Rassegna Stampa Dolomiti UNESCO | Ottobre 2016

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RASSEGNA STAMPA OTTOBRE 2016


Corriere delle Alpi | 01 Ottobre 2016

Vent’anni di montagna con “Oltre le vette” di Martina Reolon BELLUNO In questi vent’anni sono nate molte rassegne dedicate alla montagna. E tante, purtroppo, sono terminate dopo pochi anni, per mancanza di fondi o di motivazione degli autori oppure a causa della chiusura di spazi, anche istituzionali. «Oltre le vette - Metafore, uomini, luoghi della montagna» continua invece a essere un importante punto di riferimento, non solo a livello provinciale. E festeggia, quest’anno, il suo ventesimo compleanno. «Siamo orgogliosi di questa edizione», sottolinea il direttore artistico, Flavio Faoro. «Organizzo “Oltre le vette” da 18 anni: quando è iniziata, questa rassegna era dedicata in modo particolare alle “giacche di goretex”, ossia ad alpinisti, escursionisti e scalatori. Ora è rivolta a un pubblico molto più ampio. E c’è un altro aspetto che ci contraddistingue: non puntiamo ad adrenalina e pubblicità. Vogliamo offrire qualcosa in più, perché parlare di montagna non significa solo concentrarsi su alpinismo e speleologia, ma affrontare riflessioni più ampie». Non a caso, anche questa ventesima edizione, organizzata dal Comune di Belluno, mette insieme appuntamenti che trattano il tema montagna a 360 gradi, tra sport, arte, cultura, turismo, sostenibilità, spettacolo. Si comincia venerdì e si continua fino a domenica 16 ottobre. «Dieci giorni», aggiunge Faoro, «in cui Belluno sarà capitale della cultura di montagna». Il programma punta a dialogare con pubblici diversi. Sul fronte dell’alpinismo e dei suoi protagonisti, che restano il tema originario, anche quest’anno ci saranno ospiti d’eccezione: proprio venerdì, alle 21 al Teatro comunale, torneranno Nives Meroi e Romano Benet, già ospiti di “Oltre le vette”, ma questa volta con una storia bellissima da raccontare: quella di una battaglia, contro la malattia, combattuta e vinta. Sarà poi Ivo Ferrari, fortissimo alpinista di solito lontano dalle imprese mediatizzate, a raccontare le sue scalate sulle Dolomiti e in Italia: la serata è in calendario per il 15 ottobre, sempre alle 21, anticipata dal premio “Silla Ghedina” per la migliore scalata sulle Dolomiti. Ma nel campo alpinistico c’è anche una novità assoluta: la presenza del giovanissimo (24 anni) Francesco Vettorata, climber di Sedico, numero 11 nel ranking mondiale di questo sport, confermatosi talento assoluto anche nei recenti mondiali di Parigi. In “Oltre le vette” spazio sarà anche dedicato al cinema: mercoledì 12 il rifugio antiaereo di via Alzaia ospiterà, in collaborazione con l’Abm, la proiezione del film della televisione svizzera “Il 2Rassegna stampa - Ottobre 2016


disastro di Mattmark”, al mattino per le scuole e il pomeriggio per il pubblico, su prenotazione. Al cinema Italia, invece, si potrà assistere alla tradizionale serata con i capolavori del Trento Film Festival (l’11 ottobre alle 21) e a un appuntamento con opere prodotte anche grazie al contributo di Montura Editing. Sempre dedicato al cinema è l’appuntamento del giorno 11, alle 15.15, in casa di riposo “Gaggia Lante”, dove Belluno Ciak presenterà i documentari “Giorni di mercato” e “Ricordi e polvere”, e la proiezione di due documentari di Giovanni Carraro su montagne e leggende in Cadore, in sala Bianchi il 10 ottobre alle 18. Non mancherà il teatro: sabato 8, alle 21, “Peter Pan va alla guerra”, con David Riondino, e il 16 ottobre, stesso orario, “Il sentiero degli eroi - In fuga con Bill Tilman sulle Dolomiti”, di e con Marco Albino Ferrari. «“Oltre le vette” resiste a difficoltà e tempi difficili. E continua ad arricchirsi», commenta Claudia Alpago Novello, assessore alla cultura di Belluno. «Per il secondo anno gli aspetti organizzativi sono affidati alla Fondazione Teatri delle Dolomiti. E questa volta abbiamo come partner ben 6 fondazioni: oltre alla Teatri, Cariverona, Angelini, Silla Ghedina, Architettura Belluno Dolomiti e Fondazione Dolomiti Unesco, che collabora con noi per la prima volta. Alla base un lavoro di rete costante, che ci permette di proporre una rassegna sempre più ricca».

Convegni e presentazioni di libri celebrando anche la “Angelini” BELLUNO Convegni di studio, presentazione di libri, i documentari di “Internazionale”, appuntamenti non solo in centro città. E non solo dal 7 al 16 ottobre. «“Oltre le vette 2016” ha avuto infatti un’anteprima con l’inaugurazione della mostra “Dolomiti d’acqua”, aperta in Crepadona fino al 1° novembre (e dove una “chicca” è rappresentata dai 20 acquerelli di montagna messi a disposizione da tre collezionisti bellunesi)», fa presente Valeria Benni, direttore organizzativo, «e vedrà una sorta di prolungamento con “Parole in parete”, dal 5 all’11 dicembre, ancora in via di definizione». Intanto, nei 10 giorni clou di ottobre continua la collaborazione con Fondazione Architettura Belluno Dolomiti e Ordine degli architetti. «Venerdì 7, alle 14.45 a Palazzo Doglioni Dalmas, Giancarlo Allen, componente della giuria del premio Constructive Alps 2015, terrà una conferenza sulle Alpi, grande sistema, fragile e delicato, a cui appartengono anche le nostre Dolomiti», precisa Francesca Bogo, presidente della Fondazione. «Alle 18, nel sottoportico della Prefettura, sarà inaugurata la mostra con i 32 pannelli che raffigurano i migliori lavori che hanno partecipato al concorso indetto da Confederazione Svizzera e Principato del Liechtenstein. Altri appuntamenti il 13 ottobre, in sala Muccin, con Enrico Camanni, e il 14, stessa sede, con Antonio De Rossi, che parlerà di paesaggio, infrastrutture e turismo». Sempre il 14, alle 21 al Comunale, Luca Mercalli sarà protagonista di una serata organizzata dalla Fondazione Unesco. Per celebrare i 25 anni della Fondazione Angelini si è invece pensato a un convegno, alle 9.30 di sabato 15 al Comunale, a cui interverrà, tra gli altri, Luigi d’Alpaos: si parlerà di fragilità della montagna e difesa idraulica. Puntuale poi il ritorno dei documentari di “Internazionale”, al Cinema Italia i giorni 11, 13, 15, 18 e 20 ottobre, su tematiche di stretta attualità. Alle 11 di sabato 8, nella sede della Fondazione Angelini, sarà invece inaugurata la mostra organizzata dalla Fondazione Silla Ghedina “Alle sorgenti dell’alpinismo bellunese”. In collaborazione con il Fai è il convegno in sala Bianchi, alle 16 dell’8 ottobre, “Fisterre e il Parco di Villa Clizia: ieri e oggi”, a cui seguirà un’uscita, domenica 9, con Ctg e Fai. Sempre il 9 ottobre, alle 16, cerimonia di intitolazione a Toni Hiebeler del piazzale di Pra de Luni. Alle 17, all’ex asilo Dartora di Bolzano Bellunese, proiezione del documentario di Fabio Bristot. Tutti gli eventi di “Oltre le vette” sono a ingresso gratuito. (m.r.)

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Trentino | 02 Ottobre 2016

Dolomiti, patrimonio di Fassa di Valentina Redolfi VAL DI FASSA Mercoledì nell’ambito delle iniziative della Rete delle Riserve della Val di Fassa è stata organizzata una geo-escursione con ospite d’onore il coordinatore scientifico del processo di candidatura delle Dolomiti Unesco, Piero Gianolla. A fine giornata è stato inaugurato il punto informativo della Rete a Campitello. L’iniziativa ha avuto successo e ha visto la partecipazione di 58 fra guide alpine, accompagnatori di territorio, albergatori, ambientalisti, operatori turistici (proprio al loro mondo era rivolta) e rappresentanti politici della realtà fassana e trentina. La Rete delle Riserve/Cordanza per l Patrimonie Naturèl de Fascia è un accordo che unisce Provincia, Comuni e altri enti territoriali che ha lo scopo di gestire, conservare, valorizzare e promuovere le aree protette del territorio. La Rete delle Riserve di Fassa è nata nel 2015, presidente è il conseier de Procura del Comun general de Fascia, Riccardo Franceschetti e coordinatrice la responsabile dell’Ufficio tecnico del Comun general de Fascia, Mara Nemela. La Rete include 6.900 ettari di territorio del Comun general. Al suo interno sono state individuate le aree protette come le Zone Speciali Ghiacchiaio della Marmolada, Val Duron, Val San Nicolò, Roncon e Nodo di Latemar; le Aree Patrimonio Unesco Latemar-Catinaccio-Sciliar e la Marmolada; le Riserve locali Alochet, Gran Buja de Vael, Palù Lonc e Resconei e le Aree di protezione fluviale del torrente Avisio. Affinché la Rete delle Riserve diventi un progetto attivo serve però la consapevolezza e la conoscenza della popolazione e di tutte le categorie, inclusi gli operatori turistici, che vivono quotidianamente e con un rapporto privilegiato il territorio Il professor Gianolla ha spiegato l’intero significato della geo-escursione fra Col Rodella, Rifugio Sasso Piatto e Val Duron. Cosa significa Patrimonio Unesco/patrimonio territoriale? “Patrimonio, per Fassa, e per tutta la gente che vive nei territori dolomitici, è una grande occasione di crescita e aumento della consapevolezza, di comprensione che il territorio nel quale si vive, è un territorio che ha un valore, un patrimonio e di conseguenza qualcosa che va protetto, gestito e conservato perché è importante per coloro che verranno dopo di noi. È un luogo che ha dei valori riconosciuti a livello mondiale di grandissima qualità, di valore scientifico e paesaggistico assoluto a scala globale e di conseguenza è un valore enorme, il massimo che possiamo avere nel mondo a livello di natura. Come questo, ci sono solamente altri 200 patrimoni naturali nel mondo”. Nella sua percezione, ci si rende conto che si vive in questo patrimonio? “Non ancora. È un processo lungo che necessita di piccoli passi, e questo di oggi è uno dei passi. Collaborare con la gente del territorio e quelli che sono gli operatori, per aumentare in loro la consapevolezza e di conseguenza 4Rassegna stampa - Ottobre 2016


farla fruttare. Ci vuole tempo e pazienza. È un processo lungo che però qui è facilitato perché qui la gente sa che queste montagne sono un patrimonio. Lo dimostra il fatto che la gente riesce a vivere qua nonostante non ci siano attività produttive. Però è importante che capiscano il valore. Oggi l’obiettivo è stato trasmettere dei messaggi, far capire che cos’è l’Unesco, cosa vuol dire patrimonio. L’unica possibilità affinchè un territorio si trasformi in un patrimonio, è che le persone che ci vivono lo comprendano”. La Rete delle Riserve ha in valle un punto informativo, all’interno della Cèsa de la Guides a Campitello di Fassa. La sede delle Guide Alta Fassa è stata ristrutturata, al suo interno ci sono 11 pannelli esplicativi della Rete delle Riserve. È aperta negli orari di apertura dell’ufficio delle Guide Alpine.

Corriere delle Alpi | 04 Ottobre 2016

Tre giornate a Feltre dedicate a Buzzati Capitale buzzatiana per tre giorni. È quanto attende Feltre, sede di un omaggio inedito al grande scrittore, giornalista, pittore e alpinista bellunese, nel 110° anniversario dalla nascita. Una serie di eventi ricca di stimoli culturali, frutto di un grande sforzo organizzativo firmato dall’Associazione internazionale Dino Buzzati presieduta da Anna Maria Esposito. Da venerdì 14 a domenica 16 ottobre si assaporerà l’opera buzzatiana attraverso iniziative (a ingresso gratuito) rivolte agli appassionati, alle scuole e alla cittadinanza. Sarà un omaggio al suo genio creativo. Tutto ruota intorno alla città di Feltre: qui Nella Giannetto, docente Iulm, volle fondare nel 1991 il Centro studi che attira studiosi da tutto il mondo. Una puntatina anche a Belluno invece per la visita a Villa di San Pellegrino, al Piave e alle Dolomiti. Le radici che Buzzati, trapiantato a Milano, non ha mai rimosso dal suo cuore. L’inaugurazione è in programma venerdì 14 ottobre alle 15 in sala degli Stemmi a Feltre con una tavola rotonda. Seguiranno alle 18 la consegna delle borse di studio mentre alle 21 a Palazzo Guarnieri, Unìsono ospiterà i Bizzarri lettori con accompagnamento musicale. Sabato si riparte alle 10, ma a Belluno: appuntamento in piazza Duomo per una passeggiata letteraria (prenotabile al 338-4480642) mentre gli studenti delle quinte superiori assisteranno al «Deserto dei tartari» messo in scena da Trentospettacoli per la regia di Carmen Giordano all’auditorium canossiano di Feltre. Alle 16 presso l’Unìsono di Feltre omaggio a Buzzati tributato da Paolo Puppa. Alle 18 «La telefonista» con Antonella Morassuti. Al Teatro de La Sena alle 21, sotto la regia di Giulio Costa, verrà rappresentata «La boutique dei misteri». Gran finale domenica 16 ottobre: si inizia alle 10 con l’annullo filatelico al Loggiato palladiano di Feltre; alle 10.30 all’Unìsono letture buzzatiane a cura dei Bizzarri lettori che chiuderanno la manifestazione che ha il merito di valorizzare molte 5Rassegna stampa - Ottobre 2016


delle risorse artistiche offerte dal territorio. È stato possibile organizzarla grazie al sostegno di Comune di Feltre, Fondazione Cariverona, Unifarco, Lions club e Rotary Feltre, Linea d’ombra con patrocinio del Comune di Belluno, Fondazione Unesco, Parco nazionale Dolomiti bellunesi e Parco di Paneveggio. Per prenotazioni via sms all’Unisono utilizzare il numero 388-6374224, al teatro La Sena (informazioni sul sito cultura.comune.feltre.bl.it).

Alto Adige | 05 Ottobre 2016 Trentino | 05 Ottobre 2016

Il reportage di Badaloni sull’economia delle Dolomiti di Delia Lorenzi BOLZANO Il nostro territorio, a volte, ci riserva belle sorprese: non è consueto che le Camere di Commercio, Industria Artigianato e Agricoltura, seppure in un contesto amministrativo generale autonomo, decidano di commissionare un focus sull’economia di un Bene Naturale Unesco come le Dolomiti. Bolzano e Trento, i due enti camerali, si sono rivolti alla Fondazione per realizzare un documentario che trattasse, appunto, de “Economia del Bene Comune”. Oggi alle 19.30 presso Palazzo Mercantile, di via Argentieri a Bolzano, in Sala Aste, nell’ambito dell’edizione bolzanina del TrentoFilmFestival, ci sarà l’anteprima di questo reportage firmato Piero Badaloni, realizzato con la collaborazione di Fausta Slanzi, foto e montaggio di Nicola Berti. L’intrinseca valenza delle Dolomiti dopo il riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità, sta entrando piano piano nelle “corde” degli abitanti della vasta area che comprende nove sistemi di cinque province diverse. Le imprenditrici e gli imprenditori delle Dolomiti, come spesso, hanno annusato in anticipo l’opportunità di fare nuovo sviluppo (e anche molto sostenibile). Nel reportage sono molte le testimonianze a partire da una magnifica imprenditrice che vive ai piedi dello Sciliar, Marta, ha fatto (già da parecchi anni) di necessità virtù: partendo da un piccolo orto coltivato a piante officinali è approdata ad un’impresa di medie dimensioni, rinomata, che fa vivere lei e le figlie con un buon tenore di vita e caratteristiche di sostenibilità altissime. Uno chef, fra i più quotati d’Italia, chiamato 6Rassegna stampa - Ottobre 2016


a Londra e in Svizzera per educational culinari, Alessandro, preferisce vivere ai piedi del Latemar e continuare a proporre i suoi percorsi esperienziali di gusto con ingredienti “dolomitici”, piuttosto di conquistare con le sue proposte la capitale del Regno Unito. Un giovanissimo agricoltore bellunese, Diego, rinuncia a opportunità di reddito più allettanti e continua a “vivere in pendio” coltivando l’orzo e altri cereali ai piedi delle Dolomiti bellunesi. Con il legno degli abeti di risonanza delle Dolomiti si producono, in Val di Fiemme, tavole armoniche per pianoforti e strumenti musicali di mezzo mondo. Allo stesso modo il legno è usato, in Alto Adige, per la produzione di montature di occhiali, nonché per pezzi di ricambio per auto. Il contesto economico delle Dolomiti è poi rappresentato dal turismo (la percentuale più alta dell’intero comparto economico) anche con strutture di altissimo livello (ma non solo) dove l’ospitalità, coniugata all’identità, fa la differenza. Ecco allora che il ragionamento su l’economia del bene comune è affidato ad un imprenditore della Val Badia, Michil, che dell’accoglienza connotata dal rispetto (vero) per l’ospite delle Dolomiti, ne ha fatto la sua carta d’identità. E che dire del contadino della Val di Funes che, ai piedi delle Odle, non solo alleva le pecore “occhialute” (Brillenschaft) (preservandole dall’estinzione) ma, con una serie di alleanze economiche in loco, ha ri-attivato quella filiera della lana di antica memoria? Come i migliori esperti del settore suggeriscono, per continuare a vivere in montagna è necessario avere una qualità della vita alta, compresi i servizi. Gli abitanti delle Dolomiti paiono avere nel dna questo “accorgimento” e, vuoi in Alto Adige, vuoi in Trentino o nel bellunese piuttosto che in Friuli, l’ingegno e l’innovazione in ambito economico non è mai mancata, ben prima (in alcuni casi) che il riconoscimento fosse decretato a Siviglia nel 2009. Si costruiscono alberghi “Casa Clima” spettacolari e, fra il resto, la caratterizzazione di sostenibilità alta non influisce affatto sul conto della vacanza del cliente, anzi. Va da sé che la fidelizzazione dell’ospite, in questo modo, è garantita: avete mai provato a mangiare in un ristorante (affollato) con queste caratteristiche? O a dormire in una stanza costruita con alti parametri di sostenibilità? Per il resto della vita sognerete una casa così costruita, tutta per voi. Forse, il dna degli abitanti delle Dolomiti, ha origine antiche vale a dire in quei contesti che, per necessità di sintesi, definiremo stili di vita rappresentati dal “Maso Chiuso” e dalle “Regole”: significativo che in tutti i territori dolomitici la vita del passato (anche molto lontano) sia stata scandita da regole tese a garantire l’economia del bene di tutti, comune, appunto. La straordinaria bellezza delle Dolomiti ha, probabilmente, abituato le genti dolomitiche a pensare “positivo” e a ingegnarsi per continuare a vivere - bene - ai piedi delle montagne più belle e invidiate del mondo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Alto Adige | 06 Ottobre 2016 Trentino | 06 Ottobre 2016

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La Provincia vuole i tutor sui Passi BOLZANO I tutor sui passi dolomitici per contrastare l’eccesso di velocità dei motociclisti. È questo il progetto, tenuto finora riservato, che la Provincia ha ideato per dare una sterzata al problema del traffico sui passi. L’annuncio è arrivato ieri dall’assessore Florian Mussner in consiglio provinciale, durante la risposta a una mozione di Hans Heiss (Verdi) sul problema dell’inquinamento acustico. Un primo pacchetto di misure a Passo Sella nell’estate 2017 è stato presentato il 10 settembre dalle Province di Bolzano e Trento (assessori Theiner, Mussner e Gilmozzi) con i Comuni di Canazei e Selva di Val Gardena: stop ai mezzi mossi da motore a scoppio, sì alla mobilità alternativa. Ora arriva il progetto di tutor, il sistema di controllo della velocità, installato su diverse autostrade, basato su più telecamere per ottenere la velocità media. Mussner riferisce: «Abbiamo chiesto al Commissariato del governo l’autorizzazione a installare un sistema tutor sulla strada della Mendola come test. È stata scelta quella strada statale, una tra le più prese d’assalto dai motociclisti, perché ci sembra adatta per una sperimentazione». Il Commissariato del governo non ha ancora risposto e la stagione estiva è terminata. «Contiamo di farcela nel 2017», spiega Mussner. Se il sistema di tutor dovesse rivelarsi efficace come sulle autostrade, dove ha contribuito a ridurre gli eccessi di velocità, il progetto verrà allargato ai passi dolomitici. Prosegue intanto la collaborazione tra le forze dell’ordine, «la cui presenza è visibilmente aumentata». Aggiunge Mussner: «Puntiamo a una rosa di soluzioni». Sul fronte del contrasto al rumore, annuncia Mussner, sono state acquistate tre centraline di rilevamento dell’inquinamento acustico, che vengono messe a disposizione dei Comuni. Nei mesi scorsi, durante la campagna del nostro giornale contro il traffico sui passi, è emersa la differenza di visioni delle regioni interessate. Il forte asse tra Bolzano e Trento non trova sponda tra gli altri confinanti. Lo scenario è stato descritto dall’assessore Richard Theiner, che annuncia: si andrà avanti con chi sarà d’accordo. Così Theiner: «L’inquinamento acustico ha notevoli ripercussioni sulla salute, ma è difficile trovare un consenso assoluto relativamente al patrimonio Unesco: Friuli e Veneto contestano le misure per limitare il traffico, mentre Trentino e Alto Adige vorrebbero adottare delle misure. In base a uno studio, l’inquinamento acustico disturba più i turisti tedeschi rispetto a quelli italiani. In accordo con il Trentino, si procederà anche senza le altre Regioni, cercando una strada comune». La mozione di Heiss, respinta, proponeva alla giunta provinciale una serie di misure contro l’inquinamento acustico: divieti di circolazione limitati nel tempo per le moto sopra i 150 ccm; istituzione immediata sui passi importanti limiti di velocità di 50 o 60 chilometri all’ora, «analoghi a quelli vigenti in altri paesi e nelle province vicine», con controlli anche elettronici. Secondo Heiss sarebbe necessario chiudere le strade di montagna alle moto sopra i 150 ccm in alcuni periodi dell’anno e della giornata. (fr.g.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere delle Alpi | 13 Ottobre 2016

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L’occhio di Mercalli sulle montagne sentinelle del clima BELLUNO Sarà Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo, noto al pubblico televisivo italiano per la partecipazione alla popolare trasmissione “Che tempo che fa”, l’ospite d’eccezione della serata in programma oggi alle 21 al Teatro comunale, nell’ambito di “Oltre le vette”. Mercalli, a Belluno grazie alla collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, parlerà di “Montagne, sentinelle del clima che cambia. Dalle Dolomiti che mutano forma ai ghiacciai che si ritirano, la diagnosi precoce del riscaldamento globale arriva dalle alte terre”. Gli ambienti d'alta quota sono particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici. Piccole variazioni che in una città passano inosservate, in montagna possono cambiare il paesaggio in pochi anni: ritiro dei ghiacciai, riduzione dell'innevamento per gli sport invernali, cambiamento nel regime dei fiumi e nella disponibilità d'acqua per l'agricoltura e l'energia idroelettrica, stato e diffusione della vegetazione e della fauna. Ecco perché le montagne, e le Alpi e le Dolomiti in particolare, sono un grande laboratorio a cielo aperto che permette di cogliere i segni precoci dei cambiamenti indotti dall'impatto umano su clima e ambiente, ma anche un luogo di pensiero e innovazione per trovare le soluzioni. Mercalli è fondatore e direttore della rivista “Nimbus”, nonché presidente della Società Meteorologica Italiana, associazione nazionale fondata nel 1865. L'ingresso alla serata è libero. Ma il programma di “Oltre le vette” oggi prevede anche un incontro con Antonio De Rossi, professore ordinario di Progettazione architettonica e urbana e direttore del centro di ricerca “Istituto di Architettura Montana” al Politecnico di Torino. Alle 17, nella sala Muccin del Centro Giovanni XXIII, intratterrà il pubblico sul tema “Paesaggio, architetture, infrastrutture, turismo: un viaggio attraverso la costruzione delle Alpi dalla fine del ‘700 alla contemporaneità”. L’evento è proposto da Fondazione Architettura Belluno Dolomiti e Ordine degli architetti, con il patrocinio e contributo della sezione Ance dii Confindustria. La conferenza affronterà il tema della modifica dell’ambiente e del paesaggio montano tra la seconda metà del Settecento, momento della scoperta delle Alpi da parte delle società urbane europee, e il definitivo fissarsi, attorno ai primi del ’900, di un’idea di montagna legata alla metamorfosi turistica. (m.r.)

Il Gazzettino | 15 Ottobre 2016

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«Estati sempre più calde consumano i ghiacciai» Più grigio che bianco. Basta guardarlo per dire che non è più quello di una volta: il ghiacciaio della Marmolada si ritira di anno in anno. Intanto, qualche vetta più in là, un piccolo crollo. E d’inverno, sulle piste da sci, si piange per lo scarso innevamento. Infine che dire del leitmotiv «non ci sono più le stagioni di una volta»? È Luca Mercalli, climatologo, direttore della rivista Nimbus, presidente della Società meteorologica Italiana, a offrire le risposte alle domande di tutti. Ieri sera al Teatro Comunale - ospite di Oltre le Vette grazie all’organizzazione di Dolomiti Unesco - Mercalli ha messo un punto fermo da subito: «È luogo comune che non esiste più l’alternanza delle stagioni. Il fatto è che sta mancando l’inverno. L’inverno non è inverno, mentre l’estate è sempre più estate, tant’è che quest’anno si è presa un mese di autunno». Il riscaldamento globale, insomma, non è una fiaba? «È in atto da 30 anni, si battono record di caldo continuamente. Nel 2003 si sono toccati per la prima volta i 40 gradi in pianura Padana. E questo mese di settembre risulta, a livello di alta temperatura, tra il primo e il terzo degli ultimi 200 anni, cioè da quando ci sono le misure». Dobbiamo rassegnarci alla scomparsa dei ghiacciai grandi e piccoli delle Dolomiti? «Non basta un inverno nevoso ogni tanto: i ghiacciai sono consumati dalle estati calde. E poi generalmente nevica meno di un tempo. E si riduce pure la disponibilità d’acqua». Altra questione: dalla Gusela del Vescovà al Sorapiss pare che le nostre montagne stiano per sgretolarsi. «Occorre distinguere. Nei crolli sotto ai 2500 metri di quota la componente climatica è minima, si tratta cioè di normale evoluzione geologica. Altra storia se si sale di quota. Sopra ai 3 mila metri, infatti, l’aumento della temperatura pesa. Si fonde il permafrost, ovvero quel terreno che è gelato per tutto l’anno. Per effetto del caldo, quindi, il ghiaccio non tiene più insieme le rocce. Che crollano». Lei, che abita in Valsusa, definisce le montagne sentinelle del clima che cambia. «Dall’osservazione di ciò che accade in montagna dobbiamo trarre insegnamenti: il mutamento climatico dipende dall’attività umana. Il Trattato di Parigi? Un passo avanti, ma per ora sulla carta. Deve trasformarsi in comportamento di tutti: si deve consumare di meno».

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Corriere delle Alpi | 15 Ottobre 2016

Mondiali e A27, Mercalli dice no Il ghiacciaio della Marmolada? Non ci sarà più entro il 2050. I passi dolomitici? Da chiudere subito, seppur a ore? Il proseguimento dell’A27? Improponibile. Ed era meglio rinunciare ai Mondiali 2021 di sci. A pensarla in questo modo è Luca Mercalli. Il metereologo ieri ha partecipato ad “Oltre le vette”. DAL MAS A PAGINA 23

Mondiali, strade e treni: i no di Mercalli di Francesco Dal Mas BELLUNO Il ghiacciaio della Marmolada? Non ci sarà più entro il 2050. I passi dolomitici? Da chiudere subito, seppur a ore? Il proseguimento dell'A27? Improponibile. Ed era meglio rinunciare ai Mondiali 2021 di sci, come è accaduto per le Olimpiadi. Attenzione anche al treno delle Dolomiti: meglio di no se comporta gravi impatti ambientali. A pensarla in questo modo è Luca Mercalli. Chi non lo conosce alzi la mano: è un meteorologo fra i più noti. Ieri ha partecipato ad “Oltre le vette”. Mercalli, già recita il de profundis per il ghiacciaio della Marmolada? «L’agonia dei ghiacciai durerà ancora qualche decennio, ma il destino di tutti è oramai segnato perché perdono un metro di spessore all'anno. Quando c’è un’annata più calda della norma perdono anche due o tre metri. Se togliamo quei pochi ghiacciai importanti della zona interna della Svizzera, del Monte Bianco e del Monte 11Rassegna stampa - Ottobre 2016


Rosa, tutti gli altri, compresa la Marmolada, hanno soltanto qualche decina di metri di spessore. Per il 2050 tutti i piccoli ghiacciai sotto i 3.800 metri sono condannati alla scomparsa». La Marmolada arriva ai 3 mila metri. «Quindi via. La Marmolada è un ghiacciaio destinato a ridursi sempre di più. Rimarrà qualche placca nelle zone più in ombra. Ora dai ghiacciai iniziano ad uscire le rocce e ci sono delle zone in cui il ghiaccio è più frammentato e il paesaggio cambia». Quale terapia adottare? «La cura oramai non c'è, perché siamo stati troppo tardivi nel prendere consapevolezza e trovare soluzioni. La cura doveva essere fatta 50 anni fa e ovviamente non si è neanche accettato l'avvertimento. Ora possiamo solo ridurre l'entità del danno». La riduzione del danno come avviene per gli stupefacenti? «Qualcosa del genere... È atteso da qui al 2100 uno scenario di riscaldamento globale che può essere modulato tra 5 gradi se non si fa niente e 2 gradi se invece si fa qualcosa. Però i 2 gradi non ce li leva nessuno, sono purtroppo un malanno in corso. L’accordo di Parigi di cui si è sentito parlare è proprio il tentativo di creare un progetto condiviso a livello nazionale per rimanere nella soglia dei due gradi, però i nostri ghiacciai sono comunque spacciati». Il nostro governo è entusiasta dell'accordo di Parigi e proprio ieri Papa Francesco si è raccomandato che venga rispettato. «Quell’accordo io lo condivido un po’ meno del ministro Galletti. Sono convinto che abbia inteso la drammaticità dei problemi però lo vedo un po’ troppo ottimista sulle soluzioni. Non dimentichiamo che per ora l'accordo di Parigi resta un pezzo di carta. Perché abbia un vero impatto positivo ognuno di noi dovrà fare delle azioni per ridurre l'uso dell'energia fossile, passare alla rinnovabile, ai trasporti ecosostenibili. Dobbiamo trasformare le parole in fatti». Dalle parole ai fatti, dunque. Bisogna chiudere i passi dolomitici, ad esempio? «Azioni come queste hanno sostanzialmente un valore simbolico. Il fatto è che non possiamo permetterci di avere un mondo che spreca così tante risorse e produce così tanti rifiuti. Bisogna fare maggiore efficienza e passare alle energie rinnovabili il prima possibile. Si parte da queste chiusure per dare un messaggio universale». Lo stato di salute delle Dolomiti sembra buono. Condivide? «Le Dolomiti stanno molto meglio rispetto ad altre zone perché sono un'area di qualità sia naturalistica che di turismo. La grande sfida è il darsi un limite, mentre purtroppo l’economia attuale ci spinge sempre di più a consumare. Noi dobbiamo renderci conto che tanto le Dolomiti quanto nell'intero pianeta, proprio perché limitato, non sono disponibili per l'espansione continua dei nostri appetiti. Non si può pensare di vedere ogni anno il numero di turisti aumentare, di piste di sci crescere. Non può funzionare. Quando si lavora in territori fragili i danni possono essere superiori ai vantaggi». Lei, quindi, i Mondiali di sci a Cortina non li avrebbe fatti. «Io vengo dalla valle di Susa dove ho visto cosa è rimasto dopo le Olimpiadi del 2006. Siamo tutti d’accordo che a Torino hanno dato il bianco alle facciate ed è divenuta una città gradevole per delle cose che però potevano essere fatte anche senza le Olimpiadi. Tutta l’infrastruttura olimpica oggi è abbandonata. È stato un costo enorme ed oggi è un ammasso di macerie inutilizzate. Dobbiamo uscire da questa logica. Si può benissimo fare sport, turismo e cultura in montagna, ma dobbiamo usare degli altri criteri». Almeno sarà d’accordo sul treno delle Dolomiti. «Dipende da quanto imponente è la parte di cantiere. Se si tratta di cucire dei pezzi di linea esistente, ben venga». No, invece, al prolungamento dell'autostrada A27? «Tutto cade nel momento in cui riprendiamo il discorso dei limiti. È quello il postulato iniziale. Bisogna avere il coraggio di mantenere la qualità, avere un numero chiuso e non perseguire modelli dove si incoraggia l’ulteriore aumento di frequentazione, perché a quel punto non ci stanno più. Quindi no all’A27». Introdurrebbe il numero chiuso su taluni percorsi di montagna troppo frequentati? «Per le automobili senz'altro sì. E ritengo che in certi paradisi bisognerebbe pagare il pedaggio anche se si va a piedi. A patto, ben s’intende, che quelle risorse siano reimpiegati nel territorio». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere delle Alpi | 18 Ottobre 2016

La “Carta di Cortina” «è ancora in fase di analisi» di Alessandra Segafreddo CORTINA Le valutazioni inerenti la sostenibilità ambientale dovranno tener conto anche degli aspetti socio-economici. E' questo quanto è emerso ieri dall'incontro organizzato dal ministero dell'Ambiente, in sala cultura “don Pietro Alverà” sui primi passi che si sono compiuti dopo la firma della “Carta di Cortina”. Pochi in verità gli operatori che hanno accolto l'invito a sentire, per tutta la giornata, gli esperti comunicare i primi dati sul significato di turismo sostenibile ed uso efficiente delle risorse, sia in vista dei Mondiali di sci alpino che Cortina organizzerà nel 2021, sia per ridurre le emissioni di sostanze nocive e mantenere una tutela del territorio. «A Cortina vanno considerati tre aspetti», ha spiegato Rovena Preka, di Enea, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, «ovvero che è una località dove si pratica turismo, che è un'area montana, che ospita grandi eventi sportivi come saranno i Mondiali del 2021. Da questi presupposti sono nate le linee guida per portare avanti, in maniera corale, con tutti gli attori coinvolti, il progetto di un turismo sostenibile». Le linee guida prevedono un corretto utilizzo delle risorse ambientali per proteggere i processi ecologici e il territorio in generale; il rispetto per le autenticità sociali e culturali. Si prevede poi che vengano assicurate le strategie economiche per fornire benefici a tutte le parti interessate, che vengano favoriti gli utilizzi di energie alternative e incoraggiate nuove abitudini nei consumatori affinché si sprechi di meno, si utilizzino meno mezzi inquinanti e si ricicli sempre di più. In questo scenario si inserisce la “Carta di Cortina” che ha l'obiettivo di promuovere l’individuazione e la messa in atto di strategie che coniughino la sostenibilità economica con quella ambientale, favorendo, in particolare, lo sviluppo di un turismo sostenibile, fondato sull’efficienza nell’uso di risorse come acqua e suolo, sulla limitazione delle emissioni e dei costi energetici, sulla eliminazione degli sprechi e sull'educazione ambientale, in un territorio 13Rassegna stampa - Ottobre 2016


d’eccezionale valore, bellezza e patrimonio universale. «Per fare questo», ha sottolineato Paolo Masoni, di Enea, «è necessario prima di ogni altra cosa il coinvolgimento di istituzioni, comunità locali e soprattutto delle scuole e, contestualmente, intraprendere azioni per incentivare e facilitare la partecipazione attiva delle aziende. Per noi Cortina è un palcoscenico mondiale, e lavorare su Cortina significa lavorare ai massimi livelli e avere una replicabilità ampia. Ora siamo in una fase di analisi». Gli studiosi, finanziati dal ministero dell'Ambiente, hanno iniziato a studiare gli impianti di innevamento, il consumo energetico degli impianti comunali, l'emissione di Co2 derivate dai mezzi municipali e dal riscaldamento utilizzato nelle scuole e nei palazzi pubblici. Una volta reperiti i dati verrà effettuata un'analisi e si potranno consigliare le politiche da mettere in campo per ridurre le emissioni di Co2, per ridurre gli sprechi e tutelare maggiormente l'ambiente. Per i Mondiali, è stata sottolineata la necessità di eseguire opere solo se necessarie anche dopo l'evento, cosa che è peraltro ben inserita nel dossier di candidatura e che è già una volontà concreta della Fondazione Cortina 2021. Non verranno create infrastrutture necessarie solo ai 15 giorni di gare. Il Gazzettino | 19 Ottobre 2016

Un bilancio super per Oltre le vette BELLUNO Un altro anno è andato. Quanto tempo è ormai passato e passerà. Fare il «verso» a Francesco Guccini ci sta. Perché Oltre le Vette, che ha appena chiuso la sua ventesima edizione, continua a riempire le sale. Nell’ottobre 2016 con l’acqua e le Dolomiti protagoniste. «Tenendo conto dei visitatori delle mostre sono state più di 10 mila le persone coinvolte con Oltre le Vette», offre un dato numerico Flavio Faoro (nella foto), curatore della kermesse. Alcune serate al Teatro Comunale, in particolare, hanno segnato il tutto esaurito. Con Nives Meroi e Romano Benet, alpinisti. E con il climatologo Luca Mercalli che che ha lanciato riflessioni di cui far tesoro se si opera in ambito turistico in provincia. Così le commenta Faoro: «C’è una battaglia persa conseguente all’innalzamento della temperatura: le stazioni sciistiche della nostra provincia che si trovano sotto i 1500 metri di quota non possono puntare su un turismo invernale che abbia le stesse modalità di 50 anni fa». Tra gli incontri che hanno dato soddisfazione ai curatori del palinsesto quello con Francesco Vettorata, climber sedicense, il numero uno in Italia: «L’età media degli spettatori era al di sotto dei 30 anni». 14Rassegna stampa - Ottobre 2016


Titolare della rassegna è il Comune di Belluno, con la gestione e l’amministrazione a carico della Fondazione Teatri delle Dolomiti presieduta da Renzo Poloni. «Abbiamo visto più giovani rispetto ad altri anni ed è un bel segnale - sono le parole dell’assessore alla cultura Claudia Alpago Novello - ciò che dà soddisfazione, in particolare, è il fatto che tutti gli eventi sono stati partecipati». Pubblico vario, certo, ma che ha riempito le sale che fosse per una conferenza, una proiezione cinematografica, un convegno. A detta di Alpago Novello è risultato gradito il filo conduttore forte di alcuni eventi che si sono collegati come pezzi di puzzle. Per esempio si è lanciato uno sguardo sulla vita in montagna oggi e nel futuro. Porta un esempio di questo approccio a incastro l’assessore: «Attraverso l’incontro al Teatro Comunale con il climatologo Luca Mercalli organizzato da Fondazione Dolomiti Unesco, il convegno coordinato dalla Fondazione Angelini su problematiche idrogeologiche del territorio bellunese, il dibattito sull’evoluzione storica dell’architettura in montagna». Daniela De Donà

Il Gazzettino | 23 Ottobre 2016

Dolomiti Unesco, Pais Becher diventa una guida patentata AURONZO Corso di aggiornamento in quel di Trento delle competenze di governance, con particolare riguardo allo sviluppo di strategie in grado di valorizzare l'accreditamento Unesco alle Dolomiti L'evento, che ha visto la partecipazione per la provincia di Belluno di Tatiana Pais Becher, già assessore alla Cultura di Auronzo e ora capogruppo di minoranza, è stato promosso della Fondazione Dolomiti Unesco in collaborazione con la Trentino School of Management, il Muse e Step. Si tratta di un approfondimento su vari argomenti per il governo del territorio e del paesaggioarea Unesco riservato ad amministratori e opinion leader che apre nuove opportunità.

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Il Gazzettino | 25 Ottobre 2016

Cortina 2021 a Modena benedetta dal ministro Organizzare un grande evento sportivo in montagna, nel rispetto della compatibilità ambientale, intesa nel senso più ampio, a comprendere natura e paesaggio, ma anche economia e società. Se ne parlerà a Modena, nell'ambito di Skipass, la fiera degli sport invernali, con la presenza della fondazione Cortina 2021, impegnata nell'organizzazione dei Campionati del mondo di sci alpino, attesi fra quattro anni, sulle piste di Tofana e Col Druscié. Tutto ciò nell'attesa del nuovo logo della fondazione, che sarà presentato l'8 dicembre, e mentre si avvia l'organizzazione delle due gare di Coppa del mondo di sci alpino femminile del prossimo gennaio 2017. Nella giornata di apertura di Skipass, sabato 29 ottobre, alle 12, è previsto un incontro pubblico con Flavio Roda presidente della Federazione italiana sport invernali; il presidente del Comitato olimpico nazionale Giovanni Malagò, il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti e il presidente della fondazione Cortina 2021 Riccardo Donadon. «Sui temi della sensibilità per l'ambiente c'è una grande attenzione, da parte di Cortina 2021», assicura Michele Di Gallo, collaboratore della fondazione, che ha seguito il recente incontro sulla Carta di Cortina, firmata la scorso gennaio dallo stesso ministro Galletti. «Quella Carta è uno strumento da sviluppare, per la fondazione, nella consapevolezza che anche la Federazione internazionale dello sci è sensibile al tema della sostenibilità dei grandi eventi aggiunge Di Gallo e nel dossier della candidatura ai Mondiali 2021 è stato spiegato bene l'impegno di Cortina, fra ambiente, economia e società, in una prospettiva a lungo termine, per una legacy futura, una eredità da lasciare al paese, al territorio, dopo le gare del febbraio 2021. E' per questo motivo che la fondazione Cortina 2021, in accordo con Fisi, Fis e altre istituzioni, segue e applica le direttive della Carta di Cortina». Intanto fra i prossimi appuntamenti della fondazione Cortina 2021 è stata inserita la presentazione del nuovo logo, l'immagine che accompagnerà il cammino dei prossimi quattro anni: dovrebbe avvenire durante il ponte festivo dell'Immacolata, a inizio dicembre, nel tradizionale momento di avvio della stagione turistica e sportiva invernale. Marco Dibona

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Alto Adige | 26 Ottobre 2016 Trentino | 26 Ottobre 2016

Auto e moto sui Passi tavolo tecnico tra Bolzano e Trento Si parla di turismo oggi a eKonomia su Video33 alle 20 (repliche alle 22 e giovedì alle 00.30 – 12.30 – 17.30). Con 10 mila strutture ricettive, oltre 200 mila posti letto e quasi 30 miliardi di pernottamenti l' anno e un fatturato turistico superiore a 3 miliardi l' Alto Adige è leader in Italia per ospitalità. Ma come è cambiato il turismo? Alle domande di Paola Bessega risponderanno gli ospiti Thomas Mur (direttore di Fiera Bolzano Spa), Hannes Gamper (presidente Giovani Albergatori) e Marco Pappalardo (Responsabile Communication IDM).BOLZANO C’è accordo tra Alto Adige e Trentino, i Comuni di Selva e Canazei per trovare soluzioni per limitare l’uso delle auto e delle moto sui passi dolomitici. Definire calendario e orari dei Green Days a Passo Sella nel corso dell’estate 2017, garantirne regolarità ed efficacia tramite controllo degli accessi, comunicazione e coinvolgimento degli operatori economici, potenziare il trasporto pubblico locale, coordinare gli interventi infrastrutturali per promuovere la mobilità sostenibile (e-bike, navette private), monitorare i flussi di auto private sino all’autunno del prossimo anno. Sono principalmente questi i compiti del tavolo interprovinciale passi dolomitici, che verrà istituzionalizzato a breve attraverso la sottoscrizione di un accordo di programma. Ieri la giunta provinciale ha approvato i contenuti dell’intesa, autorizzando gli assessori competenti Florian Mussner e Richard Theiner a firmarlo assieme all’assessore trentino Mauro Gilmozzi, al sindaco di Selva di Val Gardena, Roland Demetz, al primo cittadino di Canazei, Silvano Parmesan, nonché ai vertici di Comun Generela de Fascia e APT Valle di Fassa e alle associazioni turistiche Gardena e Alta Badia. Di fatto, il gruppo di lavoro è già operativo da circa un anno con il coinvolgimento di istituzioni, operatori turistici e mondo economico, e in questi mesi si è concentrato sull’analisi dei flussi di auto private sui passi del Sella Ronda (25mila passaggi fra il 5 e il 31 agosto), proponendo alcune iniziative di sensibilizzazione. La prima, e più importante, riguarda i cosiddetti Green Days, ovvero le giornate che, nell’estate del prossimo anno, vedranno la strada che porta a Passo Sella chiusa al traffico privato. “In quelle giornate – ha spiegato l’assessore all’ambiente Richard Theiner – l’accesso alle auto sarà limitato per sperimentare nuove forme di tutela di un ecosistema particolarmente delicato come quello delle Dolomiti”. “Verrà intensificato il servizio di trasporto pubblico con il cadenzamento di una corsa ogni 30 minuti – aggiunge Mussner – e l’offerta sarà integrata con gli impianti a fune. Sempre in tema di mobilità, il tavolo interprovinciale, inoltre, avrà il compito di elaborare un orario integrato fra i servizi offerti da Bolzano e Trento”. L’accordo di programma che verrà sottoscritto a breve, infine, come precisa Theiner, “prevede la più ampia rappresentanza degli interessi coinvolti”. Oltre ai funzionari provinciali e ai sindaci, infatti, per parte altoatesina saranno presenti rappresentanti dei consorzi turistici Val Gardena e Alta Badia, Unione albergatori, Dolomiti Superski e Fondazione Dolomiti UNESCO. ©RIPRODUZIONE RISERVATA 17Rassegna stampa - Ottobre 2016


Corriere delle Alpi | 26 Ottobre 2016

“A presto amore mio” il docufilm sulla guerra LIVINALLONGO È intitolato “A presto amore mio” (“A roeder, mi amur” in ladino) l'ultima produzione del regista Franco Vecchiato che sarà presentata in anteprima venerdì alle 20:30 nella sala congressi di Arabba. Un docu-film sulla Prima Guerra e sul tema dell'unità dei Ladini girato interamente nelle vallate ladine del Sella ed in particolare a Colle S. Lucia, dove è ambientata la storia. Gli attori, i protagonisti del film sono tutti stati “reclutati” tra la gente del posto. Tra questi molti che hanno portato testimonianze e ricordi di quei tragici eventi di cent'anni fa. La Grande Guerra ha lasciato nel cuore della gente segni che il tempo ha in parte eroso ed altri, indelebili, che paradossalmente fanno emergere con grande forza sentimenti, emozioni, passioni, creatività, umanità e solidarietà. Nei paesi ladini delle Dolomiti, ormai svuotati degli uomini inviati al fronte, rimasero solo bambini, anziani e donne che divennero d'improvviso le protagoniste della vita di tutti i giorni e dei lavori più pesanti, delle decisioni private e collettive. La storia ha inizio nel 2016 nella bottega di Pio, il calzolaio di Colle S. Lucia. I suoi occhi hanno visto molte cose, molte stagioni sono passate ed hanno lasciato un segno. I suoi pensieri diventano così la voce narrante del film. Pio aggiusta le scarpe della giovane Martina, la giovane protagonista che si ritrova a ripercorrere la storia della sua famiglia. Liberandola dal vecchio dolore del conflitto, Martina scopre la straordinaria ricchezza di valori che risiedono nel cuore di chi l'ha preceduta. Tutto comincia quando la giovane riceve in dono un libro che racconta della sua terra: le Dolomiti. Un libro che parla di boschi, prati, montagne, del turismo, la nuova economia che dalla metà del 1800 affiancò quella locale basata sui principi centenari delle “Regole”. La storia dei suoi avi. Umberto, lo scultore, chiede a Martina di posare come modella per farne una scultura. Ma quella scultura avrebbe riservato una sorpresa. Lo scalpello dell'artista d'improvviso si blocca quando nel legno trova un proiettile arrugginito conficcato la dove è il punto del cuore della sua figura femminile. Quel proiettile riporta Martina ad un altro tempo, ad un altro capitolo della storia delle Dolomiti: la Grande Guerra. Il cuore di quella statua, porta una ferita ereditata dalla famiglia della protagonista. Che vuole saperne di più: così comincia a cercare. Un vecchio albero del bosco, che ha visto la guerra, “suggerisce” a Martina di cercare nel fienile della sua casa. Lì trova una piccola cassetta di legno, ormai dimenticata dal tempo. Un santino, degli orecchini, delle vecchie foto e altri piccoli oggetti conducono Martina ad incontrare più e più storie di donne, protagoniste sconosciute dell'ordinaria quotidianità del tempo, della guerra. Raccoglie testimonianze, diari e reperti di guerra. Nonostante la guerra e la 18Rassegna stampa - Ottobre 2016



insieme a quello della stessa Fondazione (fondazioneunesco.info) contemplerà tutti gli itinerari, quasi un centinaio, alcuni ripresi in stagione estiva ed altri invernale. «E con il nuovo sito», sottolinea Vantaggi «avremo anche la possibilità di verificare attraverso quale strumento (siti, portali, motori di ricerca) i turisti di ogni parte del mondo hanno scoperto le nostre Dolomiti e si sono decisi a venire a visitarle». La tendenza del turista internazionale è ormai, infatti, quella di gestire la sua destinazione prima virtualmente, sul pc, definendo nel dettaglio gli itinerari e, se possibile, verificandone prima la percorribilità passo dopo passo. «Ed a questo proposito abbiamo riscontrato quanto sia importante la vicinanza degli scali aeroportuali, non solo Venezia, Treviso, Verona, ma anche Innsbruck e Monaco di Baviera. Da questi aeroporti poi ci si dirige verso le Dolomiti e nei commenti verifichiamo spesso non solo la soddisfazione, ma anche lo stupore di poter visitare territori di incredibile bellezza». Il progetto delle Dolomiti su street view nasce dalla collaborazione fra Google e la Fondazione Dolomiti Unesco per consentire agli utenti di internet di pianificare la propria escursione sui Monti Pallidi direttamente sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Attiva da un anno e mezzo, questa collaborazione ha consentito di poter inserire sul portale del colosso di Mountain View, in California, nella sezione delle mappe, i sentieri delle Dolomiti, tutti facilmente percorribili ed accessibili ad un pubblico di camminatori. Google ha infatti messo a disposizione della Fondazione due 'trekker' (zaini dotati di dispositivi che effettuano riprese a 360°) e due 'tripod' (macchine fotografiche panoramiche) grazie ai quali sono stati rilevati fino ad ora una ottantina di itinerari. «E le mappature stanno proseguendo», continua Vantaggi «stiamo infatti realizzando, anche con la collaborazione di DolomitiStars, la Marmolada, il Pelmo, le Marmarole, i rifugi Venezia e Città di Fiume, il Passo di Oclini, il Parco geologico del Col Margherita. I primi riscontri li abbiamo avuti dai gestori dei rifugi che segnalano la presenza di turisti stranieri come mai prima. E non ci riferiamo solo agli europei, austriaci e tedeschi in primis, che hanno già una certa consuetudine con le Dolomiti, ma ad americani, australiani, neozelandesi, asiatici che scoprono per la prima volta le nostre montagne grazie soprattutto alla potenza del web e che sono destinati poi, una volta visitate le Dolomiti, ad essere i migliori promotori del nostro territorio».

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