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30-AGO-2020 Estratto da pag. 31
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30-AGO-2020 Estratto da pag. 16
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10
Domenica 30 Agosto 2020 Corriere del Veneto
VI
Vicenza
NUMERI UTILI Comune Polstrada VigiliUrbani
vicenza@corriereveneto.it
0444221360 0444250811 0444545311
Questura Emergenzainfanzia GuardiaMedica OspedaleCivile
0444337511 114 0444567228 0444753111
AmbulanzaC.R.I. 0444514222 SOCCORSO ALPINO 0424463359 AltopianoAsiago RecoaroValdagno 330538683
Arsiero Schio
Bando periferie, dopo 3 anni realizzato il 30% dei progetti
330538680 330538681
FARMACIE CattaneoSnc
0444321124
Rosato presenta Sbrollini presidente e i candidati
Concluse sei delle opere finanziate con 17,7 milioni. La riqualificazione di via Torino e la bonifica dell’area ex Beltrame tra gli interventi da fare VICENZA Tre anni dopo, dei 18 progetti approvati ne sono stati completati (solo) 6. Tanto che nel cronoprogramma che suddivide per colorazioni il diverso stato di attuazione dei singoli interventi c’è persino una striscia che arriva fino al 2025, relativa al completamento dei servizi pubblici a chiamata nelle periferie della città. È questo il piano a più lungo termine tra quelli finanziati dal Bando periferie. Nessun timore se non ci si ricorda cos’è, visto che si tratta di un bando di finanziamento per «interventi di riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie» – da cui il nome – varato dal Governo quattro anni fa. Il platfond ammontava a 500 milioni che sono stati suddivisi tra Comuni e Città metropolitane che ne hanno fatto domanda, presentando specifici progetti. Vicenza è stata una delle prime città in Veneto a ottenere 17,7 milioni necessari a finanziare tutti i 18 progetti presentati, che rientrano in tre macro aree denominate «energie verdi» (parchi urbani), «energie grigie» (riqualificazione di aree produttive dismesse) e «reti» (itinerari ciclabili o di trasporto pubblico). La firma della convenzione tra Comune e Stato che ha fatto scattare il cronoprogramma è datata primavera 2017 e da allora il tasso di realizzazione delle opere si attesta attorno al 30%, con opere realizzate per meno di 2,5 milioni. Ogni sei mesi il Comune invia una relazione al Governo e nell’ultimo documento, risalente al 30 giugno scorso, sono soltanto sei gli interventi a fianco dei quali compare la scritta «lavori ultimati e collaudati»: si tratta della riqualificazione dell’ex-scuola elementare di Laghetto, diventata nuovo centro di quartiere con la sede di periferia della biblioteca
18
Sono i progetti presentati dal Comune e finanziati dal governo
Ex scuola Il nuovo centro di quartiere a Laghetto
Donati 12mila euro alla Fondazione
La Curva sud per il San Bortolo VICENZA Mascherine biancorosse della solidarietà. La Curva
Sud e il Centro Coordinamento Club Biancorossi hanno consegnato al presidente della Fondazione San Bortolo Onlus Franco Scanagatta e alla referente della fondazione per l’Usl 8 Ivana Gechelin un assegno di 12.035 euro, raccolti con le mascherine «Figli del Lane», vendute per dare una risposta concreta nell’emergenza Covid. «Grazie alla distribuzione delle mascherine e alla generosità dei nostri tifosi - spiegano dalla Curva Sud - abbiamo potuto destinarne una parte ai vigili del fuoco, al Comune e a Casa Betania, che aiuta mamme e bambini in difficoltà e con cui collaboriamo da diversi anni. Ora la donazione anche alla Fondazione San Bortolo. Il ringraziamento va alla città e alla provincia, perché la risposta è stata estremamente positiva, e a tutti coloro che, rispettando le norme, hanno contribuito alla riuscita dell’iniziativa». (l.n.)
La società «salva» il primo semestre dell’anno appuntamento con l’edizione settembrina di Vicenzaoro, ma è una novità. E non solo nel panorama fieristico cittadino o veneto, ma nazionale: va in scena dal 12 al 14 settembre, infatti, la prima fiera «ibrida», che prevede cioè un connubio tra la presenza fisica di operatori e visitatori negli stand fieristici e quella virtuale di altri espositori e visitatori connessi dal mondo su appositi spazi online, dove sono previsti anche incontri e approfondimenti. Tra meno di due settimane Vicenza ospita Voice (Vicenzaoro inte r n a t i o n a l c o m m u n i t y event), evento organizzato da Ieg (Italian exhibition group) per riaprire la stagione fieristica in tempo di emergenza sanitaria da Covid-19. La società porterà a Vicenza centinaia di aziende del settore – il
Che cos’è ● Il cosiddetto bando periferie è stato voluto dal governo 4 anni fa per finanziare «interventi di riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie». Il platfond ammontava a 500 milioni che sono stati suddivisi tra Comuni e Città metropolitane che ne hanno fatto domanda, presentando specifici progetti Vicenza, nel 2017, ha ottenuto 17,7 milioni per 18 progetti suddivisi in «energie verdi» (parchi urbani), «energie grigie» (riqualificazion e di aree produttive dismesse) e «reti» (itinerari ciclabili o di trasporto pubblico)
Italia Viva alle regionali «Alternativi anche alle forze di Lorenzoni» VICENZA Si definiscono alternativi non solo alle
forze di centrodestra, ma anche alla coalizione di centrosinistra che sostiene il candidato alla presidenza del Veneto Arturo Lorenzoni (Pd). E il motivo lo spiega il coordinatore nazionale di Italia Viva, Ettore Rosato: «La coalizione del Pd non rappresenta un’alternativa a Zaia (presidente del Veneto e ricandidato), perché è nata per esserci e basta, è destinata ad essere all’opposizione. Inoltre annovera tra le liste anche esponenti dei centri sociali che sono tra i più distanti politicamente dalle forze riformiste come la nostra». Rosato ieri ha fatto tappa a Vicenza per inaugurare la sede elettorale di Iv in piazza Erbe e per presentare la lista dei candidati vicentini alle prossime elezioni regionali del 20 e 21 settembre, che correranno a sostegno del candidato presidente – e parlamentare vicentina – Daniela Sbrollini. «Dove altri scappano noi ci mettiamo la faccia e vogliamo un Veneto che abbia ambizioni» afferma Rosato. I candidati si sono presentati uno a uno, tra giovani universitari, ex-sindacalisti, insegnanti ed amministratori locali. Tra questi anche la più giovane candidata di tutto il Veneto, ovvero Eleonora Berno, classe 2001 e campionessa nazionale categoria under 23 di scherma. «Una lista giovane per dare nuovo stimolo al Veneto» dichiara Sbrollini, che ieri ha richiamato anche il tema dell’autonomia regionale: «Voteremo tutte le proposte di autonomia che dovessero essere portate avanti e che porteranno maggiori servizi e meno tasse per i cittadini veneti». Infine, una chiosa sui riflessi del voto del mese prossimo in chiave cittadina: per il partito di Italia Viva, al momento prova di una rappresentanza in consiglio comunale a Vicenza, il voto rappresenta anche un test «in ottica 2023», ovvero quando è previsto il rinnovo del consiglio comunale cittadino. G.M.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Due settimane a Vicenzaoro intanto Ieg chiude in utile VICENZA Non è il tradizionale
Bertoliana, e dell’ex-colonia Bedin Aldighieri, oltre a quelle di viale Dalmazia a Campo Marzo e di via Monte Cengio; inoltre è strato tracciato il percorso dell’itinerario cicloturistico palladiano al parco Astichello e sono state messe in sicurezza idraulica via Odorico da Pordenone e strada dei Molini. Per tutti gli altri interventi, per oltre 14 milioni, la parola fine deve ancora arrivare. In stallo anche il primo progetto a partire, ovvero per la riqualificazione di via Firenze, via Torino e viale dell’Ippodromo: sono stati eseguiti solo i lavori su via Firenze, mentre sugli altri è in corso «la verifica dell’anomalia dell’offerta aggiudicatrice». E questo nonostante l’importo sia tra i più esigui: 216 mila euro. Altri sei interventi presentano invece ritardi sulla tabella di marcia e tra questi la bonifica delle aree exacciaierie Valbruna e Beltrame (4,7 milioni), a causa di «considerevoli rinvenimenti di materiale in parte contaminato», il progetto di bike-sharing (600 mila euro), che a causa del Covid dovrà essere di fatto ripensato «con una soluzione più snella e di più rapida attuazione» e il restauro delle ex-Serre Cunico a parco Querini (un milione), anche questo causa-Covid. Infine, la relazione del Comune evidenzia alcune «criticità» sull’intervento relativo all’itinerario cicloturistico tra Caldogno e l’area nord del capoluogo, lungo l’asta del Bacchiglione (1,8 milioni): i lavori intersecano l’intervento di rialzo arginale da parte del Genio civile per la creazione del bacino di laminazione di viale Diaz e dunque soltanto dopo scatterà l’affidamento dei lavori per il percorso ciclopedonale. Gian Maria Collicelli
mese scorso erano già 300 le realtà aderenti – con l’obiettivo di riunire i comparti gioielleria e oreficeria e «rilanciare l’attività economica e l’export dopo lo stop provocato dalla pandemia». Il Covid infatti ha inciso in modo pesante sui conti di tutte le aziende fieristiche in Ita-
lia, Ieg compresa, che nei primi sei mesi dell’anno ha registrato un calo dei ricavi del 38,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ciò nonostante, la semestrale approvata nei giorni scorsi dal consiglio di amministrazione della società riminese ha registrato anche dei segni più: in particola-
Flash mob davanti al teatro in favore delle forze dell’ordine re «un risultato netto di pertinenza degli azionisti della capogruppo – fa sapere Ieg – pari 9,8 milioni, in aumento del 1,2% rispetto allo scorso anno anche grazie a proventi finanziari non ricorrente di 9,3 milioni, rispetto ai 9,7 milioni dei primi sei mesi del 2019». Uno degli ultimi eventi fieristici che la società ha potuto organizzare è stata l’edizione invernale di Vicenzaoro, lo scorso gennaio. Ora si riparte proprio da Vicenza, che sarà all’insegna del protocollo «Safebusiness» messo a punto da Ieg: una sorta di «linee guida« con cinquanta indicazioni operative che vanno, tra le altre cose, dalla sanificazioni di spazi, navette, hotel, trasporti ai termoscanner, dall’obbligo di mascherina a convenzioni con società di bike sharing, ingressi multipli, prenotazioni online rafforzate, coperture monouso, segnaletica di distanziamento e guardaroba a ciclo automatico. Per info: www.iegexpo.it. G.M.C. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Settembre apre Voice, la fiera dell’oro che sarà in parte virtuale
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Per cento. È la crescita del primo semestre 2020 per Ieg
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Milioni: i ricavi totali del primo semestre 2020 nello stesso periodo 2019 erano 99,9
Titolari di negozi e bar, politici e cittadini: «Noi stiamo con la polizia» VICENZA Striscioni, l’inno nazionale intonato all’unisono e applausi: erano in 200, ieri mattina di fronte al teatro comunale: commercianti, titolari di locali, cittadini, politici e associazione «Vicenza ai vicentini». Protagonisti di un flash mob per chiedere più rispetto per chi indossa una divisa e manifestare alle forze dell’ordine solidarietà, dopo l’episodio avvenuto in piazza Castello, con i riflettori che si sono accesi sull’agente che il 10 agosto ha bloccato con una presa al collo un giovane colombiano che per più volte si era rifiutato di fornire i documenti. «Vogliamo così ringraziare e sostenere le forze dell’ordine, alle quali deve essere data più libertà d’azione, senza che debbano subire torti e finire nella gogna mediatica» dichiara Valter Dalla Bona gestore del locale Kiss, promotore dell’iniziativa con il collega del Boys. «La parte migliore della città era presente, al fianco di chi ogni giorno garantisce con professionalità ed abnegazione la nostra sicurezza», commentano gli assessori (e candidati alle regionali per Fdi) Elena Donazzan e Silvio Giovine. B.C.
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CRONACA VERONA
Il viaggio
Domenica 30 Agosto 2020 Corriere di Verona
Il gran buio sulle Regionali: «C’è Zaia. Gli altri? Non so»
Al mercato dello Stadio: sconosciuti gli sfidanti e gli aspiranti consiglieri veronesi
VERONA È giorno di mercato a
Verona. Sotto un cielo che in lontananza tra i nuvoloni si avvicina sempre più bigio e plumbeo, tra i banchi del piazzale antistante lo stadio Bentegodi si aggira come al solito tanta gente: famiglie con i bambini, giovani coppie e pensionati. Un rituale per migliaia di persone, anche ai tempi del coronavirus. Il profumo delle fritture di pesce è invitante a mezzodì, ma sarà per un’altra volta; questa è l’occasione per tastare un po’ il polso della «vox populi» in vista dell’appuntamento elettorale regionale del 20 e 21 settembre e misurare il livello d’informazione sulla consultazione a poche settimane, ormai, dalle urne. Diciamo che da ciò che abbiamo potuto constatare, a fronte della scontata conferma dei picchi di popolarità di cui gode l’attuale presidente Luca Zaia, per i suoi sfidanti non arrivano segnali incoraggianti: interesse e informazione sono sotto il minimo di soglia, tanto che nessuno è riuscito farci il nome di un solo candidato alternativo a Zaia alla presidenza della Regione. Poco meglio, ma nemmeno poi tanto, le cose vanno con i nomi dei candidati veronesi in consiglio regionale,
uscenti e aspiranti tali. Più preparati, non tutti però nemmeno lì, i nostri interlocutori sono sulla data delle elezioni, fissate al 20 e 21 settembre. Pasquina e Alberto stanno insieme da 49 anni e ci tengono a ribadirlo con una legittima punta d’orgoglio: «Zaia è il presidente e sappiamo che si candida». Bene, e gli altri? «Non ricordiamo i nomi» rispondono nello smarrimento. Meglio non va con i candidati al consiglio regionale: «Non ricordiamo nemmeno quelli». Sulla data del voto, fanno centro: «21 e 21 settembre». Stesse risposte le fornisce il signor Domenico Rossi, che però inciampa sulla data delle elezioni: «Prima dell’apertura delle scuole» risponde but-
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Zaia è il presidente e sappiamo che si candida Gli altri? Non ricordiamo i nomi
Rituale Al mercato dello Stadio, tradizionale sosta per la campagna elettorale
Contagio al Summer Party di Cortina
Tampone negativo per Alessandro Benetton: «Serve prudenza» TREVISOIl 20 agosto era presidente della giuria che premiava l’abito tirolese più bello del Summer Party di Cortina, pic-nic mondano al Rifugio Socrepes. E così, alla scoperta che un 26enne che era alla festa è ricoverato a Belluno per polmonite da Covid, come tutti i 500 partecipanti, Alessandro Benetton, presidente della Fondazione
Cortina 2021, ieri si è sottoposto a tampone a Treviso. «Questo professore, Roberto Rigoli, è il primario di Microbiologia ed è uno di quegli angeli che lavorano per la nostra salute - ha scritto su Instagram - Per non rendere vano il sacrificio di persone come lui, continuiamo ad essere prudenti. Ps: tampone negativo». (g. b.)
tandola un po’ lì. Visto l’andazzo tra protocolli vari e banchi rotanti, potrebbe anche correre il rischio di azzeccarci, ma al momento non è così. Un tempo a Verona settembre era il mese del Festivalbar: nessun dubbio che alla prova del jukebox Luca Zaia sia il più gettonato. Piuttosto, nella ricerca di nomi alternativi e di candidati consiglieri, qui arrancherebbe persino Indiana Jones; ci viene in soccorso Roberto Cestaro, che sebbene non ricordi il nome di Arturo Lorenzoni (più di «C’è quello del Pd…» non va), tra le candidature al consiglio regionale azzecca quella di Massimo Giorgetti: non difficilissimo a dire il vero, se a Palazzo Ferro Fini, lo stesso Giorgetti (oggi candidato con Fratelli d’Italia) ci va da un quarto di secolo ed è il consigliere più longevo. Zaia di qua, Zaia di là, ma nomi di sfidanti non ne esce nemmeno uno: niente da fare. Quando Roberto Ponte si lancia sulla ruota di Venezia tra i candidati al consiglio regionale, ci si accende un lumicino di speranza: «Sboarina, si candida Sboarina!». Sul ponte sventola bandiera bianca. È la resa, grazie e arrivederci. Lorenzo Fabiano © RIPRODUZIONE RISERVATA
Comunali, caos coronavirus In quarantena non si vota Per regionali e referendum e lezioni anche da casa
VENEZIA Gli abitanti di Eraclea
in quarantena, dovranno mettersela via, non potranno votare il nuovo sindaco, dopo il terremoto che ha spazzato via la vecchia amministrazione e portato all’arresto del sindaco Mirco Mestre per voto di scambio, nell’ambito dell’operazione anticamorra del febbraio scorso. Destino simile per i cittadini Portogruaro, Lonigo e della quasi totalità dei Comuni veneti che vanno al voto. Se da una parte infatti potranno partecipare alle elezioni regionali e al referendum sul taglio dei parlamentari, dall’altra se i comuni non sono sede di ospedali con reparti Covid 19 non avranno la possibilità di scegliere sindaco e consiglieri. Lo definisce una circolare arrivata nei giorni scorsi alle prefetture che interpreta il decreto del governo sulle elezioni al tempo del coronavirus. Ad oggi si salverebbero solo gli abitanti di Venezia e Dolo. Difficile dire ora quante persone rimarranno escluse, anche perché i numeri dell’epidemia (e quindi di quarantene ed isolamenti), cambiano di giorno in giorno: ieri erano poco più di ottomila. Un aiuto potrebbe arrivare però dall’elenco dei sindaci da rinnovare, che sono per la maggior parte (il 90 per cento) di comuni con meno di quindicimila abitanti, e quindi teoricamente toccati solo marginalmente dai contagi.
Sono nove in provincia di Belluno, otto nel Padovano , cinque a Treviso, uno nel rodigino, sei a Venezia , sei nel Veronese e altrettanti nel Vicentino. A complicare la situazione sarà però la procedura complicata per poter richiedere di votare da casa. Le persone in quarantena o in isolamento fiduciario dovranno far pervenire al Comune nelle cui liste sono iscritti, in un periodo compreso tra il decimo e il quinto giorno antecedente quello della votazione (e già questo esclude i contagiati o in attesa di responso dell’ultimo momento) una dichiarazione e un certificato. Uno che attesti la volontà di esprimere il voto presso il proprio domicilio (e recante l’indirizzo completo) e un altro, rilasciato dal funzionario medico designato dall’Usl, in data non anteriore al quattordicesimo giorno an-
tecedente la data della votazione, che attesti l’esistenza delle condizioni per cui è necessaria in quarantena. Il rischio è che quindi anche chi si trova in isolamento a Venezia o a Dolo alla fine alzi bandiera bianca per una procedura complicata e macchinosa. La distinzione tra elezioni regionali (e referendum) e amministrative ruota attorno alla lista speciale che verrà creata, bypassando quella comunale, «tagliando» di fatto la residenza di ognuno. Il voto, come specificato nel decreto, verrà raccolto durante le ore in cui è aperta la votazione. «Viene assicurata, con ogni mezzo idoneo, la libertà e la segretezza nel rispetto delle esigenze connesse alle condizioni di salute dell’elettore», si legge. Proprio per questo sono stati escluse le persone in isolamento in comuni non sedi di reparti Covid. Nelle strutture sanitarie infatti saranno realizzati seggi speciali dove confluiranno tutte le schede dei soggetti in quarantena, per il voto regionale, referendario, ma anche amministrativo qualora il comune fosse chiamato a scegliere il nuovo sindaco. Diverso il discorso negli altri Comuni dove i numeri rischierebbero di essere estremamente limitati e il voto potrebbe essere facilmente identificabile per i pochi in quarantena e in isolamento. Francesco Bottazzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
PRIMO PIANO
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
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Coronavirus: il rebus istruzione
Zaia: scuola, il Veneto parte il 14 settembre Nessun posticipo come chiesto da altre Regioni. Il report: 141 positivi in più, un decesso, isolamenti in leggera flessione Laura Berlinghieri / VENEZIA
«Noi confermiamo l’apertura delle scuole il 14 settembre, come previsto». Nessun posticipo per il rientro in aula, in Veneto, come chiesto da altre Regioni. La conferma arriva direttamente dal governatore Zaia, parallela a una richiesta, al Governo, di dare una risposta definitiva sul nodo trasporti. «Siamo ai tempi supplementari» la metafora utilizzata dal presidente regionale. «Per me la soluzione consiste in buonsenso, mascherina e capienza da omologazione. Sul mercato non ci sono autobus e treni per trasportare chi resterà inevitabilmente a piedi» la risposta al Governo che, da ultime indiscrezioni, sembra indirizzato ad autorizzare una capienza dei mezzi del 75-80 per cento. A frenare il Comitato tecnico scientifico dall’assecondare le Regioni nelle loro richieste sono le cifre del contagio in continuo aumento. Nel Veneto, ieri, 141 positività accertate nelle ultime 24 ore e un decesso (nel Veneziano). Ed è proprio quella di Venezia la provincia protagonista dei dati di ieri, con 41 nuovi casi accertati, per la maggior parte dovuti a rientri dalle ferie in Croazia, Grecia, Spagna e Sardegna. Mentre rallentano leggermente le cifre registrate in provincia di Treviso, con 36 casi accertati; 11 i nuovi contagi nel Padovano e tre nel Bellunese. Che portano a 2.304 contagi ancora in essere nell'intera regione. Parlando di ricoveri ospedalieri, questi sono 62, di cui sei nei reparti di terapia intensiva. Infine, dopo il boom di venerdì diminuiscono gli isolamenti domiciliari: ieri erano 8.059, vale a dire 51 in meno rispetto al giorno prima. Di questi, 118 presentano dei sintomi compatibili con il Covid. Per la maggio parte si tratta di persone rientrate dalle ferie nei quattro Paesi considerati a rischio, oltre che dalla Sardegna, e sottoposte a tampone.— © RIPRODUZIONE RISERVATA
detto con temperatura superiore ai 37.5 gradi. Nel caso in cui la prima misurazione dovesse dare un esito compreso tra i 37.6 e i 37.9 gradi, allora si procederà con una seconda rilevazione. Se già la prima dovesse essere superiore ai 37.9 gradi, allora il ragazzo non sarà ammesso nell'istituto. osa bisogna fare prima di andare a scuola? Alcuni istituti richiederanno agli studenti di esibire tutti i giorni un’autocertificazione attestante una temperatura corporea inferiore ai 37.5 gradi. Altri potranno richiedere la dichiarazione solo una tantum. Nella dichiarazione si chiede anche di confermare di non essere sottoposti a quarantena né di essere entrati in contatto nei 14 giorni precedenti con una persona positiva. n che modo sarà erogato il servizio mensa? La scelta è in capo ai singoli dirigenti scolastici, a seconda degli spazi di cui dispongono nei rispettivi istituti. La maggior parte di loro ha predisposto due o più turni mensa ma, laddove la grandezza dei refettori siano insufficienti, residua la possibilità di un pasto da consumarsi in aula, con “lunch box”. e lezioni saranno tutte in aula? La maggior parte, sì. Tuttavia ci sono degli istituti che, non disponendo di spazi sufficienti, hanno predisposto dei container al loro esterno, dove sarà svolta parte delle lezioni, nel rispetto del prescritto distanziamento interpersonale. n che modo si entrerà a scuola? Lo studente potrà essere accompagnato e prelevato da scuola da un solo genitore. È possibile che gli istituti abbiano pensato a orari di ingresso e di uscita scaglionati, per limitare le possibilità di incontro tra gli studenti. Per lo stesso motivo, saranno sfruttati più accessi e i corridoi sa-
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Regole ormai definite almeno per la vita all’interno degli istituti Le protezioni? Negli istituti per l’infanzia educatrici con la visiera
Mascherine distribuite in classe Un solo genitore fuori dai cancelli DOMANDE & RISPOSTE
l calendario segna “meno 15”. Sarà una prima campanella strana per i 586.938 studenti e i 62.061 professori veneti, pronti finalmente a rientrare in aula dopo un quadrimestre trascorso quasi interamente dietro lo schermo di un computer. Un anno scolastico inedito, ma che ormai - salvo il nodo trasporti - ha quasi interamente preso forma. isognerà indossare la mascherina? Le mascherine saranno obbligatorie per gli studenti con più di sei
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anni, laddove non si riesca a mantenere il prescritto distanziamento di un metro. Seduti al banco, quindi, sarà possibile stare a volto scoperto. Le mascherine saranno fornite quotidianamente agli studenti dalla scuola. Negli istituti per l'infanzia gli insegnanti saranno muniti anche di una visiera. ermessi ancora i “compagni di banco”? No, i compagni di banco sono “banditi”, vista la necessità di mantenere un metro di distanza dagli altri studenti. Anche per questo le scuole venete hanno ordinato 56 mila banchi (monoposto)
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con le rotelle: le famose sedie didattiche innovative. La stessa norma dovrà essere rispettata all’interno delle mense. L'unica eccezione riguarda le scuole per l’infanzia, dove i bambini saranno esentati dal rispetto del distanziamento interpersonale. ove avverrà la misurazione della temperatura? La temperatura dovrà sempre essere misurata dalla famiglia, a casa. All’infanzia sarà obbligatorio procedere con la misurazione anche prima di entrare a scuola, mentre negli altri istituti la scelta ricadrà sul dirigente scolastico. L’ingresso è inter-
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LAURA BERLINGHIERI
FERDINANDO CAMON
Rispettare le regole e multare chi non lo fa anche se è vip
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IL COMMENTO
n Francia i contagi salgono vertiginosamente, Macron minaccia di ripristinare daccapo la chiusura totale, l’Italia ci sta pensando, l’Ungheria decide in questo momento: francamente è una situazione pesante, se si dovesse ripartire con la chiusura anche da noi non vorrebbe dire che siamo sfortunati o che il virus è potente e imbattibile, non sarebbe colpa della malattia, sarebbe colpa nostra, di noi popolo e governo. Perché la verità non è che
ranno organizzati con corsie dai differenti sensi di marcia. osa fare in caso di malessere? Lo studente che dovesse presentare sintomi che potrebbero spiegarsi con l’infezione da Coronavirus dovrà informare il dirigente scolastico e il responsabile Covid individuato per la scuola. Lo stesso dovrà fare il ragazzo che dovesse essere stato in contatto con una persona di cui è stata accertata la positività. se c’è un sospetto Covid? Lo studente, munito di mascherina, dovrà essere trasferito nella stanza predisposta per i sospetti Covid. Quindi la scuola avviserà la famiglia e, se necessario, il 118. I genitori contatteranno il medico di medicina generale, che potrà richiedere la tempestiva esecuzione del tampone. In caso di positività, il dipartimento di prevenzione inizierà l’indagine epidemiologica, con la possibile messa in quarantena anche dell'intera classe. revista ancora la didattica a distanza? Solo nel caso in cui gli spazi degli istituti non consentano il rispetto del distanziamento prescritto o se determinate classi dovessero essere poste in isolamento. n che modo comportarsi in aula? L’indicazione agli studenti è i lavarsi le mani con frequenza, utilizzando il gel che sarà messo a disposizione a scuola. Sarà poi importante arieggiare le aule, lasciando la finestra e le porte aperte il più possibile. ome si andrà in bagno? La regola è sempre quella di evitare assembramenti. Nei bagni sarà vietato l’utilizzo di asciugamani ad aria e, vista la necessità di arieggiare, se possibile bisognerà tenere le finestre sempre aperte. —
facciamo tutto quello che possiamo ma il virus ci surclassa. La verità è che non facciamo niente. Le regole le applichiamo alla carlona. Sappiamo chi non le applica, quando e dove, ma lo lasciamo fare, al massimo spariamo qualche articolo di condanna sui giornali. È sbagliato. Anche ieri ci sono stati nuovi contagi, dovrebbe venirci spontaneo cercare chi s’è contagiato e dove e perché, e cercarlo, trovarlo e punirlo. In Sardegna si sono infettati in massa, in luoghi di ritro-
vo e di assembramento, dove i turisti e i vacanzieri andavano a divertirsi: non stavano a distanza, non portavano le mascherine, si toccavano si abbracciavano ballavano e brindavano alla rinfusa, un casino insomma. Adesso sono in cura. A Cortina idem. Curiamoli ma puniamoli. Cito questi due luoghi per indicare i punti clou della intellighenzia vacanziera, i punti dove si danno convegno i nostri connazionali più ricchi e più snob e più colti, almeno se la cultura si misura
dai salotti. Noi gente comune, noi popolino se entriamo in un negozio di alimentari veniamo subito avvertiti: «La mascherina, per favore!», e ce la mettiamo. Perché noi sì e loro no? Per colpa loro dovremo indossarla ancora a lungo, e stare lontani uno dall’altro, aspettare fuori dal negozio, non passarci a fianco ma a distanza. Dopo tanti mesi abbiamo il diritto di averne le scatole piene. Vorremmo finirla col distanziamento, e per finirla bisogna pu-
nire chi non lo mantiene. Han fatto baldoria in migliaia in Sardegna, col risultato che s’è riacceso il focolaio? E perché a quelle migliaia non è stato operato un consistente prelievo, da depositare nelle casse della Sanità? Non dobbiamo pensare che Milano e la Lombardia sono un focolaio perenne perché sono città e regione sbagliate, e così pure le Venezie: no, sono aree europee, all’avanguardia del progresso europeo, solo che al loro interno ci sono masse di popolazione
che sgarrano, è su questi sgarri che bisogna intervenire, non sull’indirizzo del progresso. Non siamo fatti per obbedire alle regole. Abbiamo l’istinto dell’infrazione. La Francia riparte con la chiusura totale? L’Ungheria pure? L’Italia ci sta pensando? Non è una fatalità, è una colpa. Cominciamo col rispettare le regole per filo e per segno, e con l’appioppare multe salate a chi non le rispetta. Anche se è un vip. Anche se è un ricco. Anche se in una balera spende più lui in una sera che io in quattro vite. Se non facciamo questo (e non lo stiamo facendo), non lamentiamoci se il virus durerà anni.— © RIPRODUZIONE RISERVATA
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REGIONE
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
ELEZioni rEgionaLi, SBroLLini graffia
L’attacco renziano a Lorenzoni e dem «Eterni perdenti appiattiti sul M5S» Secca replica del centrosinistra: «Mossa della disperazione Italia Viva è responsabile della rottura del fronte anti-Zaia» quasi identici. E proprio dal Veneto parte questa ventata di cambiamento, questo laboratorio politico di cui sentirete parlare molto sia nel presente che nel futuro».
Filippo Tosatto / VENEZIA
Non bastassero i sondaggi scoraggianti, nel ventaglio politico alternativo a Luca Zaia si riaccende il fuoco amico. La nuova stoccata arriva dalla senatrice Daniela Sbrollini, candidata presidente di Italia Viva: «Da 25 anni lo stesso vincitore e lo stesso sconfitto, i veneti sono stanchi, vogliono un linguaggio, magari gentile ma determinato, vogliono fatti veri e non solo slogan», arringa la renziana; «Noi siamo questa alternativa riformista che non c’è in un’elezione dove molti non andrebbero nemmeno a votare perché già convinti dello stesso risultato di sempre, aggravato da una sinistra ormai identica e proiettata verso il M5S, con un candidato di fatto simile ai pentastellati e programmi
VILLA BONIN, LUOGO SIMBOLICO
ARTURO LORENZONI CANDIDATO DI COALIZIONE CIVICA NEL CENTROSINISTRA A TRAZIONE DEM
L’occasione è la presentazione del programma della coalizione Iv-Psi-Pri nella vicentina Villa Bonin dove, correva la stagione bossiana, era stata ipotizzata la prima seduta del “Parlamento veneto”, mai avvenuta: «Un esempio delle tante parole scritte e dette sull’autonomismo da Zaia & company ma mai effettivamente voluta e realizzata e che invece trova spazio e cuore nel nostro impegno elettorale che mette nel nostro slogan la parola autonomia», punge la sfidante, spalleggiata, nell’occasione, dal coordinatore nazionale
La senatrice renziana Daniela Sbrollini è è sostenuta da una coalizione composta da Italia Viva, Psi e Pri
Ettore Rosato. BOTTA E RISPOSTA AL VELENO
Ma è una bordata estemporanea, quella rivolta al governatore leghista; l’autentico bersaglio della campagna appare il polo a trazione dem che sostiene Arturo Lorenzoni, giudicato incompatibile con il progetto di sinistra liberale moderna sbandierato dal Matteo fiorentino. «Un’armata di zombie, arroccata su ideologie polverose e destinata al fallimento», la definì all’esordio la candidata Orietta Salemi suscitando lo sdegnata reazione del segretario del Pd: «Dispiace vedere che parlamentari e consiglieri regionali eletti con i voti delle donne e degli uomi-
ni del partito democratico non trovare nulla di meglio da fare che attaccare a testa bassa la nostra comunità. Dignità vorrebbe che lasciassero quei posti», le parole di Alessandro Bisato. LE RESPONSABILITÀ POLITICHE
Stavolta la frecciata è accolta con sostanziale noncuranza dal comitato Lorenzoni: «Questa ennesima punzecchiatura è la triste mossa della disperazione», la replica stringata che arriva dall’entourage «l’elettorato di centrosinistra è molto più saggio di chi per motivi puramente tattici ha scelto di spaccare il fronte dell’alternativa a Zaia. Questa è una responsabilità che pesa e re-
L’analisi di Gian Pietro Favaro, ultimo segretario regionale della Dc e poi parlamentare azzurro «Una campagna elettorale senza storia: la sinistra è inadeguata, Forza Italia in dissoluzione»
«Zaia è un monarca capace ma il Veneto sta declinando» L’INTERVISTA
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uesta è la campagna elettorale meno emozionante della storia, Luca Zaia potrebbe andare in vacanza, tornare il 21 settembre e festeggiare ancor prima dello spoglio. In fondo lo merita, ha bene amministrato, però al suo plebiscito contribuiranno non poco la sinistra, che non riesce a parlare ai veneti, e ancor più il mio partito, Forza Italia, letteralmente scomparso». Già docente di liceo, sindaco di Riese Pio X, consigliere regionale, ultimo segretario nella storia veneta della Democrazia cristiana e poi senatore di Forza Italia: il curriculum di Gian Pietro Favaro racconta l’ascesa e il declino del progetto centrista in una terra avviata alla monocoltura leghista. Lo scandalo Galan basta a spiegare la progressiva dissoluzione forzista? «Non direi. Ho dato uno
sguardo alla lista trevigiana: dei candidati non ne conosco neppure uno. Idee e iniziative? Neanche l’ombra. A comandare in Veneto è ancora Niccolò Ghedini che non mi sembra dedichi il suo tempo a coltivare il rapporto con la base, gli amministratori, il territorio. Ha voluto commissario Fabio Chies, il sindaco di Conegliano che si regge in sella grazie ai voti leghisti. Figuriamoci il suo margine di autonomia con l’alleato... ». Come valuta Arturo Loren-
so a Roma è poca cosa. Ci manca perfino una capitale in grado di attirare investimenti ed energie dal resto dell’Italia e dall’estero. Quando quel genialoide di De Michelis propose l’Expo a Venezia, bloccata poi dai socialisti lombardi di Mar-
«Il problema della rappresentanza è irrisolto: a Roma contiamo pochissimo»
«Come osservò Piano ci manca una capitale capace di attrarre energie e investimenti» Gian Pietro Favaro, 79 anni, veterano centrista. A destra: Luca Zaia
zoni, lo sfidante di centrosinistra? «Mi sembra una persona degna ma dubito sia una figura adeguata alla sfida. D’altronde, in un governo dove l’unico ministro veneto è un 5 Stelle, nella scelta dei sot-
tosegretari il Pd ha scelto di premiare tre esponenti politici a fine carriera. Nominati, non eletti. Mah». C’è un problema persistente di rappresentanza politica nazionale del Veneto?
«Direi che è grande come una casa. Abbiamo la monarchia costituzionale di Zaia, che raccoglie un consenso vastissimo evitando accuratamente le scelte divisive, memore della vecchia lezione dorotea, ma il nostro pe-
telli, la Regione affidò uno studio preliminare a Renzo Piano: per crescere serve un magnete, ci disse, un solido punto di riferimento e di attrazione. Gli industriali lo sollecitano invano, la Milano di Gae Aulenti l’ha trova-
sterà. Non intendiamo però soffermarci ulteriormente: rispondiamo semplicemente con un sorriso». ROSATO E IL CAMBIAMENTO
Già. Perché Italia Viva non ha aderito alla coalizione preferendo una corsa solitaria dall’esito alquanto incerto? «Sarebbe stato facile non scendere in campo ma c’è un pezzo di elettorato che chiede e vuole un cambiamento forte e quel cambiamento siamo noi», sentenzia Rosato. Nel frattempo l’obiettivo è conquistare il 3%, soglia minima per entrare nell’assemblea regionale, e a riguardo i pronostici non sembrano entusiasmanti. Si vedrà. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
to, noi ci attardiamo ancora a discutere di Pa-Tre-Ve, un’utopia morta e sepolta. Nel frattempo il nostro tasso di crescita ristagna e i segnali di declino sono concreti». Ora la grande scommessa si chiama autonomia... «Al referendum io non sono andato a votare perché si parlava solo di soldi, illudendo i cittadini circa la possibilità di trattenere in loco il gettito fiscale. Ora Zaia reclama 23 materie di competenza, chiedere tutto è il modo migliore per non ottenere nulla. Semmai, visto che la ripresa delle lezioni è un tema d’attualità, faccio notare che la Regione è già competente ad organizzare la scuola e a gestirne il personale. A sancirlo, senza margine di equivoco, è la sentenza della Corte costituzionale del 13 gennaio 2004. Perché questa facoltà non viene esercitata?». L’esito del voto veneto influenzerà anche il duello a distanza tra Matteo Salvini e Zaia che in molti vorrebbero candidato premier del centrodestra. «Sarebbe senz’altro all’altezza del compito, tanto più che l’attuale qualità ministeriale mi pare modesta. Zaia è un leghista coerente che esprime i valori e le aspirazioni proprie del nord produttivo mentre Salvini è diventato un populista di destra e ha tradito la causa settentrionale». — FILIPPO TOSATTO © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Vigonza Noventa
Domenica 30 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Ecco il robot che lava le mani ai bimbi La scuola d’infanzia Bim Bum Bam è la prima ad adottare `Il vicepresidente della Provincia Bano: «Siamo orgogliosi l’apparecchio anti-Covid per igienizzare i piccoli ospiti e lavoriamo solo per avere il meglio per i nostri piccoli» `
Strade più pulite con il terzo sfalcio
NOVENTA Tra luci e ombre sta per cominciare la scuola. Al centro del dibattito rimane il tema della sicurezza e di come garantire agli studenti e agli insegnanti un ambiente protetto a prova di Covid-19. A Noventa alla scuola d’infanzia “Bim Bum Bam” di via Cappello, recentemente definita dal Presidente della Regione Luca Zaia “esempio di eccellenza italiana”, dubbi non ce ne sono, ma solo concrete soluzioni.
CADONEGHE
LA FONDATRICE La fondatrice dell’istituto “Bim Bum Bam” Elisabetta La Rosa non ha perso tempo in vista dell’apertura programmata già per il primo settembre e ha abbracciato con convinzione l’ultima novità tecnologica dell’azienda veneziana Sunrise, già salita agli onori della cronaca per aver ideato il totem digitale anti-covid “Spray for Life”. Ad appoggiare l’iniziativa e a testare personalmente il nuovo dispositivo ha presenziato anche il vicepresidente della Provincia di Padova Marcello Bano. «Vogliamo solo il meglio per i nostri bambini - ha detto Bano - e questo dispositivo metterà in sicurezza i nostri piccoli ospiti. Siamo orgogliosi che il progetto pilota per tutte le scuole italiane parta proprio da qui, dove vivo e svolgo il ruolo di consigliere comunale». All’ingresso del Bim Bum Bam è infatti stato installato un simpatico robottino pensato per i più piccoli e per i disabili che interagisce con messaggi vocali personalizzabili, rileva la temperatura corporea quando si avvicina la testa oppure il polso, disinfetta le mani ed anche i piedi in modalità no-touch. Mentre gli adulti, dagli insegnanti ai genitori, utilizzeranno la già nota colonnina “Spray for Life”.
SICUREZZA «La nostra priorità - ha precisato La Rosa - è garantire la sicurezza ai bambini e a tutto il personale scolastico. Questo dispositivo è molto importante, perché oltre a disinfettare le mani e a misurare la temperatura, permette anche l’igienizzazione delle scarpe. Il pavimento è un pericoloso veicolo dei batteri, soprattutto per i bimbi più piccoli». L’istituto che ha dodici anni
TECNOLOGIA Il vicepresidente della Provincia Marcello Bano ha testato il robot sperimentale ideato per igienizzare i bambini
di storia è composto dalla scuola d’infanzia che conta 70 bambini dai tre ai sei anni e l’asilo nido con altrettanti bimbi dai tre mesi in su. Appena acceso il robottino un gruppo di bambini ha subito interagito col nuovo “ospite”, grazie alla semplicità del dispositivo, per loro fermarsi davanti allo schermo per il rilievo della temperatura, mettere le mani e i piedi in posizione per la disinfezione era intuitivo, come imparare un nuovo gioco.
MESSAGGI A COLORI Il robottino, realizzato in collaborazione con l’azienda Stylplex di San Giorgio delle Pertiche, sempre nel Padovano, si presenta di colore verde ma se avverte una temperatura alta avvisa con un messaggio vocale l’anomalia e si colora tutto di rosso. Presto partirà tra i bambini un concorso per dare a questo strumento un nome. Cesare Arcolini © RIPRODUZIONE RISERVATA
Pulizie a Busa fermate dal maltempo ma il sindaco ringrazia i nuovi volontari VIGONZA (L.Lev.) Il maltempo cancella il pomeriggio di pulizia a Busa di Vigonza. L’appuntamento di ieri è stato rinviato. Ad annunciarlo è stato lo stesso promotore Vincenzo Monteleone che sei giorni fa aveva lanciato l’idea. «Le previsioni meteo ci hanno costretto ad annullare l’intervento ai giardini di Busa - ha comunicato Vincenzo -, ma daremo notizia di una nuova data. Intanto Ringrazio tutti per la disponibilità data sperando di poterci conoscere presto di persona e di poter prenderci cura insieme del nostro territorio. Resta sempre valido l’invito a segnalare luoghi che hanno bisogno di un intervento». Vincenzo Monteleone alcuni giorni fa sulla pagina Face-
book “Sei di Vigonza se…”, aveva pubblicato un post richiamando l’attenzione sul problema dei rifiuti abbandonati. «Vedo tante persone passeggiare per argini e percorsi pedonali. Qualcuno ha voglia di fare qualcosa in più per l’ambiente? Sono sempre disponibile se volete». Il suo appello è stato subito accolto dagli amministratori del gruppo che hanno lanciato una raccolta di adesione e creato il gruppo di volonta-
STEFANO MARANGON: «SONO DAVVERO FELICE E RICONOSCENTE. È UN MODO EFFICACE DI PARTECIPAZIONE NATA SPONTANEAMENTE»
riato ecologico. Anche il sindaco Stefano Marangon, saputo dell’iniziativa ha manifestato il suo appoggio. «Sono davvero felice e riconoscente di questa lodevolissima iniziativa. Un modo efficace di partecipazione e di cittadinanza attiva tanto più perché nasce spontaneamente - ha commentato il primo cittadino -. Lo sforzo comune per la cura dell’ambiente è una risposta concreta verso coloro che non hanno alcun rispetto né dell’ambiente né degli altri. Spero proprio che questo dire basta “attivo” serva da monito ed insegnamento. Ricordo infatti le campagne simili svolte dagli scout unitamente ad amministratori e liberi cittadini degli ultimi due anni su argini del Brenta e parchi gioco. Intanto grazie della sensibilità e la collaborazione».
Ritrovate altre due gattine: «Qualcuno le adotti» VIGODARZERE Ancora cuccioli di gattini abbandonati senza pietà. Questa volta si tratta di due micette di appena dieci giorni di vita lasciate in zona di Salento di Vigodarzere, vicino a dove esiste una colonia felina che ha trovato casa in un edificio abbandonato e chiuso. La mano disumana di qualcuno se l’è presa ancora una volta con creature indifese che, per loro fortuna, sono state viste da una persona di animo sensibile e di buon cuore che le ha raccolte e prese in cura. Ora però le gattine cercano una mamma. «Chiedo aiuto per trovare una mamma gatta per queste due cucciole - ha detto A.B., una volontaria di Vigodarzere che da anni raccoglie, cu-
ra e accudisce gatti randagi o abbandonato. È fondamentale spingere per la sterilizzazione: significa prevenire abbandoni, sofferenze per le randagie che non sanno dove andare a partorire e cosa mangiare mentre allattano ed evitare che i piccoli vengano investiti. Io insieme ad altre volontarie facciamo tutto quello che possiamo, ma visto il numero degli abbandoni e le vacanze estive, siamo davvero in difficoltà». Al momento le gattine sono state curate con l’antibiotico ed è stato somministrato del collirio e ora stanno meglio. Sono custodite al sicuro da una volontaria che fa loro da balia e le cura con l’aiuto del veterinario. «Facciamo tutto a spese nostre - continua A.B. -. Dall’inizio dell’anno a Vigodarzere abbiamo recuperato già 15 cuc-
cioli di gattini abbandonati. A casa ho cinque gatti mie e ne ospito altri dieci recuperati per strada. In settimana dobbiamo recuperare anche due mici a Terraglione che, sebbene siano con la loro mamma, sono in pericolo perché si trovano vicino alla strada. L’impegno è notevole e purtroppo, tra lavoro, segnalazioni e sterilizzazioni, 24 ore non bastano». Il Comune è a conoscenza del-
IL SINDACO: «HO DATO LA MIA DISPONIBILITÀ AI VOLONTARI. RICORDO CHE L’ABBANDONO DEGLI ANIMALI È UN REATO PENALE»
CUCCIOLI Ancora due gattine abbandonte cercano casa
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la situazione e ha avuto alcuni incontri con le volontarie. «Ho dato disponibilità ai volontari per risolvere i problemi ha detto il sindaco Ad off Zordan -. Tuttavia va ricordato che chi abbandona animali, che è un reato penale previsto dalla legge, è un delinquente». A maggio due cuccioli di gatto sono stati lanciato in un fossato a Vigodarzere e i residenti hanno allertato i carabinieri, attirati dal loro miagolio disperato. Sul posto è arrivato un carabiniere, Giuseppe, che è riuscito a trarre in salvo dall’acqua solo una gattina mentre il suo fratellino era già morto. La micetta, ribattezzata Adele, è stata adottata dal militare e ora vive con lui in caserma a Vigodarzere. Lorena Levorato © RIPRODUZIONE RISERVATA
Al via del terzo stralcio di sfalcio completo dei cigli stradali a Cadoneghe. Si tratta del terzo dei cinque interventi previsti e programmati dal piano delle manutenzioni per la stagione estiva dei cigli stradali comunali. Le strade interessate dai lavori sono una dozzina e sono principalmente quelle dell’area agricola, e in particolare: via Silvestri; via Barcarola e via Zangrossi; via Rigotti (parziale); via Augusta; via Conche; via Bagnoli; via Prati (parziale); via Ponte Tergola; via Ca’ Ponte; via Lauro/Belvedere; via Maestri del Lavoro; via Marcon/Roma; tratto di competenza regionale 307 “Nuova Strada del Santo”. «Quest’anno - spiega l’assessore al Verde Elisa Bettin è stata dedicata maggior cura a quest’operazione di pulizia e manutenzione che precedentemente vedeva il taglio eseguito soltanto lungo il ciglio e la sponda stradale. Nell’appalto previsto per il 2020 abbiamo aggiunto il taglio anche nell’alveo dei fossati fino al livello dell’acqua, nonché lo sfalcio della sponda opposta alla strada. L’appalto, del costo totale di circa 38 mila euro, comprende inoltre tre tagli aggiuntivi sui fossi di competenza del Consorzio di Bonifica e ulteriori quattro sfalci sui lungargini, nonostante siano di competenza del Genio Civile». In partenza a settembre anche il piano straordinario delle manutenzioni di alcuni quartieri. «Tra i cantieri più significativi ci sono il rifacimento del parcheggio di via Guido Franco, il ridisegno della viabilità di via Piave, circa 800 metri di nuovi marciapiedi in via Mascagni e l’abbattimento della barriera architettonica di fronte all’ufficio postale - ha detto il sindaco Marco Schiesaro -. Quasi 100 mila euro di investimenti per rendere la nostra Cadoneghe sempre più bella e vivibile!». L’assessore al Pronto intervento Nicoló Comis ha aggiunto che «si tratta del secondo stralcio di un programma completo e ambizioso di recupero anche per quanto attiene l’abbattimento delle barriere architettoniche». L.Lev. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LAVORI PUBBLICI Cigli stradali al centro dell’intervento
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Attualità
MALTEMPO VENEZIA Frane, strade interrotte nel Bellunese, un 38enne disperso nel Varesotto dopo essere stato travolto da un torrente in piena, persone bloccate in una chiesa allagata sulle sponde del lago d’Orta, i pazienti di una casa di riposo di Milano trasferiti nella notte perché pioveva dentro, i passeggeri di un treno sulla linea del Brennero evacuati, centinaia di tetti scoperchiati in tutto il Veneto, soprattutto nel Vicentino: sono solo alcuni esempi dei danni causati dalle continue ondate di maltempo che ieri hanno colpito tutte le regioni del Nord e che non accennano a fermarsi. L’allerta infatti rimane alta per pioggia, grandine e smottamenti nel giorno del controesodo. Ieri traffico intenso sulla A14 fra Forlì e Bologna, sull’Autosole all’altezza di Firenze e in diversi punti in Emilia, sull’Autobrennero, alla barriera di Roma dell’A27, sulla A10 fra Ventimiglia e Genova e anche in Puglia. Sullo Stelvio è caduta la neve (per la gioia degli sciatori estivi), ma la statale è stata chiusa per il forte vento e la pioggia all’altezza di Bormio. In Veneto grandinate e forte vento, soprattutto nel Bellunese e nel Vicentino. Una tromba d’aria ha colpito Ponte nelle Alpi, zona Polpet e Nuova Erto, con gravi danni ad alcune abitazioni, che sono state scoperchiate. Tra le tante frane a preoccupare quella “solita” di Cancia, con una colata che si è mossa dall’Antelao, mentre a Cortina il fango ha invaso l’Alemagna all’altezza di Acquabona, ma la circolazione è stata bloccata solo per qualche decina di minuti. Più grave la frana sulla Feltrina che in serata ha
Domenica 30 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Il Veneto tra frane, grandine e tetti scoperchiati dal vento La regione sconvolta da piogge e trombe `Bellunese e Vicentino le zone più colpite d’aria: oltre 500 gli interventi dei pompieri Oggi sopralluogo di Zaia. Feltrina bloccata `
Sanità Dal primo settembre stop al superticket
VERONA I danni della tromba d’aria a Montecchia di Crosara
bloccato il traffico tra Montebelluna e Feltre.
IN FRIULI SMOTTAMENTI A PONTEBBA E IN CARNIA LA CONTA I vigili del fuoco, tra Vicenza, IL FIUME TAGLIAMENTO Verona e Belluno sono stati chia- SORVEGLIATO SPECIALE mati in poche ore per 520 interUN DISPERSO A VARESE venti. Altre operazioni nel Padovano e nel Trevigiano. Nel Vero- TRAVOLTO DAL TORRENTE
nese - colpito domenica scorsa dal tifone - si è verificato un nubifragio nella notte che ha creato allagamenti e sradicato piante, mentre nel pomeriggio è stata la volta di una tromba d’aria e di una fortissima grandinata, con chicchi che, nella provincia confinante di Mantova, avevano la
La nave di Banksy senza porto «Soccorsi solo donne e piccoli» IL CASO ROMA Sulla fiancata il suo tratto inconfondibile, una bambina con un giubbotto salvagente che tiene in mano un altro salvagente a forma di cuore: è la Louise Michel, la nave dell’artista Banksy, che è ferma davanti a Malta, a 50 miglia da Lampedusa, dopo aver soccorso circa 200 migranti. «Non riusciamo a manovrare», hanno scritto su Twitter due giorni fa. In un video postato su Instagram lo street artist ha spiegato il perché abbia deciso di comprare la nave: «Le autorità europee ignorano deliberatamente le richieste di soccorso dei non europei». E da una decina di giorni lo yacht di 31 metri, che batte bandiera tedesca, si aggira per il Mediterraneo, con a bordo un equipaggio composto da attivisti europei e la capitana Pia Klemp, che è già stata alla guida della Sea-Watch 3.
IL SALVATAGGIO La missione di soccorso si sta rivelando un’odissea. Una motovedetta maltese ne impedisce l’ingresso sull’isola, ma la possibilità che effettivamente ci sia una situazione di grave emergenza a bordo ha fatto intervenire la Guardia costiera italiana: 49 persone, ritenute più vulnerabili, sono state tratte in salvo e portate a Lampedusa (32 donne, 13 bambini e 4 uomini a completamento dei nuclei familiari). A bordo c’era anche un cadavere e, in base alla testimonianza raccolta dai superstiti, altri 3 migranti sarebbero dispersi in mare. La giornata di ieri è stata mol-
AL LARGO La nave Louise Michel, finanziata da Banksy (foto ANSA)
to complessa: più di 500 migranti sono stati avvistati dagli aerei di Frontex e delle Ong. A parte tutti quelli che stanno sbarcando autonomamente, il Viminale sembra ora orientato a far rispettare la vecchia ordinanza sui porti chiusi, firmata con il Mit e la Difesa. Tutti coloro che verranno salvati da una barca delle Organizzazioni non governative verranno fatti salire su una nave noleggiata dal Ministero dei trasporti per effettuare la quarantena. Gli altri migranti arrivati su barchini fantasma, verranno trasferiti sulle navi messe a disposizione dal Viminale, an-
MIGRANTI BOOM DI ARRIVI E BRACCIO DI FERRO TRA L’ITALIA E LE ONG: «PRELEVATI SOGGETTI FRAGILI»
che loro per rispettare l’isolamento.
LE EMERGENZE È facile, quindi, che lo yacht di Banksy non troverà, almeno per il momento, un porto di attracco sulle coste della Sicilia. L’ennesima emergenza nel Mediterraneo non è però limitata alla sola Louise Michel. Si moltiplicano gli appelli internazionali, tra i quali quello dell’Onu e dell’Oim, per dare assistenza anche ad altre due imbarcazioni con a bordo migranti nel Mediterraneo e che hanno bisogno urgente di soccorso. Una è la petroliera Maersk Etienne con a bordo 27 persone, tra cui una donna incinta e bambini, in attesa di assistenza dal 5 agosto scorso. Mentre l’altra è la Sea Watch 4 che nei giorni scorsi ha raccolto più di 200 profughi e che a sua volta attende di essere indirizzata verso un porto sicuro. C.M. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Niente più superticket su prestazioni diagnostiche e specialistiche presso il servizio sanitario pubblico. Da martedì prossimo, primo settembre, sarà abolito per tutti e dappertutto. In alcune regioni, tra cui il Veneto, infatti il balzello aggiuntivo di 10 euro su ogni ricetta era già stato eliminato. Negli ultimi due anni si era creata una vera e propria giungla. Con regioni che lo avevano abolito per tutti e per tutte le prestazioni. Altre solo per alcune categorie di reddito. Altre per alcune prestazioni. Ora non ci saranno più differenze territoriali o di reddito. A ricordare la novità, la cui entrata in vigore è prevista dall’ultima legge di bilancio, è stato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza: «Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal primo settembre».
grandezza di uova. Danni ingenti ma ancora da quantificare a diversi edifici e soprattutto alle coltivazioni. Nel Vicentino, a soffrire è stata soprattutto la zona tra Arzignano, Trissino e Castelgomberto investita da una tromba d’aria. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato che oggi si recherà qui «per fare una prima sommaria conta dei danni» assieme ai sindaci. Anche in Trentino si stimano danni a 300 ettari di vigne e frutteti. In Friuli, due frane sono scese tra Pontebba e Studena Alta e ad Ovaro, in Carnia. A Venzone il Tagliamento ha superato il livello di guardia ed è sotto monitoraggio.
A NORDOVEST Una perturbazione che ha sconvolto tutto il Nord. Ad Alessandria il vento ha toccato i 67 km all’ora e a più riprese si sono verificate esondazioni di torrenti e frane, con precipitazioni fino a 224 millimetri di pioggia in poche ore. Ad Asti le forti piogge hanno fatto cedere i portoni del polo di trattamento rifiuti Gaia, dove l’acqua è arrivata agli impianti elettrici causando il blocco delle linee di lavorazione. A Casale Monferrato un albero è crollato sul tetto di un circolo Arci fortunatamente non provocando feriti, mentre a Genova Voltri un diciassettenne è rimasto ferito dall’ondina che si è staccata dal tetto di un supermercato a causa della tromba d’aria che ha investito la città. Grandine, pioggia e smottamenti si sono verificati anche in Valtellina, mentre a Milano sono crollati alberi e le infiltrazioni di acqua hanno causato il blocco delle scale mobili in alcune stazioni della metropolitana. Il Comune di Milano ha attivato il monitoraggio del livello dei fiumi Seveso e Lambro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Rovigo
Domenica 30 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Da inizio anno 2.500 contratti di lavoro in meno `Il blocco obbligato
dei licenziamenti ha limitato i danni ECONOMIA ROVIGO Il Polesine non è fuori
dalla crisi conseguente all’emergenza Covid. Rovigo fa registrare 2.500 assunzioni in meno da inizio anno fino alla fine di luglio e andrebbe molto peggio se non fosse stato imposto il blocco dei licenziamenti. Sull’altro piatto della bilancia i mille posti di Amazon, a San Bellino. POLEMICA SOCIAL Il post sulla pagina Facebook di Salvini e il consigliere regionale uscente Azzalin
«Festa de l’Unità deserta» Attacco social di Salvini alla rassegna `Azzalin (Pd): «Vergognoso e ignobile, politico-gastronomica ospitata a Stienta è stata un successo di partecipazione» `
IL CASO VENEZIA Da quando in qua Matteo
Salvini, il leader della Lega, il Capitano, si interessa delle Feste dell’Unità in provincia? Curioso, ma vero: ieri, sulla pagina Facebook di Salvini, è comparso un post riguardante la Festa dell’Unità di Stienta. Solo un video, nessun commento, tranne il titolo, scritto a caratteri cubitali: “Non spingeteee”. E poi Gino Paoli in sottofondo che canta: “Eravamo quattro amici al bar”. Le immagini? Desolanti: i cartelli che invitano a mantenere il distanziamento sociale e i gazebo mezzi vuoti. Quasi quattromila i commenti. Il più caustico: “Festa dell’unità nel senso che c’è una persona”. Ora, è chiaro che Salvini alla Festa dell’Unità di Stienta non c’è stato, anche perché nel caso avrebbe commentato subito (la festa c’è stata dal 7 al 17 agosto) e non dieci giorni dopo. Ma il fatto di aver pubblicato sui social il video che dimostrerebbe il flop dell’iniziativa del Pd è stato letto come un attacco politico di tutto rilievo, tanto più nel bel mezzo di una campagna elettorale dagli esiti non così scontati per quanto riguarda i consiglieri regionali. Val la pena ricordare che cin-
STAND POCO AFFOLLATI Il video di Salvini riprende momenti di “vuoto”
que anni fa Rovigo elesse Graziano Azzalin del Pd e Patrizia Bartelle del M5s. Nessuno della Lega, perché la Corte d’Appello di Venezia rifece i calcoli e Stefano Falconi dovette cedere il posto all’allora pentastellata, tant’è che il governatore Luca Zaia per
SULLA PAGINA FACEBOOK DEL LEADER LEGHISTA IL POST È ACCOMPAGNATO DALLA CANZONE “ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR”
assicurare una rappresentanza a tutte le province prese in giunta Cristiano Corazzari come assessore esterno. Il prossimo 20 e 21 settembre Rovigo eleggerà sempre due consiglieri regionali e la concorrenza è agguerrita. Va da sé, dunque, che il video postato da Salvini non è stato gradito dai dem.
LE REAZIONI
«È vergognoso e ignobile che Salvini dileggi con la sua macchina del fango una manifestazione che affonda le radici nella storia del nostro territorio, storia che Salvini ignora - tuona Graziano Azzalin - Una festa che vede
all’opera volontari, che lavorano con impegno, generosità e passione genuina e disinteressata, altre cose che Salvini ignora». Il consigliere regionale elenca i numeri: gli stand gastronomici hanno registrato 2.374 coperti, le entrate sono aumentate del 30%, la sera a cena c’erano due turni. «E il sindaco di Stienta, Enrico Ferrarese, che è leghista, è anche venuto a portare i saluti all’apertura della Festa dell’Unità e a salutare il viceministro dell’Economia e delle Finanze Antonio Misiani». Però, effettivamente, c’era poca gente, praticamente il deserto nel video mostrato da Salvini. «Il video riprende un momento particolare - ribatte Azzalin - Salvini cerca di gettare discredito su una festa che è stata invece un successo in termini di partecipazione e di democrazia, altra cosa che il padre padrone della Lega ignora». Forse Salvini poteva chiedere informazioni a Corazzari che di Stienta, paese dove abita, è stato sindaco? «Io non strumentalizzerei quel post - dice Corazzari - A me è parso un video ironico, ogni tanto il clima elettorale va anche stemperato. Però ricordo che è il Pd a strumentalizzare sempre ogni uscita di Salvini per attaccarlo politicamente». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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OCCUPAZIONE
Lo scenario dell’occupazione in provincia di Rovigo è nero, lo spiega con la crudezza delle cifre Francesca Pizzo, segretaria organizzativa della Cisl Padova Rovigo con delega al mercato del lavoro, la quale osserva che gli unici indicatori di ripresa sono legati alle misure straordinarie messe in campo dal Governo, «ma vanno letti alla luce di altri indicatori che preoccupano per la capacità delle aziende di reagire alla crisi in atto». La Cisl rileva 12.500 assunzioni in meno registrate a Padova e 2.500 a Rovigo dall’inizio dell’anno alla fine di luglio, fino ad ora compensate da un saldo sul quale incide il blocco dei licenziamenti e l’estensione della cassa integrazione; inoltre è crisi profonda per il turismo che riguarda 2mila persone in Polesine.
no dell’innovazione, mentre un 9,2% di imprese ha già sostanzialmente ridotto il numero dei dipendenti».
NUOVI INVESTIMENTI
Sulla base dei dati, il sindacato suggerisce investimenti mirati su Padova e Rovigo decisi sulla base di “un’analisi puntuale condivisa da organizzazioni sindacali, datoriali e istituzioni, che devono fare squadra soprattutto in un momento così delicato. Un momento in cui sarà necessario agire rapidamente con proposte che valorizzino un mercato del lavoro scarso già prima della pandemia di proposte di mobilità intersettoriale». Mentre sul piano del contrasto al contagio sono state adempiute tutte le misure in modo diligente dalle aziende, ora il passo successivo, secondo la segretaria Cisl, è “una riorganizzazione dell’attività, con piani ferie e turni sulla base di modalità lavorative profondamente mutate, sulle quali è indispensabile avviare fin d’ora nuove politiche di contrattazione decentrata che coinvolgano le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e le istituzioni”. Con il settore del commercio e dei servizi, turistici in particolare, primi sulla lista delle priorità. R.Pau. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PIZZO (CISL): «VANNO ADOTTATE POLITICHE DI SOSTEGNO CASSA INTEGRAZIONE ALLA RIPRESA I dati diffusi dall’Inps sul ricorso agli ammortizzatori so- DEL MERCATO ciali vedono il Veneto al seconDEL LAVORO» do posto in Italia per numero di ore di cassa integrazione legate all’emergenza Covid, pari a 56,6 milioni. «Preoccupano i 6 milioni di ore di cassa in deroga, soprattutto alla luce dei dati Istat diffusi nei giorni scorso sulla reazione delle imprese venete alle conseguenze del lockdown – spiega Francesca Pizzo - E preoccupa quell’1,4% di aziende venete che ritiene di non riprendere l’attività, quel 41,5% il cui fatturato è stato dimezzato e quel 12,6 che non ha conseguito fatturato. Ma preoccupa soprattutto quel 15% di imprese che, per reagire alla crisi di liquidità, ha scelto di annullare i piani di investimento, che si tradurrà inevitabilmente in mancate assunzioni e perdita di competitività sul pia-
SINDACALISTA Francesca Pizzo, segretaria organizzativa Cisl
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Oderzo
I DATI DELLA REGIONE Gorgo, Mansuè e Ponte di Piave in controtendenza: qui è aumentato sia il numero degli schianti che quello delle persone coinvolte
Motta
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treviso@gazzettino.it
ODERZO Quello di qualche giorno fa a Faè di Oderzo, con un 59enne scooterista di Gorgo a cui è stata parzialmente amputata la gamba, è solo l’ultimo di una serie di gravi incidenti che funestano il territorio dei 14 comuni dell’opitergino-mottense. Non più tardi del 6 agosto era avvenuto un violento frontale lungo la Postumia che per miracolo non ha avuto conseguenze tragiche. Ma a livello statistico quale è l’incidentalità del territorio? Dai dati regionali pubblicati nel sito ufficiale (statistica.regioneveneto.it) si scopre che nel comprensorio gli incidenti sono in diminuzione, come il numero totale dei feriti. La pericolosità però aumenta visto che aumentano i morti.
Più vittime sulle strade ma calano gli incidenti Mortalità in crescita del 33 per cento `Rilevati 149 sinistri nel 2019 contro nei 14 comuni dell’opitergino mottense i 177 di due anni fa. I feriti a quota 201 `
no stati 149: nel 2017 però furono 177: il calo si attesta intorno al 16%. Si tratta di tutti quelli rilevati dalle forze dell’ordine, sia mortali che non. Aumenta-
no tuttavia i morti del 33%, perché se nel 2018 gli incidenti mortali, ognuno con una vittima, erano sei, nel 2019 il numero è salito a nove. Per quanto ri-
guarda il capitolo feriti, più o meno gravi, anche in questo caso il dato si è abbassato nell’ultimo anno. Nel 2018 furono 253, mentre lo scorso anno nel
I CASI Stando ai dati statistici della Regione, riguardo al 2019, gli incidenti - rilevati - in totale so-
IL COMUNE DI PAOLA ROMA SCONTA LA PRESENZA DELLA POSTUMIA, MOTTA L’USCITA DI CESSALTO SULLA A4
LO SCHIANTO Un incidente mortale sulla Postumia a Motta in una foto d’archivio
Medici di famiglia, si cambia due nuovi arrivi da domani ODERZO Cambio della guardia nei medici di famiglia. La dottoressa Maria Rita De Faveri va in pensione. Mentre il dottor Alessandro Di Franco ha chiesto l’avvicinamento a Conegliano, città dove vive. Più di un opitergino si è lamentato, asserendo di non aver ricevuto la comunicazione da parte dell’Usl 2. Per la verità le lettere sono in recapito, sono circa 3mila comunicazioni. «Oltre alle lettere – spiegano dall’Usl 2 – dal distretto gli assistiti verranno contattati al telefono, in modo da velocizzare le procedure di scelta del nuovo medico». A metterci lo zampino è stata l’emergenza del coronavirus che ha rallentato tutto quanto. «Come responsabile del poliambulatorio San Tiziano – spiega il dottor Marcello Ferri – avevo informato i servizi territoriali dell’Usl 2 ancora diverso tempo fa. Premetto che c’è la difficoltà, a livello nazionale, nel reperire medici, non solo specialisti ma anche coloro che poi svolgono il servizio della medicina generale per le famiglie. Sono medici che si devono pagare l’affitto dell’ambulatorio, le bol-
IN PENSIONE LA DOTTORESSA MARIA RITA DE FAVERI IL COLLEGA DI FRANCO SI È TRASFERITO A CONEGLIANO
lette e così via e non è semplice affrontare questi costi. Perciò c’è chi sceglie altre strade, magari quella della guardia medica dove non ci sono costi fissi se non quelli dell’automobile». A questa vanno aggiunte le difficoltà che, a causa del coronavirus, affliggono l’ufficio convenzioni dell’Usl stessa. I cittadini non lo sanno ma il personale ha tantissimo lavoro da svolgere. «Ciò premesso appena i due colleghi mi hanno comunicato le loro decisioni, la dottoressa De Faveri che va in pensione dopo 40 anni di onorato servizio e il dottor Di Franco che si avvicina a casa, mi sono attivato per la ricerca dei sostituti». Arrivano dunque dal 1° di settembre la dottoressa Nadia Vello e il dottor Maurizio Scaffidi che prenderanno servizio negli stessi ambulatori lasciati dai colleghi. «Ci sono parecchi assistiti che hanno già effettuato il passaggio di medico. In questo periodo di transizione comunque nessuno rimane senza assistenza. Il poliambulatorio San Tiziano è attivo, se una persona ha necessità noi medici ci siamo». Nonostante i problemi ed i rallentamenti causati dalla pandemia i due nuovi dottori prenderanno servizio il 1° di settembre. «Voglio pure evidenziare – conclude Ferri – come la nostra sanità sia eccellente e come i sostituti siano giunti in tempi brevi». Molte le espressioni di gratitudine che in questi giorni vengono espresse alla dottoressa De Faveri e al dottor Franco che in questi anni sono stati preziosi per tanti opitergini. (An.Fr.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
SAN POLO DI PIAVE
Raffica di furti in casa ma con magri bottini
E’ ufficiale: papa Francesco ha accettato la rinuncia espressa da monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo all’ufficio di vescovo ausiliare della diocesi patriarcale di Gerusalemme dei Latini. L’alto prelato aveva inoltrato ancora ad aprile, subito dopo aver compiuto 75 anni, la rinuncia per raggiunti limiti di età. Ieri alle 12 papa Francesco l’ha accettata. Un volto notissimo quello di monsignor Marcuzzo in tutta la Marca perché, nonostante i suoi molti impegni in Terrasanta il prelato ha sempre mantenuto saldi i legami con la sua terra natia e non manca mai di far visita ad amici e parenti ogni volta che ritorna in Italia. E’ una figura carismatica, un uomo profondamente impegnato nel dialogo interreligioso, esperto conoscitore della realtà mediorientale. Monsignor Marcuzzo era stato ordinato vescovo nel 1993, gli era stata assegnata la cattedra titolare di Siminina. Nel 1994 era diventato vescovo ausiliario del Patriarcato di Gerusalem-
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LE AREE In 11 comuni su 14 si è assistito a una diminuzione del fenomeno. Ad esempio a Oderzo, comune più popoloso del comprensorio, lo scorso anno vennero registrati 33 incidenti di cui due mortali, e 44 feriti. Ma se si guarda al 2018 gli incidenti sono stati 52, ossia +19, quasi il 36% in più. A seguire c’è Ponte di Piave che lo scorso anno ha contato 25 incidenti di cui uno mortale, e 39 feriti. Nel comprensorio è una delle eccezioni visti i dati in aumento: nel 2018 gli incidenti infatti furono 22, con una vittima, e 37 i feriti. In questo caso Ponte sconta la presenza della regionale Postumia che taglia in territorio da nord a sud. Motta, secondo comune più popoloso del comprensorio, è terzo in questa “classifica” con 14 incidenti nel 2019 e due vittime, e 16 i feriti
LAVORI In questo contesto non più tardi pochi giorni fa Ponte di Piave era stata inaugurata la nuova rotatoria di Levada lungo la Postumia, alla presenza del governatore Zaia. Anche Oderzo sta realizzando una rotatoria lungo la regionale in luogo dell’incrocio semaforico di Rustignè. Mentre Motta conta di realizzarne una verso il confine con annone Veneto, all’altezza dell’incrocio tra via Muggia e via Quartarezza. Mentre una è in fase di costruzione in via Albano capoluogo, verso la zona industriale Sud. Gianandrea Rorato © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA DECISIONE Papa Francesco ha accettato la rinuncia di monsignor Marcuzzo, 75 anni, alla carica nella diocesi di Gerusalemme
Gorgo
(An.Fr.) Sono state diverse le incursioni dei ladri compiute nella settimana appena trascorsa, sia nella frazione di Navolè che nella zona residenziale di via Serenissima. Ma, a quanto è dato capire, il bottino non è stato ingente perché le famiglie si sono fatte accorte e sono prudenti riguardo a denaro e gioielli custoditi in casa. Un paio le abitazioni colpite nella frazione di Navolè, nella fattispecie nelle vie Mazzini e Verdi. In via Serenissima sono entrati in un’abitazione. In paese riferiscono che i malviventi hanno rovistato mettendo a soqquadro le camere da letto ma quasi ovunque non hanno trovato nulla. Palpabile la preoccupazione fra le famiglie, la guardia rimane molto alta. Le forze dell’ordine sono state avvisate e più volte è stata vista la pattuglia dei carabinieri transitare nelle vie del paese e delle frazioni. La settimana scorsa ad Oderzo a due operai che stavano sfalciando l’erba per conto del comune è stato rubata una borsa termica e lo zainetto, con dentro i portachiavi ed un paio di cesoie, che avevano lasciato sul sedile del furgone. Mentre nella chiesetta di San Giorgio è stata rubata la cassetta delle offerte.
sono stati registrati 201, con un calo di circa il 18%.
totali. Dati leggermente in calo perché nel 2018 i sinistri furono 16, mentre i feriti 22. Il comune vede la presenza dell’autostrada all’uscita di Cessalto: lo scorso anno gli incidenti furono 13 con un morto e 23 feriti. Ma nel 2018 gli schianti furono 21, con due vittime e 32 feriti. Gli altri due comuni in controtendenza nel comprensorio opitergino sono Gorgo e Mansuè. A Gorgo l’anno scorso 7 incidenti con 10 feriti, l’anno precedente 5 incidenti e 8 feriti. A Mansuè 8 incidenti (5 nel ‘18) e 11 feriti (8 l’anno precedente). Chiude la classifica Portobuffolè con nessun incidente (1 nel ‘18) e Meduna con due incidenti e tre feriti sia lo scorso anno che due anni fa.
HA INOLTRATO LA RICHIESTA PER RAGGIUNTI LIMITI D’ETÀ E IERI PAPA FRANCESCO L’HA ACCETTATA
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Monsignor Marcuzzo rinuncia all’incarico di “vescovo di Nazareth” me e, contestualmente, gli era stato conferito il titolo della sede titolare di Emmaus. Da quegli anni è considerato informalmente il “vescovo di Nazareth”, perché risiede in quella città e si occupa in particolare dei fedeli cristiani della zona circostante del Patriarcato Latino. La notizia della sua rinuncia è giunta a sorpresa, ma sembra che alle persone ad lui più vicine il prelato avesse manifestato l’intenzione di lasciare l’incarico, che è molto impegnativo. Monsignor Marcuzzo è anche docente di letteratura araba antica a studenti di tutte e tre le grandi religioni monoteistiche: cristiana, ebraica ed islamica. Lo scorso marzo, dopo esser rientrato in Israele da un viaggio a Roma, aveva dovuto affrontare l’obbligo della quarantena. Svolta a livello precauzionale, perchè egli è sempre stato bene. Per
monsignor Marcuzzo è stata un’esperienza «insolita, ma per niente negativa – ha precisato -. Anzi, ho trasformato questo isolamento-vacanza in modo molto positivo. Non ho dimenticato che i nostri vecchi nel Veneto, in tempi di epidemie, ricorrevano alla Madonna dei Miracoli di Motta, alla Madonna di Monte Berico e a S. Antonio di Padova». «È un uomo che ha dedicato la sua vita al vangelo - commenta monsignor Bazzichetto, abate-parroco di Oderzo -. Che ha vissuto il suo ministero presbiteriale ed episcopale all’insegna della relazione e del dialogo con tutti, mettendosi al servizio della pace in modo infaticabile. Il legame di monsignor Marcuzzo con Oderzo è grande ed anche in questo passaggio la nostra comunità gli è vicina». Annalisa Fregonese © RIPRODUZIONE RISERVATA
XI
Padova
Domenica 30 Agosto 2020 www.gazzettino.it
Fratelli d’Italia pronti a sorpassare i grillini: ecco la loro squadra Il partito della Meloni schiera per le Regionali l’ex presidente della Provincia Soranzo e l’ex europarlamentare Gardini `
VERSO LE ELEZIONI PADOVA Fino a due consiglieri a
livello provinciale e 5 o 6 in tutto il Veneto. Fratelli d’Italia non nasconde il suo ottimismo in vista delle Regionali. Galvanizzato dai sondaggi che, a quanto pare, starebbero schizzando alle stelle, il partito di Giorgia Meloni anche per Padova e provincia si lascia andare a previsioni che, fino a un paio di anni fa, erano letteralmente impensabili. Ieri mattina, così, FdI ha presentato i suoi candidati padovani in corsa per uno scanno a palazzo Ferro- Feni.
– ha spiegato Gardini – abbiamo la fortuna di poter proseguire l’ottimo lavoro fatto negli anni scorsi di Zaia». «Nel frattempo, però, il mondo è profondamente cambiato – ha aggiunto – Penso, per esempio ai fenomeni legati al clima e, naturalmente, al Covid 19.
LA PRESENTAZIONE Attorno al tavolo della sala gruppi di palazzo Moroni si sono ritrovati, così, il sindaco di Cervarese Santa Croce Massimo Campagnolo, i consiglieri comunali padovani Matteo Cavatton ed Elena Cappellini, l’ex europarlamentare Elisabetta Gardini, l’ex assessore provinciale Mauro Fecchio, Luana Levis, il sindaco di Agna Gianluca Piva, il sindaco di Rovolon Maria Elena Sinigaglia e l’ex presidente della Provincia ed ex sindaco di Selvazzano Enoch Soranzo. «I sondaggi danno Fratelli d’Italia, a livello nazionale al 18%, vicina al sorpasso dei grillini e a un passo dal partito democratico – ha esordito il commissario provinciale Ciro Marchio – Si tratta di numeri che ,qualche anno non fa erano inimmaginabili. Evidentemente, in questi anni, il lavoro, la coerenza e la credibilità hanno pagato».
L’ENTUSIASMO «La conferma di Zaia, con numeri impressionati è scontata – ha aggiunto – Nell’ambito del centrodestra FdI sicuramente porterà una rappresentanza molto più forte rispetto a quella attuale. Si potrebbe arrivare a 6 consiglieri regionali». Per quel che riguarda la provincia di Padova, invece, il partito della Meloni non nasconde di ambire ad eleggere due suoi rappresentanti. La parola è poi passata ai vari candidati.«Come centrodestra
VOLTO NOTO Elisabetta Gardini
IN LIZZA ANCHE I SINDACI DI AGNA E ROVOLON, L’EX DI CERVARESE, E I CONSIGLIERI CAPPELLINI E CAVATTON
Quindi, dobbiamo essere in grado di dare delle risposte concrete anche a questi problemi che hanno delle conseguenze molto pesanti sui nostri territori». «Io ho aderito a Fratelli d’Italia – ha detto, invece, Soranzo – perché sento di poter dare ancora un contributo significativo al mio territorio. Noi siamo persone che parlano poco e lavorano tanto, l’abbiamo nel nostro Dna. Noi preferiamo far parlare i fatti». «In Comune io ricopro il ruolo di consigliere anziano – ha spiegato, infine, Cavatton – in quanto ho ricoperto già 4 mandati. Di conseguenza, ritengo di essere pronto per affrontare questa sfida e a contribuire a portare questo partito in città alla percentuale che merita. Questa sfida elettorale sarà fondamentale anche in vista delle prossime elezioni amministrative a Padova. Una partita che Fratelli d’Italia vuole giocare da protagonista. Proprio per questo sarà fondamentale ottenere un buon risultato alle prossime regionali». Da segnalare che in città Soranzo ha optato per il ticket con Levis. Un ticket che avrebbe intercettato il gradimento dell’ex senatore Filippo Ascierto. Alberto Rodighiero © RIPRODUZIONE RISERVATA
La vetrina di FI e Gottardo aperta in piazza dei Frutti VERSO LE ELEZIONI PADOVA Anche Vincenzo Gottar-
do apre il suo punto elettorale in centro storico. Ieri mattina, infatti, il vicepresidente della Provincia – e candidato alle prossime regionali nella lista di Forza Italia – ha inaugurato il suo “quartier generale” in piazza Della Frutta. Assieme a lui, il senatore Antonio De Poli. «Non è affatto un caso che abbia deciso di aprire questo spazio proprio Sotto il Salone – ha spiegato Gottardo – Si tratta, infatti, di un dei simboli della nostra città. Il cuore
pulsante della Padova civica. Qui c’ è la storia degli ultimi 7 secoli della città». «Il messaggio che vogliamo mandare ai padovani – ha aggiunto l’esponente azzurro – è un messaggio di vicinanza e di apertura nei confronti di tutti. Il punto elettorale sarà sempre aperto e siamo pronti ad ascoltare chiunque». «Chi mi voterà – ha concluso – potrà trovare in me sempre un punto di riferimento, una persona che li aiuterà a risolvere i problemi grandi e piccoli della vita quotidiana». Al. Rod. © RIPRODUZIONE RISERVATA
CAMPAGNA ELETTORALE Il gazebo di Italia viva in Piazza della Frutta ieri mattina con Pipitone
Pipitone punta sulla sanità «Tagliamo le liste d’attesa» VERSO LE ELEZIONI PADOVA «Riduzione drastica del-
le liste d’attesa e mammografie gratuite a partire dai 40 anni». A chiederlo è Antonino Pipitone, candidato alle prossime regionali per Italia Viva. «In Veneto la situazione delle liste d’attesa un’indecenza – ha scandito ieri l’ex capogruppo in Regione dell’Italia dei Valori – Giusto per fare un esempio pratico, io sono medico diabetologo e, ogni anno, ho a che fare con 400 nuovi pazienti a cui viene diagnosticato il diabete. Persone che si aggiungono a tutti gli altre che ho in carico. Dal momento che ogni paziente dovrebbe essere visitato almeno un paio di volte all’anno, questo significa che, ogni anno dovrei fare 800 visite in più rispetto all’anno precedente. E’ chiaro a tutti che un solo medico non può affrontare una mole di lavoro di questo tipo. La conseguenza è facilmente immaginabile: le liste di attesa si allungano con il passare del tempo».
«Qualche giorno fa – ha detto ancora Pipitone – Zaia ha stanziato un milione di euro in favore dell’Ulss di Treviso che, per ridurre i tempi di attesa, incrementerà i servizi svolti dai privati. Mi chiedo perché queste risorse non possano essere utilizzate in favore della specialistica ambulatoriale e della diagnostica di base». «Italia Viva non è assolutamente contro il privato – ha continuato l’ex assessore della giunta Zanonato – Detto questo, però, la priorità va data alla sanità pubblica». Pipitone è poi tornato su uno dei suoi cavalli di battaglia: la richiesta alla Regione che lo screening (gratuito) per il tumo-
IL CANDIDATO DI ITALIA VIVA CHIEDE ANCHE SCREENING MAMMOGRAFICO GRATIS DAI 40 ANNI
re della mammella sia previsto per tutte le donne a partire dai 40 anni e non, come oggi, solo dopo i 50 anni. Non solo. Il partito di Matteo Renzi chiede anche che ad essere coinvolte nel progetto siano anche le donne fino agli 80 anni. «La sopravvivenza a questa patologia negli ultimi anni è aumentata fortemente soprattutto grazie all’attività di diagnosi precoce, che consente una prognosi migliore , grazie alla prevenzione secondaria incentrata sull’esame mammografico che oggi è offerto gratuitamente in tutta la Regione, attraverso i programmi di screening mammografico alle donne dai 50 ai 74 anni – ha concluso Oltre il 30% dei tumori che colpiscono giovani donne dai 40 ai 45 anni sono neoplasie del seno per questo, già qualche mese fa, abbiamo fatto partire una grande mobilitazione civica, con raccolta firme perché il Veneto sia avanguardia a livello nazionale su questo fronte. Si tratta di una battaglia di civiltà». Al.Rod © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ritorna il mercato a Torre e i residenti Progetto Dirnano, contro esultano: «Grande aiuto per gli anziani» le particelle tumorali QUARTIERI PADOVA «Ringraziamo l’ammini-
strazione per la disponibilità ad autorizzare nei prossimi mesi, come richiesto dai residenti, un piccolo mercato settimanale di alimentari e vestiario a Torre». A esprimere il plauso Michele Russi, portavoce del comitato spontaneo di cittadini che nei giorni scorsi ha raccolto circa 500 firme, a sostegno di una petizione per chiedere al Comune il consenso all’arrivo nel rione di bancarelle di frutta, verdura, pesce e abbigliamento. «Nei giorni scorsi, durante un incontro all’assessorato al Commercio, abbiamo puntualizzato la necessità di creare un mercatino di generi di prima
necessità a Torre, che è un quartiere isolato, dimenticato e privo dei servizi essenziali», riferisce Russi. Il portavoce sottolinea che nel quartiere, a fronte della presenza di circa 5000 abitanti, «per la maggior parte anziani soli, con problemi di deambulazione e che non guidano, la mancanza di servizi è assoluta, dal momento che non ci sono né una banca né un ufficio postale, il centro civico è
IL PORTAVOCE DEL COMITATO: «RINGRAZIAMO L’AMMINISTRAZIONE, AVEVAMO RACCOLTO GIÀ 500 FIRME»
chiuso da tre anni, non esistono negozi di nessun tipo, a parte un panificio, un fruttivendolo e una macelleria che non sono sufficienti a soddisfare la domanda, non si trova nemmeno un bar». Altri membri del comitato spontaneo osservano: «Perfino la farmacia e il medico di base sono scomodi da raggiungere. Molte volte abbiamo segnalato le nostre necessità scrivendo a Palazzo Moroni, ma in Comune pare che nessuno si interessi del nostro rione». «Auspichiamo che il parere positivo al mercatino sia un segnale, da parte dell’amministrazione, di una maggiore attenzione, per il futuro, alle necessità della popolazione di questa parte della città». Isabella Scalabrin © RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ PADOVA
Progetto Dirnano al via: il suo obiettivo consiste nell’individuare nanoparticelle antitumorali terapeutiche capaci di trasportare farmaci o stimolanti la risposta immune antitumorale. Cioè verranno progettate nanoparticelle in grado di sfuggire al sistema immunitario del paziente o, al contrario, di sfruttarne la sua attivazione. Per quattro anni il professor Emanuele Papini del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova coordinerà scientificamente 12 istituzioni scientifiche (università, istituti di ricerca e imprese distribuiti nel continente europeo dalla Scandinavia, al Re-
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gno Unito, fino alla penisola iberica) che ospiteranno un totale di 15 giovani ricercatori per superare l’impasse attualmente esistente che impedisce l’invenzione e l’applicazione efficace di nanomedicine utili alla cura di malattie umane mortali, come la neoplasia maligna. Non meno importante dello scopo scientifico del Progetto Dirnano sarà l’attività di educazione di giovani ricercatori (europei od extraeuropei) che saranno immessi in un piano di formazione ambizioso, interdisciplinare e intersettoriale. I ricercatori arruolati potranno accedere a corsi di dottorato nelle nazioni coinvolte e ottenere il titolo di phD. La formazione avanzata di ricercatori nel campo strategico della
PROFESSORE Èmanuele Papini
nanomedicina, capaci di essere ottimi scienziati ma anche imprenditori, è un obiettivo su cui Dirnano, in sintonia con la EU, punta molto. DIrnano vuole quindi contribuire a rendere l’area europea più competitiva nel settore nano biotecnologico rispetto ad altre aree (per esempio Us, Cina, India).
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IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 30 Agosto 2020
VENETO
PADOVA.ViaAnelli,ultimoabbattimentoanti-degrado
Èiniziataierimattina aPadova lademolizionedell’ultimadelleseipalazzinedel com-plessoSerenissima,in viaAnelli,simbolopermoltiannideldegradoincittà.Colsuccessivosgomberodellemacerie,l’areasarà prontaperl’attodipermutatraComuneeStato,chelìrealizzeràlanuovaQuesturadellacittà.
E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
L’INDAGINEDIDIAMANTI. Ilpresidenteveneto èdietro il premier Conte eprecedel’ex capodellaBce:il suoconsenso è alivelli “da nazionale”
Sondaggi, Zaia risulta perfino davanti a Draghi La politica è fatta molto spesso di parole, e ogni giorno se ne sovrappongono a tonnellate a quelle del giorno prima. Ma quando parlano i numeri si entra in un altro livello. Certo, sono numeri di sondaggi, ma nessuno mette in discussione la qualità del lavoro del sociologo vicentino Ilvo Diamanti. E i numeri del suo sondaggio Demos che ha pubblicato ieri su “la Repubblica” dicono questo: nei sondaggi sul gradimento a livello di tutta Italia il governatore veneto Luca Zaia non solo resta al secondo posto dietro solo al
premier Giuseppe Conte, ma si piazza davanti alla “new entry” in classifica a cui tutta la politica italiana guarda come a un possibile capo di Stato futuro: Mario Draghi, ex capo di Banca d’Italia e poi della Bce dove ha inventato il famoso “qualsiasi cosa occorra” che ha salvato l’euro e la sua area dagli attacchi finanziari internazionali. Certo, il sondaggio dice solo due cose: la notorietà e quante persone in Italia danno un voto “da 6 in su” al personaggio politico. Ma bisogna notare che solo il 15-16% degli intervistati dice di non conoscere Draghi e Zaia, quindi la notorietà c’è, e che tra tutti gli
altri il primo raccoglie il 53% di “promozioni” e il secondo un punto in più, il 54% (in leggero calo però rispetto al 56% di giugno). Conte è al 60%, e solo il 6% dice di non conoscerlo. Dietro loro più staccati, via via, altri leader politici come Giorgia Meloni (44%, è in crescita e ha notorietà pari a Conte), Vincenzo De Luca (43%), Paolo Gentiloni (41%), Roberto Speranza ed Emma Bonino (40%), Matteo Salvini (39%, stabile e con notorietà pari a Conte), Stefano Bonaccini (35%), Silvio Berlusconi, Nicola Zingaretti e Dario Francechini tutti al 33%, Luigi Di Maio (32%, con notorietà pari a
Conte), Attilio Fontana (28%), Carlo Calenda (26%), Matteo Renzi (22%). La conclusione è chiara: sono i numeri a dire che Luca Zaia è già a un grado di consenso che fa di lui un riferimento di livello nazionale. Il che con ogni probabilità sarà ulteriormente rafforzato dal voto in Veneto del 20-21 settembre, dato che ad esempio domenica scorsa un sondaggio del “Sole24ore” gli ha attribuito un consenso che potrebbe andare ben oltre il 70%, vale a dire a livelli che il politologo Paolo Feltrin definisce “da record storico” per un governatore che come noto viene eletto in un unico tur-
no tra molti sfidanti. E tutto questo, lo ha detto chiaro anche il sondaggio del quotidiano di cui è editore Confindustria, significa che Zaia raccoglie consensi non solo dalla sua parte politica di centrodestra ma anche da chi tende a votare a centrosinistra o 5Stelle. E infatti il suo nome è al livello di due persone, il premier attuale Conte e Draghi, che non sono capi di partito ma raccolgono un consenso personale. Si potrebbe dedurne già ora che pensare a Zaia come futuro leader nazionale della Lega sembra quasi riduttivo: i numeri dicono che semmai dovrebbero essere il capo del-
LucaZaia
MarioDraghi
IDATI SUIMATERIALI ANTI-EPIDEMIADA COVID. Ilcommissarionazionale oralavora aibanchi
Veneto,prima regione perforniture daRoma
LEGAMBIENTE
Cortina:285 tamponi. Benettonnegativo
Haricevuto dalla strutturadiArcuriperfinopiù dellaLombardia con 109 milioni di mascherine e, tra l’altro, 418 ventilatori meccanici È il Veneto la regione d’Italia che più di tutte, perfino della martoriata Lombardia, ha ricevuto rifornimenti di dispositivi e materiali contro la pandemia da Covid-19 da parte del Commissario straordinario per le misure per l’emergenza virus, struttura del governo retta come noto da Domenico Arcuri. PIÙ DELLA LOMBARDIA. Dalle
tabelle pubblicate a livello nazionale sulla “Ana - Analisi distribuzione aiuti”, e aggiornate di continuo, risulta infatti che al Veneto dall’inizio dell’attività del Commissario di governo sono state inviate 118,1 milioni di forniture, contro i 116,9 della Lombardia, mentre poi si scende agli 89,9 milioni di materiali dell’Emilia Romagna e agli 84 della Toscana (il Piemonte, per restare al nord, è a 27 milioni di materiali forniti, meno di un quarto del Vene-
to). Anche per questo, forse, va ricordato che il governatore Luca Zaia rispetto ad altre polemiche nazionali ha ribadito nei mesi scorsi che «noi non abbiamo nessun problema sorto con il commissario Arcuri». Il quale tra l’altro come noto a inizio agosto ha “benedetto” in diretta la supermacchina dell’azienda Chiros per la produzione di mascherine in massa a Fossalta di Portogruaro (Ve). VALANGA DI MASCHERINE. In
particolare, al Veneto risulta la fornitura finora di 109,5 milioni di mascherine e poi 1,4 milioni di visiere e 1,3 milioni di tamponi sul totale di 1,54 milioni fatti a ieri dalla nostra regione, che ne ha esaminati nelle ultime 24 ore qualcosa come 17.400 e dei quali è in sostanza risultato positivo solo lo 0,8% dei test, per un aumento di 141 persone contagiate in Veneto ri-
spetto al totale dell’altra sera. Ancora, alla nostra regione la struttura nazionale del commissario ha fornito 2,15 milioni di guanti; 1,2 milioni di provette e, per giungere a dotazioni di protezioni più “pesanti”, anche 1,1 milioni di calzari, 953 mila cuffie, 333 mila tute di protezione, 20 mila razioni di igienizzante e 6.300 tubi endotracheali che servono per la rianimazione dei malati in terapia intensiva. RESPIRATORIMECCANICI. Infi-
ne risulta anche una fornitura minore di quasi 14 mila paia di occhiali, 2700 pompe, 836 termometri e 418 ventilatori meccanici per le persone con grandi difficoltà di respirazione che in marzo e aprile erano le attrezzature a cui si dava la caccia in tutto il mondo e che ora fan parte di quella “artiglieria pesante” che come noto la Regione tiene
pronta per poter in caso potenziare i posti di terapia intensiva dagli attuali poco meno di 500 a 840, attrezzando appunto letti con ventilatori e altre attrezzature da rianimazione. Da Roma sono stati infatti assicurati anche 469 monitor e 411 laringoscopi. BANCHIPERLESCUOLE. Intan-
to il commissario Arcuri, dopo aver annunciato la consegna dei nuovi banchi a tutte le scuole di aree-simbolo della lotta alla pandemia come quelle lombarde di Codogno, Alzano Lombardo e Nembro, ha annunciato che da domani saranno distribuiti banchi nella provincia di Bolzano dove tutte le scuole riapriranno il 7 settembre e a poi Bergamo, Brescia, Piacenza e Treviso «a copertura dell’intero fabbisogno espresso dai dirigenti scolastici di quelle città». • P.E.
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Ilmicrobiologo RobertoRigoli conAlessandro Benetton EIL REPORT DELVENETO INDICARICOVERI STABILI Sono285 itamponi eseguiti venerdìa Cortina instile “drivein” percontrollare soprattuttochi aveva partecipatoal “Summer Party”del20 agosto,ma anchechi ancorasi trovanel centrodolomitico. Traitanti vipcontrollatianche AlessandroBenetton, acapo dellafondazione peri Mondialidi scidel 2021, che siè poifotografato conil primarioprimarioRoberto Rigolidimicrobiologia a Treviso,doveha effettuatoil test.«Pernonrendere vanoil sacrificiodi persone comelui -scrive Benettoncontinuiamoa essere
prudentiea seguire lenorme elemisure indicate». Intanto ilreport diffusoieri sera dallaRegione ha stabilitoche in24ore sonostatiscoperti altri141 infetti,anche se quellicon sintomisonocirca aquota 120 eil conteggio dellepersone inisolamento ieriè scesodi 51unità, dopo l’aumentoboom dell’altro giornodovuto all’inserimentodituristi veronesidi ritornodalle vacanze:ora siamoa 8.059.I ricoveriperfortuna restanostabilirispetto a venerdì:137 persone nei repartimedici(55ipositivi attuali)e 9 interapia intensiva(seiipositivi). Un nuovoluttoa Veneziaha portatoidecessi a 2120.
«Marmolada Ilghiacciaio accelera lascomparsa» Il ghiacciaio della Marmolada sta morendo: lo conferma il monitoraggio effettuato nella quarta tappa della Carovana dei ghiacciai di Legambiente sulla Marmolada, tra Veneto e Trentino Alto Adige. Tra il 1905 e il 2010 ha perso più dell’85% del suo volume e lo spessore è passato da 50 a pochi metri. Nell’ultimo decennio si è registrata un’accelerazione dei fenomeni della fusione glaciale e la tendenza che sino al 2000 consentiva di prevedere un esaurimento nell’arco di un secolo si è successivamente modificata, tanto da far presagire la scomparsa del ghiacciaio entro i prossimi 20 o 30 anni. Nel corso delle osservazioni sono stati osservati gli effetti di valanghe, crolli e colate detritiche rapide per fenomeni atmosferici estremi. «Le rigorose previsioni degli esperti sulla repentina scomparsa del ghiacciaio dovrebbero indurre a scelte innovative di sviluppo locale con forti azioni di mitigazione e adattamento per il turismo invernale», dice Legambiente, che ha presentato i risultati a Malga Ciapela. • NZ_07038
Piero Erle
la Lega e quelli di altri partiti a puntare su Zaia per assegnargli un ruolo nazionale in quello che ha sempre fatto: amministrare, non dedicarsi a gestioni interne del partito. Ma questo è tutto da vedere. Quello che è certo è che il 21 settembre per il governatore veneto inizierà per forza una fase diversa: la strada che gli si apre davanti per assumere un ruolo e una responsabilità nazionale. Anche se prima, c’è da giurarci, vorrebbe di sicuro ottenere un risultato: quella maggiore autonomia per il Veneto che è stata chiesta da più del 50% dell’intero corpo elettorale veneto (e non certo solo dai leghisti). Che poi non sarebbe altro che un tassello di un’Italia più federale, e forse anche per questo più operativa. •
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Il referendum e il mediatore
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l referendum confermativo sulla riduzione dei parlamentari da 945 a 600 spacca gli schieramenti, in particolare il Pd, mentre la riforma elettorale è al palo. Intanto nei sondaggi sul leader nazionale preferito dagli italiani cresce il gradimento a Luca Zaia, secondo solo a quello del premier Conte, ma sopravanza addirittura Mario Draghi e stacca di ben quindici punti Matteo Salvini. La questione è complessa. Se il sistema elettorale è maggioritario il leader della coalizione che si presenta per raccogliere il consenso in vista della formazione di un governo deve avere soprattutto qualità carismatiche, capaci di influenzare i seguaci su come gestire il potere e orientare l’autorità. Può essere divisivo, anzi deve esserlo, perché tende a spaccare in due l’opinione pubblica su alcune proposte forti di politica economica e sociale che caratterizzano il suo tempo: di qua o di là; con me o contro di me. Berlusconi e Prodi sono stati i protagonisti della stagione politica inaugurata dalla rivoluzione giudiziaria di Tangentopoli nel 1994 e conclusasi nel 2011. È stata ribattezzata la Seconda Repubblica, anche se la forma Stato, a differenza di quello che avvenne in Francia con la Quinta Repubblica nel 1958 diventata semipresidenziale, è rimasta identica a quella precedente improntata al bicameralismo perfetto. Viceversa se il sistema elettorale è proporzionale le qualità del premier devono essere perlopiù di equilibrio e capacità di moderazione. In Italia l’abbiamo sperimentato nella Prima Repubblica. Presidenti del Consiglio come De Gasperi, Moro, Rumor e Andreotti improntavano la loro azione istituzionale a un attento dosaggio della forza dialettica. Erano molto diplomatici. Potevano dare l’impressione di essere eccessivamente euclidei e felpati, senz’altro poco empatici, democristiani appunto, ma lo facevano perché dovevano mediare tra le diverse correnti del partito di maggioranza relativa, la Dc, che ricomprendeva al proprio interno maggioranza e opposizione - visto che il Pci era escluso dai giochi per la vicinanza a Mosca - e i partiti minori (Psi, Psdi, Pri e Pli) che partecipavano alle coalizioni non potevano essere snobbati. È quello che è accaduto plasticamente anche nel 2018, quando si è tornati a votare con un sistema di stampo proporzionale, con la salita al potere del parvenu Giuseppe Conte, chiamato dal M5S ad esprimere un incarico condiviso con la Lega di Salvini. Che un anno fa ha abbandonato la coalizione gialloverde quando viaggiava col 35% dei consensi. Sottovalutando le qualità di mediatore dell’“avvocato del popolo”. •
Tromba d’aria a 120 all’ora devasta Arzignano e Trissino
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SANITÀ.Igiovaniasintomaticitornanodallevacanzeeinfettanoinonni.Pavesi:«Situazionesottocontrollo» MONTECCHIOM.
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Sei casi nel reparto di malattie infettive del San Bortolo. Due anziani over 70 e quattro adulti fra i 50 e 60 anni. Uno in terapia intensiva. Ed è sempre l’operaio recatosi in Romania per conto della sua azienda e tornato a casa con una gravissima forma di coronavirus. È stato veramente male. Il dg dell’Ulss 8 Pavesi: «La situazione è comunque sotto controllo». > PAG25
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La Postumia è una strada calvario tra incidenti e ripetute paralisi Igiovani fannofesta con ilvirus
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Pirata di 82 anni investe ciclista ricoverata con fratture È stato preso grazie ai filmati
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Microfoni e dispositivi bluetooth nascosti anche nelle mascherine. Dalla ripresa degli esami di teoria alla Motorizzazione civile di strada Caperse, la polizia stradale di Vicenza ha smascherato 9 furbetti che hanno tentato di superare il quiz con le risposte attraverso un minuscolo auricolare. > PAG18
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ROSSANOVENETO
Noncel’hafatta ilsessantenne uscitodistrada conloscooter Ilkit deifurbettidellapatente sequestrato dallapolizia
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autoctona
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Ora nei testi della letteratura scientifica la chiameranno Dengue vicentina. La vicenda, rarissima, della donna di 54 anni di Montecchio Maggiore colpita dalla febbre tropicale trasmessa da una zanzara locale, sta richiamando l’attenzione dei massimi entomologi internazionali. È il primo caso da sempre in Italia. > PAG35
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24 Cronaca
IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 30 Agosto 2020
ILDIBATTITO. L’immunologoè intervenutoa VicenzaospitediFornaci Rossecon ilcandidato governatoredel centrosinistraLorenzoni
Crisanti:«Nonavrei riaperto tutto» Ilprofessoreavverte:«Dall’iniziodellapandemia ècambiato pocoperchéilvirusdifficilmentediventa menovirulento:oraènecessariofarepiùtamponi» Laura Pilastro
«Io non avrei riaperto tutto subito. Chi lo ha fatto, ora sta pagando questa scelta». Andrea Crisanti lo dice senza giri di parole. Il direttore del laboratorio di Microbiologia di Padova collega la crescita dei contagi, anche in Veneto, con «la furia» di tornare alla normalità. Il luminare più cercato dai media, colui che ha eradicato il primo focolaio di Vo’ Euganeo, testando tutti i residenti, è intervenuto ieri sera al primo dei tre dibattiti sopravvissuti al ridimensionamento di Fornaci Rosse. Esordio dedicato al tema della “Sanità regionale di fronte alla pandemia”. Argomento sul quale, agli stessi microfoni di villa Lattes si è misurato anche Arturo Lorenzoni, il candidato presidente del centrosinistra in Veneto. Lo studioso dell’università di Padova, sollecitato dal giornalista Albino Salmaso, ha fatto il punto sul quadro epidemiologico e sui numeri complessivi che parlano di oltre 250 mila contagi. La punta dell’iceberg per Crisanti: «È stata data pochissima importanza scientifica e mediatica allo studio pubblicato recentemente dall’Istat, che sulla base dell’indagine sierologica condotta su un campio-
ne di 65 mila italiani ha stimato che i casi, in realtà, sono un milione e 480 mila. Ciò significa che un milione e 230 mila mancano all’appello, sono gli asintomatici. Dall’inizio dell’epidemia è cambiato molto poco, il virus difficilmente diventa meno virulento». Per l’esperto, l’Italia che ha rimosso gradualmente le restrizioni, «si trova in una posizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi. Possiamo vedere cosa accade là». Ma occorre fare presto: «Con l’apertura delle scuole ci sarà una richiesta gigantesca di diagnosi e tamponi.
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Bisogna misurare latemperatura nellescuole enonacasa ANDREACRISANTI IMMUNOLOGO
Una delle priorità è moltiplicare la capacità di fare diagnosi e scovare gli asintomatici. In assenza di un vaccino abbiamo un solo strumento, la sorveglianza attiva». Che in Veneto, secondo Lorenzoni, ha funzionato «grazie a un sistema socio-sanitario distribuito sul territorio, che ha agito come elemento di controllo del contagio nelle prime fasi». Lo sfidante di Zaia alle Regionali riconosce a Crisanti un ruolo preminente nella gestione dell’epidemia («Per primo ha avuto il coraggio di agire con misure che sembravano impossibili»). Quelle misure che il medico mette in fila, ricostruendo i passaggi dal 15 gennaio al 17 marzo: «Il 27 febbraio, per Zaia la priorità era riaprire Vo’, parlava di epidemia mediatica. Poi lo convinsi a fare un secondo campionamento nel piccolo comune del Padovano e scoprimmo che gli asintomatici trasmettono il virus e che a Vo’ la capacità di trasmissione si era praticamente azzerata». La strategia del lockdown e dei tamponi di massa era stata la carta vincente. Di qui, la riflessione in prospettiva: «Ci vuole un piano nazionale che aumenti la capacità di fare tamponi, con una regia unica nazionale – avverte -. Le differenze territoriali sono un pe-
Ilconfronto traArturo Lorenzoni e AndreaCrisanti andatoin scenaa Fornaci Rosse. FOTOILARIA TONIOLO
Ilfestival ANNULLATODOPO 7 ANNI L’edizione2020 del festival Fornaci Rosseèstata annullatapermotividi sicurezza.Salvisolo tre incontriprevistinella programmazioneiniziale. Dopoil confrontocon AndreaCrisantieArturo Lorenzoni,cheha datoil via alcalendario,i dibattiti proseguonodomania parco Fornaci,alle 20.45,conla presentazionedel libro “Noi partigiani:memorialedella
Resistenzaitaliana”, diGad Lernere LauraGnocchi, che raccoglieoltre 400interviste dipartigiani.Finale martedì, conlatavolarotondasulla ripartenza,fra crisieconomica edifficile riaperturadi scuole euniversitàinterverranno il sottosegretarioall’istruzione, PeppeDe Cristofaro,la segretariaregionaledi Flc-Cgil MartaViottoe ilportavoce venetodella retedegli studenti,Tommaso Biancuzzi. L.P.
ricolo per il controllo dell’epidemia». Affrontare l’autunno è una questione di messaggi, per Lorenzoni: «Devono essere chiari, non altalenanti». Crisanti smonta i test rapidi («Non si possono fare da soli come i test di gravidanza, tanto rapidi non sono, richiedono la presenza di un grandissimo numero di operatori sanitari»). La riapertura delle scuole è un banco di prova: «La misurazione della temperatura deve avvenire negli istituti. Va abbassata la soglia a 37 gradi e la vaccinazione anti-influenzale dovrebbe essere obbligatoria». • © RIPRODUZIONERISERVATA
LAQUERELLE
Avvocatura comunale IlDirel va all’Ordine La querelle sull’avvocatura comunale finisce all’ordine degli avvocati. Il Direl, federazione che tutela i dirigenti degli enti e della sanità, ha inviato una nota al presidente chiedendo spiegazioni in merito all’approvazione da parte del Comune del protocollo d’intesa con la Provincia per il collocamento in posizione di comando nell’ufficio legale del municipio a tempo parziale dell’avvocato Paolo Balzani, dirigente dell’area avvocatura della Provincia. Il Direl chiede conto della «regolarità dell’adozione di questa decisione, nella considerazione che debbano essere rispettate tutte le disposizioni della legge professionale forense e del codice deontologico dei professionisti avvocati dipendenti di enti pubblici e in particolare le norme che riguardano l’esclusività delle prestazioni professionali dell’avvocato pubblico per il solo ente di appartenenza». Secondo la federazione «il profilo evidenziato include l’evidente impossibilità di assumere mandati difensivi per il Comune di Vicenza e di svolgere la relativa attività legale». Da qui «l’anomalia sotto il profilo soggettivo dell’iniziativa, se si considera che il sindaco e presidente della Provincia è soggetto autorizzatore e autorizzato di una prestazione lavorativa in aggiunta a quella di un dipendente pubblico professionalizzato». • © RIPRODUZIONERISERVATA
VERSOLE REGIONALI. Inauguratalasede in piazza delleErbee sipensaalle comunali del 2023
ItaliaVivavaoltreilPdelaLega «Alternativi a due immobilismi» Rosato:«Senoncisonovaloricomunieunprogettoseriononcistiamo» Roberta Labruna
«Vi do una notiziona», scherza Ettore Rosato davanti ai candidati vicentini di Italia Viva, «sarà difficile battere Luca Zaia». No, quella del coordinatore nazionale dei renziani non è una battuta che ha che fare con la rassegnazione. Anzi, Italia Viva la partita elettorale del 20 e 21 settembre vuole giocarsela fino alla fine. Consapevole che questo debutto alle regionali è, nelle intenzioni, soprattutto piantare le fondamenta di un percorso. E infatti la senatrice Daniela Sbrollini, che sta guidando la squadra da candidata presidente e che ieri ha inaugurato, insieme a Rosato, la sede elettorale in piazza delle Erbe, dice: «Il nostro è un progetto alternativo a due immobilismi». Uno è quello del centrodestra. E fin qui, tenuto conto che Italia Viva ha come partner di governo Pd e Cinque stelle, ci sta. L’altro è quello rappresentato dal centrosinistra veneto. Pd compreso. E se Sbrollini parla di immobilismi, Rosato usa una parola diversa: populismi. «Tra chi sostiene Arturo Lorenzoni abbiamo i centri sociali, ecco non mi pare siano soggetti
Ilcoordinatore nazionale Rosatoe lacandidata Sbrollini. COLORFOTO
esattamente riformisti». E infatti il fronte qui si è spaccato. Con Italia Viva che corre da sola. Più precisamente, con Psi, Pri e Civica per il Veneto. «Non c’erano le condizioni per un’alleanza: noi – prosegue il vicepresidente della Camera - siamo alternativi alla logica del “mettiamo assieme tutto, tanto per fare”. Se non c’è un progetto serio e non ci sono valori comuni non ci stiamo». Ecco perché, spiega, loro si sono chiamati fuori. E Zaia? «Non dico che Zaia sia uguale a Salvini. Quando dico che non esiste la Lega di Zaia e la Lega di Salvini intendo un’altra cosa:
la Lega che comanda è quella di Salvini, che condiziona l’operato anche in Veneto». Su Salvini aggiunge: «Ci fosse stato lui al governo non avremmo ottenuto i soldi del recovery fund e avrebbe alzato muri. Per questa regione che vive di export sarebbe stato un gran danno». Si torna al Veneto. «Non sarebbe onesto dire che qui nulla funziona – spiega Sbrollini – ma noi pensiamo che si possa migliorare e che merito della grandezza di questa terra sia soprattutto dei suoi abitanti, indipendentemente da chi li ha governati». Anche Rosato la pensa così e in Zaia vede un
punto debole: «Non ha l’ambizione di far diventare questa terra motore dell’economia europea. Questa regione merita obiettivi più alti. Bisogna alzare l’asticella, perché quando non si va avanti, si rischia di andare indietro». La squadra vicentina è pronta: in lista ci sono l’ex sindaco di Montecchio Maggiore Maurizio Scalabrin, la consigliera comunale di Castelgomberto Carlotta Belloni, Eleonora Berno, 18 anni, nazionale under 23 di scherma, l’ex sindacalista della Cisl Gianni Castellan, Stefania Bizzotto, il giovane coordinatore provinciale Andrea Chimetto, l’ex insegnante Francesca Carli, la professoressa del Quadri Roberta Lievore e il segretario del Psi Luca Fantò. Si presentano uno ad uno, Sbrollini declina i punti del programma (come la proposta di un fondo regionale da 500 milioni per le imprese), Rosato “battezza” la sede. Il tempo concede lo spazio per un brindisi. «Questo voto è importante anche in vista del 2023, per gettare le basi di un progetto per le comunali», butta lì andando via Marco Ghiotto. Intanto c’è fine settembre. E Italia Viva proverà a smentire i sondaggi. • © RIPRODUZIONERISERVATA
10 Italia
IL GIORNALE DI VICENZA Domenica 30 Agosto 2020
GLISCHIERAMENTI. Ilcentrodestra correunito ovunque.IlPartitodemocratico eil M5ssonoinsieme soloin Liguria
Campagnaelettorale nel vivo Partonole sfidenelle Regioni Renzi:«Ilvotoè untest perlatenutadel governo» Poiilleader diItaliaVivafrenae correggeil tiro Illeaderleghista Salvini: «La sinistraminaccia» ROMA
MatteoSalvini durante unincontroelettorale aBari
MatteoRenzi con ragazzidellaScuola di FormazionePolitica ANSA
stra vedo che minaccia, insulta, pensa ancora di rinviare le elezioni con la scusa del virus». In Campania l'attuale presidente Vincenzo De Luca si presenta per il bis. A sfidarlo è il berlusconiano Stefano Caldoro che ha guidato la regione prima di lui. Terzo litigante in gioco è Valeria Ciarambino del M5s, scelta su Rousseau e originaria di Pomigliano d'Arco come Luigi Di Maio. Gli ultimi sondaggi danno De Luca saldamente in testa ma il centrodestra non dispera. In Liguria il centrodestra è compatto sull'at-
per il centrosinistra c'è Maurizio Mangialardi, due volte sindaco di Senigallia e presidente dell'Anci Marche. In corsa per il M5s c'è Gianmario Mercorelli, consigliere comunale di Tolentino scelto dagli iscritti on line. L'uomo del centrodestra è Francesco Acquaroli, deputato di Fratelli d'Italia che tenta l'impresa, fallita nel 2015. La battaglia è apertissima. La Puglia, terra di Giuseppe Conte, è contesa da 4 candidati. Contro l’uscente Michele Emiliano, corrono per il centrodestra Raffaele Fitto, eletto presidente
tuale governatore Giovanni Toti. In extremis, dopo un lungo stop and go nelle trattative e con la benedizione di Beppe Grillo, Dem e 5 Stelle sostengono il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa. Solo qui Pd e M5S sono riusciti a siglare un'intesa e il risultato sarà importante per capire se l'alleanza tra dem e movimento potrà diventare strutturale. Ma Iv corre da sola sostenendo il professor Aristide Massardo. Nelle Marche il presidente uscente Luca Ceriscioli si è fatto da parte e al suo posto
INCAMPO. LeCamere allavoroper vararelenormative perlemisure contro lacrisi economica
Corsaal via peridecreti anti-Covid Idem tentanola mission impossible IlPartitodemocratico puntaa licenziarela legge elettoraleallaCamera primadel20 settembre ROMA
Dal dl semplificazioni al decreto agosto, che contiene ingenti risorse e poderose normative per il contrasto dell'emergenza Coronavirus, al decreto che ratifica la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre. Con sullo sfondo una «mission impossible»: licenziare alla Camera, secondo i desiderata Pd, una legge elettorale almeno prima dell'election day del 20 settembre. È il menu di Camera e Senato dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari, che saranno chiamate all'ennesima corsa contro il tempo per licenziare prima della scadenza i decreti emanati dal governo prima dello stop per le vacanze. Al Senato la pausa vacanziera si è interrotta già nell'ultima settimana. Le commissioni di Palazzo Madama sono impegnate nell'esame del dl Sem-
Direttore Responsabile LUCA ANCETTI
plificazioni. L'approdo in Aula del testo, che è in prima lettura al Senato così come il decreto Agosto, è stato previsto dalla capigruppo per il pomeriggio dell'1 settembre; tuttavia non è da escludere uno slittamento di un giorno, considerato l'andamento dei lavori di commissione. Tutto sarà chiarito nella capigruppo convocata per le 15. Nella stessa settimana, il 4 settembre nell'Aula di Palazzo Madama si terranno le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla proroga dello stato di emergenza legato alla pandemia di COVID-19 fino al 15 ottobre. A seguire, si passerà al dl Agosto. Alla Camera l'Aula si riunirà nuovamente il 31 agosto con la discussione generale sul decreto legge che proroga lo stato di emergenza, su cui sono previste votazioni per l'intera settimana. Il Pd punta, poi, ad incassare a Montecitorio il primo via libera alla legge elettorale e il voto di due riforme costituzionali sull'età di voto e i collegi del Senato prima del 20 settembre. Si tratta dei «correttivi» invocati dai
Sulleprescrizioni specialistiche Restail costoperiredditipiù alti
della Puglia nel 2000 a 31 anni. Gli altri due candidati sono Antonella Laricchia del M5s, pasdaran del Movimento che ha puntato i piedi per restare in corsa da sola, ed il renziano Ivan Scalfarotto. La Toscona è il trofeo più ambito. Qui si teme un testa a testa tra il candidato del Pd Eugenio Giani, ora alla guida del Consiglio regionale, e la pasionaria della Lega Susanna Ceccardi. Contro di loro Irene Galletti, portavoce del M5S in Toscana. In Veneto, Luca Zaia, parte con i migliori pronostici. •
È ormai questione di ore poi, dal primo settembre, entra in vigore l'abolizione del superticket, per tutti e per tutti i redditi, la quota aggiuntiva di 10 euro prevista per le prestazioni sanitarie specialistiche. Una misura, attesa da anni, realizzata con risorse extra Fondo Sanitario Nazionale con la quale, aveva più volte affermato il ministro della Salute Roberto Speranza, «sarà cancellata una vera e propria tassa sulla salute». Per il ticket, ovvero la compartecipazione alla spesa sanitaria che è a carico degli assistiti, si spendono ogni anno quasi 3 miliardi di euro. Solo una parte di questi riguarda il superticket, novità introdotta nel 2011 durante il periodo della Spending review. Prevista nell'ultima manovra, l'abolizione è diventata legge il 23 dicembre e vale circa 165 milioni di euro nel 2020 e 490 per gli anni successivi. Importante dal punto di vista simbolico. Con questa novità, infatti, si cancella un tassa che ha pesato soprattutto su chi ha meno possibilità di curarsi. «Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi eco-
L’offensivadiDi Maio EilPdresta instand-by L’esponentedelM5S affilagli artigliper far vincereil«Sì » neltest sultaglio deiparlamentari ROMA
L'AuladelSenatodellaRepubblica ANSA
Dem per il sì al referendum sul taglio dei parlamentari. Da martedì il presidente della commissione Affari Istituzionali Giuseppe Brescia tenterà di mandarli in aula prima dell'election day ma i tempi sono davvero stretti. I capigruppo di Montecitorio si riu-
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niranno il 2 settembre per stilare il calendario dei lavori dell'Aula. In «rampa di lancio», tra l'altro, c'è il testo unico sul contrasto dell'omofobia. Il ddl Zan è stato rinviato in commissione prima dell'estate, e dovrebbe tornare presto all'Assemblea. •
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Ilpost di SperanzasuFacebook
nomici - ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza - siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1/o settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più». Resta invece, per chi non è esonerato in base al reddito, il costo del ticket in sé, variabile a seconda delle prestazioni a circa 30-35 euro. Oltre a pesare sulle tasche di circa 15 milioni di italiani il superticket ha aumentato le disuguaglianze. Molte, le regioni che in tutto o in parte, già lo avevano abolito: la prima a farlo era stata l'Emilia Romagna, nel luglio 2018, per redditi fino ai 100.000 euro lordi, l'ultima la Lombardia, dal primo marzo 2020. •
REFERENDUM. Conte impegnatosulgoverno
Michele Esposito
Società Athesis S.p.a.
Amministratore Delegato MATTEO MONTAN
Superticketabolito pertutti ipazienti dal1° settembre ROMA
Cristina Ferrulli
Con i leader dei vari partiti scesi in piazza, entra nel vivo la campagna elettorale per le regionali. Il centrodestra corre unito ovunque, il Pd e i 5 Stelle solo in Liguria, i partiti di maggioranza di governo, Pd-Iv e M5s, non sostengono insieme alcun candidato alla presidenza. Il centrodestra punta alla remuntada confermando Veneto e Liguria, conquistando Puglia e Marche e magari strappando la quinta con la «rossa» Toscana. Uno scenario, soprattutto se il centrosinistra perdesse in Toscana, che rischierebbe di destabilizzare il governo Conte. «Queste elezioni sono fondamentali per la tenuta istituzionale del Governo», ha detto Matteo Renzi, al primo test elettorale per Iv, salvo poi frenare e chiarire di parlare dei governi regionali. Il 20 e 21 settembre si disegna insomma il futuro in una parte del nord, del centro e del sud d'Italia. Nello stesso weekend si vota anche in 1.184 Comuni e per il referendum costituzionale. Molto fiducioso Matteo Salvini: «La sini-
SANITÀ. L’annunciodelministro dellaSalute
Con la discesa in campo in Campania comincia ufficialmente l'offensiva di Luigi Di Maio per il Sì al referendum. Il ministro degli Esteri si tiene, per ora, ai margini della campagna per le Regionali ma sul taglio dei parlamentari vuole giocare da protagonista, provando ad aumentare il pressing sul Pd. I Democratici prendono tempo. Solo con la direzione, prevista probabilmente per il 7 settembre, ufficializzeranno la loro posizione. L'orientamento maggioritario resta comunque quello per il Sì, nonostante il No arrivato da uno dei padri nobili dei Dem, Romano Prodi. Ma molto dipenderà dalla capigruppo della Camera del prossimo 2 settembre e dalla calendarizzazione della legge elettorale, sulla quale Nicola Zingaretti vuole un primo ok già nei prossimi giorni. Per il Pd, il Sì al referendum e la legge elettorale
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Ilministro Luigi diMaio ANSA
restano legati a doppio filo. Visti i tempi brevissimi - il voto è previsto il prossimo 20 settembre - è probabile che i Dem si «accontentino» di un via libera in commissione Affari Costituzionali. E, su questo, il M5S ha più volte ribadito la sua piena disponibilità. Resta il rebus Italia Viva. Dai renziani sono arrivati segnali positivi ma restano distanze sul merito del sistema elettorale. «La strategia di Zingaretti è logica, lui vuole il proporzionale. Il referendum è una barzelletta, ridurre il numero dei parlamentari e lasciare il bicameralismo perfetto fa ridere», spiega Matteo Renzi dalla Toscana. Ma nel Pd si sottolinea come la proposta dell'ex premier non può che svilupparsi in un peResponsabile del trattamento dei dati (D. Lgs 196/03) è il Direttore Responsabile ISSN digitale/smartphone: 2499-0612 ISSN sito web: 2499-474X Certificato n. 8624 del 18/12/2018 Reg. Tribunale C.P. di Vicenza n.12 del 25.05.49
riodo lungo. E un primo punto di inizio può essere proprio il taglio dei parlamentari con i correttivi previsti. Nel frattempo, il 2 settembre prossimo, scenderanno in campo i Democratici per il Sì, che vedono, tra i promotori, Stefano Ceccanti e Andre De Maria, Franco Mirabelli e Andrea Romano. E c'è chi, come il ministro Peppe Provenzano, invita i Dem a smussare le divisioni: «La campagna non diventi un congresso interno al Pd». Dal Giffoni Festival Di Maio comincia la sua corsa per il Sì. «In un momento di crisi economica globale derivante dalla pandemia è anche un segnale di sobrietà e di normalità», sottolinea il ministro, che nega qualsiasi deficit di rappresentatività derivato dalla riforma. Attaccando chi, in questi giorni, ha voltato le spalle al Sì. «In questi giorni sono nati i cosiddetti «benaltristi» o «invecisti» che sono quelli che dicono «ci vuole ben altro». Intanto iniziamo a tagliare 345 parlamentari che sono 345 stipendi, 345 costi di funzionamento», spiega Di Maio. E a chi gli chiede se la campagna sia anche un preambolo ad un suo ritorno da capo politico Di Maio si limita a ribadire che il suo tour è finalizzato a spiegare le ragioni del Sì.Intanto il premier Conte si tiene fuori dall’agone politico .• Stampato presso il Centro Stampa di Società Editrice Arena - Via Torricelli, 14 Caselle di Sommacampagna (Verona) La tiratura di sabato 29 agosto è stata di 34.357 copie
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REGIONE
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 IL MATTINO
L’istituto di Via Nazionale interviene sull’ascesa di Delfin nella merchant di Piazzetta Cuccia: «Nessun ostruzionismo» venire sul management e in
Mediobanca, Bankitalia avverte Del Vecchio «Un altro via libera se arriverà al controllo» LO SCENARIO Luigi dell’Olio
on l’autorizzazione ricevuta dalla Bce, «Delfin potrà aumentare la propria partecipazione senza raggiungere o superare la soglia del 20% e senza esercitare il controllo, neppure di fatto, su Mediobanca, facoltà per le quali sarebbe necessaria un’ulteriore e previa istanza autorizzativa». È uno dei chiarimenti forniti dalla Banca d’Italia sul proprio sito Internet in merito all’operazione con cui Leonardo Del Vecchio potrà rafforzare la presa su Piazzetta Cuccia. Quindi, se da una parte la holding che fa capo all’imprenditore dell’occhialeria potrà accrescere sensibilmente – fino a raddoppiarla - la propria partecipazione rispetto al 9,9% attuale, dall’altro le sue mosse continueranno a essere monitorate con attenzione dall’Eurotower, pronta a intervenire qualora l’imprenditore venisse meno agli impegni presi con la stessa vigilanza e ai paletti che quest’ultima ha fissato.
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Questo nella consapevolezza che Mediobanca, pur avendo smesso da tempo di essere il salotto buono dell’economia italiana (partecipato da buona parte dei principali capitalisti italiani), resta il principale azionista di Generali con il 13% del capitale. Ricordando che Del Vecchio possiede direttamente il 5% del Leone, per cui potrebbe trovarsi a svolgere un ruolo decisivo in quello che è un vero e proprio forziere del nostro Paese, con circa 60 miliardi di euro investiti in BTp. Ma perché fa paura il suo interventismo? Del Vecchio è uno dei migliori esponenti dell’imprenditoria italiana, un uomo che si è fatto da sé e che investe capitali propri, senza ricorrere a prestiti delle istituzioni finanziarie. A suo sfavore gioca però l’età, con le 84 primavere sulle spalle che pongono qualche interrogativo sulla successione? Cosa ne sarà delle partecipazioni, quando lui non ci sarà più? Rischiano di finire nelle mani di concorrenti stranieri asset cruciali dell’economia italiana? Nelle trattative condotte con Bankitalia (per conto della Bce), Del Vecchio si è impegnato a non inter-
questa chiave va letto il clima distensivo tra il grande azionista e l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, dopo le polemiche sollevate nei mesi scorsi da mister Del Vecchio contro un management ritenuto poco focalizzato sulla ricerca di efficienza e redditività per l’investment bank milanese. Per tranquillizzare la vigilanza, inoltre, l’imprenditore ha sottolineato di essere interessato a un investimento esclusivamente di tipo finanziario, escludendo di voler presentare una lista in occasione del rinnovo del cda alla prossima assemblea del 28 ottobre. La pubblicazione di Via Nazionale è anche l’occasione per contestare «alcune ricostruzioni non corrette» fornite dai mezzi di informazione. L’organismo di vigilanza precisa che «non ha, per quanto ovvio, operato alcun ostruzionismo, né ha rigettato precedenti richieste di Delfin, mai formulate». Inoltre ricorda che il 26 agosto, proprio su proposta della Banca d’Italia, la Bce ha comunicato alla Delfin (il cui azionista di maggioranza è Leonardo Del Vecchio) «di non avere obiezioni all’eventuale incremento della quota del capitale di Mediobanca da essa detenuta». Nel corso dell’istruttoria, è la conclusione, «la Banca d’Italia e la Bce hanno sempre agito in piena armonia, confrontandosi su tutti gli aspetti rilevanti e giungendo, nel rispetto delle reciproche competenze, a una posizione condivisa, sintetizzata nella decisione». —
L’industriale dell’occhialeria Leonardo Del Vecchio
ragazza di ritorno dalla martinica
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colpite le province di vicenza, verona e belluno
Treviso, pensa di avere il Covid Trombe d’aria, grandine, frane ma è affetta da febbre Dengue paura e danni in mezzo Veneto TREVISO
VICENZA
Caso di Dengue a Treviso, la “febbre spaccaossa”, e scatta immediatamente la disinfestazione in via Pennacchi, dove risiede la ragazza che ha contratto il virus. Si tratta di una giovane trevigiana, che ha trascorso le vacanze in Martinica, nei Caraibi. La ragazza appena arrivata a casa si è messa in quarantena per le norme anti-covid. Dopo alcuni giorni è salita la febbre, e la preoccupazione è stata ovviamente che si trattasse di coronavirus. Ma la tosse e le difficoltà respiratorie non c’erano. Sottoposta alle analisi dall’Ulss 2 della Marca, è emerso che la febbre alta era in realtà dovuta all’Arbovirosi, trasmessa dalla zanzara tigre. Ora la 23enne sta già meglio, e la febbre si è abbassata. È il primo caso che si verifica in provincia di Treviso quest’estate, mentre un altro è stato segnalato venerdì a Vicenza. Numeri decisamente inferiori rispetto all’estate precedente, ma c’è un motivo chiaro ed evidente. La Dengue è nella maggior parte dei casi una febbre d’importazione. I casi sono perlopiù legati a viaggi all’estero in aree come Kenya, Messico, Thailandia, Maldive, Cuba, dove è endemica. Quest’anno però complice la limitazione ai voli intercontinentali e alle vacanze fuori dall’Europa i casi
Ingenti i danni provocati dall'ondata di maltempo che ha colpito ieri pomeriggio mezzo Veneto, specie la zona di Arzignano, oltre alle vallate del Chiampo e dell'Agno. Grandinate e forti raffiche di vento si sono registrate anche in una vasta area dell'Alto Vicentino, nel Bassanese e nell'Altopiano di Asiago. Il maggior numero di chiamate ai vigili del fuoco è arrivato dal comune di Arzignano, dove una tromba d'aria ha scoperchiato i tetti di alcuni capannoni e i teloni di copertura dei campi da tennis. Diversi rami e piante, divelte dal vento, hanno bloccato la circolazione in alcune arterie stradali. Danni anche nel Veronese: dopo un breve nubifragio che l’altro ieri a Verona ha causato danni e disagi soprattutto nel quartiere di Parona, ieri un'altra grandinata ha colpito la provincia scaligera. Una tromba d'aria si è abbattuta su Montecchia di Crosara, provocando danni consistenti al palazzetto dello sport, dove sono anche crollare alcune piante. Nel paese della Val d'Alpone si registrano conseguenze pesanti anche ad alcune abitazioni e capannoni industriali, ancora da quantificare i danni alle coltivazioni in un territorio a forte vocazione vinicola. Problemi analoghi anche a Illasi e Colognola ai Colli. Forte grandi-
Disinfezione delle pozze: la Dengue è trasmessa dalla zanzara tigre
d’importazione sono stati quasi annullati. Quello scoperto in via Pier Maria Pennacchi, a nord di Santa Maria del Rovere, al confine con il comune di Villorba, è dunque, al momento, un caso unico e isolato. La Dengue viene trasmessa dalla zanzara tigre, e per questo ieri pomeriggio, su richiesta dell’Usl 2, il sindaco Mario Conte ha firmato un’ordinanza urgente di disinfestazione di via Pennacchi, e dell’area che si trova nel raggio di 100 metri dalla strada. Per evitare la diffusione della Dengue a livello locale, l’Usl 2 ha infatti
da anni un protocollo che prevede una campagna massiva di disinfestazione nell’area in cui risiedono i pazienti che contraggono la febbre spaccaossa, e campionamenti delle zanzare presenti nella zona di residenza del contagiato per due settimane. La disinfestazione avrebbe dovuto scattare ieri alle 17, ma la pioggia imminente l’ha fatta posticipare. Verrà condotta al primo momento utile, altrimenti le precipitazioni renderebbero inutile l’azione degli agenti che devono bloccare la proliferazione della zanzara tigre e delle larve. —
Il Palamares scoperchiato a Ponte nelle Alpi
nata a Peschiera del Garda e Valeggio sul Mincio. Una tromba d'aria ha interessato anche Palù, Buttapietra e Trevenzuolo. Allagamenti a Verona, in zone già colpite domenica scorsa. Flagellate anche Belluno e la provincia. Una tromba d'aria ha colpito Ponte nelle Alpi con gravi danni ad alcune abitazioni, che sono state scoperchiate. Divelta la copertura telonata del Palamares, dove si praticano le attività sportive. Anche la Valbelluna, da Mel a Sedico, devastata da grandine con chicchi grandi come mandarini. A Cortina il maltempo
si è concentrato sulla frazione di Acquabona dove da sempre la strada statale di Alemagna è a rischio di invasione di detriti da frane sovrastanti. Colpita anche Vodo di Cadore nella frazione Peaio, dove fa paura la frana dal monte Antelao. Il governatore Zaia da ieri è in contatto con la sala operativa della Protezione Civile di Marghera, dove, a seguito delle previsioni dell’Arpav, era stata attivata l’Unità di Crisi. «Domani mattina (oggi, ndr) precisa ancora il presidente sono nel Vicentino ed eventualmente nelle altre aree più colpite».—
PRIMO PIANO
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 IL MATTINO
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Coronavirus: la ripartenza nel Padovano
«Bus attivi solo con il 75-80% di capienza» Attesa per la decisione di governo e Regioni. Venturini: «C’è poco tempo». Ragona: «In città il servizio non cambia» Claudio Malfitano / PADOVA
le incognite
«Con una capienza tra il 75 e l’85% il sistema regge. Con una inferiore è tutto più problematico». Unanime il giudizio delle istituzioni e dei tecnici della mobilità padovana sul difficile dilemma del trasporto pubblico scolastico in tempi di Covid. Dopo la bozza di accordo tra governo e Regioni con la proposta del comitato tecnico-scientifico di fissare la capienza al 75%, ora tutti attendono la riunione di domani sera sperando possa essere decisiva. «Oltre non possiamo andare, è già difficile adesso – sottolinea la consigliera delegata ai trasporti della Provincia Elisa Venturini – Stiamo aspettando una decisione da Roma per organizzare il servizio».
Mascherine, gel e separatori Ma chi controllerà?
TEMPI SEMPRE PIÙ STRETTI
Di certo i tempi sono sempre più stretti, perché tutto deve essere organizzato per l’avvio delle lezioni il 14 settembre. E non sembra esserci spazio per molte altre soluzioni se non quella già prospettata negli incontri tra Provincia, azienda dei trasporti e ufficio scolastico provinciale. Cioè le corse dirette verso 4 poli scolastici anziché in stazione. «Tutte que-
Passeggeri su un tram: solo con capienza oltre il 75% potrà reggere il servizio per il trasporto scolastico
ste ipotesi le abbiamo fatte sul 100% della capienza. Anche perché così erano orientate le ordinanze di Zaia – spiega ancora Venturini – Se la percentuale si abbassa dovremo avere più mezzi. E in quel caso bisognerà rivolgersi ai privati». Per acquisire i servizi delle compagnie private però è ne-
cessaria una deroga alle norme sui subappalti ed anche (e soprattutto) maggiori risorse economiche. IN CITTÀ SERVIZIO COME NEL 2019
«Dovrà esserci una capienza tra il 75 e l’80% per far funzionare il sistema. Altrimenti è difficile perché ci vogliono mesi
per acquistare nuovi autobus», chiarisce l’assessore alla mobilità di Padova Andrea Ragona. Ovviamente il servizio urbano, soprattutto per quanto riguarda il trasporto degli studenti, è avvantaggiato dalla presenza di un mezzo con una capacità molto alta come il tram. «Il servizio dovrebbe
Capienza del 75% ma con alcune condizioni non facilmente rispettabili. Nella proposta del comitato tecnico-scientifico ci sono una serie di incognite di cui le aziende dovranno tenere conto. Tutti i passeggeri dovranno avere le mascherine, a bordo deve esserci il gel disinfettante per le mani, dovranno essere installati dei separatori mobili sui bus che dovranno garantire anche un adeguato ricambio d’aria. Insomma condizioni non semplici da rispettare. Con un altro quesito: a chi è delegato il controllo? Saranno gli stessi autisti a fermare gli studenti una volta raggiunta la capienza massima del mezzo? E chi interviene se un passeggero non indossa la mascherina? Tutte domande a cui si dovrà dare una risposta prima del 14 settembre.
restare quello del settembre 2019 – anticipa l’assessore – Ci potrà essere qualche aggiustamento solo dopo l’avvio della scuola, magari recuperando delle corse bis dove servono». I QUATTRO POLI SCOLASTICI
Per adesso dunque resta ferma l’ipotesi di dirottare le linee extraurbane verso 4 grandi poli scolastici, anziché trasportare tutti gli studenti in stazione e da lì farli muovere con le navette. Questo per ridurre il rischio di assembramenti. I quattro poli attrattori del traffico studentesco sono: l’area di via Cave a Brusegana dove ci sono il liceo linguistico e istituto tecnico Scarcerle e l’agrario Duca degli Abruzzi; poi la zona di via Facciolati dove ci sono l’istituto tecnico-commerciale Gramsci e lo scientifico Alvise Cornaro; un polo scolastico c’è anche tra Arcella e Mortise con l’istituto tecnico-industriale Severi, lo scientifico Curiel e il professionale Enaip-Acli; infine la zona di via Manzoni dove ci sono il tecnico Marconi, il professionale Bernardi, il tecnico-industriale Ferraris e il professionale per la moda Enrichetta Usuelli Ruzza. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il prototipo, realizzato da un’azienda veneziana, verrà provato dalla scuola dell’infanzia Rilevare la temperatura e igienizzare mani e piedi diventa così un gioco per i più piccoli
Al Bim Bum Bam di Noventa arriva il robottino anti focolaio LA NOVITÀ
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l primo prototipo di robottino anti Covid per bambini e disabili è stato installato in via sperimentale alla scuola dell’infanzia Bim Bum Bam di Noventa Padovana. Ideato dall’azienda veneziana Sunrise, nota per aver lanciato il totem digitale per adulti “Spray for Life”, il dispositivo è stato realizzato in collaborazione con la ditta Stylplex di San Giorgio delle Pertiche pensando proprio alle necessità degli istituti scolastici. Si richiedeva uno strumento veloce e semplice nell’uso, con funzioni calibrate sui più piccoli, di aspetto accattivante, con prezzo contenuto. Le funzioni dovevano essere quelle necessarie a garantire la sanificazione e la sicurezza. Il robottino Sunrise, è verde e risponde a tutte queste esigenze: rileva la temperatura corporea avvicinando la testa o il polso e si colora tutto di rosso se avverte una temperatura alta avvisando con
un messaggio vocale dell’anomalia. Inoltre, disinfetta le mani con gel igienizzante che si attiva con una fotocellula semplicemente infilandole in un apposito spazio vuoto e sanifica piedi e calzature nebulizzandoli. Nel contempo interagisce con messaggi vocali personalizzabili. Il tutto in modalità no touch, che evita qualsiasi contatto. La fondatrice dell’istituto, Elisabetta La Rosa, ha colto con favore l’occasione di sperimentare il robottino garantire sin dal primo giorno di
calzature, non dimentichiamo che il pavimento è un pericoloso veicolo di batteri». Bim Bum Bam, 12 anni di storia, è strutturata in scuola d’infanzia, che conta 70 iscritti dai tre ai sei anni, e asilo nido con altrettanti bambini dai tre mesi.
Se un bambino ha la febbre Sunrise passa da verde a rosso
L’istituto accoglie circa 140 bambini tra i tre mesi e i sei anni di età
apertura ai frequentatori dell’asilo un ambiente protetto. «Vogliamo solo il meglio per i nostri bambini» ha dichiarato La Rosa «e questo dispositivo mette in sicurezza i nostri piccoli ospiti. Importante è la sanificazione delle
La prima sperimentazione a livello nazionale è avvenuta venerdì pomeriggio con i bambini che frequentano il centro estivo della struttura. Ad appoggiare l’iniziativa e presenziare c’era anche il vice presidente della Provincia
Sopra e in alto a destra, “l’incontro” dei bambini con Sunrise
di Padova, il noventano Marcello Bano. «Siamo orgogliosi che il progetto pilota parta proprio da qui, da Noventa Padovana» ha detto Bano. Il robottino è stato collocato all’ingresso dell’asilo e sarà di uso esclusivo dei più piccoli. Gli adulti, dagli insegnanti ai genitori, utilizzeranno la già nota colonnina Covid detector “Spray for Life” che verifica anche la presenza o meno della mascherina. «La nostra priorità è garantire la sicurezza ai bambini ma anche a tutto il personale scolastico» afferma La Rosa. Il robottino, essendo un prototipo, non è ancora in commercio. Alla scuola dell’infanzia di Noventa Padovana è stato dato in comodato d’uso gratuito. — GIUSY ANDREOLI
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PRIMO PIANO
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 MESSAGGERO VENETO
Il rischio Covid
«Ero a Cortina e in Friuli mi negano il test»
Un imprenditore udinese tra gli ospiti della festa con un contagiato: Zaia ci invita a fare il tampone, ma qui non sanno nulla Renato D’Argenio / UDINE
L’ennesima contraddizione su com’è gestita tutta questa emergenza Covid corre sul filo che unisce Cortina d’Ampezzo al Friuli. Al Summer Party – uno degli appuntamenti estivi più esclusivi e attesi – c’erano, tra i 500 accreditati, una quarantina di corregionali: professionisti udinesi, pordenonesi e della Bassa. Tutte persone che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, invita caldamente a sottoporsi a tampone, dopo che un ragazzo di 26 anni, presente alla festa, è risultato positivo. «Andate a Cortina a vedere se siete stati contagiati», ha detto Zaia e così, venerdì, poco più di 150 persone presenti al “pic nic” del rifugio Socrepes – fra cui il sindaco del paese dolomitico, Gianpietro Ghedina; Alessandro Benetton, presidente di Fondazione Cortina 2021; il campione di sci Kristian Ghedina – si sono messe in coda, con le proprie auto, per fare il tampone. Preoccupati, i “nostri” hanno contattato il dipartimento di prevenzione del Friuli Venezia Giulia, anche perché nessuno – pur avendo compilato il modulo di partecipazione in cui sono riportati indirizzi e numeri di telefono – è stato mai chiamato. «Ho scoperto dell’appello leggendo i giornali – racconta un imprenditore udinese, alla festa del 20 agosto con la moglie –. Ho prima chiamato e poi scritto una mail al dipartimento di prevenzione. Mi è stato risposto così: “Al mo-
mento nella nostra regione si tamponano i contatti stretti e diretti dei casi Covid accertati e non sono stati presi particolari provvedimenti per questo eventi di Cortina”. Mi pare – per quanto nel caso specifico credo si stai esagerando
– si usino due pesi e due misure: in Veneto tutti in coda, qui liberi tutti». Un avvocato pordenonese aggiunge: «Che senso ha andare in Veneto a fare quel tampone? Se c’è un rischio, una preoccupazione, non vedo perché non
lo si debba poter fare qui?». «La festa era a numero chiuso – insiste l’imprenditore udinese –: all’ingresso ci hanno misurato la febbre e la mascherina naturalmente era obbligatoria. Gli spazi, poi, erano importanti: deci-
la giornata
Venti positivi Nessun morto e Intensive sempre vuote
FERDINANDO CAMON
M
acron non sa come fermare l’epidemia e minaccia di ripristinare la chiusura totale, l’Italia ci sta pensando, l’Ungheria decide in questo momento: francamente è una situazione pesante, se si dovesse ripartire con la chiusura anche da noi non vorrebbe dire che siamo sfortunati o che il virus è potente e imbattibile, non sarebbe colpa della malattia, sarebbe colpa nostra, di noi popolo e governo. Perché la verità non è che facciamo tutto quello che possiamo ma il virus ci surclassa. La verità è che non facciamo niente. Le regole le applichiamo alla carlona. Sappiamo chi non le applica, quando e dove, ma lo lasciamo fare, al massimo spariamo qualche articolo di condanna sui giornali, ma la nostra reazione si ferma lì. È sbagliato. Anche ieri ci sono stati nuovi contagi, dovrebbe venirci spontaneo cercare
ne e decine di metri fra uno stand e l’altro. Le persone hanno fatto molta attenzione a rispettare le regole e, sinceramente, non sono particolarmente preoccupato. Ma, oltre a me stesso, debbo pensare agli altri: ai familiari,
La festa con gli ospiti distanziati sul prato di Cortina, tra i partecipanti c’era anche un gruppo di friulani
il commento
Punite chi non rispetta le regole solo così eviteremo altre chiusure chi s’è contagiato e dove e perché, e (ecco ciò che soprattutto dovremmo fare) cercarlo, trovarlo e punirlo. In Sardegna si sono infettati in massa, in luoghi di ritrovo e di assembramento, dove i turisti e i vacanzieri andavano a divertirsi: non stavano a distanza, non porta-
vano le mascherine, si toccavano si abbracciavano ballavano e brindavano alla rinfusa, un casino insomma, e tantissimi di loro, troppi, si son poi trovati positivi. Adesso sono in cura. A Cortina idem. Curiamoli ma puniamoli. Cito questi due luoghi per
indicare i punti clou della intellighenzia vacanziera, i punti dove si danno convegno i nostri connazionali più ricchi e più snob e più colti, almeno se la cultura si misura dai salotti. Noi gente comune, noi popolino se entriamo in un negozio di alimentari veniamo subito av-
Le persone attualmente positive al coronavirus in Friuli Venezia Giulia sono 356, due più del dato registrato venerdì sera ieri. Nessun paziente risulta, fortunatamente, in cura in terapia intensiva, mentre 15 sono ricoverati in altri reparti. Non si sono registrati, per l’ennesimo giorno consecutivo, nuovi decessi che restano, quindi, 348 in totale. Lo ha comunicato il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi. Ieri, in totale, sono stati rilevati 20 nuovi contagi – tutti da tracciamento di soggetti già positivi – di cui tre in provincia di Trieste, uno in quella di Gorizia, 11 in quella di Udine, tre in quella di Pordenone e due fuori regione. Analizzando, quindi, i dati complessivi dall’inizio della pandemia, le persone risultate positive al virus sono 3 mila 748: mille 476 a Trieste, mille 182 a Udine, 823 a Pordenone e 257 a Gorizia, alle quali si aggiungono dieci persone da fuori regione. I totalmente guariti ammontano a 3 mila 44, i clinicamente guariti sono otto e le persone in isolamento 333. I deceduti restano 197 a Trieste, 77 a Udine, 68 a Pordenone e 6 a Gorizia. —
vertiti: «La mascherina, per favore!», e ce la mettiamo. Perché noi sì e loro no? Per colpa loro dovremo indossarla ancora a lungo, e stare lontani uno dall’altro, aspettare fuori dal negozio, non passarci a fianco ma a distanza. Dopo tanti mesi abbiamo il diritto di averne le scatole piene. Vorremmo finirla col distanziamento, e per finirla bisogna punire chi non lo mantiene. Han fatto baldoria in migliaia in Sardegna, col risultato che s’è riacceso il focolaio? E perché a quelle migliaia non è stato operato un consistente prelievo, da depositare nelle
agli amici. Letto dell’appello di Zaia – pur non comprendendo come mai ancora nessun ci abbia contattato: hanno i riferimenti di tutti – ci siamo praticamente chiusi in casa. Quando sono uscito ho sempre avvisato “ero a Cortina a quella festa”, ho aumentato le distanze, evitato ogni genere di contatto. Credo che un tampone “volante” potevano farlo anche a noi al Gervasutta». Intanto a Cortina monta la polemica. «Il singolo caso di Covid-19 riscontrato in un ragazzo presente al Cortina Summer Party ha dato vita a una bufera mediatica che ci è parsa decisamente sovradimensionata rispetto alla realtà dei fatti, come sempre accade quando si parla di Cortina d’Ampezzo». Lo scrive in una nota Red Squirrel Events - la società organizzatrice del Cortina Summer Party. «Abbiamo la fortuna di essere in un paese e in una regione che anche questa volta hanno saputo dare concreta dimostrazione di efficienza e attenzione – afferma Alvise Zuliani di Red Squirrel Events –. Aspettiamo l’esito dei risultati – prosegue – anche se, in un’estate in cui Cortina è stata più affollata che mai, seppur nel rispetto costante delle norme sanitarie, è impossibile stabilire se un ipotetico esito positivo del tampone possa essere ricondotto al singolo evento». A Cortina sono stati fatti 285 tamponi, meno della metà erano le persone presenti al Summer Party. Sono tutti negativi.— © RIPRODUZIONE RISERVATA
casse della Sanità? Non dobbiamo pensare che Milano e la Lombardia sono un focolaio perenne perché sono città e regione sbagliate, e così pure le Venezie: no, sono aree europee, all’avanguardia del progresso europeo, solo che al loro interno ci sono masse di popolazione che sgarrano, è su questi sgarri che bisogna intervenire, non sull’indirizzo del progresso. Non siamo fatti per obbedire alle regole. Abbiamo l’istinto dell’infrazione. La Francia riparte da capo con la chiusura totale? L’Ungheria pure? L’Italia ci sta pensando? Non è una fatalità, è una colpa. Cominciamo col rispettare le regole per filo e per segno, e con l’appioppare multe salate a chi non le rispetta. Anche se è un vip. Anche se è un ricco. Anche se in una balera spende più lui in una sera che io in quattro vite. Se non facciamo questo (e non lo stiamo facendo), non lamentiamoci se il virus durerà anni. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
REGIONE 13
DOMENICA 30 AGOSTO 2020 LA NUOVA
eleZioni regionali, sbrollini graffia
L’attacco renziano a Lorenzoni e dem «Eterni perdenti appiattiti sul M5S» Secca replica del centrosinistra: «Mossa della disperazione Italia Viva è responsabile della rottura del fronte anti-Zaia» quasi identici. E proprio dal Veneto parte questa ventata di cambiamento, questo laboratorio politico di cui sentirete parlare molto sia nel presente che nel futuro».
Filippo Tosatto / VENEZIA
Non bastassero i sondaggi scoraggianti, nel ventaglio politico alternativo a Luca Zaia si riaccende il fuoco amico. La nuova stoccata arriva dalla senatrice Daniela Sbrollini, candidata presidente di Italia Viva: «Da 25 anni lo stesso vincitore e lo stesso sconfitto, i veneti sono stanchi, vogliono un linguaggio, magari gentile ma determinato, vogliono fatti veri e non solo slogan», arringa la renziana; «Noi siamo questa alternativa riformista che non c’è in un’elezione dove molti non andrebbero nemmeno a votare perché già convinti dello stesso risultato di sempre, aggravato da una sinistra ormai identica e proiettata verso il M5S, con un candidato di fatto simile ai pentastellati e programmi
VILLA BONIN, LUOGO SIMBOLICO
ARTURO LORENZONI CANDIDATO DI COALIZIONE CIVICA NEL CENTROSINISTRA A TRAZIONE DEM
L’occasione è la presentazione del programma della coalizione Iv-Psi-Pri nella vicentina Villa Bonin dove, correva la stagione bossiana, era stata ipotizzata la prima seduta del “Parlamento veneto”, mai avvenuta: «Un esempio delle tante parole scritte e dette sull’autonomismo da Zaia & company ma mai effettivamente voluta e realizzata e che invece trova spazio e cuore nel nostro impegno elettorale che mette nel nostro slogan la parola autonomia», punge la sfidante, spalleggiata, nell’occasione, dal coordinatore nazionale
La senatrice renziana Daniela Sbrollini è è sostenuta da una coalizione composta da Italia Viva, Psi e Pri
Ettore Rosato. BOTTA E RISPOSTA AL VELENO
Ma è una bordata estemporanea, quella rivolta al governatore leghista; l’autentico bersaglio della campagna appare il polo a trazione dem che sostiene Arturo Lorenzoni, giudicato incompatibile con il progetto di sinistra liberale moderna sbandierato dal Matteo fiorentino. «Un’armata di zombie, arroccata su ideologie polverose e destinata al fallimento», la definì all’esordio la candidata Orietta Salemi suscitando lo sdegnata reazione del segretario del Pd: «Dispiace vedere che parlamentari e consiglieri regionali eletti con i voti delle donne e degli uomi-
ni del partito democratico non trovare nulla di meglio da fare che attaccare a testa bassa la nostra comunità. Dignità vorrebbe che lasciassero quei posti», le parole di Alessandro Bisato. LE RESPONSABILITÀ POLITICHE
Stavolta la frecciata è accolta con sostanziale noncuranza dal comitato Lorenzoni: «Questa ennesima punzecchiatura è la triste mossa della disperazione», la replica stringata che arriva dall’entourage «l’elettorato di centrosinistra è molto più saggio di chi per motivi puramente tattici ha scelto di spaccare il fronte dell’alternativa a Zaia. Questa è una responsabilità che pesa e re-
L’analisi di Gian Pietro Favaro, ultimo segretario regionale della Dc e poi parlamentare azzurro «Una campagna elettorale senza storia: la sinistra è inadeguata, Forza Italia in dissoluzione»
«Zaia è un monarca capace ma il Veneto sta declinando» L’INTERVISTA
«Q
uesta è la campagna elettorale meno emozionante della storia, Luca Zaia potrebbe andare in vacanza, tornare il 21 settembre e festeggiare ancor prima dello spoglio. In fondo lo merita, ha bene amministrato, però al suo plebiscito contribuiranno non poco la sinistra, che non riesce a parlare ai veneti, e ancor più il mio partito, Forza Italia, letteralmente scomparso». Già docente di liceo, sindaco di Riese Pio X, consigliere regionale, ultimo segretario nella storia veneta della Democrazia cristiana e poi senatore di Forza Italia: il curriculum di Gian Pietro Favaro racconta l’ascesa e il declino del progetto centrista in una terra avviata alla monocoltura leghista. Lo scandalo Galan basta a spiegare la progressiva dissoluzione forzista? «Non direi. Ho dato uno
sguardo alla lista trevigiana: dei candidati non ne conosco neppure uno. Idee e iniziative? Neanche l’ombra. A comandare in Veneto è ancora Niccolò Ghedini che non mi sembra dedichi il suo tempo a coltivare il rapporto con la base, gli amministratori, il territorio. Ha voluto commissario Fabio Chies, il sindaco di Conegliano che si regge in sella grazie ai voti leghisti. Figuriamoci il suo margine di autonomia con l’alleato... ». Come valuta Arturo Loren-
so a Roma è poca cosa. Ci manca perfino una capitale in grado di attirare investimenti ed energie dal resto dell’Italia e dall’estero. Quando quel genialoide di De Michelis propose l’Expo a Venezia, bloccata poi dai socialisti lombardi di Mar-
«Il problema della rappresentanza è irrisolto: a Roma contiamo pochissimo»
«Come osservò Piano ci manca una capitale capace di attrarre energie e investimenti» Gian Pietro Favaro, 79 anni, veterano centrista. A destra: Luca Zaia
zoni, lo sfidante di centrosinistra? «Mi sembra una persona degna ma dubito sia una figura adeguata alla sfida. D’altronde, in un governo dove l’unico ministro veneto è un 5 Stelle, nella scelta dei sot-
tosegretari il Pd ha scelto di premiare tre esponenti politici a fine carriera. Nominati, non eletti. Mah». C’è un problema persistente di rappresentanza politica nazionale del Veneto?
«Direi che è grande come una casa. Abbiamo la monarchia costituzionale di Zaia, che raccoglie un consenso vastissimo evitando accuratamente le scelte divisive, memore della vecchia lezione dorotea, ma il nostro pe-
telli, la Regione affidò uno studio preliminare a Renzo Piano: per crescere serve un magnete, ci disse, un solido punto di riferimento e di attrazione. Gli industriali lo sollecitano invano, la Milano di Gae Aulenti l’ha trova-
sterà. Non intendiamo però soffermarci ulteriormente: rispondiamo semplicemente con un sorriso». ROSATO E IL CAMBIAMENTO
Già. Perché Italia Viva non ha aderito alla coalizione preferendo una corsa solitaria dall’esito alquanto incerto? «Sarebbe stato facile non scendere in campo ma c’è un pezzo di elettorato che chiede e vuole un cambiamento forte e quel cambiamento siamo noi», sentenzia Rosato. Nel frattempo l’obiettivo è conquistare il 3%, soglia minima per entrare nell’assemblea regionale, e a riguardo i pronostici non sembrano entusiasmanti. Si vedrà. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
to, noi ci attardiamo ancora a discutere di Pa-Tre-Ve, un’utopia morta e sepolta. Nel frattempo il nostro tasso di crescita ristagna e i segnali di declino sono concreti». Ora la grande scommessa si chiama autonomia... «Al referendum io non sono andato a votare perché si parlava solo di soldi, illudendo i cittadini circa la possibilità di trattenere in loco il gettito fiscale. Ora Zaia reclama 23 materie di competenza, chiedere tutto è il modo migliore per non ottenere nulla. Semmai, visto che la ripresa delle lezioni è un tema d’attualità, faccio notare che la Regione è già competente ad organizzare la scuola e a gestirne il personale. A sancirlo, senza margine di equivoco, è la sentenza della Corte costituzionale del 13 gennaio 2004. Perché questa facoltà non viene esercitata?». L’esito del voto veneto influenzerà anche il duello a distanza tra Matteo Salvini e Zaia che in molti vorrebbero candidato premier del centrodestra. «Sarebbe senz’altro all’altezza del compito, tanto più che l’attuale qualità ministeriale mi pare modesta. Zaia è un leghista coerente che esprime i valori e le aspirazioni proprie del nord produttivo mentre Salvini è diventato un populista di destra e ha tradito la causa settentrionale». — FILIPPO TOSATTO © RIPRODUZIONE RISERVATA