RASSEGNA STAMPA DEL 20 AGOSTO 2020

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VENEZIA E MESTRE

Corriere del Veneto Giovedì 20 Agosto 2020

Autorità, no della Regione «E’ contro l’Autonomia»

Marcato: il testo del decreto va cambiato. Centenaro: Ca’ Corner funziona Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro era già andato giù pesante nei giorni scorsi: «E’ un tradimento, un carrozzone romano», aveva detto della nuova Autorità per la laguna di Venezia, nata con il decreto Agosto per gestire il Mose e non solo. Dalla Regione erano invece usciti solo mugugni, sintomatici di un disappunto che ieri è stato manifestato anche in via ufficiale. Non dal governatore Luca Zaia, che sul punto resta silente, ma dal suo assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato, che ha anche la delega alla legge speciale di Venezia. «Ancora una volta il governo vara un decreto contrario all’Autonomia invocata dal Veneto, anzi è un chiaro attacco - accusa Marcato - Le competenze della nostra Regione non si toccano. Sarà necessario lavorare per ottenere una sostanziale revisione del provvedimento d’intesa con Città metropolitana e Comune per evitare che il testo sia convertito in legge». Dopo anni che se ne discuteva, il governo Conte ha finalmente dato vita a un ente che raggruppi in sé tutte le competenze sulla laguna, dighe mobili comprese. Ma contrariamente a quello che si aspettava il territorio, il timoVENEZIA

Che cos’è ● Nel decreto Agosto il governo ha dato vita all’Autorità per la laguna di Venezia ● L’ente sarà guidato da un presidente nominato dal governo: nel board di 8 membri ci saranno anche 4 esponenti dei ministeri e 3 degli enti locali ● All’Autorità spetteranno la gestione e manutenzione del Mose, ma anche gli interventi in laguna. Avrà un centinaio di dipendenti

Le prove di sollevamento Tutte le paratoie alzate per la prima volta alle bocche di porto

ne sarà nelle mani dello Stato, che nominerà il presidente e 4 rappresentanti di altrettanti ministeri, mentre a completare il board di otto ci saranno solo tre esponenti degli enti locali. Il sottosegretario Andrea Martella ha spiegato che si tratta della prima volta in cui un’autorità del genere si apre al territorio, ricordando che la sede sarà a Venezia, ma non è bastato a convincere Ca’ Farsetti e Palazzo Balbi, quest’ultimo impegnato da lungo tempo nella trattativa sull’Autonomia. «Che non è solo

L’assessore Questa visione centralista e di Stato padrone non passerà

l’obiettivo di una parte politica, ma un diritto sancito da un referendum che ha visto esprimersi oltre il 90 per cento dei veneti – continua l’assessore - Non possiamo accettare che la visione centralista e di Stato padrone della sinistra e del M5s passi senza colpo ferire. Con il pretesto della razionalizzazione delle risorse il governo espropria la Regione delle competenze che le erano state attribuite dalla normativa speciale per Venezia». Tanto che più di qualcuno già si immagina un conflit-

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Verdi progressisti to di competenze alla Corte Costituzionale, ma solo quando il testo sarà convertito in via definitiva dal Parlamento. Per ora Marcato chiede che venga cambiato. «Dove sono i parlamentari veneti del Pd e del M5S? – è la domanda finale - Dove sono i sottosegretari e il Ministro, che, mentre da una parte si confrontano da mesi sull’Autonomia, dall’altra consentono un vero e proprio esproprio amministrativo di questa portata?». Martella, nei giorni scorsi, aveva spiegato di aver cambiato idea sulla sua ipotesi di dare i poteri dell’ex Magistrato alle Acque alla Città metropolitana, divenuta un emendamento approvato nel 2014 ma mai applicato, perché – a suo dire – quest’ultimo ente è stato un fallimento. E ieri il consigliere delegato di Ca’ Corner Saverio Centenaro (Forza Italia) gli ha risposto per le rime. «Martella ora preferisce dare poteri e competenze a Roma e che a decidere sulle sorti di Venezia sia meglio un “comitato centrale” (il primo amore non si scorda mai) romano», ironizza Centenaro. Che poi snocciola i numeri dell’attività di questi cinque anni dell’ente metropolitano: 353 gare gestite come stazione appaltante per 188 milioni di euro di cantieri, il voucher di 180 euro per stimolare i bambini di 6 anni a fare sport, 32 milioni di euro di investimenti sugli edifici (di cui metà scuole) e 57 sulle strade e 38 milioni ottenuti per vari progetti dal bando periferie: tutto questo azzerando il debito, che nel 2015 era di 45 milioni Alberto Zorzi

Un posto vuoto nella lista per Magoga VENEZIA Un posto vuoto nella lista, non in attesa ma in ricordo di qualcuno. La lista Verde progressista di Marghera candida 17 persone invece di 18 al consiglio di Municipalità: «Lasceremo un posto dedicandolo a Luigino Magoga, il nostro compagno e amico fraterno scomparso pochi mesi fa», dice il presidente uscente Gianfranco Bettin. Magoga, naturalista impegnato nel volontariato sociale, ex operaio, è mancato il 20 febbraio. «Sarebbe stato con noi, come sempre, da decenni. E idealmente sarà così», conferma il candidato presidente Flavio Dal Corso. Chi invece intende riempire tutti i vuoti, pure quelli dell’etere, è la lista Terra e acqua, che venerdì avvia le trasmissioni della sua web radio: musica, dibattiti e approfondimenti storici inizieranno alle 17 e saranno trasmessi 24 ore su 24, negli intenti anche dopo le elezioni. «Faremo informazione commentando gli articoli delle varie testate locali», spiega il candidato sindaco Marco Gasparinetti, che si ritaglierà uno spazio quotidiano ogni mezzogiorno. (gi. co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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● Centrosinistra

Municipalità, corsa contro il tempo: interviene Baretta VENEZIA C’è chi teme che per sapere i

nomi dei candidati a guidare le Municipalità per il centrosinistra bisognerà attendere domani, quando inizieranno ad essere depositate le liste. O addirittura sabato, ultimo giorno utile per presentarle. E c’è chi ha paura che questa situazione - con il rischio che i diversi schieramenti non si uniscano e ci siano più papabili in corsa - consegnerà inesorabilmente il territorio al centrodestra. Ma l’ultima parola non è ancora detta e magari potrebbe arrivare una soluzione. Ieri, sono continuati i confronti (telefonici): Pier Paolo Baretta, candidato a sindaco della coalizione di centro sinistra

nonché sottosegretario dell’Economia a Roma, ha preso personalmente in mano la situazione e sta cercando di trovare la quadratura del cerchio in una situazione che sta mettendo tutti in fibrillazione. Alcuni punti fissi restano: il presidente uscente di Lido e Pellestrina Danny Carella è il candidato che va bene a tutti, Pd,

Il caso Venezia Frena l’intesa il nome di Dodi, osteggiato anche da alcuni dem. Martini pronto a correre da solo

Venezia Verde e progressista, Venezia è tua (i renziani) e a Tutta la città insieme del candidato a sindaco Giovanni Andrea Martini. Nessun problema nemmeno per Renzo Rivis, proposto da Michele Boato, alleato di Martini. Poi iniziano i problemi. Su Flavio Dal Corso, che già ha guidato Marghera nella precedente consiliatura pareva esserci convergenza ma, ora, a sorpresa, spunta il nome del fotografo Fabio Nappi su cui Potere al popolo vorrebbe puntare indipendentemente dagli accordi in seno al centro sinistra. E Potere al popolo corre alle comunali con Martini. Ma il vero nodo da sciogliere è a Venezia, il Pd ha

scelto come presidente in corsa il suo segretario comunale Giorgio Dodi (nella foto), con la conseguenza che 7 candidati dem in Municipalità si sono ritirati. Senza contare il «niet» di Tutta la città insieme che, al momento, pare in difficoltà anche al suo interno: il candidato sindaco preferirebbe si trovasse un altro nome al posto di Marisa Gruarin (Pd) per Mestre Carpenedo mentre per Boato la sua candidatura non solleva rimostranze. In questo scenario, se la notte non porterà consiglio, il centrosinistra potrebbe dividersi, oltre che in Comune, anche nelle Municipalità. (g. b.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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PRIMO PIANO

Corriere del Veneto Giovedì 20 Agosto 2020

IL NODO SCUOLA

Donazzan Fino a luglio la distanza di un metro per il comitato era inderogabil e, ora improvvisa mente diventa derogabile

in ritardo e carenze di aule e docenti evidenziate ieri dal Corriere del Veneto, resta dunque aperto. Questo sulla mascherina è quantomeno un passo indietro rispetto a quanto annunciato, alla vigilia di Ferragosto, dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: «Va indossata nelle situazioni di movimento, ma se nelle aule si riesce a mantenere un metro di distanza, una volta seduto al banco, lo stu-

Anche al banco Il ministro dell’Istruzione aveva escluso l’uso di mascherina durante le lezioni. L’obbligo invece resta.

DOPO IL GIRO DI VITE

I vigili Già nelle ultime 24 ore è aumentato l’uso della mascherina all’aperto. Per ora niente sanzione da 400 euro

dente può abbassare la mascherina». La decisione dei tecnici, va detto, non sorprende Paola Bortoletto. «L’indicazione era già nelle linee guida diffuse in precedenza», spiega la preside trevigiana di lungo corso, vice presidente dell’Andis, l’associazone dei dirigenti scolastici. «Per i bambini più piccoli può essere un problema; si muovono, possono spostare la mascherina, certo non stanno immobili

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tutto il territorio. Alla gente — aggiunge Gallo — vanno date informazioni chiare e semplici e finora questa politica ha pagato, almeno i trevigiani si sono dimostrati ligi alle regole». Far rispettare l’ordinanza è compito di tutte le forze dell’ordine, ma data la presenza più capillare sul territorio, il 90% dell’onere è affidato ai vi-

La movida Una delle piazze affollate dai giovani. Da domenica obbligo di mascherina dalle 18 alle 6 del mattino

per quattro ore. So che molti genitori sono contrari ma se l’alternativa è chiudere... I piccoli devono riprendere la scuola: questo è l’imperativo. Per i più grandi ci sono meno problemi ed è programmata la didattica digitale integrata...». Diverso il sentire di Elena Donazzan: «É sbagliato, l’ho detto nelle riunioni tecniche regionali e lo ribadisco. Non è ammissibile costringere bambini e ragazzi a stare in classe con la mascherina per sei o anche otto ore, perché alcuni indirizzi prevedono il tempo pieno». L’assessore regionale all’Istruzione è durissima con il Comitato scientifico: «A fine luglio, i tecnici avevano parlato di un metro di distanza, indicato come inderogabile. Hanno fatto tre monitoraggi, per misurare le esigenze delle scuole, con domande, test... Poi, nell’ultimo comitato tecnico scientifico, questa distanza è diventata improvvisamente derogabile. Ecco, si sono resi conto di non riuscire a garantire le distanze, sono andati troppo a ridosso dell’apertura dell’anno scolastico, non sono riusciti a far fare le conferenze di servizi in tutta Italia nei tempi adeguati, hanno sbagliato sui banchi e sulle misure. A fine agosto, mettono la mascherina a tutti...». Marta Viotto richiama alla prudenza: «Sappiamo che ci sono e ci sono stati diversi focolai e che, in alcuni casi, sono

stati contagiati anche i soggetti più giovani - dice segretaria generale di Cgil Veneto per la scuola -. Le valutazioni del comitato scientifico, del resto, non devono essere prese come se fossero contro qualcuno. Se non ci sono le condizioni per rientrare in classe in piena sicurezza, la mascherina va accettata». Più critica la parigrado di Cisl, Sandra Biolo: «É un problema di tempi. Iniziare l’anno scolastico in questo modo è già un problema, ma se si tratta di misura in attesa di adeguare gli spazi e i tempi è un conto. Se, invece, pensiamo che i si debba restare in classe con la mascherina per tutto l’anno. Dobbiamo renderci contro del sacrifici che chiediamo a questi bambini». Intanto, in regione, le varie Usl lavorano ai piani per lo screening del personale scolastico, che riguarderebbe (l’esame non sarà obbligatorio) circa 90 mila persone. Padova e Treviso, già martedì scorso, hanno presentato le rispettive campagne: test sierologici pianificati coi medici di base a partire dal 24 agosto, tampone entro 48 ore in caso di positività. «Abbiamo già distribuito i kit per i test rapidi ai medici di base», dice Antonio Compostella, dg dell’Usl 5 di Rovigo. Dalle altre aziende sanitarie lw conferme di piani definiti o in via di ultimazione, da presentare nei prossimi giorni. Renato Piva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le polizie locali: «Nuove regole poco conosciute» Discoteche, bocciato il ricorso contro le chiusure

Ordinanza anti-movida, controlli ma zero multe «Prima la prevenzione» Controlli sì, ma «informativi», per le multe bisognerà aspettare la prossima settimana. Si stanno regolando così i Comandi di polizia locale nel Veneto, insieme alle altre forze dell’ordine coordinate dalle prefetture, in merito all’applicazione dell’ultima ordinanza firmata il 16 agosto dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che impone l’uso obbligatorio della mascherina nei luoghi a rischio assembramento dalle 18 di ogni giorno alle 6 del mattino successivo. «Al momento stiamo facendo opera di informazione e sensibilizzazione — conferma Andrea Gallo, comandante a Treviso — tanti cittadini ancora non sono a conoscenza del provvedimento, in vigore dalla mezzanotte di domenica scorsa, quindi per il momento non abbiamo elevato la prevista sanzione di 400 euro. Le prefetture stanno convocando i Comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza proprio al fine di impartire informazioni omogenee su

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Obbligatoria sopra i sei anni anche a lezione, i presidi: «Se necessaria...». Docenti e bidelli: via allo screening

Mascherinainclasse ilnodellaDonazzan Prontiitestperidocenti VENEZIA In classe dal 14 settembre, la data d’inizio resta quella. Gli alunni con più di sei anni, però, dovranno indossare la mascherina anche durante le lezioni. Così ha stabilito il Comitato tecnico scientifico per l’emergenza virus, ieri riunito a Roma proprio sul tema della ripartenza scolastica. Un’altra riunione è in calendario il 29 agosto e «le disposizioni definitive verranno dopo la valutazione dei dati dell’epidemia vicino al momento della riapertura -spiega Fabio Cicignano, componente del Cts -. Oggi abbiamo parlato di tante cose. Bisogna far arrivare i banchi, vanno definite le procedure in caso di positività, cosa che capiterà, inutile dire il contrario. Poi c’è il tema dei test sierologici al personale didattico... Di mascherina non si è discusso ma quella già c’era: sopra i sei anni va messa, punto». Un decreto per cancellare un obbligo, ragiona il tecnico, si fa in un attimo: prima le cose «pesanti». Il problema scuola, tra banchi (56mila) che arriveranno

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gili. Ieri mattina a Verona il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza svolto in prefettura ha sancito le modalità e i turni dei controlli interforze, che riguarderanno anche i monumenti affollati, come l’Arena e la Casa di Giulietta. A Venezia la nuova ordinanza viene segnalata dai pannelli elettronici a messaggio variabile, continuamente aggior-

nati sulle misure anti-Covid. «Facciamo molta informazione e prevenzione — spiega la vicecomandante della polizia locale, Teresa Maniero — le sanzioni scatteranno più avanti. E comunque già nelle ultime 24 ore ho notato un maggior uso della mascherina, anche da parte dei giovani, fuori da bar e locali del centro storico. La differenza si nota, ma per il salto di qualità ci vorrà un po’ di tempo». A Vicenza il pericolo movida si è molto attenuato da Ferragosto in poi. «In città c’è poca gente — riferisce il comandante Massimo Parolin — soprattutto a inizio settimana è difficile vedere assembramenti. Comunque siamo allertati». Lo stesso dicasi per il Polesine. «Ci stiamo organizzando per iniziare i controlli — rivela Silvio Trevisan, a capo della polizia locale — staremo attenti soprattutto il venerdì sera, il sabato e la domenica, ma abbiamo a che fare con Comuni medio-piccoli, in cui è raro vedere grandi folle. In questo momento, poi, davvero non c’è nessuno. E forse è meglio così, perché siamo in carenza di organico, difficile raggiungere i 200/250 controlli anti-Covid a settimana svolti da marzo a giugno». In effetti per i 10 Comuni del medio Polesine, con Polesella in testa, sono in servizio al momento otto vigili,

comandante incluso. Sono solo quattro per Badia Polesine, che conta diecimila abitanti. «Tra ferie e aspettative siamo un po’ in difficoltà — ammette Trevisan — per a fortuna i cittadini la mascherina la mettono, giovani compresi». Ancora nessuna sanzione nemmeno a Padova. «I controlli li facciamo, ma al momento hanno carattere informativo e preventivo — dice il vicecomandante Cristiano Rosini — anche perché i turisti non conoscono la nuova ordinanza. E infatti il ministero dell’Interno ha emanato una circolare con la quale esorta le prefetture a convocare appositi Comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza proprio al fine di illustrare alle forze dell’ordine come operare al meglio. Intanto teniamo d’occhio i locali frequentati dai giovani, ma devo dire che anche a Padova notiamo già un maggiore uso della mascherina all’aperto». E sempre in tema di movida, grande delusione per le discoteche venete dopo la bocciatura del ricorso presentato dal sindacato di categoria Siulb al Tar del Lazio contro la chiusura sancita dal governo fino al 7 settembre. Dopo sole 24 ore il Tribunale amministrativo ha dato ragione a Palazzo Chigi. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: le istituzioni In un decreto legge le regole per le consultazioni di settembre: chi sarà in isolamento voterà dopo richiesta al sindaco

Seggi negli ospedali Covid e mascherine ecco le elezioni al tempo del contagio LO SCENARIO Claudio Baccarin

ontrordine, scrutatori. Se due anni fa, per le elezioni Politiche del 4 marzo normate dal Rosatellum, al fine di evitare brogli, era stato introdotto il tagliando antifrode, connesso all’obbligo per l’elettore di consegnare la scheda votata al presidente di seggio, in occasione dell’Election-day del 20-21 settembre, l’emergenza sanitaria impone in cabina un radicale cambio di atteggiamento. Il decreto-legge 103, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale alla vigilia di Ferragosto, prevede infatti una tantum, «in considerazione della situazione epidemiologica da Covid-19, al fine di prevenire i rischi di contagio, nonché assicurare il pieno esercizio dei diritti civili e politici», che l’elettore «dopo essersi recato in cabi-

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na ed aver votato e ripiegato la scheda», provveda ad inserirla personalmente nell’urna. Così si eviteranno ulteriori contatti tra il personale del seggio – che immaginiamo provvisto di mascherine, di guanti monouso e di abbondanti dosi di gel igienizzante – e gli elettori. Il decreto-legge 103 prevede inoltre la costituzione, nelle strutture sanitarie con almeno 100 e fino a 199 posti-letto, che ospitano reparti Covid-19, di sezioni elettorali ospedaliere. Ogni sezione elettorale ospedaliera istituita nella struttura che ospita reparti Covid-19 sarà inoltre abilitata, con “seggi volanti”, alla raccolta del voto domiciliare dell’elettore che si trovi in condizione di quarantena o di isolamento fiduciario per Covid-19. Per poter votare a casa, gli elettori che siano sottoposti a quarantena o a isolamento fiduciario per Covid-19 dovranno far pervenire al sinda-

co del Comune, nelle cui liste sono iscritti, una richiesta ad hoc e un certificato medico, rilasciato in data non anteriore al 14° giorno antecedente la data di voto, che attesti l’esistenza del contagio. L’articolo 3, punto 5, del decreto-legge prevede che il voto venga raccolto durante le ore di votazione (dalle 7 alle 23 di domenica 20 e dalle 7 alle 15 di lunedì 21). Inoltre «viene assicurata, con ogni mezzo idoneo, la libertà e la segretezza del voto nel rispetto delle esigenze connesse alle condizioni di salute dell’elettore». La lettera c dell’articolo 2 del decreto stabilisce che agli scrutatori delle sezioni elettorali seggi speciali «vengano impartite, dalla competente autorità sanitaria, indicazioni operative in merito alle procedure di sicurezza sanitarie concernenti le operazioni elettorali». Però, nel caso in cui si accerti l’impossibilità di costituire sezioni ospedali o seggi speciali, il sindaco potrà chiamare a far parte degli stessi, come scrutatori, operatori delle Unità speciali di continuità assistenziale regionale (Uscar), designati dalle Ulss, oppure volontari della Protezione civile. Ai componenti delle sezioni ospedaliere e dei seggi speciali spetterà l’onorario fisso forfettario, aumentato del 50 per cento. —

L’ospedale di Schiavonia, durante l’emergenza trasformato in ospedale Covid

© RIPRODUZIONE RISERVATA

il caso

Post di Zaia oscurato da Facebook «Informazione parzialmente falsa» Messaggio sull’efficacia delle mascherine nel mirino degli amministratori Un “fact-checker” ha ritenuto i dati non documentabili VENEZIA

“Informazione parzialmente falsa”. È la scritta comparsa ieri mattina sopra a un post della pagina Facebook ufficiale di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Il “fact-checking” del noto social, dunque, non ha risparmiato il governa-

tore, che ha prontamente rimosso il post contestato. Dov’è caduta la censura di Facebook? Zaia aveva postato un’infografica in cui veniva illustrata l’efficacia delle mascherine nel contrasto alla trasmissione del virus. Un’immagine, questa, anticipata dalla scritta «Qualche numero significativo». A onor del vero, l’illustrazione scelta da Zaia è di quelle viste e riviste in questi mesi di pandemia: attraverso due silhouette maschili, dotate o meno di mascherina, veniva “proiettata” la percentua-

le di rischio di trasmissione del Coronavirus. Nel caso di due persone prive di protezione, stando all’immagine, il contagio è quasi sicuro: 90% di rischio. L’infografica stimava invece al 5% il rischio di trasmissione tra due soggetti dotati entrambi di protezione. Il post di Zaia è stato oscurato da Facebook: l’immagine è stata in parte coperta dall’indicazione “Informazione parzialmente falsa – Verificato da fact-checker indipendenti – Scopri perché”. La contestazione mossa al post di Zaia è

il report giornaliero

Boom degli isolamenti in casa sono turisti rientrati dall’estero Altre 460 persone in quarantena, 305 nel Veronese In 24 ore 73 nuovi contagiati e altre due vittime fra Treviso e Venezia VENEZIA

È boom di isolamenti domiciliari in Veneto. Sono altre 460 le persone che da ieri sono state poste in quarantena preventiva nella nostra regione,

fino a un totale di 6.444 soggetti che non possono uscire di casa. Di questi, solo 175 presentano dei sintomi che si potrebbero spiegare con l'infezione da Covid in corso. L'exploit più grande riguarda la provincia di Verona, dove in una sola giornata sono stati 305 gli isolamenti in più. Si tratta dei tanti turisti rientrati dalle ferie in Croazia, Spagna, Grecia e Malta e in attesa di conoscere l'esito del tampo-

ne cui si sono sottoposti. È questo il dato più eclatante che emerge dal bollettino pubblicato da Azienda zero, fotografia della diffusione del contagio alle 17 di ieri. Sono due le nuove morti registrate in giornata, fino al totale di 2.101 persone vinte dal Covid dall'inizio della pandemia. Una è avvenuta nel Trevigiano, dove non si contavano decessi dal 27 luglio. E una, non ancora rilevata uffi-

stata motivata da una serie di articoli scientifici che sottolineavano l’impossibilità di documentare quelle proiezioni, e tanto meno di arrivare a dati così precisi. Lo stesso “fact-checker” che ha contestato il post di Zaia ha scelto però la formula che scagiona “parzialmente” il presidente. Il motivo? Il messaggio veicolato - e cioè che è bene indossare la mascherina - è assolutamente pedagogico, e quindi portatore di un buon consiglio. — N.C.

cialmente da Azienda zero, nella casa di riposo Antica scuola dei battuti di Mestre, dove a fine luglio è scoppiato uno dei focolai più importanti dell'intera regione, che ha già portato al decesso di sette anziani. Attualmente ci sono 39 ospiti e 23 dipendenti positivi al Covid. Quanto alle nuove positività, sono 73 quelle registrate in tutto il Veneto nell'arco delle ultime 24 ore. In tutto questo, le cifre peggiori si registrano per il secondo giorno consecutivo nel Trevigiano, con 32 nuovi tamponi che hanno dato esito positivo. Analizzando i dati relativi alle altre province, nel Padovano si contano 10 nuove positività, nel Veneziano 6, nel Veronese 16, nel Vicentino 3

Il post oscurato da Facebook e poi rimosso

e nel Bellunese 11. Cifre che portano dunque a 1.691 il numero dei positivi nella nostra regione. Un dato confortante, diminuiscono le persone ricoverate in ospedale: 38 si trovano in area non critica (martedì erano sei in più) e sei in terapia intensiva. Una riduzione importante riguarda l'o-

Fra i 6444 positivi che non possono lasciare l’abitazione 175 presentano sintomi spedale di Padova, che attualmente ospita solo otto pazienti positivi al Covid, tre dei quali ricoverati in rianimazione. Gli altri nosocomi dove sono

ricoverati i pazienti più critici sono quelli di Verona, Treviso e Vicenza. Quanto invece ai pazienti ricoverati in area non critica, 13 si trovano all'ospedale di Dolo, 12 al Ca' Foncello di Treviso, 5 a Padova, 2 a Borgo Trento (Verona) e Legnago e i rimanenti tra Borgo Roma (Verona), Santorso, Vicenza e San Bonifacio. I numeri aumentano se si considerano anche i pazienti ricoverati, ma negativizzati: 80 si trovano in area non critica, mentre solo uno è in terapia intensiva. A queste cifre vanno infine aggiunti gli otto positivi che sono attualmente ricoverati nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto e Venezia. — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Coronavirus: la situazione sanitaria in provincia mo, continua Cinquetti, in una fase di coda epidemica e di vita da vacanza, se possiamo dire, in cui ci sono contatti sociali significativi che peraltro trovano un po’ di equilibrio nella vita all’aria aperta che smorza la diffusione del contagio. Mi auguro, quindi che si continuino ad avere questi numeri, legati soprattutto al rientro dall’estero. Il problema si presenterà in inverno quando la gente si chiuderà nei locali: a quel punto vedremo cosa farà la curva epidemica.

Dodici nuovi positivi in un giorno rientri da Romagna e dai Balcani Altri trenta in isolamento, per un totale di 261. Oggi prende il via il sistema drive-in al San Martino Paola Dall’Anese / BELLUNO

Venticinque bellunesi positivi al coronavirus, una dozzina in piĂš soltanto nelle ultime 24 ore. E 261 isolati a casa, 27 in piĂš rispetto a martedĂŹ. Crescono i numeri relativi alla presenza del virus in provincia e la maggior parte dei nuovi casi è collegata al rientro da viaggi all’estero. I NUMERI

Nella serata di martedÏ sono state evidenziate sette positività al Sars CoV 2, cinque a carico di una famiglia di bosniaci rientrati alcuni giorni fa dal loro Paese e due relativi ad una famiglia di kosovari anch’essi in rientro dalla terra di origine. Tutte queste presone, sostanzialmente asintomatiche, erano già in quarantena al loro domicilio perchÊ provenienti da nazioni non Schengen. Il tampone era stato eseguito in ottemperanza alle disposizioni normative.

Nella mattinata di ieri, inoltre, il Laboratorio ha refertato altre cinque positivitĂ , di cui due relative ad altrettante ragazze tra loro amiche rientrate da una vacanza in Romagna, entrambe giĂ isolate perchè presentavano sintomi. E poi è risultata positiva una persona rientrata dalla Croazia (identificata nell’ambito dei controlli di routine); una che è stata contatto stretto di un caso positivo giĂ conosciuto che viene monitorato. La positività è emersa da un tampone di controllo. Ed infine l’ultimo caso è riferito ad una persona rientrata dal Kosovo ma giĂ isolata come da protocollo. Il Dipartimento di Prevenzione ha condotto accurate indagine di contact tracing disponendo la quarantena per una trentina di persone identificate come contatti stretti dei casi positivi. Alcuni di questi hanno avuto contatti stretti fuori dal Bellunese, che han-

Automobilita si sottopone al tampone in modalitĂ drive in

no determinato l’attivazione delle aziende sanitarie territorialmente competenti. I FOCOLAI

Abbiamo, spiega il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1 Dolomiti, Sandro Cinquetti, tre filoni di positività emergenti nel nostro

territorio. Da un lato c’è il filone relativo ai rientri dall’estero di soggetti con nazionalitĂ straniera residenti o domiciliati nel nostro Paese; dall’altro quello relativo al rientro dall’estero di connazionali che sono andati in vacanza in posti con rischio infettivo significativo (come Croazia,

Spagna, Malta e Grecia), e l’ultimo filone relativo a connazionali che trascorrono vacanze in Italia mettendo però in atto comportamenti sociali vivaci o molto vivaci, non attenendosi alle regole di protezione, vale a dire che non osservano il distanziamento sociale, non indossano la mascherina e curano poco l’igiene delle mani. A questo punto, quindi, visti i numeri, possiamo parlare di presenza di piccoli focolai di Covid d’importazione prevalentemente di carattere familiare, in quanto restano circoscritti ad oggi all’interno dei nuclei di parentiÂť. Il problema ora è scongiurare un aumento maggiore di contagi. Ma come? ÂŤPrima di tutto bisogna evitare i viaggi all’estero se non necessari, e bisogna continuare ad osservare le regole basilari del distanziamento sociale, dell’uso della mascherina e del lavaggio delle mani. Ci trovia-

I TAMPONI PER CHI RIENTRA DALL’ESTERO

Intanto, la prevenzione continua. Anche ieri, sono stati eseguiti 120 tamponi al drive-in di Feltre (109 Croazia, 7 Spagna, 4 Grecia). ÂŤQuello del drive-in ad accesso libero del Feltrino è un sistema che ha dimostrato la sua bontĂ Âť, conclude Cinquetti, ÂŤriuscendo a testare dalle 100 alle 150 persone al giorno. Oggi partirĂ anche il drive-in su appuntamento all’ospedale San Martino, dove giĂ da ieri è stata preparata una nuova tenda, per chi rientra dai viaggi nei paesi contenuti nell’ordinanza ministeriale del 12 agosto. Inoltre, per fare i tamponi, potremo usufruire del sistema drive-in di Tai quando non è occupato con le vaccinazioni normali e quello che attiveremo anche in AgordinoÂť. — Š RIPRODUZIONE RISERVATA

la precisazione della regione

VACANZE IN RIVIERA ADRIATICA

ÂŤSpetta ai medici di famiglia fare i test ai docentiÂť BELLUNO

Spetterà ai medici di famiglia occuparsi degli screening sierologici del personale della scuola, che partiranno lunedÏ prossimo. La Regione Veneto, proprio ieri, viste le perplessità giunte al suo indirizzo in questi ultimi giorni, ha voluto diramare una nuova precisazione in merito a questo tema molto discusso, che ha visto una levata di scudi da parte dei medici di medicina generale che si sono detti impossibilitati ad ottemperare a questo compito per motivi organizzativi. I test sierologici saranno eseguiti a quei docenti, bidelli, tecnici e personale amministrativo che opera nelle scuole, che volontariamente decideranno di sottoporvisi. Ugualmente gli stessi camici bianchi, in modo volontario, si renderanno disponibili ad eseguire questa nuova incombenza che si aggiunge alle tante che devono svolgere. La Regione, sottolinea il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 1, Sandro Cinquetti, ha precisato proprio ieri che spetta ai medici di famiglia eseguire questi test sierologici per la scuola. Essendo

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su base volontaria, stiamo raccogliendo in questi giorni le adesioni. A seguito di questo sarĂ stilato un elenco di medici consenzienti per singole aree. Qualora ci siano zone lasciate scoperte per la mancata adesione dei medici, dovremo trovare una soluzione alternativa per permettere al personale della scuola che lo desidera, di sottoporsi al test contro il CovidÂť. Cinquetti evidenzia anche che i campioni per lo screening sono giĂ arrivati. ÂŤNoi ne abbiamo 4.700 da distribuire e lo faremo a chi aderirĂ alla campagna voluta dal ministero della Salute che partirĂ lunedĂŹÂť. Il tempo, quindi, stringe, e ieri sera l’Ordine dei medici insieme alle varie sigle sindacali che raccoglie i camici bianchi che operano sul territorio si è riunito per decidere chi aderirĂ e in che modo saranno eseguiti i test che impegneranno in modo rilevante i professionisti. ResterĂ poi da capire, ma questa è una partita che si giocherĂ a livello nazionale, come i medici e le scuole dovranno comportarsi in caso di sintomi tra gli studenti riconducibili al Covid. — PDA

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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

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Coronavirus: le istituzioni In un decreto legge le regole per le consultazioni di settembre: chi sarà in isolamento voterà dopo richiesta al sindaco

Seggi negli ospedali Covid e mascherine ecco le elezioni al tempo del contagio LO SCENARIO Claudio Baccarin

ontrordine, scrutatori. Se due anni fa, per le elezioni Politiche del 4 marzo normate dal Rosatellum, al fine di evitare brogli, era stato introdotto il tagliando antifrode, connesso all’obbligo per l’elettore di consegnare la scheda votata al presidente di seggio, in occasione dell’Election-day del 20-21 settembre, l’emergenza sanitaria impone in cabina un radicale cambio di atteggiamento. Il decreto-legge 103, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale alla vigilia di Ferragosto, prevede infatti una tantum, «in considerazione della situazione epidemiologica da Covid-19, al fine di prevenire i rischi di contagio, nonché assicurare il pieno esercizio dei diritti civili e politici», che l’elettore «dopo essersi recato in cabi-

C

na ed aver votato e ripiegato la scheda», provveda ad inserirla personalmente nell’urna. Così si eviteranno ulteriori contatti tra il personale del seggio – che immaginiamo provvisto di mascherine, di guanti monouso e di abbondanti dosi di gel igienizzante – e gli elettori. Il decreto-legge 103 prevede inoltre la costituzione, nelle strutture sanitarie con almeno 100 e fino a 199 posti-letto, che ospitano reparti Covid-19, di sezioni elettorali ospedaliere. Ogni sezione elettorale ospedaliera istituita nella struttura che ospita reparti Covid-19 sarà inoltre abilitata, con “seggi volanti”, alla raccolta del voto domiciliare dell’elettore che si trovi in condizione di quarantena o di isolamento fiduciario per Covid-19. Per poter votare a casa, gli elettori che siano sottoposti a quarantena o a isolamento fiduciario per Covid-19 dovranno far pervenire al sinda-

co del Comune, nelle cui liste sono iscritti, una richiesta ad hoc e un certificato medico, rilasciato in data non anteriore al 14° giorno antecedente la data di voto, che attesti l’esistenza del contagio. L’articolo 3, punto 5, del decreto-legge prevede che il voto venga raccolto durante le ore di votazione (dalle 7 alle 23 di domenica 20 e dalle 7 alle 15 di lunedì 21). Inoltre «viene assicurata, con ogni mezzo idoneo, la libertà e la segretezza del voto nel rispetto delle esigenze connesse alle condizioni di salute dell’elettore». La lettera c dell’articolo 2 del decreto stabilisce che agli scrutatori delle sezioni elettorali seggi speciali «vengano impartite, dalla competente autorità sanitaria, indicazioni operative in merito alle procedure di sicurezza sanitarie concernenti le operazioni elettorali». Però, nel caso in cui si accerti l’impossibilità di costituire sezioni ospedali o seggi speciali, il sindaco potrà chiamare a far parte degli stessi, come scrutatori, operatori delle Unità speciali di continuità assistenziale regionale (Uscar), designati dalle Ulss, oppure volontari della Protezione civile. Ai componenti delle sezioni ospedaliere e dei seggi speciali spetterà l’onorario fisso forfettario, aumentato del 50 per cento. —

L’ospedale di Schiavonia, durante l’emergenza trasformato in ospedale Covid

© RIPRODUZIONE RISERVATA

il caso

Post di Zaia oscurato da Facebook «Informazione parzialmente falsa» Messaggio sull’efficacia delle mascherine nel mirino degli amministratori Un “fact-checker” ha ritenuto i dati non documentabili VENEZIA

“Informazione parzialmente falsa”. È la scritta comparsa ieri mattina sopra a un post della pagina Facebook ufficiale di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Il “fact-checking” del noto social, dunque, non ha risparmiato il governa-

tore, che ha prontamente rimosso il post contestato. Dov’è caduta la censura di Facebook? Zaia aveva postato un’infografica in cui veniva illustrata l’efficacia delle mascherine nel contrasto alla trasmissione del virus. Un’immagine, questa, anticipata dalla scritta «Qualche numero significativo». A onor del vero, l’illustrazione scelta da Zaia è di quelle viste e riviste in questi mesi di pandemia: attraverso due silhouette maschili, dotate o meno di mascherina, veniva “proiettata” la percentua-

le di rischio di trasmissione del Coronavirus. Nel caso di due persone prive di protezione, stando all’immagine, il contagio è quasi sicuro: 90% di rischio. L’infografica stimava invece al 5% il rischio di trasmissione tra due soggetti dotati entrambi di protezione. Il post di Zaia è stato oscurato da Facebook: l’immagine è stata in parte coperta dall’indicazione “Informazione parzialmente falsa – Verificato da fact-checker indipendenti – Scopri perché”. La contestazione mossa al post di Zaia è

il report giornaliero

Boom degli isolamenti in casa sono turisti rientrati dall’estero Altre 460 persone in quarantena, 305 nel Veronese In 24 ore 73 nuovi contagiati e altre due vittime fra Treviso e Venezia VENEZIA

È boom di isolamenti domiciliari in Veneto. Sono altre 460 le persone che da ieri sono state poste in quarantena preventiva nella nostra regione,

fino a un totale di 6.444 soggetti che non possono uscire di casa. Di questi, solo 175 presentano dei sintomi che si potrebbero spiegare con l'infezione da Covid in corso. L'exploit più grande riguarda la provincia di Verona, dove in una sola giornata sono stati 305 gli isolamenti in più. Si tratta dei tanti turisti rientrati dalle ferie in Croazia, Spagna, Grecia e Malta e in attesa di conoscere l'esito del tampo-

ne cui si sono sottoposti. È questo il dato più eclatante che emerge dal bollettino pubblicato da Azienda zero, fotografia della diffusione del contagio alle 17 di ieri. Sono due le nuove morti registrate in giornata, fino al totale di 2.101 persone vinte dal Covid dall'inizio della pandemia. Una è avvenuta nel Trevigiano, dove non si contavano decessi dal 27 luglio. E una, non ancora rilevata uffi-

stata motivata da una serie di articoli scientifici che sottolineavano l’impossibilità di documentare quelle proiezioni, e tanto meno di arrivare a dati così precisi. Lo stesso “fact-checker” che ha contestato il post di Zaia ha scelto però la formula che scagiona “parzialmente” il presidente. Il motivo? Il messaggio veicolato - e cioè che è bene indossare la mascherina - è assolutamente pedagogico, e quindi portatore di un buon consiglio. — N.C.

cialmente da Azienda zero, nella casa di riposo Antica scuola dei battuti di Mestre, dove a fine luglio è scoppiato uno dei focolai più importanti dell'intera regione, che ha già portato al decesso di sette anziani. Attualmente ci sono 39 ospiti e 23 dipendenti positivi al Covid. Quanto alle nuove positività, sono 73 quelle registrate in tutto il Veneto nell'arco delle ultime 24 ore. In tutto questo, le cifre peggiori si registrano per il secondo giorno consecutivo nel Trevigiano, con 32 nuovi tamponi che hanno dato esito positivo. Analizzando i dati relativi alle altre province, nel Padovano si contano 10 nuove positività, nel Veneziano 6, nel Veronese 16, nel Vicentino 3

Il post oscurato da Facebook e poi rimosso

e nel Bellunese 11. Cifre che portano dunque a 1.691 il numero dei positivi nella nostra regione. Un dato confortante, diminuiscono le persone ricoverate in ospedale: 38 si trovano in area non critica (martedì erano sei in più) e sei in terapia intensiva. Una riduzione importante riguarda l'o-

Fra i 6444 positivi che non possono lasciare l’abitazione 175 presentano sintomi spedale di Padova, che attualmente ospita solo otto pazienti positivi al Covid, tre dei quali ricoverati in rianimazione. Gli altri nosocomi dove sono

ricoverati i pazienti più critici sono quelli di Verona, Treviso e Vicenza. Quanto invece ai pazienti ricoverati in area non critica, 13 si trovano all'ospedale di Dolo, 12 al Ca' Foncello di Treviso, 5 a Padova, 2 a Borgo Trento (Verona) e Legnago e i rimanenti tra Borgo Roma (Verona), Santorso, Vicenza e San Bonifacio. I numeri aumentano se si considerano anche i pazienti ricoverati, ma negativizzati: 80 si trovano in area non critica, mentre solo uno è in terapia intensiva. A queste cifre vanno infine aggiunti gli otto positivi che sono attualmente ricoverati nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto e Venezia. — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

il problema della manodopera

i nuovi incentivi

Vendemmia a corto di braccia «Ci mancano gli stagionali» L’allarme di Coldiretti e Confagricoltura per la raccolta dell’uva e della frutta Il nodo Covid: proposti tamponi a tappeto all’arrivo in Italia dei lavoratori stranieri

Un bracciante al lavoro in un campo, le norme bloccano la manodopera specializzata nei paesi di origine

Nicola Brillo / VENEZIA

Per la vendemmia e la raccolta della frutta in Veneto serviranno, solo per agosto, 4mila stagionali specializzati. Si tratta per lo più di lavoratori stranieri bloccati nei Paesi d’origine per l’emergenza sanitaria. Nel Padovano all’appello mancano circa 1000 stagionali, a Treviso e Rovigo grazie al lavoro con Prefetture e Usl si stanno organizzando con accordi mirati per superare lo “snodo”. A lanciare l’allarme è la Coldiretti regionale, che chiede di «velocizzare» l’arrivo sui campi dei lavoratori. La richiesta è infatti di estendere i tamponi all’arrivo in Italia: se l'operaio bracciante straniero è negativo deve poter accedere subito messo all'opera, nonostante l’ordinanza ministeriale imponga

la quarantena comunque. «Si tratta di una misura strategica per salvare una produzione di circa 182 milioni di chili di mele sugli alberi appena iniziata – spiega la Coldiretti del Veneto - come pure la vendemmia ormai imminente per la quale la regione dei primati con Prosecco e Pinot Grigio e le tante denominazioni concorre alla produzione di vino Made in Italy attorno ai 45 milioni di ettolitri in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno con il testa a testa con i cugini francesi per il podio mondiale». Coldiretti sottolinea le scelte fatte in Trentino Alto Adige, dove è stato dato il via libera anche ai test sui lavoratori nei campi. Questi se negativi potranno partecipare da subito alle attività di raccolta della frutta e dell’uva messi a rischio dalla mancanza di ma-

le stime

L’annata del Soave vale 450 mila ettolitri La stagione vendemmiale del Soave, in partenza per il 20 di settembre, si preannuncia ottima da un punto di vista sanitario. Molta selezione dei grappoli nel vigneto per potere portare in cantina un’alta qualità. Utile la riduzione delle rese decisa dal Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave. Le vigne di Garganega e Trebbiano di Soave, scrive il consorzio, sono in ottimo stato e con un produzione nella media. Il Consiglio ha prudentemente abbassato le rese per la vendemmia 2020 selezionando i vigenti migliori per la produzione del vino Soave che anche quest’anno raggiungerà i 450.000 ettolitri, in linea con le richieste del mercato.

L’azienda di Valdobbiadene ha chiuso il 2019 con ricavi a 92,3 milioni Nei Paesi esteri 30 milioni di bottiglie con una crescita del 17,1%

Mionetto, premio al prosecco «Il più venduto nel mondo» VALDOBBIADENE

Le bollicine più vendute sono Mionetto. Il 2019 è stato un anno speciale per l’azienda di prosecco della Marca, con 30 milioni di bottiglie vendute nel mondo (+17,1%) e un fatturato di 92,3 milioni di euro, in salita del +7% rispetto all’anno precedente.

Numeri positivi che trovano un ulteriore riscontro dal riconoscimento di Mionetto come “Best-selling International Brand” (Marchio internazionale più venduto) per il Prosecco da parte di Iwsr - il più importante provider di dati per chi opera nel mercato internazionale dei vini e degli spirits. Ad annunciarlo è stata la stes-

sa società ieri tramite una nota. La definizione di marchio internazionale di cui è stati insignito Mionetto è una casistica che comprende le aziende che vendono in oltre 30 paesi nel mondo includento obbligatoriamente gli Stati Uniti, almeno tre paesi tra Definizione di marchio internazionale: ven-

nodopera qualificata. L'associazione ha poi avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutelare la salute pubblica. Confagricoltura ribadisce come i lavoratori stagionali provenienti per lo più dalla Romania e dalla Bulgaria si trovino in difficoltà. E raramente, per le caratteristiche dei vigneti del Nord Italia, si riesce a sopperire con la vendemmia meccanica. La raccolta delle pere è intanto iniziata nel Rodigino, ma mancano all’appello molti lavoratori, negli anni scorsi arrivavano per lo più dalla Romania. Oggi vengono sostituiti da lavoratori italiani. E’ stata attivato anche Agrijob, piattaforma per far incontrare domanda e offerta di lavoro. «Stiamo cercando soluzioni di buon senso per risolvere il problema – dichiara Massimo Chiarelli di Confagricoltura Rovigo –. Con la Usl di Rovigo abbiamo fatto una convenzione, assieme ad altre associazioni, che si è resa disponibile a venire nelle aziende e fare test rapidi ai lavoratori provenienti dall’estero. Qualora ci fosse un caso di Coronvirus, tutta l’azienda sarebbe bloccata: ma la frutta però non aspetta ed è questo uno dei temi da risolvere». I sindacati invitano le aziende agricole a rivolgersi ai Centri per l’Impiego. «Ricordo che in Veneto attualmente iscritti ci sono 140mila lavoratori, 3500 sono le candidature a braccianti agricoli – spiega Andrea Gambillara, segretario generale Flai Cgil Veneto - il collocamento agricolo in questo momento dovrebbe attingere a quelle banche dati. E invece mancano le richieste delle aziende ai centri. I contratti di lavoro del settore sono molto snelli». Non si transige invece sui protocolli sanitari da applicare: «La salute dei lavoratori viene prima di tutto». —

dere in oltre 30 paesi, che devono includere gli Stati Uniti, minimo 3 dei seguenti paesi europei: Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia, Svezia, Paesi Bassi, Grecia, Polonia e minimo 2 paesi da due qualsiasi delle seguenti aree: Asia Pacific, Resto delle Americhe, Resto del mondo e distribuzione sulle reti di Travel Retail. Con questi numeri, la storica cantina di Valdobbiadene ha rafforzato il proprio ruolo di ambasciatore della categoria Prosecco trainandone i consumi anche all’estero. «I dati pre Covid-19 evidenziano segni di continua crescita e l’export rappresenta il 63% del fatturato di Mionetto grazie anche all’internazionalità e alla forza commerciale e distributiva del Gruppo Henkell-Freixe-

La sede di UniCredit in Piazza Gae Aulenti a Milano

Superbonus del 110% UniCredit in campo per privati e condomini VENEZIA

Nei giorni scorsi sono arrivati i regolamenti attuativi del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia delle Entrate per l’Ecobonus 110%. E UniCredit propone già la soluzione per usufruire in modo rapido delle misure contenute nel Decreto Rilancio. L'iniziativa del governo ha introdotto agevolazioni fiscali per detrarre il 110% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica e sismica degli immobili. Per i condomìni o persone fisiche (proprietarie di edifici unifamiliari o plurifamiliari autonomi e di seconde case) nonché soggetti del Terzo Settore detentori di immobili che vogliono avviare i lavori, l’istituto prevede la possibilità di acquisire il credito fiscale derivante dai lavori agli immobili. Il cliente privato/condominio, previa valutazione del merito creditizio, riceve un'apertura di credito fino a copertura del 100% degli interventi che danno diritto ai benefici fiscali, con contestuale sottoscrizione di mandato alla cessione del credito d’imposta a stato avanzamento lavori o a fine lavori nei confronti della banca. «Grazie alla nostra solidità patrimoniale – affermano Andrea Casini e Remo Taricani, che guidano Commercial Banking Italy di UniCredit – possiamo offrire ai nostri clienti la possibilità di usu-

GLI UOMINI CHIAVE DI MIONETTO MARCO TOMASIN, PAOLO BOGONI, ROBERT EBNER E ALESSIO DEL SAVIO

Alessio Del Savio «In alcuni mercati segnali di ripresa Ci auguriamo nuovo impulso dal Rosé Doc»

fruire immediatamente del bonus fiscale per la riqualificazione energetica e sismica degli immobili. Il nostro intervento può favorire una maggiore capillarità ed incisività della misura, stimolando la ripartenza di un settore strategico e dando così un contribuito determinante al rilancio economico ed ambientale del Paese». Fino al 30 settembre UniCredit ha attivato una promozione dedicata a tutti i clienti privati e condomìni: la banca prevede l’acquisto al valore di 102 euro per ogni 110 euro di credito fiscale, destinando i proventi derivanti dalla cessione di tali crediti, diventati liquidi ed esigibili, alla riduzione-estinzione del finanziamento concesso. Se il cliente non intende cedere il proprio credito fiscale per usufruire del bonus fiscale, UniCredit mette a disposizione nuovi finanziamenti «green» a condizioni agevolate per la ristrutturazione finalizzata a migliorare la classe energetica, come ad esempio l'installazione di pannelli solari fotovoltaici, nuovi infissi o interventi di edilizia ecocompatibile. In alternativa la banca mette a disposizione mutuo ipotecario a condizioni dedicate per l’acquisto di un immobile in classe energetica B o superiore o per la ristrutturazione del proprio immobile alla riqualificazione energetica. — NICOLA BRILLO

net che, forte anche delle proprie consociate nel mondo, ci permette di essere presenti in modo significativo in oltre 70 paesi». Ha spiegato Paolo Bogoni, Chief Marketing Officer e Management Board Executive di Mionetto. Alessio Del Savio Consigliere Delegato dell’azienda aggiunge: «Oggi, alla luce della ripartenza del Paese, auspichiamo che i segnali di ripresa che stiamo vedendo in alcuni mercati possano continuare anche nei mesi successivi. Ci auguriamo che un ulteriore impulso alle vendite possa arrivare anche dal lancio del nuovo Prosecco Rosé DOC Millesimato, previsto per l’autunno 2020, visto il trend positivo della tipologia Rosé nei mercati internazionali». — R.P.


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GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Coronavirus: le istituzioni In un decreto legge le regole per le consultazioni di settembre: chi sarà in isolamento voterà dopo richiesta al sindaco

Seggi negli ospedali Covid e mascherine ecco le elezioni al tempo del contagio LO SCENARIO Claudio Baccarin

ontrordine, scrutatori. Se due anni fa, per le elezioni Politiche del 4 marzo normate dal Rosatellum, al fine di evitare brogli, era stato introdotto il tagliando antifrode, connesso all’obbligo per l’elettore di consegnare la scheda votata al presidente di seggio, in occasione dell’Election-day del 20-21 settembre, l’emergenza sanitaria impone in cabina un radicale cambio di atteggiamento. Il decreto-legge 103, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale alla vigilia di Ferragosto, prevede infatti una tantum, «in considerazione della situazione epidemiologica da Covid-19, al fine di prevenire i rischi di contagio, nonché assicurare il pieno esercizio dei diritti civili e politici», che l’elettore «dopo essersi recato in cabi-

C

na ed aver votato e ripiegato la scheda», provveda ad inserirla personalmente nell’urna. Così si eviteranno ulteriori contatti tra il personale del seggio – che immaginiamo provvisto di mascherine, di guanti monouso e di abbondanti dosi di gel igienizzante – e gli elettori. Il decreto-legge 103 prevede inoltre la costituzione, nelle strutture sanitarie con almeno 100 e fino a 199 posti-letto, che ospitano reparti Covid-19, di sezioni elettorali ospedaliere. Ogni sezione elettorale ospedaliera istituita nella struttura che ospita reparti Covid-19 sarà inoltre abilitata, con “seggi volanti”, alla raccolta del voto domiciliare dell’elettore che si trovi in condizione di quarantena o di isolamento fiduciario per Covid-19. Per poter votare a casa, gli elettori che siano sottoposti a quarantena o a isolamento fiduciario per Covid-19 dovranno far pervenire al sinda-

co del Comune, nelle cui liste sono iscritti, una richiesta ad hoc e un certificato medico, rilasciato in data non anteriore al 14° giorno antecedente la data di voto, che attesti l’esistenza del contagio. L’articolo 3, punto 5, del decreto-legge prevede che il voto venga raccolto durante le ore di votazione (dalle 7 alle 23 di domenica 20 e dalle 7 alle 15 di lunedì 21). Inoltre «viene assicurata, con ogni mezzo idoneo, la libertà e la segretezza del voto nel rispetto delle esigenze connesse alle condizioni di salute dell’elettore». La lettera c dell’articolo 2 del decreto stabilisce che agli scrutatori delle sezioni elettorali seggi speciali «vengano impartite, dalla competente autorità sanitaria, indicazioni operative in merito alle procedure di sicurezza sanitarie concernenti le operazioni elettorali». Però, nel caso in cui si accerti l’impossibilità di costituire sezioni ospedali o seggi speciali, il sindaco potrà chiamare a far parte degli stessi, come scrutatori, operatori delle Unità speciali di continuità assistenziale regionale (Uscar), designati dalle Ulss, oppure volontari della Protezione civile. Ai componenti delle sezioni ospedaliere e dei seggi speciali spetterà l’onorario fisso forfettario, aumentato del 50 per cento. —

L’ospedale di Schiavonia, durante l’emergenza trasformato in ospedale Covid

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il caso

Post di Zaia oscurato da Facebook «Informazione parzialmente falsa» Messaggio sull’efficacia delle mascherine nel mirino degli amministratori Un “fact-checker” ha ritenuto i dati non documentabili VENEZIA

“Informazione parzialmente falsa”. È la scritta comparsa ieri mattina sopra a un post della pagina Facebook ufficiale di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Il “fact-checking” del noto social, dunque, non ha risparmiato il governa-

tore, che ha prontamente rimosso il post contestato. Dov’è caduta la censura di Facebook? Zaia aveva postato un’infografica in cui veniva illustrata l’efficacia delle mascherine nel contrasto alla trasmissione del virus. Un’immagine, questa, anticipata dalla scritta «Qualche numero significativo». A onor del vero, l’illustrazione scelta da Zaia è di quelle viste e riviste in questi mesi di pandemia: attraverso due silhouette maschili, dotate o meno di mascherina, veniva “proiettata” la percentua-

le di rischio di trasmissione del Coronavirus. Nel caso di due persone prive di protezione, stando all’immagine, il contagio è quasi sicuro: 90% di rischio. L’infografica stimava invece al 5% il rischio di trasmissione tra due soggetti dotati entrambi di protezione. Il post di Zaia è stato oscurato da Facebook: l’immagine è stata in parte coperta dall’indicazione “Informazione parzialmente falsa – Verificato da fact-checker indipendenti – Scopri perché”. La contestazione mossa al post di Zaia è

il report giornaliero

Boom degli isolamenti in casa sono turisti rientrati dall’estero Altre 460 persone in quarantena, 305 nel Veronese In 24 ore 73 nuovi contagiati e altre due vittime fra Treviso e Venezia VENEZIA

È boom di isolamenti domiciliari in Veneto. Sono altre 460 le persone che da ieri sono state poste in quarantena preventiva nella nostra regione,

fino a un totale di 6.444 soggetti che non possono uscire di casa. Di questi, solo 175 presentano dei sintomi che si potrebbero spiegare con l'infezione da Covid in corso. L'exploit più grande riguarda la provincia di Verona, dove in una sola giornata sono stati 305 gli isolamenti in più. Si tratta dei tanti turisti rientrati dalle ferie in Croazia, Spagna, Grecia e Malta e in attesa di conoscere l'esito del tampo-

ne cui si sono sottoposti. È questo il dato più eclatante che emerge dal bollettino pubblicato da Azienda zero, fotografia della diffusione del contagio alle 17 di ieri. Sono due le nuove morti registrate in giornata, fino al totale di 2.101 persone vinte dal Covid dall'inizio della pandemia. Una è avvenuta nel Trevigiano, dove non si contavano decessi dal 27 luglio. E una, non ancora rilevata uffi-

stata motivata da una serie di articoli scientifici che sottolineavano l’impossibilità di documentare quelle proiezioni, e tanto meno di arrivare a dati così precisi. Lo stesso “fact-checker” che ha contestato il post di Zaia ha scelto però la formula che scagiona “parzialmente” il presidente. Il motivo? Il messaggio veicolato - e cioè che è bene indossare la mascherina - è assolutamente pedagogico, e quindi portatore di un buon consiglio. — N.C.

cialmente da Azienda zero, nella casa di riposo Antica scuola dei battuti di Mestre, dove a fine luglio è scoppiato uno dei focolai più importanti dell'intera regione, che ha già portato al decesso di sette anziani. Attualmente ci sono 39 ospiti e 23 dipendenti positivi al Covid. Quanto alle nuove positività, sono 73 quelle registrate in tutto il Veneto nell'arco delle ultime 24 ore. In tutto questo, le cifre peggiori si registrano per il secondo giorno consecutivo nel Trevigiano, con 32 nuovi tamponi che hanno dato esito positivo. Analizzando i dati relativi alle altre province, nel Padovano si contano 10 nuove positività, nel Veneziano 6, nel Veronese 16, nel Vicentino 3

Il post oscurato da Facebook e poi rimosso

e nel Bellunese 11. Cifre che portano dunque a 1.691 il numero dei positivi nella nostra regione. Un dato confortante, diminuiscono le persone ricoverate in ospedale: 38 si trovano in area non critica (martedì erano sei in più) e sei in terapia intensiva. Una riduzione importante riguarda l'o-

Fra i 6444 positivi che non possono lasciare l’abitazione 175 presentano sintomi spedale di Padova, che attualmente ospita solo otto pazienti positivi al Covid, tre dei quali ricoverati in rianimazione. Gli altri nosocomi dove sono

ricoverati i pazienti più critici sono quelli di Verona, Treviso e Vicenza. Quanto invece ai pazienti ricoverati in area non critica, 13 si trovano all'ospedale di Dolo, 12 al Ca' Foncello di Treviso, 5 a Padova, 2 a Borgo Trento (Verona) e Legnago e i rimanenti tra Borgo Roma (Verona), Santorso, Vicenza e San Bonifacio. I numeri aumentano se si considerano anche i pazienti ricoverati, ma negativizzati: 80 si trovano in area non critica, mentre solo uno è in terapia intensiva. A queste cifre vanno infine aggiunti gli otto positivi che sono attualmente ricoverati nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto e Venezia. — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVII

San Donà

IL COMMENTO

GIANFRANCO GNAN, SEGRETARIO A CAORLE, POTREBBE ENTRARE AL SUO POSTO IN LISTA MA L’INTERESSATO SCEGLIE IL NO COMMENT

di Piave

«Gnan è una brava persona un amico impegnato che conosco da tempo Vedremo le liste»

Giovedì 20 Agosto 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

«Non mollo e resto nella Lega» `«Mi hanno cercato formazioni indipendentiste Gianluca Forcolin ribadisce il suo sostegno a Zaia e declina gli inviti a candidarsi in Regione con altre liste ma sono nel Carroccio da 27 anni e non lo lascerò» `

Colonnine elettriche, tutto pronto in centro

SAN DONÀ

SAN DONÀ

«Il mio sostegno alle elezioni regionali andrà a Zaia e alla Lega, continuerò a fare politica». A prometterlo è Gianluca Forcolin, dopo le dimissioni dall’incarico in Regione a causa delle polemiche relative alla richiesta del bonus-Covid da 600 euro. A San Donà, nei giorni scorsi, è circolata la voce secondo cui Forcolin avrebbe potuto aderire a qualche lista indipendentista o creare una propria civica. L’ex vicepresidente, infatti, alle regionali del 2015 era stato il politico più votato in provincia di Venezia - 4.165 preferenze - naturale che un tale serbatoio possa interessare ad altre formazioni politiche. «In questi giorni mi sono arrivate alcune proposte conferma Forcolin – messaggi e telefonate soprattutto da parte di forze indipendentiste. Tra le ipotesi ventilate da alcune “sirene” la possibilità di correre in queste formazioni; ancora, qualche altro mi ha invitato a creare una mia civica. Ma io resto allineato con la Lega, non intendo buttare tanti anni di attività politica, impegno, lavori e tantomeno il mio credo personale. Non sarà una pratica non evasa all’Inps a farmi cambiare partito. Non intendo abbandonare il mondo della politica, a partire dal mio principale riferimento, che resta il presidente Luca Zaia».

Da Gianfranco Gnan - che come detto, secondo alcuni, potrebbe essere il sostituto di Forcolin nella lista per le regionali ieri nessuna dichiarazione. Evidentemente intende attendere una definizione delle strategia e dei ruoli. Gnan, oltre a essere segretario della sezione di Caorle del Carroccio, è responsabile operativo del mercato ittico comunale ed è stato consulente per il settore pesca di Zaia quando il governatore del Veneto fu Ministro delle politiche agricole. Davide De Bortoli

Tutto pronto per l’installazione di tre colonnine di ricarica elettrica a San Donà. La svolta verde è prevista in settembre per iniziativa dell’azienda Abaco di Padova, che gestisce il piano della sosta, in collaborazione con il Comune. Tre postazioni in centro: nel parcheggio “Bergamin” in via Donatori Sangue, in piazza IV Novembre al posto del punto di “bike-sharing”, in piazza Rizzo tra l’ufficio postale e il duomo, assieme ad una rastrelliera per la ricarica gratuita delle bici elettriche, già posizionata e collegata alla rete. «Nei prossimi giorni saranno posizionati alcuni cartelli con le istruzioni su come usarla – spiega l’assessora all’Ambiente Lorena Marin – Anche il pagamento sarà tecnologico, tramite un’apposita app per il telefonino che permetterà di localizzare la colonnina più vicina e prenotare la fase di ricarica. L’obiettivo è dotare la città di altri 15 punti». La proposta di Abaco comprende la possibilità di alcuni incentivi alla mobilità elettrica come il rimborso di un tot di kilowatt ai sandontesi che acquistano un’auto elettrica e il co-marketing con commercianti e albergatori ad esempio inserendo l’accesso alla colonnina per i propri clienti. «Le colonnine - spiegano dalla Abaco – sono pensate per dialogare con il territorio e interessare un pubblico ampio. Saranno rivestite di pellicole adesive in modo da lanciare dei messaggi coerenti con l’operazione». L’azienda ha già installato un’analoga colonnina a Castelfranco: «In media eroga energia elettrica per sei o sette ore al giorno, notiamo che l’utilizzo tende ad aumentare ogni settimana». D.Deb.

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LE DIMISSIONI Lei ha pagato un conto salato: dimissioni dagli incarichi e depennamento dalla lista del Carroccio alle regionali di settembre. «Ha prevalso la linea che prevedeva che fosse adottata la stessa decisione per tutti. Ho preso atto, però restano fermi il mio rapporto di amicizia e lealtà verso Zaia. Ho condiviso con lui la scelta di dimettermi, te-

FEDELTÀ ALLA LEGA Gianluca Forcolin con Luca Zaia. In alto, Gianfranco Gnan, segretario del Carroccio a Caorle.

nendo conto che in cinque anni non è sorta una sola macchia sul mio operato: i conti sempre in ordine, bilanci approvati in tempo, nessuna difficoltà con la Corte dei Conti. Gli avversari politici sono sempre piuttosto bravi nel trovare eventuali pecche o contraddizioni nell’operato di chi governa, ma non c’è nessun rilievo di questo tipo sul mio conto, né sul bilancio, né sulle società partecipate dalla Regione».

Qualche dissonanza all’interno del partito? «Milito nel Carroccio da 27 anni, e sono sempre rimasto al mio posto. In tanti anni ho svolto ruoli importanti, ma sono rimasto nel partito anche quando era al 3%, con un certo orgoglio venendo eletto sindaco di Musile». Di recente sulla stampa lei ha ragionato sull’operato di Attilio Fontana in relazione alla gestione dell’emergenza sanitaria.

«LE DIMISSIONI? HA PREVALSO LA LINEA DI ADOTTARE LA STESSA DECISIONE PER TUTTI E NE HO PRESO ATTO»

«SU CHI APPOGGIARE COMPIERÒ UNA VERIFICA PIÙ AVANTI: DI CERTO VERRÀ ELETTA LA PERSONA CHE SOSTERRÒ»

«Per quanto riportato sul presidente della Lombardia Attilio Fontana si è trattato di un fraintendimento. Non intendevo mettere in discussione il lavoro, la capacità e la forza di Fontana, per il quale ho massima stima».

LA VERIFICA Per il suo posto in lista è spuntato il nome di Gianfranco Gnan, segretario della Lega di Caorle. «Una brava persona – conclude Gianluca Forcolin – un amico che conosco da tempo. Su chi sostenere mi riservo di compiere una verifica, una volta che saranno completate le liste. Solo tra qualche giorno sarà possibile fare realmente il punto della situazione con il mio gruppo di fedelissimi. Sono tanti in Lega

Alberi gratis da piantare in giardino SAN DONÀ Alberi e piante in omaggio per i cittadini: basta chiederli. Il Comune intende favorire una San Donà più bella e verde anche per quanto riguarda i giardini privati. Per questo ha aderito alla campagna “Ridiamo il sorriso alla pianura Padana”, promossa da Veneto Agricotura e finanziata dalla Regione. Considerati gli obiettivi, l’assegnazione di alberi riguarda i Comuni di pianura, dove in particolare il deficit di verde ha bisogno di essere colmato. A disposizione ci sono giovani alberi e arbusti di provenienza locale. Saranno distribuiti in modo gratuito a coloro che ne faranno richiesta. L’assessora all’Ambiente Lorena Marin spiega che «si tratta di compie-

re un gesto semplice ma significativo ossia piantare un albero nel proprio terreno. È il nostro contributo per migliorare l’ambiente e può costituire un esempio per i più piccoli. Non si tratta di un gesto di poco conto, se tanti cittadini aderiranno ci saranno riflessi importanti per il futuro della città». Si può chiedere fino a un massimo di dieci piantine; per ottenerle serve prenotarle, però, entro il 15 ottobre. Gli alberi sono destinati ai privati. Il riti-

CAMPAGNA DEDICATA ALLA PIANURA PADANA IL RITIRO E LA CONSEGNA DELLE PIANTINE SARANNO A CURA DEL COMUNE

ro e la consegna delle piantine saranno svolti del Comune, tutti gli enti coinvolti si impegnano per agevolare la procedura. «Un alberello può anche essere piantato in occasione della nascita di un bambino – suggerisce Marin - perché crescano insieme, oppure per ricordare un momento speciale o una persona cara. A San Donà il tetto massimo è di 2mila alberi; sarebbe molto bello se grazie all’attivazione dei cittadini riuscissimo a piantarli tutti». Per presentare le richieste e individuare le piante più idonee è necessario consultare il sito dedicato all’iniziativa; gli aderenti dovranno registrarsi e compere l’ordine: www.ridiamoilsorrisoallapianurapadana.eu. D.Deb. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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che mi hanno chiesto di sostenerli. E una cosa è certa: quello che appoggerò verrà eletto».

NESSUNA DICHIARAZIONE


II

Primo Piano

Giovedì 20 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Coronavirus, l’emergenza

Quattromila “kit” distribuiti ai medici per i test sui prof `Lo screening dovrà essere completato Le prove sierologiche saranno svolte su base volontaria su docenti e personale una settimana prima dell’inizio dell’anno `

RIAPERTURA DELLE SCUOLE ROVIGO I medici di famiglia del Polesine rispondono “presente”. Il compito che viene loro richiesto, a partire da lunedì prossimo, non è di poco conto, ma il senso di responsabilità e del proprio ruolo li vede a disposizione nell’esecuzione dei test sierologici rapidi, gratuiti e su base volontaria, per il personale docente e non docente delle scuole di ogni ordine e grado, che sono stati indicati come misura preventiva dal Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, in vista della riapertura delle scuole. Ieri è stato un giorno di preparazione della campagna di screening, prevista dal 24 agosto fino a una settimana prima dell’avvio delle attività scolastiche: Sostanzialmente due settimane.

DISTRIBUZIONE DEI KIT Ieri, dopo un incontro con l’Ordine dei medici e le rappresentanze sindacali, l’Ulss ha dato il via alla distribuzione dei “kit”, come spiega il direttore sanitario Edgardo Contato: «Invieremo sia i dispositivi di protezione necessari, sia i test rapidi, venti per ciascuno dei circa 200 medici della provincia. Una fornitura che riteniamo adeguata ed abbondante, ma se qualcuno dovesse aver bisogno di altri test siamo nelle condizioni di fornirne a volontà, non ci sono problemi di approvvigionamento. Lavoria-

IL BOLLETTINO ROVIGO Nell’altalena di numeri del Coronavirus di questi ultimi giorni, ieri è stata una giornata favorevole, visto che non solo non si sono registrati nuovi casi, ma addirittura si è registrato un calo nel numero delle persone attualmente positive in provincia. Non si tratta, però, di una guarigione, che restano stabili a 424, ma del risultato di accertamenti anagrafici, che hanno “trasferito” fuori dai confini del Polesine una delle 52 persone risultate contagiate nella finestra estiva e non ancora guarite. Un passaggio di natura burocratica che rileva soprattutto a fini statistici e meno dal punto di vista pratico.

IL BILANCIO È, quindi, di 511 il numero complessivo di residenti in Polesine che ad oggi sono risultati contagiati. Il numero di gran lunga più basso dell’intero Veneto che ieri ha superato il muro dei 21mila contagiati complessivi. Salgono, invece, i numeri dei tamponi, con i test eseguiti in totale in Polesine arri-

mo in stretta collaborazione e devo sottolineare la disponibilità che abbiamo ricevuto da parte dei medici di medicina generale».

L’ORDINE DEI MEDICI Una disponibilità ribadita dal presidente dell’Ordine dei medici di Rovigo e della Federazione degli Ordini del Veneto Francesco Noce: «In un momento di pandemia, come medici non possiamo che essere sempre a disposizione per quanto riguarda la salute del singolo e della collettività. Fare il medico è una missione. Non discutiamo questa misura, decisa per garantire la sicurezza nella riapertura delle scuole che è un compito prioritario al quale siamo chiamati come Paese. Come medici, faremo la nostra parte per far sì che il numero maggiore di personale scolastico possa sottoporsi a questo test nella massima sicurezza. Il test verrà eseguito su appuntamento e al di fuori dei normali orari di ambulatorio. Ovviamente, chi ha la febbre o presenta sintomi compatibili con il Covid, che non potrebbe comunque già

IL PRELIEVO DI SANGUE CAPILLARE VERRÀ ESEGUITO FUORI DALL’ORARIO DI APERTURA DELL’AMBULATORIO

recarsi in ambulatorio, non potrà sottoporsi al test. Ci stiamo preparando per organizzare tutto al meglio, con una adeguata dotazione di dispositivi di protezione per garantire sia i medici che i pazienti. Nel caso di positività, scatteranno tutte le procedure già previste».

VERTICE OPERATIVO Proprio ieri i medici di famiglia polesani si sono “riuniti” in videoconferenza per affrontare i dettagli operativi. «L’Ulss – sottolinea il presidente Noce – ci ha anche inviato un video sulle mo-

dalità di esecuzione del test, ma si tratta di una cosa abbastanza semplice. Va evidenziato, però, che sottoporre a un simile screening una fetta consistente della popolazione su tutto il territorio nazionale ha, fra l’altro, un alto valore di studio epidemiologico e può fornirci indicazioni interessanti e preziose sulla diffusione e sull’andamento del virus». I test sierologici rapidi, infatti, che si eseguono sul sangue capillare, pungendo la punta di un polpastrello, ricercano la presenza degli anticorpi, o meglio delle immunoglobuline specifiche, per-

mettendo quindi di valutare se una persona sia entrata in contatto con il virus. In caso di responso positivo è poi necessario il tampone per capire se l’infezione sia in corso o sia stata superata. Francesco Campi © RIPRODUZIONE RISERVATA

PROVA RAPIDA Il test sierologico al quale sarà sottoposto il personale scolastico consiste nel prelievo di sangue capillare per la verifica dell’eventuale presenza di anticorpi al Covid-19. Nella foto, il direttore sanitario dell’Ulss Edgardo Contato

La campagna dell’Ulss: «Vaccino antinfluenzale anche ai minori di 6 anni» vati a 68.311 e le persone sottoposte a tampone che sfiorano quota 28mila, attestandosi a 27.994, per effetto anche dei test eseguiti ai vacanzieri di ritorno da Croazia, Spagna, Grecia e Malta. Lunedì, primo giorno di tamponi eseguiti direttamente senza prenotazione nei tre ospedali di Rovigo, Adria e Trecenta alle persone rientrate in Polesine da questi quattro Paesi sono stati 150. Per ora solo cinque ragazzi che erano stati a Malta sono risultati positivi.

TRA FINE SETTEMBRE E INIZIO OTTOBRE VERRÀ AVVIATA LA DISTRIBUZIONE DEI VACCINI CONTRO LE EPIDEMIE INVERNALI

BANCO DI PROVA Il direttore sanitario dell’Ulss Polesana Edgardo Contato, analizza con lucidità la situazione: «C’era da aspettarsi un quadro del genere, anche perché quando si toglie il tappo a una bottiglia di prosecco, esce la schiuma: i giovani sono stati tenuti compressi nei mesi scorsi e devo dire che in Polesine sono stati bravissimi, ora inevitabilmente stanno sfruttando tutte le occasioni possibili e si sono mossi in giro per l’Europa. A mio avviso questa è una situazione che, se vissuta correttamente, può essere un monito per il futuro prossimo e insegnare a stare accorti. Il banco di prova, inevitabilmente, sarà rappresentato dalla riapertura delle scuole, ma ci stiamo preparando. Dovremo fare ognuno la propria parte, anche i genitori, ai quali è richiesto un compito fondamen-

tale di controllo ma anche e soprattutto di freno agli eccessi di allarmismo».

VACCINI ANTINFLUENZALI I prossimi mesi saranno cruciali ed è anche per questo che ci si prepara anche ad affrontare il capitolo dell’influenza stagionale: «Stiamo già lavorando – spiega Contato - per arrivare alla massima diffusione di vaccinazione e abbiamo già incontrato i pediatri di libera scelta, perché è consigliata anche nei bambini al di sotto dei 6 anni. Anche con i medici di medicina generale abbiamo avuto un primo incontro e chiuderemo l’accordo il 2 settembre in un comitato aziendale nel quale saranno definiti tutti i dettagli. La Regione ha già provveduto all’acquisto dei vaccini: ancora non ci sono stati forniti ma a breve saranno disponibili e verranno subito distribuiti perché

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l’intenzione è di partire con la campagna vaccinale già fra fine settembre e inizio ottobre. Quest’anno puntiamo ad estenderla il più possibile, anche perché in questo momento la sensibilità è elevata ed è un ottimo modo per andare a incidere anche sulle diagnosi differenziali, importantissime per evitare di confondere l’influenza con il Covid. Lo scorso anno, nonostante quello che ci siamo trovati ad affrontare, la campagna vaccinale è andata abbastanza bene ed abbiamo raggiunto una copertura nell’ordine del 70% della popolazione a ri-

schio». Contato lancia poi un messaggio: «Come gli italiani, e i polesani in particolare, si sono dimostrati responsabili, devono esserlo anche ora e capire che una volta passata l’euforia di essere usciti dal periodo più nero bisogna essere pronti a riprendere a vivere con responsabilità e imparare a convivere con questa situazione nuova, che impariamo a conoscere giorno dopo giorno: l’autunno può essere il momento della debacle o della nuova ripartenza, ma dipende da tutti noi». F.Cam. © RIPRODUZIONE RISERVATA


IX

Padova

Giovedì 20 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Il “furbetto” dei rifiuti incastrato dalla foto di una passante `A bordo di un furgone

scarica oggetti di tutti i tipi in via Castelfidardo IL CASO PADOVA - Quattro verbali, con al-

trettante multe per un totale di 1.200 euro in pochi giorni, non sono bastati a farlo desistere. Perché il proprietario del furgo-

ne bianco che getta in maniera seriale rifiuti vari e ingombranti nei cassonetti di via Castelfidardo, è tornato in azione di nuovo, seguendo il medesimo copione: ferma il suo veicolo in prossimità dei bidoni di Aps dove vanno conferiti i rifiuti secchi non riciclabili, scende e assieme a un complice scarica di tutto. Poi la coppia si allontana in fretta, cercando persino di celare la targa del mezzo. Ma l’azione, che ricorda quella di un “commando specializzato”, ancora una volta

ha catturato l’attenzione di una passante che è riuscita a riprendere la scena con il telefonino e a girarla poi alla Polizia Locale. Gli agenti hanno subito collegato l’ultimo episodio al precedente del tutto analogo, e sono risaliti all’autore, cioè il proprietario del furgone, notificandogli nella sua abitazione situata fuori città il quinto verbale da 300 euro. Ora è in corso un’indagine finalizzata a stabilire la provenienza della gran mole di oggetti di cui l’uomo ha cercato di di-

sfarsi. Diego Bonavina, che a Palazzo Moroni ha la delega alla Polizia Locale, ha espresso il suo plauso nei confronti della donna che ha compiuto il gesto civico grazie al quale gli agenti hanno potuto identificare l’autore di questi gesti di inciviltà. «In questo periodo in cui la sensibilità ai temi dell’ambiente ci accomuna tutti - ha sottolineato colpisce davvero negativamente il ripetuto atteggiamento di noncuranza e non rispetto delle

INCIVILTÁ La foto del furgone bianco in via Castelfidardo

regole finalizzate a una migliore qualità della vita da parte di questa persona. Nuovamente, la segnalazione di una cittadina alla Polizia Locale consente di non lasciare impunita una condotta di elevato disvalore sociale. Rinnovo l’invito alla cittadinanza a contattare e a segnalare alla Polizia Locale ogni azione, o fatto, che contrasti con la sicurezza e il decoro della nostra città». Nicoletta Cozza © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Eccellenze venete che dimostrano voglia di reagire» naria esperienza di guidare

`L’assessore regionale un aereo in una cabina di si-

Marcato ha visitato tre aziende padovane ECONOMIA PADOVA - «Tre realtà padova-

BOTTA E RISPOSTA Continua il confronto fra la varie anime della maggioranza e l’opposizione sulla presenza di due assessore allo sgombero

Le due assessore al Bioslab? «Incredibile». «No, corretto» Cavatton: «Fanno indignare i padovani `Ruffini: «Ci sarei andata anch’io, quello onesti che non occupano abusivamente» spazio ha una funzione sociale ora persa» `

LA POLEMICA

spettato ma il problema è non creare vuoti urbani».

PADOVA «Marcato ripete un co-

TARZIA

pione già scritto e riciclato, Ha fatto la stessa cosa con la Clac. L’assessore al Verde, Chiara Gallani, Coalizione civica, risponde così al suo omologo regionale, Roberto Marcato della Lega, che l’ha accusata insieme all’altra assessore, Marta Nalin, di aver espresso solidarietà agli sgomberati del Bioslab, in via Palestro chiedendo a Giordani di intervenire. «Sono due esponenti dell’amministrazione che vanno contro la legalità» ha tuonato. «Il sindaco dovrebbe cacciarle, e Arturo Lorenzoni chiarire se lui sta con i veneti con i centri sociali». Bene, a questa seconda parte Lorenzoni, interpellato, ha preferito non replicare. Continua invece il botta e riposta politico in città.

La vede diversamente il consigliere della civica Giordani, Luigi Tarzia, in maggioranza. «L’intento può essere stato positivo ma è la legge che impone un comportamento coerente. Chi amministra deve avere come faro la legalità e non prestare il fianco a chi occupa abusivamente gli stabili. Anch’io ho solidarizzato con l’esperienza di Casetta Berta, svolge un’azione sociale, ma partendo con il piede sbagliato. Dunque invece di piangere sul latte versato bisognava cercare soluzioni prima. Per questo sono rimasto basito dal comportamento delle due assessore».

GALLANI

GALLANI: «MARCATO RIPETE SEMPRE LO STESSO COPIONE, IL PUNTO VERO È CHE ORA AUMENTERÁ DI MOLTO IL DEGRADO»

«È logico che noi siamo per la legalità, il punto che Marcato finge di non vedere è un altro. Lì non ci sono stabili del Comune, l’area è delicata, chiudendo un’attività non si fa altro che produrre ancora più degrado. Un ordine del giudice va ri-

RUFFINI «Le due assessore hanno fatto benissimo, io avrei fatto la

stessa cosa se fossi stata in città. Bioslab in quel luogo svolgeva una funzione sociale. E l’Inps avrebbe potuto aprire un confronto dal momento che lì sopra ci sono 50 appartamenti vuoti di sua proprietà e trovare un accordo con queste associazioni». Parole della consigliera di Rifondazione, Daniela Ruffini. Quanto a Marcato si perde

COALIZIONE Daniela Ruffini

CENTRODESTRA Matteo Cavatton

ne straordinarie che lavorano anche ad agosto e danno il segno di quale sia la capacità dei veneti di reagire anche ad una pandemia drammatica come quella che abbiamo vissuto in questi mesi». Così l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato commenta le visite istituzionali che ieri lo hanno visto ospite della Professional show spa di Limena, della Service Key spa di Padova e della Inclusive srl sempre di Padova. La Professional show spa, fondata nel 1982 da Leonardo Girardi, è un’azienda unica in Italia nel mondo del broadcast televisivo. Da oltre un decennio è stata costituita una divisione per la realizzazione di simulatori di volo professionale per le scuole di volo, istituti tecnici e Aeronautica Militare. «Alla Professional Show, impresa davvero unica nel suo genere – spiega l’assessore regionale – ho potuto fare la straordi-

mulazione di volo, in un ambiente che ridisegna lo scenario della saga di Star Trek». La seconda visita ha riguardato la Service Key, grande azienda leader nel settore delle pulizie, che conta oltre 4.500 dipendenti. «Ho potuto toccare con mano la realtà di un’impresa che opera in tutta Italia ed è un fiore all’occhiello» sottolinea ancora Marcato, che nell’occasione è stato accompagnato dal presidente regionale di Confcommercio Patrizio Bertin. L’ultimo incontro ha riguardato la Inclusive srl, start up che offre servizi turistici innovativi, dando lavoro alle persone in base a specifiche competenze legate al territorio. «Per finire ho potuto conoscere Inclusive srl – conclude l’assessore regionale che nello sviluppo economico segue anche la competenza dell’innovazione - una start up di giovani, giovanissimi che hanno l’idea di coniugare territorio, esperienza, turismo e lavoro. Un’opportunità per creare lavoro e offrire occasioni per conoscere il nostro territorio attraverso l’esperienza e le emozioni che mi hanno molto colpito». © RIPRODUZIONE RISERVATA

nelle critiche a due assessore e non guarda come sta il suo partito. Dovrebbe preoccuparsi dei suoi amici consiglieri regionali che hanno dato prova di grande serietà intascando il bonus da 600 euro».

CAVATTON Matteo Cavatton ex consigliere comunale di Libero arbitrio, ora nel Gruppo Misto è tranchant: «Le esponenti di Coalizione Civica evidenziano ancora una volta di non aver compreso cosa significhi rappresentare le Istituzioni. Le loro parole sono musica per le orecchie di chi vive e opera dell’illegalità, ma fanno indignare i padovani onesti che non occupano abusivamente la proprietà altrui e che sono persino costretti a pagare loro lo stipendio da assessori. Le invito alla coerenza e, pertanto, a dimettersi dalla Giunta per affiancare gli sfollati del quadrilatero nella lotta contro le leggi italiane. Troppo comodo essere governativi il 27 del mese e rivoluzionari il 28. Complimenti, in ogni caso, al sindaco più struzzo d’Italia: spero che quando si deciderà a tirare la testa fuori dalla sabbia, Padova esisterà ancora». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA

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REALTÁ IMPRENDITORIALI L’assessore Marcato nelle aziende


VI

Rovigo

Giovedì 20 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Laruccia, Marangoni e Bimbatti: Forza Italia schiera le sue pedine Amministratori (alcuni ex) in campo a sostegno di Zaia ma rimarcando l’autonomia di valori e con strategie proprie `

POLITICA ROVIGO Laila Marangoni, Sara

Biasioli, Andrea Bimbatti, Antonio Laruccia. Questa la squadra con cui Forza Italia si propone agli elettori polesani per le elezioni regionali del prossimo 20 e 21 settembre, mettendo in gioco quei valori politici storici che i candidati hanno rimarcato con forza durante la presentazione pubblica di ieri mattina all’Hotel Cristallo. È una specifica frase di Bimbatti a esprimere appieno la natura di FI nel 2020: «vogliamo spostare il baricentro della discussione politica dalla pancia alla testa».

PROPOSTA MODERATA Una frase che è l’emblema di una forza politica ancora arrembante ma provata dai risultati deludenti degli ultimi anni, che crede di avere ancora tanto da dare al centrodestra e sa di potersi rivolgersi a quell’elettorato “moderato” su cui Silvio Berlusconi ha costruito un’intera carriera politica. Uno degli elementi chiave del suo programma politico Forza Italia lo mette già nel proprio simbolo. Infatti, oltre al tradizionale logo e al nome del suo presidente, sul simbolo campeggia la scritta “Autonomia”. È il coordinatore regionale Michele Zuin a spiegarne il motivo: «Saremo impegnati su questo obiettivo fondamentale. Ricordo che abbiamo voluto noi introdurre il tema dell’autonomia, con un progetto di legge a firma di FI. Ne rivendichiamo paternità e scopo, perché il Veneto è più avanti e c’è la possibilità di richiedere al Governo l’attribuzione delle materie di competenza regionale. Ci candidiamo ad averle tutte quante». Oltre all’autonomia, però, FI guarda alla situazione socio-economica post lockdown: «Se la crisi si è sentita già in questi mesi, nei prossimi sarà anche peggio. È fondamentale avere una Regione forte con una forte rappresentanza del nostro partito forte serve per tutelare impresa e sostenere gli aiuti ai veneti che ne hanno bisogno».

COMPETIZIONE INTERNA Tutti hanno evidenziato il ruolo di FI in questa campagna elettorale, come ad affermare il proprio peso nella “competizione” interna con gli allegati Lega e Fratelli d’Italia. «Ci candidiamo a governare il Veneto - Ha precisato Zuin - Il centrodestra non vive senza Forza Italia, il partito che ha fondato lo schieramento. Zaia lo supportiamo ma intendiamo dire la nostra in questa battaglia. FI c’è, vuole esserci e fare la sua figura anche con i candidati di Rovigo». Sulla stessa linea il coordinatore provinciale e deputato Piergiorgio Cortelazzo: «Rovigo era la provincia con la migliore performance per FI, prima, e il PDL, dopo. Questo significa che c’è un radicamento territoriale, noi contiamo sulla motivazione e lo stimolo di una campagna elettorale irripetibile per far sentire la nostra presenza». Il

DAI BIG DEL PARTITO NESSUN ACCENNO AI RECENTI “TRASLOCHI” A FRATELLI D’ITALIA: «SARANNO GLI ELETTORI A DARE UN GIUDIZIO»

suo vice e candidato consigliere Andrea Bimbatti ha poi aggiunto che sarà «una battaglia di lealtà e coerenza: rispettiamo il candidato presidente che ha governato la Regione, ma noi siamo autonomi, abbiamo una squadra straordinaria composta da giovani e persone di esperienza». Antonio Laruccia, attuale sindaco di Trecenta, riconfermato due anni fa con circa il 70% dei consensi, è uno dei tre uomini che compongono la cinquina. Oltre a Bimbatti, l’altro collega di lista è il giovane avvocato adriese Giorgio Crepaldi. Due le donne: Laila Marangoni di Taglio di Po e Sara Biasioli di Villadose.

LA SQUADRA I candidati al Consiglio regionale con il deputato Cortelazzo e il coordinatore di FI Zuin

I TRANSFUGHI Impossibile non parlare dei tanti forzisti “fuggiti” in FdI, come Cristina Folchini, appena 14 mesi fa in corsa per un posto a Bruxelles proprio con FI. A lei e agli altri che hanno cambiato sponda Bimbatti ieri ha detto: «Siamo un partito liberale, abituati a guardare in casa nostra. La nostra è una battaglia di coerenza e dignità per un partito che ha dato tanto e alcuni se lo sono dimenticato facilmente. Non sta a noi dare giudizi, ma agli elettori». Alberto Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Il Veneto che vogliamo” completa la rosa dei nomi IL CENTROSINISTRA ROVIGO Completata la cinquina

per la lista “Il Veneto che Vogliamo” a sostegno del candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni. Quattro nomi erano già noti da tempo, su tutti quello del 31enne adriese Enrico Bonato, consigliere a palazzo Tassoni. Gli altri sono Enrica Muraro, di Lendinara, operatore socio-sanitario; Aldo D’Achille, 49 anni, insegnante, dal 2014 sindaco di San Bellino; Sara Quaglia, di Badia, cooperante internazionale, laureata e specializzata nella cooperazione internazionale. L’ultimo nome che mancava era quello di Arianna Pozzato, 44 anni, laureata in Economia aziendale, Economo della Casa di Riposo di Papozze, che nel presentarsi spiega che «la politica è mettersi in prima linea, coinvolgendo anche i giovani nei tanti progetti realizzabili».

SCHIERAMENTO PD CANDIDATA Sara Biasioli si candida con Forza Italia alla Regione

A sostegno di Lorenzoni, ex

“IL VENETO CHE VOGLIAMO” Arianna Pozzato, 44 anni, di Papozze

vicesindaco di Padova dell’attuale giunta guidata da Sergio Giordani, c’è anche il Partito Democratico, che la sua lista l’ha presentata ancora due mesi fa (Diego Crivellari, Graziano Azzalin, Lorenzo Murciano, Marialaura Tessarin e Gessica Ferrari). Murciano, architetto, ha costruito il suo programma attorno alcuni punti chiave fondamentali: no al consumo del suo-

lo e sì ad un’urbanistica di recupero degli immobili; ricerca di uno sviluppo sostenibile per il territorio, che deve fare dell’ambiente il proprio punto di forza abbattendo i consumi e tutelando il paesaggio; sì alle energie rinnovabili ma no alla conversione dei terreni agricoli in “prati” di pannelli fotovoltaici. A.Luc. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Febbre del Nilo, trattamenti anti-zanzare fino a ottobre LOTTA ALLE ZANZARE ROVIGO È alta l’attenzione del Comune e dell’Ulss sul fronte al la lot-

ta del virus West Nile trasmesso dalle zanzare. Negli ultimi anni il Comune ha realizzato un’attività di contrasto all’infestazione di zanzare sempre più continuativa e focalizzata sulla prevenzione, provvedendo alla disinfestazione di fossati e caditoie e alla distribuzione di compresse di prodotto larvicida anche alle utenze domestiche.

IL COMUNE «I trattamenti adulticidi – spiega l’assessore all’Ambiente Dina Merlo -, che consistono nella nebulizzazione di insetticidi nell’aria, dato il rilevante

impatto sull’ambiente e sugli insetti impollinatori, sono consentiti solo ai fini della prevenzione della diffusione di problematiche sanitarie. In questa ottica questi trattamenti sono divenuti interventi a carattere residuale, utilizzati per ridurre il potenziale degli insetti nel periodo di massimo sviluppo e predisposti in modo da minimizzarne gli effetti negativi, localizzati nelle aree verdi pubbliche, dove gli insetti trovano riparo, negli spazi interessati da eventi e nei cortili scolastici, in previsione dell’apertura dell’attività scolastica».

L’ULSS In questi giorni, il Servizio di Igiene pubblica dell’Ulss 5 Polesana ha dato notizia circa la presenza sul territorio provin-

NEBULIZZAZIONE Le disinfestazioni proseguiranno fino a ottobre

ciale di zanzare positive al virus West Nile, in Basso Polesine. «I dati quantitativi circa la numerosità di zanzare rilevati dalla stessa Ulss – spiega Merlo - consentono di procedere con interventi insetticidi che contribuiscano alla diminuzione di insetti, specie in contesti che possano essere interessati da una certa presenza di persone in orari serali o notturni». Non essendo possibile calendarizzare in maniera automatica gli interventi insetticidi, che devono sempre essere legati a valutazioni specifiche anche di tipo meteorologico, la pianificazione delle operazioni verrà aggiornata in tempo reale fino alla fine del periodo interessato dalla presenza di zanzare, indicativamente fino a ottobre. La ditta incaricata esporrà preventivamente di

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volta in volta cartelli informativi nelle aree interessate dai trattamenti. Nel frattempo, il Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss ha coinvolto in modo sinergico tutti i Comuni afferenti al territorio per prevenire e contenere lo sviluppo di zanzare negli spazi urbani, avviando un ciclo di trattamenti di prevenzione anti-larvali. I primi trattamenti – che hanno avuto inizio a partire da aprile, proseguiranno fino ad ottobre inoltrato, prevedono sei cicli di disinfestazione nelle caditoie stradali e 12 cicli nei fossati periurbani. Il servizio di disinfestazione ordinaria larvicida è stato affidato a due ditte specializzate: Tecnoambiente snc per l’Alto Polesine e RTI Biblion srl e altri per il Medio e Basso Polesine, vincitrici della gara d’appalto, che operano da

anni sul territorio.

IL 2018 ANNO NERO L’obiettivo aziendale è quello di replicare i brillanti risultati ottenuti nel 2019 – raggiunti grazie all’intenso sforzo messo in atto dall’Azienda in collaborazione con i Comuni della Provincia – dove non si sono registrati casi di West Nile fra i cittadini, diversamente dal 2018 dove in Polesine fu registrato il più alto tasso di incidenza di malattia da West Nile tra tutte le province italiane con 45 casi confermati: tra questi 15 forme neuro-invasive e ben 5 decessi. R.Mer. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XI

AD ALTOBELLO

Mestre

L’edificio inaugurato lo scorso anno è stato finanziato con i fondi dell’Unione Europea

Giovedì 20 Agosto 2020 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Campo dei Sassi Anziani assistiti solo “part time” Presidio garantito quattro ore al giorno dal personale addetto alla cura degli inquilini fragili ospiti del complesso `

SANITÀ MESTRE Finora è andata bene, ma ci sono due episodi che fanno riflettere. Una signora che è stata trovata svenuta in cucina dal figlio. E qualche giorno fa un anziano che si è sentito male e ha schiacciato il pulsante di allarme, e sta ancora aspettando che qualcuno gli faccia visita. Insomma da queste parti è obbligatorio sentirsi male solo dalle 8 alle 10 del mattino o dalle 15 alle 17. Per le altre 20 ore resta solo il telefono ed è vero che al numero dedicato rispondono a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma se uno non è in grado di telefonare? Perchè non stiamo parlando di gente di vent’anni, ma di anziani ammalati e soli.

PROGETTO PILOTA Proprio per questo una decina di anni fa, quando il Comune riuscì a vincere, con il progetto Altobello, un consistente premio messo a disposizione dall’Unione europea e dal Governo di allora – ministro Antonio Di Pietro – per rifare da cima a fondo il quartiere, i cittadini raccolti nel Centro di ascolto, decisero che una parte di quei soldi – più di 40 milioni

IN DUE OCCASIONI L’INNOVATIVO SISTEMA D’ALLARME PER GLI OSPITI NON AVREBBE FUNZIONATO

LE NUOVE NOMINE MESTRE Venezia, ma non solo. C’è un ventaglio di quattro sedi, fra quelle che prossimamente andranno in scadenza, che l’attuale commissario all’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale (Adspmas), Pino Musolino, si candida a guidare. A dare l’annuncio è stato ieri lo stesso Musolino in un’intervista al quotidiano on line Messaggero Marittimo, rilanciata dal diretto interessato sul proprio profilo twitter. Nel testo non si fanno nomi sulle possibili destinazioni di Musolino, nominato commissario dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli dopo lo stallo sulla mancata approvazione del bilancio, contestato dai rap-

di euro – andava investita nel progetto pilota di un condominio per persone fragili che dovevano essere assistite giorno e notte dalle badanti. Un modo per evitare il ricovero in casa di risposo o in ospedale di persone che in qualche modo, se seguite bene, potevano continuare ad essere autosufficienti. E infatti quando nel giugno dello scorso anno il complesso è stato inaugurato, il Comune ha ribadito che i Servizi sociali avrebbero fornito un’assistenza 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Dentro l’appartamento delle badanti infatti è stata installata una control room con tre

grandi schermi cui sono collegati i sensori degli appartamenti per monitorare gas, acqua, impianto solare termico, riscaldamento a pavimento e dove, soprattutto, c’è la centralina degli allarmi. Basta schiacciare il pulsante in camera da letto o in salotto e subito scatta l’allarme. In teoria. In pratica l’allarme scatta solo negli orari previsti e cioè dalle 8 alle 10 e dalle 15 alle 17. Poi bisogna telefonare. E così chi oggi occupa uno di quei 42 appartamenti divisi in 7 condomini, tutti perfettamente restaurati dall’Ater spendendo 7 milioni di euro, si sente abbandonato. Del resto del progetto originario è rima-

CONTROL ROOM La sala di controllo degli assistenti del complesso inaugurata lo scorso anno

sto ben poco nonostante l’idea fosse quella di fare di quel complesso di Campo dei sassi un modello da esportare. E dunque le persone fragili e fragilissime, appena appena autosufficienti, sono state concentrate lì, ma è venuta a cadere la parte più importante e cioè l’assistenza 24 ore su 24. Tant’è che l’appartamento destinato alle badanti – dipendenti della Fondazione Vene-

zia - viene presidiato solo in quelle 4 ore e quindi se uno preme il pulsante dell’allarme fuori da quegli orari non risponde nessuno. Adesso i tre assistenti – un uomo e due donne, due fissi e un terzo di rincalzo, che non vogliono essere chiamati badanti, ma assistenti alla persona – verranno forniti di una app sul cellulare che permetterà loro di vedere chi ha suonato il campanello

d’allarme anche fuori dagli orari canonici. «Non voglio fare polemiche. Dico solo che gli accordi presi con i cittadini - ricorda Lorenzo Visentin del Centro di ascolto - non erano questi. Semplice. E quegli accordi e quel progetto se lo ricordano tutti e per bene, tant’è che gli stessi assessori comunali ricordano che si è sempre parlato di assistenza 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno».

GLI ALTRI DISAGI

gadget il cui ricavato sarà devoluto a favore dell’Istituto Oncologico Veneto, per sostenere la ricerca contro il cancro; Avapo Mestre che con grande sensibilità supporta i pazienti oncologici e le loro famiglie e Black Lions, la squadra di hockey su carrozzina nata in seno alla Polisportiva Terraglio di Mestre (gadget e magliette si possono acquistare anche online sul sito www.cianiliveaid.com). Avapo Mestre porterà al Festival anche l’automezzo Dacia Dokker acquistato con i proventi del Ciani Live Aid 2019 e che viene usato per trasportare i pazienti oncologici dalle proprie abitazioni ai centri ospedalieri. (m.fus.)

Ora nelle poche ore che passano lì gli assistenti sono travolti dalle richieste, comprese quelle che non li riguardano direttamente. E così se si rompe un tubo dell’acqua chiamano loro e a loro si rivolgono anche per tagliare l’erba del giardino che ha raggiunto un’altezza da foresta tropicale. Non solo, l’ultimo guaio è quello dei campanelli esterni. Una parte non funziona e così anche gli operatori dell’Ulss che ogni mattina arrivano per assistere qualche paziente, sono costretti a farsi aprire il cancello chiamando a gran voce qualcuno. Ma tutto sommato si tratta di poca cosa di fronte al problema che lamentano tutti, e cioè che le badanti promesse non ci sono e quindi il progetto è difficile che possa diventare un modello. Se non da non copiare. Maurizio Dianese

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Ciani Live Aid, musica e solidarietà L’EVENTO MESTRE Le misure anti-Covid richiedono un piano B anche per il Ciani Live Aid, che torna il 31 agosto in una edizione speciale che solo per quest’anno si svolgerà in trasferta. L’evento estivo di Zelarino, nato per celebrare il ricordo e la passione per la musica di Gianluca “Ciani” Pistolato (batterista mancato nel 2019 a soli 44 anni a causa del cancro) torna il 31 agosto, ospite degli spazi del Mirano Summer Festival. «In occasione del Ciani Live Aid sul palco del Mirano Summer Festival si esibiranno i Queen Mania spiegano dall’associazione Ciani 4ever - con uno show

che ripercorre la straordinaria carriera di Freddie Mercury e di uno dei più grandi gruppi della storia della musica, con costumi, scenografie e proiezioni coinvolgenti ed emozionanti. Noi saremo lì grazie alla straordinaria disponibilità del presidente dell’associazione Volare, Paolo Favaretto». A Mirano si potranno unire gli sforzi per un evento in sicurezza (con ingressi contingentati e un grande spazio in cui seguire i concerti da seduti). Musica ma anche solidarietà, che per i volontari di Zelarino inizierà qualche giorno prima: l’associazione Ciani 4ever sarà agli impianti sportivi di Mirano dal 28 al 31 agosto con un gazebo per la vendita dei

Venezia e non solo: Musolino si candida a presiedere quattro autorità portuali presentanti di regione e Città metropolitana. Lo stesso Musolino, 42 anni, aveva dichiarato del resto al Gazzettino nei giorni scorsi la sua intenzione di ricandidarsi a guidare l’Autorità veneziana, e anche ieri ha sottolineato l’impegno a sostenere i lavoratori rimasti bloccati a causa del lockdown, per i quali sono stati erogati dal Governo i primi fondi per il sostegno economico, e a sostenere i marittimi azeri a bordo della nave sotto sequestro a Porto Marghera a causa dei debiti del loro armatore.

Ma un eventuale bis, dopo la polemica innescata sul bilancio che ha aperto di fatto un clamoroso scontro politico e istituzionale, non è affatto scontato, nonostante i conti in buona salute esibiti da Musoli-

CANDIDATURE Pino Musolino potrebbe fare rotta verso altri porti

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LA LEGGE CONSENTE ALL’ATTUALE COMMISSARIO DI INDICARE PIÙ DESTINAZIONI A LUI GRADITE

no anche in un anno complesso come l’attuale. Così, come previsto dalla legge di riforma delle autorità portuali, il commissario avrebbe deciso di riempire tutte le quattro caselle sulle possibili destinazioni. Va ricordato che, oltre a Venezia, andranno rinnovati a breve i vertici di scali come Genova e Trieste. Ma nelle scorse settimane si è ipotizzato anche di Civitavecchia come possibile destinazione gradita al manager della Giudecca, entrato in rotta di collisione con il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente della Regione Luca Zaia. In attesa delle scelte del Governo, il diretto interessato pare intenzionato per ora far sapere di non essere per nulla intenzionato a mollare la presa in questa fase. (a.fra.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Coronavirus, la prima linea

TRACCIAMENTO L’Ulss 6 ha creato una centrale operativa composta da dieci operatori, che hanno il compito di interpellare i soggetti in quarantena per risalire a tutti i loro contatti

Dieci “007” in azione contro l’incubo-covid Come funziona la centrale operativa dell’Ulss 6 `Interpellati i soggetti obbligati a restare dentro composta da specializzandi e operatori sanitari casa. L’obiettivo è risalire a tutti i loro contatti `

LA SITUAZIONE PADOVA Altri dieci positivi nelle ultime 24 ore. Continuano a salire, quindi, i contagi e in questo momento in isolamento domiciliare ci sono 1098 persone (compresa la donna di Vo rientrata da poco dalla Croazia), delle quali 16 presentano i sintomi dell’infezione da Coronavirus. Scende a 5, invece, il numero dei ricoverati nel reparto di Malattie Infettive, ma restano 3 i degenti in Terapia Intensiva, dove è sempre in gravi condizioni la bambina di 5 anni che presenta complicazioni neurologiche e renali: è ancora intubata e viene tenuta in coma farmacologico, però man mano che passano i

giorni, e non si registrano peggioramenti, tra gli specialisti della Pediatria che la stanno seguendo sta subentrando un cauto ottimismo su un’evoluzione positiva. Nelle prossime ore arriveranno gli esiti delle analisi finalizzate ad accertare se il serio quadro clinico che presenta la piccola sia ascrivibile solo al Covid, o sia invece l’esito della sovrapposizione di un’altra infezione. Il report di Azienda Zero, intanto, evidenzia che il numero totale dei cittadini positivi al tampone nel territorio padovano ha toccato quota 4.482.

I CONTROLLI In questo scenario di allerta per evitare la diffusione del virus un ruolo fondamentale lo ha centrale operativa attivata

DIRETTORE Ivana Simoncello, Dipartimento di prevenzione

dall’Ulss 6 nella sede di via dell’Ospedale, a cui è affidato un compito di intelligence che parte appunto dai contatti con i soggetti in quarantena. A spiegare come la squadra composta da una decina di persone, tra specializzandi e operatori sanitari, è la professoressa Ivana Simoncello, direttore del Dipartimento di Prevenzione, in prima linea nella lotta al Covid dall’inizio della pandemia. «L’attività di chi interpella le persone in isolamento - spiega - avviene quando dal laboratorio riceviamo l’esito della positività al test. Subito, attraverso l’anagrafe sanitaria, informiamo i diretti interessati e contestualmente cerchiamo di risalire ai contatti che hanno avuto di recente, per avere i nominativi di altri potenzia-

li positivi. A loro raccomandiamo poi di rivolgersi al Pronto Soccorso, o al medico di base, nel caso compaiano sintomi della malattia. Tutti i pazienti vanno poi contattati e ricontattati, perché la sorveglianza sul decorso prosegue. E dopo 14 giorni i tamponi vengono ripetuti fino alla negativizzazione». Un lavoro capillare e complesso, quindi, per chi lavora nella centrale operativa dell’Ulss. «La nostra priorità aggiuge la dottoressa Simoncello - resta la prima telefonata che serve a ricostruire i contatti del contagiato: a volte, soprattutto in un contesto lavorativo che si aggiunge a quello familiare, si tratta anche di 20/30 persone da rintracciare, che poi a loro volta devono essere chiamate una per

una. Una mole di lavoro imponente». Fin qui la sorveglianza sotto il profilo sanitario, mentre quella che riguarda rispetto dell’obbligo di isolamento spetta alle forze dell’ordine. «I nominativi dei positivi - aggiunge il direttore del Dipartimento di Prevenzione - vengono comunicati ai Comuni e alla Prefettura. Da qui, poi, vengono disposti eventuali accertamenti, che possono portare alla sanzione per chi va fuori, mentre dovrebbe stare a casa. Nel frattempo, poi, noi siamo impegnatissimi anche sul fronte dei rientri dalle ferie dai Paesi a rischio, con la sorveglianza attiva dei vacanzieri in attesa dell’esito dei tamponi, e di quelli che sono già risultati positivi».

LE SCUOLE Oggi, intanto Domenico Crisarà, segretario Regionale della FIMMG, Federazione che raggruppa i sanitari di base, ha convocato una riunione nel primo pomeriggio per fare il punto su come i medici di base si dovranno regolare da lunedì, quando partiranno i test sierologici su base volontaria per per il personale docente e non delle scuole statali e paritarie; quasi 1.800 persone tra città e provincia. «Il problema - ha osservato Crisarà - non sono i test, che saranno 25 in due settimane per ciascuno di noi e che siamo pronti a fare, ma la sovrapposizione di informazioni che sta creando caos, allarme e perplessità». Nicoletta Cozza © RIPRODUZIONE RISERVATA

Tamponi negativi: dopo 10 giorni il Borgoricco esce dall’isolamento LO SPORT BORGORICCO Negativi tutti i tamponi, quarantena terminata per il Borgoricco. Dopo dieci giorni di isolamento la formazione gialloblù ha ripreso martedì gli allenamenti al proprio stadio. Ai tesserati che avevano già avuto nei giorni scorsi l’esito dei test si sono aggiunti ieri anche gli ultimi tre compagni che hanno avuto il via libera dall’Ulss di Mestre. In totale sono state venti le persone tra giocatori, staff tecnico e dirigenti residenti nelle province di Padova, Venezia e Treviso a essere state sottoposte a tamponi per essere venute in contatto diretto con un compagno di squadra che era risultato positivo al Coronavirus. Il giovane residente nel venezia-

no era stato chiamato dalla Ulss di Mestre per sottoporsi a un tampone avendo incontrato una sua amica, anch’ella risultata positiva, nella serata di mercoledì 5 agosto, ossia all’indomani della seduta di allenamento facoltativa effettuata insieme a buona parte della squadra al campo parrocchiale di Borgoricco. Ragione per la quale le autorità sanitarie avevano deciso di risalire a tutti i contatti avuti dal ragazzo anche qual-

VIA LIBERA ANCHE AGLI ULTIMI 3 ATLETI: QUARANTENA FINITA, I GIALLOBLU HANNO RIPRESO AD ALLENARSI NEL PROPRIO STADIO

che giorno prima di quel mercoledì, includendo pertanto anche la formazione gialloblù. Se i venti tesserati del Borgoricco hanno potuto già tirare un sospiro di sollievo, resta invece come da protocollo ancora in isolamento domiciliare il giovane risultato positivo: effettuerà il primo tampone lunedì e il giorno successivo farà il secondo. Se entrambi risulteranno negativi, anche per lui questa esperienza sarà finita e potrà riaggregarsi alla squadra non prima però di avere effettuato anche una visita medico sportiva come previsto sempre dal protocollo. «Eravamo fiduciosi sin dall’inizio che questa avventura si sarebbe risolta per il verso giusto - spiega il direttore sportivo Luigi Fautelli - dato che il ragazzo ci aveva detto di essere

venuto in contatto con la sua amica il giorno successivo al nostro allenamento, tanto più che nel momento in cui abbiamo ripreso la preparazione abbiamo sempre rispettato il protocollo. Siamo contenti di essere tornati alla normalità e adesso speriamo di proseguire la stagione senza ulteriori intoppi. L’aspetto positivo di questa vicenda è che quasi tutta la squadra è stata sottoposta a tamponi, per cui al momento siamo tranquilli sotto questo punta di vista. Fermo restando che a livello federale ci vuole una normativa per la gestione di un caso positivo all’interno di un gruppo sportivo: se per ogni positività devono essere isolate tutte le persone che fanno parte della squadra, diventa difficile ripartire con l’attività agonistica».

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FINE DELL’INCUBO Tamponi tutti negativi, il Borgoricco calcio respira

IL CASO NATO DA UNA CENA A CUI AVEVA PARTECIPATO UN COMPAGNO, IL DS FAUTELLI: «SI TORNA ALLA NORMALITÀ»

«Il ragazzo che era risultato positivo - conclude Fautelli - sta bene, non ha mai avuto sintomi. È felice anche lui che i tamponi effettuati dai compagni siano risultati negativi, perché si sentiva responsabile di questa situazione. Lo aspettiamo al più presto». Pierpaolo Spettoli © RIPRODUZIONE RISERVATA


IV

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Virus, i nodi

Tamponi ai prof i medici di base: «Non li facciamo» Il sindacato Snami: «No ai test nei nostri ambulatori, troppi i rischi» `

LA POLEMICA TREVISO Test sierologici ai docenti: quasi il 40% dei medici di base dice no. E l’azienda sanitaria è costretta a cambiare strategia. In ogni comune una task force mandata direttamente dall’Usl contribuirà a effettuare i tamponi sugli insegnanti scoperti. Lunedì arriveranno i tamponi in distretto, martedì il direttore generale Francesco Benazzi vedrà i sindaci trevigiani chiedendo di mettere a disposizione dei locali adatti per una sessione cumulativa di tamponi.

TEMPI STRETTI Manca meno di un mese all’inizio della scuola e ci sono 18 mila persone da testare. Ma all’accordo non hanno ritenuto di aderire i medici di base dello Snami, sindacato che raggruppa oltre il 36% dei medici di base trevigiani. E anche tra gli iscritti alla Fimmg ci sono perplessità che riguardano soprattutto l’opportunità di tenere i test negli ambulatori e la mancanza di copertura assicurativa per il medico in caso di contagio. «Non siamo contrari perchè non vogliamo aiutare la popolazione in questo momento - sottolinea però Bruno Di Daniel, presidente provinciale dello Snami - siamo molto preoccupati perchè c’è un rischio importante negli ambulatori dei medici di famiglia. Stiamo cer-

LE MODIFICHE TREVISO Gli istituti ricorrono alle misure più svariate per garantire il distanziamento degli allievi e le lezioni in presenza. Così, c’è la scuola elementare che ha scelto di trasformare la mensa in classi, chi ha abbattuto le pareti, chi ha deciso di destinare nuovamente alla didattica vecchie scuole dismesse. D’altro canto, poi, ci sono scuole che stanno puntando su traslochi di aule e rimodulazione degli orari. La scelta dell’amministrazione di Montebelluna per la scuola primaria Saccardo è emblematica della rivoluzione cui costringe la necessità di garantire, agli alunni, il distanziamento. Di conseguenza, anche in un istituto in cui mangiare in mensa sarebbe stato teoricamente possibile (altrove no, dato che non è consentito pranzare nei seminterrati per scarsa aerazione), si è optato per una diversa destinazione

PRIMARIE La giunta comunale ha approvato ieri il progetto definitivo-esecutivo dei lavori di ade-

Piano b di Benazzi: «Task force dall’Usl ma chiedo ai sindaci altri spazi idonei» `

cando di ridurre l’ingresso negli ambulatori per evitare il contagio. Mescolare persone suscettibili di malattia come scompensati, anziani, diabetici, neoplastici con persone che potenzialmente possono avere il virus rischia di far esplodere il contagio e di mettere a rischio proprio le fasce più fragili. Inoltre facendo i test non potremmo più seguire i nostri malati: solo per leggere il test ci vogliono 30 minuti, ogni medico ha in media 50 docenti da processare. E gli altri? Insomma, per noi è un’idea che non ha senso. Questa cosa deve essere organizzata in altro modo: siamo disponibili ad andare come volontari a fare i test ai docenti ma in un ambiente sicuro per i pazienti, non nei nostri ambulatori».

LE DIVERGENZE All’origine del diniego anche questioni contrattuali. «Il discorso del pagamento esiste ammette Di Daniel - non tanto per la prestazione, quanto per i costi di sanificazione degli ambulatori e di smaltimento dei materiali. Si tratta comunque

I KIT DISTRIBUITI NEI DISTRETTI LUNEDI’ PROSSIMO: «IN BASE A QUANTI LI RITIRERANNO CAPIREMO QUALI FORZE ALTERNATIVE DISPORRE»

IL PIANO Sono 18mila, fra personale Ata e docenti, le persone che dovranno sottoporsi al tampone prima dell’inizio della scuola L’usl ha chiesto supporto ai medici di base, ma ci sono dei nodi

di un accordo passato sopra le nostre teste, ed è un compito che non fa parte del lavoro del medico di famiglia».

L’ORGANIZZAZIONE Incassato il no dello Snami la Usl 2 ha riorganizzato il servizio. «Lunedì arriveranno i test nei diversi distretti: ieri ho fatto inviare una lettera ai medici di base. In base a quanti ritireranno i kit sapremo che forze alternative mettere in campo. Martedì ho convocato i sindaci della provincia: la nostra richiesta è

che i comuni mettano a disposizione dei locali pubblici sicuri per poter effettuare la campagna di test con il personale dell’Usca. Poi sentiremo il Provveditorato per dare informazioni precise ai docenti: chi non potrà andare dal medico di base saprà dove rivolgersi». Entro la metà della prossima settimana l’obiettivo dell’azienda sanitaria è fornire tutte le indicazioni definitive a professori e personale Ata. «Voglio tuttavia ringraziare quei medici che hanno dato la propria libera adesione

a questo protocollo. E ribadisco il mio ringraziamento alla Fimmg che ha dato completa disponibilità in questo momento di emergenza». Dalla Fimmg Brunello Gorini ribadisce che la stragrande maggioranza degli associati ha già acconsentito ai

LA CAMPAGNA è pronta a partire ma una parte dei medici di base non è disposta ad effettuare i tamponi nei propri ambulatori: temono possano esservi dei rischi per i propri pazienti

Giù le pareti della mensa e dell’aula magna: «Classi in tutti gli spazi» guamento. Ovviamente, se la mensa servirà per le lezioni, i bambini qui e altrove pranzeranno in classe, con mono porzioni che, fra l’altro, comporteranno costi maggiori per l’ente pubblico che solo per l’adeguamento si accollerà una spesa di 130mila euro. Alla Saccardo saranno realizzate due nuove aule della capienza ciascuna di 26 alunni, oltre a un nuovo ripostiglio per lo stoccaggio momentaneo dei banchi non utilizzati. Non solo. Relativamente all’aerazione delle aule, queste ver-

ALLA SACCARDO DI MONTEBELLUNA DUE AULE AL POSTO DELLO SPAZIO PER IL PRANZO, CHE SI CONSUMERÀ IN CLASSE E COSTERÀ DI PIÙ

ranno dotate di un nuovo impianto di ricambio aria. «Quello alla Saccardo –dice il sindaco Marzio Favero– rappresenta l’unico intervento di edilizia scolastica importante necessario per adeguarsi alle normative anti Covid, mentre altri micro interventi saranno eseguiti nelle altre scuole pubbliche». In altri casi a Montebelluna si è invece optato per modifiche nell’organizzazione oraria e trasferimenti delle classi stesse. Così per cinque classi della primaria Marconi (le meno numerose), si prospetta il trasferimento alla Pascoli di Contea. E viceversa. Anche a Castelfranco –dice il sindaco della città del Giorgione, Stefano Marcon– abbiamo utilizzato degli spazi mensa come classi. Mi risulta che la scelta sia stata fatta sia a Bella Venezia sia a Salvarosa». ELEMENTARI La scuola primaria Saccardo a Montebelluna

ISTITUTI SUPERIORI

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MODIFICHE ANCHE ALLE SUPERIORI SFRUTTANDO GLI ANDRONI E PIÙ RIENTRI POMERIDIANI. SODDISFATTO MARCON: «CI SONO GLI SPAZI»

Per quanto riguarda invece le scuole superiori, lo stesso Marcon in qualità di presidente della Provincia si dice soddisfatto del lavoro fatto. «Abbiamo trovato una bella quadra –dice–. Gli spazi richiesti sono stati messi a disposizione nella maggior parte dei casi. Le classi riu-


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Primo Piano

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Aia, si allargano i controlli test su settecento lavoratori L’allarme dei sindacati: «Rischio sociale, prendere tutte le precauzioni» Dislocata parte della produzione. Ancora test sui vacanzieri: trovati 28 positivi `

IL FOCOLAIO VAZZOLA La campagna di tamponi sarà estesa a tutti i lavoratori dello stabilimento dell’azienda Aia e Agricola Tre Valli. Il numero di persone che nei prossimi giorni sarà sottoposto al test da parte della Usl della Marca sale dunque vertiginosamente e tocca quota 675. Tanti sono coloro che sono impiegati nella ditta in via Cesare Battisti, parte del Gruppo Veronesi e colosso nel settore della lavorazione del pollame. La decisione ufficiale è stata confermata ieri dall’Azienda sanitaria che entro venerdì prevede di raddoppiare il numero di tamponi eseguiti sui lavoratori dopo le forti pressioni giunte dai sindacati che denunciano: «Il rischio è alto anche dal punto di vista sociale». A inizio settimana, dopo la scoperta di un primo contagiato e di ulteriori 19 dopo un primo ciclo di test, ne erano stati programmati circa 300, ma ora si è deciso di procedere a controllare tutti coloro che gravitano attorno allo stabilimento. Nel comune di Vazzola non risultano residenti positivi, mentre alla Bartolini di Casale sul Sile sarà realizzato un altro giro di tamponi su 32 persone risultate positive nelle scorse settimane. Intanto nella giornata di ieri sono emersi 28 contagi tra i vacanzieri di ritorno dalla Croazia e dalla Grecia.

POSITIVI E CONTROLLI tamponi. «A noi invece risulta che ci siano stati molti no-tiene a precisare Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snami- A quanto mi consta anche un terzo della Fimmg si è detto contrario, ma senza dubbio noi siamo per il no. Non ci sono re-

gole precise, e soprattutto per noi non ci sono tutele. Abbiamo proposto di fare delle maxi sessioni tipo quella al Palaverde ma non è stato possibile. Non può ricadere tutto sui medici di base. È un problema dello Stato e lo deve ora affrontarlo». I test dovrebbero partire dal 24 agosto 2020 e sino ad una settimana prima che inizino le attività didattiche: l’obiettivo è partire con una situazione epidemiologica chiara e trasparente. Elena Filini © RIPRODUZIONE RISERVATA

sciranno a lavorare prevalentemente in presenza». A Vittorio Veneto, ad esempio, al liceo artistico Munari che con i suoi 650 studenti è tra le più frequentate scuole superiori della Marca, la dirigente scolastica sta lavorando da mesi alla ripartenza dell’anno scolastico nel rispetto

delle misure anti contagio. «Entro fine settembre –spiega la professoressa Franca Braido– avremo pronte anche due nuove aule ottenute dalla suddivisione dell’aula magna». Con dei muri in cartongesso verranno così ricavati altri due spazi fruibili dai ragazzi. «Probabilmente poi due o tre classi avranno un rientro in più al pomeriggio. Già nella nostra scuola i ragazzi fanno due rientri a settimana. Per alcune ce ne sarà un terzo, compensato da una mattina a casa. Faremo anche un doppio turno per il pomeriggio». E pure al liceo Canova di Treviso è stato deciso di utilizzare l’aula magna per gruppi particolarmente numerosi come del resto anche alla scuola media di Volpago. E, se in alcuni casi è stato deciso di ricorrere alla mensa o all’aula magna, in altri casi è stato scelto di dimezzare il numero delle classi. Alla primaria di Volpago, ad esempio, dove ce n’erano quattro ne sono state ricavate due, mentre a Selva è stata rimessa a disposizione delle attività didattiche una scuola chiusa ormai da alcuni anni. Laura Bon © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alla Aia l’allarme è scattato quando un dipendente ha accusato alcuni sintomi e dopo il tampone ha avuto la conferma del contagio. A quel punto è scattato il protocollo di mappatura dei suoi più stretti contatti, partito da 36 colleghi di lavoro. Di questi, 20 sono risultati positivi, gli unici al momento. A fronte dell’emergere di un nuovo focolaio la ditta di concerto con la Usl ha avviato una massiccia campagna di tamponi. Martedì sui dipendenti di Aia ne sono stati eseguiti altri 136 a cui si ag-

L’INIZIATIVA TREVISO Partirà il 26 agosto a Valdobbiadene, Conegliano e Oderzo la massiccia campagna di test destinati ai tremila lavoratori stagionali in arrivo nella Marca in vista della vendemmia. Un’impresa importante, nata per riuscire da un lato a garantire la presenza vitale della manodopera tra i celeberrimi vitigni del Trevigiano, che senza i lavoratori provenienti dall’estero vede a rischio il periodo più delicato dell’anno. Dall’altro un’iniziativa necessaria per garantire la massima sicurezza durante il soggiorno in Italia, vista l’origine della maggior parte delle persone in arrivo dall’Est Europa e zone considerate a rischio. Dopo il lancio del progetto concertato da Usl, Coldiretti e Confagricoltura, ieri sono state rese note le sedi in cui verranno eseguiti i test sierologici e le modalità operative.

LE ZONE Sono circa tremila i lavoratori stagionali stranieri attesi nella Marca nelle prossime settimane. Le loro destinazioni saranno

giungono gli 80 di ieri. Oggi ne sono in programma circa 200 e i 675 saranno completati entro la fine della settimana. I risultati dei test già eseguiti sono ora in fase di processazione nel reparto di microbiologia dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e oggi si prevede di averne già una parte. «Il Servizio di igiene e sanità pubblica si reca in azienda ogni giorno per quattro ore per completare l’indagine epidemiologica» spiega il direttore generale della Usl, Francesco Benazzi.

L’AZIENDA

Il direttore ha anche disposto un’ispezione nei locali, rilevando il rispetto delle norme anti contagio. All’interno dello stabilimento vi sono settori in cui i dipendenti operano a stretto contatto, motivo per il quale si è deciso di procedere con i tamponi a tappeto. Anche i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno sottolineato la collaborazione da parte dell’azienda nell’arginare il focolaio, adottando l’uso del termoscanner per misurare la temperatura corporea all’ingresso della ditta e dislocando parte della produzione in altri stabili-

Vendemmia, ambulatori anche al Cerletti I LAVORATORI La manodopera stagionale straniera è essenziale per la riuscita della vendemmia nei vigneti trevigiani

TRA IL 26 E IL 28 AGOSTO CHI ARRIVA DALL’ESTERO DOVRÀ FARE IL TEST A CONEGLIANO, A VALDOBBIADENE O A ODERZO

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le aree più note per la produzione vitivinicola della provincia, a partire dalle colline del prosecco patrimonio dell’Unesco per arrivare al Coneglianese e all’Opitergino, celebre per i suoi vini rossi. In questi tre punti nodali la Usl e le associazioni di categoria hanno istituito le sedi in

menti del gruppo. La preoccupazione tuttavia non manca e le rappresentanze sindacali hanno avanzato forti pressioni per l’avvio della campagna di tamponi. «Ciascuno deve operare per garantire la sicurezza, poiché questa situazione nasconde anche un forte rischio sociale –sottolineano Rosita Battain, Andrea Meneghel e Michele Gervasutti–. Il numero iniziale di tamponi era insufficiente. Siamo sollevati per la scelta di aumentarlo». Serena De Salvador © RIPRODUZIONE RISERVATA

cui tutti i lavoratori si dovranno presentare. La prima si troverà all’ospedale di Valdobbiadene, la seconda all’istituto enologico Cerletti di Conegliano e la terza nella sala polivalente di Oderzo messa a disposizione dal sindaco Maria Scardellato.

LA PROCEDURA «Partiremo il 26 agosto e confidiamo di riuscire a sottoporre all’esame circa tremila persone in tre giorni grazie alle tre zone strategiche –ha commentato il direttore generale della Usl, Francesco Benazzi–. Dunque tra il 26 e il 28 agosto si svolgerà il grosso del lavoro che sarà organizzato in base a un calendario in fase di stesura». Gli stagionali saranno sottoposti al test sierologico rapido e, chi dovesse risultare positivo, effettuerà poi il tampone di conferma. Individuati i luoghi giusti, restano le perplessità delle aziende che, in caso di personale contagiato, dovrà mettere a disposizione dei locali per la quarantena e operare con meno lavoratori. Problemi ai quali Coldiretti sta cercando soluzione con un sostegno economico. Sds © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

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L’emergenza a Nordest SMARTPHONE Un utente mostra la app “Immuni” sul proprio cellulare: anche “Zero Covid Veneto” potrà essere scaricata gratuitamente dagli store Google e Apple

L’INNOVAZIONE VENEZIA A sei mesi dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, la Regione è pronta a lanciare l’app “Zero Covid Veneto”. Palazzo Balbi fa sapere che sono state completate con successo le analisi di impatto per garantire la privacy dei cittadini, per cui da settembre verrà promossa una campagna di comunicazione per invitare le persone a scaricare gratuitamente l’applicazione, realizzata dalla struttura interna guidata da Lorenzo Gubian e finalizzata alla prevenzione precoce dei focolai attraverso la presa in carico dei casi sospetti. Inserendo i propri dati personali, compresi i sintomi accusati, sarà infatti possibile veder scattare due livelli di allerta, che comporteranno l’intervento del Sistema sanitario regionale.

LA POLEMICA La novità è citata nel “Piano emergenziale per l’autunno 2020”, il quale prevede che i dati provenienti dai laboratori di Microbiologia debbano essere processati dal sistema di biosorveglianza, nonché «essere correlati con i sintomi raccolti dalla app “Zero Covid Veneto” (di prossima eventuale implementazione) per identificare molto più precocemente l’insorgere di nuovi casi o focolai». Letto questo passaggio, l’aspirante consigliere regionale Giorgio Burlini del Movimento 5 Stelle vi ha scorto un doppione di “Immuni”: «Ma come, esiste già una app nazionale sul campo, gratuita, e non la vogliamo usare già da adesso per tracciare casi sospetti?». Il candidato governatore Enrico Cappelletti ha così rinfocolato la polemica: «Zaia è ancora in tempo per correggere il piano pandemico e introdurre l’app “Immuni” come uno degli strumenti utili, invece di aspettare una app veneta che ha poco senso in un panorama di spostamenti nazionali e internazionali». Il senatore Giovanni Endrizzi

Focolai, la Regione lancia l’app “Zero Covid Veneto” Da settembre si potrà scaricare l’applicazione che prende in carico i casi sospetti In base ai sintomi, interviene il medico di base o l’Ulss. «La privacy? Test superato» `

Il grafico sulle mascherine

“Non veritiero”, Facebook blocca Zaia VENEZIA “Informazione parzialmente falsa”. E fu così che Facebook bloccò un post del governatore leghista veneto Luca Zaia. È successo ieri quando sulla pagina di Zaia è comparso un grafico sui rischi di trasmissione del coronavirus a seconda che si indossi o meno la mascherina e si rispetti il distanziamento sociale. Ma il messaggio è stato ritenuto non veritiero da controllori indipendenti e Fb l’ha segnalato. E Zaia ha cancellato il post. (al.va.)

IL MOVIMENTO 5 STELLE: «INUTILE DOPPIONE DI “IMMUNI”, ZAIA PROMUOVA QUELLA» PALAZZO BALBI: «STRUMENTI DIVERSI»

73

11

I nuovi casi in Veneto

Le nuove infezioni in Fvg

VENEZIA Torna a salire il numero dei contagiati. Sia in Veneto (73) che in Friuli Venezia Giulia (11), giusto per restare a Nordest. Ma anche complessivamente in Italia: 642, il dato più alto da due mesi a questa parte.

642

5

La variazione in Italia

I positivi al Marco Polo

IN VENETO

Tornano a salire i contagi, mai così tanti da due mesi

IL BOLLETTINO

Va detto che, ancora una volta, l’incremento di 73 registrato in Veneto è strettamente correlato all’imponente mole di tamponi effettuati: solo ieri ben 14.235, unica regione a cinque cifre in tutto il Paese, con cinquemila diagnosi in più dell’Emilia Romagna e della Lombardia attestate intorno a quota 9.000, per non dire delle altre. Comunque sia la variazione di giornata porta a 21.415 il totale dei casi dall’inizio dell’emergenza, di cui 1.691 attualmente positivi. E di conseguenza torna ad aumentare pure la massa delle quarantene: 6.444, benché solo 175 dei soggetti in isolamento domiciliare manifestino sintomi. Un altro morto arrotonda la tragica conta a 2.100, ma in compenso non peggiora la situazione negli ospedali: 118 i ricoverati in area

non critica e 7 in Terapia Intensiva, dei quali 44 infetti.

IN FRIULI VENEZIA GIULIA Degli 11 nuovi casi rilevati in Friuli Venezia Giulia, 9 riguardano infezioni contratte fuori regione. Il conto arriva così a 3.533, di cui 210 al momento positivi. Stabile il quadro delle degenze (3 in Terapia Intensiva e 7 in altri reparti), così come quello delle vittime (sempre 348).

ha citato i 16 milioni di utenti che hanno scaricato l’app nazionale in Germania, contro i 4,5 in Italia: «Lì maggioranza e opposizione l’hanno appoggiata. Qui invece abbiamo vissuto un vero e proprio clima di avversità da parte dell’opposizione».

FINALITÀ E FUNZIONAMENTO Ma la Regione ribatte che si

tratta di due strumenti completamente diversi per finalità e per funzionamento. Si legge sul sito di “Immuni”: «A chi si è trovato a stretto contatto con un utente risultato positivo al virus del Covid-19, l’app invia una notifica che lo avverte del potenziale rischio di essere stato contagiato. Grazie all’uso della tecnologia Bluetooth Low Ener-

gy, questo avviene senza raccogliere dati sull’identità o la posizione dell’utente». In sostanza, i due cellulari si parlano nel reciproco anonimato e l’apparecchio del contagiato avverte l’altro del pericolo». Spiega invece la delibera regionale che disciplina il sistema informativo connesso all’emergenza sanitaria: «L’app mobile “Zero Covid Veneto” dovrà raccogliere su base volontaria i sintomi correlati al Covid-19 dei cittadini della Regione del Veneto. Il fine di garantire una presa in carico dei casi, a seconda della gravità dei sintomi, o da parte dei Mmg (medici di medicina generale, ndr.) o da parte dei Sisp (Servizi di igiene e sanità pubblica, ndr.). La finalità ultima è quella di agire il più precocemente possibile sull’insorgenza di nuovi casi ed evitare la nascita di nuovi focolai. L’applicazione non effettuerà contact tracing e non utilizzerà il Gps per localizzare i dispositivi». Dunque l’utente è tenuto a comunicare i propri dati personali e soprattutto i disturbi che avverte, dalla febbre, alla perdita del gusto e dell’olfatto, alla difficoltà respiratoria. Sarà il sistema a capire, in base alla tipologia e alla gravità dei sintomi dichiarati, se dev’essere allertato il medico di base o se è necessario inviare a casa del soggetto l’Unità speciale di continuità assistenziale. In questo modo non viene fatta la tracciatura dei contatti: l’obiettivo è prendere in carico il paziente. In questo senso “Zero Covid Veneto” funzionerà come uno strumento di automonitoraggio, per cui la Regione conta di utilizzarlo anche nelle attività di sorveglianza per «i casi sospetti, confermati, i loro contatti così come i soggetti sottoposti a quarantena per i rientri dall’estero». E la privacy? Test superato, dicono da Palazzo Balbi: Azienda Zero, in quanto gestore operativo del software, «ricopre il ruolo di responsabile del trattamento, sia per conto delle aziende Ulss, sia per conto della Regione del Veneto». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

NON VENGONO TRACCIATI I CONTATTI IN ANONIMO: L’UTENTE È TENUTO ANZI A INSERIRE I PROPRI DATI PERSONALI E I DISTURBI ACCUSATI

A VENEZIA Tamponi sui turisti all’aeroporto Marco Polo di Tessera

IN ITALIA

NEGLI AEROPORTI

I 642 contagi riscontrati in tutta Italia, mai così tanti dal 23 maggio e in linea con i giorni precedenti al lockdown del 10 marzo, aggiornano la contabilità a 255.278. Anche in questo caso sono aumentati i tamponi (71mila, cioè 20mila più del giorno prima), ma a salire è pure il numero dei malati intubati (66). Altri 7 i decessi, per un totale finora di 35.412.

Intanto continuano le attività di screening negli aeroporti, a cominciare da quelli del Veneto. Dal 15 agosto al Marco Polo di Venezia sono stati effettuati 3.100 tamponi, su turisti provenienti per il 58% dalla Spagna, per il 40% dalla Grecia e per il 2% da Malta; al Catullo di Verona ne sono stati registrati 1.153, di cui il 60% relativi alla Spagna e il 40% alla Grecia. Pochissimi i positivi: il da-

L’AUMENTO A LIVELLO NAZIONALE SI RIFLETTE ANCHE A NORDEST MA È STRETTAMENTE LEGATO AL NUMERO DEI TAMPONI FATTI

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to di Tessera è pari a 5. Proprio ieri Francesco Vaia, direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma e presente per i controlli a Fiumicino, ha ribadito la necessità che si arrivi presto ai test prima dell’imbarco. «Quello che si sta facendo nei due scali romani ed in altri aeroporti italiani – ha premesso – è un’azione assolutamente di grande importanza dal punto di vista della sanità pubblica e della prevenzione, in modo che i contagiati non vadano in giro a far circolare il virus. Ma si può fare di più, un passaggio in più, e sarebbe un obiettivo assolutamente raggiungibile e possiamo farcela: dobbiamo fare in modo che il cittadino positivo al Covid non si imbarchi a bordo dell’aereo. Tutti i cittadini, prima di imbarcarsi, devono fare il test a monte, arrivando così alla modalità di “un biglietto-un tampone”. C’è bisogno che chi si imbarca abbia fatto il test e sia risultato negativo. Altrimenti non deve essere imbarcato. Una misura che servirebbe a garantire viaggi in maggior sicurezza e di questo se ne avvantaggerebbe sicuramente il trasporto aereo». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


Primo Piano 5

IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 20 Agosto 2020

Massima attenzione

«Continuiamoarimanere responsabiliperchéilvirus nonèscomparso» ALESSIABEVILACQUA SINDACODIARZIGNANO

Icontrolli funzionano

«Èimportanteseguire iprotocollidellaRegione emantenereledistanze» MANUELXAUSA SINDACODIBREGANZE

Inuovi protocolli

«Ottimolavorodisquadra, inpochigiorni,moltepersone cihannoringraziato» MANUELALANZARIN ASSESSORE REGIONALE SANITÀ

LE VERIFICHE ALL’INGRESSO. Gli scali veneti e i rientri dai Paesi a rischio. Intanto a Verona è boom di isolati (+305) in attesa degli esiti dell’esame

Aeroporti,4milatamponie6positivi Cinque casi al terminal di Venezia eunoal Catullo:arrivavadaIbiza Lanzarin:«AnalisidaFerragosto eadessoanche coniltestrapido» Cristina Giacomuzzo

per chi arriva dai quattro Paesi inseriti nella black list del contagio, si sono formate lunghe colonne di persone in attesa di sottoporsi al test oro-faringeo negli ambulatori presidiati da squadre di infermieri e altro personale che da settimane si dedicano a questo sempre più imponente lavoro. In due giorni ben 2.020 tamponi. Solo la mattina del 15 agosto a presentarsi nei tre ospedali sono stati 1.622 vicentini: 1322 al San Bortolo, 196 ad Arzignano, 104 a Noventa. Domenica poi un altro contingente di 398 persone nelle sale predisposte per questa nuova e straordinaria tornata di tamponi: a Vicenza 237, al Cazzavillan 116, al Milani 45. Numeri più pesanti, ovviamente, per i rientri dalla Croazia, meta da sempre prediletta dai vicentini. L’80% dei richiedenti-tampone aveva soggiornato in uno dei centri di vacanza della penisola istriana o nelle isole dalmate. Apertura alle 7. Chiusura alle 13. Massima affluenza fra le 8 e le 10 All’interno operazioni celeri. Ritmi serrati. File ordinate. E tutto è filato liscio. Si è dovuto aspettare poco. Gente per lo più collaborativa, anche se, come capita, non sono mancati i soliti impazienti. Inoltre, il sospetto che nel mucchio si sia intrufolato qualche “abusivo” dal viso più pallido, senza segni di tintarella e di raggi “calienti”, magari per strappare il tampone gratuito a risposta rapida. Numeri molto più leggeri da lunedì a ieri. «E adesso – dice Andrea Gregori, infermiere che ha lavorato per ore al punto-tamponi del San Bortolo – ci attendiamo arrivi ancora più consistenti in questo prossimo fine settimana che per molti rappresenta la fine del periodo di ferie». Del resto nel Veneto, soltanto nei primi due giorni post-ordinanza, oltre 12 mila turisti di rientro si sono sottoposti alla prova dei tamponi. E Vicenza, nel Veneto, è stata l’azienda che, dopo Treviso (appena sopra con 2241 test), ne ha fatti di più. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Postazioni dedicate, personale amministrativo per la raccolta dei dati e infermieri per l’esecuzione del tampone naso-faringeo negli aeroporti di Venezia e di Verona. Si continua così dal 15 di agosto, da quando cioè a tempo di record, sono stati allestiti gli spazi con il personale delle Ulss Serenissima e Scaligera, dirottato a far prelievi ai vacanzieri di rientro dai Paesi finiti nella lista nera del governo a cui ha fatto seguito un’ordinanza firmata dal presidente del Veneto, Luca Zaia. «Un’operazione realizzata davvero in pochissimo tempo grazie a un ottimo lavoro di squadra», commenta l’assessore alla sanità, Manuela Lanzarin. A ieri al Marco Polo di Venezia erano stati raccolti 3.100 tamponi. Per il 58% arrivano dalla Spagna, il 40% dalla Grecia e appena il 2% da Malta. I positivi: al momento risultano 5. E al Catullo di Verona a ieri erano stati effettuati 1.153 prelievi di cui 693 dalla Spagna e 460 dalla Grecia. Esiti? Un positivo proveniente da Ibiza. TUTTI IN FILA, MOLTI I GRAZIE E QUALCHE RITARDO. Questi i

dati forniti dalla Regione che riassumono l’attività che viene svolta negli aeroporti veneti: una volta atterrati i viaggiatori hanno la possibilità di svolgere lì il prelievo o di tornare a casa ed effettuarlo negli ambulatori che ogni singola Ulss ha attivato. Tutti in fila appena sbarcati, ancora dentro al terminal? «In mol-

AlCatullo eseguiti1.153 esami,3.100 alMarcoPolo Arrivi soprattutto dallaSpagna

tissimi hanno scelto di togliersi il pensiero direttamente in aeroporto - commenta Lanzarin -. Ovviamente il boom si è registrato tra sabato e domenica visto che la maggior parte dei voli si concentra in quei giorni. In ogni caso, i presidi sono operativi e abbiamo ricevuto anche ringraziamenti da parte di persone che, sbarcate, hanno scoperto di essere positive. Poche, per fortuna. Va detto che, soprattutto su Verona, abbiamo ricevuto delle segnalazioni di ritardi. A rallentare sono stati anche i disguidi per l’invio dei referti perché a Verona hanno eseguito il tampone dei viaggiatori che vivono in Lombardia e in Trentino Alto Adige». Intanto, però, nella provincia scaligera, proprio per i vacanzieri di rientro dalle ferie testati in aeroporto o negli ambulatori dell’Ulss, si registra un boom di persone in isolamento fiduciario: in 24 ore + 305 casi. E le persone con sintomatologia passano da 41 a 65. TAMPONI E TEST RAPIDI. Accanto ai tamponi - che richiedono tempo per l’esito che va comunicato dalle 10 alle 48 ore successive - ora si stanno utilizzano, o si sta per iniziare, pure i test rapidi: una manciata di minuti e si ha il risultato. «Il ministro alla sanità, Roberto Speranza, ne ha inviati in Veneto 7.500: 5mila per lo scalo di Venezia e gli altri per Verona. Anche Azienda Zero ne ha acquistati 10mila. Saremo in grado di affrontare le prossime giornate di arrivi mantenendo veloce il ritmo di risposte». L’altra possibilità che hanno i vacanzieri, come detto, è svolgere il test nelle Ulss di appartenenza. «La scelta di aprire degli ambulatori ad hoc a cui si può accedere senza prenotazione dalle 7 alle 13 - chiude Lanzarin - si è registrata la scelta più giusta per affrontare questa mole inattesa di esami». • © RIPRODUZIONERISERVATA

Turistiall’aeroportoCatullo di Veronadi ritornodalla Grecia,Croazia, Spagnao Malta in filainattesa dieffettuareiltampone

FOCUS. Appellodella Coldirettiperché èarischio anchelavendemmia

«Controlliestesianche ai lavoratori stagionali» Ipotesi di postazioni mobili vicinoai campidiraccolta «Cisono poi 4milaromeni bloccatinel loropaese» Per la vendemmia e la raccolta della frutta in Veneto la campagna attende – solo per questo mese - 4mila stagionali specializzati bloccati nei Paesi d’origine per l’emergenza sanitaria. Sono i dati di Coldiretti che lancia l’appello per estendere i tamponi all’arrivo in Italia anche lavoratori nei campi provenienti dall’estero: «Una misura strategica - dicono per salvare una produzione di circa 182 milioni di chili di mele sugli alberi appena iniziata come pure la vendemmia». E cita l’esempio del Trentino Alto Adige dove è stato dato il via libera anche ai test sui lavoratori nei campi provenienti dall’estero che potranno partecipare da subito alle attività di

TREVISO. Dopolanotizia deipositivi alCovid

Rivoltaall’ex caserma Arrestati4 profughi Avevano anche sequestrato degli operatori oltre che fomentare la rivolta. E così ieri quattro richiedenti asilo, di età compresa fra i 23 ed i 35 anni, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare della magistratura trevigiana perchè accusati di essere fra i responsabili dei disordini avvenuti fra l’11 ed il 12 giugno scorsi nei locali della ex caserma «Silvio Serena», di Casier (Treviso), in cui erano domiciliati. I reati contestati sono quelli di sequestro di persona, devastazione e saccheggio. In quella circostanza vari ospiti

Poliziadavantiallaexcaserma

Stagionalicon mascherinadurantela vendemmia

raccolta della frutta e dell’uva. «In questo modo - dicono da Coldiretti - i lavoratori stranieri che superano il test potranno svolgere le attività di raccolta. Come associazione abbiamo avviato una campagna di comunicazione rivolta alle imprese e agli stessi lavoratori per garantire il rispetto delle regole e tutela-

re la salute pubblica». In realtà, anche in una ordinanza firmata dal presidente del Veneto, Luca Zaia, vengono chiaramente citati come categoria a rischio anche i lavoratori stagionali, insieme alla badanti, per esempio. Insomma, anche per loro è fatto d’obbligo effettuare il tampone da qualsiasi

paese provengano. E infatti nella zona del prosecco trevigiano, quindi Conegliano, Valdobbiadene e Oderzo, in collaborazione con l’Ulss e le categorie della zona si sta lavorando all’ipotesi di attivare a breve una sorta di laboratori volanti, cioè delle postazioni mobili dove effettuare prima il test sierologico e poi, eventualmente, il tampone se dovesse risultare positivo. Restano in sospeso poi tante questioni come quella, per esempio, di dove isolare le persone che si dovessero scoprire positive e asintomatiche. Secondo Coldiretti in ogni caso queste campagne vanno messe in atto velocemente per riuscire a salvare le produzioni Made in Italy. Di più. Servirebbe inoltre la possibilità anche agli studenti e ai pensionati italiani di poter lavorare nei campi attraverso una radicale semplificazione del voucher “agricolo”. Un provvedimento che, stima Coldiretti, interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà. • © RIPRODUZIONERISERVATA

ILCASO. «Informazioneparzialmente falsa» avevano dato vita ad una violenta reazione in seguito alla diffusione della notizia relativa alla positività da Covid-19 di una fra le persone residenti nella ex struttura militare con conseguente obbligo di dimora per tutti i presenti. Alcuni fra gli operatori della cooperativa di gestione, tra cui anche dei medici, erano stati costretti a rifugiarsi in una stanza dalla quale sarebbe stato impedito loro di uscire a lungo mentre si sarebbero registrati casi di danneggiamento di arredi e suppellettili. La protesta fu connotata anche dal lancio di sassi ed altri oggetti, fra cui una bicicletta, verso le forze dell’ordine. Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia. • © RIPRODUZIONERISERVATA

FbcensurailpostdiZaia sull’usodellemascherine “Informazione parzialmente falsa”. È la scritta comparsa ieri mattina sopra a un post della pagina Facebook ufficiale di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Il “fact-checking” del noto social, dunque, non ha risparmiato il governatore, che ha prontamente rimosso il post contestato. Dov’è caduta la censura di Facebook? Zaia aveva postato un’infografica in cui veniva illustrata l’efficacia delle mascherine nel contrasto alla trasmissione del virus. Un’immagine, questa, anticipata dalla scritta «Qualche

Ilpost cancellatodi Zaia

numero significativo». A onor del vero, l’illustrazione scelta da Zaia è di quelle viste e riviste in questi mesi di pandemia. Il post di Zaia è stato oscurato da Facebook. La contestazione mossa al post di Zaia è stata motivata da una serie di articoli scientifici che sottolineavano l’impossibilità di documentare quelle proiezioni, e tanto meno di arrivare a dati così precisi. Lo stesso “fact-checker” che ha contestato il post di Zaia ha scelto però la formula che scagiona “parzialmente” il presidente. Il motivo? Il messaggio veicolato - e cioè che è bene indossare la mascherina - è assolutamente pedagogico, e quindi portatore di un buon consiglio. • © RIPRODUZIONERISERVATA


VENEZIA

GIOVEDÌ 20 AGOSTO 2020 LA NUOVA

Progetto venisia, lanciato da ca’ Foscari con il sostegno della regione

Venezia punta all’innovazione con nuove aziende in città L’obiettivo è creare qui un polo legato a sostenibilità e mutamenti climatici portando personale ad alta professionalità a soggiornare nella città storica Ma che potrebbe allargarsi appunto anche a chi venga a vivere e a lavorare a Venezia almeno per un periodo di tempo, legato alla nuova iniziativa, Contatti con il mondo imprenditoriale sono già stati intrapresi ma tutto verrà presentato ufficialmente dopo le elezioni amministrative a Venezia per evitare

Enrico Tantucci

Progetto VeniSIA, per ripopolare Venezia e attirare soprattutto imprese, manodopera qualificata e attività produttive legate sopratutto al tema della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici, oltre dell’innovazione. Andando finalmente oltre la monocultura turistica. Un progetto ambizioso, VeniSIA sta per Venice Sustainability Innovation Accelerator, predisposto dall’Università di Ca’ Foscari nel periodo del Covid e che vede già la Regione Veneto come partner con un protocollo d’intesa che sarà stilato nei prossimi mesi e che dovrebbe vedere come partner anche l’Iuav, agganciando all’iniziativa anche il protocollo già formato dalla Regione oltre che dal Comune di Venezia che prevede la messa a disposizione di alloggi turistici ora sfitti, per studenti universitari e ricercatori.

Presto stilato un protocollo d’intesa affrontando anche il tema degli alloggi ogni possibile strumentalizzazione politica. A stilare il progetto, il professor Carlo Bagnoli, del Dipartimento di Managenent di Ca’ Foscari, delegato del rettore all’Innovazione Strategica. «L’obiettivo principale del progetto» spiega «è fare di Venezia un acceleratore di inno-

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vazione per lo sviluppo di soluzioni per la sostenibilità e il cambiamento climatico. Sviluppando, in particolare, progetti innovativi sulla base delle esigenze delle aziende coinvolte, attirando nella città storica di Venezia persone ad alta qualificazione professionale, favorendo così sia la conseguente residenzialità temporanea, per la durata dei progetti, sia quella stabile. Ne discuteremo anche nella nuova edizione dello Strategic Innovation Forum di Ca’ Foscari in programma il 4 ottobre. Ma ci sono sicuramente le condizioni perché aziende e competenze in questi ambiti accettino di venire a lavorare a Venezia». L’interesse della Regione Veneto al progetto nasce anche dal fatto che l’ente guidato da Luca Zaia ha già approvato un Protocollo d’Intesa per lo Sviluppo Sostenibile del Veneto con una serie di obiettivi in cui il progetto di Ca’ Foscari si inserisce pienamente. Tra di essi la valorizzazione dell’ecosistema socioambientale, l’innovazione, la riduzione dell’inquinamento. La venezia, che dovrebbe in futuro attivare anche il nuovo centro di ricerca sui mutamenti climatici approvato dal Governo e con il Mose ormai in dirittura d’arrivo sarebbe pertanto ora nelle condizioni per puntare anche a un nuovo modello di sviluppo legato a queste tematiche, su cui si basa anche il progetto ora lanciato da Ca’ Foscari. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

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scuola

Visman: «Il Comune investa di più nelle manutenzioni» «Le scuole sono una priorità assoluta su cui il Comune deve investire di più, a maggior ragione con il Covid». Sara Visman, candidata sindaca di Venezia per il Movimento 5 Stelle, interviene sulla ripresa delle attività didattiche e la riapertura delle scuole. «Non ci si può limitare a interventi straordinari come quelli di questi giorni, ma serve una visione a lungo termine. La “corsa contro il tempo” a cui stiamo assistendo, infatti, dimostra che molte questioni che oggi sono da risolvere erano un problema ben prima dell’emergenza». Secondo Visman le scuole del territorio soffrono da tempo di diverse mancanze: «In primis la carenza di spazi e la scarsa manutenzione» afferma «Oltre a essere un problema di sicurezza con il Covid, ciò comporta una minore attrattività degli istituti: diversi ragazzi scelgono di spostarsi a studiare altrove. La questione va risolta con maggiori investimenti, che non si limitino alla fase di emergenza ma proseguano anche dopo il 14 settembre». Le criticità sono soprattutto negli istituti insulari: «Agli ex gasometri, per esempio, la realizzazione della nuova palestra sottrarrà preziosi spazi comuni».


Giovedì 20 Agosto 2020

La Voce

ALTO POLESINE

29

Bagnolo di Po, Bergantino, Calto, Canda, Castelguglielmo, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Ficarolo, Gaiba, Giacciano con Baruchella, Melara, Salara, Stienta, Trecenta

www.lavocedirovigo.it, e-mail: provincia.ro@lavoce-nuova.it, Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584

GAIBA Non si è reso necessario il ricovero. “Seguire le indicazioni diffuse dall’Ulss 5”

C’è il primo contagiato in paese Il messaggio del sindaco: “Non è grave ed è in isolamento. Mantenete le cautele” Alessandro Caberlon

GAIBA - Primo positivo a Gaiba. Il comune rivierasco non è più Covidfree. Ad annunciarlo è lo stesso sindaco Nicola Zanca che ha avvisato la cittadinanza con un comunicato attraverso il quale ne approfitta per fare anche alcune importanti raccomandazioni. “Abbiamo ricevuto la comunicazione del primo caso estivo positivo al Covid-19 nel territorio comunale di Gaiba – scrive il primo cittadino - La persona residente a Gaiba è attualmente in isolamento domiciliare e le auguriamo quale auguriamo una pronta g ua ri gi on e”. Non si tratta, quindi, di un caso grave. “Per motivi di privacy prosegue il sindaco - non verranno comunicate informazioni personali. L’azienda sanitaria locale Ulss 5 Polesana ha ricevuto comunicazione delle persone che sono state a contatto diretto

Un residente a Gaiba risultato positivo al tampone Non ci sono, comunque, motivi di allarme: si trova in isolamento domiciliare e non presenta assolutamente un quadro clinico grave

n “Un grazie va anche ai nostri volontari” con la persona positiva al Covid-19, per avviare le procedure previste dal protocollo e coordinare

le attività di controllo sul territorio. Raccomando a tutta la cittadinanza di continuare a

seguire in modo scrupoloso le disposizioni dell'Ulss 5 polesana. Usa la mascherina, lavati le mani, non toccarti naso e bocca, mantieni il metro di distanza ed evita gli assembramenti. Non abbassiamo la guardia per tutelare la nostra salute e quella della collettività. Colgo l’occasione per ringraziare Croce Blu Gaiba e l’88esimo Nucleo di Protezione civile – Anc per i servizi di inestimabile valore che hanno svolto e che continuano a compiere a favore della nostra comunità – conclude il sindaco Zanca - Si ricorda che il servizio di spesa, pasti e farmaci a domicilio di Croce Blu Gaiba è attivo anche al di fuori dei periodi di emergenza planetaria”.

BAGNOLO DI PO

“Estate sotto le stelle”: serve la prenotazione BAGNOLO DI PO – “Estate sotto le stelle”. Questo il titolo della manifestazione prevista per venerdì 21 agosto all’azienda agrituristica Valgrande a Runzi di Bagnolo di Po. Un appuntamento che è stato organizzato dalla biblioteca comunale, in collaborazione con le locali sezioni di Avis e Aido, CeDi e Azienda agrituristica Valgrande, con il patrocino dell’amministrazione comunale. “L’evento - spiega la nota stampa di presentazione prevede, a partire dalle 20.45, lo svolgimento di una piacevole serata in compagnia del Coro delle Mondine di Porporana. Al termine della serata di intrattenimento è previsto un rinfresco per tutti i partecipanti”. Il tutto chiaramente si svolgerà nel pieno rispetto delle normative antivirus, adottate per contrastare il contagio da coronavirus. “In osservanza alle normative per la lotta al contagio e alla diffusone del virus Covid-19 - conclude infatti la comunicazione degli organizzatori - verranno rispettate tutte le prescrizioni, tra le quali il distanziamento interpersonale e l’obbligo di mascherina. Per queste ragioni è obbligatoria la prenotazione, che potrà avvenire chiamando Valgrande al 0425704086 oppure Giulietta Rando al 3492843009”. Gli organizzatori fanno sapere che l’evento è interamente gratuito e si terrà anche in caso di maltempo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

FICAROLO Con Progetto Sinistra Ficarolo e Auser locale

Incontri per una politica di tutti FICAROLO – Progetto Sinistra Ficarolo riprende la sua attività con la presentazione del candidato Aldo D’Achille. Una piazzetta Garibaldi piena di persone ha accolto nella serata di lunedì il candidato al consiglio regionale nella lista “Il Veneto che Vogliamo” per Arturo Lorenzoni presidente, Aldo D’Achille, sindaco di San Bellino, giunto nel comune rivierasco in sella alla sua bicicletta con la quale ha deci-

Dopo Aldo D’Achille toccherà a Diego Crivellari e a tanti altri candidati

so di affrontare questa difficile campagna elettorale. “Io dico che ho fatto cose e non riesco a promettere nulla in più di quello che ho fatto. Il resto è nel programma della nostra lista, ‘Il Veneto che vogliamo’, un programma importante che è il prodotto di 1000 ore di lavoro e 25 gruppi di studio. Un programma inevitabilmente vasto che tocca tutte le province della nostra regione”, spiega D’Achille, rispondendo a chi gli chiedeva cosa deve fare chi si candida alle regionali e per quale motivo vorrebbe arrivare in Regione. “ Sono state affrontate problematiche che non riguardano specificamente il nostro territorio; chi si occupa di Regione deve avere una visione molto più ampia. Però, chi viene eletto deve essere rappresentante del proprio territorio, perché conosce il proprio territorio e conosce le esigenze dei propri conterranei e perché, in qualche modo, con loro continuerà a rapportarsi. Io vi dico che quello che ho fatto lo potete constatare, toccare, vedere, per quello che farò sono costretto a dirvi: fidatevi. Nel senso che questo

è il mio stile e il mio metodo. Ho tanti limiti e anche qualche pregio. Uno di questi la cocciutaggine, l’altro è tentare di ascoltare gli altri, prima di prendere qualsiasi decisione e non fare esclusivamente di testa mia. Non ho un libro ideale, non ho un programma ideale da proporvi e non posso dirvi che qui, se mi eleggeranno, da domani compariranno strade dorate. Ma posso dirvi che come persona mi impegnerò al massimo delle mie forze e delle mie potenzialità, così come ho fatto per la mia comunità. Adesso – ha concluso – dopo tanti anni nell’amministrazione di San Bellino, sono convinto di poter pensare in termini più ampi, grazie all’esperienza maturata come amministratore”. La serata si svolta nel pieno rispetto di tutte le prescrizioni in vigore per la lotta al contagio e alla diffusione del virus Covid-19, sia per quanto riguarda la distanza interpersonale, per l’igienizzazione e per l’utilizzo della mascherina di protezione. La serata era stata organizzata dal gruppo Progetto Sinistra Ficarolo in collaborazione con Auser, che

ha già messo in calendario altre interessanti serate durante le quali due saranno le linee guida che cercheranno di seguire: ospitare i candidati polesani al consiglio regionale del Veneto inseriti nell'area politica che spazia dal centro - sinistra alla sinistra e, parallelamente, cercare di approfondire le tematiche legate al Referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Attualmente nel programma, ancora in costruzione, queste sono le date a calendario: dopo la prima serata di lunedì 17 agosto con Aldo D’Achille de Il Veneto che Vogliamo, mercoledì 26 agosto sarà la volta di Diego Foresti di Solidarietà Ambiente Lavoro e giovedì 27 agosto, Adriano Romanelli sempre di Solidarietà Ambiente Lavoro. Tre appuntamenti con i candidati del Partito Democratico il venerdì 28 agosto con Diego Crivellari, sabato 29 agosto con Graziano Azzalin e sabato 5 settembre con Gessica Ferrari e Marialaura Tessarin. Tutti gli incontri si svolgeranno in Piazza Garibaldi di fronte circolo Auser Ficarolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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