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I fattori di rischio
Le collane
Il rischio di sviluppare il tumore del pancreas aumenta con l’età: la maggior parte delle diagnosi avviene tra i 50 e gli 80 anni, mentre sono molto rare sotto i 40 anni. Il fumo è il principale fattore di rischio, ritenuto responsabile di circa il 25% dei casi. I fumatori hanno un rischio d’incidenza che è circa il triplo rispetto ai non fumatori. Altri fattori di rischio sono rappresentati principalmente da fattori dietetici e stili di vita, tra cui l’obesità, la ridotta attività fisica, l’alto consumo di carni e grassi animali, la scarsa assunzione di verdure e frutta fresca. La pancreatite cronica (un’infiammazione persistente del pancreas spesso associata al fumo e a un alto consumo di bevande alcoliche), il diabete mellito e una pregressa gastrectomia (resezione parziale o totale dello stomaco) sono tutte condizioni che possono predisporre all’insorgenza di un tumore pancreatico. Infine, addetti ai distributori di benzina o lavoratori esposti a sostanze come benzidina e benziladenina rientrano nelle categorie professionali a rischio, anche se esistono dispositivi di protezione individuale che riducono il rischio individuale se opportunamente impiegati.
Tumore al pancreas, familiarità ed ereditarietà
Spesso ci si domanda quanto pesi la "componente familiare" nello sviluppo di un tumore, e a volte termini come "ereditario" o "familiare" possono essere confusi. Nello specifico, con ereditarietà si intende un aumentato rischio di sviluppare un tumore collegato alla presenza di uno o più geni, che possono essere trasmessi alle generazioni successive. Con familiarità, invece, si indica la maggiore frequenza di un tumore associata soprattutto a fattori ambientali, stili di vita, oppure all'azione di geni non ancora noti. Libertà di sapere. Libertà di scegliere
Il cancro del pancreas presenta nel 10% dei casi caratteristiche di ereditarietà. I geni "responsabili" (al momento noti) sono BRCA1 e BRCA2, ATM, MSH2, MSH6 e CDKN2A. Quando in una famiglia sono presenti almeno due parenti sulla stessa linea “genealogica” affetti da tumore del pancreas, deve allora essere considerata una possibile familiarità.
Sui geni BRCA1 e 2 è opportuno fare un piccolo approfondimento, anche perché la ricerca e le strategie preventive, hanno raggiunto ultimamente importanti risultati. Infine, sempre a proposito dei fattori di rischio il tumore del pancreas ha una frequenza maggiore nel contesto di alcune rare sindromi, tra le quali la sindrome di Peutz-Jeghers, la sindrome familiare con nevi atipici multipli e melanoma, la pancreatite ereditaria e la sindrome di Lynch.
BRCA1 e BRCA2, i “sensori” del danno al DNA
La mutazione dei geni BRCA1 e 2 predispone allo sviluppo del tumore del pancreas così come di altri tumori, in primis della mammella e delle ovaie, ma anche del colon e della prostata. In un recente studio (ESMO Open) si è osservato che quasi un paziente su dieci con carcinoma pancreatico ha una mutazione patogenetica (cioè rilevante per lo sviluppo di malattia) di questi geni. Si è inoltre osservato che le mutazioni nei geni BRCA predispongono allo sviluppo dei tumori in età più giovane: sono presenti nel 17% dei pazienti con meno di 40 anni, ma appena nel 6,2% dei pazienti ultrasettantenni. Cosa fanno questi geni, e perché sono così “cruciali” nello sviluppo del cancro? In sintesi, BRCA1 e 2 sono "oncosoppressori": il loro compito è identificare i danni al DNA che si producono naturalmente o per l’esposizione sostanze cancerogene, e, avviare i meccanismi di riparazione della cellula. Quando c’è una mutazione, BRCA1 e BRCA2 funzionano meno bene e i meccanismi di protezione dai danni al DNA vengono meno, aumentando il rischio di insorgenza di tumori.