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Le risposte scientifiche alle domande di tutti

Libertà di sapere. Libertà di scegliere

Ho sentito dire che il fumo è un fattore di rischio per il tumore del pancreas. Mi sembra strano, come fa il fumo ad arrivare a un organo così interno?

Ogni volta che fumiamo una sigaretta introduciamo nel nostro corpo più di 8000 sostanze chimiche, un’ottantina delle quali considerate cancerogene (tra cui l’1,3-butadiene, l'arsenico, il benzene e il cadmio) cioè capaci di indurre lo sviluppo di diversi tumori. Dal polmone, queste sostanze inalate entrano nel circolo sanguigno e si propagano per tutto il corpo, raggiungendo diversi organi, tra cui il pancreas. Queste molecole danneggiano le cellule e il loro DNA, inducendo alterazioni e mutazioni cellulari potenzialmente in grado di interferire con i normali meccanismi di riparazione, crescita e proliferazione. I danni del fumo, pertanto, non sono certo limitati alle vie aeree e ai polmoni, ma riguardano tutto l’organismo. Si ipotizza che almeno il 20-30% dei tumori del pancreas sia riconducibile al fumo. Tra l’altro, questi tumori sono i più aggressivi e hanno come caratteristica quella di avere una mutazione del gene c-MYC.

Le collane

Mia mamma è mancata per un tumore del pancreas: ho più probabilità di ammalarmi anch’io? Esistono esami per la diagnosi precoce?

Il tumore del pancreas presenta fattori genetici predisponenti in almeno il 10% dei casi. Non è quindi detto che un caso di tumore pancreatico in famiglia possa essere trasmesso alla discendenza. Purtroppo, non si conoscono gran parte dei geni coinvolti nel tumore pancreatico familiare. Tra quelli noti, spiccano i geni BRCA1 e 2, che sono associati anche a un aumentato rischio di altri tumori, come seno, ovaio e prostata. Per i soggetti portatori di queste mutazioni sono previsti programmi di prevenzione specifici quali la risonanza magnetica dell’addome. In generale, nelle persone ad alto rischio di sviluppare un tumore del pancreas a causa della propria storia familiare, è consigliabile rivolgersi a centri specializzati per sottoporsi a controlli periodici della funzionalità pancreatica ed epatica, solitamente a partire dai 50 anni di età.

Gestisco una pompa di benzina da anni, e ho appreso che il mio lavoro mi espone a un maggior rischio di tumore del pancreas. Perché? Cosa posso fare per proteggermi?

Addetti ai distributori di benzina esposti al benzene, così come garagisti e chimici esposti a benzidina e benziladenina, rientrano nelle categorie professionali più a rischio per lo sviluppo di tumore del pancreas. Non significa ovviamente la certezza di ammalarsi, perché lo sviluppo di un tumore è un processo lungo e multifattoriale, ma è bene esserne consapevoli e conoscere quali accorgimenti e quali comportamenti adottare nell’ambito della prevenzione e della medicina del lavoro, al fine di minimizzare il più possibile i rischi professionali. Vale la pena di ricordare, infatti, che oggi le normative di tutela dei lavoratori sono molto dettagliate: seguendole accuratamente (con le tutele professionali previste e gli opportuni dispositivi di protezione individuale) il rischio si riduce molto.

In ogni caso, per il tumore del pancreas il maggiore rischio legato a sostanze chimiche "pericolose" rimane quello del fumo di sigaretta - responsabile di circa il 25% delle nuove diagnosi.

Fin da quando ero giovane, ho sofferto di disturbi all'apparato digerente, tra cui quelli alla cistifellea: rischio di più il tumore del pancreas?

La colelitiasi o calcolosi biliare (la presenza di calcoli nei dotti biliari o nella cistifellea) non ha alcuna relazione con l’insorgenza del tumore del pancreas. In ogni caso, se si soffre di questa patologia è bene chiedere un consulto con uno specialista per valutare l'asportazione chirurgica della cistifellea e la rimozione dei calcoli per non incorrere in complicanze che danneggiano la salute, come la colecistite acuta, l’ostruzione delle vie biliari, la colangite e la pancreatite acuta.

Una mia cara amica ha un caso di tumore del pancreas avanzato in famiglia: vorrei indirizzarla verso cure palliative e verso un percorso di sostegno psicologico, cosa le posso suggerire?

Il tumore del pancreas è una patologia caratterizzata da un’intensa sintomatologia che necessita spesso di un’integrazione tra terapie oncologiche attive, come la chemioterapia, e cure rivolte al sollievo dalla sofferenza fisica e psicologica. L’attivazione di cure palliative domiciliari e l’accesso al sostegno psicologico sono generalmente due prestazioni che vengono offerte tempestivamente a ciascun paziente con tumore del pancreas. Inoltre, esistono a livello nazionale, associazioni dedicate ai malati di tumore del pancreas e siti internet di informazione e supporto offerti dai principali centri di riferimento e ospedali specializzati. Libertà di sapere. Libertà di scegliere

So che il tumore del pancreas è ancora uno di quelli più difficili da diagnosticare in fase iniziale: non esistono validi programmi di screening?

Una diagnosi precoce del tumore del pancreas sarebbe fondamentale per migliorare l’efficacia delle terapie e la prognosi del paziente. Tuttavia, uno screening di popolazione al momento risulta non praticabile per diversi motivi: nella maggior parte dei casi il tumore del pancreas in stadio precoce si sviluppa silenziosamente senza sintomi e gli esami per diagnosticarlo non sono semplici test di routine. Non solo, gli esami utilizzati per un ipotetico screening darebbero origine a molti falsi positivi che, per essere confermati o smentiti, richiederebbero esami molti invasivi, come delle procedure chirurgiche, non prive di rischi. La ricerca scientifica sta lavorando per identificare eventuali marcatori precoci (ad esempio molecole presentinel sangue) e specifici per il tumore del pancreas, senza dover ricorrere a esami invasivi.

Ho letto che il tumore del pancreas è uno dei più difficili da curare. Perché?

Il tumore del pancreas è un tumore difficilmente aggredibile dai farmaci. Questo fenomeno è dovuto principalmente a un microambiente tumorale particolarmente ostile. Le cellule immediatamente intorno al tumore (chiamate stromali) vengono “corrotte” e reclutate da quelle maligne diventando cellule difensive del tumore stesso. Inoltre, intorno al tu-

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more pancreatico si forma spesso una componente fibrosa-cicatriziale che lo circonda rendendolo meno sensibile alle "aggressioni esterne" da parte dei farmaci. Alle caratteristiche "sfavorevoli" legate alla biologia del tumore pancreatico si sommano poi la diagnosi il più delle volte tardiva, e la spiccata tendenza a invadere i tessuti circostanti e a dare origine a metastasi molto velocemente.

Quali nuove terapie sono allo studio per il trattamento del tumore del pancreas?

Sono molti i fronti della ricerca per sviluppare metodi di diagnosi precoce e trattamento efficace per il tumore del pancreas, per esempio l'immunoterapia e i farmaci biologici. L’importanza della medicina personalizzata e la necessità di terapie mirate spinge a sviluppare farmaci che possano corrispondere alle caratteristiche biologiche del singolo individuo, riducendo gli effetti collaterali, migliorando la qualità della vita e aumentando, in certi casi, la sopravvivenza.

Come mai la ricerca ha fatto meno passi avanti sul tumore del pancreas rispetto ad altri?

Il tumore del pancreas, per le sue peculiarità biologiche e anatomiche, presenta delle sfide più complesse per la medicina e la scienza rispetto ad altre tipologie di tumori:

1 - l’inesistenza di un efficace programma di screening;

2 - una sintomatologia silente o spesso vaga che impedisce la diagnosi precoce;

3 - una metastatizzazione precoce e frequente;

4 - una biologia "sfavorevole", che rende il tumore del pancreas relativamente poco aggredibile dai trattamenti chemioterapici;

5 - una chirurgia particolarmente complessa e associata a complicanze post-operatorie sia nel breve che nel lungo termine;

6 - la mancata, o almeno insufficiente, conoscenza della patogenesi del tumore, ovvero della successione degli eventi molecolari che portano allo sviluppo e progressione del tumore pancreatico.

Per queste ragioni, è importante continuare a investigare: solo così la ricerca potrà fornire alla medicina e alla clinica nuovi strumenti per cambiare le sorti di questa malattia nel prossimo futuro.

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