RASSEGNA STAMPA DEL 19 AGOSTO 2020

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VENEZIA E MESTRE

Corriere del Veneto Mercoledì 19 Agosto 2020

VE

Ciani Live Aid

Centrosinistra

nome di Marisa Gruarin come presidente di Mestre Centro, a cui Boato ha dato il suo benestare. Nessun cedimento invece si è registrato finora dal candidato sindaco Martini, che continua a perorare la candidatura dei suoi. «Il centrosinistra è nel caos, la Lega invece è pronta» rinfaccia intanto il referente provinciale del Carroccio Andrea Tomaello. Chiaro il riferimento alla lettera con cui sette iscritti al Pd di Venezia hanno ritirato la candidatura in polemica con il segretario comunale Giorgio Dodi, ma anche su questo fronte il dialogo continua. «Siamo stati contattati direttamente da Baretta, al momento siamo irremovibili ma sosteniamo Baretta e accetteremo l’incontro», affermano. «Rinnoviamo il richiamo alla responsabilità – dichiara il renziano Alessandro Maggioni – ogni corsa autonoma rischia di consegnare le municipalità al nostro avversario».(m.p.s.)

Municipalità, Baretta incontra i «ribelli» del Partito democratico

VENEZIA Trattative ancora in corso in casa del centrosinistra, che pur incassando l’accordo tra tutti i partiti della coalizione e avendo guadagnato anche l’appoggio dell’ambientalista Michele Boato su alcuni dei nomi proposti, non ha ancora sciolto la riserva sui candidati alla Presidenza delle Municipalità. Pur di far correre unite le liste di centrosinistra nelle municipalità, portando così avanti uno schema che possa favorire le alleanze tra gli sfidanti di Luigi Brugnaro, due giorni fa si è consumata anche la frattura tra Michele Boato e Giovanni Andrea Martini, in particolare sul

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«Mose, ok i 40 milioni per la manutenzione» Guerra sulle crociere

I conti del Decreto Agosto. Il rientro del centro studi

VENEZIA Quaranta milioni all’anno per la manutenzione e gestione del Mose nei prossimi 14 anni, dal 2021 fino al 2034, per un totale di 560 milioni di euro. La novità è spuntata nel testo pubblicato in Gazzetta ufficiale del decreto Agosto, nella parte relativa all’Autorità per la laguna, mentre non c’era nella bozza uscita dal consiglio dei ministri. Basteranno, visto che si era parlato del doppio? «Questi sono al netto del funzionamento dell’Autorità, che ha una voce di finanziamento a parte», dice il provveditore Cinzia Zincone. D’altra parte il suo predecessore Roberto Linetti, quando stimò il costo del Mose in 80 milioni l’anno, aveva spiegato che 36 sarebbero stati per la manutenzione vera e propria, mentre 16 avrebbero finanziato la struttura (un’Authority che aveva gli stessi cento dipendenti di quella immaginata oggi) e 28 le «bollette» della grande opera. Ora il commissario «sblocca cantieri» Elisabetta Spitz è al lavoro per ridurre i costi – anche allungando i cicli di manutenzione – mentre il decreto stanzia fondi diversi per l’Autorità: nella prima bozza erano 10 milioni annui (2,5 in questo finale del 2020), divenuti però 5 nel testo finale

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(1,5 per il 2020). «Però si prevede un ampio contingente dai nostri uffici», continua Zincone, per dire che quegli stipendi lo Stato li paga già: la legge infatti prevede che un nucleo arrivi dall’ufficio salvaguardia di Palazzo X Savi. L’altra novità del testo riguarda la «sparizione» del

centro studi per i cambiamenti climatici. «Ma il centro c’è, perché è stato istituito con la legge di bilancio dell’anno scorso - dice il deputato dem Nicola Pellicani, suo grande sostenitore - Qui veniva integrato e peraltro forse sarebbe bastato un atto ministeriale. L’obiettivo è reinserirlo in se-

Sulla base del decreto Rilancio

Lavoratori portuali fermi per il Covid sbloccati i primi 230 mila euro

«A

nche a cavallo di

Ferragosto abbiamo lavorato per essere vicini alla nostra comunità portuale e dare risposte immediate a lavoratori e famiglie che hanno bisogno di garanzie!», twitta soddisfatto il commissario dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino. L’ente ha infatti sbloccato la prima tranche dei fondi a sostegno delle compagnie di lavoratori portuali di Venezia e Chioggia, per un totale di 230 mila euro. Soldi che, sulla base del «decreto Rilancio» di maggio (poi convertito a metà luglio), i Porti

Conduce David Zanirato

erano autorizzati a dare ai lavoratori, per una quota di 90 euro per ogni giornata in meno di lavoro rispetto al 2019. L’Autorità veneziana aveva già messo da parte due milioni, che però erano rimasti «congelati» per lo scontro sull’approvazione del bilancio, tanto che il 18 giugno, in occasione del primo «no» in comitato di gestione, il presidente Musolino portò in conferenza stampa anche i vertici di Nuova Clp e Serviport. L’impasse sul bilancio resta e Musolino è stato nominato commissario, ma gli uffici hanno trovato il modo per pagare: 180 mila euro alla coop di Venezia e 50 mila a quella di Chioggia. Un acconto sul contributo del primo semestre. © RIPRODUZIONE RISERVATA

de di conversione e renderlo un ente di ricerca, cioè di rango superiore. Per questo chi polemizza sbaglia». Il riferimento è all’assessore comunale al Bilancio Michele Zuin, che ne aveva sottolineato l’assenza. Il suo compagno di giunta Simone Venturini va invece all’attacco del sottosegretario Andrea Martella, che ieri, in un’intervista al Corriere del Veneto, aveva promesso che ora il governo troverà una soluzione al tema delle crociere, anche usando i soldi del Recovery Fund europeo. «La soluzione c’era già e peraltro i soldi li avrebbero messi quasi totalmente i privati in project financing - dice Venturini Dopo otto anni di inerzia e attendismo, in cui Martella e il candidato sindaco Pier Paolo Baretta sono stati spesso in maggioranza e al governo, ora dicono che troveranno una soluzione, ma non quale perché spaccherebbero la coalizione». Quanto al Recovery Fund, Pellicani candida Venezia anche ad altri progetti, come il sistema fognario, a cui peraltro la stessa Ca’ Farsetti sta lavorando. «Ma anche a grandi progetti di innovazione, tecnologia e cultura per rilanciare la città - conclude Ora bisogna poi trovare i fondi per la città, magari con forme di federalismo fiscale». Andreina Zitelli, esperta di valutazioni ambientali. ha invece ieri scritto al premier Giuseppe Conte per chiedere di incardinare l’Autorità non presso il ministero delle Infrastrutture, ma la Presidenza del consiglio: «La laguna è un ecosistema complesso e un bene storico culturale unico conclude - va garantita la partecipazione dei ministeri di Ambiente e Beni Culturali». Alberto Zorzi

Elia ancora sul palco per battere il cancro

P

roprio un anno fa, a quattordici anni, aveva calcato il palco di Zelarino insieme alle migliori cover band del Veneto, suonando la batteria sulle orme del papà per una gara di musica e solidarietà. Lunedì 31 agosto, per la seconda edizione del Ciani Live Aid all’interno del Mirano Summer Festival, il giovane batterista veneziano Elia Pistolato tornerà sullo stesso palco: ancora una volta per battere il cancro e ricordare il padre Ciani Pistolato, morto nel gennaio del 2019, attraverso la musica che era la sua passione. Elia questa volta con una band tutta sua, farà da «gruppo spalla» nella serata del Ciani Live Aid. I successi di Freddy Mercury e della band Queen Mania faranno da sfondo alla serata a scopo benefico organizzata dall’associazione «Ciani 4ever» che per tre giorni sarà presente al Mirano Summer Festival per sostenere i progetti di Avapo Mestre, Istituto Oncologico Veneto e Black Lions attraverso gadget solidali e donazioni. Una formula già sperimentata con successo un anno fa, grazie alla raccolta fondi Avapo Mestre ha potuto usufruire di un automezzo Dacia Dakker, utilizzato per portare i pazienti oncologici da casa all’ospedale per le terapie. L’evento segue rigorosamente le norme anticovid. (m.p.s) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lavori nei musei

Fondi per Ca’ Pesaro chiuso da novembre

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l primo intervento sarà a Palazzo Ducale. Poi partiranno i lavori di sistemazione delle sedi e degli altri dieci musei del Comune di Venezia, il cui progetto definitivo è stato approvato ieri dalla Giunta, per un costo totale di 600mila euro. Al Ducale verranno installati solamente dei portaestintori a basso impatto visivo. Più corposi gli interventi a Ca’ Pesaro il museo chiuso da novembre per i pesanti danni dell’acqua alta e dell’incendio della notte del 12 novembre: il piano terra sarà oggetto di indagini e consolidamento, così come il sottotetto. Interventi anche alla facciata di Ca’ Rezzonico. «Su tutti gli edifici oggetto di intervento si dovranno eseguire interventi più generali di manutenzione – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto - per i problemi che insorgono nelle strutture edili e negli impianti a causa della loro vetustà o per adeguamento a nuove disposizioni legislative». Verranno controllate murature, controsoffitti, solai, tetti, canne fumarie ma ci saranno anche adeguamenti per la conservazione del patrimonio artistico e in materia sicurezza. Tra gli edifici in lista c’è il Padiglione Venezia ai Giardini della Biennale e anche la «Navatella» del Lido. I lavori serviranno a monitorare gli edifici e la loro conservazione. (p.c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

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gli Speciali del TG

E I R E F NO Con la partecipazione del Prof. Matteo Bassetti e dell’Assessore alla Sanità Fvg Riccardo Riccardi

Ripresa dei contagi, rientri dalle vacanze, stop discoteche, incognita scuole


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Mercoledì 19 Agosto 2020 Corriere del Veneto

TV

Belluno

NUMERI UTILI

ComuneBelluno sportellodelcittadino 0437913222

belluno@corriereveneto.it

VigiliUrbani Municipio OspedaleBelluno OspedaleAgordo

0437913520 0437913111 0437216111 0437645111

OspedaleP.diCadore 04353411 0436883111 OspedaleCortina 0437214111 EnelBelluno

Turismo cafone al Sorapiss, è rivolta: «Mandate l’esercito Multe e controlli anti-selfie»

In cerca dello scatto perfetto IL lago di Sorapiss è meta ambita per selfie con gli amici

lago, le regole del buonsenso non esistono. Dall’amministrazione comunale ampezzana risponde l’assessore Benedetto Gaffarini, con delega, tra le altre, al Commercio, artigianato e agricoltura: «Ben vengano i turisti, ma ognuno deve fare la propria parte. Si

potrebbero individuare degli orari differenti per evitare di affollarsi. Lo scorso marzo le nostre montagne erano piene e mi sembra di rivivere la stessa situazione, per questo dobbiamo evitare di fare gli stessi errori. Per questo ci atteniamo alle disposizioni di Ulss e

In massa Dal rifugio Vandelli grido d’allarme sui cafoni

Autonomia bellunese, il Pd rilancia una serie di richieste Zaia, i candidati alle Regionali tornano all’attacco L’autonomia bellunese? È «Lettera morta. Della legge 25 del 2014 Zaia se n’è sempre lavato le mani. Non ha mai nemmeno prodotto la relazione annuale sullo stato di attuazione della legge. D’altra parte, cosa avrebbe potuto scrivere?». Il Pd bellunese attacca sull’autonomia. E per renderla davvero attuabile ha una serie di idee, presentate ieri dai cinque candidati al Consiglio regionale con il coordinatore regionale Roger De Menech e la segretaria provinciale Monica Lotto. Ad esempio, mutuando l’esperienza lombarda, perché non invitare in Giunta a Palazzo Balbi il presidente della Provincia di Belluno ogni volta che si parli di BELLUNO

L’attacco Il Pd, guidato da De Menech, accusa Zaia di non essersi mai speso per le richieste di autonomia locale

montagna? «In Lombardia lo fanno già, grazie a Maroni – spiega De Menech – con il presidente della Provincia di Sondrio. Solo così si può dare il giusto peso all’autonomia, coinvolgendo il territorio nelle scelte». Per il capolista Edi Fontana «È fondamentale la-

0437925145

Feltre

Coltivazione di «erba» in casa già pronta per essere venduta

Abbigliamento inadeguato e gonfiabili. Rifugi e amministratori furiosi BELLUNO Dal Vandelli si alza un vero e proprio grido d’allarme in supporto della montagna e contro una movida sempre più incontrollabile che anima il famoso lago Sorapìss. Così Emilio Pais, gestore del vicino rifugio Alfonso Vandelli, invoca l’intervento dell’esercito per contenere quel tipo di turismo irrispettoso e cafone. Da sempre meta ambitissima per la bellezza rara del colore delle sue acque e quindi, negli ultimi anni, sfondo perfetto per selfie mozzafiato da parte di molti turisti, il Sorapìss già lo scorso anno aveva dovuto essere messo in salvo con dei cartelli che ne vietavano la balneazione. Di fatto erano svariati i gitanti che, una volta raggiunte le sue sponde, aprivano lo zaino per estrarre, non solo borraccia e qualcosa da mangiare, ma anche gonfiabili. Tra ciambelle e materassini, qualcuno azzardò anche un fenicottero rosa, versione extra large immediatamente ripostato sui social. Comportamenti altamente irrispettosi nei confronti della natura che rischiano di compromettere le caratteristiche di quel limo glaciale che gli conferisce quel colore color latte e menta. Con la limitazione per l’accesso all’acqua le Regole d’Ampezzo, ente che salvaguardia il territorio d’Ampezzo, auspicavano di aver risolto gran parte del problema, ma Pais dal suo rifugio, ha racconti tutt’altro che rassicuranti: «Arrivano con le tende, fanno festa, lasciano rifiuti ovunque ed è capitato che in notti di pioggia venissero a bussare al nostro rifugio. Anche per questo chiediamo un serio intervento dell’esercito». I gestori si sono adoperati per accogliere presso la struttura i clienti nel rispetto che il periodo richiede, con corde che indicano una zona di ingresso e di uscita ed un biglietto numerato da ritirare per attendere di essere chiamati ed accedere, ma lungo tutto il tragitto ed attorno al

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Regione». Sul tema interviene anche l’assessore al turismo della Regione Veneto Federico Caner: «Siamo per un turismo sostenibile e tutto quel che può danneggiare va gestito, per questo richiamiamo al rispetto della natura. Molti hanno scelto la montagna questo anno, poiché gli spazi ampi fanno sentire più sicuri per il periodo che stiamo attraversando, con un’emergenza sanitaria ancora in corso, ma se ci si ammassa, tutto si vanifica. Necessario un forte intervento da parte delle Forze dell’Ordine e dei sindaci, che devono regolamentare gli accessi, come si fa anche a Venezia, poiché ci sono luoghi, che hanno una tenuta naturale oltre la quale non si può andare. Infine – chiosa Caner più controlli anche in quota e sanzioni». Katia Tafner © RIPRODUZIONE RISERVATA

vorare per i giovani e gli anziani. Tra dieci anni avremo una provincia sempre più vecchia, con il 30% di over 65, la metà dei quali non autosufficienti. Per loro serve potenziare l’assistenza domiciliare, per farli restare il più possibile nelle loro case. E bisogna attrarre i giovani, portando in provincia i corsi di laurea legati al nostro territorio, come geologia o scienze naturali». Il potenziamento dei servizi sociali è il tema su cui punta anche Teresa De Bortoli, mentre Fabio Candeago punta il dito contro la Regione, «che in dieci anni ha solo pensato a tagliare nella sanità, con la complicità degli yes – men ai vertici dell’Usl 1 Dolomiti». E mentre Cristina De Donà si chiede «Quante cose magari avremmo già, se fosse stata applicata la legge sull’autonomia», Adis Zatta punta su «Attenzione per l’ambiente, incentivi per l’agricoltura, economia circolare e innovazione tecnologica». Moreno Gioli

FELTRE «Mi serviva per uso personale». Non è risultato molto credibile il 49enne feltrino, A.D.C. le inziali, arrestato venerdì insieme alla convivente T.M., di 52 anni, per coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. A pochi metri dall’abitazione, in località Canal, a Feltre, la coppia aveva creato una serra artigianale in cui la Squadra Mobile ha scoperto sessanta piante di cannabis alte tre metri che avrebbero fruttato un bel guadagno. In soffitta, invece, c’era un laboratorio in cui avveniva la seconda fase: dopo la raccolta, le piante venivano appese, fatte essiccare e inserite in dei barattoli pronte per essere vendute. «Li abbiamo bloccati in un momento per loro cruciale – ha spiegato il dirigente della Mobile Jacopo Ballarin – A settembre, infatti, avrebbero cominciato la raccolta. Grazie a lampade specifiche erano in grado di coltivare e vendere anche d’inverno. Stiamo cercando di capire quando hanno cominciato.Non erano sicuramente degli sprovveduti». Entrambi lavorano come operai. Lei incensurata, lui un piccolo precedente per droga. Nell’udienza di convalida il gip Scolozzi ha disposto il solo obbligo di dimora nel comune di Feltre. (d.p.)

Belluno

Turista caduto in acqua ancora nessun risultato Nuove ricerche in corso BELLUNO Le ricerche del trentottenne romano, caduto nel torrente Fanes venerdì, sono a punto cieco. Per questo motivo, nel vertice di ieri in Prefettura, è stato deciso di istituire un gruppo di tecnici per capire come proseguire le attività dei soccorritori. Alfonso Lostia era in vacanza con la moglie a Cortina. Il giorno dell’incidente avevano appena cominciato il sentiero che s’inerpica sulle cascate di Fanes quando sono stati sorpresi da una bomba d’acqua. Erano circa le 13.30. Un escursionista che si trovava sul Belvedere, sul versante opposto, ha visto precipitare l’uomo da uno dei ponticelli che attraversano il torrente. Dopo un salto di sessanta metri, Lostia è caduto in un catino largo dieci metri e profondo otto ed è sparito nelle acque furiose del Fanes. Da allora la zona è stata pattugliata in lungo e in largo ma con scarsi risultati. Le reti sotto la vasca hanno permesso di rinvenire solo una giacca a vento e una scarpa appartenenti all’uomo. Nel frattempo il gruppo dei tecnici sta valutando la possibilità di deviare il corso d’acqua per cercare il corpo sul fondo del catino dove potrebbe essersi bloccato. (d.p.)

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Frati, addio aCortina. Ipotesi Montessori in convento I francescani via dal santuario. E il Comune adesso valuta lo spostamento della scuola

I frati francescani si preparano a salutare Cortina d’Ampezzo dove erano presenti dal 1941. Una notizia che ha colto di sorpresa l’intera comunità ampezzana, così come la Chiesa di Belluno Feltre e del suo vescovo Renato Marangoni. La motivazione arriva in una nota ricevuta dal ministro provinciale di Santa Maria degli Angeli dell’Ordine dei frati minori, con sede a Cracovia (Polonia), a seguito del congresso post capitolare di luglio 2020 che confermava quello provinciale per la chiuCORTINA

sura della presenza di frati di Cracovia a Cortina. La decisione fa riferimento alle presenze, che da alcuni anni erano solamente due e che resteranno solo fino a fine mese. Ora il Consiglio pastorale di Cortina, con il parroco don Ivano Brambilla ed il vescovo monsiglior Marangoni, deciderà come proseguire con l’attività pastorale presso il santuario, con confessioni e messe, che continueranno in base alla disponibilità dei sacerdoti. Il santuario è di proprietà della parrocchia, mentre il convento del Comune ed è

per questo che l’amministrazione ampezzana sta già valutando alcune ipotesi per quell’edificio storico risalente al ‘700 e in pieno centro, tra cui quella di affiancarlo a servizi della vicina casa di riposo, ma anche di destinarlo a sede di associazioni. Tra le associazioni ve ne è una che negli ultimi tempi ha riscontrato alcuni problemi con il Comune anche relativamente all’occupazione di spazi ed accordi, che è la scuola Montessori, che potrebbe quindi avere una nuova opportunità qualora dovesse trovarsi costretta a

cambiare sede. Sul punto l’assessore benedetto Gaffarini, con delega tra le altre, all’edilizia privata e residenziale: «La Montessori di Cortina che è una vera eccellenza. Attualmente – specifica Gaffarini – ci sono delle questioni da risolvere a livello legale con quella associazione, ma è interesse dell’Amministrazione comunale garantire che quella scuola continui ad esistere, poiché, oltre ad accogliere più di sessanta bambini, amplia l’offerta del nostro territorio. Prenderemo in considerazione questa ipotesi». K.T. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Mercoledì 19 Agosto 2020 Corriere del Veneto

VE

Coronavirus La recrudescenza

LOCALI IN GINOCCHIO

Fondi(europei)ancheaidipendentideilocalidaballo Marcato«FaremolanostrapartemaintervengaRoma»

Disco, primi aiuti dalla Regione Intanto è pioggia di ricorsi al Tar di Martina Zambon Discoteche chiuse (e in rivolta): Palazzo Balbi mette mano al portafoglio ma punta l’indice su Roma, qualsiasi intervento su scala regionale sarà poco più di un cerotto per l’emorragia di soldi e posti di lavoro causata dalla chiusura dei locali da ballo decretata dal ministro alla Salute Roberto Speranza. Ieri mattina, dopo la riunione di giunta, i due assessori regionali interessati, Cristiano Corazzari per la Cultura e Roberto Marcato per lo Sviluppo economico, hanno fatto un primo punto con i rispettivi tecnici per capire i margini d’azione. «Scriveremo ai titolari dell’Economia e dello Sviluppo Economico - spiega Marcato VENEZIA

- ragiona Marcato - ma capiamoci, mentre i fondi regionali per bar, parrucchieri, estetiste e così via si “sentivano”, parliamo di contributi dai due ai quattromila euro, qui la scala è macro. Sono strutture per cui servono cifre astronomiche». Da qui l’appello dell’assessore «a tutti i parlamentari e sottosegretari veneti che sono sensibili al tema» perché facciano pressing sul governo. Corazzari, da parte sua, già ha inserito i lavoratori dei locali fra quelli beneficiari di un contributo fra il 50 e l’80% di copertura dello sti-

L’intervista

«Lì risse, stupri e morte niente soldi pubblici Gli attacchi sui social? Ho tirato una sassata»

perché l’intervento di minima necessario fin da subito è congelare tutte le scadenze fiscali di queste attività imprenditoriali almeno fino al 31 dicembre. Se potessi decidere io, le cancellerei direttamente perché qui le entrate mancano del tutto. Aggiungo un particolare che è tutt’altro che secondario: parliamo di aziende che hanno investito per adeguare gli spazi alle normative anti Covid e che ora si trovano nuovamente chiuse, come dire, la beffa oltre al danno». Obiettivo di Palazzo Balbi è raschiare il fondo del barile di un bilancio già ampiamente modificato causa emergenza sanitaria e trovare altri fondi ad hoc. «Qualcosa in cassa c’è

Ha 75 anni ma i Social non lo intimidiscono. Lunedì il vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo, ha scritto un post contro le discoteche da poco chiuse dal governo per l’emergenza coronavirus: «Ma che lavoro è questo! Cosa produce! Ubriacature, risse, morti mattutine di ragazzi ubriachi o assonnati, stupri e quant’altro. Sembra che la società attuale non possa vivere senza questa industria di sballo notturno… e adesso bisogna anche sostenerla con contributi pubblici […]». Si è scatenata una pioggia di critiche e insulti anche dopo che il post è stato rimosso. Monsignor Tessarollo, non è un post un po’ forte? «Quando ho letto della chiusura delle discoteche e delle proteste dei gestori per il risarcimento ho pensato: vuoi che manchi qualcosa di essenziale per la nostra econo-

Marcato Appello a tutti i parlamentari e sottosegretari veneti, servono aiuti nazionali

destinatari finali sono i dipendenti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Persone definite «lavoratori a rischio di licenziamento in quanto reintegrati dopo un periodo di sospensione dal lavoro in ammortizzatore sociale con causale Covid-19». Le domande vanno presentate entro il 4 settembre per la prima tranche da 24 milioni e fino ad esaurimento. Una prima boccata d’ossigeno per i dipendenti (finché dura il blocco dei licenziamenti) ma per i proprietari la situazione resta critica. «Faremo la nostra parte -dice Marcato - ma la palla passa a Roma». Gli imprenditori della notte, però, si stanno già attrezzando per ricorrere in massa al Tar dopo il primo ricorso portato avanti dal Silb, l’associazione di categoria. Se-

pendio coperto dai fondi Fse alla voce «cultura» tirando un po’ per i capelli l’inquadramento. Si tratta di un totale di 35 milioni da suddividere, però, fra una lista infinita di codici Ateco, dai rifugi agli hotel, dalle biblioteche alle fiere alle agenzie di viaggio. Si tratta di contributi alle imprese per la tutela dei posti di lavoro affidati per la suddivisione a Veneto Lavoro. Destinatari i lavoratori dei settori particolarmente colpiti della cultura e del turismo. I contributi sono erogati ai datori di lavoro sotto forma di sovvenzioni e i

CHIOGGIA

Il vescovo di Chioggia Monsignor Adriano Tessarollo

mia? Guadagneranno di meno. Questo intendevo dire. Alla mia età certe cose sono superflue. Oggi c’è l’abitudine di chiedere risarcimenti aumentando il debito pubblico». Forse questo messaggio non era evidente. «Sono andato giù un po’ duro, ho generalizzato. Ho pensato alla ragazzina stuprata in Friuli, alle volte che ho celebrato funerali di giovani morti all’alba al ritorno dalla discoteca, ai pugni e alle vio-

lenze che richiedono il servizio di sicurezza. Qualche imprenditore mi ha chiamato per dire che lui segue le regole. Ho spiegato che il mio non era un giudizio universale». Qualcuno ha risposto imputanto alla Chiesa gli scandali di pedofilia. «Sono persone che già provano astio verso la Chiesa e in queste occasioni vengono fuori. Ho visto i nomi, sono sempre gli stessi. E’ bene prendere atto che non tutti la

Su Facebook Ma che lavoro è questo! Cosa produce! Ubriacature, risse, morti mattutine stupri e altro

I funerali Ho pensato alla ragazza stuprata in Friuli, ai funerali di giovani che ho celebrato

pensano come noi». E’ mai andato in discoteca? «Una volta sola, da giovane. Studiavo a Roma e seguivo i ragazzi di una parrocchia che mi hanno chiesto di andare con loro. Dentro tutti stretti, si beve, si salta: sono durato un quarto d’ora». Conosce gente che ci va? «I miei nipoti. Quando avevano 20 anni li vedevo uscire alle 23 e dicevo loro: siete fuori di testa?. Uno ha avuto un incidente di ritorno dalla discoteca, pr fortuna non si è fatto nulla». Perché ha tolto il post? «Per non essere ulteriormente provocatore. Capisco i singoli che hanno perso il lavoro e hanno investito nei locali, ma ho tirato una sassata per aprire una discussione su valori e limiti della vita notturna, che comporta dei rischi». Pierfrancesco Carcassi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Artelio (Silb) Bene gli aiuti ma siamo imprenditori seri che vogliono lavorare, serve una soluzione nazionale condo Luigi De Rossi, referente dell’Associazione Giustitalia che segue ricorsi di questo genere, sono almeno una ventina i locali veneti già pronti a procedere. Il piano dello scontro è sempre più nazionale. Lo sottolinea anche Paolo Artelio Silb Confcommercio: «Abbiamo deciso di agire con una voce sola, nazionale, perché il problema va risolto a Roma. Bene l’idea di congelare le scadenze ma siamo imprenditori seri che vogliono continuare a fare il loro lavoro, questa è la priorità ma senza certezze la nostra programmazione è impossibile...e in autunno dovrebbero riaprire i locali al chiuso, dobbiamo capire come andrà». © RIPRODUZIONE RISERVATA


19-AGO-2020 Estratto da pag. 8

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-AGO-2020 Estratto da pag. 8

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MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

elezioni regionali

«La Provincia in giunta se si parla di Belluno» Le richieste dei cinque candidati del Partito Democratico per trasformare la legge sulla specificità in realtà Irene Aliprandi / BELLUNO

Il presidente della Provincia di Belluno venga invitato in giunta regionale quando si discutono provvedimenti per il bellunese. Il Partito Democratico torna sul tema della specificità, lanciando alcune proposte come quella già praticata dalla Lombardia per la Provincia di Sondrio. Rafforzare, ma soprattutto trasformare in realtà, a sei anni di distanza, la legge regionale 25 è la priorità per il Pd bellunese e i suoi cinque candidati, insieme alla segretaria provinciale Monica Lotto e al deputato Roger De Menech, lo spiegano da diversi punti di vista. «Nell’ottobre del 2017 i bellunesi hanno ribadito la volontà di ottenere la specificità votando al referendum», ricorda Edi Fontana, «ma purtroppo molti se ne sono già dimenticati». Fontana ha due preoccupazioni: l’aumento della popolazione anziana, che avrà bisogno di servizi sempre più ade-

I candidati del Pd alle regionali con Lotto e De Menech

guati e studiati per prolungare la permanenza a casa; e la fuga dei giovani: «Servono corsi di laurea a Belluno, puntando sui bisogni del territorio». Ripensare e aumentare i servizi, partendo dalla prima infanzia, è un’urgenza anche secondo Maria Teresa De Bortoli: «Gli attuali numeri non sono adeguati alle necessità delle famiglie», dice De Bortoli, che osserva come il Covid ab-

bia messo in luce anche le fragilità in ambito sanitario, «con la gestione dell’emergenza assistenziale delegata ai volontari e alla rete di vicinato». Che i problemi siano complessi è indubbio, secondo Fabio Candeago, primario da poco in pensione: «In dieci anni il Veneto ha perso il 24% dei posti letto, ma se consideriamo il pubblico la percentuale aumenta al 30%, perché nel pri-

vato sono aumentati. Questo favorire i privati, però, penalizza la periferia. L’unica cosa che fa la Regione Veneto è risparmiare e a rimetterci è la montagna. È necessario che le comunità locali abbiano voce in capitolo sulle decisioni in materia di sanità». Per chi ha poca memoria, Cristina De Donà ha un’intera rassegna stampa sulla legge 25 e, citando Sergio Reolon, si pone alcune domande: «Se fosse stata applicata forse avremmo già risolto il problema degli schianti di Vaia; forse non pagheremmo il pedaggio autostradale visto che ci manca uno sbocco a nord; forse avremmo già un trasporto pubblico efficiente; forse non avremmo perso Sappada e tanti altri Comuni non chiederebbero di andarsene perché non stanno bene nel Veneto. Sicuramente i sindaci bellunesi non dovrebbero andare a Venezia con il cappello in mano». Rigoroso e pragmatico l’approccio di Adis Zatta, che rispetto alla non applicazione della Legge 25 rileva anche un’eccessiva timidezza dei bellunesi nel rivendicare tale diritto: «Voci che rispondono a chi li ha messi in lista, non a chi li ha votati. Le Olimpiadi sono la prova di come il Veneto sia sottomesso alla Lombardia». Zatta ribadisce la necessità che la specificità bellunese venga inserita all’interno dell’intesa Stato-Regioni sull’autonomia regionale e mette l’accento sulle priorità: attenzione all’ambiente, agricoltura remunerativa, innovazione ed economia circolare. —

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parlamento

De Carlo si candida alle suppletive del Senato a Verona BELLUNO

Potrebbe essere il primo caso di parlamentare che, nella stessa legislatura, sarà per metà deputato e per l’altra metà del mandato senatore. Ma Luca De Carlo dovrebbe ormai essersi abituato ai colpi di scena. Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, infatti, poche settimane dopo essere decaduto da deputato in seguito al riconteggio dei voti del 2018, è ufficialmente candidato alle suppletive del Senato nel collegio veronese di Villafranca. Il suo predecessore Stefano Bertacco, scomparso prematuramente a giugno, era di FdI e la candidatura di De Carlo è appoggiata da tutto il centrodestra, con elevate chance di elezione se si considera l’andamento di quel collegio. «Spero solo di essere all’altezza di Bertacco», dice De Carlo, che spiega: «Sono stato scelto perché sono coordinatore regionale di FdI e sono onorato di essere stato scelto, anche se non potrò mai sostituirlo. Il mio impegno è quello di entrare nel cuore dei cittadini dei 57 Comuni della bassa veronese che andranno al voto, ma re-

sto bellunese e mi dividerò volentieri tra Belluno e Villafranca. Però non è detto che io sia eletto e stavolta di certo non ne sarò sicuro fino alla proclamazione». Nel frattempo il centrodestra ha sottoscritto anche un patto che rafforza l’alleanza, pronto a rilanciare il proprio programma per governare il Veneto e per far uscire la nazione dal drammatico momento attuale. «È stata una trattativa impegnativa, ma corretta, che rende ancora più forte la coalizione di centrodestra», commenta De Carlo. «Oltre al tema dell’autonomia, è stato trovato l’accordo sul presidenzialismo, sul federalismo e sullo sviluppo e rilancio del programma elettorale del 2018. Inoltre, come FdI siamo particolarmente soddisfatti di aver introdotto il “patto anti-inciucio”: abbiamo infatti concordato che i tre partiti non faranno mai più parte di maggioranze di governo con altre forze politiche esterne alla coalizione. FdI è sempre stato il collante di questa coalizione, chiedevamo questa clausola da tempo, e averla portata a casa è per noi una grande vittoria». —


MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

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si lavora per la stagione invernale

acquedotti

Cinque laghetti artificiali e un collegamento dal Fedaia

Acqua, cinque milioni per mettere al sicuro le sorgenti bellunesi

Progetti e idee degli impiantisti per abbattere i costi di fabbricazione della neve In corso di realizzazione c’è solo quello del Pordoi, ipotesi avveniristica ad Arabba

Una veduta del lago di Fedaia con la Marmolada

Francesco Dal Mas / BELLUNO

Succhiare l’acqua dal lago Fedaia e aspirarla fino a Porta Vescovo, da qui distribuirla alla rete degli impianti che fabbricano la neve, sia nella valle, sia verso il Pordoi che la skiarea di Canazei. Insomma, nonostante il ferragosto gli operatori del settore sono impegnati a pianificare gli investimenti delle prossime stagioni. Tutti sperano che la neve arrivi abbondante a ancora a novembre, come l’anno scorso, limitando al minimo le spese dell’innevamento; l’inverno precedente erano schizzate ad oltre 5 milioni di euro. Ma i cambiamenti climatici sono tali che gli impiantisti si preparano comunque al peggio. Già da tempo stanno programmando almeno 5 laghetti artificiali, più o meno grandi. Anzitutto quello sul Pordoi, che è l’unico in corso di realizzazione, peraltro insieme ad un bacino sul versante trentino. Gli altri impianti sono attesi sul Col dei Baldi, in comune di Alleghe, per dare acqua anche all’area zoldana. Un altro bacino è rivendicato

da Cortina. Auronzo ne attente uno proprio. E così pure Forcella Aurine. Sono serbatoi di capacità differente, di 100 o di 200 mila metri cubi d’acqua – spiega Renzo Minella, presidente di Anef – e l’investimento medio per ciascun sito è di circa 5 milioni di euro. «Investimenti – precisa subito Minella – che al momento non ci sono. Però incrociamo le dita». La Regione Veneto aveva ipotizzato, ancora due anni fa un contributo per questo tipo di strutture. Poi è arrivata la neve del novembre 2019. Il covid ha rimescolato le carte. A Venezia si sta perfezionando la bozza di un provvedimento che metterà a disposizione 6 milioni di euro per le società che hanno impianti in scadenza, da aggiornare. Fra i 25 e 30 milioni per i laghi artificiali è una somma troppo difficile, in questo momento, da recuperare. E la stagione estiva, seppur in recupero, non è tale da portare nelle casse delle diverse società dei margini da utilizzare per nuovi approvvigionamenti idrici. Che pur vengono ritenuti essenziali, perché

produrre un metro cubo di neve costa 3 euro e la spesa dell’innevamento artificiale incide ormai per il 13% – come precisa Minella – nel fatturato di un’azienda. Ma fare in fretta, disponibilità finanziarie a parte, sarà possibile? Il presidente dell’Anef ritiene di no. «Il percorso autorizzativo è lungo e complesso, perché interseca aree di vincolo oppure vicine, dove comunque bisogna operare con la massima prudenza. Ci vuole, dunque, molto tempo». Gli ambientalisti sono in agguato, soprattutto – dicono – per lo spreco d’acqua. Uno studio di Legambiente, al quale ha collaborato anche Luigi Casanova di Mountain Wilderness, certifica che con un metro cubo d’acqua si producono circa due metri cubi di neve artificiale. Secondo una stima del Wwf, ogni anno sulle piste italiane vengono impiegati a questo scopo circa 95 milioni di metri cubi d’acqua e 600 gigawattora di energia, pari al fabbisogno di una città di circa 1 milione e mezzo di abitanti. I costi stimati per l’inneva-

MOSTRA MERCATO “La Terra, Le Mani, L’uomo”

mento di un km di pista possono raggiungere i 45.000 euro a stagione, dato puramente indicativo. Il principio di fabbricazione imita la formazione della neve naturale. Le macchine polverizzano nell’aria gocce d’acqua a una pressione che va dai 20 agli 80 bar, mescolata ad aria per riprodurre il fenomeno di nucleazione, che permette la formazione di cristalli aggrappati a microparticelle contenute nell’atmosfera. Condizione essenziale per ottenere la neve artificiale è la temperatura, tra i –2 e i –12 gradi, con un tasso di umidità intorno al 20%: così succede con i cannoni da neve convenzionali. Ecco, dunque, che c’è chi, come la società “Funivie Arabba” si pone altri orizzonti. «In effetti – spiega il presidente Diego De Battista – vorremmo tirar su l’acqua dal lago Fedaia fino a Porta Vescovo. Sono 400 metri di dislivello, quindi non sarà un problema pompare l’acqua, attraverso una condotta che sarà invisibile all’ambiente». Il lago di Fedaia è a quota 2053, la capacità di invaso è di 16 milioni di metri cubi. Acqua, ben s’intende, gestita dall’Enel che, dunque, non avrebbe difficoltà a venderla ad Arabba. Da Porta Vescovo partirebbero derivazioni per gran parte degli impianti a valle, ma anche per quelli del Pordoi. E il progetto sarebbe ancora più ambizioso: fornire la rete impiantistica alle spalle di Canazei. I problemi tecnici non mancano. «Si tratta di far salire l’acqua evitando che il pompaggio la riscaldi, perché per la neve è necessario che sia davvero fredda – interviene il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones –, ma ritengo che il problema sia risolvibile” . Inoltre, un “sistema idrico” come questo risolverebbe anche un altro problema, quello relativo all’approvvigionamento per l’antincendio». —

BELLUNO

Sono ben 125 le sorgenti da cui attingono gli acquedotti in provincia di Belluno. La tempesta Vaia ha danneggiato parecchi siti, per cui la Regione ha stanziato 5 milioni di euro per metterli in sicurezza. «Lo stiamo facendo – spiega l’assessore regionale Bottacin – non solo per assicurare la potabilità delle nostre acque, ma anche per garantire nel medio periodo un abbattimento dei costi in bolletta e evitando ulteriori aumenti, tanto e giustamente condannati dai cittadini in questi ultimi anni». Lo strumento con cui la Regione sta agendo è dato dall’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile 58/2018, attraverso la quale, nell’elenco degli interventi da finanziare come Regione, erano indicate anche le fonti dell’approvvigionamento idrico. «All’interno di questi interventi rientrano infatti quelli di sistemazione delle opere di derivazione idrica nei Comuni dell’Agordino, divisi in due gruppi (nel cui secondo rientra anche il comune di Sedico) riguardanti rispettivamente 32 e 31 impianti di derivazione da sorgente per un importo ciascuno di 1,3 milioni di euro di finanziamento». Un terzo gruppo prende in considerazione i Comuni di Comelico Superiore, Domegge, Lorenzago, Lozzo, Pieve di Cadore, San Nicolò, Santo Stefano e Vigo e riguarda circa 48 impianti di derivazione per un importo di 1.300.000 di euro. L’ultimo gruppo riguarda 14 impianti nei comuni di Vodo, Sospirolo, Val di Zoldo finanziati con 1,1 milioni di euro In relazione ai comuni di Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore e Selva di Cadore sono già state completate le operazioni di rilievo, è in corso la progettazione a livello definitivo ed è stata indetta la gara per l’affidamento dei lavori da parte del soggetto attuatore individuato in Acque Veronesi. Per i comuni di Agordo,

L’assessore Bottacin

Cencenighe, Falcade, Gosaldo, La Valle, Sedico, San Tomaso e Vallada il soggetto attuatore (ATS) ha frazionato l’intero intervento in quattro progetti minori. Individuati i progettisti e le imprese, si è completato il rilievo degli impianti e si sta provvedendo a completare la progettazione definitiva. Tre interventi saranno affidati in maniera diretta; quello più oneroso e complesso che riguarda l’acquedotto più importante come utenze servite (dalla Valbelluna a Valdobbiadene) necessiterà di una procedura negoziata. Nei comuni di Comelico Superiore, Domegge, Lorenzago, Lozzo, Pieve di Cadore, San Nicolò, Santo Stefano e Vigo, conclusa la conferenza di servizi è stata ultimata la progettazione esecutiva e si sta lavorando (soggetto attuatore Acque Venete) per predisporre la gara per l’affidamento dei lavori. Infine circa i comuni di Vodo di Cadore, Sospirolo e Val di Zoldo è stata ultimata la progettazione definitiva. Attualmente è in programma la conferenza di servizi che si concluderà il 21 agosto. L’affidamento di due lavori minori avverrà direttamente (soggetto attuatore Veritas), mentre l’intervento alle “Sorgenti Pezzericola” (strategiche per l’acquedotto di Belluno, Sedico e Sospirolo), molto complesso tecnicamente e oneroso, verrà affidato con procedura negoziata. —

CICHETI IN CRESTA

F.D.M.


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MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

Elezioni regionali: la svolta

Il centrodestra adotta la linea Zaia firmato l’accordo sull’autonomia Sì di Meloni e Salvini al patto chiesto dal governatore veneto FdI ottiene l’alleanza anti-inciucio e il presidenzialismo Roberta Paolini / VENEZIA

«Se non puoi vincerlo schierati accanto a lui», afferma la vulgata, che attribuisce a Giulio Cesare questa frase. E infatti Luca Zaia è troppo forte per tenerselo come avversario, avranno pensato dentro la Lega salviniana, e fuori, in Fratelli d’Italia. Questa è la prima considerazione (e anche l’ultima) che esce dall’accordo sull’autonomia siglato ieri dai partiti di centrodestra. Di fronte al rischio che la Liga di Zaia, in Veneto, corresse da sola sbriciolando con il consenso di cui gode il governatore gli altri partiti, si è deciso di trasformare la storica battaglia leghista sull’autonomia in un patto integrante di governo. «È stata una trattativa lunga e per certi versi complicata» ha sottolineato il segretario della Liga Lorenzo Fontana. Dal Veneto, ha aggiunto trionfante, «parte l’accordo base per il futuro governo del Paese». Abbiamo «richiamato gli alleati a un impegno particolare sull’autonomia, un punto che per noi è fondamentale e rispecchia il volere espresso da oltre 2 milioni di veneti». «Lo abbiamo detto fin dall’inizio,

l’autonomia - ha poi insistito Fontana - è un aspetto imprescindibile e prioritario che, dovendo passare da Roma, necessita di un accordo a livello nazionale tra tutti i partiti di centrodestra. Siamo quindi soddisfatti di aver convinto, su questo punto, anche gli altri partiti».

Tajani (Forza Italia) «Confermati i pilastri della battaglia politica di Berlusconi»

Il segretario leghista Fontana: «È stata una trattativa lunga e per certi versi complicata» E così sul filo di lana dalla scadenza per la presentazione delle liste elettorali per le Regionali, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno messo il loro sigillo “nazionale”. La coalizione di centrodestra conferma così l’alleanza Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia a sostegno della ricandi-

datura del governatore uscente Zaia. Da una parte, Zaia pretendeva la sottoscrizione da parte di tutti gli alleati, compresi i più scettici di FdI, del suo progetto autonomista. Pena la corsa solitaria. Dal canto suo, l'altra leader forte della destra italiana, Giorgia Meloni, ha chiesto, e ottenuto, come condizione, la firma di un patto anti-inciucio in cui i sottoscrittori si impegnavano a non dare vita, in questa e nella futura legislatura, ad alleanze con altri partiti politici. E così ha messo in un angolo Forza Italia ed eventuali velleità centriste. «Fin dalla campagna elettorale per le politiche del 2018 chiedevamo agli alleati di sottoscrivere questa proposta» ha detto Meloni. Di fronte alla richiesta del governatore del Veneto di confermare il sostegno all’autonomia, Fratelli d’Italia ha così ottenuto «due punti imprescindibili- scandisce Meloni -: il sostegno di tutto il centrodestra al presidenzialismo, elemento fondamentale per rafforzare l’unità nazionale e l’efficienza delle istituzioni centrali» e una alleanza che vincoli «tutti i parti-

Da sinistra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sotto il governatore Luca Zaia

ti della coalizione al rispetto degli impegni programmatici presi con i cittadini». La coalizione di centrodestra al Governo «è l’unica garanzia per portare a casa il traguardo dell’ autonomia» ha affermato in una nota il senatore Udc Antonio De Poli. Anche se è noto che il percorso per l’autonomia. L’autonomia la sta gestendo al momento da Roma il Ministro Boccia (del Pd). L’accordo nasce per le elezioni regionali in Veneto e contiene «i pilastri storici della battaglia politica del presidente Berlusconi: il presidenzialismo e l’ autonomia regionale, impegni che vengono ribaditi». Commenta invece il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani su Affaritaliani.it. Sia quel che sia il vero vincitore, al di là dei commenti, è uno e uno soltanto. Si chiama Luca Zaia. —

L’assessore, membro del direttorio della Liga Veneta: «Salvini ci aveva dato via libera»

Marcato: «Senza questo accordo saremmo andati al voto da soli» L’INTERVISTA

aremo andati al voto in Regione anche da soli e Salvini sarebbe stato d'accordo». A dirlo Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico della Regione Veneto e membro del direttorio della Liga Veneta. Alla fine anche i vertici di Forza Italia e Fratelli d'Italia si sono impegnati a supportare la proposta di autonomia presentata da Luca Zaia in Parlamento. Era davvero una condizione "sine qua non" per andare alle elezioni regionali in coali-

«S

zione con il resto dei centrodestra? «In effetti non è stato semplicissimo portare a casa questa garanzia di appoggio su di una proposta ben precisa e circostanziata. Già da mesi tutto il direttorio della Liga Veneta, al completo e compatto, aveva chiarito che o gli amici di Forza Italia e Fratelli d'Italia accettavano di supportare la volontà di autonomia dei veneti oppure la Lega sarebbe andata la voto da sola, qui in Regione». Avete sottoposto il caso anche al segretario Salvini? «Ci siamo incontrati e ne abbiamo parlato. Alla fine Salvini ha dato il suo ok: o tutto il

Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico della Regione

centrodestra firmava questa clausola per un'autonomia importantissima per tutti i veneti o la Lega, qui, avrebbe partecipato alle elezioni da sola». Una dialettica forte tra il vertici del partito a Roma e la componete veneta. Un elemento potenziale che può mettere in contrapposizione Salvini con Zaia? «Assolutamente no: sono due figure diverse che hanno desideri, competenze e ruoli molto diversi. Zaia è un uomo dell'amministrazione e ha dimostrato, più che mai durante il Covid, di essere un cavallo di razza, capace di gestire le crisi e di prendere decisioni difficili ed eccezionali. Salvini, invece, è un politico che sa leggere il suo elettorato come nessuno: d'altra parte è l'uomo che ha portato un partito che prendeva il 2,9% fino al 34% in pochi anni, un unicum nella storia repubblicana». Ad ogni modo, per fare digerire l'autonomia ad alleati piuttosto freddi avete dovuto accettare un reciproco scambio di impegni: sul presidenzialismo e su di una

clausola anti-inciucio, pretesa da Giorgia Meloni. Chi ritiene ci abbia guadagnato di più dallo scambio? «Non saprei ma per certo so che sul presidenzialismo di fatto abbiamo presentato una proposta di legge in Parlamento non più tardi di un paio di mesi fa. Una opzione che risolverebbe un elemento di ipocrisia non da poco. Da anni la Presidenza della Repubblica, pure costituzionalmente un potere molto limitato, ha una forza di "moral suasion" sulla politica interna che è considerevole. Basti pensare al voltafaccia fatto da Zingaretti e da Di Maio e il successivo accordo di governo: una cosa impensabile prima di averla vista con i nostri occhi». Cosa vi aspettate da questa tornata elettorale? «Di prendere un sacco di voti: Zaia è un candidato forte, il Veneto è stato amministrato bene, sia prima che durante il Covid e ha dimostrato nei fatti che il nostro sistema sanitario è tra i migliori e i più solidi non solo d’Italia ma d'Europa». — RICCARDO SANDRE


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Primo Piano

Mercoledì 19 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Virus, l’allarme IL DATO TREVISO «Non è un virus che colpisce solo i vecchi». Lo ripete Francesco Benazzi, lo ribadisce anche il governatore Luca Zaia. E lo confermano i numeri. A Treviso, attualmente, nel reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello sono ricoverate 13 persone con i sintomi del coronavirus. Poche, quasi un’inezia rispetto ai numeri tragici della primavera. Ma il dato che più fa riflettere i medici è un altro: dei 13 ricoverati la metà è giovane, con età compresa tra i 30 e i 45 anni. E anche questa riflessione ha spinto l’Usl 2 a varare un piano di potenziamento del sistema sanitario in vista dell’autunno inverno, quando è prevista una nuova ondata di contagi: i posti di terapia intensiva passeranno da 46 a 90 in modo da evitare situazioni di sofferenza per mancanza di letti attrezzati.

L’ANALISI Il nodo centrale, adesso, restano però i giovani. «Attualmente - ammette Benazzi non abbiamo più ricoverati over 65. È un dato da sottolineare. L’aspetto positivo, rispetto a tre quattro mesi fa, è che la carica virale è inferiore. I giovani, almeno in questa fase, guariscono prima». In terapia intensiva, invece, c’è un solo ricoverato: un 58enne affetto da una grave forma di diabete arrivato in Pronto Soccorso per via di un pericoloso calo glicemico. Gli è stato fatto un tampone, come da prassi per tutti quelli che entrano in ospedale, e trovato positivo. Dal Pronto Soccorso, una volta accertate le sue condizioni, è stato subito trasferito in terapia intensiva. «Il caso di questo paziente - precisa Benazzi - va spiegato. Intanto l’età, 58 anni, dimostra che il virus non è una prerogativa dei più anziani. Ma bisogna anche dire che è arrivato al Pronto Soccorso in condizioni gravi per via del diabete e che, a prescindere dal tampone positivo, in terapia intensiva ci sarebbe anda-

Contagi, cresce la paura 90 letti per l’emergenza Per l’autunno sarà potenziata terapia intensiva: passa da 46 a 90 posti Benazzi: «Su 13 pazienti in malattie infettive per Covid sei sono giovani» to comunque».

to».

LE MASCHERINE

IL PIANO

Benazzi ripete quindi quello che ormai dice da mesi: «Rispettiamo le misure di sicurezza. Il virus può colpire tutti. Quindi restiamo a un metro di distanza l’uno dall’altro, laviamoci le mani di frequente e usiamo il più possibile la mascherina. Già questo è sufficiente». E poi evidenzia un dato per dimostrare l’efficacia di queste misure: «Abbiamo fatto 4.398 tamponi ai trevigiani di ritorno dall’estero e devo dire che la mossa della Regione di rendere libero l’accesso per fare i controlli è stato geniale e ci ha risolto un mucchio di problemi. Solo il primo giorno avevamo mille prenotazioni con appuntamenti dati anche a 14 giorni di distanza. Alla fine i positivi sono stati solo 6: uno arrivato da Malta e 5 dalla Croazia. Questo significa che usare la mascherina e un atteggiamento prudente serve mol-

La guardia comunque resta alta e si guarda a cosa accadrà nei prossimi mesi. Benazzi, seguendo le direttive della Regione, ha quindi approntato un piano per reggere l’urto di una una nuova, probabile, ondata di contagi potenziando le terapie intensive e il reparto di Malattie Infettive del Ca’ Foncello. «Attualmente in Malattie Infettive abbiamo 20 posti e li porteremo a 50 - annuncia - nel territorio dell’Usl i letti di terapia intensiva sono invece 46 e diventeranno 90. Aumenteremo anche la terapia semi intensiva: a Treviso passeremo da 26 a 40 posti; a Montebelluna ce ne saranno 10 e 33 a Vittorio Veneto. Gli ospedali che si occuperanno solo di malati Covid resteranno quelli della scorsa primavera: il San Camillo e Vittorio Veneto». Paolo Calia

«SBAGLIA CHI PENSA CHE SIANO COLPITI SOLO GLI ANZIANI» OLTRE 4MILA TURISTI CONTROLLATI MA SOLO SEI POSITIVI

«LA REGIONE CI HA AIUTATO CONCEDENDO L’ACCESSO LIBERO PER I CONTROLLI A CHI RITORNA DALL’ESTERO»

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AL VERTICE Il direttore dell’Usl 2 Francesco Benazzi e il responsabile di Microbiologia Roberto Rigoli

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Primo Piano

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Il virus, i fronti aperti

Più di 4500 tamponi e solo otto positivi: i test fanno sperare `Esiti comunicati via sms. Ma da oggi Bassa finora la percentuale di contagi in base alle analisi effettuate delle due Ulss per le risposte basterà attendere 7 minuti `

IL BILANCIO VENEZIA Tra gli oltre quattromila tamponi (4.519, per l’esattezza, di cui 3.802 già processati) effettuati negli ultimi tre giorni ne sono risultati positivi otto (ovvero, lo 0,17 per cento). Per di più, tutti asintomatici. Cantar vittoria sarà inopportuno e prematuro, ma per il momento il bilancio della maxi campagna preventiva anti Covid della Regione sta mostrando un quadro per cui essere decisamente ottimisti. Questi i numeri nelle due aziende sanitarie del Veneziano da Ferragosto a ieri: 4.006 (già processati 3.361) i tamponi effettuati nella zona dell’Ulss 3 (2.346 all’aeroporto Marco Polo, 4 positivi, e 1.660 nei centri del territorio, 2 positivi) e 513 (441 quelli già analizzati) nel Sandonatese e Portogruarese dell’Ulss 4 (2 i positivi). L’aeroporto Marco Polo è stato il primo d’Italia ad avere un punto tamponi per i voli di rientro da Spagna, Malta e Grecia (la Croazia, l’altro paese finito nel decreto ministeriale che sancisce l’obbligo di sottoporsi al test per chi torna dall’estero, qui non fa scalo). A Malpensa, per esempio, fino ad oggi il servizio non è ancora stato istituito. «Abbiamo gestito il percorso dei passeggeri in maniera ordinata - spiega il direttore generale Giuseppe Dal

IL CASO JESOLO Il presidente dell’Associazione jesolana albergatori, Alberto Maschio, non vuole parlare di rivincite. Ma semplicemente di scelte prudenti, valutate con estrema attenzione e soprattutto azzeccate. In ogni caso la sostanza non cambia e quello che a maggio sembrava un incubo che rischiava di tagliare fuori le spiagge dell’Alto Adriatico dalle “rotte” turistiche, oggi fa meno paura. I riferimenti sono tutti per il “corridoio” turistico che la Croazia voleva aprire ai flussi provenienti dal centro Europa. Vale a dire per i viaggiatori provenienti da Austria, Slovenia, Ungheria, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Repubbliche Baltiche, Paesi da cui provengono numerosi ospiti che generalmente frequentano il litorale veneziano. Ma da settimane proprio in Croazia si stanno registrando diversi casi, con un aumento dei contagi negli ultimi giorni.

Ben - suddividendolo in tre momenti: l’accoglienza, l’accettazione e l’uscita. Sta funzionando: i due terzi (67%) dei passeggeri dei tredici voli che quotidianamente monitoriamo scelgono di sottoporsi al tampone. E l’esito arriva via sms». Questo perché gran parte dei passeggeri che transitano per il Marco Polo non risiedono nel Veneziano o nei territori dell’Ulss 3 (dei quattro risultati positivi qui, infatti, solo uno è della zona). «Per chi si sottopone al test nei centri (distretto di Favaro, ospedale di Mestre, ospedale di Noale e di Dolo, ex Giustinian a Venezia) l’esito si attende a domicilio e si ottiene tramite il medico curante oppure attivando il fascicolo sanitario elettronico o l’app “Sanità a km zero”. Altrimenti, agli sportelli di ritiro referti». Gli ambulatori sono aperti dalle 7 alle 13 e si può accedere direttamente senza prenotazioni o impegnative.

TEST RAPIDI Da stamattina, però, si do-

IL DG DAL BEN: «FUNZIONA IL CENTRO PER I TEST MESSO IN PIEDI ALL’AEROPORTO. E OGGI NESSUN RICOVERATO E’ IN AREA CRITICA»

Veneto orientale

Si va svuotando la sede della Cri Ora gli ospiti sono meno di sessanta Croazia, tanto “odiata”, tanto amata. Dopo gli strali dei mesi scorsi, alla notizia dei cosiddetti corridoi tra i Paesi di lingua tedesca e la Croazia, con gli italiani pronti a ribadire che non c’è di meglio di una vacanza a casa propria, a cominciare dalla costa veneziana, ecco che si scopre che chi, nei giorni scorsi, è andato fuori dall’Italia per qualche giorno di ferie ha scelto proprio… la Croazia. E’ quanto emerge dai dati forniti dall’Ulss4, che ieri ha fatto il punto sui tamponi effettuate alle persone al rientro dalle vacanze in Grecia, Spagna, Malta e, appunto, Croazia, tra il 15 ed il 17 agosto. L’Ulss4 ha avviato due ambulatori, uno a San Donà e l’altro a Portogruaro. Ebbene, si sono presentate 513 persone. Di queste, oltre il 90% (90,8 per la precisione), pari a 466 persone, erano state in vacanza in Croazia, il 6,6% dalla Spagna, l’1,9% dalla Grecia e lo 0,6% da Malta. I risultati dei tamponi tracciano ad oggi un quadro confortante: solo 2 persone sono risultate positive al Covid-19, entrambe asintomatiche e poste in isolamento fiduciario. «E’ stato fatto un grosso lavoro, in

particolare il giorno di Ferragosto quando ci siamo trovati davanti alla prima ondata di persone arrivate nei due ambulatori appositamente allestiti con accesso diretto – ha spiegato il dottor Lorenzo Bulegato, responsabile del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Ulss 4 – Abbiamo registrato in poche ore l’arrivo di un migliaio di mail con richieste di informazioni e prenotazioni». Gli ambulatori attivi in via Zappetti 23 a Portogruaro, e in via Girardi 23 a San Donà, nell’orario 7-13, con accesso diretto, hanno evitato all’utenza prenotazioni e impegnative per effettuare il tampone, riducendo i tempi e agevolando in tal modo il rispetto dei termini di legge (24 ore dal rientro). Nel fine settimana si aggiungerà un terzo ambulatorio tamponi a Jesolo. Il dottor Bulegato ha fatto il punto sulla Croce Rossa di Jesolo. Ad oggi dei 5 positivi, ne sono rimasti 2, sempre in isolamento nella struttura di via Levantina. E altri ospiti hanno lasciato la struttura: dei 77 presenti fino a qualche giorno fa, ora sono rimasti in 59. (F.Cib.)

vrebbe accelerare con i tempi: per l’esito infatti basterà attendere 7 minuti. L’Ulss ha distribuito a tutti i centri i tamponi rapidi, la Polaroid del Covid test, che “fotografa” la situazione in tempo reale senza bisogno di un’analisi in laboratorio. I numeri, dicevamo, parlano di una ripresa del virus ma che sembra poter essere tenuta sotto controllo. «Dopo la giornata nera dell’11 aprile (in cui ci furono 128 nuovi casi) abbiamo avuto un percorso uniforme dal 18 maggio in poi fino a un nuovo apice del 12 agosto - spiega Dal Ben - da lì però le cose non sono cresciute ma si è rimasti in linea. Lo sapevamo che sarebbe arrivata la fase della convivenza del virus». Stessa analisi per i soggetti

AI “BATTUTI” A MESTRE IL FOCOLAIO PIU’ CONSISTENTE, CON 6 MORTI E 71 POSITIVI «MA ANCHE QUELLO SI STA RISOLVENDO» TEST E VACANZE Nella foto grande in alto, i tamponi che le due Ulss stanno effettuando in diverse località della provincia e all’aeroporto; sotto, la spiaggia di Jesolo affollata anche dagli stranieri

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La “rivincita” di Jesolo «I corridoi verso la Croazia? La gente si sente sicura qui» L’ORDINANZA DI ZAIA

colare per i turisti provenienti dalla Germania (12,4%), Austria e Svizzera (10,9%), con significativo aumento di quest’ultima nazione che, durante il lockdown, si era interessata molto (con varie troupe televisive in città) al “caso” Jesolo. In pratica quasi una situazione insperata a giugno, ma che ha fatto tornare il sorriso a molti operatori.

E proprio per questo nell’ordinanza firmata dal Governatore Luca Zaia giovedì scorso, è stato deciso di disporre il tampone per i veneti di ritorno dalle vacanze in Croazia. Insomma, la conferma di una situazione che non è facile per nessuno e nemmeno scontata. Anche a fronte del ferragosto da sold aut vissuto da Jesolo, con una notevole percentuale di ospiti stranieri, per la prima volta più numerosi degli italiani in questo periodo, in parti-

NEL LITORALE VENETO SI RIALZA LA TESTA DOPO LE CAMPAGNE ATTIVATE DAGLI OPERATORI BALNEARI DELLE COSTE DALMATE E CROATE

STANDARD ELEVATI

PRESIDENTE ALBERGATORI Alberto Maschio

«Io dico semplicemente – spiega il presidente dell’Aja – che nonostante i vari “corridoi” o corsie preferenziali, un turista si sente libero e alla fine sceglie di trascorrere le proprie vacanze dove preferisce e dove si sente a casa». Ma vista la situazione, anche dove si sente più sicuro. «Nel nostro caso – aggiunge Maschio – sono state fatte delle scelte precise, valutate con estrema atten-

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AJA E CONFCOMMERCIO «SONO STATE FATTE SCELTE PRUDENTI E CORAGGIOSE ALLA FINE LA SERIETÀ CI HA PREMIATO»

zione. Da sempre ricerchiamo la qualità nei nostri servizi, quest’anno più che mai confermata ma con ulteriori standard aggiuntivi a livello di sicurezza sanitaria, distanziamento e sanificazione. Sono scelte che possono sembrare difficili da attuare, per certi versi an-


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Dal Ben: «Se sono affollati evitate autobus e vaporetti» Il consiglio del direttore generale dell’Ulss 3: «Il senso civico è l’arma in più contro il virus». Visman (M5S) attacca il Comune: «I trasporti sono essenziali» `

IL CONSIGLIO

in isolamento, che erano 2.044 il 13 aprile e sono 618 oggi. Dodici i ricoverati, tutti in ospedale a Dolo, «ma nessuno di loro precisa il dg - è in area critica». Otto di quei dodici, peraltro, fanno parte dell’Antica scuola dei Battuti, indubbiamente il focolaio più problematico di questo momento. «Al momento il 94% dei positivi sono asintomatici - continua - e questo probabilmente è dovuto al fatto che si è abbassata la media anagrafica dei contagiati, che è intorno ai 40 anni».

FOCOLAI Dal 22 luglio, i focolai sono stati 34 (dodici sono stati già neutralizzati). Diciannove quelli autoctoni, 15 quelli originati fuori Ulss. «Quello più

grosso è appunto ai Battuti specifica Dal Ben - abbiamo avuto sei deceduti, 45 ospiti e 26 operatori sono positivi. La situazione però anche qui si sta stabilizzando, anche questo focolaio si sta via via spegnendo». Tra i 9 casi singoli di importazione di covid dall’estero, invece, 4 badanti ucraine e moldave, un lavoratore dall’Ucraina e uno dalla Romania, un cittadino Usa e uno spagnolo. «Stiamo facendo anche attività di prevenzione tra le comunità straniere – conclude il direttore generale - per sensibilizzarli al rispetto del distanziamento sociale e all’uso della mascherina. In particolare le comunità più numerose: moldavi, romeni, bengalesi. È fondamentale in questo momento risvegliare la coscienza civica di tutti. Resta la questione scuole su cui stiamo studiando un piano ad hoc che presenteremo nei prossimi giorni». Davide Tamiello © RIPRODUZIONE RISERVATA

zio della stagione “puliti”, anche questo credo sia un aspetto che ha fatto la differenza rispetto ad altri».

CRITICHE INUTILI

che coraggiose, ma che alla fine ci stanno dando ragione». Altro aspetto che viene sottolineato è quello delle chiusure attuate durante il lockdown: «Da tutti sono stati fatti dei sacrifici pesanti – conclude Maschio – che però ci hanno permesso di farci arrivare all’ini-

Sulla stessa scia anche Angelo Faloppa, presidente di Confcommercio Sandonà-Jesolo: «Semplicemente io dico che sta vincendo la linea della serietà – spiega – quattro mesi fa eravamo attaccati da molti, in modo particolare quando sono state assunte delle scelte importanti. Inoltre tra chi ci ha criticato, c’è stato anche chi ha aggiunto che nelle proprie spiagge tutto era “meraviglioso”: oggi tutti possono vedere come è andata. I nostri operatori hanno dimostrato serietà, lungimiranza e rispetto, prima di tutto per le persone, garantendo dei servizi che si sono abbinati nel modo migliore allo spirito delle vacanze ma in sicurezza. Nessuno ha nascosto i problemi, ma li abbiamo affrontati. Nel nostro caso possiamo dire che le scelte dello scorso maggio non sono state solo coraggiose, ma anche vincenti». Giuseppe Babbo © RIPRODUZIONE RISERVATA

VENEZIA «Il vaporetto o l’autobus è troppo pieno? Prendete il prossimo». Il consiglio arriva direttamente dal direttore generale dell’Ulss 3, Giuseppe Dal Ben. Dopo le discoteche, infatti, chiuse per decreto ormai dal Governo, resta la questione dei trasporti pubblici, una delle situazioni sicuramente più difficili in cui mantenere il distanziamento sociale. La questione è emersa in particolare in questi giorni: la gente si accalca per salire, agli imbarcaderi e nelle fermate prima e nei mezzi poi. «Stiamo tenendo d’occhio con molta attenzione la questione degli assembramenti - precisa Dal Ben - dobbiamo renderci conto che questa attenzione deve cominciare a far parte di noi. Abbiamo imparato ad utilizzare la mascherina, ora dobbiamo riuscire a interiorizzare la tendenza a evitare gli assembramenti. L’invito, ovviamente, è di evitarli. Se riusciremo a rispettare queste regole, avremo fatto un grande passo nella limitazione del virus. Se c’è l’autobus pieno non devo salire, aspetto il prossimo: dobbiamo raggiungere il più alto senso civico possibile».

L’ATTACCO «Il direttore generale Seno può dire quello che vuole, ma il problema a bordo dei mezzi di trasporto è grande e deve essere affrontato». Sara Visman, consigliera comunale uscente del Movimento 5 Stelle e attuale candidata sindaco, chiede intanto che la questione del sovraffollamento dei mezzi di trasporto pubblico sia affrontata dal Comune. E subito. «Se il Comune vuole rilanciare l’economia della città e delle isole - dice Visman - è inutile che i servizi di trasporto pubblico non diano una mano a questa economia e uno sgravio ai cittadini. Se vogliamo dare una mano alla città, le partecipate devono fare sinergia con quelli che sono i bisogni della città stessa, altrimenti non se ne

LA POLEMICA CHIOGGIA «Eccellenza, si ravveda». Il fatto che, ad una sorta di pentimento, venga chiamato un vescovo, nello specifico quello di Chioggia, monsignor Adriano Tessarollo, suona, quantomeno, insolito. Eppure è quello che sta accadendo nella polemica che si è sviluppata attorno al messaggio che il prelato aveva lanciato, l’altro giorno, per criticare il “divertimentificio” delle discoteche, l’industria del ballo e dello sballo, così gravida di conseguenze nefaste per i giovani. A rispondergli, in maniera apprezzabilmente più civile di quella riscontrata su alcuni post su facebook, è Mattia Gianni, detto Cuenca, organizzatore di eventi in vari locali di Sottomarina. Il giovane contesta al religioso di aver fatto di tutta l’erba un fascio, nel citare, quali tratti dominanti del mondo della movida, «ubriacature, risse e stupri», generalizzando episodi che andrebbero inseriti, ciascuno nel suo contesto, attribuendo le responsabilità caso per caso. Gianni afferma di essere rimasto amareggiato dal fatto che Tessa-

La Lettera Costretti a viaggiare ammassati sui vaporetti eggo basito quanto detto dal direttore Actv, dott. Giovanni Seno, in merito al mancato distanziamento a bordo dei vaporetti. Mi chiedo dove trovi il coraggio di affermare certe cose consapevole che già in periodo ante Covid viaggiavamo su mezzi pubblici da terzo mondo, roventi d’estate, gelati in inverno, scafi vecchi di cinquant’anni sovraffollati e stipati come sardine… Vada a vedere i servizi pubblici in altri Paesi come funzionano... Oggi con il taglio delle linee del trasporto pubblico può affermare quanto vuole che i turisti che utilizzano i mezzi di Actv siano diminuiti, ma la sicurezza degli utenti di Actv in questo modo è messa a grave repentaglio… Capisco che il direttore debba difendere il suo operato lavorativo, ma eviti di prenderci in giro con certe affermazioni in un momento cosi delicato e se ne stia in silenzio. Oppure, se crede, il direttore venga a fare un bel giretto sui vari vaporetti con la gente ammassata a bordo, i turisti con le mascherine quasi sempre sotto il naso e poi ci dica se questa può essere definita sicurezza. Cordialmente Alessandro Banci

L FOLLA A BORDO Difficile rispettare le distanze sui mezzi pubblici

esce». Qualche esempio. «La linea 7 - aggiunge - da San Zaccaria a Murano. Mettere qualche corsa la mattina consentirebbe di portare un po’ di gente in più visitare una zona differente dell’isola, che magari potrebbe fermarsi anche a mangiare. Nello stesso tempo sgraverebbe la linea circolare dove ci sono residenti che normalmente vanno anche all’ospedale. Non serve tutto il giorno, basterebbe qualche corsa la mattina». La Linea 12, altro grande problema, con i buranelli che non ne possono più di perdere il mezzo. «Si deve avere flessibilità prosegue - perché i bis non esistono più. A Murano a una certa ora non c’è neanche più il pontoniere e hai tutti i turisti sul pontile: non mi pare il massimo per la sicurezza. Actv continua a dire che non ha soldi per incrementare le linee, ma i soldi dal Gover-

no e dalla Regione sono arrivati, ci sono centinaia di stagionali a casa che ci sarebbe la possibilità di mettere al lavoro. Questo è veramente tirare la corda. Non sento parlare il sindaco del servizio pubblico. Si fida dell’azienda ma è come se si chiedesse all’oste se il suo vino è buono. Dovrebbe ora chiedere un passetto». Infine, un pensiero alle soluzioni tecnologiche. «Su questo fronte - conclude si potrebbe fare una rivoluzione in Actv, con un servizio integrato molto più flessibile di quello che c’è adesso. Quando serve un bis, ora serve tanto tempo per avere una corsa aggiuntiva. Hanno un margine di miglioramento enorme e forse migliorare può portare a delle economie ulteriori». D.Tam. M.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il gestore di eventi: «Non siamo criminali Vescovo, si ravveda» MESSAGGIO CHE FA DISCUTERE Il vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo si era scagliato contro i locali del divertimento

MATTIA GIANNI, DETTO “CUENCA”: «LE PAROLE DI TESSAROLLO CONTRO IL DIVERTIMENTIFICIO MI HANNO FATTO MALE»

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rollo «non solo esprime una condanna morale verso una categoria di lavoratori, ma invita il Governo a ridurli alla fame». Questo perché il vescovo aveva scritto «e adesso bisogna anche sostenere questa industria di sballo notturno con fondi pubblici, derivanti da tasse sempre

in aumento o con i contributi che chiediamo all’Europa». «Nessuno nasconde – replica Gianni – che ci siano operatori che si sono macchiati di comportamenti sbagliati, ma la maggior parte di loro ha come primo obiettivo quello di far vivere qualche ora di spensieratezza ai propri clienti. Gente di tutte le età, non ci sono solo i giovani nei locali. Non ci sono solo quelli che cercano lo sballo ma anche quelli che cercano momenti di socialità. Il nostro lavoro crea guadagno per molte persone: baristi, cassieri, addetti alla sicurezza, addetti alle pulizie, guardarobieri, infermieri, parcheggiatori. Studenti, padri e madri di famiglia, che ora si ritrovano senza un lavoro stabile. Ritengo che tutti i “leoni da tastiera” che hanno infangato il Vescovo, abbiano sbagliato ma, allo stesso tempo, la nostra attenzione dovrebbe essere posta alle sue parole, quando ritiene che il nostro lavoro non debba ricevere compensi dallo Stato, perché non porta niente di produttivo. Queste parole dette dal Vescovo della mia città fanno davvero male». Diego Degan © RIPRODUZIONE RISERVATA


Treviso

San Magno. A Ceccano nel Lazio, san Magno, martire.

Mercoledì 19, Agosto 2020

BENETTON VERSO IL DERBY: TAMPONATA L’EMERGENZA IN PRIMA LINEA

18°C 30°C Il Sole Sorge 6.14 Tramonta 20.12 La Luna Sorge 6.14 Cala 20.53

Castelfranco

Il regista Padovan: «L’ispettore Stucky, il nostro Montalbano»

Sartor, attore e candidato «In campo per la mia città» Dal teatro alla elezioni amministrative con “Castelfranco Merita”: «Qui serve un rilancio culturale, voglio dare il mio contributo»

Filini a pagina XXII

Grosso a pagina XXI

Russo a pagina XII

Coltello puntato: 14enne rapinato a Bibione `La vittima di Oderzo per passare qualche giorno di

Conegliano

«Erano in quattro, mi hanno minacciato»

Aggredisce un 17enne al Biscione lo deruba e va a ubriacarsi: arrestato

Rapinato da un gruppo di ragazzini la notte di Ferragosto sulla spiaggia di Bibione: 14enne di Oderzo torna a casa e denuncia l’aggressione. La Procura di Pordenone, competente per il territorio, sta indagando sulla rapina che un giovane opitergino avrebbe subito lo scorso weekend in riva al mare. La vittima era arrivata a Bibione

festa. Nella notte tra Ferragosto e domenica il giovane era in spiaggia con alcuni amici. A un certo punto, arrivato sul litorale antistante via Acquario, il ragazzino sarebbe rimasto solo. Quindi sarebbe stato accerchiato da 4 ragazzi, di qualche anno più grandi, chelo avrebbero minacciato: «Dacci lo zaino o per te finisce male». Le minacce non avrebbero inizialmente intimorito l’opitergino ma i quattro avrebbero iniziato a spintonarlo fin quando non sarebbe spuntato un coltello. Corazza a pagina XIX

Erano da poco passate le 21 di lunedì quando un diciassettenne di Conegliano si è trovato a percorrere a piedi il Biscione. All’improvviso è stato afferrato per il collo da un 22enne senegalese che gli ha rubato il portafoglio per andare a bere: arrestato. CONTROLLI Agenti durante un’ispezione in spiaggia a Bibione

De Salvador a pagina XIV

L’INTERVENTO I carabinieri

Covid, task force per l’autunno L’Usl raddoppia i posti letto in terapia intensiva e potenzia le malattie infettive. Vazzola, focolaio alla Aia: 300 tamponi

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L’ex caserma

Altri 62 profughi negativi al virus «Vanno trasferiti» La domanda che circola da ieri tra gli uffici dell’Usl e quelli della Prefettura è sostanzialmente una: cosa fare dei richiedenti asilo ospitati nell’ex caserma Serena risultati negativi anche al tampone di controllo e quindi a tutti gli effetti guariti? Si tratta di 62 ragazzi che, sulla carta, non hanno più motivo per restare barricati dentro il centro d’accoglienza. Ma il problema ora è: dove metterli? Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2, valuterà la sistemazione con il prefetto. A pagina IV

«Non è un virus che colpisce solo i vecchi». Lo ripete Francesco Benazzi, lo ribadisce anche il governatore Luca Zaia. E lo confermano i numeri. A Treviso, attualmente, nel reparto di malattie infettive del Ca’ Foncello sono ricoverate 13 persone con i sintomi del coronavirus: la metà è giovane, con età compresa tra i 30 e i 45 anni. E anche questa riflessione ha spinto l’Usl 2 a varare un piano di potenziamento del sistema sanitario in vista dell’autunno: i posti di terapia intensiva passeranno da 46 a 90 in modo da evitare situazioni di sofferenza per mancanza di letti attrezzati. E aumentano anche i posti letto nel reparto di malattie infettive: 50 quelli previsti dall’Usl. Intanto a Vazzola per il focolaio nell’azienda Aia sono stati disposti tamponi a tappeto: 300 quelli che l’Usl eseguirà su parenti e amici dei 20 dipendenti contagiati. Calia e De Salvador alle pagine II e III

Basket e volley L’ipotesi dopo l’ordinanza della Regione

La vendemmia

Stagionali, tre laboratori e tremila test

«Aprire il Palaverde al 30% dei tifosi» LA CASA DELLE BIG Palaverde deserto, un’ipotesi che ora è più distante

Anzanello a pagina XX

La carica dei tremila. Dalla prossima settimana, mano a mano che inizieranno ad arrivare in Italia, prenderà il via la campagna per effettuare test e, se necessario, tamponi a tutti i lavoratori stagionali richiamati nella Marca per la vendemmia. La scelta fatta da Usl e Coldiretti è molto semplice: individuare tre aree, due nella zona del prosecco in sinistra Piave e una nel cuore della produzione di vini rossi nell’opitergino, dove organizzare dei punti di raccolta e farvi confluire i lavoratori stagionali per i controlli. A pagina VI

Malore in auto: sbanda e travolge i tavolini del bar La conducente ha un malore, non riesce più a governare l’auto che sbanda di colpo, travolge il plateatico di un bar e si ferma a un passo dalla vetrata dietro la quale si trovavano numerosi clienti. Tragedia sfiorata ieri mattina al popolare bar del Maxi, a Roverbasso di Codognè. La sbandata ha trasformato l’utilitaria in un proiettile che ha distrutto la parte del plateatico rivolta verso est, travolgendo tavoli e sedie e seminando il panico tra i numerosi avventori. Fortuna ha voluto che fossero quasi tutti all’interno e soltanto questo ha evitato conseguenze peggiori o addirittura drammatiche. Dal Cin a pagina XVII

Conegliano

Annegata in Croazia, il compagno: «L’ho vista immobile nel mare» Potrebbe essere stato un ictus a stroncare Grazia Antonia Zanco, 65 anni, l’insegnante coneglianese annegata in Croazia. «Il suo compagno mi ha detto che stavano facendo snorkeling non lontano dalla riva – racconta il fratello – Ad un certo punto ha visto che era ferma, si è tuffato ed era già morta». STRAGE SFIORATA L’auto impazzita dopo lo schianto sui tavolini

Giraud a pagina XV

NON SIAMO

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Redazione Treviso: 31100 - Treviso, via Toniolo 17 - Tel. 0422.410270 - fax 041.665179 treviso@gazzettino.it

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Primo Piano

Mercoledì 19 Agosto 2020 www.gazzettino.it

Economia in crisi

Via alla vendemmia «Quarantena attiva per gli stagionali» Da oggi la raccolta dell’uva Chardonnay. Allarme di Coldiretti: «Bloccati 4.000 romeni, il Veneto faccia come Trento e Bolzano» `

IL NODO VENEZIA Con la raccolta dell’uva Chardonnay, comincia oggi la vendemmia in Veneto. Una partenza su cui grava l’incognita dei lavoratori stagionali stranieri, in particolare romeni, sottoposti a una doppia restrizione all’ingresso: oltre al controllo sanitario, anche la quarantena per 14 giorni. «Così va a finire che restano bloccati 4.000 addetti, serve un isolamento attivo in azienda come in Trentino Alto Adige, altrimenti è concorrenza sleale», dice Coldiretti.

LE REGOLE Oltre a 182 milioni di mele dagli alberi, nel giro di un mese vanno tolti pure 13 milioni di quintali di grappoli dalle viti: Pinot grigio dal 23 agosto, Merlot dal 10 settembre, Corvina (per l’Amarone) dal 14, Glera (per il Prosecco) dal 16, Garganega (per il Soave e il Recioto) dal 19. Secondo i calcoli dell’associazione di categoria, circa un decimo della quota annua di braccianti non italiani viene ingaggiato proprio ad agosto e a settembre. Le regole per il loro arrivo in Veneto, in questo perio-

GLI ADDETTI IN ARRIVO DALLA ROMANIA DEVONO FARE IL TEST E PURE L’ISOLAMENTO: «POTREBBERO PASSARLO LAVORANDO NEI CAMPI»

do di emergenza Covid, sono state fissate dalla Regione. Il nuovo Piano di sanità pubblica aveva già previsto per questa categoria la necessità di «test sierologico rapido o test diagnostico rapido all’arrivo e, in caso di positività, tampone rinofaringeo». La successiva ordinanza firmata dal governatore Luca Zaia ha ulteriormente precisato che «è fatto obbligo, anche agli effetti sanzionatori, dell’effettuazione di saggio diagnostico per la ricerca di Sars-CoV-2 (test di biologia molecolare o test diagnostico rapido) o di un test sierologico rapido con finalità di screening», per tutti i «lavoratori stagionali del settore agricolo che hanno transitato o soggiornato (o che comunque si sono recati) all’estero nei 14 giorni precedenti, indipendentemente dalla durata e dalla motivazione del soggiorno all’estero». Se poi quegli addetti provengono da un Paese inserito nella “lista nera” stilata dal ministero della Salute, che comprende appunto anche la Romania, «devono comunicare all’Azienda Ulss di riferimento l’ingresso in Veneto e si sottopongono a quarantena immediata». In caso di trasgressione, scatta una sanzione di mille euro a carico del soggetto interessato, ma anche dell’impresa per ciascun operaio non in regola.

IN TRENTINO ALTO ADIGE Sia la Provincia autonoma di Trento che, ancora prima, quella di Bolzano hanno invece aggiunto nei rispettivi provvedimenti una postilla. Il presidente Mauri-

51,3% L’INDAGINE VENEZIA Sono passati quasi cento giorni dalla riapertura delle attività produttive. Ma metà dei piccoli imprenditori veneti non vede la ripresa prima della fine del prossimo anno: proprio così, dicembre 2021, secondo i risultati del sondaggio condotto da Confartigianato Veneto su 1.500 associati. «L’incertezza – commenta il presidente Agostino Bonomo – blocca le assunzioni e gli investimenti. Le risorse messe in campo dal Governo siano dedicate alle leve per favorire gli investimenti. Ne va del futuro delle prossime generazioni».

INVESTIMENTI E ASSUNZIONI Nel giorno del monito sui giovani lanciato da Mario Draghi, gli esiti di questa rilevazione (effettuata fra il 1° e il 5 agosto) fotografano un artigianato «colpito al cuore» (il 51,3% delle imprese ha perso oltre il 25% del fatturato), desideroso di ripartire ma per il momento «concentrato a resistere» (per il 76,2% l’obiettivo principale è la continuità aziendale), in una battaglia da combattere «con i propri collaboratori» (solo il 10,8% vorrebbe poter licenziare). In queste condizioni è

La quota che ha perso oltre il 25% del fatturato

76,2% Tre intervistati su 4 sono concentrati a resistere

Treviso

Laboratori “volanti” per i tamponi ai braccianti TREVISO Conegliano, Valdobbiadene e Oderzo. Sono queste le aree dove l’Usl di Treviso allestirà dei laboratori “volanti” per effettuare test sierologici e tamponi ai circa tremila lavoratori stagionali provenienti dall’estero attesi per la vendemmia. È stato deciso ieri al termine di un incontro tra il direttore generale dell’Usl Francesco Benazzi e il direttore della Coldiretti trevigiana Enrico Maria Cirri. «Abbiamo scelto tre aree strategiche - spiega Benazzi - qui allestiremo dei punti per fare prima i test sierologici e poi, a chi dovesse risultare positivo, i tamponi di conferma». Cirri, dal canto suo, non nasconde una certa preoccupazione: «Stiamo lavorando per andare incontro alle esigenze delle aziende. Assieme all’ente bilaterale stiamo chiudendo un accordo per sostenere economicamente chi dovrà mettere a disposizione alloggi per i lavoratori che saranno trovati positivi. Ci sarà qualche problema. Se ci avessero lasciato usare i voucher, avremmo potuto far lavorare anche pensionati, disoccupati o studenti. Ci sono tante richieste che, però, non possiamo prendere in considerazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA

zio Fugatti ha spiegato di ritenere «di maggiore sicurezza, per la popolazione trentina, attivare una quarantena attiva per i lavoratori provenienti dall’estero, piuttosto che una quarantena passiva, dal momento che il controllo è più difficile da esercitare laddove lasciato alla responsabilità individuale». Dunque, come già aveva prescritto l’omologo altoatesino Arno Kompatscher, dopo il test (e anche se il risultato è negativo) i lavoratori «devono poi mantenere un periodo di isolamento di due settimane in azienda», o nelle sue vicinanze, per cui possono cominciare subito a raccogliere le mele e l’uva, «in piccoli gruppi di massimo quattro persone che vivono e lavorano insieme in un’unica unità abitativa» e «in assenza di contat-

ti con ulteriori persone».

LA RICHIESTA Spiega Alberto Bertin, responsabile dell’area lavoro di Coldiretti Veneto: «Avevamo chiesto alla Regione di adottare il modello del Trentino Alto Adige, ma così non è stato. Capiamo che la situazione epidemiologica veneta sia diversa e che sia difficile ponderare gli interessi di tutti, ma non possiamo non rilevare l’effetto dumping sulle nostre imprese. Uno stagionale romeno tenderà ad andare a lavorare in una regione dove trova meno ostacoli». Il problema è particolarmente sentito nell’area del Prosecco. «Soprattutto sulle colline della Docg di Conegliano e Valdobbiadene – riferisce Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – dove

Gli artigiani e la recessione Il Governo, con il decreto “Agosto”, dovrebbe prorogare il blocco dei licenziamenti fino a fine anno (con eccezione per le imprese che cessano l’attività) e prolungare la cassa integrazione per ulteriori 18 settimane. Indica con quale delle seguenti affermazioni sei maggiormente d’accordo

0,5% Purtroppo dovrò comunque cessare l’attività

10,8%

Distribuzione percentuale sul totale rispondenti

36,8% Non mi cambia nulla: non avrei comunque licenziato né utilizzato ammortizzatori sociali

In termini di investimenti, nonostante l’emergenza sanitaria

Ho attivato degli investimenti che non avevo previsto

Questo contribuisce a spiegare il motivo per cui il 51,9% ritiene utile l’allungamento della cassa integrazione gestita dal Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato. Non a caso l’80,2% ha fatto ricorso all’ammortizzatore nei mesi di aprile e maggio e il

16,7% Distribuzione percentuale sul totale rispondenti

Ho dato seguito a quanto avevo pianificato

36,4% Mi sono fermato data l’incertezza della situazione

Fonte: Elaborazione ufficio studi Confartigianato Veneto su rilevazione soci

plessivo è legato al fatto che il 76,7% delle ditte interpellate è rimasto chiuso, per obbligo o per scelta, durante il lockdown.

AMMORTIZZATORI E PAGAMENTI

Non avevo pianificato investimenti

7,9%

5,2%

CONFARTIGIANATO SENTE 1.500 IMPRENDITORI DOPO CENTO GIORNI DI FASE 2 BONOMO: «L’INCERTEZZA PESA, BISOGNA EVITARE IL RISCHIO RIPIEGAMENTO»

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

POLEGATO (TREVISO): «PROBLEMA MOLTO SENTITO SULLE COLLINE DEL PROSECCO, DOVE L’ATTIVITÀ SI SVOLGE A MANO»

51,9%

Sono dannose: seppur con dispiacere avrei preferito poter licenziare per riorganizzare l’attività

Ho rinunciato definitivamente agli investimenti previsti

la vendemmia avviene quasi tutta a mano. Ci sembra assurdo che, a fronte di un esito negativo del tampone, debba scattare la quarantena senza la possibilità di far comunque lavorare gli addetti. Per questo abbiamo in corso un confronto con l’Ulss 2 e confidiamo in tempi rapidi di arrivare alla soluzione». Occorre però che le aziende garantiscano il rispetto delle prescrizioni sanitarie. «Le grandi ci riescono – osserva il produttore vicentino Daniele Costalunga – mentre le piccole fanno fatica. Per quanto mi riguarda, ho preferito puntare sulla vendemmia meccanizzata. Piuttosto mi aiuterebbe di più una semplificazione del voucher in agricoltura». Angela Pederiva

Mi sono utili per mantenere i dipendenti

33,8%

Metà degli artigiani non vede la ripresa prima di fine 2021 però difficile fare previsioni e dunque gli investimenti sono al palo: il 78,1% li ha bloccati o non li ha proprio programmati. Inoltre il 63,2% dichiara che non ingaggerà nuovi addetti, nemmeno a fronte di incentivi; va un po’ meglio nelle costruzioni, settore che segnala un 13% di propensione alle assunzioni contro un 6% nel manifatturiero, grazie alla crescita di una domanda spinta dalle detrazioni del 110%. Ma indubbiamente il pessimismo com-

TRA I FILARI Comincia oggi la vendemmia dello Chardonnay, alla Glera toccherà dal 16 settembre

L’Ego-Hub

61,7% ha trovato una valvola di sfogo nella riduzione dell’orario. Buone notizie arrivano invece dai fronti dei pagamenti (sia dei clienti che ai fornitori) e dell’accesso al credito e ai contributi. Metà degli intervistati dichiara di essere stata saldata nei tempi stabiliti e il 27% dopo una dilazione concordata. A propria volta, il 71,7% delle aziende riferisce di aver onorato le fatture e il 21% di aver rispettato le proroghe richieste, tanto che solo il 7,3% non

è riuscito a fare fronte ai debiti. Il 61,2% ha chiesto contributi a fondo perduto e il 36,4% nuovi finanziamenti, mentre il 53,8% ha preferito attingere a risorse proprie. Tra le ditte che hanno domandato prestiti, il 79,7% afferma di averli ricevuti agevolmente («grazie anche all’assistenza determinante delle territoriali di Confartigianato», chiosa l’organizzazione); il 53% li ha ottenuti entro un mese, il 31% entro due.

ATTENDISMO Se questi sono i numeri, cosa occorre fare? «Bisogna evitare il rischio ripiegamento – risponde il presidente Bonomo – e che l’attendismo diventi stagnazione. Bene il sostegno alla cassa integrazione e la decontribuzione, ma gli effetti positivi si vedono dove ci sono prospettive di rilancio del mercato, come nel caso delle costruzioni. Fondamentale sono dunque la politica di rilancio del “green new deal” (il progetto europeo per la sostenibilità ambientale, ndr.), gli investimenti sulle tecnologie digitali, l’attenzione per processi di reshoring (il rientro delle produzioni delocalizzate, ndr.), in modo da attivare segnali di crescita della domanda». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Verso le elezioni

Autonomia, nel patto anche il no-inciuci Sottoscritto da Lega, FdI e FI l’accordo chiesto da Zaia E con la riforma delle Regioni entra il presidenzialismo `

L’INTESA VENEZIA Matteo Salvini. Giorgia Meloni. Silvio Berlusconi. Il primo ha firmato con una biro nera, la seconda con un inchiostro azzurro, il terzo con una penna scura. Le firme dei tre big compaiono nell’atteso documento che consentirà al centrodestra di correre unito alle elezioni regionali del prossimo settembre. In Veneto, dunque, tutti assieme con Luca Zaia, candidato per la terza volta alla presidenza della Regione del Veneto (e strafavorito dai sondaggi: vincesse con il 51% sarebbe una déblacle - ed è tutto dire - visto che c’è chi lo dà all’80%), ma agguerrito nel richiedere un solenne impegno

agli alleati nel sostenere a Roma la causa dell’autonomia. Si sa com’è andata: l’autonomia avrebbe dovuto portarla a casa il precedente governo gialloverde, quello con Matteo Salvini ministro dell’Interno, ma non se n’è fatto niente. Si vedrà cosa succederà con l’attuale governo giallorosso, ma al di là degli impegni ministeriali poi serve il voto in Parlamento. È per questo che Zaia ha chiesto un impegno formale agli alleati: o firmate il patto sull’autonomia, oppure salta l’accordo elettorale e ognuno corre per conto proprio. Anche ieri, in Veneto, c’era chi, come l’assessore leghista Roberto Marcato, popolarissimo sui social, nome in codice bulldog, andava ripetendo il diktat del Car-

roccio: «O a Roma firmano o salta tutto». Hanno firmato. E aggiunto. Perché adesso il patto contempla non solo l’autonomia, ma anche la riforma costituzionale per introdurre il presidenzialismo. E pure la riforma della giustizia. E un patto anti-inciucio: sia mai che la Lega si sogni di tornare a fare accordi con il M5s o Forza Italia amoreggi con i renziani di Italia Viva e col Pd. Testuale: Salvini, Meloni, Berlusconi si impegnano “a non dare corso, in questa e nella futura legislatura, a qualsiasi accordo di governo, con partecipazione diretta o esterna, insieme ad altre forze politiche, fatto salvo una formale unanime e diversa intesa tra le forze politiche che sottoscrivono il presente do-

Meloni: «Grande segnale di compattezza». Commenti positivi dall’azzurra Gelmini. Neanche una parola da Salvini `

cumento”.

LE TRATTATIVE La parte che la Lega aspettava era quella sull’autonomia. «Noi siamo pronti a firmare subito», aveva detto il coordinatore regionale di FdI, Luca De Carlo. «Noi di più, la parola autonomia l’abbiamo anche inserita nel simbolo elettorale», aveva rincarato il coordinatore veneto di Forza Italia Michele Zuin. Ma Lorenzo Fontana, segretario della Liga Veneta, voleva un impegno nazionale. Perché una volta trovato - se mai si troverà - l’accordo con i ministri competenti, fatte - se mai si faranno - le intese con il Governo, è in Parlamento che l’autonomia poi deve essere votata. E a maggioranza quali-

ficata. Certo, se l’attuale ministro dem Francesco Boccia e quindi se il Governo Conte Bis e poi Pd e M5s votassero subito l’autonomia alle Regioni, il problema sarebbe risolto alla radice e Giorgia Meloni, ma anche Matteo Salvini che mira ad espandersi al Sud, sarebbero tolti dall’impiccio. Nel caso, però, in cui il tema resti d’attualità, la Lega in Veneto vuole garanzie. Il do ut des? Autonomia e presidenzialismo. Nero su bianco.

I COMMENTI Il documento firmato da Salvini, Meloni, Berlusconi è di una paginetta e ha come allegato l’intero testo preparato da Zaia sull’autonomia. «È stata una trattativa lunga e per certi versi

complicata», ha ammesso Fontana. Giorgia Meloni, in una nota, ha esaltato il patto anti-inciucio: «Mentre Pd e 5S litigano per le poltrone e si presentano divisi alle regionali, il centrodestra lancia un altro grande segnale di compattezza e oggi dice con una voce sola: mai al governo con la sinistra». Commenti sono arrivati da tutto lo stato maaggiore di Fratelli d’Italia, da Luca De Carlo a Ignazio La Russa. E poi Mariastella Gelmini capogruppo di Forza Italia alla Camera. E anche il senatore questore dell’Udc Antonio De Poli (che a Padova candida Vincenzo Gottardo nella lista degli azzurri). E Matteo Salvini? Né a né ba. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

I tre punti Cosa prevede il documento

delle 1 L’autonomia 6 Regioni è al centro del documento sottoscritto dai leader del centrodestra. presidenzialismo è 2 Ilstato 6 aggiunto sulla base di una richiesta di Fdi, un punto già negli obiettivi dei tre partiti. patto anti inciuci 3 Ilprevede 6 che nel corso della legislatura nessun partito stringa accordi con altre forze politiche I TRE LEADER Da sinistra, Silvio Berlusconi (Forza Italia), Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia)

I PARTITI VENEZIA Liste della Lega finalmente pronte per le elezioni regionali in Veneto del 20 e 21 settembre. Dopo giorni di confronti, trattative, mediazioni, la quadra è stata trovata. Anche se al principio generale dettato dal “capitano” Matteo Salvini secondo cui tutti i big dovevano essere nella lista del partito, alla fine ci sono state delle deroghe dettate da motivi geografici. Ossia: se ci sono tre vicentini forti, non è che possano correre tutti in lista della Lega perché finirebbero col mettersi i bastoni tra le ruote. E se in una provincia piccola, qual è Belluno, dove non è detto che si riescano a fare due eletti, se ci sono due candidati forse è il caso di “distanziarli”, uno in lista Lega, uno in lista Zaia Presidente. È esattamente quel che è successo.

LE SCELTE Dunque, tutti agli assessori uscenti, compreso il capogruppo Nicola Finco, saranno ricandidati e saranno tutti in lista Lega anche se cinque anni fa alcuni di loro avevano corso sotto le insegne bianco-blu della lista Zaia Presidente. Eccezioni? Tre.

Il risiko delle liste Zaia Scandalo del bonus Inps individuati i tre sostituti Il presidente del consiglio regionale, il vicentino Roberto Ciambetti, che nel 2015 era stato eletto in lista Lega, stavolta sarà in lista Zaia Presidente. Motivo: in lista Lega, in provincia di Vicenza, ci sono già il capogruppo Finco e la super assessore Manuela Lanzarin. Seconda eccezione: il “cimbro” Stefano Valdegamberi, a Verona, eletto nel 2015 in Lista Zaia, resterà in Lista Zaia. È vero che si è iscritto al partito, ma a Verona in lista Lega ci sono già l’assessore Elisa De Berti e il consigliere uscente Enrico Corsi. Terza eccezione: Gianpaolo Bottacin. L’assessore regionale all’Ambiente e alla Protezione civile, da mesi alla sinistra del governatore Luca Zaia nelle dirette social e tv sul coronavirus a Marghera, resterà in lista Zaia Presidente perché in lista Lega c’è già Franco Gidoni, che non è solo consiglie-

re regionale uscente ma anche commissario del partito a Belluno.

LE SOSTITUZIONI Risolto anche il problema delle sostituzioni dei tre finiti nello scandalo dei bonus dell’Inps. Com’è noto, non saranno ricandidati il vicepresidente e assessore al Bilancio Gianluca Forcolin (che si è dimesso da tutto, anche da consigliere regionale), il presidente della Prima commissione Alessandro Montagnoli, il vicecapogruppo della Lega Riccardo Barbisan. Forcolin è veneziano, Montagnoli veronese, Barbisan trevigiano, quindi le sostituzioni devono essere locali. Dopo più di una settimana di ricerche, mediazioni, analisi, la soluzione sarebbe la seguente: a Treviso al posto di Barbisan junior ci sarebbe l’assessore cittadino al Bilancio Cristian Schiavon; a Verona al posto di Monta-

comunicato le loro decisioni in merito alla possibilità di “gemmare” un’altra lista, esonerandola così dalla raccolta delle firme per partecipare alle elezioni di settembre.

GLI ESONERI

GOVERNATORE Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. Alle elezioni di settembre, ricandidato per la terza volta, avrà tre liste

L’ASSESSORE BELLUNESE BOTTACIN RESTA NELLA FORMAZIONE DEL GOVERNATORE. QUATTRO ESONERI PER LA RACCOLTA FIRME

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gnoli la scelta sarebbe caduta sull’assessore del Comune scaligero Luca Zanotti; a Venezia al posto di Forcolin la sostituzione avverrebbe invece con Gianfranco Gnan, segretario della sezione di Caorle. Intanto i capigruppo in consiglio regionale del Veneto hanno

Quattro le liste “gemmate”: Franco Ferrari per la lista della candidata governatrice Daniela Sbrollini che riunisce Italia Viva, Psi, Pri, Civica per il Veneto; il Partito Democratico, ieri rappresentato da Francesca Zottis, per la lista +Europa/Volt che sostiene Arturo Lorenzoni; Piero Ruzzante, che nel Gruppo Misto rappresenta la componente Veneto Che Vogliamo, per Sanca Veneta; Pietro Dalla Libera di Veneti Uniti per la terza lista di Luca Zaia, quella degli amministratori che si chiamerà “Lista Veneta Autonomia L.V.R.”. Da registrare la presa di posizione, in conferenza dei capigruppo, di Piero Ruzzante che ha chiesto se il leghista Gianluca Forcolin, dimessosi da consigliere regionale e vicepresidente della giunta dopo lo scandalo del bonus Inps, sarà sostituito. La risposta avuta dalla maggioranza di centrodestra è stata negativa: nessuna surroga. Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 19 Agosto 2020

VENETO

VENEZIA. Polfer controllo per 2mila a Ferragosto Èdi2.349personeidentificateilbilanciodeicontrollieffettuatidallapolizia ferroviarianelfinesettimanadiFerragosto:denunciatiin14.APadovaèstataanche rintracciatauna25ennenigerianapositivaalCovidcheerafuggitadall’ospedale.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

VERSO IL VOTO. Dopo l’impasse, la firma di Salvini, Meloni e Berlusconi

«Okall’autonomia» ÈpattoFdIeLega Colmaldipancia

Novecandidatipresidenti controZaia

EdapalazzoFerroFini leprime14listeincampo LucaDeCarlo, FdI

LorenzoFontana,Lega

LucaZaia, governatore uscente

GiorgiaMeloni,FdI

natore regionale di Fratelli d'Italia, Luca De Carlo: «Oltre al tema dell'autonomia, è stato trovato l'accordo sul presidenzialismo, sul federalismo e sullo sviluppo e rilancio del programma elettorale del 2018. Inoltre, come FdI siamo soddisfatti di aver introdotto il “patto anti-inciucio”: abbiamo concordato che i tre partiti non faranno mai più parte di maggioranze di governo con altre forze politiche esterne alla coalizione. FdI è sempre stato il collante di questa coalizione,

chiedevamo questa clausola da tempo, e averla portata a casa è per noi una grande vittoria. Così diamo risposte a quei milioni di veneti che chiedono l'autonomia, ottenibile solo con un governo compatto a Roma. È anche un potente messaggio per tutti gli italiani che vedono solo nel centrodestra unito al governo l'unica soluzione per far uscire la nazione da questo difficile momento dal punto di vista sociale ed economico». •

Fontanae DeCarlobrindanoall’intesasullepriorità C’è pure il presidenzialismo e la norma anti - inciucio Matralefiledeileghistisisbuffa:«Eramegliosoli» Cristina Giacomuzzo

In zona Cesarini, arriva l’accordo: FdI e Lega saranno ancora alleati alle regionali di settembre. E nel programma c’è, nero su bianco, l’autonomia. Solo ieri è stato firmato il patto dai leader Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi per FI. Tardi se si considera che sabato alle 12 si chiuderanno i termini per la deposizione delle liste per le elezioni in Veneto. Ma ancora una volta qui il centrodestra correrà unito. Però stavolta non era per nulla scontato visto che da mesi il dialogo politico si era inceppato sul tema autonomia. Questo perché Meloni, agli occhi dei leghisti veneti, non sarebbe realmente interessata all’ope-

razione. Zaia aveva proposto un documento per impegnare formalmente la leader di FdI. Ma tutto si era congelato. E l’attesa ha portato tanti leghisti a pensare di correre al voto in solitaria perché la vittoria, secondo i sondaggi, è scontata grazie al presidente uscente, Luca Zaia, che riscuote consensi. E poi perché le esperienze amministrative, a cominciare dal Comune di Vicenza, avevano fatto emergere problemi di incompatibilità tra Lega e FdI. Ma tutto è stato superato ieri. La direzione è indicata e, anche se restano i mal di pancia della base e di molti altri militanti anche candidati in consiglio regionale, non resta che farsela andare bene.

tiva lunga e per certi versi complicata - sottolinea il vicesegretario federale della Lega e segretario della Liga veneta, Lorenzo Fontana - Oggi dal Veneto parte l’accordo base per il futuro governo del paese. Abbiamo richiamato gli alleati a un impegno particolare sull’autonomia, un punto che per noi è fondamentale e rispecchia il volere espresso da oltre 2 milioni di veneti. Lo abbiamo detto fin dall’inizio: l’autonomia è un aspetto imprescindibile e prioritario che, dovendo passare da Roma, necessita di un accordo a livello nazionale tra tutti i partiti di centrodestra. Siamo quindi soddisfatti di aver convinto anche gli altri partiti».

FONTANA. «È stata una tratta-

DECARLO. Conferma il coordi-

© RIPRODUZIONERISERVATA

Mancapocopiù diunmese alle elezioniperil rinnovodel consiglioregionale e,al momento,risultanodieci i candidatialla caricadi presidente.C’è l’uscenteLuca Zaia,che puntadifatto alterzo mandatoconsecutivo. Ei competitor:ArturoLorenzoni conil Venetoche vogliamo;la vicentinaDanielaSbrollini di ItaliaVivaed Enrico Cappelletti,M5s.Poi gliex consiglieriregionaliAntonio Guadagnini,Partitodei Veneti, ePatriziaBartelle, Veneto ecologiasolidarietà.Incorsa si annuncianopoi Simonetta Rubinatocon unalista autonomista,il comunista PaoloBenvegnù,Paolo Girotto peril Movimento 3V-Vaccini vogliamoverità,e IvanoSpano allaguidadiIndipendenza Noi Veneto. Intemadiliste lagiornatadi ierièstata importante.Il presidentedelconsiglio regionale,Roberto Ciambetti, haconvocatoi capigruppoper consentirelorola dichiarazione dicollegamentodeigruppi con leliste elettorali.Cioè unodei duemodi per consentireaduna listadifinirenellascheda elettoralesenza raccogliere firme.L’altromodo è, semplificando,chesiagià presentein consiglioregionale

comeper esempio laLega Salvini premieroil Pd. I simboliche si troverannonellascheda elettoralechearrivano dall’emanazionedipalazzo Ferro Finisono 14.Siparte dai partiti: Lega,Pd, M5s,FdI eFI.Ci sonopoi ListaZaiaepartito deiVenetidi Guadagnini.Una dellenovitàdiieri èilnome dellaterzalista, emanazionedella Legaveneta, quellachefino aieri erastata soprannominata“degli amministratori“.Sichiama Lista Venetoautonomo:ènatagrazie allafirma delconsigliereuscente, PietroDallaLibera.Inareacentro sinistrava ricordatochela vicentinaCristina Guardaha firmatoper Europa Verde,una listacherientra nellacoalizione cheappoggiaLorenzoni presidente.Poi graziea Piero Ruzzantec’è Venetochevogliamo diLorenzonieSancaVeneta per Lorenzonipresidente. Quindiieri laconsiglierademFrancesca Zottishadato il vialiberaal Pdea +Europa,entrambe a sostegnodi Lorenzoni.Il consigliereuscente FrancoFerrari, presidentedi Civicaper il Venetohafatto il collegamentoper listaDaniela Sbrollinipresidente ItaliaViva,Psi ePri.A questese ne aggiungerannoaltre, maprevio raccoltafirme:sabato èl’ultimo giorno. CRI.GIA. © RIPRODUZIONERISERVATA

JESOLO. Nellanotte tralunedì e martedìscoppia il litigiotra giovani, oltreuna decina i feriti

RITORNOINCLASSE. L’assessoreveneto Donazzan controAzzolina

IlsindacoZoggiacondanna: «Ormai si èperso ilsensodei limite»

«Inaccettabile il livello di caos generato dal governo»

Un’altra maxi rissa a Jesolo. È andata in scena nella notte tra lunedì e martedì. E c’è anche un trentenne che versa in gravi condizioni. Tutto è iniziato intorno alle 2 con un litigio in spiaggia, proprio davanti a piazza Mazzini. Poi si sono spostati coinvolgendo anche altre persone. I protagonisti sono per lo più trentenni provenienti dall'Alto Adige, provincia di Bolzano, così come il ferito, che ha riportato una frattura del femore ed è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale di Jesolo. A testimoniare la violenza della rissa notturna ci sono tanti video con scene impressionanti. Pugni e calci sferrati con rabbia e spietatezza, persone che cadono a terra tra grida e insulti. La polizia è intervenuta con una volante. Poi sono arrivati a supporto gli agenti del commissariato e anche un equipaggio dei militari dell'Arma. Le forze dell’ordine sono riuscite a separare i contendenti, quindi ad allertare i soccorsi che hanno trasportato il ferito all'ospedale. Ne hanno fermati quattro, tutti provenienti dall'Alto Adige, provincia di Bolzano, in vacanza al lido di Jesolo per il Ferragosto. Avevano be-

«Apprendo con sconcerto della riunione convocata dal ministro all’Istruzione, Lucia Azzolina, con la partecipazione del Commissario straordinario, Domenico Arcuri, per spiegare la distribuzione dei banchi. Una convocazione dalla quale sono escluse inopinatamente solo le Regioni. Un tavolo di confronto sul quale potevamo portare il nostro contributo per affrontare un tema operativo insieme a tutte le criticità che, a poche settimane dalla riapertura delle scuole, assillano migliaia di famiglie, di docenti e di personale del mondo della scuola. E invece siamo esclusi». L’assessore all’istruzione del Veneto, Elena Donazzan, ha un diavolo per capello dopo essere venuta a conoscenza, ieri sera, della convocazione d’urgenza per questa sera del Ministero che coinvolge numerosi soggetti, come ad esempio l’Anci, escludendo i rappresentanti delle Regioni. «Il caos in cui la scuola si trova a meno di due settimane dall’inizio delle attività è una grave responsabilità politica del Governo – denuncia -. La contraddittorietà delle indicazioni genera ulteriore confusione nei dirigenti scolastici, nei docenti e nelle famiglie. L’incapacità nella gestione di

RissaviolentainpiazzaMazzini Scuole,Regioniescluse Unturistadi30anniègrave dalconfrontosuibanchi

Rissaviolenta l’altranotte aJesoloripresacon i telefonini

vuto e molto. Gli altri, probabilmente veneti, forse di Treviso, secondo le prime testimonianza raccolte, si sono dileguati nel nulla riuscendo al momento a far perdere le loro tracce. Ma ci sono i filmati postati con i telefonini cellulari a inchiodare quasi tutti, oltre una decina di persone. E pure le videocamere di sorveglianza. Al momento si indaga per rissa, scoppiata per futile motivo e corroborata da abuso di alcolici. Le polemiche si sono subito accese al lido di Jesolo

e in particolare in piazza Mazzini che è ancora e sempre teatro di questi scontri violenti. La rissa si è consumata davanti alla terrazza dell'hotel “Principe Palace”, dove sono state divelte fioraie e tavoli, con sedie insanguinate per le ferite riportate da chi è stato colpito. Dura la reazione del sindaco, Valerio Zoggia: «Sono rattristato per questo ennesimo episodio di violenza che ha lasciato dietro di sé feriti e che, ancora una volta ha ferito soprattutto Jesolo e la sua co-

munità. Sono arrabbiato per l’età delle persone coinvolte in questa vicenda: non sono dei ragazzini ma giovani adulti. Alla ferma condanna dell’accaduto e all’auspicio che le forze di polizia possano individuare e punire i responsabili, l’amministrazione valuterà anche la richiesta di risarcimento per il danno d’immagine. Sento tuttavia il dovere, come sindaco e come padre, di lanciare l’appello a una attenta riflessione che coinvolga tutta la società e le istituzioni. Quanto accaduto a Jesolo e quello che accade sempre più spesso un po’ in tutto il Paese, mi porta a dire che i giovani hanno perso il senso del limite. Troppo spesso la ricerca del divertimento sembra passare per l’abuso di alcolici. Troppo spesso la risposta ad uno sguardo di troppo o a una frase sbagliata passa per la reazione fisica e violenta. E questo accade non solo tra i giovanissimi, ma anche tra adulti. Non si può - conclude Zoggia - continuare a dare responsabilità alla politica o alle forze dell’ordine che stanno dando il massimo per tutelare l’ordine e la sicurezza e che non possono sostituirsi alla responsabilità personale». • © RIPRODUZIONERISERVATA

ElenaDonazzan, assessore

tutta l’emergenza da parte del ministero e del governo inizia da fine febbraio». Tanti per l’assessore i nodi: «In merito a distanziamento e mascherine l’ultimo parere del Comitato tecnico scientifico del 12 agosto 2020 ha rivisto il punto relativo alle distanze. Mi chiedo, quindi, quale sia l’effettiva soluzione tecnica tesa a garantire la sicurezza della salute di ragazzi e docenti. Per quanto riguarda i trasporti la prescrizione delle distanze sui mezzi di trasporto, realisticamente, impedirà di avere il servizio a disposizione di tutti gli studenti e non vi è, ad oggi, nessuna soluzione ipotizzata. Sul fronte dei banchi e degli arredi la situazione non è migliore: accertato che i banchi non arri-

veranno nei tempi dell’inizio dell’anno scolastico dovremo verificare quali esiti abbia avuto il bando, quante e quali deroghe siano state successivamente previste. Queste richieste servono anche per tutelare il nostro sistema produttivo. Immagino, infatti, che alcune aziende venete, letto il bando pubblico, abbiano deciso di non aderire. Se avessero ipotizzato deroghe o modifiche avrebbero potuto formalizzare una proposta. Inoltre, se i banchi erano veramente necessari, così come richiesto dalle scuole, dovranno essere accertate le responsabilità di una cattiva gestione o, se questi banchi non erano necessari, va ipotizzato un danno erariale. E in tutto ciò noi la soluzione ce l’abbiamo - conclude Donazzan -: il Veneto ha elaborato con l’Ufficio scolastico regionale un Manuale operativo, presentato e condiviso con le parti interessate. Il testo contiene pratiche soluzioni rispettose del distanziamento, senza uso di mascherine in classe e prevedendo una modalità mista, quindi anche con la Dad, ma solo per le superiori. Basterebbe poter metter in pratica quanto proposto per arrivare al nuovo anno scolastico con serenità». • © RIPRODUZIONERISERVATA


Provincia 23

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 19 Agosto 2020

VILLAVERLA

Tariridotta peralcune attività

VILLAVERLA

Sul sito del Comune sono illustrate le modalità per richiedere la riduzionedellatassadeirifiutiperutenzenondomestichedurante l'anno 2020. La misura sarà a favore di quelle ditte che hanno sospesol'attivitàacausadell'emergenzaCovid-19.L'autocertificazionedovrà essere inviataentro il10settembre. MA.BI.

L’ufficioelettorale preparale Regionali

Finoasabato22agostol'ufficioelettoraledelComunediVillaverla effettuerà delle aperture straordinarie in occasione delle elezioniregionali.Gliappuntamentidovrannoesserefissatitelefonicamente. Per maggiori informazioni sui giorni in cui sarà attivo il servizioconsultare ilsito istituzionale. MA.BI.

BREGANZE. Lunedìil dipendente diun’aziendapadovana era rimastovittimadi uninfortunio all’internodell’Agco invia Laverda.Era statoricoveratoin rianimazione

Mortoilgiovaneoperaiocadutodaseimetri Noncel’hafattaGiovanniManente 35ennepadovanodiMassanzago Ilquadroclinicoeraapparsofin dasubitodisperato.Ieriildecesso Marco Billo

Non ce l'ha fatta Giovanni Manente, l'operaio di 35 anni che lunedì è caduto da un'altezza di sei metri mentre stava effettuando un intervento di manutenzione all'interno di un capannone della Agco Corporation di via Laverda a Breganze. Ricoverato in condizioni gravissime nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Bortolo di Vicenza, ha combattuto tra la vita e la morte fino all'ultimo: le lesioni riportate alla testa nell'impatto con il suolo gli sono state fatali e nel primo pomeriggio di ieri il personale medico del nosocomio berico non ha potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo, nato a Mirano in provincia di Venezia e residente nel comune di Massanzago nel Padovano, in via Marconi 44. Lo stesso paese in cui ha sede la Luisetto srl, azienda che si occupa di demolizioni e recupero di materiali ferrosi, per la quale

Manente lavorava da diverso tempo. In lacrime Oscar Luisetto, il titolare della ditta. Tra l’altro Daniel, il figlio del titolare, stava lavorando assieme a Manente ed è stata la prima persona a prestargli aiuto. «Ero lì con lui - conferma Daniel - Sono stato fra i primi a soccorrerlo e non sembrava così grave, non ha mai perso il battito. Ho fatto tutto quello che mi diceva il 118 e lui ha risposto alle sollecitazioni pur incosciente». Numerosi i post sul profilo di Manente, dove il trentacinquenne aveva postato le foto dei suoi successi nella pesca sportiva. Un’altra passione la bicicletta e, a volte, la cucina come attesta la foto postata da un amico. Anche il sindaco Stefano Scattolin ha espresso la sua grande tristezza e dispiacere. L'operaio stava demolendo un impianto all'interno dello stabilimento ex Laverda di Breganze quando, per cause in corso d'accertamento da parte dello Spisal dell'Ulss 7 Pedemontana intervenuto lu-

Laposizionedei sindacati

«Servononuoviapprocci inmateriadisicurezza»

GiovanniManenteeraun appassionatodi carpfishing, unaparticolare tecnicadi pesca sportiva. FACEBOOK

GiovanniManente,35 anni

nedì con i carabinieri della Compagnia di Thiene, sarebbe stato travolto da una putrella. Era imbragato, all'interno di una cesta elevabile e stava lavorando al taglio di una trave con una fiamma ossiacetilenica. Improvvisamente, per cause in corso d'accertamento, sarebbe stato travolto dal manufatto metallico e sbalzato a terra da una notevole altezza. Stando ad alcune testimonianze, avrebbe impattato contro il suolo ancora imbragato all'interno della cesta.

Nel violento impatto, Manente ha riportato un grave trauma cranico. Immediato l'allarme al 118 . Considerata la gravità della situazione, è intervenuto l'elisoccorso di Verona che dopo essere giunto a Breganze ha trasportato l'operaio fino al San Bortolo di Vicenza. Le sue condizioni sono parse subito disperate. Giovanni Manente lascia la mamma Marisa e la sorella Tania che hanno già dato l'assenso all'eventuale espianto degli organi. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Inattesa dell'esitodelle indagini,chevaluteranno eventualiresponsabilitàlegate aldramma avvenutolunedì mattinanella AgcodiBreganze, sonoi segretari generalidei sindacatidelsettore metalmeccanicodiVicenza a interveniresull'episodio. «Siamosconvoltidalla tragica notiziaeci stringiamoal fianco dellafamiglia –dichiarano MorganPrebiancadiFiom-Cgil, StefanoChemello diFim-Cisle CarloBiasin diUilm-Uil – ma ancoraunavolta siapre la questioneappalti.Come organizzazionisindacalilo evidenziamodatempo elo abbiamomesso tra ipunti di interventoal tavolo neocostituitonei mesiscorsi pressola prefetturadiVicenza. Untavolochecoinvolge tuttii soggettiinteressati alla sicurezzatra cui le associazioni datorialiegli organi dicontrollo pubblico». Eaggiungono:«Bisognafare presto,bisognametterein atto tuttele azioni perprovare a fermarequestatragica sequenzadiinfortuni».

Ilavori esternialla Agco. STELLA PerFim, Fiom, Uilmle soluzioni si troverebberonella“piattaforma dellasicurezza”già propostada tempoalla RegioneVenetoealle associazioniimprenditoriali. «Per fareprevenzione bisognaistituire larilevazione dei“mancati infortuni”,attivarei Break formativieconsolidarela formazioneel’informazione fatta ailavoratori chedeveessere costanteeripetutaneltempo», spieganoi tresindacalisti. «Èassolutamentenecessarioconcludono-potenziare ilruolo degliRlseRlst, rappresentantidei lavoratorisulla sicurezza,e incrementarenel contempola collaborazionesinergica con gli Spisal». MA.BI. © RIPRODUZIONERISERVATA

Venerdì 21 AGOSTO con Il Giornale di Vicenza

Novità, anticipazioni, prove su strada e guida all’acquisto sul panorama automotive nazionale e internazionale Speciale

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Cronaca 9

IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 19 Agosto 2020

POLIZIALOCALE

Fazzolettiigienizzanti Scorteperglialcoltest

Milleduecento salviettine detergenti specifiche per la pulizia degli etilometri. Ad acquistarle, con una spesa di 366 euro (Iva inclusa), ci ha pensato l’amministrazione comunale, per darle in dotazione al comando di polizia locale. Si tratta di fazzolettini specifici per l’igienizzazione di questi dispositivi, «che non alterano né la struttura né il pro-

cesso di rilevazione della percentuale di alcool nel sangue», si legge nella determina del Comune. L’acquisto si richiama alla circolare del ministero dell’Interno dedicata alle “Misure e procedure da adottare per il contenimento del rischio di contagio da Sars-Cov-2. Istruzioni per la corretta sanificazione degli etilometri”.

LAFESTA DELLAMADONNA.Niente da fareperil corteoeperlasfilata del GioiellodiVicenza: lamessapotrebbe essere celebrataall’esterno

E il virus ferma la processione dei Oto IlcamminoversoMonte Berico nonsiterràper l’impossibilità digarantireildistanziamento Dasciogliereilnodo preghiera Karl Zilliken

edilizia” e priva di garanzie di sicurezza a favore degli ospiti. In un’altra Rsa è stata invece disposta l’immediata sospensione dell’attività di preparazione dei pasti a causa di una accertata presenza di roditori nelle aree destinate alla conservazione e alla lavorazione degli alimenti. Complessivamente poi ci sono state anche 14 persone denunciate (gestori delle strutture e operatori) che non avrebbero assistito adeguatamente in alcuni casi lasciandoli anche in situazioni di vero e proprio abbandono, delle persone anziane non autosufficienti. Oltre che nella nostra provincia i carabinieri del Nas di Padova hanno eseguito le loro verifiche all’interno di numerose Rsa anche in provincia di Verona (Negrar e San Martino Buon Albergo), Rovigo, e Padova (Galzignano Terme). Un’attività di monitoraggio, quella messa in campo nel corso del weekend di Ferragosto che non ha nulla a che vedere con gli accertamenti che gli stessi carabinieri del Nas stanno svolgendo su delega della procura per le morti da Covid nelle Rsa beriche. • M.B. © RIPRODUZIONERISERVATA

E pensare che nel 1578 i vicentini lo realizzarono per allontanare un’epidemia. Manca l’ufficialità ma è quasi certo che, quest’anno, il Gioiello di Vicenza non sfilerà per le strade della città lunedì 7 settembre. Questo perché il coronavirus ha fermato anche la processione religiosa guidata dal vescovo mons. Beniamino Pizziol che da tradizione precede la festa della Madonna di Monte Berico. La mancanza della processione religiosa, però, non vuol dire che la ricorrenza non sarà celebrata a dovere, così come l’assenza della sfilata del Gioiello non significa necessariamente che questo debba rimanere nel museo diocesano. Mancano più di tre settimane alla Festa dei Oto, ma la macchina organizzativa sta lavorando da tempo. Il Covid ha imposto importanti riflessioni. Lo spiega dalla curia il cerimoniere del vescovo, mons. Fabio Sottoriva: «La questione della processione è sul tavolo da quando c’è stata la riapertura delle celebrazioni lo scorso maggio ma si è capito che le restrizioni sarebbero andate avanti almeno fino all’autunno. La soluzione più semplice è quella di non fare il cammino orante dal Cristo alla Basilica per evitare il problema dell’assembramento delle persone. Per quanto il clima e la paura del virus possano scoraggiare alcuni, qualche centinaio di persone basterebbe per creare difficoltà». Un’affermazione tanto più vera se si pensa che di solito per la processione si accalcano migliaia di vicentini ogni anno. «La preghiera sarà statica ma c’è un altro nodo da sciogliere – rivela mons. Sottoriva – Sarà necessario valutare se organizzare la preghiera sul sagrato della Basilica fin dall’inizio garantendo la libertà di parte-

cipazione al maggior numero di persone possibile oppure se sarà più opportuno che il momento di riflessione si svolga all’interno del santuario. Con questa seconda ipotesi, però, si dovrà pensare a limitare gli accessi ai rappresentanti delle realtà ecclesiali, perché al momento Monte Berico può ospitare al massimo 200 fedeli e se anche il governatore Luca Zaia concedesse una deroga, con le misure imposte dal distanziamento, non si potrebbero superare le 300 persone. Questa decisione sarà presa nei prossimi giorni dal vescovo». Il capo di gabinetto del sindaco, Luca Milani, precisa poi sul Gioiello: «La premessa è che è gestito privatamente da un’associazione, al momento credo che sia il caso di muoversi in analogia con la processione religiosa: sarebbe inopportuno organizzare una processione per il Gioiello se non viene fatta quella del vescovo. Si potrebbe prendere però in considerazione l’idea di esporlo scegliendo una location in cui trasferirlo per un periodo di tempo limitato». Il 2020 avrebbe rappresentato il settimo anniversario della sfilata del Gioiello di Vicenza. Si tratta di una riproduzione dell’ex voto che i cittadini crearono nel 1578 alla Madonna per allontanare le epidemie. La peste, allora, abbandonò Vicenza, ma poco più di 200 anni dopo i soldati napoleonici fecero sparire l’opera. Il Gioiello, che ha un diametro di 58 centimetri e un’altezza di 23 centimetri per un peso di 15 chili era stato riportato a nuova vita dopo 435 anni da un Comitato con un ampio seguito. Per trasportarlo dalla chiesa di San Vincenzo è necessario il lavoro di otto portantini con il gonfalone della città. La sfilata parte prima di quella religiosa con cui si riunisce. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Ilvescovo Beniamino Pizziole ilGioiellodi Vicenza:la processioneaMonte Berico nonci saràmasaràconfermata la preghiera

LANOVITÀ. L’Ulss8rendedisponibile l’esitonel documentosanitario

Tamponeobbligatorio Il referto arriva via web Saràinserito all’interno delfascicolo elettronico Lostrumento già attivato dal55% ditutti gliutenti L’Ulss 8 introduce un’altra novità per rendere più semplice e veloce - per chi rientra da Croazia, Grecia, Malta e Spagna - l’iter per eseguire il tampone obbligatorio. L’utente riceve comunicazione del risultato tramite sms o attraverso il proprio medico di medicina generale: per molti cittadini questa comunicazione è sufficiente, ma per quanti hanno necessità di avere il referto formale (spesso richiesto dai datori di lavoro), da ieri è disponibile automaticamente tramite il fascicolo sanitario elettronico regionale. In questo modo ogni cittadino può, da casa, scaricare il pdf del referto o stamparlo, per qualsiasi necessità, senza la necessità di doverlo richie-

Un’utenteattiva il fascicolo sanitarioelettronicoregionale

dere al proprio medico o al dipartimento di prevenzione dell’Ulss, accorciando i tempi per i cittadini. Tempi che l’Azienda si è già impegnata a ridurre al minimo per quanto riguarda i referti: infatti per oltre l’80% dei 1.049 tamponi effettuati tra sabato e domenica l’esito è stato comunicato agli utenti nel giro di 24 ore, i rimanenti in 48 ore.

«Con la condivisione dell’esito sul fascicolo sanitario elettronico regionale - sottolinea il dg Giovanni Pavesi - garantiamo ai cittadini l’accesso diretto e senza costi al referto, valorizzando le potenzialità del fascicolo, uno strumento estremamente utile sia per i cittadini sia per gli operatori sanitari, introdotto dalla Regione Veneto e che

ad oggi è già stato attivato da oltre il 55% degli utenti dell’Ulss 8». Per chi non lo avesse ancora fatto, da oggi vi è un motivo in più per attivarlo, tanto più che la procedura è molto semplice e può essere svolta da casa in pochi minuti. È sufficiente collegarsi al sito Internet dell’Ulss 8 Berica nella sezione Covid: un link permetterà di inserire i propri dati, quindi si riceverà via mail un pdf precompilato da restituire firmato assieme al proprio documento di identità e tessera sanitaria e successivamente un link permetterà di convalidare la richiesta di attivazione. In caso di necessità è possibile rivolgersi agli sportelli Urp o al proprio distretto (su appuntamento). Nel fascicolo sanitario elettronico il cittadino, oltre al referto dell’eventuale tampone, può trovare archiviati e sempre disponibili un gran numero di documenti relativi alla propria cartella sanitaria: i referti degli esami di laboratorio e microbiologia, della radiologia e dell’anatomia patologica, le lettere di dimissioni da eventuali ricoveri, i verbali di pronto soccorso e molto altro. • © RIPRODUZIONERISERVATA


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MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 LA TRIBUNA

PRIMO PIANO

Coronavirus: l’allarme nella Marca

Ca’ Foncello, si abbassa l’età dei ricoverati Su 14 degenti la metà ha tra i 30 e i 45 anni Da oggi test ultra rapidi in accesso diretto. Il dg dell’Usl 2 Benazzi: «Vediamo molti asintomatici e ciò ci fa ben sperare» TREVISO

Quattordici persone ricoverate per coronavirus all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, la metà ha tra i 30 a i 45 anni, e un 57enne diabetico è in Terapia Intensiva da un paio di settimane. «Il virus è meno invadente» sottolinea il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, ricordando che i ricoverati in Malattie Infettive hanno sintomi lievi, ma balza all’occhio l’abbassamento dell’età di chi contrae la malattia. «Osserviamo che molti sono asintomatici e questo ci fa ben sperare» prosegue il primario di Microbiologia Roberto Rigoli, ma resta di fondamentale importanza individuare gli infettati in tempi rapidi per evitare che il virus dilaghi in sordina, approfittando della mancanza di sintomi. PIÙ TEST RAPIDI

«Da oggi sperimentiamo i test rapidi in accesso diretto, che riescono a fornire una risposta entro un’ora e mezza e a rilevare quantità di virus anche molto basse, con una precisione che si avvicina a quella della microbiologia» prosegue Rigoli «l’alta carica virale non è sempre collegata alla virulenza della malattia e infatti abbiamo pazienti ultraottantenni che hanno alta carica e manifestazioni molto lievi e senza strascichi. Dati di fatto su cui riflettere». Chi è più là con gli anni si protegge di più, di contro i giovani stanno diventando bersaglio del Covid a causa di comportamenti scorretti. «Mascherina e distanziamento sociale sono due fondamentali accorgimenti per evitare il contagio, non ci stancheremo mai di ripeterlo» ricorda il dg Benazzi.

Un turista di ritorno dalle ferie si sottopone al tampone per scoprire se è positivo. Trevigiani in fila al padiglione di Malattie infettive del Ca’ Foncello il giorno di Ferragosto IL QUADRO

Sotto controllo le infezioni dei vacanzieri di rientro, ciò che più preoccupa sono i focolai locali che coinvolgono le aziende Brt di Casale sul Sile e Aia di Vazzola, l’ex caserma Serena di Casier, 4 case di riposo (Domenico Sartor di Castelfranco, Civitas Vitae di Vedelago, San Pio X di Cordignano, Bon Bozzolla di Farra di Soligo) e la struttura di Salute mentale di Lancenigo. Da inizio pandemia l’Usl ha eseguito 174.747 tamponi per un totale di 99.110 persone controllate su 800 mila abitanti, quasi un trevigiano su 8. «I positivi sono stati 2. 846 pari al 2, 8% e di questi lo 0, 3% ha sviluppato sintomi importanti» ricorda Benazzi. Nonostante il virus sembra essersi attenuato secondo

gli esperti dell’Usl 2, in vista di una ripresa della pandemia in autunno, laboratori e reparti intensivi trevigiani verranno potenziati. Le Malattie Infettive di Treviso passeranno da 20 a 50 posti letto, le rianimazioni da 46 a un centinaio di letti in tutta l’Usl 2: 40 a Treviso, 33 a Vittorio e 10 a Montebelluna, più 26 postazioni semintensive. Operative sul campo le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) per i controlli dei pazienti Covid-positivi a domicilio, mentre in caso di bisogno saranno pronti all’attivazione i Covid-Hospital di Treviso, Vittorio Veneto e il San Camillo, nonché l’ospedale di Valdobbiadene come polo quarantene. — VALENTINA CALZAVARA © RIPRODUZIONE RISERVATA

campagna al via dal primo settembre

Vaccino antinfluenzale gratuito per gli over 60 Meno di due settimane e nella Marca prenderà il via la campagna di vaccinazione antinfluenzale. Il 1° settembre inizierà la profilassi che, in via eccezionale, sarà estesa gratuitamente ai cittadini dai 60 anni in su (abbassando di 5 anni l’età per poter beneficiare del siero gratis). «L’intento è di arrivare a una copertura del 75% della popolazione, così da avere l’immunità di gregge. La sfida sarà raggiungere prima di tutto le fa-

sce della popolazione più anziana: quasi 200 mila cittadini trevigiani in là con gli anni» anticipa il manager della sanità trevigiana Francesco Benazzi. Un traguardo ambizioso, a cui si aggiunge l’impegno a incrementare la vaccinazione anti-pneumococcica, in abbinata al siero antinfluenzale, per gli over 65 ospitati in casa di riposo. Una strategia che permetterà di individuare “per esclusione” l’utenza con sintomi

Tamponi ai turisti di ritorno Zero positivi nelle ultime 24 h gna, Grecia, Croazia e Malta, Paesi dichiarati ad alto potenziale infettivo, proseguiranno fino al 31 agosto in 4 punti sanitari della provincia: al dipartimento di Conegliano e all’ospedale di Castelfranco in modalità drive-in, negli ospedali di Treviso e Oderzo con accesso in ambulatorio dalle 7 alle 13. Sempre più rodato – fanno sapere dall’Usl 2 – anche il sistema della refertazione. All’utente che si

sottopone al tampone, viene assegnato un codice numerico ed entro 12 ore può scaricare online il referto, procedura che sarà resa ancor più celere grazie all’introduzione dei test rapidi in accesso diretto che prenderanno il via oggi e saranno in grado di fornire il responso in un’ora e mezza. Dettaglio molto rilevante specialmente per chi torna dalle ferie e deve recarsi a lavorare. «Alla vigilia di

V.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferragosto abbiamo messo in piedi un sistema di risposta importante e la possibilità di accesso libero ha consentito di dare una risposta immediata a un’adesione massiccia di utenti» dice il direttore sanitario dell’Usl Livio Dalla Barba «Microbiologia, dipartimento di Prevenzione, Cure Primarie, Unità speciali di continuità assistenziale, Cup, direzioni mediche, ospedaliere e amministrative hanno fatto un lavoro egregio». L’indice di gradimento da parte dell’utenza promuove l’azienda sanitaria, conclude il dottor Dalla Barba: «Il 99, 9% dei cittadini ha espresso apprezzamento per lo screening». —

gli screening

Un tour de force da oltre 4. 390 tamponi in 4 giorni e solo 6 vacanzieri positivi: 5 dalla Croazia e 1 da Malta, zero nelle ultime 24 ore. «Questa è la dimostrazione che chi indossa la mascherina e rispetta il distanziamento sociale, anche se va in zone a rischio, non si ammala di Covid» sentenzia il direttore generale dell’Usl 2 della Marca Francesco Benazzi. I controlli effettuati su chi rientra da Spa-

di sospetto Covid già immunizzata contro il virus influenzale e la bronchite da pneumococco, così facendo, la diagnosi potrà essere più rapida. A breve, inoltre, prenderà il via anche una campagna interna all’Usl di Marca per incentivare la vaccinazione antinfluenzale tra il personale sanitario, fermo a un risicato 26% di adesione. «Vorremmo arrivare al 75% anche tra i nostri dipendenti» conclude Benazzi, promuovendo l’immunizzazione soprattutto tra i professionisti più esposti al rischio di contagio in Pronto soccorso, Malattie infettive, Pneumologia, Oncologia ed Ematologia. —

V.C.

Due operatori fanno il tampone nella postazione drive-in

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PRIMO PIANO

MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 LA TRIBUNA

Coronavirus: cresce l’allarme

Ritorno a scuola, il governo valuta le aperture a macchia di leopardo Oggi il Cts si riunisce per definire le date secondo l’andamento dell’Rt. Intanto si allunga l’elenco dei paesi a rischio Luca Monticelli / ROMA

Non tutti gli studenti potrebbero tornare in classe il 14 settembre. Si sta valutando la possibilità di riaprire le scuole a macchia di leopardo, in modo diverso nei vari territori, a seconda dell’andamento dell’indice Rt, che misura il tasso di contagiosità. Il 29 agosto, due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, il Comitato tecnico scientifico analizzerà i dati epidemiologici per fare un bilancio regione per regione e decidere in quale zone posticipare le lezioni in presenza e riattivare la didattica a distanza. Il Cts si riunisce anche oggi per fare il punto sull’uso delle mascherine a scuola, chiarire le linee guida sui casi di eventuali positivi nelle aule e definire come affrontare gli spostamenti degli alunni e del personale sui mezzi pubblici. Sul tavolo un possibile ampliamento della lista dei Paesi i cui viaggiatori sono soggetti a tampone all’arrivo. Chi torna da Francia, Bangladesh e da alcuni Stati dell’Europa orientale potrebbe dover fare il test in aeroporto o nei drive in. La scuola però è il tema che allarma milioni di famiglie e sul quale il governo teme una ricaduta elettorale negativa nelle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre. Il Cts oggi ribadirà che le mascherine sono da considerare una misura emergenziale perchè il distanziamento fisico, inteso come distanza minima di un metro tra i ragazzi, rimane uno dei punti più importanti nella prevenzione. Tuttavia, spiegano gli scienziati, laddove «non sia possibile, verrà utilizzata la mascherina». Si tratterà comunque di episodi eccezionali. Cosa succederà se uno studente o un professore doves-

se avere una febbre superiore a 37 e mezzo mentre si trova nella struttura? Il protocollo preparato dall’Iss prevede una sala Covid: un locale interno ad ogni istituto che dovrà essere predisposto da ogni preside per l’accoglienza dei casi con sintomi. Alle scuole si chiede di identificare i referenti per il coronavirus, un modo per andare incontro ai dirigenti sul profilo della responsabilità penale. Quando si verificherà un alunno sintomatico sarà il docente ad avvisare il responsabile che avvertirà i genitori. Una volta riportato a

Le CiFre

403 I nuovi casi di Covid in Italia registrati ieri, nel corso delle 24 ore. Il giorno prima erano stati 320. Il totale complessivo sale così a quota 254.636.

35 È l’età media dei pazienti positivi al Covid-19 rilevati nell’ultimo mese. Nei primi due mesi dell’epidemia, stando i dati italiani, l’età medi delle persone colpite era di 60 anni.

Per chi rientra da Francia, Bangladesh ed Est Europa possibili test obbligatori casa lo studente e attivato il medico di famiglia, l’Azienda sanitaria effettuerà il tampone. Se positivo, il referente scolastico fornirà alla Asl i nomi di alunni e docenti che sono stati a contatto con il ragazzo 48 ore prima dell’insorgere dei sintomi. I compagni e i prof saranno messi in quarantena per 14 giorni dal momento dell’ultimo contatto; verrà ripristinata la didattica a distanza e le aule sanificate. «Potrebbe scattare una chiusura temporanea di tutta la scuola», ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. Lo studente tornerà in classe solo a guarigione avvenuta, ossia dopo due tamponi negativi a distanza di 24 ore. Si sta studiando la possibilità di adottare test molecolari immediati per verificare la presenza del virus e far scattare immediatamente le misure sanitarie. Poi il capitolo trasporti. Le

15.089 Sono gli italiani attualmente positivi al virus. In testa per numero di casi ci sono due regioni: Lombardia ed Emilia Romagna. Giovani fuori dal liceo scientifico statale A. Volta a Milano. Sotto controlli della polizia a Ciampino

Regioni sono preoccupate che il dimezzamento obbligatorio della capienza dei mezzi renda difficile assicurare un servizio efficace. Hanno così redatto un documento che sarà sottoposto al Cts con una serie di novità come l'installazione di parafiati laterali tra le sedute sui treni regionali e sugli autobus extraurbani o di divisori leggeri per permettere una deroga ai limiti del 50% di persone a bordo. Proposte che il Comitato sembra intenzionato a respingere. L’andamento dei contagi ieri ha fatto registrato una crescita: 403 nuovi casi, 83 in più rispetto al giorno precedente. In testa Veneto, Lom-

Dopo i contagi nei locali, 470 turisti in quarantena alla Maddalena La sanità regionale va in tilt tra tamponi a rilento e stop ai test privati

Da Covid-free a isola focolaio L’agosto folle della Sardegna IL CASO Nicola Pinna / PORTO ROTONDO

D

al Covid-free al Covid-caos il passo è davvero breve. Di mezzo c’è solo Ferragosto, con le sue feste e la baraonda degli sbarchi di massa.

Le spiagge affollate, il viavai tra i villaggi turistici e le serate senza troppe regole intorno alle piste delle discoteche. Al debutto della stagione turistica, dopo i mesi del lockdown, la Sardegna era arrivata ferita sì ma non azzoppata: pochi contagi quotidiani, numero fortunatamente ridotto di morti e quasi nessun intasa-

mento nei reparti di terapia intensiva. Tutto accade in pochi giorni. Un gruppo di ragazzi romani appena rientrato da Ibiza sparge il virus a Porto Rotondo e ancora non si sa quante persone siano state contagiate. Dopo tre giorni di paura, una nuova emergenza: nel paradiso di Santo Stefano, una delle sette isole dell’Arcipela-

bardia e Lazio con rispettivamente 60, 50 e 43 casi in più. Cinque i morti nelle ultime 24 ore. Aumenta il numero dei tamponi, passando da 30 mila a quasi 54 mila. E soprattutto si abbassa l’età media: dagli oltre 60 anni calcolati nella fase acuta dell’epidemia si scende ai 35 di questo periodo estivo. Nelle ultime settimane si è assistito a un incremento dei contagi nella fascia di età compresa fino a 18 anni. Come ha spiegato l’Oms ora sono «le persone di 20, 30 e 40 anni a pilotare sempre di più la diffusione». Restate in Italia, è l’appello rivolto dal ministro Francesco Boccia ai giovani. —

35.405 Il numero dei decessi per Covid sinora registrati in Italia.

58 I pazienti attualmente ricoverati le terapie intensive, stabili rispetto al giorno prima. Nelle 24 ore precedenti erano 56.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

go di La Maddalena, 470 persone sono in quarantena all’interno di un resort. Un dipendente stagionale è finito in ospedale e nessuno può allontanarsi, finché non arriveranno i risultati dei tamponi. In due hanno pure cercato di allontanarsi con l’intenzione di raggiungere l’aeroporto ma la fuga è durata solo pochi chilometri. Il primo allarme che rovina le vacanze dorate in Costa Smeralda arriva dal mare, dalla baia di Cala di Volpe, dove ormeggiano i più grandi yacht del mondo, di fronte al mega resort che ospita da 50 anni star, teste coronate e molti dei più ricchi del mondo. Tre giorni prima di Ferragosto circola la voce di 5 positivi a bordo di uno yacht: al molo arrivano gli infermieri della Asl che fanno i

tamponi e confermano l’indiscrezione. Nella spiaggia di Liscia Ruja, quella che i turisti hanno ribattezzato “long beach”, si guarda la rada e si sistemano gli ombrelloni a distanza. Ma la gente è troppa e le distanze sono teoria da Dpcm. La realtà è fatta di asciugamani vicini, di discussioni frequenti tra chi pretende che il vicino si allontani e di mascherine troppo spesso dimenticate a casa. Qualche giorno dopo, il sindaco di Arzachena annuncia altri 5 positivi nel territorio: Porto Cervo e le altre borgate turistiche ricadono proprio nel suo territorio, ma dal Comune e dalle autorità sanitarie non arrivano altri dettagli. E nel dubbio si fa festa. Il governatore Solinas riapre le discoteche dopo 48 ore di in-

Giovani in discoteca


Cronaca 13

L'ARENA

Mercoledì 19 Agosto 2020

VERSOLE ELEZIONI. Sabatoalle 12 il termine perdepositarelelistein tribunale. Eintanto su autonomia epresidenzialismo Berlusconi,Melonie Salvini sicompattano

Regionali,centrodestraunitosuZaia Fratellid’Italiae ForzaItalia firmanoil«patto anti-inciucio» conlaLega perlaricandidatura delgovernatore uscente Enrico Giardini

Il centrodestra veneto si compatta per Luca Zaia. A pochi giorni dal termine per depositare le candidature alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre (venerdì e poi sabato, fino alle 12), Fratelli d’Italia e Forza Italia siglano con la Lega il “patto anti-inciucio” Pd-5 Stelle per una corsa da alleati alle elezioni, a sostegno del ricandidato presidente Zaia, leghista. A firmarlo, con il leader leghista Matteo Salvini, sono stati Silvio Berlusconi per Forza Italia e per Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, già al Governo regionale. «Mentre Pd e Cinquestelle litigano per le poltrone e si presentano divisi alle regionali, il centrodestra lancia un altro grande segnale di compattezza e dice a una voce sola: mai al Governo con la sinistra». Così in una nota, commentando il patto anti-inciucio, la presidente di FdI Meloni. «Di fronte alla richiesta del governatore del Veneto di confermare il sostegno all’autonomia, FdI ha chiesto e ottenuto di aggiungere all’accordo anche quelli che considera due punti imprescindibili: il sostegno di tutto il centrodestra al presidenzialismo, fondamentale per rafforzare l’unità nazionale, e l’efficienza delle istituzioni centrali». Sul fronte veronese commenta positivamente l’accordo Daniele Polato, assessore alla sicurezza e alle aziende, candidato di FdI alle regionali. «Fratelli d’Italia vuole una Verona e un Veneto forti», dice, «quindi l’autonomia, in uno Stato forte con il presidenzialismo, cioè il governo eletto dal popolo. Attorno alla forte leadership di Giorgia

Ilcentrosinistra schieraLorenzoni ilM5SCappelletti IvlaSbrollini.Per ora10icandidati allapresidenza

Meloni, nel territorio FdI continua a formare una classe dirigente di livello». Intanto come detto sabato, alle 12, scade il termine per depositare al tribunale di Verona le liste provinciali dei candidati al Consiglio regionale. Le sole candidature alla presidenza della Regione, invece, vanno depositate a Venezia, in Corte d’Appello. Nel caso della provincia di Verona le liste sono di nove candidati al Consiglio regionale, di cui cinque uomini e quattro donne o viceversa. Al momento le candidature alla presidenza del Veneto - e si vedrà se saranno tutte confermate - sono 10. Al presidente uscente ricandidato Luca Zaia, per Lega, Lista Zaia e lista amministratori e ora dunque anche per Fratelli d’Italia e Forza Italia, il centrosinistra oppone Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, per Il Veneto che vogliamo, Pd, +Veneto in Europa-Volt, Europa Verde e Sanca Veneta Autonomia. Il Movimento 5 Stelle, alleato al Pd al Governo ma non nella corsa veneta, candida Enrico Cappelletti, mentre Italia Viva, pure nel Governo Conte ma anche in questo caso in Veneto diviso dagli alleati, lancia la senatrice Daniela Sbrollini, anche per Psi, Pri e Civica per il Veneto. Ci sono poi Antonio Guadagnini del Partito dei Veneti, Paolo Benvegnù di Rifondazione comunista per Solidarietà Ambiente Lavoro, l’ambientalista Patrizia Bartelle, l’autonomista ex Pd Simonetta Rubinato, quindi Paolo Girotto per il Movimento 3V-Vaccini Vogliamo verità e Ivano Spano, di Indipendenza Noi Veneto-Autonomie Ambiente. Il Consiglio regionale del Veneto è composto da 51 membri, compreso il presidente eletto e il candidato presidente giunto secondo. Per i consiglieri regionali si può votare un solo nome oppure, se se ne votano due, questi devono essere di genere diverso, quindi un uomo o una donna o viceversa. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Inpistaper lapresidenza

LasfidadellaRubinato perunVenetoautonomo

Sivotail20 e21 settembreper rinnovareilConsiglioe l’amministrazioneregionale

Radicipopolari,autonomiste, federaliste.Prosegue la corsa delcomitato“ConSimonetta Rubinato”perraccogliere le quattromilafirme necessariea parteciparealle elezioni regionali.Lalistasi proponedi darevocenel prossimo Consiglioregionale all’istanza diautogoverno espressacon il «Sì»al referendum sull’autonomiadaoltre2,2 milionidiveneti nell’autunno 2017.Il Comitatoche sostiene SimonettaRubinato -56 anni, trevigiana,già senatricedella MargheritaedelPd- è compostodarappresentanti di tuttele provincedelVeneto, a Veronacapeggiato dal sindaco diIllasiPaoloTertulli. «Siamo

SimonettaRubinato determinatiasuperare lapolitica autoreferenzialedegli apparati ripartendodallecomunitàlocali». Chivolesse sostenerela lista Rubinatopuò firmareal banchetto oggial mercato diSanBonifacio e venerdìal mercatodi Illasi,o contattareTertulli(mail info@venetorubinato.it).

PALAZZOBARBIERI. Assessorie consigliericandidati,si attendel’esito.Prontala Maellare

Comune,rimpasto e nomine slittanoadopo leelezioni Intantopolemichesugli annuncidelsindaco.Tosi: «Solitisogniirrealizzabili» Pd:«Menostadipiùcaditoie» Il vento delle elezioni regionali soffia forte anche a Palazzo Barbieri. Come scritto ieri ci sono tre o forse quattro assessori in pista per puntare al Consiglio regionale: Daniele Polato per Fratelli d’Italia, i leghisti Filippo Rando ed Edi Maria Neri per la Lista Zaia e potrebbe esserci anche il vicesindaco Luca Zanotto per la Lega. Tutti partiti e liste a sostegno del ricandidato presidente Luca Zaia, leghista. Ci sono però anche vari consiglieri comunali in pista. Per la Lega la capogruppo consiliare Anna Grassi, mentre per Forza Italia Anna Leso, coordinatrice cittadina di FI e in Consiglio a Verona nel Gruppo misto. Anche FI sosterrà Zaia. Corrono invece per il candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni la consigliera comunale del Pd Elisa La Paglia, per il Pd, e il capogruppo di Verona e Sini-

stra in Comune Michele Bertucco, per la lista Il Veneto che vogliamo. In Comune dunque, tanto più alla luce di amministratori in corsa e soprattutto di assessori, si attende l’esito elettorale. E questo vale per un possibile rimpasto di Giunta, ma anche per la presidenza di Agsm, vacante dopo le dimissioni di Daniele Finocchiaro, e c’è la Lega che sarebbe in prima linea per chiedere la presidenza e un nome che gira è quello di Roberto Mantovanelli, attuale presidente di Acque Veronesi. Intanto, dopo un periodo di ferie è rientrata in municipio ieri Daniela Maellare, vicedirettore generale del Comune e dirigente dell’area servizi sociali, nominata il 4 agosto scorso dal sindaco Federico Sboarina nuovo assessore ai servizi sociali e all’istruzione al posto dell’assessore e senatore Stefano Bertacco, morto il 14 giugno. La Maellare è andata a salutare alcuni assessori, ma tecnicamente comincerà il suo nuovo incarico di assessore a partire da settem-

DanielaMaellareinComune, dietro ilvicesindaco Zanotto MARCHIORI

bre. Come aveva comunicato l’Amministrazione e il sindaco Sboarina alla nomina, la dirigente, ora in aspettativa, sarebbe comunque andata in pensione a ottobre. In questo modo, come pure aveva detto il sindaco, grazie alla sua conoscenza dei settori sociale e istruzione - di cui fu dirigente per 15 anni - «avrà modo di accompagnare l’inserimen-

to di chi la sostituirà» nel ruolo di dirigente del sociale e anche, visto che c’è un altro pensionamento vicino, di quello dell’istruzione. E come ha detto Sboarina nell’intervista a L’Arena di Ferragosto, il sociale e la scuola, tanto più alla luce del Covid-19, sono due settori delicati, che richiedono conoscenza della materia e solidità. Doti che

Sboarina riconosce alla Maellare. Intanto però lo scontro politico non si placa. Dopo l’intervista a Sboarina di Ferragosto, Bertucco contesta il fatto che «a settembre arriveranno tutti i progetti annunciati in questi tre anni e mai presentati», mentre l’ex sindaco Flavio Tosi, ora consigliere di opposizione, attacca: «Sboarina ogni anno, a Ferragosto, propina ai veronesi i soliti annunci sui suoi libri dei sogni irrealizzabili. Dal Central Park all’Arsenale, fino alla chiusura dei cantieri del filobus, passando ovviamente per l’immancabile stadio nuovo. Ogni anno le stesse promesse», dice. «E intanto c’è una città che cade a pezzi tra buche per le strade, degrado urbano, continui allagamenti e zero investimenti e progetti per nuove e urgenti opere». E «dopo la quinta bomba d’acqua che da giugno manda sotto diversi quartieri della città, è tempo che il sindaco faccia fronte alla necessità di un piano straordinario per prevenire i danni degli eventi atmosferici violenti e improvvisi, che non possono più essere considerati una fatalità», dicono i consiglieri del Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani. Che aggiungono: «Meno stadi e più caditoie». • E.G.

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10 Cronaca

L'ARENA

Mercoledì 19 Agosto 2020

Veronaeilcoronavirus Chiamataal sensocivico edi comunità

Lasituazione inCroazia einFrancia

In Croazia nuovo balzo dei casi di coronavirus, con 199 infezioni nelle ultime 24 ore. Il numero dei pazienti con l’infezione attiva è di 1.371,il piùaltodainizioepidemia.

Il totale delle vittime è fermo a 166. Ci sono 120 persone in cura ospedaliera, di cui undici in terapia intensiva. Dal primo caso di Covid-19, confermato in Croazia a fi-

nefebbraio,sono6.855lepersone risultate positive. In Francia nel frattempoèistituitol’obbligodiindossarelamascherinaintuttigliuffici,le aziende ei postidilavoro,

FOCUS. Vanno mantenute le praticheche sin quihanno difeso l’Italia facendone «un’isola felice»

«Ondatadicontagi imprevista, i giovani non si sono protetti» L’infettivologoConcia commentai dati,orapositivi soprattuttoragazzi tornati dalleferie. «A loro lancio questoappello:sulamascherina pertutelaretutti» Maria Vittoria Adami

La società è nelle mani dei giovani e se il Covid-19 ci ha imposto di ritrovare un senso di comunità, questo ora passa per i ragazzi. Lo dicono i dati dei nuovi positivi al coronavirus, che ora sono quasi tutti ventenni e di ritorno dalle vacanze. Il loro senso civico ora è l’unico che può traghettarci, convivendo con il virus, verso la primavera del 2021, quando si suppone ci sarà un vaccino. Non si può far altro, ora, se non mantenendo la distanza sociale e indossando la mascherina. Il comportamento è uno dei tre capisaldi per la lotta al contagio. Gli altri - vaccino e antivirale - sono nelle mani della ricerca scientifica, che ha i suoi tempi, come spiega il professor Ercole Concia, infettivologo già primario di Malattie infettive dell’ospedale di Borgo Trento. Professor Concia, i nuovi contagi sono oggi soprattutto giovani ediritornodallevacanze.Cosaci dicequesto fenomeno?

Che se abbassiamo la guardia il virus, che tuttora circola, torna. Non si deve credere che tutto sia finito. L’Italia è un’isola felice rispetto ad altri Paesi in cui è un disastro e non parlo solo dell’America, del Perù o del Brasile, ma anche dell’Europa: in Francia e in Moldavia i casi salgono. Cosaè benefare allora?

Continuare a proteggersi. Il virus c’è ancora e dobbiamo conviverci tenendo alta la

guardia. Occorre attenzione: allontanarsi dagli assembramenti e indossare la mascherina. L’Italia ha dimostrato che così si può arginare il contagio, almeno fino al vaccino. In particolare i giovani devono stare attenti alle protezioni. Non posso dire loro di restare in Italia, anche se sarebbe meglio, ma di proteggersi, cosa che evidentemente non stanno facendo. Èunappello aigiovani allora...

Il messaggio va a loro: pensano che il virus non sia pericoloso per loro, ma possono infettare il padre o il nonno. È una chiamata al senso civico. Era prevista una nuova ondata estiva,precedenteaquellatemutaperl’autunno?

No, in assoluto. In giugno i dati continuavano a scendere, le persone positive e i rico-

Ilvaccino arriverànel2021 Sideveconvivere conilvirus adottandobuoni comportamenti

Iltampone èl’unicadiagnosi L’antinfluenzale èunamisurautile invistadell’inizio dellescuole

verati erano pochi. Quindi antenne dritte perché se non si sta attenti si può ripresentare un’ondata in autunno. Inautunnoinizieràanchelascuola.L’infettivologoAndreaCrisantiproponedi farel’antinfluenzalea tuttiidocentiestudenti.Cosane pensa?

È una buona misura. Se una persona è vaccinata per l’influenza e ha sintomi possiamo già pensare sia Covid. Altrimenti rischiamo di non capire. Lacomunitàscientifica,nelfrattempo, deve concentrarsi di più sullecureo sulvaccino?

Su entrambi. L’antivirale non l’abbiamo e ne servirebbe uno subito e potente, ma per questo occorre tempo. Pensiamo al virus dell’Aids, scoperto nel 1983. I primi farmaci sono arrivati nel ’95. La ricerca fa quello che può. Lo stesso il vaccino. Ce ne sono 3-4 da testare, ma per averlo si parla di primavera 2021. Vaccino, antivirale e comportamenti sono i tre capisaldi. Ora però bisogna fare leva sui comportamenti. Il tampone non appena arrivati dall’estero, quando il virus può essereinincubazione,havalore?

Il tampone resta l’unica vera diagnosi e sono favorevole. Mi fido solo di questo. Il presidente della Regione Zaia contamolto suitest rapidi.

In futuro. Ma ora no. Sono meno efficaci del tampone perché rilevano solo quando la persona ha il virus in quantità elevata. •

Ilprofessor ErcoleConcia

Vacanze,discoteche egiovani sonoiltema di questesettimane davanti aunafaseinattesa

ILBOLLETTINO. Cisono unquindicenne eun anziano di85 e undiciottenne venutoda Malta

TrainuovidiecicasiaVerona otto ventenni da Ibiza e Croazia Ilrapportotratamponi e numero di contagi è basso Zaia:«Masuivacanzieri èunlavorochevafatto» Si allunga di altri dieci casi la lista dei nuovi positivi a Verona, anche in seguito alla campagna di tamponi effettuati a chi rientra da Grecia, Spagna, Malta e Croazia, ma anche dall’estero e svolge un lavoro a contatto con persone fragili. Di questi, solo tre persone presentano sintomi, lievi, e nessuno è stato ricoverato in ospedale dove sono in cura sette persone, di cui una in terapia intensiva. L’origine del contagio è legato alle vacanze. Due sole persone, infatti, sono positive per contatto con soggetto positivo: un uomo di 85 anni e un quindicenne di San Giovanni Lupatoto. Rappresentano anche il caso più anzia-

no e più giovane. Otto sono di ritorno dall’estero: quattro di rientro da Ibiza tutti di Verona e di 21 anni; due ventenni di Verona tornati dalla Croazia; un diciottenne che è stato a Malta, una donna di 55 anni dall’Ucraina. La proporzione tra il numero dei tamponi fatti ai vacanzieri (oltre un migliaio al giorno a Verona da sabato scorso) e i risultati positivi sono minimi (lo 0,034 per cento). Mentre quello dei positivi sull’intera popolazione è del 2,6 per mille. Tuttavia non vanno sottovalutati. I nuovi positivi sono asintomatici perché giovani, ma sono anche conduttori del virus che può essere trasmesso a persone fragili. «Quello dei tamponi da rientro dalle vacanze è un lavoro che va fatto», ha detto il presidente della Regione Luca Zaia l’altro ieri, con i dati alla mano del fine

Vacanzieriincoda all’ambulatoriodell’ospedaledi Borgo Trento

settimana Ferragostano, in cui, tra l’altro, Verona era risultata la provincia veneta con più casi accertati. Erano una ventina sui quasi 2.400 tamponi fatti. L’Ulss9 ha allestito quattro ambulatori per i tamponi ai vacanzieri: uno al distretto di via Campania, uno negli ospedali di San Bonifacio e Legnago, uno al centro di Bussolen-

go, in via Dalla Chiesa. Uno è all’aeroporto Catullo. Anche l’Azienda ospedaliera ha aperto un punto al padiglione 11B a Borgo Trento. Tutti aperti dalle 7 alle 13. L’Ulss, inoltre, ha aperto due numeri per informazioni: 800 936 666, per chi chiama dall’Italia e il +39 045 8073393 per chi chiama dall’estero. • M.V.A.

ILMESSAGGIO. La posizionedell’assessoreDaniele Polato

I “VIAGGI BREC” ...gli originali. Da 70 anni esperienza e affidabilità!! ...”I VIAGGI BREC” ... DI 1 GIORNO SABATO 29 AGOSTO - BELLUNO e MEL - NOVITÀ e... pranzo con menù tipico DOMENICA 6 SETTEMBRE - CASCATE NARDIS e MADONNA DI CAMPIGLIO le spettacolari cascate e la “regina” delle Dolomiti del Brenta Esaurita la partenza del 22 Agosto proponiamo NUOVA DATA SABATO 12 SETTEMBRE - IL TRENINO ROSSO DEL BERNINA e… l’elegante St. Moritz

DOMENICA 13 SETTEMBRE - LEVICO E “ARTESELLA” - NOVITÀ …dove la natura si trasforma in arte! DOMENICA 20 SETTEMBRE - L’ISOLA DEL GARDA e SALÒ e... pranzo in ristorante DOMENICA 27 SETTEMBRE - La laguna sud: PELLESTRINA e CHIOGGIA e... pranzo con menu di pesce

...”I VIAGGI BREC”... DI PIÙ GIORNI 25-27 SETTEMBRE (3 GIORNI) - SIENA e la VAL D’ORCIA Paesaggi e sapori di Toscana San Quirico d’Orcia, Montepulciano e Pienza

21-25 OTTOBRE (5 GIORNI) - COLORI E SAPORI DELLA PUGLIA e... i “SASSI” DI MATERA

9-11 OTTOBRE (3 GIORNI) - SANREMO Montecarlo e i Giardini di Villa Hanbury

30 OTTOBRE - 1 NOVEMBRE (3 GIORNI) - UMBRIA CLASSICA Perugia, ASSISI E Gubbio

«Discotechechiuseemovidaincittà? Siamostati i primi a mettere controlli» «Discoteche chiuse? A Verona i primi a controllare la movida, avevamo ragione, se controlli per tempo poi non devi chiudere. Ma il Governo è ipocrita perché non chiude i porti all'immigrazione illegale, con focolai nei centri d'accoglienza e l’aumento del 148 per cento degli sbarchi nell'ultimo anno». Queste le parole dell'Assessore alla Sicurezza del Comune di Verona Daniele Polato, candidato in Regione Veneto con Fratelli d'Italia. «Sono abituato a leggere e studiare i numeri e da Assessore con delega alla

Protezione Civile mi sono reso conto in prima linea di cosa significhi la pandemia in corso - spiega -. Per questo a Verona, monitorando la curva dei contagi e confrontandoci con le istituzioni sanitarie, siamo stati i primi a prendere misure di controllo sulla movida, vietando il consumo di alcolici fuori dai plateatici dopo mezzanotte. Possiamo dire che non avevamo torto, il fatto è che abbiamo sempre pensato che la salute viene prima di tutto. E che se controlli e sai gestire poi non sei costretto a chiudere e a mette-

re in difficoltà esercenti e imprese». Tuttavia, continua Polato, «per lo stesso principio dell’emergenza sanitaria e della tutela della salute pubblica si dovrebbero chiudere anche i porti. Subito. Anzi siamo già in ritardo. Aggiungo che qui in Veneto abbiamo il cluster con ben 255 positivi del centro di accoglienza all'ex caserma Serena di Treviso. È perciò quantomeno surreale che la ministra Luciana Lamorgese dichiari testualmente che il problema non è l'immigrazione ma il Covid». •


Cronaca 13

L'ARENA

Mercoledì 19 Agosto 2020

VERSOLE ELEZIONI. Sabatoalle 12 il termine perdepositarelelistein tribunale. Eintanto su autonomia epresidenzialismo Berlusconi,Melonie Salvini sicompattano

Regionali,centrodestraunitosuZaia Fratellid’Italiae ForzaItalia firmanoil«patto anti-inciucio» conlaLega perlaricandidatura delgovernatore uscente Enrico Giardini

Il centrodestra veneto si compatta per Luca Zaia. A pochi giorni dal termine per depositare le candidature alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre (venerdì e poi sabato, fino alle 12), Fratelli d’Italia e Forza Italia siglano con la Lega il “patto anti-inciucio” Pd-5 Stelle per una corsa da alleati alle elezioni, a sostegno del ricandidato presidente Zaia, leghista. A firmarlo, con il leader leghista Matteo Salvini, sono stati Silvio Berlusconi per Forza Italia e per Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, già al Governo regionale. «Mentre Pd e Cinquestelle litigano per le poltrone e si presentano divisi alle regionali, il centrodestra lancia un altro grande segnale di compattezza e dice a una voce sola: mai al Governo con la sinistra». Così in una nota, commentando il patto anti-inciucio, la presidente di FdI Meloni. «Di fronte alla richiesta del governatore del Veneto di confermare il sostegno all’autonomia, FdI ha chiesto e ottenuto di aggiungere all’accordo anche quelli che considera due punti imprescindibili: il sostegno di tutto il centrodestra al presidenzialismo, fondamentale per rafforzare l’unità nazionale, e l’efficienza delle istituzioni centrali». Sul fronte veronese commenta positivamente l’accordo Daniele Polato, assessore alla sicurezza e alle aziende, candidato di FdI alle regionali. «Fratelli d’Italia vuole una Verona e un Veneto forti», dice, «quindi l’autonomia, in uno Stato forte con il presidenzialismo, cioè il governo eletto dal popolo. Attorno alla forte leadership di Giorgia

Ilcentrosinistra schieraLorenzoni ilM5SCappelletti IvlaSbrollini.Per ora10icandidati allapresidenza

Meloni, nel territorio FdI continua a formare una classe dirigente di livello». Intanto come detto sabato, alle 12, scade il termine per depositare al tribunale di Verona le liste provinciali dei candidati al Consiglio regionale. Le sole candidature alla presidenza della Regione, invece, vanno depositate a Venezia, in Corte d’Appello. Nel caso della provincia di Verona le liste sono di nove candidati al Consiglio regionale, di cui cinque uomini e quattro donne o viceversa. Al momento le candidature alla presidenza del Veneto - e si vedrà se saranno tutte confermate - sono 10. Al presidente uscente ricandidato Luca Zaia, per Lega, Lista Zaia e lista amministratori e ora dunque anche per Fratelli d’Italia e Forza Italia, il centrosinistra oppone Arturo Lorenzoni, vicesindaco di Padova, per Il Veneto che vogliamo, Pd, +Veneto in Europa-Volt, Europa Verde e Sanca Veneta Autonomia. Il Movimento 5 Stelle, alleato al Pd al Governo ma non nella corsa veneta, candida Enrico Cappelletti, mentre Italia Viva, pure nel Governo Conte ma anche in questo caso in Veneto diviso dagli alleati, lancia la senatrice Daniela Sbrollini, anche per Psi, Pri e Civica per il Veneto. Ci sono poi Antonio Guadagnini del Partito dei Veneti, Paolo Benvegnù di Rifondazione comunista per Solidarietà Ambiente Lavoro, l’ambientalista Patrizia Bartelle, l’autonomista ex Pd Simonetta Rubinato, quindi Paolo Girotto per il Movimento 3V-Vaccini Vogliamo verità e Ivano Spano, di Indipendenza Noi Veneto-Autonomie Ambiente. Il Consiglio regionale del Veneto è composto da 51 membri, compreso il presidente eletto e il candidato presidente giunto secondo. Per i consiglieri regionali si può votare un solo nome oppure, se se ne votano due, questi devono essere di genere diverso, quindi un uomo o una donna o viceversa. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Inpistaper lapresidenza

LasfidadellaRubinato perunVenetoautonomo

Sivotail20 e21 settembreper rinnovareilConsiglioe l’amministrazioneregionale

Radicipopolari,autonomiste, federaliste.Prosegue la corsa delcomitato“ConSimonetta Rubinato”perraccogliere le quattromilafirme necessariea parteciparealle elezioni regionali.Lalistasi proponedi darevocenel prossimo Consiglioregionale all’istanza diautogoverno espressacon il «Sì»al referendum sull’autonomiadaoltre2,2 milionidiveneti nell’autunno 2017.Il Comitatoche sostiene SimonettaRubinato -56 anni, trevigiana,già senatricedella MargheritaedelPd- è compostodarappresentanti di tuttele provincedelVeneto, a Veronacapeggiato dal sindaco diIllasiPaoloTertulli. «Siamo

SimonettaRubinato determinatiasuperare lapolitica autoreferenzialedegli apparati ripartendodallecomunitàlocali». Chivolesse sostenerela lista Rubinatopuò firmareal banchetto oggial mercato diSanBonifacio e venerdìal mercatodi Illasi,o contattareTertulli(mail info@venetorubinato.it).

PALAZZOBARBIERI. Assessorie consigliericandidati,si attendel’esito.Prontala Maellare

Comune,rimpasto e nomine slittanoadopo leelezioni Intantopolemichesugli annuncidelsindaco.Tosi: «Solitisogniirrealizzabili» Pd:«Menostadipiùcaditoie» Il vento delle elezioni regionali soffia forte anche a Palazzo Barbieri. Come scritto ieri ci sono tre o forse quattro assessori in pista per puntare al Consiglio regionale: Daniele Polato per Fratelli d’Italia, i leghisti Filippo Rando ed Edi Maria Neri per la Lista Zaia e potrebbe esserci anche il vicesindaco Luca Zanotto per la Lega. Tutti partiti e liste a sostegno del ricandidato presidente Luca Zaia, leghista. Ci sono però anche vari consiglieri comunali in pista. Per la Lega la capogruppo consiliare Anna Grassi, mentre per Forza Italia Anna Leso, coordinatrice cittadina di FI e in Consiglio a Verona nel Gruppo misto. Anche FI sosterrà Zaia. Corrono invece per il candidato del centrosinistra Arturo Lorenzoni la consigliera comunale del Pd Elisa La Paglia, per il Pd, e il capogruppo di Verona e Sini-

stra in Comune Michele Bertucco, per la lista Il Veneto che vogliamo. In Comune dunque, tanto più alla luce di amministratori in corsa e soprattutto di assessori, si attende l’esito elettorale. E questo vale per un possibile rimpasto di Giunta, ma anche per la presidenza di Agsm, vacante dopo le dimissioni di Daniele Finocchiaro, e c’è la Lega che sarebbe in prima linea per chiedere la presidenza e un nome che gira è quello di Roberto Mantovanelli, attuale presidente di Acque Veronesi. Intanto, dopo un periodo di ferie è rientrata in municipio ieri Daniela Maellare, vicedirettore generale del Comune e dirigente dell’area servizi sociali, nominata il 4 agosto scorso dal sindaco Federico Sboarina nuovo assessore ai servizi sociali e all’istruzione al posto dell’assessore e senatore Stefano Bertacco, morto il 14 giugno. La Maellare è andata a salutare alcuni assessori, ma tecnicamente comincerà il suo nuovo incarico di assessore a partire da settem-

DanielaMaellareinComune, dietro ilvicesindaco Zanotto MARCHIORI

bre. Come aveva comunicato l’Amministrazione e il sindaco Sboarina alla nomina, la dirigente, ora in aspettativa, sarebbe comunque andata in pensione a ottobre. In questo modo, come pure aveva detto il sindaco, grazie alla sua conoscenza dei settori sociale e istruzione - di cui fu dirigente per 15 anni - «avrà modo di accompagnare l’inserimen-

to di chi la sostituirà» nel ruolo di dirigente del sociale e anche, visto che c’è un altro pensionamento vicino, di quello dell’istruzione. E come ha detto Sboarina nell’intervista a L’Arena di Ferragosto, il sociale e la scuola, tanto più alla luce del Covid-19, sono due settori delicati, che richiedono conoscenza della materia e solidità. Doti che

Sboarina riconosce alla Maellare. Intanto però lo scontro politico non si placa. Dopo l’intervista a Sboarina di Ferragosto, Bertucco contesta il fatto che «a settembre arriveranno tutti i progetti annunciati in questi tre anni e mai presentati», mentre l’ex sindaco Flavio Tosi, ora consigliere di opposizione, attacca: «Sboarina ogni anno, a Ferragosto, propina ai veronesi i soliti annunci sui suoi libri dei sogni irrealizzabili. Dal Central Park all’Arsenale, fino alla chiusura dei cantieri del filobus, passando ovviamente per l’immancabile stadio nuovo. Ogni anno le stesse promesse», dice. «E intanto c’è una città che cade a pezzi tra buche per le strade, degrado urbano, continui allagamenti e zero investimenti e progetti per nuove e urgenti opere». E «dopo la quinta bomba d’acqua che da giugno manda sotto diversi quartieri della città, è tempo che il sindaco faccia fronte alla necessità di un piano straordinario per prevenire i danni degli eventi atmosferici violenti e improvvisi, che non possono più essere considerati una fatalità», dicono i consiglieri del Pd Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani. Che aggiungono: «Meno stadi e più caditoie». • E.G.

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19-AGO-2020 Estratto da pag. 6

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

3043

a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione


19-AGO-2020 Estratto da pag. 6

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MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 MESSAGGERO VENETO

CODROIPO - MEDIO FRIULI

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Il rientro

Aule sicure per 1.200 alunni in undici istituti scolastici Tutto pronto al Comprensivo di Sedegliano per la ripartenza del 16 settembre Misure di prevenzione anche a Basiliano, Coseano, Flaibano e Mereto di Tomba Maristella Cescutti / SEDEGLIANO

Tutto pronto per il rientro a scuola in sicurezza all’Istituto comprensivo di Sedegliano, che con la sua offerta formativa coinvolge anche Basiliano, Coseano, Flaibano e Mereto di Tomba per circa 1.200 studenti suddivisi in 11 plessi. L’inizio, come da calendario regionale, è previsto per il 16 settembre. È il dirigente scolastico Maurizio Driol a fare il punto della situazione. Confermati gli orari di tutte le sedi scolastiche, compresi il tempo prolungato nelle tre scuole secondarie di primo grado di Basiliano, Coseano e Sedegliano, il tempo pieno alle primarie di Flaibano e Pantianicco e le 40 ore settimanali agli istituti d’infanzia di Coseano e Mereto di Tomba in modo da rispettare il diritto all’istruzione e le scelte

I banchi distanziati nelle aule dell’Istituto comprensivo di Sedegliano

di un tempo scolastico ampio da parte delle famiglie. Tutte le classi troveranno posto negli edifici scolastici. Due classi numerose alla primaria (una a Blessano e l’altra a Sedegliano) saranno sdoppiate in autonomia usando l’organico potenziato. Solo una classe della scuola secondaria di Sedegliano troverà posto alla primaria in un’aula dalla superficie di 55 metri quadrati. Circa 120 i banchi 70x50 e una cinquantina le sedute didattiche richieste in seguito al monitoraggio del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri, destinati alla primaria di Basiliano e alle medie di Basiliano e Sedegliano. Il dirigente Driol punta molto sulle misure di prevenzione e sull’igiene dei locali. Gli alunni accederanno usando tutti gli ingressi degli edifici scolastici, in file ordinate evi-

tando assembramenti; indosseranno mascherine “di comunità”. I docenti saranno provvisti di visiere acquistate dall’Ic e avranno a disposizione mascherine chirurgiche fornite dal governo. Saranno garantiti gel igienizzanti e misurazione automatica e istantanea della temperatura mediante termoscanner all’entrata. Mediante i fondi del Decreto 34 del 2020 sono state acquistate alcune taniche di gel igienizzante per per tutte le sedi scolastiche, due generatori di ozono e nove generatori di vapore professionali per le 11 sedi del Comprensivo. In classe, mediante bollini segnaposto sarà garantito il distanziamento di un metro dalle bocche per gli alunni. Nei momenti in cui non sarà possibile garantire il distanziamento (all’ingresso, all’uscita e durante la ricreazione) gli alunni indosseranno mascherine di comunità, i docenti saranno dotati di visiere in policarbonato trasparente. «Risulta evidente l’esigenza di disporre di personale docente aggiuntivo – spiega il dirigente Driol –. Inoltrata per questo la richiesta di quattro insegnanti in modo da formare nelle due scuole dell’infanzia tre sezioni anziché due. Servono anche cinque collaboratori scolastici in aggiunta all’organico di diritto». —

tarcento

Corso di scultura per fare maschere di Carnevale L’associazione “Mascarârs di Tarcint” annuncia che sono aperte le iscrizioni per il corso di scultura di maschere lignee carnevalesche, che si svolgerà a partire dalla fine del prossimo mese di settembre. Il corso avrà una durata di ventiquattr’ore, durante le quali si apprenderanno le tecniche per la realizzazione delle maschere lignee carnevalesche conosciute nella tradizione friulane come “tomâts”. I “tomâts” sono attualmente utilizzati nelle tradizioni carnevalesche del territorio tarcentino e di quelli dei Comuni limitrofi. Il corso si svolgerà nella sede dei Mascarârs, nel centro Ceschia di via Julia. L’associazione tarcentina provvederà anche a fornire ai partecipanti i banchi di lavoro, gli attrezzi e il materiale necessario per realizzare le caratteristiche maschere. Al corso non potranno partecipare più di otto persone. È già possibile prenotarsi, dunque, telefonando al numero 347 8184493. P.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

il maltempo

TARCENTO

codroipo

Allagamenti a Tarcento strada invasa dalla frana

Il maltempo ha colpito il comune di Tarcento causando allagamenti e qualche smottamento. Ieri pomeriggio, verso le 17, si è verificata una frana sulla sr 646 in direzione di Uccea. La frana ha interessato metà della carreggiata ma non ha causato danni a veicoli. Sul posto sono intervenuti i volontari della locale Protezione civile e i vigili del fuoco: il tratto di strada è stato messo in sicurezza e ripulito. A causa delle forti piogge, un albero è caduto in località Stella. Altri temporali si sono verificati nel pomeriggio sui monti, specie sulle Prealpi Giulie, spostandosi in seguito, verso le colline e alcune zone di pianura. —

Un’audioguida a Villa Manin per “Nel giardino del doge”

La frana che ha invaso parte della carreggiata della sr 646

P.C.

IN BREVE Tavagnacco Cinema sotto le stelle al parco Molin Nuovo

Basiliano Domani a Villaorba il film “Odio l’estate”

Codroipo Tuffo nell’horror italiano degli anni Sessanta

Venerdì alle 21, al parco Molin Nuovo, per la rassegna Cinema sotto le stelle, proiezione del film “Predis” di Massimo Garlatti Costa, la storia dell’indipendentismo friulano nel 900. Tre preti combattenti (Marchetti, Placereani e Bellina) hanno cercato di destare la coscienza del popolo friulano affinchè acquisisse consapevolezza dell’unicità della sua storia, della sua lingua e della sua cultura, ma soprattutto della sua identità. Prenotazioni al 345 9345004 (17-19).

Domani si concluderà a Villaorba la rassegna “Cinema sotto le stelle” con la pellicola “Odio l’estate” con Aldo, Giovanni e Giacomo. La corte festeggiamenti della Pro loco Vileuarbe, in piazza della chiesa ospiterà alle 21 l’ultima proiezione a cura del circolo culturale Lumiere di Codroipo. L’ingresso sarà possibile previa prenotazione del posto a sedere attraverso e-mail (segreteria@comune.basiliano.ud.it) o telefonando al 349 0579925.

A integrazione del programma della rassegna “Andar per le sere d’estate” a Codroipo, lunedì sarà proposta una serata con la proiezione alle 21 in borgo Cavalier Moro – per il festival “Le giornate della luce” – di “Boia, maschere e segreti L’horror italiano degli anni Sessanta” (2019), di Steve Della Casa, con Dario Argento, Pupi Avati, Bertrand Tavernier. Ingresso gratuito previa prenotazione (0432 824630; biblioteca@comune.codroipo.ud.it).

Paola Beltrame / CODROIPO

Dopo l’intensa rassegna di eventi musicali e teatrali “Villa Manin estate 2020”, fra cui un partecipato e suggestivo concerto all’alba con Davide Boosta Dileo, la dimora dogale di Passariano si prepara ad accogliere l’edizione settembrina della mostra florovivaistica “Nel giardino del doge Manin”. L’appuntamento è molto atteso, infatti la mostra primaverile non si è potuta tenere a causa della pandemia. Come spiega Guido Comis, direttore del Servizio catalogazione, promozione, valorizzazione e sviluppo del territorio Erpac, la manifestazione è in programma il 12 e il 13 settembre con l’intervento di moltissimi espositori organizzati dalla Cooperativa Monte San Pantalone e il consueto contorno di eventi culturali e musicali, visite guidate al parco della villa, presentazione di pubblicazioni. Fra queste, “La verde attrazione, guida alle architetture del verde: uccellande storiche in Friuli”, di Carmel Englaro e Maurizio Tondolo, editore Gangemi, in italiano e inglese: si tratta di una ricerca sulle “bressane”, un tempo realizzate per cacciare i volatili a scopo alimentare e commerciale. La ricerca riguarda non solo le strutture vegetali fortunatamente non ancora smantellate dopo che la pratica dell’uccellagione vi è stata vietata,

“Nel giardino del doge” tornerà a Villa Manin il 12 e il 13 settembre

ma anche testimonianze di persone e comunità attorno al tema dei roccoli. Non solo, l’occasione della mostra floristica di settembre – come aggiunge lo stesso direttore Comis – sarà occasione per presentare l’audioguida di Villa Manin, scaricabile gratuitamente dai cellulari, realizzata con il sostegno Lions club Medio Tagliamento. Con questo piacevole supporto sarà possibile visitare il complesso dogale e il suo parco scoprendone storia, architettura e aspetti naturalistici. «L’iniziativa – rileva il direttore – è parte della produzione di una serie

di strumenti multimediali per valorizzare la villa che andremo a realizzare e di cui l’audioguida è il primo tassello». Continua anche la manutenzione sugli edifici: tolti i ponteggi alla facciata, risalta ora nel suo biancore originario il marmorino. All’opera ora per la messa in sicurezza delle balaustre, cui seguirà la ricollocazione delle statue, pure sottoposte a pulizia e integrazione. Sarà sistemata la barchessa di levante e saranno restaurate le carrozze della scuderia. Sopra questa sala continua intanto la mostra del pittore Angiolino fino a fine settembre. —


MERCOLEDÌ 19 AGOSTO 2020 MESSAGGERO VENETO

LIGNANO

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La notte di Ferragosto gli inquirenti

Indagine sullo stupro di gruppo: spunta un video con i sospettati Per la polizia i tre avevano cercato di intrufolarsi in un’altra compagnia di giovani E tentato già un approccio con una ragazza. Oggi il Gip deciderà sui due fermi Anna Rosso / LIGNANO

Spunta anche un video nell’ambito dell’indagine portata avanti dalla polizia per fare luce sullo stupro di gruppo avvenuto la notte di Ferragosto all’Ufficio spiaggia 10 di Sabbiadoro ai danni di una giovane veneta di soltanto 15 anni. Gli investigatori – hanno la-

vorato al caso gli agenti della Squadra mobile e del Commissariato di Lignano – sono venuti a conoscenza dell’esistenza di immagini in cui non solo si vedono alcuni dei tre sospettati, ma si sente anche una ragazzina che parla di un loro tentativo di approccio a fini sessuali – peraltro molto diretto – non andato a segno. La 15enne è

lignano

lignano

Grande caldo e afa: bilancio della Sogit con 470 interventi LIGNANO

Sono già 470 gli interventi, il 30 per cento dei quali rivolto in aiuto dei bambini, effettuati dai volontari della Sogit (Croce di San Giovanni) di Lignano impegnati nel punto di primo soccorso sito a Pineta, su lungomare Kechler nella zona tra il bagno 3 (bandiera inglese) e il 4 (bandiera italiana). Il caldo afoso registrato nelle ultime settimane ha fatto registrare anche quattro collassi in spiaggia e sono 250, le persone alle quali è stata rilevata la pressione arteriosa a seguito di un malessere. Sono oltre 200, poi gli interventi di medicazione per piccoli tagli causati da conchiglie, abrasioni o slogature, rimediati giocando sulla sabbia. Il pronto intervento Sogit, collegato come punto blu al servizio dell’emergen-

“Un sorriso per ringraziarvi” è l’evento che, organizzato dal Lions club di Lignano, presieduto da Pierfrancesco Bocus, in collaborazione con il Comune e con l’Aiat, animerà domani sera, a partire dalle 20.45, l’Arena Alpe Adria: giunta alla 33ª edizione, la consueta serata estiva all’insegna della solidarietà sarà dedicata, quest’anno, ai medici e a tutti gli operatori paramedici per l’im-

Consacrato il nuovo altare del Redentore

za regionale 118, è operativo tutti i giorni dalle 10 alle 18 e in sede è sempre presente un operatore infermieristico professionale per una pronta risposta alle esigenze sanitarie dei bagnanti delle spiagge di Pineta e di Riviera. Il punto di primo soccorso che lavora in stretta sinergia con la rete sanitaria e il pronto soccorso di via Tarvisio, a Lignano Sabbiadoro, ha in dotazione anche un defibrillatore e un veloce quad, attrezzato per gli interventi in spiaggia. L’attività della Sogit – Croce di San Giovanni da oltre vent'anni è resa possibile grazie alla disponibilità gratuita dei locali data dalla società Lignano Pineta spa, che si occupa anche delle manutenzioni, delle utenze e sostiene Sogit con un contributo annuale. — N.S.

N.S.

Risate e solidarietà per dire grazie ai medici pegno e il prezioso lavoro svolto nel far fronte alla terribile pandemia da Covid-19 che ha colpito anche la Regione Fvg. In più, nell’occasione il consorzio Lignano Holiday, presieduto da Martin Manera, consegnerà al club 72 “buoni vacanza”(validi da due a quattro persone) per un soggiorno di una settimana da trascorrere a Lignano nelle estati 2020 o 2021 in alberghi, appartamenti, campeggi: i destinatari dell’omaggio saranno indivi-

un 16enne albanese che sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria e accompagnati in una comunità, mentre un altro 16enne, pure proveniente dall’Albania, è stato denunciato a piede libero. In sostanza, secondo gli inquirenti, i tre avevano già provato a intrufolarsi almeno in un altro gruppo di di ragazzi e sempre con

un obiettivo preciso. Oggi ci sarà l’udienza per la convalida dei fermi di fronte al Gip del tribunale per i minorenni di Trieste. «Ciò che è accaduto – hanno commentato i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli, Alessandro Basso e Leonardo Barberio – è terribile e ci riempie di orrore e

di tristezza. È inaccettabile consentire a giovani che sono seguiti da strutture destinate ai minori, proprio a causa della loro difficile situazione, di vagare in gruppo, di notte, senza controllo. Siano verificate le modalità di gestione della comunità e accertate eventuali responsabilità, affinché simili episodi non si ripetano». —

lignano

È stato l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, domenica scorsa, a concelebrare la messa di consacrazione del nuovo altare della chiesa del Cristo Redentore di Lignano Pineta, i cui lavori di realizzazione - dono della società Lignano Pineta sono iniziati il 20 luglio. L’opera, a firma dell’architetto Federico Quattrin di Zoppola, ha previsto la sistemazione dell’area presbiterale attraverso la collocazione del nuovo altare, ambone, tabernacolo e sede del celebrante, conferendo uniformità cromatica e di materiali in armonia con il contesto architettonico, artistico e liturgico della chiesa, progettata dall’architetto, Aldo Bernardis, lo stesso della Terrazza a Mare e di molte altre strutture di Lignano. La chiesa fu costruita nel 1958 grazie alla volontà della società Lignano Pineta, che donò il terreno alla parrocchia.

lignano

LIGNANO

stata aggredita tra sabato e domenica, poco dopo la mezzanotte e il pomeriggio successivo sono stati bloccati tre minorenni provenienti da una comunità del Milanese e che erano in vacanza in una struttura lignanese che tradizionalmente ospita gruppi di giovani. Si tratta di un 17enne cittadino italiano di origini egiziane e di

La polizia davanti all’Ufficio spiaggia 10 dove è avvenuta la violenza

duati dai vari Lions club del territorio, fra i medici e gli operatori sanitari che hanno operato, oltre che nella nostra regione, anche nelle aree più colpite dal coronavirus. L’evento, presentato da Michele Cupitò, è a ingresso libero (con un’eventuale offerta libera) ma è necessaria la prenotazione tramite l’app “Eilo”, mentre per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail all’indirizzo lionslignano@gmail.como telefonare al 3334758015. Protagonisti dello spettacolo saranno alcuni dei personaggi nel mondo della comicità e del cabaret quali Sdrindule, Daniele Bellotto, Catine e Sergio Galantini con in tervalli musicali del sassofonista Gianni Favro, in arte “Gianni sax”. — N.S.

In centro i controlli i rifiuti in periferia Si sposta il problema dell’abbandono fuori dei cassonetti Dalla carenza di contenitori alla mancanza di telecamere Nicoletta Simoncello/LIGNANO

Con il potenziamento dei controlli sulle vie principali e il raddoppio delle fototrappole, il problema dell’abbandono dei rifiuti, ingombranti in particolare, si è “spostato” nelle zone più periferiche. A denunciarlo, portando l’esempio di via Brescia, all’angolo con il lungolaguna Trento a Lignano Sabbiadoro, è il residente Massimo Piccinno, che si fa portavoce del malcontento dimostrato dall’intero quartiere che ospita un centinaio di famiglie della città balneare: «Rispetto agli anni passati, purtroppo, la situazione non è migliorata e, anzi, essendoci più controlli in centro la gente porta ogni tipo di immondizia nei cassonetti di via Brescia trasformandola in una vera e propria discarica – afferma –. Inoltre, non essendo i cassonetti sufficienti per servire tutta la zona, visto che negli anni le abitazioni sono aumentate, ma i bidoni no, spesso i contenitori straripano di rifiuti impregnando l’intera area di un odore nauseabondo». A campeggiare accanto ai bidoni ci sono, infatti, sacchi stracolmi di rifiuti, ma anche materassi e divani abbandonati. «Una soluzione potrebbe essere quella di installare anche qui telecamere o fototrappole – propone Piccinno –, ma soprattutto aumentare il numero dei bidoni, visto anche che nelle vicinanze (vicino al maneggio per esempio) c’è già predisposta una piazzola che al

Rifiuti di ogni genere abbandonati fuori del cassonetti

momento non viene usata». Ma il problema insiste anche nel resto della riviera: proprio ieri, infatti, un bar di via Sabbiadoro è stato sanzionato dalla polizia locale perché il personale continuava a lasciare i rifiuti prodotti dal locale fuori dai cassonetti. E a confermare la tendenza creatasi nel litorale, che vede residenti e turisti fare la spola tra il centro città e la periferia abbandonando sul ciglio delle strade rifiuti di ogni genere e dimensione è l’assessore all’ambiente, Paolo Ciubej, che sottolineando il ripetersi dello stesso problema an-

che in corso dei Continenti, uno dei punti più critici della località, dice: «A fronte di questi episodi di inciviltà invito tutte le persone a collaborare facendo le segnalazioni all’ufficio ambiente del Comune o a Mtf, società che a Lignano si occupa della raccolta e della gestione dei rifiuti, i cui operatori sono sempre disponibili». «Come già dimostrato – continua l’assessore –, l’impegno dell’amministrazione è totale, ma non è pensabile avere sotto controllo l’intera città ogni giorno per tutta la giornata». — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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