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6566
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 8
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 2
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 8
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 8
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21-AGO-2020 Estratto da pag. 30
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21-AGO-2020 Estratto da pag. 30
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 3
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 3
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 4
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3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 4
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 2
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3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 4
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 4
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 5
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 5
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 5
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3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 1
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 6
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
3043
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19-AGO-2020 Estratto da pag. 14
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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19-AGO-2020 Estratto da pag. 14
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6566
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19-AGO-2020 Estratto da pag. 14
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6566
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19-AGO-2020 Estratto da pag. 18
ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO
6566
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19-AGO-2020 Estratto da pag. 18
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6566
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19-AGO-2020 Estratto da pag. 18
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6566
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 2
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3043
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3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 8
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3043
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 8
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 8
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 1
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 1
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23-AGO-2020 Estratto da pag. 1
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PRIMO PIANO
Corriere del Veneto Domenica 23 Agosto 2020
Nella Marca
dei No Pfas Sonia Perenzoni. La parata di personaggi più consistente, forse, è però nel Partito dei Veneti che conta il padovano Piergiorgio Menapace, ex nazionale di rugby, a Venezia il conte Giancarlo Dolfin, a Treviso lo storico sindaco di Santa Lucia di Piave, Riccardo Szumski mentre Verona punta su Lucio Chiavegato fra i protagonisti del tanko dei Serenissimi. In FdI è arci nota la candidatura di Vincenzo Forte «caldeggiata» dal suocero Sergio Berlato che ha fatto sentire il suo peso anche a Padova lasciando sul campo una vittima: Silvia Carpanese che aveva già affisso i manifesti e aperto il punto elettorale a due passi da Piazza dei Signori, inutilmente: non è in lista. Non basta, di ieri le dimissioni di Damiano Stefan, membro del direttivo di Padova di FdI «poiché non riconosco più localmente i valori che ho riscontrato entrandovi». Il nome più noto per la cordata Bartelle è quello dell’ambientalista Michele Boato mentre i «compagni» di Benvegnù puntano a Rovigo su Adriano Romanelli, presidente dell’Arcigay. A Treviso lista fortemente proletaria con tre operai su 9 candidati, Venezia invece ha un nutrito drappello di avvocati afferenti ai Giuristi democratici e un artista mentre a Belluno corre l’archeologo Giancarlo Garna Martina Zambon © RIPRODUZIONE RISERVATA
di Silvia Madiotto
3
TV
Dagli uscenti alle sardine Rubinato unica trevigiana all’assalto dello «Zaiastan»
Ed è sfida tra avvocati: Crea con FdI e Nava con Iv
148
I candidati in consiglio regionale nella Marca. Novanta appartengono al governatore uscente e allo sfidante Arturo Lorenzoni
11
I candidati presidente sostenuti da 19 liste. Zaia e Lorenzoni si presentano con 5 liste a testa, gli altri con liste singole
TREVISO Ci
sono sfide nelle sfide, fantasmi, retroscena e padrini eccellenti. Ci sono 148 candidati per nove posti da consigliere regionale (decisamente appetibili e con introiti interessanti, e quanto se n’è parlato negli ultimi mesi). Ma c’è un solo trevigiano fra i dieci aspiranti governatori che prova a insidiare direttamente la presidenza di Luca Zaia. Per coraggio e intraprendenza è corretto partire da Simonetta Rubinato che, nella provincia più leghista d’Italia, per di più la provincia del doge, si candida alla poltrona di presidente: ex parlamentare ed ex sindaco di Roncade per il Pd, ora è a capo di una civica autonomista nella quale è entrato anche l’ex sindaco di Zero Branco Mirco Feston. Lo scenario più interessante è il capoluogo, dove si concentrano battaglie sfiziose. Il nome che rimbalza di più però non è candidato: quello del leghista Riccardo Barbisan, consigliere regionale uscente e già dato in pole per la rielezione, ma escluso dalla tombola delle elezioni per il caso «bonus da 600 euro». Ed è per la sua illustre assenza che Treviso diventa terra di conquista per i leghisti in corsa. Per coprire il posto vacante il capoluogo ha scelto Christian Schiavon, assessore al bilancio della giunta Conte, mentre a differenza di cinque anni fa si confronta con le preferenze da prendere sul territorio l’assessore regionale Fede-
ste del partito e del governatore e le preferenze. In casa alleati, Forza Italia schiera una lista di giovani amministratori, tutti con esperienza in Comuni o Provincia, Fratelli d’Italia ha una lista competitiva, gente che corre e non ha intenzione di lasciare nulla di intentato. È un tutti contro tutti frastagliato in correnti: Razzolini e Aliprandi di area Donazzan, Taverna di area Berlato. Per l’arrembaggio alla Marca verde-Lega il Pd schiera volti di partito come il consigliere regionale uscente Andrea Zanoni, noto per le battaglie animaliste e ambienta-
La sede Palazzo Ferro Fini sede del consiglio regionale del Veneto a due passi da piazza San Marco
L’ex 5 stelle Con i renziani si candida Losappio, ex consigliere dei 5S eletto a Treviso rico Caner, capolista. Saranno loro a contendersi i voti salviniani e zaiani del più grosso bacino di voti della Marca. Ma in città ci sono anche altri nomi forti che aspirano alla buona sorte veneziana. Due degli avvocati penalisti più in vista scendono nell’agone politico in schieramenti contrapposti: Fabio Crea con Fratelli d’Italia, indicato dall’area sernagiottiana del partito, e Alessandra Nava al suo esordio con Italia Viva, la lista renziana che sostiene Daniela Sbrollini. Anche il centrosinistra mette in campo diversi nomi cittadini:
i civici Sossio Vitale e Luigi Calesso con la lista di Arturo Lorenzoni e, nella stessa coalizione, la giovane e dinamica Rachele Scarpa, appoggiata dalle «Sardine» e candidata con il Partito Democratico. E con i renziani la sorpresa è D o m e n i co L o s a p p i o , ex 5stelle, consigliere comunale del gruppo misto. La Lega mette in campo sindaci ed ex sindaci a partire da Marzio Favero, tutti i consiglieri uscenti e gli Zaia-boys; la vera sfida non sarà il risultato finale (dato dai sondaggisti per scontato) ma la percentuale fra le li-
liste, il medico castellano Claudio Beltramello e l’ex sindaco di Silea Silvano Piazza. I grillini per Cappelletti non hanno dei veri e propri big: c’è l’uscente consigliere regionale Simone Scarabel e c’è Maurizio Mestriner, che è già alla terza candidatura. Nel Partito dei Veneti, a sostegno dell’indipendentista Guadagnini, c’è il sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski: medico, oltre che primo cittadino al quarto mandato, e c’è Alessia Bellon che fu candidata sindaco a Treviso nel 2013. © RIPRODUZIONE RISERVATA
e i candidati del Trevigiano
CAPPELLETTI
BARTELLE
GUADAGNINI
GIROTTO
Palmerini
Movimento 5 Stelle
Veneto Ecologia e Solidarietà
Il Partito dei Veneti
Movimento 3V Libertà di Scelta
Venetie per l’Autogoverno
BORIN Valentina MESTRINER Maurizio BOLZAN Daniela CAPPELLETTI Enrico POLONI Rosa SCARABEL Simone SAVASTANO Gemma FACCO Daniele
GAZZOLA Giancarlo BARTELLE Patrizia PICCOLOTTO Osvaldo FURLAN Lucia DE SAVORGNANI Vittorio
SZUMSKI Riccardo DALLA MORA Daria MOROSIN Alessio SIMIONI Sonia PETTERLE Valerio BELLON Alessia VOLPATO Daniele GARBUJO Giulia VISENTIN Demis
GIROTTO Paolo CATTOZZO Michela PENZO Matteo CORSINI Chiara MORO Edward GRAZIAN Emanuela TEODORI Luca ZUPPA Vanessa
Loris Palmerini Francesca Senettin Nicola Moras
SBROLLINI
RUBINATO
BENVEGNÙ
SPANO
Italia Viva - Psi - Pri Civica per il Veneto
Rubinato per le Autonomie
Solidarietà Ambiente Lavoro
Indipendenza Noi Veneto
ARESTA Stefania BIANCARDI Attilio DONATO Bruno GATTO Rosy LAURI Diomira LOSAPPIO Domenico MILANI Sereno MINELLO Andrea NAVA Alessandra
RUBINATO Simonetta FESTON Mirco BREDA Silvia CAVASIN Francesco ISEPPON Anna LIBRALATO Mario
ZANELLA Gabriele ULIANO Carmela DE POLO Roberto BELLATO Roberta COMANDÈ Roberto FIOROT Mara PESSOTTO Daniele TUNDO Lucia ZANATTA Paolo
BOTTERO Leopoldo DA RE Paola FENILI Althea SPANO Ivano
Per il Senato Le suppletive a Verona Il 20 e 21 settembre si voterà anche per le elezioni supplettive nel collegio di Verona per eleggere il senatore che prenderà il posto di Stefano Bertacco (FdI), scomparso il 14 giugno. Corrono Luca De Carlo per il centrodestra, Matteo Melotti per il Pd e Emanuele Sterzi per il Movimento 5 Stelle.
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PRIMO PIANO
Domenica 23 Agosto 2020 Corriere del Veneto
Verso le elezioni I Comuni Callegari
I nomi Cinque candidati alla poltrona più ambita, diciotto liste e un esito per nulla scontato. Portogruaro si prepara a rinnovare sindaco e consiglio comunale tra oltre 250 candidati. Una sfida a cui il centrosinistra si presenta compatto mentre il centrodestra è diviso. Entrambi gli schieramenti puntano su volti noti della politica locale, a partire dal sindaco uscente Maria Teresa Senatore. Una ri-candidatura nota da tempo e sostenuta da quattro liste: Lista Senatore, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lista Liberi Insieme. Figura forte, Senatore nel 2015 era riuscita a espugnare la roccaforte del centrosinistra come candidata anche della Lega. Questa volta il Carroccio sostiene l’altro aspirante di centrodestra, l’architetto Florio Favero, già consigliere comunale di opposizione durante il «Bertoncello bis», che potrà
VENEZIA
Italia giovane solidale Graziussi Marco Mascari Iginio Boselli Silvia Marino Graziella Tozzato Nerella Trevisan Simone Serafin Marcello Nordio Roberto Magrini Paolo Garcia Claudia Marcela Valentinis Donatella De Carlo Gabriele Guido Sofia Simone Eda detta Edda Della Zana Debora Molin Elisabetta Capace Alessandro Rigoni Dario Veronese Simone Amri Yousef Locatelli Andrea Toso Barbara Celin Alberto Boscolo Raffaella Celano Marina Begni Donatella Loy Tiziana detta Titti Pasichnyk Lyubov Ivaninvna detta Lyuba
Maria Teresa Senatore Sindaco uscente sostenuta da Lista Senatore, Forza Italia, Fdi e Lista Liberi Insieme.
Florio Favero Con Forza Portogruaro, Lega, Destra Lemene, Port. Futura, Lista Toffolo, Lista Rambuschi
Busetto
Partito comunista dei lavoratori Gasparini Chiara Ecoretti Alessio Castellano Elisabetta Gagliano Luca Delio Claudia Busetto Federica Scapin Francesca Zurlo Dario Felicetti Elena Mason Ottavio Ronzitti Cinzia Ardissono Diego Mantovani Tiziana Caccese Enzo Barsottelli Barbara Borin Alessandro Ghezzi Giovanna Galvanin Roberto Bonci Linda Rambaldi Elder Bianchini Valeria Necchio Edoardo Lascialpari Maria Pecchioli Barbara
Stefano Santandrea Pd, Tutta un’altra Portog Città per l’uomo, Articolo 1, Per Santandrea sindaco
Graziano Padovese Con le liste Città del Lemene e 7 frazioni
Ennio Vit Lista Comitati civici.
● L’editoriale
La vera sfida è nella Lega SEGUE DALLA PRIMA
Ne consegue che a voler cercare un po’ di sale in questo appuntamento con le urne, più che guardare alla sfida tra i partiti conviene guardare a quella nei partiti. Zaia, in questi giorni, ha avuto più fastidi dai suoi che da Arturo Lorenzoni & co. Prima il diktat di Salvini sugli assessori da ricandidare tutti nella lista della Lega, anziché in quella del presidente. Poi il pasticcio del bonus Inps, conclusosi con la cacciata dei tre protagonisti tra cui il vice presidente Forcolin. Quindi la querelle con i rampanti Fratelli d’Italia sul patto per l’autonomia. Dagli amici mi guardi dio che dai nemici mi guardo io, verrebbe da dire. E d’altronde in questi episodi c’è la chiave
La doppia sfida di Senatore per fare il bis a Portogruaro A Eraclea folla di candidati. A Cavallino, Torre di Mosto, Dolo uno contro uno contare su sei liste: Forza Portogruaro, Destra Lemene, Portogruaro Futura, Lista Toffolo, Lista Rambuschi e Lega. Nell’altro angolo del ring Stefano Santandrea, medico di base in pensione dallo scorso gennaio, romagonolo doc ma vecchia conoscenza dell’agone politico portogruarese sostenuto da Pd, Tutta un’altra Portogruaro,Città per l’uomo, Articolo 1, Per Stefano Santandrea sindaco. A chiudere l’elenco dei candidati ci sono i due civici Graziano Padovese, sostenuto dalle liste Città del Lemene e 7 frazioni in Comune, ed Ennio Vit con la lista Comitati civici. Nei mesi scorsi si era parlato di una possibile fusione tra le due civiche, che non si è realizzata. All’interno di questo scenario le incognite sono molteplici. La spaccatura del centrodestra apre le porte al ballottaggio e c’è chi vede il primo turno come un derby tra Senatore i du candidati trasformato in un derby tra Senatore e Favero per sfidare il centrosinistra al secondo turno. Nel Veneto orientale sono altri tre i Comuni al voto. Gli occhi sono tutti puntati su Eraclea, commissariata do-
po gli arresti per camorra, tra i quali c’era il sindaco Mirco Mestre. Gli aspiranti sindaci sono cinque. Frammentate le forze di centrodestra: la Lega locale sostiene Andrea Babbo, candidato della lista civica «Buongiorno Eraclea», mentre Forza Italia appoggia Nadia Zanchin e la civica «Eraclea c’è». Va da sola Anna Maria Babbo con la lista civica di centrodestra «Insieme per Eraclea». Gara doppia in area centrosinistra, divisa tra Morena Causin di «Impegno civico per Eraclea», forte dell’appoggio del Pd e Danilo Biondi, candidato della lista «Vivere
di lettura principale di questo voto, ossia la competizione interna, sempre smentita ma de facto, tra Zaia e Salvini. Quest’ultimo non vive un gran momento: i sondaggi sono in calo costante; l’establishment non smette di cannoneggiare; in Europa è isolato; Berlusconi lo pungola; Meloni lo insidia. Le Regionali rischiano di tramutarsi in un incubo perché se la Lega vince in Veneto non vince Salvini, vince Zaia, e se il centrodestra vince nelle Marche e in Puglia, le due Regioni in bilico, a spuntarla saranno i candidati di «Giorgia». «Matteo» si gioca tutto in Toscana dove però si rischia il bis dell’Emilia Romagna. In questo senso, proprio il diktat sugli assessori in lista Lega è sembrato un segnale di debolezza più che di forza. Il duello tra Zaia e Salvini è plastico, visto che il nome del primo sta sul simbolo della lista presidenziale e quello del secondo sul simbolo della lista del partito, e molti sono convinti che se la forbice tra le due sarà importante, ci saranno sconvolgimenti tali da
Eraclea». A Cavallino Treporti, 11 mila elettori, la sfida è secca: uno contro uno. La sindaca uscente Roberta Nesto si confronta con il consigliere comunale uscente Angelo Zanella affiancato dall’ex sindaco Claudio Orazio. Nesto è candidata da «Patto Civico Cavallino Treporti» che comprende 9 consiglieri comunali uscenti e 7 nuovi giovani. La lista è sostenuta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Angelo Zanella è sostenuto dalla civica trasversale «Cavallino Treporti per tutti» che schiera vari giovani impegnati nel volontaria-
Sul web Le pagine speciali dedicate alle elezioni su corriereveneto.it
to tra cui il vicepresidente dei volontari della Croce Verde. A Torre di Mosto il sindaco uscente Giannino Geretto è stato ricandidato solo due giorni fa. La sua lista «Progetto Torresano» è sostenuta da forze di centro e di sinistra, Pd compreso. Lo sfidante è Maurizio Mazzarotto, civico vicino alla Lega. Ha ufficializzato la candidatura con tutto il centrodestra: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Prima del Covid la città sembrava prossima a un accordo unitario per formare una lista sola a Torre di Mosto, con il favore del sindaco uscente. Troppi mal di pancia, è saltato tutto. Dall’altra parte della città metropolitana la sfida riguarda solo Dolo. Alla squadra del sindaco uscente Alberto Polo, sostenuto dall’area centrista e dal Pd, si contrappone la lista «Obiettivo Comune» di Ivano Michelotto, uomo della Lega, che corre sostenuto anche da Fratelli d’Italia, Progetto Civico e Forza Dolo. Quest’ultima è l’esito della separazione da Forza Italia, nata per volontà del giovane candidato consigliere Andrea Furlanetto. (a.r.t.; p.c.; m.z.; a.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
ribaltare gli equilibri nel Carroccio, chiudere anzitempo l’era salviniana e lanciare Zaia verso Palazzo Chigi. Visti i precedenti, i dubbi sono tanti: da sempre la Liga Veneta ha dato qui prove di forza superiori a quelle degli acerrimi amici lombardi e mai i veneti sono riusciti ad imporre la loro leadership in via Bellerio (che non significa solo occupare posti di potere ma anche esportare un modello di buon governo). Zaia ostenta disinteresse e continua a ripetere che l’unica cosa che gli sta a cuore è l’autonomia, la sua vera (l’unica?) eredità politica: «Ho lasciato Roma per questo». Ci sta lavorando da 10 anni, la prospettiva è di poterlo fare per altri 5 ma se nel 2025 saremo ancora dove stiamo oggi - e cioè poco sopra lo zero - sarà dura sostenere che è colpa di Roma o dei 5 Stelle o di chi per loro. Se non si segna un gol in trenta partite, magari la difesa è fortissima ma qualche sospetto sorge pure sull’attacco, specie se sostenuto con un plebiscito dagli spalti. Sul punto molto peserà
il rapporto con Fratelli d’Italia, al cui risultato la Lega guarda difatti con apprensione, mentre pure in questa occasione la variegata galassia autonomista ha dato buona prova della sua proverbiale litigiosità, presentandosi ai nastri di partenza con quattro candidati diversi. Infine, il centrosinistra: lacerato, con quattro differenti alfieri dai renziani alla sinistra radicale, non tocca palla da trent’anni e non si illude certo di intercettarla stavolta. L’obiettivo non può che essere quello di iniziare un percorso che porti tra 5 anni, quando Zaia non si potrà più ricandidare (e vedremo se crescerà delfini), ad un progetto davvero credibile per l’elettorato veneto. Chissà che per allora non si sia risolto pure lo strabismo dell’alleanza che vede dem e M5s assieme al governo ma divisi in Regioni e città. Difficile che l’elettore ti voti, se non ci vede chiaro. Marco Bonet
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PRIMO PIANO
Corriere di Verona Domenica 23 Agosto 2020
A Verona
dei No Pfas Sonia Perenzoni. La parata di personaggi più consistente, forse, è però nel Partito dei Veneti che conta il padovano Piergiorgio Menapace, ex nazionale di rugby, a Venezia il conte Giancarlo Dolfin, a Treviso lo storico sindaco di Santa Lucia di Piave, Riccardo Szumski mentre Verona punta su Lucio Chiavegato fra i protagonisti del tanko dei Serenissimi. In FdI è arci nota la candidatura di Vincenzo Forte «caldeggiata» dal suocero Sergio Berlato che ha fatto sentire il suo peso anche a Padova lasciando sul campo una vittima: Silvia Carpanese che aveva già affisso i manifesti e aperto il punto elettorale a due passi da Piazza dei Signori, inutilmente: non è in lista. Non basta, di ieri le dimissioni di Damiano Stefan, membro del direttivo di Padova di FdI «poiché non riconosco più localmente i valori che ho riscontrato entrandovi». Il nome più noto per la cordata Bartelle è quello dell’ambientalista Michele Boato mentre i «compagni» di Benvegnù puntano a Rovigo su Adriano Romanelli, presidente dell’Arcigay. A Treviso lista fortemente proletaria con tre operai su 9 candidati, Venezia invece ha un nutrito drappello di avvocati afferenti ai Giuristi democratici e un artista mentre a Belluno corre l’archeologo Giancarlo Garna. Martina Zambon
di Lillo Aldegheri
3 VR
Sfida tra big per il consiglio Comunque vada cambierà la vita a Palazzo Barbieri
Tanti assessori in corsa. Lotta all’ultimo voto in FdI
9
I seggi da consigliere regionale in palio a Verona, ripartiti a seconda dei voti delle varie liste e quindi assegnati con le preferenze
712
mila Tanti sono gli elettori veronesi chiamati alle urne su un totale di 4, 1 milioni di veneti (di cui 375 mila residenti al’estero)
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Dalla sera del 21 settembre, per la politica veronese niente sarà più come prima. L’esito delle elezioni regionali, qualunque esso sia, cambierà infatti la vita di tutti i maggiori partiti. Nove i seggi da consigliere in palio per la nostra provincia, assegnati a seconda dei voti conquistati da ciascun partito, ma molti di più sono ovviamente i pretendenti che si misureranno a suon di preferenze. Il mondo leghista si misurerà su tre liste (Lega, Lista Zaia e Veneta Autonomia). Prima sfida: data per scontata la vittoria di Luca Zaia (gli ultimi sondaggi lo danno tra il 71 e il 73 per cento), riuscirà la lista del Carroccio a reggere l’urto e la concorrenza della Lista del governatore? Su questo, tra l’altro, sarà chiamata a misurarsi anche la leadership dei «colonnelli» del segretario regionale Lorenzo Fontana, a partire dal commissario provinciale Nicolò Zavarise. Quanto alla battaglia tra i candidati, nella lista Lega vengono dati per favoriti Elisa De Berti ed Enrico Corsi. Ma c’è anche il vicesindaco di Verona, Luca Zanotto, e vorranno dir la loro il leader dei Giovani Padani, Alberto Todeschini, e la capogruppo comunale, Anna Grassi, che non a caso hanno lanciato «in tandem» la loro campagna. Nella Lista Zaia, riconferma ampiamente annunciata per Stefano Valdegamberi,
di Palazzo Barbieri. E a palazzo Barbieri (non senza ansia) si attende anche l’esito della sfida interna a Forza Italia: in quella lista c’è infatti il consigliere comunale Alberto Bozza, alfiere di Flavio Tosi che misurerà i propri «muscoli» elettorali in vista della ricandidatura a sindaco, nel 2022. E i voti che Bozza conquisterà nel capoluogo potrebbero essere gettati, come la spada di Brenno, sul tavolo di ogni trattativa per le prossime comunali. Sul fronte opposto, il Partito democratico schiera tre big: l’ex segretario provincia-
VERONA
Cappelletti
Il Comune Tanti gli assessori e i consiglieri comunali candidati per uno scranno in consiglio regionale
Bartelle
Lotta «fratricida» In Fratelli d’Italia sono cinque a fare corsa vera, puntando all’elezione ma corrono ben due assessori della giunta Sboarina, Filippo Rando e Edi Maria Neri, e va tenuto d’occhio il presidente di Megareti, Filippo Rigo. In Veneta Autonomia, infine, c’è l’uscente Giovanna Negro, c’è Rosario Russo, c’è Andrea Croce (fratello dell’ex presidente di Agsm, Michele, che potrebbe «girargli» diverse preferenze) e rispunta Francesco Burri, assessore nella giunta Sironi. Battaglia «fratricida» all’ultimo voto sarà poi quella interna a Fratelli d’Italia, con cinque big in lizza, e tutti e
Guadagnini
cinque pronti a giurare che saranno eletti: l’uscente Stefano Casali (che cinque anni fa era candidato con la lista Tosi) con l’aiuto di Verona Domani, l’ex forzista Daniele Polato come uno dei più «visibili» assessori della città, Massimo Giorgetti grazie alla pluriennale esperienza (già cinque legislature consecutive alle spalle), Massimo Mariotti che conta sulla fedeltà dell’ala dura della destra e Claudio Valente con la sua fitta rete di Coldiretti. Chiunque vinca, cambierà la vita di FdI ma anche quella
Girotto
Movimento 5 Stelle
Veneto Ecologia e Solidarietà
Il Partito dei Veneti
Movimento 3 V Libertà di Scelta
BRUSCO Manuel TESTONI Gloria PEDROLLO Stefano BANNÒ Katia DONATELLI Fabio VLASOVSKAIA Viktoria POMPELE Andrea CRISTANTE Cinzia GALLO Antonio
BOATO Michele BARTELLE Patrizia GAZZOLA Giancarlo ROVER Fedora
CHIAVEGATO Lucio Amedeo MAZZI Alviano MAISTRI Milena FALEZZA Francesco GECCHELE Valeria BOLDO Luigi SOFFIATI Elena LOVATO Diego
GIROTTO Paolo CATTOZZO Michela PENZO Matteo CORSINI Chiara MORO Edward GRAZIAN Emanuela TEODORI Luca ZUPPA Vanessa
le e oggi vicesindaco di Sommacampagna Giandomenico Allegri (sostenuto dal senatore Vincenzo D’Arienzo e dal deputato Gianni Dal Moro nonché dalle «truppe» di Franco Bonfante), l’uscente Annamaria Bigon (appoggiata dai parlamentari Alessia Rotta e Gianni Zardini) e la consigliera comunale Elisa La Paglia, che punta anche su voti di non iscritti, magari in vista di una candidatura a sindaco nel 2022. Nell’altra lista del centrosinistra (Il Veneto che Vogliamo), spicca il nome di Michele Bertucco, il più «vivace» oppositore di Sboarina oggi (e di Tosi ieri) a Palazzo Barbieri. Il Movimento 5 Stelle punta alla riconferma del seggio di Manuel Brusco, in un momento non facile per i seguaci di Beppe Grillo. Infine, le liste degli outsider, che si batteranno come leoni per smentire le previsioni che li vedono fuori dai giochi, vedono schierati altri nomi noti come la consigliera regionale uscente ex Pd Orietta Salemi, oggi in corsa con i renziani di Italia Viva, Giorgio Pasetto (+Veneto in Europa) Renato Peretti (Solidaretà Ambiente Lavoro) e l’ex sindaco leghista di Bussolengo, Alviano Mazzi, oggi con Il Partito dei Veneti. Lillo Aldegheri © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sbrollini
Rubinato
Benvegnù
Spano
Palmerini
Italia Viva - Psi - Pri Civica per il Veneto
Rubinato per le Autonomie
Solidarietà Ambiente Lavoro
Indipendenza Noi Veneto
Venetie per l’Autogoverno
SALEMI Orietta AMBROSI Walter CIOFFI Arturo FRANCESCHETTI Federica PERETTI Giovanni QUINTINO Anna Maria RIGHETTI Giuditta TODESCO Barbara TOFFALINI Umberto
RUBINATO Simonetta NALE Alberto VOLPATO Maria Bernardetta TERTULLI Paolo KORICA Angelica
PERETTI Renato MANGANOTTI Angela AGNELLI Pietro MURARO Betty CIRONE Gaetano NENSI Narkaj FLORIDIA Sergio ZONZINI Chiara SALBEGO Jack
ZULIANI Giampietro VOLPI Lucrezia SPANO Ivano DA RE Paola MARCOLINI Giuseppe
PALMERINI Loris SENETTIN Francesca MORAS Nicola
II
SPECIALE ELEZIONI
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
Regionali
Nel Veneto che insegue l’autonomia otto candidati sfidano il governatore Depositate 19 liste, due quelle bocciate. Coalizione a cinque per Lorenzoni e il governatore della Lega. Il ruolo del M5s ne anno, con la governance varata da Conte, ma la vera sfida per risollevare il Veneto sarà la cabina di regia Stato-Regioni per elaborare i progetti con cui ottenere i 209 miliardi del Recovery Fund Ue.
Albino Salmaso / VENEZIA
Luca Zaia, che da tre anni insegue l’autonomia da Roma, si prepara al terzo trionfo da governatore il 21 settembre. Finita l’epopea di Cacciari, Zanonato, Gentilini e Galan è rimasto solo lui: il Doge Serenissimo che per il suo exploit toglie il sonno a Matteo Salvini. Lo sfidano 8 candidati presidenti in prestito alla politica, con Arturo Lorenzoni convinto di arrivare secondo con il centrosinistra e il M5s che vuole riconfermare 3-4 consiglieri e si affida a Enrico Cappelletti. Poi c’è Italia Viva con la senatrice Daniela Sbrollini e la galassia venetista che oscilla da Guadagnini alla Rubinato, che dovrà cambiare uno dei suoi simboli. Nelle 19 liste presentate (2 quelle a rischio) gli oltre 900 candidati si preparano a una velocissima campagna senza comizi, feste di piazza e cene pantagrueliche. Gli spin doctor sono al mare e i maghi dei sondaggi lavorano in Puglia e Marche, dove il centrosinistra rischia la sconfitta perché il M5s fa corsa solitaria. BATTAGLIA SENZA STORIA
La sfida in Veneto non ha storia perché la popolarità di Zaia è alle stelle con l’emergenza Covid e la Liga-Lega sta ricalcando le orme della Dc anni Cinquanta, come spiegano le mappe di Ilvo Diamanti. Dopo il terremoto di tangentopoli del 1992, l’Ulivo si è giocato Palazzo Balbi tre anni dopo con Rifondazione di Paolo Cacciari che non ha sostenuto Ettore Bentsik spalancando le porte a Giancarlo Galan, che ha regnato per 15 anni. Nel 2010 è arrivato Luca Zaia oggi pronto al terzo giro con due obiettivi da raggiungere: completare la Pedemontana veneta, incognita da 12 miliardi, e firmare l’intesa sull’autonomia. Poi c’è il Mose che entrerà in funzione a fi-
LE LISTE DEPOSITATE A VENEZIA
La Corte d’appello di Venezia intende escludere “Indipendenza Noi Veneto” con Ivano Spano presidente perché non ha presentato le firme. Stesso copione per Loris Palmerini di Venetie. In corsa restano quindi 17 liste: 5 a sostegno di Zaia, 5 con Lorenzoni e 7 per gli altri candidati-presidente. Zaia è sostenuto da tre formazioni: quella che porta il
Italia Viva si affida a Daniela Sbrollini che spera di superare la soglia di sbarramento
Cartelloni elettorali installati a Padova in attesa di essere riempiti dai manifesti dei candidati
Veneto 2020 identico al centrodestra
indipendenza contro guadagnini
Rubinato cambia simbolo
Resa dei conti fra venetisti
Simonetta Rubinato ha fatto i salti mortali per raccogliere 4 mila firme a sostegno della sua lista “Veneto per le autonomie Simonetta Rubinato” e in Corte d’appello ha depositato anche il simbolo per la candidatura a presidente. Peccato fosse identico a quello di Luca Zaia. Tale e quale: elezioni regionali Veneto 2020. Un capolavoro di comunicazione ma l’ex deputata ha accettato il verdetto senza opporre resistenza. «Entro le 9 di oggi presenteremo un logo diverso senza perdersi in battaglie su formalismi inutili, anche perché il logo non è quello della lista che interessa l’elettore chiamato ad approvare la sua croce con il voto» dice la Rubinato. —© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lite tra gli autonomisti. Il “Partito dei veneti” di Antonio Guadagnini è stato ammesso senza la raccolta delle firme e le 7 liste sono la sintesi dei movimenti nati in Veneto con Alessio Morosin. In tribunale anche le liste di Ivano Spano di Indipendenza noi Veneto a rischio esclusione perché senza firme. Spano e Agirmo in una nota spiegano il motivo: «La nostra lista non essendo collegata a nessun gruppo consiliare e non avendo raccolto le firme, non ha di fatto in via teorica l’autorizzazione a competere alle elezioni. Ma siano pronti a fare ricorso perché nel 2015 con questo simbolo abbiamo eletto Guadagnini in Regione con 54 mila voti». La risposta domani. —© RIPRODUZIONE RISERVATA
le linee del ministero degli interni
I seggi e le schede “sanificate” le regole per evitare il Covid Per garantire il distanziamento le urne aperte anche lunedì 21 settembre fino alle 15 Test generale: il referendum per il taglio dei parlamentari PADOVA
Per evitare assembramenti e garantire agli elettori il distanziamento sociale - anche perché le schede da utilizzare saranno due (quella per il
referendum confermativo sul taglio dei parlamentari e quella per il rinnovo del Consiglio regionale) o addirittura tre nei Comuni in cui si sceglie il sindaco - i tempi di votazione sono stati significativamente allungati: domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 settembre dalle 7 alle 15. Ma la circolare 24/2020, emanata il 10 agosto dal Dipartimento per gli Affari in-
terni e territoriale del Viminale, indica un protocollo sanitario e di sicurezza particolarmente stringente. In particolare si raccomanda, nell’allestimento dei seggi, di prevedere percorsi distinti di ingresso e di uscita. Per evitare assembramenti nella sezioni andranno create apposite aree di attesa. Nei locali, ovviamente ben aerati, dovrà essere rispettato il distanziamento di un metro
fra i componenti del seggio e tra questi ultimi e l’elettore (che non dovrà assolutamente recarsi al seggio nel caso in cui risulti febbricitante). Serviranno invece due metri di distanza tra gli scrutatori e l’elettore quando a quest’ultimo, verrà chiesto di rimuovere la mascherina per il tempo necessario al suo riconoscimento. Il Comitato tecnico scientifico - si precisa nella circolare ministeriale - non ritiene necessaria la misurazione della temperatura corporea durante l’accesso ai seggi. Gli elettori non dovranno comunque essere stati in quarantena o in isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni prima del voto. E nemmeno dovranno essere stati, sempre nelle
suo nome accreditata di un 38-40% di consensi. Due i big: Roberto Ciambetti capolista a Vicenza e l’assessore Gianpaolo Bottacin a Belluno, “pupillo” del Doge perché indossa la tuta della protezione civile come uno sceriffo e calcola l’Rt Covid meglio di un computer. A Venezia, in forte ascesa le quotazioni di Francesco Calzavara, ex sindaco di Jesolo e presidente della II commissione. La lista Lega-Salvini ha fatto il pieno di assessori, tutti a caccia di preferenze con l’obiettivo di salvare il re sovranista longobardo Matteo da un’umiliazione cocente. Infine “Veneto Autonomia” raccoglie tre consiglieri regionali, gli ex sindaci e e gli imprenditori. Forza Italia ha presentato squadre molto competitive e a Verona ha stretto un patto con Flavio Tosi, che nel 2015 è stato espulso dalla Lega per il golpe anti-Zaia. Congiura fallita.
due settimane che precedono il 20 settembre, a contatto con persone positive. Al momento dell’accesso al seggio, l’elettore dovrà procedere all’igienizzazione delle mani con gel idroalcolico. Una seconda igienizzazione è prevista prima di ricevere la scheda e la matita. Una ter-
Mani super controllate con tre igienizzazioni Non verrà misurata la temperatura za igienizzazione è consigliata all’uscita dal seggio. Gli scrutatori dovranno utilizzare i guanti solo per le operazioni di spoglio delle schede.
Quel tesoro del 12% si è dissolto ma l’ex sindaco scaligero ora ammette che il vero nemico è Salvini che l’ha cacciato e ha fatto scendere in campo Alberto Bozza per rianimare gli azzurri all’ombra dell’Arena. E la destra sociale? Trascinata dalla Meloni e Berlato, FdI conta di eleggere 4-5 consiglieri a patto che raggiunga il 13-15%: le figure di primo piano ci sono tutte e l’assenza di Forza Nuova può agevolare la corsa. IL CENTROSINISTRA
Arturo Lorenzoni sta girando il Veneto in lungo e largo senza truppe al seguito. Ieri Massimo Cacciari lo ha “promosso” per autorevolezza e se tra docenti universitari il dialogo è costruttivo, assai diversa è la percezione del corpo elettorale che dell’ex vicesindaco di Padova non conosce il profilo. Il Pd punta su quattro consiglieri uscenti Graziano Azzalin, Andrea Zanoni, Annamaria Bigon e Francesca Zottis mentre Cristina Guarda ha costruito Europa Verde. Poi ci sono i radicali di +Europa, Sanca veneta e il Veneto che vogliamo che ieri ha presentato i candidati. Due le tematiche: la difesa degli ospedali, a partire da Dolo e Schiavonia presìdi Covid, e la richiesta di un piano per il trasporto pubblico per consentire agli studenti di arrivare in classe senza l’incubo Covid. A sinistra altre due liste: Paolo Benvegnù candidato presidente di Rc con Solidarietà Ambiente Lavoro e Patrizia Bartelle con Veneto Ecologia e Solidarietà. Al centro spera di superare il quorum Daniela Sbrollini, che Renzi ha fatto scendere in campo con Italia Viva, Psi e Pri e una civica che porta il nome della senatrice. Resta M3V di Paolo Girotto che in tempi di pandemia predica prudenza con i vaccini. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il decreto legge 103 del 14 agosto ha invece stabilito che sia l’elettore a infilare personalmente le schede nell’urna. I componenti dei seggi dovranno indossare la mascherina chirurgica per l’intero periodo di permanenza nel seggio. Prima dell’insediamento dei seggi dovrà essere assicurata, nei locali che ospitano le cabine, una pulizia approfondita. Questa operazione dovrà essere ripetuta anche al termine di ciascuna giornata di voto. Come sempre, per accedere alla votazione, bisognerà presentarsi provvisti di tessera elettorale e di documento di riconoscimento. — CLAUDIO BACCARIN
Speciale elezioni
L’APPUNTAMENTO PADOVA Sono tre gli appuntamenti che attendono i padovani il 20 e 21 settembre. Le elezioni del consiglio regionale e del nuovo presidente. L’elezione del sindaco in otto comuni. E il referendum costituzionale per la diminuzione del numero dei parlamentari. Sono oltre 740mila i cittadini che dovranno esprimersi ai seggi elettorali, che verranno dotati ognuno di spray e gel per la sanificazione. Quello per la Regione è sempre stato un voto molto sentito, vedremo se si riuscirà a superare la media pure altissima del 67,2 per cento in provincia e del 64 per cento in città ottenuta alle europee dello scorso anno.
Chiamati a votare 740mila padovani Alle regionali 18 liste, con 156 candidati, si contendono i 9 seggi di Padova Al rinnovo i sindaci di otto comuni: in quattro tentano il secondo mandato `
Lo scenario è quanto mai ricco. Non solo per il numero di liste (18) ma soprattutto per la qualità dei aspiranti, (156): tutti volti noti di amministratori locali e politici. Le elezioni regionali infatti sono le ultime alla vecchia maniera, dove partiti e candidati corrono per prendere più voti possibili e su quelli vengono ripartiti i seggi (51). Sarà interessante capire come si spacchetterà il 48 per cento dei voti ottenuto dalla Lega appena nel maggio del 2019. Nel frattempo gli scenari nazionali sono cambiati e la
variabile Zaia incombe sul risultato finale e finirà per condizionarlo pesantemente. La gestione dell’emergenza ha portato indubbi vantaggi alla figura del governatore al punto che dei 9 seggi attribuiti alla provincia gli analisti calcolano che ne vadano 3 alla sua lista e 1 alla Lega. La regola è che scatta 1 seggio ogni 10-11 per cento dei voti e le proiezioni lo danno al 36, con il Carroccio al 17. Che per Padova sarebbe un ottimo risultato. A centrodestra Fratelli d’Italia è accreditato di un seggio così come Forza Italia. Il primo dovrebbe scattare a quoziente intero. Il secondo in base ai resti che vengono rimessi in circolo. Per il centrosinistra è probabile 1 seggio al Partito democratico e 1 potrebbe farlo anche la lista civica “Il Veneto che vogliamo”, di Lorenzoni che tenta una
ALLE EUROPEE 2019 LA LEGA AL 48% MA SUI RISULTATI STAVOLTA CONTERÁ LA VARIABILE ZAIA
IL CENTROSINISTRA SI AFFIDA A LORENZONI CHE SPERA IN UN POSTO PER LA SUA CIVICA OLTRE A QUELLO DEL PD
LE REGIONALI
ELEZIONI Come cinque anni fa gli elettori dovranno rinnovare l’intero consiglio regionale
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via di governo diversa, basata sulla partecipazione. Ne manca uno ed è quello “ballerino”. Potrebbe scattare al Movimento 5 stelle che a Padova rimane radicato.
I COMUNI Otto Comuni al voto, ventiquattro candidati al ruolo di sindaco, un bacino di poco meno di 38mila elettori. Questi i numeri per i capoluoghi. Casale di Scodosia è costretta ad eleggere un nuovo sindaco dopo la morte di Stefano Farinazzo. Mentre a Vighizzolo il sindaco era stato sfiduciato da 5 consiglieri di maggioranza cinque mesi fa. Singolare che a Castelbaldo il sindaco uscente Riccardo Bernardinello non abbia trovato alcun competitor. Si preparano ad abbandonare la poltrona di sindaco Mirko Patron a Campodarsego e Luciano Simonetto a Pernumia. Tentano invece di riconfermarsi al secondo mandato i sindaci dei Comuni di Bovolenta, Anna Pittarello, Castelbaldo appunto, Due Carrare, Davide Moro, e Sant’Angelo di Piove di Sacco, Mariano Salmaso. Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA
Speciale Elezioni
VERSO LE ELEZIONI ROVIGO Partita la campagna elettorale. Alle 12 di ieri l’Ufficio Centrale Circoscrizionale polesano ha chiuso le porte e ha sancito quali sono le liste che concorreranno alle Regionali del 20 e 21 settembre. Tra venerdì e sabato c’è stato letteralmente un assalto al tribunale per la consegna della documentazione necessaria a presentarsi alla corsa elettorale, con lunghe code sotto il sole. Ben 19 le liste consegnate, ma due non sono state validate dall’ufficio elettorale, pertanto sono escluse dalla competizione. Sono 74 i candidati consiglieri che potranno ricevere le preferenze nel collegio provinciale in 17 differenti liste. Il Movimento 5 Stelle è la lista che presenta meno candidati in Polesine, solo due: Elena Suman e Federico Rizzi. Il “Partito dei Veneti”, “Sanca Veneto” (per Lorenzoni presidente) e “Veneto-Simonetta Rubinato per le autonomie” presentano tre candidati. “Europa Verde” e “Movimento 3 V-Libertà di Scelta” invece ne presentano quattro. Tutte le altre liste ne presentano cinque, il numero massimo.
LISTE E CANDIDATI Sono nove i candidati presidente: solo due di questi guidano una coalizione, gli altri hanno una sola lista a proprio sostegno. È innegabile che saranno due gli schieramenti protagonisti di questa sfida. Da una parte il presidente uscente Luca Zaia, sostenuto dal centrodestra con le liste “Lega -
Dal Polesine scatta la corsa di 74 candidati Due le liste escluse dalla competizione per carenza di documentazione: “Movimento Noi Veneto Indipendente” e “Venetie per l’autogoverno” `
Liga Veneta - Salvini”, “Zaia Presidente”, “Lista Veneta Autonomia L.V.R.”, “Fratelli d’Italia”, “Forza Italia”. Dall’altra parte della barricata, determinato a contrastare Zaia c’è il centrosinistra, rappresentato dall’ex vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, che sarà sostenuto da “Il Veneto che Vogliamo”, “Partito Democratico”, “+ Veneto in Europa - Volt”, “Sanca Veneta” ed “Europa Verde”. Non mancherà il M5S, alla sua terza tornata elettorale in Veneto per le Regionali, ma che non è riuscito a riempire tutti e cinque gli slot disponibili per candidati consiglieri. I pentastellati saranno rappresentati dall’imprenditore padovano ed ex senatore Enrico Cappelletti. Italia Viva, insieme al Partito Socialista, sosterrà la senatrice renziana Daniela Sbrollini (nata a Latiano, in provincia di Brindisi, ma cresciuta a Vicenza). In queste elezioni ricompare il nome di Tiziana Virgili, ex presi-
dente della Provincia ed ex sindaco di Fratta, candidata con la lista dell’ex Dem Simonetta Rubinato. I “no-vax” scendono nell’arena elettorale con il Movimento 3V, proponendo alla presidenza Paolo Girotto, veterinario di Montegrotto Terme che lavora nell’ambito della medicina naturale ed omeopatica. Nell’ambito della sinistra ci sono due liste, quella di Rifondazione Comunista che si chiama “Solidarietà Ambiente Lavoro” e che candida Paolo Benvegnù, l’altra è “Veneto Ecologia Solidarietà”, guidata dal consigliere regionale Patrizia Bartelle. Avrebbero do-
UFFICIO ELETTORALE La valutazione delle liste in Tribunale a Rovigo
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SONO 17 LE LISTE CHE IN PROVINCIA DI ROVIGO PRENDERANNO PARTE ALLA CONQUISTA DI PALAZZO FERRO-FINI
vuto correre insieme, ma all’ultimo hanno deciso di separarsi pur condividendo alcuni punti del programma elettorale. Il “Partito dei Veneti” è invece in corsa con Antonio Guadagnini ed è una forza politica nata dall’unione dei vari movimenti veneti indipendentisti e pro-autogoverno.
GLI ESCLUSI Le due liste che non sono state validate dall’Ufficio elettorale sono “Movimento Noi Veneto Indipendente - Indipendenza Noi Veneto” e “Venetie per l’autogoverno”. La motivazione, secondo quando scritto dai magistrati rodigini Angelo Risi, Silvia Ferrari e Nicola Del Vecchio, sarebbe per entrambi gli schieramenti relativa al mancato deposito di alcuni documenti richiesti per l’iscrizione della lista. Alberto Lucchin © RIPRODUZIONE RISERVATA
XI
SpecialeElezioni
Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Il voto regionale
Fratelli d’Italia “punta” la Lega in previsione del sindaco 2022 Il partito della Meloni schiera i pezzi da novanta pensando già alle comunali, ma il Carroccio preferisce la tenuta di Forza Italia `
GLI EQUILIBRI PADOVA perché c’è un derby nascosto a centrodestra. Il 20 e 21 settembre infatti costituirà una “pesatura” del valore di Lega e Fratelli d’Italia in città. Se il movimento della Meloni riuscirà a superare la soglia del 10 per cento allora potrà sedersi al tavolo delle candidature per il prossimo sindaco nel 2022 con una carta molto importante da giocare.
caso, trattare con loro che con i Fratelli, per un sindaco più di centro che di destra, vista la natura della città. Verrebbe più facile ad esempio proporre a sindaco Eleonora Mosco, ora in Lega ma di provenienza berlusconiana, che alle europee ha seguito molto la campagna di Paola Ghidoni?
LE ASPETTATIVE Lo dice un esponente del partito. «Se andiamo bene il giorno dopo le elezioni si aprirà una trattativa con la Lega». I Fratelli non hanno dubbi: per la missione regionale - e in prospettiva comunale - hanno messo in moto una macchina da voti. Che punta sia su volti notissimi come Elisabetta Gardini, attrice ed ex eurodeputata, sia su personalità molto conosciute come Enoch Soranzo ex presidente della Provincia o sindaci come Fecchio, Campagnolo, Sinigaglia e Piva per arrivare a Matteo Cavatton, assessore nella Giunta Bitonci e oggi consigliere comunale. Li può confortare una circostanza. Quando la Lega non è stata associata al nome di Zaia o a quello di Bitonci la tradizione vuole che non riesca a raggiungere le due cifre (a parte le europee del 2019, 33 per cento, ma si era in piena era Salvini, un’era fa appunto.
MOSCO In rampa per il 2022
FABRIZIO BORON: «LA PARI DIGNITÁ É GARANTITA A TUTTI MA SE L’AREA-LEGA SARÁ PRIMA FORZA AVRÁ UNA PAROLA IN PIÚ»
«Non credo che la Lega cederà facilmente la candidatura di sindaco - commentano fra gli azzurri - sarebbe far loro un favore e molti non correrebbero. Ricordate che cosa successe nel turno di ballottaggio fra Marco Marin e Zanonato. Nel caso ci siamo noi a fare da argine». Forza Italia lo scorso anno alle europee conquistò il 6 per cento e fu un successo. La lista provinciale è stata costruita proprio per questo con nomi di grido: Mirko Patron sindaco di Campodarsego in uscita e Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana, il senior Maurizio Conte e Katia Noventa volto della televisione. Ci sono anche due Udc, Vincenzo Gottardo, vice presidente della Provincia e Chiara Matteazzi già presidente del Parco Colli «Conoscono bene il territorio e sono l’anima popolare del centrodestra» dice l’onorevole De Poli. È già un messaggio.
I DEMOCRATICI
BORON Leghista, in lista Zaia
LA LEGA Non sarà facile perchè il Carroccio ha in lista gente di “peso”. Roberto Marcato è il primo, seguito dall’assessore regionale Giuseppe Pan. Come dire: la forza del marchio. Poi c’è anche Paola Ghidoni, commercialista. Bitonci la volle in corsa per le europee e prese 18mila voti. A favore di Fratelli d’Italia il fatto che i voti si divideranno. Nella lista Zaia ci sono Fabrizio Boron presidente regionale della Commissione sanità e Luciano Sandonà consigliere regionale e vice sindaco di Campo S.Martino, più Giulio Centenaro assessore a S. Giustina in Colle. Dice Boron, leghista, capolista della lista Zaia. «La pari dignità è garantita con ogni risultato. Logico che se l’area Lega sarà la prima forza potrà dire una parola in più». A sfavore dell’operazione invece la lista di Forza Italia alla quale di sicuro la Lega guarda con attenzione, preferendo, nel
FORZA ITALIA
IVIS Segretario provinciale Pd
Per cercare di arginare l’onda di piena di Democratici ce la mettono tutta. In lizza c’è addirittura il sindaco di Noventa e segretario regionale del partito, Luigi Bisato. Con lui spicca Vanessa Camini, già parlamentare, sostenuta da Alessandro Naccarato. Il segretario Vittorio Ivis: «Con noi dirigenti interni di alto profilo ma anche rappresentanti della società civile, del mondo delle professioni, dell’attivismo e della mobilitazione spontanea giovanile. Aperti ai tanti mondi che, insieme ad Arturo Lorenzoni, non si accontentano e desiderano costruire attivamente un Veneto ancor più vicino alle persone». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALAZZO MORONI Comincia dall’esito delle regionali il confronto nel centrodestra per il 2022
La sanificazione dei seggi
Il Comune compra 100 taniche di gel e270 spray `In vista dell’allestimento
dei seggi elettorali per le regionali e per il referendum la macchina comunale si è messa in moto con anticipo per acquisire i dispositivi igienizzanti e i contenitori in cui riporre i documenti necessari per l’espletamento della consultazione, come schede, verbali e registri. Entro il 15 settembre, quindi, a Palazzo Moroni verranno recapitate 100 taniche da 5 litri ciascuna di gel disinfettante per le mani che saranno poi distribuite nei 206 seggi: sono state comprate da una ditta di Abano e la spesa ammonta a 2mila700 euro. Ma non sono solo questi i dispositivi necessari per la sanificazione che l’Ufficio Contratti e Appalti ha voluto: ci sono
SEGGI Pronti per le nuove regole
pure 270 flaconi di disinfettante spray da 550 millilitri ciascuno, che saranno spediti da un’azienda laziale; in questo caso, come riporta la determina dirigenziale, il
costo è pari a 790 euro. In entrambi i casi si tratta di materiali che il Ministero, con una lettera datata 7 agosto, ha imposto ai Comuni di procurarsi, in maniera che tutti i cittadini chiamati a votare, gli scrutatori e le forze dell’ordine che presidieranno i siti con le urne possano rispettare i protocolli anti contagio.Contestualmente, poi, dagli uffici municipali è partito l’ordine per l’acquisto di 4mila 500 scatole da una ditta pordenonese specializzata nella fornitura di contenitori in cartone: in questo caso la spesa ammonta a 8 mila e 399 euro, mentre la consegna dovrà avvenire entro il 18 settembre. Nicoletta Cozza
Il “Veneto che vogliamo”: no alla sanità privata LA LISTA PADOVA “Il Veneto che vogliamo” ha presentato ieri mattina in città le liste provinciali che concorreranno alla candidatura di Arturo Lorenzoni presidente. È stata un’occasione per ribadire, come più volte hanno fatto i candidati al consiglio, alcuni dei temi più cari al movimento nato dal basso. Due su tutti: il no alla privatizzazione della sanità, soprattutto post-covid con esami sempre più affidati ai privati, e il no alla grande distribuzione nel commercio e al consumo di suolo. Infine sì a una politica di rilancio dell’occupazione giovanile. La sanità è stata al centro di molti interventi da Paola Zanarella che è coordinatrice della rianimazione di Cittadella, ad Enri-
ca Muraro, di Rovigo. «Io lavoro in una Ipab e dico che Zaia si è dimenticato di dire quanti morti ci sono stati nelle case di riposo». Vania Trolese, candidata a Venezia ha sottolineato invece l’anomalia dell’ospedale di Dolo, sequestrato per il Covid. «Deve tornare ai cittadini». Matilde Cortese storica attivista anti pedemontana ha puntato proprio sul consumo di suolo della Giunta Zaia mentre il trevigia-
I CANDIDATI DELLA LISTA LORENZONI VOGLIONO ANCHE LA DIMINUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO E DEGLI IPERMERCATI
OSTANEL L’esponente di Coalizione batte sui temi
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no Luigi Calesso ha sottolineato come il Piano casa sia stato un diktat della Regione nei confronti dei Comuni. Il bellunese Maurizio Milani ha ribadito la distanza della Regione da quei territori, «che danno servizi ai veneti ma non ne ricevono» mentre il veronese Riccardo Anoardo ha ricordato come quel territorio sia assediato da auto e camion e smog. Fra i candidati padovani, Elena Ostanel, capolista e docente di urbanistica allo Iuav di Venezia ha puntato anche su due aspetti: «La Regione ha ricevuto 40 milioni per adeguare il sistema trasporti degli alunni dal 14 settembre e non ne ha sposi neanche uno. Non risponde ai bisogni delle persone». Secondo tema la mafia. «Novecento aziende del Veneto fra le 27mila nuove nate hanno
radici mafiose ma non abbiano un Osservatorio sulla mafia». Odette Mubyi che alla Safilo si occupa di rapporti con i Pesi francofoni ha ribadito che va stroncata la logica per cui «immigrazione significa illegalità. È stato Salvini a crearla con i suoi decreti. Invece il Veneto deve essere una terra accogliente e solidale». L’ex sindaco di Ponte S. Nicolò, Enrico Rinuncini ha spiegato la “solitudine” degli amministratori nei rapporti con la Regione, sempre distante. Infine Marco Carrai ha voluto ribadire la radice di questa esperienza, «con un programma frutto di due anni di incontri fra società civile e amministratori che ha creato una forza che non morirà con le amministrative». M.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VI
Feltre Feltrino
Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Polizia locale, nuove moto e servizi all’avanguardia `Il comando ora
ha in dotazione due Honda 500 FELTRE Due moto moderne e super attrezzate sono arrivate in questi giorni nel garage della Polizia locale di Feltre con l’obiettivo di dare uno strumento più snello per gli interventi che vengono fatte in città e che necessitano di tempestività. Sono stati con-
segnati in questi giorni i due nuovi motocicli Honda 500 in dotazione ai vigili urbani che saranno utilizzati anche per i servizi associati nei comuni di San Gregorio nelle Alpi, Sovramonte e Pedavena. I mezzi sono equipaggiati con radio ricetrasmittente con centralina dotata di interfono bluetooth che consente una comunicazione in piena sicurezza tra i due agenti in servizio, ma anche con le vetture e con la centrale. Le motociclette sono dotate di sirene e lampeggianti e borsoni porta documenti. Il costo complessivo dei due veicoli, allestimento personalizzato compreso effet-
tuato dalla ditta Futura veicoli speciali, è di circa 20mila euro. Sono tra le prime moto in Italia allestite con questi kit tecnologici. Saranno impiegate principalmente per scorte nelle manifestazioni, pattuglie stradali e pronto intervento incidenti e viabilità, dove garantiscono interventi con la massima tempestività. Queste due moto si aggiungono ai 2 scooter Honda 300 già in dotazione.
L’ATTIVITÀ’ L’attività della Polizia Locale in questi mesi prevede le consuete attività di controllo e sicurezza stradale a cui si aggiunge
il pattugliamento per il rispetto delle normative anti-Covid, soprattutto con l’intento di sensibilizzare cittadini ed esercenti all’applicazione di comportamenti responsabili. Nei giorni scorsi un fatto-curiosità particolare: gli agenti di servizio alla Chiusa di Anzú per il controllo velocità sono stati avvicinati da un automobilista in evidente stato di difficoltà: era stato punto da un insetto e necessitava di soccorso. La pattuglia lo ha accompagnato al pronto soccorso del Santa Maria del Prato di Feltre dov’è stato preso in carico e curato dai sanitari. (E.S.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
CONSEGNA delle due moto presenti il sindaco e il comandante Facchin
Festival artisti di strada gran finale oggi in città `Spettacoli brevi
e dislocati in più punti A Lamen un successo FELTRE
CONTROLLI Resta alta l’attenzione all’interno degli ospedali al fine di isolare subito eventuali soggetti positivi
Covid, infermiera positiva restano chiusi i due reparti La donna lavorava tra Chirurgia e Geriatria: test a pazienti e personale `
FELTRE Scovato un positivo tra i contatti dell’infermiera risultata positiva al Covid 19 che lavora al Santa Maria del Prato. Nella seconda tornata di tamponi effettuata in queste ore dal dipartimento prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti è emersa questa novità che costringerà l’azienda ospedaliera a mantenere quelle che sono le azioni messe in atto in via precauzionale per evitare che ci sia diffusione del virus. Proseguono anche i tamponi che vanno al di là del caso dell’infermiera e, dopo le sei positività di venerdì, per la maggior parte riconducibili a vacanzieri, ieri altre due: il contatto dell’infermiera e una vacanziera di rientro dall’Ucraina.
LA LIMITAZIONE Giovedì mattina sono stati bloccati i reparti di chirurgia e geriatria dopo la positività di un’infermiera al rientro da un periodo di ferie che aveva fatto non all’estero. Nelle due unità operative maggiormente interessate dall’attività di tale infermiera (in questi giorni post ferie ha lavorato a cavallo tra il reparto di chirurgia e quello di geriatria), a scopo massimamente precauzionale in attesa dell’esito dei tamponi di controllo sul personale e sui degenti, sono stati limitati gli accessi ai soli pazienti urgenti rinviando di uno-due giorni i ricoveri programmati. Venerdì sono arrivati gli esiti di tutti i tamponi eseguiti ai contatti della donna e tutti sono risultati negativi. Ieri però la sorpresa. Come si leg-
L’accesso consentito solo alle urgenze Scoperto un altro caso tra i suoi contatti `
ge in una nota stampa dell’azienda ospedaliera, “è risultato positivo un contatto, asintomatico, già isolato in ambito ospedaliero, dell’infermiera risultata positiva qualche giorno fa. La positività è emersa ieri nell’ambito di una seconda tornata di tamponi di controllo. Il primo tampone era infatti risultato negativo”. A fronte di ciò si conferma il mantenimento delle azioni di preven-
I TAMPONI EFFETTUATI VENERDÌ ALLE PERSONE CHE ERANO STATE A CONTATTO CON LEI ERANO NEGATIVI: IERI LA SORPRESA
zione messe in atto dall’azienda che prevedono la limitazione degli accessi alla chirurgia ed alla geriatria dell’ospedale di Feltre, con lo slittamento degli interventi non urgenti. Per essere completamente certi che non vi siano altre positività, l’azienda ospedaliera ha deciso di eseguire ulteriori tamponi su operatori senza contatto, come ha spiegato la stessa Ulss Dolomiti. Sempre ieri è risultata positiva una persona rientrata in auto dall’Ucraina, già isolata a domicilio, asintomatica. Nel drive-in di Feltre, sono stati eseguiti ieri 93 tamponi a soggetti di rientro dall’estero (91 Croazia, 2 Spagna). Eleonora Scarton © riproduzione riservata
Dopo lo scoppio, l’ordine di mettere in sicurezza LAMON
LAMON La casa “esplosa”
Impegni febbrili tra il 20 e il 21 agosto negli uffici del municipio di Lamon e non solo per la casa andata a fuoco in via Beccaroi 14, angolo via Slongo. E’ stato incaricato subito dall’architetto Enrica Faoro, dell’Ufficio Tecnico del comune di Lamon, l’ingegner Matteo Moretton di Sovramonte per elaborare con urgenza una perizia statica del fabbricato andato a fuoco a causa dello scoppio provocato da una fuga di gas all’interno della cucina dove si trova-
vano Antonio Resenterra e Oliva Corrà. L’incarico è stato affidato per un importo di 761,49 euro. L’ingegner Moretton, fatta la perizia della casa, ha evidenziato subito danni alla statiticità, con conseguente inagibilità dell’edificio e pericolo di crollo. I sindaco di Lamon, Ornella Noventa, in conseguenza di ciò e anche quanto presentato dai Vigili del fuoco, ha emesso un’ordinanza di messa in sicurezza urgente dell’edificio di via Beccaroi. Il proprietario Antonio Resenterra di anni 87, la moglie è
ancora in pericolo di vita per la scottatura subita, dovrà prendere una decisione difficile. Ovvero se demolire completamente l’edificio oppure se metterlo in sicurezza in attesa poi di sistemarlo. In ogni caso la decisione andrà presa entro dieci giorni dall’ordinanza emanata dal primo cittadino ai fini della sicurezza. Nel frattempo l’uomo è ospite della figlia che abita proprio lì vicino e che è stata la prima a portare soccorso ai genitori dopo lo spaventoso scoppio che ha devastato l’edificio. Valerio Bertolio © riproduzione riservata
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Giornata conclusiva per la XXII edizione del festival internazionale artisti di strada che si è svolto a Feltre a partire dallo scorso 18 agosto. Giorni intensi che hanno visto tantissimi bambini partecipare ai vari spettacoli proposti nelle frazioni. Erano oltre 150 le persone presenti a Lamen per assistere allo spettacolo di burattini, tra cui tanti bambini; ma erano tanti anche a Prà del Moro e ad Anzù. Per i numeri conclusivi bisognerà attendere, ma certamente anche questa edizione si chiuderà con un successo. Una vittoria importante soprattutto per la particolarità dell’estate che stiamo vivendo.
IL PROGRAMMA
giocoleria, equilibrismo e magia. Sempre in piazza Maggiore, alle 17.30, alle 18.30 e alle 19.30 seguirà “Mingone e la stoffa preziosa” proposto da “Il teatrino dello sguardo di Modena – Sara Goldoni”; si tratta di un suggestivo spettacolo di burattini a dito. Alle 17, alle 18 e alle 19 in piazza Trento Trieste si terrà lo spettacolo “El bechin” di Dario Marodin; uno spettacolo di clown, mimo, teatro di strada e di figura (una marionetta e un burattino). In Largo Castaldi alle 16.30, alle 17.30 e alle 18.30 “Art Klamauk” di Guter Rieber, uno spettacolo di recitazione, pantomima, clownerie, giocoleria, magia ed equilibrismo. Le bolle di sapone saranno invece protagoniste alle 16.30 in Largo Castaldi con uno spettacolo proposto dal teatro Moro. In via Roma alle 16.30, 17.30 e 18.30 ci sarà uno spettacolo di cantastorie “il signore delle ciliegie” mentre alle 17, alle 18 e alle 19 “Attenti a quei due!”, spettacolo di marionette a filo. (es) © riproduzione riservata
Come detto, si tratta oggi della giornata conclusiva di questa rassegna. Una giornata molto intensa e ricca di eventi. Verranno proposti tanti spettacoli, ma di breve durata, per consentire a tutti di vederli, evitando concentrazioni. Ecco quindi che alle 17, alle 18 e alle 19 in piazza Maggiore ci sarà lo spettacolo “Duo di picche” proposto da Cristiano Marin e Manuele Candiago. Si tratta di uno spettacolo di
Dolomiti Hub, si parte conferenze e dibattiti FONZASO Prende corpo l’attività del nuovo spazio culturale Dolomiti Hub di Fonzaso, recentemente aperto ma già pronto ad ampliare gli spazi. Dopo il primo open day a cui hanno partecipato un centinaio di persone, si apre il palinsesto di eventi. La rigenerazione urbana, all’insegna della quale è nato Dolomiti Hub, sarà proprio uno dei temi della prima serata. Oggi, il primo ospite sarà Marco Terranova (architetto, artigiano, autocostruttore) che ha scelto Dolomiti Hub come tappa per il tour “Facciamoloinsieme”. Questo percorso, ideato e condiviso con Davide Losa (esperto in agricoltura biologica e permacultura), ha portato entrambi ad attraversare lo stivale dalla Sicilia alla Carnia alla ricerca di “esperienze coraggiose” a cui offrire le proprie professionalità. Ingresso gratuito previa prenota-
zione tramite apposito modulo disponibile nel sito www.dolomitihub.it alla voce “Eventi”. Inizierà alle 20.45 e sarà moderato da Alessandra Benacchio. La conversazione sarà anche trasmessa in diretta streaming sulla pagina facebook di Dolomiti Hub. A questo evento si collega la open innovation call per architetti, designer, rigeneratori, geometri che Dolomiti Hub lancia in collaborazione con l’associazione Camposaz per il laboratorio di architettura partecipativa che si svolgerà dal 18 al 20 settembre. Dolomiti Hub, infatti, si appresta ad acquisire il restante 80% dello stabile in cui è collocato aggiungendo una superficie di 750 metri quadrati oltre agli attuali 430. Il laboratorio mirerà a progettare gli ambienti che ospiteranno un’area di ristorazione, marketplace, postazioni di coworking, spazi per eventi e servizi di terzi. Martedì alle 18 sarà presentato il bando Strike! Giovedì agosto cinema. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Speciale elezioni
Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Castelfranco, Marcon sfida tutti: «Resto altri 5 anni» Il sindaco uscente guida una squadra ` «Ospedale, sicurezza, sostenibilità: di 83 persone. Obiettivo: la continuità questa città deve diventare un modello» `
CASTELFRANCO Stefano Marcon rincorre il secondo mandato e lo fa con una squadra di 83 persone al suo fianco in “Castelfranco la città che amiamo”. A sostenere la candidatura del sindaco uscente una compagine di tre partiti (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) e una civica, lista Marcon, fondata 5 anni fa per la prima tornata elettorale. Liste fatte da amici come l’ex sindaco e parlamentare Luciano Dussin e il vicesindaco uscente Gianfranco Giovine, capogruppo di Forza Italia, e tutta la sua squadra di assessori e consiglieri uscenti che in toto hanno voluto riproporsi per servire la città insieme alle nuove leve proposte da Fratelli d’Italia. «La partita ce la giochiamo e ce la giochiamo bene -ammette Marcon- Finora tra le proposte degli avversari non ho visto alternative alla nostra. Sarà una campagna elettorale onesta nei confronti dei cittadini. Come diceva De Gasperi: “Promettiamo un po’ meno di quello che possiamo fare”. Ci riproponiamo alla città con fatti, pronti ad ascoltare tutti ma con la capacità di fare sintesi. Ben venga la pluralità di contributi ma da questi bisogna trarre il bene, che è nemico del meglio. Dobbiamo prendere delle decisioni sapendo magari di non essere sempre tutti d’accordo ma governare significa anche resistere agli urti e noi siamo pronti».
LO SPIRITO Lo spirito combattivo di Marcon e soprattutto quel coraggio nel prendere le decisioni pur consapevole di deludere inevitabilmente qualcuno, erano stati elogiati anche dal governatore Luca Zaia quando, qualche settimana fa, è venuto a Castelfranco per battezzare la candidatura del sindaco uscente. Ed è in Zaia e nella filiera tra Regione ma anche Provincia, della quale è presidente, che Marcon ripone fiducia. «C’è una filiera che finora ha sempre dato dei buoni risultati -afferma- Anche con l’Usl c’è una buona intesa che ha sempre portato a dialoghi costruttivi anche sul fronte sanità ed ospedale. C’è stato bisogno di confronto in alcuni momenti, anche con tutte le forze politiche e a Castelfranco abbiamo portato avanti una proposta ospedaliera che ha visto l’arrivo dell’Istituto oncologico Veneto e un ospedale con 395 posti letto e 10 primariati in più. Dobbiamo fare in modo che i servizi che ci sono vengano potenziati, che il pronto soccorso rimanga così com’è. Il cittadino deve avere un ospedale capace di curare le patologie e di dare un servizio più specifico».
LA SFIDA Ma il primo nodo che scioglierà Marcon sarà un’opera attesa dai cittadini ormai da 5 anni, ancora rimasta irrealizzata, ovvero la costruzione del polo sporti-
CORSA AL MUNICIPIO Stefano Marcon, sindaco uscente, deve vedersela con 4 agguerriti avversari
«CI PROPONIAMO CON I FATTI, PRONTI AD ASCOLTARE TUTTI MA ANCHE A FARE SINTESI DELLE ISTANZE»
vo in via Redipuglia che vede un’ottimizzazione dei servizi già esistenti tra palazzetto dello sport, campi da calcetto, piscina e palestra all’aperto, nonché un collegamento ciclopedonale con il sentiero degli Ezzelini e il Muson dei Sassi. «I 320mila euro che servivano per il polo sportivo li abbiamo messi quest’anno per la progettazione definitiva che sta andando avanti. Abbiamo ritardato un po’ per il progetto di partecipazione ma anche perché i fondi che dovevano destinati a questo progetto, li abbiamo destinati lo scorso anno alla sede del conservatorio» spiega Marcon. Nel programma del sindaco uscente ci sono 7 punti, come 7 sono i raggi del sole del simbolo scelto che raffigurano tutte le frazioni del capoluogo.
CAPITOLO SICUREZZA Oltre a salute, sport e istruzione, nel programma di “Castelfranco, la città che amiamo”, ci sono importanti capitoli anche su sicurezza e viabilità con la creazione delle rotatorie di Bella Venezia e Barbesin, crescita economica, welfare, turismo e cultura, ambiente. Per quest’ultimo Marcon ha puntato aduna scelta di sviluppo sostenibile sciorinando i numeri del mandato appena concluso che ha visto più di 100mila metri quadrati riconvertiti ad aree verdi e 670mila metri quadrati tolti grazie alla legge regionale sul consumo di suolo, dalle previsioni edificatorie. «Per il programma ci siamo ispirati all’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile -afferma Marcon- Vogliamo che Castelfranco diventi una cittadina modello per condizioni di vita. Sento il peso della responsabilità di questo lustro che ci aspetta per il governo della città ma siamo pronti, siamo carichi». Lucia Russo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Sartoretto punta su sanità e sociale la Gomierato su benessere e servizi CASTELFRANCO È una sfida agguerrita quella che si fa strada a Castelfranco. Sul ring castellano scendono Stefano Marcon, sindaco uscente sostenuto dalla coalizione di centrodestra formata da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Marcon sindaco, Maria Gomierato per le civiche con “Noi, la civica”, Sebastiano Sartoretto per il centrosinistra con Castelfranco Merita, Lorenzo Zurlo per una civica young “Punto d’Incontro” e Cristian Bernardi per il Movimento 5 Stelle.
IL CENTROSINISTRA Sartoretto capogruppo uscente per il Partito Democratico ha messo da parte per questa campagna elettorale i simboli e si è indirizzato verso la costruzione di una civica formata da partiti d’impronta di centrosinistra, comitati, associazioni e civiche sotto lo slogan di “Castelfranco Merita”. Un progetto che sin dalle sue prime battute è sembrato alquanto ambizioso e che ha attirato la curiosità di molti, soprattutto di persone attive nel sociale che hanno abbracciato l’iniziativa entrando a far parte delle tre liste della coalizione. Tra i nomi
spiccano quello di Anna Bassani, portavoce delle persone diversamente abili, e quello di Nazzareno Bolzon, un riferimento per il mondo del volontariato di tutta la castellana ed ex consigliere della Democrazia Cristiana. Al progetto ha anche aderito Gianni Fiscon, capogruppo di lista Fiscon in consiglio comunale e persona molto attenta alle esigenze del territorio con un particolare occhio di riguardo alle politiche ambientali, giovanili e allo sport. In lista anche Claudio Beltramello, consigliere uscente del Pd che ha condiviso con Sartoretto numerose battaglie soprattutto legate all’ospedale e al mondo della sanità. Ma anche l’attore Fabio Sartor, l’autore Marco Ballestracci e lo storico Giacinto Cecchetto fanno parte del pool. Nel suo programma Sartoretto punta al confronto diretto con i cittadini, a raccoglierne le istanze e a cerca-
re soluzioni condivise. «Siamo un’alternativa a questa Lega che ha mal amministrato la città in questi anni» afferma Sartoretto.
IL CAPOGRUPPO PD «SIAMO ALTERNATIVI A QUESTA LEGA» L’EX SINDACA: «VANNO VALORIZZATI I PUNTI DI FORZA»
ZURLO: «PRONTI A BATTERCI PER PROGETTI IMPORTANTI» BERNARDI: «VOGLIAMO PROMUOVERE IL CONFRONTO DIRETTO»
LA GRANDE EX A tentare di riprendersi la poltrona di sindaco dopo 10 anni di amministrazione dal 2000 al 2010 è Maria Gomierato supportata da Grazia Azzolin in un duo tutto al femminile con “Noi, la civica”. Idee nuove quelle messe in campo dalla Gomierato volte a portare benessere, bellezza e servizi a Castelfranco ma che guardano con un po’ di malinconia al passato dove la città era in cima alle classifiche per qualità della vita. «Oggi Castelfranco ha perso servizi. Noi vogliamo una città che cresca culturalmente e sotto l’aspetto economico e sociale, nel rispetto della salute e dell’ambiente, che valorizzi i suoi punti di forza, la sua centralità nel Ve-
neto e la sua storia, che sia aperta alle collaborazioni e che metta le persone al centro delle scelte» sottolinea Gomierato. In “Noi, la civica” ci sono professionisti di ambito scolastico e ospedaliero, ma anche culturale, con volti dediti al volontariato e rappresentanti di frazioni e quartieri. Una miscellanea di interessi per arrivare ad una coesione di obiettivi ovvero riportare a Castelfranco una ventata di freschezza.
I GIOVANI Linfa nuova, giovane e un’ottica che guarda al futuro è invece quella che mettono in campo gli under 25 che sostengono Lorenzo Angelo Zurlo con la lista “Punto d’Incontro”. Una lista unica, senza simboli e senza alcun candidato iscritto a partiti. È solo un gruppo di giovani che sogna in grande per la propria città e soprattutto vuole che sia a misura di tutti, agile, green e innovativa, capace di affrontare le sfide del mondo moderno senza paura e che sia in grado di rispondere alle necessità delle future generazioni. «Siamo pronti a informarci e a documentarci per portare avanti progetti importanti per la nostra città» sono le parole di Zurlo.
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CITTA’ MURATA Castelfranco, per gli sfidanti, deve tornare centrale
I PENTASTELLATI Il Movimento 5 Stelle schiera Cristian Bernardi, ben noto nel panorama castellano per il suo impegno al servizio della città e soprattutto per la ricerca di confronto con i cittadini. Un confronto volto anche a dare supporto, come avvenuto quando aveva creato degli sportelli in centro dove i cittadini potevano confrontarsi con esperti di diversi settori dal fiscale all’economico,
dopo il tracollo delle Popolari. Un impegno che Bernardi, affiancato anche dal consigliere uscente Andrea Bambace, è pronto a portare avanti anche dando la possibilità ai cittadini di intervenire nei consigli comunali con i question time. »Vogliamo promuovere il confronto diretto con i cittadini soprattutto sulle questioni importanti per il Comune» spiega. (lr) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
FEDRIGA: FRIULI MODELLO PER L’AUTONOMIA Il governatore Massimiliano Fedriga: «Il Friuli Venezia Giulia fra le Regioni a statuto speciale è quella meno speciale: possiamo essere punto di riferimento per l’autonomia delle altre Regioni» Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Veneto, la carica dei 900 candidati Per Palazzo Balbi 11 in corsa, ma i venetisti Spano e Palmerini `Tensione tra Lega e Forza Italia per il patto con Flavio Tosi rischiano l’esclusione: non hanno raccolto le firme necessarie Il coordinatore Zuin: «Accordo regionale, non con Berlusconi» `
VERSO LE ELEZIONI VENEZIA Sulla carta sono 11 candidati presidenti della Regione del Veneto per 19 liste e oltre 900 aspiranti consiglieri. Ma tutto lascia presagire che la corsa sarà a 9, perché due concorrenti (Ivano Spano di Indipendenza Noi Veneto e Loris Palmerini di Venetie per l’autogoverno), al di là delle carte bollate che hanno già promesso, rischiano l’esclusione non avendo presentato neanche una delle 4mila firme richieste alle liste che non hanno collegamenti con gruppi esistenti in consiglio regionale. In attesa che il presidente della commissione elettorale della Corte d’appello di Venezia, Franco Giuliano, renda noto il “verdetto”, al momento si hanno dunque 10 candidati contro 1 e cioè tutti contro il governatore in carica, strafavorito nei sondaggi, Luca Zaia. I dieci, contando anche Spano e Palmerini, sono Arturo Lorenzoni per il centrosinistra, Enrico Cappelletti per il M5s, la centrista di Italia Viva Daniela Sbrollini, l’ex supporter dello stesso Zaia che adesso guida il Partito dei Veneti Antonio Guadagnini, gli ambientalisti di Ves con l’ex pentastellata Patrizia Bartelle, il no-vax del Movimento 3V Paolo Girotto e gli uni-
I candidati Governatore Luca ZAIA (Centrodestra) Arturo LORENZONI (Centrosinistra) Enrico CAPPELLETTI (Movimento 5 stelle) Daniela SBROLLINI (Italia Viva) Antonio GUADAGNINI (Partito dei veneti) Paolo BENVEGNÙ (Rifondazione comunista) Patrizia BARTELLE (Veneto ecologia solidarietà) Simonetta RUBINATO (Veneto autonomie) Paolo GIROTTO (Movimento 3V) Ivano SPANO (Indipendenza noi Veneto)* Loris PALMERINI (Venetie)* **Liste contestate: non hanno presentato le firme a sostegno della candidatura L’Ego - Hub
ci due che, senza collegamenti a Palazzo Ferro Fini, sono riusciti nonostante il periodo ferragostano a raccogliere le firme: la paladina dell’autonomia, ex dem, Simonetta Rubinato e il segretario di Rifondazione comunista Paolo Benvegnù.
TENSIONE La giornata di ieri è stata caratterizzata dalla tensione tra la Lega e gli alleati di Forza Italia in merito al pubblicizzato “patto romano” tra il presidente Silvio Berlusconi e l’ex segretario del Carroccio ed ex sindaco di Verona Flavio Tosi. Un patto che prevedeva - come effettivamente si è verificato - l’ingresso nella lista veronese degli azzurri di un uomo di Tosi e cioè Alberto Bozza. Intuibile l’irritazione leghista, considerato che Tosi cinque anni fa era candidato in Regione contro Zaia. Il punto è che di questo “patto romano”, che Tosi ha riferito risalire a mercoledì scorso, non solo la Lega non sapeva niente, ma c’è pure la smentita di Forza Italia. Ecco cosa dice il comunicato diffuso ieri e firmato dal coordinatore regionale di Forza Italia, Michele Zuin: «In merito a quanto apparso oggi sulla stampa, a proposito di un accordo nazionale tra il Presidente Berlusconi di Forza Italia e Flavio Tosi, si precisa che la notizia è priva di ogni fondamento».
Quindi il patto è una invenzione? Zuin spiega: «Non esiste un patto nazionale, Berlusconi non ha firmato nulla con Tosi». Ma il veronese Bozza nella vostra lista c’è, quindi esiste o no un accordo con Tosi? «C’è un accordo regionale - dice Zuin - verbale, tra galantuomini, tra me e Flavio Tosi e tale per cui è entrato nella nostra lista Alberto Bozza, che tra l’altro è un ex forzista che prima della presentazione delle liste si è reiscritto a Forza Italia. Sono stato io a trattare con Tosi, c’eravamo sentiti un po’ prima dell’emergenza sanitaria del Covid, ci siamo risentiti adesso e ci siano messi d’accordo. Io ho parlato con i miei referenti provinciali e sono stati tutti d’accordo e ho informato anche il livello nazionale. Sia chiaro: non sto smentendo l’accordo, anzi, ma va precisato che è regionale non nazionale».
I RILIEVI Tornando alla corsa per Palazzo Balbi, va detto che nel 2015 i candidati alla presidenza erano stati 7, ben 4 in meno rispetto ad ora, mentre le liste erano più o meno le stesse (20). L’attesa ora è per il pronunciamento della commissione elettorale della Corte d’appello: oltre alle contestazioni a Spano e Palmerini di non avere le firme necessarie, sono stati mossi altri rilievi: il simbolo di Si-
RUBINATO DOVRÀ CAMBIARE SIMBOLO: TROPPO SIMILE A QUELLO DELLA TERZA LISTA A SOSTEGNO DI ZAIA
BOTTA E RISPOSTA «Sartoretto è positivo, lo ammetta e resti in casa per il bene dei cittadini» aveva esordito
COMUNALI VENEZIA Sono nove gli aspiranti sindaci del capoluogo lagunare che si sfideranno alle amministrative del 20 e 21 settembre. Il sindaco uscente Luigi Brugnaro tenta il bis, la sua lista civica è sostenuta da 3 partiti (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) e la civica Le Città. A sfidarlo è un ampio schieramento di centrosinistra che ha scelto come candidato il sottosegretario all’Economia e Finanze Pier Paolo Baretta, sostenuto dal Pd e da altre 4 liste: Svolta in Comune, “Verde progressista”, Venezia è tua e “Idea Comune per Mestre e Venezia”. A tentare la sfida 7 altri candidati: il leader degli autonomisti di Venezia, Marco Sitran, Sara Visman per M5S, Marco Gasparinetti con la civica “Terra e Acqua 2020”, il presidente uscente della municipalità di Venezia, Giovanni Andrea Martini, di “Tutta la città insieme”, il filosofo Stefano Zecchi per il “Partito dei veneti”, l’imprenditore Maurizio Callegari di “Italia Giovane Solidale” e Alessandro Busetto per il Pcl. (M.Fus.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CAMPAGNA Adesso parte la campagna elettorale dei singoli aspiranti consiglieri. Agguerrita quella in casa di Fratelli d’Italia: a Verona Massimo Giorgetti tenta l’elezione per la sesta volta e, come ha scritto su Facebook, già si vede in giunta, nuovamente assessore; a Padova sarà interessante vedere chi prenderà più voti tra l’ex presidente della Provincia Enoch Soranzo ed Elisabetta Gardini; a Vicenza corrono tutti per arrivare primi, da Elena Donazzan in ticket con Silvio Giovine a Joe Formaggio fino al genero di Sergio Berlato Vincenzo Forte. Sarà una caccia alle preferenze anche nelle liste azzurre, dove il potente Udc Antonio De Poli a Padova ha candidato Vincenzo Gottardo e Chiara Matteazzi, ma il derby sembra tutto tra Maurizio Conte e Elisa Venturini più che Katia Noventa. E non sarà da meno il Partito Democratico che, dopo aver rinunciato a Palazzo Balbi per sostenere Arturo Lorenzoni, ora si gioca la partita del capogruppo: in ballo Graziano Azzalin, Francesca Zottis, Andrea Zanoni. Per Enrico Cappelletti e il M5s, invece, l’obiettivo di non rimediare una troppo magra figura. Alda Vanzan (ha collaborato Tullio Cardona) © RIPRODUZIONE RISERVATA
IL CASO CASTELFRANCO Percorrendo a ritroso la storia recente della cittadina castellana assai difficile sarà ritrovare un periodo di tensione paragonabile a quello che vi si vive in questi giorni. Il già febbrile clima della campagna elettorale è stato sconquassato ieri dalla notizia della positività al Covid di Sebastiano Sartoretto, candidato sindaco della lista di centrosinistra “Castelfranco Merita”. La notizia era trapelata venerdì e l’aveva confermata il sindaco uscente (nonché nuovamente candidato per la Lega) Stefano Marcon. Il primo cittadino aveva invitato l’avversario ad ammettere e a rispettare la quarantena, riportando le voci circolanti circa la sua presenza per le strade della città nonostante la consapevolezza del contagio. pronta e durissima la replica dell’interessato, con il prefetto di Treviso che ha invitato a moderare i toni e a rispettare la privacy in ambito sanitario. Marcon ha anche proposto di fermare le attività in presenza della campagna elettorale, scontrandosi però con lo sfavore degli altri candidati sindaco.
Venezia la sfida di Baretta a Brugnaro
monetta Rubinato è troppo simile a quello della terza lista di Zaia e forse dovrà essere cambiato, inoltre alcuni candidati non hanno firmato l’accettazione della candidatura e rischiano di saltare (ad esempio a Treviso l’azzurra Alessia Rigatti e Alessio Morosin del Partito dei Veneti).
LUNGHI COLTELLI Il candidato di centrosinistra Sebastiano Sartoretto e il suo avversario, l’uscente sindaco Stefano Marcon
Aspirante sindaco positivo È bagarre a Castelfranco Marcon. «Ho saputo della positività assistendo mia madre (che è invece negativa) all’ospedale. Da mercoledì non sono più uscito di casa se non venerdì, da solo e con la mia auto, per raggiungere una clinica e sottopormi a un altro tampone – ha risposto Sartoretto –. Usare le informazioni ottenute in quanto sindaco e ren-
LO HA RILEVATO IL PRIMO CITTADINO USCENTE MARCON OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO “PRIVACY VIOLATA”
dere pubblici i dati sanitari è vergognoso. La scorrettezza politica, umana e culturale di Marcon è pari soltanto alla sua incapacità amministrativa e alla sua disperazione elettorale. Deve dimettersi o essere rimosso, intervenga il prefetto» ha aggiunto promettendo querele.
LE REAZIONI Maria Rosaria Laganà, prefetto di Treviso, non ha voluto commentare la situazione ma ha evidenziato l’estrema riservatezza dei dati sanitari e auspicato correttezza e lealtà in campagna elettorale. Sul fatto è invece intervenuto Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd: «Zaia e la Lega hanno tagliato fuori i lo-
ro associati finiti nel polverone del bonus Covid. Ora faranno finta di nulla davanti a un fatto tanto grave e squallido?». Marcon, ieri aspramente criticato da più parti, ha ribadito che davanti alla salute dei cittadini un personaggio pubblico non può invocare la privacy. Ha anche ribadito di voler sospendere le attività in presenza, ma Maria Gomierato (civica Noi), Lorenzo Angelo Zurlo (Punto d’Incontro) e Cristian Bernardi (M5S, gli altri candidati, la ritengono una scelta non necessaria. «La squadra non è fatta solo dal candidato sindaco, ci sono i consiglieri che possono portarla avanti» hanno affermato. Serena De Salvador © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Lozzo, nessuna lista Il paese che preferisce restare commissariato LOZZO DI CADORE BELLUNO Nulla da fare a Lozzo, dove non è stata depositata alcuna lista per le elezioni comunali di settembre. Per il Comune centrocadorino si bissa quindi il commissariamento, dopo questo primo anno dovuto al mancato raggiungimento del quorum, nel 2019, da parte dell’allora unico candidato alla carica di sindaco, Gianni Martagon. Da qui alla prossima tornata utile, si continuerà, quindi, con l’ordinaria amministrazione affidata al commissario prefettizio. La situazione elettorale si è complicata alla conclusione del terzo mandato amministrativo di Mario Manfreda che, analizzando quanto sta accadendo a Lozzo, richiama l’attenzione sulla necessità di rivedere la normativa che disciplina le elezioni per i piccoli Comuni, in particolare per quanto concerne il quorum, e sulle sempre maggiori responsabilità che ri-
cadono sugli amministratori, tanto da costituire un deterrente. «Il quorum è un notevole problema nelle nostre realtà, dove una considerevole percentuale è costituita da cittadini iscritti all’Aire e da anziani – esordisce Manfreda –. Si fa presto a non raggiungere la quota minima di votanti». In una piccola comunità, poi, non è facile predisporre due liste, a meno che non si ricorra alla “civetta”. E come se non bastasse: nessuno si candida. «L’attività amministrava – continua il tre volte sindaco – ha assunto dimensioni impressionati e le responsabilità che si devono sopportare sono enormi. La gente ha paura: per ogni cosa deve esserci sempre un colpevole, la magistratura indaga su tutti gli eventi, anche su quelli che un tempo erano naturali, come una frana o un allagamento. Poi ci sono poche risorse». Tutti aspetti che per Mario Manfreda mettono ansia. E l’impegno civico si riduce.
II
Primo Piano
Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Virus, il caso Castelfranco
«Sì sono uscito, ma per il test» ` La sua squadra attacca il sindaco ma tace su eventuali Il candidato Sebastiano Sartoretto ammette: «E’ vero sono positivo al Covid, ma è stata violata la mia privacy» contatti. Lui: «Sono in isolamento, il prefetto intervenga» `
IL CENTROSINISTRA CASTELFRANCO «Sono positivo al
Covid ma non ho violato alcuna norma, sono uscito di casa solo per andare a fare un nuovo tampone. L’uscita di Marcon è quella di uno che sa che perderà alle prossime elezioni e che cerca qualsiasi espediente per aggrapparsi alla poltrona». Parole pesanti quelle di Sebastiano Sartoretto, candidato di Castelfranco Merita. La voce è nervosa, non comprende come il sindaco possa aver confermato una notizia così sensibile sul suo conto ed è già pronto a impugnare una duplice battaglia, prima amministrativa e poi legale. Ma diverse persone avevano detto di aver visto il candidato di centrosinistra fuori di casa nonostante risultasse positivo al Covid: da qui l’allarme.
IL RACCONTO «Martedì sera ho dovuto ricoverare d’urgenza mia madre anziana per un problema che nulla ha a che vedere con il Covid – spiega Sartoretto - Dovendole prestare assistenza sono stato, come da protocollo, sottoposto a tampone. Il mio ha dato esito positivo, il suo no. Il referto parla di una carica virale assolutamente bassa che non dovrebbe essere contagiosa, ciononostante mi sono chiuso in casa e ho avvisato i miei più stretti collaboratori i quali, a loro volta, si sono sottoposti a tampone. Nessuno di loro è risultato positivo. Io stesso ripeterò i tamponi, come previsto dal protocollo, e resterò in isolamento sino a quando tutto non sarà tornato alla normalità». Venerdì mattina, intorno alle 8.30, Sartoretto è stato avvistato da diversi cittadini e anche da un consigliere comunale, in via Francesco Maria Preti, dentro le mura del castello dove abita e ha il suo studio. «Non ho violato nessuna
normativa relativa all’isolamento – precisa – Sono stato contatto venerdì in tarda mattinata, verso le 13, dall’ufficio Usl competente e mi hanno mandato la notifica di rimanere a casa. Ma io a casa mi ero già chiuso da mercoledì in via precauzionale. Venerdì poco dopo le 8 mi sono recato con la mia macchina in una struttura privata per fare un secondo tampone ed ora sto attendendo gli esiti». Ora Sartoretto dovrà attendere due tamponi consecutivi negativi per poter ricominciare ad uscire di casa ponendo fine alla quarantena entro il 2 settembre. «Sto benissimo», rassicura.
L’APPELLO Il sindaco Marcon aveva sotto-
lineato come fosse necessario che il candidato positivo (non citandone mai il nome) uscisse allo scoperto per tutelare la salute dei cittadini. «Marcon è stato scorretto – spiega Sartoretto – Utilizzare un dato riservato che riceve dall’Usl in quanto sindaco per fare propaganda elettorale e aggiungere poi la calunnia che
IL PD ALL’ATTACCO: «ABBIAMO INFORMATO I NOSTRI CONTATTI AL MINISTERO, ORA CONTINUEREMO A SOSTENERLO»
sarei un pericolo per la popolazione poiché andrei in giro a contagiare i miei concittadini è un fatto grave per la democrazia e a questo punto, se questo è il suo metodo mi chiedo quante volte in questi anni abbia utilizzato per fini personali la privacy di un cittadino. È evidente che di questo Marcon dovrà risponderne in tribunale ed è altrettanto evidente che il Prefetto dovrà intervenire, un sindaco che diffonde notizie di questo tipo non può restare al suo posto, si deve dimet-
tere o deve essere fatto decadere». Rabbia ma anche imbarazzo tra i componenti delle liste a sostegno di Sartoretto e nel Pd che pur esprimendo solidarietà al loro candidato preferiscono non entrare nel merito di eventuali risvolti sanitari. «Cosa faranno Zaia e la Lega di un sindaco che usa in modo così disinvolto dati sensibili e riservati di noi cittadini per i suoi fini? – interroga Gio-
vanni Zorzi, segretario provinciale del Pd - Ho già informato i nostri esponenti al Ministero dell’interno». E sul fatto che potrebbe aver avuto contatti con altre persone sebbene positivo? «Non sono tenuto a rispondere, bisogna chiederlo a lui»chiude Zorzi. Sulla vicenda interviene anche Claudio Beltramello che, nonostante la sua professione di medico e specializzazione in epidemiologia, non entra nei meriti sanitari. «Sebastiano è stato assolutamente in isolamento
guate misure e precauzioni - è la tesi di Marcon. Difficile quindi stabilire se in questo caso il diritto alla privacy, pur non riferendo il nome, sia stato violato e venisse prima della tutela della salute dei cittadini del quale il sindaco è custode. «Quando si sceglie di intraprendere un percorso che in
qualche modo ti rende un personaggio pubblico, il modo di pensare deve cambiare, prima si deve pensare agli altri e poi a se stessi – afferma Marcon –. Questa situazione ci sta insegnando molto. Un abbraccio non dato è un gesto d’amore oggi, un saluto a distanza significa rispetto, mettere gli altri nella condizio-
L’IMBARAZZO
IL SINDACO di Castelfranco Stefano Marcon si difende dalle accuse mosse dal candidato Sartoretto
Marcon: «Mai fatto nomi, ma chi si candida deve assicurare trasparenza» LA REPLICA CASTELFRANCO «Non ci sono solo le elezioni nella vita. Capisco che per alcuni siano una priorità ma non nego che sono incredulo, sorpreso e deluso rispetto a tanto egoismo dettato dalla foga politica». Dopo le sue parole, quelle che confermavano la presenza di un candidato sindaco positivo al Covid 19, il primo cittadino uscente Stefano Marcon è stato messo alla gogna da molti, accusato di non aver rispettato il diritto alla privacy che sta dietro a una malattia, o come in questo caso, ad una positività. «Non sono stato io a fare il suo nome, ma di fronte all’atteggia-
mento di un candidato sindaco che risulta essere positivo al Covid e piuttosto di renderlo pubblico per salvaguardare coloro che ha incontrato, lo tiene nascosto e anzi mi accusa di non aver smentito la notizie o meglio, di averla diffusa, c’è ben poco da dire – afferma Marcon – Sono mesi che gestiamo questa
«AVREBBE DOVUTO RENDERE PUBBLICO IL CONTAGIO PER SALVAGUARDARE TUTTI COLORO CHE AVEVA INCONTRATO»
emergenza con il supporto di tutti specialmente dei volontari che in questo periodo hanno dimostrato di essere una risorsa fondamentale. Una situazione che ci sta provando e che sembra non risolversi nel breve periodo. E allora io dico, a cosa serve strumentalizzare anche questo? Non è necessario attaccare l’avversario politico a tutti i costi, se non si sa cosa dire, la cosa più semplice è essere sinceri».
PRIVACY E RUOLO PUBBLICO È stato più un dovere, una mission quella avvisare i cittadini di una positività tra i candidati per far in modo che chiunque fosse venuto in contatto con uno di loro potesse prendere le ade-
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III
Primo Piano
Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Stop a incontri elettorali dal vivo Gli altri in lizza: «Non se ne parla» `Gomierato: «Nelle squadre ci sono tante persone» La proposta della Lega bocciata dalle altre coalizioni: «La campagna va comunque fatta» Zurlo: «Comunque pronti al confronto sui social» `
LE REAZIONI CASTELFRANCO Sartoretto positivo al Covid 19, Stefano Marcon propone lo stop alla campagna elettorale dal vivo ma gli altri candidati non sono d’accordo. «Noi abbiamo detto stop alla campagna elettorale in presenza affinché quest’ultima sia leale ed equilibrata e paritaria», afferma Marcon. Ma lo stop alla campagna elettorale di piazza, ai gazebo e al confronto con i cittadini non è una soluzione che entusiasma tutti e gli altri candidati, Maria Gomierato, Lorenzo Angelo Zurlo e Cristian Bernardi affermano coralmente: «La squadra non è fatta solo dal candidato sindaco, ci sono i consiglieri che possono portarla avanti».
L’ACCUSA
LA BAGARRE Il candidato di Castelfranco Merita Sebastiano Sartoretto risultato positivo al Covid 19. La diffusione della notizia del contagio è diventato terreno di scontro con il sindaco Marcon
dall’istante in cui gli hanno comunicato la positività – sottolinea - Non ha fatto nessun incontro, nessuna attività dall’istante in cui è risultato positivo. Noi siamo tutti quanti a supporto del candidato, aspetteremo che torni ad essere negativo e che possa tornare in pista, nel frattempo noi continuiamo a sostenere il progetto comune che non cambia di una virgola. Siamo tutti qui con lui e per lui». Lucia Russo © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Trovo molto grave che il sindaco abbia reso pubblico lo stato di salute di un suo cittadino – afferma Maria Gomierato, candidata di Noi, la civica –. Un fatto grave sia dal punto di vista etico sia da quello politico vista la circostanza. Un sindaco ha un dovere di riservatezza e io mi sarei aspettata piuttosto una sua telefonata a Sartoretto per sapere come sta e per esprimere solidarietà. Forse Marcon ha qualche problema a gestire le date e gli incontri pubblici, per questo vuole fermare gli incontri dal vivo, a me sembra una grande forzatura. Le squadre sono fatte da tante persone oltre al candidato». Solitamente nei fine settimana, in piazza Giorgione, sotto i portici o vicino al parcheggio, ci sono i banchetti dei vari partiti intenti a raccogliere firme o semplicemente a parlare con i cittadini. Un confronto diretto che è da sempre stato il filo conduttore delle campagne elettorali e che quest’anno potrebbe venire a mancare, almeno fino al prossimo 2 settembre, giornata in cui Sebastiano Sartoretto dovrebbe finire la quarantena. «Per me la campa-
IL CONFRONTO «Non amiamo né l’arroganza, né la presunzione, né le minacce. Non voglio giudicare, lo lascio fare agli altri. Questo appuntamento elettorale giudicherà non solo i nuovi candidati, giudicherà me e l’operato della mia squadra. Un giudizio importante che è nelle mani dei cittadini che non conoscono me solo perché oggi è in corso una campagna elettorale, ma bensì per gli anni che abbiamo dedicato a questa comunità, anni di impegno e di lavoro». Il pensiero di Marcon va anche direttamente al candidato di Castelfranco Merita. «Auguro a Sartoretto una pronta guarigione e che questo fatto ci faccia riflettere», conclude. (l.rus) © RIPRODUZIONE RISERVATA
ne di difendersi è un atto corretto e doveroso, oggi più che mai. Sono concetti difficili forse? Non finisce tutto solo attorno a se stessi. Da subito noi abbiamo detto stop alla campagna elettorale in presenza affinché quest’ultima sia leale ed equilibrata e paritaria. Questo è il mio stile, questo è il nostro stile».
«NON VOGLIAMO DARE GIUDIZI SUGLI ALTRI I CITTADINI SAPRANNO VALUTARE COSA È STATO FATTO DA NOI IN QUESTI ANNI»
IN BILICO La campagna elettorale potrebbe subire uno stop: il sindaco Stefano Marcon ha proposto di sospendere gli incontri dal vivo
LA SOLIDARIETA’ BIPARTISAN «HA LAVORATO MOLTO NON MERITA DI PERDERE LE FASI CRUCIALI DELLA CORSA» BERNARDI, M5S «NON VEDO QUALE SIA IL PROBLEMA SE VENGONO RISPETTATE DISTANZE E USATE LE MASCHERINE»
gna elettorale dovrebbe andare avanti dal vivo comunque – afferma Cristian Bernardi del Movimento 5 Stelle – Con il distanziamento sociale, le mascherine e tutte le precauzioni del caso non vedo quale sia il problema. Mi dispiace per Sartoretto che perde buona parte della campagna elettorale che meritava di condurre dall’inizio alla fine visto l’impegno messo in questo progetto. Gli faccio tanti auguri». Una campagna elettorale che sin dalle sue prime battute è apparsa diversa da quella di 5 anni fa, fomentata dai mezzi di comunicazione veloce, mail, messaggi e soprattutto social network.
I SOCIAL «La nostra solidarietà al candidato Sartoretto – afferma Loren-
LA POLEMICA CASTELFRANCO «Una lista di 23 persone, non abbiamo ballerini, nani o attori ma persone con voglia di fare”. È caos per l’affermazione del vicesindaco uscente e capogruppo di Forza Italia, Gianfranco Giovine durante la presentazione delle liste che appoggiano la candidatura di Stefano Marcon. Gli esponenti della coalizione Castelfranco Merita si sono sentiti offesi, in particolare l’attore Fabio Sartor, l’autore Marco Ballestracci e Anna Bassani, persona diversamente abile, molto attenta e attiva nel sociale. «Il vicesindaco ha offeso chi vive in condizioni di difficoltà o deve fare i conti con qualche handicap – affermano i capigruppo di Castelfranco Merita, Anna Bassani, Nazzareno Bolzon e Gianni Fiscon –. Il signor Giovine sa molto bene che all’interno della lista Democratici per Castelfranco, Sartoretto Sindaco è presente anche Anna Bassani con tratti di disabilità afferibili a quanto riportato nella sua disdicevole dichiarazione. Desideriamo sottolineare che è stato offensivo non solo
zo Angelo Zurlo di Punto d’Incontro –. Se che altri candidati sono d’accordo nel fermare la campagna elettorale dal vivo: noi siamo pronti a fare delle dirette su Instagram e Facebook e anche ad attivare un numero telefonico diretto dove i cittadini che non utilizzano i social network possono parlare direttamente con me. Ci teniamo però a ricordare che si sta votando anche per i consiglieri che appoggiano il sindaco e che possono quindi portare avanti le idee e gli obiettivi della lista intera incontrando le persone nel rispetto delle norme di contenimento del Covid 19». Lo stop della campagna elettorale non preoccupa il candidato della coalizione di centro sinistra, Sebastiano Sartoretto che si è già attrezzato per lavorare dalla propria abitazione.
«A sinistra attori nani e ballerini» Giovine si scusa
NELLA BUFERA Il vicesindaco Giovine si è scusato per la sua uscita
nei confronti della Bassani ma anche verso tutte quelle persone che ogni giorno affrontano problemi legati alla disabilità». Immediate le scuse del vicesindaco Gianfranco Giovine. «Mi dispiace se qualcuno ha interpretato male le mie parole – afferma –. Non sapevo che fosse
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candidata una persona affetta da questa disabilità. Anna Bassani è una persona che conosco da quando è nata, l’ho sempre rispettata e stimata e continuerò a farlo». Le liste civiche che confluiscono in Castelfranco Merita sono state infatti rese note solo successivamente alla confe-
«Farò una campagna elettorale da casa mia con altri mezzi – spiega Sartoretto di Castelfranco Merita – Non potrò uscire fino al 2 settembre, potrò farlo solamente quando sarà accertata la negativizzazione, fino ad allora rimarrò a casa e procederò con il lavoro da qui”» Al suo fianco ci sarà la squadra menzionata anche dagli altri candidati. «Il circolo del partito democratico di Castelfranco conferma il proprio impegno alla competizione elettorale con la propria numerosa squadra di candidati consiglieri comunali e con tutto l’apparato dei militanti che sicuramente correranno con ancora più entusiasmo» riferisce a nome del circolo la segretaria Teresa Spaliviero. L.Rus © RIPRODUZIONE RISERVATA
renza di presentazione di quelle di Castelfranco la città che amiamo e quindi, Giovine non era a conoscenza ufficialmente della presenza della Bassani in una delle liste. Sulla questione sono intervenuti anche Fabio Sartor e Marco Ballestracci, entrambi nella coalizione Castelfranco Merita. «Una frase copiata da Rino Formica, mica è capace di altro, ci deve mettere tutto il suo disprezzo per la categoria degli attori – scrive Sartor sulla sua pagina – Detto poi da uno che non ha fatto niente dalla vita fa tristezza e sorridere al tempo stresso». «La mia affermazione voleva solo evidenziare la particolarità dei lavori di alcuni candidati delle altre liste ma non voleva essere offensiva nei confronti di nessuno, mai mi sarei permesso di dire cose offensive – afferma Giovine –. Non c’era l’idea di colpire nessuno e chiedo scusa pubblicamente alla Bassani. Partito di nani e ballerine è un gergo già utilizzato in politica. Non era mia intenzione offendere nessuno, né nella politica né fuori. Loro mi stanno calpestando di offese alle quali non replico». (l.rus) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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PADOVA
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 IL MATTINO
La sanità che cambia Dopo la Conferenza di servizi su via Giustiniani, il sindaco Giordani chiede un’accelerazione e un commissario
«Pediatria è solo il primo passo Sarà l’ospedale più moderno d’Italia»
ro consapevoli che si tratterà di un’opera che farà parlare di Padova nel mondo, creando uno dei centri di riferimento europei per la cura e le scienze biomediche. Costituirà l’azienda ospedaliera più grande del Paese per capacità di posti letto. Sarà dotato di tecnologie avanzatissime. L’università avrà strumenti e spazi adeguati. E avremo le cure migliori laddove c’è sofferenza. Creerà salute e benessere, oltre a cambiare il volto della città». — CLAUDIO MALFITANO
C.MAL.
«P
Qui a sinistra il rendering con il parco delle mura e la nuova Pediatria visti da est. A destra in alto sempre Pediatra e in basso Sergio Giordani
re a compromesso. Non si rischia di scontentare tutti? «E invece stiamo dando alla città un ospedale nuovo in centro, dopo aver scongiurato il rischio di un buco nero. In questo progetto tutto è concatenato. Non sarebbe possibile senza l’avvio di un nuovo polo a Padova Est. Ma va anche detto che in via Giustiniani al posto dell’attuale confusione costruttiva degli anni ’60 prenderà vita uno dei parchi più suggestivi della città». Per la prima volta pare si pos-
sa risolvere l’annoso problema dei parcheggi: ci saranno 2.400 posti auto. «Sono sicuro che i padovani vogliano la seconda linea del tram perché non sfugge a nessuno che consentirà di raggiungere comodamente l’ospedale del centro. Ma è evidente che implementare la dotazione di parcheggi è un segno di attenzione e rispetto verso i pazienti, i loro familiari e il personale sanitario». Da masterplan però per vedere completato il progetto bi-
sognerà aspettare il 2032. «L’emergenza Covid ci insegna una cosa: chi ha tempo non aspetti tempo. Per questo continuerò a chiedere procedure speciali e un commissario per questo progetto. Potremmo accelerare ed averlo per il 2024-2025». Questo progetto potrebbe caratterizzare l’intera sua sindacatura. È il segno che Giordani lascerà sulla città? «Guardi, non sono interessato alla gloria personale. Vorrei invece che tutti i padovani fosse-
«C’erano altre soluzioni È una ferita dolorosa» «La sensazione è di una ferita dolorosa, come di fronte a un’opera d’arte sfregiata da maniaci, o anche di fronte a complessi architettonici antichi distrutti dai terremoti». L’urbanistica e architetto Vittorio Spigai non si unisce al coro istituzionale degli entusiasti per il via libera alla nuova Pediatria arrivato venerdì scorso dalla conferenza dei servizi. Tutt’altro, mostra una certa amarezza: «Non parliamo di eventi ineluttabili. Per le Mura la causa è invece nell’indifferenza e nell’insensibilità degli uomini». «Dopo oltre tre anni di attesa e di studi, siamo consapevoli che gli stessi scopi potevano egualmente essere ottenuti con un po’ di buona volontà e raziocinio e con maggior cura delle nostre tradizioni culturali e della storia insigne della città. Vi erano numerose alternative, sempre ignorate; il progetto poteva essere modificato in forme più rispettose del contesto prezioso in cui s’inserisce – conclude l’architetto – Se tutti quelli che sapevano, che avevano mente e competenza per leggere l’inammissibile progetto, avessero parlato e scritto. Invece di lasciare libera mano a responsabili e operatori che evidentemente non possedevano questa sensibilità di lettura e di giudizio e che, nel compiacimento ad approvazione infine ottenuta, dimostrano ancora di non averla». —
L’INTERVISTA
adova avrà l’ospedale più moderno d’Italia. La nuova Pediatria risolve una situazione insostenibile che riguardava la salute dei bambini e getta le basi per il Parco delle Mura. Di questo risultato sono realmente orgoglioso». Risponde dalle spiagge di Albarella dove è alle ultime ore di vacanza il sindaco Sergio Giordani. Con il via libera della conferenza dei servizi di venerdì scorso si mette in moto un treno che porterà al SFTUZMJOH completo dell’area di via Giustiniani e alla nascita del polo d’eccellenza di Padova Est. Sindaco, ha vintola sua linea del “prima i bambini”? «Io penso che tutti debbano essere felici del fatto che la nostra ottima sanità pediatrica avrò finalmente delle strutture adeguate. E che non si dovrà più assistere a scene non dignitose di piccoli pazienti in stanze anguste con genitori costretti a soluzioni di fortuna per stare accanto ai loro figli. Ma “prima i bambini” non vuol dire non tenere in considerazione gli altri aspetti». La Soprintendenza infatti attende ancora risposte sul Parco delle Mura. Arriveranno con il masterplan? «È importante il lavoro che sta facendo il dg Luciano Flor. Penso che si possa trovare un punto di equilibrio alto, anche con l’aiuto della Soprintendenza, per la valorizzazione del sistema bastionato». Punto di equilibrio vale a di-
l’architetto spigai
l’appello dell’ex rettore zaccaria
L’hospice dei bambini resta senza una sede «Bisogna fare qualcosa» Nel progetto della nuova Pediatria non trova posto l’hospice pediatrico, la struttura d’eccellenza nelle cure dei piccoli pazienti in stato terminale, gestita dalla dottoressa Franca Benini, che si trova in un piccolo edificio di via Ospedale civile. Eppure uno spazio adeguato per questa eccellenza padovana, che rappresenta un primato in Italia, va trovato: «È un appello che ci sentiamo di fare a tutte le istituzioni della città. Rischiamo di perdere una tradizione di cura in un ambito tragico ma importante», sottolinea l’ex rettore Giuseppe Zaccaria che presiede
oggi l’associazione “La miglior vita possibile” che aiuta le famiglie che usufruiscono dell’hospice. Un appello che arriva anche sull’onda emotiva della scomparsa della piccola Lavinia, la bimba di 9 anni affetta da una malattia rara morta lo scorso 10 agosto, che per diverse settimane è stata ospite della struttura. «La madre di Lavinia è il simbolo del coraggio di queste famiglie, che trasformano una stagione di vita destinata comunque a concludersi in un’occasione di amore e affetto. Abbiamo molto da imparare da queste famiglie», osserva Zaccaria.
L’associazione un mese fa ha consegnato 5 biciclette con pedalata assistita e carrello porta bambino per le famiglie che vivono all’hospice. E la scorsa primavera anche una Fiat Qubo per le necessità della struttura. «Ma il nostro primo obiettivo è una nuova sede perché quella attuale è assolutamente insufficiente, visto che può accogliere 4-5 bimbi malati con le rispettive famiglie – sottolinea ancora l’ex rettore – L’hospice di Padova è stato il primo in Italia, con una tradizione notevole che parte dalla la pratica delle cure palliative della dottoressa Benini
La piccola Lavinia, scomparsa pochi giorni fa, in braccio alla mamma. A sinistra l’ex rettore Zaccaria
che è riuscita a propiziare anche la legislazione in materia». L’appello ha trovato orecchie attente nel direttore generale dell’Azienda ospedaliera Luciano Flor che vuole tentare di trovare una soluzione il più velocemente pos-
sibile, forse anche all’interno del Giustinianeo. «Il nostro appello resta vivo a tutte le istituzioni: all’Azienda, al Comune, alla Fondazione Cariparo e a tutti quei soggetti che possono in qualche modo aiutare questa esperienza – conclude Zaccaria – Que-
ste famiglie ci dicono che la cura è prima di tutto relazione, il fatto di trovare accoglienza. E su questo Padova può fare scuola. Ma serve la volontà di farlo, non basta la consapevolezza di essere eccellenza». — C.MAL.
II
SPECIALE ELEZIONI
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 IL MATTINO
Le Regionali nel Padovano
Partita la caccia alle preferenze Tanti i volti noti in lizza per un posto
Salvatrice Albanese
Aurelio Puato
Igor Rodeghiero
Enoch Soranzo
Elisa Venturini
Cecilia Alfier
Marco Carrai
Eugenia Fortuni
Marzia Magagnin
Il 20 e il 21 settembre si sceglie il nuovo consiglio regionale
Maritza Escobar
Serenella Vallotto
Paolo Girotto
Carrai torna in pista con Lorenzoni Vallotto ci riprova con Italia Viva
provinciale si è dimesso ieri Damiano Stefan: «Non vedo a Padova il rinnovamento e la meritocrazia promessi dal presidente Giorgia Meloni». Marzia Magagnin, candidata nella lista Veneto per le Autonomie, fa intanto sapere di non essere mai stata espulsa dalla Lega: «Barbara Degani mi ha revocato il mandato da assessore provinciale nel corso delle lotte fra Marcato/Bitonci e Tosi (che ho votato come segretario del partito in Veneto) in vista delle Comunali che hanno portato all’elezione di Bitonci».
Nella corsa per Venezia amministratori locali in prima fila L’Udc in Forza Italia. Magagnin: mai espulsa dalla Lega PADOVA
In tempo di Covid 19, quella che si apre ufficialmente oggi, dopo la presentazione delle liste, sarà la campagna elettorale più social di sempre. Difficile di qui, al 20-21 settembre, convocare assemblee e indurre gli elettori a partecipare a comizi in spazi ristretti. Va da sé che parte avvantaggiato chi gode già di una propria popolarità e di un consenso sperimentati in precedenti consultazioni. Ecco perché nelle diciassette liste che, in appoggio a nove candidati presidente, parteciperanno alla conquista dei nove seggi in palio in provincia di Padova, troviamo, oltre a cinque consiglieri regionali e a un assessore veneto uscente, moltissimi amministratori locali in carica o che hanno fatto parte negli anni scorsi di parlamentini municipali. Gode dei favori del pronostico la lista Zaia Presidente, che schiera tra gli altri, oltre a due inquilini di Palazzo Ferro-Fini, Fabrizio Boron e Luciano Sandonà, Salvatrice Albanese, assessore all’Istruzione del Comune di Mestrino, anche Alain Luciani, consigliere comunale a Padova. Al banchetto leghista di Piove di Sacco, ieri mattina, si sono dati appuntamento il sindaco di Arzergrande Filippo Lazzarin (slogan “Un veneto che ama il Veneto”) e Paola Ghidoni, che corrono sotto le insegne del team del-
la Liga Veneta Salvini, capeggiato da Roberto Marcato. In lizza, per la lista di partito, anche il vicesindaco di Este Aurelio Puato. Igor Rodeghiero, consigliere comunale di minoranza a Fontaniva, già sindaco di Enego, è in corsa con la terza lista zaiana, quella battezzata Lista Veneta Autonomia. Quanto alla lista Forza Ita-
lia Autonomia per il Veneto,il senatore Udc Antonio De Poli fa sapere che darà il suo sostegno al vicepresidente della Provincia, Vincenzo Gottardo: «Sono estremamente legati al nostro territorio e conoscono bene le problematiche della nostra regione». Nella lista forzista anche il vicesindaco di Casalserugo Elisa Venturini. Enoch Soranzo, presidente del consiglio di Selvazzano, va a caccia di preferenze, in abbinata al sindaco di Rovolon Maria Elena Sinigaglia, nella lista di Fratelli d’Italia. Partito dal cui direttivo
Paolo Girotto (M3V) candidato presidente e pure in lizza come consigliere Nel Pd punta a un buon risultato Cecilia Alfier, che già fa farte del consiglio comunale di Albignasego. Torna in pista, con il Veneto che vogliamo, Marco Carrai, già assessore a Palazzo Moroni. Eugenia Fortuni, sociologa e pedagogista, scende in campo con Europa Verde. Maritza Escobar, che ha
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La poesia della realtà Un omaggio a uno tra i personaggi più riconosciuti di sempre in un graphic novel che usa la finzione di alcuni dialoghi immaginari per raccontare la vita privata del grande genio. A SOLI € 9,90 + il prezzo del quotidiano Da lunedì 24 agosto in edicola con
fatto parte del parlamentino municipale di Cadoneghe, figura tra i candidati del Movimento Cinque Stelle. Serenella Vallotto, che nel 2012 provò a sfidare Massimo Bitonci nella corsa a sindaco di Cittadella, ora butta il cuore oltre l’ostacolo con Italia Viva. Paolo Girotto, candidato presidente di Movimento 3 V, è anche il capolista della squadra al debutto assoluto. Al Tribunale (ma, pare, senza firme) hanno presentato le loro liste anche Indipendenza Noi Veneto e Venetie per l’autogoverno. — CLAUDIO BACCARIN
XI
SpecialeElezioni
Domenica 23 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Il voto regionale
Fratelli d’Italia “punta” la Lega in previsione del sindaco 2022 Il partito della Meloni schiera i pezzi da novanta pensando già alle comunali, ma il Carroccio preferisce la tenuta di Forza Italia `
GLI EQUILIBRI PADOVA perché c’è un derby nascosto a centrodestra. Il 20 e 21 settembre infatti costituirà una “pesatura” del valore di Lega e Fratelli d’Italia in città. Se il movimento della Meloni riuscirà a superare la soglia del 10 per cento allora potrà sedersi al tavolo delle candidature per il prossimo sindaco nel 2022 con una carta molto importante da giocare.
caso, trattare con loro che con i Fratelli, per un sindaco più di centro che di destra, vista la natura della città. Verrebbe più facile ad esempio proporre a sindaco Eleonora Mosco, ora in Lega ma di provenienza berlusconiana, che alle europee ha seguito molto la campagna di Paola Ghidoni?
LE ASPETTATIVE Lo dice un esponente del partito. «Se andiamo bene il giorno dopo le elezioni si aprirà una trattativa con la Lega». I Fratelli non hanno dubbi: per la missione regionale - e in prospettiva comunale - hanno messo in moto una macchina da voti. Che punta sia su volti notissimi come Elisabetta Gardini, attrice ed ex eurodeputata, sia su personalità molto conosciute come Enoch Soranzo ex presidente della Provincia o sindaci come Fecchio, Campagnolo, Sinigaglia e Piva per arrivare a Matteo Cavatton, assessore nella Giunta Bitonci e oggi consigliere comunale. Li può confortare una circostanza. Quando la Lega non è stata associata al nome di Zaia o a quello di Bitonci la tradizione vuole che non riesca a raggiungere le due cifre (a parte le europee del 2019, 33 per cento, ma si era in piena era Salvini, un’era fa appunto.
MOSCO In rampa per il 2022
FABRIZIO BORON: «LA PARI DIGNITÁ É GARANTITA A TUTTI MA SE L’AREA-LEGA SARÁ PRIMA FORZA AVRÁ UNA PAROLA IN PIÚ»
«Non credo che la Lega cederà facilmente la candidatura di sindaco - commentano fra gli azzurri - sarebbe far loro un favore e molti non correrebbero. Ricordate che cosa successe nel turno di ballottaggio fra Marco Marin e Zanonato. Nel caso ci siamo noi a fare da argine». Forza Italia lo scorso anno alle europee conquistò il 6 per cento e fu un successo. La lista provinciale è stata costruita proprio per questo con nomi di grido: Mirko Patron sindaco di Campodarsego in uscita e Loredana Borghesan, sindaco di Montagnana, il senior Maurizio Conte e Katia Noventa volto della televisione. Ci sono anche due Udc, Vincenzo Gottardo, vice presidente della Provincia e Chiara Matteazzi già presidente del Parco Colli «Conoscono bene il territorio e sono l’anima popolare del centrodestra» dice l’onorevole De Poli. È già un messaggio.
I DEMOCRATICI
BORON Leghista, in lista Zaia
LA LEGA Non sarà facile perchè il Carroccio ha in lista gente di “peso”. Roberto Marcato è il primo, seguito dall’assessore regionale Giuseppe Pan. Come dire: la forza del marchio. Poi c’è anche Paola Ghidoni, commercialista. Bitonci la volle in corsa per le europee e prese 18mila voti. A favore di Fratelli d’Italia il fatto che i voti si divideranno. Nella lista Zaia ci sono Fabrizio Boron presidente regionale della Commissione sanità e Luciano Sandonà consigliere regionale e vice sindaco di Campo S.Martino, più Giulio Centenaro assessore a S. Giustina in Colle. Dice Boron, leghista, capolista della lista Zaia. «La pari dignità è garantita con ogni risultato. Logico che se l’area Lega sarà la prima forza potrà dire una parola in più». A sfavore dell’operazione invece la lista di Forza Italia alla quale di sicuro la Lega guarda con attenzione, preferendo, nel
FORZA ITALIA
IVIS Segretario provinciale Pd
Per cercare di arginare l’onda di piena di Democratici ce la mettono tutta. In lizza c’è addirittura il sindaco di Noventa e segretario regionale del partito, Luigi Bisato. Con lui spicca Vanessa Camini, già parlamentare, sostenuta da Alessandro Naccarato. Il segretario Vittorio Ivis: «Con noi dirigenti interni di alto profilo ma anche rappresentanti della società civile, del mondo delle professioni, dell’attivismo e della mobilitazione spontanea giovanile. Aperti ai tanti mondi che, insieme ad Arturo Lorenzoni, non si accontentano e desiderano costruire attivamente un Veneto ancor più vicino alle persone». Mauro Giacon © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALAZZO MORONI Comincia dall’esito delle regionali il confronto nel centrodestra per il 2022
La sanificazione dei seggi
Il Comune compra 100 taniche di gel e270 spray `In vista dell’allestimento
dei seggi elettorali per le regionali e per il referendum la macchina comunale si è messa in moto con anticipo per acquisire i dispositivi igienizzanti e i contenitori in cui riporre i documenti necessari per l’espletamento della consultazione, come schede, verbali e registri. Entro il 15 settembre, quindi, a Palazzo Moroni verranno recapitate 100 taniche da 5 litri ciascuna di gel disinfettante per le mani che saranno poi distribuite nei 206 seggi: sono state comprate da una ditta di Abano e la spesa ammonta a 2mila700 euro. Ma non sono solo questi i dispositivi necessari per la sanificazione che l’Ufficio Contratti e Appalti ha voluto: ci sono
SEGGI Pronti per le nuove regole
pure 270 flaconi di disinfettante spray da 550 millilitri ciascuno, che saranno spediti da un’azienda laziale; in questo caso, come riporta la determina dirigenziale, il
costo è pari a 790 euro. In entrambi i casi si tratta di materiali che il Ministero, con una lettera datata 7 agosto, ha imposto ai Comuni di procurarsi, in maniera che tutti i cittadini chiamati a votare, gli scrutatori e le forze dell’ordine che presidieranno i siti con le urne possano rispettare i protocolli anti contagio.Contestualmente, poi, dagli uffici municipali è partito l’ordine per l’acquisto di 4mila 500 scatole da una ditta pordenonese specializzata nella fornitura di contenitori in cartone: in questo caso la spesa ammonta a 8 mila e 399 euro, mentre la consegna dovrà avvenire entro il 18 settembre. Nicoletta Cozza
Il “Veneto che vogliamo”: no alla sanità privata LA LISTA PADOVA “Il Veneto che vogliamo” ha presentato ieri mattina in città le liste provinciali che concorreranno alla candidatura di Arturo Lorenzoni presidente. È stata un’occasione per ribadire, come più volte hanno fatto i candidati al consiglio, alcuni dei temi più cari al movimento nato dal basso. Due su tutti: il no alla privatizzazione della sanità, soprattutto post-covid con esami sempre più affidati ai privati, e il no alla grande distribuzione nel commercio e al consumo di suolo. Infine sì a una politica di rilancio dell’occupazione giovanile. La sanità è stata al centro di molti interventi da Paola Zanarella che è coordinatrice della rianimazione di Cittadella, ad Enri-
ca Muraro, di Rovigo. «Io lavoro in una Ipab e dico che Zaia si è dimenticato di dire quanti morti ci sono stati nelle case di riposo». Vania Trolese, candidata a Venezia ha sottolineato invece l’anomalia dell’ospedale di Dolo, sequestrato per il Covid. «Deve tornare ai cittadini». Matilde Cortese storica attivista anti pedemontana ha puntato proprio sul consumo di suolo della Giunta Zaia mentre il trevigia-
I CANDIDATI DELLA LISTA LORENZONI VOGLIONO ANCHE LA DIMINUZIONE DEL CONSUMO DI SUOLO E DEGLI IPERMERCATI
OSTANEL L’esponente di Coalizione batte sui temi
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no Luigi Calesso ha sottolineato come il Piano casa sia stato un diktat della Regione nei confronti dei Comuni. Il bellunese Maurizio Milani ha ribadito la distanza della Regione da quei territori, «che danno servizi ai veneti ma non ne ricevono» mentre il veronese Riccardo Anoardo ha ricordato come quel territorio sia assediato da auto e camion e smog. Fra i candidati padovani, Elena Ostanel, capolista e docente di urbanistica allo Iuav di Venezia ha puntato anche su due aspetti: «La Regione ha ricevuto 40 milioni per adeguare il sistema trasporti degli alunni dal 14 settembre e non ne ha sposi neanche uno. Non risponde ai bisogni delle persone». Secondo tema la mafia. «Novecento aziende del Veneto fra le 27mila nuove nate hanno
radici mafiose ma non abbiano un Osservatorio sulla mafia». Odette Mubyi che alla Safilo si occupa di rapporti con i Pesi francofoni ha ribadito che va stroncata la logica per cui «immigrazione significa illegalità. È stato Salvini a crearla con i suoi decreti. Invece il Veneto deve essere una terra accogliente e solidale». L’ex sindaco di Ponte S. Nicolò, Enrico Rinuncini ha spiegato la “solitudine” degli amministratori nei rapporti con la Regione, sempre distante. Infine Marco Carrai ha voluto ribadire la radice di questa esperienza, «con un programma frutto di due anni di incontri fra società civile e amministratori che ha creato una forza che non morirà con le amministrative». M.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SPECIALE ELEZIONI
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 LA NUOVA
Comunali: Venezia
Brugnaro punta a vincere al primo turno «Mi ricandido per una città inclusiva» L’attuale sindaco alleato con la Lega. Cinque liste di centrodestra lo sostengono nella corsa per governare altri cinque anni Mitia Chiarin / VENEZIA
La lista civica del sindaco Luigi Brugnaro era stata la vera sorpresa delle elezioni del 2015. Primo partito in città. Il candidato del centrosinistra, Felice Casson, si fermò al ballottaggio al 46,7% e Brugnaro vinse con il 53,21% togliendo il governo della città, capoluogo del Veneto, al centrosinistra. Oggi il panorama è cambiato e Brugnaro, 58 anni con una lunga storia come imprenditore e patron della Reyer, vuole far valere in questa campagna elettorale i risultati di cinque anni di governo della città. Il confronto con l’opposizione è sempre stato aspro. Brugnaro rivendica di aver messo a posto i conti del Comune. Altri temi attendono soluzioni: dalla gestione del turismo di massa, condizionato dal crollo dell’economia post Covid-19 al tema del porto, delle grandi navi e la salvaguardia della città. Ha dovuto gestire emergenze importanti, dall’acqua granda, di novembre 2019, all’emergenza sanitaria. Il sindaco uscente punta alla riconferma e sta lavorando per un’affermazione importante della sua civica. Dagli equilibri delle forze politiche che lo appoggiano potrà dipendere l’equilibrio – se vincerà – della
Per ca’ farsetti
Alle urne 266 mila elettori in 256 sezioni VENEZIA
Il voto per le comunali a Venezia, va ricordato, ha un effetto (non immediato, ma entro l’anno) sulla guida della città metropolitana, dove il sindaco del capoluogo è anche sindaco della città metropolitana. Una consultazione che coinvolgerà poco più di 266 mila elettori ma il contemporaneo election day Regionali e Referendum porta alle urne gli elettori di tutti i 44 Comuni e gli 855 mila veneziani che vi risiedono. Primo turno domenica 20 e lunedì 21 settembre; gli eventuali ballottaggi per Venezia e Portogruaro si terranno il 4 e 5 ottobre. Per evitare assembramenti ai seggi, a Venezia sono 256 le sezioni di voto, le urne sono aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. I veneziani del capoluogo avranno quattro schede, perché vanno rinnovate pure le Municipalità. — M.CH.
prossima amministrazione di centrodestra. Lo appoggiano cinque liste: oltre alla sua civica, c’è stavolta la Lega di Salvini che ha un obiettivo dichiarato, diventare il primo partito a Venezia, inserire in consiglio comunale almeno otto consiglieri e garantirsi assessori con deleghe importanti, in particolare la sicurezza. Poi Forza Italia, Fratelli d’Italia e un’altra civica “Le due città”. L’obiettivo della coalizione è quello di vincere al primo turno. «Quando mi sono candidato mi ridevano dietro», ha detto Brugnaro in questi giorni, «io ho tirato una riga, ho invertito un trend e a chi mi offendeva ho risposto con i fatti. Ora mi ricandido per una Venezia
glieri della lista “fucsia” corrono per la rielezione. Tra i nuovi inserimenti il gondoliere Giorgio Reato, la ottantenne Carla Baruzzi Calderan (rimorchiatori Panfido), la 28enne commerciante Silvia Peruzzo Meggetto. Passiamo al Carroccio: capolista il deputato Alex Bazzaro e corrono per la riconferma Giovanni Giusto e Silvana Tosi. Per Forza Italia, Michele Zuin, coordinatore regionale, assessore al bilancio uscente, è capolista. Poi i colleghi Saverio Centenaro, Deborah Onisto, Lorenza Lavini con Roberto Ferrara. Fratelli d’Italia a Venezia, oltre all’assessore Giorgio D’Este e a Maika Canton ha aperto le porte a Francesca Zaccariotto. Tutti a
Ha scritto una lettera a tutti i veneziani: «Voglio lasciare una città migliore di prima»
Ha 58 anni e una lunga storia come imprenditore e patron della Reyer basket
Lugi Brugnaro, sindaco dal 2015, punta alla riconferma
inclusiva e per dare spazio ai giovani». Dentro il centrodestra che lo appoggia, l’esito delle urne del 20 e 21 settembre determinerà i pesi interni. Brugnaro rivendica il suo tratto di candidato trasversale, capace di dialogare con qualsiasi governo nazionale. Ma è indub-
bio che se non sarà la sua civica il primo partito, e prevarrà la Lega, forte dell’effetto Zaia, gli equilibri interni al centrodestra saranno diversi. In una lettera inviata a tutti i cittadini del Comune, il sindaco uscente ricorda di essersi messo a disposizione della cit-
tà in modo «volontario e gratuito dando davvero tutto me stesso senza risparmiarmi per un obiettivo preciso: lasciare una città migliore di quella che ho trovato». Molte le conferme tra chi ha lavorato con lui in questi anni. A cominciare dal capolista, l’as-
sessore Simone Venturini, il più votato nel 2015 (e che ha evitato di spostarsi nella competizione regionale con Zaia). E poi gli assessori uscenti Mar, Boraso e De Martin. E i consiglieri Crovato, Pea, Rogliani, D’Anna e la presidente Ermelinda Damiano. Tutti i consi-
caccia di riconferme. La civica “Le due città” di Roberto Panciera, amico di Brugnaro e che era stato assessore con le giunte di centrosinistra, schiera per il candidato del centrodestra un altro ex assessore, Antonio Paruzzolo. —
LUIGI BRUGNARO SINDACO
LEGA - SALVINI
FRATELLI D’ITALIA
FORZA ITALIA
LE CITTÀ
Candidato Sindaco LUIGI BRUGNARO Simone VENTURINI Diego ADOLFO Carla BARUZZI CALDERAN Luca BATTISTELLA Laura BESIO Renato BORASO Anna BRONDINO Barbara CASARIN Ciro COTENA Maurizio CROVATO Paolino D’ANNA Michele D’ESTE Ermelinda DAMIANO Massimiliano DE MARTIN Alessio DE ROSSI Gianpaolo FORMENTI Enrico GAVAGNIN Giancarlo GIACOMIN Laura GOBBIN Paola MAR Mariagrazia MARCATO Emanuele MURES Giorgia PEA Silvia PERUZZO MEGGETTO Aldo REATO Francesca ROGLIANI Mauro ROMANATO Paolo ROMOR Valter ROSATO Alessandro SCARPA MARTA Matteo SENNO Antonella STEFANI Manuel TIFFI Chiara VISENTIN
Candidato Sindaco LUIGI BRUGNARO Alex BAZZARO Giovanni GIUSTO Silvana TOSI Riccardo BRUNELLO Michele DEVIVO
Nicola GERVASUTTI Matteo PISTORELLO Leonardo RIGHETTO Giorgio ROSSATO Paolo TAGLIAPIETRA Jasmine ANGELI Diletta BETTIN Valdo BETTINELLI Mauro BON Paola CACCIN Flavia CASTAGNA Sebastiano COSTALONGA Emanuele DE LAZZARI Guendalina DEL FRATE Paola DURASTANTE Lucia GREATTI Loredana GRILLO Mario GUAGLIANONE Amedea LINASSI Valentina MANFREDA Gianni PADOVAN Michele PAGLIARINI Enrico Maria PAVAN Irma PRECISO Nevio PRIZZON Fabio RIGOBON Beatrice ROMANO Patricia SPRINGOLO Stefano STOCCO Riccardo VENTURA Roberto ZAMBERLAN
Candidato Sindaco LUIGI BRUGNARO Pietro ALLETTO Helenia BARBAN Emma BAROZZI Davide BARZAZZI Olga BOTTAN
Claudio BUFFO Tania BUSETTO Maika CANTON Antonio CAVALIERE Giorgio D’ESTE Claudio DI SPIRITO Andrea DORIA Enrico ELLERO Antonella FASSINA Daniele FOCCARDI Paolo FONTANA Alberto Giganti Mirco GIUPPONI Alessandra GUARINONI Alarico MEMO Diego MENEGHETTI Gianni NICHETTO Emanuele NORDIO Nicole PEZZATO Roberta RIZZI Alfonso SAETTA Paolo SARTORI Gianalberto Scarpa BASTERI Cristina SFRISO Loredana SOATTO Massimo STEFANI Natale detto “NIN” VIANELLO Francesca ZACCARIOTTO Ennio ZANE Francesco detto “ZINGA” ZINGARLINI Marco ZUANICH
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Candidato Sindaco LUIGI BRUGNARO Michele ZUIN Deborah ONISTO Saverio CENTENARO Lorenzo LAVINI Roberto FERRARA
Cristiano BACCI Franco BASTIANELLO Alberto BISON Maria Rosa BONFANTI Barbara BONINI Filippo BORDIN Alessandro CASARIN Alessia COSTANTINI Manuel DE MARCHI Monica DI LELLA Giorgio GARBO Elena GASPARI Isabella GENTA Valentina GISLON Martina LASIOLI Federica LUGATO Dino MIALICH Romolo NADAIU Matteo NAPOLETANO Monica PULIERI Matteo REBECCA Nadia RIZZÀÀ Giuseppe RIZZI Nicoletta RIZZOTTO Jabber SAIAL Barbara SAMBO Simone detto Scara SCARAMUZZA Ivano SENO Andrea SERENA Rossella TAGLIAPIETRA Alessandra ZENNARO
Candidato Sindaco LUIGI BRUGNARO Roberto PANCIERA Luisa CIOFFI Paolo BONAFE’ Lucia CIMAROSTI Giorgio D’ESTE
Giuseppe detto Pino GURNARI Anna Paola MAZZARINO KLINGER Federico LISIOLA Eugenio PASQUAL Flavio ROSSETTO Mario SECCHI Luciano BOFFO Adriana BOVOLATO Emanuele CANTINI Roberta CERON Luca COLOMBO Alessandro COSTANTINI Elena CULOS Nicola DA LIO Carla DANI Alberto DE PIERO Domenico FOLINO Carlo GALIAZZO Joshua GASPARI Jacopo GASPARINI Federico LANZA Anna LAZZARINI Andrea MANZATO Massimo MARCON Giulia PAROLIN Edoardo PERONI Alberto PIETRONI Paola PINZAN Susanna REBUFFI Maddalena TAGLIAPIETRA Angelo ZAMPROTTA
SPECIALE ELEZIONI
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 LA NUOVA
III
Regionali Venezia
Tre consultazioni, 855 mila elettori al voto Alle urne per referendum, regionali e amministrative in 6 Comuni. Tutti i candidati ai seggi veneziani di Palazzo Ferro Fini
Ci sono sindaci - ex e in carica -, consiglieri regionali uscenti, consiglieri comunali che tentano il salto, membri della società civile. Vecchie glorie della politica locale e giovani ambiziosi nelle 17 liste (5 a testa nelle coalizioni per Zaia e Lorenzoni) che il 20 e 21 settembre si sfideranno, chiamando alle urne 855 mila veneziani per votare per il presidente e consiglio regionali, referendum per il taglio dei parlamentari e, in 6 Comuni, per il sindaco. Nella lista Zaia tre fedelissi-
mi veneziani: l’ex sindaco di Jesolo Francesco Calzavara e i consiglieri uscenti Gabriele Michieletto e Fabiano Barbisan. Sponda Lega, tra i nomi celebri, quello del segretario di Chioggia Marco Dolfin, del consigliere regionale Alberto Semenzato e di Silvana Tosi, volto noto a Mestre. In Forza Italia ci sono Otello Bergamo, assessore comunale di Jesolo, Massimo Calzavara, assessore comunale ed ex sindaco di Pianiga, e Michele Celeghin, ex sindaco di Noale e coordinatore provinciale del partito. Il “pezzo da 90” di Fratelli d’Ita-
lia è Raffaele Speranzon, già presidente di Ater Venezia e dirigente nazionale del partito. Insieme a lui, anche Massimo Perravicini, presidente dell'Associazione cacciatori veneti, e Patrizia Trapella, già assessora pentastellata di Chioggia. Rimanendo nell’alveo dei grillini “pentiti”, Stefania Mazzotta e Massimo De Pieri - ex consiglieri comunali a Spinea con il M5S -, si candidano ora per Veneto ecologia solidarietà insieme all’ambientalista Michele Boato. Nell’altra grande coalizione, il Pd raccoglie i nomi del vice sindaco di Mira Gabrie-
le Bolzoni, della consigliera regionale uscente Francesca Zottis, del capogruppo dem nel Consiglio di Chioggia Jonatan Montanariello e di Giovanni Pelizzato, titolare della libreria La Toletta. In Europa verde, non ha bisogno presentazioni Gianfranco Bettin, mentre nella lista Il Veneto che vogliamo c’è Gabriele Scaramuzza, consigliere comunale di Venezia. La scissione del centro sinistra, a livello locale si misura con la candidatura di Italia viva, che vede presentarsi il consigliere regionale uscente di Civica per il Veneto Franco
Ferrari e l’avvocato Stefano Tigani. A provare a guastare la festa alle due grandi coalizioni saranno le grilline Elena La Rocca e Erika Baldin, consigliere rispettivamente comunale (a Venezia) e regionale. Per non vedere la sua lista esclusa, sarà costretta a cambiare il contrassegno da candidato presidente Simonetta Rubinato, troppo simile a quello presentato (prima) da Zaia. Ex parlamentare, è capolista nel Veneziano, affiancata da Gian Angelo Bellati, separatista (per Mestre e Venezia), candidato sindaco per la Lega
Nord nel 2015. Parla di autonomia il Partito dei veneti, tra le cui fila ci sono l'avvocato Alessio Morosin, indipendentista storico, e l’attuale sindaco di Santa Maria di Sala Nicola Fragomeni. Tra i candidati di Solidarietà ambiente lavoro, la curiosità è il nome del cantautore, fondatore del Teatro degli orrori, Pierpaolo Capovilla. Infine, nel Movimento 3V ci sono i nomi del candidato governatore Paolo Girotto e del segretario nazionale Luca Teodori. —
ZAIA PRESIDENTE
LIGA VENETA SALVINI
LISTA VENETA AUTONOMIA
FORZA ITALIA
FRATELLI D’ITALIA
PARTITO DEI VENETI
Candidato governatore LUCA ZAIA
Candidato governatore LUCA ZAIA
Candidato governatore LUCA ZAIA
Candidato governatore LUCA ZAIA
Candidato governatore LUCA ZAIA
Candidato governatore ANTONIO GUADAGNINI
VENEZIA
Fabiano BARBISAN Fiorella RIGON Francesco CALZAVARA Francesca SCATTO Gabriele MICHIELETTO Serena UNIVERSI Alberto SCHIBUOLA Roberta VIANELLO Flavio ZEBELLIN
Alberto SEMENZATO Elena COI Giovanni BURATO Raffaella GOBBI Marco DOLFIN Silvana TOSI Gian Franco GNAN Ilaria TURATTI Piergiovanni SORATO
Michele DEVIVO Roberta BERTAGGIA Mario CIRIELLO Nicoletta DEI GOBBI Alberto FERRI Alessia STELLIN Yves PRESOTTO Fabiola TONIN Alessandro TOMÈ
Otello BERGAMO Maria Giovanna BOLDRIN Beniamino BOSCOLO CAPON Veruska BOSCARO Massimo CALZAVARA Sara FURLANETTO Michele CELEGHIN Mafalda ZIROLDO Andrea LO MASSARO
Christian BOLZONELLA Lucia CAMATA Michele LIPANI Maika CANTON Massimo PARRAVICINI Patrizia TRAPELLA Lucas PAVANETTO Elena ZENNARO Raffaele SPERANZON
LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessio MOROSIN Anna Paola DE LAZZARI CAGGIANO Corrado CALLEGARI Sabina FABI Nicola FRAGOMENI Elena PAGLIARO Sandro Marco MIGOTTO Barbara BENINI Giancarlo DOLFIN
PARTITO DEMOCRATICO
+ VENETO IN EUROPA VOLT
EUROPA VERDE
IL VENETO CHE VOGLIAMO
SANCA VENETO
VENETO PER L’AUTONOMIA
Candidato governatore ARTURO LORENZONI
Candidato governatore ARTURO LORENZONI
Candidato governatore ARTURO LORENZONI
Candidato governatore ARTURO LORENZONI
Candidato governatore ARTURO LORENZONI
Candidato governatore SIMONETTA RUBINATO
Francesca ZOTTIS StefanoBARBIERI Giannina MANENTE Gabriele BOLZONI Mariangela ROSSINI JonatanMONTANARIELLO Alessandra TAVERNA Giovanni PELLIZZATO Marco TERENZI
MOVIMENTO 5STELLE
Candidato governatore ENRICO CAPPELLETTI Elena LA ROCCA Dario DEDI Erika BALDIN Fabio ROSSIGNOLI Chiara BOLZONELLA Flavio BALDANA Manuele CALZAVARA Giuseppe BISAZZA TINDARO
Silvia NALIN Egidio BERGAGGIA Debora ALFONSO Chiara AVEZZÙ Filippo CELEGHIN Matteo FIORIN Luisa Maria NASTASE Maria TROMBETTA detta Moira Giovanni ZIANI
VENETO ECOLOGIA SOLIDARIETÀ
Candidato governatore PATRIZIA BARTELLE Andreina VISCONTI Michele BOATO Stefania MAZZOTTA Massimo DE PIERI Teresa LAPIS Giancarlo FURLAN Alessandra CECCHETTO Giancarlo GAZZOLA
Franca MARCOMIN Gianfranco BETTIN Maria Chiara TOSI Francesco VENDRAMIN Eugenio FORTUNI Andrea BORTOLATO Annamaria DEL GRANDE Giorgio SARTO Valenti FANTI
SOLIDARIETÀ AMBIENTE LAVORO
Candidato governatore PAOLO BENVEGNÙ Sara TOSI Carlo CAPPELLARI Genny GALESSO Pierpaolo CAPOVILLA Federica MATTIELLO Andrea RIGHETTO Greta SCHIAVON Francesco ZENNARO Mara TOFFOLO ROSSIT detta Betty
Margherita BRONDINO Gabriele SCARAMUZZA Elisa FABIAN Alessandro SCATTOLIN Silvia PICCINI Emilio ZEN Irene SALIERI Flaviano ZILIO Vania TROLESE
ITALIAVIVA
Candidato governatore DANIELA SBROLLINI Franco FERRARI Aurora MARCHIORO Andrea DE CARLO Alessandra RAMIGNI Sandro SCODELLER Donatella SCHIUMA Stefano TIGANI Claudia SOLARI Pierre ZANIN
Matteo VISONÀ DALLA POZZA Antonella MUZZOLON Andrea MION Angela GASBARRE Claudio TAMAI Irene PICCOLI Andrea BALDAN Silvia NEGRETTO Giovanni MASARÀ
MOVIMENTO 3V
Candidato governatore PAOLO GIROTTO Paolo GIROTTO Michela CATTOZZO Matteo PENZO Chiara CORSINI Edward MORO Emanuela GRAZIAN Luca TEODORI Vanessa ZUPPA
Simonetta RUBINATO Gian Angelo BELLATI Luana MILAN Antonio DELL’ANNA Jessica PAVAN Corrado Maria Benedetto POLI Katia FRANZO
il conto finale
Spano e Palmerini, le liste senza firme sono state escluse Ieri sono state depositate 19 liste per 11 candidati governatori ma due di esse non sono state accettate per mancanza delle firme necessarie per legge: sono «Indipendenza Noi Veneto» di Ivano Spano e «Venetie per l'Autogoverno» di Loris Palmerini. Entrambe possono fare ricorso contro l’esclusione entro mezzogiorno di oggi, domenica 23.
4
PRIMO PIANO
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 LA NUOVA
Coronavirus: le tendenze CROMASIA
IL QUADRO Numero di soggetti in isolamento domiciliare in Veneto 22.08.2020 - ore 8.00
Andamento temporale dei soggetti in isolamento domiciliare in Veneto
N° soggetti in isolamento domiciliare
N° soggetti in isolamento domiciliare con sintomatologia
7000
Provincia di Padova
1.018
13
6000
Provincia di Belluno
311
23
Provincia di Rovigo
388
26
Provincia di Treviso
1.450
17
Provincia di Venezia
787
19
Provincia di Verona
1.751
25
719
13
6.424
136
Provincia di Vicenza TOTALE
6.424
5000 4000 3000 2000 1000 0
Tamponi all’aeroporto di Venezia
Altri 127 contagiati Palù: «Il Covid-19 non si estinguerà dovremo conviverci» Rassicurazioni dal virologo e dal governatore Zaia Il professore: «Restare in guardia senza allarmismi» Laura Berlinghieri / VENEZIA
«Penso che, come i quattro Coronavirus che già conosciamo, anche il Covid-19 rimarrà con noi, pur se in maniera meno virulenta. È un virus che non si estingue, perché non si ammazza. Ed è diventato endemico. Rimarrà con noi e, non essendo letale, probabilmente si adatterà, come tutti i virus pandemici, convivendo con l’ospite. Parliamo di bioparassiti: il Covid vive solo se c’è l’uomo e quindi
non ha alcun interesse a ucciderlo». Dovrebbe, eppure non riesce a rassicurare del tutto la previsione di Giorgio Palù, docente emerito di Virologia all’Università di Padova e consigliere del governatore veneto Zaia. «Pensi alla pandemia di Hong Kong del '68. Uccise 5-6 milioni di persone. Eppure quel virus circola ancora, non è stato trovato vaccino. Così come gli altri tre Coronavirus che si presentano, puntuali, ogni autunno. Certo, confidiamo nel vaccino e
nei farmaci». Ieri è stata una nuova giornata con il dato dei decessi rimasto inalterato. Netto, invece, il caso degli isolamenti: meno 104 in 24 ore. «In tutto il Veneto c’è un ricovero in più in area non critica e due in meno in terapia intensiva. Non è la condizione di marzo, aprile e maggio» continua Palù. «I casi che rileviamo sono quasi tutti asintomatici e infatti l’età media è bassissima, intorno ai 30 anni. C’è una recrudescenza della malattia,
ma non parliamo di ondate. Il picco è stato raggiunto due mesi fa e ora la curva è ancora discendente. Ma ora il virus ha una morbosità minima e una letalità irrilevante». Non può che essere della stessa idea il governatore Zaia, intervenuto ieri al Meeting di Rimini: «Non si può dare l’idea del Veneto come un lazzaretto, il 93% dei positivi è asintomatico». I dati sono ben diversi da quelli dei mesi scorsi e questo è chiaro. Ma è diversa anche la platea dei contagiati, così come sono diverse le loro condizioni di salute. «Perché se fino a 20 giorni fa i nuovi contagi risultavano da casi di importazione - immigrati e badanti dalla Bosnia, dalla Serbia, dal Bangladesh, dal Messico -, ora il virus arriva perché i nostri ragazzi ce lo portano dalle vacanze» rileva ancora Palù. «Il Covid sta circolando, ma quasi solo di sera, al chiuso, nei luoghi di assembramento e con l’utilizzo dell’aria condizionata. Stiamo vivendo una forma di virus endemico. Il Covid è con noi e dobbiamo imparare a conviverci». Che sembra un’ammissione del timore di una nuova ondata dopo l’estate. Un timore in parte motivato anche dai numeri, in aumento esponenziale: 127 i
la richiesta
Baldin del M5S «Screening non solo a docenti e bidelli» «Stupisce la mancanza di coordinamento e la poca chiarezza sul fronte dei test rapidi per il personale della scuola, soprattutto i litigiosi distinguo tra le associazioni di categoria dei medici su come e dove effettuare la campagna di controllo.» Lo dice in una nota Erika Baldin (M5S), che prosegue: «Vabbè che siamo lontani dalla Toscana, che è già partita a tutto gas, con tanto di app dedicata, ma vedere il motore della macchina sanitaria regionale che batte in testa lascia intravedere qualche crepa nel sistema che va riparata per la riapertura di settembre». «Con il test per il personale scolastico che tiene banco – aggiunge la politica veneziana – ci chiediamo perché non sia stato messo in piedi un simile screening su altre categorie a stretto contatto con i cittadini e che, come gli addetti dei supermercati e dei negozi che vendevano generi di prima necessità, hanno vissuto tutto il lockdown in prima linea».
Investimenti immateriali per rilanciare lo sviluppo
P
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PAOLO GURISATTI
IL COMMENTO
er tre quarti di secolo gli italiani hanno investito sul mattone, su macchine utensili e mezzi di trasporto. Cose concrete. Hanno costruito paesi nuovi a fianco di vecchi borghi di sasso. Hanno investito sulle seconde case, a guisa di chalet in montagna, di dammuso sulle coste rocciose del Mezzogiorno, di condominio lungo le spiagge adriatiche. Hanno asfaltato strade collinari, sviluppato la rete autostradale e perfino cambiato
nuovi casi registrati ieri, con un totale di 2.049 positivi. «Oltre un terzo dei nuovi contagi (49, ndr) si conta nel Trevigiano, dove però ci sono delle aziende con contaminazioni interne» prosegue Palù, smentendo in realtà il timore di ritorno prepotente del Covid in autunno. «Il virus di oggi è molto meno virulento rispetto a quello della primavera, pur non avendo motivi di dire che sia cambiato. In inverno, con temperature più fredde e immunità minori, i droplet che ora emettiamo tossendo, starnutendo e parlando a voce alta, che ora misurano in almeno 4 micron, si ridurranno a particelle inferiori a un micron. È facile che si diffonderanno a minore distanza. Dobbiamo tenerlo presente e rimanere in guardia, ma senza allarmismi». Un ruolo centrale, sostiene Zaia, è costituito dai tamponi: «Ne abbiamo fatti 1,4 milioni, siamo i leader a livello mondiale. Se fai i tamponi, i positivi li trovi. Siamo pronti a schierare l'artiglieria pesante, in caso di bisogno». «Ma i tamponi sono diagnosi, non terapia. Vanno fatti in maniera selezionata - non ai soli sintomatici -, non a tutta la popolazione. Per prevenire e bloccare» aggiunge Palù. —
verso alle ferrovie: da servizio di integrazione e diffusione dello sviluppo, a infrastruttura metropolitana, funzionale al ruolo trainante di alcune grandi città del Centro-Nord. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, ma non basta. Oggi bisogna rinnovare la base produttiva e trovare nuove riserve di valore, che non siano mattoni di scarsa qualità e titoli tossici. Per tre quarti di secolo industria e turismo sono stati due motori potenti, che hanno gui-
dato il Paese, sia nei distretti, che nei luoghi di vacanza. E hanno trascinato il settore immobiliare e delle costruzioni. È sbagliato pensare che quest’ultimo possa oggi diventare un motore autonomo della ripresa e dello sviluppo futuro. Certo, c’è ancora molto da fare in termini materiali e infrastrutturali. La manutenzione del territorio e soprattutto la riconversione energetica degli edifici sono passaggi obbligati. Così come il tunnel sotto lo Stretto di Messina o la di-
stribuzione della banda larga. Tuttavia appare chiaro che il modello di sviluppo futuro ha bisogno di altri investimenti, soprattutto immateriali, che integrino e diano forza al patrimonio di competenze tecniche e di servizio accumulate finora. E non si tratta neppure di spostare la nostra economia verso il mercato mobiliare o le piattaforme digitali. Su questo tipo di “immateriale” sono più forti altri. Noi italiani dobbiamo imparare a investire sui beni che ac-
crescono la reputazione e l’attrattività del nostro patrimonio cognitivo. Che è industria e turismo, in primo luogo, ma anche stile di vita, relazioni di lavoro, servizi a elevato valore aggiunto, per le filiere globali. La Moda, ad esempio, è un bene immateriale “italiano” senza il quale non solo una parte del sistema produttivo, ma anche buona parte del patrimonio immobiliare di Firenze e Milano, non avrebbe alcun valore. Slow Food è un al-
tro esempio, senza il quale la nostra bio-diversità territoriale, oltre che alimentare, varrebbe molto meno. Come si fa? Come si piega il Next Generation Fund a questo obiettivo? Non con lo statalismo, il moralismo sui 600 euro e il populismo del “prima noi anche se non sappiamo niente”. Si fa con una società civile che esce dal rancore e dall’ambizione signorile e punta sui cervelli, investe sui figli e sulle università eccellenti, sugli Its (Istituti tecnici superiori) e sulle botteghe dell’arte che danno colore e sapore alle nostre industrie.— © RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 23 Agosto 2020
La Voce
.PRIMO PIANO POLESINE
5
I COMMENTI Corazzari: “Fiducia in Zaia”. Azzalin: “Azioni forti”. Crivellari: “Competenza”
La sfida dei big: “Ecco perché corro” Derby Trombini-Mantovan: “Speriamo di fare un seggio”. Bimbatti: “Il centrodestra siamo noi” ROVIGO - Fin qui le schermaglie. Ora si fa sul serio: con il deposito formale delle liste, inizia la campagna elettorale. E al voto per le Regionali, adesso, mancano soltanto quattro settimane. Ventotto giorni esatti. A scaldare i motori in vista della sfida elettorale è l’assessore uscente Cristiano Corazzari, che guiderà la lista della Lega in Polesine. “Sarà una importante occasione anche per noi polesani per confermare la fiducia al governatore Zaia e alla sua squadra, di cui ho avuto l’onore di far parte in questi cinque anni - le sue parole come assessore uscente mi candido con grande umiltà ma anche con orgoglio e determinazione, per continuare a dare forza e rappresentanza al Polesine in Veneto. In questi anni ho messo cuore ed impegno al servizio del nostro Polesine, oggi mi propongo per continuare il lavoro in una grande squadra”. Sotto le insegne della Lega, corre anche il consigliere comunale di Rovigo Riccardo Ruggero. “Ho deciso di accettare questa grande opportunità per dare voce alla categoria che più sta pagando questa grave crisi: i giovani le sue parole - il Polesine è una terra magnifica e se me ne darete la possibilità cercherò di portare la voce di tutti i polesani, non solo dei giovani, in Regione per portare sviluppo e investimenti che ci possano permettere di crescere”. Il suo collega di consiglio comunale Michele Aretusini, invece, è candidato con la lista Zaia presidente: “La priorità, in questo momento non facile per la nostra regione, è chiara - dice - confermare alla guida Luca Zaia, che, di fronte a una emergenza straordinaria, ha saputo affrontarla come nessun altro in Italia. Che si arrivi a questo risultato lavorando nell’una o nell’altra delle liste che lo sostengono, poco conta. La mia ambizione non è una poltrona, perché, per fortuna, non vivo di politica. La mia ambizione, al contrario, è potere continuare, nel quotidiano, a fare la politica in cui credo e lavorare per il bene del mio Polesine, che amo profondamente”. Da casa Pd, Graziano Azzalin insegue il terzo mandato.
Luca Zaia
Lega
Cristiano Corazzari Laura Cestari Pako Massaro Lisa Schibuola Riccardo Ruggero
Zaia presidente
Simona Bisaglia Graziano Marcomini Monica Giordani Michele Zanghierato Anna Maria Rinolfi
Giulio Barbieri Cristina Folchini Daniele Ceccarello Valeria Mantovan Marco Trombini
Forza Italia Andrea Bimbatti Sara Biasioli Giorgio Crepaldi Laila Marangoni Antonio Laruccia
Lista veneta autonomia Michele Aretusini Nina Burduja Wander Furlan Alessandra Piombo Lothar Zamana
Arturo Lorenzoni
Partito democratico Graziano Azzalin Gessica Ferrari Diego Crivellari Marialaura Tessarin Lorenzo Murciano
Il Veneto che vogliamo Enrica Muraro Enrico Bonato Arianna Pozzato Aldo D’Achille Sara Quaglia
n Pizzoli “Impensabile lasciare subito il mio Comune” “I prossimi mesi - dice - saranno difficilissimi, serviranno azioni forti e servirà una voce altrettanto forte per far sì che la Regione tenga in debita considerazione le esi-
Fratelli d’Italia
genze dei polesani. La vera sfida - per Azzalin - è quella di guidare una ripartenza economica e sociale con nuove modalità di vita in sicurezza, gestendo i problemi econo-
mici vecchi e nuovi rilanciando così il Polesine. Servono investimenti, non elemosine”. Sempre sotto le insegne del Pd corre Diego Crivellari.
+Veneto in Europa Volt Maria Trombetta Davide Zurlo Luisa Maria Nastase Giorgio Pasetto Anna Lisa Nalin
“E’ possibile costruire, tutti insieme, un Veneto più forte e aperto: un Veneto migliore. Una comunità, un territorio di donne e uomini, in cui l’economia e il lavoro rappresentino una possibilità concreta per tutte e per tutti e siano, finalmente, sinonimo di coesione sociale, solidarietà, legalità, rispetto per l’ambiente e per le persone. Mi impegno per rappresentare il Polesine a Venezia con la passione, la competenza e l’entusiasmo che mi hanno sempre accompagnato”. Tornando a centrodestra, Andrea Bimbatti terrà alta la bandiera di Forza Italia. “Corriamo come forza integrante del centrodestra. Facciamo questa corsa per dimostrare che Fi è presente ancora sia in Polesine che in Veneto: siamo una parte insostituibile del centrodestra. Il mio impegno sarà quello di mantenere la luce accesa su questo territorio, non solo in campagna elettorale ma per cinque anni e oltre”.
Europa Verde Cristina Guarda Francesco Gennaro Roberta Bononi Fausto Tosato
In casa Fdi, attacco a due punte con Marco Trombini e Valeria Mantovan. “Il 21 settembre compirò 52 anni, spero di farmi un bel regalo”, scherza l’ex presidente della Provincia. Poi si fa serio: “Io sono un ottimista per natura - dice - ma quelli che ci aspettano saranno anni duri. E non possiamo permetterci di farci rappresentare, come Polesine, da qualcuno messo lì per caso. Serve una persona che porti con sé entusiasmo e voglia di fare, ma anche esperienza. In 15 anni da sindaco e quattro da presidente della Provincia penso di aver acquisito una conoscenza che non è certo da tutti”. “Sono sicura che Fdi farà un ottimo risultato - le parole di Valeria Mantovan - mi auguro che la nostra provincia possa esprimere un consigliere regionale di Fdi, per portare avanti le istanze dei polesani, spesso considerati gli ultimi del Veneto. Questa cosa deve cambiare: come
Sanca Veneta
Giovanni Masarà Antonella Muzzolon Matteo Visonà Dalla Pozza
provincia abbiamo un enorme potenziale, dobbiamo soltanto cominciare a crederci”, Nella civica di Lorenzoni, Il Veneto che vogliamo, corre il sindaco di San Bellino Aldo D’Achille. “Mi rivolgo a chi crede che cambiare sia possibile e che una nuova politica dei fatti sia attuabile - dice lavoriamo per un Polesine ancorato alle proprie radici ma nello stesso tempo connesso con il presente ed il futuro”. Infine, si è schierato per Zaia ma non è inserito in nessuna lista il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli, che pure ieri ha svelato di aver ricevuto proposte per una candidatura. “Dopo solo due anni di mandato da sindaco - ha scritto sui social - è impensabile abbandonare un lavoro appena iniziato e che voglio portare a termine, per il mio paese ma anche per il Polesine”. Ma. Ran. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Domenica 23 Agosto 2020
La Voce
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PRIMO PIANO POLESINE ELEZIONI REGIONALI Depositate le liste per la consultazione di domenica 20 e lunedì 21 settembre
Sono otto gli sfidanti di Luca Zaia Chiamati alle urne 198mila polesani. Voto disgiunto e preferenze: ecco come funziona Otto pretendenti alla poltrona di Luca Zaia, oltre ad altri due “sub judice”. Il governatore più amato d’Italia (almeno stando alle periodiche rilevazioni degli istituti demoscopici) dovrà affrontare una sfida da record: saranno - con tutta probabilità addirittura otto gli sfidanti che dovrà affrontare nelle elezioni regionali di domenica 20 e lunedì 21 settembre prossimi, se vorrà confermarsi - per il terzo mandato - alla guida del Veneto. Insomma: i numeri bulgari del gradimento di Zaia (fissato al 77% da un’indagine di Winpoll per Scenari politici, a fine luglio) non hanno scoraggiato la corsa degli aspiranti presidente della Regione. E così, oltre a Zaia, sulla scheda elettorale ci saranno i nomi di Arturo Lorenzoni (candidato del centrosinistra), e quelli - in ordine alfabetico - della polesana Patrizia Bartelle (Veneto ecologia solidarietà), Paolo Bevegnù (Solidarietà ambiente lavoro), Enrico Cappelletti (M5s), Paolo Girotto (Movimento V3), Antonio Guadagnini (Partito dei Veneti), Simonetta Rubinato (Veneto per le autonomie) e Daniela Sbrollini (la cui civica è sostenuta da Italia Viva, Psi e Pri). In Polesine, sono 17 le liste collegate ai “fantastici nove”. Bocciate, invece, le candidature di Ivano Spano (Indipendenza Noi Veneto) e Loris Palmerini (Venetie per l’autogoverno): nei prossimi giorni sarà ufficiale la loro esclusione dalla corsa alla presidenza. In Polesine saranno circa 198mila gli aventi diritto al voto: i numeri ufficiali saranno comunicati a breve dalla prefettura. Si voterà domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e il giorno dopo, lunedì 21, dalle 7 alle 15. Contestualmente, si voterà anche per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e per le elezioni comunali: in Polesine, interessato soltanto il Comune di Villadose, che dovrà scegliere il proprio nuovo sindaco. Per quanto riguarda le elezioni
Depositate le liste Sono nove i candidati alla presidenza del Veneto: 17 le liste collegate ammesse in provincia di Rovigo regionali, la scheda sarà di colore verde. I veneti, oltre al presidente, eleggeranno anche 50 consiglieri regionali: 49 più, di diritto, il candidato presidente che si piazzerà al secondo posto. Due i seggi attribuiti alla provincia di Rovigo dove, però, sono 74 i candidati. Alle liste collegate al presidente eletto saranno attribuiti 27 seggi qualora la coalizione dovesse restare sotto il 40% dei consensi; che diventeranno 29 al superamento di tale soglia. Sopra il 60% dei voti, invece, scatterà un ulteriore seggio ogni due punti percentuali. In questo caso, di conseguenza, si ridurranno i seggi dell’opposizione. Sulle schede, gli elettori troveranno i nomi dei candidati presidenti e i loghi delle liste colle-
gate. Inoltre, due righe per le relative preferenze: dunque, sulla scheda non saranno stampati i nomi dei candidati consiglieri. Si può votare soltanto il candidato presidente, e in questo caso il voto sarà esteso anche alla coalizione; il candidato presidente e una lista ad esso collegata; soltanto una lista, e in questo caso il voto sarà esteso anche al candidato presidente collegato. Ammesso anche il voto disgiunto: tracciando la “x” sul candidato presidente e su una qualunque delle altre liste, anche di un’altra coalizione. Due le preferenze ammissibili, tra i candidati della lista prescelta: per essere valide, però, devono essere di sesso opposto, ovvero un uomo e una donna.
LA CURIOSITA’ Contro il virus
Niente termometro all’ingresso ai seggi solo con la mascherina Niente misurazione della febbre all’ingresso dei seggi, ma obbligo di indossare la mascherina, esteso anche ai componenti dei seggi stessi. Sono le direttive per lo svolgimento in sicurezza delle elezioni regionali. In particolare, il protocollo emanato dai ministeri dell’interno e della salute prevede che “nel corso delle operazioni di voto, siano anche previste periodiche operazioni di pulizia dei locali e disinfezione delle superfici di contatto, compresi tavoli, cabi-
ne elettorali e servizi igienici. E’ necessario, inoltre, rendere disponibili prodotti igienizzanti”. Per quanto riguarda l’accesso dei votanti, “è rimessa alla responsabilità di ciascun elettore”. Dunque, niente misurazione della febbre. Nei seggi che prevedono più sezioni elettorali, al fine di evitare la formazione di assembramenti, si ribadisce “l’opportunità di prevedere aree di attesa all’esterno”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL PRECEDENTE Nel 2015 governatore sotto il 50% e Pd primo partito
Eletto con un voto ogni due
Domenica 20 e lunedì 21 settembre le elezioni regionali
Cinque anni fa, Luca Zaia raccolse un voto ogni due. Ma in provincia di Rovigo il governatore restò sotto la quota “psicologica” del 50% dei consensi. In Polesine, infatti, Zaia alle elezioni regionali del 31 maggio 2015 conquistò “soltanto” il 45,2% dei consensi, pari a 50.547 voti su 111.590 votanti. Peggio andò soltanto in provincia di Verona, dove però pativa la concorrenza diretta di Flavio Tosi: nella provincia scaligera, Zaia si “fermò” al 37,6%, dando comunque oltre 10 punti percentuali di scarto all’ex sindaco di Verona.
Erano soltanto sei i candidati presidenti della Regione Veneto alle elezioni di cinque anni fa: in questa tornata hanno rischiato di essere quasi il doppio. Undici gli aspiranti candidati; nove quelli ammessi. Restando al 2015, in Polesine alle spalle di Zaia si piazzò la candidata del centrosinistra Alessandra Moretti con il 28,8% dei voti (32.197, oltre 18mila in meno di Zaia); terzo il grillino Jacopo Berti (12%), quindi Flavio Tosi alla testa di una coalizione centrista (11,3%), l’indipendentista Alesso Morosin (1,5%) e il candidato della sinistra-
sinistra Laura Di Lucia Coletti (1%). A livello di liste, il Pd si affermò come primo partito, con il 23,4% dei voti. A centrodestra, la Lega conquistò il 18,4% dei consensi, davanti alla lista Zaia, al 14,4%. Ai piedi del podio il M5s, con il 10,7% dei consensi in Polesine. Sotto le due cifre Forza Italia con l’8,5% e la lista Tosi con il 5,4%. Ma il quadro politico, allora, era totalmente diverso. Tra quattro settimane, nelle urne, con tutta probabilità, sarà davvero tutta un’altra storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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.ADRIA
...Domenica 23 Agosto 2020
La Voce
PROTEZIONE CIVILE La proposta: “Migliorare il loro coordinamento a livello regionale”
“Volontari, un patrimonio unico” Nel pieno dell’emergenza coronavirus, ma anche in caso di maltempo, sono fondamentali ADRIA – “E’ necessario rendere efficace la rete di Protezione civile nel Veneto”. Lo dice il consigliere comunale Enrico Bonato, con delega alla Protezione civile. “In questo periodo di emergenza Covid e delle situazioni di disagio provocate dal maltempo prosegue Bonato - il lavoro svolto dai volontari di Protezione civile è risultato di fondamentale importanza per garantire la sicurezza della collettività”. “Questo mi ha consentito di osservare - prosegue Bonato - come consigliere comunale con delega alla Protezione civile, che dietro al lavoro di queste persone straordinarie c’è tutta una struttura complessa che, per funzionare velocemente ed in modo coordinato, deve necessariamente essere migliorata a livello regionale”. “Ritengo sia fondamentale la creazione di un sistema strutturato Regionale per garantire un’adeguata, aggiornata, costante ed obbligatoria formazione di sindaci ed amministratori con delega affinché questi sappiano: applicare correttamente il piano comunitario di Protezione civile, gestire le emergenze in maniera ottima-
Al fianco del cittadino La Protezione civile le e pianificare le attività di prevenzione. Il fatto che oggi , l’attuale organizzazione di coordinamento e gestione delle emergenze non sia effica-
ce, è inaccettabile considerata la responsabilità, l’importanza, la complessità e la delicatezza nel prendere determinate decisioni; formazione
analoga deve essere garantita per il personale comunale che può essere coinvolto nel Centro operativo comunale”. “Altrettanto importante prosegue l’analisi del consigliere comunale - è la costituzione di un’efficace ‘Rete di Protezione civile’ tra Comuni, di cui la Regione, con uffici dedicati e competenti, deve essere il fulcro. In questo modo il Comune che dovrà redigere o aggiornare un Piano di Protezione civile potrà contare su un supporto tecnico: i Comuni che devono affrontare tutta una serie di adempimenti amministrativi e istanze per riconoscere danni ai cittadini hanno bisogno di un’assistenza che consenta loro di ottenere risultati in tempi brevi. La velocità di risposta diventerà un aspetto prioritario all’interno di un contesto che, anno dopo anno, vede intensificarsi eventi metereologici intensi”. “Un miglioramento organizzativo - conclude l’analisi del consigliere comunale - del sistema garantirebbe sia maggior tutela dei volontari e sia una maggior efficienza nel rispondere alle emergenze e dei bisogni della comunità”.
ZOOPROFILATTICO
“Stanno smantellando una nostra eccellenza” ADRIA - “L’Istituto zooprofilattico di Adria sta venendo lentamente smantellato, con conseguenze pesanti per il settore ittico polesano: non possono volerci cinque giorni per analizzare i campioni di cozze. Già due anni fa avevo posto il problema, ricevendo rassicurazioni che alla prova dei fatti si sono dimostrate false. Adesso la Regione rispetti le promesse, le risorse non mancano”. Graziano Azzalin, consigliere del Partito Democratico e candidato alle Regionali, torna a lanciare l’allarme sul futuro dell’Istituto bassopolesano e i rischi per il comparto della mitilicoltura, collegati ad un ulteriore depotenziamento. “La Giunta leghista si era impegnata a fornire un macchinario che in 24 ore desse l’esito delle analisi, ma non è mai arrivato - prosegue la segnalazione di Azzalin - Le procedure attuali sono davvero troppo lente: i campioni per la ricerca di biotossine raccolti dall’Ulss 5 vengono inviati a Legnaro e l’iter richiede in media cinque giorni. Perché non si può fare tutto ad Adria, investendo su quello che è un punto di riferimento per l’intera costiera? È come se i laboratori biochimici che effettuano le analisi sul Prosecco nel Trevigiano fossero spostati a Chioggia: una scelta totalmente illogica e autolesionista. Stiamo assistendo a un progressivo smantellamento in nome di una presunta razionalità, con l’eliminazione dei laboratori di ittipatologia e trasferimento di personale. Razionalità dovrebbe far rima con efficienza, mentre qua siamo di fronte alla volontà politica di danneggiare un territorio. Chissà cosa ne pensa l’assessore Corazzari, magari non l’hanno ancora avvertito”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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CASO COIMPO Per capire cosa sia rimasto nelle varie vasche
Partono le analisi dei fanghi
I carabinieri forestali nell’ex Coimpo a Ca’ Emo
ADRIA - “Il comune di Adria, con la domanda presentata in Regione Veneto per la messa in sicurezza del sito Coimpo, è arrivato terzo nella graduatoria del bando a sostegno di opere di progettazione, caratterizzazione delle attività di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati. In pratica, questo significa che la regione Veneto ha finanziato l'80 % del progetto complessivo di 583mila 755,36euro, il rimanente 20% è a carico del Comune”: Sono le parole del sindaco Omar Barbierato, che conferma quanto anticipato da La Voce di Rovigo nei giorni scorsi.
“Si tratta di un risultato importante, il finanziamento pubblico - prosegue Barbierato - che va dedicato in primis alle quattro persone che sono morte tragicamente il 22 settembre di 6 anni fa e a tutti quei cittadini di Ca’ Emo che in questi anni hanno lottato contro un nemico, che per alcuni era considerato invisibile e invincibile. Aver vinto il bando ci consentirà di capire cosa ci sia esattamente dentro alle vasche della Coimpo e quindi procedere alla messa in sicurezza ambientale. Il contributo concesso dalla Regione è a fondo perduto per l’80 % a rendicontazione - spiega Barbierato - Se l’ammi-
nistrazione civica non si fosse impegnata a concorrere per il rimanente 20% si sarebbe perso tutto. Un’azione che è figlia delle linee programmatiche che la giunta civica sta portando avanti da due anni a questa parte. Operazioni che hanno un chiaro messaggio ambientalista, attuate per preservare la salute della collettività, creare lavoro ed economia in maniera sana per tutti, che tradotto significa attenzione alla sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro e al valore della vita”. B. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TERZA ETA’ La proposta: destinare a questa funzione l’ex sede della polizia in piazza Garibaldi
“Il co housing come soluzione per gli anziani” ADRIA - “Il candidato Presidente M5S alla Regione Veneto Enrico Cappelletti e la candidata consigliere regionale Elena Suman, nel prendere atto che l'Italia risulta essere il Paese europeo con la spesa dedicata alle persone anziane più alta, e che in futuro si renderà necessario pensare ad un nuovo modo di offrire servizi ed assistenza agli over 65, in quanto è presumibile una contrazione delle risorse destinate agli anziani, sulla scia dell’esperienza ormai consolidata di diversi altri Paesi esteri, nonché di molte città italiane (vedi Verona, Treviso, Trento, Tori-
no, Modena e altre), hanno tra le proprie proposte elettorali un tema a loro molto caro, cioè l’alternativa alle Rsa – Residenze Sanitarie Assistenziali”. Lo spiega la nota stampa. “Le Rsa - prosegue - seppur indispensabili in quanto la popolazione anziana in Italia è in costante aumento, appartengono ad un modello sociale che, per vari motivi, risulta essere penalizzante soprattutto per quegli anziani, ancora autosufficienti ma con difficoltà ad abitare da soli, non solo per un fatto economico, ma anche e soprattutto per paura del-
la solitudine. Il co-housing terza età permette agli anziani soli, che non possono contare sull'assistenza dei figli e con poca capacità reddituale, di sperimentare un modello di vivere comunitario, dove gli spazi privati rimangono protetti dalla privacy, ma vengono completati e valorizzati dall’accesso ad attrezzature e strutture comuni come, per esempio, il giardino, la cucina, la lavanderia. Questo tipo di convivenza, alternativa alla classica casa di riposo, favorisce il mantenimento dell’autonomia dell’anziano e l’inclusione sociale dello
stesso, gli permette di risparmiare sulle spese, anche rispetto alla Rsa, e di mantenere una vita di relazione insieme ad altri anziani attivi completamente autonomi che mettono a disposizione reciprocamente il proprio tempo e la propria esperienza per affrontare le cose di tutti i giorni. Il co-housing, nelle sue varie forme, permette all'anziano di risparmiare sul canone mensile d'affitto, ma soprattutto riduce i costi degli interventi assistenziali, sia sociali che sanitarihousing. “Per esempio - prosegue la nota dando nuova vita ad immobili di
proprietà pubblica non più in uso, soggetti al degrado del tempo, come quelli di proprietà demaniale o degli enti locali. Un esempio tra tutti potrebbe essere il riutilizzo, previa recupero ed adeguamento funzionale, dell'ex sede della Polizia di Stato sita in Piazza Garibaldi di Adria. Il menzionato immobile, inserito dall’amministrazione tra i beni alienabili, potrebbe ritrovare nuova vita in pieno centro storico per essere trasformato in una residenza per anziani autosufficienti”. B. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ATTUALITÀ
DOMENICA 23 AGOSTO 2020 MESSAGGERO VENETO
LE IDEE
LA SANITÀ DEL TERRITORIO CON L’AIUTO DELL’UNIVERSITÀ
LA POLITICA SI OCCUPI DEI MIGRANTI SENZA SLOGAN
PAOLO PISCHIUTTI LODOVICO SONEGO
A
lcuni giorni fa è stato pubblicato un articolo firmato dal collega e amico Amato De Monte dal titolo “Rivedere il modello della nostra sanità” sul cui contenuto sono assolutamente d’accordo ma che, correttamente, affronta la questione solo dal punto di vista delle terapie intensive e dell’ospedale. Io vorrei portare un contributo per l’altro settore della sanità pubblica che l’epidemia in corso ha dimostrato essere importante quale quello ospedaliero: la sanità del territorio. Intendo con questo termine quel complesso di funzioni e operatori che vanno dal medico di medicina generale al dipartimento di prevenzione. Quanto siano stati importanti in questa pandemia lo sanno certamente tutti coloro che sono venuti a contatto perché positivi al tampone, perché contatti di un caso positivo, perché avevano bisogno di informazioni, perché in questi giorni sono rientrati dalle vacanze e devono fare il tampone, e via dicendo. È questa la sanità pubblica cui credo vada ascritto buona parte del merito di aver frenato l’avanzata del virus nella nostra Regione, come invece non è accaduto ad esempio in Lombardia. Nella prima fase della pandemia i clinici ospedalieri sono stati fondamentali (definiti eroi o angeli giustamente), le terapie intensive indispensabili, ma nel frattempo il territorio si è organizzato, con i tamponi, i monitoraggi delle quarantene e degli isolamenti, la traduzione sul territorio delle molte linee guida, gli innumerevoli indirizzi di comportamento che il Governo, l’Istituto Superiore di Sanità, la Regione, hanno emanato in quel periodo. Ora che gli ospedali, le terapie intensive si sono svuotati, che i clinici ci dicono che “non vedono” più il virus e gli effetti da questi provocati, di nuovo la parte importante è giocata dalla sanità pubblica territoriale, con il tracciamento dei contatti, l’effettuazione dei tamponi e degli esami sierologici per “scoprire” i positivi e limitare i contagi. Poi quando ci sarà il vaccino saranno ancora loro, gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, i medici di medicina generale a organizzare le campagne vaccinali, chiamare le persone, vaccinarle e seguirle nel tempo. Molto poco conosciuta fino a poco tempo fa (spesso mi son sentito chiedere: “in che ospedale lavori?” come se fare il medico equivalesse a lavorare in ospedale) ora la sanità
pubblica territoriale è stata riconosciuta come componente fondamentale dell’intero sistema sanitario nazionale e locale. Riallacciandomi al discorso di De Monte, e ampliando il tema della revisione del modello della sanità pubblica oltre che all’ospedale anche al territorio, è chiaro che gli interventi devono essere diversi tra i due contesti. Nel territorio non si parla, se non per alcune categorie distinte di assistiti, di posti letto o di attrezzature avveniristiche e costose, di strumenti complessi, monitor, pompe, respiratori artificiali: la risorsa che nella sanità territoriale, in assoluto, rappresenta la quota maggiore, più importante, necessaria, è la risorsa umana, le persone, gli operatori. I costi, quantificati ad esempio ogni anno nelle discussioni e negoziazioni dei budget dei Dipartimenti di Prevenzione, sono per larghissima parte relativi a costi del personale e solo la residua parte è costituita da attrezzature, informatizzazione, automezzi ecc. È evidente allora come non sia la stessa cosa parlare di acquisizioni di costosi macchinari e terapie quali ad esempio risonanze magnetiche, Pet, terapia protonica, nuovi farmaci oncologici, o parlare di assunzioni di personale. Per gli operatori è indispensabile una adeguata formazione, generalista e iniziale, nelle università, specifica e continua a seconda del contesto operativo, durante tutto il percorso lavorativo. Ambedue gli ambiti sono da rivedere, perché l’Università, come scrive De Monte, deve «... rispondere adeguatamente alle esigenze imposte da questi cambiamenti radicali della domanda di salute» ma anche, assieme alle altre istituzioni, aziende sanitarie in primis, rivedere i percorsi formativi inquadrati nell’Ecm (Educazione continua in medicina) affinchè questi non siano solo la caccia ai punti necessari per mantenere la qualifica. Nella nostra Regione, in tema di operatori della prevenzione, c’è ancora qualcosa di molto importante che si può fare per aumentare la disponibilità di operatori qualificati: l’istituzione del corso di laurea in assistente sanitario. Attualmente infatti per questa figura fondamentale nelle attività di prevenzione, la sede universitaria più vicina è Conegliano (Università di Padova), e ciò costituisce un problema non irrilevante. Infatti per molti giovani corregionali, complice la scarsa conoscenza delle opportunità lavorative che questo corso rappresenta e la difficoltà, anche
economica, di frequentare sedi universitarie più lontane, questa scelta formativa non è considerata. E così la maggioranza degli assistenti sanitari assunti nelle nostre aziende sanitarie proviene dal Veneto o da altre regioni. Avviene così che dopo un periodo di tempo, che va da alcuni mesi a qualche anno, questi operatori desiderino giustamente avvicinarsi a casa, lasciando così le già scarse risorse dei dipartimenti di prevenzione in forte difficoltà, soprattutto in momenti critici come questo. E ciò avviene dopo un lungo e non facile percorso formativo di introduzione al contesto lavorativo in cui hanno operato (lavorare in Carnia ad esempio non è come farlo a Padova, Milano, Napoli o in Sicilia) ed è frustrante quando questo ricambio di personale è frequente come sta avvenendo. Spesso tra l’altro si assiste a una vera e propria lotta per contendersi gli operatori, con Aziende Sanitarie che non concedono l’utilizzo delle graduatorie concorsuali. L’istituzione del corso di laurea nella nostra Università rappresenterebbe quindi, oltre a una fonte di professionisti che molto probabilmente resterebbero a lavorare qui, uno sbocco professionale per i nostri giovani. So per certo, avendo lavorato in Direzione Salute, che vi sono le condizioni per instituirlo, sia di fabbisogno (il ministero della Salute aveva già dato il consenso) che strutturali ed economiche. Si tratta quindi di superare gli ultimi ostacoli, favorendo l’accordo tra le nostre Università e Padova. Un’ultima considerazione, generale ma che è facilmente contestualizzabile nella sanità pubblica territoriale: in piena emergenza molti, tra cui anch’io, pensavamo che il momento che stavamo vivendo ci avrebbe cambiato, che nulla sarebbe stato come prima, mentre la realtà quotidiana dimostra come ci sbagliavamo. Anche in sanità i massimi livelli ministeriali, quelli locali, opinionisti esperti, hanno detto e scritto che si deve cambiare, che l’organizzazione della sanità pubblica è da rivedere e adeguare anche finanziariamente. Spero che almeno questo cambiamento possa avvenire, che i rinforzi, come promesso, possano arrivare e che il sistema possa essere messo nelle condizioni di affrontare le future sfide, di cui molto probabilmente il Covid-19 è solo una prima avvisaglia. PAOLO PISCHIUTTI È EX DIRETTORE AREA PROMOZIONE SALUTE E PREVENZIONE DIREZIONE CENTRALE SALUTE REGIONE FVG
CALMA&GESSO
SE CI DIMENTICHIAMO DEL NOSTRO FUTURO
ENRICO GALIANO
I
mmaginate un universo parallelo. In questo universo parallelo, in Italia agli ultimi giorni di febbraio appare una misteriosa influenza che ha effetti molto più devastanti di quella normale, e soprattutto è molto più contagiosa. A causa di questa epidemia, che presto diventa una vera e propria pandemia, in Italia si decide di chiudere tutto: negozi, ristoranti e soprattutto scuo-
le. I ragazzi e le ragazze tutti a casa, da inizio marzo fino alla fine dell’anno scolastico, con conseguenti immani disagi per le famiglie, difficoltà per chi non ha i mezzi per seguire la didattica a distanza. Mi seguite? Bene, in questo universo parallelo, poiché ci si è resi conto ben presto che una scuola fatta così può provocare un danno incalcolabile sulla crescita non solo intellettuale ma anche fisica di un’intera generazione di studenti, una volta finita la chiusura si prende una decisione drastica: la scuola prima di tutto. Le discoteche restano chiuse, o comunque molto limitate negli ingressi; i luoghi di aggregazione vengo-
no fortemente controllati; si fa insomma di tutto per scongiurare il pericolo che a settembre non si ritorni in classe. Anche i viaggi all’estero vengono recisamente limitati e dirottati dove possibile sul territorio italiano, anche per dare una mano a un’economia già in evidente difficoltà (ovviamente punendo severamente tutti gli albergatori furbetti del prezzo rialzato in modo scandaloso “Eh, colpa della crisi”). Come forse saprete, questo è un esempio del tutto fuorviante, e dipinge un mondo alternativo distopico: l’Italia non è questa. Per tutti quelli che hanno posizione di potere in questo paese, la scuola arriva sem-
pre dopo. Ok forse non tutti: ma sempre troppi. Doveva essere la priorità assoluta: arrivare a settembre quasi a zero contagi. E invece? Invece abbiamo messo il problema della scuola fra i “ci penseremo”. Qualcosa ci inventeremo. Abbiamo messo prima le discoteche. Le feste. Biblioteche chiuse e Billionaire aperto. Ma che senso ha? Ha il senso che, evidentemente, i nostri ragazzi e le nostre ragazze arrivano sempre dopo. Il loro futuro arriva sempre dopo. Dimentichiamo solo un piccolo dettaglio: che quel futuro è anche il nostro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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iano piano, e ancora in modo insufficiente, il Friuli Venezia Giulia sta realizzando che l’arrivo di migranti afgani e pakistani non è un fenomeno naturale e spontaneo, come possono esserlo l’arrivo della primavera o un arcobaleno, ma l’esito di un’attività programmata e gestita da organizzazioni criminali internazionali dedite alla tratta di esseri umani. Realizzazione ancora incompleta a dire il vero, e soprattutto tardiva, poiché i dati delle prefetture dicono che il fenomeno di afgani e pakistani appare dal nulla già a partire dal 2014 quando l’arrivo complessivo degli stranieri con la cosiddetta rotta balcanica si impenna e si connota per la presenza quasi totalitaria delle due nazionalità e la netta prevalenza della seconda. Da qualche tempo sta assumendo consistenza anche l’arrivo di bengalesi, l’ex Pakistan orientale oggi Bangladesh. Nei prossimi giorni il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sarà in regione proprio per la rotta balcanica; la visita è benvenuta, non è abituale e rappresenta una risorsa da mettere a frutto con lo sforzo diffuso di evitare le opposte spinte propagandistiche che danneggiano tanto la causa del contrasto alle mafie internazionali del traffico degli esseri umani che dell’accoglienza di quegli stranieri che chiedono in Italia la protezione internazionale adducendo motivazioni attendibili. La visita del ministro ha fra gli altri lo scopo di allestire l’azione dello Stato per colpire le reti criminali della rotta balcanica, va detto che l’Italia dispone in quella regione di una presenza politica, diplomatica, economica, finanziaria, militare e di intelligence che è fra le più consistenti, se non la maggiore, fra quelle dell’Ue. Quell’insediamento va usato a tutela del nostro Paese e come aiuto agli stati ex jugoslavi nel loro cammino verso l’Europa. Siamo inoltre lo Stato europeo con la maggiore competenza in materia di contrasto alle mafie. Bisogna prendere atto di converso che il crimine organizzato nell’Europa del Sud Est è robusto e dotato di ramificazioni internazionali estese. La Macedonia del Nord è uno snodo intercontinentale degli stupefacenti che risalgono verso ogni angolo d’Europa, Serbia, Montenegro, Kosovo, Albania dispongono di organizzazioni criminali figlie delle rispettive storie nazionali ma da sempre proiettate fuori dai confini. La visita del Ministro dovrebbe dunque definire con gli esponenti del territorio le azioni locali per contrastare il crimine organizzato e assicurare l’accoglienza di chi chiede motivatamente l’asilo, al Ministro spetterà poi il compito di promuovere collegialmente una convincente azione internazionale dello Stato mettendo al lavoro tutte le risorse della Repubblica. Agli schieramenti della politica e della società civile è chiesto invece di mettere da parte la propaganda e collaborare facendo la grande fatica - tutta politica - di coniugare lotta alle mafie e l’accoglienza dei meritevoli. Ancora qualche riflessione sulle reti criminali della tratta di esseri umani. Bisogna riflettere anche sull’abnorme ingresso in Friuli Venezia Giulia di minori non accompagnati, il business della tratta umana risulta in questo caso ancor più odioso. Arrivano ragazzi scappati di casa - quanti? - ma anche giovani le cui famiglie sono state avvicinate dalle reti criminali e a cui in cambio di danaro si è promessa la scuola e la sanità gratuita dell’Italia, il lavoro e poi la permanenza in Europa. La materia è delicatissima per la particolare fragilità delle persone coinvolte eppure anche in questo caso, a maggior ragione per la fragilità, a nessuno è consentita cecità, reticenza o inerzia. Buon lavoro al ministro Lamorgese. LODOVICO SONEGO È STATO SENATORE DELLA REPUBBLICA