Diretto da Marcello Curzio
UNA POLTRONA PER DUE
SPECIALE DERBY
Avellino vs Salernitana: Servizi di Italo Borriello e Raffaele Cioffi
Footballweb
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Marcello Curzio Michele Pisani Vincenzo Di Siena Gianni Pagnozzi Vincenzo Celentano Valerio Lauri Stefano Sica Italo Borriello Raffaele Cioffi Mariano Messinese Maurizio Longhi Mauro Savini Luca Bosio Isidoro Niola Gianluca Russo Pasquale Casale Angelo Bosio Mario Fantaccione www.footballweb.it - il calcio in rete - Supplemento web di NF registrazione al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Numero 323 del 2 Marzo 1985Direttore Responsabile Marcello Curzio
Numero 47 del 119 Gennaio 2016
Redazione www.footballweb.it
Fly like an Eagle
a vincere sia solo il piu’ forte, come dovrebbe essere e non solo nel mondo del calcio. Vola come un Aquila, lo fa l’Avellino di Attilio Tesser che vince la sua sesta gara consecutiva. Diciotto punti che alimentano le speranze Play-Off. La Salernitana e’ in crisi e non da adesso, contro il Brescia i granata dovranno vincere per la classifica e per la panchina di Torrente. Vola come un’Aquila vale anche per la Casertana che e’ sempre in testa alla classifica anche dopo aver pareggiato due gare consecutivamente. Voal come un’Aquila e’ e soprattutto per Glenn Frey che ci lascia. Il cantautore americano e’ morto, in tanti lo rimpiangeranno,noi compresi, che siamo cresciuti con le canzoni degli Eagles, da Hotel California a Desperado passando per I cant’tell you why a tanti altri successi delle aquile californiane. Vola via, prematuramente, in paradiso un mito per la nostra generazione. Saranno in tanti a piangere la sua scomparsa ma lui e’ andato in cielo, li in alto dove osano solo le Aquile e lo fatto portando con se anche la sua inseparabile chitarra. Ci mancherai ma almeno ci hai lasciato canzoni che resteranno sempre con noi.
L’EDITORIALE
Un titolo per dire o scrivere piu’ di un argomento. Volare come un’aquila, dall’alto del primo posto o se preferite anche li dove osano solo le Aquile. Si inizia e chiaramente con il calcio, ovvero con il Napoli di Maurizio Sarri che dopo aver battutto il Sassuolo, la stessa compagine che ha vinto al Meazza contro l’Inter, tenta la fuga anche se tallonato dalla vecchia signora. La Juventus vince, anche facilmente, ad Udine. Iniziano, anzi, tornano le polemiche di sempre. Anche Marocchi ha voluto partecipare visto che l’ex bianconero ha dichiarato che quando una squadra affronta gli uomini di Allegri lo fa gia’ consapevole di aver perso. In che senso ? Parole pesanti che gettano benzina sul fuoco di un campionato, quello di massima serie, che da anni viene alimentato da polemiche a volte anche inutili. Nessun alibi, noi siamo diretti e ve lo diciamo, anzi lo scriviamo.Il Napoli merita di vincere lo scudetto e se non dovesse riuscirci le colpe saranno tutte da addebitare a Higuain e compagni e non a fantomatiche cospirazioni di stile nordista. Noi la pensiamo cosi’ e anche se sappiamo che siamo in minoranza, vogliamo credere anzi sperere che
MAURIZIO LONGHI
Il Napoli guida, la Juve insegue, l'Inter stenta
Il Napoli non soffre di vertigini lassù e batte il Sassuolo consolidando il primato in classifica. Eppure si era messa male per gli azzurri che erano subito passati in svantaggio dopo il rigore realizzato da Falcinelli. Ma il gol incassato a freddo, non ha disunito gli uomini di Sarri che, sostenuti da un San Paolo pieno di entusiasmo, hanno ribaltato il risultato con Callejon e Higuain. E poi, nel finale, ancora il Pipita ha messo a segno la sua doppietta personale. Impressionante lo score realizzativo del bomber argentino: venti gol su altrettante partite, numeri da campione quale è. E il ritorno al gol di Callejon in campionato è un altro segnale positivo, anche perché serve il contributo di tutti in fase realizzativa. Complimenti alla compagine neroverde per aver giocato con il solito piglio intraprendente ma, in questo momento, il Napoli sembra avere una marcia in più. La stessa che ha la Juve, alla sua decima vittoria consecutiva. Si temeva un calvario per i bianconeri dopo stagioni di grandi successi, invece, si va a a caccia del quinto scudetto consecutivo. Sbancando Udine con un poker perentorio, Madama resta a due punti dal Napoli e l'obiettivo dichiarato è quello di tornare presto in vetta. Il trascinatore di questa “nuova” Juve, se così possiamo chiamarla, è Dybala, autore già di undici reti. Ha marcato ancora il passo l'Inter che, anzi, a Bergamo se l'è vista brutta riuscendo comunque a strappare un punto. Gli orobici erano passati in vantaggio con un'autorete e poi hanno subito il pareggio sempre con un'altra autorete, ma il vero
protagonista è stato Handanovic, da vero campione la parata su Cigarini. Sicuramente è un periodo di flessione per gli uomini di Mancini che ora vedono il primato distante quattro punti. Non sortisce ancora alcun effetto la cura Spalletti per la Roma che, tra le mura dell'Olimpico, non è riuscita ad andare al di là del pari contro il Verona, fanalino di coda della classifica. Eppure Nainggolan aveva portato i suoi in vantaggio, pur non eccellendo particolarmente per gioco, si poteva portare a casa una vittoria scaccia-crisi, invece, il rigore di Pazzini ha gelato ulteriormente uno stadio già di per sé non molto caldo per un campionato partito sotto ben altri auspici.
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Si è rilanciato il Milan che, battendo la Fiorentina in casa, può ritornare ad abbozzare un sorriso. Bacca e Boateng hanno giustiziato i viola che stanno disputando un signor campionato ma che hanno già incassato sei sconfitte, segno che per puntare allo scudetto, occorre ancora un piccolo passo per la definitiva maturazione. Con la forza dell'orgoglio, la Lazio è riuscita a non soccombere a Bologna pur in svantaggio di due reti, sembrava un altro pomeriggio di mestizia, invece, poteva essere quello della riscossa. Sul 2-0 per i felsinei, poteva subentrare un po' di sconforto, invece, il secondo tempo del Dall'Ara è stato tutto di marca biancoceleste per il 2-2 finale. Pavoletti show per il Genoa: l'ex attaccante del Sassuolo, al suo decimo centro stagionale, ha firmato una doppietta nel poker con cui i grifoni si sono imposti su un Palermo sempre più in affanno. In coda, ha avuto uno scatto d'orgoglio il Carpi che ha piegato in casa la Sampdoria, mentre il Frosi-
none è caduto a Torino che ha ritrovato Immobile il quale, andando subito in rete, ha dimostrato di diventare particolarmente prolifico quando indossa la casacca granata. Si sono divisi il punto Chievo ed Empoli, due squadre che si trovano in una posizione di classifica piuttosto rassicurante e a debita distanza dalla zona rossa.
Foto Renato Epifano Vico Rose Melito di Napoli www.footballweb.it
Nel corso di un campionato ci sono delle partite determinanti, e questa contro il Sassuolo è stata una di quelle. Determinante non tanto per il risultato e per i 3 punti ottenuti, ma per il significato che avrà da qui in avanti, perchè adesso non sarà più possibile nascondersi. Il Napoli di Sarri è ufficialmente riconosciuto come il più accreditato alla vittoria finale del torneo, e quindi d’ora in avanti inizierà una nuova fase, quella in cui si dovrà dimostrare di essere in grado di sopportare le pressioni che inevitabilmente si riceveranno dall’esterno. In questa ottica la prova offerta contro la compagine allenata dall’ottimo Di Francesco,
è stata di quelle che fanno ben sperare per il prosieguo, perchè inizia subito in salita con un sacrosanto rigore contro dopo appena 90 secondi di gioco. Passare in svantaggio e ribaltare il risultato, contro un avversario che ha nell’aggressività e nell’organizzazione di gioco i suoi punti di forza, è un particolare non trascurabile come non lo è il gioco espresso dagli azzurri. La squadra di Sarri cerca sempre di essere molto corta, ordinata nella distribuzione della palla, e in molti frangenti devastante nelle trame di gioco offensive, Hamsik Insigne e Callejon con un terminale offensivo come Higuain, sono in grado di far male a chiunque. I numeri oggi dicono che il Napoli è la squadra più forte del campionato non solo per i punti realizzati ma anche per i gol e le occasioni da rete create, Higuain è a 20 gol in 20 partite nella squadra che fino ad ora ha subito il minor numero di sconfitte. Tutto questo è sufficiente per alimentare i sogni e le speranze di una tifoseria passionale come poche al mondo a cui i fasti dell’era di maradoniana memoria sembravano ormai un qualcosa di irripetibile. Dopo 26 anni un intera città e tutti i suoi tifosi sparsi per il mondo, si ritrovano a condividere emozioni che sembravano precluse e tutto questo non può che essere molto, ma molto bello. In funzione di ciò, si chiede umilmente a Boban e a tutti gli altri che non approvano o non capiscono le esultanze della squadra sotto le curve a fine gara, di chiudere un occhio. Se queste manifestazioni di entusiasmo di una tifoseria capace di coinvolgere anche i giocatori nella propria gioia, arrecano fastidio a qualcuno, ci dispiace, ma ce ne faremo una ragione.
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Il Pagnozzi pensiero
GIANNI PAGNOZZI
IncantaNapoli
NAPOLI
Cannibali in bianco e nero Juventus
magistrale punizione, ha offerto a Khedira l’assist del 2-0 e ha segnato il 3-0 su rigore. Il giovanissimo argentino è ormai il leader indiscusso di questa squadra. I compagni lo cercano, lo trovano e lui declama calcio di alta scuola. Sono già 11 i gol segnati dalla Joya in campionato senza contare gli assist e giocate sopraffine. Ma oltre a Dybala questa Juve è una squadra organizzatissima in tutti i reparti A centrocampo la presenza di Sami Khedira in coppia con Marchisio ha dato personalità e compattezza mentre sulla fascia sinistra Alex Sandro è un turbo, sia in fase di costruzione che di rottura. Bellissimo il quarto gol che porta la sua firma: un tiro a giro di destro dal limite dell’area che si infilava nell’angolino alla destra di Karnedzis. La Juve scendeva al Dacia Arena con il classico 3-5-2 con Rugani, Bonucci e Chiellini davanti a Buffon. A centrocampo era assente Pogba, colpito in extremis da un attacco febbrile ma regolarmente in panchina, sostituito egregiamente da Asamoah, con Marchisio, Khedira, Lichtsteiner e Alex Sandro. In avanti Dybala e Mandzukic. Juve quindi che nel primo tempo già aveva chiuso la pratica con le note di cronaca descritte in apertura. Nel secondo tempo gestione della partita e gloria per Caceres che rilevava l’ammonito Chiellini, per Morata al posto dell’applauditissimo Dybala e per Padoin che rilevava Lichtsteiner. Giusto il tempo per annotare l’unica parata di Buffon su punizione di Lodi e poi Rocchi decretava il triplice fischio finale che sembrava una liberazione per gli uomini di Colantuono, usciti a testa bassa ed umiliati dal rullo compressore Juve. Mercoledì è già Coppa Italia. All’Olimpico di Roma la Juve scenderà in campo contro la Lazio nel quarto di finale. L’ennesima sfida stagionale tra bianconeri e biancocelesti dopo la finale di Shanghai di Supercoppa dello scorso agosto.
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Foro Bianconero
ISIDORO NIOLA
E sono dieci. Al Dacia Arena di Udine, davanti al presidente federale Tavecchio accorso allo stadio per presenziare alla sua inaugurazione ufficiale, la Juve conquista la decima vittoria consecutiva contro l’Udinese e risponde al Napoli di Higuain con un perentorio 4-0. Un rullo compressore, una macchina da guerra questa Juve vista ad Udine che in appena venticinque minuti di gioco aveva chiuso già la pratica. Si, perché nei primi venticinque minuti la Juve conduceva 30 grazie ai gol di Dybala (doppietta) e di Sami Khedira. A ciò si aggiungeva la superiorità numerica per l’espulsione decretata da Rocchi ai danni di Danilo per atterramento in area da ultimo uomo su Mandzukic sul quale veniva fischiato il rigore che Dybala trasformava nel gol del 3-0. Il poker veniva servito da Alex Sandro a cinque minuti dalla fine del primo tempo che con un gol di rara bellezza tramutava in trionfo la trasferta juventina di Udine. Dieci vittorie consecutive costituiscono un record in tutti i campionati europei. Nessuna squadra ha fatto meglio della Juve, ad una vittoria di distanza da quella dei record di Conte che invece ne totalizzò undici di seguito nella stagione 2013/14. A meno di clamorose sorprese sembra delineata la lotta scudetto: saranno Juve e Napoli a contendersi il tricolore. È questo il responso uscito dallo stadio di Udine che ha visto i bianconeri (in maglia rosa) dominare in lungo e in largo. Gli uomini di Allegri sono in questo momento con gli azzurri di Sarri la squadra più forte del campionato anche in considerazione del mezzo passo falso dell’Inter contro l’Atalanta e della Roma bloccata in casa dal fanalino di coda Hellas Verona. Ne sapremo di più domenica prossima quando allo Stadium scenderanno propio i giallorossi del nuovo corso di Luciano Spalletti, distanti sette punti dai bianconeri e nove dal Napoli. Dicevamo di una Juve straripante con un grande Paulo Dybala, autore di una doppietta. L’enfant prodige argentino ha sbloccato il risultato su una
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Inter, vola Handanovic vola… Inter
ancora lontano dalla forma migliore. Il cambio modulo da più spinta offensiva all’Inter, che dalla meta del secondo tempo, prova a chiudere l’Atalanta nella propria metà campo, non concretizzando mai le azioni create, manca sempre l’ultimo passaggio, precisamente quel giocatore, che può chiudere la sinfonia prodotta, l’invenzione finale per il goal. Questo sicuramente non può essere Medel, anche se Mancini lo reputa indispensabile per gli equilibri tattici, basterebbe affiancargli un “ Visionario”, quel giocatore che vede il gioco e legge bene l’azione, quel musicista che con l’accordo finale, lancia la chiusura della melodia per l’applauso finale. Sicuramente non è facile vincere a Bergamo, una realtà ostica a tutti con un allenatore Reja, uomo di campo e di esperienza che sa chiudere bene gli spazi per ripartire, ma si poteva e si doveva fare di più. Martedì sera ci sarà una partita da dentro o fuori, un incontro che durante il campionato, ci ha dato la spinta per rinascere e fare bene, sicuramente si dovrà scendere in campo con una concentrazione totale, bisognerà far bene per prendere morale per le prossime partite di campionato. Aspettando anche qualche regalo dal mercato, ci prendiamo questo punto, l’anno scorso l’avremmo lasciato a Bergamo e andiamo avanti, consapevoli che la Champions è il nostro obiettivo. Avanti Inter………..
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Pensiero nerazzurro
MAURO SAVINI
Durante la partita Atalanta – Inter, i telecronisti di Mediaset Premium, hanno soprannominato il portiere nerazzurro, Samir Handanovic, “Benjamin Price” per le strepitose parate effettuate durante la gara odierna, da vedere e rivedere quella su Cigarini nel secondo tempo. Il problema della pessima prestazione dell’Inter, nasce dal fatto, che in mezzo al campo non vi erano, ne Oliver Hutton ne Tom Becker, capaci di eguagliare, producendo gioco, la prestazione di Handanovic. Ad onor di cronaca, l’Inter prova con tanta volontà a far gioco, ma esce fuori solo l’Atalanta che gioca un ottima partita, pronta a ripartire, facendo male alla difesa dell’Inter, che spesso lascia l’uno contro uno agli attaccanti avversari. Dare giudizi numerici, alle singole prestazioni dei giocatori di mister Mancini si consumerebbe una penna rossa, salvando dopo Handanovic, Miranda, sempre più leader dell’Inter e un Ljajic in splendida forma. L’Inter si schiera con un 4-3-3, passando a metà del secondo tempo ad un più offensivo 3-4-3, con gli innesti di Perisic, Biabiany e Palacio, per un Guarin in pessima forma, pronto a dire addio all’Inter, senza far strappare i capelli ai propri tifosi, per un Telles a mezzo servizio e per un Jovetic,
Capriola Milan: i rossoneri fermano la Fiorentina Milan
noso, ma Kalinic è in leggero ritardo e non arriva sul pallone. Il primo tempo si chiude con una punizione di Ilicic su cui Kalinic interviene intenzionalmente con la mano, guadagnandosi un cartellino giallo evitabile. Paulo Sousa sceglie di non operare cambi nell’intervallo. Al 5′ Tomovic incorna una punizione dalla destra di Ilicic, ma Donnarumma blocca senza problemi. La pressione viola aumenta: Borja Valero dosa una palla sulla testa di Kalinic, ma la mira è alta di poco. Il Milan risponde al 60′: sugli sviluppi di una punizione dalla trequarti, Bertolacci inventa in area per Antonelli, ma il tiro del terzino rossonero è debole e Tatarusanu blocca. La partita è bloccata e allora Paulo Sousa sceglie di giocarsi il tutto per tutto, sostituendo Mario Suarez con Rossi, con Borja Valero che si abbassa sulla linea dei centrocampisti. Mihajlovic risponde prontamente con Kucka che rileva Montolivo, autore di una buona prova. La Fiorentina cerca la spinta offensiva, ma rischia di scoprirsi alle ripartenze di Bacca e soci: al 75′ Honda prova la conclusione da fuori, ma il tiro termina oltre la traversa. Ultime mosse dalle panchine: Babacar rileva Ilicic per gli assalti finali, Balotelli sostituisce Bacca per tenere la palla lontana dall’area milanista. All’88’ però il Milan la chiude: apertura panoramica di Kucka a tagliare tutto il campo, Boateng prende alle spalle Roncaglia, ruba il tempo a Tatarusanu in uscita e deposita in rete il 20. Il ghanese coglie l’occasione per sfoggiare la capriola d’esultanza classica. I minuti finali non regalano ulteriori emozioni e Doveri fischia la fine della gara.
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L’angolo del diavolo
VALERIO LAURI
La sorpresa di giornata la regala il Milan. I rossoneri battono a San Siro la Fiorentina e si portano al sesto posto, scavalcando Sassuolo ed Empoli e portandosi a sole tre lunghezze dalla Roma. Gli uomini di Mihajlovic hanno il merito di trovare subito il gol con Bacca, poi soffrono il palleggio, tutto sommato sterile, dei viola, per poi chiuderla nei minuti finali con Boateng. E’ un successo che rilancia le speranze europee rossonere, nonostante le tante perplessità riscontrate finora. LA CRONACA – Mihajlovic recupera Alex al centro della difesa, Paulo Sousa deve fare a meno del perno Gonzalo Rodriguez. Prime battute di studio della gara, Fiorentina in possesso, Milan guardingo. Al 4′ il Milan passa in vantaggio: Bonaventura lancia Bacca in profondità, il colombiano rientra dalla sinistra, salta Tomovic e spara un bolide sul secondo palo battendo Tatarusanu. Dopo una prima fase di impasse, la Fiorentina risponde al 10′ con una buona azione manovrata che porta in area al tiro Bernardeschi, chiuso in angolo da Antonelli. I viola prendono coraggio ma rischiano sulle ripartenze, i rossoneri si chiudono schiacciandosi un po’ troppo in fase di non possesso. Ad avere le maggiori chances di far male nel primo quarto di gara è il Milan, ma manca sempre l’ultimo passaggio per i rossoneri. Al 37′ la Fiorentina si scuote: Marcos Alonso scappa sulla sinistra e mette in mezzo un pallone vele-
Lo ‘Spanzer’ Dzeko, Che Gue-Miha e ‘Man in black’ Dybala
VALERIO LAURI
Il diploma di Lauri
VOTO 0 – a Edin DZEKO. Lo abbiamo aspettato, abbiamo voluto dargli un intero girone di fiducia. Ma adesso non possiamo più difenderlo. Mangia gol fatti con ingordigia da lottatore di sumo e condanna la Roma all’ennesima frenata. SPANZER
VOTO 1 – a Orestis KARNEZIS. Uno dei migliori portieri della Serie A, fino a ieri, decide di prendersi una pausa proprio contro la Juve. Tra le belle statuine della difesa friulana, è quella più distratta. Una sagoma ne avrebbe parate di più. SCANSEZIS
PRECAZIONI VOTO 5 – al PALERMO. Nella sfida per tirarsi fuori dalla zona calda del fondo classifica, i rosanero danno il massimo per 70 minuti, poi crollano sotto i colpi del grifone. Schelotto trema ancora prima di sedersi in panchina. PRECARIO
VOTO 6 – ad Emanuele GIACCHERINI. L’ex tuttofare di Conte è diventato l’uomo di fiducia di Donadoni. Recuperatore di palloni, incursore e ora anche tiratore di punizioni alla Juninho Pernambucano. Prossimo alla santità. GIACCHERINHO
VOTO 7 – a Leonardo PAVOLETTI. Quattro anni fa giocava in Lega Pro. Ora segna a raffica in serie A col Genoa, tanto da essere già in doppia cifra, lo fa con gol spettacolari e si gioca una maglia per l’Europeo. FAVOLETTI
VOTO 2 – alla FIORENTINA. Spenta e sbiadita. Nulla togliere ai meriti del Milan, ma i pericoli che i viola creano a San Siro si limitano ai buchi lasciati dai tacchetti sul terreno di gioco. Persino Kalinic non trova idee migliori di usare la mano, facendosi scoprire da Doveri. LILLA
VOTO 8 – a Sinisa Mihajlovic. Simpatico a Berlusconi quanto un comunista, il buon serbo lotta contro la diffidenza dirigenziale (e non solo) da mesi. Suo il merito di dare alla armata Brancaleone rossonera la grinta di lottare con attenzione e sacrificio. CHE GUE-MIHA
VOTO 4 – a Jeison MURILLO. Miranda gli fa da balia da un po’ di partite. Handanovic mette una pezza anche dove altri umani non arriverebbero. Ma se il colombiano decide di buttarla nella sua porta, non c’è santo che tenga (nemmeno Handanovic). IM-
VOTO 10 – a Paulo DYBALA. Il ragazzo di Laguna Larga ha ‘sparaflashato’ i tifosi juventini con le sue magie. Tevez è solo un ricordo, ora ci pensa lui a rendere infallibile la Juventus. Due gol e due assist. What else? MAN IN BLACK
VOTO 3 – a Vincenzo MONTELLA. Anche a volergli assumere l’avvocato di Amanda Knox, i numeri parlano chiaro: 7 punti in 8 partite. Rischia di passare da blucerchiato a blucacciato, se non cambia marcia. Anche se la prossima è contro il Napoli. ULTIMO APPELLO
VOTO 9 – a Gonzalo HIGUAIN. Se non gli avessimo dedicato un voto altissimo, sareste stati autorizzati a sottoporci alla tortura di vedere in loop i cross di Maggio. Non si ferma più il centravanti argentino, un vero uragano sul campionato. VENTI FORZA 9
Il diploma di Lauri
Foto Renato Epifano Vico Rose Melito di Napoli
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Il Napoli si toglie un… “Sassuolino” dalla scarpa NAPOLI
controlla il match senza incantare ma senza soffrire nemmeno troppo, salvo in un paio di occasioni. Con la sicurezza delle grandi, insomma. Allo spirare della partita, un recupero palla di Callehon favorisce ancora il gol di Higuaìn, quello del 3 a 1, il numero 20 in campionato. Lo storico record di Antonio Angelillo (33 reti per l’Interista, anche lui argentino come il Pipita, nel torneo 1958-59) è ancora lontano ma a questo ritmo è tutt’altro che irragiungibile. Un motivo in più, per Higuaìn e per il Napoli, per aver voglia di continuare a stupire e provare a scrivere una bella pagina di storia. Napoli dunque, ancora primo in classifica, da solo, qualunque risultato ottenga lo spauracchio Juve in quel di Udine. La corsa al vertice del campionato, tra voci di mercato e la sfida di Coppa Italia con l’Inter, continua con il giusto entusiasmo per gli uomini di Sarri.
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L’INVIATO AZZURRO
GIANLUCA RUSSO
Che rumore fa la felicità? Fa il rumore del boato del San Paolo, un San Paolo ribollente di entusiasmo ma anche di tensione per quel primato voluto, cercato, meritatissimo ma che il popolo napoletano, diviso, umorale, ma sempre super passionale, ha paura di perdere. La paura si materializza quasi subito con Sansone che, favorito da un liscio di Hysaji, viene atterrato in area da Albiol nel tentativo di convergere verso la rete di Reina. Al secondo minuto, Diego Falcinelli calcia di sinistro il rigore che vale il vantaggio del Sassuolo e, in senso figurato, di tutte le rivali del Napoli. Un Diego che segna su rigore nel tempio di Maradona. Per questo Napoli e per il suo popolo è davvero troppo, soprattutto se si pensa alla sconfitta dell’andata, 2 a 1 a fine agosto in quel di Modena per i neroverdi. La reazione c’è, il ritmo degli azzurri cresce, gli errori sono sempre di meno. E così, al dicannovesimo, Insigne pennella il pallone per il pareggio di testa dell’uomo più atteso, Josè Callejon. Lo spagnolo torna al gol dopo ben 26 giornate di campionato, lui che è tra i capocannonieri, invece, in Europa League. Ed a proposito di capocannonieri, non può mancare il guizzo dell’uomo dei record. Apertura acrobatica di Insigne sulla fascia sinistra, preciso traversone di Hamsik, irruzione di destro del bomber Gonzalo Higuaìn che fa gol a Consigli ed a tutte le rivali del Napoli. Due a uno e non è neppure finito il primo tempo. Portatosi il vantaggio, il Napoli
Tatarusanu come Dracula La rasoiata di Mariano Messinese
contro l’ultima in classifica. Il Verona gioca e pareggia. Il merito è di Wszołek, il migliore in campo. Il polacco è il pupillo dell’allenatore Del Neri. Anche perchè solo mister Gigi riesce a pronunciare il suo cognome correttamente. Mancini invece ha risolto il problema dell’attacco. Accanto a Icardi giocherà Murillo. La porta la vede benissimo. Ed è l’unico in grado di segnare ad Handanovic. Scene di ordinario teppismo in Serie B: devastato lo stadio Adriatico. No, gli ultras non c’entrano niente. Semmai è colpa di un giocatore, Cocco per la precisione, che segna e distrugge un cartellone pubblicitario. Ah, sopra c’era scritto:”RISPETTO”. Ho detto tutto. Il signor Doppia G è in Nepal. L’ho chiamato per farmi raccontare qualcosa. Lui mi ha risposto: “Sai una cosa? Questo posto mi ha deluso. E’ un vero pacco. Pensa che pur ospitando nel proprio territorio dei ghiacciai immensi, i nepalesi non sanno fare la granita a limone. Imbarazzanti. Come quei napoletani che non sanno cantare o suonare il mandolino”. L’Avellino vince il derby contro la Salernitana e conquista la sesta vittoria consecutiva. Michelone Pisani è al settimo cielo. Ma anche un filino preoccupato. Gli ho chiesto cosa avesse e lui mi ha risposto:” Sono in tensione. Sto pensando alla prossima partita”. “Contro il Modena? Beh, non sarà facile. Ma siamo in forma e…” “Allora lo vedi che sei proprio un incompetente? Ma quale Modena??? Io penso alla supercoppa campana contro il Napoli. Sarà molto difficile. Ma credo che Chiosa e Rea fermeranno Higuain”. Vabbè, Michelone Pisani è lungimirante. Guarda sempre al futuro. Anche quando è fantascientifico.
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La rasoiata di Mariano Messinese
Mi domando: cosa c’è di peggio di un gol di Boateng su apertura illuminante di 40 m di Kucka? Boh, forse solo tuo padre milanista che ti esulta in faccia. Insomma, sono un novello 30 enne (sì, ho compiuto gli anni venerdì), ma solo adesso capisco perchè questa età è così complicata. Vorrei essere come Montolivo; mette tutti d’accordo. Quando è uscito dal campo l’hanno fischiato sia i tifosi della Fiorentina che del Milan. Intanto risolto il mistero Tatarusanu: più che rumeno è della Transilvania. Infatti in porta fa orrore come il suo illustre corregionale. A proposito di portieri. Dopo averne prese quattro, Zamparini ha esonerato Sorrentino. E meno male che era stato il migliore in campo del Palermo. La lotta al vertice forse si è ridotta a una diarchia: Napoli e Giuve. La squadra di Sarri regola il Sassuolo, ma i suoi tifosi invece di godersi la vittoria paventano il solito complottone in stile M5S. In pratica, secondo loro le altre compagini quando affrontano la Juve attivano la modalità “Scansamose”. Il campionato sarebbe falsato. Anche perchè l’Hellas Verona (su cui torneremo) s’è scansato quasi sempre, ad eccezione di oggi. I bianconeri comunque non mollano e travolgono a domicilio l’Udinese. Ah, mio fratello era sicuro:”Tu sei convinto che oggi la Juve vince? Secondo me no. Pareggiano”. Sullo 0-4 gli ho mandato un messaggio:” Hai visto? E sono 4″. Lui mi ha risposto:”E vabbè, vorrà dire che pareggeranno 4-4″. Crisi Roma: cambia l’allenatore non la musica. Francamente imbarazzante la prova dei giallorossi
Michele Pisani
Sensazioni contrastanti. Diametralmente opposte, lontane e diverse come l'ancient christian gospels ed il blues. C'è da dire che pur avvertendo la sostanziale differenza di animo, la musica in realtà può contare sulle stesse origini. L'America nera prendeva le distanze da quella bianca e lo faceva anche con la note musicali che servirono a sghettizare un popolo che ebbe la forza di "sollevarsi" anche e grazie alle tantissime star del mondo della musica. Cosa c'entra? Capirete in seguito. Chissà quante volte avrete sentito dire da qualcuno che siamo tutti tifosi dell'Avellino. Opportuna quanto utile affermazione. Proprio cosi, per noi quelli che piangono e stanno male e quelli che ripetono di aver già vissuto la stessa avventura e più volte, tanto da non avvertire più "dolore" sono uguali, sono sempre tifosi dell'Avellino. Non prendiamo le distanze. E' inutile e dispersivo cercare di aggiudicarsi il titolo di supertifoso. Serve a nulla. Nel dubbio ed in attesa di elargire la palma al tifoso più tifoso, lo faremo, è una promessa, bisogna non perdere di vista il motivo del contendere. Ebbene, le sensazioni possono anche essere contrastanti, diametralmente opposte ma alla base ci sono le stesse origini: l'amore per la maglia biancoverde. L'Avellino è di nuovo retrocesso, tre volte negli ultimi cinque anni. Non fa più notizia, il titolo a nove colonne, quello ad effetto, sarebbe dovuto uscire fuori, come un coniglio dal cilindro, se fosse successo il contrario. Pazienza. Tre retrocessioni negli ultimi cinque anni, non male se si calcola che
le ultime due sono consecutive in quanto i lupi hanno pututo giocare in cadetteria dopo la "condanna" del campo solo grazie ad un ripescaggio. La prima retrocessione anche se non dell'attuale dirigenza è firmata da Zeman. Si ritorna nell'anticamera del calcio che conta e grazie al miracolo targato Cuccureddu prima e Oddo poi con la famosa finale con il Napoli. Il campionato di quest'ultimo trainer dura solo sette gare, arriva Colomba mma non basta ed è di nuovo discesa. Si risale, sempre attraverso i play off, con Ganderisi e Vavassori. Si riscende con Carboni e Calori. Quella di quest'anno, manca solo la matematica, è targata Incocciati e Campilongo. Vi chiederete e la dirigenza? Sempre la stessa nelle ultime quattro stagioni. Da guinness world records. Una delle ultime vittorie del "vecchio" campionato di serei C1 vide sulla panca un allenatore siciliano che aveva trascorso un pò di vita calcistica indossando la maglia biancoverde nel periodo di maggiore splendore, quello che tutti noi vorremmo, nel profondo del cuore, ritornasse. Altro motivo per il quale, al momento, siamo e del tutto anacronistici. Ci sentiamo retrò e nostalgici ma anche orgogliosi di aver assistito alle gare nelle quali i giocatori biancoverde se la vedevano con gente del calibro, scusate se è poco, di Maradona, Platini e Zico. Mica roba da poco.
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Gli ex del calcio
Salvatore Vullo
Gli ex del calcio
sto un pool di imprenditori possa dare slancio ad una società che merita ben altri palcoscenici". Evitiamo di rattristarci, non è il caso e parliamo di quando eravate una squadra temuta e rispettata. Quali sono stati gli amici di quelgi anni ? "Tanti. Ne cito solo alcuni ma l'elenco potrebbe essere molto più lungo. Su tutti c'è Franco Colomba, l'indimenticato Giampietro Tagliaferri, Alberto Bergossi, Nando De Napoli e Luciano Favero". Come allenatori, ne ricorda qualcuno ? "Tutti bravi. Del resto dieci anni di massima serie non sono frutto di un caso, di una serie di episodi. Ricordo con affetto Bianchi che era di certo il più tosto, Veneranda, Ivic ed Angelillo. Grandi uomini prima ancora di essere bravi tecnici". Tanti anni, molte soddisfazioni da giocatore professionista, ce ne racconta almeno una ? "Certo. La soddisfazione maggiore è stata quella che mi presi quando guadagnammo la salvezza proprio a con la Juventus. Pareggiammo per uno a uno e ricordo che dovetti fermare Platini, lo feci in tutti i modi possibili e tutti in maniera ortodossa". Altri tempi, oggi come si difende una maglia ? Preferisce non rispondere. Salvatore Vullo è un uomo che ama la chiarezza e la trasparenza, non è avvezzo a polemiche inutili anche se alla fine ammette che ai suoi tempi la maglia rappresentava un vanto, la si rispettava a tutti i costi. Siamo al termine dell'ennesima puntata di amarcord, la prossima al più presto, molti prima di quanto pensiate, come speriamo che anche la rivincità calcistica di questa città sia al più presto notizia sui giornali.
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Gli ex del calcio
Salvatore Vullo, nato a Favara nell'agrigentano, poco più di cinquantacinque anni è l'oggetto del desiderio di questa puntata. Da giocatore ha indossato le maglie di Palermo, Olbia, Torino, Bologna, Sampdoria, Catania ed ovviamente Avellino Proprio con la maglia biancoverde ha vissuto momenti indimenticabili. "Passeranno anni ed anni ma porterò sempre nel cuore i momenti bellissimi che ho trascorso da voi. L'Avellino era una squadra di massima serie e già questo valeva molto per un giocatore ma l'ambiente che ho trovato mi ha sempre aiutato. Siete fantastici, non mi riferisco solo ai tifosi della città ma anche a quelli che venivano da lontano. Il Partenio era sempre stracolmo e non soltanto di supporters dalle zone limitrofe. Ricordo che quando bisognava inaugurare un nuovo circolo si andava anche a cinquanta e più chilomentri. Teora, Ariano Irpino e Grottaminarda. Quanti amici, quante pizze mangiate assieme ai tifosi. E' vero, lo so e non mi piace dirlo ma era un'altra cosa. Quegli anni passati in massima serie hanno segnato la storia del club biancoverde". A proposito di storia e di sodalizio, cosa ne pensa di questo periodo che ha scosso cosi negativamente i tanti tifosi irpini sparsi per il mondo? "Avellino ha una tradizione calcistica di tutto rispetto. Da voi il calcio è fede e ho capito cosa significhi dagli sguardi e dalle attenzioni rivoltemi allora quando indossavo questa maglia ma anche adesso quando mi capita, con enorme piacere, di ritornare ad Avellino. Mi rendo conto di quanto soffriate. Mi dispiace, sono amareggiato e spero che pre-
MARIANO MESSINESE
Ali Samereh: casa moschea e digiuno di gol
Ci sono un coreano, un argentino e un iraniano. No, non è l’inizio di una barzelletta. Ma sono solo le nazionalità di alcuni giocatori presenti nella rosa del Perugia all’inizio del campionato 20012002. Infatti la società umbra a cavallo del terzo millennio sembra una multinazionale con a capo un padre padrone come Luciano Gaucci. Vulcanico, dispotico a tratti geniale: Lucianone una ne pensa e 100 ne fa. Anzi 100 ne acquista, soprattutto dai campionati più strani e assurdi, come quello cinese o iraniano. E così nell’ estate del 2001 arriva dall’affascinante e misteriosa Persia un oggetto altrettanto misterioso: si tratta di Ali Samereh, attaccante dell’Esteghal e della nazionale del suo paese. Per agevolare la trattativa si muove in prima persona un misterioso intermediario: un imprenditore di tessuti persiani, nato in Iran ma trapiantato in Umbria da tanti anni. Opportunista, forte fisicamente e nel gioco acrobatico. Così lo descrivono le cronache di quegli anni. Ma Samereh non è uno che si monta la testa. Dopo tutto è un ragazzo di 24 anni che vive lontano dalla sua Terra. E’ umile e soprattutto molto religioso, Si sveglia alle 6 per la preghiera mattutina, non beve alcol, né mangia carne di maiale e ovviamente rispetta il Ramadan. Ma la sua avventura calcistica in Italia sarà un continuo Ramadan: in pratica resterà a digiuno di gol. Per la verità, Ali Samereh disputò anche un buon precampionato.
Ma il calcio estivo è ingannevole Il sole picchia forte e può causare allucinazioni. Pertanto può anche capitare di scambiare un bidone per un nuovo talento da mandare in campo alla prima giornata. E infatti Cosmi fa così. Schiera l’iraniano all’esordio stagionale contro l’Inter, ma è un disastro. L’Inter rifila un poker al Perugia: finisce 4-1 per i nerazzurri. Samereh resta in campo un’ora abbondante, con risultati imbarazzanti. E’ inconsistente, spaesato, addirittura sembra esile rispetto al giocatore ammirato in estate. Un esordio anonimo – commenta Cerruti della Gazzetta. Parole profetiche, perché da allora l’attaccante sprofonda nell’anonimato. Giocherà solo altri 5 spezzoni di partita in serie A. Prima di essere rispedito in patria. Ma per un iraniano che parte, un altro ne arriva. Si tratta di Rahman Rezaei che farà una figura migliore. Anche perché fare peggio del suo predecessore era impossibile.
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Ceccarelli: “Goal viziato da fallo” SALERNITANA
zione fisica”. Salernitana addirittura penultima in classifica, superata finanche dal derelitto Lanciano: “Mancano solo i risultati a questa squadra, da domani cominciamo a pensare al Brescia, partita fondamentale se non di più. Il calcio si basa sui risultati, quando vinci è tutto bello, ma adesso anche se siamo brutti è importante fare punti. Dobbiamo dare tutto, venerdì sarà partita fondamentale. Dobbiamo avere ancora più cattiveria di prima, ogni palla deve essere la vita. Sono arrivato da tre giorni, a livello fisico ho visto una squadra che sta bene, il gol subito ci ha abbattuto. Siamo penultimi in classifica, ma la B è strana bastano due vittorie per tirarsi su. Dobbiamo pensare a noi e non guardare la classifica. siamo molto amareggiati e arrabbiati, i tifosi si aspettavano certamente di più. I punti a disposizione sono ancora tanti, dobbiamo salvarci a tutti i costi. Sul gol di Trotta loro sono ripartiti dopo un fallo su Ronaldo, ma non dobbiamo cercare alibi. Io posso fare sia il terzo che il terzino, io do tutto quello che ho. Il pareggio era più giusto”.
Spazio granata
RAFFAELE CIOFFI
Nonostante la sconfitta, vi è una sorpresa in casa granata. Tornano a parlare dopo un lungo silenzio i calciatori della Salernitana. Tocca ai nuovi metterci la faccia dopo la bruciante sconfitta rimediata dai granata al Partenio. Un buon primo tempo, poi il nulla nella ripresa. Luca Ceccarelli, all’esordio con l’Ippocampo cucito sul petto, giudica così l’andamento del match: “La partita è stata molto equilibrata, per un’ora abbiamo giocato bene senza rischiare. Poi abbiamo preso gol alla prima occasione subita. È andata male, ci abbiamo provato a pareggiare ma non ci siamo riusciti. Dobbiamo salvarci, questo è il nostro obiettivo. Io credo nella salvezza ed anche il gruppo, dobbiamo vincere sul campo. Era tanto che non giocavo, circa sei mesi. Sono soddisfatto della mia condi-
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Avellino
L’analisi del tifoso: Avellino bene nel derby. Salernitana il cambio tecnico è inevitabile
falli subita dagli irpini. Ed e proprio per questi motivi che i lupi a nostro avviso hanno giocato una grandissima gara ,bravi e pazienti ad aspettare che si esaurisse la carica emotiva e fisica dei granata per colpire ai fianchi gli ospiti i grazie all’inserimento del giovane Insigne ,che ha spostato gli equilibri della gara. Era fondamentale vincere questa gara ,perché senza voler offendere nessuno ,la gara contro la Salernitana era quella più abbordabile delle prime cinque di ritorno ,ma già da sabato a Modena sarà tutta un’altra storia poiché adesso tutti temono e vogliono battere l’Avellino. Sarà curioso anche vedere quale sarà il trend di Tesser nel girone di ritorno se in linea con quelli precedenti e deludenti della gestione Rastelli o positivo e in rialzo come si aspettano i tifosi avellinesi. Infine come fatto nella gara di andata due righe anche per i granata: come grinta e determinazione alla squadra di Torrente non si può rimproverare proprio nulla ma è palese lo stato confusionario in cui versa il trainer di Cetara che sembra aver perso le redini della squadra. Vedere tra l’altro un fior di attaccante come Donnarumma iniziare dalla panchina è un lusso che una squadra in difficoltà non può permettersi. Il tempo dei proclami è finito, Como e Lanciano hanno fatto capire di esserci onde per cui affrontare il Brescia fortissimo guidato da un grandissimo tecnico come Boscaglia, con questa guida tecnica, per Lotito e Mezzaroma sarebbe un vero suicidio.
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L’angolo del Lupo
ITALO BORRIELLO
È da poco andata in archivio la quarantaduesima edizione della sfida mari e monti ,deciso in favore dell’Avellino dalla marcatura del partente Trotta ,che ancora in città si sente il dolcissimo profumo di vittoria che solo un derby sentissimo sa restituire ,meglio ancora se serve per bilanciare la sonora sconfitta dell’andata. Oltre al risultato però ,è piaciuta molto la prestazione dei lupi che tranne la prima mezzora di gioco in cui venivano confermate tutte le nostre preoccupazioni raccontate in settimane ,hanno dimostrato di avere sempre il comando del gioco nelle proprie mani dando l’impressione di poter sfondare da un momento all’altro. I movimenti di calcio mercato,la cessione di Zito(innocuo)ai granata,la paventata e rimandata cessione del bomber Trotta al Sassuolo,l’influenza che aveva colpito Castaldo e Frattali a quarantotto ore dalla gara ,il ritorno in campo di Tavano non ancora al meglio,l’assenze a centrocampo di due dei protagonisti della cavalcata finale del girone d’andata come Arini e Gavazzi ,la preoccupazione per gli inserimenti dei nuovi,hanno condizionato moltissimo l’avvio di gara dei lupi, in virtù anche della determinazione degli ospiti guidati da un Zito volgioso di riscatto ,che schiumavano rabbia da tutti i pori come confermano la quantità industriale di
In edicola il nuovo libro di Felice D’Aliasi scritto da Rino Scioscia e Michele Pisani
I ragazzi del ‘72
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Avellino
Avellino – Salernitana pagelle: Jidayi ancora il migliore. L’ingresso di Insigne cambia il derby
Pagelle:
Frattali 6: gara tutto sommato tranquilla. Non corre particolari rischi Biraschi 6,5: come sempre gioca da vero lupo, nonostante la sua giovane età mostra un autorità non indifferente. Migliora sabato dopo sabato in un ruolo non suo sia in fase difensiva dove annulla, e non ci vuole molto, l’ex Zito che in quella di costruzione dove aumentano di giornata in giornata i suoi spunti offensivi. Nel finale però conferma di avere ancora qualche lacuna nella lettura di alcune fasi di gioco e nello specifico quando invece di pensare all’uomo, Bovo, si distrae nel fissare la traiettoria del pallone.
Jidayi 7:solita partita da grande centrale,non solo ma la presenza di mediano basso come Paghera gli permette di essere più lucido e tranquillo nella lettura delle azioni avversarie. Chiosa 6.5: è tornato il centrale forte visto lo scorso anno ,molto tranquillo e veloce nelle chiusure sulle punte avversarie Pucino 6.5: si vede che è un terzino navigato a differenza dei suoi predecessori. Non si fa mai trovare impreparato soprattutto, quando è bravo a non sfaldare mai l’elastico difensivo come avvenuto spesso nel girone di andata. Paghera 6.5: schierato davanti alla difesa riesce a non far mai saltare le distanze tra i vari reparti ,permettendo così ai due centrali di difesa di doversi solo preoccupare dei propri avversari diretti Bastien 6.5: ancora una gara positiva per il giovane belga. Il suo dinamismo permette ai suoi compagni di trovare sempre colui su cui scaricare la palla in fase di impostazione . Preziosissimo in fase di non possesso dove rompe sempre le scatole al portatore di palla avversario Sbaffo 6: schierato come esterno di centrocampo si preoccupa più di tenere a bada gli avversari piuttosto che imbandire l’azioni di attacco. Un po’ impacciato in alcune ripartenze D’Angelo 6.5: è colui che impersona il singolo tifoso avellinese che per assurdo ha la possibilità di vestire la maglia biancoverde e giocare per la squadra della sua città per la quale darebbe tutto quello che può. Tavano 6: gioca la sua solita partita sempre in agguato in area avversaria . A differenza di Trotta e Mokulu non garantisce la profondità che serve Castaldo 6,5 – Lotta e combatte con veemenza. Nonostante le condizioni fisiche precarie prende per mano la squadra. Trotta 7 – Sigla il gol vittoria, ma probabilmente è anche quello dell’addio. Insigne 6,5 – entra a gara in corso e cambia il corso della gara a favore dei lupi.
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L’angolo del Lupo
ITALO BORRIELLO
Grazie all’ottava e ultima rete di Marcello Trotta, l’Avellino fa suo il derby contro la Salernitana accorciando ancora di più le distanze con le squadre che la precedono nella corsa play-off. Ben messa in campo e schierata con il modulo madre dopo aver subito la spinta più emotiva che tecnica degli avversari, grazie ad una ripresa degna di nota ha dimostrato di meritare i tre punti nonostante un finale di gara caratterizzato da un paio di occasione per gli uomini di Torrente Ha pesato molto, in conclusione, sull’andamento della gare le scelte dei due allenatori con Tesser bravo e paziente ad aspettare che terminasse la verve agonistica e fisica dei granata per poi schierare Insigne e Trotta mattatori assoluti del match, e Torrente colpevole di aver tolto il giovane promettente Odjer che da solo aveva messo spesso i centrocampisti di casa in difficoltà.
Torrente: “Ci vuole una punta” SALERNITANA
lascia Torrente perennemente sulla graticola. Il tecnico cetarese bussa a rinforzi: “Brescia ultima spiaggia? E’ una domanda da fare alla società, non a me. Con l’inserimento dei nuovi ed il recupero dei difensori sono convinto che le cose possono cambiare. La squadra ha comunque qualità. In attacco è andato via Eusepi, abbiamo bisogno numericamente di una punta. Abbiamo solo 4 attaccanti, ne serve un altro. Zito? Ha qualità e esperienza, è stato pericoloso sui calci piazzati. Ci teneva a far bene contro la sua ex squadra, l’ho tenuto fino a che aveva qualcosa. Perché schierarlo mezzala? Lui è anche mezzala, ha tempi di inserimento, tiro, può attaccare gli spazi. In settimana l’ho provato sia come quinto di centrocampo che come mezzala. Dispiace per la sconfitta, volevamo regalare una gioia ai tifosi. Questa squadra può solo migliorare, aspettiamo la condizione migliore di questi ragazzi. Ci sono ancora venti partite da disputare, i punti a disposizione sono 60. Abbiamo la possibilità di fare 30 punti o comunque poco meno, serve qualche vittoria che ci dia autostima. A noi manca la continuità, la stessa che possiede l’Avellino. La classifica è corta ma bisogna cominciare a vincere, serve anche segnare con un tiro da fuori. Anche il Como sembrava spacciato e invece è ancora vivo. E’ questa la Serie B”
Spazio granata
RAFFAELE CIOFFI
“Non abbiamo concesso nulla all’Avellino, la partita è stata molto equilibrata”. Un copione già visto, andato in scena anche al Partenio per l’ennesimo atto di una stagione che sta assumendo connotati sempre più preoccupanti. La Salernitana esce sconfitta anche dal derby con l’Avellino, per Torrente la differenza è tutta nei cambi: “Insigne e Trotta hanno rotto gli equilibri. Nel primo tempo abbiamo avuto un’ottima occasione con Coda, è stato bravo Frattali nella circostanza. Nel secondo tempo loro leggermente meglio, sono stati bravi a differenza nostra a sfruttare le palle gol costruite. Questa è la differenza”. In realtà anche una condizione fisica imparagonabile, con la Salernitana spentasi nella ripresa mentre l’Avellino cresceva e acquisiva fiducia: “Normale che siamo entrati in difficoltà nella ripresa, abbiamo schierato calciatori ancora non al meglio. Sono comunque contento della prestazione. Devono trovare una condizione migliore rispetto a oggi, ma ho visto comunque una squadra viva. Con il recupero di qualche elemento in difesa possiamo crescere”. La quarta sconfitta consecutiva
Avellino
Mauro Pantani: “Vittoria sull’asse Insigne-Trotta”
secondo tempo, confeziona la sua sesta vittoria consecutiva portandosi a un tiro di schioppo da posizioni d’eccellenza……ma in brevi linee parliamo di questa non bella e abbastanza nervosa gara,disputata con grande generosita’, determinazione feroce e maschio agonismo da due squadre desiderose di superarsi senza pero’ incorrere in ruvidezze e spigolosita’ eccessive……ecco io……non diro’ altro se non applaudire oltre ai giocatori in CAMPO,anche uno stupendo pubblico d’ambedue le fazioni che si sono prese in giro come si conviene con spirito GOLIARDICO e con battute di ridanciana e carnescialesca IRONIA……….auguro al team di SALERNO una immediata riproposizione,con maggior fortuna sui temi calcistici ben scritti oggi al PARTENIO e all’Avellino un proseguo campionato all’altezza degli ultimi due mesi…..mi piacerebbe tornare nelle vostre ZONE a festeggiare con le due citta’ SODDISFATTE, secondo le proprie ambizioni quest’anno per ora diverse… ……grazie della straordinaria CIVILTA’ SPORTIVA dimostrata anche oggi….io non avevo NESSUN DUBBIO…..,.a presto…..vvb……..”
L’angolo del Lupo
ITALO BORRIELLO
Come al solito diamo voce ad un ex calciatore dell’Avellino che segue con interesse le gare della compagine biancoverde. Ecco la sua lucida e mai scontata impressione. L’AVELLINO vince con merito una partita che la SALERNITANA non meritava di perdere…… .puo’ sembrare una contraddizione in termini,ma non e’ cosi’ e il perche’ e’ molto semplice……..di due nette palle goal l’undici Irpino ne trasforma una mentre la squadra Granata di tre palle goal e mezzo non ne riesce a concretizzare nessuna ….la spiegazione del mio ASSUNTO e’ tutta qui… ..fare goal significa quasi sempre vincere,per cui la SALERNITANA non puo’ che piangere sui propri errori…detto questo in una disamina della partita con occhi neutrali non si puo’ che convenire sulle abilita’ fortunose o studiate di Tesser che nuovamente sull’ASSE TROTTA-INSIGNE entrati nel
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Casertana
Altra beffa nel finale, altri punti gettati via
che però spreca incredibilmente a tu per tu con Grandi. Prima della fine del tempo il Catanzaro fa in tempo a rendersi ancora una volta pericoloso con Razzitti che, per fortuna, svirgola colpendo male. Brutto primo tempo, partita combattuta ma con molti errori causati dalle avverse condizioni meteorologiche ma anche da un’insolita imprecisione degli uomini di Romaniello. Per la prima volta in stagione, la Casertana, giocando in casa, va negli spogliatoi sotto nel punteggio. Il secondo tempo comincia con i ragazzi di Romaniello più spigliati, decisi a ribaltare il risultato; subito gol annullato ai rossoblu, con De Angelis che secondo il guardalinee sarebbe stato in posizione di fuorigioco nel momento in cui impatta di testa. Molte perplessità in merito ma tant’è. Al 5′ è la traversa a strozzare in gola l’urlo di gioia dei tifosi casertani, sempre con De Angelis protagonista, quindi Mancosu che spedisce di poco alto sopra la trasversale. La Casertana attacca e il Catanzaro si difende cercando di ripartire. Intorno alla mezz’ora è di nuovo la traversa a dire di no, stavolta a Jefferson. Poi, nel giro di tre minuti i padroni di casa riescono prima a pareggiare e quindi a passare in vantaggio: al 23′ ci pensa De Angelis quindi al 26′ Jefferson che siglano due gol molto simili tra loro. Il Catanzaro sembra essere al tappeto anche perché a pochi minuti dalla fine i calabresi restano in dieci per un’ingenuità di Maita che, già ammonito, si fa cacciare per un colpo di mano. Quando la partita sembra finita ecco che gli ospiti pervengono al pareggio: mischia in area con Razzitti che insacca mettendoci lo zampino. Non bastano cinque minuti di recupero per giungere alla vittoria. 2 a 2 il risultato finale. Primato conservato ma anche questa settimana la Casertana non è riuscita ad approfittare dei passi falsi delle dirette concorrenti. Dopo i pareggi di Foggia e Lecce, ma anche dopo le straripanti vittorie di Benevento e, perché no, Matera, bisognava portare a casa l’intera posta. Aspettando il Cosenza in quel di Martina (partita rinviata). La squadra deve ritrovarsi, e deve farlo al più presto! Le ultime prestazioni non sono state convincenti, ma la soluzione non può essere che guardando in casa propria. E magari facendo qualcosina d’altro sul mercato.
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Falchetti di terra di lavoro
Vincenzo di Siena
Non era decisamente serata, e questo lo si è capito quasi subito. Quella di oggi pomeriggio col Catanzaro è stata una di quelle classiche partite storte, nate male e finite anche peggio. Cattiva sorte ed errori grossolani hanno permesso al Catanzaro di strappare un punto sul campo della capolista e alla Casertana, di converso, di perderne due fondamentali per il prosieguo del campionato. E così come a Pagani lunedì sera, anche oggi la beffa è arrivata nel finale, e anche oggi con i rossoblu in superiorità numerica. E’ evidente che la squadra stia attraversando un periodo di flessione, normale e fisiologico, soprattutto in qualcuno dei suoi uomini. Partita condizionata dal forte vento, gelido quanto basta per ibernare i presenti di quest’oggi allo stadio; entrambe le squadre partono subito forte, senza inibizione di sorta. La prima occasione è subito per la Casertana con Jefferson che però spreca, così come Firenze che, sul ribaltamento di fronte, a tu per tu con Gragnaniello, non riesce ad agganciare. Verso il quarto d’ora è Mangiacasale che impegna l’estremo difensore ospite che, causa il forte vento, alza il pallone sopra la traversa. Ma la Casertana non è quella di sempre e si vede: la manovra non è fluida, le imprecisioni, complice anche il fatto che i rossoblu giocassero controvento, e le difficoltà ad impostare il gioco sono evidenti. Al 20′ ancora una volta Firenze va vicino al gol per i suoi: su tiro di Razzitti, rimpallato, il pallone carambola sui piedi dell’attaccante con la numero 11 ma Gragnaniello è un fenomeno a respingere il pallone e allontanare l’insidia. La Casertana non riesce ad impostare e subisce il giro palla del Catanzaro che, seppur senza offrire un gioco spumeggiante, passa in vantaggio; dopo un ennesimo svarione difensivo, Mancuso (un quasi omonimo del fantasista rossoblu) deposita alle spalle di Gragnaniello. La Casertana non riesce a reagire né ad imbastire azioni pericolose. Poco dopo la mezz’ora l’occasione del pareggio capiterebbe tra i piedi, anzi sulla capoccia di Jefferson
STEFANO SICA
Ischia, il dopo Bitetto si chiama Di Costanzo
La tempesta dopo la quiete. Invertendo il teorema leopardiano ne scaturisce la beffa a cui è stata costretta l'Ischia sabato scorso al "Manlio Scopigno" di Rieti nell'anticipo con la Lupa Castelli. Grida ancora vendetta, infatti, il penalty decretato dal senese Zingarelli per un presunto fallo di mani di Moracci in area di rigore. Tuttavia, anche dalle immagini al rallentatore, si è avuta conferma di ciò che era apparso lampante anche in campo, col centrale gialloblù che ha toccato il pallone con la parte alta della spalla dopo aver perso l'equilibrio in area. Una dinamica di gioco che deve aver tratto in inganno il direttore di gara toscano, che non ha avuto dubbi nella concessione del tiro dagli 11 metri. Vibranti le proteste dei giocatori isolani e poca voglia di parlare anche da parte dello staff ischitano presente al gran completo nell'impianto reatino (il presidente Luigi Rapullino seguìto da ds e dg gialloblù, Ciro Femiano e Mario Aiello, e dal socio Marco Manna). Anche da parte di alcuni dei 20 tifosi ischitani presenti in uno Scopigno praticamente deserto, si è alzata qualche voce di disappunto per una vittoria sfumata al fotofinish: particolarmente beccato Moracci ed un invito, abbastanza inequivocabile, a fare le valigie a chiunque non se la sentisse di continuare nel progetto. I due
punti sfumati sul più bello hanno lasciato l'amaro in bocca anche al tecnico Antonio Porta, che nella giornata di oggi dovrebbe rientrare alla Berretti per far spazio a Nello Di Costanzo. "Moracci ha preso il pallone con la spalla - le sue parole -. Ci siamo rimasti male anche perché i ragazzi ce l'avevano messa tutta sfiorando anche il tris. E, se poi andiamo a vedere un'altra circostanza, c'era poco prima un rigore su Palma. Usciamo da questa partita un po' delusi per certi episodi. Nel primo tempo, inizialmente, abbiamo sofferto un po'. Loro avevano cambiato molti giocatori e noi avevamo delle assenze importanti. Abbiamo dovuto fare di necessità virtù ma la reazione è stata positiva". E, in effetti, l'appoccio isolano al match non era stato del tutto positivo, con un paio di miracoli di Iuliano ed una traversa colpita da Petta. Un inizio choc cancellato strada facendo da una prestazione gagliarda su un campo pesante e poco favorevole per giocate di un certo tipo. Anche se, paradossalmente, della manomissione del manto erboso reatino non ne hanno risentito le gambe morbidi di Kanoute, autore di una pregevole doppietta impreziosita da una prestazione di grande cuore e sacrificio, come è nel suo dna.
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Speculari i moduli (4-3-3) ma solo tanta buona volontà da parte dei laziali, che nella ripresa hanno provato ad accelerare senza però mai rendersi davvero pericolosi. L'Ischia, se una pecca l'ha avuta, è stata quella di non aver chiuso la sfida come era nella sue possibilità. Anche se, ad un certo punto, la stanchezza ha preso il sopravvento inducendo gli isolani a gestire gli eventi piuttosto che ad affondare la lama. Anche perché, in settimana, la rosa aveva iniziato a registrare i primi scossoni con le partenze di Izzillo (Juve Stabia) e Patti (Catanzaro), a cui si aggiungevano i lungodegenti Fall, Orlando e Mancino, non convocati al pari di Meduri, fermo da qualche giorno per un problema al polpaccio. Con gli uomini contati, Porta è stato obbligato giocoforza a portare con sé una panchina composta da soli under con l'aggiunta del neo arrivo Modesti (per Di Vicino si attende il transfer dall'Estonia). In ogni caso, il trainer di Procida ha voluto imporre subito una propria impronta tattica, con la scelta del 4-3-3 che ha azzerato il teorema dei trequartisti targato Bitetto. Con Iuliano in porta, le chiavi del pacchetto arretrato sono stati affidate al duo Filosa-Moracci in difesa, supportati da Florio a destra e Bruno a sinistra, centrocampo con Spezzani in regia, coadiuvato da Calamai a sinistra e Palma a destra, tridente con Kanoute, Porcino a sinistra e Armeno a destra. Con l'uscita di Porcino e l'ingresso di Guarino, i gialloblù si sono poi piazzati con un 3-5-2.
Oggi, dicevamo, potrebbe essere il Di Costanzo-day: con la società è stato oramai raggiunto l'accordo economico mentre si continua a discutere sui programmi tecnici relativi ai nuovi innesti e alle eventuali partenze. Di sicuro l'organico andrà implementato anche alla luce di qualche altro elemento che andrà quasi certamente via. Tramontate le piste Marco Cari e Roberto Carannante, e preso atto del rifiuto di Benny Carbone, la scelta è ricaduta sull'ex trainer del Messina che, ironia della sorte, potrebbe debuttare proprio contro i peloritani domenica al "Mazzella". Oggi pomeriggio, alle 14.30, la ripresa degli allenamenti. Quartier generale ancora il "Kennedy", ma forse soltanto per altre due settimane. Dopo la trasferta di Martina Franca (ma non è escluso un anticipo sulla tabella di marcia), il gruppo dovrebbe far ritorno definitivamente ad Ischia, la sua casa naturale. Problemi logistici hanno impedito di anticipare il rientro sull'isola già da oggi, come promesso ai tifosi nell'incontro della settimana scorsa. Ma l'Ischia riabbraccerà a breve i suoi appassionati, tentando di ricucire tutte le componenti e ricreare un nuovo ambiente. C'è un obiettivo importante da raggiungere, ieri troppo esiguo rispetto ai sogni di partenza e alla qualità della rosa, ma ad oggi tutt'altro che scontato: la salvezza. Ma, per raggiungerlo, occorre che si chiuda a doppia mandata la finestra di mercato invernale e che il club completi il cantiere. Con più certezze per tutti, ed una ritrovata serenità collettiva, tentare si può.
Ormai l'Herculaneum è in fuga, sul campo dello Stasia il mattatore è stato El Ouazni, autore di una doppietta nel tris con cui la capolista si è imposta in casa degli anastasiani. I granata di mister Squillante ora possono vantare ben dieci punti di distanza dalla seconda che adesso è la Boys Caivanese. Vincendo sul campo della Virtus Volla grazie ad un gol di Spilabotte, gli uomini di mister Amorosetti si insediano sul secondo gradino del podio approfittando dello scivolone del Portici in quel di Procida. Gara strana e particolare allo “Spinetti” per i vesuviani che passati due volte in vantaggio, si sono fatti sempre rimontare per poi superare a dieci minuti dal 90'. E' cambiato un po' lo scenario ma per il ruolo di vice-capolista è ancora tutto aperto, anzi, si prevede un bel duello tra Boys Caivanese e Portici, a sorridere è l'Herculaneum che ormai vede la serie D proprio ad un passo. Bella e avvincente la lotta per i play off, c'è la Sessana che è andata a vincere sul campo del Casalnuovo, trascinata da un Grezio che di partita in partita dimostra di essere un cecchino infallibile. Il post-gara è stato accompagnato da polemiche provenienti soprattutto dall'entourage granata per il rigore assegnato agli aurunci. In ottica play off, sempre in affanno il Savoia che, nonostante il pareggio di Forio, si trova con l'organico sempre più mutilato. Il San Giorgio sta rilanciando le proprie ambizioni maramaldeggiando la malcapitata Arzanese, annichilita con sei gol. Il faro della squadra granata sembra essere sempre Corace, autore di un'altra doppietta dopo
quella rifilata la settimana scorsa al Savoia. Proseguono le difficoltà del Gladiator: la compagine sammaritana è stata giustiziata anche dal Mondragone con un gol di Palumbo, i rinforzi di dicembre non si sono ancora ambientati in quel di Santa Maria Capua Vetere. L'Hermes Casagiove, battendo la Sibilla con un gol di Scognamiglio, ha trascinato anche i flegrei in zona play out.
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Il punto sull'Eccellenza di Maurizio Longhi
MAURIZIO LONGHI
Il punto sull’Eccellenza campana
Se nel girone A, il discorso primo posto è ormai ipotecato dall'Herculaneum, nell'altro continua il testa a testa tra FC Sorrento e Città di Nocera. Sono sempre due i punti di vantaggio che i costieri vantano sui molossi e, nell'ultimo turno, entrambe le formazioni hanno piegato le rispettive avversarie. Tris degli uomini di Ferraro al Castel San Giorgio, poker per Carotenuto e compagni contro la Palmese. I numeri del confronto premiano la compagine costiera che ha segnato dieci gol in più rispetto alla sua antagonista che, di contro, ha subito una rete in meno, andando avanti di questo passo, lo scontro diretto sarà uno spartiacque quasi decisivo. A sei punti dal Città di Nocera, c'è una Ebolitana che, nelle ultime sei partite, ha conquistato cinque vittorie e un pareggio, gli eburini hanno trovato la quadratura del cerchio e si candidano almeno per il terzo gradino del podio. La squadra ha giocatori che hanno fatto bene in categoria superiore, quindi, l'obiettivo è quello di vivere alla giornata per giocarsela con tutte. Il San Vito Positano si è messo subito alle spalle il passo falso di Palma Campania, superando di misura il Sorrento Calcio che, non solo non ha mai vinto una partita, ma ormai sembra condannato alla quarta retrocessione consecutiva. Nello scontro salvezza tra Massa Lubrense e Valdiano, si sono
imposti i nerazzurri per due reti ad una, successo molto importante che permette ai costieri di sperare ancora di salvare la categoria. Ed è ciò che spera di fare anche il Sant'Antonio Abate, ritrovatosi nei bassifondi dopo aver programmato una stagione di tutt'altro spessore. Il poker rifilato al Faiano, è una bella iniezione di autostima per una squadra che vuole tirarsi fuori dalla zona rossa per posizionarsi in una più rassicurante. È entrata in zona play off la US Scafatese, il 3-0 al San Tommaso ha permesso ai canarini di fare un balzo in classifica e issarsi in quinta posizione ma a ben sette punti di distanza dal San Vito Positano, quarto in classifica.
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Quattro squilli per il Nola NOLA
Rialzarsi. Era questo l’imperativo per il Nola, dopo la brutta caduta di Vitulazio. Missione compiuta, quest’oggi, allo ‘Sporting’: quattro gol alla Sangennarese per ripartire e ristabilire il vantaggio in classifica sulla seconda. I bianconeri chiudono la gara già nel primo tempo con le reti del tridente offensivo e con l’ennesimo rigore parato da Avino. Una vittoria importante e fondamentale per mantenere la testa della classifica e spegnere sul nascere i sogni delle inseguitrici.
VALERIO LAURI
dalla destra di Ventre, colpo di testa di Pellini, miracolo di Listo che non può nulla, però, sul tap-in vincente ravvicinato di Di Meo. Partita incanalata sui binari giusti per il Nola, ma un minuto dopo, su azione d’angolo, l’arbitro Spera vede un tocco di mano e fischia il rigore per la Sangennarese. Dal dischetto va Bevo che batte Avino sulla destra del portiere. Il direttore di gara, però, fa ripetere la battuta, perchè alcuni calciatori erano entrati in area, prima che questa avesse luogo. Bevo replica la battuta dalla stessa parte, ma stavolta Avino respinge e salva. E’ il quarto rigore parato dall’estremo difensore nolano nel torneo. I bianconeri, sulle ali dell’entusiamo, decidono di chiudere definitivamente la gara al 37′: Cerrato scappa via sulla destra e crossa in area, Ventre al volo di destro fa secco Listo con un preciso piattone nel sette. I padroni di casa potrebbero serLA CRONACA – Galluccio deve fare i conti con la vire il poker già al 42′, quando Cerrato si esibisce squalifica di Lucignano, ma può contare sui recu- in una serpentina, conclusa però da un dribbling peri di Salvatore Borrelli e Cerrato. Il tecnico sce- di troppo e l’azione sfuma. Si va al riposo sul 3-0. glie di schierare l’under Conte sulla sinistra nella linea a quattro difensiva. Partenza a ritmi serrati col Nola che si fa vedere subito dalle parti di Listo: Ventre impegna il portiere ospite con un tiro di facile lettura. Al 7′ la Sangennarese rischia l’autorete: su un cross di Maturo dalla sinistra, l’intervento di Rainone è scomposto e la palla sibila alla destra di Listo. Cinque minuti dopo, il Nola passa in vantaggio: punizione tesa di Sansone dalla sinistra e Cerrato con grande opportunismo infila l’1-0. Gli ospiti provano a scuotersi e costruiscono una buona occasione con D’Auria che impatta in sforbiciata un cross di Cozzolino dalla destra, ma la conclusione finisce larga. Gol sbagliato, gol subito. Il Nola, infatti, raddoppia al 24′: punizione
Sangennarese al tappeto NOLA
Nella ripresa, i ritmi sono blandi e compassati, il Nola gestisce il largo vantaggio con astuzia. Al 12′ Abbate serve Cerrato, ma la conclusione del bomber è larga. Passano cinque minuti e Ventre illumina in verticale per Cerrato, ma Listo si salva di piede. Al 18′ ancora un instancabile Cerrato, dopo uno slalom speciale, va al tiro di sinistro, ma Listo blocca con sicurezza. Il minuto 22 sembra essere quello propizio al quarto gol: prima Di Meo, dopo aver superato due avversari in velocità, prova da fuori, ma la conclusione viene deviata in angolo. Poi, sull’angolo seguente, Pellini al volo di destro batte a colpo sicuro, ma il portere Listo si oppone col corpo. Ancora Listo si rende protagonista di una gran bella parata alla mezz’ora, quando il nuovo entrato Russo prova la conclusione velenosa da fuori. Non può nulla, invece, il portiere sangennarese al 45′: uno-due spettacolare tra Di
Biase e Ventre, concluso da una splendida voleè di destro del neo-entrato attaccante. Nel finale alla Sangennarese saltano pure i nervi, perchè, nel recupero, Buonaiuto si fa espellere per proteste dopo un brutto fallo sanzionato col giallo su Maturo. Serviva una risposta di carattere e di gioco ed è arrivata. La vittoria della Rinascita Vico (seconda in classifica) aveva messo ulteriore pressione sulla capolista Nola. Gli uomini di Galluccio, però, sono entrati in campo concentrati e determinati a conquistare i tre punti, per proseguire nella cavalcata verso la promozione e per non dare fiato alle trombe di rimonta di chi sta dietro. Da segnalare le ottime prove di Cerrato e Ventre e il buon esordio dell’under Conte sulla fascia sinistra bianconera. Quando si dice “ripartire col piede giusto”.