c'è molto terreno pianeggiante», spiega l'agricoltore alpagoto che tra gli inghippi che spesso metono a rischio il raccolto ci aggiunge anche i cambiament meteorologici. «Ci sono troppe variazioni, con periodi molto caldi che fanno sofrire certe colture e altri troppo piovosi, o come quest'inverno anche troppo freddi, tanto che cert ortaggi si congelano del tuto e quindi sono da butare. Inoltre abbiamo una stagionalità corta e oggi anche instabile», nota Fagherazzi, «con il caldo solo da maggio a setembre, e non sempre, lunghi periodi di pioggia che comprometono la crescita delle patate o di clima secco che crea problemi a quella dei fagioli». Nonostante le difcoltà, relatve anche alla troppa burocrazia e lentezza delle pratche e delle certfcazioni, che in questo setore abbondano “anche a ragion veduta”, l'intenzione di Fagherazzi è quella di non farsi abbatere e di contnuare la propria atvità alla quale dedica 12 ore al giorno di lavoro d'estate e qualche ora di meno in inverno «solo perché fa buio presto», dice, ammetendo di potersi permetere un aiuto sul campo solo per brevissimi periodi. «Ma ho intenzione di aprire un punto vendita direto anche qui a Puos», promete. Soto il proflo dei fnanziament e degli incentvi all'agricoltura di montagna Fagherazzi vede il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno: «Qualcosa arriva e benvenga, ma si potrebbe fare qualcosa di più per sostenere queste realtà che hanno un ruolo importante anche per il turismo col quale integrano la loro atvità e che contribuiscono alla conservazione e alla cura del territorio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Vinigo è il regno del cappuccio in tute le stagioni di Gianluca De Rosa VINIGO Vivere in montagna lavorando nel mondo dell'agricoltura? Si può, anche in un borgo “fantasma” come Vinigo dove oggi mancano bar e negozi. La dimostrazione di tuto ciò ha un nome ed un cognome: Alessandro Michielli. Alle soglie dei quarant'anni Alessandro si dedica anima e corpo alla sua grande passione: coltvare la terra. «L'azienda agricola Michielli è nata nel 2001 quando ero un ragazzino», racconta, «allora aveva duecento metri quadri di terreno che col tempo sono diventat tre etari. Il maltempo ha condizionato alcune scelte altriment oggi sarebbero anche di più». L'azienda agricola Michielli afanca la storica fonderia artstca di famiglia, originaria di Cortna, che invece ha sede a Peaio. «Sono due tpologie di atvità molto diverse», prosegue Alessandro, «ma entrambe confermano che in montagna ci sono tante possibilità per lavorare, basta averne la voglia. L'esperienza personale mi porta ad afermare che le generazioni moderne non hanno intenzione di lavorare e per questo motvo scaricano la colpa sugli altri lamentandosi della mancanza di opportunità. Le opportunità però vanno perseguite, con fatca e sudore». Un monito che non fa una grinza, supportato da quanto avvenuto nel recente passato proprio nella sua 28 Rassegna stampa - Febbraio 2017
azienda: «Oggi abbiamo cinque dipendent ma abbiamo fato molta fatca a reperire personale», racconta Alessandro, «i ragazzi più giovani non avevano troppa voglia di sporcarsi le mani nei campi ed alcuni stagist che avevamo accolto si erano presto trasformat in sindacalist piutosto che apprendist. Li abbiamo subito rispedit al mitente». Alessandro Michielli rappresenta a tut gli efet un pioniere del setore agricolo sul territorio di montagna: «Il nostro cappuccio di Vinigo è un prodoto conosciuto ovunque, è il nostro fore all'occhiello. È un prodoto che abbiamo rilanciato dal passato quando era molto apprezzato per la sua partcolare resistenza alle temperature invernali al punto da essere usato anche per sfamare gli animali. Ma la nostra produzione non si concentra esclusivamente sul cappuccio, di cui peraltro abbiamo dodici qualità. Abbiamo coltvazioni in grado di coprire tute le stagioni dell'anno». Negli ultmi tempi il Cadore ha segnato una ripresa sul fronte agricolo: «Fino a pochi anni fa esistevamo solo noi, ultmamente invece qualcuno si è rimesso a coltvare la terra», spiega Michielli, «a Valle e Nebbiù ad esempio ma anche ad Auronzo e Santo Stefano. Alcuni di loro, prima di iniziare i lavori, sono passat a trovarci per chiedere qualche consiglio. Questo fa piacere perché il nostro lavoro è apprezzato ma al tempo stesso vuol dire che qualcuno ha capito che la montagna è un territorio da rinvigorire anche atraverso l'agricoltura». Eppure non tut sono dello stesso avviso: «In quest anni abbiamo avuto a che fare con alcune vicissitudini spiacevoli che più volte mi hanno portato a pensare: chi me lo fa fare?», sotolinea Alessandro, «qualcuno a cui non eravamo partcolarmente simpatci ha provato in tut i modi a meterci i bastoni tra le ruote ma questo non ha mai sminuito la voglia di contnuare il nostro lavoro. La passione non è mai venuta meno ed eccoci ancora qui. Quello che veramente fa paura è il meteo: basta poco per mandare all'aria mesi di duro lavoro». Chiusura con un'esortazione rivolta ai concitadini: «Vinigo è una frazione straordinaria che meriterebbe di rinascere. Basterebbe poco, magari aprendo un bar o un ristorante. Speriamo che questo in futuro possa accadere». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Le vacche scozzesi, eccellenze feltrine di Francesca Valente SEREN DEL GRAPPA Imprenditori agricoli si nasce, come si nasce fgli di malgari, contadini e allevatori. O magari si diventa, perché si arriva a un certo punto della vita in cui la frenesia e il consumismo lasciano il passo al bisogno di genuinità e semplicità. Marco Bonan è entrambe queste cose. È cresciuto al fanco dello zio Anselmo che gli ha insegnato il mestere dell'allevatore. Dopo aver terminato gli studi al liceo scientfco e dopo aver accantonato il sogno di diventare ciclista professionista (ha fato tre anni da diletante, partecipando anche a due Giri d'Italia nella categoria), oltre che di laurearsi (ha frequentato un anno e mezzo di Tutela e riasseto del territorio a Padova), nel 2011 si è aperto la partta Iva agricola. «Aiuto mio zio da sempre, lui contnua a darmi una grossa mano nel mio lavoro», racconta il ventsetenne di Feltre, «per il resto lavoro sempre da solo, ogni tanto con l'aiuto della mia ragazza e di alcuni miei amici che fanno lo stesso mestere». Di fato è l'unico modo per farci il giro. «Ho iniziato ad allevare i maiali da subito. Prima ne avevo quatro, ora arrivo anche a una quarantna per anno, che ingrasso nella stalla di Porcen». A novembre, quando inizia il periodo della macellazione, il lavoro si intensifca: «Vendo ai privat sia l'animale intero sia i tagli mist e gli insaccat, ma a otobre punto ad aprire un laboratorio di trasformazione per ofrire prodot ancora migliori». Stessa flosofa vale per le vacche scozzesi, un'eccellenza assoluta per il Feltrino, in grado di fornire carne a basso contenuto di colesterolo e molto saporita. Ora ce ne sono una quindicina al pascolo sulle “rive” di Porcen, allevate esclusivamente a erba e feno. Per ampliare il mercato della vendita direta, Bonan punta a vincere un fnanziamento del Programma di sviluppo rurale con cui trasferire la sua atvità in un altro capannone ad Arten, più ampio e 29 Rassegna stampa - Febbraio 2017
provvisto anche di magazzino. Dal programma di sviluppo rurale Bonan ha ricevuto una grossa mano per afrontare il cosiddeto “primo insiediamento”: «Quel fnanziamento è stato fondamentale per me ma è anche un'arma a doppio taglio per chi non sa farsi bene i cont», esclama il giovane allevatore, «la prospetva del fnanziamento a fondo perduto invoglia molt, ma senza un piano di rientro delle spese il rischio di andare in perdita e fallire è molto alto». Iniziare a fare l'allevatore da zero, e da giovane, non è semplice: «Non sono investment semplici, sopratuto quando non c'è un'impresa familiare alle spalle da cui partre. E se tuto va bene, i soldi si iniziano a vedere dopo una decina di anni». Sono fondamentali la costanza e la passione, non certo l'avarizia. Alla lavorazione della carne si somma la coltvazione di un vigneto a Villaga da circa un etaro, piantato nel 2012 ed entrato in produzione per la prima volta nel 2015, da cui sono derivat un buon Pinot Grigio “Pustern”, un Traminer e un incrocio Manzoni. «Quest'anno la peronospera ha decimato la produzione», lamenta il vitcoltore, «speriamo nella qualità». Infne c'è il taglio della legna e lo sgombero della neve con il tratore in centro storico per conto del Comune di Feltre. «Questo è il mio lavoro e non lo cambierei mai con altri», esclama con entusiasmo. «Anche se non ho orari e non posso prendermi giorni liberi ogni volta che voglio, perché gli animali devono mangiare sempre e spesso lo fanno prima di me, dico sempre: meglio di me non sta nessuno». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Messaggero Veneto | 07 Febbraio 2017
p. 36 edizione Pordenone
Dolomit, l'UTI fa scuola in Europa di Giulia Sacchi MANIAGO L’Ut delle Valli delle Dolomit friulane – l’unione dei Comuni più grande d’Italia dal punto di vista territoriale – diventa caso di studio a livello europeo. Di peculiarità e sfde che atendono l’Unione della montagna del Maniaghese e dello Spilimberghese parlerà domani a Cipro Andrea Carli, presidente dell’Ut e sindaco di Maniago, nell’ambito della conferenza internazionale “Inter30 Rassegna stampa - Febbraio 2017
municipal cooperaton and good governance: Cyprus and european experience”. Alla tavola rotonda di Nicosia, capitale dell’isola del Mediterraneo, il primo citadino della cità del coltello sarà l’unico rappresentante dell’Italia e discuterà assieme a espert e amministratori di numerosi stat, dalla Francia alla Polonia, dalla Grecia alla Svizzera, del progeto che si sta realizzando in loco e che vede 20 Comuni lavorare assieme per sviluppo strategico e rilancio del territorio. «Il nostro modello di cooperazione all’interno dell’Ut ha atrato l'atenzione fuori dei confni nazionali – ha commentato il sindaco Carli –, tant’è che se ne discuterà in una conferenza internazionale in cui avremo la possibilità di confrontarci con rappresentant di altri Stat». «L’esperienza dell'Ut delle Valli delle Dolomit friulane viene osservata con atenzione nei sistemi occidentali prima di tuto per la sua unicità – ha spiegato il diretore dell’Ut, Luciano Gallo –. L’Unione della montagna si appresta ad afrontare sfde analoghe a quelle di altri Stat, in termini di sostenibilità economica e sociale. Dobbiamo pensare che la nostra Ut unisce un territorio complesso e disomogeneo, diviso tra 20 Comuni e 3 valli, che deve fare i cont prima di tuto col calo demografco. Ci sono le montagne, le Dolomit friulane, peraltro patrimonio dell’Unesco, e la fascia pedemontana, che mete assieme micro comuni anche di 200 abitant». Gallo ha precisato che «il nostro obietvo è costruire una Ut distribuita, senza distnzioni tra centro e periferia, capace di generare crescita e benessere dei citadini e fare vivere i piccoli municipi, che hanno un proprio signifcato. Non puntamo al loro superamento». Altra carateristca fondamentale dell’Unione della montagna è il fato di essere collaboratva e cooperatva. «L’obietvo è lavorare sì per fare funzionare i servizi, ma sopratuto per creare sistemi di collaborazione per politche di crescita – ha precisato Gallo –. La grande sfda è lo sviluppo in un territorio così ampio: ecco quindi che il sindaco diventa catalizzatore di proget che vanno in questa direzione». Quello della creazione dell'Unione è un passaggio storico: Carli l’ha messo in luce più volte. «Niente sarà più come prima: o si cavalca il cambiamento per trarne giovamento o si è destnat al declino irreversibile – è la visione di presidente e diretore dell’Ut –. Di questo profondo cambiamento non si vedranno i risultat a breve termine e per questo servono piani comuni che facciano da propulsore per un lungo cammino da fare assieme». Carli si è deto entusiasta di partecipare all’evento a Cipro. Un’occasione per fare conoscere la propria esperienza di alleanza territoriale e per raccogliere spunt dagli altri Paesi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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09 FEBBRAIO 2017 Trentno | 09 Febbraio 2017
p. 22 segue dalla prima
Il 'funerale' dello sci è previsto per il 2050 di Andrea Selva La neve fresca caduta (fnalmente) sulle Dolomit salverà forse questa seconda metà di stagione, ma gli interrogatvi sul futuro del turismo invernale sull’arco alpino vanno ben oltre i due mesi di siccità appena trascorsi. Questa volta l’allarme arriva dall’Agenzia europea per l’ambiente. A PAGINA 22 «Quest’anno è ancora andata bene - commenta il climatologo Luca Mercalli - perché almeno le temperature erano basse e quindi si è potuto sparare con i cannoni. In futuro, non ci si riuscirà più, perché le temperature saranno troppo elevate». Un problema che sulle Alpi è più grave: «Se nel resto del mondo il riscaldamento globale negli ultmi decenni ha innalzato le temperature medie di un grado, sulle Alpi siamo a un grado e mezzo abbondante». Nevicherà meno, ma le conseguenze sul turismo invernale saranno solo una parte del problema: «Le ripercussioni maggiori si avranno nell’agricoltura di montagna e sulla produzione idroeletrica, perché mancheranno le riserve per alimentare i bacini. Inoltre, aumenterà l’instabilità delle zone moreniche in alta montagna. Se pioverà più in alto, si verifcheranno più alluvioni con trasporto di detrit morenici. Ci saranno conseguenze anche per le specie animali. E tuto questo mentre sul clima c’è un calo di atenzione» conclude Mercalli. di Andrea Selva TRENTO La neve fresca caduta (fnalmente) sulle Dolomit salverà forse questa seconda metà di stagione, ma gli interrogatvi sul futuro del turismo invernale sull’arco alpino vanno ben oltre i due mesi di siccità appena trascorsi. Questa volta l’allarme arriva dall’Agenzia europea per l’ambiente 32 Rassegna stampa - Febbraio 2017
che nell’ultmo rapporto dedicato ai cambiament climatci in Europa, pubblicato a fne gennaio, afronta lo scenario complicato che gli operatori turistci (ma non solo loro in realtà) dovranno afrontare nei prossimi decenni. I cambiament descrit nel rapporto sono drammatci e se nell’area mediterranea bisognerà fare i cont con estat secche e torride (compensate da mezze stagioni gradevoli) sulle Alpi non andrà meglio: meno neve l’inverno, maggiori rischi di frane e crolli, con l’unico vantaggio che le località di montagna potranno diventare (nei mesi più caldi) il rifugio fresco delle persone in fuga da un clima che più a sud saprà essere infernale. Il climatologo Luca Mercalli (che intervistamo nel pezzo qui accanto) lo diceva già una decina d’anni fa: «Dimentchiamoci lo sci soto i 2 mila metri di quota, gli albergatori si preparino a ofrire il fresco estvo ai turist». E ora l’appello è ribadito, nero su bianco, dall’Unione europea. Il rapporto si soferma a lungo sulla situazione dei ghiacciai (più che dimezzat nell’arco di un secolo, con un’accelerazione netssima a partre dagli anni Otanta) e poi fornisce alcuni dat sull’innevamento citando studi svizzeri che indicano una diminuzione variabile tra le 4 e le 6 setmane della stagione dello sci per ogni grado di aumento della temperatura media. Il problema è che sull’arco alpino la temperatura negli ultmi cent’anni è aumentata il doppio rispeto alla media europea (2 gradi circa da fne Otocento) e nel 2080 si prevede che la quota dove lo sci sarà pratcabile si atesterà atorno ai 2.200 metri. Ma questa previsione riguarda la Svizzera. Sui nostri versant questo potrebbe verifcarsi prima del 2050: se gli scienziat avessero ragione addio alle discese in pista in (quasi) tute le località sciistche del Trentno. Con l’eccezione della Marmolada, del Presena, di Pejo 3000 (dove ci sono i cannoni alla quota più elevata del Trentno) e di poche piste in valle di Fassa e a Campiglio. Ma che si può fare nei trent’anni che ci separano dal funerale dello sci? L’Agenzia europea dell’ambiente suggerisce di cominciare a seguire i cambiament stagionali (abbiamo già cominciato a conoscere autunni lunghi e turistcamente appetbili) e sopratuto di considerare alternatve agli sport invernali che hanno fato la fortuna dell’oferta turistca negli ultmi cinquant’anni. La concorrenza sarà spietata visto che - si legge nel rapporto - la copertura nevosa dei versant meridionali delle Alpi sarà minore rispeto ai versant setentrionali, con la pioggia che sempre più sosttuirà i focchi, almeno alle quote più basse. Senza contare che l’invecchiamento della popolazione rappresenta (già in quest anni) un problema per il turismo invernale, se è vero quanto sostene uno studio condoto sulle Alpi austriache citato nel rapporto. Parliamo di scenari previst nei prossimi decenni. Chi ama lo sci potrà contnuare a pratcarlo. Quanto ai nostri fgli (e nipot) dimentcheranno forse i pupazzi di neve e le discese con la slita, ma potranno consolarsi pensando che le località montane delle Alpi saranno in Europa il luogo più gradevole dove trascorrere... l’estate. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
33 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Il Gazzetno | 09 Febbraio 2017
p. 19 edizione Belluno
Una note al museo: non è un flm, ma l'idea del Cazzeta per i bimbi Dario Fontanive Una note passata tra cacciatori dell'era Mesolitca e dinosauri, trascorsa interamente in uno dei musei più belli delle Dolomit inttolato a Vitorino Cazzeta (nella foto). La Note al Museo atende bambini e ragazzi tra i 6 e gli 11 anni promossa per sabato e domenica dall'Associazione culturale Tramedistoria e della Cadore Scs che da qualche giorno rappresenta la nuova gestone del museo. Un'esperienza unica per quest piccoli visitatori che potranno trascorrere una note intera in un ambiente culturale di grande interesse a streto contato con la storia arcaica del pianeta terra. «Non è stato fssato un numero chiuso di partecipant- spiega Silvana Domeneghet che fa parte dello staf della nuova gestone del museo-. Quatro o cinque operatori seguiranno i ragazzi in questa esperienza: l'ipotesi è di una trentna di partecipant ». La serata inizia alle 19 di sabato con l'arrivo dei bambini accompagnat dai genitori. Si parte subito con una breve visita leggera per prendere confdenza con gli ambient. Poi cena al sacco e verso le 20 si procederà a gruppi a fare delle atvità didatche che saranno abbinate alle varie sale espositve. Poi tut a nanna. Alla domenica sveglia, colazione e poi i genitori potranno venire a riprendersi i bambini che porteranno con sè un ricordo importante di questa note partcolare trascorsa nel museo. I bambini dovranno essere fornit del necessario per rimanere una note fuori casa: materassino, sacco a pelo, un 34 Rassegna stampa - Febbraio 2017
pasto al sacco e borsino per gli efet personali. Per informazioni: segreteria museo Vitorino Cazzeta, 0437 521068 .
11 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 11 Febbraio 2017
p. 34
Green Way Primiero punta sul rilancio di Rolle e Cereda PASSO ROLLE I passi dolomitci Rolle e Cereda vanno riqualifcat e rilanciat. È questa la sfda che il presidente di Green Way Primiero (GWP) Luca Gadenz lancia al diretvo, convocato a breve e d'urgenza, visto le fort critcità manifestate dagli operatori. L'associazione, nata nel dicembre del 2015, vede come soci fondatori Acsm Spa, i comuni di Primiero, la Comunità di Valle, la Cassa Rurale Valli d Primiero e Vanoi, il Parco di Paneveggio Pale di San Martno e l'Azienda per il turismo. È stata voluta per consentre a livello operatvo una maggiore autonomia e capacità decisionale e diventare soggeto capofla e di supporto nell'iter per l'otenimento di fnanziament provinciali, statali, europei da destnare a proget coerent con gli obietvi GWP. Tra i suoi scopi principali, quello di creare promozione, innovazione e sviluppo in chiave sostenibile ed ambientale e difondere la coscienza della straordinaria valenza delle risorse a disposizione del territorio. Finora, non si è misurata con proget di coordinamento territoriale di portata strategica, e non a caso Gadenz dice: «Sarà un banco di prova, ma essendo che il diretvo abbraccia tute le isttuzioni economiche (Acsm e Rurale), turistche (Apt) di tutela (Parco) e politche (comuni e comunità), ci sono le premesse afnché si riesca a discutere concretamente della riqualifcazione e del rilancio di 35 Rassegna stampa - Febbraio 2017
due passi dolomitci di prim'ordine, individuando e porntando avant buone pratche di utlizzo del territorio e la conservazione dei beni patrimonio Unesco. Tale riconoscimento deve aumentare e non diminuire l'interesse delle isttuzioni alla cura del bene e la prevenzione è lo strumento più efcace, non gli stat di emergenza come si rileva al passo Rolle, a cui seguirà Cereda se non si pone fne all'abbandono». Gadenz si rivolge pure alla Pat: «Su questo progeto chiediamo concretezza e lealtà di comportamento anche alla politca e agli ent provinciali. Porremo a tut i sogget coinvolt la domanda: i passi Rolle e Cereda sono beni comuni o no? Se la risposta sarà tesa a tergiversare, lo manifesteremo in tute le sedi idonee e sopratuto ai citadini». M.C.
Corriere delle Alpi | 11 Febbraio 2017
p. 26
La lunga via delle Dolomit verrà terminata e riqualifcata CORTINA / VALLE DEL BOITE La “Lunga via delle Dolomit” verrà fnita e riqualifcata. Per i ciclist ci sono insomma buone speranze di vedere terminata la ciclabile. Il trato che parte da Cortna e arriva a Calalzo, da Acquabona a Pian da Lago oggi è infat pratcamente inesistente. Dopo le numerose frane scese dal Sorapis, ad Acquabona, sul tracciato, che comunque era sterrato, è stato vietato il transito. Il Comune ha intenzione da anni di intervenire e di fnire la pista che ha una valenza turistca 36 Rassegna stampa - Febbraio 2017
strategica. Il commissario straordinario, Carlo De Rogats, nel bilancio triennale delle opere pubbliche ha inserito due milioni per la riqualifcazione del percorso tra Dogana Vecchia e il Codivilla. I lavori inizieranno nel 2018. Questa primavera infat cominceranno le opere per mitgare il rischio della frana ad Acquabona, per evitare che ogni qualvolta si verifca una colata si debba chiudere l’Alemagna che viene invasa da detrit e fango. I lavori contnueranno tuta l'estate. Una volta terminate le opere per la frana, che consistono nella realizzazione di alcuni tombot atraverso i quali i detrit possano scendere a valle, verso il torrente Boite, senza fermarsi sulla Statale, si potrà procedere con le opere per la ciclabile. Un milione e duecento mila euro di intervent verranno fnanziat dai fondi per i Comuni di confne, gli altri 800 mila sanno investt dall'Amministrazione ampezzana. L'opera sarà conclusa per il 2019. Più imminent sono invece gli intervent che verranno eseguit nei trat da San Vito a Valle. L'Um Valboite ha deciso poi di investre sulla segnaletca da posizionare lungo la ciclo-pedonale. «La lunga via delle Dolomit», spiega il presidente dell'Unione, Domenico Belf, «è un fore all'occhiello dei nostri territori. Da San Vito a Valle, nei Comuni di nostra competenza, è sempre ben mantenuta. A bordo pista i prat vengono sfalciat e vengono posizionat cestni e panchine, dai nostri operai stagionali, per far sì che la ciclabile sia un luogo sia per giovani e bambini e sia anche per anziani che vogliono farsi una passeggiata o sedersi a godere del panorama». L'Um ha deciso di investre altri 12.500 euro per posizionare sui trat da San Vito a Valle dei cartelli turistco -commerciali in italiano e inglese. «L'obietvo che ci siamo prefssat», conclude Belf, «è quello di mostrare al passante, che sia in bicicleta o a piedi, cosa può trovare all'interno dei paesi che atraversa percorrendo la “Lunga via delle Dolomit”, così da fare in modo che i ciclist non solo passino sui nostri Comuni, ma si fermino, mangino nei ristorant della zona, vedano i sit culturali. Lo scopo è far entrare il turista nei paesi e i nuovi cartelli serviranno a far conoscere cosa c'è all'interno dei territori atraversat dalla ciclabile». Alessandra Segafreddo
37 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Corriere del Veneto | 11 Febbraio 2017
p. 15
Rivoluzione per i pendolari, biglieto unico per treno e bus BELLUNO Un biglieto unico per treno e bus, per facilitare gli spostament e indirizzare gli utent verso una maggiore fruizione del servizio di trasporto locale: tuto pronto per il lancio di «Unica Card», la tessera eletronica che consentrà di acquistare più ttoli di viaggio e utlizzarli in modo integrato. Una sperimentazione che la Regione presenterà lunedì a Belluno alla presenza del governatore Luca Zaia. L’iniziatva sarà poi estesa anche alle altre sei province del Veneto. Le novità? Gli utent potranno caricare nell’unica carta bigliet singoli e abbonament, appartenent anche a diverse società di trasporto pubblico. Nel caso bellunese, le società coinvolte sono Trenitalia e DolomitBus. Con «Unica Card» i viaggiatori potranno gestre con maggiore tranquillità i cambi di mezzo. Il nuovo biglieto eletronico dovrebbe portare anche a un riordino delle tarife di Dolomitbus, fnora molto numerose e quindi difcilmente gestbili dai rigidi protocolli informatci. La collaborazione tra l’azienda bellunese degli autobus e Trenitalia si è concretzzata per la prima volta a dicembre 2015, con la nascita del servizio di trasporto pubblico integrato che prevede la 38 Rassegna stampa - Febbraio 2017
complementarità tra ferro e gomma. Nelle fasce orarie lasciate libere dall’orario cadenzato di Trenitalia, c’è sempre un bus sosttutvo tra Calalzo e Belluno e tra Belluno e Feltre. Sui bus con livrea speciale, diversi da quelli delle linee DolomitBus, si sale con il biglieto del treno. A breve, si salirà con la stessa tessera, valida anche per i viaggi sui bus di linea. Tra i servizi atvat in collaborazione tra Trenitalia e Dolomitbus, nell’ultmo anno si sono aggiunt anche il servizio di trasporto bici tra Calalzo e Cortna (solo in estate e solo nei weekend) e il regime dei bus sosttutvi in caso di soppressioni di treni. Ora toccherà al biglieto eletronico. L’iniziatva di «Unica Card», introdota sperimentalmente in provincia di Belluno, si estenderà gradualmente a tuto il Veneto grazie a specifci accordi che Trenitalia stringerà con le sigle del trasporto pubblico locale nelle varie province. Nel prossimo futuro, il volto del trasporto pubblico bellunese cambierà ulteriormente: l’eletrifcazione della trata ferroviaria Vitorio VenetoBelluno-Feltre-Montebelluna, che dovrebbe essere completata entro il 2020, è nei piani di Rf, soggeto gestore delle infrastruture ferroviarie. Realizzato l’anello, si potrebbe puntare verso il Cadore, portando l’eletrifcazione fno a Calalzo. Dalla stazione capolinea, potrebbe partre un altro progeto, quello del «Treno delle Dolomit», per il collegamento ferroviario direto tra la provincia di Belluno e l’Alto Adige. Due le principali alternatve di tracciato, ovvero una ferrovia parallela all’Alemagna in Val del Boite (di fato un calco della vecchia ferrovia Calalzo-Cortna, su cui oggi corre una pista ciclabile) e una linea più lunga verso Auronzo, che consentrebbe di risparmiare sul numero di gallerie. La partta appare lunga e complessa, ma di fato apre alla possibilità di raggiungere Bolzano da Venezia con un unico sistema di trasporto pubblico integrato legato alla nuova tessera eletronica (almeno fno al confne regionale). A. Zuc.
13 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 13 Febbraio 2017
p. 45 segue dalla prima
Capitale della cultura, occasione da cogliere 39 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Trento non sarà la capitale italiana della cultura 2018. Ci sperava, ovviamente, ed era anche entrata nelle cinque fnaliste, ma non sempre i desideri si avverano. Del resto dovendo scegliere fra candidature di pregio non sempre è un valore assoluto (ammesso che esista), ma anche altri element possono infuire, di opportunità politca, geografca sociale. Palermo ha vinto il rush fnale e non si può dire che i numeri non li abbia, a cominciare dalle testmonianze di arte e di storia per fnire con l'apertura umanitaria nei riguardi di migliaia di migrant che approdano sulle sue coste. Ma il nostro Concilio, allora? E l'esempio di convivenza con l'Alto Adige? E tant altri merit che nessuno può non riconoscere alla cità? Un ttolo sfuggito tutavia non è un giudizio negatvo. In fondo è come con i premi leterari, non sempre vince l'autore più virtuoso, la gara è gara e implica un sacco di fatori. E poi la capacità non equivale a un diploma nel casseto. L'importante, semmai, è che Trento cerchi di fare sempre di più, valorizzando le cose appariscent ma pubblicizzando con maggior determinazione anche quelle di nicchia, che sono gioielli di cultura spesso ignot alla gran parte perché costret in un angolo talvolta ma non sempre dall'eterna questone delle risorse mai sufcient. Il Festval dell'economia o il Filmfestval della montagna entrambi di grande risonanza internazionale - e anche il Muse con le sue tante performance sono un'otma vetrina, ma perché lasciar passare quasi in sordina event di rilievo come il Festval di musica antca (non a tut magari piace quel tpo di musica, come non a tut piacciono lo spread o le montagne), perché non far conoscere al pubblico con event dedicat la raccolta dei Codici musicali trentni, che è la più vasta collezione al mondo di composizioni musicali a più voci del 1400, e tuta una gamma di proposte che possono rendere la cità ancora più appetbile di quanto già non lo sia? Non dimentchiamo che la cultura può e deve essere una voce importante del nostro turismo. Sarebbe interessante infne metere a confronto i vari signifcat che alla cultura vengono assegnat a partre dall'antchità, dal mondo greco e latno per arrivare ad oggi, tante sfumature che contribuiscono a fare di un luogo il posto ideale da vivere godendo delle bellezze, immergendosi nella natura, puntando sulla solidarietà e l'accoglienza, non rinunciando all'identtà ma aprendosi con gioia e preparazione al nuovo, ofrendo spunt per crescere. È questo e anche molto altro il respiro di una cità. Intervistata dopo la vitoria di Palermo, la scritrice Dacia Maraini commentò con un auspicio: spero che per Palermo sia l'occasione per fare una grande pulizia in casa. È anche a questo che può servire un premio. E il fato che Trento si senta lontana dai problemi che afiggono la Sicilia non la deve far sentre esente dalla necessità di guardare dentro se stessa. Per fare di più e anche per fare un po' di pulizia, appunto, sopratuto in senso metaforico come intende appunto l'autrice de «La lunga vita di Marianna Ucria». Per cui anche prendere in mano con tut i mezzi e la determinazione possibili una certa delinquenza strisciante che dà insicurezza ai citadini contribuirebbe a rendere bella e felicemente vivibile una cità. Assicurano di essere su questa linea sia il sindaco Andreata che l'assessore alla cultura Robol, che garantscono tuta l'energia per andare avant, per non rinunciare a una serie di proget che non possono restare solamente sogni. Lo slogan «Trento 18» vale un programma. Bisogna batere il ferro fnché è caldo, si dice. Il Comune non dimentchi questo deto per fare quello che avrebbe fato se fosse salita sul podio e i citadini non dimentchino di tenere il fato sul collo agli amministratori afnché le pagine del dossier non rimangano da sfogliare. Pochi anni fa, nel 2009, al Trentno venne il prestgioso riconoscimento dell'Unesco che defnì le Dolomit patrimonio dell'umanità. Non è una targa da spolverare, è prima di tuto l'impegno a tutelare un bene prezioso, a valorizzarlo e a difenderlo. E questo tenendo presente il conceto che viene appunto dall'Unesco: la cultura si riassume in una serie di carateristche specifche proprie di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intelletuali ed emozionali. Non è più il tempo, allora, di afdarsi esclusivamente alle Muse delle art, della leteratura, della flosofa. Non basta. È 40 Rassegna stampa - Febbraio 2017
il tempo di conoscere la storia e di trarne tut gli esempi positvi evitando di ricadere negli errori che pure sono stat fat, di guardare alle possibilità aperte sul futuro, di vivere con educazione e dignità, di saper parlare e di saper ascoltare gli altri nella vita di tut i giorni. È il tempo di non ritenersi per dirito i primi della classe, ma di fare il possibile per diventarlo.
Corriere delle Alpi | 13 Febbraio 2017
p. 7
Una card per treni e bus: novità in Italia BELLUNO Un unico biglieto per viaggiare su più mezzi di trasporto. La card, prima del genere in Veneto e fra le prime in Italia, sarà presentata questa matna a Belluno dal presidente della Regione, Luca Zaia, nella sala del genio civile di Belluno, alle 11.30. Si trata, per la precisione, di una smart card nominatva - si chiamerà Unica Veneto - nella quale sarà possibile caricare più ttoli di viaggio (bigliet e abbonament) di diverse società di trasporto. Considerata l'importanza dell'iniziatva, insieme a Zaia interverranno Barbara Morgante, amministratore delegato di Trenitalia, e Natalia Ranza, amministratore delegato di Dolomitbus, nonché Elisa De Bert, assessore regionale ai trasport. L'accordo vede coinvolt per primi Trenitalia e Dolomitbus. L'intesa fra le due società lascia preludere ad ulteriori accordi per quanto riguarda l'armonizzazione del servizio su strada e su ferrovia, con il coordinamento degli orari, che saranno sempre più cadenzat per entrambi i trasport. L'incontro di questa matna tra Regione, Trenitalia e Dolomitbus darà modo di fare il punto anche sull'eletrifcazione dei treni, a partre dall'anello basso fra Belluno e Montebelluna e fra Belluno e Conegliano, nonché sul Treno delle Dolomit. Dovrebbe essere ormai prossima la presentazione da parte della Regione Veneto dello studio di fatbilità per il collegamento da Calalzo a Cortna e fno alla val Pusteria, ma il governatore Zaia è ateso anche per le risposte ad altre urgenze, come quella di Veneto Strade.(f.d.m.)
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Il Gazzetno | 13 Febbraio 2017
p. 10 edizione Belluno
Trento e autobus, a Belluno una sola card per viaggiare BELLUNO Unica Veneto, una sola card per viaggiare in Regione Veneto. È con questo slogan che il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, presenterà questa matna, nella sala riunioni del Genio Civile di Belluno, Unica Veneto, la smart card nominatva nella quale sarà possibile caricare più ttoli di viaggio (bigliet e abbonament) di diverse società di trasporto.Il Veneto è la prima Regione ad atvare questo servizio e Belluno la prima provincia a dotarsene grazie al progeto congiunto realizzato da Trenitalia e Dolomit Bus. Del progeto si parla da tempo e dovrebbe diventare operatvo in tuta la regione nell'arco di un paio d'anni. Così, almeno, era stato annunciato la scorsa primavera dall'assessore ai Trasport Elisa De Bert in commissione consiliare la scorsa primavera. L'assessore aveva spiegato che erano stat completat i colloqui con le Province: «Dal punto di vista politco i nodi sono sciolt. Ora si procederà con i tavoli tecnici per andare nel concreto». Nella tabella di marcia della Regione si prevedono più step. E la prima provincia a partre è Belluno.Alla presentazione di stamatna, oltre a Zaia e De Bert, partecipano Barbara Morgante, amministratore delegato di Trenitalia e Natalia Ranza, amministratore delegato di Dolomit Bus.
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Il Gazzetno | 13 Febbraio 2017
p. 6 edizione Belluno
Colonnine di ricarica Anche l'Ascom punta sulla mobilità ecologica Una più difusa, capillare installazione di colonnine per la ricarica delle biciclete eletriche è fra gli obietvi della delegazione Ascom di Cortna. L'associazione dei commerciant ne ha parlato, nella recente assemblea, su sollecitazione del consigliere Giorgio Da Rin, che ha informato i colleghi sui contat con una azienda che realizza queste torrete. «Potrebbe rivelarsi davvero interessante - ha spiegato Da Rin - per le nuove formule di turismo, legate all'utlizzo delle biciclete eletriche». Ha inoltre informato i colleghi sulla prospetva di accedere a contribut pubblici, in via di emissione, per realizzare questo progeto. Ne ha parlato personalmente con il commissario prefetzio Carlo De Rogats, con l'intento di otenere alcune agevolazioni, da parte dell'amministrazione comunale, per realizzare iniziatve di questo genere. La crescente difusione di quest mezzi mosse, gli anni passat, pure Gherardo Manaigo. Nell'estate 2015, da ttolare dello storico hotel de la Poste, e allora da presidente della associazione albergatori di Cortna, si atvò, ebbe contat con Enel, diede l'esempio, dotando il suo albergo di una vetura Smart ad alimentazione eletrica; di un punto per la ricarica delle baterie, nel cortle dell'hotel; di una mezza dozzina di biciclete a pedalata assistta, da metere a disposizione dei client. Contatò inoltre Carlo Tamburi, diretore di Enel Italia, per sviluppare assieme alcuni proget: «E' un servizio in più, da proporre ai nostri client spiegò Manaigo a cominciare dalla ricarica delle auto eletriche, presso i nostri alberghi. Ma vorrei puntare sopratuto sulla difusione delle biciclete a pedalata assistta». In due anni la 43 Rassegna stampa - Febbraio 2017
situazione è cambiata, tut i noleggiatori di biciclete, così come diversi negozi di artcoli sportvi, metono a disposizione quest mezzi, che sono sempre più difusi, fra resident e ospit. E diverse struture ricetve, persino rifugi alpini, in montagna, consentono la ricarica delle baterie.
14 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 14 Febbraio 2017
p. 10
Treno delle Dolomit, passo avant: 'Presto lo studio di fatbilità' BELLUNO «Lo studio di fatbilità è pronto e sarà presentato entro qualche mese. Speriamo di poterlo chiudere per i Mondiali di sci del 2021». Lo ha deto ieri il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (nella foto) , rispondendo a margine della presentazione della «smart card» per l'unifcazione del biglieto acqua-treno-gomma nel bellunese ad una domanda sul «treno delle Dolomit» che dovrebbe collegare la rete ferroviaria del Cadore con Dobbiaco (Bolzano). «Si trata - ha ricordato - di un progeto strategico nazionale, condiviso dal Governo e che coinvolge non solo il Veneto ma anche la Provincia autonoma di Bolzano». Il nuovo collegamento ferroviario avrà una funzione importante, secondo i promotori, nel dare risposte in partcolare ai turist che chiedono sempre più modalità eco-compatbili e meno impatant sull'ambiente per potersi muovere e raggiungere le località turistche di montagna, ma anche agli utent resident.
L'Adige | 14 Febbraio 2017
44 Rassegna stampa - Febbraio 2017
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Due collegament in più per passo Sella e Pordoi Valle di Fassa Isttuit due nuovi collegament per l'estate da Canazei a Passo Sella e Pordoi. Il raforzamento del servizio pubblico è il primo risultato del «Tavolo interprovinciale per i passi dolomitci» di cui fa parte anche il Comun General de Fascia. Nell'estate 2017 saranno avviate alcune iniziatve sperimentali per ridurre il trafco, in partcolare sul Passo Sella, quali i «Green Days» (una decina di giornate senz'auto tra luglio e agosto) ma sopratuto l'intensifcazione del trasporto pubblico che atraversa la valle e raggiunge i valichi. Il primo risultato del «Tavolo interprovinciale per i passi dolomitci» - di cui fanno parte oltre alle Province di Trento e Bolzano, il Comun Generel de Fascia i comuni di Canazei e Selva Val Gardena, e i vertci di Apt Val di Fassa e delle associazioni turistche Gardena e Alta Badia - è l'isttuzione, col sostegno di Mauro Gilmozzi, assessore provinciale trentno ai trasport e all'ambiente, di nuove linee e dell'incremento delle corse sulle trate esistent. Dal 3 luglio al 2 setembre, infat, nei giorni feriali verrà potenziato il servizio da Predazzo a Penia con corse ogni trenta minut, servite da autobus di grande capienza (autosnodat da 18 metri), e sono previst anche i prolungament nei giorni festvi da Penia al Fedaia (e viceversa) con frequenza oraria. Inoltre, dal 25 giugno al 9 setembre, verranno atvate tut i giorni (festvi compresi) con cadenza oraria due nuove linee da Canazei a Passo Sella (linea 132) e da Canazei a Passo Pordoi (linea 133), servite da autobus extraurbani. «Per migliorare la nostra mobilità e di conseguenza la qualità della vita di resident e turist - spiega la procuradora Elena Testor - è indispensabile potenziare il servizio pubblico. Ecco perché il Tavolo, dove si lavora da mesi per trovare soluzioni efcaci al problema del trafco estvo in valle e sopratuto sui passi dolomitci, è intervenuto per prima cosa su questo fronte». Ma la rifessione sulla mobilità alternatva è stata avviata da tempo in valle: «Fassa E-Moton, il progeto valligiano di bike sharing, invita resident e turist a muoversi sulle due ruote. Ma è necessario - sotolinea la procuradora - metere in campo diverse azioni per incentvare le persone a lasciare le auto ferme e a utlizzare mezzi pubblici, impiant di risalita, bici ed e-bike e anche ad andare a piedi».
45 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Corriere del Veneto | 14 Febbraio 2017
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In autobus e treno con un solo biglieto. Parte da Belluno la rivoluzione 'unica' Immaginate una tessera in stle bancomat o carta di credito, in cui si possano caricare il biglieto o l’abbonamento dell’autobus, del treno e del vaporeto; contactless e cioè senza che sia necessario tmbrare alcunché una volta salit a bordo; ricaricabile online; compatbile con qualunque azienda di trasporto pubblico. «Unica Veneto», la carta multservizi dedicata ai pendolari del Veneto, è fata esatamente così e un giorno - non subito - consentrà ad un viaggiatore di partre da Cortna in autobus (o in treno, quando ci sarà quello delle Dolomit), arrivare a Belluno e di lì prendere un treno per Venezia, fare tappa a Treviso per un salto in centro storico e poi scendere a Santa Lucia per raggiungere piazza San Marco in vaporeto, utlizzando un’unica - per l’appunto - carta integrata. «È la prima nel suo genere in Italia» hanno spiegato ieri il governatore Luca Zaia e l’amministratore delegato di Trenitalia Barbara Morgante, salit a Belluno perché è dalla capitale delle Dolomit che partrà la sperimentazione destnata ad estendersi entro il 2018 al resto del Veneto (o almeno questo è l’impegno preso dall’assessore ai Trasport Elisa De Bert). «Partamo dalla provincia che si sente più analogica e meno digitale – ha deto Zaia –. Si apre un nuovo modo di concepire la mobilità nella nostra regione e afdiamo a Belluno il compito di fare da apripista, rispondendo così anche a chi insinua che non dedichiamo le giuste atenzioni a questo territorio». Il primo step, 46 Rassegna stampa - Febbraio 2017
dunque, è l’integrazione tra Dolomitbus (era presente anche l’amministratore delegato Natalia Ranza) e Trenitalia: le prime diecimila tessere saranno gratuite; fno a maggio Unica sarà utlizzabile solo per gli abbonament mentre da giugno si potranno caricare anche i bigliet di corsa semplice delle due aziende. «Lavoriamo a questo obietvo da un anno e con più intensità, tra riunioni tecniche serrate, da sei mesi - ha raccontato De Bert - la seconda provincia in cui contamo di atvare Unica è Venezia, che già si è dotata di un card integrata bus-vaporet. E i contat sono a buon punto a Treviso e a Vicenza. A seguire verranno le altre». L’obietvo intermedio, indispensabile per il prosieguo del progeto, è l’armonizzazione degli orari, così da facilitare l’interscambio. Quello fnale, il più complesso per via delle resistenze delle aziende dei trasport, è la tarifa unica: per percorrere 30 chilometri si dovrà spendere la stessa cifra a Padova come a Verona, il che, potrà sembrare incredibile, oggi non è. (Morgante: «Siamo già al lavoro su questo punto in altre Regioni»). «È una sfda e non ho dubbi che il meccanismo andrà implementato e rafnato col tempo - ha concluso Zaia - serve un cambio non soltanto tecnico ma culturale e non voglio disfatsmi, ne ho le scatole piene dei pessimist». Chiosa Stefano Fracasso, capogruppo del Pd in Regione: «L’idea del biglieto unico nacque con Chisso nel dicembre 2003. Sono passat 14 anni e sono stat spesi svariat milioni, un otmo esempio di pessima burocrazia, specie se si pensa che l’iniziatva, al momento, è limitata a Belluno». L’occasione e la locaton sono state utli, per il governatore, anche per fare il punto sul treno delle Dolomit, che unirà Calalzo alla Val Pusteria atraversando Cortna. «Lo studio di fatbilità è pronto - ha deto Zaia - lo presenteremo a breve insieme al presidente Kompatscher, poi daremo il via al confronto col territorio sulle due ipotesi di tracciato, che non contemplano comunque l’utlizzo del sedime storico. La prima corre lungo la Valle del Boite, in variante, e costa 500 milioni; la seconda, invece, passa soto le Tre Cime in Val d’Ansiei, e costa 700 milioni. La nostra speranza è di aver chiuso la scelta e avviato l’iter per i Mondiali di Sci del 2021». Infne, la questone sicurezza, afrontata dal governatore con Morgante dopo che pochi giorni fa, lungo la linea Verona-Rovigo, un capotreno è stato aggredito da un gruppo di stranieri senza biglieto, che poi hanno sfondato la porta del comparto macchinista in cui il malcapitato si era rifugiato spaventato: «Io credo che non starebbe male un militare in ogni vagone. In tempi non sospet sono state installate videocamere e il Veneto è l’unica regione con un sistema di videosorveglianza in ogni treno. Evidentemente, però, non è sufciente, per cui chiedo che si pensi all’impiego di soldat pront a intervenire con manete e manganello a difesa tanto di chi viaggia che dei lavoratori». Marco Bonet
47 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Corriere delle Alpi | 15 Febbraio 2017
p. 25
A caccia di ricete per salvare la montagna FELTRE Sulla scia del successo avuto parlando prima dell'acqua e poi dei senteri, le comunità di Arson e Lasen propongono un altro tema di discussione fondamentale per la vita nei territori montani, quello sul “futuro dei nostri prat”, pensando per esempio all'importanza dello sfalcio. I cambiament del paesaggio, anche dove esiste ancora un'atvità agricola e di allevamento, sono al centro dell'atenzione nei due incontri organizzat per il 23 febbraio a Lasen (nella sede degli alpini alle 20.30) e il 9 marzo ad Arson (nella sala sopra la lateria). Ci si interrogherà se sia possibile o meno fare qualcosa per invertre la tendenza dell'abbandono della montagna, afrontando le (scarse) opportunità che le normatve consentono. A Lasen il tema è “Dal “segàr le sòrt” all'abbandono, non solo nostalgie”, ad Arson “Falciare ancora sul Monte Grave? Tra nuovi scenari e possibili incentvi”. Gli intervent dei relatori saranno introdot e moderat da Cesare Lasen e intervallat da brevi flmat, leture poetche e stacchi musicali per rendere più gradevoli e coinvolgent le serate, senza dimentcare lo spazio per intervent del pubblico. A Lasen, Antonio Tato ed Ennio De Simoi apriranno l'incontro con informazioni storiche e di archivio sulle proprietà comunali denominate “Sòrt”. Il cambiamento del paesaggio dovuto all'abbandono della fenagione (importantssima sul massiccio del San Mauro-monte Grave) sta determinando signifcatve variazioni nelle comunità animali e sarà compito di Michele Cassol riassumerle. L'intervento conclusivo è riservato ad Alberto Vallat, che sotolineerà i cambiament intercorsi nell'alimentazione dei bovini da late, che ha reso la produzione di feno poco appetbile. Ad Arson l'introduzione è afdata a Gianni Poloniato del Parco delle Dolomit, che ha seguito un progeto di ripristno di aree pratve abbandonate sul monte Grave, otenendo risultat interessant. Toccherà poi a Giuseppe Pellegrini, tecnico agronomo, informare la popolazione sulla possibilità di accedere a qualche contributo per una valorizzazione delle risorse foraggere (conversione verso il biologico). Chiuderanno gli intervent di Andrea Bona, che porterà l'esempio della Fondazione Valle di Seren per far rivivere la montagna, e di Maurizio Busata che, in collaborazione con l'avvocato Enrico Gaz, ha presentato una proposta di legge sul recupero di terreni abbandonat. (sco) 48 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Alto Adige | 15 Febbraio 2017
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Mussner: “Il treno per il Cadore aiuterà turismo e ambiente” di Ezio Danieli ALTA PUSTERIA Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato che lo studio per la fatbilità del collegamento ferroviario fra Calalzo e l'Alta Pusteria, via Cortna d'Ampezzo, è pronto e sarà presentato presto. "È importante il passo che ha compiuto il Veneto e sono contento. Il sì allo studio di fatbilità è di fondamentale importanza per ragionare su cose concrete- è il primo commento dell'assessore altoatesino ai trasport Florian Mussner, da sempre sostenitore del ripristno del trenino che arrivava a Dobbiaco - Adesso occorre verifcare il tracciato scelto: ricordo che era stata ventlata la possibilità di arrivare a Brunico tramite un tunnel a San Vigilio di Marebbe. Comunque siamo content perché si trata del ripristno di una linea ferroviaria che ha avuto notevole importanza prima della sua chiusura alquanto prematura”. L'Alto Adige ha sempre riconosciuto che il collegamento via rotaia con il Veneto rientra fra gli obietvi dell'intesa per la tutela e lo sviluppo dei territori di confne sotoscrita nel 2014 tra le Province di Bolzano e Trento, le Regioni Lombardia e Veneto, i ministeri dell’economia e delle fnanze e degli afari regionali. Zaia ha ripetutamente certfcato l'interesse del ministro delle Infrastruture Graziano Delrio per l'opera. Opera tanto più necessaria in vista dei mondiali di sci alpino che Cortna ospiterà nel 2021. Sarà difcile, comunque, che i canteri possano aprirsi e concludersi prima di quella data, almeno nella completezza del tragito. “Il grande valore paesaggistco della zona - ha sotolineato Mussner - e la forte impronta turistca rendono sensata l'idea di investre in un collegamento ferroviario sovraregionale in grado di avere efet positvi anche sull'ambiente, in quanto garantrebbe il passaggio di una parte del trafco dalla gomma alla rotaia”. “Siamo partt con unità d'intent e con grande puntualità. Un bell'avvio per un treno e una linea ferroviaria che potranno cambiare e migliorare soto molt punt di vista la vita delle gent di montagna”, ha deto il presidente del Veneto Luca Zaia, apprendendo “con soddisfazione e con tuto l'impegno a proseguire su questa strada”, l'approvazione del protocollo d'intesa da parte della Provincia di Bolzano per lo studio di fatbilità. “Per le Dolomit - ha aggiunto Zaia - con la nuova gara per l'afdamento del servizio ferroviario regionale si apre un nuovo capitolo infrastruturale. Ricaveremo un loto dedicato al Bellunese per la realizzazione di quello che mi piace defnire il treno delle Dolomit, un mix tuto 49 Rassegna stampa - Febbraio 2017
nuovo tra fascino turistco, utlità per viaggiatori e pendolari, infrastruturazione rispetosa dell'ambiente”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
17 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 17 Febbraio 2017
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Via alpina, nuova proposta Atraversa oto Paesi, 30 regioni, cantoni o länder e più di 200 comuni, dal livello del mare ad oltre 3mila metri di altezza. Dall'Adriatco al Mar Ligure, chi cammina lungo la Via Alpina trova il punto piuà alto lungo il percorso «giallo» sul confne fra Italia ed Austria, ai 3019 metri del Niederjoch. Inaugurato nel 2002, il tracciato della Via Alpina si compone di cinque trat: gli itnerari rosso, viola, giallo, verde e blu che rappresentano in tuto 5mila chilometri di senteri per 342 tappe, di cui 58 transfrontaliere: 22 sono in Slovenia, 121 in Italia, 30 in Germania, 70 in Austria, 3 in Liechtenstein, 55 in Svizzera, 40 in Francia, una a Monaco. Dalla Baviera a Trieste via Dolomit L'itnerario giallo, in 40 tappe, conduce da Trieste a Oberstdorf, in Baviera, passando per il Carso, le Alpi Carniche meridionali (Austria), le Dolomit trentne (Marmolada, Catnaccio), Bolzano, il Niederjoch, l'Ötztal, i rilievi boschivi della valle dell'Inn e l'Allgäu (Germania), fno al punto d'incontro degli itnerari giallo, rosso e viola a Oberstdorf, in Baviera.
50 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Ora, uno studio europeo coordinato da Eurac Research di Bolzano ha ripensato l'itnerario della Via Alpina Gialla.I ricercatori hanno mappato il percorso, studiato le tappe, individuato le struture ricetve e i servizi ai viaggiatori. Hanno esaminato le aspetatve degli escursionist, in partcolare quelle degli «over 55», e ragionato sui punt di forza che potrebbero atrare un numero sempre crescente di turist e contribuire così allo sviluppo delle destnazioni. «Il risultato di questo lavoro, svolto da un gruppo di oto isttuzioni e aziende europee coordinate da Eurac Research - viene spiegato - è un nuovo itnerario alpino che parte dalla Germania e raggiunge il mare di Trieste. La nuova Via Transalpina si rifà al percorso della Via Alpina Gialla ? sviluppata nel 2002 su iniziatva dei paesi alpini ? con diversi element di novità. Gli element di novità «Tappe più brevi e più accessibili, inversione di partenza e arrivo e promozione digitale basata su una app e un sito internet sono le diferenze più marcate rispeto al percorso originario», spiega l'Eurac. «La Via Alpina Gialla prevede infat 40 tappe e l'arrivo in Germania. Le tappe sono lunghe e spesso caraterizzate da pendenze important, per questo i ricercatori hanno ritenuto opportuno aumentarle e abbreviarle. Hanno pensato inoltre di invertre il senso di marcia per porre il mare come meta fnale: partenza a Oberstdorf, passaggio per i castelli del Tirolo, per l'Alto Adige con la Val Senales e Bolzano, per poi arrivare in Cadore e in Friuli». «Le lunghe vie rappresentano important opportunità di sviluppo per le destnazioni: atraggono i turist, richiedono servizi e infrastruture e quindi muovono l'economia locale. Per questo abbiamo ritenuto utle dare un nuovo slancio a un percorso bellissimo e ancora non troppo conosciuto», spiega Anna Scutari, ricercatrice di Eurac Research e coordinatrice dello studio. Per valorizzare l'unicità delle regioni atraversate, l'itnerario è stato organizzato in cinque trat che richiamano l'identtà del territorio: la parte altoatesina, per esempio, è dedicata ai luoghi di Ötzi, la trata bellunese alle Dolomit e agli scenari della Grande Guerra, la parte friulana all'enogastronomia. Una nuova guida digitale Oltre a studiare l'itnerario originario - la Via Alpina Gialla ? e a percorrerlo zaino in spalla, il gruppo di espert ha coinvolto i Comuni e le associazioni turistche per capire lo status quo della gestone di quest itnerari e la risposta dei turist. È stato poi analizzato il target di riferimento, le persone over 55, con i loro comportament di viaggio, lo stle di vita e la propensione a utlizzare strument digitali. Queste analisi hanno portato il gruppo di espert a un nuovo conceto di lunga via fortemente bastato sulla comunicazione digitale. La Via Transalpina ha anche con una «guida» digitale: una app e un sito con informazioni Gps aggiornate sui percorsi, sulle possibilità di alloggio e sui servizi. L'app raccoglierà i comment dei viaggiatori che contribuiranno a tenere aggiornate le informazioni a disposizione degli interessat. Il sito internet e la app sono online e disponibili gratuitamente dal 1° dicembre scorso.
51 Rassegna stampa - Febbraio 2017
18 FEBBRAIO 2017 Corriere delle Alpi | 18 Febbraio 2017
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Treno delle Dolomit un anno per il progeto di Filippo Tosato BELLUNO La Ferrovia delle Dolomit? Sentero luminoso e percorso a zig zag, per dirla con il Grande Timoniere Mao. Se la frma del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Provincia di Bozano e ministero delle Infrastruture (Cortna, 13 febbraio 2016) ha rappresentato un primo approdo concreto, sul progeto, certo fascinoso, permangono dubbi e critcità: «Non sarà una passeggiata», rifete il governatore Luca Zaia «ma è una chance straordinaria per rivitalizzare la nostra montagna e trasformare il ricordo di un vecchio percorso su rotaia nell’Orient Express dell’arco dolomitco, proietato verso il cuore della Miteleuropa». Così, alla vigilia del vertce tecnico del 22 febbraio, Sistemi Territoriali (la società incaricata della progetazione) ha messo a punto uno studio di fatbilità che prevede due opzioni di percorso, entrambi in partenza da Calalzo destnazione Cortna. Il primo, denominato “Val Ansiei” , corre su 271 km (18 in galleria) con un tempo di percorrenza fssato in 70 minut; sete le fermate - Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Tre Cime, San Marco, Cortna Centro - e un investmento stmato in 745 milioni di euro. 52 Rassegna stampa - Febbraio 2017
L’altro tracciato, ribatezzato “Val Boite”, si snoda atraverso 227 chilometri (23 in galleria) per 63 minut di viaggio; il circuito delle sue stazioni comprende Valle, Vodo, Borca, San Vito e Cortna Centro; 710 milioni il costo preventvato. Rispeto alle valutazioni originarie, la spesa è lievitata in previsione di un anello ferroviario intorno alla cità cortnese che prevede 3 fermate (Nord, Centro, Sud) così da agevolare la prosecuzione verso Brunico, tappa prevista da Bolzano. «Comprendo i tmori di impato ambientale ma garantsco che sarà un’opera rispetosa della natura, anzi, contribuirà a rilanciare le valli bellunesi a rischio di spopolamento», si accalora Zaia, che non nasconde la preferenza verso l’ipotesi Val Ansiei: «Costa di più ma ofre ai viaggiatori uno spetacolo mozzafato, indimentcabile, che diventerà un “must” perché tut, una volta nella vita, vorranno vedere dal treno la meraviglia delle Tre Cime di Lavaredo. Penso a convogli di ultma generazione, digitali ed ecologici, con grandi vetrate spalancate sul paesaggio». Alletante, ma che c’entra la Miteleuropa? «La trata Calalzo-Cortna non esaurisce la dimensione del progeto che proseguirà fno a Dobbiaco e poi a Brunico dove il presidente di Bolzano, Arno Kompatscher, lavora già al collegamento ferroviario con l’Austria e la Svizzera». Sarà la volta che tra venet e altoatesini scoppia la pace? «C’è grande sintonia, i nostri tecnici lavorano insieme, il rapporto di collaborazione con Kompatscher è eccellente perché condividiamo un sogno che può, anzi, deve diventare realtà. Non dimentchiamo che la Ferrovia delle Dolomit ha una valenza tut’altro che locale, può diventare un asset nazionale di crescita, un’atrazione senza precedent e il ministro Delrio, che è persona afdabile, ha garantto sostegno pieno». Ma chi pagherà il conto? «Non è questo il problema principale, certo si trata di una discreta somma ma la posta in ballo è elevatssima. Nel Bellunese ci sono alberghi che chiudono per assenza di domanda, i giovani se ne vanno, l’impresa turistca nelle valli segna il passo. Questo treno può segnare davvero un nuovo inizio, calamitando quote important del fusso turistco del Veneto: parliamo di 30 milioni di presenze l’anno». Nell’atesa, qualche amministratore locale brontola, lamentando di non essere stato coinvolto né interpellato a riguardo... «Dopo la presentazione delle risultanze dello studio di fatbilità, avvieremo un confronto con i sindaci dei territori interessat per passare poi alla fase progetuale e di costruzione fnanziaria». Tempi previst? «Il piano di fatbilità arriverà, al più tardi, entro due mesi. Per il progeto esecutvo speriamo sia sufciente un anno, poi meteremo a punto la copertura fnanziaria che, considerato l’importo, coinvolgerà più isttuzioni nazionali e comunitarie». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere delle Alpi | 18 Febbraio 2017
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La proposta di SAD passa per il Flazarego BELLUNO Da Bolzano a Cortna atraverso l’altpiano dello Sciliar, la val Gardena, la Val Badia e passo Falzarego. È lungo 85 chilometri il progeto frmato Helmuth Moroder che immagina una linea ferroviaria in grado di togliere le auto dai passi dolomitci. Il progeto di fatbilità è della Sad, società di trasporto locale di Bolzano, e stma in un milione e 600 mila euro i cost per l’opera in grado non solo di fornire un’alternatva al trasporto su gomma in Val Gardena e Val Badia ma anche di agganciare Cortna ad un’arteria fondamentale come sarà quella del Brennero dopo il completamento del tunnel nel 2026. Si parla, anche in questo caso, di un progeto che guarda al futuro: secondo il progetsta i lavori potrebbero partre nel 2020. Che Cortna sia il cuore del Treno delle Dolomit lo dimostra anche l’altra idea sul campo, quella del collegamento tra la Regina delle Dolomit e Dobbiaco: proprio a Cortna un anno fa Luca Zaia ha frmato insieme a Arno Kompatscher - e alla presenza del ministro delle Infrastruture Graziano Delrio - il protocollo d’intesa per riportare in vita il collegamento tra Cadore e Pusteria così come esisteva fno agli anni ’60 del secolo scorso. (v.v.)
54 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Corriere delle Alpi | 18 Febbraio 2017
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«Chiediamo un confronto ma dev’essere costrutvo» di Valentna Voi BELLUNO «Ben venga il Treno delle Dolomit, basta che si ricordino di coinvolgerci». Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness, guarda con favore alla proposta di una linea ferroviaria che colleghi Cortna con le trate già esistent. Purché i territori - e le associazioni che li tutelano - siano coinvolte. «Non vogliamo lo stesso copione dei Mondiali di Cortna» spiega, «chiediamo alla Regione Veneto di non lasciarci fuori dalla porta. Non vogliamo il confito ma il confronto. Siamo pront a contribuire ma ci devono aprire le porte con spirito costrutvo». Per l’associazione il Sì al progeto è convinto, ma ad alcune condizioni. La prima è «che venga messo in funzione al 100% 55 Rassegna stampa - Febbraio 2017
l’esistente» spiega Casanova, «facendo un investmento per rendere appetbile quello che c’è». La seconda condizione è che la ferrovia non sia una semplice atratva turistca ma che abbia una funzione «sociale». «Se poi è anche turistca, tanto meglio» puntualizza Casanova. Anche il comitato Per Altre Strade si dice favorevole alla ferrovia. «Pensiamo possa portare uno stmolo al territorio» commenta Giovanna Deppi, «l’abbiamo visto in Austria. Certo, è un’opera che può avere un grosso impato. Ma sempre inferiore a quello di un’autostrada». Il trasporto su gomma è il convitato di pietra al tavolo del trasporto pubblico. I piloni che atraversano il Fadalto sono un monito per chiunque pensi di portare un’infrastrutura così impatante nel cuore delle Dolomit. Al tempo stesso, però, qualcuno chiede di aprire perlomeno un dibatto intorno al tema. «Noi non siamo contrari al Treno delle Dolomit» spiega Gianni Pastella di Vivaio Dolomit, «il problema è che è irrealizzabile. E inoltre, se venisse fato, si aprirebbe il problema della sua gestone futura: l’esempio di altri territori ci mostra che i bigliet coprono solo una parte dei cost, chi fnanzierebbe il resto? Una provincia che al momento non riesce neppure a garantre la manutenzione delle strade? Il treno è un costo, l’autostrada porta benefci economici grazie ai provent e inoltre può essere pensata guardando al futuro, per esempio alle auto eletriche. Ma su quest temi non siamo mai riuscit ad avere un confronto basato sui dat». Le motvazioni economiche di Vivaio Dolomit non convincono però i detratori dell’autostrada. «Nessuna linea ferroviaria si mantene con il costo dei bigliet» commenta Casanova, «neppure le metropolitane nelle grandi cità. Ma la montagna ha dirito ai servizi delle grandi cità. La ferrovia consuma poco ed è un mezzo fessibile al quale si può abbinare, nelle vallate periferiche, il trasporto su gomma. La viabilità autostradale transalpina, invece, è fnita per sempre». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 18 Febbraio 2017
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Il primo passo è l’eletrifcazione delle linee di Francesco Dal Mas BELLUNO La Regione Veneto si sta adoperando, con l’assessore ai trasport Elisa De Bert, perché i proget di eletrifcazione delle linee ferroviarie tra Castelfranco e Montebelluna e tra Conegliano e Vitorio Veneto si concludano entro l’anno, in modo da aprire il cantere nel 2018. Le risorse ci sono già. Risultano stanziat da Rf 10 milioni per una trata e altretant per la seconda. I lavori 56 Rassegna stampa - Febbraio 2017
costtuirebbero il primo step per l’eletrifcazione di tuta la linea, in provincia di Belluno. Entro il 2021 fno a Belluno. E poi avant fno a Calalzo. E da qui in avant con il collegamento sino a Cortna e in Val Pusteria. La priorità che Rf si è data con la Regione Veneto è di completare la copertura del cosiddeto "anello basso" entro i mondiali di Cortna. «Stamo tallonando le ferrovie dello Stato perché trovino i fnanziament per procedere da Montebelluna sino a Feltre e Belluno e da Vitorio Veneto fno al capoluogo» fa sapere l’assessore De Bert. Che aggiunge: «Per la verità, ci hanno deto che i soldi ci sono e noi stamo facendo pressione perché lo certfchino. È un passaggio importante per passare alla progetazione». Intorno ai proget, invece, i tecnici di Rf stanno già lavorando per le primissime trate, quelle più corte e più semplici da atrezzare, da Castelfranco a Montebelluna e da Conegliano a Vitorio Veneto. De Bert ritene, assicurazioni alla mano, che entro due anni quest setori saranno eletrifcat. Ma spera anche che le Ferrovie mantengano gli impegni per il prosieguo dat l’anno scorso. Il problema è di trovare intorno ai 70 milioni, tanto costerebbe concludere l’anello basso. «Incrociamo le dita - aferma De Bert - perché la Regione ha ordinato 9 eletrotreni che dovrebbero essere consegnat entro la fne del 2020 e tut destnat alla nuova linea ferroviaria fra il Trevigiano ed il Bellunese. I nuovi convogli troveranno, ovviamente, un’altra destnazione se la linea da Montebelluna a Feltre, fno a Belluno, quindi verso Ponte nelle Alpi e di ritorno, a Vitorio Veneto e Conegliano non sarà, appunto, eletrifcata». Nessun studio, intanto, è stato predisposto per verifcare come procedere da Ponte nelle Alpi a Calalzo, con le numerose gallerie che hanno necessità di essere alzate o, al contrario, abbassate (come accadrà per quelle tra Vitorio Veneto e Belluno). Il Comitato dei fondi di confne ha, dal canto suo, stanziato 200 mila euro quale contributo per la progetazione del collegamento tra Feltre e Primolano. La Provincia di Trento, infat, è intenzionata ad eletrifcare la Valsugana, a cui si aggancerà la ferrovia per Feltre. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 18 Febbraio 2017
57 Rassegna stampa - Febbraio 2017
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Anche il raccordo con Bolzano – Cortna Una cartna e un grafco per raccontare come sarà il futuro Treno delle Dolomit, se si troveranno i soldi per farlo e se i territori saranno d’accordo. La cartna sulla parte sinistra racconta nei partcolari dove passeranno i due tracciat, da Calalzo a Cortna, via Auronzo o via San Vito. Il tragito per Auronzo è più lungo, costa di più ma è anche più panoramico. A Zaia piace, sopratuto piace l’idea della fermata “Tre Cime”, con una vista ineguagliabile. Come si vede dalla cartna, dopo la partenza da Calalzo si succedono quatro important gallerie, fno ad Auronzo. La prima è la Col Medal, quindi la galleria Lozzo, quella indicata come Loreto (subito dopo Lozzo) e la Santa Caterina all’ingresso di Auronzo. Nello stesso trato ci sono anche dei viadot. La galleria più lunga è tra Palus San Marco e Cortna, si chiamerà Marcora. Diverse le gallerie anche nella zona di Cortna, da una stazione all’altra. L’altro tracciato è lungo la valle del Boite, partendo sempre da Calalzo e toccando Pieve di Cadore (due lunghe gallerie), Valle di Cadore (altra lunga galleria), Vodo di Cadore, Borca (dove parte la galleria Antelao), San Vito. Senza gallerie il trato tra San Vito e Cortna. Nello studio di fatbilità, c’è anche una appendice che atraverso gallerie e trat espost arriva fno ai piedi del passo Falzarego, toccando Pocol e Cinque Torri. Per quale motvo? Per raccordarsi con il progeto di Moroder che prevede un collegamento tra Bolzano a Cortna. Infat, nella ipotesi del progetsta altoatesino, l’uscita del treno che arriva da Bolzano sarebbe proprio in corrispondenza delle Cinque Torri. Progeto interessante ma molto caro, il doppio del Treno delle Dolomit bellunese. Nel grafco sono indicate le stazioni che verrebbero realizzate nel caso di un tragito verso Auronzo o dell’altro tragito verso San Vito. Ben tre sono previste a Cortna
19 FEBBRAIO 2017 Trentno | 19 Febbraio 2017
p. 37
La Magnifca conferma l'adesione a Dolomit UNESCO 58 Rassegna stampa - Febbraio 2017
CAVALESE Il 28 novembre 2011 la Magnifca Comunità aveva aderito alla Fondazione Dolomit Unesco in qualità di socio sostenitore. La Fondazione è stata costtuita per iniziatva delle Province autonome di Trento e di Bolzano, delle province di Belluno, Pordenone e Udine e dalle regioni Veneto Friuli Venezia Giulia. Il Consiglio dei regolani della Magnifca, nel corso dell’ultma seduta, su sollecitazione dello Scario Giacomo Boninsegna, ha deciso di confermare l’adesione alla Fondazione Dolomit Unesco versando la quota di 500 euro. (l.ch.)
21 FEBBRAIO 2017 Corriere del Veneto | 21 Febbraio 2017
p. 7 edizione Venezia
Le due trate del treno delle Dolomit, si sceglie tra 'panoramica' e 'veloce' BELLUNO Si incontreranno domani a Bolzano, i tecnici venet e altoatesini, per metere le carte sul tavolo. Perché le due opzioni di percorso tra Calalzo di Cadore e Cortna d’Ampezzo, una più commerciale, l’altra più panoramica, sono inserite nel contesto relatvo alla linea ferroviaria Venezia-Val Pusteria. Intanto, però, la Montagna sogna, cullata dalle parole del governatore Luca Zaia, che in riferimento al «Treno delle Dolomit» ha parlato di una chance straordinaria per rivitalizzare il territorio alpino e si è lanciato in paragoni con l’Orient Express. Di fato, il Veneto presenta due possibili tracciat, tra Calalzo e la Regina delle Dolomit. Il primo, 48 chilometri di cui 18 in galleria, passa per Domegge, Lozzo di Cadore, Cima Gogna, Auronzo di Cadore, le Tre Cime, San Marco e Cortna Centro. Sete fermate, dunque, per 70 minut e 745 milioni. Il secondo, 33 chilometri di cui 59 Rassegna stampa - Febbraio 2017
23 in galleria, di fermate ne ha cinque: Valle di Cadore, Vodo, Borca, San Vito di Cadore e Cortna Centro. Si risparmiano sete minut e 35 milioni. Inizialmente, per entrambi i percorsi la valutazione era più bassa, poi si è deciso di disegnare un anello ferroviario atorno a Cortna, con tre fermate, a Nord, al Centro e a sud della citadina, per agevola la prosecuzione per Brunico, destnazione prevista dalla Provincia di Bolzano. «Forse – aferma il presidente degli albergatori bellunesi Walter De Cassan – il percorso migliore è quello che passa per Auronzo: costa un po’ di più ma serve più località. Mi sembra quello più interessante. E poi, la parte che dà verso il Comelico è la più isolata, atualmente». Quanto ai tempi, che si scelga questo o quello, ci vorrà un anno solo per il progeto esecutvo. Quanto agli ambientalist, non faranno le barricate. «Il treno è il futuro – dice Luigi Casanova di Mountain Wilderness - basta strade e circonvallazioni. Ma nel Bellunese manca un progeto complessivo di mobilità, è su questo che bisognerebbe ragionare. E, sul punto, siamo disponibili a collaborare. Circa il Treno delle Dolomit, noi ambientalist vogliamo essere consultat, dire la nostra perché il territorio va ascoltato prima e perché quando non c’è comunicazione, sorgono i dubbi. Che portano al confito». Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali, la società incaricata della progetazione, assicura che «in termini di fatbilità, i due percorsi sono assai simili». Il Treno delle Dolomit è inserito in un contesto più vasto. Il 13 febbraio dello scorso anno Zaia e il collega della provincia autonoma Arno Kompatscher avevano frmato un protocollo di intesa del valore di un miliardo di euro. Era presente il ministro delle Infrastruture Graziano Delrio. I soldi andrebbero reperit in fondi europei, intervent governatvi ma anche da altri canali. C’è però il problema dell’eletrifcazione delle linee ma Rf (Rete ferroviaria italiana; si occupa di infrastruture) avrebbe garantto l’eletrifcazione dell’anello basso, ai piedi della montagna, entro il 2020. È un passaggio di rilievo, anche per l’utlità del Treno delle Dolomit. Almeno secondo il presidente della Confcommercio di Belluno, Paolo Doglioni, che la mete così: «Ma che ce ne facciamo del trenino se un turista, da Venezia a Calalzo, ci mete quatro ore? Perché dovrebbe prendere il treno? O è una cosa veloce oppure è inutle. Tuto va bene se i mezzi sono al passo con i tempi. È questo il problema». Simile la posizione del presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, Mario Pozza: «L’idea è buona ma anzituto bisogna vedere se ci sono le risorse. I soldi contano eccome. E poi il treno dovrebbe ofrire un servizio vero. Una trata solo panoramica non servirebbe proprio a nulla». Marco de’ Francesco
60 Rassegna stampa - Febbraio 2017
22 FEBBRAIO 2017 Corriere delle Alpi | 22 Febbraio 2017
61 Rassegna stampa - Febbraio 2017
p. 28 segue dalla prima
Crollo nella Croda dei Toni Alle 10.42 di ieri un'enorme massa detritca si è staccata dalla cima ovest della Torre Wintzermann, schiantandosi sul basamento del vicino campanile Vicenza, a quota 2400, nel cuore della val Gravasecca. DE ROSA A PAGINA 28
Si stacca e frana un pezzo della Torre Wintzermann Nell'area della Croda dei Toni colpita dalla frana di ieri atualmente non si segnalano rischi per le persone, essendo al momento pratcamente inavvicinabile; ma il problema si presenterà con l'arrivo della bella stagione, visto che la zona è molto frequentata dagli appassionat di ferrate. «Presto si dovranno efetuare i dovut sopralluoghi da parte di tecnici ed ingegneri per capire sopratuto se esistono rischi di nuove frane», sostene Bepi Mont, «sicuramente soto questo punto di vista il pericolo é concreto. Anche la nuova ferrata è stata coinvolta dalla frana, seppur marginalmente; bisognerà segnalarlo in maniera adeguata». (dierre)di Gianluca De Rosa wAURONZO Prima un forte boato, poi una grossa nuvola di polvere rimasta nell’aria per quasi un’ora prima di dissolversi defnitvamente. Non ci hanno impiegato molto gli abitant di Auronzo a capire che una grossa frana aveva appena interessato il loro territorio. Uno sguardo verso il cielo ed ecco la terribile conferma: il distacco, avvenuto nel gruppo della Croda dei Toni, è stato avvertto distntamente da alcuni resident che passeggiavano lungo la pista ciclabile ma sopratuto da operatori e turist present in quel momento su monte Agudo (che si trova in posizione frontale rispeto all’area interessata dalla frana). Erano le 10.42 di ieri matna quando un’enorme massa detritca si è staccata dalla cima ovest della Torre Wintzermann, precipitando di qualche decina di metri per poi schiantarsi sul basamento del vicino campanile Vicenza, a quota 2400 metri d’altezza, nel cuore della val Gravasecca, località impervia e per questo motvo difcilmente frequentata da alpinist sopratuto in questo periodo dell’anno. Stando alle primissime ricostruzioni, efetuate da fondovalle visto che il distacco di roccia si può notare comodamente ad occhio nudo a centnaia di metri di distanza, potrebbe essere stato interessato anche un breve trato della via ferrata denominato San Casara, collocato a poca distanza dal bivacco dei Toni. Soccorso Alpino e elisoccorso sono stat prontamente allertat dal sindaco di Auronzo, Daniela Larese Filon, in quel momento impegnata in Provincia a Belluno; ma ogni intervento di ricognizione con l’ausilio di un elicotero sembrerebbe essere stato rinviato a data da destnarsi proprio alla luce dell’assenza totale di pericolo per esseri umani e struture. «Inizialmente le notzie parlavano di un interessamento della val Giralba, per questo motvo ci siamo subito atvat per capire cosa fosse successo», racconta Bepi Mont, ttolare del rifugio Carducci, situato proprio in val Giralba, ma sopratuto alpinista e grande conoscitore della zona colpita dalla frana, «la val Giralba di quest tempi è frequentata da scialpinist o persone con le ciaspole per cui, in quel caso, qualche rischio per l’incolumità umana ci sarebbe efetvamente stato. Tutavia è bastato alzare lo sguardo per capire che in realtà la frana era scesa su un versante diverso, dove per fortuna l’accesso è partcolarmente complesso, addiritura impossibile di quest tempi. Questo ha escluso subito ogni possibile coinvolgimento di persone nella vicenda». Resta difcile al momento stabilire con esatezza quanto materiale sia venuto giù dalla torre Wintzermann, ma anche in questo caso è bastato poco per capire che le dimensioni della frana erano molto vaste. «L’area presenta una visuale aperta verso l’abitato di Auronzo per cui non è difcile farsi un’idea su ciò che è avvenuto lì sopra», prosegue Mont, «deto ciò ricordo che il campanile Vicenza nel 2008 fu teatro di un distaccamento simile, ma quello davant al quale ci 62 Rassegna stampa - Febbraio 2017
troviamo questa volta a mio avviso presenta una portata almeno dieci volte superiore. Il rumore avvertto dalla popolazione in paese è stato fortssimo, pareva venisse giÚ la montagna intera.
Corriere delle Alpi | 22 Febbraio 2017
p. 15
Realacci e Micelli per parlare di sviluppo del territorio BELLUNO
63 Rassegna stampa - Febbraio 2017
«La cultura per lo sviluppo del territorio». Questo il ttolo del convegno che Confndustria Belluno Dolomit, in collaborazione con Anfao, porterà lunedì, alle 11, alla fera internazionale dell'occhialeria alla fera di Milano. Un argomento anche per porre le basi del futuro di un setore economico sempre più determinante non solo in provincia. «Un convegno che vede alla propria base un progeto per un "Distreto culturale delle Dolomit Bellunesi"», spiega Berton. «I tre aspet strategici per la defnizione di un nuovo modello di sviluppo sono cultura, natura e manifatura. L'obietvo è concretzzare una modalità di marketng territoriale che garantsca maggiore compettvità alla provincia e alle imprese che in essa operano, con un orientamento colletvo a innovazione, creatvità, eccellenza». Dopo i salut isttuzionali di Cristano Corazzari, assessore della Regione Veneto, interverranno il presidente Anfao Cirillo Marcolin, Berton, il diretore della Fondazione Dolomit Unesco Marcella Morandini, il presidente della Fondazione Tiziano Maria Giovanna Colet. Il dibatto coinvolgerà Ermete Realacci, presidente VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici; quindi Aldo Bonomi, fondatore e diretore Consorzio Aaster; Stefano Micelli, diretore scientfco Fondazione Nord Est. Le conclusioni saranno di Renzo Iorio, presidente gruppo tecnico "Cultura e Sviluppo" di Confndustria. (m.r.)
Corriere delle Alpi | 22 Febbraio 2017
p. 19
Treno Dolomit: oggi il vertce BELLUNO Carte sul tavolo e treno sulla rotaia. Almeno in progeto: si incontreranno oggi a Bolzano i tecnici venet e altoatesini per verifcare i piani sul Treno delle Dolomit. Due tracciat quelli sulla carta tra Cortna e Calalzo, un anno per il progeto: Sistemi Territoriali (la società incaricata della progetazione) ha previsto due percorsi nel suo studio di fatbilità- Il punto di partenza in entrambi è Calalzo destnazione Cortna. Il primo, denominato "Val Ansiei" , corre su 48,223 km (18 in galleria) in 70 minut; un investmento di circa 745 milioni di euro. L'altro tracciato, "Val Boite", corre su 33,194 chilometri (23 in galleria) per 63 minut di viaggio e 710 milioni di costo. Rispeto alle valutazioni originarie, la spesa è lievitata in previsione di un anello ferroviario intorno alla cità cortnese che prevede 3 fermate (Nord, Centro, Sud) così da agevolare la prosecuzione verso Brunico, tappa prevista da Bolzano. Dal lato altoatesino si starebbe poi già lavorando per 64 Rassegna stampa - Febbraio 2017
collegament ferroviari con Austria e Svizzera. Il tavolo tecnico dovrebbe costtuire un passo ulteriore sulla fatbilità del progeto di collegamento, anche perchè il progeto esecutvo è previsto entro un anno. Un treno delle Dolomit che cerca di farsi strada anche fra i pareri negatvi: non degli ambientalist che hanno dichiarato il loro consenso, ma di alcuni rappresentant economici che si chiedono se un “trenino” abbia ancora la sua utlità.
Trentno | 22 Febbraio 2017
p. 17
Il geografo Farinelli oggi al MUSE Il Master in Beni Naturali voluto dalla Provincia all'indomani del riconoscimento Unesco delle Dolomit, si tene ogni anno presso la scuola per il governo del territorio e del paesaggio. Ad ogni edizione invita personaggi di fama per sviscerare temi che promuovano una cultura della vivibilità e del paesaggio. Oggi alle 18 in sala conferenze del MuSe, il geografo Franco Farinelli, diretore del Dipartmento di Filosofa e Comunicazione dell'Università di Bologna, terrà un incontro dal ttolo "L'invenzione della Terra. I paesaggi della nostra vita e la vivibilità".
65 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Il Gazzetno | 22 Febbraio 2017
p. 2 edizione Belluno
Treno delle Dolomit: oggi si svela il progeto Damiano Tormen Tut in carrozza: parte oggi il Treno delle Dolomit. E Cortna si prepara a diventare stazione ferroviaria, oltre che stazione sciistca. Lo studio di fatbilità della grande opera è pronto e verrà presentato oggi a Bolzano, in un incontro tra il governatore veneto Luca Zaia e il collega altoatesino Arno Kompatscher. Insomma, a distanza di un anno dalla frma del protocollo d'intesa tra il Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano, si alza il sipario sul treno chiamato a caricarsi sui binari le speranze del turismo bellunese e le aspetatve di un collegamento ferroviario verso Cortna. «Lo studio di fatbilità è pronto: sarà presentato prima congiuntamente con la Provincia di Bolzano, poi alla popolazione del Bellunese» sic dixit il governatore Zaia, giusto una setmana fa a Belluno, in occasione del vernissage di «Unica Veneto», la card che diventerà il biglieto unico per tuto il trasporto pubblico della regione. Il biglieto unico è uno degli step della rivoluzione della mobilità che Palazzo Balbi ha in mente. L'altro matoncino è proprio il treno verso Cortna. «È il grande progeto strategico nazionale, condiviso dal Governo - ha deto Zaia -. Quando Bolzano e il Veneto si metono assieme e hanno le idee chiare, è difcile fermarli». A fermare il treno potrebbero metersi semmai le considerazioni sui cost e sulla sostenibilità fnanziaria del progeto. Perché metere giù i binari oltre Calalzo (dove oggi la ferrovia si ferma) e pensare di eletrifcarli (non avrebbe alcun senso fare un nuovo treno con tecnologie vecchie) costa parecchio: suppergiù 700 milioni di euro. Questo il costo di massima espresso dallo studio di fatbilità, che individua due percorsi possibili. Per entrambi c'è una condito sine qua non: si deve passare per Cortna. Il primo itnerario però punta sulla perla passando per la Val Ansiei. Sete le fermate previste (Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Tre Cime, San Marco, Cortna Centro), 48 chilometri (di cui 18 in galleria) con un tempo di percorrenza di 70 minut. Costo: 745 milioni. Il secondo percorso invece passa per la Val Boite, ma non lungo il vecchio tracciato ferroviario. Cinque fermate (Valle, Vodo, Borca, San Vito e Cortna Centro), 33 chilometri (di cui 23 in galleria), per 63 minut di viaggio. Costo: 710 milioni di euro. 66 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Il Gazzetno | 22 Febbraio 2017
p. 11 edizione Pordenone
Quasi 42mila visitatori alla frana del Vajont ERTO CASSO Le atvità svolte all'interno del Parco Naturale delle Dolomit Friulane è stato il tema al centro dell'incontro tra il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello e l'amministrazione comunale di Erto e Casso, rappresentata dal sindaco Antonio Carrara. Alla riunione hanno partecipato anche il diretore generale della Ut delle Valli e delle Dolomit Friulane, Luciano Gallo, il presidente del Parco delle Dolomit Friulane Marco Prot e il suo diretore Graziano Danelin. Il vertce è servito per illustrare al vicepresidente le varie atvità svolte dall'ente pordenonese, tra cui fgurano anche le visite guidate al coronamento della diga del Vajont, quest'ultma di proprietà di Enel Spa, ma concessa, in via esclusiva, al Parco. Tra aprile ed otobre del 2016 i visitatori sono stat 24 mila 674, ai quali si aggiungono altri 17 mila 167 ingressi su prenotazione compiut da gruppi.Numeri estremamente important, quelli presentat a Bolzonello, che dimostrano come la diga sia uno dei luoghi più visitat della regione. Inoltre numerose presenze si registrano tra gli sportvi che pratcano l'arrampicata lungo una parete di roccia presente a pochi passi dal grande manufato. L'incontro ha permesso di avviare una serie di analisi su come potenziare l'area, dotarla di nuovi servizi e migliorarne la sicurezza. «Quest'area ha afermato Bolzonello - deve costtuire l'ingresso alla conoscenza di questo straordinario Parco, patrimonio Unesco».© riproduzione riservata
67 Rassegna stampa - Febbraio 2017
23 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 23 Febbraio 2017
p. 39 segue dalla prima
Antermoia, 98 in lizza per il rifugio Montagna La Sat cerca un gestore, valanga di domande anche dall'Appennino S ono ben 98 le persone che si sono candidate per la gestone del Rifugio Antermoia, che sorge a 2.496 metri, vicino all'omonimo lago, nel Catnaccio nel territorio del Comune di Mazzin. Dopo l'addio di Almo Giambisi, che per 27 anni ha condoto il rifugio, la Sat, proprietaria dell'immobile, dovrà ora individuare il successore e i pretendent non mancano. La maggior parte sono trentni, ma c'è chi ha scrito anche dall'Appennino. F. TORCHIO A PAGINA 39 Sono 98 le manifestazioni di interesse arrivate alla Sat per la nuova gestone del Rifugio Antermoia, che sorge a 2496 metri, vicino all'omonimo lago, nel Catnaccio nel territorio del Comune di Mazzin. La Società degli Alpinist Tridentni, che ne è proprietaria, l'ha ristruturato completamente lo scorso anno e cerca un nuovo gestore dopo la decisione di Almo Giambisi - guida alpina e protagonista di oltre 30 spedizioni alpinistche - di lasciare dopo 27 anni di appassionata quanto professionale gestone. 68 Rassegna stampa - Febbraio 2017
«Ci aspetavamo un numero elevato di manifestazioni di interesse - spiega il presidente della Sat Claudio Basset - ma non così alto; si trata per la maggior parte di fassani e di trentni, ma c'è chi ha scrito anche dall'Appennino». Qualcuno ha già iniziato ad illustrare le proprie proposte gestonali, altri hanno inviato il curriculum, e a tut la Sat ha già spedito la letera di risposta: «A tut coloro che ci hanno scrito abbiamo risposto spiegando che si passa ora alla seconda fase - spiega il presidente Basset - con la quale si va a documentare quanto serve: curricula, atestazioni, certfcazioni, competenze, esperienze precedent, piano di gestone del rifugio, ecc. Verranno poi valutat i profli e i requisit: ad esempio se chi si propone è guida alpina, se fa parte del Soccorso alpino, se ha competenze relatve alla gestone di un rifugio, se ha conoscenza del territorio, se ha competenze linguistche e così via». Nell'avviso di ricerca di un nuovo gestore, infat, la Sat ha evidenziato fra i requisit soggetvi «la conoscenza del territorio, delle vie di accesso al rifugio e ai rifugi limitrof, nonché la capacità di apprestare, eventuali, necessarie azioni di primo soccorso». La terza fase, quella di valutazione e di colloquio con la quale la Sat deciderà a chi afdare la gestone del rifugio Antermoia, dovrebbe naturalmente concludersi in vista dell'apertura del rifugio per la prossima stagione estva, normalmente dal 20 giugno. L'«Antermoia» è stato oggeto di un profondo intervento di riqualifcazione degli spazi interni (62 post leto in camere) e degli impiant, ai fni di migliorare il risparmio energetco e la sostenibilità ambientale.
Corriere delle Alpi | 23 Febbraio 2017
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Due serate contro lo spopolamento FELTRE Quei grandi prat verdi, almeno in provincia di Belluno, sono ormai soltanto un ricordo lontano. L'eco di quando, ad esempio, «tuto il monte san Mauro era sfrutato e si andava su con il falceto a mano pur di utlizzare ogni metro quadrato». Il botanico Cesare Lasen lo ricorda come fosse ieri. Ma non lo fa con tono nostalgico, quanto più realistco: «Oggi uno scenario del genere sarebbe improponibile, anche perché all'epoca era la fame vera a muovere le persone. I terreni migliori erano riservat ai campi, mentre l'erba e il feno si andava a recuperare per gli animali». Oggi invece il cibo è in una catena del supermercato, mentre l'allevamento è diventato un lavoro per pochi coraggiosi. Allora cosa ha mosso lo storico ed espertssimo di ambiente montano a organizzare una mini rassegna in sole due puntate inttolata “Il futuro dei nostri prat”? «Perché mi 69 Rassegna stampa - Febbraio 2017
dispiace vedere le nostre comunità che si stanno spopolando, le persone anziane restare, i giovani andarsene. Il nostro obietvo è lanciare spunt a entrambi, per trovare nuovi modi di pensare e vivere il Bellunese». Con lo stesso spirito erano nat i percorsi dei due anni passat sull'acqua e sulla montagna. «Sono temi di interesse che riguardano l'ambiente, il territorio e le relazioni sociali. La nostra storia e le nostre radici afondano in quest terreni». Le due serate, la prima oggi alle 20.30 all'ex scuola di Lasen, sono rivolte a tute quelle persone che abbiano «un minimo di interesse per l'esterno, a quelle che si guardano atorno mentre camminano. I prat ormai hanno quasi solamente un valore estetco e paesaggistco, piutosto che economico, ma non è deto che non lo avranno mai più». Il motvo per cui i due incontri sono stat organizzat, ancora una volta, nelle due piccole frazioni inerpicate di Arson e Lasen, è di «provare a tenere vive le comunità di questa fascia di montagna pedemontana, per legarle al territorio ed evitarne l'abbandono», precisa Lasen, che aggiunge: «Mi spiace per chi l'anno scorso è arrivato anche da Belluno ed è dovuto tornare indietro perché in sala non c'era più posto. Ma mi conforta sapere che nonostante le sale piccole, gli sviluppi sono stat di gran lunga superiori alle aspetatve». Il tema di stasera è “Dal segàr le Sòrt all'abbandono”. Ne parlano, senza nostalgie, Antonio Tato (toponomastca spiccia), Ennio De Simoi (storia e cultura), Michele Cassol (animali e cambiament) e Alberto Vallat (fenagione e alimentazione animale). Il secondo incontro si terrà invece giovedì 9 marzo, questa volta nella saleta sopra la lateria di Arson, sempre alle 20.30. A parlare di “Falciare ancora sul monte Grave? Tra nuovi scenari e possibili incentvi” ci saranno Gianni Poloniato, che porterà la sua sperimentazione, Giuseppe Pellegrini su prat e pascoli biologici, Andrea Bona sul recupero della valle di Seren che potrebbe diventare uno schema di recupero anche per Arson, infne Maurizio Busata con informazioni aggiornate sulla proposta di legge per favorire il recupero di terreni abbandonat. Modera, neanche a dirlo, Cesare Lasen. Il patrocinio indiscusso è del Parco Dolomit bellunesi, oltre che della fondazione Unesco e del Cai di Feltre. L'ingresso è libero e gratuito fno a esaurimento post. Francesca Valente ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 23 Febbraio 2017
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Treno delle Dolomit, dubbio di Bolzano di Francesco Dal Mas CORTINA Il treno delle Dolomit? Meglio Brunico che Dobbiaco, per collegare Cortna alla Val Pusteria. Come il Veneto non ha fato la scelta della valle da atraversare, se quella del Boite o quella d'Ansiei, ai piedi delle Tre Cime, così l'Alto Adige non ha opzionato la diretrice da realizzare dopo Cortna. Girare a destra per Dobbiaco oppure andare dirit per la Val Badia, fno a Brunico? Il rebus è causato dal fato che da Cortna a Dobbiaco non ci sono paesi da atraversare, passeggeri da raccogliere. Dall'altra parte sì, ad eccezione del primo trato in galleria. «Stamo studiando entrambe le variant», ci ha risposto ieri Joachim Dejaco, diretore generale della società “Strutura trasport Altoadige”. “Sta”, che ieri si è incontrato, a Bolzano, con Gian Michele Gambato, presidente della veneta “Sistemi territoriali”. Un giallo, apparentemente, questo incontro. Sembrava che fosse la volta buona per un faccia-a-faccia tra Arno Kompatscher e Luca Zaia (presidente altoatesino il primo, governatore del Veneto il secondo). Niente di tuto questo, Neppure un vertce fra gli assessori ai trasport, com'era stato ipotzzato. «Oggi non c'è stata una riunione in merito al collegamento ferroviario tra Cortna e la Val Pusteria», ha chiarito nel pomeriggio Dejaco. «Mi sono incontrato con Sistemi Territoriali per discutere un'altra questone e a margine di questo incontro ci siamo aggiornat reciprocamente sullo stato degli studi». Il Veneto, si sa, ha perfezionato gli studi di fatbilità, che prevedono il collegamento da Calalzo a Cortna via Pieve di Cadore, Valle, Vodo, Borca, San Vito, oppure via Domegge, Lozzo, Auronzo. Sceglieranno le comunità locali il tragito di loro interesse. La Provincia di Bolzano non avrebbe fato ancora una scelta precisa. Quella più semplice e meno costosa è la diretrice Cortna-Dobbiaco, dove il treno transitava un tempo. Ma ora c'è chi preferisce l'aggancio con Brunico, il capoluogo della Val Pusteria. Aggancio che permeterebbe di lambire la Val Badia, fermandosi anzituto a San Virgilio Marebbe. Val Badia, però, atraverso la quale c'è un altro treno che potrebbe passare, quello progetato dalla Sad: da Bolzano a Cortna, via Val Gardena, su e giù per i passi. Una prospetva che entusiasma Corvara, il cui consiglio si è già espresso con un voto favorevole. E che raccoglie consensi anche ad Arabba e Livinallongo. Si scusa il diretore di “Sta” di non poter scendere nei partcolari. «Sicuramente comprenderà che, prima di dare delle informazioni, le soluzioni sviluppate devono essere validate internamente. Fra qualche setmana saranno pront gli studi e verranno anche presentat pubblicamente», ci rassicura. Vuol dire, quindi, che Bolzano sta avvicinandosi a un'ipotesi, a meno che la Provincia non lasci anch'essa decidere le comunità locali. Resta il fato che se la Regione Veneto pagherà il collegamento tra Calalzo e Cortna, Bolzano si farà carico del trato successivo. Resta, sullo sfondo, il suggestvo treno della Sad che, a cont fat, potrebbe essere un successo. Più costoso, nell'investmento, garantrebbe maggiori incassi. E c’è anche un tmore che potrebbe fare la diferenza a favore di quest’ultma soluzione, ovvero che il tunnel del Brennero farà arrivare diretamente i convogli da Innsbruck a Bolzano, senza fermate a Fortezza. Per salire in Val Pusteria, i passeggeri dovrebbero tornare indietro, fno appunto a Fortezza. La diretrice concepita da Helmuth Moroder per la Sad prevede, invece, che i turist scendano dal treno europeo a Bolzano e, magari sullo stesso marciapiede, salgano su quello per Cortna, atraversando contest incantevoli. Le prossime setmane saranno decisive per perfezionare lo studio di fatbilità che, si badi, dovrà poi trasformarsi in progeto. Ma anche dall'incontro di ieri pare che un orientamento sia al momento prevalente: quello appunto di scendere a Brunico, cuore anche economico della Pusteria. Il Veneto atende rl'esito di questa elaborazione, senza spingere per un'ipotesi anziché per l'altra.
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Corriere delle Alpi | 23 Febbraio 2017
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“Noi siamo per la soluzione che passa dalla Valle d'Ansiei” BELLUNO «No speriamo che alla fne venga scelta la soluzione per la Val d’Ansiei». Il presidente del Comitato per l'Anello ferroviario delle Dolomit Filiberto Dal Molin non può esimersi dal commentare le ultme uscite sul progeto. «Siamo soddisfat delle afermazioni del Governatore Zaia, poiché abbiamo la percezione che il tema sia sempre rimasto negli interessi e nei piani della Regione, come anche del Governo. Rispeto alle parole di Maria Ciot (sindaco di Pieve) e di Alberto Ghelli (consigliere di Cibiana), invece, trovo paradossali le loro perplessità sulla possibilità di otenere questo tpo di investmento, tra l'altro basate su informazioni errate circa la lunghezza delle gallerie e sui tempi di percorrenza. La soluzione di Ghelli, oltretuto, è autolesionista perché, proponendo la linea direta tra Perarolo, Cortna e Bolzano, si dimentca dello sviluppo turistco di metà provincia». Di cosa dobbiamo parlare, quindi? «Di realizzare una metropolitana di superfcie tra Calalzo e Cortna con un passaggio a nord-est atraverso Domegge, Auronzo e le Tre Cime, con evident vantaggi per tuto il Comelico», sotolinea il presidente, «l'opera diventerebbe utlissima per operai e impiegat, indispensabile per student e anziani, ma anche per persone con disabilità, senza patente e senza auto, oltre che per turist e cicloturist». Il dubbio più grande è atorno alla spesa... «L'investmento è elevato ma verrebbe suddiviso con Trento e Bolzano, che investrebbero volenteri poiché ne conoscono i vantaggi. Non dimentchiamo, poi, che la nostra infrastrutura ferroviaria è vecchia di cent'anni, l'unica in Veneto così arretrata, e per questo così isolata. Inoltre 72 Rassegna stampa - Febbraio 2017
lo sviluppo di sistemi per ridurre l'inquinamento ambientale è diventato indispensabile. Il nostro è un contesto salubre, la qualità di vita tra le migliori in Italia: dobbiamo mantenerci su quest livelli, perché soltanto in questo modo il futuro economico della nostra provincia potrà essere roseo. Ma dovremo guadagnarcelo». Il Comitato presieduto da Dal Molin parla da anni dell'area VeneziaDolomit come di un potenziale «giardino d'Europa» per i percorsi ciclistci integrat con metropolitane di superfcie e con treni, che potrebbe giungere fno al Brennero. «Speriamo che venga scelto il percorso per la valle D'Ansiei in alternatva a quello per la valle del Boite. Diplomatci cinesi hanno dichiarato che il loro paese sarebbe disposto a investre su un percorso ferroviario che port alle Tre Cime di Lavaredo: anche loro hanno capito che i mezzi di trasporto oggi non sono le auto, ma le bici e i treni».(f.v.)
Corriere del Veneto | 23 Febbraio 2017
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“Treno delle Dolomit” Proget, vertce rinviato BELLUNO Spostato più avant l’incontro, previsto per ieri, tra tecnici venet e altoatesini sul «Treno delle Dolomit». Si trata di valutare e metere insieme i proget della Regione e della Provincia autonoma sulla linea ferroviaria Venezia-Val Pusteria. Il Veneto ha preparato due possibili tracciat tra Calalzo e Cortna d’Ampezzo: uno per Auronzo, l’altro per San Vito. Sete fermate il primo per 48 chilometri, 70 minut di percorrenza e 745 milioni di euro di spesa. Il secondo, 5 fermate, 33 chilometri e un risparmio di 7 minut di percorrenza e 35 milioni di euro. Bisognerà sceglierne uno. Secondo il presidente di «Sistemi Territoriali», la società progetatrice, Gian Michele Gambato, «sviluppi resi not a giorni».© RIPRODUZIONE RISERVATA
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24 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 24 Febbraio 2017
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Gli associat alla SAT sono il 5% dei trentni FABRIZIO TORCHIO Nel 2016, gli iscrit alla Società degli Alpinist Tridentni sono cresciut ancora, di poche unità, toccando quota 26.708, circa un quinto dei trentni. E spiccano sezioni come Riva del Garda (1.551), dopo Trento la seconda in provincia per numero di iscrit, altmetricamente la più «bassa» e numericamente fra le più «alte»: gli iscrit sono poco meno del 10% della popolazione. Ma fra le 86 sezioni spicca anche Arco (1050 iscrit) e non si può non notare la positva realtà dei soci giovani (233 a Riva, 120 ad Arco), mentre le donne associate al sodalizio sono oltre il 36% Di questo ed altro parliamo con il presidente generale della Sat, Claudio Basset . Oltre alla tradizione storica, qual è il «segreto» di quest successi? «A Riva si sono chiest anni fa quali risposte si aspetassero i soci e cosa si dovesse fare: il gruppo dirigente ha quindi messo in piedi una serie di atvità atratve e di innovazioni: "in montagna con le famiglie" permete ai soci con fgli piccoli di contnuare ad andare in montagna, creando un gruppo che costruisce vincoli di amicizia fra i bambini. Poi si sono inventat i Vip, "vecchiet in 74 Rassegna stampa - Febbraio 2017
pensione", e sono arrivat a due pullman per gita. C'è poi il rapporto con la scuola, sulla base di un progeto. È un po' anche la storia di Arco con l'accompagnamento in montagna di disabili con la joelete e di non vedent anche su vie ferrate». Realtà che pongono le basi per il futuro... «È un dato importante, in grado di intercetare nuove istanze e richieste di frequentazione della montagna, di cultura, di voglia di stare insieme in un momento di disorientamento complessivo e difcoltà di aggregazione. La sezione di Trento ha promosso le escursioni di metà setmana che sono molto partecipate e la formula ha successo anche a Mori, "Quei del zobia" Rovereto, Riva, e altri. Non è solo escursionismo, ma scoperta del territorio anche culturale in luoghi di signifcato storico, architetonico, naturalistco». Sono parecchie le sezioni Sat che contano molt giovani iscrit. È molto? O si può fare di più? «In questa direzione bisogna lavorare parecchio e investre sempre di più per un coinvolgimento direto e una responsabilità ai giovani. A Campiglio è stata costtuita con entusiasmo una sezione Sat sulla spinta di 25 ragazzi ai quali abbiamo deto: provate subito a camminare con le vostre gambe. Nel 2022, fra l'altro, per i 150 anni della Sat, Campiglio sarà un luogo d'elezione per celebrarli. Molt giovani hanno frequentato i corsi di roccia, di alpinismo e scialpinismo, che consentono a Sat di avere un rapporto con i ragazzi facendo formazione e promozione allo stesso tempo». Si può dire che la Sat è un'associazione fortemente territoriale? «È un'espressione molto radicata nella realtà trentna, e ne interpreta lo spirito profondo, caraterizzato dall'anima volontaristca e anche da una tutela della propria autonomia che si sostanzia anche nei rapport con il Club Alpino Italiano, che ne riconosce la storia e la partcolare forma organizzatva e gestonale». Fin dalla sua nascita la Sat è stata promotrice del turismo alpino. Oggi? «Sono cambiate modalità e atenzioni, alla questone turismo stamo lavorando su due piani. Uno per contribuire ad una frequentazione misurata del territorio, atraverso l'impegno di gestone di senteri e rifugi. Se non ci fosse il rifugio in molt non si avventurerebbero in alto. Il turista trova nel rifugio conforto, riparo, aiuto e questo dà la misura di come intendiamo la frequentazione della montagna, creando anche dei fltri e mantenendo sobrietà nei rifugi. Il secondo piano è quello della costruzione di moment di confronto, document, idee. C'è tuta una parte culturale importante che atene alla nostra visione ofrendo spunt e sapendo che all'inizio magari non vengono recepit. Nel 2004 a Darè parlammo di turismo a passo lento - ciaspole, scialpinismo adesso tut ne parlano e queste cose fanno parte dell'oferta delle località turistche. Pensiamo di ofrire quest contribut e di meterli a disposizione anche delle popolazioni, oltre che dei soci. Sulla Marmolada, ad esempio, siamo uscit con un documento frmato poi dal Cai del Veneto, del Friuli e dell'Alto Adige e dall'Alpenverein, club alpinistci dell'area dolomitca». A Trento, le varie sezioni sul territorio comunale contano assieme circa 5.300 soci. Tant o pochi? «Rispetano il rapporto di uno a vent e danno i numeri di questa cità alpina, anche se secondo me quando è stata presentata la cità della cultura, la dimensione alpina non era marcata. Lo sforzo della Sat, che è capofla e coordina il progeto culturale, e quello dello Spazio Alpino che è stato aperto insieme alla Provincia, alla Fondazione Dolomit Unesco, al Trento Filmfestval, al Muse e a Step. Le proposte sono molto partecipate». La storia della Sat è contrassegnata anche dalla solidarietà nei confront delle comunità di montagna. «Tante sezioni si muovono sul piano della solidarietà e la Sat è una società seria, afdabile, che dà garanzie a chi si iscrive e a chi mete uno, due, tre euro afnché siano usat in modo oculato. Complessivamente, nelle sezioni e dai soci della Sat, compresi i 10mila euro dat per l'emergenza immediata, per il Nepal sono stat raccolt circa 100mila euro. I 60mila euro delle donazioni arrivate sul conto corrente Sat per il Nepal verranno impiegat per realizzare ambulatori infermieristci e medici per gli student della scuola costruita dalla Fondazione Senza Frontere, e in 75 Rassegna stampa - Febbraio 2017
seconda batuta per portare servizio infermieristco e medico nella valle di Langtang, con un progeto di tre anni. Per l'Abruzzo erano stat raccolt 80mila euro. C'è questa credibilità della Sat che non va dispersa ed è uno dei "segret", e c'è l'afdabilità della Sat complessivamente garantta da tute le persone che si spendono nella società. Abbiamo fato il primo corso per dirigent, rivolto a dirigent di sezione o a persone che vogliono diventarlo, con oltre 90 partecipant. È un impegno che vorremmo divenisse una costante e verrà ripetuto quest'anno, anche per fornire spunt per un ricambio». Mountain bike e senteri? «Nel 2010 abbiamo costruito noi il convegno "Montagna e bici" con tut i portatori di interesse, c'erano circa cento persone e da lì è partta una prima modifca della legge che ha portato alla defnizione di downhill, con percorsi segnalat e gestt. La Sat ha chiesto di individuare i percorsi cicloescursionistci, principalmente strade forestali e mulatere e senteri che siano percorribili nei due sensi di marcia. La legge prevede dei tavoli di ambito territoriale e l'identfcazione dei percorsi in cartografa; laddove ci sono confit d'uso non risolvibili si devono apporre i cartelli di divieto. Alcuni tavoli sono stat chiusi e ben condot, in altri non si è capito che i senteri gestt dalla Sat sono patrimonio di tut, ma se non ci fossero più di mille volontari - hanno lavorato per più di 4.500 giornate nel 2016 per la manutenzione - i senteri si perderebbero».
Alto Adige | 24 Febbraio 2017
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Val Pusteria, due scelte per il treno verso il Cadore VAL PUSTERIA Sono due le ipotesi sul tappeto per disegnare il percorso pusterese del treno che potrà collegare l’Alto Adige con la provincia di Belluno. Da Cortna, le rotaie potrebbero puntare su Dobbiaco, oppure scegliere la direzione della Val Badia e raggiungere Brunico. Due opzioni che si combinano con le scelte ancora aperte anche per il trato cadorino della futura ferrovia dolomitca. In questo caso, il dubbio riguarda il tragito del collegamento dall’atuale capolinea di Calalzo fno a Cortna: si può percorrere la Valle del Boite oppure allungare il chilometraggio lungo il Centro Cadore fno ad Auronzo rientrando da lì verso il capoluogo ampezzano. La Regione Veneto ha in mano gli studi di fatbilità e la decisione sulla scelta del tragito sarà lasciata ai Comuni e alle comunità interessate. L’Alto Adige aspeta di capire come muoversi: ripristnare il treno che da Cortna raggiungeva Dobbiaco sembra la soluzione più a portata di mano. Oltre ad avere un precedente storico, il progeto appare come il più lineare e il meno costoso, ma c’è chi ha già sotolineato che il percorso non incontrerebbe altri paesi e quindi i convogli non avrebbero passeggeri da servire. I passeggeri che invece potrebbero utlizzare un treno in transito lungo la Val Badia, dove peraltro già la Sad ha in mente di portare una ferrovia, quella pensata per collegare Bolzano e Cortna in uno spetacolare giro dei passi dolomitci. Nel quadro della futura mobilità provinciale e interregionale, il tuto dovrà poi incastrarsi con il tunnel di base del Brennero: i convogli che lo percorreranno scendendo da Innsbruck a Bolzano bypasseranno Fortezza, ovvero la stazione naturale per chi vuol imboccare la Val Pusteria. Sbarcheranno invece i passeggeri a Bolzano, appunto, da dove ci si potrebbe con un agevole cambio imbarcare sul treno della Sad con destnazione Cortna. Scenari da defnire, combinazioni da pensare nel modo migliore, servizi da progetare con un occhio ai bilanci a disposizione e uno alla funzionalità del mezzo che si va ad inserire. Un’altra priorità, poi, è l’ambiente, che è la carta in più delle Dolomit, capace di atrare i turist da far muovere, ed è anche il risvolto fragile di un equilibrio da rispetare proprio nel nome dello sviluppo delle comunità. Joachim Dejaco, diretore generale di Struture trasporto Alto Adige - Sta, e Gian Michelel Gambato, presidente della veneta Sistemi territoriali, si sono intanto incontrat nei giorni scorsi a Bolzano. Sul tavolo, ufcialmente, “una questone che non era relatva al collegamento ferroviario tra Cortna e la Val Pusteria”, ha spiegato Dejaco, che ha spento l’atesa per un imminente confronto sul tema fra il presidente altoatesino Arno Kompatscher e il governatore veneto Luca Zaia, ma ha confermato che il suddeto collegamento dolomitco uno spazio in coda all’ordine del giorno se l’è comunque ritagliato. Con tute le diverse opzioni possibili e i conseguent, diversi scenari che quelle opzioni confgurano. Insomma, la ferrovia dal Cadore punterà su Dobbiaco o su Brunico e come dialogherà con quel treno frmato Sad che ha già incassato l’approvazione del consiglio comunale di Corvara e ha raccolto ammiratori bellunesi ad Arabba e Livinallongo? “Nelle prossime setmane - ha rassicurato Dejaco - saranno pront e verranno presentat gli studi”. (fdd)
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25 FEBBRAIO 2017 L'Adige | 25 Febbraio 2017
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Rifugi, innovare nella tradizione ANNIBALE SALSA STILI ALPINI Il recente scambio di opinioni fra un letore dell'Adige e Franco de Bataglia, intorno alla questone relatva ad un presunto «stle alpino» dei rifugi, si è arricchito della risposta (24 Febbraio) da parte dell'architeto Alessandro Franceschini. Della questone mi ero occupato anch'io nell'ambito di un convegno svoltosi a Trento sullo stesso tema. Un tema che coinvolge competenze sia tecniche che culturali, oltre che alpinistche, per le implicazioni di ordine architetonico e socio-antropologico che esso richiama. Il dibatto in corso mi induce, pertanto, ad intervenire riproponendo alcuni passaggi del mio intervento di allora, data la sua atualità. In una società in rapida trasformazione, niente può essere ricondoto a modelli di immutabilità a caratere defnitvo. Ciò vale anche per i rifugi alpini. L'idea del rifugio sorge, infat, nella fase di nascita e difusione del turismo alpinistco. L'idea del rifugio sorge cioè quando gli appassionat di montagna si organizzano in forma associatva e avvertono il bisogno di costruire struture fnalizzate a dare ricovero a citadini-turist fsicamente lontani dalle terre alte. Gli abitant delle montagne avevano i loro ricoveri destnat a garantre la presenza in quota nei periodi di stagionalità agro-pastorale. Erano ricoveri legat al territorio e alle sue vocazioni originarie, costruit per esigenze di lunga durata e adatat alle mutevoli ragioni della sopravvivenza. 78 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Ma quando l'invenzione turistca delle montagne genererà nuovi bisogni nasceranno struture che, con le atvità tradizionali, non avranno più nulla in comune. La montagna si arricchirà di costruzioni separate dal contesto rurale e fnalizzate a destnazioni d'uso fno a quel momento impensabili. Luoghi della fatca contadina si afancheranno, così, a luoghi reinventat dalla fatca alpinistca. I «signori» aristocratci e borghesi, arrivat dalle cità di pianura sulla scia di un prorompente immaginario romantco, contribuiranno ad alimentare il nuovo spirito del rifugio in una direzione specifcatamente protetva. Le soluzioni architetoniche seguiranno l'evoluzione del gusto estetco nel tentatvo di riprodurre il senso ed il signifcato della montagna secondo gli stlemi rappresentatvi dello specifco momento storico. Le Alpi, in relazione ai loro bacini di infuenza e di frequentazione, vedranno sorgere struture ispirate, rispetvamente, al modello architetonico dello chalet savoiardo-vallesano nel setore occidentale o di quello trolese nel setore centro-orientale. Il legame con il territorio - e con il genius loci che lo rappresenta - è perciò mediato da una visione esterna «ideal-tpica», anche se rispetosa dei materiali present in loco, funzionale a un'economia ecologica irrinunciabile. Dall'albergheto di fondo valle o di mezza costa, la salita al rifugio assumerà il signifcato di una peregrinazione catartca, liberatoria, quasi «religiosa» in senso etmologico, capace di isttuire un legame fra il basso e l'alto, fra la quotdianità prosaica e l'innalzamento sacrale. La frequentazione alpinistca delle montagne innesca, pertanto, nuove forme di comportamento improntate ad un nomadismo vertcale a tappe che, con gli usi pastorali, condivide ancora i percorsi di salita ai rifugi atraverso il retcolo dei senteri di transumanza. I mezzi meccanici non hanno fato ancora la loro comparsa ed i dislivelli devono essere superat a piedi, con le sole forze fsiche. Il rifugio diventa un punto di sosta intermedia di breve durata, in atesa del balzo fnale verso la veta. Esso costtuisce una tappa, su piccola scala, della tradizionale pratca rurale della montcazione intermedia, in atesa dell'inalpamento fnale. Si va defnendo, in tal modo, una «cultura del rifugio» che, nelle sue diverse artcolazioni regionali, alimenta una potente mitologia afdata al racconto rievocatvo di un'epopea al tramonto. Oggi la situazione non si presenta più in queste forme. La viabilità stradale di arroccamento, gli impiant di risalita meccanici, rendono il rifugio - sopratuto quello di media montagna - non più automatcamente funzionale alla domanda alpinistca delle origini. La crisi dell'alpinismo classico, la crescita quanttatva dell'escursionismo in tute le sue declinazioni, fanno del rifugio un qualcosa di progressivamente diverso rispeto al passato. Il turismo di massa, a partre dagli anni sessanta/ setanta del secolo scorso, ha modifcato radicalmente il sistema dei bisogni creandone di nuovi e soppiantando i vecchi. Molte struture, in alcuni setori delle Alpi, erano incustodite, prive di gestore, afdate al solo volontariato associatvo ed all'animo spartano dei frequentatori, le cui esigenze non andavano oltre l'essenziale. Quelli custodit, ubicat nelle aree turistcamente più richieste ed ambite, venivano e vengono afdat alle guide alpine che, fno a non molt anni fa, erano quasi interamente valligiane: uomini del territorio, portatori di interesse locali. I tempi e le situazioni cambiano, però, con una velocità che talvolta diventa impossibile inseguire. Eppure, ragioni pragmatche di oferta legate alle nuove forme di turismo dovrebbero, in qualche modo, antcipare le tendenze legate a bisogni sempre più diversifcat nella domanda. La sfda postmoderna della complessità si gioca anche su questo terreno. Durante i mesi estvi, molt turist vedono nel rifugio una meta appetbile da raggiungere. Il sogno di avvicinarsi alle grandi montagne, senza rischiare troppo, trasforma il raggiungimento del rifugio in una meta fnale, a portata di quasi tute le età. Un luogo dove ritrovare una sociabilità perduta nella frenesia della vita urbana e sperimentare quell'atmosfera incantata che il nome stesso di «rifugio» suscita ancora nella nostra società del disincanto. La magia del guscio protetvo costtuisce, infat, un potente fatore di seduzione che sarebbe ingiusto negare. In questa rappresentazione dell'incantamento, contrastante con le atuali visioni del mondo proietate verso l'annientamento 79 Rassegna stampa - Febbraio 2017
dello stupore e della meraviglia, l'atmosfera del rifugio è tut'altro che perduta. Può essere ancora la molla capace di tenere vivo l'interesse, sia di chi si avvicina per la prima volta alla montagna, sia chi si appaga ciclicamente di un «déja vu» afascinante. Sembra quasi ripetersi la contrapposizione che, a fne Otocento, opponeva i fautori della conquista delle vete, soci dell'Alpine Club di Londra, a quei personaggi come John Ruskin che sostenevano la visione a distanza delle montagne, «catedrali della Terra» da contemplare senza conquistare. Anche se le motvazioni dei nuovi frequentatori della montagna non sono sempre riconducibili a queste sublimi e rafnate rifessioni etco-estetche, resta il dato inoppugnabile dell'emergere di un modo diverso di frequentare i rifugi, che richiede coraggiosi ripensament sul loro ruolo al servizio della montagna. Tradizione ed innovazione sono concet e pratche che non possono venire disgiunt in quanto è in gioco un'identtà in movimento, quella dei rifugi appunto, che non può rinnegare una tradizione consolidata ma che, al tempo stesso, deve porre mano a forme di rivisitazione progetuale e gestonale imposte dalla rapida evoluzione dei tempi. Il rifugio, per sua stessa defnizione e poiché le parole dovrebbero essere lo specchio delle cose (bast pensare al valore della toponomastca storica nelle Alpi), non può e non deve essere confuso con la strutura alberghiera. Ma ciò non giustfca l'ateggiamento purista di restare ancorat ad una falsa immutabilità che, in nome di una discutbile autentcità, si carica di repertori retorici disancorat dalla realtà sociale ed economica. Innovare in maniera sobria e rispetosa signifca governare le spinte al cambiamento, gestrle in modo da evitare che le voglie di nuovismo ad ogni costo possano generare sradicament territoriali o spaesament mentali. Sarebbe un porsi fuori dalla storia la quale, nel suo incessante dinamismo, travolge tuto ciò che le resiste. Tante buone pratche sono documentate sull'arco alpino, sorrete dalla determinazione di trovare un equilibrio accetabile fra il mantenimento dell'aura sacrale del rifugio e le indiferibili esigenze di rinnovamento. In alcuni setori delle Alpi Occidentali, cui è legata la mia esperienza di frequentazione giovanile, resistevano e resistono ancora prassi gestonali legate a modelli d'«antan», come quella dei rifugi incustodit. Va deto che in quest distret geografci la distanza dal fondovalle e dalle strade carrarecce è molto maggiore rispeto all'area dolomitca. Comunque, gli sforzi per porre mano ad una rivoluzione epocale nel riposizionamento strategico dei rifugi sono già partt. Nascono talvolta dissensi sugli obietvi, si generano spesso confit fra le associazioni alpinistche proprietarie e gestori. Difcoltà a parte, il cammino è ormai segnato, anche se è fatcoso come tut i percorsi di montagna. Un cammino che deve ispirarsi alla massima del «pensare globalmente e agire localmente», poiché oggi la sfda è «glocale». A sua volta, il localismo genera chiusure autoreferenziali annullando la capacità di confrontarsi con l'esterno. Ben vengano, quindi, i confront e le comparazioni con quanto accade sulle montagne degli altri. La grande sfda culturale per un modo nuovo di ripensare i rifugi, sopratuto quelli di media montagna, resta quella di farne presidi del territorio, vetrine dei luoghi in cui sono insediat, spazi sociali dell'accoglienza per far dialogare la storia del luogo con la sua geografa, l'ambiente naturale con il paesaggio costruito, il genius loci con l'altrove. Se per i rifugi di media montagna, quindi, può avere senso richiamarsi alle carateristche dei manufat tradizionali «alpini» - in quanto ubicat in territori antropizzat fortemente contestualizzat entro paesaggi culturali rurali - per i rifugi d'alta montagna la libertà progetuale può trovare maggiori spazi di innovazione in quanto, in alta montagna, il rifugio è pur sempre un corpo estraneo all'ambiente.
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Alto Adige | 25 Febbraio 2017
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Dolomit a misura di ciclist ALTA BADIA L'Alta Badia ha in calendario un nuovo evento per gli sportvi: i passi dolomitci Campolongo, Falzarego e Valparola, scenario di epiche imprese che hanno fato la storia del ciclismo, domenica 18 giugno saranno i protagonist indiscussi della prima edizione del Dolomites Bike Day. Gli amant delle due ruote potranno partecipare all'evento, non compettvo e gratuito, alle porte dei parchi naturali Puez-Odle e Fanes-Sennes-Braies, atorniat dalle Dolomit, Patrimonio mondiale dell'Unesco. Il percorso si districa sull’anello che, partendo dall’Alta Badia, raggiunge Arabba e la valle di Livinallongo atraverso il passo Campolongo, per poi proseguire verso il passo Falzarego e successivamente il passo Valparola, prima di raggiungere i paesi di La Villa e Corvara per completare il tragito. Il percorso, chiuso al trafco dalle 10 alle 15, ha un dislivello complessivo di 1.290 metri: si consiglia di percorrerlo in senso antorario. Il percorso fa parte del tracciato della Maratona dles Dolomites e sarà il terreno predileto per i principali contendent del Centesimo Giro d'Italia, con tappa in calendario per giovedì 25 maggio 2017. Gli appassionat avranno la possibilità di cimentarsi in tuta tranquillità sui passi chiusi al trafco, poche setmane dopo il passaggio dei più grandi ciclist a livello mondiale. Esatamente una setmana dopo il Dolomites Bike Day, il 25 giugno, gli amant delle due ruote potranno pedalare sui passi atorno al Gruppo del Sella per la dodicesima edizione del tradizionale Sellaronda Bike Day. Una giornata indimentcabile, in cui i passi saranno riservat unicamente ai ciclist e chiusi al trafco dalle 8.30 alle 15.30. Si trata di un evento non compettvo e aperto a tut. Domenica 2 luglio avrà invece luogo la granfondo più famosa e ambita d'Europa, la Maratona dles Dolomites-Enel, che quest'anno è arrivata alla sua 31°edizione. Per tre fne setmana consecutvi, i passi più famosi e amat dai ciclist saranno a loro completa disposizione. (e.d.)
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26 FEBBRAIO 2017 Il Gazzetno | 26 Febbraio 2017
p. 7 edizione Pordenone
Diga del Vajont, un boom di turist PORDENONE La diga del Vajont è una della atrazioni turistche in provincia e in regione che atrano un gran numero di turist. Le atvità svolte all'interno del Parco Naturale delle Dolomit Friulane e proprio il ruolo della diga è stato il tema al centro dell'incontro tra il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello e l'amministrazione comunale di Erto e Casso, quest'ultma rappresentata dal sindaco Antonio Carrara. Alla riunione hanno partecipato anche il diretore generale della Ut delle Valli e delle Dolomit Friulane, Luciano Gallo, il presidente del Parco delle Dolomit Friulane, Marco Prot e il suo diretore Graziano Danelin. Il vertce è servito per illustrare al vicepresidente le varie atvità svolte dall'Ente pordenonese, tra cui fgurano anche le visite guidate al coronamento della diga del Vajont, quest'ultma di proprietà di Enel Spa, ma concessa, in via esclusiva, al Parco.Tra aprile ed otobre del 2016 i visitatori sono stat 24 mila 674, ai quali si aggiungono altri 17 mila 167 ingressi su prenotazione compiute da gruppi. Numeri estremamente importante, quelli presentat a Bolzonello che dimostrano come la diga sia uno dei luoghi più visitat della regione Friuli Venezia Giulia. Un altro dato interessante è che circa i due terzi dei turist arriv ano da fuori regione. Inoltre numerose presenze si registrano tra gli sportvi che pratcano l'arrampicata lungo una parete di roccia che si trova a pochi passi dal grande manufato. L'incontro ha permesso inoltre di avviare una serie di analisi su come potenziare l'area, per dotarla di alcuni servizi adeguat e compiere intervent per migliorare la sicurezza. «Con l'amministrazione comunale di Erto e Casso - ha deto il vicepresidente Bolzonello al termine dell'incontro - sono stat analizzat in un tavolo amministratvo allargato alla Ut delle Valli e delle Dolomit Friulane, le azioni da intraprendere per valorizzare quest'area che rappresenta un luogo delle memoria, ma anche un sito di grandissimo valore naturalistco. Quest'area - ha concluso il vicepresidente della 82 Rassegna stampa - Febbraio 2017
Regione - deve divenire un ingresso per spingersi alla conoscenza del territorio di questo nostro straordinario Parco che è patrimonio Unesco.Š riproduzione riservata
28 FEBBRAIO 2017 Corriere delle Alpi | 28 Febbraio 2017
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p. 16 segue dalla prima
Tre eccellenze per rilanciare il territorio di Martna Reolon BELLUNO Un “Distreto culturale evoluto” che avrà come cardini tre eccellenze della provincia di Belluno, famose in Italia e all'estero: le Dolomit, riconosciute Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco; Tiziano, uno dei più grandi artst di tut i tempi, conosciuto e ammirato in ogni angolo della Terra; gli occhiali, sinonimo del Made in Italy, di creatvità e bellezza. Tre element su cui realizzare proget per il rilancio del territorio provinciale. L’iniziatva è stata ideata da Confndustria Belluno Dolomit, che vede accanto a sé in quest’avventura altri ent, in primis la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e la Fondazione Unesco. La presentazione ufciale ieri a Milano, nell’ambito di Mido, la più importante fera internazionale dell'occhialeria. Cultura, ambiente e manifatura, dunque, per lo sviluppo sostenibile e inclusivo della montagna bellunese. Il “distreto culturale evoluto” è già stato ufcialmente riconosciuto, con una delibera di giunta, dalla Regione Veneto, oltre che condiviso con il ministero degli Esteri («un modo di promuovere il Paese che condividiamo pienamente», ha scrito in una letera la Farnesina) e con il ministero dei Beni e delle Atvità Culturali e del Turismo. «Il distreto è stato costtuito. Ora il nostro obietvo è diventare operatvi quanto prima», sotolinea Lorraine Berton, presidente Sipao e delegato all'internazionalizzazione di Confndustria Belluno. «Nei prossimi due mesi formeremo un gruppo di lavoro composto dalla nostra associazione, dalla Fondazione Tiziano e dalla Fondazione Unesco. Ci sarà anche un comitato scientfco. Suddivideremo poi le competenze per redarre dei proget. Andando poi, ovviamente, a cercare font di fnanziamento: a livello europeo, regionale, fondi ex Odi, da parte delle stesse imprese». «Sosterremo con tute le nostre forze quest'iniziatva», dichiara Maria Giovanna Colet, alla guida della Fondazione Tiziano, «perché dobbiamo metere insieme ambiente, paesaggio e il patrimonio storico d'eccellenza per costruire un sistema che favorisca il rilancio della nostra provincia, prendendo anche a modello i paesi del Nord Europa, che rappresentano un vero punto di riferimento». Qualche idea sul tavolo c'è già: «Event che atraggano turist; iniziatve che coinvolgano i nostri operatori del turismo; proget che creino nuovi post di lavoro, puntando sui giovani e sulla nascita di atvità legate a manifatura e cultura», dice ancora Berton. «Ora si trata di confrontarsi e stlare su carta delle progetualità concrete». «Ci auguriamo che il progeto crei le condizioni per una maggior compettvità del territorio e delle imprese, con un orientamento all'eccellenza, all'innovazione e alla creatvità», fa eco l'assessore regionale Cristano Corazzari. «Le imprese che investono in cultura e creatvità registrano performance migliori in termini di faturato e di export», fa presente Cirillo Marcolin, presidente Anfao, «la cultura può incrociarsi con l'innovazione tecnologica e la green economy, valorizzando il patrimonio storico e artstco che troviamo in tut i territori italiani, dove si realizzano quei prodot artgianali e industriali che portano in sé il valore della bellezza e della cultura dei luoghi». Da parte sua Renzo Iorio, del Gruppo tecnico “Cultura e Sviluppo” di Confndustria, ha evidenziato come «la cultura debba essere valorizzata sempre più nella sua capacità di essere motore di crescita e volano di sviluppo nei territori oltre che indispensabile elemento identtario intorno al quale rinsaldare un concreto legame sociale».
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Il Gazzetno | 28 Febbraio 2017
p. 2 edizione Belluno
Mido, vetrina bellunese per rilanciare il territorio Dolomit, occhiali, Tiziano Vecellio. Se la storia e l'essenza di Belluno dovessero passare per tre soli element, non ce ne sarebbero altri. Niente se non le montagne rosa, il prodoto del saper fare e l'arte del grande pitore cadorino possono incarnare l'anima della provincia dolomitca. Sono quest i tre brand più conosciut al mondo. E Confndustria Belluno Dolomit ha pensato di meterli insieme per dare vita al Distreto culturale evoluto, un progeto per far volare alto lo sviluppo del turismo, dell'impresa e del futuro bellunese. Cultura, ambiente e manifatura sposat insieme, fno a diventare facce diverse della stessa medaglia. E sopratuto, contenut diversi di un unico prodoto da vendere: il Bellunese. Perché il Distreto culturale evoluto altro non è che un gruppo di imprese che operano su fliere diverse, ma complementari, che hanno come elemento di sistema le atvità culturali e le loro ricadute. Il Distreto è stato presentato ieri a Milano, all'interno di Mido. Cultura, ambiente e manifatura. Insieme per lo sviluppo sostenibile e inclusivo della montagna bellunese. Possibile? Confndustria Belluno Dolomit ci crede. Altriment non avrebbe dato vita al Distreto culturale evoluto. Il progeto si pone come obietvo il rilancio del Bellunese e parte dalle tre armi principali del territorio: la montagna, l'occhiale e Tiziano Vecellio. Il Distreto è già stato ufcialmente riconosciuto dalla Regione Veneto ed è stato condiviso con il Ministero degli Esteri e con il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Il sipario, però, si è alzato ieri, al Mido. Parola d'ordine: cultura. Perché coniugare l'arte di Tiziano con il saper fare impresa può essere il nuovo motore dello sviluppo. «È stato rilevato che le imprese che investono in cultura e creatvità registrano performance migliori in termini di faturato e di export rispeto a quelle che non lo fanno - dice Cirillo Marcolin, presidente di Anfao (associazione nazionale fabbricant artcoli otci) 85 Rassegna stampa - Febbraio 2017
-. E questo è un aspeto rilevante, sopratuto per un territorio e un distreto, quello dell'occhialeria, che fa del design e della creatvità uno dei suoi principali punt di forza, anche rispeto alla concorrenza internazionale. La cultura, così, può incrociarsi con l'innovazione tecnologica e la green economy». È della partta anche la Regione Veneto. «Abbiamo condiviso questa proposta con l'obietvo di avviare un processo virtuoso - dice l'assessore regionale al territorio e alla cultura, Cristano Corazzari -. Il piano è quello di applicare una strategia di valorizzazione e sviluppo del sistema culturale, per arrivare alla creazione di una modalità di marketng territoriale evoluto e creare, nel contempo, le condizioni per una maggior compettvità del territorio e delle imprese, con un orientamento all'eccellenza, all'innovazione e alla creatvità». Damiano Tormen
Corriere del Veneto | 28 Febbraio 2017
p. 12
Dolomit, occhialeria e Tiziano: distreto-cultura BELLUNO Dolomit, Tiziano, l’occhialeria. Tre eccellenze, relatve a natura, arte e manifatura. Conosciute in tuto il mondo. E tre brand che costtuiscono gli element principali del «Distreto culturale evoluto», progeto presentato ieri al Mido di Milano (Fiera internazionale dell’occhialeria). Tra gli altri, sono intervenut: Cirillo Marcolin, presidente Anfao e Lorraine Berton, presidente Sipao. «Il distreto - ha chiarito la Berton - è stato riconosciuto dalla Regione e condiviso dai ministeri. Il 86 Rassegna stampa - Febbraio 2017
progeto richiede una governance che coinvolga gli atori interessat, dalle categorie, alle scuole e agli ent di ricerca. I tre brand e il distreto saranno leva di sviluppo. Per i fnanziament si guarda ai fondi europei.Š RIPRODUZIONE RISERVATA
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