RASSEGNA STAMPA DEL 12 APRILE 2020

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Con interventi di Antonio Padellaro, Peter Gomez, Massimo Cacciari, Luisella Costamagna, Giovanni Orsina e Valentina Petrini a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


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PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Domenica 12 Aprile 2020

L’EPIDEMIA zia delle Dogane, - spiega l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin - ma il decreto che prevede questa possibilità a ogni carico di mascherine è in fase di conversione in legge. Se non si abrogherà quell’articolo, il problema si riproporrà fino al 31 luglio, data di scadenza. Nel frattempo a ogni segnalazione noi ci attiviamo con le Dogane per sbloccare i carichi». Un tema martellante nei ragionamenti di Zaia quello delle mascherine. «Sono lo spartiacque fra contagio e salute ha sottolineato ieri - e se dal 4 maggio si uscirà di casa i dispositivi resteranno essenziali». E lo resteranno a lungo viste le previsioni di «convivenza» col virus. E, allora, c’è anche chi si aspetta nella nuova ordinanza regionale, in redazione in queste ore (sarà resa pubblica fra oggi e domani), un’estensione dell’uso dei Dpi. Se non Sicurezza e lavoro obbligatoria, Il Viminale ricorda l’accordo fra il ampiamente commissario per l’emergenza caldeggiata. Arcuri e Confindustria per Non obbligavelocizzare lo sblocco dei carichi toria perché dei Dpi destinati all’industria si resta in attesa, appunto, che l’ingorgo burocratico alle Dogane si risolva. E che mascherine e guanti si trovino ovunque a prezzi congrui. La riapertura a cui si prepara la Regione è sociale oltre che economica: «Visto che gli unici a restar chiusi sono i negozi, i produttori d’abbigliamento e pochi altri in una sorta di incomprensibile riserva indiana - dice Zaia - io a questo punto mi concentro sui cittadini perché oggi il tema con «mascherina». Lo va di- degli assembramenti e delcendo da giorni «Il lockdown, l’isolamento fiduciario non cioè “chiusura completa”, esiste più. La strategia cambia, l’ordinanza regionale di non c’è più de facto». Di qui i dovuti controlli ca- domani segnerà un cambio di pillari dello Spisal e il nuovo strategia, si concentrerà di più appello alla liberalizzazione sui dispositivi. Ma intanto della commercializzazione prendiamo atto che da martedei Dpi, i dispositivi di prote- dì il Veneto non sarà più quelzione individuali, la cui forni- lo di oggi, molte delle misure tura si incaglia quotidiana- del Dpcm saranno impraticamente nelle confische a uso bili vista la mole di riapertusanitario da parte della Prote- re». zione civile nazionale. «Ho Martina Zambon sentito il direttore dell’Agen© RIPRODUZIONE RISERVATA

Veneziana Federica Pellegrini è campionessa olimpica di nuoto

3 VE

L’Irccs di Negrar inizia una ricerca su 2500 cittadini per scovare gli immuni. E un bambino di 11 anni dona 25 uova con le istruzioni per fecondarle

Studio sugli asintomatici e tamponi nelle carceri «Reclusi e agenti infetti»

E l’ospedale di Verona a capo di un trial Oms sull’efficacia delle terapie

❞ Pegoraro Gli istituti di pena rischiano di diventare nuovi focolai, soprattutto per il problema del sovraffolla mento

Saranno invece sufficienti 50 euro, per sperare di aggiudicarsi uno qualunque tra il costume della finale (valsa la medaglia d’argento) dello scorso anno a Gwangiu, la cuffia con cui gareggiò ai campionati italiani del 2018 oppure quella indossata nella finale vinta ai Mondiali di Budapest nel 2017. Ma all’asta ci saranno anche le tute e le magliette (la base d’asta è di venti euro) della Nazionale di nuoto, e gli accessori e i costumi che la veneziana utilizza in allenamento. A seguire l’evento attraverso la piattaforma 6Enough, ci sarà la stessa Pellegrini in collegamento streaming dalla sua casa a Verona. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ormai la testa della gente è alle riaperture e al ritorno alla normalità, complice il continuo declino della curva del contagio da coronavirus Covid-19. Anche ieri si sono registrati 20 ricoveri in meno nelle Malattie infettive e nelle Pneumologie e nessuno nelle Terapie intensive, scese a 251 pazienti. Salgono invece a 13.891 i casi confermati, con un +432, così come continuano ad aumentare le vittime, benché anche questa voce abbia subìto un rallentamento: sono 852, 28 in più rispetto a venerdì, contro i 34-37 dei giorni scorsi. Ma i morti nelle residenze per anziani sono già 97. «E infatti non dobbiamo abbassare la guardia, i cittadini sanno che l’indicatore è quello dei decessi — avverte il governatore Luca Zaia — e se le misure di contenimento del contagio non vengono rispettate, salirà sempre di più. Se qualcuno pensa che riapertura voglia dire fare baldoria, sbaglia». Intanto negli ospedali continua il lavoro febbrile per curare i malati più gravi, anche sperimentando nuove terapie. L’ultima novità è lo studio «Solidarity», promosso dall’Oms e autorizzato dall’Agenzia italiana del farmaco in Azienda ospedaliero-universitaria di Verona. Il reparto di Malattie infettive diretto dalla professoressa Evelina Tacconelli è stato scelto come centro coordinatore per l’Italia, che vede coinvolti 32 centri clinici. Il trial, internazionale, coinvolgerà migliaia di pazienti e consiste nella valutazione delle diverse strategie terapeutiche adottate, tra cui gli antivirali (Remdesivir e Lopinavir/Ritonavir), clorochina e idrossiclorochina. Sarà possibile modificare il protocollo in relazione alle evidenze via via disponibili: una commissione di esperti indipendenti valuterà, a intervalli prestabiliti, i risultati intermedi, stabilendo se siano emersi indicatori tali da decidere se continuare a utilizzare o meno un determinato trattamento. Non solo. Uno studio epidemiologico, il primo realizzato in una grande città sulla prevalenza nella popolazione di asintomatici, partirà nei prossimi giorni a cura dell’Ircss «Sacro Cuore» di Negrar, in collaborazione con il Comune di Verona, l’Usl e l’Azienda ospedaliera del capoluogo. «Su 2500 veronesi — spiega il dottor Carlo Pomari, responsabile della Pneumologia del «Sacro Cuore» — saremo in grado di identificare con un margine di errore dell’1,5% la percentuale di soggetti potenzialmente contagiosi. In più conosceremo la percentuale di residenti che, avendo già sviluppato gli anticorpi del Covid-19, in autunno correranno un rischio molto

VENEZIA

LA MAPPA DEL VIRUS

251 (248)

Tra parentesi i dati registrati venerdì 10 aprile

in Terapia intensiva

13.891

10.713

(13.459)

1.445 (1.475)

755 (732)

Guariti

(2.043)

Ricoverati deceduti

Ricoverati

I FOCOLAI Totale deceduti

158

242

2.032

123

154

Vicenza

Padova

Comune di V0’ (PD)

245 1.931

1 97

276

17

Rovigo

Fonte: Regione Veneto. Dati dell’11/04 ore 17.00

● L’editoriale/1

Il credo oltre il limite SEGUE DALLA PRIMA

Non un insieme di regole di bon ton sempre valido per la convivenza umana (anche quello, ci mancherebbe: un po’ più di solidarietà, onestà e rispetto a questo mondo non sarebbero cose disdicevoli, anzi), bensì uno sguardo che trasfigura la realtà: il divino diventa terreno perché il terreno diventi divino. L’assenza di celebrazioni – iniziato proprio con il mercoledì delle ceneri, tanto che questa quarantena è ormai una quaresima completa – può ingenerare, secondo la celebre legge della serendipity (ottenere un risultato che non si era prefisso), una riscoperta forte del significato delle cose che ci stanno intorno. Cose che ci rimandano a un’altra dimensione del vivere, che non risponda solo al limite dei nostri giorni, come ad esempio quello posto nel dibattito sulle chiese aperte per Pasqua. Le dichiarazioni di Salvini sulla riapertura dei luoghi di culto e il raddoppio fideistico che neanche Radio Maria («la scienza non basta»), dimostrano due cose: una non conoscenza dell’intima natura della fede e una contrapposizione tra cristianesimo e sapere scientifico che accumuna Salvini più ai devoti del creazionismo (quelli per cui il mondo è stato fatto in 7 giorni e l’evoluzione è una cospirazione massonica) che alla dottrina cattolica. Di fronte a questi, come a quelli precedenti, interventi del leader leghista nel territorio della coscienza religiosa e del sacro come coscienza sociale (non si dà fede individuale, nella tradizione cristiana, che proprio per questo motivo si chiama così: anche solo i vangeli ci sono arrivati grazie a una comunità credente), sorgono due interrogativi: che cristianesimo conoscono i fan di Salvini che si dicono cattolici? Inoltre. Possono esserci tempi e luoghi in cui costruttivamente la Chiesa può sfidare questo brandire ideologicamente la fede, che un po’ di danni sta facendo al sentimento religioso di tanti? Lorenzo Fazzini

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8

Fuori regione

Venezia

3.185 3

35

1.978 Treviso

111

87

654

Belluno

Casi confermati per provincia

Verona

2.326

(10.592)

Attualmente positivi

Positivi al Covid-19

3.420

852 (824)

Totale vittime

83 Assegnazioni in corso

Decessi extra ospedalieri L’Ego - Hub

basso di riammalarsi. E individueremo la fetta di popolazione mai venuta a contatto con il virus, così saremo in grado di prepararci al meglio a una possibile recrudescenza dell’infezione e, per quanto possibile, di prevenirla». I soggetti da esaminare, a partire dai 10 anni di età, saranno estratti con criterio casuale dall’elenco dell’anagrafe, invitati con una lettera del sindaco e sottoposti al tampone e al prelievo di sangue per la ricerca degli anticorpi. A proposito di tamponi, a breve verranno effettuati nelle carceri, nuovi potenziali focolai. Sono già stati contagiati 27 agenti della polizia penitenziaria e 17 detenuti a Verona, più 23 poliziotti al lavoro negli altri istituti di pena del Veneto. Gianpietro Pegoraro, coordinatore regionale Cgil Penitenziari, ha scritto una lettera a Zaia per chiedere «lo screening tramite tampone di operatori e detenuti, con l’obiettivo di identificare gli asintomatici, veicolo di infezione, e garantire a loro, alle famiglie e alla comunità interna una maggior sicurezza». «C’è un clima di paura — scrive Pegoraro — detenuti, agenti, educatori, amministrativi contabili e direttori degli istituti di pena temono il contagio, anche a causa del sovraffollamento delle celle». «E’ uno dei temi che stiamo affrontando — ammette il governatore — una volta conclusi i tamponi a operatori sanitari, ospiti e dipendenti delle case di riposo, partiamo nelle carceri. Se ancora non ci siamo riusciti, è per la mancanza sul mercato dei reagenti». Sul fronte delle donazioni, infine, ieri Damiano, un bambino di 11 anni di Villa del Conte che alleva galline, ha regalato 25 uova. E tre pagine di istruzioni su come fecondarle. Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA


5

Primo Piano

Domenica 12 Aprile 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza Covid-19 VENEZIA Pasqua amara in Italia sul fronte Coronavirus. Dopo che ieri è stato sfondato il muro dei centomila positivi dall’inizio dell’epidemia, oggi potrebbe essere toccata quota ventimila nella conta dei morti. A fronte di un quadro generale in cui preoccupano i numeri della Lombardia e del Piemonte, il Nordest continua a registrare un rallentamento, anche se le autorità raccomandano prudenza: «I dati che noi riscontriamo ci inducono a ripetere di non abbassare la guardia, le misure sono state per questo prolungate dal Governo, non abbiamo sconfitto il virus», ribadisce Angelo Borrelli, capo del dipartimento nazionale della Protezione civile.

IN VENETO Secondo l’ultimo bollettino della Regione, in Veneto i casi di contagio sono aumentati a 13.891 (+432), anche per effetto del grande numero di tamponi effettuati, 190.912 stando al dato del mattino, grazie ora alla nuova macchina entrata in funzione a Padova. Le persone in isolamento domiciliare sono scese a 18.111, così come i ricoverati in area non critica sono calati a 1.445 (-33), mentre quelli in Terapia Intensiva sono 251 (+3). Altri 23 i decessi, che portano il totale avvenuto in ospedale a 755 (852 se si considerano pure quelli accaduti in altre strutture). In crescita i pazienti guariti e dimessi: ora sono 1.659. Sui numeri dei sanitari contagiati, i sindacati chiedono chiarezza. «Il calcolo percentuale dei positivi – afferma Ivan Bernini, segretario regionale della Fp Cgil – lo si deve effettuare su quanti hanno fatto il tampone e non sul totale dei dipendenti. È matematica, non opinione. Quindi medici 1,98%, medici di medicina generale 2,17%, infermieri 2,55%, operatori sociosanitari 3,15% e altri 1,89%. Non per amor di polemica, ma per amore della verità e di rispetto nei confronti di quelli che in troppi hanno definito angeli. Sono persone e lavoratori che me-

Contagi, sfondato in Italia il muro dei centomila casi Ieri altri 619 morti: oggi la conta potrebbe arrivare `A Nordest si conferma il rallentamento malgrado a quota ventimila. Ma continua il calo dei ricoverati altre 23 vittime in Veneto e 6 in Friuli Venezia Giulia `

190.912 I tamponi effettuati in Veneto dall’inizio dell’emergenza

99 I decessi registrati finora a Trieste, l’area più colpita in Fvg

3.381 I ricoverati nei reparti di Terapia Intensiva in tutta Italia

ritano rispetto e attenzione». Inoltre le sigle degli ospedalieri, fra cui Anaao, Cimo, Cgil, Cisl e Uil Medici, sollecitano «report e aggiornamento quotidiano relativo al personale sanitario della Regione Veneto risultato positivo, così come accade in Emilia Romagna».

IN ITALIA Guardando all’Italia nel suo complesso, sono ormai 100.269 le persone attualmente positive, con un aumento di 1.996 unità che è superiore a quello registrato venerdì. La variazione quotidiana di vittime è tornata a su-

Lombardia e Piemonte allungano la quarantena e non riaprono le librerie GIRO DI VITE MILANO È un trend altalenante. Una curva che ogni giorno rivela la triste conta dei morti. Messo da parte l’ottimismo della prima ora, figlio dei dati che lentamente sembrano invertire la rotta, l’Italia sfonda il muro dei 100 mila malati, con altri 619 decessi in 24 ore. L’unico segnale positivo arriva dai numeri della terapia intensiva, in discesa per l’ottavo giorno consecutivo. La situazione più delicata, come ormai da oltre un mese, è quella della Lombardia che, davanti all’ennesimo aumento di morti e contagiati, decide di confermare le misure restrittive e allungare la quarantena per i positivi fino al 3 maggio. E niente riapertura di librerie e cartolerie come previsto dal dpcm firmato ieri dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte. Una misura che con ogni probabilità sarà adottata anche da altre regioni, come il Piemonte, che ieri ha registrato un balzo di 594 malati e 101 vittime in più. Nel Lazio, invece, l’accesso alle librerie sarà

Totale Regione Veneto con tampone positivo 13891(+432) 87 1978 2032 654 Vo’

Treviso

Vicenza

3420

Verona 245 Domicilio fuori Veneto 83 Assegnazione in corso

IN FRIULI VENEZIA GIULIA Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, i positivi sono saliti a 2.393 (+44). I totalmente guariti risultano 489, mentre i clinicamente guariti (persone senza più sintomi ma non ancora negative al tampone) sono 337. Ieri altri 6 morti, per un totale di 185. La provincia più colpita è Trieste con 872 positivi, seguita da Udine con 865, Pordenone con 529 e Gorizia con 121, ai quali si aggiungono 6 persone non residenti in regione. Anche sul piano dei decessi il territorio di Trieste è il più martoriato (99), a cui fanno seguito Udine (52), Pordenone (31) e Gorizia (3). I ricoverati in Terapia Intensiva sono 28, a cui vanno aggiunti i 172 di altri reparti, mentre in isolamento domiciliare restano 1.182 soggetti.

FONTE: REGIONE VENETO

Casi confermati (al 11.04 ore 17.00)

Belluno

276

1931

Rovigo

Venezia

3185

Padova

18111 positivi + contatti in isolamenti

10713

852

2326

Casi attualmente positivi

Deceduti in ospedale e casa di riposo

Negativizzati virologici

755

deceduti in ospedale

1659

dimessi

1696

ricoverati

Pazienti in area non critica

Strutture di ricovero - *Ospedale Covid Azienda Ospedale Università Padova 97 Az. Osp. Univ. Int. Verona - Borgo Roma 57 Az. Osp. Univ. Int. Verona - Borgo Trento 26 ULSS1 - Ospedale Belluno 38 ULSS1 - Ospedale Feltre 1 ULSS2 - Ospedale Treviso 66 ULSS2 - Ospedale Oderzo 10 ULSS2 - Ospedale Conegliano ULSS2 - Ospedale Vittorio Veneto* 67 ULSS2 - Ospedale Castelfranco 12 ULSS2 - Ospedale Montebelluna 18 Ospedale S. Camillo - Treviso* 44 Ospedale civ. Motta di Livenza - Treviso 1 ULSS3 - Ospedale Mestre 30 ULSS3 - Ospedale Venezia 12 ULSS3 - Ospedale Mirano 2 ULSS3 - Ospedale Dolo* 83 ULSS3 - Ospedale Chioggia 1 Ospedale Villa Salus - Mestre* 47 ULSS4 - Ospedale San Donà di Piave 1 ULSS4 - Ospedale Jesolo* 39 Casa di Cura Rizzola - San Donà di Piave 9 ULSS5 - Ospedale Rovigo 14 ULSS5 - Ospedale Trecenta* 38 ULSS5 - Ospedale Adria 1 ULSS6 - Ospedale Schiavonia* 110 ULSS6 - Ospedale Cittadella ULSS6 - Ospedale Camposampiero 4 ULSS7 - Ospedale Santorso* 130 ULSS7 - Ospedale Bassano 7 ULSS7 - Ospedale Asiago 2 ULSS8 - Ospedale Vicenza 56 ULSS8 - Ospedale Noventa Vicentina 21 ULSS8 - Ospedale Valdagno 19 ULSS9 - Ospedale Legnago 59 ULSS9 - Ospedale San Bonifacio 20 ULSS9 - Ospedale Villafranca* 104 ULSS9 - Ospedale Marzana 66 ULSS9 - Ospedale Bussolengo 24 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria - Negrar 69 Ospedale P. Pederzoli - Peschiera 40

Ospedali per acuti

IL PUNTO

Tot. Regione Veneto

1445

Pazienti in terapia intensiva

20 15 25 9 17 6 6 4 7

© RIPRODUZIONE RISERVATA

13 6 6 10

6

Tot. Regione Veneto

LOMBARDIA Il Governatore Attilio Fontana

consentito esclusivamente indossando guanti e mascherina. E rispetto all’ipotesi di una imminente Fase 2, è lo stesso commissario Domenico Arcuri a spegnere gli entusiasmi.

L’AVVERTIMENTO «Se sbagliamo il momento

della graduale uscita dall’emergenza - ha avvertito - continueremo a correre il rischio di diffusione del contagio, ma con danni ancora più pesanti». Proprio per questo ha voluto aprire la sua conferenza stampa con un accorato appello agli italiani. «Non fate sciocchezze, usate il

IL GOVERNATORE FONTANA ANTICIPA LA CIG PER UN MILIONE: «SE LO STATO NON C’È GARANTIAMO NOI»

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I SINDACATI VENETI CHIEDONO CHIAREZZA SUI DATI DEI SANITARI INFETTATI O ISOLATI: «SERVE UN RESOCONTO COME IN EMILIA»

10 14 4 13 3 22 7 3 12 8 5

251

Casi Sars-CoV-2 presenti in strutture territoriali, trasferiti da ospedali per acuti Pazienti Dimessi Decessi Strutture di ricovero

16 15 1 31 24 27 7 11 8 18

9 1

4 1

3 2 11 3 12 11 2

2 4 2

158

54

16

Ospedale di Comunità Belluno Ospedale di Comunità Agordo Ospedale di Comunità Castelfranco Centro Servizi Civitas Vitae - Vedelago (Tv) Centro Serv. Casa Luigi e Augusta - Ormelle Ospedale di Comunità Vittorio Veneto Ospedale di Com. Casa di Cura Rizzola (Ve) Ospedale di Com. Villa Maria - Padova Ospedale di Comunità Camposampiero (Pd) Ospedale di Comunità Marostica (Vi)

perare quota 600, attestandosi su 619, per cui è verosimile che oggi il totale provvisorio di 19.468 possa tragicamente arrotondarsi. I valori peggiori sono spinti anche dalla situazione della Lombardia, più critica rispetto al giorno precedente. Per far comprendere il dramma delle cifre, basti un dato: i morti complessivi di Coronavirus nel Lazio dall’inizio dell’emergenza sono tanti quante le vittime lombarde registrate nella sola giornata di ieri e cioè 272. Ad allarmare tuttavia è pure il Piemonte, che in ventiquattr’ore ha riscontrato altri 996 casi di infezione ed è salito a 1.633 morti. In compenso in Italia continua a calare il numero dei ricoverati: attualmente in Terapia Intensiva ce ne sono 3.381, cioè 116 in meno della precedente rilevazione, finora il risultato migliore; altri 28.144 si trovano invece in altri reparti (-98). Si conferma la crescita del numero dei guariti per circa duemila persone al giorno: sono in totale 32.534, pari a un aumento di 2.079 unità. Angela Pederiva

1 2

cervello - ha detto -, continuate a seguire le prescrizioni e non uscite di casa». «Non abbiamo sconfitto il virus - gli fa eco il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli -, bisogna continuare a tenere i comportamenti richiesti. Anche in Lombardia siamo sulla strada giusta per contene-

re il virus». Parole che arrivano dopo l’annuncio dell’assessore regionale, Giulio Gallera, sul raddoppio dei contagi nella provincia di Milano. «Non è assolutamente finita, non dobbiamo abbassare in nessun modo la guardia - ha rimarcato -. Non dobbiamo pensare che il peggio sia passato perché i dati non sono stabili». E intanto, proprio la Lombardia apre lo scontro con il governo, prima sul dpcm e poi sulla cassa integrazione.

LA POLEMICA Il governatore, Attilio Fontana, in mattinata annuncia l’anticipo della cig per un milione di lombardi spiegando che «se lo Stato non c’è, garantiamo noi». Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, replica a stretto giro sostenendo che «non sono arrivate all’Inps richieste dalla Regione Lombardia» e bollando come «infondate» le polemiche del governatore. In attesa di novità sul fronte scientifico per la ricerca sul vaccino, «l’unica soluzione alla drammatica emergenza» - come ha spiegato Arcuri - qualcosa si sta muovendo anche in vista della delicata Fase 2, seppur con particolare cautela. I fronti sui quali il governo è al lavoro sono tre, ma «la fine della guerra - ha comunque avvertito il commissario - è ancora lontana». © RIPRODUZIONE RISERVATA


XI

Agenda Ne usciremo, sono convinto. La situazione che stiamo vivendo avrà una fine. Però dobbiamo essere consapevoli che occorre la disponibilità da parte di tutti a “stringere i denti” in questo momento e la collaborazione attiva di tutte le componenti sociali ed economiche per programmare fin da ora la ripartenza. Serve davvero la collaborazione di tutti, per ridurre gli effetti economici e sociali che la pandemia produrrà inevitabilmente anche nella nostra provincia. Da soli non ce la faremo. Avremo bisogno di sostegno da parte dello Stato e della Regione, e ovviamente anche dell’Europa, che dovranno intervenire in maniera importante affinché l’emergenza di oggi non diventi la causa di una desertificazione del nostro territorio. Per questo invito tutte le istituzioni, le forze economiche, sociali e la politica all’unità, alla coesione, al superamento di ogni polemica. Superare i campanilismi e le ideologie di parte dovrà essere il motore per cominciare a correre nella stessa direzione, per ricostruire insieme. La nostra provincia ha saputo rialzarsi dal disastro del Vajont e dalla distruzione di Vaia. Saprà rialzarsi anche questa volta. In questa fase stiamo producendo uno sforzo che mette a rischio i nostri modelli di vita consolidati, ma è un esercizio essenziale sotto l’aspetto sanitario. Dobbiamo osservare “misure” effettivamente stringenti, rigide, ma che tutti, con senso di responsabilità e rispetto verso il prossimo, dobbiamo comprendere e adottare, coscienziosamente. Non c’è altro modo, nel breve periodo, per disinnescare il contagio e la diffusione della malattia. E lo dobbiamo anche ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, a tutti coloro che stanno facendo uno sforzo immane per aiutare chi sta male e chi soffre.

Domenica 12 Aprile 2020 www.gazzettino.it

L’augurio di buona Pasqua di Padrin presidente della Provincia di Belluno

Fare squadra: soltanto così ne usciremo L’emergenza potrebbe non essere breve. Lo sappiamo, o meglio cominciamo a capirlo. Ma i sacrifici che stiamo facendo sono assolutamente fondamentali per uscirne il prima possibile. Dovranno essere sostenute le nostre comunità e le nostre economie; mi riferisco in particolare alle comunità delle nostre valli e alla loro economia, essenziale per mantenere il presidio del territorio, già penalizzato nel passato da imponenti emigrazioni. Penso, in questo momento, agli sforzi e alle preoccupazioni di chi si trova a dover reggere i costi fissi di attività produttive e commerciali; penso agli imprenditori grandi e piccoli, agli artigiani, ai professionisti; penso ai commercianti già provati dalle trasformazioni dei consumi che ne hanno ridotto le potenzialità di impresa; penso agli albergatori e agli operatori turistici che stanno pagando la chiusura anticipata della stagione invernale. Rifletto sulle difficoltà che pesano su tutti i lavoratori, autonomi, dipendenti e collaboratori. Penso alle famiglie, che cominciano a vivere situazioni di difficoltà dovute al fermo di quasi tutte le attività.

Purtroppo, oggettivamente, non c’era alternativa. Occorre però non fermarsi, non demordere, e fare di tutto, oltre il possibile, perché il motore resti acceso, perché l’economia possa ripartire. Sono convinto che l’Europa, dopo le prime incomprensioni politiche, attiverà un piano di ricostruzione economico-finanziaria comunitario e ripartiremo anche noi alla pari con gli altri Paesi europei; forse prima, perché prima usciremo dalla crisi sanitaria. La salute è al primo posto. Ma già da subito dobbiamo pensare a tutelare le attività economiche, produttive e commerciali: nessuna impresa, nessun artigiano, commerciante, professionista, e nessun lavoratore del territorio bellunese dovrà sentirsi solo. Le difficoltà vissute da ogni singolo imprenditore in situazione di emergenza economica sono un problema collettivo di cui tutti dobbiamo essere consapevoli. Per questo assicuro ai lavoratori, agli imprenditori e agli operatori economici che la Provincia cercherà di fare da collettore di ogni singola problematica, di ogni singola esigenza, per individuare soluzioni specifiche, utili a superare le dif-

ficoltà che incontreremo inevitabilmente. Aspetto per questo indicazioni e suggerimenti, in particolare da parte dalle organizzazioni di categoria, dalle rappresentanze sociali e dalle istituzioni, sindaci in testa. Occorreranno risorse, ma occorrerà anche mettere in campo tutta l’intelligenza di cui disponiamo, tutta l’inventiva, l’imprenditorialità e la volontà di lavorare che la nostra storia porta scolpite nell’identità bellunese. Dobbiamo infatti essere consapevoli che i cambiamenti determinano anche straordinarie opportunità, soprattutto per le nuove generazioni, ma non solo. Sin da adesso dobbiamo prepararci a cogliere queste occasioni, immaginando un ruolo diverso per il nostro territorio. Il motore del turismo, oggi spento per l’impossibilità di muoversi e viaggiare, dovrà essere una delle leve fondamentali su cui costruire la ripresa economica. Anche immaginando nuovi scenari e nuove declinazioni dell’ambiente montano, che dopo questa pandemia potrà essere ancora più appetibile per l’aria buona e i ritmi lenti dei boschi e delle acque dei torrenti. E poi, abbiamo davanti due eventi di portata planetaria come i Mondiali 2021 e le Olimpiadi 2026 che metteranno il nostro territorio sotto i riflettori di tutto il mondo: dovremo essere pronti a cogliere queste grandi opportunità. Non illudiamoci: ci saranno ancora molti momenti difficili per tutti, ma ce la faremo. Anche grazie all’alto valore delle nostre istituzioni locali. I sindaci rappresentano da sempre il riferimento territoriale più vicino ai bisogni della comunità nell’assicurare servizi e sostegni. Lo saranno ancora di più in questa difficile situazione, parallelamente alla Regione Veneto. In un momento come questo i servizi e la vicinanza delle amministrazioni locali sono la catena fondamentale per la tenuta sociale.

La provincia di Belluno è un territorio meraviglioso e straordinario, fatto di persone che hanno sempre dimostrato dedizione e amore per la propria terra, forza di volontà, inventiva e capacità lavorativa. È doveroso, anzi un obbligo, mantenere unita questa meravigliosa terra con le sue comunità e le sue secolari regole di vita civile: si tratta, a mio avviso, della prima e fondamentale condizione per riuscire in questo immenso sforzo che ci aspetta per le settimane e i mesi a venire. Ora però ognuno di noi dovrà fare la propria parte. Ne usciremo probabilmente diversi, ma forse anche migliori. Con gli auguri di una serena Pasqua, Roberto Padrin Presidente Provincia di Belluno

Maria, Laura, Fabio, Pietro,

“Se mi ami non piangere!

Auguri

Frmacie

`AI SOCI ABVS: Gianluca Balest, Sara

Bortoluzzi, Alessandro D’Inca’, Roberto De Bona, Goran De Mali, Peride De Marchi, Mattia Fenti, Federica Fruch, Elvis Pontello, Massimiliano Zamparutti, Pier Paolo Zonta. Compiono gli anni domani: Giovanni Avitabile, Mattia Bacchilega, Paolo Candeago, Massimo Cerri, Angelo Corte Pause, Alessandro Dal Col, Marco Ferrighetto, Luciano Fullin, Valerio Mezzacasa, Marco Perale, Lucia Poi, Sandro Pompanin, Marcel Pranjko. `FELICITAZIONI a Celestino e Fanny Cerentin di Cirvoi (Belluno) e a Vittorio e Lina Roncen di Santa Giustina per il loro 49. anniversario di matrimonio dalle coppie di amici sposate da oltre 25 anni. Domani festeggiano il 51. anniversario di matrimonio Adriano e Lisiana Padrin di Longarone. `NATI al San Martino di Belluno: Bianca Chiavuzzo di Marco e Martina Zoppè di Ponte nelle Alpi.

`BELLUNO

Turno infrasettimanale (dalle 19.30 di ogni venerdì): farmacia Boco (via Rialto 10; telefono 0437-25211); Sospirolo, Limana (San Valentino), Castellavazzo, (Alpago) Farra; (Agordino) farmacia Favretti di Agordo (piazza Libertà 9; telefono 0437-62008), Livinallongo. Orario di Belluno: 8.45-12.30, 15.30-19; Agordo 8.45-12.30, 15.30-19. `CORTINA E CADORE Orari: Cadore/Comelico mattino 8.45-12.30; pomeriggio 15.30-19. Cortina mattino 9-12.45; pomeriggio 16-19.30. Farmacia San Vito di Cadore (Corso Italia 88; telefono 0436-9194); (Cadore) Domegge; (Comelico) San Pietro di Cadore (località Mare). `FELTRE Orario 8.45-12.30 e 15.30-19. Turno settimanale (dalle 19.30 di venerdì): farmacia Minciotti (via XXXI Ottobre 17/19; telefono 0439-840695); Sospirolo, Limana (San Valentino). Servizio notturno (20-8), prefestivo (10-20) e festivo (8-20). Per Alano, Cesio, Feltre, Pedavena, Quero, San Gregorio, Santa Giustina, Sospirolo, Vas telefonare al numero 0439-883287/883785; per Arsié, Fonzaso, Lamon e Sovramonte telefonare al numero 0439-883781/883782; per Lentiai, Mel, Sedico, Trichiana telefono telefonare al numero 0439-883783/883784.

BELLUNO REDAZIONE: Via Segato, 5 Tel. (0437) 940260, Fax (041) 665177 E-mail: belluno@gazzettino.it

CAPOCRONISTA:

Giancarlo D’Agostino VICE CAPOCRONISTA: Alessandro Tibolla REDAZIONE: Maurizio Ferin, Giovanni Longhi, Lauredana Marsiglia

Prof.

Maria,

Enrico,

Se tu conoscessi il mistero

Barbara e tutti i suoi parenti

immenso del cielo dove

e

Giacomo,

amici

annunciano

la

scomparsa del caro

ora vivo, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questa luce che tutto penetra e investe, tu non piangeresti se mi ami.” S.Agostino

Il giorno 9 Aprile uniti nello spirito e nella fede ci ha lasciato

Fernando Albano

Francesco Gori

di anni 80

di anni 78

Il caro Fernando riposerà in

Lo ricorda nelle lacrime la sorella Letizia con Filippo e Leonardo, con i fratelli Camillo e Clemente, le loro famiglie, i nipoti e i pronipoti.

pace nel cimitero di Dese Dese, 12 aprile 2020

10.00 - 12.30 e 14.30 - 17.00

Padova, 12 aprile 2020

800.893.426 Il giorno 8 Aprile 2020 è mancata all’affetto dei suoi cari

CHIUSO per D.P.C.M dell’08.03.2020 San Marco 5191

Il giorno 11/04/2020 è mancata all’affetto dei sui cari

Cornelia Ferri de Lazara Ne danno il triste annuncio i figli Isabella e Giovanni, il fratello Leopoldo con la moglie Mei, la cognata Arabella, i nipoti e i parenti tutti. Padova, 12 aprile 2020

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Anna Lancerotti Armanini

Tito Longo Dopo una vita intensa dedicata alla medicina, all’insegnamento, alla cultura, alla famiglia e agli affetti te ne sei andato lasciando nei nostri cuori la tua umanità e gioia di vivere. Isabella, Paola, Antonio con Veronique, Andrea, Maria, Paolo, Sofia, Magali, Tito e Clara. Padova, 12 aprile 2020

Beppo, Augusta, Giovanni, Aldo e Eva, con i loro familiari, si stringono a Isabella, Antonio, Paola e Daria, nel ricordo del caro cugino Prof.

Tito Longo al quale erano profondo affetto.

legati

da

Padova, 11 aprile 2020

La Fondazione G.E. Ghirardi Onlus desidera esprimere la sua affettuosa vicinanza a tutta la famiglia del Prof.

Tito Longo

ne danno il triste annuncio la figlia Laura con Massimiliano, Stefania, Grazia e i parenti tutti

già Presidente ispiratore ed anima vigorosa della Fondazione, sincero interprete delle volontà del Prof. Ghirardi, nel momento della sua triste perdita.

Padova, 12 aprile 2020

Piazzola Sul Brenta, 12 aprile 2020


3

Primo Piano

Domenica 12 Aprile 2020 www.gazzettino.it

MECCANICI AL LAVORO Da martedì molte aziende metalmeccaniche sono pronte a riaprire grazie al silenzio assenso delle prefetture

La festa Regali e beneficenza

L’uovo di cioccolato e le uova di gallina Pasqua solidale per combattere il virus VENEZIA Dopo l’uovo di cioccolato da 10 chili, anche 25 uova di gallina. È decisamente Pasqua anche alla Protezione civile regionale, dove ieri è stato esibito il gigantesco dono che il governatore Luca Zaia ha deciso di mettere all’asta, partendo da una base di 100 euro che all’ora di pranzo era già arrivata a 2.000, con l’obiettivo di destinare il ricavato in beneficenza. «Fino a martedì rimane attivo il numero per le offerte: 041 2792863».

Alla fine della diretta, il rilancio era salito a 5.000 euro. Zaia ha invece deciso che si comprerà un’incubatrice per allevare nel suo ufficio i pulcini che nasceranno dalle uova donate dal baby-esperto, che gli ha spedito una lettera di tre pagine con tutte le istruzioni: «Sono Damiano Toniolo, ho 11 anni, vivo a Villa del Conte in provincia di Padova e allevo galline di tutte le razze...». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pressioni e troppe deroghe così si è scatenato il caos La volontà di tante imprese di ripartire `Il 50-60% delle attività è già autorizzato, e l’inefficace norma del silenzio-assenso ma interi settori esclusi rischiano il collasso `

LO SCONTRO «Guai se la gente pensa che si può riprendere a uscire: i decessi torneranno a crescere» «Non è semplice spiegare perché Fincantieri può aprire e non invece Diesel o la Benetton» che il lockdown c’è o non c’è: la via di mezzo è comunque un’apertura. Allora dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, per cui si apre mettendo in condizione i cittadini di essere completamente protetti rispetto a mani, bocca e naso. Quindi lo dico agli imprenditori: se non avete i dispositivi e non garantite le distanze, soprattutto negli spazi chiusi, non riaprite». Eloquente, al riguardo, è l’avviso finale ai naviganti: «Confermo che gli Spisal lavoreranno appieno per i controlli, sempre». Angela Pederiva

Moretti (Pd)

«Le librerie sì, altre attività no Ma perché?» VICENZA «Se la regola è quella del contapersone, della distanza sociale e personale, delle mascherine e dei guanti ed in questo modo, rispettando e garantendo la sicurezza sanitaria, non comprendo perché alcune attività possono riaprire prima del 4 maggio, mentre tale possibilità è preclusa ad altri negozi ed esercizi commerciali. Qual è la logica?». Lo sottolinea l’eurodeputata del Pd, Alessandra Moretti. «Ritengo ci sia un alto rischio di creare una discriminazione tra commercianti che non porterà nulla di buono: i conti a fine mese devono farli tutti ma le regole non sono altrettanto valide per tutti. Non possiamo permettere che si generi una guerra tra chi può rialzare la saracinesca e chi deve continuare a restare chiuso».

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VENEZIA La selva delle riaperture assomiglia sempre più a un ginepraio. Da una parte le pressioni delle categorie economiche, preoccupate di ripartire quanto prima; dall’altra le cautele delle parti sociali, spaventate per la sicurezza dei lavoratori. In mezzo le Regioni, che fino all’ultimo hanno chiesto invano al Governo superare il meccanismo della deroga affidato alle Prefetture (talmente oberate di richieste da far scattare il silenzio-assenso), rivendicando il potere di autorizzazione per le filiere produttive rilevanti, da esercitare in accordo con le rappresentanze territoriali, l’Inail e le aziende sanitarie: la sollecitazione, sostenuta con fermezza anche dal dem Stefano Bonaccini come presidente dell’Emilia Romagna e pure a nome degli altri colleghi, non è stata accolta in cabina di regìa. Così ora si è arrivati al paradosso per cui le ripartenze concesse sono insufficienti secondo le associazioni imprenditoriali e invece eccessive per le organizzazioni sindacali.

I NUMERI Secondo le stime fornite dai prefetti, da martedì in Veneto riapriranno migliaia di fabbriche (per dare un’idea: altre 2.500 nel Trevigiano e altrettante nel Veneziano, ulteriori 1.700

Chi riparte Le navi

nel Padovano), riaccendendo complessivamente la produzione nel 50% delle ditte, con oscillazioni a seconda delle dimensioni «Non basta – lamenta però Agostino Bonomo, presidente regionale di Confartigianato – perché il 60% delle aziende artigiane resta fermo e rischia di non ripartire più. Per questo ci attendiamo nei prossimi giorni ulteriori interventi. Il danno economico della situazione non ha precedenti». L’associazione ha fatto i conti: dopo Pasquetta ci saranno 4.639 nuove aperture, che sommate a quelle già abilitate dai precedenti decreti, porteranno a 53.678 il totale delle ditte artigiane, coinvolgendo altri 11.110 lavoratori e quindi in tutto 150.580. «Ma in 5.000 ispezioni che hanno coinvolto 216.000 addetti, gli Spisal hanno accertato zero irregolarità», ricorda Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, a Radio Capital. «Ai disgraziati che ci danno dei macellai con le mani sporche di sangue – aggiunge – dico che bisogna ribaltare il

CONFINDUSTRIA: «DOPO 5.000 ISPEZIONI NON È STATA TROVATA UNA SOLA IRREGOLARITÀ CHI LAVORA IN SICUREZZA DEVE POTERLO FARE»

punto di vista: chi lavora in sicurezza in aiuto al sistema-Paese, come avviene oggi negli ospedali, deve lavorare, non può, altrimenti questo Paese va a ramengo». Rincara la dose Maria Cristina Piovesana, numero uno di Assindustria Veneto Centro: «È incomprensibile il perché si sia scelto di riaprire certe aziende e non altre».

L’ABBIGLIAMENTO L’esclusione del sistema moda, che in Veneto conta 7.000 ditte e 80.000 dipendenti, di cui rispettivamente 4.582 e 25.468 relativi alle Pmi, indigna Roberto Bottoli, coordinatore del tessile-abbigliamento di Confindustria Veneto: «Il nostro grido d’allarme era stato correttamente recepito dalla Regione, ma alla fine non è stato ascoltato dal Governo, lasciando il settore nello sconcerto e in ginocchio. Tutta la filiera stava ormai lavorando alla produzione invernale, che è la più importante dell’anno: quindici giorni di fermata determinano un ritardo nelle consegne, ma altre tre settimane di stop significano l’annullamento di ordini che poi non sono più recuperabili. Oltretutto pure la successiva stagione estiva verrebbe ulteriormente compromessa. Qui non parliamo di una semplice perdita di fatturato, ma di una possibile ecatombe delle imprese piccole e medie. Ribadiamo che il nostro sistema è pronto e attrez-

zato per seguire tutte le prescrizioni sanitarie previste e anche ad applicarne di più severe, basta che ci facciano ripartire».

IL PERICOLO Christian Ferrari, segretario regionale della Cgil, è però preoccupato per il rischio di una ripresa del contagio: «Parole troppo leggere come quelle pronunciate dal presidente Zaia, tipo “il lockdown in Veneto non c’è più”, rischiano di trasmettere un messaggio molto pericoloso, perché potrebbero essere lette come il “liberi tutti”. Come sindacati siamo disponibili ad utilizzare tutto il tempo che ci separa dalla riapertura, che non può essere stabilita né dagli industriali, né dal presidente della Regione e nemmeno da noi, per farci trovare pronti a quell’appuntamento, operando per garantire la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori». Il triestino Stefano Patuanelli, ministro pentastellato allo Sviluppo Economico, prova a mediare sull’Huffington Post: «Da ambo le parti ha sempre prevalso il grande senso di responsabilità dinanzi a una pandemia che ogni giorno impone di cercare e trovare nuovi equilibri. Però è bene chiarire un concetto: gli imprenditori non sono untori, e senza imprese questo Paese non può ripartire». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi resta fermo Il tessile

Fincantieri riparte: prima i tecnici La moda, grande esclusa: «Qui poi dal 20 aprile 8600 dipendenti buttiamo via tutta la produzione» PORTO MARGHERA MESTRE Il Gruppo Fincantieri sta scaldando i motori per riaprire i suoi stabilimenti italiani, a partire da quello di Porto Marghera che, come gli altri cantieri di Monfalcone (Go), Sestri Ponente (Genova), Ancona (An), Palermo e Castellammare di Stabia (Napoli) e Muggiano (La Spezia) per i mega yacht, ha un carico di lavoro complessivo per 109 nuove navi (molte delle quali da crociera, oltre che militari, commerciali e da ricerca) e 32,7 miliardi di euro pari a quasi 6 volte i ricavi. Dopodomani, martedì, i tecnici entreranno negli stabili-

menti, un centinaio solo a Marghera, per riavviare tutte le procedure e preparare i vari reparti ad accogliere tutti i lavoratori per il 20 aprile, dopodiché ripartiranno le lavorazioni e nel giro di un paio di mesi andranno a regime: sarà, insomma, una riapertura graduale come concordato nei giorni scorsi con Cgil, Cisl e Uil dei metalmeccanici. I lavoratori, dunque, presto torneranno negli stabilimenti dopo che l’Azienda aveva chiuso lo scorso 14 marzo. Sono 8600 in tutto i dipendenti, dei quali oltre un migliaio solo a Porto Marghera dove operano anche altri 3500 operai di centinaia di imprese di appalto. L’aspetto sicurezza

è stato studiato in questi giorni di chiusura e le precauzioni adottate prevedono, tra l’altro, la misurazione ogni giorno della temperatura corporea a tutti i lavoratori, l’imposizione delle distanze di sicurezza, e l’utilizzo obbligatorio di mascherine, guanti e altre protezioni individuali. Contrariamente alle preoccupazioni del mondo crocieristico mondiale, che teme un calo di turisti anche per il futuro, per il momento le commesse delle varie compagnie armatoriali internazionali sono confermate, e anche per questo i vertici di Fincantieri hanno deciso di riaprire gli stabilimenti. e.t. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE CONFEZIONI VENEZIA Giuliano Secco è il presidente della Federazione Moda di Confartigianato Veneto, ma è prima di tutto un imprenditore che misura sul campo lo stop all’attività del settore. «Non faccio altro che ricevere telefonate da colleghi disperati – racconta – perché dobbiamo buttare via, o svendere il che è praticamente lo stesso, tutta la produzione. Non parliamo solo delle consegne della merce estiva, ma soprattutto dei destino dei vestiti invernali. O ci permettono di confezionarli entro luglio, o non potremo più piazzarli, se non al 10% del loro valore. Un capo di

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abbigliamento non è un pezzo di acciaio: la moda va fuori moda, appunto...». Lapalissiano. «Noi vogliamo rispettare le regole – assicura Secco – e siamo in grado di farlo: le macchine da cucire stanno ad almeno 2,5 metri di distanza l’una dall’altra in colonna, perché ci deve essere lo spazio per il bancale, e a 3 o 4 metri l’una in fianco all’altra, in quanto in mezzo devono starci i binari. Quanto alle mascherine, siamo naturalmente in grado di garantirle, anche perché diversi di noi hanno parzialmente riconvertito le loro ditte per produrle».L’artigiano trevigiano è uno di questi. «Ma se avessi saputo quanta burocrazia c’era da smaltire – confida – non mi sa-

rei mai imbarcato in questa avventura. Troppe carte e troppo tempo, non ne vale la pena, anche perché riesco a far lavorare solo 4 delle mie 13 dipendenti, mentre le altre devono comunque stare in cassa integrazione. Intanto i concorrenti dalla Romania ci dicono che non hanno nessuna restrizione e sperano che il Coronavirus continui in Italia... Per questo lancio una provocazione: i grandi marchi della moda, che in questi giorni decantano tanto il “made in Italy”, si impegnino ad affidare la loro filiera ai piccoli laboratori italiani. Quando potremo ricominciare, ovviamente...». a.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Domenica 12 Aprile 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza a Nordest LA SVOLTA VENEZIA Sorpresa di Pasqua: «Dopo l’ultimo decreto il lockdown non esiste più, con la nuova ordinanza la strategia cambia». Luca Zaia non aspetta di rompere il maxi-uovo di cioccolata (e di beneficenza) che tiene sul tavolo, per annunciare la svolta sulle misure di contenimento ai veneti che lo ascoltano, ora che il Governo ha dato il via libera allo sblocco produttivo dopo Pasquetta di altri 90 codici Ateco. Fra oggi e domani la Regione emanerà infatti un nuovo provvedimento, destinato a sostituire quello che da tre settimane impone il rispetto dei 200 metri da casa per l’attività motoria e per l’accompagnamento del cane: «Il testo si concentrerà sui dispositivi più che su alcune restrizioni che, alla luce di quello che sta accadendo, non hanno più ragione di esistere».

LA RISERVA INDIANA Il terreno è scivoloso, tanto che il deputato dem Alessandro Zan entra sul leghista a gamba tesa: «Come può Zaia dichiarare pubblicamente subito prima del ponte pasquale che il lockdown non esiste più? Le sue parole sono irresponsabili, soprattutto nelle ore precedenti a due giorni che si prospettano critici e di difficile gestione da parte delle forze dell’ordine». Ma il governatore ne fa una questione di realismo: «Con la ripresa di queste nuove filiere, si arriva a un’apertura del 50-60%, quindi il lockdown è finto. Ma se anche fosse solo il 10%, non sarebbe comunque lockdown. Quello vero l’abbiamo fatto e i risultati si sono visti. Adesso invece rimane solo una “riserva indiana” dei poveri che non possono riaprire. Per esempio la filiera della moda, la prima in Italia per fatturato. È dura spiegare a Rosso o a Benetton che apre Fincantieri, ma non uno stabilimento che produce jeans o magliette».

RISCHIO ZERO Se questa è la situazione, le regole cambiano. «Martedì – dice Zaia – il Veneto non sarà più quello di oggi, nel senso che le misure saranno impraticabili, vista la mole di riaperture che ci saranno. Il tema degli assembra-

«CON LA DEROGHE PREVISTE DAL SILENZIO-ASSENSO, IL LOCKDOWN È FINITO NEI FATTI: NON PERCHÉ LO DICO IO»

Riaprono migliaia di imprese Zaia: «Servono nuove misure» Da martedì in Veneto moltissime aziende tornano `Il governatore: «Ci sarà molta più gente in giro. Ma in attività. La Regione varerà a Pasqua un’ordinanza il contagio non è finito. Bisogna proteggere le persone» `

menti e dell’isolamento fiduciario, che abbiamo voluto intraprendere, non esiste più. A questo punto programmo sapendo che non c’è più il lockdown e mi concentro sulla protezione dei cittadini. Non sono contrario alle aperture, ma bisogna farlo a rischio zero, o quasi. E i dispositivi, come abbiamo visto dai dati, se ce li hai, funzionano. Il problema a questo punto è capire se ci saranno per tutti i lavoratori. Se non si liberalizzano le forniture, per martedì mattina non basteranno quelle che ci sono attualmente in giro». Nella consueta diretta all’ora di pranzo,

Zaia non aggiunge molto altro sui contenuti della nuova ordinanza, perché non ha ancora la certezza di poter mettere nero su bianco l’imposizione a cui pensa, che al momento lancia solo come ipotesi: «Se fossero reperibili, sarebbe fondamentale prevedere l’obbligo di mascherine in tutto il Veneto. Averne in massa sul mercato eviterebbe anche impennate dei prezzi, su cui so che la guardia di finanza sta svolgendo controlli, che possono essere fatti anche dalla polizia municipale. In tempi di pace una mascherina valeva 25-30 centesimi. Sento dire che adesso

vengono chiesti anche 9 euro: questo è gravissimo, altro che la farsa del caffè in piazza San Marco, qui si sta speculando sulla salute».

SILENZIO-ASSENSO Zaia è dunque determinato ad andare avanti, anche se avrebbe preferito un coinvolgimento delle Regioni già nel decreto varato dal Governo. «Avevo chiesto l’avvio di una fase sperimentale fino al 3 maggio – ricorda – per la riapertura di molte imprese candidate a essere testate come modello. Per questo avevo anche sostenuto la necessità di lasciare li-

Il retroscena Le novità possibili LE DISPOSIZIONI VENEZIA Le due ordinanze della Regione attualmente in vigore portano come scadenza le ore 24 del 13 aprile. Per questo oggi, o al più tardi domani se vorrà contare sulla più ampia copertura mediatica, il governatore Luca Zaia emanerà i provvedimenti destinati a sostituirle almeno fino al prossimo 3 maggio, in modo da allinearsi alla durata del decreto firmato dal premier Giuseppe Conte. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, dovrebbero essere semplicemente prorogate le disposizioni sulla sanificazione dei mezzi e sull’obbligo di indossare guanti e mascherina introdotte una settimana fa, mentre si annunciano novità in merito alle misure di distanziamento sociale decise il 20 marzo, a cominciare dai famosi 263 passi finora consentiti attorno al proprio domicilio.

In forse la regola dei 200 metri negozi chiusi anche il 25 aprile LE USCITE Secondo le indiscrezioni, Zaia potrebbe togliere la specificazione che consentiva di sgranchirsi le gambe o portare fuori il cagnolino in un raggio di 200 metri dalla propria abitazione, ritenendola superflua in una situazione in cui più di un lavoratore su due deve comunque uscire di casa. Attenzione: questo non significherebbe l’autorizzazione alla camminata o alla corsa libera. Infatti vigerebbe comunque la prescrizione nazionale di muoversi «in prossimità» della propria dimora, a meno di non rientrare nelle tre deroghe previste e cioè «per lavoro», «per motivi di asso-

luta urgenza o di necessità» o «per motivi di salute». Tuttavia è chiaro che i 200 metri erano una misura oggettiva, mentre la prossimità è un concetto astratto, per cui non è escluso che adesso possa inasprirsi la conflittualità sull’interpretazione della norma.

LE PROTEZIONI Ad ogni modo secondo Zaia la nuova situazione richiede un’altra strategia, imperniata piuttosto sulle protezioni, da garantire a naso, bocca e mani. Perciò il governatore si è preso qualche ora di tempo per verificare la fattibilità dell’obbligo di indossarle sempre, quindi non solo al lavoro, nei

negozi di alimentari, nei mercati, sui mezzi pubblici e nei taxi. Il decreto governativo che sta per essere convertito in legge, difatti, prevede fino al 31 luglio a possibilità per la Protezione civile nazionale di requisire mascherine e guanti, per destinarli alle strutture pubbliche e magari sottrarli alle speculazioni private dei grossisti improvvisati. È evidente che la Regione vuole dunque evitare di dettare una regola che non può essere materialmente applicata.

I CHIARIMENTI Il testo dovrebbe poi fornire alcuni chiarimenti su due aspetti dibattuti in questi giorni, preci-

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Circolare ai prefetti

Il Viminale: «C’è il rischio di gravi tensioni» ` «Alle difficoltà delle

imprese e del mondo del lavoro» determinate dall’emergenza coronavirus «potrebbero accompagnarsi gravi tensioni a cui possono fare eco, da un lato, la recrudescenza di tipologie di delittuosità comune e il manifestarsi di focolai di espressione estremistica, dall’altro, il rischio che nelle pieghe dei nuovi bisogni si annidino perniciose opportunità per le organizzazioni criminali». Così la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, in una circolare ai prefetti in cui invita a mettere in campo «una strategia complessiva di presidio della legalità». I prefetti vengono sollecitati a «dare massimo impulso alle attività di ascolto al fine di intercettare ogni segnale di possibile disgregazione del tessuto sociale ed economico».

sando che sono consentiti i lavori sulle spiagge (ma solo per preparare la stagione estiva, non certo per l’accesso dei bagnanti) e le attività di florovivaismo («anche se su questo – ribadisce Zaia – c’è un vulnus: cosa dici ai carabinieri, che il motivo indifferibile della tua uscita è comprare un vaso di

bera l’attività dei laboratori privati, in modo da dare la patente di immunità ai lavoratori. Ma questo non è stato recepito. Così già ora c’è più gente per strada perché, con la modalità del silenzio-assenso sulla deroga, molti hanno aperto. Però i cittadini non devono pensare che il contagio sia finito e che possono tornare a fare baldoria, altrimenti i numeri dei decessi tornano ad aumentare». Perciò il governatore sa di dover calibrare l’ordinanza in modo da non far abbassare la percezione del rischio. «Le regole di polizia sanitaria – ribadisce Zaia – ci insegnano

FUORI Potrebbe finire il limite dei 200 metri per l’attività motoria e per girare con il cane

fiori?»). Saranno invece sicuramente prolungate le chiusure festive dei negozi, in modo che il 25 aprile e il 1° maggio non diventino l’occasione per fare una scampagnata al supermercato. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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MECCANICI AL LAVORO Da martedì molte aziende metalmeccaniche sono pronte a riaprire grazie al silenzio assenso delle prefetture

La festa Regali e beneficenza

L’uovo di cioccolato e le uova di gallina Pasqua solidale per combattere il virus VENEZIA Dopo l’uovo di cioccolato da 10 chili, anche 25 uova di gallina. È decisamente Pasqua anche alla Protezione civile regionale, dove ieri è stato esibito il gigantesco dono che il governatore Luca Zaia ha deciso di mettere all’asta, partendo da una base di 100 euro che all’ora di pranzo era già arrivata a 2.000, con l’obiettivo di destinare il ricavato in beneficenza. «Fino a martedì rimane attivo il numero per le offerte: 041 2792863».

Alla fine della diretta, il rilancio era salito a 5.000 euro. Zaia ha invece deciso che si comprerà un’incubatrice per allevare nel suo ufficio i pulcini che nasceranno dalle uova donate dal baby-esperto, che gli ha spedito una lettera di tre pagine con tutte le istruzioni: «Sono Damiano Toniolo, ho 11 anni, vivo a Villa del Conte in provincia di Padova e allevo galline di tutte le razze...». (a.pe.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pressioni e troppe deroghe così si è scatenato il caos La volontà di tante imprese di ripartire `Il 50-60% delle attività è già autorizzato, e l’inefficace norma del silenzio-assenso ma interi settori esclusi rischiano il collasso `

LO SCONTRO «Guai se la gente pensa che si può riprendere a uscire: i decessi torneranno a crescere» «Non è semplice spiegare perché Fincantieri può aprire e non invece Diesel o la Benetton» che il lockdown c’è o non c’è: la via di mezzo è comunque un’apertura. Allora dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, per cui si apre mettendo in condizione i cittadini di essere completamente protetti rispetto a mani, bocca e naso. Quindi lo dico agli imprenditori: se non avete i dispositivi e non garantite le distanze, soprattutto negli spazi chiusi, non riaprite». Eloquente, al riguardo, è l’avviso finale ai naviganti: «Confermo che gli Spisal lavoreranno appieno per i controlli, sempre». Angela Pederiva

Moretti (Pd)

«Le librerie sì, altre attività no Ma perché?» VICENZA «Se la regola è quella del contapersone, della distanza sociale e personale, delle mascherine e dei guanti ed in questo modo, rispettando e garantendo la sicurezza sanitaria, non comprendo perché alcune attività possono riaprire prima del 4 maggio, mentre tale possibilità è preclusa ad altri negozi ed esercizi commerciali. Qual è la logica?». Lo sottolinea l’eurodeputata del Pd, Alessandra Moretti. «Ritengo ci sia un alto rischio di creare una discriminazione tra commercianti che non porterà nulla di buono: i conti a fine mese devono farli tutti ma le regole non sono altrettanto valide per tutti. Non possiamo permettere che si generi una guerra tra chi può rialzare la saracinesca e chi deve continuare a restare chiuso».

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VENEZIA La selva delle riaperture assomiglia sempre più a un ginepraio. Da una parte le pressioni delle categorie economiche, preoccupate di ripartire quanto prima; dall’altra le cautele delle parti sociali, spaventate per la sicurezza dei lavoratori. In mezzo le Regioni, che fino all’ultimo hanno chiesto invano al Governo superare il meccanismo della deroga affidato alle Prefetture (talmente oberate di richieste da far scattare il silenzio-assenso), rivendicando il potere di autorizzazione per le filiere produttive rilevanti, da esercitare in accordo con le rappresentanze territoriali, l’Inail e le aziende sanitarie: la sollecitazione, sostenuta con fermezza anche dal dem Stefano Bonaccini come presidente dell’Emilia Romagna e pure a nome degli altri colleghi, non è stata accolta in cabina di regìa. Così ora si è arrivati al paradosso per cui le ripartenze concesse sono insufficienti secondo le associazioni imprenditoriali e invece eccessive per le organizzazioni sindacali.

I NUMERI Secondo le stime fornite dai prefetti, da martedì in Veneto riapriranno migliaia di fabbriche (per dare un’idea: altre 2.500 nel Trevigiano e altrettante nel Veneziano, ulteriori 1.700

Chi riparte Le navi

nel Padovano), riaccendendo complessivamente la produzione nel 50% delle ditte, con oscillazioni a seconda delle dimensioni «Non basta – lamenta però Agostino Bonomo, presidente regionale di Confartigianato – perché il 60% delle aziende artigiane resta fermo e rischia di non ripartire più. Per questo ci attendiamo nei prossimi giorni ulteriori interventi. Il danno economico della situazione non ha precedenti». L’associazione ha fatto i conti: dopo Pasquetta ci saranno 4.639 nuove aperture, che sommate a quelle già abilitate dai precedenti decreti, porteranno a 53.678 il totale delle ditte artigiane, coinvolgendo altri 11.110 lavoratori e quindi in tutto 150.580. «Ma in 5.000 ispezioni che hanno coinvolto 216.000 addetti, gli Spisal hanno accertato zero irregolarità», ricorda Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, a Radio Capital. «Ai disgraziati che ci danno dei macellai con le mani sporche di sangue – aggiunge – dico che bisogna ribaltare il

CONFINDUSTRIA: «DOPO 5.000 ISPEZIONI NON È STATA TROVATA UNA SOLA IRREGOLARITÀ CHI LAVORA IN SICUREZZA DEVE POTERLO FARE»

punto di vista: chi lavora in sicurezza in aiuto al sistema-Paese, come avviene oggi negli ospedali, deve lavorare, non può, altrimenti questo Paese va a ramengo». Rincara la dose Maria Cristina Piovesana, numero uno di Assindustria Veneto Centro: «È incomprensibile il perché si sia scelto di riaprire certe aziende e non altre».

L’ABBIGLIAMENTO L’esclusione del sistema moda, che in Veneto conta 7.000 ditte e 80.000 dipendenti, di cui rispettivamente 4.582 e 25.468 relativi alle Pmi, indigna Roberto Bottoli, coordinatore del tessile-abbigliamento di Confindustria Veneto: «Il nostro grido d’allarme era stato correttamente recepito dalla Regione, ma alla fine non è stato ascoltato dal Governo, lasciando il settore nello sconcerto e in ginocchio. Tutta la filiera stava ormai lavorando alla produzione invernale, che è la più importante dell’anno: quindici giorni di fermata determinano un ritardo nelle consegne, ma altre tre settimane di stop significano l’annullamento di ordini che poi non sono più recuperabili. Oltretutto pure la successiva stagione estiva verrebbe ulteriormente compromessa. Qui non parliamo di una semplice perdita di fatturato, ma di una possibile ecatombe delle imprese piccole e medie. Ribadiamo che il nostro sistema è pronto e attrez-

zato per seguire tutte le prescrizioni sanitarie previste e anche ad applicarne di più severe, basta che ci facciano ripartire».

IL PERICOLO Christian Ferrari, segretario regionale della Cgil, è però preoccupato per il rischio di una ripresa del contagio: «Parole troppo leggere come quelle pronunciate dal presidente Zaia, tipo “il lockdown in Veneto non c’è più”, rischiano di trasmettere un messaggio molto pericoloso, perché potrebbero essere lette come il “liberi tutti”. Come sindacati siamo disponibili ad utilizzare tutto il tempo che ci separa dalla riapertura, che non può essere stabilita né dagli industriali, né dal presidente della Regione e nemmeno da noi, per farci trovare pronti a quell’appuntamento, operando per garantire la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori». Il triestino Stefano Patuanelli, ministro pentastellato allo Sviluppo Economico, prova a mediare sull’Huffington Post: «Da ambo le parti ha sempre prevalso il grande senso di responsabilità dinanzi a una pandemia che ogni giorno impone di cercare e trovare nuovi equilibri. Però è bene chiarire un concetto: gli imprenditori non sono untori, e senza imprese questo Paese non può ripartire». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi resta fermo Il tessile

Fincantieri riparte: prima i tecnici La moda, grande esclusa: «Qui poi dal 20 aprile 8600 dipendenti buttiamo via tutta la produzione» PORTO MARGHERA MESTRE Il Gruppo Fincantieri sta scaldando i motori per riaprire i suoi stabilimenti italiani, a partire da quello di Porto Marghera che, come gli altri cantieri di Monfalcone (Go), Sestri Ponente (Genova), Ancona (An), Palermo e Castellammare di Stabia (Napoli) e Muggiano (La Spezia) per i mega yacht, ha un carico di lavoro complessivo per 109 nuove navi (molte delle quali da crociera, oltre che militari, commerciali e da ricerca) e 32,7 miliardi di euro pari a quasi 6 volte i ricavi. Dopodomani, martedì, i tecnici entreranno negli stabili-

menti, un centinaio solo a Marghera, per riavviare tutte le procedure e preparare i vari reparti ad accogliere tutti i lavoratori per il 20 aprile, dopodiché ripartiranno le lavorazioni e nel giro di un paio di mesi andranno a regime: sarà, insomma, una riapertura graduale come concordato nei giorni scorsi con Cgil, Cisl e Uil dei metalmeccanici. I lavoratori, dunque, presto torneranno negli stabilimenti dopo che l’Azienda aveva chiuso lo scorso 14 marzo. Sono 8600 in tutto i dipendenti, dei quali oltre un migliaio solo a Porto Marghera dove operano anche altri 3500 operai di centinaia di imprese di appalto. L’aspetto sicurezza

è stato studiato in questi giorni di chiusura e le precauzioni adottate prevedono, tra l’altro, la misurazione ogni giorno della temperatura corporea a tutti i lavoratori, l’imposizione delle distanze di sicurezza, e l’utilizzo obbligatorio di mascherine, guanti e altre protezioni individuali. Contrariamente alle preoccupazioni del mondo crocieristico mondiale, che teme un calo di turisti anche per il futuro, per il momento le commesse delle varie compagnie armatoriali internazionali sono confermate, e anche per questo i vertici di Fincantieri hanno deciso di riaprire gli stabilimenti. e.t. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE CONFEZIONI VENEZIA Giuliano Secco è il presidente della Federazione Moda di Confartigianato Veneto, ma è prima di tutto un imprenditore che misura sul campo lo stop all’attività del settore. «Non faccio altro che ricevere telefonate da colleghi disperati – racconta – perché dobbiamo buttare via, o svendere il che è praticamente lo stesso, tutta la produzione. Non parliamo solo delle consegne della merce estiva, ma soprattutto dei destino dei vestiti invernali. O ci permettono di confezionarli entro luglio, o non potremo più piazzarli, se non al 10% del loro valore. Un capo di

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abbigliamento non è un pezzo di acciaio: la moda va fuori moda, appunto...». Lapalissiano. «Noi vogliamo rispettare le regole – assicura Secco – e siamo in grado di farlo: le macchine da cucire stanno ad almeno 2,5 metri di distanza l’una dall’altra in colonna, perché ci deve essere lo spazio per il bancale, e a 3 o 4 metri l’una in fianco all’altra, in quanto in mezzo devono starci i binari. Quanto alle mascherine, siamo naturalmente in grado di garantirle, anche perché diversi di noi hanno parzialmente riconvertito le loro ditte per produrle».L’artigiano trevigiano è uno di questi. «Ma se avessi saputo quanta burocrazia c’era da smaltire – confida – non mi sa-

rei mai imbarcato in questa avventura. Troppe carte e troppo tempo, non ne vale la pena, anche perché riesco a far lavorare solo 4 delle mie 13 dipendenti, mentre le altre devono comunque stare in cassa integrazione. Intanto i concorrenti dalla Romania ci dicono che non hanno nessuna restrizione e sperano che il Coronavirus continui in Italia... Per questo lancio una provocazione: i grandi marchi della moda, che in questi giorni decantano tanto il “made in Italy”, si impegnino ad affidare la loro filiera ai piccoli laboratori italiani. Quando potremo ricominciare, ovviamente...». a.pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 12 Aprile 2020

IlVenetoelalottaalvirus

Labattaglia continua:ieri icontagi hanno segnato +3,2%

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L’AUMENTO DEI“NEGATIVIZZATI” NELGIRODIUN SOLO GIORNO

ÈPADOVANOAFAREILBALZO PIÙINAVANTI:ÈA569CASI. SEGUEILVENEZIANOA535 MENTREVICENZASALEA394 EVERONARESTAA260

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I DIMESSI SONO SALITI DI 500 UNITÀ IN SETTEGIORNIEIRICOVERICALANO

LACLASSIFICAVEDESEMPRE INTESTAL’AZIENDAOSPED.DI PADOVA(204),MENTRE QUELLADIVERONANEHA184 SOMMANDOIDUEPOLICLINICI

«DA MARTEDÌ IL VENETO CAMBIA». Il governatore: «Il lockdown non c’è più ma Roma ha bocciato l’idea che gestissimo riaperture sperimentali di imprese già attrezzate»

«Perchéunariservaindianadiaziendechiuse?» Zaiapreparal’ordinanza:crescerà Ricoveri-20 l’obbligodimascherineeguanti «mailgovernodevepermettere Ierirecord laloroimportazioneinmassa» ditamponi Piero Erle

«Credo che si vada a conclamare quello che dico da giorni: il lockdown non esiste più. Parlare ancora di misure restrittive di fronte a metà Italia che sta aprendo non regge. A questo punto abbiamo una “riserva indiana” di imprese, i poveri che non riescono ad aprire. Abbiamo una filiera della moda, prima in Italia per fatturato, che a oggi viene lasciata chiusa: è difficile spiegare a un Renzo Rosso, ai Benetton o altri, che apre Fincantieri con migliaia di dipendenti e non può aprire uno stabilimento che fa jeans o maglie. Ne prendo atto, non è polemica, ma è chiaro che non esiste più un lockdown». Luca Zaia cambia strategia. Non vuole anticipare i contenuti specifici delle nuova ordinanza che emanerà tra oggi e domani (per lui e i suoi niente Pasqua o Pasquetta: si lavora alla crisi), ma il governatore veneto l’indicazione la dà. Primo, spiega che «alcune restrizioni rischiano di sparire», e quindi è facile che non ci saranno più le chiusure domenicali per gli alimentari. Secondo, «allora io devo concentrarmi sulle misure di protezione dei cittadini: gli assembramenti o l’isolamento fiduciario che abbiamo voluto intraprendere è un tema che non esiste più. La strategia cambia». MASCHERINE, GUANTI E DISTANZA. A domanda esplici-

ta non risponde con un “sì” secco, ma Zaia fa capire benissimo che intende aumentare l’obbligo di proteggersi bocca-naso e mani, perché sono la barriera per evitare contagi in un mondo che torna a circolare. «Noi - premette ancora una volta, rispondendo a chi vorrebbe l’intervento della Regione sul mondo produttivo - non possiamo chiudere imprese che vengono

classificate “aperte”, perché la nostra è una misura che deve sempre avere fini di sanità pubblica, e quindi controfirmata dal ministro della sanità. Credo che però che col nuovo decreto del governo, per l’esperienza che abbiamo, il Veneto non sarà più quello di oggi: la ripartenza sarà avvenuta, con la mole di filiere a cui è concessa. Il problema adesso è mettere in sicurezza la gente nel “riaprite tutto o quasi”. Io non sono contrario alle riaperture, ma bisogna farle a rischio zero: i dispositivi dpi abbiamo visto che funzionano, ma bisogna che siano disponibili. Abbiamo distribuito 8,5 milioni di mascherine, ma per tutti i veneti ce ne vogliono 100 milioni: bisogna far sì che i cittadini possano comprarsene». SPERIMENTAZIONE NON ACCOLTA. Zaia ha ordinato già

l’obbligo di mascherine e guanti anche su bus e treni, ma «mi chiedo se tutti i lavoratori avranno a disposizione questi dispositivi dpi. Ripeto, il grande fattore limitante è quello dei dispositivi: al governo ancora non capiscono che se non si liberalizza l’import di questi “dpi” le strutture di vendita non riescono ad averle sugli scaffali». Le farmacie adesso possono vendere mascherine sfuse, ma non basta. Zaia aveva proposto al governo «una apertura sperimentale, fino al 3 maggio, da affidare a ogni Regione per poter dare l’avvio a molte imprese, di vari settori, che sono pronte con le protezioni e le distanze tra lavoratori e si sono candidate per testare un modello di riapertura sperimentale: non è stato recepito nel Dpcm del governo, quindi di fatto ci hanno detto no». Zaia invita a denunciare chi vende una mascherina a 9-10 euro, ma insiste: «Lo dico a tutti i cittadini: dovete coprirvi naso e bocca. Funziona». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Illentocalo deiricoveri negliospedali edelle personeinterapiaintensiva

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Più tamponi per trovare più velocemente chi ha il virus: l’avevano promesso, e ieri il prof. Andrea Crisanti ha segnalato al governatore Zaia che la super-macchina acquistata dall’Olanda (dovrebbe arrivare molte migliaia di tamponi al giorno) è entrata in funzione: ieri mattina il Veneto segnava il record di 10.212 tamponi esaminati in una sola giornata, e anche se i contagi sono saliti di 432 unità (+3,2%) il rapporto tra nuovi positivi e nuovi “tamponati” a ieri mattina segnava un 3,4% che è la minor percentuale registrata nelle ultime due settimane. A livello di contagi ormai è evidente che il Veronese (3.420 casi)è diventata di gran lunga la provincia più interessata dal virus, probabilmente per la sua vicinanza alla Lombardia. Il dato più positivo resta quello dei ricoveri, ieri calati di altre 20 unità (siamo a un calo di 287 persone rispetto al picco di fine marzo), anche se purtroppo ieri sera è tornato leggermente a crescere, di tre unità, il conto delle persone gravissime accolte in terapia intensiva (in tutto 251). C’è stato un altro grande balzo di “negativizzati”, ora giunti a 2326, mentre anche i dimessi salgono e sono a 1659. In calo anche le persone messe in isolamento: 18.111 in tutto, con un picco di quasi 5 mila padovani. Infine anche ieri purtroppo il Veneto ha pianto 28 vittime in più (di cui 23 in ospedale): il Veronese è a quota 242 (+7), il Trevigiano sale a 158 (+6) e il Padovano è a 157 (+5). • P.E.

Ilgrafico elaboratoda AziendaZerocon i ricoveri daCovid19negliospedali delVeneto aierimattina

NOVITÀSANITARIE. Veronaalcentro diuna neo-sperimentazione Aifa

Farmaci,nuovacura Eoka testsierologici LaRegione nonemette indicazionima dàlibertà achi vuolerivolgersi a laboratorianalisi privati Via libera della Regione per i laboratori privati che volessero offrire i test sierologici per trovare gli anticorpi nel sangue per chi ha già avuto il virus e può quindi esibire una “attestazione” che lo ha superato. La questione ovviamente è che il test deve avere un grado di attendibilità notevole (almeno l’80%), altrimenti il rischio è che il soggetto sia ancora a rischio di contagio. Proprio per questo gli stessi operatori dei più accreditati laboratori privati veneti hanno fatto sapere che non intendono muoversi senza le indicazioni delle Ulss, e quindi della Regione - che però ancora non ne ha date - su quali test sono più attendibili. Qualche struttura però ha iniziato a proporre questa possi-

LucaZaia eilmaxi-uovo messo all’astaperraccogliere fondi

bilità ai privati, anche se la Regione la momento non ha dato indicazioni su quali siano le tipologie di test più affidabili. Venezia però non mette paletti. «Ci sono aziende che ci hanno chiesto dell’eventualità di rivolgersi a priovati. Ne ha già parlato anche l’assessore Manuela Lanzarin - ha risposto ieri il gover-

natore Zaia - e noi siamo dell’idea che questa attività sia libera. Compatibilmente però con la disponibilità sul mercato: se non troviamo noi i reagenti, non credo che ci riusciranno anche loro, anche se magari ne hanno di scorta in magazzino e quindi all’inizio riescono a garantirli, ma poi si devono fermare. Non credo riusciranno a fare grandi numeri». Si discute tra luminari anche sugli esiti delle cure (e dei decessi) nelle diverse “terapie intensive” del Veneto. Di certo, osservano gli esperti, la rivoluzione con l’autorizzazione di farmaci da parte dell’Agenzia del farmaco Aifa (che è presieduta dal direttore della sanità veneta Domenico Mantoan, oa anche commissario di Agenas) ha «cambiato la storia clinica della malattia». E ora l’Aifa ha anche autorizzato lo studio Solidarity, un importante trial multicentrico, multina-

zionale, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Lo studio randomizzato, che coinvolgerà migliaia di pazienti affetti da Covid-19, valuta differenti strategie terapeutiche tra cui antivirali (remdesivir e lopinavir/ritonavir da solo o in combinazione con interferone beta), clorochina e idrossiclorochina. La ricerca ha un disegno adattativo, per cui sarà possibile modificare i bracci in relazione alle evidenze che si renderanno via via disponibili. Sarà una commissione di esperti indipendenti a valutare, a intervalli prestabiliti, i risultati intermedi del trial, stabilendo se vi siano evidenze tali da decidere se continuare a utilizzare o meno un determinato trattamento. L’impostazione è pragmatica: procedure snelle ed essenziali. In Italia il centro coordinatore è la Divisione di Malattie infettive (dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica) dell’Università di Verona (principal investigator Evelina Tacconelli): coinvolti 32 centri clinici. Intanto è giunta a 2 mila euro la “lotteria” di beneficenza della Regione per un super-uovo da 10 chili. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

LOSFOGODI VESCOVI. Ilpresidentedi ConfindustriaVicenzaospitein radio diGiannino: èallarme permodaeconcia

«Ilbloccoallungatofaràfallireimprese» «Il decreto? Se prepari trasfusioni aunpazientegiàmorto èinutile» «Le aziende chiudono se non ci fanno riaprire adesso, ma lo capiscono o no?». È lo sfogo finale post-decreto governativo del presidente di Confindistria Vicenza, Luciano Vescovi, ieri mattina ospite del giornalista Oscar Giannino a “Le belve” su Radio Capital. «Parto dal fatto - ribadisce ancora una volta Vescovi - che lo Spisal in Veneto ha fatto 5 mila ispezioni per 216 mila addetti: zero irregolarità nelle aziende manifatturie-

re venete, e sono dati ufficiali della Regione». Si rispetta il protocollo sulla sicurezza firmato il 14 marzo con sindacati e autorità «ed è questo il vero criterio - rimarca Vescovi - non i codici Ateco delle aziende: la questione non è “cosa” uno produce, ma “come” lo produce. Se io rispetto al 100% la legge, devo poter riaprire, immediatamente». «Esistono settori in profonda difficoltà: commercio, ristorazione, bar. Evidente-

mente dovranno riaprire solo più avanti e sono in profonda difficoltà. Noi abbiamo il dovere, non il diritto, di sostenerli: il sistema Paese va sorretto, e se uno è in grado di operare garantendo al 100 per cento la sicurezza ai propri collaboratori, “deve” lavorare, non può, se no l’Italia va a rotoli, ma lo capiscono o no? Guardate che le aziende falliscono». Il problema, sottolinea il presidente degli industriali, è «di tipo sistemico: l’Italia non reagisce come altri Paesi, come la Repubblica Ceca o la Slovacchia dove lavorano con grande attenzione ai lavo-

ratori. Noi invece di fronte a un sistema complesso diciamo che si chiude tutto e basta». Il decreto Liquidità? «Va detto che aiuta le imprese, e che con una finanza scassata come quella italiana a Roma stanno cercando di fare il possibile. Ma il decreto è un cerotto su un buco aperto: il problema vero è riavviare l’attività, perché queste aziende sono internazionalizzate e l’80% della produzione finisce all’estero. Le supply chain estere sono collegate a noi, ma se le perdiamo ci mettiamo 20 anni a ricostruirle. Vale per la meccanica e l’auto-

motive, ma anche per la concia che è primo polo europeo di Vicenza con 3 miliardi di fatturato e 30 mila addetti, o il sistema moda che è importante nel Vicentino. Sono settori chiusi dal 22 marzo ma la “moda” non perde un mese, bensì due stagioni di fatturato, quindi le aziende molto strutturate resistono ma in quella filiera ci sono centinaia di aziende terziste che rischiano di fallire, e sono fondamentali. Ci metti tre anni a formare una nuova azienda che possa essere inserita nella tua catena del valore, e lo stesso è per la concia, che è un tipo di lavorazione com-

L’industriatessilee dellamodasta vivendo momenti molto difficili

plessa». Vescovi giudica “molto interessanti” i protocolli che la Regione sta stilando per «accompagnare percorsi virtuosi di riaperture sicure». Perché la cassa statale è a zero e «se nessuno lavora, chi versa i contributi allo Stato? Facen-

do una metafora, si può anche definire perfettamente tutta la sacca di sangue per alimentare il paziente in difficoltà, ma una trasfusione fatta a uno che nel frattempo è morto - è l’amara conclusione - non serve più». • © RIPRODUZIONERISERVATA


PIOVE DI SACCO - MONSELICE - ESTE

DOMENICA 12 APRILE 2020 IL MATTINO

Montagnana

Allarme siccità degli agricoltori «Serve tutta l’acqua del Leb» I Consorzi di bonifica scrivono a Pan per poter pescare dal canale lungo 48 km «Ad aprile i 34 metri cubi al secondo per compensare l’avvio di primavera secco» Nicola Cesaro /MONTAGNANA.

Le campagne chiedono acqua, il Consorzio chiede misure emergenziali. La siccità si fa sentire anche nella Bassa padovana, tanto che il presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato, ha inoltrato due giorni fa una richiesta – condivisa anche dai presidenti dei Consorzi Alta Pianura Veneta, Bacchiglione e Leb – all’assessore regionale Giuseppe Pan per ottenere già in questa stagione la disponibilità massima, 34 metri cubi al secondo, di acqua nel Leb. Il canale Leb, con i suoi 48 chilometri di lunghezza, è l’unica fonte di approvvigionamento idrico capace di garantire l’irrigazione a 102 Comuni su un territorio di 82. 675 ettari. La richiesta nasce dal fatto che questo avvio di primavera non ha visto precipitazioni significative e il livello d’acqua nei canali di bonifica è al minimo.

Un impianto di irrigazione nella campagna veneta: in 102 comuni si pesca dal canale Leb lungo 48 km

«Le colture, come mais e barbabietola, sono già in sofferenza» denunciano dall’ente consortile «La richiesta d’acqua, a scopi irrigui, che proviene dalle campagne, inoltre, trova un ulteriore ostacolo nella limitata operatività alla quale sono costretti i Consorzi per contenere il

polverara

Lezioni per i bambini con i video della Masseria per creare e costruire POLVERARA

Video tutorial per insegnare ai bambini a costruire uno scacciapensieri o un centrotavola. È l’idea di Luca Trivellato, titolare della locale La Masseria e vicepresidente di Cia Padova, per stare vicino ai più piccoli in questo periodo. Ogni mercoledì sulla pagina facebook dell’azienda e fattoria didattica verrà pubblicato un filmato con tutti i suggerimenti per darsi all’arte creativa. I pri-

mi due video hanno avuto centinaia di visualizzazioni. Il prossimo è atteso per mercoledì 15: verranno illustrati i fondamentali per creare un personaggio partendo da un calzino. Sempre vengono utilizzati materiali facilmente reperibili o di riciclo. «Nell’attuale contesto» ha detto Trivellato «con un orizzonte ancora incerto, siamo chiamati a reinventarci e dare spazio alla creatività. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato.Siamo abituati a

arzergrande

Sostegno a distanza per i piccoli del nido ARZERGRANDE

La cooperativa sociale Cosep, che gestisce l’asilo nido comunale «Le Coccole», per affrontare questo periodo di chiusura forzata dovuta all’emergenza sanitaria, ha avviato un progetto a distanza per le famiglie. Si chiama #Resti-Amo-Incontatto ed è nato dalle riflessioni di coordinatori ed educatrici rispetto a come potere essere di sostegno,

seppure a distanza, per i bambini e le famiglie, convinti che un servizio educativo, soprattutto in un momento come questo, debba trovare delle strategie per mantenere il contatto con l’utenza. C’è stata una prima fase sperimentale con la cooperativa che inviato alle famiglie via Whatsapp, grazie alla collaborazione dei rappresentanti dei genitori, video delle educatrici con letture dei libri preferiti dai

contagio del virus Covid-19». Da qui l’esigenza di andare oltre i 20 metri cubi di disponibilità previsti per questa stagione e poter attingere alla massima possibilità di uso, normalmente prevista per l’estate, visto che la portata dell’Adige, dalla quale viene attinta l’acqua, lo

stare coi bambini e ora stiamo cercando il modo per continuare a tenere in vita il filo rosso che ci lega a loro». «In questo contesto di emergenza sanitaria» sottolinea il presidente di Cia Padova, Roberto Betto «gli imprenditori agricoli sono chiamati a trovare nuove strategie e metodi per poter continuare a lavorare. Il comparto sta attraversando un periodo di grosse difficoltà a causa del coronavirus, ci auguriamo che le istituzioni portino avanti misure di sostegno ad hoc. È l’intero settore che va aiutato». «La parola chiave» conclude «è proprio creatività. Ben vengano, allora, altre esperienze come quella dei video-tutorial. Occorre mettere in moto la fantasia per rimanere concorrenziali sul mercato».–– MARTINA MANIERO

bambini, registrazioni audio di canzoni, proposte di attività e di giochi per fornire loro suggerimenti e proposte per come trascorrere il tempo in casa. L’entusiasmo dimostrato da parte delle famiglie è stato tale che questa iniziativa è stata strutturata utilizzando la piattaforma del sito www.cosep. it, con una pagina in cui sono ora a disposizione i video suddivisi in macro-aree. «Con l’augurio che questa emergenza finisca al più presto per tornare alla normalità» ha commentato positivamente il sindaco Filippo Lazzarin «speriamo che questo progetto possa sostenere, a distanza, le famiglie e i bambini». — ALESSANDRO CESARATO

consente. Puntualizza il presidente Zanato: «Per l’attingimento sono previste delle quote stagionali che partono dai 12 metri cubi al secondo, della prima parte delle primavera, e via via crescono per assecondare i picchi siccitosi dell’estate. E la situazione at-

tuale ci vede già nella massima necessità e quindi esiste l’obbligo di affrontarla con l’appropriata portata, salvo poi ridimensionarla nei momenti di minor bisogno». La richiesta di una maggiore disponibilità d’acqua è di straordinaria importanza anche per garantire la vivificazione degli alvei, ossia il mantenimento un livello minimo nei canali necessario alla sopravvivenza degli ecosistemi. L’allarme è condiviso anche da Massimo Bressan, presidente padovano di Coldiretti: «Già da un paio di settimane siamo alle prese con i primi effetti della siccità che costringono numerose aziende a ricorrere all’irrigazione di soccorso anche per i prodotti a pieno campo come mais, barbabietole e il frumento. Per il frumento è piuttosto inusuale ricorrere all’irrigazione in questo periodo, quando le piogge non dovrebbero mancare. Invece veniamo ad un mese di marzo particolarmente secco e i terreni ormai sono inariditi». Ci saranno peraltro zone che non potranno essere raggiunte dall’irrigazione, soprattutto in alcune zone della Bassa padovana, a sud di Este e Montagnana. «È giusto ricordare che l’irrigazione ha dei costi che vanno ad incidere sempre sulla redditività delle aziende già messe a dura prova in queste settimane dall’emergenza coronavirus. Inoltre stanno sostenendo spese importanti anche le centinaia di aziende orticole e frutticole che già fan-

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no ricorso all’irrigazione per permettere alle piante di crescere. Ad emergenze ricorrenti si sommano dunque nuovi problemi, che si ripercuoteranno sulle spalle degli agricoltori. Serve un “piano Marshall” per le imprese del settore primario, per permettere ai nostri contadini di continuare a lavorare la terra e a produrre cibo, attività essenziale da garantire e preservare», chiude Bressan. –– © RIPRODUZIONE RISERVATA

sant’angelo di piove

Dimessa la giovane volata nel fosso con la sua Fiesta È stata dimessa dall’ospedale di Piove di Sacco la giovane donna che nel pomeriggio di venerdì era rimasta ferita in un incidente stradale sulle strade della frazione di Celeseo. N.A. , una ventiduenne del posto, mentre percorreva via San Marco ha perso, per cause in corso di accertamento da parte della Polstrada che ha effettuato i rilievi, il controllo della sua Ford Fiesta, finendo nel fossato che costeggia la carreggiata. È stato necessario l’intervento dei Vigili del fuoco per liberarla, visto che era rimasta incastrata all’interno dell’abitacolo. La ragazza era poi stata presa in cura dal personale del Suem 118 e trasferita con l’ambulanza in ospedale.

agna

A casa per Pasqua dopo il virus «In regalo una seconda vita» AGNA

Dopo un mese di ricovero e 16 giorni in terapia intensiva, attaccato al respiratore, Graziano Ruzza, 53 anni, è stato dimesso ed è tornato a casa. Il 10 marzo aveva dovuto salutare frettolosamente la moglie e il figlio prima di salire nell’ambulanza che lo stava portando in ospedale, un mese dopo è a casa, guarito dal Covid-19, giusto in tempo per trascorrere una Pasqua serena. «Oltre ad avermi salvato la vita al reparto Covid 1 e alla terapia intensiva di Schiavonia mi hanno fatto anche questo bel regalo» racconta Ruzza «in questo mese ho conosciuto medici, infermieri e operatori sanitari veramente eccezionali. In reparto e in terapia intensiva lavorano persone che veramente stanno dando tutto il meglio di sé per salvare molte vite, per alleviare le sofferenze di chi soffre. A tutti loro va la mia gratitudine, mi hanno donato una seconda vita». Ruzza, idraulico per un’azienda che fa manutenzione di negozi, aveva accusato i primi sintomi all’inizio di marzo. «Era un venerdì sera e al rientro dal lavoro avevo mal di gola? » ricorda «poi mi è salita la febbre e dopo due giorni non mangiavo né dormivo più. Ho chiamato il 118 e mi hanno portato a Schiavo-

Graziano Ruzza, 53 anni idraulico, da un mese in ospedale

nia, era il 10 marzo. Per quattro giorni sono stato in reparto, ho anche indossato lo speciale casco per respirare ma poi le mie condizioni sono peggiorate. Così mi hanno trasferito in terapia intensiva. Sono rimasto intubato per 16 giorni, durante i quali ho sognato molto. Ricordo di viaggi in moto e in barca e altre situazioni belle, ma ho fatto anche diversi incubi. Quando mi hanno svegliato ho visto tutti i biglietti con messaggi di incoraggiamento appesi intorno al letto. Sono stato il primo ad uscire dalla terapia intensiva, mi han-

no fatto un lungo applauso, è stato toccante. In reparto ho recuperato rapidamente grazie al riposta del mio fisico e alle cure. Ringrazio le tante persone che hanno fatto il tifo per me ma raccomando a tutti di restare a casa, di rispettare le regole che permettono di salvare la propria vita e quella degli altri». A dargli il benvenuto il sindaco Gianluca Piva: «Graziano è un lottatore, non avevo dubbi sulla sua guarigione. La sua testimonianza è preziosa per tutti, ascoltiamo il suo appello». –– NICOLA STIEVANO


12-APR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


12-APR-2020 Estratto da pag. 1 3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


PRIMO PIANO

DOMENICA 12 APRILE 2020 IL MATTINO

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L’allarme globale: le storie nel Padovano

Damiano Toniolo mentre dà da mangiare alle sue galline, a fianco con un pulcino. La sua passione è cominciata tre anni fa con la vincita di tre esemplari alla pesca della fiera di Arsego

Vive a Villa del Conte, ha 11 anni e una grande passione per le galline: «In questo periodo di emergenza ci tenevo a fare la mia parte»

Il piccolo Damiano regala 25 uova a Zaia «Se segui le istruzioni nasceranno i pulcini» LA STORIA Martina Mazzaro

na piacevole sorpresa per il governatore Luca Zaia a cui, proprio sotto Pasqua, sono state donate 25 uova di gallina con tanto di istruzioni su come far nascere i pulcini. Il dono arriva da un ragazzino di 11 anni, Damiano Toniolo, che vive con la famiglia a Villa del Conte. «In questo periodo di emergenza tante persone hanno donato qualcosa, e ci tenevo anche io a fare la mia parte», dice Damiano, «Così ho pensato di donare a Luca Zaia venti uova feconde, con un manuale in cui spiego come incubarle e far nascere i pulcini». Durante la conferenza stampa di ieri, il governatore del Veneto ha ringraziato pubblicamente Damiano per il suo gesto. «Prenderò un’incubatrice e farò nascere i pulcini in ufficio», ha assicurato Zaia, «Alla sua età io facevo la stessa cosa con i conigli. Devo ammettere che

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questo bambino è un fenomeno. Poi diciamo che il Veneto non ha futuro: è questo il futuro». L’insolita passione di Damiano è nata tre anni fa, quando alla pesca della fiera di Arsego ha vinto tre galline. «Quando le galline hanno cominciato a fare le uova, mio figlio si è appassionato», racconta Daniela, mamma di Damiano, «Anche se a lui non piace mangiarle, era comunque affascinato dall’idea di avere ogni giorno uova fresche in casa. Presto, dalle tre galline iniziali, siamo arrivati ad averne trenta di diverse razze». Giorno dopo giorno, Damiano ha cominciato ad informarsi su come far nascere i pulcini e, a febbraio, ha incubato le prime uova. «A marzo sono nati dodici pulcini: 4 pepoi, 3 padovane, 3 ovaiole e 2 bantam», racconta, «Quando i pulcini sono nati ero emozionato e molto soddisfatto. Ho sentito di aver fatto un ottimo lavoro. Ora ho trenta galline, ma ne vorrei di più. Anche mio nonno aveva delle galline, è da lui che ho preso spunto».

Damiano la corregge: «Si chiamano olandesi nane collo oro». Il piccolo allevatore sogna di aprire una fattoria didattica: «Mi piacerebbe spiegare agli altri quello che so su questi animali. Quando sarò grande voglio continuare ad allevare galline. Le padovane sono le mie preferite, sono particolari

Il governatore ringrazia «Questo bimbo è un fenomeno»

Damiano mostra con orgoglio una delle sue galline di razza

Come tutti i bambini della sua età, in questo periodo di quarantena a Damiano mancano gli amici. Nel tempo libero, quando non deve fare i compiti, raggiunge le sue galline, e ora che sono nati i pulcini si diverte a vederli crescere. La grande passione di Damiano

sta coinvolgendo i genitori, i parenti e gli amici. «Mio figlio ha galline ovaiole normali, ma da un po’ di tempo ha cominciato ad appassionarsi alle varie razze. Ora ha galline padovane, le collo oro…». Mentre mamma Daniela al telefono risponde alle nostre domande,

Carmignano

Mascherine obbligatorie in distribuzione Il Comune ne fa consegnare ventimila CARMIGNANO

Le mascherine diventano obbligatorie anche per strada in tutto il territorio comunale. A stabilirlo è un’ordinanza firmata il 6 aprile dal sindaco Alessandro Bolis, che impone maggiori restrizioni fino al 13 aprile. Se il governatore del Veneto Luca Zaia ha reso obbligatorio l’uso di protezioni facciali e guanti in tutti i negozi, Bolis va oltre ed estende l’obbligo an-

che in tutte le aree pubbliche comunali. Si potrà rimanere senza soltanto a casa. Per dar corso al rispetto dell’ordinanza, l’amministrazione comunale ha ricevuto in dono e sta distribuendo altre 20 mila mascherine chirurgiche, oltre alle 15 già consegnate agli 8 mila abitanti. E per Pasqua e Pasquetta, sono previsti controlli stringenti su tutto il territorio e sugli accessi che portano al Brenta. In strada ci saranno gli

agenti della polizia locale e le Giacche verdi con pattugliamenti e posti di blocco, per fare osservare di tutte e le misure previste dai decreti, ma anche le ordinanze del sindaco, tra cui quella appunto che prevede l’obbligo di utilizzare la mascherina ogni qualvolta si esca di casa. Continua la lotta al coronavirus con ogni arma possibile a Carmignano nell’intento di contenerne la diffusione per tornare il prima possibi-

le alla normalità. «L’ordinanza proroga fino al 13 aprile tutte le misure già in vigore», precisa il sindaco Bolis, «e ne aggiunge una ulteriore: l’obbligo di utilizzare mascherine o dispositivi di protezione individuale per chiunque si trovi in area pubblica o a uso pubblico, non solo nei negozi, in modo tale che tali dispositivi coprano in modo aderente naso e bocca. Oltre alla mascherina dovranno essere indossati i

perché hanno il ciuffo in testa». Anche se ha solo 11 anni, Damiano è un vero esperto. Anche Zaia è rimasto sorpreso: «Nella lettera mi ha scritto di incubarle in una 24 Borotto automatica perché è la marca più buona che conosco. È un bimbo incredibile». Si informa guardando video su Youtube, o contattando qualche intenditore. «Conosco la maggior parte delle razze», dice, «Visto che abbiamo tante uova, molte le

guanti sia dal personale di attività commerciali che manipola alimenti a contatto con il pubblico che da chi si reca a fare acquisti all’interno degli esercizi commerciali del comune. In caso di non ottemperanza la multa va da 25 a 500 euro. Sicuramente, alla scadenza, prorogo l’ordinanza». Le ordinanze sindacali prevedono fino a Pasquetta compresa la limitazione della circolazione stradale veicolare e pedonale su via Trento e via Maglio, la chiusura di tutti i parchi pubblici, del percorso ciclopedonale lungo e all’interno dell’argine del Brenta e dei cimiteri comunali e, infine, la sospensione del mercato settimanale del sabato. Resta possibile la vendita di prodotti alimentari nei posteggi isolati, fatto salvo

regalo. È un peccato buttarle, anche perché dopo 21 giorni non sono più buone». Oltre alle galline, Damiano ha una cagna, Dora, e un gatto, Red, ma ama molto anche i cavalli. «Da qualche anno faccio equitazione. Quando compirò 15 anni vorrei prendere un cavallo», confessa, «Sto mettendo da parte i soldi per comprarlo». La famiglia di Damiano attende con gioia la schiusa delle uova incubate qualche giorno fa e, nei prossimi mesi, spera di far covare alcune uova a una vera chioccia. «Le galline di Damiano non vengono mai uccise», dice Daniela, «Noi abbiamo diverse galline vecchie, e guai se qualcuno fa loro del male. Mio figlio è davvero affezionato a questi animali, tanto che gli mangiano in mano. Siamo fieri di lui, è molto bravo e sensibile». Damiano ora spera che Luca Zaia ritiri le uova che gli ha donato: «Sono davvero felice che gli sia piaciuta la mia idea. Mi piacerebbe ricevere una sua visita o una chiamata». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

il rispetto della distanza di almeno un metro tra le persone. La distribuzione gratuita a domicilio delle mascherine chirurgiche sarà fatta grazie ai volontari della Protezione civile, che non si fermano neppure durante le festività pasquali. Le mascherine saranno in distribuzione anche dopo Pasqua nei supermercati. «I 20 mila dispositivi sono stati donati da un imprenditore di Carmignano che vuole rimanere anonimo e che ringraziamo», aggiunge l’assessore alla Protezione civile Andrea Bombonati. Si tratta del terzo benefattore, dopo quello che ha donato il kit di materiale scolastico ai ragazzi e quello che ha regalato le uova di Pasqua ai bambini. — PAOLA PILOTTO


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PRIMO PIANO

DOMENICA 12 APRILE 2020 LA NUOVA

L’allarme globale: il fronte sanitario

Il piano Zaia per ripartire in sicurezza obbligo di maschere e guanti per strada Il governatore riscrive l’ordinanza: «Il silenzio-assenso delle prefetture ha riaperto le aziende, ora proteggiamo i veneti» Filippo Tosatto / VENEZIA

Paese legale, Paese reale. C’è il decreto del premier Conte che prolunga la chiusura delle imprese con allentamenti circoscritti ad alcune tipologie commerciali. E c’è la ripartenza imminente di gran parte delle imprese, favorita dalla regola del silenzio-assenso alle richieste di deroga inoltrate alle prefetture, impotenti a smaltire decine di migliaia di dossier. «Nei fatti, le scelte del Governo sanciscono che il lockdown non esiste più», è il commento di Luca Zaia «Roma non ha ascoltato la voce delle Regioni, io chiedevo l’avvio di una fase sperimentale fino al 3 maggio per le molte imprese candidate a essere testate come modello, il messaggio non è stato recepito. Difficile allora spiegare ad un industriale della moda, da Renzo Rosso al Gruppo Benetton, perché non può riaprire i battenti mentre Fincantieri, con migliaia di dipendenti, lavorerà regolarmente. Detto ciò, occorre un cambio di strategia, dobbiamo concentrarci sulla protezione dei cittadini». ISPETTORI SPISAL IN TUTTE LE AZIENDE

Il governatore del Veneto non esercita poteri diretti nella riapertura delle attività industriali e commerciali ma concorre alla tutela della salute pubblica: «Stiamo scrivendo la nuova ordinanza regionale, si concentrerà soprattutto sui dispositivi di protezione individuale. Probabilmente la renderò nota oggi, avrei voluto evitare la coincidenza con la Pasqua ma il tempo stringe. I report sulle malattie infettive dimostrano che la mascherina è lo spartiacque tra contagio e salvezza, quindi il mio problema non è più l’apertura dell’azienda ma la tutela dei lavoratori. Mi rivolgo agli imprenditori: se non siete in grado di garantire la sicurezza evitate di riaprire l’attività, noi invieremo dovunque gli ispettori Spisal». Parole che anticipano i contenuti del provvedimento, orientato, si apprende da fonti ufficiose, all’estensione generalizzata dell’obbligo di indossare mascherine e guanti: nei luoghi di lavoro, in negozi e locali pubblici, per strada.

L’ULTIMO REPORT CASI SARS-CoV-2 POSITIVI all’ 11.04 ore 17.00 (variazioni rispetto al 10.04 ore 17) TOTALE CASI

Padova (escluso domiciliati Vo') Cluster domiciliati Comune di Vò Treviso Venezia Verona Vicenza Belluno Rovigo Domicilio fuori Veneto Assegnazione in corso TOTALE REGIONE VENETO

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3.185 87 1.978 1.931 3.420 2.032 654 276 245 83 13.891

2.535 11 1.430 1.273 2.918 1.527 548 199 190 82 10.713

+62 0 +36 +35 +184 +58 +6 +23 +7 -38 +373

154 3 158 123 242 111 35 17 8 1 852

SOGGETTI IN ISOLAMENTO DOMICILIARE

496 73 390 535 260 394 71 60 47 0 2326

4.882 3.331 3.290 2.341 2.495 1.161 611 18.111

CASI RICOVERATI IN OSPEDALI PER ACUTI SARS -CoV-2 positivi all’ 11.04 ore 17.00 (variazioni rispetto al 10.04 ore 17) PAZIENTI IN AREA NON CRITICA

VARIAZIONE NUMERO CASI

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Azienda Ospedale Università Padova 97 Ospedale Sant'Antonio 0 Azienda Ospedaliera Universitaria 57 Integrata di Verona - Borgo Roma Azienda Ospedaliera Universitaria 26 Integrata di Verona - Borgo Trento ULSS 1 - Ospedale Belluno 38 ULSS 1 - Ospedale Feltre 1 ULSS 2 - Ospedale Treviso 66 ULSS 2 - Ospedale Oderzo 10 ULSS 2 - Ospedale Conegliano 0 ULSS 2 - Ospedale Vittorio Veneto ° 67 ULSS 2 - Ospedale Castelfranco 12 ULSS 2 - Ospedale Montebelluna 18 Ospedale S. Camillo-Treviso ° 44 Ospedale civ. Motta di Livenza - Treviso 1 ULSS 3 - Ospedale Mestre 30 ULSS 3 - Ospedale Venezia 12 ULSS 3 - Ospedale Mirano 2 ULSS 3 - Ospedale Dolo ° 83 ULSS 3 - Ospedale Chioggia 1 Ospedale Villa Salus-Mestre ° 47 ULSS 4 - Ospedale San Donà di Piave 1 ULSS 4 - Ospedale Jesolo ° 39 Casa di Cura Rizzola 9 ULSS 5 - Ospedale Rovigo 14 ULSS 5 - Ospedale Trecenta ° 38 ULSS 5 - Ospedale Adria 1 ULSS 6 - Ospedale Schiavonia ° 110 ULSS 6 - Ospedale Piove di Sacco 0 ULSS 6 - Ospedale Cittadella 0 ULSS 6 - Ospedale Camposampiero 4 ULSS 7 - Ospedale Santorso ° 130 ULSS 7 - Ospedale Bassano 7 ULSS 7 - Ospedale Asiago 2 ULSS 8 - Ospedale Vicenza 56 ULSS 8 - Ospedale Noventa Vicentina 21 ULSS 8 - Ospedale Arzignano 0 ULSS 8 - Ospedale Valdagno 19 ULSS 9 - Ospedale Legnago 59 ULSS 9 - Ospedale San Bonifacio 20 ULSS 9 - Ospedale Villafranca ° 104 ULSS 9 - Ospedale Marzana 66 ULSS 9 - Ospedale Bussolengo 24 Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar 69 Ospedale P. Pederzoli-Peschiera 40 TOTALE REGIONE VENETO 1.445

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Luca Zaia e l’uovo gigante all’asta

no schizzare i prezzi delle mascherine fino a 9-12 l’euro: «È inaccettabile, invito la polizia municipale a reprimere gli abusi. Rinnovo l’appello a liberalizzare il mercato, basta confische». LITE PD-LEGA, PROPOSTA DEI 5 STELLE

L’accenno al lockdown tramontato suscita la protesta del deputato del Pd Alessandro Zan: «Parole irresponsabili, soprattutto nelle ore precedenti a due giorni che si prospettano critici e di difficile gestione da parte delle forze dell’ordine, così Zaia espone il Veneto a rischi enormi»; «C’è chi lavora giorno e notte in prima linea e chi, dal salotto di casa, specula e dice il falso a scopi elettorali. Che squallore», lo rimbecca a distanza il consigliere leghista Luciano Sandonà. E un’altra dem, l’europarlamentare Alessandra Moretti, se la prende invece con il decreto governativo in materia di deroghe al commercio: «Basta discriminazioni tra esercenti, perché le librerie sì e altri no?». Sul versante dei camici bianchi, è Adriano Benazzato, il segretario di

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Ospedale di Comunità Belluno (BL) Ospedale di Comunità Agordo (BL) Ospedale di Comunità di Castelfranco Struttura COVID - Vedelago (TV) Struttura COVID - Ormelle (TV) Ospedale di Comunità Vittorio Veneto Ospedale di Comunità Casa di Cura Rizzola (VE) Ospedale di Comunità Villa Maria (PD)

«Martedì il Veneto non sarà più quello di oggi», la profezia, «io non sono contrario alle aperture, capisco la sofferenza dell’economia, ma bisogna a ripartire a rischio zero». In agguato, le speculazioni al dettaglio che fan-

Ospedale di Comunità Camposampiero (PD) Ospedale di Comunità Marostica (VI) TOTALE REGIONE VENETO

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VAR. DECESSI NUMERO DAL 21.2 DECESSI

0 VENEZIA

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CROMASIA

GLI SPECULATORI IN AGGUATO

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Torniamo al briefing del governatore. Che spartirà la colomba all’Unità di crisi di Marghera con i “dioscuri” Manuela Lanzarin-Gianpaolo Bottacin (gli assessori alla salute e alla protezione civile) e non si stanca di invitare alla prudenza: «I cittadini sanno che l'indicatore è quello dei decessi, se ignoriamo le regole salirà sempre più». Infine, le donazioni al conto solidale che galoppano verso i 42 milioni, chi versa quattrini e chi, è il caso dell’undicenne Damiano, padovano di Villa del Conte e grande esperto di galline, regala 25 uova destinate a sfornare i pulcini: «Procurerò un’incubatrice e li farò nascere in ufficio», promette Zaia. Che conclude con l’asta dell’uovo di dieci chili (cioccolato, stavolta) ricevuto in omaggio: «Siamo arrivati a 2 mila euro, chi vuole rilanciare chiami lo 0412792863, c’è tempo fino a martedì. Il ricavato andrà ad un’associazione di volontari attiva nella sanità». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferrari (Cgil): lavoratori ancora senza dispositivi

CASI SARS-CoV-2 presenti in strutture territoriali, trasferiti da ospedali per acuti, 10.04 ore 17.00 (variazioni rispetto a 09.04 ore 17.00) VARIAZIONE NUMERO CASI

LE DONAZIONI A QUOTA 42 MILIONI

il sindacato

**un decesso è stato riassegnato da Ospedale RO a Ospedale Trecenta, dove il paziente era stato trasferito

PAZIENTI PRESENTI

Anaao-Assomed, a tornare all’attacco: dopo aver denunciato i direttori delle Ulss, ora contesta le cifre ufficiali dei contagi tra medici e infermieri, «calcolate includendo anche quanti nonno stati sottoposti a tampone» . A riguardo, il senatore Giovanni Endrizzi e il gruppo consiliare a 5 Stelle sollecitano la Regione «all’individuazione di alloggi o soggiorni alberghieri gratuiti per gli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il Covid-19 e per quanti non dispongono di spazi dove trascorrere la quarantena al riparo da rischi per familiari e conviventi».

«Sento parole troppo leggere pronunciate dal presidente Zaia, tipo "il lockdown in Veneto non c'è più", "la nostra Regione deve essere la prima a ripartire"». Il segretario generale della Cgil Veneto Christian Ferrari interviene sulla fase 2. «Un "liberi tutti" che non possiamo permetterci – prosegue Ferrari -. Siamo molto lontani dall'aver messo sotto controllo la diffusione del virus. I lavora-

tori che non si sono mai potuti permettere di rimanere a casa, perché operano nei servizi e nelle filiere essenziali sono ancora ben lontani dal lavorare in assoluta sicurezza. In moltissimi casi mancano perfino i dispositivi individuali. La riapertura non può essere stabilita né dagli industriali, né dal presidente della Regione e nemmeno da noi: dobbiamo farci trovare pronti a quell’appuntamento, operando per garantire la salute e la sicurezza». —


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PRIMO PIANO

DOMENICA 12 APRILE 2020 LA TRIBUNA

L’allarme globale: il fronte sanitario

LE TENDENZE Nuovi ricoverati Tamponi giornalieri

Nuovi dimessi

Nuovi positivi

Deceduti giornalieri

Nuovi ricoverati 6 per. media mobile (nuovi ricoveri)

6 per. media mobile (tamponi giornalieri) 6 per. media mobile (nuovi positivi)

6 per. media mobile (nuovi dimessi)

6 per. media mobile (nuovi ricoverati)

25 febbraio

6 per. media mobile (deceduti giornalieri)

21 marzo

10 aprile

21 febbraio

18 marzo

Il Veneto respira «Contagi in flessione ora dimessi e guariti superano i ricoveri» Il professor Meneghesso (Università di Padova) sull’epidemia «Tamponi e isolamenti precoci le armi vincenti nella regione» Filippo Tosatto / VENEZIA

«Il raffronto tra l’entità dei tamponi eseguiti tra la popolazione e il numero di casi risultati positivi al virus evidenzia la costante decrescita di questi ultimi, parallela alle restrizioni introdotte in materia di mobilità e attività commerciali e industriali. È evidente che queste misure, abbinate allo screening precoce, hanno sortito un effetto apprezzabile». Parole di Gaudenzio Meneghesso, il direttore

del dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’ateneo di Padova; in tandem con il collega Roberto Vettor (il docente a capo del dipartimento di Medicina), lo studioso ha svolto un’indagine statistica comparato sull’efficacia dei provvedimenti fin qui adottati. Con un focus veneto e uno sguardo alle dinamiche “parallele” di Lombardia e Piemonte. Professore, quale fotografia emerge dall’incrocio tra le tappe del lockdown

e le curve riguardanti l’estensione dei tamponi e l’accertamento dei contagi? «Anzitutto, balza agli occhi che a partire dal 24-25 marzo, ovvero a due settimane di distanza dai primi divieti, si assiste ad un netto cambio di rotta: i test nel Veneto crescono sensibilmente ma il volume di positivi riscontrata non è proporzionale bensì inferiore. Se il 29 febbraio, nella fase iniziale della pandemia, tale percentuale si aggirava intorno al

Con i nuovi codici tornano al lavoro 4.600 imprese artigiane venete La mini-ripartenza coinvolgerà in complesso altri 11.110 addetti

Bonomo: «Troppo poche riaperture Manifatturiero ed edilizia pronti» LA PROTESTA

autorizzazione dei nuovi codici introdotta venerdì scorso dal governo permette ad oltre 4.600 imprese artigiane venete di riaprire il 14 aprile. «Troppo poche» per Confartigianato Imprese Vene-

L’

to. Il nuovo Dpcm prolunga fino al 3 maggio le misure di contenimento del Coronavirus, ma dal 14 aprile potranno ripartire alcune attività, una quindicina in tutto. Si tratta dei settori legno, l'edilizia (manutenzione del paesaggio) e alcune lavorazioni della meccanica. Per l’artigianato veneto significa 4.639 nuove apertu-

re, che si sommano alle 49mila già abilitate dai precedenti decreti. Si arriva dunque a 53.678 attività autorizzate (arrivando al 40,7% di aperte sul totale artigiano in regione). Questa mini ripartenza coinvolge 11.110 nuovi addetti, che si sommano a quelli già autorizzati, portando la platea a 150.580 persone tra dipenden-

13 aprile

2% per schizzare al 9% il 24 marzo, ora siamo scesi a quota 6-7% nonostante il ventaglio delle persone sottoposte al controllo abbia toccato una quota record, superiore ai 190 mila». Qual è, nel dettaglio, la corretta lettura delle ulteriori curve epidemiologiche? «Anzitutto, il raffronto tra i casi positivi cumulativi e quello dei ricoverati nei reparti ospedalieri del Veneto: a fronte di un aumento continuo dei primi, determinato dall’estensione quotidiana dal campione, la massa dei ricoverati sta iniziando ascendere. Non solo: l’incrocio tra i nuovi ricoverati, in calo, i dimessi e - purtroppo - i deceduti, evidenzia che i pazienti che lasciano gli ospedali sono divenuti più numerosi di quelli che vi entrano». Quali diversità operative rivela la comparazione statistica tra Veneto, Lombardia e Piemonte nell’approccio all’emergenza? « La Regione Veneto ha conseguito i risultati migliori perché ha agito immediatamente sul versante dei tamponi e dei provvedimenti restrittivi, leggi Vo’, circostanze che hanno consentito di individuare e isolare i focolai e i gruppi di contagiati.

ti, titolari soci e collaboratori autorizzati (pari al 46% del totale artigianato regionale). «Con la proroga al 3 maggio del lockdown – spiega il presidente dell’associazione veneta Agostino Bonomo - il 60% circa delle aziende artigiane resta fermo e rischia di non ripartire più. Per questo ci attendiamo nei prossimi giorni ulteriori interventi». In particolare il settore più interessato è quello del legno (+2.759 aperture) seguito dall’edilizia (manutenzione del verde) +1.688 nuove aperture e la metalmeccanica +124. Si aggiungono 68 aziende di settori non classificati. «La protezione della salute – aggiunge il presidente Bonomo - come abbiamo sempre detto è una priorità inderoga-

18 febbraio

10 marzo

9 aprile

guarigioni: da giorni, i negativizzati superano la somma dei ricoverati in reparti ordinari e terapie intensive. Una dinamica confortante, assicurano gli esperti. «Sì, ho preso visione del report, conferma la citata tendenza al rallentamento dell’infezione e alla decrescita dei pazienti gravi. Dirò di più: il numero attuale dei negativizzati è forse sottostimato perché, comprensibilmente, l’esecuzione e

«Picco d’emergenza superato ma la criticità permane, serve rigore nelle misure restrittive» Gaudenzio Meneghesso del Bo

La Lombardia, forse, è stata sorpresa dalle dimensioni dell’aggressione virale, che, effettivamente, ha espresso una forza d’urto impressionante: tuttavia, quando ha adottato i test su vasta scala, i progressi non sono mancati, al pari del Piemonte che ha scontato una prima fase drammatica e poi ha saputo risalire la china». I tracciati di Azienda Zero, la governance della sanità nostrana, documentano un’impennata delle

AGOSTINO BONOMO PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE VENETO

Il presidente di Confartigianato: «In campo per la sicurezza ma lo Stato garantisca il reperimento delle mascherine»

l’analisi dei tamponi privilegia le categorie più a rischio - personale sanitario, malati gravi, case di riposo - rispetto a quanti versano in condizioni più lievi e sono trattenuti in isolamento a casa. Detto ciò, il flusso dei dati conferma che, se il picco dell’emergenza è alle spalle, non siamo ancora fuori dalla criticità: riusciremo a la supereremo continuando ad applicare le misure contenitive in maniera fedele». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

bile così come è inderogabile l’appello che rivolgiamo alle istituzioni. La ripresa delle attività produttive rappresenta una priorità: dobbiamo assolutamente ridurre il tempo nel quale ricorriamo al debito». Confartigianato Imprese Veneto si dice pronta a fare la propria parte acquistando «mascherine, distanze, sanificazione, areazione sulla base di quanto stabilito dalle norme». Ma o Stato garantisca la piena disponibilità nel mercato dei dispositivi di protezione. Gli artigiani veneti chiedono la riapertura delle imprese che operano nelle filiere manifatturiere, nei cantieri edili, ditte individuali, quelle che non prevedono contatto ravvicinato tra le persone. NICOLA BRILLO


10 La Voce

Domenica 12Aprile 2020

LA CAMPAGNA

I polesani hanno risposto alla grande alla nostra raccolta fondi

Altri due giorni per donare a favore della sanità polesana L’iniziativa realizzata con “Rovigoindiretta” “Polesine24.it” e la blogger Chiara Moss ROVIGO - Da domani sarà formalmente chiusa la campagna di raccolta fondi che abbiamo aperto un mese fa per sostenere la sanità del Polesine in questo periodo di emergenza sanitaria. Una iniziativa alla quale i Polesani hanno risposto da par loro, con la grande generosità che li contraddistingue. Come esige un periodo difficile e di grandi sacrifici, i nostri lettori polesani hanno serrato le fila e hanno contribuito con quanto potessero per dare un segnale della loro vicinanza a chi è in prima linea in queste settimane. E anche il mondo della politica e dello sport si sono mobilitati e hanno deciso di sostenere questa campagna, durante l’emergenza a causa dell’espandersi del Coronavirus. Per donare una speranza in più a chiunque dovrà affrontare la difficile battaglia contro il Covid-19, noi de La Voce di Rovigo, Rovigoindiretta e Polesine24.it, in collaborazione con la giovane blogger rodigina Chiara Moss, abbiamo aperto questa raccolta fondi attraverso gofundme.com. L’obiettivo, come detto, è l’acquisto di materiale sanitario a favore della sanità del nostro Polesine. Una campagna per la quale si sono spesi i sindaci di Porto Tolle, Roberto Pizzoli, di Lendinara, Luigi Viaro, di Bergantino, Lara Chiccoli, di Polesella, Leonardo Raito, di Rovigo, Edoardo Gaffeo, di Occhiobello, Sondra Coizzi, l’assessore regionale veneto Cristiano Corazzari, i consiglieri regionali Graziano Azzalin e Patrizia Bartelle, Umberto Casellato, coach dei Bersaglieri, Andrea Bacchetti, giocatore della Rugby Rovigo Delta, Renzo Bullo. Tutti hanno raccontato un po’ della loro vita, in questo momento di emergenza. Dal rapporto con la “clausura” alla quale siamo tutti obbligati, a co-

n Donare è semplice attraverso il portale gofundme.com

La nostra raccolta fondi durerà ancora oggi e domani. Poi il ricavato andrà a favore della sanità polesana. Noi abbiamo fatto da tramite, i polesani hanno donato quanto in loro cuore: essere una squadra è questo. E quando si lotta tutti insieme, alla fine, si vince

me hanno scelto di spiegarlo ai loro cari, da quello che è mancato più a loro fino alle riscoperte, che in periodi di crisi sono spesso piacevoli. Sono riusciti a “tirare” la nostra campagna fino a farle raggiungere la somma di 3.350 euro. Più di quanto avessimo programmato. Non sarà certo una cifra che cambierà le sorti di questa epidemia, ma è ciò che rappresenta a farlo. Ovvero, come si è detto, essere una squadra: il Polesine lo è, lo ha

dimostrato. E se vorrete contribuire ancora, farlo è semplicissimo. Potete inquadrare il codice qrcode nella pubblicità qui sotto. O basterà andare su www.gofundme.com e cercare la campagna di raccolta fondi dal titolo “La tua donazione oggi è ossigeno”. Una volta all’interno della campagna, cliccare su “Fai una donazione” e seguire le istruzioni. Anche un solo euro è importante, perché andrà diretta-

mente a sostenere la nostra sanità in un momento così difficile. Potrete anche condividere la campagna di raccolta fondi anche nei social network, via e-mail, su WhatsApp o Messenger con tutti i vostri contatti. E allora, con la Pasqua che si sta avvicinando, se vorrete far trovare un sorpresa al Polesine, potrete donare ancora. Anche se è vero, avete fatto già tantissimo. E di questo ve ne siamo grati. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Primo Piano 15

L'ARENA

Domenica 12 Aprile 2020

Ilnumero verdecomunale dalle8alle18

800644494

Sonostatequasicinquemilaletelefonatearrivatedagiovedìfinoaoggi al Numero Verde comunale 800644494. Ecco perché il servizio è stato potenziato ed è attivo

anchenelfinesettimana,comedecisodall’Amministrazionecomunale. «I nostri operatori risponderanno dalle 8 alle 18, anche il sabato e la domenica», ha detto il sindaco

Federico Sboarina parlando del servizio potenziato. «L’assistenza telefonicaèstataimplementataaffinché non vengano congestionati gli altri numeri telefonici, come il

centralino della Polizia locale che lo scorso fine settimana ha ricevuto centinaia di chiamate su misure edivieti,magliagentidevonoinveceprovvedere ai controlli».

CONTROLLI. Oggi e domani severe verifiche, appello dell’amministrazione a rispettare le misure

Giornidifesta«blindati» unataskforceperPasqua Ilsindaco:«Damartedì sarà possibileraggiungere ipunti venditadelle categoriealle quali èstatopermesso diriaprire» Enrico Giardini

Laproposta diGiorgetti(Fdi)

«Commissione di vigilanza sulrilancioeconomico» UnaCommissione regionale di vigilanzachemonitori l’attuazionedei provvedimenti dirilancio economicodelle imprese,con particolare attenzioneai gruppibancari.È l’ideadelvicepresidente del Consiglioregionale,Massimo Giorgetti(FdI): «Dopo l’emergenzasanitaria,si prospettaquellaeconomica deldopovirus», spiega Giorgetti.«Esuquestail parlamentoregionaledeve esserepresente, svolgendo finoinfondo ea tuttocampo le prerogativedicontrollo e indirizzo,ancheoltrele specifichecompetenze. Per questo,alla lucedegliottimi risultatiottenuti daprecedenti commissioni,comesul tema dellacrisibancaria esui Pfas, adesempio,ritengostrategico

costituirefin dasubito una specificacommissione che affronti,esepossibile anticipi, le tematichedelsostegno alle nostreimpreseedel conseguente rilanciodell’economia. Ègiunto, infatti,il momentodipensare concretamentealla fasedue», continuail vicepresidente consiliare,«perdare fiato ainostri imprenditori,ma soprattutto speranzaai tantilavoratori chein questigiornisi sonovisti finire in cassaintegrazione».Secondo Giorgetti,dunque,vaimpostato untavolo dimonitoraggio continuoper capire le ricadute dellemisuregià varatee in cantiere,sia a livellonazionali sia sulpiano regionali.Cosìcomeva verificatala corretta attuazione e ilrecepimento delleindicazioni dellepartisocialiedeisindaci «perproporreeconcertare

soluzioni».«È doveredel Consiglioregionale vigilareper prevenirecomportamenti scorrettio reticenze deisoggetti interessatieattuatori, come ad esempioquelle verificatein passatocon alcuni istitutibancari, chesarannodisicurol’ anellodi congiunzioneinsieme adaltri enti comeVenetoSviluppo,camere di commercioeconsorzi fidi,tra la finanzaeil cittadino»,conclude Giorgetti.«Nessunovuole fare processipreventivi,ma inquesta fasec’èbisognodiassoluta trasparenzaecollaborazione, per aiutaregli imprenditoriad affrontarela crisi edevitare chei comportamentiscorretti dipochi possanominare l’autorevolezzae l’impegnodelle istituzioniedelle categorieeconomiche. Del restoil temadelcreditoedellaliquidità è centraleper laripresa dell’economiaancheal fine di combattereil tentativo di infiltrazionenel nostro tessuto economicodichi liquidità neha, e tanta:la criminalitàorganizzata. Oggila Regionepuòfarsi garante diunpercorso virtuoso,magari facendoanche daesempio peril restodell’Italia». M.V.A.

Oggi, Pasqua, e domani, Pasquetta, non si scherza. Muoversi solo per quanto (quasi nulla) consentito da decreti e ordinanze. No a riunioni familiari e a gite fuori porta. E a controllare i veronesi nel ponte pasquale, in città e provincia, ci sarà una task force di tutte le forze dell’ordine. Anche con l’utilizzo di tre droni dell’esercito, di un elicottero dei carabinieri e di un velivolo della Protezione civile, sul lago di Garda. L’appello dell’Amministrazione comunale è rispettare in maniera rigorosa la limitazioni del traffico, ora fino al 3 maggio. Il sindaco Federico Sboarina ha infatti prorogato la validità delle ordinanze che riguardano traffico e mobilità. In linea con il prolungamento delle misure anticontagio deciso venerdì dal Governo, anche a Verona rimarrà in vigore fino a domenica 3 maggio la possibilità di parcheggiare gratis sugli stalli blu e, senza limiti di tempo, su quelli bianchi. «Nel rispetto del Dpcm approvato venerdì», dice il sindaco Sboarina, «ho deciso di prorogare le ordinanze su traffico e mobilità in scadenza il 13 aprile, fino al 3 maggio. Il Governo ha introdotto alcune novità che riguardano l’apertura di specifiche attività tra cui librerie, cartolerie, negozi per abbigliamento bambini. È evidente che, da martedì, i cittadini potranno recarsi anche in questi punti vendita oltre che negli alimentari e nei supermercati». Citando i 128 casi di contagio in città e provincia di Verona tra venerdì e ieri, che porta il totale degli attuali positivi a 2.907, Sboarina sotto-

linea che «emergono due fattori. La crescita è determinata in parte dall’aumento delle persone sottoposte a tampone, ma soprattutto dal fatto che questi contagi sono localizzati in grandi comunità chiuse. Rispetto al passato», aggiunge, «in cui si registrava un contagio diffuso, in questo caso abbiamo a che fare con punti precisi in cui si concentrano molte persone. Per cui viene confermata l’importanza dei provvedimenti presi finora, che hanno impedito che il contagio si espandesse in un’area diffusa. Più rispettiamo le regole, prima usciremo da questa emergenza». Anche l’assessore alla sicurezza, alla Polizia locale e alla Protezione civile Daniele Polato, in una lettera aperta inviata ai veronesi, lancia l’appello al rispetto delle regole. Ma prima dice «grazie ai veronesi. Con il vostro comportamento state compiendo qualcosa di immenso. Grazie perché, concretamente, ci state aiutando ad aiutarvi. Da assessore, dice Polato, «da settimane sto vedendo con i miei occhi il grande spirito di sacrificio della nostra città, tra le prime a consegnare buoni spesa e aiuti, con i volontari. Una Verona che rispetta le regole, solidale e altruista, che con pudore ed educazione dà l’esempio senza mostrarlo o mostrarsi. Verona è tra i Comuni del Veneto che ha meno lesinato nei controlli sulle strade e ho riscontrato che la stragrande maggioranza dei veronesi si è impegnata a restare chiusa a casa e a muoversi solo per motivi di lavoro o comprovate necessità». Polato conclude: «Il peggio forse è passato, tuttavia non abbassiamo la guardia e teniamo duro ancora per qualche settimana». •

L’assessoreDanielePolato duranteuncontrollo

Laspesaacasa neiquartieri

BoomdiBottegaAmica «Algiorno1.200borse» Nonsi sono dati pervinti, i negozidivicinato,chesono tornatia esseredi riferimento neiquartieri.Ha successo, infatti,l’iniziativa«Bottega amica»promossa dall’assessoratoal commercio diNicolòZavariseedalla Pro locopresieduta daMarcoRigo: inegozianti del quartiere preparanounpanieredi prodottidibaseefreschidel costodi20euro chesi può prenotareviatelefonoo via internetesi riceve a domicilio daivolontari. In unsolo giorno, neiquartieri incui èattiva BottegaAmica,sono state portate1.200 borse della spesaetra le consegne pasquali,ieri, c’erano anchele prime350 effettuate nei quartieriStadio, Borgo Milano, BorgoRoma, SantaLuciae Golosine,dapoco inseriti nell’iniziativa.«Inumeri danno ragionea unprogettoche coniugadiverseesigenze», spiegal’assessoreZavarise.

«Daunaparte l’obbligoper le personedi starea casa edall’altra lanecessità deinegozidifar fronteallacrisi, soprattuttoper chihagenerialimentari deperibili. Ilruolo dell’ente pubblicoèfare sintesi.Lasoddisfazione maggioreèvederecon quanto entusiasmocrescela disponibilità dicommercianti, famigliee volontari.Le circoscrizioni sono impegnateinprimalineanel lavorodicoordinamentoepoi sonotanti ipiccoli egrandi gestidi aiuto.Comele colombe donate dall’aziendaBaulieconsegnate nei primikit spesadistribuiti». Si prenotala spesa ainumeri 3515540210e351.5279465, il martedìeilvenerdì, dalle10alle 12,oper tuttala giornatavia messaggio,otramite il sitowww. bottegaamica.iteFacebook.La spesaarrivanell’arco didue giorni. L’iniziativaèincorso aBorgo Venezia,Veronetta,SanMassimo, SanMichele,Borgo Roma,Santa Lucia,Golosine,Stadio eBorgo Milano,ma si espanderà. M.V.A.

TRA GLI SCAFFALI. Serrande abbassate per Libre e Valmirtilla. Farfilò: «Le piccole realtà finora sono state dimenticate»

Nuovodecreto,lelibreriepossonoriaprire Magli esercizidedicati aipiccoliresterannochiusi «Rischioso,andiamo avanti conlaconsegnaacasa» Riaprono anche le librerie. Il nuovo decreto governativo permette la riapertura di diverse attività, anche di chi si occupa della vendita di libri. In tanti da martedì alzeranno le serrande, ma a Verona c’è anche chi dice di no. posticipando ancora la riapertura. «Non riapriremo martedì, sono ancora troppi i morti ed è ancora troppo alto il rischio di contagio di questo virus che oggi non ha nessuna cura, se non la prevenzione:

dobbiamo stare a casa e uscire per lo stretto necessario», si legge sulla pagina Facebook della libreria Libre di Interrato dell’Acqua Morta». ancora chiusi nonostante un periodo economico difficilissimo che ne mette a repentaglio la sopravvivenza, ma la salute viene prima di tutto, con un grande atto di responsabilità. «Non riapriremo nonostante la chiusura delle librerie stia compromettendo seriamente una situazione economica già estremamente fragile, ma per noi la salute ha la priorità assoluta su tutto il resto». Rimane la possibilità di avere i libri a domicilio. «Vi faremo arrivare i libri

a casa, quello sì», continua il post, «l’obiettivo di questo progetto è dare supporto alle librerie indipendenti e non appartenenti a gruppi editoriali. e la possibilità di acquistare buoni per le letture future un modo di sostenere comunque l’attività. Sulla stessa linea d’onda anche Valmirtilla, punto di riferimento di libri e giochi per bambini a San Martino Buon Albergo. «Come è spesso successo in questo periodo, la mia testa si è riempita di interrogativi», scrive Cecilia, la titolare del negozio, «la scelta di Valmirtilla di "stare a casa" è arrivata prima del decreto del governo, un sacrificio

dovevamo farlo tutti per il bene comune. Mi sono reinventata: una vetrina online e un servizio di consegne a domicilio o di spedizioni per poter consentire a chi, come me, ritiene un libro un bene indispensabile quanto un pezzo di pane, di riceverlo a casa in tutta sicurezza, salutandoci da un cancello e a volte solo dal citofono. Ancora per un po' questa è la modalità con la quale intendo tenere in vita la mia piccola realtà e il nostro legame». Dubbiosa sul da farsi anche Lucia, che gestisce Farfilò, da anni ormai tappa immancabile in Rigaste San Zeno per bambini e genitori. «Mi sono

arrivate decine di messaggi e telefonate. “Allora riapri!”, “Son contenta per te”, “ve lo meritate’”, si legge su Facebook, «non so come fare e sono arrabbiata. Le piccole librerie in questo paese non se le è mai filate nessuno Eppure in questi giorni è dal basso, mica dai grandi megastore, che è nata una risposta capillare, forte, sensata. Abbiamo inventato nuovi modi. Inforcato biciclette. Studiato strategie. Ora ci dicono di riaprire, ma in che modo? Con quali protezioni? Rischiando di essere veicoli di contagio in quella piccola comunità di lettori che è per noi quasi una famiglia?». • L.MAZ.

OrtombinadellaCroceRossa e Buffodell’Ater firmano ilprotocollo

Loscaffaledi unalibreria


L'ARENA

Domenica 12 Aprile 2020

IlVenetoeilcoronavirus

Labattaglia continua:ieri icontagi hanno segnato +3,2%

+293

L’AUMENTO DEI“NEGATIVIZZATI” NELGIRODIUN SOLO GIORNO

ÈPADOVANOAFAREILBALZO PIÙINAVANTI:ÈA569CASI. SEGUEILVENEZIANOA535 MENTREVICENZASALEA394 EVERONARESTAA260

1.659

I DIMESSI SONO SALITI DI 500 UNITÀ IN SETTEGIORNIEIRICOVERICALANO

Primo Piano 9 LACLASSIFICAVEDESEMPRE INTESTAL’AZIENDAOSPED.DI PADOVA(204),MENTRE QUELLADIVERONANEHA184 SOMMANDOIDUEPOLICLINICI

«DA MARTEDÌ IL VENETO CAMBIA». Il governatore: «Il lockdown non c’è più ma Roma ha bocciato l’idea che gestissimo riaperture sperimentali di imprese già attrezzate»

«Perchéunariservaindianadiaziendechiuse?» Zaiapreparal’ordinanza:crescerà Ricoveri-20 l’obbligodimascherineeguanti «Mailgovernodevepermettere Ierirecord laloroimportazioneinmassa» ditamponi Piero Erle

«Credo che si vada a conclamare quello che dico da giorni: il lockdown non esiste più. Parlare ancora di misure restrittive di fronte a metà Italia che sta aprendo non regge. A questo punto abbiamo una “riserva indiana” di imprese, i poveri che non riescono ad aprire. Abbiamo una filiera della moda, prima in Italia per fatturato, che a oggi viene lasciata chiusa: è difficile spiegare a un Renzo Rosso, ai Benetton o altri, che apre Fincantieri con migliaia di dipendenti e non può aprire uno stabilimento che fa jeans o maglie. Ne prendo atto, non è polemica, ma è chiaro che non esiste più un lockdown». Luca Zaia cambia strategia. Non vuole anticipare i contenuti specifici delle nuova ordinanza che emanerà tra oggi e domani (per lui e i suoi niente Pasqua o Pasquetta: si lavora alla crisi), ma il governatore veneto l’indicazione la dà. Primo, spiega che «alcune restrizioni rischiano di sparire», e quindi è facile che non ci saranno più le chiusure domenicali per gli alimentari. Secondo, «allora io devo concentrarmi sulle misure di protezione dei cittadini: gli assembramenti o l’isolamento fiduciario che abbiamo voluto intraprendere è un tema che non esiste più. La strategia cambia». MASCHERINE, GUANTI E DISTANZA. A domanda esplici-

ta non risponde con un “sì” secco, ma Zaia fa capire benissimo che intende aumentare l’obbligo di proteggersi bocca-naso e mani, perché sono la barriera per evitare contagi in un mondo che torna a circolare. «Noi - premette ancora una volta, rispondendo a chi vorrebbe l’intervento della Regione sul mondo produttivo - non possiamo chiudere imprese che vengono

classificate “aperte”, perché la nostra è una misura che deve sempre avere fini di sanità pubblica, e quindi controfirmata dal ministro della sanità. Credo che però che col nuovo decreto del governo, per l’esperienza che abbiamo, il Veneto non sarà più quello di oggi: la ripartenza sarà avvenuta, con la mole di filiere a cui è concessa. Il problema adesso è mettere in sicurezza la gente nel “riaprite tutto o quasi”. Io non sono contrario alle riaperture, ma bisogna farle a rischio zero: i dispositivi dpi abbiamo visto che funzionano, ma bisogna che siano disponibili. Abbiamo distribuito 8,5 milioni di mascherine, ma per tutti i veneti ce ne vogliono 100 milioni: bisogna far sì che i cittadini possano comprarsene». SPERIMENTAZIONE NON ACCOLTA. Zaia ha ordinato già

l’obbligo di mascherine e guanti anche su bus e treni, ma «mi chiedo se tutti i lavoratori avranno a disposizione questi dispositivi dpi. Ripeto, il grande fattore limitante è quello dei dispositivi: al governo ancora non capiscono che se non si liberalizza l’import di questi “dpi” le strutture di vendita non riescono ad averle sugli scaffali». Le farmacie adesso possono vendere mascherine sfuse, ma non basta. Zaia aveva proposto al governo «una apertura sperimentale, fino al 3 maggio, da affidare a ogni Regione per poter dare l’avvio a molte imprese, di vari settori, che sono pronte con le protezioni e le distanze tra lavoratori e si sono candidate per testare un modello di riapertura sperimentale: non è stato recepito nel Dpcm del governo, quindi di fatto ci hanno detto no». Zaia invita a denunciare chi vende una mascherina a 9-10 euro, ma insiste: «Lo dico a tutti i cittadini: dovete coprirvi naso e bocca. Funziona». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Illentocalo deiricoveri negliospedali edelle personeinterapiaintensiva

Elevittime sono852

Più tamponi per trovare più velocemente chi ha il virus: l’avevano promesso, e ieri il prof. Andrea Crisanti ha segnalato al governatore Zaia che la super-macchina acquistata dall’Olanda (dovrebbe arrivare molte migliaia di tamponi al giorno) è entrata in funzione: ieri mattina il Veneto segnava il record di 10.212 tamponi esaminati in una sola giornata, e anche se i contagi sono saliti di 432 unità (+3,2%) il rapporto tra nuovi positivi e nuovi “tamponati” a ieri mattina segnava un 3,4% che è la minor percentuale registrata nelle ultime due settimane. A livello di contagi ormai è evidente che il Veronese (3.420 casi)è diventata di gran lunga la provincia più interessata dal virus, probabilmente per la sua vicinanza alla Lombardia. Il dato più positivo resta quello dei ricoveri, ieri calati di altre 20 unità (siamo a un calo di 287 persone rispetto al picco di fine marzo), anche se purtroppo ieri sera è tornato leggermente a crescere, di tre unità, il conto delle persone gravissime accolte in terapia intensiva (in tutto 251). C’è stato un altro grande balzo di “negativizzati”, ora giunti a 2326, mentre anche i dimessi salgono e sono a 1659. In calo anche le persone messe in isolamento: 18.111 in tutto, con un picco di quasi 5 mila padovani. Infine anche ieri purtroppo il Veneto ha pianto 28 vittime in più (di cui 23 in ospedale): il Veronese è a quota 242 (+7), il Trevigiano sale a 158 (+6) e il Padovano è a 157 (+5). • P.E.

Ilgrafico elaboratoda AziendaZerocon i ricoveri daCovid19negliospedali delVeneto aierimattina

NOVITÀSANITARIE. Veronaalcentro diuna neo-sperimentazione Aifa

Farmaci,nuovacura Eoka testsierologici LaRegione nonemette indicazionima dàlibertà achi vuolerivolgersi a laboratorianalisi privati Via libera della Regione per i laboratori privati che volessero offrire i test sierologici per trovare gli anticorpi nel sangue per chi ha già avuto il virus e può quindi esibire una “attestazione” che lo ha superato. La questione ovviamente è che il test deve avere un grado di attendibilità notevole (almeno l’80%), altrimenti il rischio è che il soggetto sia ancora a rischio di contagio. Proprio per questo gli stessi operatori dei più accreditati laboratori privati veneti hanno fatto sapere che non intendono muoversi senza le indicazioni delle Ulss, e quindi della Regione - che però ancora non ne ha date - su quali test sono più attendibili. Qualche struttura però ha iniziato a proporre questa possi-

LucaZaia eilmaxi-uovo messo all’astaperraccogliere fondi

bilità ai privati, anche se la Regione la momento non ha dato indicazioni su quali siano le tipologie di test più affidabili. Venezia però non mette paletti. «Ci sono aziende che ci hanno chiesto dell’eventualità di rivolgersi a priovati. Ne ha già parlato anche l’assessore Manuela Lanzarin - ha risposto ieri il gover-

natore Zaia - e noi siamo dell’idea che questa attività sia libera. Compatibilmente però con la disponibilità sul mercato: se non troviamo noi i reagenti, non credo che ci riusciranno anche loro, anche se magari ne hanno di scorta in magazzino e quindi all’inizio riescono a garantirli, ma poi si devono fermare. Non credo riusciranno a fare grandi numeri». Si discute tra luminari anche sugli esiti delle cure (e dei decessi) nelle diverse “terapie intensive” del Veneto. Di certo, osservano gli esperti, la rivoluzione con l’autorizzazione di farmaci da parte dell’Agenzia del farmaco Aifa (che è presieduta dal direttore della sanità veneta Domenico Mantoan, oa anche commissario di Agenas) ha «cambiato la storia clinica della malattia». E ora l’Aifa ha anche autorizzato lo studio Solidarity, un importante trial multicentrico, multina-

zionale, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Lo studio randomizzato, che coinvolgerà migliaia di pazienti affetti da Covid-19, valuta differenti strategie terapeutiche tra cui antivirali (remdesivir e lopinavir/ritonavir da solo o in combinazione con interferone beta), clorochina e idrossiclorochina. La ricerca ha un disegno adattativo, per cui sarà possibile modificare i bracci in relazione alle evidenze che si renderanno via via disponibili. Sarà una commissione di esperti indipendenti a valutare, a intervalli prestabiliti, i risultati intermedi del trial, stabilendo se vi siano evidenze tali da decidere se continuare a utilizzare o meno un determinato trattamento. L’impostazione è pragmatica: procedure snelle ed essenziali. In Italia il centro coordinatore è la Divisione di Malattie infettive (dipartimento di Diagnostica e sanità pubblica) dell’Università di Verona (principal investigator Evelina Tacconelli): coinvolti 32 centri clinici. Intanto è giunta a 2 mila euro la “lotteria” di beneficenza della Regione per un super-uovo da 10 chili. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA

LOSFOGODI VESCOVI. Ilpresidentedi ConfindustriaVicenzaospitein radio diGiannino: èallarme permodaeconcia

«Ilbloccoallungatofaràfallireimprese» «Il decreto? Se prepari trasfusioni aunpazientegiàmorto èinutile» «Le aziende chiudono se non ci fanno riaprire adesso, ma lo capiscono o no?». È lo sfogo finale post-decreto governativo del presidente di Confindistria Vicenza, Luciano Vescovi, ieri mattina ospite del giornalista Oscar Giannino a “Le belve” su Radio Capital. «Parto dal fatto - ribadisce ancora una volta Vescovi - che lo Spisal in Veneto ha fatto 5 mila ispezioni per 216 mila addetti: zero irregolarità nelle aziende manifatturie-

re venete, e sono dati ufficiali della Regione». Si rispetta il protocollo sulla sicurezza firmato il 14 marzo con sindacati e autorità «ed è questo il vero criterio - rimarca Vescovi - non i codici Ateco delle aziende: la questione non è “cosa” uno produce, ma “come” lo produce. Se io rispetto al 100% la legge, devo poter riaprire, immediatamente». «Esistono settori in profonda difficoltà: commercio, ristorazione, bar. Evidente-

mente dovranno riaprire solo più avanti e sono in profonda difficoltà. Noi abbiamo il dovere, non il diritto, di sostenerli: il sistema Paese va sorretto, e se uno è in grado di operare garantendo al 100 per cento la sicurezza ai propri collaboratori, “deve” lavorare, non può, se no l’Italia va a rotoli, ma lo capiscono o no? Guardate che le aziende falliscono». Il problema, sottolinea il presidente degli industriali, è «di tipo sistemico: l’Italia non reagisce come altri Paesi, come la Repubblica Ceca o la Slovacchia dove lavorano con grande attenzione ai lavo-

ratori. Noi invece di fronte a un sistema complesso diciamo che si chiude tutto e basta». Il decreto Liquidità? «Va detto che aiuta le imprese, e che con una finanza scassata come quella italiana a Roma stanno cercando di fare il possibile. Ma il decreto è un cerotto su un buco aperto: il problema vero è riavviare l’attività, perché queste aziende sono internazionalizzate e l’80% della produzione finisce all’estero. Le supply chain estere sono collegate a noi, ma se le perdiamo ci mettiamo 20 anni a ricostruirle. Vale per la meccanica e l’auto-

motive, ma anche per la concia che è primo polo europeo di Vicenza con 3 miliardi di fatturato e 30 mila addetti, o il sistema moda che è importante nel Vicentino. Sono settori chiusi dal 22 marzo ma la “moda” non perde un mese, bensì due stagioni di fatturato, quindi le aziende molto strutturate resistono ma in quella filiera ci sono centinaia di aziende terziste che rischiano di fallire, e sono fondamentali. Ci metti tre anni a formare una nuova azienda che possa essere inserita nella tua catena del valore, e lo stesso è per la concia, che è un tipo di lavorazione com-

L’industriatessilee dellamodasta vivendo momenti molto difficili

plessa». Vescovi giudica “molto interessanti” i protocolli che la Regione sta stilando per «accompagnare percorsi virtuosi di riaperture sicure». Perché la cassa statale è a zero e «se nessuno lavora, chi versa i contributi allo Stato? Facen-

do una metafora, si può anche definire perfettamente tutta la sacca di sangue per alimentare il paziente in difficoltà, ma una trasfusione fatta a uno che nel frattempo è morto - è l’amara conclusione - non serve più». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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