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Corrispondenze

Film anglo-statunitense del 1972, Images è un horror psicologico interpretato da una magistrale Susannah York, attrice inglese spesso prestata a Hollywood, qui creditata anche come coautrice della sceneggiatura: premio per la migliore attrice, al Venticinquesimo Festival di Cannes, dello stesso 1972, proprio per questa performance. Rimanendo qui, prima di allungarci oltre, verso le consuete considerazioni, va rilevato che i panni della protagonista Cathryn, scrittrice per l’infanzia, hanno calzato a pennello a Susannah York (Susannah Yolande Fletcher; 1939-2011), che -in quegli stessi anni- scrisse due racconti per bambini: In Search of Unicorns, presente nel film, e Lark’s Castle.

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Il regista Robert Altman (1925-2006) aveva concepito il film a metà dei controversi anni Sessanta, più controversi negli Stati Uniti che altrove, va rilevato. Su una sceneggiatura semplificata e definita solo a tratti generali, la vicenda è stata composta nelle proprie tonalità durante le riprese, con la fattiva collaborazione degli stessi attori, proprio a partire dalla protagonista Susannah York e del suo In Search of Unicorns. Come altri film dello stesso Robert Altman, anche Images è stato poco sostenuto dalla produzione, una volta ancora dubbiosa sui contenuti identificati e presentati dall’eccellente regista, che -oggigiorno- è uno dei più colpevolmente dimenticati e rimossi: ed è scandaloso! La sua

fonetici. La ricca autrice di letteratura per l’infanzia Cathryn è perseguitata da telefonate che le fanno credere che il marito Hugh (interpretato dall’attore René Auberjonois) la tradirebbe. Sulla sua psiche debole, fragile e sfiduciata, queste presunte rivelazioni bastano a farle osservare la propria vita da un punto di vista alterato. Soprattutto, comincia a vedere il marito come un uomo diverso da quello che ha sposato, a intercettare comportamenti sospetti, a ridisegnare i propri orizzonti. Non serve a molto, forse a nulla, addirittura, un cambio di ambiente, in un cottage nella campagna irlandese, immerso in una avvolgente natura inglese. Insomma, tutto è irrimediabilmente compromesso, e neppure la tranquillità del paesaggio circostante, confortante sia per la scrittura sia per realizzare le fotografie di illustrazione del libro in lavorazione (per l’appunto, In Search of Unicorns), riesce a invertire la marcia esistenziale di Cathryn. voce, certamente fuori dal coro, è stata Quindi, come è scontato che sia (e esemplare: basta scorrerne la filmogra- debba essere), è proprio la componente fia... in marchio di fabbrica. “fotografica” della sceneggiatura/sceSvolta in corsi e ricorsi che si inseguo- nografia che ha sollecitato questo nono, la trama di Images può essere anche stro richiamo, in spazio redazionale sisemplificata, quantomeno in termini stematicamente dedicato. Nel film, si incontra qualche esterno, neppure molti, per il Il tasso “fotografico” del film Images, di Robert Altman, del 1972, si misura sul- vero, riconducibili a una la consistente presenza scenografica di una Speed Graphic 4x5 pollici utilizzata convincente inquadrasu treppiedi: dunque, non finalizzata al proprio indirizzo nel fotogiornalismo, anche in cronaca, ma finalizzata allo principale e statutario still life per negativi di tura di obiettivi Nikkor appoggiati su uno scrittoio, abbondantemente dimensioni generose (10,2x12,7cm). Nel film, è usata dalla protagonista Cathryn, impolverati, va rilevascrittrice per l’infanzia, magistralmente interpretata dall’attrice Susannah York. to. Ma, soprattutto, la Fotografia di Cathryn

Copertina dell’edizione italiana del DVD di Images, film di Robert Altman, del 1972, e locandina originaria statunitense. Il richiamo italiano elabora il princìpio del “puzzle psicologico”; quello statunitense accosta la fotografia (per il vero, Deardorff) al coltello omicida. si manifesta con una Speed Graphic 4x5 pollici montata su treppiedi (Tiltall, dalle inconfondibili manopole in acciaio, autentico classico della cultura fotografica statunitense). Dunque, qui non si tratta di una dotazione tecnica e operativa finalizzata al proprio indirizzo principale nel fotogiornalismo, anche in cronaca (leggi, soprattutto: Weegee), ma finalizzata allo still life per negativi di dimensioni generose (10,2x12,7cm).

Nella sceneggiatura/scenografia, Cathryn allestisce una composizione con foglie autunnali, rami spezzati e una testa di stambecco, per il libro che sta scrivendo. Al culmine (?) della propria paranoia, distruggerà il set e, poi, annienterà addirittura la Speed Graphic, sparandole contro con una doppietta da caccia. Prima di dedicarsi alla conclusione omicida... ovvia.

Questo potrebbe essere tutto, ma -fedeli alle nostre osservazioni spesso trasversali- non è così. Due notazioni ancora, a proposito di Images, per certi versi, e della presenza nel cinema della fotografia Speed Graphic al femminile. In questo stesso ordine.

In riguardo a un certo stile del cinema statunitense, che spesso inserisce dettagli trasversali nelle vicende narrate, intercalando “per gioco”, senza influire sul risultato doveroso, né -tantomeno- compromettendolo, anche questo film ha un curioso dietro-le-quinte. In Images, di Robert Altman, del 1972, i nomi dei personaggi sono l’inverso dei nomi reali degli attori che interpretano le relative controparti: la protagonista Susannah York è Cathryn, mentre l’attrice Cathryn Harrison interpreta la figlia Susannah; gli uomini della vicenda sono Hugh, Rene e Marcel, interpretati in incrocio dagli attori René Auberjonois, Marcel Bozzuffi e Hugh Millais.

Infine, e per concludere in promessa di titolo, Corrispondenze (eccole qui tra noi), per quanto ci riguarda, ovviamente in chiave mirata, segnaliamo altre Speed Graphic del cinema, in versione altrettanto femminile.

Tra le mani o sui treppiedi di: Dora Monier (l’attrice Simone Renant), in Legittima difesa (Quai des Orfèvres), di Henri-George Clouzot, del 1947; Margaret Bourke-White (Candice Bergen), in Gandhi, di Robert Attenborough, del 1982; Margaret Bourke-White (Farrah Fawcett), ancora, in Il coraggio di Margaret o Margaret Bourke-White, una donna speciale (Double Exposure: The Story of Margaret Bourke-White), nel film-Tv di Lawrence Schiller, del 1989; Paula Klaw (Lili Taylor), con Betty Page, in The Notorious Bettie Page, di Mary Harron, del 2005; Ann Kay (Dawn Addams), in Un re a New York (A king in New York), di Charles Chaplin, del 1957.

Nulla d’altro. ■ ■

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