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Con Horseman

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Wilhelm Brasse

Wilhelm Brasse

Per tanti versi, l’attuale rievocazione di una particolare combinazione tra Apple, marchio che non richiede parole di presentazione, né commento, e Ansel Adams, autore che pure non ha bisogno di raccomandazioni, è qui considerata trasversale. Magari, nel parallelo di annotazioni, appunto equidistanti, che attraversano diagonalmente il mondo dell’immagine, avendone a che fare, ma non in modo diretto (appunto). Il fatto in se stesso è presto riassunto; i commenti, a seguire.

Nel corso del 1998 e dintorni, al rientro di Steve Jobs ai vertici aziendali, Apple realizzò una serie di annunci istituzionali basati su personalità di spicco. Tra questi, in ordine sparso, Pablo Picasso, Maria Callas, Martin Luther King Jr, Alfred Einstein, Bob Dylan, Martha Graham, Muhammad Ali, il Mahatma Gandhi e... Ansel Adams, che è il soggetto che oggi, e qui, di interessa.

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Un suo ritratto conosciuto, sul quale oggi ci soffermiamo, venne impaginato in modo da essere usato in tempi e modi diversi, comunque sia mirati. Soprattutto, in due modi: in una serie di poster per punto vendita (della cui edizione possediamo una copia 66,5x27,1cm, con soggetto 61,5x22cm contornato da un sostanzioso bordo bianco di cornice) e in forma di pagina pubblicitaria, destinata a periodici statunitensi (testimoniamo per la quarta di copertina dell’edizione speciale di Life della primavera 1998, nella quale furono riunite le fotografie segnalate alla selezione dei primi Alfred Eisenstaedt Awards,

Proprietà di Tosh Komamura definito per l’appunto The Eisie Issue. Dato il soggetto, ottimo abbinamento: lezione di giornalismo e pubblicità in comunione di intenti.

In entrambi i casi, nessuna sovrapposizione di testi a commento, se non l’headline Think different. (sgrammaticatura volontaria: alla lettera, “pensa diverso”, intendendo “guardare con una nuova visione”), che in quei tempi definiva la filosofia Apple, in combinazione con il riconosciuto logotipo aziendale: la celebre mela multicolore, ben evidente nelle composizioni fotografiche rigorosamente bianconero.

Due ipotesi: omaggio a un protagonista della Fotografia, oppure testimonianza finalizzata di un protagonista della Fotografia (mancato nel 1984, a ottantadue anni). In ogni caso, dietrologie a parte, noi oggi cataloghiamo questa combinazione nell’ampio capitolo delle presenze della Fotografia esterne al proprio ambito originario. Se si dovesse storicizzare questa fenomenologia, alla quale appartiene il caso al quale ci stiamo riferendo, si dovrebbero approfondire genesi e percorsi. Per il momento, in assenza di tali intenzioni (che competono a istituzioni museali e scientifiche della Fotografia), ci limitiamo alla sola registrazione... in parallelo. Per questo, conteniamo l’analisi alla sola apparenza, a tutti visibile.

Il ritratto di Ansel Adams utilizzato dalla comunicazione Apple raffigura il celebrato autore dietro un apparecchio a banco ottico, stabilmente fissato su treppiedi. Questo è terreno nostro:

per quanto il flessibile che Ansel Adams impugna sia sostanzialmente generico (ma avrebbe anche potuto essere altrimenti), l’apparecchio a banco ottico è presto riconosciuto. Si tratta dell’originaria Horseman 450, sul mercato internazionale dalla fine degli anni Settanta: corpi principali, anteriore e posteriore, a “L”, con scorrimento micrometrico sul banco a doppia coda di rondine, con cremagliere indipendenti per i movimenti alternati degli stessi corpi e del morsetto di sostegno.

Ricordiamo ancora i movimenti micrometrici di decentramento, verticale come orizzontale, e la rotazione di basculaggio libera nei due sensi: rispettivamente, attorno gli assi orizzontale e verticale. Quindi, va sottolineato che questa costruzione, cui seguirono ulteriori evoluzioni tecniche Horseman a banco ottico, fu la prima non-Sinar a proporre la rotazione di basculaggio gli assi orizzontali e verticali giacenti sul piano focale, in tempi nei quali un brevetto della stessa Sinar tutelava le sue particolari ed esclusive proprietà geometriche, che consideravano discriminanti proprio le rotazioni di basculaggio attorno assi giacenti sul piano focale (in posizione decentrata).

Questo banco ottico di Ansel Adams è una Horseman 450 un poco particolare. Anzitutto, sul corpo anteriore è stato aggiunto un supporto porta accessori, soprattutto bandiere paraluce, con innesto di diametro consistente. Quindi, l’obiettivo non è montato su una piastra originaria Horseman (Sinar compatibile), bensì su una piastra porta obiettivi di altro sistema, adattata in modo artigianale.

Proprietà di Tosh Komamura (2)

Lettera che Ansel Adams ha inviato il 6 maggio 1983 per complimentarsi con la produzione giapponese Horseman (dalla costruzione folding al banco ottico).

(in basso) Fax inviato il 21 dicembre 1978 da Ansel Adams al commerciante Calumet: «Penso che la Horseman [450] sia il miglior apparecchio grande formato che ho incontrato. Desidero acquistarne uno».

(pagina accanto, dall’alto) Copertina autografata di Time Magazine, del 3 settembre 1979. Seconda metà degli anni Novanta del Novecento. Annuncio e Poster Apple con Ansel Adams, con banco ottico Horseman 450, della campagna Think different..

L’obiettivo di ripresa non è riconoscibile, ma l’otturatore centrale è evidente e noto: Compur numero 1.

In tale abbinamento obiettivo-otturatore, sul formato di ripresa 4x5 pollici, la focale non dovrebbe essere corta; diciamo, almeno da 180 a 210mm. A questo proposito, non ci si faccia ingannare dal soffietto soffice e dal suo impiego canonico: probabilmente, qui è stato utilizzato per favorire il decentramento dei piani dell’apparecchio, più che per l’originaria affinità con gli obiettivi grandangolari.

Anni prima della datazione dei soggetti Apple (seconda metà degli anni Novanta del Novecento), un ritratto analogo dello stesso Ansel Adams, questa volta a colori, fu pubblicato sulla copertina del numero del 3 settembre 1979 del settimanale Time Magazine: richiamo a un articolo sul definito The Master Eye.

L’abbigliamento di Ansel Adams è diverso, completato per l’occasione con il caratteristico Stetson bianco [per coloro i quali possono identificare la certificazione], ma la postura è sostanzialmente coincidente. Ancora Horseman 450 (sebbene con piastra adattatrice artigianale porta obiettivo di diversa finitura rispetto la precedente), ancora flessibile (bianco, questa volta), ancora il gesto della ripresa fotografica.

L’obiettivo è diverso. Questa volta si tratta di un affascinante Super- Angulon 210mm f/5,6 di consistente effetto coreografico. Nota parallela: sulla sua montatura è stata proditoriamente cancellata l’identificazione del costruttore Schneider.

E, poi, altre vicende parallele. ■ ■

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